LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

15
Storicamente lo skate ha distolto da temi di tipo esoplanetario generazioni di potenziali ufociclisti asserragliandoli in una dimensione egoica, fricchet- tona e hobbistica da cui raramente si sono ridestati. Tra i mezzi prossimi alla bicicletta come nel caso del surf, lo skate ripropone, ci pare, rigurgiti di pericoloso endoplanetarismo. Un discorso a parte andrebbe fatto per il deltaplano che si candida a tecnologia a forte vocazione esoplanetaria ma il cui utilizzo limitato a pratica sportiva poco ha a che spartire con la ricerca ufociclistica. Al momento inol- tre non ci risulta esistere una casistica di ir in deltaplano. Ancora a parte andrebbe proposto un discorso per canoe, sup e pedalò. Mez- zi utili forse per quei fenomeni di rilevamento di ley line acquatiche e studi di fenomenologie UFO in mare o di USO (OSNI). Tra queste la canoa sembra il mezzo con rapporto di scala più efficiente. Il sup è probabilmente destinato a terminare come moda di un momento mentre il “romantico” pedalò sem- bra più adatto a promuovere altri flussi erotico-emozionali (anche se non escludiamo del tutto l’organizzazione prima o poi di una ricognizione in pedalò al fine d’innescare possibili ir7). In mare aperto, in effetti, l’utilizzo di una forma di eteropropulsione come ad esempio il motore a scoppio potreb- be essere in parte giustificata dalla non immediata necessità di congiungersi ad una <<ambiance>> bella (con ogni probabilità) ma decisamente mono- tona e infinitamente meno variegata rispetto a quella della città. Per quel che riguarda ricognizioni in cielo valgono ragionamenti analoghi a quelli appena fatti per l’acqua (ad eccezione forse come abbiamo visto del deltaplano). Per il cielo si affacciano tuttavia tecnologie interessanti nel panorama della ricognizione. Ci riferiamo ai droni guidati in telepresenza. La loro efficacia è molto alta ma essi risentono dei limiti ontologicamente imposti alle tecniche di <<deriva statica>> o più propriamente para-statica. Cadlolo Ci riserviamo di tornare in altre circostanze su una più completa analisi di tecnologie esoplanetarie da affiancare alla bicicletta. LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE Solo recentemente le ley line sono state interpretate come linee energetiche: direttrici attraverso cui s’esprime a livello sensibile una qualche energia pro- veniente dal suolo. Partiremo quindi da questo approccio un po’ naïf per trattarlo fisicalistica- mente a fini euristici. Tenteremo di dare una risposta a quella domanda lasciata in sospeso precedentemente sull’attribuzione di natura terrestre o ex- traterrestre ad un <<oggetto/sequenza>> impegnato su una ley line aerea. 145

Transcript of LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

Page 1: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

Storicamente lo skate ha distolto da temi di tipo esoplanetario generazioni di potenziali ufociclisti asserragliandoli in una dimensione egoica, fricchet-tona e hobbistica da cui raramente si sono ridestati. Tra i mezzi prossimi alla bicicletta come nel caso del surf, lo skate ripropone, ci pare, rigurgiti di pericoloso endoplanetarismo. Un discorso a parte andrebbe fatto per il deltaplano che si candida a tecnologia a forte vocazione esoplanetaria ma il cui utilizzo limitato a pratica sportiva poco ha a che spartire con la ricerca ufociclistica. Al momento inol-tre non ci risulta esistere una casistica di ir in deltaplano. Ancora a parte andrebbe proposto un discorso per canoe, sup e pedalò. Mez-zi utili forse per quei fenomeni di rilevamento di ley line acquatiche e studi di fenomenologie UFO in mare o di USO (OSNI). Tra queste la canoa sembra il mezzo con rapporto di scala più efficiente. Il sup è probabilmente destinato a terminare come moda di un momento mentre il “romantico” pedalò sem-bra più adatto a promuovere altri flussi erotico-emozionali (anche se non escludiamo del tutto l’organizzazione prima o poi di una ricognizione in pedalò al fine d’innescare possibili ir7). In mare aperto, in effetti, l’utilizzo di una forma di eteropropulsione come ad esempio il motore a scoppio potreb-be essere in parte giustificata dalla non immediata necessità di congiungersi ad una <<ambiance>> bella (con ogni probabilità) ma decisamente mono-tona e infinitamente meno variegata rispetto a quella della città. Per quel che riguarda ricognizioni in cielo valgono ragionamenti analoghi a quelli appena fatti per l’acqua (ad eccezione forse come abbiamo visto del deltaplano). Per il cielo si affacciano tuttavia tecnologie interessanti nel panorama della ricognizione. Ci riferiamo ai droni guidati in telepresenza. La loro efficacia è molto alta ma essi risentono dei limiti ontologicamente imposti alle tecniche di <<deriva statica>> o più propriamente para-statica. CadloloCi riserviamo di tornare in altre circostanze su una più completa analisi di tecnologie esoplanetarie da affiancare alla bicicletta.

LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

Solo recentemente le ley line sono state interpretate come linee energetiche: direttrici attraverso cui s’esprime a livello sensibile una qualche energia pro-veniente dal suolo. Partiremo quindi da questo approccio un po’ naïf per trattarlo fisicalistica-mente a fini euristici. Tenteremo di dare una risposta a quella domanda lasciata in sospeso precedentemente sull’attribuzione di natura terrestre o ex-traterrestre ad un <<oggetto/sequenza>> impegnato su una ley line aerea.

145

Page 2: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

Secondo l’approccio originario la lunghezza di una ley line è direttamente proporzionale alla sua intensità energetica. L’argomento ci pare promettente se rivisitato nel modo seguente. Una ley possiede direzione e verso (reversibile) oltre che un punto di partenza che definiremo origine che in taluni casi si sovrappone ad un <<omphalos>>. L’origine è il punto in cui nel neolitico veniva piantata al suolo la prima verga dopo aver avvistato l’altro punto che avrebbe generato la direzione della ley line. Dal punto di vista del verso le ley line sono bidirezionali e quindi esso va specificato.A partire da queste caratteristiche una ley line può essere decomposta nelle sue componenti principali, in relazione agli assi paralleli e agli assi meridiani in cui è suddiviso per quadranti il globo terrestre, ciò allo scopo di approfon-dire l’analisi energetica.

Nell’immagine successiva è rappresentata la ley line di via Prenestina a Roma con l’origine a Porta Maggiore, luogo di convergenza di otto degli undici acquedotti che portavano l’acqua alla città antica: un <<omphalos>> nel senso pieno del termine. La ley line è stata decomposta, come è possibile osservare, lungo le due componenti “energetiche” di cui essa è la risultante. Si noti che ci si riferisce al termine “energetico” in modo volutamente generico. Ci occuperemo tra poco di definire meglio questa circostanza. Quindi non possedendo dati sul tipo di “energie” in gioco e conseguentemente su una loro possibile scala di misurazione, non potremmo essere più precisi nel definire come essa si distri-buisca lungo il diagramma. Quest’ultimo ci aiuta però a capire graficamente quale delle due componenti agisca con più efficacia. Come era prevedibile

La via Prenestina - Roma, decomposta lungo l’asse della longitudine e quello della latitudine.

146

Page 3: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

si tratta della componente legata al parallelo (latitudine) soggiacente. In casi meno evidenti questa differenza è rilevabile mediante misurazione con un righello.

