Liberazione copertine 18/3 22/3

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giornale comunista N.1, 18 marzo 2013 Grillo: «Alla Camera e al Senato ci penso io» Grillo nomina due suoi fedelissimi come «coordinatori della comunicazione» dei gruppi parlamentari. Sono Martinelli e Messora, il blogger che ha proposto di prorogare Monti a Palazzo Chigi. Affiancheranno i capigruppo a cinque stelle Romina Velchi Mentre resta in stand by la questione dei senatori “dissidenti” che hanno votato a favore di Grasso (Grillo li accredita della «buona fede» e sull’eventuale espulsione ci sarà un’assemblea ad hoc dei gruppi parlamentari) Beppe Grillo corre ai ripari per mettere in sicurezza il suo movimento e nomina due coordinatori della comunicazione dei gruppi parlamentari 5 stelle: si tratta dei blogger Claudio Messora per il Senato e Daniele Martinelli per la Camera, entrambi fedelissimi di vecchia data dell’ex comico e di Casaleggio. Messora, 45 anni, è uno dei più noti blogger italiani, conosciuto con lo pseudonimo di 'Byoblu'. Sul suo sito web, nato tre anni fa, ospita e propone riflessioni di natura economica e politica. Vicinissimo a Beppe Grillo, che spesso ha ospitato articoli di Messora sul proprio blog, poco dopo il risultato delle elezioni era balzato all’onore delle cronache lanciando l'ipotesi della “prorogatio” del governo Monti: cioè «lasciamo Monti e i tecnici tranquilli a Palazzo Chigi, che tanto non sporcano, non danno fastidio», mentre il parlamento approva nuove leggi. Operazione fin troppo chiara: lasciare l’esecutivo alla stessa “strana maggioranza” che lo ha tenuto in vita fin qui affinché il Movimento 5 Stelle possa continuare ad vere le mani libere e a prendersela con «Pdl e Pdmenoelle». Un affare per Grillo e soci. Messora ha anche un passato nel mondo della musica ed è uno “smanettone” informatico. Ha vissuto all'estero, fermandosi anche un anno a Dubai nel 2005. Con il suo blog ha vinto il Premio Agenda Rossa e il XXXI Premio Ischia Internazionale del Giornalismo, nella categoria social media 2010. Martinelli, che di anni ne ha 43, ha un blog molto attivo ma, a differenza di Messora, si occupa principalmente di attualità giornalistica. In passato si è impegnato in politica, candidandosi nel 2010 per l'Idv alle regionali. Impegnato in inchieste giornalistiche, ha seguito l’M5S fin dalla nascita. Con Grillo, oltre alla passione per i blog, condivide l'avversione per i talk show televisivi. Saranno loro, d’ora in poi, a guidare la comunicazione dei grillini: se non è un L'apriscatole Dino Greco Bisognerà cominciare a tenerne conto: Grillo è Grillo, il M5S è un’altra cosa, e gli 8 milioni e 400 mila cittadini che li hanno votati, un’altra ancora. Colui che ora vuole cacciare i “traditori”, quei senatori 5Stelle che hanno commesso l’orrenda colpa di votare per Grasso piuttosto che lasciare passare uno che nella lotta alle cosche milita dalla parte opposta della barricata, rischia di provocare un effetto boomerang di cui non sembra capace di valutare le conseguenze. Cosa succederà se Grillo butterà via l’occasione che ora e forse mai più si offre al movimento? se opererà in modo da rendere inevitabile il ritorno alle urne? Grillo investe su un governo fra Pd e Pdl per alimentare il suo disegno totalitario. “Tanto peggio, tanto meglio” è la sua linea politica: un’eventualità sciagurata per quanti stanno pagando drammaticamente la crisi. Conti sbagliati, oltre che pericolosi. Perché i tanti che hanno consegnato il voto al movimento ne scoprirebbero l’inutilità, proprio nel momento in cui l’”apriscatole” potrebbe esprimersi con efficacia. E allora potrebbero revocare quel consenso, una volta costretti a tornare al voto con le pive nel sacco. Proviamo invece ad immaginare un altro scenario, quello che potrebbe aprirsi se il M5S decidesse di mettersi in gioco, se i parlamentari a 5stelle alzassero il prezzo politico di una qualche forma di sostegno ad un governo del Pd. Per esempio, chiedendo ai democrat di rivedere la scelta sulla Tav: sicuri che quel buco osceno sarebbe preferito all’incancrenirsi di una crisi politica e istituzionale dall’esito potenzialmente catastrofico? Per lo meno, si aprirebbe in quelle file una discussione seria. Allora l’apriscatole svolgerebbe davvero una funzione rivoluzionaria: spazzare via Berlusconi, archiviare l’alleanza del Pd con Monti, sconfiggere chi nel Pd pensava (pensa) di rilanciare un governo delle “larghe intese”; creare le condizioni per uno spostamento degli equilibri politici. Questa è la chance che si presenta e che il M5S dovrà nei prossimi giorni cogliere o fare cadere. Decidendo se capitalizzare il successo conseguito oppure rinculare in uno sterile Aventino.

