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Lezioni di Selvicoltura Naturalistica Prof. Luigi Marini ISTITUTO TECNICO AGRARIO STATALE - SIENA PROJET LEONARDO 2007-2008 « ECOTOURISME, AGROTOURISME ET BIODIVERSITE » 1° parte: funzioni e forme di governo dei boschi

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Lezioni di Selvicoltura Naturalistica

Prof. Luigi Marini

ISTITUTO TECNICO AGRARIO STATALE - SIENA

PROJET LEONARDO 2007-2008

« ECOTOURISME, AGROTOURISME ET BIODIVERSITE »

1° parte: funzioni e forme di governo dei boschi

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PremessaPremessa

• Completamente in sintonia con gli obiettivi del progetto ECOBIAG, in questo modulo viene studiato il bosco mettendone in risalto le tecniche di gestione e di sfruttamento per fini turistici in modo tale da rispettarne l’equilibrio ambientale e la biodiversità.

• Le lezioni hanno lo scopo di fornire agli studenti del triennio superiore dell’istituto Agrario le nozioni e le competenze necessarie per riconoscere i vari tipi di bosco e valutarne lo stato ambientale; gli studenti apprenderanno inoltre i metodi per effettuare i rilievi nel bosco e ad elaborare i dati raccolti al fine di consentirne i calcoli statistici. Saranno affrontati anche cenni di restauro forestale (ingegneria naturalistica, conversioni di foreste, ripristino forestale).

• Tutto quanto previsto nella presente Unità Didattica non è di norma contenuto nei programmi ministeriali ufficiali e sperimentali degli istituti Agrari.

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Le funzioni dei boschiLe funzioni dei boschi

• FUNZIONE PROTETTIVA: Il bosco esercita una protezione del suolo dall’azione erosiva delle piogge e dalle frane. Lo Stato pone dei

vincoli ai boschi che possiedono tale funzione (95% dei boschi italiani) limitandone gli utilizzi sotto il diretto controllo del Corpo Forestale.

• FUNZIONE PRODUTTIVA:Il bosco fornisce una materia prima ritenuta indispensabile per molti prodotti: il legno. Non sono inoltre da

trascurare i prodotti secondari (prodotti del sottobosco, pascolo, ecc.)

• FUNZIONE RICREATIVA:Scoperta negli anni del boom economico, consiste nei benefici apportati al fisico e allo spirito delle persone,

specialmente a coloro che vivono in città.

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L’importanza dei boschi è dovuta alla loro utilità che tradizionalmente può essere riassunta nelle 3 funzioni seguenti:

Alle precedenti si è aggiunta in questi ultimi anni una 4° funzione:

• CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITA’Il bosco, visto come ecosistema, possiede delle particolarità uniche per la vita di molti organismi (animali e

piante) e come tale deve essere protetto.

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Oggetto di studio della selvicolturaOggetto di studio della selvicoltura

• Non tutti i boschi presentano le stesse funzioni: vi sono boschi a prevalente funzione protettiva (nelle pendici, nelle zone franose, ecc.), boschi a prevalente funzione produttiva (nelle zone migliori e con minori rischi di dissesto idrogeologico), boschi a prevalente funzione ricreativa (più vicini alle grandi città o in zone ad alta vocazione turistica), boschi di interesse naturalistico (biotopi e aree protette).

• Per ogni bosco sono necessari interventi programmati e complessi che mirano al massimo raggiungimento delle funzioni a cui esso è indirizzato. Le scienze forestali sono quel complesso di discipline che insegnano la corretta gestione delle aree boscate: esse comprendono oltre alle scienze classiche (come chimica, botanica, zoologia, geologia, economia, diritto), altre discipline specialistiche (come dendrometria, assestamento, utilizzazioni, tecnologia del legno, ecc.)

• Selvicoltura significa “cura” e “governo” dei boschi, cioè l’insieme di tutte quelle pratiche e tecniche che mirano ad una razionale utilizzazione del bosco senza comprometterne le funzioni principali.

• Principio fondamentale della selvicoltura è sempre stato quello dello sviluppo sostenibile che consiste nell’utilizzare il bosco senza comprometterne la sua esistenza, garantendo alle generazioni future la sua conservazione.

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Composizione dei boschi secondo le specieComposizione dei boschi secondo le specie

I boschi possono essere puri, se tutte le piante che formano il soprasuolo sono delle stessa specie, misti, se le piante appartengono a specie diverse.

I boschi puri in Italia sono quasi sempre di origine artificiale (opera dell’uomo come ad esempio le pinete litoranee, le abetine, le piantagioni di conifere a rapido accrescimento). Boschi puri di origine naturale si possono trovare in ambienti difficili o estremi (larice in alta montagna, cerro in terreni argillosi) oppure in ecosistemi agli stadi iniziali (boschi di piante colonizzatrici come il pino nero).

I boschi misti sono quelli che si avvicinano più di tutti agli ecosistemi in stato di equilibrio e sicuramente sono quelli più resistenti alle avversità. Sono però più difficili da governare.

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Composizione dei boschi secondo l’etàComposizione dei boschi secondo l’età

• I boschi possono essere coetanei se sono composti da piante tutte della stessa età, disetanei, se le piante sono di età diversa.

