Libretto IX

download Libretto IX

of 22

Transcript of Libretto IX

Comune di SantAnastasia (Na)

CONCORSO NAZIONALE DI POESIA

CITTA DI SANTANASTASIAIX EDIZIONE 2011 Sala Consiliare del Comune di Sant' Anastasia (Na) 28 Ottobre 2011

PICCOLA ANTOLOGIA DEL PREMIO

1

I saluti del Sindaco Che l'Italia sia un Paese di poeti (oltre che di santi e di navigatori...) risaputo. Che la poesia non produca ricchezza e sostentamenti anche noto. Perch allora tanti Concorsi di poesia in tante piazze d'Italia? Sicuramente per rispondere al bisogno soggettivo del poeta di esprimersi trasmettendo emozioni. Emozioni sentite e vissute che necessitano di uscire da s per essere accolte dall'altro. Una possibilit dunque di "intessere" relazioni... relazioni che possono educare ai sentimenti. E' un dovere per chi chiamato a dirigere una Comunit favorire e sostenere tali iniziative. Ma anche un piacere e una soddisfazione sentirsi Sindaco di una citt che ospita un premio di poesia. Il premio "Citt di Sant'Anastasia" giunto alle soglie del decennio di vita qualificante per il nostro Paese. Siamo consapevoli che esso esiste e cresce di importanza grazie all'impegno e alla dedizione di alcuni nostri cittadini, specialmente del poeta Giuseppe Vetromile. Noi ci sentiamo moralmente impegnati a sostenerlo e a farlo diventare sempre pi importante. Interiormente convinti di ci, aggiungiamo un grazie ai poeti che, numerosi, hanno creduto e credono in tale iniziativa. Essa, discretamente silenziosa, si pone come momento qualificante per la globale crescita della nostra citt ma anche per propagarne l'immagine. Dott. Carmine Esposito Sindaco di Sant' Anastasia

2

Presentazione Non semplice n facile portare avanti con costanza e determinazione, un progetto letterario di un certo impegno, sia dal punto di vista economico ma anche soprattutto organizzativo e personale, dovendo necessariamente operare delle scelte, prendere decisioni che non sempre possono essere approvate da tutti. Il Concorso Nazionale di Poesia "Citt di Sant' Anastasia" per giunto, nonostante tutto, alla sua nona edizione. E' noto che, anche con le migliori intenzioni e buona volont, iniziative del genere nascono, vivono l'entusiasmo di una, due, tre edizioni e poi pi o meno drammaticamente, vengono abbandonate. Per quanto riguarda il nostro concorso, devo invece onestamente dire che, anche con le diverse amministrazioni che si sono avvicendate nella guida della nostra Citt, il sostegno e il Patrocinio del Comune non sono mai mancati. Ci ha permesso di mantenere in vita questo evento, grazie al quale la Citt di Sant'Anastasia ormai inserita a pieno titolo nel circuito delle manifestazioni letterarie e poetiche di maggior prestigio in Italia. Il concorso conosciuto anche all'estero: ogni anno vi partecipano autori provenienti da lontane Nazioni come il Canada e l'Australia. Lo scopo, come sempre, quello di tenere alta l'attenzione sul fenomeno poesia; dico fenomeno perch nonostante l'apparente degrado civico e morale generalizzato, la poesia ancora amata e seguita da tanti. Specialmente dai giovani. Il poeta un uomo che sa guardare bene dentro di s e sa interpretare il mondo, perci finch ci saranno poeti e artisti, l'Umanit sar, forse, salva. Questa nona edizione del concorso vuole essere un modesto contributo all'arricchimento letterario e, perch no, spirituale, della nostra cittadina, individuando e premiando anche i giovani poeti e i talenti del nostro territorio. Nel ringraziare quindi tutti i Partecipanti, l'Associazione IncontrArci con la sua struttura organizzativa, l'Amministrazione Comunale di Sant'Anastasia, la Giuria, le Istituzioni e tutti gli amici che da sempre hanno sostenuto e incoraggiato questo importante appuntamento con la poesia, gi il mio pensiero volge all'anno prossimo, perch il "Decennale" del Concorso di Poesia Citt di Sant'Anastasia possa essere davvero l'Evento letterario pi importante non solo della nostra Citt, ma dell'intera Regione, compiendo quel significativo "salto di qualit" che tutti ci aspettiamo. Giuseppe Vetromile

3

I dati del concorso: Numero totale dei Partecipanti: 225. Numero complessivo dei testi presentati: 445, di cui 41 relativi alla sezione dedicata all'Ambiente e Territorio vesuviano). La distribuzione dei Partecipanti Sono pervenuti testi da quasi tutte le Regioni: Valle D'Aosta: 1. Piemonte: 5. Lombardia: 10. Liguria: 5. Friuli: 6. Veneto: 11. Emilia Romagna: 13. Toscana: 14. Trentino: 2. Marche: 8. Umbria: 4. Lazio: 22. Abruzzo: 6. Campania: 76. Puglia: 12. Basilicata: 2. Calabria: 12. Sicilia: 12. Dall'estero: 3 (Bulgaria, Cipro e Canada). La composizione della Giuria: Prof.ssa Anna Bruno, dott. Luigi De Simone, Prof. Gerardo Santella, Prof. Raffaele Urraro, dott.ssa Veruska Zucconi (Assessore alla Cultura del Comune di Sant'Anastasia). Coordinatore: Giuseppe Vetromile.