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Copertine di Liberazione dal 18/3 al 22/3 il quotidiano completo lo trovate al sito http://www.liberazione.it in abbonamento

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giornale comunistaN.1, 18 marzo 2013

Grillo: «Alla Camerae al Senato ci penso io»Grillo nomina due suoi fedelissimi come «coordinatori dellacomunicazione» dei gruppi parlamentari. Sono Martinelli eMessora, il blogger che ha proposto di prorogare Monti aPalazzo Chigi. Affiancheranno i capigruppo a cinque stelle

Romina Velchi

Mentre resta in stand by laquestione dei senatori“dissidenti” che hanno votatoa favore di Grasso (Grillo liaccredita della «buona fede» esull’eventuale espulsione cisarà un’assemblea ad hoc deigruppi parlamentari) BeppeGrillo corre ai ripari permettere in sicurezza il suomovimento e nomina duecoordinatori dellacomunicazione dei gruppiparlamentari 5 stelle: si trattadei blogger Claudio Messoraper il Senato e DanieleMartinelli per la Camera,entrambi fedelissimi divecchia data dell’ex comico edi Casaleggio.Messora, 45 anni, è uno deipiù noti blogger italiani,conosciuto con lo pseudonimodi 'Byoblu'. Sul suo sito web,

nato tre anni fa, ospita epropone riflessioni di naturaeconomica e politica.Vicinissimo a Beppe Grillo,che spesso ha ospitato articolidi Messora sul proprio blog,poco dopo il risultato delleelezioni era balzato all’onoredelle cronache lanciandol'ipotesi della “prorogatio” delgoverno Monti: cioè«lasciamo Monti e i tecnicitranquilli a Palazzo Chigi, chetanto non sporcano, non dannofastidio», mentre il parlamentoapprova nuove leggi.Operazione fin troppo chiara:lasciare l’esecutivo alla stessa“strana maggioranza” che loha tenuto in vita fin quiaffinché il Movimento 5 Stellepossa continuare ad vere lemani libere e a prenderselacon «Pdl e Pdmenoelle». Unaffare per Grillo e soci.Messora ha anche un passatonel mondo della musica ed è

uno “smanettone”informatico. Ha vissutoall'estero, fermandosi ancheun anno a Dubai nel 2005.Con il suo blog ha vinto ilPremio Agenda Rossa e ilXXXI Premio IschiaInternazionale delGiornalismo, nella categoriasocial media 2010.Martinelli, che di anni ne ha43, ha un blog molto attivoma, a differenza di Messora, sioccupa principalmente diattualità giornalistica. Inpassato si è impegnato inpolitica, candidandosi nel2010 per l'Idv alle regionali.Impegnato in inchiestegiornalistiche, ha seguitol’M5S fin dalla nascita. ConGrillo, oltre alla passione per iblog, condivide l'avversioneper i talk show televisivi.Saranno loro, d’ora in poi, aguidare la comunicazione deigrillini: se non è un

