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Prima lettura (At 2,14.22-33) Non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere. Dagli Atti degli Apostoli [Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”. Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: “questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione”. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire». Parola di Dio Salmo responsoriale (Sal 15) Mostraci, Signore, il sentiero della vita. 1. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu». Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. 2. Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce. Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare.

3. Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. 4. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.

Seconda lettura (1Pt 1,17-21) Foste liberati con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Dalla prima lettera di san Pietro apostolo Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri. Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio. Parola di Dio

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Per riflettere insieme La storia del girasole è quella di ogni discepolo, che si lascia orientare dalla luce del Signore, dalla quale trae sostegno e gioia di vita. Ma ripartiamo da Emmaus…. “Resta con noi , perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto” Lc 24,29. Gesù sceglie di restare a tavola con noi, come ha fatto con i discepoli di Emmaus: nella semplicità e nella gioia di un pasto condiviso, ci raggiunge nella quotidianità della nostra vita e ci insegna a spezzare il pane per gli altri come continua a fare per noi. ”Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” Lc 24,32 L’incontro con il Risorto cambia la loro vita, riorienta la direzione del cammino in una strada di felicità, verso una vita nuova. Tornano a Gerusalemme, per comunicare agli uomini la promessa di una felicità che dura per sempre. L’esperienza dei due discepoli è la nostra stessa esperienza, vissuta ogni domenica in chiesa, dove incontriamo Gesù che ci parla attraverso le Scritture e spezza il pane per noi.

L’incontro con Gesù ci mette in movimento, non ci lascia impigrire distesi sul divano! I discepoli hanno fretta, dopo aver visto Gesù, di ritornare a Gerusalemme. Ripartono nella notte, animati dalla luce nuova accesa nel loro cuore: per l’incontro che hanno vissuto con lui, perché si sentono accompagnati nella loro vita e nel compito profetico che è stato loro affidato. Cosa significa per noi spezzarsi per l’altro? Cosa siamo disposti a donare di noi? A chi? Gesù ci chiama anche al perdono,

riusciamo a spezzare questo pane e donarlo agli altri? Prendiamo un impegno di squadriglia perché i nostri occhi siano sempre ben aperti nel riconoscere Gesù ed il nostro cuore sia ardente nel sentire la Sua Parola. Ora scrivete un valore, una caratteristica della vostra Squadriglia che ritenete essere importante e peculiare della vostra sq. (es. solidarietà, vivacità ecc.) e che volete lasciare come dono al termine di questo San Giorgio, un simbolo che rappresenti la vostra Squadriglia come gioiosa testimone del Risorto. Scrivetelo con i pennarelli direttamente sul vetro della lanterna oppure su un cartoncino da inserirvi dentro. Aggiungete poi il nome della vostra squadriglia e il Gruppo. Ora siete pronti per scambiarvi le lanterne di Squadriglia…

