L’EUROPA DI CARTA – Salemi

42
L’EUROPA DI CARTA – Giancarlo Salemi Storia del giornalismo francese 1 Un giornalismo militante e d’opinione Una recente indagine dell’ istituto statistico Ipsos Media ha rivelato che i gio veramente nazionali perché letti in tutto il paese, in Le Figaro , Le Monde , Liberation , Les Echos (giornale economico) e L’Equipe (sportivo). È evidente quindi che la stampa d’oltralpe sia imperniat provinciale fortemente sviluppata. Ciò è dovuto soprat particolare all’evoluzione del giornalismo dopo la riv all’avvento della tv, che ha modificato profondamente giornali. Il 1789 segna l’avvento di una pubblicistica fortement caratteristica tuttora presente. Nascono in quell’anno Ami du peuple, Le patriote francais e Le rivolutions de France et de Braban t, che inneggiano ai principi di libertà, uguaglianza e frate decollare e la dittatura instaurata da Robespierre nel libertà di stampa, con il famigerato Comitato di salut migliaia di cittadini sospettati di tradire il nuovo o non torna nemmeno con la fine del terrore (1795), in q stampa (1796) stabilisce la pena di morte per coloro c distribuzione dei poteri pubblici. François Noel attraverso il suo ( Tribune du Peuple ) stampa il Manifesto degli uguali , diventando l’emblema dei giornalisti che pagheranno con la morte il loro operat libertà di stampa arriverà nel 1799 con il colpo di St La fine del ‘700 rappresenta dunque la fase embrionale del gi grandi testate nasceranno tutte nel secolo successivo. Le Temps (1829) venduto esclusivamente a Parigi, mentre Le Petit Journal (1863) rappresenta il primo di giornalismo rivolto alle masse, alla stregua dei ta Le Petit Parisien (1876) punta invece su due generi giornalistici: d’appendice. Gli altri fogli d’informazione dell’epoca politiche: l’ Action a favore dei repubblicani di sinistra, l’ Autoritè per i monarchici Humanitè di estrema sinistra. Il banco di prova che connoterà tutti questi giornali fu l’ affare Dreyfus. Il 13 gennaio 1898 comparve sull ’Aurore un articolo di Emile intitolato provocatoriamente J’accuse ” e costato all’autore unacondanna per diffamazione: una violenta denuncia sull’ingiusta condanna per spionaggio subi quattro anni prima dal capitano Alfred Dreyfuss,

Transcript of L’EUROPA DI CARTA – Salemi

LEUROPA DI CARTA Giancarlo Salemi Storia del giornalismo francese1 Un giornalismo militante e dopinioneUna recente indagine dell istituto statistico Ipsos Media ha rivelato che i giornali veramente nazionali perch letti in tutto il paese, in Francia sono solo cinque: Le Figaro, Le Monde, Liberation, Les Echos (giornale economico) e LEquipe (sportivo). evidente quindi che la stampa doltralpe sia imperniata su una pubblicistica regionale e provinciale fortemente sviluppata. Ci dovuto soprattutto a motivazioni storiche, in particolare allevoluzione del giornalismo dopo la rivoluzione francese, fino ad arrivare allavvento della tv, che ha modificato profondamente il quadro della vendita dei giornali. Il 1789 segna lavvento di una pubblicistica fortemente politicizzata e militante, caratteristica tuttora presente. Nascono in quellanno 200 nuove testate tra le quali l Ami du peuple, Le patriote francais e Le rivolutions de France et de Brabant, che inneggiano ai principi di libert, uguaglianza e fratellanza. Ma la democrazia stenta a decollare e la dittatura instaurata da Robespierre nel 1792 sancisce la fine della libert di stampa, con il famigerato Comitato di salute pubblica che porta al patibolo migliaia di cittadini sospettati di tradire il nuovo ordinamento. La libert dopinione non torna nemmeno con la fine del terrore (1795), in quanto la nuova legge sulla stampa (1796) stabilisce la pena di morte per coloro che avrebbero propugnato la distribuzione dei poteri pubblici. Franois Noel Babeuf attraverso il suo giornale (Tribune du Peuple) stampa il Manifesto degli uguali, diventando lemblema dei giornalisti che pagheranno con la morte il loro operato. Il definitivo declino della libert di stampa arriver nel 1799 con il colpo di Stato di Napoleone Bonaparte. La fine del 700 rappresenta dunque la fase embrionale del giornalismo francese; le grandi testate nasceranno tutte nel secolo successivo. Ecco Le Temps (1829) venduto esclusivamente a Parigi, mentre Le Petit Journal (1863) rappresenta il primo esempio di giornalismo rivolto alle masse, alla stregua dei tabloid inglesi. Le Petit Parisien (1876) punta invece su due generi giornalistici: le cronache sportive e i romanzi dappendice. Gli altri fogli dinformazione dellepoca sono testate preminentemente politiche: lAction a favore dei repubblicani di sinistra, l Autorit per i monarchici e l Humanit di estrema sinistra. Il banco di prova che connoter tutti questi giornali in chiave definitivamente politica fu l affare Dreyfus. Il 13 gennaio 1898 comparve sullAurore un articolo di Emile Zola intitolato provocatoriamente Jaccuse e costato allautore una condanna per diffamazione: una violenta denuncia sullingiusta condanna per spionaggio subita quattro anni prima dal capitano Alfred Dreyfuss, processato su semplici prove

indiziarie poi (solo 12 anni dopo la condanna) rivelatesi false. Si acuirono cos le tensioni sociali e politiche in Francia, che si divise drammaticamente in innocentisti e colpevolisti. I giornali rispecchiarono fedelmente questa situazione con Le Figaro, Le Matin e lAurore a favore di Dreyfuss, a differenza dellEcho de Paris, lAuthorit, l Intransigent e Le petit journal. Tutte le tensioni esplose nel paese dopo la grave sconfitta subita nel 1870 ad opera della Prussica, si coagularono nella suddetta divisione, con lebreo Dreyfuss a fare da capro espiatorio, il simbolo dellantisemitismo che si diffuse in Francia grazie a personaggi come Eduard Drumont. Questultimo auspicava una rivolta degli emarginati contro i ricchi ebrei borghesi e profittatori. In Francia, grazie ad una pubblicistica decisamente schierata, nacque perci la questione ebraica da cui partirono le successive persecuzioni e il nazismo. Allalba del 900 la situazione del giornalismo francese vedeva Le Petit Journal sfondare quota 1 milione di copie. Le Petit Parisien era il pi letto a Parigi e provincia, mentre Le Temps si stava spostando su posizioni pi moderate e LEcho de Paris era gi diventato un quotidiano economico. Allo scoppio della prima guerra mondiale il governo si affrett a proclamare lo stato dassedio per poi creare la Bureau de Presse, una commissione di 45 giornalisti per la stesura di articoli a sostegno del morale nazionale, affrontando ottimisticamente i temi bellici. Alla fine del conflitto i giornali che pi degli altri avevano appoggiato le operazioni militari, tra i quali l Echo de Paris, persero la loro autorevolezza. E proprio mentre la radio stava cominciando ad affermarsi, la stampa periodica riusc a ritagliarsi un ruolo importante nelleditoria francese. Alcune riviste (lIllustration, Le Miroir e il satirico Le canard enchain) raccontarono levoluzione della societ con lutilizzo delle fotografie. Nel 1938 venne istituito il Services de Information per riportare in auge la censura e la propaganda di guerra, senza per ottenere il successo della Bureau de Presse. La situazione era infatti completamente diversa rispetto a quella della prima guerra mondiale, dato che lavanzata nazista aveva spaccato in due la Francia: dopo larmistizio di Parigi il maresciallo Petain and a costituire il governo collaborazionista di Vichy nel territorio meridionale non occupato. Tuttavia dal 1943 inizi a diffondersi la stampa clandestina, in particolare grazie a due quotidiani: Le Tmoignage Chrtien e la Defence de la France (poi divenuto France Soir). Alla fine del conflitto ritorn quellelemento militante che da sempre ha caratterizzato la stampa doltralpe: linformazione si divise sui due personaggi destinati a segnare profondamente la politica francese nella seconda met del 900. Da una parte Charles De Gaulle (appoggiato da Le Figaro, Le Parisien e inizialmente da Le Monde), simbolo della lotta partigiana, capo del comitato di liberazione e presidente del governo provvisorio della repubblica. Fu lui a volere che dalle ceneri di Le Temps nascesse un giornale (Le Monde) destinato a riportare la Francia al centro dellopinione pubblica del mondo. Dallaltra ecco Franois Mitterand (appoggiato da Liberation e pi tardi da Le Monde), ex ufficiale del governo collaborazionista di Vichy. Due personaggi, due diverse interpretazioni della grandeur de la France che

per il primo corrispondeva alla tradizione conservatrice e bonapartista della forza militare. Per il secondo la grandezza del paese discendeva dal mito rivoluzionario del 1789, dallilluminismo, da Voltaire e Rousseau. Contemporaneamente si registra anche in Francia il fenomeno della concentrazione del panorama informativo in mano a pochi grandi editori, che sono: 1. il guppo Hachette della famiglia Lagardere; 2. la Socpresse della famiglia Hersant, con la figura di Robert H. uomo politico e proprietario di testate come France Soir e Le Figaro e che giunse a controllare gran parte dellinformazione specializzata francese; 3. gruppo editoriale legato a Jean Prouvost la cui fortuna inizialmente legata al settimanale Match. Fino al 1975 controllava anche Le Figaro e Cosmopolitan, magazine di successo rivolto ad un pubblico femminile insieme a Marie Claire ; 4. gruppo di Marcel Boussac che inizia pubblicando alcune riviste sportive per poi conquistare alcuni importanti giornali di provincia come Le Progrs di Lione e Le Dauphin Liber di Grenoble; 5. la Boyard Presse che si dedica alla divulgazione di tematiche religiose con il quotidiano Le Croix, il settimanale Le Plerin du XX secle e il magazine La Documentation Catholique. Per ridurre il fenomeno della concentrazione il governo studia una legge antitrust che trova compimento nel 1984, stabilendo che una stessa persona non possa possedere pi del 15 % della tiratura di tutti i quotidiani nazionali dello stesso genere. Non tardano ad arrivare le critiche, dovute al fatto che la legge, in sostanza, legittima lo status quo, senza prevedere alcun incentivo per la costituzione di nuove aziende. Nemmeno la nuova legge del 1986 e i feroci dibattiti degli anni 90 riusciranno a frenare il problema dei trusts editoriali, a causa della connivenza di questi ultimi con i personaggi politici. La sola eccezione rappresentata dalla stampa gratuita (free press) che dal 2002 ha cominciato ad intaccare sensibilmente le vendite dei giornali pi popolari (ma non degli altri giornali). In Italia invece la lettura dei giornali gratuiti si svolge parallelamente a quella dei grandi quotidiani nazionali e regionali, con leffetto di raggiungere chi normalmente non compra il quotidiano. Come al solito sono i numeri a parlare chiaro se si pensa che la tiratura complessiva dei giornali in Francia sia aumentata solamente di 1 milione di copie dal 1914 al 1980, a fronte di una contemporanea crescita della popolazione che ha raggiunto i 53 milioni di abitanti (rispetto ai 36 milioni del 1914). Ad aggravare la situazione laumento del prezzo di vendita, nonostante gli sgravi fiscali e le tariffe agevolate riconosciute dal governo nel 1994. Il problema infatti endemico dato che in Francia la stampa non ha attecchito particolarmente nella popolazione: lelemento militante ha col tempo creato disaffezione. Non bisogna dimenticare per, che i giornali francesi sono stati i primi a porre le questioni sulla libert di stampa e dopinione per le grandi democrazie occidentali.

