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lettere dal MONASTERO di S. BENEDETTO in BERGAMO DICEMBRE 2015 Anno XXV N. 2 - Periodico semestrale di Inf. Religiose Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo Direttore responsabile: Gino Carrara Redazione e Amministrazione c/o Monastero S. Benedetto, Via S. Alessandro, 51 - BERGAMO - Tel. 035247461 - c.c.p. 00223248 Autorizzazione del Tribunale di Bergamo N. 39 in data 7.12.1990 Stampa: Laboratorio Grafico snc - Pagazzano (BG) AVVENTO 2015

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lettere dal

MONASTERO di

S. BENEDETTO

in BERGAMODICEMBRE 2015

Anno XXV N. 2 - Periodico semestrale di Inf. ReligioseSpedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BergamoDirettore responsabile: Gino CarraraRedazione e Amministrazione c/o Monastero S. Benedetto,Via S. Alessandro, 51 - BERGAMO - Tel. 035247461 - c.c.p. 00223248Autorizzazione del Tribunale di Bergamo N. 39 in data 7.12.1990Stampa: Laboratorio Grafico snc - Pagazzano (BG)

AVVENTO 2015

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Il Salmo 84 (85) è uno dei leit motiv

gregoriano del tempo d’Avvento: loritroviamo negli offertori, nei cantialla comunione, nei versetti.

Misericordia, salvezza, gloria, amore,verità, giustizia, pace: sono attributi divinipersonificati che in questo salmo indicanola fedeltà di Dio nel realizzare le sue pro-messe. In particolare nel versetto 11 “mise-ricordia et veritas obviaverunt sibi”, miseri-cordia (amore nella nuova traduzione) e ve-rità si incontrano: immagine per immagine èbello pensare ad un abbraccio che è impos-sibile sciogliere. Perché misericordia e veri-tà non possono stare una senza l’altra.

Sant’Agostino, nel commentare proprioil versetto di questo salmo nell’Enarratio in

psalmum, ammonisce severamente chi cerca di dividerle, volendo una mise-ricordia senza verità: esse sono tra loro così amiche che si perdono entrambequando si pretende di separarle. Egli interpreta il bacio tra verità e misericor-dia come un fatto già realizzatosi nell’evento dell’incarnazione del Verbo, incui la verità eterna di Dio è nata nella carne umana di una donna, così da farsigrazia per il cammino di salvezza degli uomini.

Il salmo 84 è il salmo del ritorno: il ritorno dell’uomo a Dio nella conver-sione si fonda sul sorprendente e previo ritorno di Dio verso l’uomo.

Il Sinodo sulla Famiglia, il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenzee ora il Giubileo della Misericordia, ma anche il Convegno dei Consacratiche abbiamo avuto la grazia di vivere a livello Diocesano, sono segni di que-sto cammino intrapreso nella conversione e nella speranza evangelica. Nonci distolgano scandali e cadute, che già avvertiva nostro Signore sono “ine-vitabili”. Alziamo lo sguardo e lasciamoci ancora illuminare dalla Miseri-cordia e dalla Verità che si fanno “tenera carne” in Gesù.

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A tutti i nostri cari, amici, benefattori l’augurio di un

SantoNatalee di un

SerenoAnnoNuovo.

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Parigi 13 novembre 2015

“Tanta barbarie ci la-scia sgomenti e ci si chie-de come possa il cuoredell’uomo ideare e realiz-zare eventi così orribili,che hanno sconvolto nonsolo la Francia ma il mon-do intero. Dinanzi a taliatti, non si può non con-dannare l’inqualificabileaffronto alla dignità dellapersona umana. Voglioriaffermare con vigoreche la strada della violen-za e dell’odio non risolve i problemi dell’umanità e che utilizzare il nome diDio per giustificare questa strada è una bestemmia!”

Papa Francesco all’Angelus di domenica 15 novembre.

Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo

- dice il Signore - progetti di pace e non di sventura,

per concedervi un futuro pieno di speranza. Ger 29,11s.

Queste le parole dell’Introito che abbiamo cantato nella XXXIII Domenica T.O.

