Lettere dal MONASTERO di S. BENEDETTO in BERGAMO

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Lettere dal MONASTERO di S. BENEDETTO in BERGAMO GIUGNO 2021 Anno XXXI N. 1 - Periodico semestrale di Inf. Religiose Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo Direttore responsabile: Gino Carrara Redazione e Amministrazione c/o Monastero S. Benedetto, Via S. Alessandro, 51 - BERGAMO - Tel. 035247461 - c.c.p. 00223248 Autorizzazione del Tribunale di Bergamo N. 39 in data 7.12.1990 Stampa: Laboratorio Grafico snc - Pagazzano (BG) “Colonna della Carità”, chiostro dell’Abbazia di Chiaravalle milanese.

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Lettere dal

MONASTERO di

S. BENEDETTO

in BERGAMOGIUGNO 2021

Anno XXXI N. 1 - Periodico semestrale di Inf. ReligioseSpedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BergamoDirettore responsabile: Gino Carrara

Redazione e Amministrazione c/o Monastero S. Benedetto,Via S. Alessandro, 51 - BERGAMO - Tel. 035247461 - c.c.p. 00223248Autorizzazione del Tribunale di Bergamo N. 39 in data 7.12.1990Stampa: Laboratorio Grafico snc - Pagazzano (BG)

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Quest’anno ricorre il settimo centenario della morte di Dante.È anche l’Anno che Papa Francesco ha dedicato a San Giuseppe ealla “Famiglia Amoris Laetizia”: tante iniziative, quasi un voler re-cuperare il tempo perso lo scorso anno.

Nel Canto XXII del Paradiso della Divina Commedia, Dante include SanBenedetto tra gli spiriti contemplanti che si manifestano nel VII Cielo di Sa-turno, lungo la scala dorata che si innalza verso l’alto. Il poeta mette in boccaal Fondatore un’amara considerazione sulla depravata condotta dei suoi mo-naci. Nei versi precedenti, però, San Benedetto compendia efficacementetutto il significato della verace vocazione monastica nella “stabilità” dei pie-di e del cuore.

L’anno scorso, e in questi ultimi mesi, abbiamo dovuto fare i conti con un“fermar li piedi” che ci ha interiormente provati. Non sempre il cuore è riu-scito a rimanere “saldo” e vigile nella speranza. Ora si scorge la luce, ma so-no ancora numerose le zone d’ombra e sfiancante è il peso di una situazioneche si prolunga esaurendo tante energie. La tentazione ora è quella di metter-si a correre, senza però aver ben presente quale sia la meta. Allora ecco: “fer-mar li piedi” e “cuore saldo”, non come sterile immobilismo, infecondo ri-piegamento, ma punto di forza, di appoggio, per permettere la “dilatazionedel cuore” (Prologo alla Regola di San Benedetto), per fare tesoro dell’espe-rienza vissuta.

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STABILI

Questi altri fuochi tutti contemplanti

uomini fuoro, accesi di quel caldo

che fa nascere i fiori e’ frutti santi. 48

Qui è Maccario, qui è Romoaldo,

qui son li frati miei che dentro ai chiostri

fermar li piedi e tennero il cor saldo. 51

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L’Abate primate dei Benedettini Dom Gregory Poland, nella sua ultimacircolare, riflettendo sul salmo 46 (45), scriveva:

«E poi, in mezzo a queste descrizioni di montagne che tremano, nazioniin guerra, parti della terra lasciate desolate, arriva la voce di Dio che dice:“Fermatevi e sappiate che io sono Dio, eccelso tra le genti, eccelso sulla ter-ra” [Salmo 46 (45): 11]. Dio è con noi ed è più potente di qualsiasi forza di-struttrice. Ripetere quella semplice frase: “Fermatevi e sappiate che io sonoDio”, può servire per ricordarci quotidianamente di rimanere speranzosi, dimuoverci nel futuro con fiducia e di continuare a cercare la voce di Dio inquesti tempi difficili».