La legge francese del 1881 sulla libert di stampa, funger quindi da modello per le analoghe norme degli altri stati europei.

2. Monsieur Le Monde, il grillo parlante dei francesiLe Monde il giornale simbolo della storia della Francia dal secondo dopoguerra in poi. Raccolse leredit di Le Temps che fu sospeso insieme a tutta la stampa collaborazionista. Cos lideatore del nuovo giornale, il generale De Gaulle, affid la direzione ad Hubert Beuve-Mry, che scelse il formato tabloid. I primi tempi non furono facili a causa soprattutto dellalto costo della carta. Perci il 15 gennaio del 1945 il governo impose ai giornali francesi una riduzione del 50% nelle forniture di carta, lasciando tuttavia la possibilit di pubblicare meno pagine o di optare per una minor tiratura. Il direttore si rese conto che per assicurare a Le M. una precisa identit sarebbe stato necessario puntare su una minor diffusione, offrendo cos al lettore un giornale completo. Il prezzo di tre franchi (il doppio rispetto agli altri quotidiani) giustificava un pubblico formato dalla media borghesia, gli intellettuali cattolici e di sinistra e la futura classe dirigente, che poteva permettersi di spendere qualcosa in pi. I lunghi articoli su argomenti anche molto difficili, insieme ad una grafica severa, non impedirono al giornale di ottenere successo. In pochi mesi nel 1946 Le Monde si colloca ai vertici delleditoria francofona: otto pagine ricche di commenti e di reportage anche dallAfrica e dalle ex colonie; editoriali infuocati che ne legittimano la fama di bastian contrario, sempre in opposizione alle decisioni del governo. In particolare si fa promotore di una campagna contro ladesione della Francia alla Nato, paventando il pericolo di un dominio americano col rischio per lEuropa di diventare il nuovo campo di battaglia tra i russi e gli statunitensi. Il pubblico comincia ad apprezzare il tono irriverente del giornale, il suo essere une sorta di grillo parlante per la sua autorit e indipendenza di giudizio. Una vicenda fondamentale per il proseguimento della storia di Le M. avviene alla fine del 1949, quando due importanti soci della societ editrice escono dal comitato di direzione prendendo le distanze da Beuve-Mery , contro il quale si schiera anche il governo, costringendolo a rassegnare le dimissioni. A sostegno del direttore scende in campo la redazione, al fine di tutelare lindipendenza del giornale e la libert dinformazione. Si ottiene un compromesso secondo il quale Beuve-Mery sarebbe rimasto al timone ancora per qualche mese, facendo poi decidere allassemblea dei soci la sua permanenza o il suo licenziamento. Con grande sorpresa il direttore viene riconfermato. Inoltre i giornalisti ottengono una parte del capitale azionario e la possibilit di prendere parte alle scelte editoriali. Possono quindi continuare le battaglie di Le M. contro le scelte del governo, anche a costo di enormi contraddizioni come quando viene sostenuta la guerra anticoloniale in Indocina.

In un primo momento il giornale appoggia il ritorno al governo De Gaulle, salvo poi tornare sui suoi passi nel momento in cui il generale decide di ritirare la Francia dal Patto Atlantico. Infatti la situazione era diversa rispetto alla fine del secondo conflitto mondiale; per cui sarebbe stato assurdo scegliere ora una posizione isolazionistica e velleitaria. Una nuova rottura arriva nel 1962 quando Le M. si oppone al progetto di De Gaulle di istituire lelezione diretta del presidente. Da questo momento in poi il giornale si sposter sempre pi a sinistra, restando comunque fedele alla sua fama di organo di stampa serio e credibile allestero. Nel 1969 quando lo storico direttore sceglie Fauvet come suo successore, inizia una lunga crisi delleditoria francese, destinata a protrarsi fino agli anni 80, con la scomparsa di molti quotidiani e un netto calo di lettori. Lascesa della tv (pubblica e privata) non gioca a favore. Nel 1985 con al timone Andr Fontane spunta l idea di aprire la societ a nuovi soci: 12 mila lettori diventano azionisti salvando il foglio dalla bancarotta. Pochi anni e la crisi si ripresenta in tutta la sua gravit: la redazione costretta nel 91 ad accettare per la prima volta un direttore non giornalista, leconomista Jacques Lesourne, che opera una politica di taglio dei costi. La svolta arriva per nel 1994 quando Colombani assume la direzione del giornale decidendo di fare ricorso a finanziamenti esterni, rinnovando la formula editoriale e grafica. Tuttavia i dati numerici sono impietosi a causa delle ingenti perdite (120 milioni di franchi dal 90 al 94; le vendite passate dalle 434 mila del 1981 a 330 mila). Lautonomia e lindipendenza, ai limiti dellautolesionismo, restano i punti cardine per il rilancio del giornale anche quando il colosso delle telecomunicazioni Alcatel, infastidito dalle accuse di corruzione, cancella il proprio investimento pubblicitario di 3,5 milioni di franchi. Nel 1995 vengono lanciate le pagine regionali, ma soprattutto viene inaugurata la prima edizione online del giornale. Il 15 gennaio 2001 esce nelle edicole il nuovo Le M. completamente rinnovato nella sua veste grafica con un aspetto meno austero, con pi fotografie, con il potenziamento della pagina sportiva e di quella degli spettacoli, oltre allintroduzione delle pagine sullU.E. e sullalta finanza. Ma il progetto di Colombani passa anche per la quotazione in Borsa del giornale, al fine di ottenere nuovi capitali. Oggi Le M. appartiene essenzialmente ai suoi redattori, mentre i 12 mila azionisti-lettori detengono circa il 10% del giornale; quasi il 37% della societ poi in mano a sei societ dinvestimento. Il direttore Colombani riesce cos a mettere daccordo lesigenza dindipendenza con le regole del mercato, superando lo scoglio giuridico che impedirebbe ad una societ editrice il collocamento al listino parigino. Le M. sempre stato molto attento alla situazione politica italiana attaccando apertamente la politica di Craxi ed elogiando pi volte DAlema; molto osteggiato Berlusconi (incubo reazionario e fascista). Tutto questo affidando i suoi articoli a commentatori interni (Antonio Tabucchi) o esterni (Dario Fo), facendo spiegare a personaggi del calibro di Pietro Veronese come Berlusconi sia al di fuori dello

Stato di diritto per il suo radicalismo e perch emana leggi ad uso personale. Un giudizio corretto qualche mese pi tardi quando il quotidiano francese ha affermato che Berlusconi va accettato in quanto lespressione dellelettorato italiano. Questanima trasversale fa apparire ancora oggi il giornale come un bastian contrario, rendendo orgoglioso il lettore, consapevole che con Le M. avr sempre una visione particolare degli avvenimenti. Un giornale sin dalla sua nascita rivolto ad un pubblico di sinistra e alla classe dirigente, non solo francese ma dei principali paesi europei. Un giornale laico ma che nel 2002 diventato lazionista di maggioranza del gruppo Publications de la Vie Catholique, unoperazione che si inquadra in una strategia despansione sempre pi grintosa.

3. Le Figaro, conservatore, ma non troppoNasce nel 1826 come periodico delle belle arti e delle lettere su iniziativa di due intellettuali, Alhoy e Arago, che lo pensano come un foglio di 4 pagine che riporti le cronache letterarie e articoli sulla moda o sugli spettacoli. Nel 1854 viene acquistato da Hyppolite de Villemessant che lo trasforma in settimanale attento alle notizie politiche e alla vita di corte, facendo diventare Le Figaro lorgano pi diffuso dellaristocrazia parigina. Nel 1866 finalmente assume lidentit di quotidiano, avvalendosi della collaborazione di alcune firme prestigiose che lo qualificano come foglio serio e autorevole. Parallelamente alla crescita dei lettori iniziano a comparire i primi reportage, ispirati allo stile inglese del Times, senza trascurare la cronaca locale. Non si sottrae dai dibattiti politici e nellaffare Dreyfus si schiera dalla parte del capitano ebreo, ospitando alcuni articoli di Emile Zola. Il 900 si apre sotto la direzione di Calmette che punta sulla diversificazione (supplementi). Nel 1906 fa il suo ingresso nel giornale la fotografia. in questo momento che il quotidiano diventa severo nei confronti della classe politica, soprattutto con il ministro delle finanze Caillaux. Da una parente di questultimo il direttore viene assassinato (1914). Siamo alle porte del primo conflitto mondiale durante il quale Le F. si distingue per i suoi grandi reportage. La parentesi decennale sotto il proprietario Franois Coty viene chiusa quando, allinizio degli anni 30, irrompe sulla scena la signora Cotnaranu che nomina Lucine Romier direttore. Nonostante le ristrettezze economiche questo il periodo dei grandi servizi fotografici che raccontano i conflitti dellepoca, come la guerra civile spagnola. Durante il secondo conflitto mondiale il quotidiano costretto a spostarsi prima a Bordeaux e poi a Lione, fino ad interrompere le pubblicazioni nel 1942 allo scopo di non sottomettersi alla censura collaborazionista. Pubblicazioni che riprendono il 23 agosto del 44 , qualche giorno dopo la liberazione di Parigi.

Nell immediato dopoguerra Le F., dopo aver lanciato un nuovo supplemento chiamato Littraire, conquista la leadership delleditoria mantenendo la sua linea moderata e superando la concorrenza di Le Monde. Il pubblico di riferimento ora la borghesia agiata, i professori universitari e i funzionari governativi. Ecco che il 15 maggio del 1950 limprenditore Jean Prouvost rileva le azioni della signora Cotnaranu. Il giornale raggiunge le 24 pagine, assume il formato lenzuolo e aumenta la sua tiratura (1milione di lettori). Nel 75 la volta del magnate Robert Hersant che rilancia la politica della diversificazione (Figaro Magazine, Madame Figaro, Le Figaro Economie, Figariscope) con lunico obiettivo di reggere lattacco del rivale Le Monde, senza badare a spese. Si capisce quindi il motivo per cui alla morte di Hersant nel 1996 si apre una lunga stagione di crisi finanziaria. Gli eredi dellimprenditore, per sanare i debiti pensano di affidare la direzione al giornalista di razza Yves de Chairsemartin, considerando anche leventualit di vendere il 40% del capitale azionario. La realt dei fatti costringe per a cedere la maggioranza della propriet ad una cordata di imprenditori, guidata dalla banca dinvestimenti americana Carlyle (1999). La nuova propriet si occupa subito di rivoluzionare la grafica e il linguaggio: tre piani su otto colonne, ampio uso del colore e della fotografia, con i caratteri della titolazione che diventano pi chiari e leggibili. Sin dalla prima pagina viene dato ampio spazio alle notizie estere; le pagine interne vengono suddivise in sezioni. Puntando a conquistare sempre pi lettori viene introdotta una pagina sull U. E., una sulle nuove tecnologie e due legate a commenti ed approfondimenti. La nuova formula piace al punto che, per la prima volta dopo un lungo trend negativo, il giornale registra nel 1999 un aumento nella diffusione. Ci non impedisce un valzer di poltrone alla direzione, fino allarrivo di Jean Belot nel maggio 2000. Nel 2002 Le F. torna in mano alla famiglia Hersant. Oggi il giornale solido economicamente ed accompagnato dalluscita di alcuni magazine. In ambito politico sempre rimasto moderatamente conservatore, dalla parte della destra di Chirac. Con lidea che i francesi sono primi in tutto.

