L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni...

98
Commercio internazionale, il valore dell’accreditamento e della normazione 1 2019 Osservatorio ACCREDIA

Transcript of L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni...

Page 1: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

Commercio internazionale, il valore dell’accreditamentoe della normazione

12019

OsservatorioACCREDIA

Page 2: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica
Page 3: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

1

Ind

iceOA

OA OsservatorioACCREDIA

Introduzione 3

1. Misure non tariffarie (NTM), standard tecnici ed effetti sul commercio internazionale 7

1.1 Globalizzazione e diversificazione dei prodotti 71.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 71.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica ed esternalità 81.4 La cooperazione normativa internazionale 111.5 Definizioni delle NTM 161.6 Misurazione delle NTM 221.7 Incidenza delle NTM 25

2. I settori maggiormente influenzati dalle misure non tariffarie nel quadro del commercio internazionale 27

2.1 L’impiego delle NTM da parte dell’UE per tipologie e per settori 282.2 NTM nel settore agro-alimentare 312.3 NTM nel settore tessile e abbigliamento 332.4 NTM nel settore della meccanica e apparecchi elettrici 362.5 La rilevanza delle NTM per le esportazioni italiane 38

3. Accordi multilaterali e barriere tecniche agli scambi internazionali 41

3.1 Il WTO e le regole del commercio internazionale 413.2 Regolamentazione del WTO sulle misure sanitarie e fitosanitarie 433.3 Regolamentazione del WTO sugli ostacoli tecnici al commercio 443.4 Le differenze principali tra accordo SPS e accordo TBT 463.5 Il Trade Facilitation Agreement e il superamento delle barriere

amministrative agli scambi 47

4. L’Infrastruttura della Qualità come elemento di competitività ed efficienza. Il caso del mercato unico in Europa 49

4.1 Regolamentazione e libera circolazione di beni e servizi in Europa 494.2 Effetti sull’innovazione e sulla crescita dell’applicazione di standard omogenei 53

Commercio internazionale, il valore dell’accreditamento e della normazioneStrumenti Tecnici per la Competitività Internazionale di Beni e Servizi

1 / 2019

Page 4: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

OA Osservatorio ACCREDIA

2

Osservatorio Accredia

Direttore editorialeFilippo Trifiletti

Coordinamento editorialeAlessandro NisiFrancesca Nizzero

Realizzazione graficaZERO ONE

Lo studio è stato realizzato da un gruppo di lavoro composto da Lucia Tajoli, Professore ordinario di Politica economica, ed Enrico Marvasi, Ricercatore del Dipartimento di Ingegneria gestionale, del Politecnicodi Milano; Luca Salvatici, Professore ordinario di Politica economica dell'Università degli Studi Roma Tre;Gianluca Di Giulio, Alessandro Nisi ed Emanuele Riva di Accredia.

ACCREDIA

Via Guglielmo Saliceto, 7/900161 Roma

Tel. +39 06 844099.1Fax. +39 06 8841199

[email protected]

5. Le misure non tariffarie nei recenti accordi di libero scambio dell’UE 55

5.1 Tratti comuni nei recenti accordi 575.2 L’accordo con la Corea del Sud 605.3 L’accordo con il Canada (CETA) 665.4 Gli accordi preferenziali come esempio di condivisione degli standards 73

6. La relazione tra infrastruttura della qualità e regolamentazione nel contesto del commercio internazionale: alcuni esempi 75

6.1 I benefici della certificazione per le imprese del Nord Africa coinvolte nelle catene globali di produzione 75

6.2 Il cross-border e-commerce, qualità dei prodotti e regolamentazione internazionale 79

7. Conclusione: prospettive di una maggiore armonizzazione o di una crescente frammentazione regionale degli standards? 85

Glossario 88

Riferimenti bibliografici 90

Page 5: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

Elemento fondamentale di qualsiasi modello di integrazione economica - zona di liberoscambio, unione doganale, mercato comune - è l'eliminazione degli ostacoli tecnici agliscambi. Questi, secondo alcuni, contribuiscono alla frammentazione dei mercati incidendosulle dinamiche di domanda e offerta nei mercati internazionali più pesantemente di quantonon abbiano mai fatto i dazi (Jovanovic, 1998).

Possiamo serenamente affermare che l'istituzione di aree economiche ad alta integrazione èinfluenzata da una serie di considerazioni economiche e politiche, tra cui:

! lo sfruttamento di economie di scala a beneficio della specializzazione delle produzioni;

! l’attrazione di investimenti diretti esteri e l’accesso preferenziale a mercati più grandi;

! il potenziamento dei processi di integrazione in aree strategiche come gli investimenti, laconcorrenza, l’ambiente o gli standard di lavoro;

! un maggiore potere negoziale negli accordi commerciali con altre aree economiche;

! il consolidamento dei processi di pace in un contesto di maggiore stabilità politica.

Secondo le definizioni che si trovano in diversi ambiti (OCSE, WTO …), l’Infrastruttura dellaQualità, intesa come quadro di riferimento per la definizione e lo sviluppo di regolenecessarie ad assicurare e dimostrare ai mercati la qualità di prodotti e servizi, è il quadroistituzionale di riferimento di qualsiasi forma di integrazione economica. Parlare diInfrastruttura della Qualità significa riferirsi a diverse attività, dalla normazioneall’accreditamento. In particolare ne fanno parte:

! metrologia, intesa come scienza della misurazione corretta e affidabile, comunemente sud-divisa nei settori della metrologia scientifica, industriale e legale;

! normazione, definita come l’adozione di sistemi comuni di misura o di riferimento pro-gettati e condivisi con il coinvolgimento delle parti interessate a beneficio della colletti-vità; le sue applicazioni si possono trovare praticamente in ogni area della vita e degli affari;

! accreditamento, con il quale un ente dotato del ruolo di autorità, attesta la competenza diun organismo di terza parte indipendente – in quanto conforme a standard tecnici che inEuropa sono definiti come “norme armonizzate” - a svolgere determinate attività di valu-tazione della conformità, rappresentando quindi uno strumento essenziale per la fiducia cheil mercato ripone nei risultati di tali valutazioni;

IntroduzioneOA

L’infrastru

ttura d

ella qu

alità

3

OA

Page 6: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

4

L’in

fras

tru

ttu

ra d

ella

qu

alit

àOsservatorio ACCREDIAOA

! valutazione di conformità, con la quale si intendono le attività di verifica dei requisitidefiniti nella normativa di riferimento per prodotti, processi, sistemi di gestione, persone.Ne fanno parte le attività di certificazione, ispezione e verifica, le prove di laboratorio ele tarature.

Ai fini della realizzazione dei processi di integrazione economica la promozione diinfrastrutture nazionali di qualità pone evidenti limiti di compatibilità in un quadro che,al contrario, deve essere condiviso ed inclusivo. Appare al contrario preferibile unacooperazione regionale (come avviene nell’Unione europea), e nell'ambito dellacooperazione tecnica, un approccio esteso che coinvolga tutti gli stakeholders per lacostruzione dell’Infrastruttura della Qualità di riferimento.

Al centro delle controversie e degli accordi commerciali ci sono di solito norme e specificherelative ai prodotti. Le restrizioni più sostanziali e frequenti in tale categoria derivano dallaregolamentazione tecnica (obbligatoria) dei singoli Paesi che non si basano su standardcondivisi. In generale possiamo dire che la discrepanza tra le norme nazionali einternazionali può riferirsi sia ai prodotti che alle valutazioni di conformità e haconseguenze di vasta portata per il commercio internazionale.

Allo stesso tempo, occorre notare che esistono valide e legittime ragioni che giustificano laregolamentazione tecnica nazionale, come la tutela dei consumatori e dell'ambiente. Nonè un caso che l'accordo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio sugli ostacoli tecniciagli scambi stabilisca espressamente di evitare misure restrittive a meno che non sianonecessarie (OMC 1995). In particolare, si raccomanda ai membri dell'OMC l'uso di standardinternazionali e di partecipare attivamente alle attività degli organismi di normazioneinternazionali, come l'Organizzazione Internazionale per la Normazione (ISO), a livellonazionale rappresentata dall’Ente Italiano di Normazione (UNI), e la CommissioneElettrotecnica Internazionale (IEC), rappresentata in Italia dal Comitato ElettrotecnicoItaliano (CEI).

L’infrastruttura della qualità trova nell’accreditamento uno dei pilastri su cui si sviluppa ilcommercio internazionale. Due aspetti dell'accreditamento meritano di essere evidenziatiin questo contesto:

! la sua rilevanza crescente, assunta per i processi autorizzativi che consentono agli orga-nismi di eseguire le valutazioni della conformità obbligatorie richieste dalla specifica nor-mativa. In base alle norme tecniche armonizzate dell'Unione europea, i governi nazionalidegli Stati membri dell'UE non sono formalmente obbligati a ricorrere agli organismi na-zionali di accreditamento nel processo di designazione di organismi di valutazione dellaconformità notificati. Tuttavia sono fortemente incoraggiati a farlo, e le autorità centralidell'Unione sostengono con forza le attività degli organismi europei di accreditamento at-traverso l'EA (European co-operation for Accreditation);

! il riconoscimento del valore intrinseco di una valutazione di conformità accreditata daparte del mercato, disposto a pagare una valutazione di terza parte indipendente. In que-sto caso, possiamo affermare che tale forma di regolamentazione risolve un problema diasimmetria informativa nei mercati che porterebbe ad equilibri subottimali nel mercatodelle valutazioni di conformità.

