lettera d’informazione dell’Università degli Studi di Siena...l’anno accademico 2008/2009 e...

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ANNO XVII - N. 7 7 novembre 2009 L’Università di Siena ha celebrato sabato 7 novembre l’apertura del 769° anno accademico. La cerimo- nia, che si è tenuta nell’aula Magna del Rettorato, è stata aperta dal cor- teo accademico con i gonfaloni della Provincia di Siena, del Comune di Siena e del Magistrato delle Contrade, seguiti dalla comparsa storica dell’università. Dopo i rulli di tamburi e gli squilli delle chiarine i goliardi hanno cantato il “Gaudeamus Igitur”; è seguito come di consueto il corteo accade- mico dei docenti. «UNITÀ DI INTENTI E CONDIVISIONE DEGLI OBIETTIVI» Inaugurato il 769° anno accademico dell’Università degli Studi di Siena L’intervento di Francesca Giuli, rappresentante degli studenti SPECIALE INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO 2009-2010 i unis nforma lettera d’informazione dell’Università degli Studi di Siena pagina 13 L’intervento di Giuliana Geremia, rappresentante del personale tecnico e amministrativo pagina 15 Autorità civili, religiose e militari, onorandi Priori delle Contrade di Siena, stimati Colleghi e Collaboratori tecnici e amministrativi, carissime Studentesse e carissimi Studenti, caris- simi Specializzandi, Assegnisti e Dottorandi di ricerca, Signore e Signori, è con particolare stato d’ani- mo che oggi mi rivolgo a tutti Voi in occasione della cerimonia di inaugura- zione del 769° anno accademico dell’Università degli Studi di Siena. (continua a pagina 2) Sono particolarmente lieto di porgervi il mio saluto di benvenuto e il mio sin- cero ringraziamento per essere inter- venuti a questa nostra cerimonia che rappresenta il momento più alto della vita della nostra Comunità. Viva gratitudine desidero esprimere alle Autorità civili, religiose, militari e acca- demiche: la vostra presenza, oggi, tra noi conferma e rafforza ulteriormente il dialogo tra le Istituzioni e i legami fecondi che uniscono questa Università con le realtà istituzionali del territorio. Prolusione della professoressa Paola Rottoli, docente della facoltà di Medicina e Chirurgia pagina 17 La relazione del rettore Silvano Focardi per il 769° anno accademico.

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ANNO XVII - N. 7 7 novembre 2009

L’Università di Siena ha celebratosabato 7 novembre l’apertura del769° anno accademico. La cerimo-nia, che si è tenuta nell’aula Magnadel Rettorato, è stata aperta dal cor-teo accademico con i gonfaloni dellaProvincia di Siena, del Comune diSiena e del Magistrato delleContrade, seguiti dalla comparsastorica dell’università. Dopo i rullidi tamburi e gli squilli delle chiarinei goliardi hanno cantato il“Gaudeamus Igitur”; è seguitocome di consueto il corteo accade-mico dei docenti.

«UNITÀ DI INTENTI E CONDIVISIONE DEGLI OBIETTIVI»Inaugurato il 769° anno accademico dell’Università degli Studi di Siena

L’intervento di Francesca Giuli,rappresentante degli studenti

SPECIALE INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO 2009 -2010

iunis nformal e t t e r a d ’ i n f o r m a z i o n e d e l l ’ U n i v e r s i t à d e g l i S t u d i d i S i e n a

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L’intervento di Giuliana Geremia,rappresentante del personale tecnico e amministrativo pagina 15

Autorità civili, religiose e militari,onorandi Priori delle Contrade diSiena, stimati Colleghi e Collaboratoritecnici e amministrativi, carissimeStudentesse e carissimi Studenti, caris-simi Specializzandi, Assegnisti eDottorandi di ricerca, Signore eSignori, è con particolare stato d’ani-mo che oggi mi rivolgo a tutti Voi inoccasione della cerimonia di inaugura-zione del 769° anno accademicodell’Università degli Studi di Siena. (continua a pagina 2)

Sono particolarmente lieto di porgerviil mio saluto di benvenuto e il mio sin-cero ringraziamento per essere inter-venuti a questa nostra cerimonia cherappresenta il momento più alto dellavita della nostra Comunità. Viva gratitudine desidero esprimere alleAutorità civili, religiose, militari e acca-demiche: la vostra presenza, oggi, tranoi conferma e rafforza ulteriormente ildialogo tra le Istituzioni e i legamifecondi che uniscono questa Universitàcon le realtà istituzionali del territorio.

Prolusione della professoressaPaola Rottoli, docente della facoltàdi Medicina e Chirurgia pagina 17

La relazione del rettore Silvano Focardiper il 769° anno accademico.

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LETTERA D’INFORMAZIONE2

769° ANNO ACCADEMICO - LA RELAZIONE INAUGURALE

Questa cerimonia si colloca in unoscenario particolarmente difficile peril nostro Ateneo, ma proprio per que-sto assume un significato alto e irri-nunciabile. L’Università di Siena ha dimostratosempre di essere una Istituzione capa-ce di reagire positivamente anche neimomenti più gravi della sua esisten-za; quanto fatto in questo ultimo annone è una ulteriore testimonianza. Naturalmente non potrà sfuggire adalcuno il clima sobrio nel quale que-sta cerimonia si svolge. Sono lontanii momenti del fasto ma resta in noi -ed è questa la cosa più importante - lacapacità di continuare ad andareavanti, certi che al risanamento faràseguito il rilancio e una nuova positi-va stagione della nostra Università. Seppur nel clima sobrio che citavo,vogliate gradire la pubblicazione cheAlessandro Leoncini ha realizzato perricordare i 70 anni dall’inaugurazionedell’Aula Magna nella quale oggi citroviamo. Essa fu inaugurata nelmaggio 1939 dal Rettore AlessandroRaselli in occasione della novantune-sima ricorrenza della battaglia diCurtatone e Montanara. La memoriaè un elemento cui dobbiamo semprefare riferimento.Questa cerimonia è anche un’occa-sione per ricordare e richiamare all’u-nità di intenti, pur nella diversità chedobbiamo preservare, e alla condivi-sione di obiettivi per il rilanciodell’Ateneo. Siamo - non dobbiamo mai dimenti-carlo - una comunità nella quale tutti,ciascuno con le proprie capacità eresponsabilità, lavorano affinché lanostra Università possa tornare aessere in tempi brevi una Istituzionecredibile e sana. Essere una comunità (e “universitas”nel suo significato originario sta aindicare appunto una comunità)richiede e stabilisce tra le persone chela compongono uno speciale legame,con una forte connotazione etica, inti-mamente connessa al rispetto di tutti. È appunto questo tratto distintivo,

etico e rispettoso delle persone, chedobbiamo recuperare e avere quoti-dianamente quale elemento caratteriz-zante ogni nostra attività. Dobbiamo,cioè, sempre tendere verso norme eregole di comportamento in grado difarci agire come parte di una comu-nità, per il bene della comunità stessa. Mi sento di affermare questo concettocon forza.Abbiamo tutti ben presenti le diffi-coltà di questo ultimo anno, e sappia-mo tutti che qualcosa di estremamen-te grave è accaduto nel recente passa-to, provocando la profonda crisi eco-nomica e finanziaria che stiamo ten-tando di superare. Desidero ricordare che, in un’ottica dimassima trasparenza e di tutela dellanostra Istituzione e di quanti vi lavo-rano e vi studiano, il 29 settembre2008, pochissimi giorni dopo essermiaccorto di difformità tra quanto veni-va prospettato dai consuntivi 2006 e2007, le relazioni del Collegio deiRevisori e le analisi che venivanoeffettuate per monitorare l’andamentofinanziario dell’Ateneo, ho presentatouna memoria alla Procura dellaRepubblica di Siena, mettendo la miastessa persona - prima fra tutti, comela mia condotta e il ruolo che ricoprorichiedono - a disposizione per agevo-lare ogni indagine. Ora attendiamocon fiducia e rispetto le decisionidegli Organi giudiziari, che stannosvolgendo le proprie indagini. In questi mesi è stata sempre crescen-

te anche l’attenzione alla nostrasituazione da parte dell’opinionepubblica e dei media. Ritengo chequesta attenzione - essendol’Università una Istituzione pubbli-ca, che deve agire per il bene dellasocietà - sia più che opportuna, acondizione che l’informazione sibasi sempre su dati certi. L’Università, infatti, non è un Hortusconclusus nel quale sacrificare ilcontrollo democratico e meritocrati-co, ma è una struttura dove si faricerca e didattica per contribuire adassicurare la crescita civile e lo svi-luppo democratico del nostro Paese. Per questo, soprattutto in questomomento, torno a ribadire gli obietti-vi ai quali tutti insieme dobbiamotendere: la definizione di regole certee condivise che non lascino spazio alpotere soggettivo; la razionalizzazio-ne della spesa; la capacità di rendereconto dei risultati ottenuti sulla basedelle risorse impiegate; il rispetto ela partecipazione delle persone attra-verso una corretta informazione; ilriconoscimento e la valorizzazionedelle competenze professionali attra-verso meccanismi meritocratici tra-sparenti. Obiettivi tutti che tendono a risanarela nostra Università e a creare unnuovo, indispensabile clima di fidu-cia all’interno e all’esterno dellanostra Istituzione, nei docenti e nelpersonale tecnico e amministrativo,

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LETTERA D’INFORMAZIONE 3

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negli studenti cui dobbiamo restituirela fiducia nel futuro e nel valore dellacultura, nei nostri interlocutori istitu-zionali e negli stakeholder. Corrado Alvaro scrisse che “la dispe-razione più grave che possa impadro-nirsi di una società è il dubbio chevivere onestamente sia inutile”. Noisiamo chiamati oggi a dimostrare cheè sempre l’onestà a vincere.