4. Radical chic e sessantottino, Libration parla alla gauche franceseIl significato di L. racchiuso nel maggio del 1968 che segna la fine della Francia bigotta e china al generale De Gaulle, in favore di un paese che intende rinnovarsi nei costumi sessuali e nella politica, che trova la forza di imporre nuove regole grazie alla moltitudine di studenti e operai scesi in piazza a protestare. Uninterpretazione efficace che aiuta a comprendere cosa ha significato il 68 per un intera generazione, la offre Laurent Joffrin, una delle firme pi prestigiose del quotidiano:I giovani ribelli non volevano rovesciare, ma democraticizzare il sistema. Il 1968 ha dunque rappresentato una scossa moderatrice, non una rivoluzione.

La rivolta, che coinvolse una decina di milioni di persone, cominci per un motivo piuttosto banale: lespulsione di un gruppo di anarchici da parte delle Autorit delle Universit di Nanterre e Parigi, con leffetto di suscitare una prima dimostrazione degli studenti. Lintervento della polizia per bloccare i pi facinorosi fece aumentare la rabbia verso le autorit e, gli anarchici, fino a quel momento abbastanza isolati, trovarono lappoggio di quasi tutti gli studenti, che iniziarono a occupare gli atenei. Il governo continu con il pugno di ferro e gli studenti trovarono anche il sostegno degli operai quando, il 13 maggio un corteo riun lungo le vie del centro di Parigi un milione di persone contro la polizia. La notte del 14 il Teatro Nazionale di Parigi venne occupato, diventando cos il luogo delle assemblee del movimento, proprio quando gli operai passarono ad occupare le fabbriche. Il 24 gli anarchici organizzarono una marcia verso la Bastiglia, marcia che si concluse con lincendio del Palazzo della Borsa. La protesta, terminata il 5 giugno, aveva cambiato profondamente il Paese portando alla luce quella che passer alla storia come la generazione del 68, che trover il suo emblema nel quotidiano parigino Liberation e nel suo direttore (dal 1974) Serge July . Apparve subito evidente lintento di dar voce a tutti coloro che avevano manifestato contro lancient rgime. Sartre, il primo direttore, aveva osservato come la sinistra non fosse allepoca degnamente rappresentata attraverso i giornali e fece divenire L. una tribuna libera e sciolta da ogni dogma politico. Un giornale radicale che voleva modernizzare la vita democratica e culturale francese, dando spazio ad argomenti tab come lomosessualit, le condizioni delle donne, degli immigrati, dei senza tetto, la questione ambientale etc. Dal punto di vista economico la storia di L. costellata da crisi cicliche, iniziate nel 1981, quando per la prima volta furono sospese le pubblicazioni: non si rivel sufficiente dunque, labbassamento e il livellamento dei salari per ogni dipendente. Il 13 maggio il giornale rientr nelle scene editoriali sotto il formato tabloid e con una foliazione di 32 pagine. Si opt per la formula di un settimanale-quotidiano con la suddivisione classica in sezioni: esteri, interni, economia, spettacoli e cronaca. I salari rimasero uguali per tutti secondo il principio dellautogestione e dellindipendenza editoriale. Nonostante laumento delle vendite una nuova crisi fu evitata nel 1982 solo perch si apr il giornale alle inserzioni pubblicitarie, i cui introiti-fu stabilito-non avrebbero dovuto superare il 30% delle entrate globali. Per ampliare la fascia di lettori, in genere parigini, tra i 25 e i 45 anni, di cultura superiore e impegnati politicamente, nel 1986 July decise lo sbarco a Lione. La decisione, azzeccata, port il giornale ad incrementare la diffusione, svecchiandosi dalletichetta di organo dellestrema sinistra e dell intellighentia parigina. In questi anni la cronaca rimane battagliera, con titoli graffianti che irridono al potere. Inoltre stato uno dei primi giornali a parlare di ununione europea che non sia solo scritta su carta.

Questi temi, trattati con ampi reportage, piacciono ai francesi, tanto che il quotidiano raggiunge le 140 mila copie. I nuovi piani editoriali, favorevoli alla politica della diversificazione portano al lancio del settimanale Les Eches nel 1992. Dal 1994 inizia per un lento declino, dato che non viene premiata la scelta di sbarcare nel mercato nazionale. Ci porta alla perdita dellindipendenza economica nel 1996. Sebbene fosse stato sottoscritto un documento per salvaguardare lindipendenza della redazione dalla societ, lingresso dellindustriale Seydoux visto come la fine del sogno autarchico incarnato da Liberation. La nuova gestione decide di sopprimere 78 posti di lavoro, dopo aver realizzato un aumento di capitale pari a 70 milioni di franchi. La scelta si rivela azzeccata e finalmente nel 99 si brinda ad un anno record: utile netto salito a 17,5 milioni di franchi, grazie soprattutto ad un aumento del 50% degli introiti pubblicitari, mantenendo una diffusione sulle 170 mila copie. Anche L. stato molto attento agli sviluppi della situazione politica italiana degli anni 90 salutando con buoni giudizi il governo di Prodi e incensando Francesco Rutelli, per criticare aspramente Silvio Berlusconi. Con il titolo E pericoloso in italiano e senza accento, L. ha presentato 4 pagine dedicate al Cavaliere e alla sua campagna elettorale, denunciando nelleditoriale di Jacques Almaric le sue frodi fiscali e la corruzione di magistrati, senza dimostrare la bench minima fatica nel descrivere lex premier come un demagogo.

5. Le altre testate francesiUna recente indagine pubblicata da Mediawatch ha fotografato la situazione del giornalismo francese dove si passati dai 10 mila giornalisti nel 1980 ai 30 mila attuali. Inoltre solo 8 testate riescono ad far valere la loro presenza in tutto il territorio nazionale: si va dai quotidiani delite (Le Monde), a quelli popolari (Le Parisien), senza dimenticare il cattolico Le Croix e il comunista lHumanite. I giornali pi venduti restano quelli regionali come Ouest France (800mila copie). A livello generale la stampa francese ha sofferto negli ultimi anni a causa di un netto calo degli introiti pubblicitari e per l assenza di nuove iniziative editoriali. Inoltre lelevato prezzo di vendita dei quotidiani non ha di certo migliorato la situazione. Un caso emblematico il declino dello storico quotidiano parigino France Soir nato nel 1930, formato tabloid, caratteristico per il frequente ricorso ad una titolazione leggera, oltre alla comparsa in prima pagina di una foto- notizia a colori. Dopo aver toccato la quota record di mezzo milione di copie vendute, iniziato nel 1990 un lento calvario, al punto che oggi il quotidiano ha una tiratura molto ridotta e viene incomprensibilmente venduto anche in abbinamento a Il Giorno. Linformazione specializzata dei magazine sta invece attraversando un buon momento. Da segnalare il successo del settimanale l Express, inizialmente venduto come supplemento del giornale Les Echos. Si colloca nellarea di centro sinistra

approfondendo i temi dattualit politico-sociale. Nel 1955 lenorme fortuna, spinge il direttore Giraud, a trasformare l Express in un quotidiano, salvo poi tornare alla vecchia formula. La rivista viene quindi divisa in 3 macrosezioni (1 interni ed esteri; 2 societ ed economia; 3 cultura e tempo libero). Raggiunta la tiratura record di 600mila copie il fondatore-editore Servant-Schreiber decide di quotare al listino parigino il suo gruppo editoriale. Nel 1978 viene attuata dal nuovo editore Goldsmith una rivoluzione grafica ispirata ad uno stile minimal, con un aspetto quasi stilizzato. Si prende labitudine di creare dei veri e propri giochi di parole con il titolo della copertina. L E. diventa ora un giornale che offre anche un servizio utile, dinformazione sulla vita mondana francese, tramite preziosi suggerimenti sul modo di impiegare il tempo libero. Nel 1987 lE. passa al gruppo Alcatel che preferisce abbandonare linformazione di servizio per concentrarsi sulle notizie internazionali: grandi reportage e approfondimenti permettono di toccare 700mila copie. Unaltra rivista riuscita ad imporsi allopinione pubblica Le Nouvel Observateur (1950) che trasporta la formula di Le Monde su un settimanale, affermandosi per la sua austerit e per le tematiche affrontate con rigore critico e analitico. Lassenza di illustrazioni e gli articoli lunghi caratterizzano il periodico fino al 56 quando fanno il loro ingresso le foto, accompagnate da brani pi brevi e pungenti. Dal 1970 appoggiando la politica del socialista Mitterand, il giornale si colloca definitivamente a sinistra, trattando principalmente argomenti di politica estera e nazionale. Oggi vende 800mila copie con una buona diffusione anche allestero, grazie ad uffici di corrispondenza sparsi in tutto il mondo. Da menzionare il magazine Paris Match, inizialmente ricco di reportage fotografici. Ora ha virato sul gossip e sullo star system vendendo pi di 1 milione di copie, successo trasportato sul piccolo schermo da quando nel 2001 nata Match Tv, del gruppo Lagardere. Le Point un newsmagazine nato negli anni 70: conservatore e vicino a Chirac, con una tiratura di 330 mila copie. Manca allappello il satirico Le Chanard Enchain sempre pronto a denunciare i fatti di corruzione, smascherando alcuni funzionari pubblici, come pure gli scandali legati alla sanit. Lequivalente di Striscia la notizia trasferito su una rivista.

Storia del giornalismo spagnolo1. Il giornalismo spagnolo prima e dopo il generale Franco.Antes y despues. Prima e dopo: lespressione con la quale gli spagnoli simboleggiano il passaggio decisivo del loro 900, che ha visto il declino della dittatura di Francisco Franco a favore dellinstaurazione della democrazia, con lintervallo della transizione pacifica (1975-78).

La Spagna voleva tornare ad essere protagonista in Europa, grazie anche ad unopinione pubblica che finalmente poteva rispecchiare i principi del pluralismo e della libert di manifestazione del pensiero, dopo il bavaglio del regime franchista. Giornali, radio e tv erano stati sottoposti per quasi quarantanni (1938-75) alle ferree disposizioni del Caudillo, sia nellera repressiva che in quella tollerante. La prima cominci nel 38 con lapprovazione della legge preparata dal ministro dellinformazione Serrano. Ed ecco che senza autorizzazione governativa non potevano nascere nuove testate; lo spazio massimo riservato alla pubblicit era il 33%; tutti i quotidiani dovevano essere stampati con un solo carattere e con lo stesso tipo di corpo (senza alcuna differenziazione politica, culturale e ideologica). Il ministro dellInterno nominava i direttori delle testate per poi destituirli al momento opportuno. Come se non bastasse i cronisti venivano formati a partire dalle scuole di giornalismo, controllate dal Ministero dellinformazione. Il Ministero dellInterno istitu il Registro ufficiale della stampa, strumento di controllo per i giornalisti professionisti. Ogni giornale, prima della stampa, veniva consegnato alle autorit municipali che decidevano l applicazione di un eventuale sanzione o sospensione delle pubblicazioni per quei fogli che non rispettavano i criteri imposti. Francisco Franco dimostr di aver compreso la lezione di Mussolini ed Hitler: lunico modo per creare consenso e controllare lopinione pubblica era quello di possedere gli strumenti della comunicazione. In questo modo il generale riorganizz lo stato spagnolo, funestato dalla guerra civile (1935-38), le cui radici sono da ritrovare in un assetto proprietario della terra assolutamente ingestibile: pi di met della terra apparteneva a meno dell1% della popolazione. Alla fine del secondo conflitto mondiale il regime franchista rappresentava lultimo baluardo totalitario in Europa, con la logica conseguenza di un isolamento internazionale, oltre allautarchia economica ed alla repressione politica. Il Caudillo sapeva che lunica arma a sua disposizione per continuare la sua dittatura era linstaurazione totale del terrore, almeno fino alla fine degli anni 50. Il romanzo realista era lunico timido esempio di evasione dalla realt. Per motivi economici e commerciali pian piano si sgretola il muro di isolamento internazionale: nel 52 la Spagna entra nellUnesco, nel 53 inizia un rapporto di collaborazione con gli U.S.A. e viene firmato un Concordato con la Santa Sede. Finalmente nel 55 la nazione iberica entra nellO.N.U. Contemporaneamente la Spagna si avvia ad una grande rinascita economica, con un grande piano di opere pubbliche e infrastrutture. Il nuovo Stato si appresta a diventare sempre pi urbano e industrializzato. Tre citt simboleggiano questa crescita: Bilbao (motore economico), Madrid (capitale politica) e Barcellona (con il porto in grande ascesa). Nel 1966 viene emanata una nuova legge sulla stampa (legge Fraga) che inaugura lera tollerante del regime franchista. Labolizione dellautorizzazione preventiva controbilanciata dallintroduzione del Registro Nazionale della stampa al quale si devono iscrivere le imprese editoriali. Il governo pu comunque rifiutare liscrizione e

