LiberaMente - n.13 ottobre 2012

24
L ibera M ente Il bimestrale de La Casa sulla Roccia - n.13 ottobre 2012 APPROFONDIMENTO La scuola per definizione è sempre stata in crisi perché è sempre stato un banco di prova importante per lo svi- luppo di un paese. Scuola e Salute sono due aspetti dellÊeducazione e ten- dono ad identificarsi. La Sa- lute dovrebbe entrare come materia di insegnamento nella scuola. CÊè unÊestetica della didattica che è essenziale per arric- chire la scuola. Così come esiste, ed è fondamentale, ˚ necessario che la società nel suo complesso si attivi, sia per aiutare i genitori a re- cuperare il significato del loro compito educativo, per soste- nerli e condividere stabilendo una forte coesione educativa per le responsabilità del loro ruolo. INIZIATIVE EDUCARE ALLA LEGALITAÊ di Edda Lombardi Educare alla legalità costruendo una nuova identità: dare senso alle piccole cose per costruire una realtà LEGALE. Uno degli aspetti che connota il nostro pano- rama culturale è lÊeclissi della legalità legata ad una perdita di orizzonti valoriali esprimentesi in falsi concetti di giustizia. Dopotutto gia Hobbes, nel secolo XVII, affermava „Homo homini lupus‰ ossia lÊuomo è lupo degli uomini e questo perché la natura umana è fondamentalmente egoistica e pertanto le azioni dellÊuomo sono determinate dallÊistinto di sopravvivenza e di sopraffazione. Di fronte a ciò si è avvertita la necessità di una rinnovata educazione alla legalità. In Italia lÊesi- genza di rafforzare la cultura della legalità si è svi- luppata allÊinizio degli anni Ê90 quando, gli eventi di quegli anni (stragi di Capaci con la morte di Giovanni Falcone e strage di via dÊAmelio con la morte di Paolo Borsellino) fecero crescere la per- cezione di una minaccia al sistema democratico. Pertanto in quegli anni fu introdotta nelle scuole lÊeducazione alla legalità con lÊobiettivo di diffon- dere una cultura dei valori consapevoli del fatto che la dignità, la sicurezza, la libertà sono valori che una volta conquistati vanno „protetti‰ e non considerati come acquisiti per sempre. LÊeducazione alla legalità ha per oggetto la natura e la funzione delle regole della vita sociale, i valori della democrazia, lÊesercizio dei diritti di cittadi- nanza e significa elaborare e diffondere tra gli stu- denti cultura dei valori civili per educare ad una L’ASSOCIAZIONE Giornata della legalità pag.2 TECNOLOGIA WEB 2.0 pag.23 - 1 - „Comunità Terapeutica „Villa Dora‰ - Prata di Principato Ultra (Av) - Giornata della Legalità STORIE Buongiorno Vita pag.20 L’AVVOCATO LÊaffidamento in Comunità pag.22

description

Mente il bimestrale dell'Associazione La Casa sulla Roccia - Centro di Solidarietà

Transcript of LiberaMente - n.13 ottobre 2012

Page 1: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

LiberaMenteIl bimestrale de La Casa sulla Roccia - n.13 ottobre 2012

APPROFONDIMENTO

LASCUOLA

La scuola per definizione èsempre stata in crisi perché èsempre stato un banco diprova importante per lo svi-luppo di un paese.Scuola e Salute sono dueaspetti dellÊeducazione e ten-dono ad identificarsi. La Sa-lute dovrebbe entrare comemateria di insegnamentonella scuola.CÊè unÊestetica della didatticache è essenziale per arric-chire la scuola. Così comeesiste, ed è fondamentale, ˚ necessario che la societànel suo complesso si attivi,sia per aiutare i genitori a re-cuperare il significato del lorocompito educativo, per soste-nerli e condividere stabilendouna forte coesione educativaper le responsabilità del lororuolo.

INIZIATIVE

EDUCARE ALLA LEGALITAÊdi Edda Lombardi

Educare alla legalità costruendouna nuova identità: dare senso allepiccole cose per costruire una realtàLEGALE.Uno degli aspetti che connota il nostro pano-rama culturale è lÊeclissi della legalità legata aduna perdita di orizzonti valoriali esprimentesi infalsi concetti di giustizia. Dopotutto gia Hobbes,nel secolo XVII, affermava „Homo homini lupus‰ossia lÊuomo è lupo degli uomini e questo perchéla natura umana è fondamentalmente egoistica epertanto le azioni dellÊuomo sono determinatedallÊistinto di sopravvivenza e di sopraffazione.Di fronte a ciò si è avvertita la necessità di unarinnovata educazione alla legalità. In Italia lÊesi-genza di rafforzare la cultura della legalità si è svi-luppata allÊinizio degli anni Ê90 quando, gli eventi

di quegli anni (stragi di Capaci con la morte diGiovanni Falcone e strage di via dÊAmelio con lamorte di Paolo Borsellino) fecero crescere la per-cezione di una minaccia al sistema democratico.Pertanto in quegli anni fu introdotta nelle scuolelÊeducazione alla legalità con lÊobiettivo di diffon-dere una cultura dei valori consapevoli del fattoche la dignità, la sicurezza, la libertà sono valoriche una volta conquistati vanno „protetti‰ e nonconsiderati come acquisiti per sempre. LÊeducazione alla legalità ha per oggetto la naturae la funzione delle regole della vita sociale, i valoridella democrazia, lÊesercizio dei diritti di cittadi-nanza e significa elaborare e diffondere tra gli stu-denti cultura dei valori civili per educare ad una

L’ASSOCIAZIONEGiornatadella legalitàpag.2

TECNOLOGIA

WEB 2.0

pag.23

- 1 -

„Comunità Terapeutica „Villa Dora‰ - Prata di Principato Ultra (Av) - Giornata della Legalità

STORIEBuongiornoVitapag.20

L’AVVOCATOLÊaffidamentoin Comunitàpag.22

Page 2: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

nozione profonda dei diritti e dei doveri. LÊil-legalità, quindi, si può e si deve combattere acominciare dalle aule delle scuole. Bisogne-rebbe costruire una nuova identità, il cheporta il soggetto a riconoscersi come perso-nalità individuale e sociale dotata di una pro-pria ed autonoma consapevolezza. Costruireuna nuova identità significa diventare adultiossia essere in grado di ragionare liberi dacondizionamenti e manipolazione e quindi diavere una propria chiave di lettura della realtàche ci circonda. E qui gioca un ruolo impor-tante la scuola che deve cercare di dare rispo-ste significative a quelle che sono le domandedei ragazzi riducendo al minimo il pericolo chequeste risposte possano essere cercate al-trove. LÊeducazione alla legalità quindi devepartire dalla necessità di far acquisire al bam-bino una propria autonomia allÊinterno del ri-conoscimento dei ruoli e delle condotteindispensabili ad una socialità gioiosamentevissuta (ad esempio iniziare a far comprenderele regole della strada), fino a far acquisire lecompetenze specifiche relative al rapporto tralegge, norma, libertà e giustizia il tutto legatoad una valutazione consapevole di atteggia-menti e comportamenti attraverso lÊinterioriz-zazione dei valori, lÊacquisizione della capacitàdi valutare di più il presente tenendo in consi-derazione il futuro, la comprensione della fun-

zione delle norme che consentono un correttosvolgersi della vita sociale definendo il rap-porto tra libertà individuale ed esigenze dellacomunità. In primo luogo è necessario coin-volgere i giovani nellÊargomento soprattuttoper far si che lÊargomento diventi del ragazzoe non resti dellÊeducatore. Tutto ciò si puòfare attraverso la fiducia. LÊeducatore, o perchi fa le sue veci, deve ricevere la totale fiduciada parte del ragazzo affinchè questi apprendaciò che egli dica e lo faccia suo. Tutto ciò sipuò fare coinvolgendo il ragazzo facendoglicapire il senso delle regole così che ci sia equi-librio e rispetto nella società. Ma lÊeducazione alla legalità non può essereslegata da un senso dellÊetica altrimenti sa-rebbe fine a se stessa. Infatti educare alla giu-stizia coinvolge comunque lÊeducazionemorale. Lo stesso Kant parlava di legge mo-rale riconosciuta sia nel rispetto della leggeesterna (quella stabilita dallo Stato), sia nel ri-spetto della legge interna (quella stabilita dallapersona che la compie): „Agire in modo chela massima della nostra volontà possa semprevalere in ogni tempo come principio di una le-gislazione universale‰ ossia agire seguendoprincipi comuni, condivisi da tutti nel rispettodi se e dellÊaltro, questo affermava Kant. LÊob-bedienza alla legge deve configurarsi quindicome risultato di una libera scelta oltre che

come risposta ad una norma interiorizzata. Af-finchè tutto questo possa essere attuato, al dila della parte prettamente educativa, deve es-serci „educazione‰ anche da parte di chi que-ste norme le „partorisce‰. Infatti lÊeducazionealla legalità deve essere interiorizzata oltre cheda chi è governato anche da chi governa. Lascuola può muoversi in tal senso attuandoprogetti finalizzati allÊacquisizione delle regoledi vita da parte del piccolo cittadino che si ac-cinge a diventare soggetto attivo nella societànonché del rispetto di tutti; ma al contempochi governa dovrebbe dare il „buon esempio‰agendo secondo coscienza e secondo criterigiusti che permetta loro di scendere dal quelpiedistallo su cui salgono e dal quale ritengonoche tutto sia dovuto.

- 2 -

L’ASSOCIAZIONE

GIORNATANAZIO-NALE

DELLA LEGALITAÊ

“Villa Dora” ospita la manife-stazione organizzata dall’UGL,fra speranze di legalità e rac-conti di vita.di Luigi Numis

La „Giornata della legalità‰ organizzata dal-lÊUnione Generale del Lavoro (UGL) nasce inAbruzzo nel 1996. Per anni la data dellÊeventocoincide con quella dellÊattentato di via DÊAmelio(19 luglio 1992) in cui vennero uccisi il giudicePaolo Borsellino e i ragazzi della sua scorta Ago-stino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter EddieCosina e Claudio Traina. La manifestazione sitiene per diversi anni a Pescara, fino al 2010quando lÊevento diviene „Giornata Nazionaledella Legalità‰ entrando così in concorrenza con

le molte altre manifestazioni (qualcuna anche isti-tuzionale) che portano la stessa denominazione.Di giornate della legalità è piena lÊItalia, alcuneammirevoli altre meno. Ma il problema è serio.La legalità purtroppo non è una ricorrenza, néun concilio di parrucconi o di super-eroi. Beati ipaesi che non hanno bisogno di giornate dellalegalità!Il sindacato nato dalle ceneri della CISNAL e delsindacalismo di fiamma è diventato educato. Ededucatamente chiede ospitalità a „Casa sullaRoccia‰, per onorare la memoria del generaleDalla Chiesa nel trentesimo del suo assassinio,nonché della moglie Emanuela Setti Carraro edellÊagente di scorta Domenico Russo, e darequindi una nuova data alla sua manifestazione.Casa sulla Roccia, che dalla (prima) moglie delgenerale ha ricevuto in dono il casolare di fami-glia (Villa Dora), non può negare lÊospitalità. Eneanche dovrebbe negarla. Perché Casa sullaRoccia è pulsione di cambiamento per eccel-lenza, ed è un presidio certo di legalità sul terri-torio. UGL magari potrebbe diventarlo. Casasulla Roccia è maestra di legalità, perciò UGL fa-rebbe bene ad andarci anche a ripetizione, oltreche a esibizione. Non è che non crediamo allabuona fede degli uomini e dei sindacalisti, soloche nella vita, e di più nella carriere politiche,non si finisce mai di imparare.EÊ il primo settembre, è sabato, è metà mattinatae fra i boschi di Prata si respira una piacevolearietta tiepida, niente a che fare con lÊafa che damesi staziona nella conca di Avellino e dintorni.