Gli studenti e la loro formazioneL’inaugurazione di questo anno acca-demico vede l’Università degli Studidi Siena fortemente impegnata sualcuni fronti strategici per l’oggi esoprattutto per il domani.Innanzitutto questo anno accademicovede l’applicazione del D.M.270/2004 e dei relativi decreti mini-steriali attuativi: l’offerta didatticadella nostra Università è stata dunqueriformulata a seguito del riordinodegli studi universitari. In adesione allo spirito della riforma,abbiamo realizzato un importanteprocesso di razionalizzazione e diriqualificazione della nostra offertaformativa, ottenendo, da un lato, unaradicale semplificazione dei percorsiformativi proposti, e dall’altro, ilconsolidamento delle tradizionaliaree di eccellenza, specie nella for-mazione a livello di lauree magistra-li, più strettamente collegate all’atti-vità di ricerca.Nell’ambito di questo processo, ilnumero dei corsi è stato ridotto prin-

cipalmente mediante “compattamen-ti” di percorsi specifici tra loro affiniall’interno di un unico corso, cosicchél’Ateneo senese è passato da 118 corsidi studio attivati nell’anno accademi-co 2007/2008 a 85 corsi di studio atti-vati per l’anno accademico2009/2010.Per la prima volta il nostro Ateneo haattivato quattro lauree magistrali svol-te interamente in lingua inglese, duedelle quali rilasceranno un doppiotitolo: sarà previsto infatti un pro-gramma integrato di studio che per-metterà agli studenti di frequentareparte della propria carriera universita-ria presso l’Università partner, otte-nendo alla fine del percorso sia il tito-lo di studio italiano, sia quello stra-niero.Sono sinceramente orgoglioso dellavoro svolto, che testimonia tra l’al-tro la vivacità e le capacità professio-nali dei nostri docenti. Sempre - esoprattutto in un momento di crisi dif-fusa quale è quello che a livello mon-diale stiamo vivendo - la nostra atten-zione deve essere posta alla formazio-ne delle nuove generazioni. E lanostra Università si presenta ancorauna volta con un’offerta formativa dialta qualità e fortemente attrattiva neiconfronti dei giovani. Alcuni dati relativi ai nostri studenti.Al 31 luglio 2009 gli iscritti a corsi dilaurea erano 19.004, ripartiti nei trepoli universitari di Siena, Arezzo eGrosseto.

A questi si aggiungevano 667 iscrittialle scuole di specializzazione perl’anno accademico 2008/2009 e 1.039iscritti ai dottorati di ricerca, oltre agliiscritti ai master e alle scuole di per-fezionamento, dato stabile rispettoagli ultimi anni.Gli immatricolati al primo anno dicorso per l’anno accademico2009/2010 sono ad oggi 2.936 (2.890 ildato definitivo dell’anno precedente).I laureati nell’anno solare 2008 sonostati 6.292 e nei primi dieci mesi del2009 sono 4.605, erano 5.494 nell’an-no 2007.Molto stiamo facendo per far cono-scere ai giovani la nostra offerta for-mativa e i servizi che possiamo offri-re loro, attraverso specifiche campa-gne di informazione e attività diorientamento, non ultima la parteci-pazione diretta a vari saloni per l’o-rientamento nelle maggiori città ita-liane. Nell’anno accademico 2008-2009abbiamo avuto un forte incrementodel numero degli interventi presso gliIstituti scolastici, e abbiamo consoli-dato la forte valenza orientativa dellostrumento “calendario dei colloqui diorientamento”.Continuano, inoltre, a risultare di

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forte interesse iniziative di orienta-mento formativo quali stage e inter-venti a integrazione di argomenti cur-riculari, oltre all’attività degli sportel-li dislocati nel territorio che offronoservizi rivolti a studenti e docenti discuola media superiore, a studenti uni-versitari/laureati residenti nel territo-rio e a tutti coloro che sono interessa-ti ad avere un contatto conl’Università.Gli studenti che, in totale, hanno bene-ficiato delle attività sono stati circa16.000.Interessante e da potenziare anche ilrapporto con gli Uffici scolastici pro-vinciali di Siena, Arezzo e Grossetoallo scopo di rafforzare il sistema inte-grato di orientamento.Durante l’ultimo anno abbiamo postoparticolare attenzione alla tutela e,laddove possibile, al miglioramentodei servizi per gli studenti, sul versan-te dell’acquisizione di competenzetrasversali informatiche e linguistiche,dell’orientamento universitario nellesue molteplici fasi, del tutorato, deglistage e dei tirocini formativi, del jobplacement, dei servizi bibliotecari,oltre che dei programmi di mobilitàinternazionale.

L’internazionalizzazionePrendo spunto da queste mie ultimeparole per affrontare uno degli ambitinei quali il nostro impegno è stato e

dovrà essere particolarmente forte,quello dell’internazionalizzazione. L’internazionalizzazione è una sfidaimpegnativa ma irrinunciabile,soprattutto per la possibilità di mobi-lità di studenti e docenti. Anche per l’anno accademico2008/2009 la nostra Università hapartecipato attivamente alle attivitàpreviste dal Programma comunitarioper l’apprendimento permanente(Lifelong Learning Programme), tracui il sotto programma Erasmus, atti-vo nel nostro Ateneo da più di ventianni.Nell’ambito di Erasmus abbiamoattualmente collaborazioni con oltre300 prestigiose Università dislocatein tutti i Paesi dell’Unione, in tutte learee disciplinari e con il coinvolgi-mento di tutte le nove Facoltà.

Ogni anno circa 300 studenti usufrui-scono della mobilità Erasmus permotivi di studio, frequentando corsi osvolgendo ricerca per la loro tesi dilaurea presso le Università partner; laSpagna, il Regno Unito e la Franciasono tradizionalmente le mete piùscelte dai nostri studenti ma la mobi-lità sta in questi ultimi anni aumen-tando anche in direzione dei Paesientrati più di recente a far partedell’Unione europea.Allo stesso modo accogliamo ognianno circa 450 studenti Erasmus checontribuiscono a internazionalizzarele Facoltà, l’Ateneo e la città stessa.La Commissione europea ha abilitatol’Università di Siena a partecipare atutte le attività Erasmus e dunque dal-l’anno accademico 2007/2008 siamoin grado di offrire nuove opportunitàdi formazione molto valide e chehanno subito riscontrato successo.Tra queste, l’Erasmus Placement, checonsente a circa 30 studenti ogni annodi svolgere un periodo di tirociniopresso aziende o enti in Europa, sup-portando tale mobilità con un contri-buto economico adeguato.Ma il processo di internazionalizza-zione prevede molto altro. Siamoparte di numerosi importantinetworks internazionali, tra cui ilCINDA (Centro Interuniversitario deDesarollo), il Gruppo di Coimbra,l’IRUN (International ResearchUniversities Network). Il 7 e 8 mag-gio 2010 ospiteremo l’IRUN Rectors’

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meeting, riunione annuale dei Rettoridelle Università del network.Inoltre, stiamo incrementando inmaniera significativa le collaborazio-ni didattico-scientifiche con Ateneistranieri.Al di fuori degli accordi per i proget-ti comunitari, il nostro Ateneo ha atti-ve circa 300 convenzioni, coprendotutte le aree disciplinari di comuneinteresse delle parti e la maggiorparte delle aree geografiche al difuori dell’Europa.Stiamo infine lavorando alla stipuladi una convenzione con l’Universitàper Stranieri di Siena e con HeLongkai Agenzia d’affari per incre-mentare il flusso di studenti cinesi ela conseguente immatricolazionedegli stessi nei corsi di laureadell’Ateneo.Quanto finora fatto in materia diinternazionalizzazione lascia bensperare per il prossimo futuro, aven-do quale orizzonte l’intero pianeta.

