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Lezione 2 Mario Benassi Copyright 1 Seconda lezione Il processo innovativo: i diversi approcci della teoria economica

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Seconda lezione

Il processo innovativo: i diversi approcci della teoria economica

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Esercitazione

Viene conclusa la esercitazione relativa al materiale distribuito nella lezione precedente (testo di Schumpeter)

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Le prospettive sulla innovazione

Punti di contatto:

opportunità scientifiche e tecnologiche influenzano il tasso di progresso tecnologico

incentivi economici (in particolare appropriabilità dei risultati) hanno una influenza positiva

condizioni della domanda incidono notevolmente rapporto tra struttura di mercato e propensione alla

innovazione (correlazione lineare positiva)

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Punti di differenza (neoclassici ed evoluzionisti)

equilibrio statica e dinamica aggiustamenti irrilevanti tecnologia come informazione strategie di impresa apprendimento come

acquisizione di informazioni e learning by doing

imprese a-storiche e a-contestuali

razionalità sostantiva e massimizzazione

non equilibrio processo e dinamica transizione importante tecnologia come conoscenza competenze e varietà di

impresa apprendimento come

accumulazione di conoscenza e problem-solving

imprese storiche e contestuali razionalità limitata e

comportamento soddisfacente

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Definizioni introduttive:

la funzione di produzione

la differenza tra scienza, tecnologia e tecnica€

Q = f K,L, t( )

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Esercitazione sulla distinzione tra scienza, tecnologia e tecnica

Leggete da soli le pagine tratte dall’articolo Vaccà-Rullani, e identificatene i passaggi principali

Preparatevi a discuterli con i vostri colleghi

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Forme dell’innovazione. Il caso Ericsson

Quando Ericsson nacque in Svezia, nel 1876, era solo una officina di riparazioni per apparecchi telegrafici, ma con il tempo è cresciuto sino a diventare un leader mondiale nel settore delle telecomunicazioni. Tra le innovazioni piu significative va ricordato il telefono con disco rotante (1931), il primo sistema di telefonia mobile (1956) e il primo sistema globale di telefonia mobile -GSM (1988). Alla fine degli anni ‘90 il sistema GSM sarebbe diventato la piattaforma wireless più utilizzata al mondo. Verso la fine del 2002, l’azienda era il maggior fornitore di sistemi di telecomunicazione mobile al mondo, e circa il 40% delle chiamate della telefonia mobile veniva effettuato con sistemi Ericsson.Nel 1999 la maggior parte dei leader del settore aveva scelto di puntare sulla telefonia mobile di terza generazione (UMTS). La prima generazione, che risaliva agli anni ‘70 e ‘80, sfruttava la comunicazione radiomobile analogica, mentre la seconda generazione, diffusasi negli anni ‘90, consentiva la trasmissione di messaggi vocali e di testo attraverso le reti digitali.Tuttavia, verso la fine degl anni ‘90, il mercato per gli apparecchi e le reti di seconda generazione stava entrando ormai nella fase di maturità e il volume delle vendite tendeva a diminuire. I produttori e i fornitori di servizi per la telefonia mobile cominciarono quindi a valutare l’ipotesi di introdurre una tecnologia di comunicazione wireless di terza generazione, che avrebbe utilizzato i canali a banda larga. La maggior ampiezza di banda avrebbe incrementato la velocità di trasmissione dati dei telefoni cellulari, consentendo perfino di partecipare a videoconferenze o di accedere a Internet.Nella primavera del 2001 Ericsson sembrava in buona posizione nella corsa per la leadership di mercato per la tecnologia 3g: riuscendo a stipulare 22 contratti per le infrastrutture, l’azienda aveva già acquisito il 70% degli ordini mondiali. Tuttavia,proprio perche aveva deciso di focalizzarsi sulle tecnologie di avanguardia della telefonia 3G, Ericsson aveva perso terreno nel mercato della comunicazione wireless di seconda generazione, riportando una significativa erosione di profitti. Nel 2001 aveva perso più di due miliardi di dollari,con una drastica caduta del ROA (return on asset, rapporto tra margine operativo e valore delle attività).

