Lezione 7 La teoria dei costi di transazione Cap. 4 · Lezione 7 – La teoria dei costi di...

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Organizzazione aziendale Lezione 7 La teoria dei costi di transazioneCap. 4 Ing. Marco Greco [email protected] Tel.0776.299.3641 Stanza 1S-28

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Organizzazione aziendale Lezione 7 – La teoria dei costi di transazione–

Cap. 4

Ing. Marco Greco

[email protected]

Tel.0776.299.3641

Stanza 1S-28

I costi di transazione

• Costi di coordinamento: costi legati al tempo speso dai consumatori per la determinazione dei prezzi, per la ricerca di un prodotto e per l’acquisizione di informazioni

• Costi di incentivazione: conseguenze negative derivanti dal comportamento opportunistico e costi necessari per prevenirlo – Derivano da asimmetrie e incompletezze

informative

– Imperfetta capacità di tener fede agli impegni

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Le caratteristiche dei costi di

transazione

• la specificità degli investimenti richiesti per condurre la transazione;

• la complessità della transazione e l’incertezza sulla prestazione che sarà richiesta;

• la frequenza con cui si verificano transazioni simili, ed il periodo di tempo in cui si ripetono;

• la difficoltà di misurazione dei benefici della prestazione nella transazione;

• la relazione della transazione con altre che riguardano le stesse persone.

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Specificità delle risorse investite

• La transazione potrebbe richiedere investimenti specifici (Es. tradurre il sito in lingua coreana)

• Più mi impegno in investimenti specifici (sunk cost), più ho da perdere se la transazione non va a buon fine

• Per questo la parte più vulnerabile potrebbe preferire rinunciare alla transazione e non impegnarsi nell’investimento per paura di comportamenti opportunistici altrui (hold-up) – S. del luogo: risorsa ubicata in una particolare area

– S. delle risorse fisiche: macchinari con scopo definito

– S. delle risorse umane: competenze non utilizzabili altrove

– S. delle risorse dedicate: investimenti generici fatti per ordine di un cliente particolare

– S. del capitale data dal nome del marchio: affiliazione ad una marca nota, che non permette di ottenere altre opportunità

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Incertezza e complessità

• Le stime sulla domanda possono variare

in itinere, così come quelle sui costi

• L’incertezza rende difficile o inefficiente

stabilire in anticipo cosa andrebbe fatto in

ogni possibile contingenza

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Frequenza e durata

• I costi di transazione sono normalmente più bassi per le transazioni ripetute di frequente (Es. fare la spesa)

• A seconda del numero di interazioni, le parti sono motivate a rifiutare o garantire favori

• Al crescere delle interazioni si riduce anche il costo di transazione unitario, grazie alla reciproca conoscenza

• Non serve neppure dettagliare eccessivamente i contratti, la prospettiva di lungo periodo aiuta le parti a perseguire accordi efficienti

• La reputazione fa riferimento ad una lunga permanenza sul mercato, benché le interazioni si siano avute con terzi

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Difficoltà di misurazione dei

benefici della transazione • Il benessere di una parte dipende dalle azioni

compiute dall’altra

• In mancanza di fiducia cieca, le due parti cercheranno di verificare reciprocamente il rispetto delle condizioni contrattuali (Es. operai a casa)

• Misurare i benefici viene reso ancor più complicato da: – Costi opportunità (Es. cambio operatore gas)

– Difficoltà nel comprendere gli effetti di una transazione sulla performance complessiva (Es. assunzione nuovo dipendente)

– Incapacità di monitorare perfettamente le azioni altrui (Es. ignoro se il tagliando è stato fatto a regola d’arte)

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Relazione con le altre transazioni

• Alcune transazioni sono isolate

• Collegamento nella progettazione (design

connectedness): conduco una transazione

che avrà ricadute su altre (Es1. scelta di

produrre con un determinato standard;

Es2. scelta di accettare un accordo

sconveniente in prospettiva futura)

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Limiti dell’approccio per costi di

transazione

• Le organizzazioni dovrebbero essere strutturate al fine di minimizzare i costi di transazione

• In realtà, sarebbero i costi totali, di cui i costi di transazione fanno parte, a dover essere minimizzati

• Se il problema fossero solo i costi di transazione, perché al mondo non c’è una sola grande impresa priva di costi di transazione?