L'apriscatole

Dino Greco

Bisognerà cominciare a tenerne conto:Grillo è Grillo, il M5S è un’altra cosa, egli 8 milioni e 400 mila cittadini che lihanno votati, un’altra ancora. Colui cheora vuole cacciare i “traditori”, queisenatori 5Stelle che hanno commessol’orrenda colpa di votare per Grassopiuttosto che lasciare passare uno chenella lotta alle cosche milita dalla parteopposta della barricata, rischia diprovocare un effetto boomerang di cuinon sembra capace di valutare leconseguenze. Cosa succederà se Grillobutterà via l’occasione che ora e forsemai più si offre al movimento? seopererà in modo da rendere inevitabileil ritorno alle urne?Grillo investe su un governo fra Pd ePdl per alimentare il suo disegnototalitario. “Tanto peggio, tantomeglio” è la sua linea politica:un’eventualità sciagurata per quantistanno pagando drammaticamente lacrisi. Conti sbagliati, oltre chepericolosi. Perché i tanti che hannoconsegnato il voto al movimento nescoprirebbero l’inutilità, proprio nelmomento in cui l’”apriscatole”potrebbe esprimersi con efficacia. Eallora potrebbero revocare quelconsenso, una volta costretti a tornareal voto con le pive nel sacco. Proviamoinvece ad immaginare un altro scenario,quello che potrebbe aprirsi se il M5Sdecidesse di mettersi in gioco, se iparlamentari a 5stelle alzassero ilprezzo politico di una qualche forma disostegno ad un governo del Pd. Peresempio, chiedendo ai democrat dirivedere la scelta sulla Tav: sicuri chequel buco osceno sarebbe preferitoall’incancrenirsi di una crisi politica eistituzionale dall’esito potenzialmentecatastrofico? Per lo meno, si aprirebbein quelle file una discussione seria.Allora l’apriscatole svolgerebbedavvero una funzione rivoluzionaria:spazzare via Berlusconi, archiviarel’alleanza del Pd con Monti,sconfiggere chi nel Pd pensava (pensa)di rilanciare un governo delle “largheintese”; creare le condizioni per unospostamento degli equilibri politici.Questa è la chance che si presenta e cheil M5S dovrà nei prossimi giornicogliere o fare cadere. Decidendo secapitalizzare il successo conseguitooppure rinculare in uno sterileAventino.

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giornale comunistaN.2, 19 marzo 2013

Una nuova Europaè possibile?L'ondata di opposizione alla globalizzazione neoliberistasi sviluppa in Europa e mette in discussione le sue strutturederivanti dal modello neoliberista...

Nicola Cipolla

L'ondata di opposizione allaglobalizzazione neoliberista sisviluppa in Europa e mette indiscussione le sue stessestrutture. Alcuniesempi. L'incredibile successodel referendum svizzerocontro i super stipendi deimanager. Il voto negativo sulbilancio 2014-2020 da partedel Parlamento di Strasburgo.Il "No" bulgaro (506 deputatisu 754) con cui, per la primavolta, il Pe ha utilizzato ilpotere vincolante di veto.In vista delle elezioni europeedel 2014 i presidenti di duegruppi del Pe, DanielCohen-Bendit (Verdi), e GuyVerhofstadt (Adle) hannolanciato nel 2012 undocumento: Per l'Europa! -Manifesto per una rivoluzioneunitaria. Viene proposta

un'Europa con un Parlamentocon poteri di Stato federale el'eliminazione del Consigliodei Ministri e lademocratizzazione anche dellapresidenza dell'Unione e dellaCommissione. I duepropongono: «Nonaffidiamoci solo al rigore dibilancio ... La sola austeritànon ci farà mai uscire dallacrisi. Una trasformazionecompleta del nostro modo diproduzione sarà il motoredella nuova crescita europea(...)». Dall'insieme delle altreproposte viene fuori, poi,l'esigenza di una Europaautonoma dalla soggezioneanche militare nei confrontidegli Usa attraverso la Nato.C'è la rivendicazione dellaspecificità della democraziaeuropea, basataprevalentemente sullaproporzionale. E c'è laproposta di rovesciare la

tendenza alla riduzione dellostato sociale ma anzi diincrementarlo. In Italia, Roberto Della Seta eFrancesco Ferrante, su Ilmanifesto del 13 marzo,lamentano «il vuoto laburismodel Pd che non capiscel'ambientalismo». Ma ancheRivoluzione civile e Sel nonhanno posto al centro questeproblematiche. Se si dovràritornare alle urne a brevescadenza l'impostazioneportata avanti dai Verdi e dailiberali europei sarà al centrodel dibattito elettorale. PeròGrillo non può passare dagli 8milioni di voti, ottenuti il 25febbraio, ai 27 milioni del 12e 13 giugno del 2011. Occorreche Pd, Sel e le stesse forzeche hanno dato vita a Rcfacciano una costruttiva edoperativa autocritica permettersi al passo con le forzeeuropee di cambiamento.