I risultati delle valutazioni La Giuria, dopo aver esaminato e valutato in modo anonimo tutti i 445 testi della Sezione "A" a tema libero, ha operato una prima selezione, di cui fanno parte i seguenti Autori (in ordine alfabetico): Antonelli Mina - Appignanesi Laura - Argenti Maria Ebe - Balestriere Pasquale - Barba Giuseppe Baroni Carla - Bontempi Rina - Borghetti Roberto - Bottaro Giovanni - Buciun Barbara - Canfora Franca Maria - Capecchi Loriana - Caponiti Domenica - Cardillo Annamaria - Carle Federico Casadei Franco - Casalini Celestino - Caso Giovanni - Cassese Domenico - Castellani Fulvio Cecchi Ida - Cerciello Lorenzo - Consoli Carmelo - Coppola Francesca - Corneli Cinzia - Cozzolino Patrizia - De Fanis Mario - De Felicibus Loredana - De Gemmis Marco - De Lorenzo Ronca Paola De Marchi Lella - De Mola Carmen - De Santis Marcello - De Vos Arnold - Di Biasio Manfredo Di Dio Morgano Maricla - Di Iaconi Elisabetta - Druschovic Umberto - Fattori Narda - Ferrone Marilena - Fiorini Franco - Fragomeni Emilia - Galilea Benito - Garzia Giovanni - Gennaro Roberto - Gennuso Melina - Giordano Antonino - Giorgi Armando - Giovelli Maria Francesca - Grattacaso Giuseppe - Iiriti Maria Natalia - Interlandi Giancarlo - La Monica Mariolina - Ladik Donato Liguoro Raffaele - Lorenzi Nicola - Luiso Domenico - Luongo Rossella - Macidi Gabriella Maddalena - Maggiorelli Verdiana - Marconi Fulvia - Marra Giampietro - Martino Ketti - Mestrone Roberto - Mugnaini Ivano - Musumeci Carmelo - Palermo Francesco - Peressini Stefano - Petracca Pina - Piccoli Renzo - Pinton Chiara - Provenzano Marisa - Raimondi Daniela - Rescigno Gianni Righetti Marco - Ruotolo Anna - Saveriano Armando - Sica Giorgio - Silveto Adolfo - Smaldone Bartolomeo - Spera Rosa - Spina Rosanna - Stanzione Rita - Tamaro Tristano - Tonelli Stefano Valentini Amelia - Vallati Lenio - Venturini Gloria - Vettorello Rodolfo - Villa Antonio - Zanette Gino - Zucchi Aurelio. Successivamente, analizzando i testi di questa prima selezione, la Giuria si soffermata sui seguenti Autori finalisti (in ordine alfabetico):

4

Antonelli Mina - Balestriere Pasquale - Baroni Carla - Bottaro Giovanni - Capecchi Loriana - Caso Giovanni - Cerciello Lorenzo - Consoli Carmelo - De Gemmis Marco - De Mola Carmen - De Vos Arnold - Di Dio Morgano Maricla - Druschovic Umberto - Ferrone Marilena - Fragomeni Emilia Galilea Benito - Gennuso Melina - Grattacaso Giuseppe - Interlandi Giancarlo - Luongo Rossella Mugnaini Ivano - Raimondi Daniela - Rescigno Gianni - Righetti Marco - Saveriano Armando Silveto Adolfo. Dopo approfondito riesame, la Giuria ha infine attribuito: o Il Primo Premio alla poesia "L'anima verde delle mie colline", di Loriana Capecchi (Quarrata, Pt). o Il Secondo premio alla poesia "Mater solitudo", di Maricla Di Dio Morgano (Calascibetta, En). o Il Terzo premio alla poesia "Iqbal Masih", di Adolfo Silveto (Boscotrecase, Na). o Il Premio Speciale "Ambiente e Territorio" dell'Arch. Giacomo Vitale ad Armando Saveriano (Avellino), per la poesia "Margherita Solmi". o Il Premio Speciale "Napoli Cultural Classic" di Anna Bruno a Giovanni Bottaro (Molino del Pallone, Bo), per la poesia "E fosse la mia preghiera miracolo". La menzione di merito ai poeti: Mina Antonelli, Carla Baroni, Lorenzo Cerciello, Carmelo Consoli, Melina Gennuso. Segnalazione per gli altri Poeti finalisti: Pasquale Balestriere, Giovanni Caso, Marco De Gemmis, Carmen De Mola, Arnold De Vos, Umberto Druschovic, Marilena Ferrone, Emilia Fragomeni, Benito Galilea, Giuseppe Grattacaso, Giancarlo Interlandi, Rossella Luongo, Ivano Mugnaini, Daniela Raimondi, Gianni Rescigno, Marco Righetti. Per le altre Sezioni a concorso (Ambiente e territorio vesuviano, Giovani Autori e Autori Locali), la Giuria non ha ritenuto opportuno formare preliminarmente una rosa di finalisti, considerata la minore partecipazione rispetto alla sezione principale. Per la Sezione "B" - Ambiente e territorio vesuviano, la Giuria ha selezionato 4 testi, assegnando il o Primo Premio alla poesia "Fatica nera", del poeta Raffaele.Galiero, di Casalnuovo (Na). Le altre tre poesie finaliste, degli autori Anna Bartolomucci (Napoli), Domenico Cassese (Palma Campania, Na), Patrizia Cozzolino (Napoli), sono classificate al 2 posto ex-aequo. Per la Sezione "Giovani Autori", la Giuria ha selezionato 3 testi, assegnando il o Primo Premio alla poesia "Sogno incompiuto", della ventiduenne Giovanna Garzia, di Venosa (Pz). Le altre due poesie finaliste, degli Autori Dall' Ava Giacomo (Santa Lucia di Piave, Tv) e Liguoro Raffaele (Sant'Anastasia), sono classificate al 2 posto ex-aequo. Per la Sezione "Autori del Territorio", la Giuria ha selezionato 3 Autori, assegnando il o Primo Premio alla poetessa Anna Ruotolo, di Maddaloni (Ce), e attribuendo una segnalazione di merito ai poeti Mario De Rosa, di Meta di Sorrento (Na) e Francesca Coppola, di Portici (Na).