Page 7: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

5

L’infrastru

ttura d

ella qu

alità OA

Risulta evidente come il processo di accreditamento e il suo utilizzo siano un fattore diefficienza con effetti significativi nel prevenire e superare gli ostacoli agli scambi presentatidalla disomogeneità nelle procedure di valutazione di conformità tra Paesi.

Fattori decisivi per il funzionamento effettivo di un'Infrastruttura di Qualità sono ilriconoscimento internazionale del sistema, insieme allo sviluppo equilibrato eall'interconnessione dei suoi elementi. Ad esempio, la certificazione del prodotto si basa suirisultati dei laboratori di analisi i cui strumenti devono essere controllati dai laboratori ditaratura al fine di ricevere l'accreditamento richiesto per il riconoscimento internazionale. Ilriconoscimento internazionale, a sua volta, si basa sul collegamento di singoli elementidell’Infrastruttura della Qualità agli standard e alle linee guida concordate a livellointernazionale come nel caso della norma ISO/IEC 17011, lo standard usato perregolamentare l’attività di accreditamento nel mondo.

È proprio la rilevanza dell’Infrastruttura della Qualità nel consentire agli attori dei mercatiinternazionali di operare a parità di condizioni che giustifica il suo richiamo in tutti gliaccordi commerciali di nuova generazione in discussione e ratificati negli ultimi anni.

Tuttavia, la rilevanza dell'Infrastruttura di Qualità non si limita al commercio internazionale,ma rileva anche in altri settori caratterizzati da un alto grado di standardizzazione e dicontrollo della qualità: l'ambiente, la salute e la protezione dei consumatori. Per questo la suaimportanza ed efficacia crescono con il grado di integrazione dei mercati: mentre in formerelativamente piatte di integrazione regionale, come negli accordi commerciali preferenziali,in cui il suo utilizzo è legato al superamento degli ostacoli agli scambi in settori selezionati,forme più profonde di integrazione, come la creazione di un mercato comune, prosperanograzie ad un'armonizzazione estesa in quasi tutti i settori industriali e alla creazione di unquadro socioeconomico uniforme.

La qualità delle "istituzioni" nel senso di regole, meccanismi di applicazione e organizzazionigioca un ruolo essenziale e ne determina l'efficacia. Il buon funzionamento degli organi dacui è composta l’Infrastruttura della Qualità dipende dall’azione dei diversi attori coinvolti.Per questo le strutture su cui poggia devono essere espressione delle parti interessate – agaranzia dei principi di indipendenza ed imparzialità - e possedere un’elevata competenzatecnica.

In questo senso il caso europeo dimostra come un’efficiente Infrastruttura della Qualità possaessere la base su cui poggiare la più grande area di libero scambio fino ad oggi conosciuta.

Page 8: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

6

Osservatorio ACCREDIAOA

Page 9: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

1.1 Globalizzazione e diversificazione dei prodotti

I flussi commerciali internazionali hannoregistrato, negli ultimi trent’anni, unacrescita eccezionale. L'aumento ha riguar-dato sia il volume dei prodotti scambiati,sia la loro varietà. I prodotti sono impor-tati da paesi diversi tra loro per strutturaistituzionale e per assetto normativo. Ciòha posto, quanto meno agli occhi dellapubblica opinione, la questione della ca-pacità di salvaguardare la salute del con-sumatore e il rispetto delle norme vigenti.Il risultato è stato che la crescente libera-lizzazione degli scambi ha accresciuto i ti-mori dei consumatori in merito allasicurezza dei prodotti.

Va anche ricordato che consentendo ladiffusione di parassiti e di agenti pato-geni, il commercio internazionale puòfare aumentare i rischi di natura sanita-ria e fitosanitaria. Tutto ciò impone deicosti alla società, per esempio le minorirese in caso di epidemie epizootiche o ladiffusione di un parassita vegetale, o sullasalute. Sebbene solamente in un numerolimitato di casi, queste epidemie sonostate collegate alle importazioni, ilgrande rilievo attribuito dai media ad al-cuni casi collegati alle importazioni hadiffuso la percezione che la globalizza-zione amplifichi i rischi legati alla sicu-rezza dei prodotti.

Alcune organizzazioni di consumatori so-stengono che le norme nazionali tute-lano maggiormente il consumatore e sisono di conseguenza dichiarate insoddi-

sfatte dalle norme internazionali sulla si-curezza e sulla qualità dei prodotti ali-mentari (cfr. i siti web di organizzazioniquali il Center for Science in the PublicInterest, Safe Tables Our Priority, o PublicCitizen Inc.).

L’aumentata sensibilità dell’opinionepubblica e dei consumatori porta uncambiamento dei modelli di consumo, ri-levanti nello sviluppo delle economiemoderne, specialmente nei paesi ad altoreddito. La dinamica strutturale dei con-sumi determina infatti le nuove condi-zioni di competitività e, in particolare,rende profittevoli processi produttivi ca-ratterizzati da costi di produzione più ele-vati, ma capaci di aderire alle esigenze diconsumatori sempre più attenti e consa-pevoli. Tale dinamica è rilevante ai finidello sviluppo territoriale attraverso unrafforzamento della diversificazione delleproduzioni e un miglioramento dellaqualità.

1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo

Per comprendere le nuove tipologie di con-sumo sono stati sviluppati da tempo modellidi analisi della domanda (Lancaster, 1971)che hanno posto l'attenzione sugli attributiqualitativi dei beni oggetto di scelta. L'ideacentrale portata avanti da questo filone dianalisi è che la qualità di un prodotto rap-presenta un concetto multidimensionale, inquanto ogni bene è caratterizzato da un in-sieme di caratteristiche (attributi) e sola-mente a partire da queste ultime è possibilecomprendere le scelte di consumo.

7

Misu

re no

n tariffarie

OA1. Misure non tariffarie (NTM),

standard tecnici ed effetti sul commercio internazionale

Page 10: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

Ovviamente, il numero e il tipo di attributirilevanti non può essere definito una voltaper tutte, ma tutti i possibili attributi pos-sono essere ricondotti alle seguenti tipologie:

1) caratteristiche di sicurezza (es. presenzadi agenti patogeni, pesticidi, additivi,ecc.);

2) caratteristiche del prodotto (es. dimen-sioni, forma, gusto, facilità di prepara-zione, ecc.);

3) caratteristiche della presentazione (es.impacchettamento, etichettatura, ecc.);

4) caratteristiche del processo produttivo (es.trattamento degli animali, impatto am-bientale, benessere dei lavoratori, ecc.).

Sebbene tutte le tipologie sopra citate in-fluenzino gli scambi internazionali, nontutte sono ugualmente rilevanti dal punto divista delle politiche commerciali. Queste ul-time, infatti, devono rispettare un principiodi necessità (come si vedrà in seguito nel ca-pitolo 3) che riguarda sostanzialmente la di-mensione della sicurezza, mentre gli attoriprivati sono evidentemente liberi di nego-ziare anche e soprattutto attributi relativi allaqualità dei prodotti.

Lo sviluppo del commercio internazionalesolleva infatti timori che vanno al di là delproblema fondamentale della sicurezza deiprodotti, e la pubblica opinione si interrogaanche sulla qualità in senso più ampio esulle modalità di produzione (l'utilizzo disostanze geneticamente modificate, l'im-patto sull'ambiente, valori quali il benesseredegli animali). I processi produttivi, basatisulle nuove tecnologie, spesso poco com-prese o addirittura percepite come poco si-cure, hanno contribuito a far crescere ilsenso di insicurezza dei consumatori, ali-mentato da una crescente sfiducia nellascienza, con evidenti conseguenze in mate-ria di regolamentazione.

Una conseguenza del principio di necessitàè che le politiche pubbliche dovrebbero li-mitarsi alle caratteristiche oggettive del pro-dotto in quanto eventuali differenziazionidel processo che non influenzino il risultatodifficilmente possono rappresentare una mi-naccia per la sicurezza del consumatore.D’altra parte, le aziende potrebbero voler ga-rantire proprio le caratteristiche del processoquando queste assumono una rilevanza de-cisiva nell’orientare le scelte dei consuma-tori. Se questi mostrano delle preferenzemultidimensionali, il grado di soddisfazioneo di insoddisfazione del consumatore di-penderà non soltanto dalle caratteristichedel prodotto, ma anche dalle modalità concui esso è stato realizzato.

Vale, a questo punto, la pena di sottolinearela fondamentale differenza tra regolamenta-zioni tecniche obbligatorie e standard vo-lontari. Nel primo caso, che riguardaevidentemente caratteristiche di sicurezza,un prodotto importato che non sia con-forme non potrà essere messo in vendita sulmercato interno. Nel caso di standard vo-lontari, invece, il mancato rispetto non im-pedisce la vendita ma le quote di mercatopotrebbero risentirne.

1.3 Fallimenti del mercato: informazione asimmetrica ed esternalitàLa questione ambientale ha assunto neglianni una sempre maggiore rilevanza per igoverni che hanno aumentato, in que-st’ambito, la produzione normativa. L'in-tervento dei governi mira in questo caso acreare incentivi per consumatori e produt-tori che tengano in considerazione gli ef-fetti delle loro azioni sull'ambiente.

Gli effetti commerciali degli standard am-bientali dipendono dalla natura dell'ester-nalità – se proviene dalla produzione o dalconsumo e se è locale o globale - e dalla na-tura (obbligatoria o volontaria) dello stan-

OA Osservatorio ACCREDIAM

isu

re n

on

tar

iffa

rie

8

Page 11: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

dard applicato a prodotti o processi. Nelcaso di standard relativi alla produzione, glieffetti dipendono anche dal fatto che sianoapplicati o meno anche nei confronti deiproduttori stranieri.