Torniamo quindi sulla questione delle “energie”. Con questo termine generico possono essere indagate varie forme di forze o manifestazioni di esse presenti sul pianeta: energia geotermica, magnetismo terrestre, mesmerismo, energia orgonica (ipotizzata da Wilhelm Reich55), energia gravitazionale. L’UfoCiclismo è interessato alla manifestazione e all’utilizzo di quest’ultima e più precisamente dell’energia potenziale gravitazio-nale. Man mano che un corpo si sposta dall’equatore verso i poli aumenta l’accelerazione gravitazionale potenziale di un corpo attratto dal nostro pia-neta nella direzione del centro della Terra. L’energia gravitazionale poten-ziale è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dal centro di una massa. Il differenziale di questo spostamento, ad essere precisi, è molto piccolo: + 0,05227 m/s² man mano che ci si sposta dall’equatore verso nord e sud verso i rispettivi poli. La scomposizione dei <<camminamenti>> ci dà così un’idea approssima-tiva della differenza di potenziale prodotta da un attraversamento e delle forze reali (energie) in gioco. Scomponendo scopriamo se a istruire la ley line è maggiormente l’aspetto della latitudine o della longitudine così da comprendere quanto di questo potenziale energetico è sfruttabile. Da questa comprensione ne deriverà direttamente un’ulteriore circa i motivi per cui esse, in base al verso, preferiscano disporsi in un certo modo invece che in un altro. Ley line peculiari (e quindi simbolicamente significanti – potenzialmente sovra-interpretabili) saranno quelle con, alternativamente, latitudine o lon-gitudine pari a zero, quando esse coincideranno con uno degli assi della scomposizione.Ley line particolarmente energetiche (e quindi anch’esse simbolicamente significanti – potenzialmente sovra-interpretabili) avranno longitudine più pronunciata (ora capiremo meglio come) rispetto alla latitudine. Nell’esempio della ley line di via Prenestina (si veda l’immagine precedente) si può parlare di una ley line a basso potenziale energetico (dato il suo an-damento medio: la linea tratteggiata): l’energia potenziale che si acquisisce procedendo dall’origine lungo il suo <<camminamento>> è positiva per un valore molto piccolo dato dalla prioritaria componente della latitudine.

55 Zabini A., Wilhelm Reich e il segreto dei dischi volanti, 1996, Tre editori, Roma. 147

Page 4: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

L’ipotesi che seguiremo sarà quindi la seguente: i <<camminamenti>> su ley line funzionano da attrattori/repulsori per gli UFO secondo potenziali diversi che dipendono dal prevalere di una coordinata sull’altra alternativamente per i due emisferi terrestri. Intuitivamente una ley line, al netto di altre specificazioni, può essere per-corsa in entrambi i versi della direzione, questo significa che gli <<oggetto/sequenza>> che le percorrono possono acquisire o perdere energia poten-ziale.Una ley line con andamento positivo (la sua direzione considerata dall’origine punta verso il polo del proprio emisfero) produce (qualora il verso dello <<oggetto/sequenza>> punti dall’origine verso la periferia) sull’UFO un’accelerazione di gravità. Più la componente longitudinale di questo <<camminamento>> prevale (e inoltre più essa è lunga) più essa caratterizza energeticamente la ley line.

Orientamento e segno delle ley line su un planisfero.

Considerata quindi solo rispetto alla loro direzione la ley line più caratteristica coincide con l’equatore stesso.

148

Page 5: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

Tutto ciò ci consente di dare una prima classificazione delle ley line in base alla direzione:

ley line +: direzione che punta verso il polo dell’emisfero in cui si trova l’origine.

Ley line -: direzione che punta verso il polo dell’emisfero opposto rispetto a dove si trova l’origine.

Ora utilizzeremo la medesima convenzione simbolica per definire il verso, ovvero il senso di marcia, di percorrenza dello <<oggetto/sequenza>> che corre lungo la ley line:

ley line ++: quando il verso dell’UFO asseconda il segno della ley line + e quindi esso viaggia dall’equatore verso il polo che si trova nel suo emisfero (accelerando).

Ley line + -: quando il verso dell’UFO non asseconda il segno della ley line + e quindi esso viaggia dal polo verso l’equatore (decelerando).

Ley line - -: quando il verso dell’UFO asseconda il segno della ley line - e quindi esso viaggia dal polo verso l’equatore (decelerando).

Ley line - +: quando il verso dell’UFO non asseconda il segno della leyline - e quindi esso viaggia dall’equatore verso il polo che si trova nel suo emisfero (accelerando).

Ley line classificate per direzione e verso.