5

Le poesie premiate

L' anima verde delle mie colline Di carne e sangue queste mie colline che fieni hanno poggiati sopra il cuore. Voci intendono d'erbe linfe amori dentro le zolle il nascere il morire. Sanno d'insetti azzurri vagabondi il cielo in una goccia di rugiada nei rovi folti i passi della brezza il fruscio della serpe o il suo respiro. Hanno imparato il canto degli uccelli e da che parte soffia tramontana gramigne che si allargano a tentare la pietra levigata di una soglia. La scavalc pi volte la mia infanzia dentro cappotti ventosi di marzo volando verso i cigli delle fosse o ansante sopra i sassi di un sentiero che mi portava l vicino al cielo a un attimo di sosta allo stupore di un'aria che scendeva fra le braccia leggera come poggi in lontananza. Adagia il corpo grande nella sera il gigante che incarna le colline accucciato nel buio per sognare in basso una pianura di lampare. Sogna di un'ala in preda alle stelle l sulle pietre scese mentre il vento smorza parole rade e dolce spinge di lucciole un passaggio verso l'ombra. Loriana Capecchi, Quarrata (Pt) 1 premio sez. A

6

Motivazione Siamo in un tempo in cui l'uomo ha forse abbandonato l'"anima verde delle colline", e non ascolta pi il canto profondo della natura, preso com' dai meccanismi precipitosi della vita quotidiana e dal vento trascinatore di una vita molto spesso superficiale e alienante. Soffermarsi per un momento a partecipare intensamente, pi che ad ascoltare, alla meravigliosa forza ri-creativa della natura, ai suoi colori e ai suoi odori, al suo respiro e, perch no, al suo silenzio colmo di riflessioni, sarebbe compito di ciascuno di noi, ma l'animo del poeta ha forse una marcia in pi e riesce ad osservare, a compenetrarsi, ad integrarsi in essa vivificandola e rinnovandola con la memoria e i ricordi. Come in questa profonda lirica di Loriana Capecchi, precisa e intensa, sia per l'argomento che per lo stile.

Mater solitudo E' ancora l. Quasi tana tra vicoli scoscesi tanfo di muschi e sterchi rinsecchiti in fondo al borgo dove mai s'allarga il sole n sillogi di lune incantatrici. Persino sterile di venti, quel pietrame che s'ammassano tetti stretti, sazi di respiri. N slarghi, cortili, sciolgono l'affanno. Lei, nell'ocra di un muro muffo, obliquo cicatrice del tempo, crosta d'anni ruota un fuso vuoto tra le dita. E' la nuda femmina obbediente, dal ventre gonfio di giorni disfiorati. E' pane ormai verdastro, acqua di stagno rovo tra more disseccate. Sulle dita gi piovuta brace. Grumi d'attese. Sangue di stagioni. Del silenzio, appena smerigliato, coglie solo i contrasti, stecche, note soffocate. Menticate nenie in petto e in bocca briciole di sillabe guardinghe. ...Quel poco che ha potuto e non ha pi. Forse resta negli occhi un maschio nero, al buio sul crine della notte. Notte in cui era solco destinato al seme. Forse negli occhi resta l'oro di vendemmie. Letti di caldo pane all'albeggiare. Culle trafitte alle pareti... E' tutto oltre le cose, adesso. Bambini grassi di risate. L'alito del giorno che scolora. L'ultima goccia d'olio allo stoppino... Resta solo il dubbio di un rosario. Una speranza. Una lacrima salsa prosciugata col dorso azzurro della mano. 7