L'applicazione di standard obbligatori so-lamente nei confronti dei produttori na-zionali solleva timori circa l'eventualedelocalizzazione della produzione versopaesi che adottino standard meno rigorosie una "corsa al ribasso" se i governi com-petono per mantenere o attrarre posti dilavoro e investimenti attraverso l’abbas-samento degli standard.

D’altra parte l'imposizione di requisiti ob-bligatori ai produttori stranieri solleva duetipi di preoccupazioni. In primo luogo, ilmedesimo standard può influenzare gliscambi internazionali se le differenze nellecondizioni di produzione comportano unaumento dei costi relativamente più elevatoper i produttori stranieri. In secondo luogo,occorre chiedersi chi e come viene control-lato il rispetto delle norme nazionali daparte dei produttori esteri: da questo puntodi vista l’Infrastruttura di Qualità (IQ) puòsvolgere un ruolo assai importante.

Il contesto informativo in cui avvengono gliscambi assume un'importanza fondamen-tale. Se i consumatori non sono pienamenteinformati sulle caratteristiche del prodotto,c'è il rischio che possano utilizzare un pro-dotto pericoloso, o che acquistino una qua-lità che non desiderano consumare, o chepaghino un prezzo non commisurato allaqualità reale del bene in questione. In tuttiquesti casi il livello di benessere interno allasocietà risulta inferiore a quello raggiuntoin condizioni di informazione perfetta. Il comportamento dei consumatori è modi-ficato dal fatto che essi basano le propriescelte su un livello di qualità attesa anzichésu un livello certo. Quando i consumatorinon sono in grado di distinguere la qualitàspecifica dei diversi prodotti, non sono di-

sposti a pagare un prezzo alto quanto quelloche sarebbero disposti a pagare se fossero si-curi che si tratta di un prodotto di qualitàelevata. Di conseguenza, se l’effettiva di-sponibilità a pagare risulta inferiore al costonecessario per produrre beni di alta qualità,vengono scambiate soltanto merci di bassaqualità (meno costose da produrre) e la qua-lità più elevata viene di fatto tagliata fuoridal mercato (Akerlof, 1970).

Il problema dell’asimmetria informativa èparticolarmente rilevante nell’ambito degliscambi internazionali, quando può esserepiù difficile per l’acquirente ottenere le in-formazioni necessarie per valutare la qua-lità dei beni acquistati. In questi casi siamoin presenza di fenomeni di selezione av-versa, ovvero di situazioni in cui la man-canza di informazioni certe sulla qualità diun bene porta chi acquista a non voler ri-schiare di pagare un prezzo troppo elevato,con il risultato che i beni di maggiore qua-lità e prezzo sono scartati dal mercato. Inpresenza di selezione avversa, è teorica-mente possibile che la perdita di benesserederivante dalla ridotta disponibilità a pagaredel consumatore superi il guadagno di be-nessere derivante dalla disponibilità di im-portazioni a minor costo. In tali circostanze,è possibile che la liberalizzazione degliscambi dia come risultato maggiori flussicommerciali, ma anche una diminuzionedel benessere collettivo. A livello teorico, ènoto da tempo che gli effetti legati all'in-formazione imperfetta possono limitare iguadagni di benessere resi possibili dalla li-beralizzazione grazie alla diminuzione deiprezzi e alla maggiore diversificazione del-l’offerta di prodotti (Grossman, Shapiro,1988). In questo contesto politiche pubbli-che, regolamentazioni, standard e certifica-zioni possono contribuire ad attenuare ilfenomeno.

Al fine di caratterizzare i problemi di infor-mazione posti dai diversi attributi, nella let-teratura si è soliti distinguere tre categorie:

OAM

isure n

on

tariffarie

9

Page 12: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

10

Osservatorio ACCREDIAOA

1) attributi di ricerca: i consumatori pos-sono determinare la qualità prima del-l'acquisto;

2) attributi di esperienza: i consumatoripossono determinare la qualità unavolta utilizzato il prodotto;

3) attributi di fiducia: i consumatori nonsono mai in grado di determinare laqualità.

Per quanto riguarda gli attributi di ricerca,il consumatore può valutarli prima del-l’acquisto e questo evita, almeno in lineadi principio, la situazione in cui un’infor-mazione rilevante per la conclusione diuna transazione è conoscenza privata delvenditore e ciò non consente al compra-tore di verificare l’effettiva soddisfazionedelle proprie preferenze.

Nel caso degli attributi di esperienza, laquestione fondamentale riguarda la facilitàe rapidità con cui i consumatori possonoentrare in possesso delle informazioni sullaqualità del prodotto e sull’esperienza diconsumo. Ciò rappresenta un potente in-centivo per le imprese a costruirsi una re-putazione, in quanto alta qualità (reale opercepita) e fidelizzazione tendono a ga-rantire profitti più elevati. Le imprese pos-sono garantire al consumatore resi,rimborsi o sostituzioni del prodotto e altriservizi accessori. Nel caso di prodotti ac-quistati con una certa frequenza è più fa-cile per il consumatore correggereeventuali errori ed individuare il prodottopiù soddisfacente.1 Gli strumenti a dispo-sizione delle imprese per segnalare al con-sumatore la qualità del proprio prodottosono molteplici, ad esempio attraverso lacreazione di marchi e la loro pubblicizza-zione. Evidentemente in questi casi l'ope-ratore pubblico o la certificazione privata

possono facilitare gli scambi garantendo lacorrettezza e la trasparenza delle informa-zioni fornite.

Gli attributi di fiducia sono quelli che pon-gono i maggiori problemi, poiché in pre-senza di selezione avversa le politiche di"segnalazione" da parte dei produttori ri-sultano poco credibili, a meno che l'esi-stenza di un certo livello di qualità nonvenga garantita da un ente terzo (pubblicoo privato) che disponga della necessariacredibilità e autorevolezza. Sebbene, comesi è detto, la ripetitività dei consumi facilitiil riconoscimento degli attributi di espe-rienza, molte delle caratteristiche di sicu-rezza rientrano fra gli attributi di fiducia.Se i consumatori non riconoscono la qua-lità del prodotto, acquisti ripetuti non por-teranno loro alcun supplemento diinformazione, e quindi non modifiche-ranno il loro comportamento, non of-frendo alcun incentivo per i produttori aoffrire una qualità di livello superiore. Nelcaso dei beni di "fiducia", non esiste unmeccanismo automatico di regolazione delmercato, ed è più difficile segnalare la qua-lità in modo credibile. È in questo ambito,quindi, che risulta più frequente il ricorsoalla fissazione di standard obbligatori ed acontrolli pubblici. È in tale contesto chel’Infrastruttura di Qualità (IQ) può svolgereun ruolo chiave nel garantire al mercato isuddetti attributi di fiducia.

L’IQ può ridurre i costi di ricerca per i con-sumatori relativi agli attributi di "ricerca"ed "esperienza" e può risolvere i problemidi informazione asimmetrica e garantireun certo livello di "fiducia", aumentandocosì l'utilità che i consumatori derivano dalconsumo e di conseguenza la domanda peri prodotti correttamente “segnalati” almercato e oggetto di valutazione di con-formità accreditata.

Mis

ure

no

n t

arif

fari

e

1 Si ipotizza, evidentemente, che gli errori non siano irreversibili ovvero che non mettano in pericolo la sicurezza del consumatore e, al limite,la sua stessa sopravvivenza.

Page 13: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

11

Misu

re no

n tariffarie

OA

1.4 La cooperazione normativainternazionale

La richiesta di garanzie sulla qualità dei pro-dotti, avanzata dai consumatori, ha datovita a nuove barriere commerciali, malgradole norme limitative introdotte dagli accordimultilaterali siglati negli anni ’90 nell’am-bito dell’Organizzazione Mondiale delCommercio (o World Trade Organization,WTO). Il WTO si è occupato delle potenzialibarriere al commercio di natura non tariffa-ria prevalentemente nell'ambito dell'Ac-cordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie(SPS), e rafforzando il pre-esistente Accordosulle barriere tecniche al commercio. L'in-troduzione di qualsiasi barriera alle impor-tazioni dovrebbe fondarsi su solideargomentazioni scientifiche. Tuttavia, il ten-tativo di introdurre norme internazionali fa-cendo leva esclusivamente su criteriscientifici ha dato origine a numerosi con-trasti. I paesi, infatti, non possiedono tutti ilmedesimo livello culturale e tecnico, e dun-que la medesima capacità di fare rispettarele normative. Le norme interne spesso sonoil frutto delle vicende storiche, di istanzespecifiche dei consumatori, ovvero rispec-chiano ordinamenti giuridici particolari,che prevedono incentivi per i produttori atutela della qualità dei prodotti. Da ciò sca-turisce il problema di definire delle normeinternazionali in grado di agevolare il pro-cesso di liberalizzazione degli scambi ga-rantendo al tempo stesso un adeguatolivello di tutela del consumatore.

Negli accordi internazionali, il concetto diqualità dei prodotti viene affrontato preva-lentemente dal punto di vista scientifico etecnico, mentre gli aspetti economici ven-gono valutati solo dopo l'analisi del rischioe secondariamente al rispetto delle norma-tive tecniche. In generale, l'introduzione dilimiti al libero commercio deve essere giu-stificata da solide motivazioni scientifiche.Interventi che non siano convalidati daanalisi del rischio condotte secondo meto-

dologie ben codificate, hanno scarse proba-bilità di essere dichiarati conformi agli ac-cordi internazionali dalle commissioni diesperti del WTO.