Veniamo quindi a definire meglio la nostra ipotesi: un <<oggetto/sequenza>> UFO che percorra ley line + - e ley line - - può

149

Page 6: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

avere la “intenzione” di stabilire un contatto (ir5) di qualche tipo. Al contrario quando l’<<oggetto/sequenza>> percorre ley line + + e ley line - + si allontana, manifestando una qualche forma di repulsione al contatto. Proponiamo quindi, in primissima approssimazione, d’attribuire natura non terrestre a quegli <<oggetto/sequenza>> <<discontinui>> con ley line + - e ley line - -. Questo almeno fintanto che non sia possibile confermare l’ipotesi con altre prove o stabilendo un ir dal 3 al 7.

SPAN

Due ley line aventi stessa origine ma linearmente indipendenti (non gia-centi su una stessa retta) sono dette anche generatrici di Span56 ovvero di un sottospazio (compreso tra le due direttrici) che gode di alcune interessanti proprietà:

1) Le ley line che delimitano il sottospazio sono isomorfe, cioè gli <<oggetto/sequenza>> al loro interno hanno ruolo simile nelle rispet-tive strutture: ad esempio un ponte definito come <<tonal>> in una ley line lascia presupporre un ponte <<tonal>> sull’altra ley line. Questo attributo è particolarmente evidente sulle consolari e preconso-lari romane: torri, tumuli cenotafi ed epitaffi spesso si ripetono su strade diverse con funzioni aggreganti e disgreganti simili. Alcuni ufociclisti e psicogeografi si sono spinti ad affermare che ley line siffatte sono la stessa ley line che devia e incontra nuovamente se stessa in un punto detto origine ma che più propriamente è un <<om-phalos>>. 2) Un numero ragionevole di combinazioni lineari (che definiremo lo-cali ed estese fino ad un massimo di 10 chilometri stando alle osser-vazioni di Alfred Watkins) delle ley line è ancora parte del sottospazio. Questo significa che le ley line sono localmente estendibili al di là delle loro tracce visibili e lo spazio generato fa ancora parte del sottospazio. In questo senso le proprietà rilevate dall’ufociclista nello span indagato (che possono essere diverse rispetto a tutte le <<uda>> che il sottospazio attraversa) è estendibile ad una ragionevole porzione di territorio. Si parla in questi casi di estensione dell’alone di interferenza (si veda an-che <<tonal>>) di uno span perché a differenza di una <<uda>> in cui è il territorio a produrre la <<ambiance>> qui è l’estensione stessa delle ley line a produrre <<ambiance>>. La prospettiva rispetto alle

56 Abate M., de Fabritiis C., Geometria analitica con elementi di algebra lineare, 2010, McGraw-Hill, Milano.

150

Page 7: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

<<ambiance>> delle <<uda>> è quindi invertita: là il camminamento accerta il perimetro della <<ambiance>> mentre qui il perimetro del sottospazio definisce la <<ambiance>>. Le ley line propongono quindi una <<ambiance>> e quando inscritte in uno span sono parte stessa della <<ambiance>> del sottospazio.

3) Ogni punto del sottospazio (come per le <<uda>>) ha un intorno omeomorfo (convergenza). Lo span rappresenta uno spazio compatto e limitato su due lati, i cui bordi corrispondono alle ley line individuate. Il terzo lato (che non è una ley line) ha proprietà a sé da individuare caso per caso: spesso si tratta di un’area d’infiltrazione della <<uda>> su cui le ley line concludono o ancora più semplicemente un alone d’interferenza del sottospazio che in questo caso s’infiltra nella <<uda>>

su cui termina.

4) Due ley line non linearmente indipendenti locali non formano uno span e sono, la stessa ley line (allineamenti). Di fatto l’osservazione è tutt’altro che banale. Una ley line infatti può terminare e ripartire da un punto situato anche molto lontano. Verificare la non indipendenza lineare della ley line può farci comprendere la natura e la storia della ley line stessa. Il modo più semplice per verificare la dipendenza o l’indipendenza di due ley line è quello di sottoporle a verifica con una riga. Due ley line non indipendenti giacciono sulla stessa retta.

