Lettera appello al Governo per la vertenza Vinyls

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APPELLO AL GOVERNO NAZIONALE E AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SARDA La Lista Civica Ora SI’, forte del consenso ottenuto alle ultime elezioni comunali e portatrice delle istanze della società civile, raccoglie il grido di dolore che viene dagli operai della Vinyls reclusi volontariamente da 110 giorni sull’isola dell’Asinara, e chiede con la presente che il Governo Nazionale e Regionale facciano tutto quanto nel loro potere affinché lo stabilimento Vinyls di Porto Torres per la produzione di PVC riapra i battenti. Rileva la presenza di un mercato florido per il PVC prodotto dello stabilimento di Porto Torres; un prodotto considerato il PVC migliore d’Europa. I tre impianti italiani della Vinyls (Porto Torres, Ravenna e Porto Marghera) producono annualmente 350.000 tonnellate di PVC, circa un terzo del fabbisogno annuale italiano, pari a 980.000 tonnellate. La quantità mancante la si importa da Francia, Inghilterra e Germania pagandola 50 euro in più la tonnellata. Lo spreco di risorse pubbliche balza immediatamente agli occhi. Rileva che il Governo è proprietario del 30% delle azioni dell’ENI. Visto il peso che ha nella compagine azionaria, si chiede al governo di esercitare una forza cogente al fine di fare sedere l’Eni stessa al tavolo delle trattative. Constata come tutte le nazioni Europee in questo difficile momento congiunturale dell’economia Europea applichino politiche industriali di stimolo e di sostegno nei confronti delle loro aziende, ad eccezione dell’Italia la qual cosa si riverbera soprattutto in Sardegna. Constata , parlando di Sardegna, l’immobilismo al limite dell’inerzia della Giunta Regionale che non mette in campo, come dovrebbe, tutto il suo peso politico per aiutare ad uscire dall’impasse. E, mentre la vicenda dell’ALCOA di Porto Vesme (un azienda estera non italiana) si è risolta fortunatamente per il meglio, non pare che la stessa volontà di risoluzione del problema sia stata adoperata per la VINYLS. La Regione madre matrigna snobba ancora una volta il Sassarese e a pagare le spese di questo cosiddetto “Cagliari centrismo” è il tessuto industriale del Nord Sardegna devastato da una crisi economica senza precedenti per durata e per congiunturalità. Ora Sì chiede con forza, una forza che trova alimento nella disperazione di chi , senza lavoro e senza prospettive, chiede con dignità compostezza e fermezza un lavoro, che nella riunione di martedì prossimo venturo, ci si adoperi per la riapertura immediata dello stabilimento Vinyls e che possa finalmente arrivare un po’ di ossigeno all’economia del Nord Sardegna e del Sassarese, in particolare dopo le ultime infruttuose trattative per la acquisizione della Vinyls da parte della multinazionale RAMCO. Con osservanza Il coordinatore Dario Piras Sassari 14.06.2010

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APPELLO AL GOVERNO NAZIONALE E AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SARDA La Lista Civica Ora SI’, forte del consenso ottenuto alle ultime elezioni comunali e portatrice delle istanze della società civile, raccoglie il grido di dolore che viene dagli operai della Vinyls reclusi volontariamente da 110 giorni sull’isola dell’Asinara, e chiede con la presente che il Governo Nazionale e Regionale facciano tutto quanto nel loro potere affinché lo stabilimento Vinyls di Porto Torres per la produzione di PVC riapra i battenti. Rileva la presenza di un mercato florido per il PVC prodotto dello stabilimento di Porto Torres; un prodotto considerato il PVC migliore d’Europa. I tre impianti italiani della Vinyls (Porto Torres, Ravenna e Porto Marghera) producono annualmente 350.000 tonnellate di PVC, circa un terzo del fabbisogno annuale italiano, pari a 980.000 tonnellate. La quantità mancante la si importa da Francia, Inghilterra e Germania pagandola 50 euro in più la tonnellata. Lo spreco di risorse pubbliche balza immediatamente agli occhi. Rileva che il Governo è proprietario del 30% delle azioni dell’ENI. Visto il peso che ha nella compagine azionaria, si chiede al governo di esercitare una forza cogente al fine di fare sedere l’Eni stessa al tavolo delle trattative. Constata come tutte le nazioni Europee in questo difficile momento congiunturale dell’economia Europea applichino politiche industriali di stimolo e di sostegno nei confronti delle loro aziende, ad eccezione dell’Italia la qual cosa si riverbera soprattutto in Sardegna. Constata, parlando di Sardegna, l’immobilismo al limite dell’inerzia della Giunta Regionale che non mette in campo, come dovrebbe, tutto il suo peso politico per aiutare ad uscire dall’impasse. E, mentre la vicenda dell’ALCOA di Porto Vesme (un azienda estera non italiana) si è risolta fortunatamente per il meglio, non pare che la stessa volontà di risoluzione del problema sia stata adoperata per la VINYLS. La Regione madre matrigna snobba ancora una volta il Sassarese e a pagare le spese di questo cosiddetto “Cagliari centrismo” è il tessuto industriale del Nord Sardegna devastato da una crisi economica senza precedenti per durata e per congiunturalità. Ora Sì chiede con forza, una forza che trova alimento nella disperazione di chi , senza lavoro e senza prospettive, chiede con dignità compostezza e fermezza un lavoro, che nella riunione di martedì prossimo venturo, ci si adoperi per la riapertura immediata dello stabilimento Vinyls e che possa finalmente arrivare un po’ di ossigeno all’economia del Nord Sardegna e del Sassarese, in particolare dopo le ultime infruttuose trattative per la acquisizione della Vinyls da parte della multinazionale RAMCO. Con osservanza Il coordinatore Dario Piras Sassari 14.06.2010