• Per capire il grado di disetaneità di un bosco, si misurano i diametri delle piante a petto d’uomo e le misure si riportano nelle ascisse di un grafico (grafico delle distribuzioni di frequenza).

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Struttura dei boschiStruttura dei boschi

• Nei boschi si misura la densità delle piante arboree, che è considerata indice di fertilità.

La densità si misura in mq. considerando le superfici occupate dai tronchi delle piante, misurate a petto d’uomo (area basimetrica)

• Un bosco disetaneo ha una struttura molto irregolare dovuta ad una stratificazione delle piante di diversa età e di diverse dimensioni.

• Un bosco coetaneo ha una struttura più semplice ma in esso si possono ugualmente distinguere piante più vigorose (dominanti) e piante meno (dominate).

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Stadi evolutivi dei boschi coetanei

Novelleto (o posticcia)

Perticaia

Bosco adulto

Bosco maturo

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Struttura dei boschiStruttura dei boschi

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Le forme di governoLe forme di governo

• ALTOFUSTOi boschi di altofusto (o fustaie) si rinnovano mediante riproduzione gamica

(naturale o artificiale). Le piante crescono più lentamente, ma raggiungono dimensioni più grandi.

• CEDUOI boschi cedui si rinnovano mediante riproduzione agamica (per polloni). La

eventuale presenza di piante che producono seme (matricine) serve per garantire la durata del ceduo (le ceppaie, dopo un certo numero di tagli si esauriscono). Le piante crescono più velocemente, ma non raggiungono grosse dimensioni.

• CEDUO COMPOSTOSono boschi costituiti dalla presenza contemporanea di ceduo (negli strati più

bassi) e di altofusto (negli strati superiori). Sono sempre più rari.Lezioni di Selvicoltura naturalistica 1°parte: funzioni e forme di governo dei boschi 9

Le forme di governo dei boschi si differenziano in base al loro modo di riprodursi (rinnovazione):

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Le principali specie legnose in Italia: conifereLe principali specie legnose in Italia: conifere

• Cipresso• Pino d’Aleppo• Pino domestico• Pino nero e P.Laricio• Pino marittimo• Pino silvestre• Abete bianco• Abete rosso• Larice

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• Cedri (Libano, Atlante, Himalaya)

• Abete odoroso (Douglasia)

• Cipresso arizonica

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Le principali specie legnose in Italia: latifoglieLe principali specie legnose in Italia: latifoglie

• Quercia da sughero• Leccio• Roverella• Cerro• Farnia e Rovere• Castagno• Faggio• Betulla

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• Pioppi (nero, bianco, tremolo)

• Salice• Aceri • Noce• Noce nero• Tiglio• Frassini (orniello e maggiore)

• Carpini (bianco e nero)

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I boschi italiani e la classificazione fitoclimatica del PavariI boschi italiani e la classificazione fitoclimatica del PavariLauretumLauretum

Costituisce la fascia più bassa e comprende le zone costiere (sottozona calda) e le zone interne di pianura e collinari dell’Italia centro-meridionale (sottozona fredda).

•Sottozona calda: macchia mediterranea, boschi di quercia da sughero, pino d’aleppo.

•Sottozona fredda: leccete, pinete di pino domestico, boschi di roverella.

•Fascia di transizione superiore: pino marittimo, cerro, cipresso

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I boschi italiani e la classificazione fitoclimatica del PavariI boschi italiani e la classificazione fitoclimatica del PavariCastanetumCastanetum

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Costituisce la fascia pedemontana e comprende anche le zone di alta collina (sottozona calda) e le zone di bassa montagna (800-1100 m.) dell’Italia centro-meridionale (sottozona fredda). Anche le pianure dell’Italia settentrionale sono comprese nel Castanetum.

•Sottozona calda: Cerro, castagno, pino marittimo, pino nero, cipresso.

•Sottozona fredda: Castagno, abete douglas

•Fascia di transizione superiore: abete bianco

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I boschi italiani e la classificazione fitoclimatica del PavariI boschi italiani e la classificazione fitoclimatica del PavariFagetumFagetum

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Costituisce la fascia intermedia nelle Alpi (1000-1200 m.), la fascia montana più alta negli Appennini (oltre i 1100 mt.)

•Boschi di Faggio, di abete bianco, di pino silvestre

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I boschi italiani e la classificazione fitoclimatica del PavariI boschi italiani e la classificazione fitoclimatica del PavariPicetumPicetum

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Costituisce la fascia più alta dei boschi di montagna. Sulle Alpi arriva fino al limite della vegetazione arborea (1800-2000 mt.)

•Boschi di Abete rosso, larice, betulla.

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I boschi italiani e la classificazione fitoclimatica del PavariI boschi italiani e la classificazione fitoclimatica del PavariAlpinetumAlpinetum

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Costituisce la fascia più fredda nel nostro territorio ed è quindi presente solo in alta montagna, oltre i 1800-2000 m. di altitudine.

In queste zone il bosco lascia lo spazio alle praterie e ai pascoli di alta quota.

Le sole specie arboree che sono in grado di svilupparsi, spesso sotto forma di piante isolate o in piccoli gruppi sono il larice, il pino cembro, la betulla.

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Fine

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