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Forme dell’innovazione. Il caso Ericsson

Secondo alcuni osservatori, la maggior parte delle risorse di Ericsson era stata assorbita dalle attività di R&D verso i sistemi wireless di nuova generazione, facendo perdere di vista il mercato gia servito. Molti ritenevano che gli investimenti nella tecnologia 3G fossero prematuri, mentre altri elogiavano la strategia di lungo termine. In realtà si stava assistendo ad un drastico declino dei profitti in area 2G, laddove le previsioni di vendita per i sistemi 3G sembravano promettere decise opportunità per una rivitalizzazione del mercato.Verso la fine del 2002 divenne chiaro che la transizione verso i sistemi 3G sarebbe stata ancora più rischiosa di quando previsto. Ericsson e altri operatori avevano puntato sulla maggiore efficienza del nuovo sistema per convincere gli operatori di servizi di telecomunicazione ad adottare la tecnologia 3G, ma il lancio sul mercato era stato ostacolato da numerose difficoltà, quali i prezzi proibiitvi dei nuovi cellulari e la concorrenza tra i diversi standard.In Europa, gli operatori erano stati i primi ad adattare le proprie reti alle nuove tecnologie e l’ottimismo iniziale li aveva spinti ad investire miliardi di euro per acquisire le licenze.Tuttavia il costo delle licenze era stato cosi elevato da scoraggiare gli investitori nel sostenere il lancio delle reti 3G nei tempi inizialmente previsti,Diversi operatori avevano annunciato un ridimensionamento o la sospensione degli investimenti nel network 3G, scatenando il panico tra i fornitori dei sistemi quali Ericsson. Ancora più allarmanti erano le voci relative ad uno scaso interesse da parte dei consumatori per le caratteristiche innovative dei telefoni 3G: uno studio di mercato rivelava che gli utilizzatroi utilizzavano i nuovi servizi solo nei primi due mesi, dopodichè essi perdevano il loro fascino. Anche altre caratteristiche interessanti, come la possibilità di partecipare a videoconferenze, si erano rivelate poco pratiche per l’utente. Il futuro della tecnologia 3G e delle imprese che avevano scommesso su questo sistema sembrava diventato all’improvviso incerto.

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Le forme di innovazione

Innovazione di prodotto e di processo Innovazione radicale e incrementale Innovazioni competence enhancing e

competence destroying Innovazioni architetturali e modulari

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La diffusione della tecnologia

2,5%

16 %

50%

84 %

Curva ad S di adottanti

100 %

Innovatori

Primi adottanti

Maggioranza anticipatrice

Maggioranza ritardataria

Ritardatari

Tempo

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Le fonti della innovazione

La creatività: fare dei problemi fonti di opportunità

La creatività individuale: buoni e “cattivi” risultati La creatività dell’organizzazione

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Buoni risultati

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Cattivi risultati

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Le fonti della innovazione

Attività di R&D: “lavoro creativo condotto su base sistematica per l’aumento del patrimonio di conoscenze scientifiche e tecniche e per l’utilizzo di questo patrimonio di conoscenze nella realizzazione di nuove applicazioni”

Ricerca di base:orientata all’ampliamento delle conoscenze di base, senza fini diretti legati ai prodotti e-o ai processi

Ricerca applicata: utilizza la ricerca di base per lo sviluppo di nuove conoscenze tecnologiche, per la creazione di nuovi prodotti e processi

Sviluppo. consiste nella realizzazione effettiva dei prodotti

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RicercaSviluppo

Produzione Commercializzazione

Fonti dell’innovazione: linee interne

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Il processo innovativo: il modello a catena

ricerca

conoscenza

percezionedi

un bisognopotenziale

Designanalitico

Designdi

dettaglio e test

Affinamentodel design

e produzioneDistribuzione

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Fonti dell’innovazione: linee esterne

Relazioni con imprese complementari e con i fornitori

Relazioni con Università

Le capacità di assorbimento Gli spill-over tecnologici

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Fonti dell’innovazione: gli utilizzatori

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Indicatori R&D

Input: spese in ricerca sul PIL, numero di ricercatori fonti: ISTAT, Unione Europea, OECD

Output brevetti: forniscono un diritto esclusivo sulla scoperta per un

periodo di tempo delimitato pubblicazioni e citazioni scientifiche

Altre fonti bilancia tecnologica dei pagamenti commercio internazionale