La ricerca e l’attività assistenzialeLa ricerca di base trova la sua sedeelettiva nell’Università e, in un giustorapporto tra ricerca pura e ricercaapplicata, i risultati della ricerca ven-gono resi disponibili alle imprese,mostrando esplicitamente la natura di“bene pubblico” proprio della ricercastessa. Inoltre, la ricerca rappresenta il lievi-to di ciascun percorso formativo, èciò che lo qualifica e lo rende compe-

titivo. Dalla ricerca scaturisce l’inno-vazione scientifica, e dall’innovazio-ne derivano nuovi profili professiona-li e nuove possibilità occupazionali. La ricerca universitaria, l’alta forma-zione e il trasferimento tecnologicopossono dunque offrire un apportoinsostituibile per lo sviluppo e l’inno-vazione della nostra società, divenen-do i veri motori della crescita econo-mica, sociale e culturale del Paese.In quest’ottica possiamo leggere ilprotocollo di intesa con la RegioneToscana, sull’implementazione delleattività di ricerca e didattica all’inter-no delle Aziende ospedaliere univer-sitarie. Con questo protocollo, siglatonei primi mesi dell’anno, la RegioneToscana partecipa alla programma-zione delle attività di ricerca nel set-tore biomedico e farmaceutico e alla

definizione degli obiettivi strategicidel settore, assumendo specificiimpegni per la crescita e l’innovazio-ne complessiva del sistema e condivi-dendo con le Università l’interesseapplicativo e la titolarità delle funzio-ni operative. Inoltre, la RegioneToscana trasferisce, a partire dall’an-no 2009, alla nostra Università 8milioni di euro per promuovere inter-venti di sostegno alle attività oggettodei rapporti tra Servizio SanitarioRegionale e Università, nonché persupportare le attività di ricerca e lealtre funzioni oggetto di atti di intesafra Regione e Università, mediante ilcoinvolgimento del personale univer-sitario che opera nei dipartimenti adattività integrata (DAI) e nei diparti-menti universitari dell’area Biome-dica. Questo accordo mi offre la possibilitàdi ringraziare la Regione Toscanache, in un proficuo rapporto di colla-borazione, sta seguendo con partico-lare attenzione la situazionedell’Ateneo senese, mostrando unaparticolare attenzione all’ambitodella ricerca scientifica anche attra-verso l’emissione di bandi e di relati-vi contributi.Il valore sociale della ricerca univer-sitaria trova la sua esplicitazione piùdiretta nell’attività di un policlinicouniversitario. L’attività di ricerca pro-pria della facoltà di Medicina eChirurgia si lega, infatti, in maniera

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stretta non solo alla formazione maanche all’assistenza, assumendo unafunzione basilare per la Comunitàcivile.Stiamo lavorando in piena sintoniacon i vertici dell’Azienda Ospeda-liera Universitaria Senese e di questoringrazio in maniera particolare ilDirettore generale Paolo MorelloMarchese, il Direttore sanitarioLaura Radice e il Direttore ammini-strativo Brunero Baldacchini. Tale collaborazione è tesa a far sì chel’Azienda ospedaliera universitarianon si limiti alla sola assistenza dibase ma, grazie anche ai risultatidella ricerca universitaria, continui aperseguire l’eccellenza, garantendo ipiù elevati livelli di salute possibili:è questo il valore aggiunto di unaazienda ospedaliera universitaria.Certamente uno degli aspetti più pro-blematici in questo settore è quellodelle risorse economiche. Non misoffermo sui dati impietosi del rap-porto fra spesa in ricerca e svilupponel nostro Paese e prodotto internolordo. Non torno sul fatto che siamol’unica Nazione europea dove leimprese private investono in ricercaancora meno dello Stato, e questoanche a causa della prevalenza dipiccole aziende che hanno difficoltàa organizzare propri progetti di ricer-ca per competere nei settori più dina-mici e che tuttavia continuano ad

avere scarsi rapporti con il sistemauniversitario che potrebbe invece tra-sferire loro i risultati della propriaricerca.Nel 2008 è risultato attivo il finanzia-mento MIUR per i PRIN dell’eserci-zio finanziario 2006 e 2007 (bienna-li). Per l’esercizio 2008 le domandesono state presentate ma non ancoravalutate. Nel 2006 sono stati finanziati 48 pro-getti a cui partecipano unità di ricer-ca dell’Università degli Studi diSiena e, di questi, 9 sono coordinatida docenti senesi per un finanzia-mento totale di 1.577.418 euro.Nell’anno successivo si sono avuti 60

progetti finanziati con la partecipa-zione di docenti dell’Università degliStudi di Siena, di cui 18 coordinatida docenti senesi, per un totale di1.970.027 euro.Inoltre la percentuale di partecipantiai progetti PRIN 2007 che hannoavuto un giudizio positivo risultaessere di 458, che diviso i 1039docenti presenti nell’anno 2007 portaa un indicatore di 0.44. È un risultatoindubbiamente incoraggiante: il 44%dei docenti dell’Ateneo senese èstato cioè valutato positivamente aiPRIN.Nel 2008 sono risultati attivi anchefinanziamenti di natura pluriennale

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provenienti dal MIUR a vario titoloper un totale di 619.393 euro.Abbiamo inoltre partecipato a moltis-sime calls del VII ProgrammaQuadro, ottenendo il lusinghiero risul-tato di vedere ben 29 progetti finanzia-ti per un totale di 7.182.643 euro, aiquali si devono sommare per il 2008anche 231.949 euro di programmiEuropei precedenti ancora attivi. Èimportante notare anche che, dei 29programmi finanziati, 5 vedono comecoordinatore un docente dell’Ateneosenese.Il finanziamento attratto dalla nostraUniversità nel 2008 da Enti pubblici eprivati è stato di 7.858.370 euro. Traquesti fondi vanno considerati i finan-

ziamenti della Fondazione Monte deiPaschi di Siena per progetti (1.062.000euro) e per grandi attrezzature(1.100.000 euro), i fondi provenientidalla Regione Toscana (1.195.597euro) e altri fondi provenienti dalCNR, dal Ministero per le PoliticheAgricole, dall’Azienda OspedalieraUniversitaria Senese, dall’IstitutoToscano dei Tumori (ITT).I contratti di ricerca con società priva-te e aziende italiane e straniere hannoportato nel 2008 a un volume di finan-ziamenti di 8.896.394 euro, risultandoquindi, anche se di poco, la voce dimaggior peso, e questo a dimostrazio-ne del valore progettuale della ricerca

applicativa prodotta nella nostraUniversità.La cifra totale dei fondi in essere al2008 per le attività di ricerca è risul-tata quindi di 29.900.269 euro.Questi dati relativi alla ricerca che sisvolge nel nostro Ateneo vanno lettianche in relazione ai risultati conse-guiti e alla loro valutazione. Negli ultimi anni, la valutazione dellaricerca ha dato esiti importanti per ilnostro Ateneo: i risultati conseguiticon l’esercizio CIVR 2001/2003 cihanno visto ai primi posti a livellonazionale in più di un’area scientificae questo ha consentito al nostroAteneo di accedere alla quota premia-le del 7% del Fondo di FinanziamentoOrdinario (FFO) delle Università peril 2009. È questa la direzione in cui andiamo:quote del Fondo di finanziamentoordinario (FFO) sempre più correlatea meccanismi di valutazione. Per que-sto è necessario un costante monito-raggio, interno prima che esterno, deinostri output, dei finanziamenti otte-nuti e delle pubblicazioni scientifi-che. La nascente Agenzia Nazionale diValutazione dell’Università e dellaRicerca (ANVUR) introdurrà, infatti,un sistema di valutazione periodicadell’efficienza e dei risultati conse-guiti nell’ambito della ricerca dalleuniversità e dalle loro articolazioniinterne, nel quale i singoli Ateneisaranno chiamati alla trasmissionecontinua di set di dati e informazionistandardizzati. Nei prossimi mesi il Nucleo di valu-tazione del nostro Ateneo pubblicheràil Rapporto 2008, che fornirà a tuttal’Università uno strumento utile peranalizzare la propria attività didatticae di ricerca. In particolare, il Rapporto del Nucleoconsentirà di rileggere i dati sullaricerca per gli anni 2004/2008 sullafalsariga dello schema CIVR, di ana-lizzare quelli relativi alle strutture diricerca (input/output) e di tracciare unprofilo della produzione scientifica

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senese come emerge dalla banca datiScopus.

I docenti, “maestri” nel senso più alto del termine

Le attività di ricerca e di didatticasono affidate al corpo docente cherisulta alla data odierna composto di327 Professori di prima fascia, 301Professori di seconda fascia, 396Ricercatori, 6 Assistenti di ruolo adesaurimento e 2 Incaricati esterni,per un totale di 1.032 unità diPersonale docente.Le attività di ricerca, inoltre, nonpotrebbero essere svolte senza l’ap-porto indispensabile di dottorandi diricerca, assegnisti di ricerca e titola-ri di borse di studio per attività diricerca. Sui nostri docenti e su queste figurevogliamo investire per il futuro dellanostra Università. Tale affermazione potrebbe apparireun paradosso se letta alla luce deitagli che in questo anno sono statifatti. Si è trattato però di interventidolorosi ma indispensabili per ilrisanamento dei conti dell’Ateneo. Restiamo tutti consapevoli dell’im-portanza che la ricerca riveste per lasocietà, oltre che per la buona repu-tazione della nostra Università e perl’eccellenza cui vogliamo tendere. Desidero, inoltre, ribadire il ruolofondamentale della Scuola Supe-riore Santa Chiara, che raggruppa

scuole di dottorato di ricerca carat-terizzate da elevati standard qualita-tivi e ha attivato specificiProgrammi Multidisciplinari(Pro.M.) per l’approfondimento didiscipline emergenti che si trovanoall’incrocio di ambiti di studio giàconsolidati. Il dottorato interviene in manieradeterminante nel processo di crea-zione dell’area europea dell’alta for-mazione. Ma è soprattutto il modopiù evidente di come la ricercapossa trasformarsi in innovazione,attraverso corsi di dottorato di ricer-ca in settori strategici e il collega-mento con le imprese. Il nostroauspicio - e per questo dovremoimpegnarci con sempre maggiore - èche i dottori di ricerca, come giàaccade in altri Paesi europei e nonsolo, si diffondano nella società,andando a operare nelle imprese pri-vate e anche nelle Pubbliche ammi-nistrazioni, facendo in modo chepossano raggiungere standard dialto livello e risultare competitive.Uno dei problemi per noi più assil-lanti è quello dell’inserimento deigiovani nel sistema universitario.Questa problematica si lega inmaniera assai stretta a tutte le formedi precariato presenti in Ateneo. Ilsistema universitario sta lavorandoper una soluzione al problema delprecariato per dare una speranza ai

giovani a quanti da anni lavoranosenza la certezza di un posto certo. Come singolo Ateneo non possiamofare molto, soprattutto fino a quandonon saremo rientrati nei parametri del90% del rapporto tra costi del perso-nale e Fondo di FinanziamentoOrdinario e avremo raggiunto ilpareggio di bilancio.