mettere in atto le misure preventive (sequestri, sospensioni, multe e cancellazione dellimpresa). Le societ editrici possono nominare i direttori che devono corrispondere allidentikit di giornalista professionista, impunito civilmente e penalmente. Con queste mosse Franco intende apparire pi democratico, sebbene trovare editori con le fedine penali e civili pulite, sarebbe stato pressoch impossibile: gli oppositori non avrebbero mai potuto dirigere un giornale. Inoltre una giuria etico-professionale pu comminare sanzioni e sospensioni in caso di violazione dei principi morali. Il giornalista privato della facolt di critica. Possono essere pubblicate solo quelle notizie che l Amministrazione pubblica ritenga idonee: ecco il motivo per cui in media ogni giornale costretto a pagare una multa a settimana. Nonostante la formale soppressione della censura, il regime censorio rimase in atto. Ogni giornale, prima di uscire in edicola, doveva depositare delle copie al Ministero dell Informazione: i funzionari pubblici potevano ordinare il sequestro o la sospensione. Una forma, quindi, di bavaglio trasparente dellinformazione con la conseguenza di un ovvia uniformit dei mezzi dinformazione. Tutto questo lantes; il passaggio dalla dittatura al nuovo stato democratico segna invece il despues, in seguito alla morte del dittatore. La transizione spagnola (1975-78) si svilupp senza traumi, in un clima di serenit tra i post-franchisti e i partiti esiliati. Infatti, nella seconda met del regime il paese si era evoluto socialmente, economicamente e culturalmente, gettando le basi per la nascita della futura societ civile. Il passaggio alla democrazia si realizz su un doppio binario: rompendo con la vecchia guardia ma al tempo stesso registrando una continuit costituzionale che permise di conservare la Monarchia, sebbene non fosse pi sentita. Un passaggio supportato dai giornali, che aprirono il dibattito su come si sarebbe dovuto costituire il nuovo stato spagnolo. In particolare nasce nel 1976 El Pais, che simpone da subito come lo strumento diretto della transizione, insieme ad altri giornali come Diario 16 e persino lex franchista Abc. Finalmente nel 1978 viene approvata, in seguito ad un referendum popolare, una nuova Costituzione che allart. 20 tutela la libert-diritto di manifestazione del pensiero in tutte le sue forme. Nasce cos un informazione fortemente bipolare. La sinistra viene supportata da El Pais e dal gruppo Prisa, una societ editoriale che col tempo ha costruito un vero e proprio impero mediatico con radio, tv e case editrici. La sinistra socialista e il gruppo Prisa viaggeranno a braccetto nel periodo che va dal 1982 al 96, quando i socialisti di Filipe Gonzalez guidano la Spagna verso la modernizzazione. questa una fase molto delicata per la vita del paese neodemocratico. Inizia infatti la stagione delle manifestazioni, culminata nel 1988 con lo sciopero generale. Il paese ha bisogno di riforme e Gonzalez, prima di cedere il passo alla destra, riesce a far aderire tutti i gruppi parlamentari al cosiddetto patto di Toledo, col quale si avvia la riforma del sistema pensionistico. La destra appoggiata dal quotidiano Abc e da El Mundo, diventato lorgano ufficiale del partido popular di Aznar. Se il compito dei socialisti era stato quello di rendere

operativa la transizione democratica, il partido popular doveva ora virare verso il liberalismo e rendere pi flessibile limmagine dello Stato, mettendo in pratica il progetto generazionale, di quella generazione stufa dello strapotere di Gonzalez. La guerra tra i due partiti nel 2000 si sposta sulletere dove si fronteggiano Canal Satellite Digital del gruppo Prisa e la neonata Via Digital di Aznar, che finalmente riesce ad esercitare la sua influenza sui mezzi di comunicazione, grazie anche allappoggio di Telefonica, lex monopolista di Stato delle telecomunicazioni. La guerra vera e propria era tuttavia cominciata nel 97, quando il governo di Aznar decise di mettere in chiaro la visione delle partite di calcio, i cui diritti erano appena stati acquistati dal gruppo Prisa. Inoltre un decreto ministeriale aveva imposto di usare i decodificatori col sistema multycript della neonata Via Digital, mettendo fuori legge quelli di Canal Satellite. Lultima mossa fu quella di istituire una commissione con facolt di riconoscere o meno lesistenza delle piattaforme digitali: Canal Satellite fu messa fuori dai giochi. Anche i quotidiani si schierano, con El Pais in prima linea a denunciare le manovre governative. Nel maggio 2002 la vicenda si conclude con la clamorosa fusione delle due pay-tv. Un armistizio indispensabile, che permetter a Telefonica e al gruppo Prisa di risanare le ingenti perdite degli ultimi anni. La guerra del papel, ovvero quella sui giornali, vive ora una fase di stanca. La tiratura dei pochi quotidiani nazionali (El Pais, El Mundo, Abc) e dei molti regionali (stampa catalana: La Vanguardia; e quella basca: El Correo Vasco) , tra le pi basse dEuropa (4 milioni). La situazione non cambia se si prendono in considerazione i settimanali: solo Tiempo raggiunge le 500mila copie. Ci nonostante questo tipo di giornalismo quello che pi si lega al sentimento degli spagnoli; anche perch sono stati proprio i mezzi di comunicazione, insieme al re Juan Carlos, a fare blocco contro il tentativo di un colpo di Stato da parte del colonnello Tejera. Il 23 febbraio 1981 rappresenta perci una svolta, dato il ruolo determinante ricoperto dai giornali per impedire che il paese risprofondasse nellincubo di un regime totalitario, dimostrando definitivamente di essere liberi, indipendenti e democratici.

2. Tutto il mondo PaisEl Pais es para ponerse a pensar. Era questo lo slogan che, alla morte del Caudillo, compariva sui cartelloni pubblicitari. Il giornale madrileno esortava quindi gli spagnoli a pensare agli ultimi quarantanni di regime, alla nuova democrazia, a quale modello di nazione puntare: laica, religiosa, che virasse al socialismo oppure alla destra post franchista. El Pais divent subito lo strumento guida che indirizz la Spagna a percorrere la strada delle democrazie europee. Fece irruzione nelle edicole con il formato tabloid: 48 pagine disegnate su 5 colonne. El Pais era una vergine che si affacciava nel mondo del giornalismo, con la fortuna di arrivare nelle edicole immediatamente dopo la morte di Franco. facile perci capire il motivo per cui godette subito di una fiducia spropositata anche allestero. A

garantirne la qualit in primo luogo il fondatore: Jos Ortega Spottorno, figlio del celebre Jos Ortega y Gasset. Il sogno di Spottorno era quello di riunire col giornale tutte le migliori menti spagnole, una vera e propria elit che avesse il compito di trasformarsi nella futura classe dirigente. Meno noto il direttore responsabile: il trentunenne Juan Lus Cebrian; del resto quasi tutti i collaboratori avevano meno di 30 anni. El Pais divenne quindi lemblema della nuova generazione, pronta a rimboccarsi le maniche e a scommettere sulla democrazia. Nella sua lunga direzione Cebrian punter soprattutto sulla politica interna, con un occhio di riguardo allU.E., cui la Spagna aderir nel 1986 con Felipe Gonzalez al governo, il politico al quale El Pais sempre stato legato, al punto da essere etichettato come giornale filogovernativo. Un ruoo fondamentale, il giornale madrileno, lo interpreta il 23 febbraio del 1981, quando con due edizioni a caratteri cubitali dichiara: El Pais est con la constitucion. Lo stesso linguaggio di re Juan Carlos quando annunci in televisione lo scampato pericolo del colpo di stato. I redattori del quotidiano madrileno capirono cos di aver fatto la scelta giusta: avendo denunciato pubblicamente i militari di Tejera , El Pais si guadagn la qualifica di giornale pi serio, attento ed autorevole della Spagna. I primi problemi sorgeranno durante la lunga epopea socialista, quando la campagna socialista e quella del giornale si fonderanno spesso si confonderanno. A nulla serviranno le giustificazioni del neo direttore Estefania, alla luce dei nuovi scandali che coinvolgeranno i dirigenti socialisti: primo fra tutti il caso Gal. Nel 1983 il governo fece sorgere un vero e proprio apparato militare, i Gruppi Antiterroristici di Liberazione (GAL), col fine di perseguitare gli affiliati dellEta, il gruppo terroristico che lotta per lindipendenza dei paesi baschi: in tre anni furono assassinate 28 persone. Il magistrato Baltazar Garzon si preoccup di indagare sulle azioni intraprese dal Gal, facendo andare in carcere il ministro dellInterno Barrionuevo, oltre a Felipe Gonzalez e al segretario di Stato per la sicurezza, Vera. El Pais ricalcando le parole di Gonzalez, parl di unoperazione montata ad hoc. Lo stesso si far con altri scandali, come per i finanziamenti illeciti. Intanto si affaccia sulla scena editoriale un nuovo e pi autorevole rivale che va a sostituire Abc, ovvero El Mundo. Cos si giunge alla terza fase di El Pais, caratterizzata dal cambiamento di direzione: Jesus Cerberio dal 1993 diventa il responsabile del quotidiano che, qualche anno pi tardi passa allopposizione, criticando aspramente loperato del neopremier Aznar. Si esprimono dubbi sulle sue reali capacit di governare, soprattutto per le origini estremiste di molti esponenti del suo partito, ma anche per la guerra intrapresa per screditare il gruppo Prisa. Ci nonostante, in questa fase lespansione di El Pais stata enorme, grazie anche alla quotazione in borsa di una quota del gruppo editoriale come forma di garanzia di costante indipendenza pure dalla politica. Nel 96 nasce la versione on line del quotidiano, divenuta complementare a quella cartacea, supportandola.

Sono stati portati avanti anche alcuni progetti di creazione di sinergie editoriali con giornali della stessa matrice culturale: La Repubblica in Italia e l Indipendent in Inghilterra. Ma il rapporto di collaborazione pi stretto oggi con Le Monde e con l International Herald Tribune di New York. Le vendite si sono attestate sulle 450 mila unit durante la settimana, 1 milione quando la domenica pubblicato il supplemento El Pais Semanal. Maniacale lattenzione alla notizia, che se non confermate da pi fonti semplicemente un ruidos, un rumore. L Italia negli ultimi anni stata sempre sotto osservazione da El Pais che ha elogiato loperato di Prodi e DAlema, ed ha attaccato Berlusconi, definito come un amalgama di destra, xenofobia e antieuropeismo, arrivando a denunciare i presunti rapporti di Berlusconi con la mafia.