Alle 10, come da programma, Villa Dora èpronta per lÊevento. Pronta la sale grande, prontigli operatori ben vestiti, pronti i ragazzi impe-gnati nellÊorganizzazione, pronti i cronisti e leforze dellÊordine allertate. Peccato che tantaprontezza civile non trovi riscontro nella ritualedistrazione istituzionale. I soliti ritardi degli ospitipiù politichesi allungano il chiacchiericcio dei ca-pannelli di varia umanità che affollano la comu-nità e ne ammirano compiaciuti le geometrie.Come in un copione già scritto, nessuno sembrafar caso al ritardo di chi non cÊè, come se tutti

Page 3: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 3 -

già se lÊaspettassero. LÊattesa comunque è buonaper capire che tre ospiti non si dovranno aspet-tare a oltranza, visto che non verranno proprio.Polverini (presidente Regione Lazio), Orlando(sindaco di Palermo) e Manganelli (capo della Po-lizia). Assenti e col biglietto di scuse già fatto per-venire. Ma si sa, una percentuale di assenze è damettere in preventivo, anche di sabato mattina.Preceduti dalla loro gloria, arrivano anche i mac-chinoni blu, e la numerosa platea comincia adagitarsi. Solo i gatti sonnolenti rimangono indif-ferenti al potere. Gli uomini invece borbottanoe si sistemano al fresco della sala, simile ad unochalet di montagna con le travi in legno e il tettospiovente. Non cÊè che dire, la location è moltosuggestiva; è sud, ma sembra proprio lÊaltro suddelle finzioni cinematografiche. CÊè anche unatroupe di Sky a dare allÊevento una pennellata dirisonanza nazionale.Il sindacalista pescarese Geremia Mancini e il se-gretario generale dellÊUGL Giovanni Centrella,pratese (nel senso di Prata Principato Ultra) doc,presentano lÊiniziativa e dirigono gli interventi. Ipremi da assegnare sono di due tipi, „Campanadella Legalità‰ e „Custode di Legalità‰. Le cam-pane sono due, una per Manganelli e una perGiuseppe Ferrara, il regista del film „Centogiorni a Palermo‰ sui cento giorni da prefetto diPalermo del generale Dalla Chiesa, ennesimoperiodo oscuro della storia dÊItalia. Il capo dellaPolizia non cÊè e il premio viene ritirato dal dot-tor Bracco, funzionario della questura. Ferrara

invece cÊè ed è più battagliero che mai, non ri-sparmiando frecciate e bordate alle istituzioni eai protagonisti (visibili e occulti) delle vicende dalui raccontate nel film, arricchite dalle ultime ri-velazioni sugli accordi stato-mafia. Ne viene fuoriun bel mix, intrigante e romanzesco. Interventosanguigno e polemico quello di Ferrara, riassu-mibile nella famosa frase del generale „Mi man-dano in una realtà come Palermo con gli stessipoteri del prefetto di Forlì‰. Il premio „Custodedella Legalità‰ viene consegnato a Fina Rizzo(vedova di Domenico Russo), Carlo De Stefano(prefetto, sottosegretario agli Interni), GiuseppePecoraro (prefetto di Roma), Umberto Guidato(prefetto di Avellino), Sergio Bracco (questore diAvellino), Maria Grazia Laganà Fortugno (parla-mentare e vedova di Francesco Fortugno), Lo-renzo Diana (parlamentare e storico attivistaantimafia), Giuseppe Lumìa (senatore e già pre-sidente commissione parlamentare antimafia),Alfredo Mantovano (parlamentare e magistrato),Salvatore Calleri (presidente fondazione Anto-nino Caponnetto), Gianmaria Setti Carraro,Gennaro Nuvoletta (brigadiere capo dei Carabi-nieri e agente di scorta di Dalla Chiesa). Premiatianche il maresciallo dei Carabinieri della stazionedi Pratola Serra, il corpo della Polizia di Stato ela Guardia di Finanza.Le sedie vecchie e traballanti vogliono impedirelÊabbiocco da conferenza, ma trattasi di eccessoda perfezionismo organizzativo, tipico dei se-

guaci di progetto uomo. Gli interventi infatti

sono tutti interessanti e competenti. Qualcunomolto appassionato, quasi a voler smuovere co-scienze e consistenze. Qualcuno forse un poÊcapzioso, quasi a voler dire che il sud non èquello raccontato da Saviano ma quello, adesempio, di Casa sulla Roccia. Troppo facile,onorevole.Da diversi interventi veniamo a conoscenzadellÊesistenza un sostanzioso fondo governativodestinato alla lotta alla criminalità, il FondoUnico Giustizia, ricco di due miliardi e mezzo dieuro. Ma allora perché tagliano mezzi e fondi alleforze dellÊordine? In proposito quasi tutti, orga-

nizzatori e ospiti, focalizzano lÊattenzione sullepolitiche di repressione del crimine e dellÊillega-lità diffusa, trascurando però lÊattenzione allÊedu-cazione e prevenzione. Eppure il futuro si giocaproprio lì, sul nostro cambiamento culturale. Edè inutile girarci intorno, come ogni grande ri-forma anche quello richiederebbe soldi e politi-che moderne. E buoni esempi dal Palazzo. I ragazzi in percorso chiudono la manifestazionecon sorprendenti performance gospel e testimo-nianze concrete. Christian in particolare, ra-gazzo di Secondigliano, racconta la vera storiadi chi nasce senza tante possibilità di scelta, for-zati del crimine, senza neanche sapere che daqualche parte esisterebbe addirittura la possibilitàdi vivere seguendo le leggi dello stato, e nonquelle del „sistema‰. Ma a questo punto lÊonore-vole è già andato via. Peccato⁄

Page 4: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 4 -

ADOZIONI INTERNAZIONALI

II ASSEMBLEA PLENARIAENTI AUTORIZZATI ADOZIONE INTERNAZIONALEdi Anna De Stefano

Il giorno 18 e 19 giugno a Roma si è tenuta la riunione plenariadegli Enti Autorizzati, alla presenza della Commissione AdozioneInternazionale (CAI), lÊAutorità centrale italiana istituita dalla legge476/98 di ratifica della Convenzione dellÊAja, e del Ministro per laCooperazione e lÊintegrazione il Prof. Andrea Riccardi.Il Centro Adozioni „La Maloca‰, di cui lÊufficio adozioni internazio-nali de „La Casa sulla Roccia‰ è parte integrante, rappresentan-done la sua sede per lÊItalia Meridionale, è uno dei 64 EntiAutorizzati, abilitati proprio dalla nostra Commissione a poter ef-fettuare adozioni internazionali. LÊItalia è lÊunico Paese ad avere un numero così alto di enti autoriz-zati, ai quali le coppie possono rivolgersi per poter concretizzareil loro desiderio di genitorialità e questo dato di fatto ha i suoi proed i suoi contro: una grande varietà dei Paesi di origine e di me-todologie non sempre omogenee fra loro, possibilità da parte dellecoppie di poter scegliere lÊente che maggiormente offre garanzie

di affidabilità e professionalità grazie a colloqui informativi gratuiti,anche se si registra spesso la difficoltà delle coppie nellÊorientarsitra i vari Enti, non conoscendo bene il variegato mondo delle ado-zioni.Personalmente credo che lÊaspetto positivo di ciò è, soprattutto pergli enti di medie-piccole dimensioni, quello di riuscire ad essere alfianco della coppia, non solo nella costituzione del dossier di do-cumentazione che andrà presentato allÊAutorità del Paese di pro-venienza del bambino, ma anche nellÊaiutarla e sostenerla nellaspecificità del progetto adottivo, nella sua disponibilità ad acco-gliere un bambino abbandonato, utilizzando sia lÊesperienza di chiha già fatto precedentemente questo percorso come genitore adot-tivo che la professionalità di chi è competente. Questo è uno deimotivi principali per cui le coppie si rivolgono alla Maloca.Alla riunione plenaria erano stati invitati i presidenti o comunquei rappresentanti ufficiali degli enti autorizzati, e il direttore della Ma-

loca, Walter Curati, mi ha proposto di accompagnarlo proprio perpotermi offrire la possibilità di fare unÊesperienza „ai vertici‰.Il primo giorno la vice presidente della CAI, la dott.ssa Bacchetta,magistrato di Cassazione con esperienza nel settore minorile, haintrodotto i lavori ed ha invitato alcuni rappresentanti di Enti, divisi

per quattro continenti, a relazionare sulle proprie esperienze di-rette nei Paesi di origine e sulle prospettive legate alle adozioni in-ternazionali allo scopo di capire come essere efficaci ed efficientiin un momento in cui le adozioni internazionali sono in affatica-mento.Infatti un dato sul quale tutti gli Enti si sono confrontati è stata ladrastica diminuzione nellÊanno appena trascorso dei decreti di ido-neità rilasciati dai Tribunali per i Minorenni che rappresentano ladisponibilità delle coppie allÊaccoglienza di minori: 3179 a frontedei 4277 del 2010 e che confermano il calo già iniziato negli anniscorsi. Vero è che lÊItalia, rispetto ad altri Paesi come gli Stati Unitio la Spagna, non ha fatto ancora registrare unÊinversione netta ditendenza, essendo entrati attraverso lÊA.I. nel 2011 4022 bambini,però ci si interroga e si analizzano i dati degli ultimi anni alla lucedella crisi in corso nei Paesi di accoglienza.Le motivazioni, secondo varie ricerche ed analisi sono da attribuirsialla crisi economica, gli alti costi delle adozioni, le lungaggini buro-cratiche relative allÊiter adottivo, in particolare in Italia ma anchein un „pessimismo diffuso e alle insicurezze sociali, perché peradottare bisogna avere speranza nel futuro: i bambini rappresen-tano il futuro della società, sono la nostra proiezione di continuità,la volontà di investire in un progetto di famiglia, il desiderio di nonfermarsi alla dualità e alla „comodità‰ della vita di coppia‰.Altro punto „caldo‰ affrontato in una Roma „caldissima‰ meteoro-logicamente parlando è stata la „questione dei costi‰. Una partedegli Enti Autorizzati aveva commissionato una ricerca di analisidei costi ad un gruppo di economisti facenti capo allÊUniversità„Bocconi‰ di Milano i quali hanno sostanzialmente analizzato tuttii costi che gli Enti sopportano ed hanno mediamente indicato uncosto „Italia‰ (costi pagati dalla coppia per i servizi resi in Italia) piùalto di quanto indicato dalla stragrande maggioranza degli Entistessi, in quanto su di esso incide soprattutto la garanzia da darealla Cai ma soprattutto alle famiglie, di uno standard di qualità eprofessionalità sempre più alto e specializzato. Per quanto riguardai costi „Esteri‰ (cioè quelli resi dalla coppia per i servizi resi nelPaese di origine) essi sono variabili a seconda del Paese stesso, masu di esso incide lÊobbligatorietà per lÊEnte di mantenere nel Paese