5) Uno span è a tutti gli effetti una <<uda>> (aperta o chiusa). Ma non necessariamente una <<uda>> è uno span. Apparentemente potrebbe emergere una certa somiglianza tra span e <<enclave>>. In realtà si tratta di oggetti tra loro molto diversi in quan-to, come abbiamo visto, le caratteristiche del sottospazio dipendono dalle ley line mentre, in caso di span aperto il terzo lato rimane esposto alle caratteristiche forti e alle contaminazioni della o delle <<uda>>

ospiti.La <<enclave>> oltre ad essere definitivamente limitata, ha una storia sociale nota. Lo span generalmente non possiede una storia sociale nota e peculiare tranne in quei casi in cui accidentalmente esso non coincida esattamente con una <<uda>>. Mentre <<uda>> e <<en-clave>> sono spazi riconoscibili e documentati, il sottospazio ha solo una colorazione, un tono, che richiede un lavoro d’individuazione e definizione perché impossibile da intercettare per la cartografia tra-dizionale.

151

Page 8: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

La descrizione di questa mappa è nel testo che segue. In nota c’interessa evidenziare come la ley line che passa per lo <<occultatore>> vada a lambire anche la <<piattaforma girevole>> (in alto a sinistra) di piazza Re di Roma di cui abbiamo trattato in precedenza.

Le caratteristiche dello span sono dettate dalle ley line che lo compongono. Queste aprono un nuovo spazio simbolico ed emozionale all’interno di una, due o più <<uda>>. Ciò rimane la caratteristica principale di uno span: una sorta di sospensione della storia locale che come vedremo costituisce la sua forza e caratteristica più importante. Qui anticiperemo uno degli aspetti più rilevanti delle ley line per l’ufociclista; qualitativamente (dato che è compreso tra due ley line) lo span è un ottimo luogo dove cercare lo spazio per il contatto e/o per lo skywatching. Vedremo tra poco come a perfezionare ulteriormente questo parametro con-tattistico rientri la classificazione per direzione e verso delle ley line di cui abbiamo precedentemente scritto. Inoltre, e a questa circostanza è strettamente legata quella sopra esposta, non di rado due ley line siffatte (aventi origine comune e indipendenza lineare) nascondono almeno una terza traiettoria da individuare grazie alla <<regola del parallelogramma>>.

Nell’immagine precedente: zona Appio-Tuscolano - Roma. Le due <<ley line>> (tratteggiato doppio) aventi origine in comune attraversano tre o più <<uda>>.

152

Page 9: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

Ogni <<ley line>> ha almeno tre segnalatori appartenenti a più di una <<uda>>.Il <<totem d’incongruenza>> I.T.C. Leopoldo Pirelli è un istituto su-periore per periti informatici la cui storia è peculiare. Il suo nome è sta-to da qualche anno cambiato e precedentemente era Carlo Levi: in ef-fetti un attributo alquanto anomalo per un istituto tecnico. Storicamente caratterizzato per superficiali apparentamenti con movimenti studenteschi di destra rompe con la supremazia del liceo più noto della zona: l’Augusto. L’Alberone è stato per molto tempo il <<tonal>> della sua <<uda>>. Oggi di quell’antico leccio non rimane che un invaso anche dopo i tentativi di sosti-tuirlo con esemplari più giovani e sani. Come abbiamo detto a proposito dei <<tonal>> nonostante esso non esista più la sua influenza permane come in questo caso in cui esso nomina ancora tutta la zona.L’ex Poligrafico di Stato oggi ha una nuova destinazione d’uso. Resta la struttu-ra più caratterizzante della sua <<uda>> e in questa funziona da <<tonal>>. Piazza Lazzaro Papi è lo <<omphalos>> delle due ley line. Si tratta anche di un <<occultatore>> dato che impedisce di cogliere in maniera netta la <<discontinuità>> della <<uda>>.

Un discorso analogo vale per il ponte di piazza Camillo Re sospeso sopra la ferrovia: anche questo simula tra due zone un principio di continuità che di fatto non ha ragione di esistere.Da ultimo il <<tonal>> della chiesa e parrocchia del Don Orione. Imponente e influente struttura che da sempre tonalizza la sua <<uda>> che s’affaccia su via Appia Nuova.Il tratteggio singolo superiore serve a delimitare visivamente lo span e non ha una funzione analitica peculiare. In esso convergono attributi delle <<uda>>

limitrofe come aloni d’interferenza. Circa il sottospazio generato non abbiamo circostanze impellenti da rilevare. La sua determinazione è in questo ambito esclusivamente esemplificativa. Si tratta di uno span aperto contrapposto a quello che tra poco vedremo definito come chiuso.