[…] Da cosa si riconosce un uomo o una donna di speranza ? Dalla suacapacità di subire delle prove e di combattere contro le forze distruttrici nellafiducia e nella serenità. Questa forza interiore permette a uomini e donne co-muni, come voi e me, di rifiutare di piegarsi, di fare scelte difficili, persinoeroiche ben al di là delle proprie forze. […] Per noi, cristiani, questa forzaviene dalla nostra fiducia in Dio e dalla nostra capacità di appoggiarsi su diLui. […] Di fronte alla cieca barbarie, ogni breccia nella forza delle nostreconvinzioni sarebbe una vittoria dei nostri aggressori. Noi non possiamo ri-spondere alla barbarie selvaggia se non con un accrescimento della fiducianei nostri simili e nella loro dignità. Non è decapitando un uomo che si mo-stra la grandezza di Dio, è lavorando nel rispetto dell’essere umano anchenella sua estrema debolezza.

Omelia del Cardinale André Vingt-Trois - Messa per le vittime degli at-

tentati del 13 novembre 2015, per i loro parenti e per la Francia.

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ELEZIONE ABBAZIALE DISR. M. CRISTINA PICINALI

La comunità monastica, come tutte leistituzioni, deve rinnovarsi e trovare linfanuova per rinvigorirsi e fortificarsi, comin-ciando dalla sua guida. Dove manca, Diometterà il resto.

«Ahimè, Signore Dio, ecco io non so

parlare, perché sono giovane» (cfr Ger 1,

6). Certamente si saranno stupite le mona-che nel sentire queste parole all’Ufficio del-le letture la mattina del 12 di ottobre sapen-do che da li a qualche ora avrebbero dovutoeleggere colei che nella comunità rappre-senta Cristo (cfr RB II, 2). Altrettanto stupo-re ha provato Suor Cristina quando, palesela sua elezione abbaziale, ha riflettuto suquelle parole: «Non dire: Sono giovane, ma

và da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò. Non temere,

perché io sono con te per proteggerti» (cfr Ger 1, 7-8).A questa certezza fa eco quanto affermato dal santo Padre Benedetto cir-

ca l’identità dell’abate: «che dev’essere scelto in base alla vita esemplare e

alla scienza soprannaturale, anche se fosse l’ultimo della comunità» (RBLXIV, 2), e per la sua età Madre Cristina è sicuramente “l’ultima” che divie-ne “Prima”. Certo, non si può assumere tale Servizio senza timore e tremore,infatti nella Regola, si afferma: «l’abate si ricordi sempre che si è assunto

l’impegno di guidare delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto a

Dio» (RB II, 34).L’abate ha nel suo ruolo qualcosa che esula dal comando e lo porta oltre,

egli è chiamato ad essere: «esperto nella legge di Dio per possedere la cono-

scenza e la materia da cui trarre “cose nuove e antiche”, intemerato, sobrio

e comprensivo facendo “trionfare la misericordia sulla giustizia”» (RB

LXIV, 9-10). È preposto a praticare il discernimento delle anime e dei cuori,aiutando ogni fratello a fare chiarezza nel suo cuore, rinfrancando la cannaincrinata evitando che si spezzi e chiamato, inoltre, ad essere prudente «tan-

to se il suo comando riguarda il campo spirituale, quanto se si riferisce a un

interesse temporale, a procedere con discernimento e moderazione, tenen-

do presente la discrezione del santo patriarca Giacobbe, che diceva: “Se af-

faticherò troppo i miei greggi, moriranno tutti in un giorno” Seguendo que-

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Madre M. Cristina.

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sto e altri esempi di quella di-

screzione che è la madre di tutte

le virtù, disponga ogni cosa in

modo da stimolare le generose

aspirazioni dei forti, senza sco-

raggiare i deboli» (RB LXIV,

13-19.) «Dunque, quando uno

riceve il nome di Abate deve for-

mare i propri discepoli con un

duplice insegnamento, mo-

strando più con i fatti che con le

parole tutto quello che è buono

e santo: in altri termini, insegni

con la parola i comandamenti

del Signore ai discepoli più sen-

sibili e recettivi, ma li presenti

esemplificati nelle sue azioni ai

più duri di cuore e ai meno re-

cettivi. Confermi con la sua

condotta che bisogna effettiva-

mente evitare quanto ha presen-

tato ai discepoli come riprove-

vole, per non correre il rischio

di essere condannato dopo aver predicato agli altri» (RB II, 11-13).Con questo spirito e con la fermezza di questi insegnamenti, il 20 ottobre