È necessario fermarsi per permettere allo sguardo del cuore di puntare inalto, ma, un po’ come gli apostoli il giorno dell’Ascensione, alcuni, molti,dubitano e pensano che in fondo senza Dio si vive ugualmente e si vive an-che bene. Umilmente, ma con la parresia che il tempo pasquale e lo Spirito cidonano, ci permettiamo di suggerire che forse davvero serve “fermarsi” perascoltare la Parola che è Vita, per dare un senso a tutto quello che abbiamovissuto e ci sarà dato di vivere e per riprendere in modo nuovo “l’ordinario”cammino.

San Giuseppe in Monastero

L’8 dicembre 2020 Papa Francesco ha pubblicato la Lettera apostolicaPatris corde in occasione del 150.mo anniversario della dichiarazione delloSposo di Maria quale Patrono della Chiesa cattolica. Fu il Beato Pio IX con ildecreto Quemadmodum Deus, firmato l’8 dicembre 1870, a volere questo ti-tolo per San Giuseppe. Per celebrare tale ricorrenza, il Pontefice ha indettouno speciale “Anno” (che si concluderà l’8 dicembre prossimo) dedicato alpadre putativo di Gesù. Sullo sfondo della Lettera apostolica, c’è la pande-mia da Covid-19 che, scrive Francesco, ci ha fatto comprendere l’importan-za delle persone comuni, quelle che, lontane dalla ribalta, esercitano ognigiorno pazienza e infondono speranza, seminando corresponsabilità. Pro-prio come San Giuseppe, “l’uomo che passa inosservato, l’uomo della pre-senza quotidiana, discreta e nascosta”. Eppure, il suo è “un protagonismosenza pari nella storia della salvezza”. San Giuseppe è anche invocato qualeparticolare patrono della vita interiore.

Nel Memoriale delle cose notabili conservato nel nostro Archivio al fo-glio 47 v. si legge: A di 24 Genaro 1716 / Hoggi si è fatto solenne Capitolo

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con Messa / Cantata per l’elettione del Glotioso Patri.ca / S.t Gioseppe, per

Protetore et Avocato del / nostro Monastero ad istanza della R.da / Madre

Abb.ssa D.a Maria Lucretia Passi.

Sin dal 24 gennaio1716, san Giuseppe èquindi considerato “Pro-

tetore et Avocato” del mo-nastero. A lui è stato dedi-cato in particolare l’altarea destra del Presbiterio,dove era già presente la te-la di Giuseppe Cesareo da-tata 1669 raffigurante laNatività. Al centro, SanGiuseppe addita ai SantiBenedetto, Carlo e Scola-stica il Bambino adoratodalla Vergine Maria e daipastori.

Già nella pala attribui-ta a Lucano da Imola Ma-

donna in trono col Bam-

bino e Santi (1530 cir-ca?), San Giuseppe è raf-figurato nell’atto di ab-bracciare teneramente il

Bambino che si protende dalle ginoc-chia della Madre.

Nell’Aula Capitolare è poi conser-vata una piccola tela sagomata con San

Giuseppe e il Bambino di GiuseppeAntonio Orelli, coevo all’importantedecorazione ad affresco della chiesa trail 1756 e il 1757.

Un’altra tela settecentesca, di autoreanonimo, rappresenta San Giuseppe e ilBambino nella bottega da falegname.

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Natività, di Giuseppe Cesareo.

San Giuseppe di G. A. Orelli.

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Interessante è il quadro ex voto, conservato nella Sala della musica. Latela venne dipinta per la scampata requisizione dell’Educandato da parte delGoverno all’epoca della Prima Guerra mondiale, per farne dapprima unospedale e poi un carcere. Sulle nubi in cielo appaiono San Giuseppe chepremurosamente presenta San Benedetto recante un modellino del Monaste-ro; Sant’Antonio di Padova e San Carlo Borromeo, che circondano MariaAddolorata con il Cristo deposto sul grembo, intercedendo per la Comunitàmonastica, rappresentata da alcune monache che pregano in ginocchio.

La devozione a San Giuseppe ha quindi attraversato tutta la nostra storia,senza farci mai mancare la sua paterna presenza e l’efficacia della sua prote-zione.