Se il Pd non guadail Rubicone

Dino Greco

Michele Ainis, sul Corriere della Sera,tenta l’acrobatica fatica dellaquadratura del cerchio. Partendo da unagiusta premessa: “La Costituzione –scrive – non contempla governi tecnici,né governi di scopo, di scopa o ditressette: ogni governo è politico,ognuno ha uno scopo da raggiungere;né lascia spazio a governi delpresidente, dato che il governo èsempre sottoposto alla signoria delparlamento”.La soluzione del rebus consisterebbenel varo di un governo “apartitico manon politico, innervato con persone incui ogni cultura politica possarispecchiarsi”, cosa per Ainis possibilein quanto, sempre per la Costituzione,ogni membro del parlamentorappresenta la nazione. E, aggiunge,“non una fazione”.Il fatto che l’editorialista del Corrieretrascura è che non c’è affatto daaugurarsi – con buona pace di GiorgioNapolitano – che si trovi un comunedenominatore fra il liberismo temperatodel Pd e il paragolpismo di Berlusconi,perché questo connubio, sotto MarioMonti, ha prodotto solo disastri.Economici, sociali e morali. Ed èquesto scenario che, con diversesembianze, si riprodurrebbe. Allebuone intenzioni di Ainis fanno difettola realtà delle cose e qualche suamalcelata propensione.Insistiamo: la vera novità chespariglierebbe le carte, che metterebbein moto un’altra stagione politica, nonsta nella scoperta di qualche personaperbene a cui affidare con fiducia iltimone, ma nella rotta da seguire, nellarottura del consociativismo che sulpiano delle scelte, dei contenutiprogrammatici, ha reso da molto tempoil centrosinistra parente stretto delCentrodestra. Il coraggio o, piuttosto, ladiscontinuità che Bersani e il Pddovrebbero estrarre dal proprio senoconsiste nell’aprire – non a Grillo, maal M5S – su un punto di sostanza: larinuncia alla Tav. Se questo avvenisse,nel movimento si aprirebbe ben altradiscussione di quella che l’haattraversato con l’elezione di Boldrini eGrasso. Lì bisogna battere il chiodo. Seil Pd non saprà guadare il suo Rubiconeprenderanno il sopravvento le vecchielogiche, i vecchi metodi e le vecchiepolitiche.

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giornale comunistaN.3, 20 marzo 2013

Bersani sì, no, forseConsultazioni-rebusDomani la giornata clou: salgono al Colle i partiti decisivi perla formazione del governo. Per i bookmaker sicuro l'incaricoal leader democratico, ma...

Romina Velchi

Sarà domani la giornata cloudelle consultazioni alQuirinale e se si vuole darecredito ai bookmakerl’incarico di formare il nuovogoverno sarà affidato aBersani: l’opzione,caldeggiata dal direttointeressato, è infatti data aquota 1,10. Ma si sa, lapolitica non è una scienzaesatta, e, specie in questocaso, le variabili sono molte.Napolitano, per esempio, pernulla sicuro che il tentativo diBersani (governo diminoranza, con un po’ dimontiani, un po’ di grillini e la“disponibilità” della Lega)abbia i numeri (è il caso didire), è preoccupato che uneventuale non-voto di fiduciafaccia precipitare il paeseverso nuove elezioni e nuove

tempeste finanziarie. Inoltre, ilpresidente della Repubblica hafretta perché il suo mandatosta per scadere («Napolitanointende risolvere subito», hafatto sapere Boldrini uscendoda Quirinale) e un fallimentorenderebbe il clima pocofavorevole alla elezione delsuo successore. Questopotrebbe voler dire che il capodello Stato propenda per unincarico lampo a Pier LuigiBersani, ma è anche vero cheNapolitano «percorrerà tutte lestrade». Dunque, resta incampo il “piano B”, cioèl’opzione dell'esecutivoistituzionale affidato alpresidente del Senato Grasso.Il quale potrebbe ricevereanche l'appoggio del Pdl (incambio della poltrona diPalazzo Madama cheandrebbe, si dice, a GaetanoQuagliariello). E che dunqueavrebbe numeri certi anche al