REGOLA DEL PARALLELOGRAMMA

L’esistenza di due ley line aventi stessa origine lascia presupporre l’esistenza di una terza ley line che chiameremo risultante. Essa è “figlia” di ley line già individuate e accertate tanto in termini di <<camminamento>> che in termini di <<ley line come linee energetiche>>.Qualora accertata l’esistenza di una terza ley line (come vedremo) lo span crea un parallelogramma che è in realtà una <<uda>> chiusa con caratteristiche proprie dello span tramandate dalle ley line di cui è il prodotto. Qualora dall’indagine sul campo non emergessero prove di una ley line ri-

153

Page 10: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

sultante, la <<uda>> risulterebbe aperta (ma anche questo lo abbiamo già visto). Il metodo per rilevare l’esistenza di una terza ley line si chiama regola del parallelogramma.

Partiamo da un esempio:

Le due <<ley line>> aventi comune origine. Cerveteri - via della Necropoli.

Quella nell’immagine è via della Necropoli presso Cerveteri. Prescindiamo dal fatto che le due ley line hanno lo stesso nome il ché potrebbe trarre in inganno. Si tratta di fatto di due <<camminamenti>> separati aventi comune origine. L’area è interessata da una necropoli etrusca e le strutture visibili nella mappa sono dei tumuli funerari. Guardiamo ora la stessa zona su una scala più ampia in cui troviamo ripor-tati longitudine e latitudine in modo da comprendere la direzione e il verso delle ley line.

Le due ley line in linea continua (nell’immagine che segue) sono quelle origi-narie evidenti sul territorio e già segnalate dalla mappa precedente.

154

Page 11: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

La stessa mappa precedente ma su una scala differente. Si è applicata la regola del parallelogramma per tracciare la posizione di una possibile risultante.

La regola del parallelogramma prevede uno spostamento in cui ogni ley line viene traslata toccando il punto finale dell’altra ley line: a in a1 e b in b1. Si ottiene così un parallelogramma come mostrato nella carta topografica. Tracciamo ora una linea che congiunga l’origine con l’apice del parallelo-gramma: avremo così ottenuto la posizione su cui presumibilmente potrebbe correre la ley line risultante (la linea composta da frecce).

Ecco quindi cosa abbiamo scoperto:

1) Per iniziare abbiamo individuato la posizione ipotetica di una risul-tate, una ley line, non più visibile, forse seppellita da strati di terreno o da costruzioni: ad una prima verifica sulla carta la ley line potrebbe in effetti esistere dato che sulla sua strada troviamo alcuni segnalatori di una certa ri-levanza e nello specifico dei tumuli.

2) Il parallelogramma così costruito mette in risalto uno span che può diventare materia d’indagine privilegiata alla ricerca di ulteriori prove dell’esistenza di una “zona speciale”. Ciò delimita l’area delle ricerche dotandoci di alcuni parametri di riferimento nella scelta del suo pos-sibile perimetro.

155

Page 12: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

3) In riferimento alla direzione abbiamo scoperto che: le tre ley line sono tutte di tipo ley line -. La terza ley line risultante partendo dall’alto ha un’intensità maggiore della prima ma minore della seconda. Tutta-via essa è ovviamente più lunga e in questo modo recupera d’intensità rispetto alla seconda ley line.

4) Lo span che si delinea crea una <<uda>> chiusa circoscritta dal parallelogramma. Sarà quindi possibile indagare l’area del parallelo-gramma mediante la <<teoria cromatica degli stati d’animo>> con un sopralluogo sul posto.