In altre parole, anche se talora viene fattoriferimento al costo economico degli inter-venti proposti (ad esempio l'Articolo 5.3 del-l'Accordo SPS), solitamente viene datomaggiore risalto alla valutazione scientificadel rischio che non ai costi e ai benefici de-rivanti dalle misure in questione. Ad esem-pio, in base all’entità del rischio, il paeseimportatore potrebbe considerare equiva-lente la regolamentazione in vigore nelpaese esportatore e accettare anche prodottinon conformi alle norme nazionali. Ciò po-trebbe ingenerare confusione e timori fra iconsumatori che potrebbero decidere di ri-durre la domanda del prodotto sia nazio-nale che estero. In questo caso, la misura delrischio non fornisce alcuna indicazione inmerito alla perdita di utilità per i consuma-tori e la valutazione tecnico-scientifica nonriflette l'impatto complessivo che quel de-terminato rischio produce sull'economia.

Venire a sapere che un determinato pro-dotto potrebbe essere pericoloso, per quantoremota sia questa probabilità, è di per sé suf-ficiente a indurre una grande quantità diconsumatori a rifiutarsi di acquistarlo, cau-sando così una elevata perdita di benessere.Un comportamento non sempre fondato suun’analisi razionale. Sul comportamento deiconsumatori, infatti, incide la rappresenta-zione mentale del rischio, anche se non so-stenuta da evidenza scientifica, che sitraduce nell’attribuzione di un’importanzaeccessiva a basse probabilità di rischio, avolte anche a causa di una sovraesposizionea casi aneddotici non rappresentativi maparticolarmente suggestivi. I problemi legatialla errata percezione del rischio fanno sìche anche quando i timori dell’opinionepubblica non sono condivisi dagli esperti,incida sul comportamento economico equindi sullo stato dell'economia.

Page 14: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

12

Mis

ure

no

n t

arif

fari

eOsservatorio ACCREDIAOA

Di conseguenza, gli interventi normatividelle autorità nazionali dovrebbero tenereconto, almeno entro certi limiti, dei timoridella pubblica opinione, per quanto ingiu-stificati. La liberalizzazione del commercio,che espone i consumatori a prodotti menoconosciuti, può fare crescere il numero dicasi in cui i consumatori diano una valuta-zione inadeguata del livello di rischio.

La percezione del rischio è estremamentesoggettiva, e altrettanto variabile è il peso at-tribuito ai rischi potenziali, o ai rischi nellungo periodo. Considerazioni di natura sog-gettiva, legate alla eterogeneità delle prefe-renze espresse dai consumatori dei diversipaesi, non si limitano alla questione della si-curezza. Ad esempio, se i consumatori sannoche i prodotti importati sono realizzati incondizioni che essi disapprovano (come illavoro minorile, la distruzione delle forestepluviali, considerazioni di carattere etico), nepotranno ridurre il consumo. Se essi hannodifficoltà a distinguere i prodotti importatida quelli nazionali, ciò potrà incidere sulconsumo di tutti i prodotti. Incidendo sullapercezione che i consumatori hanno dellaqualità media dei prodotti presenti sul mer-cato, la liberalizzazione può dunque contri-buire a ridurre la domanda o la disponibilitàa pagare dei potenziali acquirenti. È quindiconcettualmente sbagliato fondare la rego-lamentazione delle importazioni su criteri diordine strettamente sanitario senza effet-tuare una stima delle perdite potenziali, chetalvolta possono essere molto limitate, esenza prendere in considerazione, in una vi-sione più amia, i costi e i benefici per i con-sumatori.

A fronte dei fallimenti del mercato derivantidalla presenza di attributi di esperienza e fi-ducia, e più in generale dalle conseguenzedell’informazione asimmetrica, le politicheeconomiche hanno come obiettivo princi-pale quello di migliorare il contesto infor-mativo in cui effettuano le proprie scelte iconsumatori. Garantendo la veridicità del

"segnale" trasmesso dalle imprese, si possonotrasformare gli attributi di fiducia in attributidi ricerca evitando i problemi di selezioneavversa. Inoltre, rendendo obbligatoria la co-municazione di alcune informazioni si in-troduce un elemento di efficienza nelmercato nel caso degli attributi di esperienzae degli stessi attributi di ricerca.

Il miglioramento dell’informazione dispo-nibile per i consumatori permette di ripristi-nare il funzionamento dei meccanismi dimercato ma non può essere considerato unapanacea. Innanzitutto, la sua efficacia si basasulla capacità del consumatore di assorbirele informazioni fornite. Inoltre, anche esclu-dendo le caratteristiche di sicurezza, la quan-tità di attributi potenzialmente oggetto diuna politica di informazione è talmenteampia da richiedere delle scelte. L'informa-zione, infatti, va considerata una risorsascarsa che pone dei problemi di utilizzo. Alfine di determinare "quanto" e su "cosa" in-formare, a fronte dei benefici sopra menzio-nati bisogna considerare vari tipi di costi: ilcosto di produzione diretto dell'etichetta edelle informazioni riportate, il costo oppor-tunità (se aumenta lo spazio destinato alleinformazioni obbligatorie diminuisce lo spa-zio per le informazioni volontarie), il costosostenuto dai consumatori (soprattutto intermini di tempo dedicato alla scelta).

Oltre all'ammontare assoluto dei costi e be-nefici, poi, è importante la loro distribu-zione. Così, ad esempio, l'obiettivo finale diinformare i consumatori sul fatto che sola-mente alcuni prodotti o il loro processo pro-duttivo abbiano certe caratteristiche puòessere raggiunto sia imponendo di dichiararela loro presenza (e quindi il costo dell'eti-chettatura ricadrebbe su chi produce i benicon le caratteristiche o i processi in oggetto),sia imponendo di rendere nota la loro as-senza (e quindi il costo ricadrebbe su chi pro-duce i beni senza tali caratteristiche oprocessi). È altresì evidente che in molti casila regolamentazione dell’informazione ri-

Page 15: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

13

Misu

re no

n tariffarie

OA

chiede necessariamente la predisposizionedi standard, soprattutto per quanto riguardala possibilità o meno di utilizzare determi-nati appellativi e qualificazioni relative allecaratteristiche del prodotto o del processo.

Gli interventi per risolvere i fallimenti delmercato menzionati nel paragrafo prece-dente, comportano inevitabilmente dei costiche derivano da:

! necessità di identificare, raccogliere edelaborare le informazioni relative ai re-quisiti informativi sul mercato di espor-tazione. I relativi costi dipendono dallamaggiore o minore trasparenza dei re-gimi normativi;

! necessità di adattare prodotti e processiproduttivi ai requisiti richiesti nei mer-cati di esportazione. Tali costi dipendonodalle differenze esistenti tra la regola-mentazione nazionale e quella estera;

! necessità di dimostrare che i prodottiesportati rispettino i requisiti richiesti.Tali costi dipendono sia dalle differenzenei metodi di valutazione, sia dalla diffi-coltà di richiedere verifiche o certifica-zioni agli organismi accreditati dal paeseimportatore.

Obiettivo della cooperazione normativa in-ternazionale è la riduzione di questi costi at-traverso:

! scambio di informazioni;

! negoziati volti a raggiungere la conver-genza ovvero il riconoscimento (reci-proco) dell'equivalenza della normativenazionali;

! cooperazione tecnica per armonizzare oriconoscere i metodi di valutazione dellaconformità.

La letteratura economica si è occupata so-

prattutto del secondo punto ovvero dellaconvergenza dei requisiti di produzione e diprodotto. Il terzo punto, ovvero le condi-zioni relative alla dimostrazione che il pro-dotto o servizio soddisfi effettivamente irequisiti del paese importatore, può tuttaviagenerare costi significativi indipendente-mente dalla convergenza normativa. Peranalizzare tali costi, occorre considerare duetipi di questioni:

! Cosa è necessario fare per dimostrare laconformità ai regolamenti tecnici onorme?

! Chi dovrebbe essere incaricato della for-nitura di tale dimostrazione?

In linea generale, la prima questione è di na-tura tecnica. I metodi di valutazione dellaconformità dovrebbero essere basati suprove scientifiche e la cooperazione tecnicapuò aiutare a identificare i metodi più ap-propriati alle caratteristiche specifiche delprodotto e favorire la loro armonizzazione.

La seconda questione fa riferimento alle di-verse tipologie di valutazione della confor-mità, all’accreditamento di tali valutazioni eal riconoscimento degli enti di accredita-mento. Questi aspetti sono strettamente le-gati all’Infrastruttura di Qualità, IQ, inquanto la disponibilità di un paese ad accet-tare valutazioni di conformità al di fuori dalproprio controllo dipende dalla probabilità(percepita o sperimentata) di valutazioni er-ronee oltre che dai possibili danni derivantida tali errori. Ciò dipende, evidentemente,dal riconoscimento reciproco dei metodi divalutazione e dalla fiducia nell’IQ dei singolipaesi. Per ciascun paese, dotarsi di un IQ ri-conosciuta a livello internazionale consentedi ridurre i costi di esportazione delle im-prese nazionali.

La riduzione dei costi relativi alle proceduredi valutazione della conformità può riguar-dare tre aspetti (von Lampe, 2016):

Page 16: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

14

Mis

ure

no

n t

arif

fari

eOsservatorio ACCREDIAOA

! armonizzazione o mutuo riconosci-mento delle metodiche di valutazione;

! svolgimento della procedura di valuta-zione della conformità nel paese di ori-gine;

! riconoscimento degli enti di accredita-mento del paese esportatore.