3. El Mundo: un uomo, un giornaleI motivi del successo di El Mundo, come afferma lo storico Pizarroso, risiedono nel bipolarismo politico che si rispecchiato sulla carta stampata, con El Mundo a rappresentare la nuova classe dirigente, stanca dellegemonia della sinistra spagnola, ma anche la risposta di centro-destra al quotidiano El Pais. El Mundo deve gran parte della sua fortuna alluomo che riuscito a trasformarlo in un foglio battagliero: Pedro J. Ramirez, che inizia la sua esperienza lavorativa presso Abc, divenendo uno degli editorialisti pi apprezzati (1975-1980). A soli ventotto anni nominato direttore del quotidiano Diario 16, che in breve tempo simpone come lemblema del giornalismo indipendente e investigativo. Da Diario 16 partono quelle inchieste, poi approfondite da El Mundo che inchioderanno il partito socialista. Lo scandalo Gal di proporzioni talmente grandi da costringere Ramirez alle dimissioni in quanto la sinistra al governo gli rende la vita impossibile. Sette mesi pi tardi per El Mundo fa il suo ingresso sulla scena editoriale. Sin dalleditoriale del primo numero il giornale si autodefinisce un periodico progressista, per la difesa del sistema democratico, delle libert e dei diritti umani. Nel giugno del 1991 arriva la svolta, quando il gruppo Rcs-Rizzoli acquista il 45% della casa editrice di El Mundo, che trova cos capitali freschi e un partner editoriale forte che gli consente di espandersi. Gi nel 92 i dati sul bilancio (utile netto di 32 milioni di pesetas) e sulla diffusione (dai 100 mila ai quasi 200 mila) sono confortanti. In meno di tre anni El Mundo diventa il terzo giornale a diffusione nazionale. Iniziano poi una serie di campagne di stratificazione per radicarsi in tutto il territorio. Nel 1998 arriva il tanto sospirato sorpasso su Abc, grazie anche al successo inaspettato della collana multimediale La historia visual de El Mundo: con 310 mila copie risulta il secondo quotidiano pi venduto in terra iberica. Nel frattempo il giornale trova la sua definitiva collocazione politica appoggiando il partido popular. questo un periodo molto felice per lintera nazione sulla scia di un boom economico senza precedenti. Dal 1996 al 200 vengono creati un milione e 700 mila nuovi posti di lavoro con la destra al governo. In pochi anni la Spagna si ritrova sotto i riflettori internazionali. La

piattaforma del consenso attraverso la quale Aznar ha consolidato la sua immagine stato proprio El Mundo, che pur riconoscendo al leader del centro destra assoluta integrit morale e politica, non pu nascondere gli scandali finanziari scoppiati negli anni in cui il partido popular al potere. Dopo la soddisfazione per aver fatto arrestare lex capo di Stato Gonzalez, insieme a Barrionuevo e Vera, sulla lista degli imputati di Ramirez e di El Mundo, compare un altro nome eccellente: Silvio Berlusconi per laffare Telecinco. La magistratura spagnola apre quindi uninchiesta in cui B. viene indagato per frode fiscale, con leffetto di alzare un polverone anche in Italia dove si era in piena campagna elettorale. Eppure i rapporti tra El Mundo e Berlusconi non erano mai stati tesi, dato che il giornale ne aveva appoggiato la discesa nellarena politica. A detta dello stesso Ramirez poi, nonostante B. sia lalleato europeo di Aznar, i due sono agli antipodi. Dunque Aznar avrebbe avallato lingresso di Forza Italia nel partito popolare europeo solo per rafforzare il centrodestra europeo. Infatti-come spiega Ramirez- in Spagna basterebbe soltanto il caso Telecinco per mettere fuori gioco un candidato come Berlusconi. Il braccio di ferro continuato in un articolo comparso sul giornale il 13 maggio del 2002, rimproverando al premier italiano di non aver ridotto le tasse, senza nemmeno risolvere il conflitto dinteressi. Paradossalmente pur essendo un giornale conservatore, El Mundo ha servito al meglio limmagine della sinistra italiana, appoggiando lascesa del serio e rigoroso DAlema. Due esempi, quelli di B. e DAlema, a testimoniare lindipendenza editoriale di El Mundo. Nel 95 viene lanciata ledizione on line, poi rinnovata nel 2000. Un giornale serio e battagliero che proprio per la sua indipendenza ha dovuto pagare con due lutti: Lopez de Calle in un attentato dellEta e Julio Fuentes, inviato in Afghanistan.

4. La doppia vita del monarchico ABCViene fondato nel 1903 da Torquato Luca De Tena e diventa un vero e proprio quotidiano due anni pi tardi con lavallo della casa reale. Si distingue immediatamente come un giornale monarchico, cattolico, conservatore e di destra, rappresentando lidentit nazionale della Spagna; acerrimo nemico dei nazionalismi (catalano e basco). Non tarda ad arrivare il gradimento del pubblico che lo premia con 200 mila copie di diffusione, grazie anche allintroduzione della fotografia (1908) e del colore (1930). Negli anni della guerra civile (1932-1935) lanima di ABC Juan Ignacio de Tena che si schiera a favore del generale Francisco Franco. Durante il conflitto ledizione madrilena viene confiscata dai repubblicani, ma ci non impedisce a Juan Ignacio di continuare ad aggregare intorno al giornale alcuni intellettuali destinati a ricoprire incarichi prestigiosi sotto lala protettiva del Caudillo, come lo scrittore falangista Rafael Sanchez Mazas, futuro ministro della Cultura.

Per ABC la vittoria di Franco lunica soluzione auspicabile alla guerra fratricida. Naturale la sua investitura di organo ufficiale della dittatura. In questi anni inizia una lunga campagna, poi rinnegata, nei confronti delle autonomie locali, in particolare contro i nazionalismi catalano e basco, propugnando lideale di una Spagna unita, forte e nazionale. La parabola discendente comincia con la morte del Caudillo. Cos Guillermo Luca de Tena, nuovo direttore dal 1978, decide di rinnegare il passato del giornale, che diventa antifranchista e si dichiara a favore delle autonomie. Una politica editoriale che sortisce un doppio effetto indesiderato, sconcertando i lettori pi fedeli, senza attrarne degli altri. Gi nel 1981 El Pais mette a punto lo storico sorpasso, diventando il primo quotidiano spagnolo. Tuttavia durante lepopea socialista ABC si mantiene sulle 300 mila copie, perch diventa foglio dopposizione. Tra il 94 e il 98 vive una profonda crisi con labbandono di numerosi lettori. Alla base di ci innanzitutto la mancanza di una linea editoriale certa e lincapacit di rinnovarsi: non basta pi dichiararsi liberal conservatori e monarchici, quando ormai la Corona in Spagna solo un simbolo. Il definitivo tracollo viene scongiurato nel 2001, quando la famiglia De Tena decide la fusione col gruppo El Correo, per cercare di costituire il primo polo giornalistico spagnolo. Infatti El Correo possiede ben 16 quotidiani locali e con ABC pu aver trovato la sua punta di diamante per sfondare anche sul piano nazionale. La direzione stata affidata ad uno dei giornalisti pi attivi nella lotta contro il terrorismo basco, Jos Antonio Zarzaleyos, che ha deciso di potenziare la politica dei supplementi, come quello culturale della domenica Blanco y Negro. Ledizione internet, lanciata nel 1995, propone oggi la pubblicazione digitale di Teknlogic@, una rivista sulle nuove tecnologie. Non si fatta attendere la svolta grafica del quotidiano, con la prima pagina interamente occupata da una foto-notizia a colori sullargomento principe del giorno. La foliazione media di 144 pagine che vengono spillate allo stesso modo di un settimanale. Politicamente ABC ancora alla ricerca di unidentit precisa, senza lesinare critiche sulloperato dei conservatori. Immancabile il giudizio sui politici nostrani, con DAlema omologabile agli altri leaders europei di centro-sinistra e Berlusconi criticato soprattutto per il conflitto dinteressi.

5. Le altre testate spagnoleAnche in Spagna come in Francia il quotidiano pi letto un giornale sportivo: Marca con 600mila copie. Un panorama editoriale fiacco con un pubblico di 5 milioni di lettori, poche testate nazionali e molti giornali locali, simbolo delle autonomie, la cui forza risiede nella fedelt di un pubblico sempre interessato alle notizie sulla propria

comunit. Ci spiega il motivo per cui fogli come El Pais ed El Mundo abbiano lanciato negli ultimi anni delle edizioni (e redazioni) decentrate. In Spagna si riscontra infatti un vero e proprio federalismo fiscale e amministrativo, con le cosiddette Comunidad ad usufruire di reali poteri in ambito economico e politico, in seguito al patto firmato nel 1992 dai capi dei due maggiori partiti. In tale contesto il quotidiano pi famoso La Vanguardia, emblema della Catalogna, che nasce nel 1881 per appoggiare il partito liberale alle elezioni comunali. Gi nel 1888, sotto la direzione di Modesto Sanchez Ortis, cambia orientamento, diventando il giornale pi letto nella regione. Vengono chiamati giovani intellettuali a raccontare i fermenti di rinnovamento della societ catalana. Formula che trover il suo coronamento con la preziosa collaborazione di Pablo Picasso. Molta importanza viene attribuita anche alle cronache internazionali, inviando corrispondenti nelle maggiori capitali europee. Durante il regime franchista, pur mantenendo il controllo finanziario, la propriet non riesce ad influenzare la linea editoriale, al punto da essere costretta a mutare la testata, che diventa La Vanguardia Espanola. Alla morte del Caudillo viene appoggiata al transizione democratica, anche se il giornale si schiera dalla parte dei nazionalisti di Jordi Pujol. Scelta premiata con le 200mila copie di diffusione. Altro quotidiano di Barcellona Avui (45mila copie) nato negli anni 80, scritto in catalano e formato tabloid; mentre El Periodico esce in doppia versione, anche in spagnolo. Nei Paesi Baschi si riflette anche sulla stampa il problema del separatismo dellEta. Il giudice Garzon ha quindi ordinato la chiusura di un giornale (Egin) e di un emittente radiofonica (Egin Irratia) perch considerati integrati ad una struttura criminale. Di tuttaltra pasta El Correo (148mila copie), diretto da Zarzalejos che ha ricevuto minacce dal terrorismo basco. Sono recentemente scomparsi due quotidiani storici del panorama informativo madrileno, Ya e Diario 16. Il primo, nato nel 1935 e dispirazione cattolica, ha cessato le pubblicazioni nel 1996 a causa di una grave crisi finanziaria, dopo essre stato durante il regime, il giornale pi letto nella capitale. Diario 16 ha chiuso i battenti nel 2001, nonostante prima il magnate britannico Robert Maxwell nel 1988, poi la famiglia Hersant nel 92 avessero portato capitali freschi. La speranza delleditoria madrilena ora rappresentata da La Razon, che sin da subito ha adottato una linea editoriale e monarchica, lanciando nel 2001 una versione on line. Non manca una buona stampa economica. Ecco Expansion (85 mila copie), controllato da Pearson, lo stesso che edita anche il Financial Times e l Economist. Nel capitale della societ entrata nel 97 anche Telefonica: un ingresso strategico che ha avuto come conseguenza la quotazione in borsa nel 2000. Cinco Dias (51 mila copie) del gruppo Prisa laltro quotidiano economico. I settimanali, ad eccezione di Tiempo, hanno una scarsa diffusione. per necessaria una precisazione. Infatti il fenomeno editoriale degli ultimi 20 anni la cosiddetta Prensa del corazn. Si tratta di pubblicazioni che raccontano le storie della casa reale e i pettegolezzi sui personaggi

famosi. Tra queste riviste la pi famosa Hola (735mila copie) per la seriet nellaffrontare argomenti frivoli. La stessa formula che in Italia ha studiato e importato Chi.