Page 5: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 5 -

COLOMBIA

Page 6: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 6 -

estero stesso la sede comprensiva di professionista (normalmenteun avvocato), le tasse e/o donazioni obbligatorie presso lo stato olÊorfanatrofio dove vive il minore e lÊonere della cooperazione in-ternazionale, la cosiddetta sussidiarietà secondo la quale devonoprima mettersi in campo tutte le possibilità affinché un bambinorimanga nel suo Paese e solo in ultima analisi può essere adottatoattraverso lÊadozione internazionale. Questioni apparentementemolto tecniche ed aride, ma che si riversano sulle tasche delle cop-pie in particolare su quelle più modeste e, dunque, più sensibili inquesto tempo di crisi economica e lavorativa, perché lÊinfertilità,alla base della stragrande motivazione del desiderio di adozione,colpisce trasversalmente tutte le persone indipendentemente dalceto di appartenenza o dal lavoro svolto. In un intervento specifico nellÊassemblea plenaria degli enti, allapresenza dei membri della Commissione Adozione Internazionale,Walter, il direttore della Maloca, ha sottolineato che i costi per dareun elevato standard di qualità e in particolare per dare un supportocostante alle famiglie che intraprendono questo percorso sono si-curamente importanti, ma non dobbiamo mai dimenticare lo scopoche è quello di fare in modo che quando genitori e figli si incon-trano le cose possano procedere nel migliore dei modi per il coro-namento di un sogno che spesso ha dovuto attendere vari anni. Edin tutto questo percorso La Maloca vuole essere, per le coppieprima e le famiglie adottive poi, sempre un riferimento importantenella massima trasparenza di tutte le sue attività.Infine si è dibattuto molto e si sono fatte delle proposte , cercandouna mediazione per un coordinamento che rappresentasse tutti glienti e non gli interessi del singolo ente.Il Ministro ha parlato delle adozioni internazionali in generale, sot-tolineando quanto sia importante lÊaccoglienza delle famiglie dibambini molto lontani da noi sotto ogni punto di vista (lingua, cul-tura, tradizioni, aspetto somatico), ma quanto questo „fatto privato‰

abbia precorso nel tempo un fenomeno più sociale di integrazione:la globalizzazione. „Mondi lontani che si fanno vicini e che entranonellÊuniverso culturale delle coppie‰ Ed ancora, il Ministro, parlandodella famiglia la definisce come „uno spazio di accoglienza e gra-tuità, ma soprattutto ciò è vero per quelle coppie che varcano iconfini del nostro territorio in cerca di affetto e di genitorialità‰.Ciò stride, secondo il Ministro, con la vita che in Italia diventa sem-pre più individuale e la famiglia, quale istituzione sociale, si sfilacciasempre di più, mettendo in evidenza che nella crisi economica cÊèla crisi delle famiglie, delle persone. Per il Prof. Riccardi, a suotempo tra i fondatori della Comunità di SantÊEgidio „lÊadozione in-ternazionale va valorizzata perché rappresenta un segno per il fu-turo della società, ma il suo significato trascende la famiglia perchéè sintomo della costruzione di una società più aperta, accoglienteed integrata che mette al centro il valore della solidarietà, la retedei legami, delle relazioni per la ricostruzione del tessuto umano ditutta la società‰Mentre parlando degli Enti Autorizzato il Ministro ne sottolinea lÊim-portante funzione e specificità affermando che „essi rappresentanouna via eminentemente italiana e che, sebbene con storie ed espe-rienze diverse, la formazione continua ha messo tutti uno a fiancodellÊaltro: le coppie, i bambini, gli operatori dei servizi, il Tribunale,lÊAutorità Centrale e gli Enti stessi che si spendono sul campo, cre-ando e rappresentando unÊesperienza di valore etico e socialeunica‰.Discorso condivisibile in toto, mentre auspichiamo che venganoprese delle misure facilitanti per le coppie in Italia, mentre la nostraAutorità si „spenda‰ maggiormente sul territorio della diplomaziae degli accordi le Autorità dei Paesi di origine dei bambini per poterrendere sempre più possibile a genitori e figli il sogno di una fami-glia.

Progetto deLa Casa

sulla Rocciae del Teatrodi GLUCK

Page 7: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 7 -

Dal progetto DIVERTIMENTO ASSICURATO. L’alcool non è un gioco! Impariamo a divertirci in modo sano ed equili-brato. di Edda Lombardi

LÊalcool, sostanza con proprietà psico-attive, è la droga più diffusa almondo, diffusa perché costa poco ed è facilmente „reperibile‰. Troppospesso, purtroppo, si sottovaluta il ruolo dellÊalcool: basti pensare allepersone che muoiono a causa del consumo di alcool (cirrosi epatica,disturbi renali, malfunzioni cardiache), allÊelevato numero di incidentistradali dovuti alle coscienze annebbiate dallÊalcool, ai comportamentiimprevedibili spesso sfociati nella violenza nonché in atteggiamenti diostilità e minaccia anche non fisica. Tutto questo contornato dalle dif-ficoltà psichiche: ostacola lÊapprendimento e rende la persona incapacedi vivere bene impedendole, in tal modo, di raggiungere le mete dellapropria vita. LÊalcool viene assorbito il 20% dallo stomaco e il restante 80% dallaprima parte dellÊintestino. LÊalcool as-sorbito passa nel sangue e dal sangueal fegato. Successivamente circa il90% viene rimosso dal fegato; il re-stante da urine, feci, respiro, lacrime,sudore, traspirazione. LÊeliminazionedegli alcolici, al contrario di quanti sipensi, non è accelerata né dal freddo,né dal caldo, né tanto meno dal caffèo da una doccia fredda. Proprio per sfatare tali miti e ampliarela conoscenza circa lÊ(ab)uso di alcool,è opportuno attuare un programma efficace di prevenzione del con-sumo di alcool. Fra i vari interventi di prevenzione i più frequentementeadottati consistono nel fornire indicazioni sui rischi connessi allÊ(ab)usodi alcool. Proprio per questo, ogni anno, nel mese di Aprile, cade ilmese della prevenzione alcologica. Lo scopo di questa prevenzione èquello di sensibilizzare lÊopinione pubblica rispetto al fatto che lÊalcoolè un fattore di rischio. ˚ stato preso in considerazione Aprile comemese della sensibilizzazione in quanto tale periodo coincide con lÊini-ziativa „National Alcohol Screening Day‰ organizzata annualmente (daanni) negli Stati Uniti. In corrispondenza di ciò, nelle città italiane ven-gono promosse iniziative di informazione riguardanti i problemi deri-vanti dallÊuso dellÊalcool. La Regione Campania, lÊAssessorato allaSanità - Settore Fasce Deboli, il Servizio Tossicodipendenze ed Alco-

lismo in collaborazione con la Casa sulla Roccia, in particolar modocon lÊunità mobile Con-Tatto, hanno partecipato (nelle città di Avellinoe Benevento) attivamente a questa iniziativa nei luoghi del divertimentonotturno (centro storico e corso Vittorio Emanuele ad Avellino) e nelpunto di incontro di più scuole (contrada Baccanico - Avellino) con ilProgetto „DIVERTIMENTO ASSICURATO‰.Le giornate di prevenzione prevedevano la somministrazione di que-stionari che avevano lo scopo di capire il livello di conoscenza dei ra-gazzi circa lÊ(ab)uso di droga e alcool. Il questionario che venivasottoposto era del tutto anonimo. Sorprendente è stato notare comemolti ragazzi si siano avvicinati essi stessi chiedendo di poter compilareil questionario. Sono stati somministrati 378 questionari. La maggiorparte degli intervistati erano studenti (prevalentemente di sesso ma-schile) provenienti dalle provincie di Avellino e Benevento. Dalla rela-zione dei questionari si evince una buona informazione circa lÊalcool,riguardo sia cosa esso rappresenti, sia quali siano gli effetti e le pato-logie ad esso legato. Infatti la maggior parte dei ragazzi intervistatisanno dei rischi che si corrono a causa dellÊalcool (malattie, incidentistradali, risse), ma interessante è stato notare come esiste una, seppurepiccola, parte di ragazzi, che crede che lÊalcool riscaldi dal freddo (inrealtà lÊalcol dà sì sensazione di calore, ma è solo una sensazione di

calore temporanea. Esso infatti è un va-sodilatatore periferico e, in quanto tale,fa aumentare la quantità di sangue checircola sotto la pelle del corpo produ-cendo una sensazione di calore. A causadi questa vasodilatazione il calore in-terno del corpo viene disperso inesterno e la temperatura interna scende.Quando lÊeffetto della vasodilatazioneviene meno, se si è bevuto molto e se latemperatura ambiente è rigida, si avver-tono intensi e improvvisi brividi difreddo) o faciliti lÊamicizia (in realtà,

lÊazione euforizzante e disinibente dellÊalcol eccita e sembra favorire lerelazioni interpersonali anche nelle persone più timide. Ma, a lungoandare, lÊalcol può peggiorare i sintomi dellÊansia e della depressione,compromettendo le relazioni sociali). Notevole è stato anche lÊavvicinarsi di giovani ragazzi interessati a sot-toporsi agli alcool test; vuoi per gioco, vuoi per reale interesse, sta difatto che dopo la prova del palloncino, i ragazzi ascoltavano interessatiquello che lÊoperatore del camper gli diceva riguardo lÊesito dellÊalcooltest.Ora...con la speranza che il bere diventi solo un mero piacere di af-fiancamento al cibo e non un gioco con la vita⁄continuamo a PRO-MUOVERE LA VITA, imparando a viverla divertendoci in modo sanoed equilibrato.