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San Giuseppe e San Benedetto.

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Prudenti, ma non assenti, rite-niamo una grazia grande ilpoter continuare a celebrare lenostre liturgie festive. Diversi

appuntamenti e occasioni d’incon-tro sono cancellati, ma la preghiera,che ci unisce a tutti, è segno dellaprofonda gratitudine che desideria-mo esprimere a coloro che in varimodi sono vicini alla Comunità mo-nastica. Nel periodo invernale, leS. Messe feriali sono celebrate incoro per la sola Comunità, ma la do-menica alle ore 10 e nel pomeriggioper i Vespri la nostra chiesa è aperta,nel desiderio di offrire, in questotempo così difficile, la possibilità disostare in un luogo di pace e di pre-ghiera a chiunque entra, anche soloper una fugace visita.

Domenica 13 dicembre 2020 lagiornata di spiritualità del nostroGruppo Oblati si limita alla parteci-pazione alla S. Messa festiva e suc-cessiva meditazione dettata da DonFabio Pesenti, per terminare con lacelebrazione in canto dell’Ora Sestacon la Comunità monastica.

Grazie all’Ufficio della Vita

Consacrata, in collegamento con iMonasteri della Diocesi, seguiamoun percorso online che ci dà l’occa-sione di conoscerci come Comunitàe di riflettere insieme sul tempo for-te che stiamo vivendo. Gli incontri,su piattaforma Zoom, sono introdot-ti e moderati da Dom Giordano RotaOSB, Vicario episcopale per la VitaConsacrata.

Santo Natale. Se l’anno scorso, inquesto periodo, la nostra Comunitàera stata provata da fastidiosa influ-enza, quest’anno, finora indenni an-che dal Covid, viviamo con una cer-ta serenità il Natale, senza però di-menticare quanti sono attanagliatidalla sofferenza e dai disagi econo-mici che stanno mettendo in ginoc-chio numerose famiglie.

Iniziamo il Mattutino un pocoabbreviato alle 19.30. Il canto dellaCalenda introduce poi alla Celebra-zione della S. Messa alle 20.30,presieduta da Don Battista Ferrari,così da permettere a quanti parteci-pano di rientrare a casa prima delcoprifuoco.

L’annuncio degli angeli ci risuo-na nel cuore. I vari personaggi delpresepe sfilano davanti ai nostriocchi:

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Il Presepe della nostra chiesa.

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• Giuseppe, rappresentato con il ba-stone e la lanterna, segno della luceche rischiara il cammino di fede;

• i pastori, venuti in fretta spinti daldesiderio di vedere;

• Maria, l’obbediente, nella quale sicompie la Parola che prende carnenel suo grembo;

• il Bambino, al centro, dove tuttoconverge. È la statuetta più picco-la e con il suo sorriso diventa ilcentro della storia: accogliamolo eadoriamolo con fede e amore.

Nella S. Messa del Giorno, DonMassimo Rizzi ci ricorda come, nelNatale, Dio assume tutto dell’uomo.Il Verbo si fa carne per stare semprecon noi, per rivelarci che Dio ci ama.Gesù nasce soprattutto nella comu-nione eucaristica e questo richiede

una grande fede, ma è anche fonte digrande gioia che, quale messaggiodi consolazione, siamo invitati adesprimere anche esteriormente.Nella Solennità della Madre di Dio,ancora Don Massimo ci invita allacustodia e alla benedizione, temadel messaggio del Papa per la Gior-nata mondiale della Pace. Si trattanon solo di cura “sanitaria”, ma diun percorso di pace nel prendersicura gli uni degli altri, purificando ecurando le reciproche relazioni.

Durante la S. Messa domenicale del7 febbraio, i coniugi Gianni eAngela Magri, presenti i figli Debo-ra e Jacopo, ricordano con commo-zione il 40° anniversario di matri-monio. Il signor Gianni è il fedelis-simo lettore alle S. Messe feriali du-rante il periodo di apertura della no-stra chiesa.

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Natività del Coro monastico.

Gianni e Angela Magri rinnovano le promessematrimoniali.