5) Una <<uda>> chiusa di questo tipo (verificata l’esistenza della risul-tante) riduce al minimo l’instabilità transudale (si veda <<tipi di uda>>) stabilizzandone immediatamente gli attributi tipici dello span. Questo grazie alla sospensione della storia locale. Le specifiche del luogo pas-sano in second’ordine rispetto agli attributi del sottospazio. Grazie a questa sospensione lo spazio diviene potenzialmente contattistico trasfor-mandosi in una sorta di “terra di nessuno” adatta al contatto tra ter-restri e non terrestri o anche tra terrestri e terrestri apolidi <<uda con-tattistica>>.

Le <<uda>> chiuse di tipo span in effetti sono luoghi perfetti in cui tentare il sorpasso di tutti quegli “istinti” territoriali che vedono gli es-seri umani contrapporsi violentemente. Le <<uda>> chiuse di tipo span sono zone liberate in un certo senso e nessuno dovrebbe poterne recla-mare l’appartenenza. La Luna (il satellite naturale terrestre) è un esem-pio ideale di <<uda>> di tipo span.

6) Se avessimo combinato linearmente le due ley line (ad esempio per allargare il campo di ricerca) una parte della città di Cerveteri sarebbe caduta nello span (il che non ci avrebbe troppo sorpreso) senza però modificare la direzione del <<camminamento>> della ley line risul-tante.

Questo il lavoro che può compiere l’ufociclista con l’ausilio di una carta topografica del tipo dell’IGM (Istituto Geografico Militare). Ora per comprendere se lo span chiuso così delineato sia davvero tale e pos-segga i requisiti per essere uniformato tonalmente occorrerà una verifica sul campo in cerca di quegli elementi che sono stati al centro della trattazione delle <<uda>>, dei <<tonal>>, dei <<totem d’incongruenza>>, degli <<at-trattori>>, eccetera.

156

Page 13: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

UDA CONTATTISTICA

Le <<uda>> chiuse di tipo span con direzione e verso di un <<oggetto/se-quenza>> ley line + - e ley line - - sono dette UDA contattistiche e in un certo senso sono il “Sacro Graal” dell’ufociclista perché rappresentano i luoghi ideali (una zona franca) per il contatto funzionando da sospensioni della storia locale come abbiamo visto a proposito dello <<span>>. Le UDA contattistiche risolvono pragmaticamente un problema sollevato in altri termini anche dall’ufologo Dante Minazzoli sul perché eventuali extrater-restri non prenderebbero ufficialmente contatto con la specie terrestre.Immaginiamo allora il come di un contatto interplanetario: dal punto di vista alieno dove potrebbe avvenire? Con chi?Si tratta di domande tutt’altro che speculative che ricordano gli interrogativi che si poneva Paul Watzlawick a proposito dei due agenti segreti in missione (si veda <<pratiche ufociclistiche>>). Esattamente cosa dovremmo aspettarci da un alieno in visita diplomatica sul pianeta terra? Forse che scenda da un disco volante e vada a stringere la “mano” al presidente di uno stato, ad un’autorità religiosa, al capo di una fazione terroristica, al presidente di una squadra di calcio, al direttore di un giardino zoologico o di un mattatoio? O forse di un campo di prigionia o di un esercito occupante? Esattamente: quale sistema coercitivo e di potere dovrebbe avallare un alieno in visita sul nostro pianeta? Come sceglierebbe di quali terrestri “divenire il testimonial” e quali invece sacrificare? E poi siamo sicuri che sceglierebbe l’homo sapiens? Potrebbe scegliere i pongidi o i gatti o forse le balene.57 Magari si troverebbe più a proprio agio con i robot. Stringerebbe la mano ad una donna o ad un uomo? Quale genere privilegerebbe creando uno squilibrio rispetto agli altri?In ultima analisi: date le gerarchie, le classi, i poteri caratteristici della nostra società siamo sicuri che già esistano le condizioni per un contatto ufficiale?58

La questione assieme a Minazzoli fu affrontata, partendo da presupposti di-versi, dagli ufologi radicali del MIR. Questo collettivo attivo verso la fine degli anni Novanta sostenne, secondo noi a ragione, che le condizioni per il con-tatto non potessero che prodursi come risultato di una pratica rivoluzionaria il cui fine è quello della trasformazione dei rapporti sociali sul nostro pianeta.