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 MOMENTO MATTUTINO: leggete, in tanti cerchi di Squadriglia, il seguente brano e le riflessioni IL GIRASOLE (di Bruno Ferrero) In un giardino ricco di fiori di ogni specie, cresceva, proprio nel centro, una pianta senza nome. Era robusta, ma sgraziata, con dei fiori stopposi e senza profumo. Per le altre piante nobili del giardino era né più né meno una erbaccia e non le rivolgevano la parola. Ma la pianta senza nome aveva un cuore pieno di bontà e di ideali. Quando i primi raggi del sole, al mattino, arrivavano a fare il solletico alla terra e a giocherellare con le gocce di rugiada, per farle sembrare iridescenti diamanti sulle camelie, rubini e zaffiri sulle rose, le altre piante si stiracchiavano pigre. La pianta senza nome, invece, non si perdeva un solo raggio di sole. Se li beveva tutti uno dopo l’altro. Trasformava tutta la luce del sole in forza vitale, in zuccheri, in linfa. Tanto che, dopo un po’, il suo fusto che prima era rachitico e debole, era diventato uno stupendo fusto robusto, diritto, alto più di due metri. Le piante del giardino cominciarono a considerarlo con rispetto, e anche con un po’ d’invidia. «Quello spilungone è un po’ matto», bisbigliavano dalie e margherite. La pianta senza nome non ci badava. Aveva un progetto. Se il sole si muoveva nel cielo, lei l’avrebbe seguito per non abbandonarlo un istante. Non poteva certo sradicarsi dalla terra, ma poteva costringere il suo fusto a girare all’unisono con il sole. Così non si sarebbero lasciati mai. Le prime ad accorgersene furono le ortensie che, come tutti sanno, sono pettegole e comari. «Si è innamorato del sole», cominciarono a propagare ai quattro venti. «Lo spilungone è innamorato del sole», dicevano ridacchiando i tulipani. «Ooooh, com’è romantico!», sussurravano pudicamente le viole mammole. La meraviglia toccò il culmine quando in cima al fusto della pianta senza nome sbocciò un magnifico fiore che assomigliava in modo straordinario proprio al sole. Era grande, tondo, con una raggiera di petali gialli, di un bel giallo dorato, caldo, bonario. E quel faccione, secondo la sua abitudine, continuava a seguire il sole, nella sua camminata per il cielo. Così i garofani gli misero nome «girasole». Glielo misero per prenderlo in giro, ma piacque a tutti, compreso il diretto interessato. Da quel momento, quando qualcuno gli chiedeva il nome, rispondeva orgoglioso: «Mi chiamo Girasole». Rose, ortensie e dalie non cessavano però di bisbigliare su quella che, secondo loro, era una stranezza che nascondeva troppo orgoglio o, peggio, qualche sentimento molto disordinato. Furono le bocche di leone, i fiori più coraggiosi del giardino, a rivolgere direttamente la parola al girasole. «Perché guardi sempre in aria? Perché non ci degni di uno sguardo? Eppure siamo piante, come te», gridarono le bocche di leone per farsi sentire. «Amici», rispose il girasole, «sono felice di vivere con voi, ma io amo il sole. Esso è la mia vita e non posso staccare gli occhi da lui. Lo seguo nel suo cammino. Lo amo tanto che sento già di assomigliargli un po’. Che ci volete fare? Il sole è la mia vita e io vivo per lui…». Come tutti i buoni, il girasole parlava forte e l’udirono tutti i fiori del Giardino. E in fondo al loro piccolo, profumato cuore, sentirono una grande ammirazione per «l’innamorato del sole».

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Vangelo (Lc 24,13-35) Lo riconobbero nello spezzare il pane. + Dal Vangelo secondo Luca Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore Preghiera dei fedeli Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore. 1. Perché la Chiesa non si stanchi mai di annunciare con gioia al mondo la risurrezione di Cristo, Signore della storia e Salvatore degli uomini. Preghiamo. 2. Per i catechisti, perché sappiano accompagnare i bambini e i ragazzi nell’intelligenza delle Scritture e nella scoperta di un’autentica vita di fede. Preghiamo. 3. Perché gli studiosi delle Scritture confermino i fedeli nella speranza, con i frutti del loro studio e con la testimonianza di una fede sincera. Preghiamo. 4. Perché i cristiani si facciano prossimi di quanti sono nel dubbio e cercano un senso alla loro esistenza, testimoniando con gioia e coerenza di vita la loro fede in Cristo risorto. Preghiamo. 5. Per la nostra comunità, perché la celebrazione dell’Eucaristia non sia un rito impolverato dall’abitudine, ma sia vissuta con la fede e il calore dei veri discepoli di Cristo. Preghiamo. O Padre, che ci hai affidati a tuo Figlio che ci accompagna per le vie del tempo, apri i nostri occhi perché sappiamo riconoscere la sua presenza e corrispondere al suo amore. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