scorso Madre Cristina, la Comunità monastica, gli Oblati e i fedeli hanno ac-colto il Pastore della Chiesa di Bergamo Mons. Francesco Beschi che ha pre-sieduto l’Eucarestia conventuale - con il rito della benedizione abbaziale -concelebrata da Mons. Davide Pelucchi, Vicario Generale; Dom GiordanoRota O.S.B., Abate di Pontida; Mons. Alessandro Assolari, Vicario episco-pale per la Vita Consacrata, (che aveva presieduto con prudenza e saggezzail capitolo elettivo); Mons. Daniele Rota, già Cappellano del Monastero;Mons. Gianni Carzaniga, Prevosto di S. Alessandro in Colonna; Mons.Antonio Donghi; Don Gianni Carminati; Don Guido Sibella (Parroco diBarzizza, paese natale della Madre); Don Giovanni Rota; Don Luca Milesi eDon Doriano Locatelli.

A Madre Tarcisia Pezzoli che, con abnegazione e sapientia cordis haguidato la Comunità per quattro mandati, il grazie riconoscente della Comu-nità monastica e l’augurio che con l’esperienza maturata, ora con la nominaa Madre Priora, possa essere prezioso sostegno per l’incipiente servizio ab-baziale di Madre Cristina.

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La Consegna della croce abbaziale.

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60° DI SACERDOZIO E CONGEDO DIMONS. DANIELE ROTA

Il pomeriggio del 1 novembre solennità di tutti i Santi la Comunità mona-stica si è stretta attorno a Mons. Daniele Rota, Canonico Onorario della Ba-silica Vaticana di S. Pietro, che ha presieduto i Vespri e la S. Messa (concele-brata da Don Tarcisio Casali dei Preti del Sacro Cuore) in un’atmosfera inti-ma e raccolta, per rendere lode al Signore nell’anno del suo 60° anniversariodi sacerdozio e ringraziarlo del lungo ministero (quasi 50 anni) prestato allaComunità come Cappellano. Un prezioso servizio svolto con dedizione,puntualità, serietà e spirito di sacrificio. Affidiamo la sua persona all’inter-cessione della Sacra Famiglia, di tutti i Santi, di tutti i suoi cari defunti e ditutte le Madri e Consorelle che in questi anni ha accompagnato all’eternità,perché sostengano il suo cammino affinché possa continuare serenamente asvolgere, seppur con più riservatezza e tranquillità, il suo apostolato sacer-dotale.Il nostro grazie si estende a Don Doriano Locatelli, al Prevosto di S. Ales-sandro in Colonna Mons. Gianni Carzaniga, al Vicario Don Luca Milesi e aiPreti del S. Cuore che ora si impegnano per la celebrazione dell’Eucaristiaquotidiana e delle altre celebrazioni comunitarie.

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Mons. Daniele Rota e Don Tarcisio Casali.

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50° DI PROFESSIONE MONASTICA DISR. M. ELISABETTA ROTTOLI

Il 30 agosto, circondata da nume-rosi parenti e amici, Sr. M. ElisabettaRottoli ha ricordato pubblicamente ilsuo 50° di Professione Monastica (ladata ufficiale era il giorno dell’Assun-ta). La celebrazione è stata presiedutadal Prevosto Mons. Gianni Carzanigae concelebrata da Don Francesco Ta-sca parroco di Bonate Sopra (paesenatale della giubilare), Don AndreaTesta già Parroco di Valtrighe ora Vi-cario di Mapello, e Don Luca Milesi.

“Da chi andremo? Tu solo hai pa-role di vita eterna”. Da queste paroledella liturgia del giorno Mons. Gianniha sviluppato la sua riflessione nell’o-melia: anche Sr. Elisabetta si è affida-ta e fidata della Parola del Signore chel’ha chiamata. Questo affidamento èstato reiterato nel breve, ma intenso,rito di rinnovazione dei Voti monasti-ci e sigillato dal Suscipe, il canto pereccellenza di chi consegna nelle manidel Signore tutto il proprio essere. Rinnovo della Professione monastica.