Storia del giornalismo inglese1 Tra stampa popolare e di qualitUn panorama informativo che pu vantare 13 quotidiani nazionali, 10 domenicali, 60 giornali regionali serali e 10 regionali del mattino per una tiratura complessiva di 16 milioni di copie. Ma la caratteristica che rende unico il giornalismo inglese la dicotomia tra stampa di qualit (Times, Guardian, Daily Telegraph, Indipendent) e i cosiddetti populars o tabloid (Sun, Daily Mirror, D. Star, D. Mail, D. Record, Express). Una suddivisione nata alla fine dellOttocento a causa della rivoluzione apportata da Alfred Harsmsworth (Lord Northcliffe), in seguito a due tappe molto significative nel processo di ammodernamento e democratizzazione dell Inghilterra: l abolizione delle tasse sulla stampa (1855) e lapprovazione della legge sull istruzione elementare nel 1870. Entrambi i provvedimenti sono da interpretare come degli atti dovuti da parte del governo nei confronti di una popolazione ormai incontrollabile: se la rivoluzione industriale aveva in precedenza visto lascesa della classe borghese, ora anche il proletariato urbano stava prendendo coscienza grazie alle organizzazioni sindacali ed alla circolazione di numerosi fogli privi delle necessarie autorizzazioni e bolli. Inoltre fu progressivamente ampliato il diritto di voto parallelamente alla crescita del tasso di alfabetizzazione. Fu cosi che ebbe inizio alla fine del 1800 let doro della stampa britannica durata fino al primo conflitto mondiale: in tutta la nazione 300 giornali uscivano regolarmente ogni giorno. Ed proprio in questi anni che nasce la dicotomia storica fra i qualities e i tabloid, spiegabile in 5 punti chiave. 1) Il formato: il caratteristico lenzuolo dei qualities in cui si d ampio spazio a notizie interne ed estere trascurando cronaca nera, bianca e rosa, si differenzia dal (ridotto) formato tabloid dei populars con notizie piu sintetiche e facilmente assimilabili. 2) Lo stile : a quello austero e aristocratico del Times si contrappone la lingua emotiva e sensazionalistica dei populars con un lessico colloquiale per creare un rapporto diretto col lettore; un impatto visivo deffetto creato tramite luso dei c.d. puns (doppi sensi), delle foto e di titolazioni cubitali. Un alto grado di spettacolarizzazione secondo il quale bisogna prestare piu attenzione a guardare che non a leggere il giornale.

3) I valori-notizia : la stampa delite si concentra sui grandi reportage dallestero e sulla politica nazionale, quella popolare non si interessa di ci che non riguardi direttamente il cittadino inglese e la sua sfera privata. Dalla struttura depoliticizzata dei tabloid emerge limpressione che i cittadini siano difesi contro gli abusi dei poteri forti (banche, tribunali, chiese) creando un identificazione quasi maniacale tra giornale e lettore. Il tutto mediante articoli che informano senza approfondire, senza porre interrogativi. 4) La diffusione: i qualities sono letti da un pubblico colto mentre i tabloid sfondano nella fascia media della popolazione oltrepassando i 15 milioni di copie vendute ogni giorno. 5) La politica dei prezzi: con i qualities a rappresentare la stampa costosa. Come recita lo slogan del magnate australiano Rupert Murdoch, facendo leva sull emotivit, lorrore, le tette e i sederi i popular sono riusciti ad attrarre maggiormente il pubblico. I tabloid inglesi a partire dallinizio del 900 si sono progressivamente evoluti in virtu della loro capacit di recepire gli umori dei lettori usando un linguaggio spregiudicato e divertente, insieme a raffinate strategie di marketing grazie alle quali si sono trasformati in perfette macchine da scoop. Il loro unico obiettivo quello di svelare scandali indagando nella vita privata dei personaggi famosi, il solo argomento che appassiona i lettori. Tema questultimo non considerato spazzatura. In tal modo i giornali popolari sono diventati lemblema della working class e del suo stile di vita. Sarebbe perci fin troppo riduttivo affermare che essi sfruttano solamente le armi del sesso, dello sport, della cronaca nera e rosa per vincere la battaglia con la stampa di qualit. Il vero problema semmai dovuto alla concentrazione di piu testate in mano a pochi editori di riferimento. Fenomeno originatosi al tramonto del primo conflitto mondiale e letteralmente esploso negli anni 90. Nel 1946 la Camera dei Comuni istitui una commissione ad hoc che fotograf la situazione dellepoca senza per trovare una soluzione rispetto ad un trust di testate in mano a tre grandi catene editoriali (London Express Newspaper, Daily Mail Group e Daily Mirror Group). Ci nonostante, anche dopo il fallimento del secondo gruppo di lavoro nel 1962, la pluralit dellinformazione e delle opinioni non sembrava affatto compromessa. In un mercato dominato elusivamente dalle leggi della concorrenza capitalistica emersero fra gli altri, Roy Thomson e Cecil King, due magnati senza scrupoli del mondo delleditoria. Il primo, dopo essere diventato luomo piu potente dei media inglesi, salv il Times dal fallimento comprandolo nel 1967. Il secondo riusci ad accentrare nel suo gruppo, la International Publishing Corporation, addirittura 200 periodici compresi il Daily Mirror e il Daily Herald. Questa situazione di mercato chiuso cominci a stancare gli inglesi gi a partire dagli anni 50: il crollo delle vendite dei giornali fece registrare nel 67 la quota di 15 milioni rispetto ai 58

milioni di copie complessive vendute nel 1945. Le cause della crisi erano da ricercare nell offerta piatta e unidirezionale dei prodotti giornalistici che non riuscivano a sostenere la concorrenza della tv. A peggiorare ulteriormente il quadro la scelta autolesionistica di aumentare i prezzi dei periodici. Negli anni 70 il governo laburista organizz una terza commissione d inchiesta con lobiettivo di escogitare norme applicabili ad entrambe le fasce dei giornali e di promulgare una legge antitrust capace di generare un mercato realmente libero. Nel rapporto si evidenzi come la stampa inglese fosse conservatrice, irrispettosa della privacy e assolutamente dipendente dalla pubblicit: situazione che rimase tale fino agli anni 90 quando si aggiunse il problema della bassa qualit dei giornali, soprattutto in relazione all informazione selvaggia dei tabloid. La goccia che fece traboccare il vaso fu lo scoop col quale vennero resi pubblici i tradimenti del principe Carlo nei confronti di lady Diana. Il governo conservatore affid quindi al giurista Sir David Calcutt il delicato compito di trovare una mediazione nell ambito del conflitto fra il diritto dinformazione e quello di tutelare la propria privacy, anche per i personaggi famosi. Le conclusioni cui giunse il giurista sembrarono un vero e proprio schiaffo allo strapotere dei media in quanto sugger di abolire la Press Complaints Commission, lorgano di autodisciplina della stampa inglese, a favore di un tribunale molto pi severo. Sul fronte privacy venne proposto di vietare ai giornalisti lingresso in una propriet senza il placet degli interessati, cos come per quanto riguarda lutilizzo di strumenti di ripresa e di ascolto. Intervenne allora il ministro dei beni culturali, Peter Brooke, istituendo il Code of practice (1991) una sorta di compromesso tra le conclusioni di Calcutt e lantagonista diritto dell informazione, senza per risolvere la questione sulla tutela della privacy, se non tramite rimedi non sempre efficaci come listituzione del diritto di replica e la rettifica di informazioni inesatte. Un problema di non poco conto se si pensa che linvasione nella vita privata della principessa Diana ha portato, come estrema conseguenza, alla morte di questultima (1997). Un vuoto legislativo che consente agli editori di controllare se stessi in un evidente conflitto dinteressi. Dal punto di vista politico i giornali riflettono il sistema bipolare inglese, facendo emergere chiaramente lappoggio per i laburisti o i conservatori. Si pu dunque ritenere che la stampa britannica rappresenti il vero e proprio contropotere, contribuendo in modo decisivo al successo o meno di uno schieramento alle elezioni. In alcuni casi, come nel secondo dopoguerra, la stampa si permessa di suggerire le questioni sulle quali si sarebbe dovuta concentrare lanalisi politica dei due partiti. Ne sa qualcosa Wiston Churchill, bersagliato dai media quando propose nel 1945, lidea della nascita degli Stati Uniti d Europa, senza aver fatto i conti con quelleuroscetticismo che contraddistingue ancora oggi i sudditi del Regno Unito. Le opinioni dei giornali riflettono quindi quelle dei lettori e viceversa. Tra i quotidiani di qualit si segnala la linea conservatrice del Daily Telegraph mentre il D. Mirror laburista; The Guardian e l Indipendent non sono schierati

apertamente. Il gruppo Murdoch (Times, Sunday Times e Sun) ha spiazzato tutti quando alle elezioni del97 ha appoggiato lascesa del laburista Tony Blair. Durante il lungo governo della Tatcher (anni 80 e 90) i giornali sono stati ondivaghi appoggiandola sul piano della politica estera nella guerra delle Falkland, per poi criticarla sulla politica delle privatizzazioni delle Ferrovie dello Stato e del settore minerario. Con Blair si inizialmente registrato una sorta di idillio, pian piano scemato fino a quando nel 98 cominciata una ricerca continua dello scoop al fine di pungolare limmagine rassicurante del leader laburista. Ed ecco sbattute in prima pagina le questioni familiari del ministro dell Interno Jack Strow e quelle del ministro degli Esteri Robin Cook . Blair ricorda perci ai media di occuparsi pi di politica che di camere da letto. Ad una simile provocazione i media rispondono col caso Lawrence, uno studente di colore morto per essere stato accoltellato da una banda di ragazzi bianchi. Per mancanza di prove vengono scagionati i cinque sospetti (1996), ma le indagini svolte dal ministero degli Interni riconoscono i gravi errori della polizia londinese (1997). Nel 99 contravvenendo alla legge, il Daily Mail pubblica le foto e i nomi dei cinque teppisti che hanno ucciso Lawrence, oltre a quelli dei poliziotti rei di aver insabbiato il caso. Con una mossa tardiva Blair, rivolgendosi ad un magistrato dellAlta Corte ordina di bloccare la stampa del rapporto sebbene il Sunday Telegraph abbia gi pubblicato la notizia in prima pagina. Il giornale smantella perci la prima pagina ricostruendola col titolo Il governo blocca le notizie sul caso Lawrence. Ben presto tutti gli editori firmano un documento contro lingiunzione del giudice Rix, che poi finir per dare ragione ai giornali. Senza dubbio una vittoria storica per quel tipo d informazione pronta a denunciare le violazioni delle istituzioni. Un episodio che ha definitivamente incrinato i rapporti fra la stampa doltremanica e lex primo ministro Tony Blair.