Evidentemente la localizzazione dell'atti-vità di valutazione della conformità più vi-cino al fornitore e lo spostamentodell'autorità di accreditamento nel paeseesportatore ridurrà costi, riducendo allostesso tempo il controllo diretto da partedel paese importatore. In pratica, le proce-dure di valutazione della conformità coin-volgono tutta una serie di attori e numerosefasi: campionamento e test in laboratorio(o ispezione di impianti di produzione), ri-lascio dei certificati da parte dell’organismodi certificazione, accreditamento dei labo-ratori e degli organismi di valutazione dellaconformità, riconoscimento degli enti diaccreditamento.

In ognuno di questi passaggi è fondamen-tale la fiducia nelle IQ nazionali in quantoil mancato riconoscimento porta a unamoltiplicazione dei costi di certificazioneproporzionale al numero dei mercati diesportazione ovvero a un incremento deitempi e quindi dei costi di trasporto. L'ac-creditamento e gli standard internazionalisulla valutazione della conformità giocanoevidentemente un ruolo fondamentale nelriconoscimento internazionale dei risultatidelle valutazioni di conformità svolte da la-boratori e organismi di certificazione, ispe-zione, verifica e convalida.

Quali passi sono coinvolti nello sviluppodi una “catena della fiducia” dal fornitoredel paese esportatore all'acquirente / go-verno del paese importatore? Un primopasso verso una riduzione dei costi di va-lutazione della conformità è rappresentato

dall’accettazione dei risultati di esami/ve-rifiche svolte da un laboratorio stranieroaccreditato da un’autorità del paese im-portatore. Il laboratorio sarebbe a quelpunto in grado di confermare la confor-mità di un prodotto rispetto alle normativedi tutti i paesi che ne hanno riconosciutol’accreditamento. In una fase ulteriore delprocesso di mutuo riconoscimento dell’IQ,i laboratori e le altre strutture di prova po-trebbero non aver più bisogno dell'accre-ditamento esplicito dagli enti dei paesiimportatori, ma potrebbero essere accredi-tati da un’autorità del paese esportatore ri-conosciuta dal paese importatore.

Quando i processi o le caratteristiche delprodotto sono valutati rispetto a uno stan-dard, obbligatorio o volontario, i risultatidelle analisi e delle ispezioni possono por-tare al rilascio di un documento formale("certificato") che attesti la conformità delprodotto allo standard richiesto o alle spe-cifiche richieste dal cliente. La certifica-zione accreditata rappresenta un elementodi garanzia ulteriore in quanto richiede l’in-tervento di una terza parte indipendente daacquirente o produttore. Questo è partico-larmente importante quando il venditore ol'acquirente desiderano comunicare la con-formità ad uno standard a un pubblico piùampio o alle autorità pubbliche con riferi-mento a problemi di salute e sicurezza.

In questo caso un importatore potrebbe de-cidere di accettare i certificati di conformitàrilasciati da organismi e laboratori del paeseesportatore qualora questi fossero accreditatidal paese importatore o dal paese esporta-tore. Nel caso in cui il mutuo riconosci-mento delle procedure di valutazione dellaconformità fosse accompagnato da una con-vergenza normativa, un singolo certificatosarebbe valido in diversi mercati di destina-zione (compreso il mercato interno) ciò por-terebbe a una significativa riduzione deicosti per l’impresa esportatrice (Inspected, te-sted, and certified once, accepted everywhere).

Page 17: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

15

Misu

re no

n tariffarie

OA

Un moderno ed efficiente sistema di IQsoddisfa quindi le esigenze di governi, im-prese e consumatori in diversi modi. Ai go-verni consente di applicare norme eregolamenti in maniera efficace ed effi-ciente e questo garantisce ai consumatoriche vengano limitate le conseguenze nega-tive dei fallimenti del mercato; alle impreseconsente di ridurre i costi di produzione ecommercializzazione, aumentando la pro-duttività e consentendo alle imprese di es-sere più competitive nei mercati nazionalied esteri.

Il mutuo riconoscimento internazionaledelle valutazioni di conformità accreditateè inoltre fondamentale per ridurre la dupli-cazione delle valutazioni nei diversi paesi.D’altra parte, un’IQ ben funzionante a li-vello nazionale non porta automaticamentea uno “sportello unico" per la valutazionedella conformità nel commercio mondiale.La fiducia nel lavoro degli organismi di va-lutazione della conformità in altri paesideve essere costruita attraverso la coopera-zione multilaterale. A tal fine, sono statecreate una serie di istanze regionali o multi-laterali per facilitare gli accordi di reciprocoriconoscimento tra i partecipanti all’infra-struttura di qualità, soprattutto a livello diaccreditamento (WTO, 2005).

In conclusione, le politiche di regolamen-tazione nazionale affrontano specifiche im-perfezioni del mercato in una varietà dicampi che spaziano da preoccupazioni am-bientali, ai diritti dei consumatori, dalla si-curezza alimentare, al benessere deglianimali. Tali politiche possono avere comeobiettivo la riduzione delle asimmetrie in-formative (ad esempio, i requisiti di eti-chettatura), la riduzione dei rischi derivantidal consumo di determinati prodotti (adesempio, limiti alla presenza di contami-nanti e pesticidi) e il rafforzamento della so-stenibilità dell'eco-sistema (ad esempio,criteri di quarantena per prevenire la diffu-sione di parassiti e malattie). La fissazione

di standard minimi, nonostante l’aumentodei costi di produzione, riducendo l’asim-metria informativa, può portare a un au-mento piuttosto che a una riduzione delladomanda (Beghin et al., 2012).

Occorre sottolineare che, sebbene questi in-terventi possano essere giustificati dalla ne-cessità di rispondere a un fallimento delmercato, essi si prestano ad essere utilizzatiper limitare la concorrenza fra imprese sia alivello nazionale, sia - e forse soprattutto - alivello internazionale. Queste politiche, in-fatti, influiscono sia sui costi di produzione,sia sui costi di certificazione e ispezione do-ganale che possono influenzare significati-vamente i costi di trasporto e quindi i flussicommerciali. Tra i possibili esempi di bar-riere non tariffarie legate alla procedura dicertificazione possiamo citare la mancataaccettazione della dichiarazione di confor-mità del fornitore da parte dell’acquirentee conseguente necessità di ripetute ispe-zioni o analisi ovvero il mancato riconosci-mento delle certificazioni fornite dal paeseesportatore e conseguente obbligo di otte-nere la certificazione da parte di enti rico-nosciuti dal paese importatore.

Da questo punto di vista vale la pena sotto-lineare che il mancato rispetto degli stan-dard ha conseguenze non soltanto sulproduttore inadempiente ma si riflette ne-gativamente sulla reputazione dell’interopaese coinvolto. In presenza di risorse limi-tate disponibili per le ispezioni doganali Ta-ghouti et al. (2016) mostrano che leverifiche dell’UE relative agli standard sani-tari e fitosanitari si concentrano soprattuttosui prodotti sensibili ovvero che hanno sol-levato problemi in passato soprattutto seprovenienti da determinati paesi.

Come si vedrà nel paragrafo successivo, l'in-troduzione di standard di produzione rap-presenta quindi una barriera tecnica cherientra nella più vasta tipologia delle bar-riere non tariffarie.

Page 18: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

16

Mis

ure

no

n t

arif

fari

eOsservatorio ACCREDIAOA

Questo tipo di barriere agli scambi stannoassumendo un'importanza sempre maggiorenella misura in cui gli accordi commerciali ela creazione di zone di libero scambio ounioni doganali hanno condotto a notevoliprogressi in materia di riduzione o addirit-tura eliminazione delle barriere doganali. Ladefinizione di regole tese ad ostacolare ilpossibile uso delle politiche per la qualità ela sua certificazione come strumenti di pro-tezione è sempre più spesso al centro dei ne-goziati internazionali.

Per quanto riguarda i possibili effetti prote-zionistici derivanti dalla regolamentazionedella qualità, essi risultano evidenti qualorasi applichino nei confronti dei prodotti stra-nieri norme più severe di quelle in vigoreper i prodotti nazionali. Tale possibilità ètuttavia proibita dalle regole multilateralipreviste dal WTO (cfr. capitolo 3).

Anche nel caso vi sia uno standard unico peri prodotti nazionali e importati, tuttavia, èpossibile operare una discriminazione im-plicita qualora lo standard sia fissato in ma-niera tale da rendere impossibile, difficile ocomunque particolarmente costoso l'ade-guamento da parte dei produttori stranieri.D'altra parte va ricordato che alcune politi-che per la qualità, come ad esempio l'eti-chettatura, possono facilitare l'apertura deimercati poiché rappresentano uno stru-mento per evitare che la liberalizzazioneporti ad una diminuzione del benesserecomplessivo.

1.5 Definizioni delle NTM

Secondo l’UNCTAD (2013) le misure non-tariffarie (NTM) comprendono tutte le poli-tiche diverse dai dazi che influenzino i costidel commercio internazionale. Si tratta diuna definizione assai ampia in quanto com-prende sia le tradizionali politiche doganaliche agiscono sulle quantità invece che suiprezzi, ad esempio attraverso quote, sia qual-siasi politica nazionale, non necessaria-

mente applicata alla frontiera, che abbia unqualche effetto sui flussi commerciali.