Sr. M. Elisabetta con Madre M. Tarcisia e i concelebranti.

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Orari delleCelebrazioni natalizie in Monastero

Giovedì 24 Dicembrea mezzanottesolenne S. Messa della Natività

Venerdì 25 Dicembre,Natale del SignoreOre 10 S. Messa solenneOre 17 Vespri in canto gregoriano

e Benedizione Eucaristica

Sabato 26 Dicembre,S. StefanoOre 10 S. Messa.

Domenica 27 DicembreS. FamigliaOre 10 S. MessaOre 17 Vespri

e Benedizione Eucaristica

Alla fine di agosto è stato rubato dalla nostra chiesa il reliquiariocontenente le teche con le reliquie del B. Carlo d’Asburgo (donatacidal nipote S.A.I.R. Martino d’Austria) e di S. Benedetto esposte al-l’altare omonimo.Un fatto che ha amareggiato profondamente la Comunità e i devoti,non tanto per il valore in sé del manufatto, peraltro non prezioso, maper il valore sacro e affettivo delle reliquie ivi contenute. Abbiamodiffuso la notizia nella speranza che l’autore del misfatto potesse ri-pensare al gesto compiuto e ravvedersi, ma a tutt’oggi nessuno si èfatto vivo.Chissà che magari la Provvidenza faccia giungere questo periodicotra le sue mani e, se non fosse troppo tardi, rimediare riportando almonastero almeno le reliquie.

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7 giugno: Solennità del Corpus

Domini. Dopo la S. Messa delle ore10 viene esposto il Santissimo cuisegue l’adorazione continuata sinoalle ore 20.30 quando - dopo avertraslato l’Ostia consacrata nell’ im-ponente ostensorio portato dalla Ba-silica - alla presenza dei parrocchia-ni di S. Alessandro in Colonna cele-briamo i Vespri solenni in canto pre-sieduti da Don Barnaba Lazzaroniche ricorda quest’anno il suo 60°disacerdozio. Presenti il PrevostoMons. Gianni Carzaniga, Don Tul-lio Frosio Roncalli, Don Luigi Mo-rino, Don Luca Milesi e il superioredei Gesuiti P. Diego Brunello. Altermine si snoda la Processione Eu-caristica verso la Basilica.

Inoltre, questa è stata l’occasioneper ammirare il sontuoso baldacchi-no, un capolavoro di ricamo in oro eseta confezionato a Milano nel1751, portato anticipatamente alMonastero prima di essere montatoper l’occasione.

Abbiamo in particolare affidatoal Santissimo i frutti del breve e in-tenso viaggio del Papa compiuto ilgiorno precedente a Sarajevo in Bo-snia ed Erzegovina, dove ancorauna volta si è fatto annunciatore dipace e riconciliazione in quella terramartoriata ancora pesantemente se-gnata, dopo vent’anni, dal tragicoconflitto dei Balcani.

12 giugno S. Cuore, Giornata dipreghiera per la Santificazione deiSacerdoti. La trascorriamo in ado-razione del Santissimo solennemen-te esposto dopo la S. Messa conven-tuale. Nel pomeriggio Don MarcoCaldara presiede il canto dei Vespriai quali partecipano diversi nostriOblati secolari.

21 giugno. Nella zona riservata haluogo il ritiro per le coppie di fidan-zati che seguono il corso prematri-moniale estivo organizzato dallaParrocchia di S. Alessandro in Co-lonna. A conclusione S. Messa ve-spertina celebrata da Don TullioFrosio Roncalli, presente la Comu-nità monastica.

3 luglio. Accogliamo con gioia alnostro altare Mons. Gianluca Rota

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La processione eucaristica.