Il personale tecnico e amministrativoNel parlare di quanto abbiamo realiz-zato in questi mesi e di ciò che andre-mo a realizzare, non posso non sof-fermarmi sul grande lavoro di tutto ilpersonale tecnico e amministrativo,che opera con professionalità per farfunzionare una complessa macchinaorganizzativa che assicura servizi

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9LETTERA D’INFORMAZIONE

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innovativi e di qualità agli studenti eai docenti. In questi mesi, più volte, si è parlatodel numero dei tecnici e degli ammi-nistrativi, senza soffermarsi o ricor-dare il loro impegno e le loro pro-fessionalità. Oggi la nostra Comunità conta1.153 unità di personale a tempoindeterminato, cui si aggiungono 57unità a tempo determinato. A questi vanno aggiunti i titolari dicontratti di collaborazione coordina-ta e continuativa (105) e gli incari-chi professionali (32): si trattaovviamente di professionalità speci-fiche da utilizzare nell’ambito diprogetti e nelle attività di ricerca evanno a gravare su fondi aggiuntivi.

Non dobbiamo infatti dimenticareche il personale docente, impegnatonella ricerca per ruolo istituzionale,viene sostenuto dall’apporto indi-spensabile e di alto profilo del per-sonale che svolge la sua funzionenell’area tecnica, tecnico-scientificae di elaborazione dati, e nelle areesocio-sanitaria, amministrativo-gestionale, dei servizi generali edelle biblioteche.Certo si tratta di un numero cospi-cuo, che ci deriva da una politica diricorso al precariato molto in uso nelpassato con l’obiettivo specifico diassicurare agli studenti e ai docentiservizi innovativi e diffusi, e che hadeterminato negli ultimi anni, surichiesta anche delle sigle sindacali,

la stabilizzazione di un gran numerodi collaboratori. Questi dati rappresentano la nostrarealtà, e dobbiamo confrontarci conessa tenendo conto che dietro cia-scun numero ci sono persone chelavorano e che contribuiscono adeterminare la buona reputazionedella quale godiamo. Per questo l’impegno dell’Ammi-nistrazione è quello di tutelare i lavo-ratori e di far ricorso a eventualiforme di mobilità solo in accordo congli stessi. Dico ciò perché ritengonecessario tutelare non solo i lavora-tori ma anche il loro diritto a lavora-re con serenità. Inoltre, in un’ottica di miglioramentodella nostra macchina organizzativa edella sua efficienza, oltre che dellavalorizzazione del personale stesso,abbiamo presentato al Consiglio diamministrazione dello scorso 19ottobre un nuovo modello organizza-tivo dei servizi amministrativi, pro-posto dai professori Giuseppe Catturie Giovanni Minnucci e dal Direttoreamministrativo Emilio Miccolis. Gli obiettivi di tale modello vannoverso una organizzazione snella efunzionale, con un forte orientamen-to all’utenza, un’attenzione partico-lare ai risultati e alla qualità dei ser-vizi e al miglioramento delle perfor-mance. Il nuovo impianto produrrà dunqueun accorpamento di alcuni servizi,

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una razionalizzazione dell’ammini-strazione e un abbassamento deicosti complessivi per il personale.

Il Piano di risanamento e la situazione finanziaria

Ciò che è indispensabile, oggi, peruscire dalla crisi e aprire una nuova,positiva fase di questo Ateneo è uncammino condiviso e delle linee pro-grammatiche certe. Abbiamo già uno strumento impor-tante: il Piano di risanamento che nelnovembre 2008 il Consiglio diamministrazione ha approvato e cheè stato sottoposto a revisione nelluglio scorso, alla luce di quanto nelfrattempo realizzato. La revisione del Piano ha costituitoun’imprescindibile necessità per lanostra Università ai fini del controllodella propria gestione e, inoltre, rap-presenta un atto indispensabile perdimostrare ai nostri interlocutoriesterni (MIUR, mondo bancario, isti-tuzioni e fornitori) quando e come lagestione dell’Ateneo potrà conside-rarsi risanata.Il Piano non è, come molti pensano,un documento esclusivamente eco-nomico-finanziario, perché dietrol’anonimato dei numeri ci sonomolte azioni da compiere. Dovremo tutti lavorare molto dura-mente, facendo anche molte rinunce,per raggiungere l’obiettivo dell’equi-

librio economico e finanziario, pre-visto dal Piano per il 2014. I prossimi anni saranno dunque deci-sivi. Molto dipenderà anche dalla nostrasituazione finanziaria. Do solo qualche dato per compren-dere la portata delle operazionifinanziarie realizzate in questi diecimesi del 2009, senza sottovalutare lagravità della situazione e senzaindulgere al pessimismo, ma anzipronto a reagire con coraggio e lun-gimiranza.Grazie alle anticipazioni concessedal Miur a valere sul Fondo diFinanziamento Ordinario 2009 e al

supporto della nostra banca (MPS),è stato possibile provvedere al paga-mento di parte dei residui passivi al31 dicembre 2008, nonché a farfronte alle esigenza di spesa peroperazioni finanziarie correlate aobbligazioni giuridicamente perfe-zionate e in alcun modo differibilisenza addebito di oneri aggiuntivi ointeressi moratori.Dal 1° gennaio a oggi sono statiemessi mandati di pagamento inconto residui e in conto competenzaper un totale complessivo di oltre350 milioni di euro, e ulteriorimovimentazioni per oltre 30 milionidi euro. Tra le uscite, la denominazione“fornitori” contiene spese relative autenze, affitti, servizi, acquisizionedi beni di consumo e strumentali,nonché spese per oneri finanziari.I trasferimenti ai Dipartimenti percirca 16 milioni di euro, seppur infe-riori rispetto al totale delle risorseda destinare, hanno comunque per-messo di assolvere alle spese inde-rogabili che gli stessi hanno dovutosostenere.L’intervento del Governo, di cui hodetto due giorni fa, ci pone nellecondizioni di svolgere le attività diordinaria amministrazione e com-pletare l’esercizio 2009.

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11LETTERA D’INFORMAZIONE

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L’azione del Governo - che in questimesi, al di là di ogni contrapposizio-ne ideologica, ha dimostrato di averea cuore la storia secolare della nostraUniversità - oltre a dare respiro allecasse dell’Ateneo, è un importantericonoscimento dell’efficacia delnostro Piano di risanamento, dellaqualità della nostra didattica e dellanostra ricerca e dell’immane sforzo esacrificio compiuto da me, dai mieipiù stretti collaboratori e da tutto ilpersonale docente, tecnico e ammi-nistrativo della nostra amatissimaIstituzione.

I Rapporti con Istituzioni locali e regionali e Governo

La portata della crisi che stiamovivendo è tale da richiedere, in unavisione necessariamente realistica, ilmassimo sforzo di concertazione trale diverse componenti dellaComunità universitaria e leIstituzioni. D’altro canto, ormai da anni,l’Università non è più chiusa in sestessa ma vive un rapporto conti-nuo e proficuo con le Istituzioni ele diverse realtà socio-economichedel territorio: l’Università è unamoderna organizzazione attentanon solo alla sua società di riferi-mento ma all’universo della cono-

scenza, dell’informazione e delmercato globale.Si apre dunque una nuova era per lanostra Università, nella quale dovre-mo avere al nostro fianco leIstituzioni tutte, con le quali - nelrispetto dell’autonomia e delle speci-ficità di ciascuno - dialogare, con-frontarci, lavorare insieme per ilbene comune. Sono certo che insieme sapremo dareil meglio per reagire e risponderepositivamente ai grandi cambiamen-ti in atto. Colgo questa occasione pubblica ealta per ringraziare quanti da annistanno condividendo il nostro cam-

mino e in questi ultimi mesi hannooperato per collaborare al risanamen-to di questa Università: oltre alGoverno, la Regione Toscana, leAmministrazioni provinciali e comu-nali di Siena, Arezzo e Grosseto, LaFondazione Monte dei Paschi diSiena, la Banca Monte dei Paschi diSiena SpA, la Camera di Commercio,Industria, Artigianato e Agricoltura. Il risanamento è un atto dovuto,necessario e propedeutico al rilanciodella nostra Università. Gli attiamministrativi finora realizzati sonostati indispensabili per dare un ordine

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LETTERA D’INFORMAZIONE12

nuovo alla nostra Istituzione e inne-scare il processo virtuoso del rinno-vamento. In tal senso, desidero ringraziare inmodo particolare il Direttore ammi-nistrativo, Emilio Miccolis, che sindai primi momenti del suo arrivo aSiena, ha messo a disposizione diquesta Università la sua preparazio-ne professionale, unita a una dedi-zione che gli va riconosciuta pubbli-camente. Di quanto ha fatto e diquanto potrà fare con l’ausilio deisuoi collaboratori gli sono grato anome dell’intera Comunità universi-taria senese. Ringrazio anche il Pro RettoreGiovanni Minnucci e il Delegato alBilancio, programmazione economi-ca e controllo di gestione professorAntonio Barretta per l’impegno pro-fuso nel risanamento. Con loro rin-grazio tutti i Delegati, i componentigli Organi e le Commissionid’Ateneo per il fondamentale lavoroche svolgono e che hanno dato sup-porto al Senato Accademico e alConsiglio di Amministrazione per ledifficili decisioni che questi Organihanno dovuto assumere.