In questo studio non ci occuperemo delletradizionali politiche commerciali applicatealla frontiera attraverso interventi sui prezzi,tasse e sussidi, o sulle quantità attraversoquote, che possono riguardare tanto le im-portazioni quanto le esportazioni. Ci con-centreremo invece sulle misure di politicaeconomica che influenzano la sostituibilitàtra prodotti nazionali e importati a prescin-dere dal trattamento doganale. Si tratta diun insieme di misure che per le loro carat-teristiche tecniche sollevano delicati pro-blemi di applicazione in quanto le stesseprocedure e pratiche amministrative relativealla loro applicazione possono rappresentareun elemento di discriminazione tra produt-tori di nazionalità diversa. Le procedure divalutazione per determinare la conformitàovvero ottenere una certificazione possonocomportare costi differenziati a causa di ri-tardi o della mancanza di strutture e infor-mazioni adeguate.

Il WTO (2012) distingue nell’ambito delleNTM quelle basate sulle quantità, quelle ba-sate sui prezzi e quelle basate sulla qualità. Lequote all’importazione (o all’esportazione)rappresentano l’esempio tipico di NTMquantitativa amministrata alla frontiera. LeNTM basate sui prezzi comprendono invecetasse e sussidi alla produzione. Infine le NTMbasate sulla qualità riguardano le caratteri-stiche tecniche dei prodotti e rappresentanol’oggetto principale di questo studio.

Le NTM comprendono tutte le politicheche generano costi di commercio nelle fasiche vanno dalla produzione al consumo fi-nale. Le NTM si dividono in tecniche e non-tecniche e queste ultime, a loro volta, sidividono in misure dirette (su prezzi oquantità), misure contingenti (ad esempiomisure di salvaguardia o anti-dumping) ealtre misure (ad esempio quelle relative agliinvestimenti esteri).

Page 19: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

17

Misu

re no

n tariffarie

OA

Una simile definizione comprende sia lemisure doganali, destinate ai prodotti im-portati, sia le politiche interne che riguar-dano tanto i prodotti nazionali quantoquelli stranieri. Soprattutto, però, la defi-nizione comprende sia misure che ostaco-lano gli scambi, sia misure che li facilitano.

Nel dettaglio, la classificazione UNCTADprevede 16 capitoli che comprendono mi-sure relative alle importazioni e alle espor-tazioni. Le misure tecniche, capitoli A e B,riguardano caratteristiche e specifiche tec-niche dei prodotti o dei processi di produ-zione. Ricadono all’interno di questicapitoli anche i metodi di valutazione econtrollo della conformità agli standard ele regolamentazioni tecniche. I capitoli daC ad O, sono quindi considerati non-tec-nici trattando di questioni relative a com-mercio, diritti di proprietà intellettuale,acquisti pubblici o regole di origine. Infine,non vanno dimenticati gli ostacoli ammi-nistrativi che aumentano i costi di tra-sporto a causa dei tempi di attesa per la

certificazione, la mancanza di informa-zioni adeguate o la carenza delle infra-strutture.

La tabella 1 riporta l’elenco delle misureclassificate dall’UNCTAD.

Non tutte queste misure sono utilizzatecon la stessa frequenza e molte sono, difatto, non utilizzate da molti paesi. Nel-l’ambito della classificazione precedente, èassolutamente preminente l’importanzadelle misure tecniche.

La Figura 1 mostra la distribuzione dellemisure non-tariffarie tra paesi. Le misuretecniche (misure sanitarie e fitosanitarie,barriere tecniche al commercio) rappre-sentano, per la maggior parte dei paesi, leprincipali misure non-tariffarie adottate.L'Unione europea è uno dei paesi con ilpiù ampio uso di misure tecniche: questerappresentano quasi il 96% di tutte le mi-sure adottate (quota di codici NTM adot-tati sul totale).

Fonte: UNCTAD

Tabella 1 - Classificazione UNCTAD delle Non Tariff Measures (NTM)

Misure tecniche

Misure non tecniche

ABC

DEFGHIJKLMNO

P

Misure sanitarie e fitosanitarieBarriere tecniche al commercioIspezioni e altre formalità

ContingentamentiLicenze, quote e altre misure di controllo delle quantitàMisure di controllo sui prezzi, incluse tasse e oneri aggiuntiviMisure finanziarieMisure anticoncorrenzialiMisure d'investimento connesse al commercioRestrizioni alla distribuzioneRestrizioni sui servizi post-venditaSussidi (esclusi i sussidi all'export P7)Restrizioni sugli appalti pubbliciProprietà intellettualeRegole di origine

Misure connesse all'esportazione

Importazioni

Esportazioni

Page 20: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

18

Mis

ure

no

n t

arif

fari

eOsservatorio ACCREDIAOA

Tra le misure tecniche adottate dall'UE, leprincipali riguardano le cosiddette barrieretecniche al commercio, circa due terzi deltotale delle misure adottate, e in secondoluogo le misure sanitarie e fitosanitarie,circa un terzo. In confronto gli USA fannoun minore utilizzo di misure tecniche(meno dell'82%), ma un maggior ricorso a

misure non-tecniche e misure sull'export.Dal punto di vista della distribuzione dellemisure non-tariffarie, ovvero della fre-quenza di applicazione delle singole misure,possiamo affermare che l'Unione europeaha una spiccata tendenza alla regolamenta-zione e al controllo dei flussi commercialiin entrata.

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 1 - Distribuzione delle tipologie di NTM nei diversi paesi

Unione europeaTailandia

IndiaBrasile

VietnamStati Uniti

TurchiaMaroccoMessico

GiapponeAustralia

Arabia SauditaFilippine

SingaporeSvizzera

ArgentinaRussia

CanadaTunisia

Emirati Arabi Uniti

Misure tecniche Misure non tecniche Misure connesse all'esportazione

Unione europeaTailandia

IndiaBrasile

VietnamStati Uniti

TurchiaMaroccoMessico

GiapponeAustralia

Arabia SauditaFilippine

SingaporeSvizzera

ArgentinaRussia

CanadaTunisia

Emirati Arabi Uniti

A - Misure sanitarie e fitosanitarie B - Barriere tecniche al commercio

C - Ispezioni e altre formalità D-O - Misure non tecniche

P - Misure connesse all'esportazione

Page 21: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

19

Misu

re no

n tariffarie

OA

Tabella 2 - Tipologie di NTM adottate dall’Unione europea

A - Misure Sanitarie e Fitosanitarie

B - Barriere Tecniche al commercio

C - Ispezioni e altre formalità

C400 Requisiti di monitoraggio e sorveglianza delle importazioni e altre misure di autorizzazione automatica

G - Misure finanziarie

E100

E111E112

Criteri non automatici di autorizzazione per l'importazione diversi dalle autorizzazioniper motivi SPS o TBTCriteri di autorizzazione senza criteri specifici ex-anteAutorizzazione per usi specifici

E129

E212E321

Autorizzazione per motivi non economici

Assegnazione del paeseDivieto per motivi religiosi, morali o culturali

G110 Deposito anticipato per l'importazione

B110B140B150

B190

B210

B220B310B320B330B410B420

Divieti per motivi TBTRequisiti di autorizzazioneRequisiti di registrazione per importatori

Proibizioni/restrizioni alle importazioni coerenti con gli obiettivi stabiliti negli accordi TBTLimiti di tolleranza per residui di o contaminazioneda una certa sostanzaRestrizione all'uso di certe sostanzeRequisiti di etichettaturaRequisiti di marcaturaRequisiti di imballaggioNormative TBT sui processi di produzioneRegolamentazione TBT su trasporto e stoccaggio

B490B600B700

B800

B810

B820B830B840B850B851B853

Requisiti di produzione e post produzioneProduct identity requirementRequisiti di qualità e performance dei prodottiValutazioni di conformità

Requisiti di registrazione dei prodotti

Requisiti di prova di laboratorioRequisiti di certificazioneRequisiti di ispezioneRequisiti di tracciabilitàOrigine di materiali e partiDistribuzione dei prodotti dopo la consegna

A120A130A140

A150

A190A210

A220

A310A320A330A400A410A420

Restrizioni geografiche sull'ammissibilitàApproccio sistemicoObbligo di autorizzazione speciale per motivi SPS

Requisiti di registrazione per importatori

Divieti / restrizioni all'importazione per motivi SPSLimiti di tolleranza per residui di o contaminazioneda una certa sostanzaLimitazioni all'uso di certe sostanze negli alimenti e nei mangimiRequisiti di etichettaturaRequisiti di marcaturaRequisiti di imballaggioRequisiti igieniciCriteri microbiologici del prodotto finalePratiche igieniche durante la produzione

A520A530A590

A600

A630A640

A820

A830A840A850A851A852A853

IrradiazioneFumigazioneTrattamento per l'eliminazione di parassitianimali e vegetali e di organismi patogeninel prodotto finaleAltri requisiti sui processi di produzione o post produzioneLavorazione di alimenti e mangimiCondizioni di stoccaggio e trasporto

Requisiti di prova di laboratorio

Requisiti di certificazioneRequisiti di ispezioneRequisiti di tracciabilitàOrigine di materiali e partiStoria dei processiDistribuzione dei prodotti dopo la consegna

H - Misure anticoncorrenziali

Imprese commerciali statali, per l'importazioneH110

P - Misure connesse all'esportazione

Criteri di autorizzazione per l'esportazione Requisiti di ispezione Certificazioni richieste dal paese esportatore

P130P610P620

Fonte: UNCTAD

E - Licenze, quote e altre misure di controllo delle quantità

Page 22: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

20

Mis

ure

no

n t

arif

fari

eOsservatorio ACCREDIAOA

La Regolamentazione del mercato in Eu-ropa risolve i problemi di asimmetria in-formativa già evidenziati e facilita ilfunzionamento del mercato unico (Capi-tolo 4). Tale Regolamentazione poggiasull’efficace funzionamento di un’infra-struttura della qualità europea che costi-tuisce una best practice per i mercatiinternazionali.