– Perché anche l’allocazione di risorse interne ad un’organizzazione comporta costi di transazione (es. difficoltà per i manager di prendere decisioni corrette)

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La nascita delle grandi imprese

• Prima della metà del XIX secolo, le

aziende erano prevalentemente di piccole

dimensioni, le attività quasi interamente

coordinate tramite prezzi e transazioni di

mercato

• Lo sviluppo di tecnologie energetiche, di

trasporto e comunicazione ha permesso la

crescita delle aziende

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Make or buy?

• Svolgere in proprio un’attività o affidarla all’esterno (make-or-buy)

• Valutare opportuno bilanciamento di costi e benefici relativi ad: – Efficienza tecnica: processo produttivo meno

costoso

– Efficienza di agenzia: scambio di beni al minor costo possibile di coordinamento e agenzia (costi di transazione)

• Il mercato normalmente favorisce la minimizzazione dei costi di produzione, mentre l’integrazione verticale riduce quelli di transazione

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Make or buy?

• I costi di produzione esterni sono sempre minori, grazie ad economie di scala, scopo e apprendimento, ad una maggiore necessità di ottimizzare i processi e innovare

• Se l’impresa decide di accrescere la produzione al proprio interno potrebbe conseguire anch’essa economie di scala

• Un elevato grado di specificità dell’attività comporta un aumento dei costi di transazione (Es. produttore di grandi ottovolanti) anche in ragione di potenziale opportunismo contrattuale

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Make or buy? Efficienza di agenzia

vs Efficienza tecnica

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k

ΔA

ΔP

ΔC=ΔA+ ΔP

𝑘 𝑘

k: livello di specificità

ΔP: differenza nei costi di

produzione rispetto al

mercato

ΔA: differenza nei costi di

transazione rispetto al

mercato

Make

Buy

ΔP

Make or buy? Efficienza di agenzia

vs Efficienza tecnica • Il mercato è vantaggioso se 𝑘∗ ≪ 𝑘 ;

• l’organizzazione interna è preferibile 𝑘∗ ≫ 𝑘

• vi sono solo piccole differenze di costo per livelli intermedi di specificità. Se 𝑘∗è nell’intorno di 𝑘 alcune imprese si approvvigioneranno sul mercato, altre preferiranno produrre

• l’impresa è sempre svantaggiata rispetto al mercato per i costi di produzione (∆P>0 k), quindi non sceglierà mai di integrarsi esclusivamente per questi costi.

• le imprese di maggiori dimensioni si integrano più facilmente di quelle di minori dimensioni perché conseguono economie di scala che abbassano ∆P, quindi ∆C interseca l’asse più a sinistra; .

• Se ∆A si sposta verso il basso grazie ad un efficientemento dei costi interni, l’impresa con costi organizzativi minori sarà più integrata, a parità di condizioni, di una equivalente impresa con costi organizzativi maggiori

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Gli effetti di ricchezza

• Effetti della ricchezza di un decisore sulle sue scelte

• «Assenza di effetti di ricchezza» – Date 2 alternative y1 e y2, esiste una compensazione

monetaria che le rende equivalenti, (esiste un importo C(y1,y2) tale che l’agente è indifferente tra lo scegliere y1+C(y1,y2) oppure y2). Possibile se gli individui valutano benefici e costi in termini di trasferimenti monetari.

– L’importo della compensazione C(y1,y2) non dipende dalla ricchezza dell’agente.

– L’agente ha sufficienti risorse per sostenere l’importo della compensazione C(y1,y2), ossia possiede denaro in quantità tale da compensare qualunque riduzione di ricchezza necessaria per potersi spostare dall’opzione a minor gradimento a quella preferita.