Prevenzione Alcologica

progetto di prevenzione e recupero

l’Alcool non è un gioco

Page 8: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

Girolamo De MicheleLa scuola è di tutti

Ripensarla, costruirla, difenderlaUna scuola degna di questo nome un inse-gnante come Girolamo De Michele – scrit-tore raffinato, esperto di filosofia epedagogia, adorato dai suoi studenti – se loterrebbe ben stretto. Se ciò non accade, lamalattia è nel sistema. Tocca allo stesso DeMichele segnalare, a colpi di logica ferrea edi argomentazioni ineccepibili, la deriva del-

lÊistituzione base di ogni società civile verso mutazioni pericolose, e in-dicare la strada per unÊautentica riforma

Giovanni FlorisLa fabbrica degli ignoranti. La disfatta dellascuola italiana.Editore, Rixxoli

Il manager strapagato che incita a vincerecome fece Napoleone a Waterloo, l'avvo-cato che scrive "l'addove", il politico se-condo cui Darfùr è il dialetto per dire"sbrigati". La nostra classe dirigente è com-posta da mostri? La ben più dura realtà èche non sono più ignoranti della media.

Giovanni Floris non risparmia fatti, numeri e situazioni allucinanti.Dall'asilo di Napoli che non apre perché mancano i bidelli fino al-l'istituto friulano che ogni anno cambia l'intero corpo docente (pre-cario).

- 8 -

Aiutarci a completare “l’ombra del Condor", un progetto che sta indagando erivelando le violazioni dei diritti Uman perpetrati dalle dittature di Argentina,Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguai, che ha torturato, ucciso e fatto scom-parire migliaia di persone, durante Operazione Condor nel 1970. www.emphas.is

Page 9: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

l’APPROFONDIMENTO

- 9 -

L a S u o l aABBASSO LASQUOLAdi Luigi Numis

Esiste ancora la scuola libera e uguale per tutti?Azzardiamo domande.Partiamo da un assioma. La scolarizzazione di massa è il piùgrande progresso civile dellÊumanità. Non cÊè altra grande riformacon uguale portata sociale ed economica. Un esercito di bambinie ragazzi che vanno a scuola, una buona scuola, è garanzia di ric-chezza collettiva. La scuola come la bengodi dei popoli. Ecco per-ché scuola e welfare potrebbero anche essere sinonimi. Scuolapubblica, sÊintende. Se cÊè una vera forma di protezione e garanziaper gli uomini e le donne, quella è la scuola, pubblica e aperta atutti. Protezione dallÊanalfabetismo e garanzia di incivilimento. Sepoi ci aggiungiamo le funzioni di socializzazione e maturazione del-lÊindividuo, allora la sua imprescindibilità diventa inconfutabile. Epersino imbarazzante, se pensiamo a tutte le maledizioni che le ab-

biamo scagliato contro quando eravamo ragazzi e un poÊ impul-sivi⁄E infatti difendere la scuola dovrebbe essere compito fonda-mentale degli adulti, forgiati dallÊesperienza e consapevoli della vita.Negli ultimi tempi, invece, ci è capitato di assistere ad adulti indif-ferenti alla questione. Indifferenti soprattutto verso altri adulti ag-gressori della scuola pubblica ed evidentemente nemici del suospirito affratellante e goliardico. Così i giovani hanno dovuto faretutto da soli, interpretando anche il ruolo degli adulti, diventandopiù grandi della loro età e, purtroppo, delle loro possibilità. Hannolottato ma hanno perso. Hanno dimostrato le loro ragioni e le loropaure, hanno rivitalizzato il senso di unÊistituzione offesa e derisa,hanno occupato i vuoti di intelligenza lasciati dai loro governanti,hanno dato tutto quello che potevano. Ma hanno perso. Lo scontro rovente che un paio di anni fa hanno affrontato i legit-timi padroni della scuola, studenti e insegnanti, in rivolta verso iprovvedimenti del governo in materia di finanziamenti e riorganiz-zazione del sistema scolastico, non è argomento superato, tuttÊaltro.Ne va di mezzo la partecipazione democratica alla vita politica delloStato. In questo senso la pratica scolastica è fondamentale, ma fa-cilmente strumentalizzabile.Un buon esempio in materia è la riforma Gentile, promulgata nel1923 ed enfatizzata dallo stesso Mussolini coma „la più fascistadelle riforme‰. Essa prevedeva, accanto allÊinnalzamento a 14 annidellÊobbligo scolastico (obbligo più teorico che reale), un corso ele-mentare di cinque anni uguale per tutti, al termine del quale

c

Page 10: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 10 -

lÊalunno aveva possibilità di scegliere tra la scuola di avviamento allavoro, che precludeva qualsiasi ulteriore scolarizzazione, e la scuolamedia, che consentiva lÊaccesso ai licei scientifico e classico, tra cuisolo questÊultimo permetteva lÊingresso allÊuniversità. La riformaGentile realizzava il concetto di scuola di classe. Da una parte una

scuola elitaria, destinata alla formazione di una classe dirigente pla-smata sui principi ideologici conservatori e dominanti; dallÊaltra unascuola „del popolo‰, funzionale a fornire un livello di formazioneprettamente manuale alla classe lavoratrice, nella quale le materieumanistiche erano praticamente assenti (saper contare è necessarioal lavoro di un operaio, saper pensare no). Una scuola che negavale risorse culturali necessarie alla elaborazione di una coscienza cri-tica, indispensabile non solo per opporsi alla deriva dittatoriale delgoverno ma anche per comprendere i meccanismi economici delcapitale; lo stesso capitale che appoggiava il fascismo e che neces-sitava di manodopera ignorante e sottomessa da sfruttare.Su questo assetto intervengono i successivi articoli 33 e 34 dellaCostituzione Repubblicana, che sanciscono la libertà di insegna-mento quale presupposto e conseguenza della libertà di espres-sione. Ben consapevole che curare, organizzare e diffondere laformazione culturale e civile di un popolo significa garantire la qua-lità della democrazia, il legislatore si è preoccupato di farne materiacostituzionale, imponendo allo Stato, senza alcun monopolio, ilcompito di istituire scuole di ogni tipo, ordine e grado, in modo dagarantire a tutti la possibilità di accedere a unÊistruzione scolasticalibera e adeguata. A questo dovere statale corrisponde un vero eproprio diritto allo studio dei cittadini, da esercitare nella forma aessi più congeniale, in unÊottica di perseguimento comune del pro-gresso economico e sociale del Paese.Nonostante i principi posti dalla Costituzione, la difficoltà di met-tere mano allÊordinamento scolastico, dovuta alle istanze partico-laristiche dei diversi gruppi politici presenti in Parlamento, ha difatto bloccato ogni intervento fino allÊinizio degli anni Sessanta. Ladifferenziazione della scuola secondaria viene definitivamente su-perata solo nel 1962 con la legge 1859, attraverso la previsionedi una scuola media unificata che permetta lÊaccesso a tutte lescuole superiori. Nel 1968 viene istituita la scuola materna statale

mentre nel 1969, sotto la spinta dei movimenti studenteschi, vieneriformato lÊesame di maturità e liberalizzato lÊaccesso alle università.Con la legge 820/1971 viene riformata la scuola elementare conlÊintroduzione del tempo pieno, pensato sia come risposta ai mu-tamenti intervenuti nel tessuto sociale italiano – primo fra tutti ilprogressivo inserimento delle donne nel ciclo produttivo – sia comelaboratorio dove sperimentare forme di apprendimento mirate allenecessità dei singoli alunni.UnÊaltra novità importante di quegli anni è lÊapprovazione, nel1974, dei cosiddetti Decreti delegati, che introducono nella vitadella scuola le rappresentanze dei genitori, del personale ammini-strativo, tecnico e ausiliario e, limitatamente alla scuola superiore,degli studenti.Il filo conduttore di questi interventi, frutto delle spinte rinnovatricidi quegli anni, è quello di rendere la scuola meno impermeabilealla società e alle sue trasformazioni.La spinta rinnovatrice nel mondo della scuola, come ogni cosa, sisopisce provvisoriamente durante i „magnifici‰ anni Ottanta, ine-betita dallÊedonismo trionfante, per poi tornare dÊattualità politicanel decennio successivo. E non a caso. LÊondata di privatizzazioniavviata nel 1993 non poteva lasciare fuori dal libero mercato edalla corsa al profitto un settore importante come lÊistruzione. Apartire dal 1996 vari sono stati i tentativi di riforma che si sono af-fastellati al fine di riorganizzare il sistema scolastico – molti dei qualimai entrati in vigore o cancellati da provvedimenti successivi – ilcui unico effetto è stato quello di creare un disordine normativosconvolgente.

Il primo tentativo di riorganizzazione del sistema scolastico ascrivi-bile alla seconda Repubblica è la cosiddetta riforma Berlinguer, va-rata con legge 425 del 1997 dal ministro della Pubblica Istruzionedel primo governo Prodi, Luigi Berlinguer, ex rettore dellÊuniversitàdi Siena. La riforma prevedeva lÊinnalzamento a 15 anni dellÊob-bligo scolastico, novità nellÊesame di maturità, lÊautonomia scola-stica e il riordino dei cicli di apprendimento. Impossibile valutarnegli effetti sul sistema nel suo complesso perché, con il cambio dimaggioranza seguito alle elezioni del 2001, la riforma Berlinguer èstata interamente abrogata dalla legge 53 del 2003, meglio notacome riforma Moratti, la quale a sua volta ha seguito la stessa sorte,finendo la sua parabola giuridica – senza neppure entrare in vigore– con lÊelezione del successivo governo di centrosinistra. Governoche però non è stato in grado di emettere un provvedimento sosti-tutivo, lasciando lÊonore al nuovo governo Berlusconi ( e sennò nonsarebbe stato un governo di centrosinistra⁄), che il 29 ottobre2008 ha portato ad approvazione la legge 169/2008, la cosiddettariforma Gelmini, relativa alla scuola primaria e secondaria.Capisaldi della riforma sono la reintroduzione del maestro unico,contro i tre ogni due classi previsti dal sistema precedente nato nel1990, e la riduzione del modulo orario applicato al tempo pieno,con possibilità per i singoli istituti di provvedere, a proprie speseperò, al mantenimento del modulo precedente. Sul versante dei fi-nanziamenti statali alla scuola pubblica, il provvedimento è una ce-