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che desidera ricordare con noi il suo60° di Sacerdozio. Nell’omelia, im-postata sulla figura di Tommaso delquale ricorre la memoria liturgica,sottolinea come l’errore dell’apo-stolo non sia stato dubitare, ma il vo-lersi separare dai fratelli, mentre lafede autentica si può esprimere soloquando si fa parte di una comunità.Ecco allora il grazie per essere partedella Chiesa, chiamato ad essere sa-cerdote, segno di unità e sostegnodella fede dei fratelli. Ricorda inol-tre il viaggio apostolico che il SantoPadre Francesco compirà in Ecua-dor (dove Mons. Rota trascorre granparte dell’anno come direttore spiri-tuale al Collegio San Rafael di LaTronchal) in Bolivia e Paraguay.

10 luglio. Con la presenza di ungruppo di Oblati celebriamo i PrimiVespri in Canto nella Solennità del

nostro Santo Padre Benedetto Pa-

trono d’Europa. Il giorno seguentenel pomeriggio la S. Messa solenneè presieduta da S. E. Mons. CarloMazza, Vescovo di Fidenza, e con-celebrata da Don Matteo Piazzalun-ga (di Torre Boldone ma incardinatonella Diocesi emiliana) e Don Mar-co Meraviglia. Sul nostro sito è di-sponibile l’omelia integrale del Pre-sule.

15 agosto, solennità dell’Assunta,

titolare della chiesa monastica. Lacelebriamo in un’atmosfera di inti-mità con il “cappellano domenica-le” Don Mario Ravasio e i fedeli chesono rimasti in città. Don Luca Mi-lesi nel pomeriggio presiede i Ve-spri solenni in canto con la Benedi-zione eucaristica.

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S. E. Mons. Carlo Mazza.

Mons. Gianluca Rota.

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25 agosto. Come è ormai tradizionela Comunità attende sulla soglia delchiostrino d’ingresso la Peregrina-

tio alexandrina. Il gruppo, prove-niente dalla Basilica di S. Alessan-dro in Colonna, guidato da Mons.Gianni Carzaniga e dagli altri sacer-doti della Parrocchia, sosta ricor-dando i martiri trappisti uccisi inAlgeria nel 1996 attraverso le com-moventi parole del testamento spiri-tuale del Priore De Chergé, per poidirigersi in Cattedrale dove sono at-tesi dal Vescovo.

30 agosto. 50° di Professione Mo-nastica di Sr. M. Elisabetta Rottoli.

11 settembre: Mons. Inos Biffi tor-na a visitarci portandoci l’ultimo li-bro della sua Opera Omnia: Una

ghirlanda di Santi e Dottori. Si in-trattiene poi con la Comunità toc-cando vari argomenti sulla Chiesa,

sulla famiglia, sulla trasmissionedella fede.

Dal 20 al 27 settembre, la Comuni-tà vive gli Esercizi spirituali comu-nitari, guidata dalla sapiente paroladi Mons. Antonio Donghi, che ini-zia il commento al Prologo dellaRegola, argomento che svilupperàsuccessivamente nei ritiri mensili.In questi giorni di maggior silenzioe preghiera accompagniamo spiri-tualmente il lungo e impegnativoviaggio apostolico di Papa France-sco a Cuba e negli Stati Uniti termi-nato con la partecipazione all’In-contro mondiale delle Famiglie te-nutosi a Philadelphia il 26-27 set-tembre. “Dio è entrato nel mondo in

una famiglia. E ha potuto farlo per-

ché quella famiglia era una famiglia

che aveva il cuore aperto all’amore,

aveva le porta aperte. Pensiamo a

Maria ragazza. Non poteva creder-

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ci: ‘Come può accadere questo?’. E

quando le spiegarono, obbedì. Pen-

siamo a Giuseppe, pieno di aspetta-

tive di formare una famiglia, e si

trova con questa sorpresa che non

capisce. Accetta, obbedisce. E nel-

l’obbedienza d’amore di questa

donna, Maria, e di quest’uomo,

Giuseppe, si forma una famiglia in

cui viene Dio. Dio bussa sempre alle

porte dei cuori. Gli piace farlo. Gli

viene da dentro. Ma sapete quello

che gli piace di più? Bussare alle

porte delle famiglie. E trovare le fa-

miglie unite, trovare le famiglie che

si vogliono bene, trovare le famiglie

che fanno crescere i figli e li educa-

no, e che li portano avanti, e che

creano una società di bontà, di veri-

tà e di bellezza”. (Dal discorso delSanto Padre alla Festa e Veglia dipreghiera per le Famiglie).