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QUALE GIOIA Fa Do Solm Sib Quale gioia mi dissero, Fa Do Solm / Sib / Do andremo alla casa del Signore Fa Do Solm Sib Ora i piedi, o Gerusalemme, Fa Do Fa si fermano davanti a te Fa Do Solm Sib Do 7 Ora Gerusalemme è ricostruita Fa Do Solm Sib Do 7 come città salda, forte e unita. RIT Salgono insieme le tribù di Jahvé per lodare il nome del Signor d’Israele. RIT Là sono posti i seggi della sua giustizia, i seggi della casa di Davide. RIT Domandate pace per Gerusalemme sì pace a chi ti ama, pace alle tue mura. RIT Su di te sia pace, chiederò il tuo bene, per la casa di Dio chiederò la gioia. RIT Noi siamo il suo popolo, Egli è il nostro Dio, possa rinnovarci la felicità. RIT ALLELUIA (delle Lampadine) DO FA DO SOL Alleluia alleluia / alleluia alleluia DO FA DO SOL DO Alleluia alleluia / alleluia. (2 v) DO FA SOL DO La nostra festa non deve finire LA - RE - SOL DO non deve finire e non finirà (2 v) FA SOL DO Perché la festa siamo noi FA SOL DO DO7 che camminiamo verso Te FA SOL DO Perché la festa siamo noi FA SOL e insieme cantiamo così .

ECCO QUEL CHE ABBIAMO LA DO#- Ecco quel che abbiamo RE LA nulla ci appartiene ormai FA#- DO#- ecco i frutti della terra RE MI che tu moltiplicherai LA DO#- Ecco queste mani, RE LA puoi usarle, se lo vuoi, FA#- DO#- per dividere nel mondo il pane RE MI LA che tu hai dato a noi. FA#- DO#- Solo una goccia hai messo tra le mani mie MI-7+ FA#7 solo una goccia che tu ora chiedi a me SI- DO#- RE Una goccia che in mano a Te, Si- Fa#- DO#- una pioggia diventerà RE MI LA e la terra feconderà. Rit. FA#- Le nostre gocce, pioggia fra le mani tue saranno linfa di una nuova civiltà E la terra preparerà la festa del pane che ogni uomo condividerà. Rit. Sulle strade il vento da lontano porterà il profumo del frumento che tutti avvolgerà. E sarà l'amore che il raccolto spartirà e il miracolo del pane in terra si ripeterà.

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Ora costruiamo la nostra LANTERNA DI SQUADRIGLIA  Materiale 

barattolo di vetro (quello della nutella è perfetto!)  candela (ve la forniamo noi!)  spago  cancelleria di sq. (forbici, scotch, carta, penne) 

 Procedimento Iniziate ad arrotolare lo spago sul bordo del barattolo tenendolo saldo. (1)  Aiutatevi con un po’ di scotch biadesivo se volete, e continuate ad arrotolare lo spago fino ad ottenere un bordo di circa 2‐3 cm. (2)  Eseguite un nodo piano per fissare quello che avete appena usato e tagliate lo spago in eccesso. (3)  Prendete dell’altro spago per creare il manico della lanterna, legandolo allo spago già fissato.  Lasciate lo spago doppio per rendere l’impugnatura più sicura (potete anche fare una treccia doppia o tripla se volete!). (4)  Una volta fissato il manico, mettete al centro della lanterna la candela, fissandola al “pavimento” del barattolo con della cera fusa. Potete aggiungere sassolini o legnetti dentro il barattolo e ai lati della candela per aumentarne il peso. (5)  Quindi potete personalizzare l’esterno della vostra lanterna.  