Il nuovo StatutoPrima di concludere, permettetemi didedicare un passaggio di questo

discorso alla proposta di nuovo Statutoe alla governance dell’Ateneo. La governance va rivista in funzione diun efficace rinnovamento del nostromodello istituzionale, che prenda inconsiderazione il complesso delle fun-zioni decisionali, la composizione degliOrgani, il loro ruolo, il loro potere nel-l’assumere decisioni e il loro grado diresponsabilità nella programmazione enella allocazione delle risorse. In questi mesi una appositaCommissione ha lavorato per la revisio-ne del nostro Statuto. Sulla propostaapprovata alcune settimane fa dalSenato accademico dovremo fare unaattenta riflessione, alla luce delle osser-vazioni pervenute dalle Facoltà e dai

Dipartimenti, e alla luce del nuovoDisegno di legge sull’Università. Ciònon significa dover ripartire dal nullama far tesoro di quanto è stato già fatto,approfondendo alcune problematiche etenendo conto delle osservazioni di cuiho detto, in considerazione delle esi-genze di una Università che negli annisi è modificata per rispondere ai cam-biamenti della società.

ConclusioniConcludo questa mia Relazione riba-dendo la mia fiducia negli Organi dellanostra Università, nel lavoro deiColleghi Docenti che fanno ricerca,didattica e assistenza ospedaliera diqualità e possono vantare risultatiimportanti, nelle capacità professionalie nella dedizione del Personale tecnicoe amministrativo, che va ancor piùvalorizzato perché possa contribuire inmaniera sempre più efficace alla cresci-ta di questa nostra Università, nelleIstituzioni che sono al nostro fianco. Il mio augurio è che da questa crisipossa uscire una Università rinnovata epiù giusta, che possa continuare a esse-re un punto di riferimento culturale peril nostro Paese.

Consapevole del grande lavoro che ciattende e confidando nell’impegno ditutti, dichiaro ufficialmente apertol’Anno accademico 2009-2010dell’Università degli Studi di Siena,769° dalla fondazione.

Silvano Focardi

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13LETTERA D’INFORMAZIONE

L’INTERVENTO DELLA RAPPRESENTANTE DEGLI STUDENTI

L’anno accademico 2009/2010 si pro-spetta come uno dei più drammaticiper la secolare storia dell'Universitàdegli Studi di Siena.Vista la spaventosa crisi che ci trovia-mo ad affrontare più che un giorno dicelebrazione e di festa crediamodovrebbe essere un serio momento diriflessione collettiva e profonda.L’incertezza sul nostro futuro e sullepossibilità di ripresa che attanaglia inqueste ore l’intera comunità accade-mica, non può e non deve essereforiera di errori che ci condurrebberoad un punto di non ritorno ma occa-sione per un ripensamento complessi-vo e sistematico in vista di un realerilancio dell’Università.È proprio per questo che la proposta

di riforma dello Statuto che in questigiorni ha terminato il suo iter didiscussione all'interno dei consigli difacoltà e di dipartimento ha incontra-to fin da subito la nostra decisa oppo-sizione.Il nuovo Statuto infatti consegna ilgoverno e il controllo degli organicentrali nelle mani di enti esterni esoggetti privati, disegnando unConsiglio d’Amministrazione a diecimembri di nomina rettorale cinquedei quali esterni all’Università eriducendo drasticamente e contro levigenti disposizione di legge, la rap-presentanza studentesca.È questa una riforma che va ad intac-care le fondamenta della nostra isti-tuzione, i suoi in-abdicabili compitiistituzionali e inesorabilmente nestravolge la natura Pubblica.L’Università sottoposta all’eterodirezione di soggetti esterni divente-rebbe merce di scambio per aziendee banche, cesserebbe di essere lafucina di libera scienza e formazioneculturale critica per piegarsi alla con-cezione aziendalistica del profitto abreve termine.Il cambiamento in senso efficientistae privatizzante della cifra culturaledel nuovo statuto si evince oltre chedall'assetto della nuova governance,dalla riscrittura dei principi generali.É allarmante constatare come, adesempio, dalla definizione dell’art. 1

sparisca il termine “pubblico” e comenell’art. 9 da un lato si sottolinei l’im-portanza della ricerca finalizzatamentre dall'altro si cancelli completa-mente il comma che garantiva laricerca di base non finanziata su fondiesterni. La ricerca non deve essere subordina-ta a logiche di mercato, né messa alservizio di interessi privati o localisti-ci e l’Università deve tornare ad esse-re lo strumento principe di promozio-ne sociale e di sviluppo democraticodel Paese dove gli studenti non sonoconsiderati meri utenti di un servizioma anima essenziale della comunità,partecipi delle scelte fondamentali edestinatari di cultura critica, libera,laica.Preoccupanti sono inoltre i segnaliche ci giungono dal governo, pochigiorni fa infatti è stato varato il ddlGelmini di cui il nostro statuto pre-corre ed enfatizza gli aspetti più dete-riori.Siamo di fronte ad un attacco ben piùgrave di quello messo in atto con lafamigerata 133 contro cui lo straordi-nario movimento dell’Onda si è battu-to lo scorso anno, perché si tratta diun disegno ben più articolato e com-plessivo: non solo si consegna agliesterni il controllo del Consigliod’Amministrazione e si attacca larappresentanza studentesca ma al cdasi conferiscono poteri di controllosulla didattica e sulla ricerca primariservati ai Senati Accademici.Si intacca il già precario sistema didiritto allo studio, da un lato confe-rendo al Governo la delega per unasua riforma bypassando così ladiscussione nel Parlamento e nell'opi-nione pubblica, dall'altro si tolgonorisorse al Diritto allo studio perimplementare il sistema del prestitod'onore, strumento di cui torniamo achiedere l'immediata abolizione.Riteniamo il prestito d'onore un'aper-

«PROTEGGERE LA NATURA PUBBLICA DELL’UNIVERSITÀ»

Francesca Giuli. Occorre un profondo e serio momento di riflessione collettiva

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LETTERA D’INFORMAZIONE14

L’INTERVENTO DELLA RAPPRESENTANTE DEGLI STUDENTI

ta violazione della Costituzione per-ché invece di garantire ai capaci emeritevoli ma privi di mezzi la possi-bilità di accedere ai più alti gradidell'Istruzione, li trasforma in unesercito di debitori.Ma la nostra contestazione al siste-matico smantellamento del sistemapubblico della formazione portatoavanti dai vari governi avvicendatisinegli ultimi quindici anni e la nostraferma opposizione alla gestione dellacrisi dell'Ateneo senese attraversodeleterie soluzioni quali il Piano diRisanamento e la riforma dellaGovernance non si risolvono nellamaniera più assoluta in una difesadello status quo.Anzi siamo convinti che dalla crisi siesce solo attraverso una profondaconsapevolezza di quali sono stati imali che ci hanno condotto sull'orlodel baratro. Non dimentichiamo infatti le respon-sabilità di chi ha gestito l’autonomiafinanziaria e didattica piegandola alogiche corporative, di chi ha soffo-cato la ricerca in un opprimentegerarchizzazione, di chi ha favoritoavanzamenti di carriera a scapitodelle assunzioni di nuovi ricercatori,di chi ha creato un sistema di prolife-razione incontrollata di corsi di lau-rea e di chi ha consideratol’Università di Siena come una sortadi ammortizzatore sociale facendolievitare le spese per il personale nonpiù sostentate dai finanziamenti sta-tali.Ma la soluzione non può e non deveessere spostare l’asse del potere dalbaronato a corporazioni politiche ebancarie.Per questo siamo qui oggi, per lan-ciare un appello alla comunità acca-demica tutta, dalla crisi si esce sola-mente attraverso un processo diriscrittura delle regole che coinvolgatutte le componenti in maniera pari-tetica.Il sistema di governo va certamenteripensato, ma nel senso di rendere ledecisioni quanto più trasparenti e

condivise possibili andando nelladirezione di un autogoverno responsa-bile della comunità accademica chepermetta di superare il grave deficit didemocrazia nel nostro Ateneo, che èla ragione fondamentale che sta allabase della catastrofe che stiamoaffrontando.Chiediamo l’elettività di tutti gli orga-ni accademici assicurando una parte-cipazione più ampia di tutti gli stu-denti e mettendo in campo una rifor-ma della rappresentanza studentescache istituzionalizzi le assemblee dicorso di laurea e di facoltà per assicu-rare democraticità ed orizzontalitàdelle decisioni.Vogliamo inoltre ribadire la nostracontrarietà a nuove riforme delladidattica che rendano il sapere semprepiù parcellizzato e inaccessibile e perquesto continueremo a contrastaresoluzioni che, ostentando una malin-tesa concezione della meritocrazia,introducono surrettiziamente nuovicorsi a numero chiuso attraverso bloc-chi alla magistrale e test d’accessoalle triennali.Ma il diritto all’accesso si garantiscein primo luogo riconoscendo lo stu-dente come soggetto sociale cui vagarantita autonomia e indipendenza eper questo reclamiamo una reale rifor-ma del diritto allo studio attraversoforme di erogazione di reddito chepermettano al soggetto in formazionedi svincolarsi da qualsiasi forma disfruttamento e precarizzazione.