10 ottobre. Le catechiste della par-rocchia si ritrovano per un incontroguidato dal Prevosto Mons. Carza-niga, in vista dell’inizio delle attivi-tà parrocchiali, e concludono con lacelebrazione del Vespro comunita-rio presieduto da Don Luca Milesi.

12 ottobre. Elezione Abbaziale diSr. M. Cristina Picinali.

13 ottobre. Nell’ambito del MeseMissionario celebra la S. Messa ve-spertina P. Giuseppe Rinaldi save-riano, collaboratore del Centro Mis-sionario Diocesano. All’omelia sot-tolinea come il “vero centro Missio-

nario sono i monasteri che sostengo-no con la preghiera le attività e le fa-tiche concrete della missione”.

20 ottobre. Benedizione dell’elettaMadre M. Cristina.

25 ottobre. Nel giorno in cui a Ro-ma si conclude il Sinodo sulla Fami-glia, nella nostra chiesa ha luogouna breve elevazione musicale delCoro parrocchiale di Caluscod’Adda diretto dal M° Marco Colle-oni, sulla figura del B. Carlod’Asburgo, sposo e padre. Segue laS. Messa vespertina, animata dallostesso Coro, presieduta da Don Ma-urizio Rota e concelebrata da DonArnaldo Morandi - rispettivamenteassistenti spirituali delle Unione diPreghiera Beato Carlo per la Pace ela Fratellanza tra i Popoli di Berga-mo e Brescia.

31 ottobre. Si svolge in Seminario ilConvegno diocesano: “Consacratidonne e uomini capaci di misericor-dia” al quale interviene S. Em. Card.Joao Braz De Aviz, Prefetto dellaCongregazione per gli Istituti di Vi-ta Consacrata e le Società di Vitaapostolica. Partecipano a nome del-la Comunità monastica quattro no-stri Oblati secolari. Sul nostro sito èdisponibile l’intervento del Cardi-nale.

1 novembre. S. Messa di congedodi Mons. Daniele Rota.

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Domenica 15 novembre. Con tuttala Chiesa italiana ci uniamo nellapreghiera ricordando le vittime, i fe-riti, parenti e soccorritori degli at-tentati terroristici a Parigi.

Nel pomeriggio ha luogo nella

nostra chiesa la celebrazione eucari-stica presieduta da Don Tullio Fro-sio Roncalli al termine del ritiro delgruppo fidanzati che partecipano alCorso prematrimoniale propostodalla nostra Parrocchia.

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Don Sandro Dordi, sacerdote fidei donum in Perù, ucciso per la suafede in Cristo e la sua fedeltà al Vangelo il 25 agosto 1991, è beatifi-cato il 5 dicembre 2015.Scrive il nostro Vescovo Francesco nella Lettera pastorale 2015-16:“la sua morte drammatica è diventata una luce di Vangelo… La rico-noscenza per il dono della sua testimonianza e della sua beatificazio-ne diventi motivo di preghiera e di rafforzamento del nostro impegnoad essere donne e uomini capaci di Carità”.

“Signore Dio, Uno e Trino,comunità stupenda di amore infinito,insegnaci a contemplartinella bellezza dell’universo,dove tutto ci parla di te.Risveglia la nostra lodee la nostra gratitudineper ogni essere che hai creato.Donaci la graziadi sentirci intimamente uniticon tutto ciò che esiste.Dio d’amore,mostraci il nostro postoin questo mondocome strumenti del tuo affettoper tutti gli esseri di questa terra,perché nemmeno uno di essiè dimenticato da te”.

(Dalla Laudato sì,di Papa Francesco)

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Introito della Messa di Mezzanotte

Il Signore mi ha detto: mio Figlio sei tu, io oggi ti ho generato.

(Cf. Salmo 2,7).