Resta un lamento di cicale oltre la porta. L'attesa di un lume alla finestra. Maricla Di Dio Morgano, Calascibetta (En) 2 premio sez. A

Motivazione Non ancora del tutto emancipate, le donne del sud, di un sud profondo abbarbicato a gesti e usanze millenarie, fatto di dolori e di passioni, di silenzi ma anche di fedi incrollabili. Abbiamo ascoltato tantissime voci che narrano di squallori e di contrasti, di mondi dilaniati dal bisogno quotidiano e dal sole che incendia le terre e i cuori: Scotellaro, Sinisgalli, Calogero, Bodini... Ma in questa "Mater solitudo" della siciliana Maricla Di Dio Morgano, la raffigurazione della donna quasi perfetta in tutta la sua linea vitale, dalla "nuda femmina obbediente dal ventre gonfio di giorni disfiorati", alla donna matura "rimasta sola con il dubbio di un rosario e l'attesa di un lume alla finestra". Un procedere lirico cadenzato e solenne, ricco di ottime figurazioni.

Iqbal Masih La catena tra cuore e telaio e gli occhi tuffati nell'immenso mentre conti i nodini al tuo tappeto e le trame ti crescono violente nelle mani ferite, profanate dal tempo. Iqbal, tu lo sai, devono essere dieci per stanotte! Ma l'anima recide il filo nero che ti avvince all'ordito e ti fa schiavo, povero uccello ancora senza piume, pettirosso rapito a un cielo chiaro, dove anime di bimbi assassinati inventano illusioni e paradisi di giochi mai giocati. Ma pure il tuo corpo, Iqbal, tempio dello spirito, e se qualcuno crede di annientarti spargendoti col sangue sui tappeti, il tuo grido ribelle che sgomenta la notte e la frammenta, una scheggia di luce 8

che incide l'universo. E nel sogno che vince ogni dolore, un ibisco fiorisce tra le pietre, mentre invochi la pace che ti lancia in un volo di colombe. Ti piangeremo in tanti, ma molti non sapranno mai perch, altri nasconderanno nella polvere abissi di vergogna, e avanti per il prossimo Iqbal, con la condanna al rogo del silenzio, al mare infame dell'indifferenza. Adolfo Silveto, Boscotrecase (Na) 3 premio sez. A Motivazione Se la schiavit dei tempi antichi per fortuna non pi una istituzione tranquillamente accettata, pur vero che esiste tuttora una forma di sfruttamento del lavoro, specialmente minorile, ben pi sottile, odiosa ed anche, in molti casi, violenta. Non poteva, un poeta sensibile e bravo come Adolfo Silveto, acuto osservatore del mondo e dei suoi infiniti problemi, rimanere indifferente dinanzi ad un cos grave ed efferato episodio, uno tra i tanti, purtroppo, che calpestano la dignit umana e avvelenano il nostro mondo cosiddetto "civile". Iqbal Masih infatti solo un esempio, fra le tante angherie che sono costretti a subire i ragazzi e gli appartenenti ai ceti pi poveri di tutto il mondo. Adolfo Silveto, con una struttura lirica adeguata e incisiva, con un linguaggio forte e nello stesso tempo accorato, davvero riuscito nell'intento. Margherita Solmi Dalla sua stanza nella flanella rannicchiata L'anziana signorina sfogliava il calendario del sabato Atteso come ramoscello odoroso appena spiccato Prima che di avversi interrompessero l'avvento delle lucciole Guida a ogni direzione di gioia minima eppure straordinaria Implicito diritto intessuto nelle ricche trame della veste Irrigidita senza aranci e gelsomini nell'indimenticato baule delle nozze. Un nipote alla lontana e la sua frettolosa consorte altoatesina Di tanto in tanto sorvegliavano i danari intatti su libretto e buoni Portavano biscotti morbidi Balconi chiacchiere sparse per i piccioni Saluti a sgocciolare dalle fibre costiere dell'indifferenza E via alla prossima Niente domande. L'artrite era il balletto sulle braci che le risagomava le ossa Ma con disgusto cromatici pensieri Il sollievo le precludevano d'uscir di senno Quel rintanarsi nella chta melma del Fiume Assenza 9