Senato. Infine, c’è la “via dimezzo”, l’ipotesi che potrebbeessere lo stesso Bersani aproporre domani aNapolitano: affidare, magariallo stesso Grasso, un incaricosolo esplorativo (per sondare,capire, spiegare) e, in questomodo, non bruciare subitol’opzione A, cioè la discesa incampo diretta del leaderdemocratico.Sullo sfondo, la partita per ilQuirinale, che si intrecciafatalmente con quella perPalazzo Chigi. Tanto che c’èchi pensa che Napolitanopotrebbe dimettersi qualchesettimana prima dellascadenza per accelerare laformazione del governo emettere un po’ tutti (Bersanisoprattutto) con le spalle almuro; e chi, al contrario, chealla fine l’attuale inquilino delColle si rassegni a succedere ase stesso.

Cipro, il re è nudo

Nicola Melloni

Il Parlamento cipriota ha detto no alricatto della Trojka. Dopo che leminacce di Schauble e Merkel nonhanno sortito alcun effetto, ora le éliteeuropee si aspettavano che i cittadinipiegassero la testa. Invece a Cipro sonoandati a vedere il bluff. Il parlamento diNicosia ha fatto sapere che sel’alternativa è tra prelevareforzosamente i risparmi dei cittadini elasciare l’Eurozona, allora Cipro èpronta a ritornare alla sterlina. Giàlunedì a Bruxelles e dintorni avevanocapito la malaparata.Dopo l’arroganza e le minacce diSabato si era cominciato a lavorare suun nuovo deal che salvasse almeno iconti correnti più bassi sotto i 20 milaeuro. La Ue per la prima voltaaccettava di ridiscutere i termini delbail out. Troppo tardi. Il Parlamentocipriota ha detto “no” anche allaseconda proposta della Trojka.Finalmente un governo ha alzato lavoce e ha detto che i cosiddettipacchetti di salvataggio stannopeggiorando la crisi europea invece dirisolverla. Il problema di Cipro èmodesto, eppure la Ue non è in gradodi risolvere neppure questo piccolograttacapo. I tedeschi giocano ad essereinflessibili con i soldi degli altri –facendo passare l’idea, falsa, che sianosolo loro a pagare i debiti dei paesi incrisi e tralasciando che la Germanianon regala, ma presta soldi, ad un riccotasso di interesse. Mentre i salari grecio i risparmi ciprioti vengono tagliati persempre.Cipro è un’isola piccola. In caso diuscita dall’Eurozona, lo shockeconomico per la UE sarebbe minimo.Ma sarebbe un pericolosissimoprecedente. Altri paesi potrebberoessere tentati di fare lo stesso,soprattutto ora che i cittadini sanno chec’è il rischio che i prossimi pacchetti disalvataggio includano prelievi forzosisui conti correnti, con il conseguenterischio di bank run già da ora. I governidei Piigs ora hanno la possibilità diformare un fronte unico e richiedere unimmediato cambiamento di rotta dellepolitiche fiscali e monetarie, andandodefinitivamente a vedere le carte deiPaesi del Nord. In gioco c’è il futuro diintere generazioni di europei.(La versione integrale suwww.liberazione.it)

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giornale comunistaN.4, 21 marzo 2013

L'esempio di Crisostomo II"Vorrei una Chiesa povera, per i poveri", aveva dettoFrancesco I dopo sua elezione. Ora, l'arcivescovo cipriotaCrisostomo II suggerisce come tradurre quel messaggio:alienare i beni della Chiesa per creare lavoro.

Onid Ocerg

Ecco un esempio da imitare.Ecco come papa Francesco Ipotrebbe dare seguito concretoall’ispirazione francescana cheegli ha dichiarato di volerporre a base del suopontificato. "Vorrei una chiesapovera, per i poveri", avevaannunciato Bergoglioall'indomani della suaelezione, scuotendo unambiente refrattario a similiesternazioni.L'esempio è quellodell'arcivescovo cipriotaCrisostomo II, che si èdichiarato disponibile adalienare l'immenso patrimoniodella Chiesa ortodossa del suopaese. Un patrimonio fatto dipalazzi, terreni, quote disocietà, azioni degli istitutibancari, financo una birreria.Questa diretta assunzione di