Similarmente per l’UfoCiclismo il contatto hic et nunc non può che essere cercato su un territorio anche solo temporaneamente il meno segnato pos-sibile da contrapposizioni di potere e disuguaglianze (sospensione della sto-ria locale). Il contatto inoltre non potrà ancora per molto tempo avere un

57 Si veda ad esempio il bel film della serie Star Trek “Rotta verso la Terra” (1986). 58 Un film che tangenzialmente affronta la questione senza addentrarsi negli aspetti politici appena sollevati è “Contact” (1997) tratto da un romanzo dell’astronomo Carl Sagan.

157

Page 14: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

carattere ufficiale ma essere esperito attraverso contatti ad personam atti a sensibilizzare l’umanità a partire dal particolare. Al momento le UDA contattistiche sono quanto di meglio possa offrirci la teoria.

Vediamo un esempio pratico di UDA contattistica.Nell’immagine successiva abbiamo identificato un <<omphalos>> all’incrocio tra due strade in cui il tratto esaminato propone particolari spunti. Ci troviamo nel quartiere di Centocelle - Roma. Per la precisione nel quadrante del parco di Centocelle. Lo <<omphalos>> proietta le ley line su via Casilina e via di Centocelle in uno spazio del tutto peculiare.

UDA contattistica del parco di Centocelle?

In esso si apre una vera e propria rete sotterranea fatta di cunicoli che fino almeno agli anni Sessanta era adibita a fungaia e che più recentamente è stata utilizzata come discarica illegale. I segnalatori presi in considerazione sono quelli riportati nella mappa: un ri-trovamento archeologico risalente ad un periodo compreso tra il VI sec. a.C.

158

Page 15: LEY LINE COME LINEE ENERGETICHE

e il VI sec. d.C, una pista d’atterraggio facente parte del parco un tempo spazio dell’aeroporto militare e la <<intersezione>> già incontrata rappre-sentata da via Palmiro Togliatti. La seconda ley line ha per segnalatori: il letto di un canale ormai prosciugato teatro nell’estate del 2017 di roghi tossici nel quartiere, l’aeroporto militare (la sezione che ne resta dopo che una parte è stata destinata al parco) e un secondo punto della <<intersezione>> della Togliatti. Lo spazio sembra “naturalmente chiuso” dall’intersezione stessa che ne cir-coscrive con esattezza la <<uda>> visibile, caratterizzata da una zona di verde che si apre nel bel mezzo di tre quartieri: Tuscolana (a sud), Centocelle (a nord est), Don Bosco (a est). Lo <<span>> “chiuso” in effetti lascia ben sperare e quindi tenteremo di prolungare l’area di ricerca per verificare l’esistenza di una terza ley line e definitivamente dichiarare chiuso lo spazio in questo modo generato. Nell’immagine che segue la rappresentazione di questa operazione d’estensione realizzata mediante una carta. Al momento manca un rapporto dettagliato sulla zona in questione. Manca ancora un <<rapporto>> det-tagliato sui segnalatori delle ley line e con essi quindi sulla esattezza di una risultante (qui tracciata in via del tutto ipotetica). Troviamo però già delle conferme in questo studio preliminare.

L’area d’estensione dello <<span>> appare molto coerente con lo spazio identificato dalla mappa precedente. Si tratta in entrambi i casi di zone di verde anche se quello compreso nell’area d’estensione già non fa più parte del parco di Centocelle. Inoltre l’area del parco è stata più volte teatro di avvistamenti UFO ripetuti negli anni di cui alcuni di una certa rilevanza. Già a partire da queste due osservazioni possiamo pensare d’impostare una ri-cerca più approfondita sul campo che porterà ad eventuali nuove conferme. Analizziamo ora la risultante: si tratta di una ley line - e se consideriamo il verso di percorrenza a partire dallo <<omphalos>> essa diviene una ley line - -. Almeno uno dei racconti d’avvistamenti UFO sulla zona ci conferma questa circostanza rispetto al verso (si veda <<ley line come linee energetiche>>). Ulteriore indizio, questo, che può indurci a credere di essere in presenza di una UDA contattistica.

159