Quell'esser morta prima che la Morte sostasse comprensiva Al battente della diastolica arteria. Si trascinava a gruccia fino ai vetri Quando sete la coglieva Del fiume dei passanti gi per strada Perlustrava quasi palpando i gesti i suoni pi insignificanti Immaginava mte sogni altrui cullati Ancora catturati dall'incanto di ci che fu e pi non sar Respingendo la dissolvenza del riposo Nel letto grande che aveva bisogno d'esser rassettato. Le scene nella via la intossicavano di muschio dolce Struggendola in un lampo d'alleluia sacrilego Subito taffetando melanconia a balze Come di una musica digiuna dalla collera Gettato l'arpicordo tra papaveri a fare da guanciale ad altre donne Pi felici oppure a brancolare nella privata nebbia loro e sconosciuta Dio impigliava una lacrima larva di farfalla nella tempesta di cartacrespa sulle guance. Il mento era foglia di castagno disturbata da una folata breve. La signorina sentiva in s una pianta abbarbicarsi con il balenare Della fiaba che precipita nel fuoco di un selciato. Succhiava le gengive per assaporare l'aceto ramato del sangue viandante. Aveva accanto un messale spaginato un rosario per Maria Tuttra rimasto indecifrato un puntaspilli. Un centauro smontato dalla sella Dell'imponente bolide nerocremisiruggente Col tatuaggio d'un drago marino sopra il ferreo polpaccio A caso sollevando il capo s'intagliol nell'edera gentile del suo sguardo. Forse non fu mai vero o invece proprio accadde che Chiomallegra lei ballerine impaillettate rossetto mirtillato Ripar in quelle braccia sode diciottenne. Lui le sorrise si present Riccardo Lei soffi baci rivaleggiando primavera. Armando Saveriano, Avellino Premio Speciale "Ambiente e Territorio" dell' Arch. Giacomo Vitale Motivazione L'invenzione non ha limiti nell'arte, specialmente se l'arte di altissimo livello. E cos pu trarre persino in inganno, offrendo aspetti e situazioni che non hanno legami diretti con il reale, ma verosimilmente appaiono veri e possibili. Creare personaggi e situazioni che aderiscono pienamente alla vita quotidiana come se fossero autentici, descriverli magari pirandellianamente e scavando in profondit nelle loro abitudini, fisime, solitudini, vizi, egoismi e quant'altro possa far

10

risalire al mistero dell'animo umano, qualit indiscutibile dei grandi e buoni scrittori, poeti, attori. Cos Armando Saveriano, maestro del Teatro e del Verso, che in questo atto unico, "Margherita Solmi", analizza e compendia con intelligenza e valentia poetica caratteri, storie, figurazioni.

e fosse la mia preghiera miracolo inchiodata sulla parete una croce: un cerotto sostiene il Corpo di Cristo - e sembra frenare dai piedi bucati gocce di sangue con grido incrinato un degente invoca la madre debole quasi un fanciullo sul mento bianca la barba vorrei rivolgermi a Te pregando con dolce tristezza con serenit di mare in bonaccia Ges di spine la testa molle sulla spalla quando a lungo - ore lente scorrendo medito sul Tuo calvario ho solo un ginocchio con una linea lunga rossastra cucita con punti di ferro dei tubi rossi di linfa dal mio arto gonfio e un ago - infisso al mio braccio mi d nutrimento e temo con l'anima inquieta coperto da un lenzuolo candido potessi io imitarTi con Fede nell'intimo scacciare il Dubbio - grigia nuvolaglia dal quadrato di cielo della mia finestra che - a dismisura allargandosi mi parlasse d'Eterno 11

dell'Azzurro lontano infinito

e fosse infine - da questo mio letto per me la preghiera conversione/miracolo... Ospedale di Lucca Giovanni Bottaro, Molino del Pallone (Bo) Premio Speciale "Napoli Cultural Classic" della Poetessa Anna Bruno Motivazione La sofferenza umana, la lacerazione della carne e dello spirito, acuiti dalla sensibilit del poeta che si immedesima nella raffigurazione del patimento e del dolore, in una fredda stanza d'ospedale, costituiscono la struttura di questa accorata poesia-preghiera, quasi mormorata a se stesso dall'autore, ma anche espressa con lucida consapevolezza dell'impotenza dell'uomo di fronte alla malattia ed alla morte: un tentativo di "scacciare il Dubbio, grigia nuvolaglia, dal quadrato di cielo offerto dalla finestra che, allargandosi a dismisura, mostri finalmente l'Eterno, che purtuttavia rimane lontano e infinito". E' questo dunque il punto essenziale della lirica, originale nello stile, in cui anche gli spazi tra una parola e l'altra nel verso, rafforzano l'atmosfera di pathos e di intima ricerca di fede.

12

Al passo delle rondini E ci ritroviamo sconosciuti tra la folla palpito acerbo d'amore vissuto negli anni dell'innocenza, venti di luna tornano con i ricordi quando per mano andavano gli anni e carezze rubate spiavano persiane socchiuse alla calura. Linfa alla radice erano i sogni piantati tra i gerani su terrazze di sole, attraversammo insieme le stagioni e la meridiana della piazza con le voci che si aprivano tra i sussurri delle case. Una sera, rugginosa saliva la luna tra i vicoli in pugno stringevi la zolla arida di spighe e la solitudine della ginestra che muore al canto delle cicale. Vidi il treno perdersi tra le colline con la valigia di cartone seguisti il passo delle rondini e portasti con te il profumo della vigna arresa al vento d'autunno. E poi mi scrivesti, ora dovevi essere con me tra questi palazzi e vetri sconosciuti non ti parlerei dei nostri sogni di pioggia intorno al carro dell'orsa. Strade ripide e bagnate calcano i miei passi, vado su un filo spezzato di musica tra candelabri senza luce e fazzoletti che s'agitano nel vento. Siamo rimasti in pochi a ricordare strade di pietra e polvere che nessuno conosce, cadere e rialzarsi sempre per sentire a sera un odore d'arancio e quella poca felicit che sapeva di legna bruciata sui muri di calcina. Da noi i vecchi non raccontano favole ai bambini seduti sui gradini delle case, i fiori muoiono su balconi solitari e all'ombra delle pareti rileggono gli anni. Mina Antonelli, Gravina in Puglia (Ba) Menzione di merito