responsabilità per salvareCipro dal collasso economico,senza dovere sottostare aldiktat dell'Unione europea."Usiamo le nostre proprietàper salvare i bilanci", ha dettoCrisostomo II. Con tuttaevidenza, non si tratta di unabutade, se il governo èall'opera per studiare lesoluzioni tecniche del caso,come quella di ipotecare i beniper acquistare bondgovernativi. La cifra ottenibileè tutt'altro che simbolica,perché la Chiesa è il primopossidente terriero del paese. Già lo scorso anno,l'arcivescovo avevaannunciato all'allorapresidente DemetrioChristofias l'intenzione diinvestire centinaia di milioni"perché la gente possalavorare e la Chiesaprosperare".Parole da economista e

politico serio, che bada alsodo, oltre che da "pastore dianime", attento all'economiareale e all'occupazione.Strada, la sua, moltodivergente da quella dellafinanza (a dir poco) opaca cheha segnato di sè l'Opus dei e ilsuo principale bracciofinanziario, lo Ior.Sarebbe un eccezionaleesordio, simbolico e politicoinsieme, quello del Vescovodi Roma, se la sua prestigiosaattività pastorale sicaratterizzasse per unintervento così socialmenteorientato. Se la Chiesacattolica vuole cambiare, orale si offre il modo di farlonella sostanza, oltre che nelleparole, nei gesti, nella sobrietàdei paramenti.Questo sì sarebbe un segnaleai "Grandi" della Terra, ieri aRoma per rendere omaggio alVicario di Cristo.

Il Caimanoe l'Anatra zoppa

Dino Greco

Ora Berlusconi offre la partnership aquelli che per vent’anni e ancora ieri hadefinito (benché senzaragione)“comunisti”. L’uomo è falsopiù di Giuda, ma anche più che maipreoccupato per le disavventuregiudiziarie che potrebbero chiudere lasua carriera politica.Dunque, da consumato venditore qualè, il Caimano prova a tornare in campo,complice il M5S che, a tirar le somme,fa soltanto melina e si chiama fuori dalgioco politico, indifferente alle mani incui cadrà il paese.Le condizioni di Berlusconi per“soccorrere” il Pd sono molto chiare:una soluzione a lui gradita perl’elezione del Presidente dellaRepubblica e un salvacondotto che gliassicuri un’immunità ad personam. Masi può esser certi che, strada facendo, ilprezzo salirebbe: dal condono fiscalealla sanatoria edilizia tombali fino allefrequenze Tv gratuite per Mediaset andso on. Bersani continua a dire che no,una simile prospettiva sarebbesciagurata e autodistruttiva per idemocrat. E ne ha tutte le ragioni: ilgoverno che nascesse sotto questa“stella” sarebbe ben peggio cheun’anatra zoppa, Sel, il suo pur fedelealleato, collasserebbe definitivamente,mentre Grillo potrebbe agevolmentegiocare al tiro a segno.Eppure, le ipotesi B e C e D (tuttevarianti del medesimo tema) trovanosostenitori autorevoli, dentro e fuori ilPd. E, come si sa, quando in unatrattativa all’opzione principale siaffiancano delle subordinate, vuol direche la prima scelta è già archiviata.La situazione sembra dunque volgere alpeggio. Difficile immaginare che aseguito di un insuccesso del mandato“esplorativo” che Napolitano si accingea conferirgli, Bersani trovi la forza e ilconsenso per compiere la scelta che aquesto punto sarebbe opportuna: andarea nuove elezioni, con un programmaquesta volta aperto a sinistra. Roba chevarrebbe una Bad Goodesberg allarovescia. Che non ci sarà.Purtroppo, un quarto di secolo passatoa demolire la propria storia e la propriaidentità culturale hanno fatto del Pd un“ircocervo”, un animale privo divisione strategica e di progetto. (laversione integrale suwww.liberazione.it)

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giornale comunistaN.5, 22 marzo 2013

Bersani l'esploratoreDa Napolitano non un incarico pieno, ma il compito diverificare («il più presto possibile») «il sostegno certodelle Camere». «Troppe difficoltà per le larghe intese».Il leader Pd: «Sentirò anche le forze sociali»