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Gli effetti di ricchezza

• Quando le dimensioni delle transazioni sono sufficientemente piccole rispetto alle risorse finanziarie degli agenti, l’ipotesi di assenza di effetti di ricchezza è vicina alla realtà

• L’utilità di un soggetto U(x, y) ne rappresenta le preferenze in termini numerici, con x che rappresenta la ricchezza monetaria relativa ad una scelta (es. prezzo), ed y tutte le caratteristiche non monetarie (es. condizioni)

• Le persone massimizzano l’utilità per il principio di non sazietà del consumatore

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Gli effetti di ricchezza

• In assenza di e.r. esiste sempre un equivalente monetario v(y) che corrisponde ad y, per cui U(x, y) =x+v(y)

• U è anche detta «indice del valore equivalente», e la somma delle utilità di ogni decisore coinvolto è detta «valore totale delle parti» – Se il valore totale delle parti coincide con tutti i

consumatori si parla di «surplus totale dei consumatori»

– Se il valore totale delle parti coincide con tutti i consumatori si parla di «surplus totale dei produttori»

– Se invece sia produttori che consumatori sono coinvolti si parla di «benessere sociale»

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La massimizzazione del valore

• In assenza di effetti di ricchezza, gli aspetti di distribuzione del valore non hanno rilievo, e solo quelli di produzione del valore lo hanno.

• Principio di massimizzazione del valore: – Hp.: Le preferenze degli agenti non presentano effetti di

ricchezza.

– Th.: Un’allocazione è efficiente se e solo se massimizza il valore totale delle parti coinvolte

Se un’allocazione non è efficiente è sempre possibile trovarne un’altra cui corrisponde un surplus totale maggiore, che può essere redistribuito in modo da aumentare l’utilità di ciascuno: l’allocazione sarà, quindi, preferita strettamente da tutte le parti.

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Dimostrazione del principio di

massimizzazione del valore: • Siano dati n agenti, ciascuno con Ui(x, y) = xi+vi(y)

• Posto P(y) = Si xi, il valore totale delle parti è dato da P(y)+ Sivi(y)

• Tesi: un’allocazione (x, y) è efficiente se e solo se essa massimizza il valore totale delle parti P(y)+ Si vi(y)

• Dimostriamo la CNES in due parti: prima la CS e poi la CN.

• La dimostrazione è per assurdo.

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Dimostrazione condizione

sufficiente Sia y* un’allocazione t.c. il valore totale è massimizzato:

P(y*) + Si vi(y*) = maxy (P(y)+ Si vi(y))

Per assurdo, supponiamo che y* non sia efficiente.

• Allora, esistono sicuramente una alternativa (x’, y’) ed un agente k t.c. almeno l’utilità dell’agente k-mo è maggiore con (x’, y’):

x’k+vk(y’)> x*k+vk(y*)

x’j+vj(y’)>=x*j+vj(y*) per tutti gli altri agenti: j≠k

• Ciò implica (sommando su tutti gli agenti):

– P(y’)+ Si vi(y’)> P(y*)+ Si vi(y*) il che è assurdo perché y* massimizza il valore totale delle parti.

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Dimostrazione condizione

necessaria Supponiamo che y’ sia un’allocazione efficiente, e che, per assurdo, non massimizzi il valore totale delle parti, ossia

P(y’)+ Si vi(y’) < maxy (P(y)+ Si vi(y))

• Allora deve esistere almeno una alternativa y* che genera un surplus maggiore, ossia tale che

P(y’)+ Si vi(y’) < P(y*)+ Si vi(y*)

• Sia z la differenza di surplus:

z = P(y*)+ Si vi(y*) - P(y’)- Si vi(y’)>0

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Dimostrazione condizione

necessaria Supponendo di dividere tale surplus in n parti uguali, pari a z/n; con questa ripartizione, ad ogni agente corrisponde, con l’allocazione y*, una ricchezza:

x*k+vk(y*) = x’k+vk(y’) + z/n ( k)

Quindi x*k+vk(y*) > x’k+vk(y’) k, ossia y* domina y’.

Il che è assurdo perché y’ che era stata ipotizzata efficiente è dominata

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Il teorema di Coase

• In assenza di e.r., se le parti contrattano efficientemente, l’attività creatrice di surplus sulla quale si accordano non dipende:

– né dal potere contrattuale delle parti,

– né dalla distribuzione delle dotazioni iniziali.

L’efficienza determina da sola la scelta di tale attività.

Ogni altro fattore influenza soltanto la suddivisione di costi e benefici tra le parti.

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Il teorema di Coase

• Se non vi sono vincoli alla contrattazione tra le parti (es. diverso potere contrattuale), e i diritti di proprietà sono chiaramente delineati (chi ha cosa), le persone possono sempre riuscire a trovare un accordo efficiente.