13

Il sergente nella neve A Mario Rigoni Stern "E Mira gi si spegne e Cassiopea s'inselva dentro aghi di cristallo. Dove fuggiamo, miei compagni, dove se non c' alcuna stella che ci guidi se di lontano il Don neppure geme sotto le rive candide di ghiaccio? Andate, un d ci dissero, e noi andammo la meta sconosciuta ed anche vaga la strada da percorrere, lontani i nostri affetti e la tenace idea del soffice tepore della casa. In tana come animali nella scura terra ognun di noi sepolto ha la speranza di ritornare, di vedere ancora il volto sorridente della madre. Ora l'ordine nuovo Ripiegate. Il Don la insanguinato e lento a mettere un confine ai nostri passi ma altro segno non v' se non talvolta altri dispersi dalla faccia stanca che si uniscono a noi, un formicaio che cerca invano un piccolo pertugio alla sua fuga..." Rigoni Stern tornato el pare un vecio lu che quando part el x'era un bocia. Ciao Mario adesso che il tuo viaggio si concluso ancora grazie per quello che ci hai dato. Carla Baroni, Ferrara Menzione di merito

14

A mio padre L'altana ancora intatta sul respiro vasto degli albicocchi, nei solai abita il cielo e, tra le crepe, il rovo nasconde, assieme ai muri, la memoria di un'et trasognata, di un destino gi sfiorato dall'ombra, di stagioni perse nei campi ad inseguire il vento. Nessuno pi ci vive nella casa della mia infanzia. Solo in certe notti, quando la luna al culmine del cielo, ombre leggere sembrano danzare dentro le stanze vuote e, nel silenzio, perdute voci cantano canzoni dimenticate e liete. Solitario, ombra nell'ombra, al limite dell'aia, sotto la nube verde del sambuco, siede mio padre, i palmi sui ginocchi, a sorvegliare il cielo, il volto perso nel riflesso azzurrino delle stelle. Io, mio padre, l'ho amato con passione profonda, con piet, con tenerezza, spesso con allegria, senza rimorsi. Gli ho acceso il fuoco nelle notti fosche quando il libeccio ai pioppi sul canale squassava i rami, gli ho lavato i piedi, gonfi per la fatica, nelle sere in cui tornava stanco dalla vigna col verderame sparso nei capelli. E poi gli ho chiuso gli occhi in un meriggio di sole a picco, quando se n' andato, vecchio viandante sazio di stagioni. Di lui non rimangono parole definitive, detti memorabili. Mi resta dei suoi occhi verde scuri, quella fiamma leggera, misteriosa che divampava tenera, improvvisa e gli accendeva il volto in un sorriso, mi rimane il ricordo delle mani, enormi, amate, con le piaghe aperte dal soffio freddo della tramontana, quelle mani che gli curavo, a sera, con l'olio caldo, quelle che ora sento, decise e forti, ancora tra le mie, a guidarmi sull'ultimo sentiero 15

ora che, stanco, il cuore muove, tacito e triste, ad altri approdi. Lorenzo Cerciello, Marigliano (Na) Menzione di merito

Noi di capo Speranza Capo Speranza era faro e scoglio. Come noi guardava a sud, al filo d'oro delle maree lontane. Quattro case rosse, viottoli di capperi. Ardore di silenzi, sinfonie di venti tra gli anfratti, controre di lucertole, calabroni dorati. Capo Speranza e noi fanciulli; poi nient'altro nel cuore aspro e solitario dell'estate. Avanti cieli immensi; il sogno, l'ansia di terre lontane, linee sottili di avventure e meraviglie. Altri mondi, universi di stelle brillavano negli occhi. L'Africa, l'oriente, spezie, fragranze, culture millenarie; calavano tramonti vermigli, candori di lune. Di migranti e processioni di barconi non ci parlava il cuore, n il tempo ci intimoriva. Il mare immenso ci vestiva di schiume e salmastro; ci parlava di tragedie e destini fraterni che non capivamo nell'ora ambrata della giovinezza, nel felice garrire delle rondini. Noi di Capo Speranza annidati tra le rocce come i fichidindia viola, il bianco nibbio. Nel vuoto azzurro lo scirocco sembrava carezza d'amore ma era sibilo lontano di guerre, grido di libert di popoli affamati. L'orizzonte una piana tra lo smeraldo e lo zaffiro. Di fiamme e fuochi c'era solo un rosso acceso al calare della sera; l'onda era culla di stelle. Di fronte a noi solo tre vele, una lampara, una nave in fondo a sparire. Nemmeno una traccia di naufraghi, n correnti di morti, n echi di preghiere. Cos maturavamo noi di Capo Speranza tra il sogno della vita e l'urlo, gi nell'aria, della morte. Carmelo Consoli, Firenze Menzione di merito