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Il 10, 11 e 12 febbraio celebriamo lenostre Giornate Eucaristiche. Il pri-mo giorno coincide con la Solennitàdi S. Scolastica. Alla S. Messa delmattino segue, in coro, l’adorazionedel Santissimo. Il celebrante, DonBattista Ferrari, ci augura di vivereintensamente questi giorni, propriocome Maria ai piedi di Gesù e comeScolastica che si è consacrata total-mente al suo amore. Riponiamo ilSantissimo dopo il canto dell’oranona e alle 17.30 celebriamo laS. Messa congiunta ai Vespri, allaquale partecipano gli Oblati che rie-scono a raggiungere la chiesa e alcu-ni fedeli residenti nelle vicinanze.Presiede Don Doriano Locatelliche, all’omelia, prende spunto dallalettura del Cantico dei Cantici, sot-tolineando come il fuoco dell’amorevada custodito, alimentato e protet-to perché l’amore è la ricchezza piùgrande, la “parte migliore” scelta daScolastica.

L’11 febbraio, altra felice coinci-denza nella memoria della B.V. diLourdes: Maria è la Donna eucari-stica per eccellenza: colei che ha da-to il corpo a Gesù. L’ultimo giornoconcludiamo la sera in chiesa doveviene traslato il Santissimo con ilcanto del Te Deum, dei Vespri e laBenedizione Eucaristica.

Inizio della S. Quaresima. Dopo lacelebrazione dei Vespri in canto,Don Battista Ferrari presiede laS. Messa, durante la quale la Comu-

nità monastica, alcuni Oblati e fede-li ricevono le Sacre Ceneri per ini-ziare in comunione il cammino diconversione e seguire Cristo con piùdecisione.

Anche in Quaresima, come inAvvento, ci ritroviamo via onlinecon le Comunità monastiche pre-senti in Diocesi per approfondire in-sieme alcuni spunti emersi dal Do-cumento della Congregazione pergli Istituti di Vita Consacrata “Il do-no della fedeltà la gioia della perse-veranza”.

26 febbraio, Mons. Gianni Carzani-ga si ritrova nella nostra chiesa conun gruppo di parrocchiani per la ce-lebrazione della Statio quaresimale.Dopo la lettura del brano evangelicodella Trasfigurazione, Madre Cristi-na detta una meditazione su come

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vivere la Quaresima, secondo il ca-po 49 della Regola di San Benedet-to. Segue il canto di Compieta e, po-iché proibita la processione verso laBasilica, si conclude con la benedi-zione con la Sacra Spina conservatanel nostro monastero.

Il pomeriggio seguente, il Gruppodel Corso fidanzati della Parrocchiariprende gli incontri programmati,con tutte le precauzioni anti-Covid.Si conclude con la S. Messa celebra-ta da Don Tullio Frosio Roncalli.

All’inizio di marzo, Gilberto Mile-si, marito della nostra dipendenteMonica, viene ricoverato per accer-tamenti. Trovato positivo al Covid,per ulteriori complicazioni, purtrop-po, viene a mancare l’11 marzo. Lanostra Monica si trova così a vivereil suo grande dolore e insieme il pe-riodo di isolamento. Per precauzio-ne, anche noi ci mettiamo in quaran-tena e ci sottoponiamo al tamponeche risulta negativo per tutte.

22 marzo: Solennità traslata del

Transito di S. Benedetto. AllaMessa conventuale presieduta daDon Battista Ferrari, sono presenti ilDiacono Enio Angeloni e alcuniOblati. La parola “gioia” ricorre intutte e tre le letture proposte dalla li-turgia per questa festa, quasi antici-po del gaudio pasquale che i Santi,con il loro esempio, ci trasmettono,infondendo consolazione e fiduciain questo tempo ancora difficile.

Anche il coordinatore del nostrogruppo Oblati, Danilo Castiglione,viene trovato positivo al Covid. Glisiamo vicine con la preghiera per-ché possa superare questa prova,che purtroppo gli impedirà di parte-cipare alle celebrazioni pasquali.