 

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Per riflettere insieme In squadriglia, alla prima difficoltà ci arrendiamo o con responsabilità cerchiamo una soluzione? Prendiamo l’iniziativa, come Gesù, di camminare al fianco dei compagni più bisognosi? Siamo capaci di ascoltare il pensiero degli altri? Siamo accoglienti come lo è stato Gesù con i discepoli? “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” Lc 24, 25-26 Quando ci capita di essere in difficoltà non dobbiamo abbatterci, c’è sempre una piccola luce nel nostro cuore pronta ad accoglierci in questi momenti di sconforto, un lumino... questa luce si chiama Gesù. La gioia è la consapevolezza di non essere soli, è la fiducia in Gesù che cammina sempre al nostro fianco e ci illumina la strada. Noi non siamo piccolissime parti separate, ma siamo un tutt’uno: una squadriglia, un reparto, una famiglia, una comunità….. con Gesù. Il motto della mia squadriglia è:”Da soli si cammina veloci” o “insieme si va lontani”? La luce di Gesù ci aiuta a vedere le cose dal punto di vista di Dio, in squadriglia ci apprezziamo e ci rispettiamo per quel che siamo?

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SANTO ZAIRESE SOL DO SOL Osanna eh osanna eh DO RE SOL Osanna a Cristo Signor. (2 volte) SOL DO SOL RE SOL Santo, santo, Osa - a - nna. SOL DO SOL RE SOL Santo, santo Osa - a - nna. I cieli e la terra o Signore sono pieni di te. (2 volte) Benedetto colui che viene nel nome tuo Signor. SONO QUI A LODARTI Mi Si Fa#- Mi Luce del mondo nel buio del cuore, vieni ed Si La illuminami Mi Si Fa#- Mi Si Tu mia sola speranza di vita, Resta per sempre con La me. Mi Si Sono qui a lodarti, qui per adorarti Do#- La qui per dirti che tu sei il mio dio Mi Si e solo tu sei santo, sei meraviglioso Do#- La degno e glorioso sei per me Mi Si Fa#- Mi Si Re della storia Re nella Gloria, Sei sceso in terra La fra noi. Mi Si Fa#- Mi Con umiltà il tuo trono hai lasciato, Per Si La dimostrarci il tuo amor. Mi Si Sono qui a lodarti, qui per adorarti Do#- La qui per dirti che tu sei il mio dio Mi Si e solo tu sei santo, sei meraviglioso

Do#- La degno e glorioso sei per me Si Mi La Si Mi La Io mai saprò quanto ti costò, lì sulla croce morir per me. (4 v.) Mi Si Sono qui a lodarti, qui per adorarti Do#- La qui per dirti che tu sei il mio dio Mi Si e solo tu sei santo, sei meraviglioso Do#- La degno e glorioso sei per me COME TU MI VUOI Sol La-7 Eccomi Signor, vengo a te mio Re Mim RE4 Re che si compia in me la tua volontà Sol La- Eccomi Signor, vengo a te mio Dio Mim Sim7 plasma il cuore mio e di te vivrò DO7+ Do Re Do Se tu lo vuoi Signore manda me Lam Si- RE4 RE e il tuo nome annun - ce - rò. Sol Re Come tu mi vuoi io sarò, Mim Sim7 dove tu mi vuoi io andrò. Do Sim7 Mim Questa vita io voglio donarla a te Fa RE per dar gloria al tuo nome mio Re. Re MI- Re Come tu mi vuoi io sarò, Si7 Mim Sim7 dove tu mi vuoi io andrò. DO Re Si7 Mim Se mi guida il tuo amore paura non ho, La- DO Re4 per sempre io sa - rò Re Sol come tu mi vuoi. Sol La-7 Eccomi Signor, vengo a te mio Re