La tabella 2 elenca le misure non-tariffarieadottate dall'UE in almeno un caso. Sinota che le misure sanitarie e fitosanita-rie nonché le barriere tecniche al com-mercio presentano una grande varietà ditipologie applicate, mentre le misure non-tecniche applicate in ambito UE sono re-lativamente poche e si limitano a licenze,quote e altri limiti quantitativi, misure fi-nanziare e misure quantitative. Notiamoche esistono obblighi di autorizzazione,registrazione e certificazione sia perquanto riguarda le misure sanitarie e fito-sanitarie sia nell'ambito delle barriere tec-niche al commercio.

Nicita e Guordon (2012), utilizzando unabanca dati che comprende UE, Giappone e29 paesi in via di sviluppo, calcolano chele barriere tecniche colpiscono circa il 30%dei prodotti, mentre l'incidenza delle mi-sure sanitarie e fitosanitarie è intorno al15%. È chiaro che la predominanza diquesti due tipi di misure dimostra che ungrande cambiamento nel commerciomondiale ha avuto luogo negli ultimiventi anni: a seguito degli accordi multi-laterali e regionali le tariffe sono diminuitee non rappresentano più le principali mi-sure di politica commerciale.

La rilevanza delle misure sanitarie e fitosa-nitarie e delle barriere tecniche è attestataanche dalla rilevanza in ambito multilate-rale visto che sono oggetto di due accordinell’ambito del WTO (cfr. capitolo 3). Con-cludiamo sottolineando che sebbene mi-sure non tariffarie e barriere non tariffariesiano spesso usate come sinonimi, i duetermini non sono affatto intercambiabili.A differenza delle barriere tariffarie chehanno come unico obiettivo la riduzionedei flussi commerciali, le misure non tarif-farie possono avere un effetto positivo onegativo sull’integrazione commerciale.Cosa ancor più importante, possono risol-vere dei fallimenti del mercato come dettoe il loro impatto in termini di efficienza vadeterminato caso per caso.

Il termine barriere non tariffarie andrebbeinvece riferito alle misure non tariffarie chenon risultino giustificate rispetto all’obiet-tivo della massimizzazione dell’efficienzaa livello globale ovvero portino a una ri-duzione del reddito mondiale potenziale(Fisher e Serra, 2000; Marette e Beghin,2010). Una tale definizione delle barrierenon tariffarie è evidentemente più restrit-tiva rispetto a quella convenzionale, cheinclude tutti gli interventi che distorconoi flussi commerciali. Adottando il criteriodell’efficienza, misure volte a correggere glierrori del mercato, potrebbero anche averequalche effetto protezionistico, senza perquesto rientrare necessariamente nella de-finizione di barriere non tariffarie. L'ana-lisi economica dovrebbe rappresentare ilquadro di riferimento in base al quale de-cidere, di volta in volta, se un interventorientra o meno nella categoria delle bar-riere non tariffarie.

Page 23: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

21

Misu

re no

n tariffarie

OA

Analisi formale degli effetti delle misure non tariffarie e delle regolamentazioni

L’analisi riportata nel grafico, basata su ipotesi estremamente semplificate, ha l’obiettivo di illustrare le conse-guenze degli effetti teorici attraverso cui l’introduzione di misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) o tecniche agliscambi (TBT) possono modificare l’equilibrio di mercato.

Effetto dell’introduzione di una regolamentazione tecnica o sanitaria

Equilibrio in assenza di regolamentazione. Un paese ha una curva di offerta (S) e fronteggia sul mercato di espor-tazione una curva di domanda (D) per il proprio prodotto. L’equilibrio di mercato E identifica il prezzo (Pe) e laquantità (Qe) ottenuti dalle imprese esportatrici in assenza di interventi da parte del paese importatore.

Come la regolamentazione modifica l’offerta di esportazioni. Se le imprese devono adeguare il processo di produ-zione a una nuova regolamentazione, i costi di produzione aumentano spostando la curva di offerta verso l’alto(S’). Vale la pena di sottolineare che in aggiunta ai costi di produzione, lo spostamento della curva di offerta èinfluenzato anche dai costi di certificazione/accreditamento sostenuti per servire il mercato estero. Nel caso incui fossimo in presenza di una barriera non tariffaria, ovvero la regolamentazione fosse introdotta con finalitàmeramente protezionistiche, la domanda espressa dai consumatori non cambierebbe e il nuovo equilibrio di mer-cato (B) sarebbe caratterizzato da una riduzione della quantità esportata (Qb < Qe) e da un prezzo maggiore(Pb > Pe) rispetto alla situazione precedente.

La distanza tra S e S’ rappresenta l’equivalente tariffario della barriera non tariffaria ma è importante notare chequest’ultima è ancor più dannosa di un dazio in quanto non genera alcuna entrata per il bilancio pubblico.D’altra parte, se la regolamentazione fosse necessaria per risolvere un fallimento del mercato dovuto, ad esem-pio ad un’esternalità negativa di produzione, si tratterebbe di una misura non tariffaria che migliora l’efficienzadel mercato attraverso una riduzione degli scambi. Tale riduzione, e il conseguente aumento dei prezzi, può es-sere però minimizzata attraverso un miglioramento dell’Infrastruttura di Qualità che contribuisca a limitare lospostamento verso l’alto della curva di offerta.

Come la regolamentazione modifica la domanda di importazioni. L’introduzione di una regolamentazione che ri-solva un problema di asimmetria informativa, oltre a modificare la curva di offerta, ha come effetto quello di ras-sicurare i consumatori che aumenteranno la disponibilità a pagare (curva D’). Nel grafico il nuovo equilibrio (M)comporta un aumento sia del prezzo (Pm > Pe), sia della quantità (Qm > Qe) esportata ma mentre il primo èinevitabile, l’impatto sulle quantità dipende dall’entità degli shock oltre che dall’elasticità delle curve di do-manda e offerta. In ogni caso, anche qualora si registrasse una riduzione degli scambi, saremmo in presenza diuna misura non tariffaria che migliora l’efficienza. D’altra parte, risulta ancora una volta cruciale il ruolo svoltodall’Infrastruttura di Qualità: riducendo l’impatto negativo sui costi, ovvero lo spostamento verso sinistra dellacurva di offerta, e aumentando l’impatto positivo sulla fiducia dei consumatori, ovvero lo spostamento verso de-stra della curva di domanda, aumenta la probabilità che l’effetto complessivo sugli scambi sia positivo.

Prezzi

Quantità

PmPb

Pe

S’ S

MB

E

Qb QmQe

DD’

Page 24: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

22

Mis

ure

no

n t

arif

fari

eOsservatorio ACCREDIAOA

1.6 Misurazione delle NTM

La misurazione delle NTM pone innanzitutto il problema di quantificare interventidi natura regolamentare e normativa cheabbiano carattere eminentemente qualita-tivo. I diversi approcci proposti in lettera-tura possono essere ricondotti a 3 tipologieprincipali (Cipollina e Salvatici, 2011).

Misura di incidenza

Le misure di incidenza si basano sulle in-formazioni relative alle NTM senza consi-derare il loro impatto o la rilevanza deiprodotti interessati. Di conseguenza que-sto tipo di misure difficilmente può dareindicazioni sul loro impatto.

L’approccio più diffuso è quello di fare uninventario delle misure esistenti misu-rando il numero totale o medio delle mi-sure adottate da ciascun importatore.Indicatori di questo tipo, calcolati dal-l’UNCTAD sulla base della banca datiTRAINS, sono rappresentati dagli indici difrequenza e prevalenza: il primo indica lapercentuale di prodotti in cui è presente al-meno una NTM, il secondo il numeromedio di NTM per ciascun prodotto.

Poiché le diverse NTM hanno impatti di-versi e la stessa misura potrebbe avere ef-fetti differenti in mercati diversi, è difficileinterpretare gli indici di frequenza. Un va-lore più elevato, infatti, non implica ne-cessariamente una maggior protezione delmercato interno. La stessa evoluzione tem-porale potrebbe essere fuorviante nella mi-sura in cui le nuove misure sostituiscono omodificano regolamenti precedenti di cuinon viene notificata l’abrogazione.

Sebbene l’inventario delle misure esistentinon rappresenti un’informazione suffi-ciente per trarre conclusioni e fare con-fronti, si tratta di dati assolutamentenecessari per procedere a stime più raffi-

nate, ad esempio qualora vengano utiliz-zate come variabili esplicative all’internodei modelli gravitazionali che stimano gliscambi bilaterali tra paesi.

Qualora si vogliano distinguere le barrierenon tariffarie dalle misure non tariffarienell’ambito degli indici di frequenza, unapproccio possibile è quello di affidarsi allapercezione dei governi e considerare comeprotezionistiche le misure oggetto di con-troversia. Fontagnè et al. (2015), ad esem-pio, considerano come barriere quellemisure non tariffarie che sono state men-zionate come ‘specific trade concerns’ insede WTO.