Page 11: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 11 -

soia; tradotti in cifre, i tagli di spesa corrispondono più o meno a87.000 esuberi tra il personale docente e a 44.000 tra il personaleausiliario. Lo stesso decreto consente inoltre alle università di tra-sformarsi, previo voto di maggioranza assoluta del senato accade-mico, in fondazioni di diritto privato, ossia in enti dotati diautonomia gestionale, organizzativa e contabile; in altre parole siaprono le porte alla progressiva privatizzazione dellÊistruzione su-periore, con le conseguenze prevedibili sulla reale effettività del di-ritto allo studio così come concepito dalla Costituzione. Licio Gellidovrebbe avere i diritti dÊautore.La (contro)riforma Gelmini, con i suoi tagli, la spinta alla privatiz-

zazione e la conseguente riduzione del peso dellÊofferta formativapubblica, si pone tuttavia in modo lineare con le politiche econo-mico-finanziarie seguite dai governi italiani, indipendentemente dalcolore, negli ultimi anni. A partire dalla finanziaria del 2002 cÊèstata una progressiva riduzione dei finanziamenti alla scuola pub-blica. Giustificata con altre parole ma attuata con modalità autori-tarie, stiamo per caso ritornando alla scuola di classe del modellofascista? Una scuola pubblica svuotata di risorse umane e finanzia-rie, e che non potrà offrire altro che una povera educazione di base,spingerà chi potrà permetterselo a iscrivere i propri figli a unascuola privata in grado di dargli una educazione più completa? Te-miamo proprio di sì. Infatti, contestualmente al depotenziamentodella scuola pubblica, vi è stato lÊaumento dei finanziamenti allescuole private parificate. LÊargomento merita una digressione sullacondizione giuridica di tali enti.LÊarticolo 33 della Costituzione attribuisce agli enti privati la pos-sibilità di istituire scuole e istituti di educazione, ma precisa chequesto deve avvenire senza oneri per lo Stato. Eppure ogni annola finanziaria predispone dei finanziamenti diretti agli istituti parifi-cati, in base a una norma, la legge 62/2000, varata dal ministroBerlinguer, che fissa i criteri relativi alla parità scolastica tra scuolepubbliche e private. La norma, in via preliminare, afferma lÊappar-

tenenza delle scuole parificate al sistema nazionale di istruzione, ri-conoscendo quindi ai titoli di studio da esse rilasciati validità legaleequipollente a quelli rilasciati dagli istituti pubblici; garantisce inoltrealle scuole parificate piena libertà per quanto riguarda lÊorienta-mento culturale e gli strumenti pedagogico-didattici da utilizzare.In merito ai finanziamenti la norma, per aggirare il divieto costitu-zionale, pone in essere un sottile artifizio: non prevede nuovi ca-pitoli di spesa diretti esclusivamente agli istituti privati, ma liinserisce, con vincolo di utilizzo, nei capitoli di spesa già previstiin finanziaria per il sistema pubblico nazionale. Inoltre, la legge60/2000 introduce il meccanismo dei buoni pasto, ossia contributidiretti riconosciuti alle famiglie che scelgono di iscrivere il propriofiglio a una scuola parificata, che altro non sono che contributi in-diretti alle scuole stesse. A questi vanno sommati gli sgravi fiscaliderivanti dallÊapplicazione alle scuole paritarie del regime fiscale re-lativo agli enti senza fini di lucro (!). Ce ne sarebbe abbastanza perabolire de facto lÊarticolo 33 della Costituzione.Si ritiene che a partire dalla finanziaria del 2002 i contributi, direttie indiretti, alle scuole parificate ammontino ormai a diversi miliardidi euro. La maggior parte degli istituti paritari, che rappresentanoormai il 20% dellÊofferta educativa nazionale, è gestita direttamenteo indirettamente da ordini religiosi facenti capo alla Chiesa catto-lica, apostolica e romana. Per questo motivo, la Conferenza epi-

scopale italiana ha fortemente osteggiato il (timido) tentativo diTremonti di ridurre il capitolo di spesa relativo alle scuole paritarienella finanziaria 2008; tentativo immediatamente abbandonato dalministro, intimorito dallÊira divina dei prelati. Che strana democra-zia la nostra: migliaia di studenti, centinaia di cortei in tutta Italia,mobilitati per difendere la scuola pubblica contro i tagli della Gel-mini, non hanno fermato il progetto del governo. Alla Chiesa, perdifendere il proprio status quo, è bastato lanciare unÊocchiata di tra-verso.Lo scenario quindi si presenta fosco e foriero di cattivi presagi. Maicome ora la scuola pubblica è attaccata su più fronti: da una partela riduzione dei finanziamenti, dallÊaltra lo spintone allÊistruzionenel mercato, perché di mercato in senso economico ormai si tratta,di soggetti privati dotati di una indiscutibile capacità concorren-ziale.Una situazione delicata evocata da molte voci, anche in periodi nonsospetti. Voci che il discorso pronunciato da Pietro Calamandreial III congresso dellÊAssociazione a difesa della scuola nazionale(ADSN) tenutosi a Roma nel lontanissimo 1950, ben sintetizza:„Facciamo lÊipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al po-tere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispet-tare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol farela marcia su Roma e trasformare lÊaula in alloggiamento per i ma-nipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora,che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare lescuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato

Page 12: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 12 -

hanno il difetto di essere imparziali. CÊè una certa resistenza; inquelle scuole cÊè sempre, perfino sotto il fascismo cÊè stata. Allora,il partito dominante segue unÊaltra strada. Comincia a trascurarele scuole pubbliche, a screditarle, a impoverirle. Lascia che si ane-mizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuoleprivate. Le scuole del suo partito, di quel partito. E allora tutte lecure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaroe di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andarea queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle diStato. E magari si danno dei premi, o si propone di dare dei premia quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figliuoli inveceche alle scuole pubbliche alle scuole private. A ÂquelleÊ scuole pri-vate. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio.Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito do-minante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Statoin scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare laprevalenza alle sue scuole private‰. EÊ vero che subito vi viene inmente un governo recente?... La profezia di Calamandrei, per quanto catastrofica, è stata anchesuperata dalla realtà dei fatti. Se Calamandrei parla di un partitodominante a cui presumibilmente si oppone un partito minoritario,lÊamara constatazione che nasce dallÊanalisi attuale è che ci tro-viamo di fronte a un disegno condiviso da entrambe le ali principalidel Parlamento. Se è vero infatti che le coalizioni di centrodestrahanno emesso un numero superiore di provvedimenti in materia,è altrettanto vero che le coalizioni di centro-sinistra hanno avuto la

responsabilità di iniziare, almeno formalmente, lÊintero processo diparificazione tra scuola pubblica e scuola privata. Si tratta insommadi un andazzo favorito non da un partito dominante, ma da unatrasversalità di interessi politici, sensibili a influenze di altri poteriforti. Chiaramente la Chiesa, per la quale le scuole private cattoli-che rappresentano introiti economici e controllo ideologico. E piùsubdolamente il capitale, che si avvantaggia non solo di una classelavoratrice formata esclusivamente sulle necessità produttive – ri-cordate le tre ÂiÊ di Berlusconi inglese impresa informatica? – maanche di università divenute fondazioni private nelle quali potrà con-trollare la direzione della ricerca a proprio vantaggio.E se ci trovassimo di fronte i primi capisaldi di una nuova forma didittatura? La dittatura della cultura. Come non pensare al romanzo„1984‰? Una società simile a quella concepita da Orwell, in cui ilpotere si manifesta attraverso il controllo delle coscienze e la rimo-zione del passato, è possibile solo nel momento in cui lÊistruzionediventa strumento di omologazione ai principi stabiliti dal poterestesso. In questo modo, escludendo a priori ogni forma di opposi-zione, stroncandola sul nascere proprio negando quegli strumenticulturali necessari alla sua stessa formazione, il potere conserva sestesso e si riproduce. Forse stiamo esagerando con gli scenari grot-teschi, ma possiamo non ritenere attuale quel passo orwelliano„Ciò che le masse pensano o non pensano incontra la massimaindifferenza. A loro può essere garantita la libertà intellettuale pro-prio perché non hanno intelletto‰? Secondo noi possiamo, ma perquanto tempo ancora?

Page 13: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 13 -

Il movimento studentesco, in Italia come al-trove, fu il primo Ânuovo movimento socialeÊa comparire sulla scena. Questo ha creatouna nuova realtà politica e culturale: eranonuovi attori, che utilizzarono forme dÊazionesostanzialmente diverse da quelle tradizio-nali degli organismi rappresentativi. Hadato vita a organizzazioni decentrate e cer-cato di imporre un nuovo paradigma cultu-rale e politico. AllÊinizio degli anni Sessantavi furono, allÊinterno delle tradizionali orga-nizzazioni studentesche, le prime protestecontro la politica scolastica del governo.Queste organizzazioni chiedevano unamaggiore partecipazione negli organi deci-sionali, una riforma della didattica e un mi-glioramento dei servizi. Queste associazionistudentesche però si sarebbero presto rive-late incapaci di incanalare e interpretarelÊattivismo degli studenti, tanto che alla finedel Ê68 tutte le organizzazioni si eranosciolte ufficialmente.Le richieste del movimento degli studentierano varie, di tipo prevalentemente quali-tativo: scopo del movimento non era ne unaredistribuzione delle ricchezze, né tantomeno lÊaccesso ai centri decisionali, riven-dicazioni definite di tipo più materiale, chehanno influenzato invece lÊazione dei „vec-chi‰ movimenti sociali.Il movimento degli studenti chiedeva: nuovidiritti di partecipazione; lotta contro lÊauto-ritarismo accademico; richieste di pro-grammi gestiti dagli studenti, nei quali iprofessori sarebbero stati poco più che deiconsulenti.Le formule organizzative adottate dalle or-ganizzazioni del movimento studentesco fu-rono assemblee generali di studenti,

considerate il principale strumento della de-mocrazia partecipativa. Le decisioni veni-vano prese in assemblee generali aperte achiunque volesse partecipare. Vi era un ri-fiuto della rappresentanza, infatti i leadererano coloro che devolvevano più energieallÊazione collettiva.La forma di protesta che più di ogni altraha caratterizzato il movimento studentesco,è stata lÊoccupazione. Questa azione com-binava sia il bisogno di pubblicizzare le pro-prie richieste, che quello di costruire unaidentità collettiva (esigenza molto impor-tante per un movimento in fase di forma-zione). LÊoccupazione dellÊuniversità era unatto che simboleggiava il rovesciamento del-lÊautorità, la creazione di uno spazio pro-prio, di sperimentazione di una vita diversa.LÊoccupazione fu una risorsa molto impor-tante per la costruzione di densi reticoli so-ciali.Uno degli ultimi importanti movimenti stu-dentesco è stato: „Il movimento della Pantera‰ che nascecome opposizione alla riforma del ministroRuberti, poi la mobilitazione si estenderàanche ad altri temi quali la legge Russo-Jer-volino sulla tossicodipendenza, il diritto di

sciopero, il razzismo. Sono rivendicazioniche vanno dalla difesa dello stato sociale,del diritto allo studio e delle libertà demo-cratiche. Il modello organizzativo del movimentodella Pantera assomigliava a quello utilizzatodalle precedenti ondate di protesta nelleuniversità. Era una forma organizzativa ditipo partecipativo: lÊAssemblea era la sededecisionale, le Commissioni il luogo doveelaborare i contenuti del movimento. Il co-ordinamento veniva garantito da una retetelematica che metteva in comunicazionevia fax le facoltà occupate. Ma a differenzadel movimento del Ê68, gli studenti eranoconsapevoli dei limiti della democrazia par-tecipava; infatti nel movimento della Pan-tera i delegati avevano capacità di prenderedecisioni.Ma questi movimenti hanno rinunciato adogni prospettiva di Âcontestazione globaleÊ.Infatti le richieste degli studenti sono rivolteallÊauto-realizzazione di sé sul piano del sa-pere, alla ricerca di una partecipazione alprocesso formativo in modo da non esseresoltanto destinatari di informazioni ma at-tori dellÊauto-formazione di sé stessi.