2 Le sette vite di Mister TimesFondato nel 1785 col nome di Daily Universal Register, assunse tre anni dopo lattuale testata. John Walter, linventore del quotidiano coltivava il sogno di creare un giornale svincolato dai partiti e senza una precisa classe sociale di riferimento. Il successo inizi nel 1789 quando venne documentata con tempestivit e precisione la notizia della presa della Bastiglia. Fu sempre il primo quotidiano inglese ad informare i lettori della disfatta di Napoleone a Waterloo (1815). Il pubblico di riferimento di quegli anni era laristocrazia terriera, i ministri della Chiesa anglicana, gli ufficiali dellesercito e i funzionari della Corona: tutti riconoscevano al Times qualit e autorevolezza nel riportare gli avvenimenti. Quel Times era disegnato su quattro colonne e la prima pagina conteneva solo i personals, ovvero annunci di piccola pubblicit, soprattutto di carattere sociale

(nascite, morti etc). I suoi articoli non erano firmati perch Non importante chi scrive ma ci che si scrive come era solito dire il direttore John Tadeus a met 800. In questo modo ad esempio nessuno sapeva che dietro ai memorabili reportage sulla guerra di Crimea (1854) si nascondeva la firma di William Howard Russell che raccont le ragioni della tragica sconfitta inglese. Si pu legittimamente affermare che Russell invent un nuovo mestiere senza rendersene conto; infatti le cronache di guerra fino ad allora erano dei racconti poco attendibili inviati da ufficiali megalomani (perch si presentavano nei loro brani come eroi) ai direttori dei giornali. Una crescita costante, che permise (con lintroduzione della rotativa) di raggiungere le 300 mila copie di diffusione giornaliera, cifra vertiginosa per lepoca (1890). Proprio nel momento di massimo splendore cominci una lenta ma inesorabile regressione anche a causa dello stile diverso dei tabloid. Il Times cerc di rispondere puntando sullarma della qualit e della cultura: nel 1902 venne lanciato il primo supplemento letterario. Ci nonostante nel 1908 venne toccato il minimo storico di 30 mila copie vendute in un giorno. A soccorrere il nobile decaduto nel novembre dello stesso anno si present Alfred Harmsworth (Lord Northcliffe), la stessa persona che ne aveva indebolito il prestigio con linvenzione della stampa popolare. Si arriv quindi ad una diffusione media di 160 mila copie durante la prima guerra mondiale. Alla morte del Lord entr in scena la dinastia degli Astor, senza tuttavia scongiurare la crisi del Times, visto che la working class del secondo dopoguerra non si riconosceva nel linguaggio e nello stile del giornale. Per far riemergere il quotidiano dalle ingenti perdite bisogner aspettare fino al 1967 quando la propriet fu rilevata dal magnate delleditoria Roy Thomson che a differenza degli Astor, invece di tutelarne limmagine decise di apportare una rivoluzione grafica. La prima pagina fu completamente ridisegnata, con i famosi personals che vennero relegati al centro del quotidiano per far spazio alle notizie interne ed estere, oltre alle fotografie: sotto laspetto grafico il Times divent un giornale come gli altri. Il giornale vecchio stampo si addiceva a un Inghilterra imperiale, la cui classe dirigente si interessava pi alla vendita di un cavallo che alla crisi in Indocina, un Inghilterra che ormai aveva perso il suo sovrano distacco, la calma olimpica della nazione dominante con cui era solita seguire gli avvenimenti del resto del mondo. A cavallo tra il 78 e il 79 la gloriosa testata chiuse i battenti e nellagosto del 1980 i giornalisti scesero in piazza per protestare. Tutto a causa della nuova linea editoriale di Thomson, fedele al motto di pi tecnologia e meno giornalisti. Come era gi successo altre volte, nel momento in cui tutto sembrava perduto, ecco arrivare leditore di turno a rilanciare le sorti dell highlander fra i quotidiani doltremanica: Rupert Murdoch acquist il giornale nel 1980. Il tycoon australiano ne aveva fatta di strada dopo la laurea in economia ad Oxford, senza dimenticare la sua esperienza lavorativa al Daily Express. Nel 52 assunse in patria la direzione del piccolo Adelaide News trasformandolo in una testata di valore.

Negli anni 60 oltre a rilevare il Mirror pens di allargare il suo raggio dazione acquistando la casa cinematografica 20 th century Fox e il network Fox tv. Negli anni 90 dopo aver acquistato Star television in Asia ha portato il capitale netto della sua societ, la News Corporation, a 5,3 miliardi di dollari. Quando Murdoch acquista il T. quindi, non fa altro che mettere in pratica ci che aveva fatto fino ad allora e che continuer a fare per tutta la sua vita. Il segreto del successo nella gestione dei giornali sta nellaver capito limportanza di controllare sia il contenuto editoriale che la distribuzione (marketing). Infatti da una parte viene introdotto il colore ed una titolazione pi vivace, pur mantenendo il caratteristico rigore informativo; dall altra, negli anni 90, viene adottata una politica dei prezzi molto coraggiosa. Nel settembre del 93 labbassamento del costo del giornale da 45 a 30 pence conduce alla cifra record di 517 mila copie giornaliere. E poco importa allambizioso Murdoch se i conseguenti maggiori introiti pubblicitari non compensano i minori incassi derivati dalle vendite. Lunico obiettivo quello di essere il numero uno: ad ogni costo e a qualsiasi prezzo. Cos il direttore Stochard puntando su un informazione ricca di scoop riesce a toccare la quota di 760 mila copie giornaliere: una diffusione che pone il Times dietro al solo Daily Telegraph nellambito dei giornali di qualit. Per superare il rivale, Murdoch decide di chiamare alla direzione il connazionale Robert Thomson. La nuova strategia operativa prevede un restyling del vecchio Times per diventare il primo quotidiano veramente internazionale, conservando la sua intransigenza euroscettica. Il T. non ha mancato di raccontare l Italia post fascista e democristiana, vista di buon occhio grazie alla triade De Gasperi, Fanfani, Moro. Berlusconi, amico di Murdoch stato appoggiato in tutte le tornate elettorali dal 94 al 2001 per il suo essere imprenditore di successo, potenzialmente capace di svecchiare lo stato italiano. La sinistra stata invece pi volte osteggiata con linetto e ingenuo DAlema, a differenza di quanto successo con lonesto e modesto Romano Prodi. Lo stesso spirito critico si evince nel modo di raccontare le vicende di cronaca. Emblematico a riguardo il sarcasmo con cui il T. ha raccontato un caso che ha appassionato il nostro paese: lesecuzione di Joseph O Dell. Gli italiani si tolgono anche una soddisfazioneSi sentono superiori agli ammiratissimi americani avendo sposato la causa del criminale O DellChe quella stessa societ normalmente cos avanzata possa amministrare la pena di morte una cosa vista con stupore e orrore. Con il titolo Lacrime a Roma il T. raggiungeva il duplice obiettivo di irridere allitalianit sempre pronta al perdono ribadendo il doppio filo che da sempre lega la Gran Bretagna agli Stati Uniti.

3 Se sono scandali fioriranno, parola di SunImperativo categorico: solleticare il pubblico. Cos il Sun ( di Londra) si imposto allopinione pubblica inglese sin dal 1964, diventando il primo giornale per tiratura e

diffusione con oltre 4 milioni di copie vendute ogni giorno. La nomina di journal of the year nel 1971 conferma che la miscela di storie di sesso, cronaca nera, sport e spettacoli data in pasto alla working class, viene apprezzata. Tuttavia i primi anni sono stati molto difficili, almeno fino a quando Murdoch non ha deciso nel 1969 di inaugurare il suo regno nell editoria inglese. Viene subito applicata una politica editoriale basata sulla massima riduzione del personale per ammortizzare i costi di produzione, oltre allingaggio di firme illustri per conferire visibilit al nuovo tabloid. Il popolare Larry Lamb assume la direzione del giornale che si proietta quasi elusivamente sugli scoop (anche fasulli), sugli interessi privati, pettegolezzi di basso profilo, con laggiunta di ricchi concorsi e offerte al pubblico. Non mancheranno alcuni cloni tra i quali il Daily Star. Larry Lamb adotta in breve tempo strategie editoriali ancora pi spregiudicate riducendo il prezzo di copertina e ampliando i finanziamenti per il marketing. Inoltre la terza pagina viene dedicata alle pin-up. Nel 1981 la plancia di comando viene assunta da Kevin Calder Mckenzie che adotta uno stile ancor pi spregiudicato e velenoso fino ad inventarsi di sana pianta alcuni scoop che minano la credibilit del giornale al punto da riecheggiare gli accostamenti alla gutter press (giornalismo spazzatura). Fra gli altri ha fatto storia il racconto inventato su Elton John per il quale il famoso tabloid dovr sborsare 1 milione di dollari come risarcimento. Ecco la prima pagina del 25 febbraio 87 :La fantasia sessuale del cantante rock? Fare allamore in un bosco con un giovane skinhead ammanettato. La nomina di un ombusman, un garante dei diritti del lettore, non impedisce al foglio londinese di sborsare 100 mila sterline ai legali della Casa Reale, divenuta un must nelle cronache e nei pettegolezzi degli anni 80. A meta degli anni 90 Murdoch sostituisce Mckenzie con Stuart Higgins che preferisce toni meno enfatici e roboanti. Negli ultimi tempi le battaglie col Mirror si sono trasferite dal mercato editoriale ai tribunali giudiziari. In particolare nel 1998 il nuovo direttore Yelland accusa lomologo Morgan (direttore del Mirror) di aggiotaggio. Per tutta risposta il Sun viene accusato di diffamazione e, nonostante le indagini della Press Complaints Commission la vicenda non ha trovato ancora oggi una soluzione. Se non altro, almeno la sfida editoriale stata vinta dal Sun che ha puntato tutto sullimpatto visivo. La prima pagina sempre occupata da uno o due titoli cubitali con limpiego dei famosi puns (giochi di parole). Il servizio principale e quello di spalla sempre contrapposti per genere, sono impaginati ad incastro e, di volta in volta luno prevale sullaltro in base al rapporto di forza che si vuole dare alla notizia. La seconda pagina quella delleditoriale che esprime il punto di vista del giornale su temi politici ed economici. Finalmente inizia il giornale vero e proprio con le notizie di cronaca, pettegolezzi sui divi, furti e violenze, raccontati anche con luso di fotomontaggi. Altre sezioni che hanno riscontrato il favore del pubblico sono le strisce a fumetti, le barzellette, loroscopo e i giochi enigmistici,

oltre alle rubriche dedicate ai lettori. Lultima pagina una vera e propria controcopertina con una foto formato gigante dedicata allo sport. Il Sun ovviamente non tratta le tematiche su cui si soffermano i qualities, bandendo anche la rubrica finanziaria, sostituita da annunci economici, romanzi e previsioni del tempo. Grande successo hanno gli inserti e le edizioni speciali come Sportsweek, Supergoals, Sunwoman. Lo stile scandalistico non viene risparmiato nel descrivere lItalia concedendo spazio solo ad avvenimenti sportivi e ad alcune velenose polemiche nei nostri confronti (venti ragioni per cui gli italiani sono una barzelletta). Anche la Francia profondamente osteggiata dal Sun.