• Devono essere assenti gli e.r. per poter definire l’importo della compensazione che rende, per ciascun agente, due scelte equivalenti.

Due ostacoli principali:

• La contrattazione può essere costosa, a causa della presenza dei costi di transazione necessari per far rispettare l’accordo

• L’assegnazione dei diritti di proprietà causa effetti redistributivi: una parte finirà con il sussidiarne un’altra

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Il principio dell’efficienza

vincolata • In presenza di costi di transazione e

razionalità limitata si può applicare il

principio dell’efficienza vincolata:

– Se gli individui sono capaci di contrattare per

raggiungere un’allocazione vincolante il

risultato dei loro sforzi tenderà ad essere

efficiente, condizionatamente alla loro

informazione (limitata), alle loro risorse ed alla

razionalità (limitata).

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Esempio

Un binario ferroviario attraversa un lotto di terra coltivato da un fattore. Il passaggio di un treno potrebbe sprigionare scintille che danneggerebbero il raccolto.

Fattore: coltivare o meno il terreno – Valore di mercato del suo raccolto è di 2.200 unità annue

– Costo 800 unità annue

– Valore raccolto in caso di incendio 100 unità, probabilità di sviluppo incendio 15% con un treno e 30% con due

Compagnia ferroviaria: numero giornaliero di treni su quel binario. – Un treno al giorno: valore totale annuo per le ferrovie è di 2.000

– Due treni al giorno: valore totale annuo di 3.200 unità.

– Il costo marginale per ogni treno è di 1.000 unità annue.

A. Si determini la soluzione efficiente, ossia il numero socialmente ottimale di treni e la decisione di coltivare o meno il terreno.

B. Si mostri che, se i costi di transazione sono trascurabili, si perverrà alla soluzione efficiente anche nei due casi in cui i diritti di proprietà sul terreno siano rispettivamente del fattore e del ferroviere.

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Esempio, svolgimento, A

1. Nessun treno passa, nulla seminato: valore totale netto 0

2. Nessun treno passa, il fattore semina: VTN=2200-800=1400

3. 1 treno, fattore semina: Valore creato dal passaggio del treno: 2000-1000=1000

Valore creato dal raccolto: 1400*0.85+(100-800)*0.15=1085

VTN =1000+1085=2085

4. 2 treni, fattore semina: Valore creato dal passaggio del treno: 3200-2000=1200

Valore creato dal raccolto: 1400*0.70+(100-800)*0.30=770

VTN =1200+770=1970

5. 2 treni, fattore non semina: Valore creato dal passaggio del treno: 3200-2000=1200

Valore creato dal raccolto=0

VTN=1200

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Ottimo sociale

Esempio, svolgimento, B1

• Diritti di proprietà del terreno sono del fattore l’operatore ferroviario dovrà rimborsare eventuali danni e passare solo col consenso del fattore

• Fattore – Se il fattore non coltiva, profitto nullo;

– Se coltiva e non passano treni, profitto=1400, invariato nel caso in cui passino i treni, perché la compagnia dovrebbe rimborsare eventuali danni

– Il fattore acconsentirà al passaggio solo a fronte di un pagamento aggiuntivo

• Compagnia – In caso di incendio dovrà rimborsare il danno creato (2200-

100=2100).

– Con un treno si avrà (1.000*0,85+(1.000–2.100)*0,15)=685

– Con due treni (1.200*0,7+(1.200–2.100)*0,3)=570

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Esempio, svolgimento, B2

• Diritti di proprietà del terreno sono della compagnia fattore esposto a rischi senza rimborsi

• Compagnia – Con un treno 1000

– Con due treni 1200

• Fattore – Se il fattore non coltiva, profitto nullo;

– Se coltiva e non passano treni, profitto=1400, ma dovrebbe darne almeno 1200 alla compagnia per persuaderla a non far passare treni

– Se coltiva e passa un treno solo, profitto=1085, di cui almeno 200 alla compagnia per non farne passare un secondo

– Se coltiva e passano due treni, profitto=770

• Il fattore potrà senz’altro massimizzare il benessere della compagnia offrendo 200+x per limitare il passaggio ad un solo treno

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30 Ottimo sociale