IL MOVIMENTO STUDENTESCOdi Noè Di Paola

La Casa sulla Roccia Avellino0825/72420 - [email protected]

Progetto per la dipendenza

Page 14: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

Nel T.F.A.unÊocca-sione per

entrare nelmondo dellascuola

di Sara De Rogatis

Il T.F.A., acronimo di Tirocinio Formativo Attivo, è il nuovo per-corso di preparazione allÊinsegnamento nelle scuole italiane di ogniordine e grado, di carattere abilitante e durata annuale, istituito dalMIUR con D.M. n.249/2010 e gestito dalle singole università. Considerato il successore delle SISS (ex Scuole di SpecializzazioneallÊInsegnamento Secondario), il TFA costi-

tuisce unÊoccasione di lavoro per molti giovani e precari che popo-lano le graduatorie di terza fascia degli istituti scolastici e che desi-derano, in una prospettiva futura, „salire‰ in cattedra. La suaattuazione prende avvio con lÊemanazione del Decreto Direttorialen.74 del 24 aprile 2012 e con la successiva pubblicazione, da partedelle università coinvolte, della procedura concorsuale suddivisa in3 step selettivi: test di preselezione, prova scritta e prova orale.Le evidenti difficoltà e ambiguità che hanno caratterizzato le provepreselettive e che il Ministero stesso ha riconosciuto pubblicandouna nuova graduatoria alla luce di una revisione globale dei test,hanno prodotto dei tagli così netti tra i circa 150.000 candidati alivello nazionale tanto da lasciare „scoperti‰ numerosi posti traquelli previsti nei singoli bandi concorsuali per le differenti classi diconcorso. EÊ nato così il „caso scuola‰ che durante la pausa estivaha attirato lÊattenzione dei media e ha mobilitato notevoli polemi-che tra docenti, sindacati e associazioni formative alla ricerca dimotivazioni e criteri validi nella correzione dei test da parte dellaCommissione Ministeriale. EÊ stato giusto far passare la presele-zione a candidati che ad una prima correzione erano stati esclusi,scavalcando chi aveva dimostrato una competenza maggiore no-nostante le difficoltà e la vastità degli argomenti oggetto dei test?Ma è stato altrettanto giusto negare la possibilità di proseguire nellaselezione concorsuale a tanti docenti precari e giovani che datempo attendevano una nuova modalità di abilitazione e che, dopoanni di docenza in un caso e una preparazione approfondita nel-lÊaltro, sono rimasti fuori anche dalla seconda graduatoria dovendoaccettare una modalità di correzione ambigua? Intanto, proseguono le prove selettive tra segnali contrapposti dipolemica, speranza e delusione; e nei giorni scorsi si sono svoltigli attesi incontri tra rappresentanze ministeriali e organizzazionisindacali nel tentativo di fare maggiore chiarezza sulla situazioneda diverse angolature e nel rispetto degli obiettivi prefissati. Inoltre,dai dati diffusi dal Cineca, il Consorzio Interuniversitario che si èoccupato della gestione tecnica delle preselezioni, è emerso chel'età media degli aspiranti in attesa di un'abilitazione è di 35 anni,un aspetto su cui riflettere considerando lÊalto tasso di disoccupa-zione che investe la popolazione italiana e in particolare giovanile. Il Ministro dellÊIstruzione Profumo, però, rassicura: „Bisogna met-tere al centro dellÊagenda politica Scuola, Università e Ricerca pertornare ad essere un grande Paese‰, approvando la vecchia mo-dalità di reclutamento degli insegnanti con concorso a cattedra, cheprevederà lÊassunzione di ventiquattromila nuovi docenti nellascuola a partire da settembre 2013. Sembrerebbe più rosea la pro-spettiva lavorativa, soprattutto nel settore scolastico, nel tentativodi dare serenità di fronte alle tante speranze perdute e per riuscirein questa ormai „mission impossibile‰ di una sistemazione lavora-tiva.

- 14 -

Page 15: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 15 -

Nella vita di tutti i giorni la tua famiglia può incontrare diverse difficoltà chenon sempre è facile superare da soli. Il nostro lavoro è quello di ascoltarti,aiutarti a comprendere e, se vuoi, risolvere insieme i tuoi problemi familiari.Chiamaci, anche solo per un cosiglio o un ascolto. Siamo qui per questo, gra-tuitamente.la casa sulla roccia | rione san tommaso 85, [email protected] / www.lacasasullaroccia.it

Page 16: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

LEGGERE? AIUTA A CRESCERE!di Nicola De Rogatis

Una volta lÊItalia era un paese di santi, poeti e naviganti. Oggi disanti non ce ne sono tanti, qualcuno tipo Padre Pio, Papa Giovannie Papa Wotyla, tanto per citarne qualcuno recente. A navigare siva più per il web che per il mare, in quel grande oceano virtualeche è internet. Ma di poeti ce ne sono ancora parecchi. Insiemeagli scrittori forse sono anche troppi. Soprattutto in questi ultimiventÊanni, scrittori e poeti in Italia sono nati come funghi. Ognunoha il suo bel romanzo o la sua raccolta di poesie nel cassetto. Ilguaio è che ogni tanto si cerca di tirare fuori qualcosa. E quindi, sevi dovesse capitare di scrivere un sonetto o un romanzo avventu-roso, il mio consiglio è di lasciarlo nel cassetto o, al massimo, con-dividerlo con qualche amico fidato. Se poi, malauguratamente,provate a tirarlo fuori per pubblicarlo, allora preparatevi a unÊav-ventura dai risvolti drammatici e, raramente, a lieto fine.Potreste anche aver scritto un capolavoro, ma sareste costretti abuttarlo in pasto alle migliaia di piccole case editrici che sono làper succhiarvi il sangue. E, infine, se foste anche disposti a daremezzo litro del vostro liquido vitale, si spalancherebbero per voi leporte degli inferi: la distribuzione! Qual è il problema dellÊeditoria,oggi? Mancanza di fondi? Forse. Mancanza di iniziative pubblicita-rie? Anche. Ma, soprattutto, mancanza di clienti, cioè lettori. Sietestati tutti, immagino, almeno una volta in una libreria e, quindi, misaprete dire lÊetà media dei clienti. VentÊanni? Trenta? Quaranta?

No, salite ancora perché in una qualsiasi libreria, troverete in mag-gior parte uomini e donne dai quarantÊanni in su: casalinghe an-noiate in cerca di romanzi rosa, famelici divoratori di thriller, anzianiappassionati di poesie, ecc. ecc. Ma difficilmente troverete ragazzitra i sedici e i venti anni. E perché? La risposta è semplice: a scuolanon sÊinsegna lÊamore per la lettura! Oh, no, non voglio metteresotto accusa gli insegnanti – ne ho anchÊio una in casa – che giàhanno tanti problemi personali e lavorativi, ma è il sistema che nonstimola i giovani a leggere. Un poÊ per lÊavvento dei tablet, un poÊper lÊeccessivo tempo passato in internet e un poÊ, diciamocelopure, per la mancanza di stimoli nel programmare il futuro e svi-luppare un senso critico. Sì, perché leggere apre la mente, risvegliale coscienze, aiuta a domandarsi cosa fare da grande. Addentrarsitra le righe di un romanzo giallo stimola la capacità di indovinarelÊassassino, come quando bisogna risolvere unÊequazione. In fondo,la matematica e la letteratura camminano a braccetto; potremmodire che sono le due ali che aiutano una persona a volare. Oggi,invece, per la matematica ci sono le formule da imparare a memo-ria, le calcolatrici scientifiche e le soluzioni su internet, per la lette-ratura si continua a propinare la Divina Commedia e i PromessiSposi che non attirano un adolescente, semmai possono essereinteressanti per i genitori. Perché, ad esempio, non dedicare unaparte della didattica a corsi di scrittura creativa? Perché non ana-lizzare a fondo la personalità degli autori invece di tradurne solo gliscritti redatti, semmai, in una lingua che non riusciamo più a com-prendere? La scuola dovrebbe aiutare le persone a crescere elÊunico modo è quello di aprire le menti. Ai miei tempi, nel „68,uno degli slogan in voga era „la fantasia al potere‰. Non sono uneducatore né uno scrittore di professione, ma aiutarsi con la fanta-sia a trovare nuove strade per far crescere i nostri ragazzi, non do-vrebbe essere sbagliato. Solo così il mondo dellÊeditoria potrebberialzarsi dal baratro dove è finito e, finalmente, vedremmo giovanie meno giovani discutere appassionatamente con il librario dellÊul-timo romanzo di Ken Follet o di Umberto Eco.

- 16 -

Scopi e finalitàPromuovere e realizzare forme di solidarietà sociale e impegno civile tese a superare lÊemarginazione; svolgere unÊazione di stimoloe di coinvolgimento nellÊaccoglienza delle nuove famiglie, simpatizzanti e benefattori; porre in atto iniziative concrete per unÊefficaceprevenzione e una corretta informazione sulle dipendenze e sul disagio sociale in genere; promuovere e curare la formazione deipropri soci quale occasione dellÊapprofondimento della cultura e dei valori dellÊazione volontaria (estratto dallo statuto sociale).

VolontariatoTutti i membri prestano la loro opera in modo assolutamente volontario, tentano di diffondere sui territori di provenienza la culturadellÊascolto e della solidarietà coinvolgendo enti pubblici e privati partendo dal principio che i problemi derivanti dallÊuso di droga ei disagi sociali, soprattutto giovanili, non riguardano solo loro ma tutta la società civile. AllÊAssociazione aderiscono anche singoli vo-lontari che, pur non avendo nessun familiare coinvolto nel programma, vogliono sposare la linea educativa e terapeutica della Casasulla Roccia facendosi anchÊessi promotori di iniziative.