4 Daily Mail, il magazine quotidianoFondato da Alfred Harmsworth, il D. Mail venne pubblicato per la prima volta a Londra il 4 maggio 1896. La grande intuizione del fondatore fu quella di comprendere che si era giunti ad una svolta nella storia dell Inghilterra, con la working class a recitare il ruolo di protagonista. Non era pi il tempo di principi e principesse o meglio, questi ultimi potevano parlare attraverso limmagine deroi normali, pi vicini ai sogni e alle angosce della gente. Il nuovo lettore voleva notizie in grado di coinvolgerlo completamente. Ecco come la sfortunata avventura dellelefante Jumbo costretto a lasciare l elefantessa Alice e talmente disperato da piangere durante tutto il viaggio verso lAmerica, abbia fatto schizzare il D. Mail in testa alle vendite a fine 800. Premiato con 500 mila copie vendute (1 milione a inizio 900), il tabloid lasciava spazio pi ai personaggi che non agli avvenimenti. Le sue pagine offrivano testimonianze delle invenzioni epocali (telefono, automobili, luce elettrica), senza dimenticare le battaglie sociali; per la prima volta vennero introdotte apposite rubriche anche sulluniverso femminile. Durante la prima guerra mondiale il giornale divent lorgano ufficiale dellesercito britannico, sfruttando i soldati al fronte come fonte per le notizie. Alla sua morte nel 1922 Harmsworth (nel frattempo diventato Lord Northcliffe) insieme al fratello controllava pi di un terzo delleditoria inglese. Con alle spalle una simile solidit economica, il D. Mail continu ad essere il primo tabloid nel periodo fra le due grandi guerre, sfondando il tetto dei 2 milioni di esemplari venduti al giorno. A partire dalla seconda met del 900 il nuovo editore David English ha cercato di evitare il sensazionalismo del Sun, optando per un giornalismo pi scrupoloso, una sorta di compromesso fra quello popolare e delite. Dal 1998 il suo successore Paul Dacre sta mantenendo la reputazione del giornale: sempre rigoroso ma non per questo austero. Il D. M. si evoluto insieme alla working class preferendo ad un informazione gridata una pubblicistica pi attenta . Ci ha permesso di superare nelle vendite anche lo storico concorrente Mirror con quasi 3 milioni di copie. Il segreto del suo

successo si spiega in virt degli scoop basati su fonti certe, come avvenuto nel 92 quando il Sun ha iniziato a pubblicare i diari di Hitler, bruciando in modo astuto i giornali concorrenti. Due anni pi tardi il quotidiano londinese smaschera una volta per tutte la leggenda del mostro di Lochness. Due episodi che testimoniano levoluzione giornalistica del vecchio tabloid che ha sposato le inchieste e la pubblicistica investigativa, lasciando inalterata la composizione del giornale. In prima pagina spicca sempre una foto-copertina con titoli a caratteri cubitali, mentre allinterno si affrontano i temi pi svariati avendo come riferimento il lettore medio inglese. Politicamente la sua tradizione conservatrice stata interrotta nel 97 con lappoggio a Blair. Profondamente euroscettico, il D. M. si occupato poco delle vicende politiche italiane, anche se fu il primo giornale a documentare il miracolo economico italiano.

5 Le altre testate inglesiUna recente indagine dell Unione Europea ha evidenziato come solo il 20% del pubblico inglese crede a quanto scritto sui giornali, un dato su cui pesa moltissimo la scarsa affidabilit dei tabloid e dell informazione scandalistica che compare sui domenicali. Tra questi il News of the world il pi letto con oltre 5 milioni di copie vendute. Sin dal primo numero del 1843 gli obiettivi erano chiari: un giornale adatto ai mezzi delle classi pi povere che intendeva conquistare, grazie ad unampia circolazione, anche lattenzione delle classi pi agiate. I delitti pi efferati hanno trovato qui la loro bibbia, compreso il serial di Jack lo Squartatore. Altro domenicale sulla stessa falsariga il Sunday People fondato nel 1881 e oggi appartenente al gruppo Mirror. Il domenicale di qualit Sunday Times (1821) ha avuto una tiratura molto limitata fino al 1969, quando la coppia Hamilton (editore) Thompson (direttore) riuscita a risollevarne le sorti. Con Murdoch (dal 1981) il giornale ha raggiunto tirature record a discapito della qualit. Le tre mosse del magnate australiano hanno riguardato il trasferimento delle sede, lintroduzione dei pi moderni macchinari e il taglio del personale. Oggi arriva a 300 mila copie. Lobiettivo del rivale Observer (1791) quello di scoprire sempre la verit. Sin da subito dichiara la sua indipendenza politica mostrando attenzione alle tematiche sociali. A inizio 800 con Clement alla direzione viene trattata la cronaca nera e si comprende la regola doro del giornalismo: sono le notizie che fanno vendere il giornale. Un caso emblematico rappresentato dalla storia della regina Carolina, ripudiata da Giorgio IV di Francia, verso la quale il pubblico prova simpatia. Garvin ed Astor nel 900 ne hanno accresciuto il prestigio e l autorevolezza. Recentemente con l acquisto del gruppo Scott Trust stato introdotto il colore in prima pagina, oltre alle foto patinate, mentre il formato rimasto quello del classico lenzuolo che contraddistingue i qualities. Il Sunday Telegraph (1835) il giornale (conservatore) pi vicino alla Casa Reale. Superata la crisi degli anni 80,

la sede stata trasferita nel nuovo stabilimento di West Ferry Road, come risposta allacquisto del Times di Murdoch di macchinari innovativi. Quotato in borsa nel 1992, nel 2001 ha stretto un alleanza editoriale con Le Figaro, lo spagnolo Abc e il tedesco Die Welt. L Indipendent fondato nel 1986 dal giornalista Wittham Smith, al quinto posto per copie e diffusione con 250 mila esemplari venduti. Nel 98 per la prima volta stata chiamata una donna, Rosie Boycott, a dirigere la testata, oggi avvicinatasi alla pubblicistica popolare. The Guardian (1973) diretto dal progressista Preston si distingue per essere a met strada tra le posizioni laburiste e quelle dei conservatori. Linea mantenuta da Rusbridger che ha curato il rilancio grafico suddividendo il giornale in sezioni, con strutture a colonne di dimensioni variabili e una grafica adattata all importanza della notizia. Ha chiuso i battenti il quotidiano Today, un compromesso fra i tabloid e i qualities, fallito nel 1995. La stampa economica rappresentata soprattutto dal Financial Times che negli anni 90 ha ottenuto un notevole successo grazie al direttore Richard Lambert che ha puntato tutto sul mercato internazionale. Uno slogan molto diffuso rende lidea della considerazione di cui gode il giornale No Financial Times, no comment. Lobiettivo del nuovo direttore Govers dal 2001 perci quello di competere con quotidiani del calibro del Wall Street Journal e dell Herald Tribune. I maggiori problemi sono stati causati dalle perdite che ha prodotto la versione on line. Molto affascinante la storia dell Economist (1843), in particolare per le risposte fornite in ogni epoca sulle pi importanti questioni di attualit. Secondo la filosofia del giornale leconomia non una scienza fredda e astratta in quanto permette di comprendere a fondo le cause delle problematiche che affliggono la societ. Ecco perch da sempre l Economist viene considerato un giornale serio, quasi severo. Impaginato con un lungo articolo introduttivo di una dozzina di pagine, il giornale stato animato sin dai suoi primi anni di vita da battaglie importanti per promuovere i principi del libero scambio e delle privatizzazioni. I suoi estimatori provengono da 180 Paesi diversi: tutte persone istruite, attive e di successo. balzato agli onori della cronaca, quando durante una recente campagna elettorale, ha attaccato frontalmente il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, con il titolo : Questuomo non degno di governare lItalia.

Storia del giornalismo tedesco.

Bismark,Hitler,Kohl: i tre volti del giornalismo tedesco.La Germania la roccaforte del giornalismo europeo, con piu di 25 milioni di copie (di soli quotidiani) vendute ogni giorno. La crescita nella diffusione dei giornali cominciata nel secondo dopoguerra a causa di un crescente bisogno dinformazione su tematiche quali la riunificazione, il ruolo tedesco allinterno dellEuropa, le colpe del passato con lo sterminio degli ebrei. La storia del giornalismo tedesco si snoda attraverso tre personaggi chiave: Bismark (nascita della massenpresse), Hitler (fine delle libert dopinione) e Kohl (rinascita stampa democratica e ricerca della conciliazione fra le due Germanie). Bismark riusci a diffondere lo spirito (orgoglio) tedesco e a riunificare la Germania anche grazie allappoggio della stampa, dando vita al fenomeno della massenpresse, la stampa delle masse. Nel 1874 il cancelliere promulg una legge sulla stampa che aboliva la censura e, almeno formalmente, qualsiasi imposta sulla stampa: se le pubblicazioni si moltiplicarono non si pot impedire uniniziale ascesa della stampa socialista, alla quale in un secondo momento Bismark tarp le ali attraverso una politica di sequestri e censure. Ma il cancelliere prussiano comprese anche limportanza di avere una stampa amica che trov nel quotidiano conservatore Neue Preussische Zeitung e nella Frankfurter Zeitung. Senza dubbio il piu grande merito di Bismark fu quello di guidare la Germania allunificazione mediante tre mosse da abile stratega: cre una nuova confederazione tedesca escludendo lAustria; attacc e sconfisse la Danimarca (1864) e poi anche lAustria nella battaglia di Sadowa. Fu quindi possibile, dopo una guerra lampo con la Francia, proclamare la nascita della Germania unita con Guglielmo I imperatore(1870). Spostando lattenzione di nuovo sulla stampa bisogna constatare che allalba del XX secolo lindustria editoriale tedesca cominci ad assumere la forma di oggi: un elevato numero di fogli politici, dopinione, dintrattenimento e di annunci, con la creazione di un valido collegamento fra i giornali locali, regionali e nazionali. Era questa la situazione quando nel 1919 la Repubblica di Weimar mand in pensione lo stato elefantiaco creato da Bismark, ponendo la libert di informazione come punto cardine della Costituzione tedesca. I giornali si svegliarono dalla letargia vissuta durante il periodo della prima guerra mondiale con Berlino che divenne lemblema di questo scoppio di democrazia di carta. La libert di stampa registratasi durante il periodo della Rep.di Weimar non ebbe eguali per il resto del secolo. Ci era dovuto allisterismo collettivo che si diffuse nel paese dopo la Conferenza di pace di Parigi(1919) che aveva addossato tutte le colpe della grande guerra allo stato tedesco. A peggiorare ulteriormente la situazione interna, lo spettro rappresentato da una possibile rivolta sociale alla stregua di quanto era appena successo in Russia; un crescendo di ostilit fra destra e sinistra di cui i giornali si fecero portavoce. Venne

perci sfiorata la quota record di 25 milioni di esemplari venduti, con le oltre 5 mila testate locali che raccontavano di una Germania smarrita, stretta fra le spinte socialiste e quelle di estrema destra. In tale contesto nacque la forza di Hitler e del suo nazionalsocialismo. Il futuro fuhrer incarnava il sentimento della vendetta per la ricostruzione della grande Germania, presentandosi allopinione pubblica come lanti-Stalin. Ebbe il grande merito di comprendere limportanza strategica del controllo dei mezzi di comunicazione, creando inizialmente consensi intorno al suo movimento politico tramite lorgano ufficiale del partito nazionalsocialista, il Volkischer Beobachtet(Osservatore popolare). Proprio linformazione fu lo strumento col quale il futuro cancelliere cerc di pilotare lopinione pubblica nellultimo triennio della Repubblica di Weimar, iniziato nel 29 con la morte del ministro Stresemann e concluso nel 32con il famigerato incendio del Reichstag (Parlamento). I nazisti fecero ricadere le colpe sui leaders comunisti riuscendo cosi ad ottenere il 44% dei voti alle elezioni. Dopo lapprovazione di una legge speciale che concesse poteri dittatoriali ad Hitler, destinato a diventare nel 34 Fuhrer e cancelliere del Reich, la Germa