Alla Messa di mezzanotte, se la liturgia della Parola - Lettera e Vangelo -tratta direttamente della nascita temporale, dell’apparizione del Verbo nellacarne, i brani cantati si rapportano tutti, ad eccezione dell’offertorio, con lasua generazione eterna. Di certo li si riferisce al Verbo Incarnato, a ragionedella sua unità di Persona, ed è evidentemente ciò che fa la Chiesa. Ma ci in-vitano anche a contemplare, nel piccolo Bambino appena nato, il Verbo delPadre, la seconda Persona della SS. Trinità. […]

L’Introito e il Communio della messa di mezzanotte, malgrado la cifrache li precede e li classifica rispettivamente nel II e VI modo, si rassomiglia-no molto. […]

Se l’Introito e il Communio cantano la generazione eterna del Verbo,pertanto c’è tra l’uno e l’altro questa differenza: che la Chiesa mette l’Introi-to sulla bocca del Verbo incarnato, e che nel Communio è il Padre che parla.Abbiamo lì, credo, tutto il segreto del mistero.

Nell’Introito, il Signore ridice senza dubbio le parole attraverso le quali

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il Padre lo genera eternamente, ma è Lui che le ripete, dalla sua propria boc-ca: “Dominus dixit ad me…”.

Allora, tutto si spiega. Siamo nella Natività, a mezzanotte, l’ora tradizio-nale della nascita del Figlio di Dio e di Maria. L’Introito ci mantiene esatta-mente nella stessa atmosfera serena e raccolta in cui ci ha messo l’Ufficio dimattutino. Durante gli istanti che si sono preceduti, nelle deliziose antifone enei bei responsori dell’Ufficio, la Chiesa ha celebrato questo fiore di bellez-za che viene a darci il virgulto di Jesse, la Madonna; tutti i canti erano fre-schi, gioiosi. Ora, tutto tace. Il Signore è là, questa volta, piccolo infante. ÈLui che sta per parlare. Seduto sulle ginocchia di sua Madre, Egli ascolta sudi Lui la parola sostanziale del Padre, e vi fa eco, Lui canta la sua generazio-ne eterna. È come una presa di coscienza di tutto quello che Egli è, fin dal suoingresso nel mondo, come una specie d’azione di grazie a suo Padre.

Poiché Egli è Dio e dice cose divine ed eterne, la melodia sarà evidente-mente mirabile per serenità, pace e grandezza. Ma Egli dice queste cose co-me un piccolo infante; così tutto è semplice, grazioso, fine, delicato, incante-vole; e la melodia, invece di opporsi a questa aria leggera, al contrario si pre-sta meravigliosamente. Niente di “opprimente”; niente che ricordi il Resur-

rexi, con la sua modalità, come per tutta la sua andatura, veramente “immo-bile ed estatica”. C’è sì un po’ di insistenza, ma così poca! E solo su meus,per affermare la sua filiazione divina autentica: “Tu sei mio Figlio da me,meus”. Tutto il resto funziona.

Sottolineo en passant, senza entrare in un’analisi melodica dettagliata, ildondolio, o meglio il cullare di Filius meus es tu (come nella prima antifonadel primo notturno), e anche questo che dà chiarezza e gioia la terza maggio-re del neuma podatus ad me (do-mi), dopo il movimento minore (re-fa) ripe-tuto più volte.

Cantate questo introito con molta semplicità, dolcemente, senza chiasso,con raccoglimento; che la voce, invece di appesantirsi, scivoli leggermente econ grande morbidezza sui neumi, insistendo un po’ sul meus, e si abbandonial ninnare così caratteristico della melodia.

Se a prima vista questa interpretazione vi sorprende, non recalcitrate, esforzatevi con sincerità. Lasciatevi invadere dal fascino di questo mirabilebrano, molto bello in verità eseguito in modo moderno, ma ancor più bellonel modo antico e tradizionale. È forse, di tutta l’ufficiatura di Natale, quellain cui è più presente quest’amalgama di due particolarità che direi senz’altrospecifiche delle Melodiae natales: il sentimento di infinita maestà di Diounito al fascino puro dell’infanzia. Tutto lì è fresco, candido, naif, direi quasiingenuo. Les plus belles mélodie grégoriennes commentées par dom Ga-

jard, Solesmes, 1985, pp. 48-50.

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