L’Europa e il mondo nella seconda metà del XIX secolo

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L’EUROPA E IL MONDO NELLA SECONDA METÀ DEL XIX SECOLO Italia Europa Paesi extraeuropei Giuseppe Garibaldi in una foto del 1870

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L’EUROPA E IL MONDONELLA SECONDA METÀ DEL XIX SECOLO

ItaliaEuropaPaesi extraeuropei

Giuseppe Garibaldi in una foto del 1870

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ITALIA LA TASSA DELLA DISPERAZIONE - Con l’annessione

del Veneto e la presa di Roma, la Destra storica aveva portato a termine il Risorgimento. Per far fronte alle necessità economiche del giovane Stato unitario, il ministro delle finanze Quintino Sella e i suoi successori inasprirono le tasse e ne introdussero di nuove, tra le quali l’imposta sul macinato(1868). Questa tassa sulle farine, che costituivano la base dell’alimentazione dei ceti popolari, generò un grave malcontento in tutto il Paese e fu presto chiamata “tassa della disperazione”.

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LA SINISTRA DI DE PRETIS – Tenendo conto del diffuso malessere, Agostino De Pretis, il leader della Sinistra, annunciò per le elezioni del 1876 un programma di riforme; ecco alcuni punti:

1. Istruzione elementare gratuita e obbligatoria2. L’abolizione della tassa sul macinato3. Una più giusta distribuzione della pressione fiscale

sulla popolazione4. L’estensione del diritto di voto a più larghe fasce di

elettori

Con questo programma De Pretis vinse le elezioni e restò al potere fino al 1887, realizzando queste e altre riforme, condivise dalla maggioranza dell’elettorato.Scolaresca in un’immagine

del 1887

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LA TRIPLICE ALLEANZA E L’IRREDENTISMO – Nel 1882 l’Italia concluse con la Germania e l’Austria la Triplice Alleanza, che prevedeva il reciproco aiuto militare in caso di attacco da parte di altre potenze, specie della Francia. Questa alleanza durò fino al 1915, ma non fu bene accetta dalla gioventù studentesca, cui questo accordo apparve come una rinuncia definitiva da parte dell’Italia a Trento e Trieste, ancora nelle mani degli Austriaci. Si rafforzò così l’irredentismo, un movimento di opinione, forte soprattutto nel nordest della penisola, che considerava l’annessione delle due città condizione necessaria per considerare completata l’unità nazionale. Un giovane patriota, Guglielmo Oberdan, per rompere la pace tra Italia e Austria, ordì un attentato contro l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe, nel 1882. L’attentato fallì e Guglielmo Oberdan pagò con la condanna a morte questo suo gesto.

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LA POLITICA COLONIALE DELL’ITALIA – Alla fine dell’Ottocento, quasi l’intero continente africano era stato colonizzato dalle maggiori potenze europee. Rimanevano relativamente libere dall’oppressione straniera soltanto la Liberia e l’Etiopia, due Paesi già allora estremamente poveri, ma evidentemente abbastanza determinati a difendere la loro libertà, tanto da riuscire a respingere con eroismo, nel 1887, a Dogali, l’aggressione italiana di cinquecento soldati guidati dal colonnello De Cristoforis, che furono annientati, nonostante la superiorità tecnica. Così, da quell’anno e per molti anni a venire, l’Italia dovette rimandare i suoi progetti di espansione coloniale.

Lo scontro sulla collina di Dogali

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DOPO DE PRETIS, ARRIVA CRISPI – Alla morte di De Pretis, avvenuta nel 1887, salì al governo un altro esponente di Sinistra, Francesco Crispi. In politica interna, Crispi continuò sulla linea delle riforme di De Pretis ed emanò un nuovo Codice Penale, il Codice Zanardelli(1889), nel quale, tra le cose più importanti, si indicavano l’abolizione della pena di morte, l’introduzione del diritto di sciopero e il rinoscimento della legittimità dei sindacati e delle cooperative. In politica estera, invece, i punti più fermi di Crispi furono il rispetto della Triplice Alleanza e la ripresa dell’espansione coloniale dell’Italia in Etiopia. Tuttavia, nel 1896, presso Adua, l’Italia subì ancora una disfatta e fu costretta a firmare la Pace di Addis Abeba, con la quale rinviava ancora una volta i suoi progetti di potenza coloniale.