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Mim RE4 Re che si compia in me la tua volontà Sol La- Eccomi Signor, vengo a te mio Dio Mim Sim7 plasma il cuore mio e di te vivrò DO7+ Do Re Do Tra le tue mani mai più vacillerò Lam Si- RE4 RE e strumento tuo sarò. TE AL CENTRO DEL MIO CUORE Mi- Do Re Sol Mi- Mi- Sol Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore Si- Do7+ di trovare Te, di stare insieme a Te: La- Mi- unico riferimento del mio andare, Do Re Si- Mi- unica ragione Tu, unico sostegno Tu. Do Re Sol Al centro del mio cuore ci sei solo Tu Anche il cielo gira intorno e non ha pace, ma c’è un punto fermo è quella stella là. La stella polare è fissa ed è la sola, la stella polare Tu, la stella sicura Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Sol Si- Do Si- Mi- Tutto ruota intorno a Te, in funzione di Te, Si- Do Re4 Re e poi non importa il come, il dove e il se. Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore, il significato allora sarai Tu, quello che farò sarà soltanto amore.

Unico sostegno Tu, la stella polare Tu Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. RESTA QUI CON NOI RE La SOL Le ombre si distendono, scende ormai la sera RE MIm Sol e s’allontanano dietro i monti i riflessi SIm Fa#- di un giorno che non finirà MI7 SOL La di un giorno che ora correrà sempre Re FA#m SOL MIm perché sappiamo che una nuova vita RE SOL LA4/LA da qui è partita e mai più si fermerà. RE LA SOL RE Resta qui con noi, il sole scende già MIm LA SOL LA RE resta qui con noi, Signore è sera ormai RE FA#m SOL RE Resta qui con noi, il sole scende già MIm LA SOL LA RE Se Tu sei fra noi la notte non verrà. S’allarga verso il mare il Tuo cerchio d’onda che il vento spingerà fino a quando giungerà ai confini di ogni cuore, alle porte dell’amore vero Come una fiamma che dove passa brucia, così il tuo amore tutto il mondo invaderà. Davanti a noi l’umanità lotta, soffre e spera come una terra che nell’arsura chiede l’acqua da un cielo senza nuvole ma che sempre le può dare vita Con te saremo sorgente d’acqua pura con te fra noi il deserto fiorirà.

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MOMENTO SERALE: leggiamo insieme (di fuoco di sottocampo) il seguente brano e la riflessione IL GOMITOLO CHE SI TRASFORMO’ IN LUMINO (di Bruno Ferrero) C’era una volta un filo di cotone che si sentiva inutile: «Sono troppo debole per fare una corda» si lamentava. «E sono troppo corto per fare una maglietta. Sono troppo sgraziato per un Aquilone e non servo neppure per un ricamo da quattro soldi. Sono scolorito e ho le doppie punte... Ah, se fossi un filo d'oro, ornerei una stola, starei sulle spalle di un prelato! Non servo proprio a niente. Sono un fallito! Nessuno ha bisogno di me. Non piaccio a nessuno, neanche a me stesso!». Si raggomitolava sulla sua poltrona, ascoltava musica triste e se ne stava sempre solo soletto. Lo udì un giorno un mucchietto di cera e gli disse: «Non ti abbattere in questo modo, piccolo filo di cotone. Ho un'idea: facciamo qualcosa noi due, insieme! Certo "non possiamo diventare un cero da altare o da salotto: tu sei troppo corto e io sono una quantità troppo scarsa. Possiamo diventare un lumino, e donare un po' di calore e un po' di luce. È meglio illuminare e scaldare un po' piuttosto che stare nel buio a brontolare». II filo di cotone accettò di buon grado. Unito alla cera, divenne un lumino, brillò nell’oscurità ed emanò calore. E fu felice. Commento Anche noi a volte ci sentiamo il “gomitolo” del racconto: inutili, incompresi, annoiati, tristi… e allora diventiamo brontoloni e scontenti anche se non ci manca nulla... perdiamo la bussola! Il buio ci avvolge e non vediamo più il bello e il buono che ci circonda. Anche i discepoli di Emmaus, presi dallo sconforto e delusi non riconoscono Gesù quando si avvicina a loro. “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?”…”Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?...Gesù, il Nazareno,…lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele….” Lc 24, 17-21