Tu solo puoi farlo ma non da solo Non è uno slogan ad effetto ma è la realtà che si trova ad affrontare chiunque voglia uscire dai canoni della delega e della derespon-sabilizzazione. In una società basata sullÊimmagine, lÊAssociazione Famiglie Progetto Uomo vuole proporre ai propri soci, innanzitutto,e a tutte le persone che si lasciano coinvolgere, un modello sociale basato sulla responsabilità e sulla collaborazione reciproca, doveognuno è parte del tutto e il tutto è patrimonio del singolo anche se vissuto in modo diverso a seconda delle proprie capacità,sensibilità e livello di coinvolgimento.Via Rocco Scotellaro – 83100 Avellino – tel. 082572420 fax 082571610 – [email protected] – posta Elettronica

Certificata (PEC): [email protected]

ASSOCIAZIONE FAMIGLIE

PROGETTOUOMO

Page 17: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 17 -

Iniziativa dell’Associazione “La Casa sulla Roccia”Assistenza Legale Gratuita a persone in difficoltà

Per appuntamento telefonare alla segreteria dell’Associazionesita in Avellino al Rione San Tommaso, 85tel.: 0825/72420 – 72419 fax 0825/71610

http://www.lacasasullaroccia.it – email : [email protected]

Page 18: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 18 -

experience & supportLa Casa sulla Roccia è un’ Associazione di Volontariato cheopera sul territorio come centro di solidarietà dal 1985. E’composta da un gruppo di soci volontari e da un’equipe dioperatori che offrono quoidianamente il proprio contri-buto.

Far parte dell’Associazione significa voler essere al serviziodelle persone avendo a cuore il miglioramento della qua-lità della vita. Pertanto nei confroni della colleività ci as-sumiamo la responsabilità di operare in manieratrasparente aiutando la persona ad aiutarsi ed a raggiun-gere un maggiore benessere.

Rione San Tommaso 85 - Avellino

La scuola è comunemente associata allÊideadi trasmissione di informazioni e di nozioni,ma cÊè un aspetto poco noto e spesso sot-tovalutato: essa non riguarda, infatti, solola formazione, ma anche lÊeducazione. Conil termine educazione (Dal Latino Educere,letteralmente „tirare fuori‰, „far uscire‰), cisi riferisce non solo alla crescita intellettualedi un individuo, ma anche al miglioramentodelle sue capacità di gestire conflitti e rela-zioni, al renderlo consapevole delle sueSkill-life e a dargli strumenti adatti per farfronte alle difficoltà quotidiane. In tale ottica si inseriscono i ProgrammiOperativi Nazionali, meglio conosciuti conla sigla PON.Si tratta di programmi educativi specifici fi-nanziati dallÊunione Europea, atti ad infor-mare e a potenziare le abilità degli studentisu specifiche tematiche, che spaziano dallalegalità alle dipendenze, dalle emozioni allecompetenze puramente scolastiche. Pur concentrandosi prioritariamente sullecompetenze degli studenti e dei giovani,essi hanno anche lo scopo di rafforzare ilruolo della scuola come fattore di inclusionee aggregazione sul territorio. LÊAssociazionedi Volontariato „La Casa sulla Roccia‰ hacondotto diversi Pon presso scuole medieinferiori e superiori della provincia di Avel-lino, tra cui lÊIstituto Alberghiero „ManlioRossi Doria‰, lÊIstituto Agrario di Avellino,lÊITIS di Grottaminarda, solo per citarne al-

cuni. Le tematiche affrontate hanno riguar-dato lÊalfabetizzazione emotiva, la legalitàcome valore e la scoperta e lÊimplementa-zione delle Skill Life, le 10 competenze pervivere bene con tutti. La struttura degli in-contri comprendeva sia dei seminari teorici-volti a favorire lÊacquisizione di conoscenzesulle tematiche proposte- sia dei laboratorisu tutti gli argomenti presentati. Nel corsodei Pon sono state anche organizzate dellevisite presso la sede della Comunità Tera-peutica „Villa Dora‰ e presso alcune asso-ciazioni di volontariato presenti sul territoriodella provincia, atte a far toccare con manola realtà oggettiva dei corsi. La metodologiascelta è stata atipica rispetto al normale mo-dello insegnante-alunno. Erano gli stessistudenti, che attraverso giochi di ruolo, at-tività di gruppo e semplici riflessioni guidate

sugli argomenti proposti, acquisivano con-sapevolezza delle proprie dimensioni intrap-sichiche e relazionali, di nuovi modi dipensare, sentire e relazionarsi; e attraversogruppi di auto-aiuto, che favorivano il coin-volgimento dei ragazzi, e aiutavano il lororeciproco conoscersi e confrontarsi, si ècreato un contesto tale da agevolare un co-stante e vicendevole gioco di specchi in cuipotersi mettere in gioco, aprirsi, parteci-pare, ed infine aiutarsi. La risposta avutadagli studenti è stata decisamente positiva:a dispetto delle previsioni, si è evidenziatauna costante e assidua presenza ai singoliincontri, un interesse e una curiosità conti-nua, un entusiasmo contagioso, con il desi-derio di esserci e di crescere insieme. LÊesitopositivo avuto e lÊesigenza riscontrata sulterritorio ed emersa dalla conoscenza delmondo giovanile, purtroppo legata forte-mente allÊinsicurezza, rende davvero utiletali categorie di Pon. Contrariamente allacomune idea insita sia nei partecipanti, sianel personale scolastico o nella famiglia,questi PON riescono a rispondere alle esi-genze dei ragazzi di oggi e forniscono stru-menti adatti per far fronte alle loro difficoltàquotidiane. Auspichiamo quindi un mag-giore sforzo, sia da parte delle scuole, siadelle famiglie, sia degli stessi alunni, a pren-dere parte e a trarre il meglio da questi pro-grammi, con lÊaugurio di „tirar fuori‰ il

meglio del proprio Io.

I PROGRAMMIOPERATIVI NAZIONALI(p.o.n.)

di Donatella Pasquale

Page 19: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 19 -

L’uso di alcool vi separa dai migliori

momenti della vostra vita

Page 20: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 20 -

STORIE

BUONGIORNOVITAdi Giovanni Espositodi Francesca Bertucci

Buongiorno Vita, quando varchi il cancello della sede dellÊaccoglienza al rione S.Tom-maso ad Avellino è la prima frase che ti trovi davanti agli occhi.

Era il 26 ottobre del 2006 la prima volta che lÊho vista.Era la prima volta che decidevo di affrontare il problema.Stavo scegliendo in quel momento di darmi unÊaltra possibilità, daqualche parte dentro di me sentivo che quellÊaltra possibilità cÊera.Sono cambiate tante cose da quel giorno.EÊ iniziato un lungo viaggio chiamato „speranza‰ ma anche volontà,testardaggine, forza, capacità, aiuto⁄. Vita!E allora „Buongiorno Vita‰Ora che sono arrivato alla fine di questo viaggio così lungo, cosìtortuoso, così straordinariamente affascinante, così speciale.Niente al confronto, nessun porto, nessuna meta, ha lo stesso va-lore.Questo viaggio che ha circumnavigato dentro di me, alla ricercadella verità e della libertà dellÊanima.Riscoprendo cuore, mente e corpo.

19.09.2012 LÊalba!Così attesa, così sperata, così voluta.Mi accorgo che tra le tante cose che vedo cambiate intorno a me,quello che risalta di più agli occhi è il mio modo di fare.Di vedere, di capire. Ma sopra ogni cosa si Sentire!Con il cuore oltre che con le orecchie.Tutto quello che mi attraversa allÊalba di questo nuovo giorno èqualcosa di indescrivibile.

EÊ il conflitto tra la ragione e la magia.Mi attraversa dalla testa ai piedi, passando per tutte le parti delmio corpo.EÊ un sentimento molto forte, quasi sentirlo fa paura, ma pauranon è!EÊ gioia, gioia infinita.Forse anche solo per il fatto di sentirlo, di viverlo.E allora „Buongiorno Vita‰Radio a tutto volume. Telefonino che squilla continuamente. LÊaf-fetto ed il calore di tutte le persone che con me hanno attraversatola tempesta e che si sono seduti al mio fianco sullÊisola felice.Tante sono le persone che hanno con il loro contributo permessola realizzazione di questo viaggio per arrivare ad oggi.Perché da soli non si può.Non sarei potuto diventare quello che sono oggi senza gli altri.Perché lÊuomo o è relazione o non è.Non cÊè vita senza lÊaltro.Non cÊè speranza senza quella mano tesa che ti stringe quando lanave si trova nella tempesta o che ti prende per ballare quando ap-prodi sullÊisola felice.E allora „Buongiorno Vita‰Sono le 18.30 di Mercoledi 19.09.2012 e quasi non ci credo ditrovarmi in Comunità per la mia graduazione, nella casa che tantoha condiviso con me.Mi chiamano, dobbiamo entrare nellÊultimo gruppo terapeutico diquesto meraviglioso percorso.Tante sono le cose che mi passano per la testa, ma forte è il desi-derio di esprimere tutta la mia gioia.Con le parole, quelle che mi hanno insegnato a mettere insiemelettera per lettera le stesse persone che ora si trovano lì, di frontea me.Mi sento forte.Mi sento sicuro.Solo leggermente la paura mi sfiora.Ma è tanta la gioia di esserci, di poter marcare la mia presenza, dipoter rivendicare la consapevolezza di avere a disposizione tutti glistrumenti per scegliere di essere ogni volta „un uomo libero‰Lontano da ogni forma di dipendenza fisica e morale.Cosciente di dover essere sempre pronto a far fronte alle insidieche giacciono sul fondo.Sotto la sabbia ormai.E allora „Buongiorno Vita‰LÊabbraccio della Comunità, lÊemozione della mia famiglia, di tutti.Il cuore che batte forte.Gli occhi che incrociano altri occhi, tanti.Non sono più solo.Non lo sarò mai più.Semplicemente perché non si è mai più soli di quanto non lo si vo-glia essere.Sto tornando a casa, ma dentro di me sento che casa mia è il postoche ho appena lasciato.Non è un addio.Ma già sento il desiderio di ritornare a stare vicino a tutti quei ra-gazzi che come me hanno intrapreso quel viaggio chiamato „spe-ranza‰ ma anche volontà, testardaggine, forza, capacità, aiuto⁄.Vita!E allora, Buongiorno Vita!!!EÊ formidabile emozione⁄Tu esistiPerché Io esisto

Page 21: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 21 -

DITE CHEdi Giovanni Esposito

Dite che, nascere una volta ancora è possibile perché io lÊho vissuto.

Dite che,trovarsi davanti ad un bivio ed avere la capacità di scegliere la strada giusta anche se è quella più faticosa è reale perché io ci sono riuscito.

Dite che,la solitudine non esiste perché non si è mai più soli di quanto non lo si vo-

glia essere.Dite che,

esiste un posto dove la vita ha il sapore dellÊacqua che scende dalla mon-tagna e lÊodore della terra che fa nascere un fiore perché io ci sono stato.