Autonomia, indipendenza, garanziadella mobilità dello studente significaanche diritto alla casa che dev’esseregarantito attraverso investimenti inalloggi universitari, nell’edilizia acanone concordato e in una lottasenza quartiere alle vergognoseforme di speculazione di cui è vittimala popolazione degli studenti fuori-sede che sono per la stragrande mag-gioranza costretti ad accettare con-tratti totalmente o parzialmente innero e ad abitare in edifici dalle pre-carie condizioni igieniche e di sicu-rezza.Diritto allo studio significa abbatti-mento immediato della tassazionestudentesca e libero accesso alla cul-tura attraverso un sistema integrato diservizi.La nostra è una sfida che non possia-mo permetterci di perdere, impedire-mo che i costi della crisi finanziaria edell'università siano scaricati su stu-denti e precari, proteggeremo lalibertà di ricerca e di didattica, difen-deremo, in una parola, il caratterepubblico del sistema di formazionecontro la deriva culturale che avvele-na il dibattito sulla cultura nel nostropaese perché disprezza e squalificatutto ciò che è pubblico e garantitoNon potete lasciarci soli in questabattaglia e continuare a perseguiresoluzioni miopi e dannose se nonvolete che nei prossimi anni non visia più nulla da inaugurare.

Francesca Giuli

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occhi di tutti: difficoltà delle qualitutto il personale tecnico ed ammini-strativo è pienamente cosciente,soprattutto per gli effetti sullo svolgi-mento delle attività quotidiane. Non posso non sottolineare come,nello svolgimento del nostro lavoro,ogni giorno si debbano affrontarenumerosi ostacoli dovuti al problemafinanziario, che rendono assai diffi-coltoso l’espletamento dei normaliservizi all’utenza, oppure costringo-no tutti noi ad individuare estempora-nee soluzioni affinché questo “pro-blema” si ripercuota il meno possibi-le sugli studenti e sulle attività istitu-zionali. A tutto questo si aggiunge lanecessità, dettata da una normativa in

continua evoluzione, di svolgere lenostre attività alla luce di semprenuovi adempimenti e nuove proce-dure alle quali cerchiamo di far fron-te con difficoltà, ma con la professio-nalità, l’impegno e la dedizione cheha da sempre caratterizzato il perso-nale tecnico ed amministrativo diquesta Università. Pressoché quotidianamente ci trovia-mo a subire l’onta dell’opinione pub-blica che ci dipinge come coloro chefino ad oggi hanno beneficiato dichissà quali vantaggi anziché impe-gnarsi a fare il proprio lavoro.Pensiamo ai colleghi che lavoranoalla Certosa di Pontignano, additataspesso come uno scandaloso sprecodi risorse: noi sappiamo quale lustroe quale spinta ha dato al nostroAteneo quel polo congressuale; losanno anche le Istituzioni locali,dalle quali talvolta si è alzata unavoce preoccupata. Siamo vicini aicolleghi di Pontignano che forse piùdi altri, dopo anni di eccellente lavo-ro, si chiedono se potranno continua-re a farlo.Sulla stampa si leggono ogni giornonotizie sconfortanti, che prefiguranoun’amministrazione al collasso, conil paventato rischio dei nostri stessi

L’INTERVENTO DELLA RAPPRESENTANTE DEL PERSONALE

«VALORIZZARE LE COMPETENZE E LE PROFESSIONALITÀ»

Giuliana Geremia. Le componenti dell’Ateneo senese collaborino e si impegnino

A nome del personale tecnico eamministrativo dell’Università degliStudi di Siena, porgo il più cordialesaluto al Magnifico Rettore, alDirettore Amministrativo, alle pregia-tissime autorità, agli ospiti intervenu-ti, ai colleghi, agli studenti e a tutto ilpubblico presente.Sono lieta di rappresentare qui il per-sonale tecnico ed amministrativo diquesta Università, che oggi celebra ilsuo 769° anno di vita. Questo lungoperiodo è stato caratterizzato danumerose glorie, e da qualche scon-fitta, da sfide vinte e da timori per ilfuturo. Questo giorno è importanteperché richiama l’attenzione di tuttisui secoli di storia che hanno visto lanostra gloriosa Istituzione superareogni sorta di avvenimento, e costrui-re, anche sulle peggiori vicissitudini,la propria esperienza e il proprio pre-stigio. Guardando il presente, allaluce di un lungo passato, ognuno puòcogliere che il valore di questaUniversità non è dato dai numeri masoprattutto dagli uomini e dalle donneche vi lavorano, dalle loro capacità edal loro impegno.In qualità di rappresentante del perso-nale tecnico ed amministrativo nonposso non evidenziare come la cate-goria alla quale appartengo è costret-ta oggi a subire gli effetti di un qua-dro complessivo caratterizzato dallegrandi difficoltà che sono sotto gli

15LETTERA D’INFORMAZIONE

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L’INTERVENTO DELLA RAPPRESENTANTE DEL PERSONALE

stipendi. Si aggiunge così alla visio-ne negativa dell’opinione pubblica,la preoccupazione di poter far fronteai nostri impegni personali e questorende ancora più precaria la fiduciache ognuno di noi ha nel futuro.Inoltre, gli articoli sulla stampa ealcune voci di corridoio su possibilimobilità volontarie, sulle quali nonpossiamo neanche fare una seriariflessione perché non abbiamo lenecessarie e sicure informazioni,rendono la situazione ancora piùcomplessa. Si dice che il personaletecnico ed amministrativo conti unnumero di unità esuberante rispettoalle necessità: allo stato, però, nonabbiamo dati su quali siano le realinecessità. Sappiamo però di essere

uno strumento essenziale per il rag-giungimento di quei risultati in ter-mini di qualità della ricerca, delladidattica e dei servizi, che il mondopuò estrapolare dalle rilevazioni sta-tistiche, dai sondaggi e da ogni altrodato sul nostro Ateneo, risultati cheper noi sono il frutto del lavoro, del-l’impegno e della dedizione di ognigiorno. Noi siamo una importante compo-nente di questo Ateneo: una compo-nente che non può essere sottovaluta-ta. Per far bene il nostro lavoro abbia-mo bisogno di una riorganizzazionecomplessiva dell’amministrazione,dell’indicazione di procedimentiamministrativi semplici e lineari,della individuazione certa dei profilidi responsabilità, di una gerarchiasemplificata, della valutazione deicarichi di lavoro, di un’equa distribu-zione del personale. Tutto questo loattendiamo da anni; da qualche mesel’Ateneo ha certamente iniziato unpercorso in questa direzione: chiedia-mo, con forza, che si giunga al piùpresto ad una sua positiva conclusio-ne, nel pieno rispetto delle nostreprofessionalità e della valorizzazionedelle nostre competenze. Solo tuttoquesto potrà consentire di ricostruire,su basi certe, un senso di appartenen-za, un gusto per il lavoro, altrimentiimpossibile. Ma in questa direzione possiamo bensperare, perché il difficile percorsodel risanamento, iniziato ormai da

quasi un anno, e il pressante lavoroche lo accompagna hanno cominciatoa dare i loro frutti. Davanti a noi siapre uno scenario completamentediverso rispetto al passato e il perso-nale tecnico ed amministrativo èpronto ad accoglierlo.Occorre però che tutte le componentidi questa comunità non si contrap-pongano ma al contrario collaborinoe si impegnino, ritrovando lo spiritodi “unità” che deve caratterizzare lavita di ogni Istituzione, in un percor-so che, sicuramente lungo e difficol-toso, forse al punto di modificaregran parte del nostro modo di viverel’Università, potrà rimanere nella sto-ria di questa Istituzione come unaulteriore battaglia vinta.Grazie.

Giuliana Geremia

LETTERA D’INFORMAZIONE16

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LA PROLUSIONE DELLA PROFESSORESSA PAOLA ROTTOLI

Magnifico Rettore, Signori Presidi,Autorità, Colleghi, Studenti, PersonaleTecnico-Amministrativo, Signore eSignori. Un saluto ed un ringraziamento alMagnifico Rettore e al nuovo Presidedella Facoltà di Medicina, Facoltà cheoggi mi sento particolarmente onoratadi rappresentare.