16

Nel silenzio Finite le speranze dellattesa, let perplessa, lamore che illude nella dolorosa precariet dei sogni degli ardori adolescenti. Nel quotidiano impegno a sopravvivere come un amore consumato nel silenzio che nutre le abitudini, esule il cuore si sorprende ad una breve ansia,cos sottile da provar sgomento, come un dondolare di foglie smarrite, dimenticate anche dallozioso vento. Riconosce il tempo ormai lontano che prolunga lessenza delle cose, privo del declino che inesorabile misura la vita. Sapre, forse, unastratta finestra nellimmenso, ascolta il dolce ribattere del mare sulle pietre. Vi saranno ancora altri approdi col cuore aperto sotto i balzi fendenti di un faro o la luna alta priva di ogni incanto? Nel silenzio che nutre le abitudini chiuse nella tristezza riversa sui ricordi un battito rinfranca e ancora colma lanima vuota, e la segreta forza di sperare allontana lo sgomento di non sapere pi ricominciare. Melina Gennuso, Massa Lombarda (Ra) Menzione di merito

17

Fatica nera 'E quatto d'a matina. 'E niri, dint''o niro da campagna, aspettano 'a fatica. Se s arrucchiati, muti, nisciuno ride o chiagne. Quacche parola, poche, strascenate, nu Koin arrunzato. Arriva 'o capurale. " Jamme facimme ampressa Tu si, tu no, dimane. Sallarga a macchia e gnosta. e scorre into furgone. Chi reste astregna 'e pugne. 'O sole s' nfucato. Scenne ncoppo 'o culore, na lacrime 'e surore. A sera inta vinella, cu e scatule e cartune, buatte, vuote a perdere, muzzune e sigarette, mmocca o sapore e birra, n'ata jurnata more. Dimane, punto e a capo. Nu mare, sempe eguale, patane, pummarole, na mugliera, nu figlio, aulive, purtualli. Songo 'e suonni mmiscati e chi se porta 'a vita ncopp 'e spalle. Raffaele Galiero, Casalnuovo di Napoli (Na) 1 premio sez. "Ambiente e territorio vesuviano" Motivazione Argomento quanto mai attuale, quello della sorte riservata agli immigrati che riescono a trovare lavoro qui da noi nei campi per la raccolta dei pomodori, ma che sono poi vittime del cosiddetto fenomeno del "caporalato". Il vernacolo napoletano, che viene qui finalmente utilizzato con intelligenza e competenza ad esporre fenomeni e storie che non siano i soliti quadri melensi e abusati di "mamma-amore-mare-sole", si adatta molto bene alle intense figurazioni e descrizioni relative al contenuto. Fatica nera dunque un ottimo esempio di come, anche con il dialetto, si possano affrontare in poesia argomenti di carattere sociale, senza cadere in facili parodie e senza banalizzare il discorso, anzi, rendendolo ancora pi aderente alla realt.

18

Sogno incompiuto Ho finto l'esercizio dei sensi che promette pace e la mia bugia si ritorce contro i balzi del cuore. Conversavo con bambole di gesso, di seta vestite: d'oro i ricami su abiti sfarzosi di fine secolo; vendevo lacrime di grano seminato in anticipo, caldo il chicco nel pugno stretto, e roditrice la mia mano. Quarto binario, ora nona, gente disinvolta: un saluto che il richiamo scomposto del treno divora. Conto ombre fugaci sul suolo bianco, con chiodi di fiato, sagome nobili valuto, immobile penna, sul vacuo confine del dubbio. Sono una spia, il mio percorso simulato dalle foghe della ragione: sul mio ventre Dedalo disegn, i suoi intrecci conosco come il nome di mia madre. Non progett alcuna uscita, pens al volo e al ritorno, solo, nelle notti insonni dell'ultima stagione, fra mura di ricordi, sotto l'intonaco del cielo rovente. Qui: abbraccio di strade ululanti, raffiche di tentennamenti, salici tristi e sfilate di corvi, nell'ingiuria di un attimo fa, nell'ammenda di fra poco. Ma l'Amore, scalpello dell'Arte, vincolo di umana realizzazione, risucchia ogni bivio con l'approccio del tempo. Scanzonata dai pi, caposaldo del talento, la tempesta il mio vangelo il fuoco il mio elemento, il labirinto da specchio: sogno che non si compie. Giovanna Garzia, Venosa (Pz) 1 premio sez. "Giovani Autori"

19

Motivazione Con un andamento frettoloso ma non scivoloso, con un verso in cui le parole vanno ben al di l del loro intrinseco significato, tanto sono colme di sentimento, l'autrice di questa interessante lirica ripercorre il doloroso momento del distacco dalla sua terra e dalla sua famiglia: "Quarto binario, ora nona, gente disinvolta: un saluto che il richiamo scomposto del treno divora..." Ma c' anche, nel distacco, un riferimento allegorico al cambiamento, alla maturit, all'acquisizione di nuove responsabilit che forgeranno il suo animo, anche se nella nuova realt dovr "abbracciare strade ululanti, raffiche di tentennamenti, salici tristi e sfilate di corvi..." Un testo poetico ben costruito, incisivo, che lascia aperti alla giovane poetessa orizzonti letterari sempre pi rosei ed ampi. Ventiduenne, iscritta alla facolt di Lettere Moderne dell'Universit di Pisa, Giovanna Garzia nutre una profonda passione per la poesia fin da piccola. Ha gi all'attivo due interessanti raccolte: "Cos parla il cuore" (2005) e "Aspettando il tuo ritorno" (2006)