Dite che,ogni volta che pensate a tutto questo avete davanti agli occhi lÊimmagine

della vostra casa perché è anche casa mia.Gridatelo,

e non stancatevi mai di farlo che „Villa Dora‰ è la speranza di una vitanuova e ditelo pure che è la verità che nonostante tutto esiste.

Perché io esisto.Ogni tuo ciottolo, ogni tuo granello di sabbia, ogni tuo angolo reconditorappresenta per me la vita, che insieme, lottando, continuiamo a vivere.

Perché questo non è un Addio, non lo sarà mai.Ci sono persone destinate ad amarsi per sempre perché ciò che li lega e

più forte di ciò che li potrebbe dividere.Questo lo dico io,per sempre Casa Mia

Page 22: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 22 -

L’AVVOCATO

L' AFFIDAMENTO „IN PROVA‰ IN COMUNITAÊa cura di Danilo Iacobacci e Fabiola De Stefano 1. Una buona idea.Il Legislatore italiano ha (con una sorprendente sensibilità) previsto- nello stesso testo normativo in cui sanziona, tra l'altro, la deten-zione finalizzata allo spaccio di stupefacenti - anche la possibilitàdi evitare la carcerazione per colui il quale sia stato condannatocon pena detentiva definitiva ma sia, in maniera certificata, un sog-getto tossicodipendente. All'art. 94 del DPR 309/90 è, infatti, previsto il c.d. Affidamentoin prova in casi particolari. Tale forma alternativa alla detenzionepuò essere richiesta, in sintesi, se la pena detentiva deve essereeseguita nei confronti di persona tossicodipendente o alcooldipen-dente che abbia in corso un programma di recupero o che ad essointenda sottoporsi, purché la pena da espiare non sia superiore asei anni (od a quattro anni se relativa a titolo esecutivo compren-dente reato di cui all'articolo 4-bis della legge 26 luglio 1975, n.354).A decidere sulla meritevolezza di questa valida alternativa alla de-tenzione è, volta per volta, la c.d. Magistratura di Sorveglianza; laquale sovente accoglie l'istanza quando ritiene che il programmaterapeutico contribuisce al recupero del condannato ed assicura laprevenzione del pericolo che egli commetta altri reati. Quanto ai limiti applicativi , tra l'altro, è previsto che l' affidamentoin prova al servizio sociale non possa essere disposto più di duevolte per lo stesso soggetto.Quanto, invece, ai doveri della „struttura ospitante‰ è, tra le altrecose, previsto che il responsabile della struttura presso cui si svolgeil programma terapeutico di recupero e socio-riabilitativo sia tenutoa segnalare all'autorità giudiziaria le violazioni commesse dalla per-sona sottoposta al programma. Qualora tali violazioni integrino unreato, in caso di omessa segnalazione, l'autorità giudiziaria ne dàcomunicazione alle autorità competenti per la sospensione o revocadell'autorizzazione ad esercitare le attività della struttura e dell'ac-creditamento istituzionale.

2. Una corretta applicazione.Una corretta applicazione dell'istituto giuridico in questione sembraessere fatta dalla Corte di Cassazione, la quale, forse, più e megliodella Magistratura di Sorveglianza ha compreso la logica e l'ambitooperativo di esso. Infatti, ancor di recente la Cassazione (Cass. pen., sez. I,12.04.2011-25.05.2011, n. 1371) ha confermato la marcata spe-cialità del sottosistema punitivo e penitenziario a carico di imputatitossico ed alcooldipendenti; in particolare, lÊistituto del c.d. affida-mento in prova terapeutico, disciplinato dallÊart. 94 d.P.R. n. 309del 1990, è teso – e questo è il suo fine prevalente – alla cura delsoggetto tossicodipendente a prescindere dal suo essere o menoun pluripregiudicato o dall'avere il soggetto dei carichi pendenti od

una peculiare personalità.La norma dell'affidamento in Comunità di recupero mira, anzi, pro-prio attraverso la cura alla riabilitazione psicofisica del soggetto;unica dinamica che potrà impedire allo stesso – ed a tutti coloroche si trovino in analoga situazione – di ricadere nella violazionedelle norme penali a causa della tossicodipendenza. Insomma: eliminata la causa si elimina il reato; è questa la logicadella misura alternativa in analisi.Tale valutazione parte dalla corretta convinzione (cfr. cit. Cass.pen., sez. I, 12.04.2011-25.05.2011, n. 1371) che il rigorismorepressivo nei confronti di soggetti tossico od alcooldipendenti nonporti ad alcun risultato, se non è adeguatamente supportato da unpercorso di rieducazione assai più specifico di quello per i condan-nati comuni, specie ove quei soggetti abbiano in corso od inten-dano seriamente intraprendere un programma di recupero.Appare oramai pacifico come la norma contempli evidentementeun istituto di favore; e l'orientamento giurisprudenziale è, perciò,altrettanto orientato verso il favor riabilitativo, ritenendosi che maipotrà privarsi un soggetto del diritto al ricovero in Comunità soloperché costui abbia un curriculum delinquenziale alle spalle o deicarichi pendenti. Ed anzi, la „recidiva‰ non può in alcun modo in-fluire sulla valutazione di meritevolezza, o meno, del ricovero (cfr.cit. Cass. pen., sez. I, 12.04.2011); questione di diritto – questa –che sorge sovente nei casi in cui un soggetto cumuli ambedue lequalità soggettive, di tossico od alcooldipendente, da un alto, e direcidivo nel reato, dallÊaltro. Il che, se per il recidivo non è affattocircostanza scontata, è viceversa assai frequente per il tossico olÊalcooldipendente; i quali dal punto di vista criminologico, come ènoto, sono soggetti ad alto tasso di recidivanza. Sul punto, la nostra legislazione, ma pure la giurisprudenza dellaCassazione, è animata dal desiderio di tutelare e favorire il massimorecupero di quelli che altro non sono che soggetti deboli; prestan-dosi perciò massima adesione alla prevalenza del trattamento difavore riabilitativo sullo stato detentivo.Ciò fa capire come la valutazione da farsi ai fini della concessionedella richiesta misura riguardi la meritevolezza di cura e di riabilita-zione del soggetto tossicodipendente (cfr. Cass. pen., sez. I, 02-12-2009, n. 3486, nonché Cass. pen., sez. I, 03-03-2010, n.13542), e tale valutazione deve essere prevalentemente orientataall'accoglimento della istanza, data la piena copertura costituzionaledell'istituto giuridico di cui si parla: si pensi agli articoli 32 Cost. e27 Cost., laddove, infatti, si potrà attraverso il rispetto del dirittoalle cure ottenere la rieducazione, effettiva e reale, del condannato;evitando, così, che ricada nelle maglie di quella illiceità generataproprio dalla tossicodipendenza.

3. Brevi note conclusive.Se tale è l'insegnamento che appare possibile trarre dalla logicadell' Affidamento in prova in casi particolari, non potrà che sperarsinel sempre maggiore utilizzo di esso da parte dei soggetti tossico-dipendenti detenuti; e, soprattutto, dovrà sperarsi che la Magistra-tura di Sorveglianza possa – al di là di frequenti miopie – daresempre maggiore e più larga attuazione all'istituto di cui all'art. 94del DPR 309/90, realizzando così il dettato costituzionale chevuole la Salute quale diritto prevalente sugli altri eventuali valori

con esso contrastanti.

(Danilo Iacobacci e Fabiola De Stefano sono avvocati del Foro diAvellino)

Page 23: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

- 23 -

La comunicazione è alla base di ogni relazione e quindi anche lenuove tecnologie ci aiutano a mantenere le nostre relazioni utiliz-zando di volta in volta gli strumenti che diventano sempre più com-pleti e al passo con i tempi.Così anche il nostro sito dalla classica versione „statica‰ in cui lenotizie e gli eventi venivano rappresentati nel formula di ipertesto,

oggi ha assunto la una nuova veste grafica acquisendo le opportu-nità messe a disposizione dalla piattaforma definita web 2.0.La comunicazione via internet e le regole di comunicazione dellepiattaforme web disegnano nuove linee in cui è sempre più la „di-namicità‰ dellÊinformazione a prendere spazio rappresentata anchein semplice forma stringata ma veloce ed intuitiva.E quindi il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare generica-

mente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del WorldWide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende ad indi-care come Web 2.0 lÊinsieme di tutte quelle applicazioni online chepermettono uno spiccato livello di interazione sito-utente (blog,forum, chat, sistemi quali Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace,Twitter, Gmail, WordPress, Tripadvisor ecc.)Il Web 2.0 porta lÊutente al centro della scena rendendo Internetun Media innovativo che ormai non ha più niente a che fare con ivecchi mass media, e le Web application come Gmail (il client diposta di Google che si usa online senza dover essere installato) o iportali come Twitter che non hanno bisogno di software per inte-ragire con il portale stesso, ne sono lÊesempio migliore.E quindi nel nuovo sito sono in evidenza le ultime info, i tag, i col-legamenti con le nostre pagine aperte sui maggiori social network

come twitter e facebook, o come lÊopportunità di poter essere ri-conosciuto allÊaccesso secondo quale modalità di terminale si uti-lizza e quindi se ci si collega con un cellulare delle ultimegenerazioni, iphon, android, blackbarry, ecc. la visualizzazione delsito è conforme al piccolo schermo disponendo le informazioni se-condo quanto previsto da questi dispositivi. E così, abbiamo rinnovato la nostra piattaforma wordpress sullÊho-sting linux ed utilizzando lÊinnesto di plugin e ad atri strumenti soft-ware il nuovo sito è stato realizzato, tutto in casa e a costo zero.Anche questo è volontariato :)

TECNOLOGIA

SITO VERSIONEWEB 2.0

di Mauro Aquino

http://www.lacasasullaroccia.it

Page 24: LiberaMente - n.13 ottobre 2012

LiberaMenteLiberaMenteBimestrale dé La Casa sulla Roccia

Registrazione presso :Tribunale di Avellino N. Reg. Stampa : 5/10 R. del 15/07/2010

Direttore EditorialeDirettore EditorialeMauro Aquino

Direttore ResponsabileDirettore ResponsabileEnza Petruzziello

Capo RedattoreCapo RedattoreFrancesco Iannicelli

CoordinatoreCoordinatoreLuigi Numis

RedazioneRedazioneNicola De RogatisSara De RogatisAnna De StefanoFabiola De StefanoNoè Di PaolaGiovanni EspositoDanilo IacobacciEdda LombardiDonatella Pasquale

EditoreEditoreAssociazione La Casa sulla Roccia ONLUSVia San Tommaso, 8583100 Avellinohttp://www.lacasasullaroccia.it

Per contatti ed infoPer contatti ed infotel.: 0825/72420 - 72419fax: 0825/71610mail : [email protected]

- 26 -