Il trapianto di polmone è una procedurachirurgica che trova indicazione neipazienti affetti da malattie polmonaricroniche in fase terminale non piùresponsive a terapia medica e chirurgi-ca massimali. L’obiettivo del trapianto èaumentare la sopravvivenza di pazienticondannati ad una fine precoce nonchémigliorare la loro qualità di vita. Vorreiquindi sottolineare anche l’aspetto dellasperanza che il trapianto di polmonepuò dare a chi sente progressivamentevenir meno una funzione vitale come ilrespiro e quindi sente avvicinarsi lafine della vita. Tuttavia nella mia tratta-zione cercherò di sfumare gli aspettiemotivi e farò un’analisi obiettiva deirisultati ottenuti, della complessa orga-nizzazione alla base del progetto

Trapianto di Polmone sviluppato aSiena, accennando solo brevemente algrande lavoro e sacrificio che sono statinecessari per conseguire un risultatopositivo. Il successo del nostro progetto è in granparte legato alla forte collaborazioneche si è creata fra specialisti con com-petenze diverse, accomunati da unaforte motivazione.Una breve premessa per introdurre l’ar-gomento: il trapianto di polmone è unaprocedura chirurgica che trova indica-zione nei pazienti affetti da malattie pol-monari croniche in fase terminale nonpiù responsive a terapia medica e chi-rurgica massimali.L’obiettivo del trapianto è di aumenta-re la sopravvivenza di pazienti condan-nati ad una fine precoce nonché miglio-rare la loro qualità di vita. I tipi di tra-pianto disponibili sono il trapianto dipolmone singolo, il trapianto di polmo-ne doppio e il trapianto del bloccocuore-polmoni, quest’ultima proceduraè oggi sempre meno utilizzata per lemaggiori problematiche che comporta.Altri tipi di trapianto sono ancora in fasesperimentale. La scelta del tipo di tra-

pianto da effettuare si basa essenzial-mente sulla patologia e le condizionicliniche del soggetto. Per alcune malat-tie la scelta è pressoché obbligata, adesempio, nel caso delle bronchiectasie odella Fibrosi cistica o dellaIpertensione Polmonare si effettua iltrapianto di polmone doppio. Non tuttii pazienti che iniziano una valutazioneper trapianto di polmone potrannoessere inseriti in lista di attesa. Ci sononumerose controindicazioni assolute erelative che vanno attentamente valuta-te, compresi i limiti di età.La storia del trapianto di polmone è piùrecente rispetto a quella degli altri orga-ni solidi quali rene, fegato e cuore, adindicarne la maggiore complessità. Leprime tappe sono state distanziate neltempo e caratterizzate dalla morte pre-coce dei pazienti. Il primo trapianto dipolmone fu eseguito nel 1963 dall’ame-ricano J. Hardy a Jackson, Mississippi,USA, trapiantando il polmone sinistroad un ricevente che morì 18 giorni dopodi insufficienza multiorgano. Nel 1968,Cooley effettuò a Houston, Texas,USA, il primo trapianto combinatocuore-polmoni ma il paziente morìpoco dopo l'intervento. Anche i tentati-vi successivi furono deludenti. J.D.Cooper a Toronto, Canada, ottenne iprimi risultati duraturi con il trapiantodi polmone singolo nel 1983 e con iltrapianto di polmone doppio nel 1986,dovuti anche all’impiego della ciclo-sporina A, potente farmaco immuno-soppressivo.L’esperienza senese prende le mossenel 2000 con l’autorizzazioneMinisteriale ad effettuare trapianti dipolmone, in quanto fu accertata l’ido-neità delle strutture e la competenza delpersonale. Iniziava per il Policlinico diSiena una sfida che vedeva coinvolti inprima linea la Chirurgia Toracica diret-ta dal Prof. Giuseppe Gotti per le pro-cedure chirurgiche connesse al trapian-to e la Sezione di Malattie Respiratorie,

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«UNA SPERANZA PER LE MALATTIE POLMONARI»Paola Rottoli. L’importanza del progetto “Trapianto di polmone” di Siena

17LETTERA D’INFORMAZIONE

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LETTERA D’INFORMAZIONE18

LA PROLUSIONE DELLA PROFESSORESSA PAOLA ROTTOLI

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(Dipartimento di Medicina Clinica eScienze Immunologiche) di cui assume-vo in quel periodo la direzione, avendocessato la propria attività accademica ilProf. M. Vagliasindi, che ricordo conriconoscenza. Il nostro compito diPneumologi sarebbe stato occuparcidella selezione e valutazione dei candi-dati al trapianto. Si costituiva quindi unteam trapiantologico che comprendeva iChirurghi Toracici (Prof. G. Gotti, DottL. Voltolini) gli Pneumologi (Prof.ssa P.Rottoli, Dott.ssa A. Fossi) gli Anestesisti(Prof.ssa B. Biagioli e Dott. L.Marchetti) gli Immunologi (Prof. F.Laghi Pasini, Prof. L. Capecchi) gliInfettivologi (Dott.ssa B. Marchi, P.Galluzzi), gli Anatomopatologi (Prof.ssaM. Cintorino, Dott.ssa D. Spina), iMicrobiologi (Prof. G.M. Rossolini), iFisioterapisti (Dott.sse S. Del Bello e L.Vannuzzi) Psicologo (Dott.ssa A.Basile). Veniva inoltre costituita una retedi grande collaborazione con radiologi,cardiologi, nefrologi, psichiatri e varialtri specialisti secondo le necessità. Nel2001 è stata aperta la lista di attesa, dopoaver valutato i primi candidati, e alla finedi agosto 2001 è stato effettuato il primotrapianto. Ad oggi dopo aver valutato165 potenziali candidati sono stati effet-tuati 62 trapianti di polmone, di cui 17doppi, 16 pazienti sono in lista di attesae 8 in valutazione.In Italia ci sono 11 Centri Trapianti diPolmone attivi con una elevata concen-trazione al Nord, Siena ha una posizioneestremamente favorevole in quanto oltread essere l’unico Centro in Toscana siproietta verso il Centro e il Sud dovesono presenti solo Roma e Palermo. Lapotenzialità dei Centri Trapianto, inclusoil nostro, sarebbe maggiore ma la scar-sità di donazioni condiziona pesante-mente il numero dei trapianti. La alloca-zione degli organi avviene secondo delleregole precise che vedono le Regioniraggruppate in tre gruppi, NITp, OCST eAIRT (Ass. Interregionale Trapianti) dicui fa parte il nostro Centro. L’AIRTcomprende la Toscana, la Puglia, ilPiemonte, la Val d’Aosta e la Provinciadi Bolzano. In caso di un potenziale

donatore viene allertato per primo ilCentro trapianti che fa parte del gruppodi Regioni dove è avvenuta la segnala-zione. In Toscana per sovrintendereall’attività trapiantologica è stato istituitoun Dipartimento Regionale dei Trapiantidiretto dal Prof. F. Filipponi.Considerando il numero totale di tra-pianti per ogni Centro valutati dal 1995alla fine del 2008 dal Registro Nazionaledel Trapianto di Polmone, Siena occupaun’ottima posizione risultando sesta, puravendo iniziato solo nel 2001 l’attivitàtrapiantologica. Valutando l’attività peranno è risultata quarta nel 2008 e terzanel 2009, considerando il numero di tra-pianti effettuati fino ad ottobre u.s.Il potere di attrazione del Centro è eleva-to, riceviamo per la valutazione pazientiche provengono per circa la metà dallaToscana (di cui il 13% dall’Area Vasta)e l’altra metà da fuori Regione, relativa-mente ai trapiantati sono il 6% di Siena eprovincia, il 15% Area Vasta il 45%resto della Toscana, circa il 34% di altreRegioni. Abbiamo la soddisfazione diavere in lista e di aver trapiantato pazien-ti provenienti da Roma e dintorni. C’è ilproblema della distanza che condizionapazienti più lontani, in quanto in caso dichiamata per il trapianto di polmone ilpaziente deve raggiungere il Centroentro tre ore circa, dato che il polmoneespiantato ha un tempo limitato di con-servazione. Pertanto per alcuni pazienti ènecessario il trasferimento temporaneo

nella vicinanza di Siena con aggravio dispese e disagi.Considerando le diagnosi dei nostri tra-piantati di polmone risulta che quasi lametà sono affetti da Fibrosi polmonareidiopatica e circa il 20% da BPCO, con-trariamente a quanto avviene nella mag-gior parte degli altri Centri, come èriportato dal registro trapianti interna-zionale (UNOS) dove risulta che la per-centuale di pazienti con BPCO è mag-giore rispetto alla Fibrosi. Questa carat-teristica che ci contraddistingue è dovu-ta al fatto che nella nostra Sezione hasede il Centro di Riferimento regionaleper la Sarcoidosi ed altre InterstiziopatiePolmonari che opera da molti anni erichiama numerosi pazienti sia dallaToscana che da altre Regioni per la dia-gnosi ed il trattamento. Indubbiamentequesto aspetto ha favorito anche lo svi-luppo del Centro trapianti di polmone.Nella nostra casistica sono compresiinoltre soggetti giovani affetti da Fibrosicistica, per i quali è stata stabilita unacollaborazione con l’AziendaOspedaliera Universitaria Meyer diFirenze, e pazienti con altre malattiepolmonari, anche rare, che portano adinsufficienza respiratoria.Le Interstiziopatie Polmonari, di cuisono affetti la maggior parte dei nostritrapiantati, sono un numeroso ed etero-geneo gruppo di malattie che colpisconol’interstizio del polmone.