Con la Domenica delle Palme en-triamo nella Settimana Santa. No-nostante il permanere di tutte le re-strizioni dovute alla pandemia, ri-pensando alla situazione dello scor-so anno, il ritrovarci insieme a can-tare “Osanna” è davvero una gioia eun conforto, anche se sentiamo lamancanza degli amici che per ma-lattia o per motivi di distanza nonsono tra noi e non incontriamo damolto tempo.

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Benedizione degli ulivi.

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Lunedì Santo. Dal coro superiorepartecipiamo alla Celebrazione eu-caristica che conclude il “Pellegri-naggio” quaresimale dei Teologi delnostro Seminario, vissuto a piccoligruppi in luoghi significativi dellaCittà. Presiede il nostro VescovoFrancesco; concelebrano il RettoreDon Gustavo Bergamelli e altri sa-cerdoti educatori. Prima della Mes-sa, abbiamo la gioia di salutare ilVescovo al quale assicuriamo il no-stro orante ricordo per il “suo” Pel-legrinaggio pastorale in Diocesi.

Il Triduo pasquale è presieduto dalnostro Cappellano pro tempore DonBattista Ferrari.

Il Giovedì Santo celebriamo lafesta dell’amore donato e dell’amo-re tradito. Alla scuola di Gesù impa-riamo che i gesti della carità sonotrasparenza della presenza di Dio.Nel dono di se stessi si edifica la co-munità dei discepoli uniti dal sacra-mento dell’amore che è l’Eucaristia.

L’azione liturgica del Venerdìsanto non perde d’intensità, nono-stante le restrizioni sanitarie che im-pediscono il gesto così umile e si-gnificativo del bacio al Crocifisso.Cristo si mostra in tutta la sua miteforza per renderci partecipi della pie-nezza della sua vita donata. Ci haamati sino alla fine: questa è la lietanotizia che esige conversione di vita.

La Veglia pasquale inizia nel-l’oscurità della chiesa. Appare lanuova luce che le tenebre non pos-sono vincere. La vita è “ostinata”, il

bene diffusivo di sé, Gesù avanzavittorioso nella storia. Il Signore ri-sorto è all’opera: non dubitiamo eapriamo gli occhi alla speranza.

La Messa del giorno è celebratada Don Sergio Paganelli, che invitatutti ad aprire le porte del cuore alRisorto che deposita nel cuore degliuomini il soffio della risurrezione,l’energia della pace, la potenza del-lo Spirito che rinnova.

Veramente colmo di gratitudinee il nostro cuore verso il Signore checi ha permesso quest’anno di viverein pienezza la liturgia pasquale. Ilnostro grazie si estende alla fraterni-tà degli Oblati e ai fedeli che, nono-stante difficoltà oggettive e giustifi-cati timori, hanno partecipato con

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S. Pasqua, Don Battista Ferrari.

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fede a questi momenti di grazia. Conrinnovata fiducia riprendiamo ilcammino alla luce del Risorto.

Il 29 aprile il nostro Prevosto,Mons. Gianni Carzaniga, giunge inMonastero portando la benedizionepasquale.

Inoltre, si ricolloca, sul lato delpresbiterio, il quadro restaurato raf-figurante S. Mauro che guarisce gliinfermi.

3 maggio. Nel concistoro pubblicoPapa francesco autorizza la cano-nizzazione del Beato Luigi MariaPalazzolo, grande gioia per la nostraDiocesi e in particolare per la nostraComunità parrocchiale nella qualenacque e svolse il suo prezioso mi-

nistero a favore della gioventù piùpovera.

Domenica 9 maggio ritroviamo congioia al nostro altare P. Walter Cor-sini dei Missionari Servi dei Poveridel Terzo Mondo, dei quali seguia-mo le molteplici iniziative a favoredelle popolazioni più disagiate, inparticolare delle Ande peruviane,rese ancora più difficili in questotempo di pandemia.

Sabato 22 maggio, con la fraternitàdegli Oblati, celebriamo la Veglia diPentecoste, presieduta dal DiaconoEnio Angeloni. Viviamo un prolun-gato e intenso momento di preghierae di ascolto della Parola, intercalatada salmi e letture per implorare il

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S. Pasqua, Don Sergio Paganelli. Monsignor Gianni per la Benedizione pasquale.

