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oluto fermarti. Pensavo che sarebbe dipeso da come andavano le cose. La seconda met del viaggio dovrai pagartela da solo. Non posso permettermi di comprare un biglietto da Melbourne a Sydney. Te lo rimborser. Quando gli dissi questo fece una cosa insomma, una cosa che trovai straordinaria. Se siete abbastanza fortunati da aver avuto un rapporto ragionevolmente normale con i vostri genitori, potrebbe risultarvi difficile capire quanto fosse straordinaria per me. Prima di tutto disse: Grazie, Max. Poi soggiunse: Non dovevi fare questo per me, sai. Ma non questa la cosa strana. La cosa strana che, mentre lo diceva, venne verso di me che stavo versando lacqua bollente sul caff solubile nella tazza, e mi mise una mano sulla spalla. Mi tocc! Avevo quarantotto anni, e, per quanto riuscivo a ricordare, era la prima volta che lo faceva. Mi girai e i nostri sguardi sincrociarono, per un attimo. Ma il momento era troppo imbarazzante, per entrambi, e ci affrettammo a distogliere gli occhi. Cosa pensi di fare oggi? mi chiese. Non ho grandi progetti, dissi. Salvo che stasera devo andare in un certo ristorante. Spero di incontrarci qualcuno anchio. Gli dissi che era lo stesso ristorante in cui non eravamo riusciti a cenare insieme alla fine della mia visita precedente. E gli dissi anche qualcosa della donna cinese e della figlia. La conosci questa donna? mi chiese, mentre gli porgevo una tazza di caff solubile. No, non proprio. Ma sembrava una cosa bizzarra da dire, ma mi buttai ma, in un certo senso, un po come se ci conoscessimo. Come se la conoscessi da moltissimo tempo. Capisco, disse dubbioso. E sposata? Ha un compagno? Non credo. Sono abbastanza sicuro che sia una madre single. E stasera hai intenzione di parlarle, questa lidea? S, lidea questa. Be, buona fortuna, disse. Anche a te, pap, dissi. E un grande giorno per entrambi. Facemmo un brindisi con le tazze e bevemmo al successo dei nostri incontri imminenti. Una mezzora dopo, poco prima che partisse, ricordai a mio padre che avevo trovato il caricabatteria, avevo ricaricato il cellulare e lavevo messo in cima alla libreria in soggiorno. Non dimenticare di portartelo, mi raccomando! gli gridai, mentre era nella sua camera a stipare alcune cose in una ventiquattrore. Non preoccuparti, grid di rimando. Lho gi preso. E proprio qui. E stupidamente, gli credetti. E adesso, eccolo l: di ritorno a Sydney, poco pi di dodici ore dopo, seduto di fronte a me sulla terrazza del ristorante con il baluginio dellacqua e le luci del porto di Sydney che brillavano dietro di noi. A parte la donna cinese e la figlia, eravamo le uniche persone rimaste l fuori. Un vento freddo soffiava dallacqua. Scompigli i capelli di mio padre e io mi ritrovai a pensare a quanto fosse fortunato ad avere ancora una chioma fluente alla sua et. Pensando a questo, mi passai una mano tra i capelli, che ormai erano quasi completamente grigi, ma come quelli di mio padre ancora folti, e riflettei che probabilmente avevo ereditato la sua chioma e avrei dovuto essergli grato per questo, perch un sacco di uomini della mia et sono gi praticamente calvi. Mentre pensavo queste cose, guardai mio padre e mi resi conto che gli assomigliavo in molti aspetti il colore degli occhi, la linea del mento, il modo in cui ci piaceva far ruotare le bevande nel bicchiere prima di berle e, per la prima volta, questa consapevolezza mi parve una cosa buona, benaccetta, e mi diede un senso di calore alla bocca dello stomaco: come una specie di ritorno a casa. Speravo di trovarti qui, disse. Hai finito di mangiare? Bevi qualcosa con me? Perch, credimi, ne ho proprio bisogno. Gli dissi che gli avrei fatto senzaltro compagnia, e lui chiam il cameriere e chiese due amarettos abbondanti (solo che lui li chiam amaretti). Allora, com andata? chiesi, anche se avevo gi capito che qualcosa era andato storto. Com andata con Roger? Sei riuscito a riconoscerlo, dopo tutti questi anni? Il cameriere ci port i nostri drink (questa era unaltra cosa che mi piaceva di quel ristorante: un servizio fantastico), poi and allaltro tavolo a portare il conto alla donna cinese e alla figlia. Mio padre rigir lamaretto nel bicchiere prima di berne una bella sorsata. Di chi stata lidea che dovevamo incontrarci nelle sale da t dei Giardini botanici? mi chiese. E stata unidea tua o di Roger? E stata unidea mia, risposi. Perch, qualcosa non andava nella scelta? Non dirmi che erano chiusi per lavori o non so cosa. No. No, non cera niente che non andasse nellidea, davvero. Quei giardini sono bellissimi. Sono solo sorpreso che sia stato tu a sceglierli, perch non pensavo tu fossi mai stato a Melbourne. Infatti non ci sono stato, ammisi. Per ho un amico su Facebook che vive a Melbourne, cos gli ho chiesto di suggerirmi un posto. Quindi penso sia stata unidea sua, pi che mia. Ah, adesso capisco. Bene, va benissimo. Intuii che non andava affatto benissimo, anzi, cera qualcosa che non andava per niente. Ma? lo incalzai. Allora Mio padre bevve un altro sorso di amaretto, mentre sceglieva con cura le parole. Allora, era unidea deliziosa, Max, ma c solo un problema. S?