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19LETTERA D’INFORMAZIONE

LA PROLUSIONE DELLA PROFESSORESSA PAOLA ROTTOLI

Comprendono molte malattie rare, dacausa conosciuta (come il polmone delcontadino) e sconosciuta (come la sarcoi-dosi e la fibrosi polmonare idiopatica).Sono caratterizzate da una evoluzionepiù o meno rapida verso lo sviluppo difibrosi polmonare che condiziona forte-mente la prognosi. Nelle forme avanzatei pazienti presentano grave insufficienzarespiratoria che richiede ossigenoterapiacontinua. Spesso i pazienti affetti da que-ste patologie arrivano tardi alla diagnosiquando il danno tissutale è diffuso edirreversibile (polmone terminale). Permolte di queste forme non ci sono anco-ra terapie efficaci ed il trapianto di pol-mone rappresenta, nei casi in cui è indi-cato, l’unica soluzione per migliorare ladurata e la qualità della vita. Presso ilnostro Centro sono stati messi a puntodei percorsi per la diagnosi e il follow uped i pazienti possono essere seguiti inricovero ordinario o in DH o in ambula-tori dedicati. Presso i laboratori diFisiopatologia Respiratoria, diBroncoscopia e di Allergologia edImmunologia Respiratoria della nostraUOC (che fa parte per l’attività assisten-ziale del DAI di Medicina Clinica adindirizzo specialistico) vengono effettua-ti gli esami necessari per caratterizzare levarie forme.Accanto alla attività clinica di alta spe-cializzazione sono stati sviluppati nellanostra Sezione dei progetti di ricercamirati in particolare ad individuare mar-catori d malattia con valore diagnostico oprognostico. Lo studio del materiale cel-lulare e non, recuperato con il lavaggiobronco alveolare, BAL, effettuato duran-te la broncoscopia rappresenta per ilnostro gruppo un settore di ricerca di par-ticolare interesse che portiamo avanti condiverse metodologie dalla metà deglianni 70. Questo indirizzo di ricerca fuiniziato dal mio Maestro Prof LeopoldoLenzini che precorrendo i tempi intuì lagrande potenzialità del BAL applicatoallo studio delle malattie interstiziali pol-monari e ci trasmise la passione per laricerca in questo campo che abbiamocontinuato con entusiasmo, grande sod-disfazione e riconoscimenti anche a livel-lo internazionale. Il lavaggio come fonteinesauribile di biomarkers è stato oggetto

di numerosi studi da parte del mio grup-po di ricerca, ed i risultati sono stati pre-sentati a congressi e pubblicati su rivisteinternazionali (con IF). La sarcoidosimalattia granulomatosa cronica ad etio-logia sconosciuta è stata un modello distudio per i biomarkers. Fra i risultati piùinteressanti degli ultimi anni vi è l’indi-viduazione di un marcatore che risultacorrelato con l’attività e la progressionedi malattia si tratta di una chitinasi deno-minata chitotriosidasi. Per la individua-zione di potenziali biomarkers abbiamoapplicato la proteomica allo studio dellavaggio broncoalveolare nella sarcoi-dosi e nella fibrosi polmonare idiopati-ca. Questa malattia che fa parte delle

interstiziopatie polmonari è caratterizza-ta da una progressione rapida verso l’in-sufficienza respiratoria e quidi l’exitussenza risposta alle terapie sinora applica-te. Sono in corso sperimentazioni inter-nazionali su nuovi farmaci a cui siamostati chiamati a partecipare con unnumero ristretto di altri Centri italiani.Pertanto al momento attuale solo il tra-pianto di polmone risulta in grado dimodificare la prognosi infausta di questamalattia. I pazienti arrivano troppo tardialla valutazione e si verifica spesso lamorte in lista di attesa, quindi sarebbeestremamente utile poter disporre dimarkers che permettano di individuareprecocemente i soggetti a rischio di pro-gressione rapida da inviare prontamenteal trapianto. Con l’analisi proteomicacondotta in collaborazione con ilLaboratorio di proteomica del Dip.Biologia Molecolare, Laboratorio istitui-to dal Prof. V. Pallini e ora diretto dalProf. L. Bini abbiamo identificato nelBAL gruppi di proteine di interesse chestiamo validando con altre metodicheper verificare il loro ruolo come bio-markers prognostici di fibrosi polmona-re, utili anche per selezionare i pazientida inviare precocemente al trapianto.Dopo il trapianto di polmone i pazientidevono effettuare terapia immunosop-pressiva continua con più farmaci datol’alto rischio di rigetto (acuto e cronico)che comporta questo tipo di trapianto,maggiore rispetto a quello di altri orga-ni solidi come rene, cuore o fegato dovu-to alle peculiarità del polmone (maggio-re esposizione agli insulti esterni eaumentata reattività immunitaria). Neconsegue che anche il rischio infettivo èpiù elevato e il delicato equilibrio frarigetto e infezioni condiziona la soprav-vivenza di questi pazienti, che risenteanche della patologia che li ha portati altrapianto. Pertanto è necessario un moni-toraggio continuo e presso il nostroCentro abbiamo sviluppato un program-ma di follow-up che ci coinvolge diretta-mente. La diagnosi differenziale frarigetto e infezioni non è sempre agevolee richiede il ricorso a varie procedureinvasive (quali la broncoscopia) e non

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l’UNIVERSITÀ DI SIENALettera d’informazione

Direttore Responsabile: Patrizia Caroni.Redazione: Katia Bifani, Patrizia Caroni, DanielaCundrò.Hanno collaborato:P. Bubba Bello (servizio fotografico)E-mail: [email protected]: Via Banchi di Sotto, 55 - Tel. 0577232272 - Fax 0577 232256.Stampa: Centro Stampa dell’Università.Registrazione presso il Tribunale di Sienan. 448 del 12 novembre 1984

LETTERA D’INFORMAZIONE20

LA PROLUSIONE DELLA PROFESSORESSA

(quali la TC ad alta risoluzione) ed allosviluppo di competenze mirate di altrispecialisti (microbiologi, radiologi, ana-tomopatologi) oltre a quelli già coinvoltinel team trapiantologico. Anche in que-sto settore stiamo portando avanti lineedi ricerca differenziate per migliorare lenostre possibilità diagnostiche e terapeu-tiche. Vorrei ricordare l’importanzaanche in questo campo dello studio deimarcatori orientati a rilevare precoce-mente rigetto acuto o cronico o infezio-ni. Su questo argomento abbiamo pub-blicato recentemente i primi dati ottenu-ti sul lavaggio bronco alveolare nei tra-piantati di polmone valutando l’ECP, unmediatore degli eosinofili. Infine vorrei riferire della grande sod-disfazione che abbiamo avuto recente-mente per aver curato con successo nelnostro reparto una giovane trapiantatache ad agosto, in pieno benessere, haavuto una crisi di grave insufficienzarespiratoria dovuta ad influenza AH1N1, diagnosticata presso ilLaboratorio di Microbiologia diretto dalProf. GM. Rossolini, da cui si è com-pletamente ristabilita.Per la ricerca e l’aggiornamento incampo trapiantologico abbiamo svilup-pato progetti in collaborazione con altriCentri universitari italiani e con Centriall’estero quale la PneumologiaUniversitaria di Friburgo (Germania), ilCentro Trapianti di Polmone di NewCastle (UK), il Centro Trapianti diPolmone di Seattle (USA). Sono statiorganizzati numerosi seminari eCongressi con la partecipazione diesperti internazionali. Per l’attività diricerca è stato inoltre costituito unCentro Interdipartimentale per lo Studiodel Trapianto di Polmone dell’Università

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I testi e i filmati degli interventi sono online sul sito di Ateneo.www.unisi.it/eventi2/inaugurazione769

di Siena, da me diretto (CISTP). In con-clusione il Progetto Trapianto diPolmone dell’Azienda OspedalieraUniversitaria Senese (AOUS), che all’i-nizio abbiamo accettato come una sfidainsieme al Prof. Gotti ed alla sua equipe,nell’ambito della quale voglio ricordarel’impegno e la competenza del Dott. L.Voltolini, sta dando i suoi frutti, chesono stati ottenuti con la stretta collabo-razione di numerosi altri specialisti,molti dei quali universitari, che qui rin-grazio. Un ringraziamento particolare ai colle-ghi della Sezione di Malattie Respira-torie da me diretta, sia agli strutturatiche ai precari, dell’Università (Dott.ssaE. Bargagli) e della AOUS (Dott.ssa A.Fossi), nonché ai nostri specializzandi edottorandi, senza il cui entusiasmo edisponibilità non si sarebbe potuto por-tare avanti questo progetto, che impe-gna e coinvolge quotidianamente ungran numero di persone. Infine un salu-to e un ringraziamento al Prof. AlbertoAuteri, che in questi giorni ha terminatoil suo mandato di Preside della Facoltàdi Medicina, per avermi incoraggiatodurante questo difficile percorso neglianni in cui è stato sia il Direttore del DUche del DAI di Medicina Clinica eScienze Immunologiche a cui afferivala nostra Sezione.La gratitudine dei nostri pazienti ai qualiabbiamo contribuito a ridare la speranzadi vita è per noi il maggiore riconosci-mento, ma certo non basta per continua-re il nostro lavoro: è ora compito delleIstituzioni impegnarsi a mantenere edifendere questo Progetto che deve rap-presentare un motivo di orgoglio per lacittà di Siena e la sua Università.

Paola Rottoli