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dono dello Spirito sulla Chiesa e sulmondo, affinché si riversino copiosii doni della consolazione e della pa-ce dei quali abbiamo intensamentebisogno.

Il giorno di Pentecoste Don Bat-tista Ferrari celebra la Messa Solen-ne profondamente ricca nei suoi te-sti eucologici-liturgici esaltati dalcanto gregoriano.

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Il Diacono Enio proclama il Vangelo alla Veglia diPentecoste.

Don Battista Ferrari celebra la S. Messa diPentecoste.

Il Signore ha chiamatonel suo Regno

di pace e di luce

23 dicembre 2020L’Oblato Cav. Giuseppe

Benedetto Spadino Pippa

9 gennaio 2021Maria Rottoli,

sorella di Sr. M. Elisabetta

19 gennaioFerruccio Colotti,

fratello di Sr. M. Carmela

2 febbraioAlessandro Rottoli,

fratello di Sr. Elisabetta

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11 marzoGilberto Milesi,

marito della nostradipendente

Monica Calderoli

Per tutti, chiediamoun fraterno ricordo

nella preghiera

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Ricordiamo il nostro fratello

Giuseppe Benedetto Spadino ilquale fu Oblato dal 1986 insieme al-la moglie Sandra Scolastica. Nellasua vita si distinse quale sposo e pa-dre premuroso, svolgendo con one-stà il suo lavoro nel Corpo dellaGuardia di Finanza. Contribuì conl’esempio e la disponibilità alla rea-lizzazione dell’attuale fisionomiadella Fraternità degli Oblati. Esem-plare nella parola, parca e sapiente,incarnava nella sobrietà del parlarela taciturnità del nostro santo padreBenedetto. Della preghiera avevafatto il primato nella sua vita di cri-stiano che, nell’Oblazione, riscopreil suo Battesimo. Discreto nella ca-rità, maturo negli anni e nello spiri-to, ha aperto i suoi occhi alla visionedell’Eterno l’antivigilia del Nataledi nostro Signore 2020.

Il coordinatore

Danilo Mauro Castiglione

Il 25 maggio ci giunge la notiziadella morte di Mons. GianLuca

Rota, dopo una breve ma esizialemalattia. Prevosto di Sant’Alessan-dro dal 1994 al 2007, la Comunitàgià lo conosceva e apprezzava comeconferenziere e direttore spirituale.Il legame, rimasto saldo, si rinnova-va nelle visite annuali e nei contattimail e, in particolare negli ultimi an-ni, si rendeva prezioso perché mons.Gianluca era generosamente dispo-nibile nel presiedere il Santo TriduoPasquale. L’immagine lo ritrae in-fatti durante la Solenne Messa dellaS. Pasqua 2019. Il Signore accolganella gloria il suo servo fedele.

Ricordiamo con riconoscenza eaffetto l’Architetto Graziella Col-

muto Zanella, mancata il 26 mag-gio scorso, alla quale dobbiamo ap-profonditi studi sul nostro monaste-ro confluiti nel III volume “Arte eArchitettura” (2013) della nostrastoria.

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Restauro della tela San Mauroche guarisce gli infermi

L’opera, olio su tela, collocatanel presbiterio, pendant delSant’Alessandro già restaurato al-cuni anni or sono, è tornata al suosplendore originale, grazie alla pro-fessionalità dello Studio Baldis Re-stauri. L’opera non è certo un capo-lavoro, ma un’opera di onesta fattu-ra, che tra l’altro ha rivelato durantele fasi di restauro la firma dell’auto-

re, Giovanni Chizzoletti (Bergamo,1655-1733) e l’anno di esecuzione1708 (al quale verosimilmente risa-le anche la tela di Sant’Alessandroconcepita come ex voto fatto al Pa-trono di Bergamo per un “miracolo”a favore della Comunità monasticaavvenuto, stando alle cronache, nel1705). Il soggetto viene interpretatoda Chizzoletti in maniera classica,