Romina Velchi

«Si apre oggi una fasedecisiva per dare all'Italia unnuovo governo sulla base deirisultati elettorali. L'incaricoche sto per dare costituisce ilprimo passo». Un brevepreambolo per annunciare chePier Luigi Bersani è ilpresidente incaricato dirisolvere il rebus del nuovogoverno; o meglio di«verificare un sostegno certo»ad un suo eventuale governo. Napolitano spiega che i«problemi esigono la nascitadi un esecutivo operante nellapienezza dei suoi poteri» e diavviare con «vitalità efecondità la nuovalegislatura». Napolitanoammette le difficoltà rilevantiche ha incontrato laformazione della grandecoalizione. «A tutti credo di

poter dire è apparsa chiara laportata delle sfide daaffrontare, in considerazionedi ciò per la coalizione guidatada Berlusconi e altri hannoespresso l'esigenza di ungoverno di vasta unione checonti sulle due maggiori forzeparlamentari, ovvero unagrande coalizione. Ma ledifficoltà sono apparserilevanti, per effetto di antichee profonde divergenze econtrapposizioni».Eppure quella sarebbe stata, erimane, nell’idea diNapolitano la soluzionemigliore, poiché «serve unforte spirito di coesionenazionale».A Bersani, dunque, unmandato di tipo esplorativo(come era ampiamenteprevisto) perché «è nellaposizione più favorevole divalutare la pur difficilepossibilità di formare un

governo, e poi mi riferirà».Dal leader del Pd Napolitanosi aspetta una risposta «il piùpresto possibile».E Bersani è già in moto, anchese mette le mani avanti: «Cimetterò il tempo necessario inuna situazione difficile».«Svolgerò questo incarico conla massima determinazione eanche ricercando quellaponderazione ed equilibrio acui il presidente ha fattoriferimento», ha detto il leaderdemocratico, annunciando cheincontrerà non solo le forzepolitiche e le caricheistituzionali (i presidenti diCamera e Senato in primis),ma anche le forze sociali:«Lavoro per un governo dicambiamento, che sia in gradodi realizzare quello che non èstato fatto fin qui e cioè aspettirilevanti di riformecostituzionali epolitico-elettorali».

Cialtroni d'Italia

Dino Greco

Il nobile Giulio Terzi di Sant'Agata,ministro degli Affari esteri, punta dilancia del fu "Governo tecnico" haannunciato con bronzea sicurezza chenon intende dimettersi. Né pare abbiaintenzione di farlo il suo degnocompare, l'ammiraglio Gianpaolo DiPaola, ministro della Difesa,coprotagonista anch'egli di uno dei piùcolossali infortuni della storia delladiplomazia mondiale.C'è però da chiedersi perché entrambi,riscoprendo un pur tardivo sussulto didignità, non sentano il dovereelementare di andarsene e, ancor più,perché ancora nessuno che ne abbiapotere e autorevolezza, glie lo abbiasino ad ora chiesto. Allora sorge undubbio, che temiamo fondato.Come può essere che la decisione diviolare in modo così plateale la paroladata dal governo italiano a quelloindiano e di trattenere in Italia i duemarò sia stata presa dal solo Terzi, o daDi Paola, o dai due in solitariosodalizio? E' credibile che un atto ditale portata e di tali prevedibilissimeconseguenze sia stato compiuto senzaprima consultare il capo del governo, lemassime cariche dello Stato e senzariceverne avallo e copertura? E perchéquando l'assurda prova muscolare èstata ingaggiata, si è dovuto registrare,accanto alle sgangherate grida digiubilo della destra fascistoide erazzista, il silenzio del Centrosinistra edel Pd che si sta candidando agovernare il paese?Sarà ora molto difficile rimediare aldisastro compiuto. I due marò, comeoggi osserva Francesco Merlo (laRepubblica), tornano ora in Indiadavvero da prigionieri, nel dileggio enel disonore: certo non un buon viaticoper il processo che li attende, dovedovranno spiegare come abbiano potutoammazzare a mitragliate due poveripescatori, scambiandoli per pirati.Non è dato di sapere se e come saràpossibile districare questo garbugliopolitico che ha seriamente vulnerato irapporti fra l'India e l'Italia.Ad una cosa, almeno, l'ignobile vicendapotrebbe tuttavia tornare utile. Se ilgoverno prossimo venturo revocassel'assistenza militare dei corpi specialiitaliani forniti in subappalto e messi apresidio dei convogli delle compagnieprivate.