Ab - braccio Com penosa, a volte la formula dellabbracciare e circondare tutto labbracciabile di s e del proprio polmone accostato, del primo confine del proprio corpo laltro corpo e tenerlo a s, tirarlo come da un altro capo, imbandire una citt di benvenuto. Tutto chiude, labbraccio chiuditi attorno, dice atterra dentro quel che sono sembra dire ed invitare. Poi, invece, basti pensare al ab-braccio / dal braccio e che da lui venga qualcosa di continuo, prolunga, passeggio e quasi eternit lucciola e lanterna per mestiere del dono, faro lungo, faro breve. E allora, forse, si ritorna alla sua casa come una volta che ci manca tanto, cos, senza freno e senza progetto allimprovviso come al principio di tutto per dire: sono qui. Di nuovo.

20

Anna Ruotolo, Maddaloni (Ce) 1 premio sez. "Autori del Territorio" Motivazione Siamo di fronte ad un testo complesso che dimostra quanto stia crescendo la poesia contemporanea, specialmente quella di giovani autori gi affermati, come Anna Ruotolo, nella ricerca di filoni nuovi di espressivit lirica, di utilizzo rinnovatore della parola, di creazione di nuovi slanci e picchi emotivi nel contesto poetico che va dipanandosi. "Ab-braccio", nel duplice significato di tentativo approssimato di avvicinamento da un lato e di stretta affettiva vera e propria dall'altro, vuole essere una profonda riflessione poetica sull'instabilit del rapporto umano e sociale, sulla difficolt di esprimere ed accogliere sentimenti d'amore, in un mondo dilaniato dal dubbio e dall'egoismo. Il discorso poetico forte e immediato, di sicuro impatto con il lettore. Anna Ruotolo (1985) vive a Maddaloni, in provincia di Caserta. Si diplomata al Liceo Classico e frequenta la facolt di Giurisprudenza. Ha vinto vari premi nazionali ed internazionali giovanili. Suoi testi sono apparsi in Poesia (Crocetti), ne Il Foglio Volante La flugfolio, ne Il Foglio Clandestino, in Capoverso, in Poeti e Poesia, nel quotidiano Il Tempo e in Italian Poetry Review. Dal 2010 fa parte della redazione del sito e progetto I giovin/astri di Kolibris. presente in numerose antologie poetiche, tra le quali Quattro giovin/astri (Bologna, Kolibris, 2010). Secondi luce (Faloppio, LietoColle 2009 - premio Silvia Raimondo 2009) la sua opera prima. Cura il sito personale www.annaruotolo.it e il blog http://spaziopoe.blogspot.com/ ALBO DORO: I Edizione 2002: Clara Di Stefano (sez. A). II Edizione 2003: Salvatore Cangiani (sez. A); Giovanni Caso (sez. B). III Edizione 2004: Armando Saveriano (sez. A); Salvatore Cangiani (sez. B). IV Edizione 2005/6: Gennaro Grieco (sez. A); Vincenzo Russo (sez. B). V Edizione 2006/7: Carmen De Mola (sez. A); Armando Saveriano (sez. B); Alessandro Nannini (sez. giovani); Massimo De Mellis (sez. SantAnastasia). VI Edizione 2007/8: Giovanni Bottaro (sez. A); Agostina Spagnuolo (sez. B); Vanina Zaccaria (sez. giovani); Alessandra Mai (sez. SantAnastasia). VII Edizione 2008/9: Rodolfo Vettorello (sez. A); Adolfo Silveto (sez. B); Erlinda Guida (sez. giovani); Raffaele Liguoro (sez. autori locali). VIII Edizione 2009/2010: Paolo Polvani (sez. A); Rossella Luongo (sez. B); Francesco Iannone (sez. giovani); Domenico Cassese (sez. autori locali).

21

La manifestazione promossa e patrocinata dal Comune di SantAnastasia

Si ringrazia inoltre per il Patrocinio Morale:

PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO

Si ringrazia per la collaborazione: Associazione Culturale Napoli Cultural Classic (Poetessa Anna Bruno) Arch. Giacomo Vitale

ORGANIZZAZIONE CURATA DA

PIAZZA C. CATTANEO 9, 80048 SANTANASTASIA (NA) TEL. 081.5301490 E-mail: [email protected] Sito web: http://incontrarci.blogspot.com

CIRCOLO INCONTRARCI

CIRCOLO LETTERARIO ANASTASIANOhttp://circololetterarioanastasiano.blogspot.com http://concorsopoesiasantanastasia.blogspot.com

22