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Tra i tanti amici e conoscenti che in questo ultimi mesi ci hanno la-sciato desideriamo ricordare Pepi Merisio, che conobbe la Comunità nel1969 per realizzare un documentario fotografico sulla vita in monastero,donato anche a Paolo VI al quale Pepi era legatissimo. Uno dei più grandifotografi italiani, che ha saputo raccontare attraverso i suoi scatti la so-cietà bergamasca, in particolare la cultura contadina oramai al tramontoe quella di tutta l’Italia. Ci ha onorato, con la cara moglie Anna scompar-sa lo scorso anno, di un’amicizia devota e fedele.

Statio monastica, foto di P. Merisio

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col santo benedettino dalla figura al-lampanata, che benedice il malato aterra e la figura femminile di spalle,a chiusura della quinta in primo pia-no a destra con modalità e imposta-zioni che richiamano da vicino ope-re cinquecentesche di area veneta,ma soprattutto ricordano Gian Paolo

Cavagna, di cui il pittore bergama-sco fu profondamente debitore. Ipersonaggi sono dipinti con pennel-late rapide su squarci di cielo chiarodello sfondo, dando spazio alle co-struzioni delle fonti di luce. Da nota-re, in alto, l’apparizione di San Be-nedetto, quasi a convalidare la santi-

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tà e l’operato del discepolo, cheGregorio Magno, nei suoi Dialoghi,addita quale esempio di obbedienza,quando, per ordine di Benedetto cheaveva visto in visione il piccolo Pla-cido cadere nel lago, lo esortò a cor-rere in soccorso del giovane compa-gno ed egli lo salvò, camminandosulle acque.

L’opera è inserita in una riccacornice lignea intagliata con motiviripetitivi a doppia fascia e dorata.

Nella bergamasca è presente inalcuni luoghi la devozione versoSan Mauro, (Pontida presso il Mo-nastero di San Giacomo, San Paolod’Argon, Bruntino di Villa d’Almè,Sarnico). Inoltre a Gandino, l’exMonastero benedettino fondato nel1621 e soppresso nel 1810 (divenu-to poi Casa Madre dell’Istituto delleOrsoline di M.V.I.) fu affidato ad al-cune monache provenienti dalla no-stra comunità e titolato proprio aSan Mauro e San Carlo Borromeo.

Come spesso avviene quando lenotizie storiche sono scarne o nulle,l’agiografia si cura di colmare le la-cune. Tradizione vuole che San Ma-uro sia stato inviato da Benedetto

stesso nella terra dei Franchi affidan-dogli una copia della Regola e la Re-liquia della S. Croce con cui benedi-ceva i malati e li guariva. Infatti lega-ta al culto del Santo è la speciale be-nedizione impartita con la Reliquiadella Santa Croce (detta Signum Ma-

uri Abbatis) durante la quale il sacer-dote dice: “Per l’invocazione del no-me santissimo di Dio, ti doni la sanitàdesiderata quella fede con la qualesan Mauro guarì gli ammalati me-diante le parole che io, indegno pec-catore, umilmente proferisco su di te:nel nome della Santissima e Indivi-dua Trinità, con l’aiuto dei meriti delsantissimo Padre Benedetto, sta sa-no, incolume e ritto in piedi. Nel no-me del Padre, del Figlio e dello Spiri-to Santo. Amen”.

Il restauro è un atto di ringrazia-mento al Santo da parte della Comu-nità che, finora, è stata preservatadal Covid.

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Ogni mese sono celebrate due Ss. Messe per i parenti, benefattori vivi e defunti e quantisono vicini al Monastero.

Attenzione. Chi non fosse interessato a ricevere il nostro giornalino, è pregato gentil-mente di segnalarlo agli indirizzi qui sotto indicati. Continueremo ugualmente a ricorda-re tutti nella preghiera. Grazie.

MONASTERO S. BENEDETTOVia S. Alessandro, 51 - 24122 BERGAMO

Tel. 035 247 461 - Fax 035 0951 [email protected] - www.monasterosanbenedettobergamo.com

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