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ARRIVA LA LEGGE MARZIALE – Dopo la sconfitta di Adua, Crispi diede le dimissioni e il re Umberto I affidò il governo ad Antonio Di Rudinì, che per far fronte alle perdite economiche causate dalla rovinosa politica coloniale, aumentò la pressione fiscale. Il prezzo del pane aumentò sensibilmente, inasprì il disordine sociale, tanto che il governo decretò la legge marziale a Firenze, Livorno, Napoli e Milano, dando pieni poteri all’esercito. A Milano, il Generale Bava Beccaris fece persino sparare i cannoni sui rivoltosi, uccidendo circa 80 dimostranti e ferendone più di 400, nel maggio del 1898.

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RE UMBERTO I E’ ASSASSINATO – I fatti sanguinosi di Milano costrinsero Di Rudinì a dimettersi e il re nominò capo del governo Luigi Pelloux, nel 1898. Il nuovo premier presentò immediatamente al parlamento progetti di legge che di fatto limitavano la libertà di associazione, di riunione e di stampa. Contro queste misure, i deputati di sinistra ricorsero all’ostruzionismo parlamentare: i deputati parlavano per ore e ore, rallentando i lavori parlamentari e rimandando continuamente il momento del voto. Pelloux si dimise, per mettere fine a questa situazione insostenibile; ma, dopo poche settimane, nel gennaio del 1900, re Umberto I venne assassinato a Monza da un anarchico, Gaetano Bresci, con il preciso scopo di vendicare i morti di Milano.

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INGHILTERRA Nell’Inghilterra vittoriana del secondo Ottocento, si ebbe

un’alternanza tra governi liberali e conservatori, ma tutti con l’unico obiettivo di consolidare il potere coloniale e politico del Paese nel mondo. Alla fine del secolo, l’Inghilterra governava su circa 400 milioni di persone. Per meglio difendere questo impero, specie dalla minaccia tedesca, che già allora faceva sapere al mondo di sentirsi superiore in tutti i campi, l’Inghilterra strinse con Francia e Russia “la Triplice Intesa”, nel 1904. Tuttavia, in politica interna, l’Inghilterra era turbata dalla richiesta irlandese di indipendenza, spesso repressa con atti sanguinosi contro gli Irlandesi.

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RUSSIA La Russia, in questo periodo, è un Paese molto arretrato e

povero, ma militarmente potente. Gli oltre 40 milioni di contadini vivevano ancora oppressi da proprietari e padroni dispotici. L’abolizione della servitù della gleba, grazie allo zar Alessandro II, nel 1858, non migliorò la situazione: i contadini facevano fatica a pagare il riscatto delle terre e presto le sommosse popolari tornarono a insanguinare città e campagne; lo stesso zar finì vittima di un attentato, nel 1881. Il figlio, Alessandro III, non fu docile con il popolo e in particolare con alcune minoranze etniche, con gli Ebrei, ad esempio, che furono massacrati e deportati in Siberia. Tuttavia, accanto a una politica repressiva fu dato nuovo impulso allo sviluppo industriale, per il quale fu necessario l’ampliamento della rete ferroviaria, con la costruzione della Transiberiana, tra il 1891 e il 1904.

UNA FAMIGLIA DI CONTADINI RUSSI CHE RACCOGLIE PATATE

UN TRATTO DELLA TRANSIBERIANA

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STATI UNITI Alla metà dell’800, i rapporti tra Stati del nord e Stati del sud si

erano fatti molto tesi, in quanto quelli del nord volevano abolire la schiavitù e quelli del sud volevano lasciarla in vigore, perché il loro benessere si fondava proprio sullo sfruttamento degli schiavi. Ne conseguì una guerra civile, tra il 1861 e il 1865, in cui vinsero i nordisti. La schiavitù fu quindi abolita, ma negli Stati del sud si continuò a discriminare la popolazione di colore. Ad ogni modo, finita la guerra civile, gli Stati Uniti concentrarono la loro attenzione in politica estera e imposero la loro egemonia nel Centro America e nel Pacifico. Questo ovviamente portò a grandi conquiste ma anche a guerre e tensioni diplomatiche con altre potenze; tuttavia, con questa volontà di supremazia, gli Stati Uniti d’America mostrarono al mondo una grande determinazione e si affermarono come prima superpotenza militare

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