Resistenza e liberazione

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RESISTENZA E LIBERAZIONE

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RESISTENZA E LIBERAZIONE

LA RESISTENZALa Resistenza italiana, comunemente chiamata Resistenza, anche detta Resistenza partigiana ,fu l'insieme dei movimenti politici e militari che in Italia dopo l'armistizio di Cassibile si opposero al nazifascismo nell'ambito della guerra di liberazione italiana.

Immagine di un gruppo di partigiani che si ribellano

La Resistenza italiana si inquadr nel pi vasto movimento di opposizione al nazifascismo sviluppatosi in tutta Europa, ma ebbe connotazioni particolari. Nei Paesi sconfitti militarmente e occupati dai nazifascisti (es. Francia, Belgio, Danimarca, Olanda, Norvegia, Grecia, Jugoslavia, Albania) la Resistenza costitu una seconda fase della guerra che li aveva coinvolti. L'Italia al contrario, sotto la guida dittatoriale del Fascismo era rimasta sino all'8 settembre 1943 alleata del Reich nazista di Hitler, e come tale aveva partecipato alla guerra di aggressione ed era stata a sua volta potenza occupante.

Giacomo Matteotti

artigiani garibaldini in piazza San Marco a Venezia nei giorni della liberazione

LA LIBERAZIONELa guerra di liberazione italiana fu il complesso di operazioni militari ed azioni di guerriglia condotte dalle brigate partigiane e dall'esercito cobelligerante italiano per liberare l'Italia dall'occupazione nazifascista durante la seconda guerra mondiale.

Bandiera del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale)

Dopo quasi due anni di combattimenti sia sulla linea del fronte che nelle regioni occupate ed amministrate dai tedeschi, le ostilit cessarono formalmente il 29 aprile 1945 con la resa dell'esercito tedesco. Successivamente a questa data, vi furono ancora alcuni combattimenti su territorio italiano e violenze e rappresaglie contro reparti fascisti ed esponenti politici o militari collaborazionisti.Il 25 aprile 1945, anniversario della liberazione d'Italia, celebrato in Italia come data simbolica della liberazione dell'intero territorio nazionale dalla dittatura e dall'occupazione.

Mentre in Italia non governava nessuno gli stati uniti stavano diventando una potenza mondiale.Fronte USA in Italia

Nuovo presidente in ItaliaBadoglio dopo essere entrato in carica con lentusiasmo del popolo, dichiar che la guerra sarebbe continuata.

I PARTIGIANI

I partigiani erano uomini come tanti, perch non usavano nessuna uniforme di riconoscimento, non disponendo di un ricco equipaggiamento. Lunico segno di distinzione tra i vari gruppi era un fazzoletto colorato: rosso nelle formazioni garibaldine, verde nei reparti di Giustizia e Libert, azzurro nei gruppi autonomi. Pi tardi si cerc di omologare i partigiani per renderli riconoscibili usando una giacca a vento e pantaloni lunghi, con un sistema di insegne di grado poco appariscente. Decisero di chiamarsi partigiani sia perch agivano il difesa della propria parte, ovvero della propria terra, sia per qualche richiamo al comunismo.

Intervista ad un partigiano:Come si svolgeva la tua giornata tipo?Noi partigiani dormivamo sulla paglia nei rifugi che le famiglie della montagna ci mettevano a disposizione. Stavamo in 15 in una stanza, infestati dai pidocchi, in case vecchie o stalle. Quando mi sono presentato al distaccamento il comandante mi ha messo un fucile in mano, che io non avevo mai visto, e mi ha mandato a fare la guardia insieme a un ragazzo. Era un disertore tedesco che non parlava una parola di italiano. Io ne ero terrorizzato, anche se poi ho capito che era uno di noi. Pensavamo a nasconderci, a volte nei boschi pioveva e mi bagnavo fino alle mutande. Quando cerano delle missioni erano in tanti a voler partecipare, anche se era pericoloso. Fulmine, un mio compagno, andato davanti alla caserma di Ciano occupata dai tedeschi e ha chiesto la resa. Si beccato una pallottola in piena fronte. Ma non si combatteva tutti i giorni. Di sera, se era tutto tranquillo, ci mettevamo intorno a un bivacco e cantavamo.

Che cosa mangiavi di solito? Il pane. Il pane era la cosa pi facile da trovare perch tutte le case contadine avevano un forno a legna; la gente del luogo ci aiutava e le ragazze ci portavano da mangiare. Durante i rastrellamenti, invece, bisognava pensare solo a scappare ed capitato di rimanere senza mangiare per giorni. Prima della Resistenza mi ricordo che per merenda mia madre mi dava una micca con un po di marmellata, ma non potevo tirarla fuori davanti a tutti perch mi ritrovavo addosso decine di occhi affamati. Cera molta miseria.

Partigiani in montagna

Formazione partigiana in movimento durante la Resistenza

Partigiani catturati dai tedeschi

Partigiani che sparano ai tedeschi

Donne partigiane Capi partigiani

Un soldato tedesco controlla i documenti di un civile italiano

REPUBBLICA PARTIGIANA DI ALBA

Alba la presero in duemila il 10 ottobre e la persero in duecento il 2 novembre dellanno 1944Questo lincipit della raccolta di racconti I ventitr giorni della citt di Alba di Beppe Fenoglio. La frase si riferisce alla conquista partigiana di Alba, avvenuta il 10 ottobre 1944: privi degli aiuti alleati, i partigiani resistettero poche settimane prima di cedere nuovamente la citt allesercito della Repubblica Sociale Italiana il 2 novembre successivo, dopo 23 giorni. La conquista di Alba, sostanzialmente, aveva per gli autonomi una valenza soprattutto politica e di prestigio, perch i comandanti militari partigiani erano consci di non avere la possibilit di tenere a lungo la citt.

Condizioni dei partigiani

La liberazione di Roma fu uno degli episodi principali della Campagna d'Italia della Seconda guerra mondiale. Il 4 e il 5 giugno 1944 le truppe americane riuscirono a superare le ultime linee difensive dell'esercito tedesco ed entrarono nella citt senza incontrare resistenza, ricevendo l'entusiastica accoglienza della popolazione romana. comandante tedesco in Italia, prefer ripiegare verso nord senza impegnare un combattimento all'interno dell'area urbana di Roma

Il 23 marzo del 1944 i partigiani di Roma fecero saltare in aria il carrettino di uno scopino sulla via Rasella, proprio mentre passava il battaglione Bozen degli occupanti tedeschi. Sul selciato rimasero 32 soldati, un altro mor poco dopo. Ancora oggi, a distanza di 70 anni, ci sono persone che contestano ai partigiani attentatori di Via Rasella di non essersi consegnati, lasciando cos morire 335 innocenti.

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