In alternativa occorre valutare nel merito lesingole misure. Li e Beghin (2014), ad esem-pio, considerano protezionistici gli stan-dard che prevedono soglie più stringentirispetto a quelle comunemente adottatenegli altri paesi. A questo proposito va te-nuto presente che un’accurata valutazionedelle misure adottate da ciascun importa-tore non può avvenire in assoluto ma vamessa in relazione alla regolamentazioneesistente negli altri paesi. In altri termininon conta soltanto la numerosità o severitàdegli standard ma anche la loro eteroge-neità: così, ad esempio, l’intensità regola-toria tiene conto sia del valore medio, siadella deviazione standard del numeromedio di NTM per ciascun prodotto. Unaconseguenza non banale dell’osservazioneprecedente è che le misure non tariffariehanno un impatto, diverso per ciascunesportatore, anche quando non sono espli-citamente discriminatorie. Per un’impresa,infatti, l’aggravio di costo necessario per ri-spettare lo standard estero è più o meno ele-vato a seconda delle caratteristiche impostedalla legislazione nazionale.

Misure di risultato

Il modo più semplice per tenere conto dellecaratteristiche dell’economia a cui si appli-

Page 25: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

23

Misu

re no

n tariffarie

OA

cano le NTM è quello di pesare le misure diincidenza sulla base delle quote di mercatodi ciascun prodotto. Così, ad esempio, sipuò calcolare il Grado di copertura comepercentuale delle importazioni interessatedalle NTM. La ponderazione delle misure diincidenza consente di far interagire le NTMcon le caratteristiche strutturali di ciascunmercato ma questo introduce un evidenteelemento di endogeneità che porta a una si-stematica sottovalutazione. Al limite, se lemisure non tariffarie eliminassero del tuttole importazioni il grado di copertura sarebbepari a zero e questo renderebbe indistingui-bili un paese che adottasse il libero scambioe un paese che perseguisse l’autarchia.

Un’altra tradizionale misura di risultato èil cosiddetto differenziale di prezzo calco-lato come differenza tra il prezzo sul mer-cato interno e quello prevalente sulmercato mondiale. Nella misura in cuitale differenza eccede il livello delle bar-riere tariffarie, si può attribuire tale ecce-denza all’effetto congiunto di tutte lemisure non tariffarie imposte dal paeseimportatore.

Il differenziale di prezzo (DP) per un pro-dotto k viene calcolato come segue:

dove Pdk rappresenta il prezzo interno e Pwk

il prezzo mondiale del k-esimo prodotto,tk è la tariffa ad valorem, ovvero espressain termini percentuali rispetto al prezzomondiale e Ck sono i costi di trasportoespressi anch’essi in termini percentuali.Il calcolo ha bisogno di dati accurati e ri-chiede una serie di scelte che possono in-fluenzare significativamente i risultati. Ladifferenza, infatti, dipende dal tasso dicambio utilizzato per convertire i prezzimondiali, dal punto della filiera in cui simisura il prezzo interno, dall’esistenza dipossibili rendite di monopolio e, soprat-

tutto, dall’ipotesi che i prezzi mondiali equelli interni si riferiscano a beni omoge-nei ovvero che le differenze di prezzo nonriflettano qualità diverse piuttosto che lapresenza di NTM (Beghin, 2017).

Misure di equivalenza

Per arrivare ad una misura coerente oc-corre adottare una metrica comune nellospazio dei prezzi o delle quantità. Di so-lito ci si propone di esprimere le NTM at-traverso un ‘equivalente tariffario (advalorem)’ che altera il livello del prezzo fi-nale. In linea di principio gli effetti delleNTM possono essere quantificati sti-mando la tariffa che dovrebbe produrre lostesso impatto globale. Tuttavia, gli im-patti di ostacoli non tariffari sono multi-dimensionali e non vi è alcuna misura chedia un'equivalenza in tutte le dimensioni.Di conseguenza, un unico criterio di equi-valenza deve essere stabilito e gli effettidelle NTM vanno quantificati rispetto alladimensione specifica a cui siamo interes-sati (Cipollina e Salvatici, 2008).

Quando si tenta di aggregare diverseNTM, un intuitivo sistema metrico è for-nito dall’ammontare di commercio. Talemetodo va alla ricerca di elementi chemostrino la riduzione/aumento dei flussicommerciali in seguito all’applicazione diNTM. Il dazio ad valorem equivalente ta-riffario di NTM è il dazio ad valorem chedovrebbe indurre lo stesso livello di im-portazioni, pari a quello che si otterrebbein seguito all’applicazione delle NTM, edè possibile utilizzare questo come base diaggregazione utilizzando un approccio di-retto o indiretto, basandosi su dati diprezzo o di volume degli scambi.

Il primo e più comune, chiamato da Chene Novy (2012) "approccio diretto", com-porta la raccolta di dati osservabili sull'in-cidenza di NTM e quindi stimare il loroimpatto sul mercato.

Page 26: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

24

Mis

ure

no

n t

arif

fari

eOsservatorio ACCREDIAOA

La letteratura ritiene che le norme ab-biano un impatto più significativo sulcommercio internazionale che sulla pro-duzione, sulle esportazioni dei paesi invia di sviluppo rispetto ai paesi indu-strializzati, sulle piccole rispetto allegrandi imprese esportatrici e sul margineestensivo del commercio rispetto al mar-gine intensivo (Ederington e Ruta, 2017).

Il secondo approccio che Chen e Novy(2012) propongono come "approccio in-diretto" comporta la stima dell’esistenzadi NTM partendo da anomalie di mer-cato (ad esempio, inspiegabili divari diprezzo o flussi commerciali più piccolidel previsto).

Quindi, l'approccio indiretto implica ti-picamente la stima ipotetica di flussicommerciali (o prezzi) in assenza di NTMe quindi di dedurre le dimensioni dellebarriere non tariffarie dalla deviazionetra un livello ipotetico e il commercio ef-fettivo.

In assenza di flussi commerciali la stimadell'equivalente tariffario delle regola-mentazioni tecniche è un compito assaiimpegnativo perché non è possibile farealcun riferimento alle importazioni esi-

stenti e perché parte della tariffa equiva-lente potrà essere ridondante quando ilcriterio è strettamente proibitivo.

Stime sulle quantità associate ad infor-mazioni sull’elasticità della domanda diimportazioni possono essere utilizzateper ricavare stime dell’effetto di prezzo equindi per stimare i dazi ad valoremequivalenti.

Questa è la metodologia seguita in Kee,Nicita e Olarreaga (2009) che mostra al-cuni interessanti risultati: primo, le NTMsembrano limitare i flussi commercialiinternazionali più delle tariffe; secondo,le restrizioni sul commercio causate delleNTM in contrapposizione alle tariffesono più evidenti nei paesi sviluppati ri-spetto ai paesi in via di sviluppo; terzo, leNTM hanno un maggiore impatto sulcommercio piuttosto che sulla produ-zione agricola.

I problemi che potrebbero sorgere nellastima e interpretazione delle NTM cometariffe equivalenti sono piuttosto com-plessi. Tali misure non derivano infatti dadati osservati direttamente ma richie-dono alcune ipotesi sul modello utiliz-zato e sulla metodologia di calcolo.

Misure di incidenzaL’indice di frequenza (F) è calcolato come:

dove l’indice p indica un prodotto importato sulla base della classificazione del Sistema armonizzato interna-zionale (Harmonized System). NTM indica la presenza di una misura tariffaria mentre D è una variabile dico-tomica che ha valore 1 in presenza di un flusso di importazioni positivo. F indica quindi la percentuale di prodottiimportati soggetta a NTM.Visto che uno stesso prodotto può essere interessato da più misure, è possibile calcolare il numero (#) medio dimisure per ciascun prodotto come:

Page 27: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

25

Misu

re no

n tariffarie

OA

1.7 Incidenza delle NTMCome accennato, due indicatori standardper valutare l'uso complessivo di NTM neivari paesi sono il rapporto di copertura el'indice di frequenza. Il primo consente diacquisire la percentuale del commercio

soggetta a misure non tariffarie, mentre laseconda mostra la percentuale di prodottiper i quali si applicano una o più NTM.Utilizziamo questi indicatori nelle figure 2e 3 per illustrare la loro rilevanza negliscambi di Unione europea e USA.

Misure di risultatoIl grado di copertura (C) è calcolato come:

dove l’indice p indica un prodotto importato sulla base della classificazione del Sistema armonizzato interna-zionale (Harmonized System). NTM indica la presenza di una misura tariffaria mentre V rappresenta il valore delleimportazioni del prodotto p. Il denominatore rappresenta il valore complessivo delle importazioni e C rappre-senta quindi la percentuale di commercio soggetta a misure non tariffarie.

Misure di equivalenzaPer avere un’idea di come si proceda alla stima econometrica diretta di equivalente tariffario per le NTM si ipo-tizzi che la funzione (log-lineare) della domanda di importazioni sia:

(1)

Mp indica le importazioni di un prodotto (p), NTM è una variabile dicotomica che indica la presenza di misurenon tariffarie, Ci e Ce sono due vettori relativi alle caratteristiche del paese importatore (i) o esportatore (e),mentre tp è la protezione tariffaria esistente su p.Una volta ottenute le stime dei parametri α, l’equivalente ad valorem (AVE) dell’NTM si calcola attraverso i se-guenti passaggi. Innanzi tutto si calcola il rapporto tra valore delle importazioni previsto con (NTM = 1) e senza(NTM = 0):

(2)

Allo stesso modo si procede al calcolo del rapporto tra valore delle importazioni in presenza di un dazio AVE ein assenza di dazi:

(3)

Il valore del dazio che rende uguali (2) e (3)

rappresenta l’equivalente ad valorem richiesto:

Vale la pena di sottolineare che il parametro relativo a NTM (α3) può risultare sia positivo, sia negativo inquanto, come si è detto, le misure non tariffarie possono anche far aumentare gli scambi. D’altra parte,anche qualora l’impatto sia negativo, va sottolineato che il livello del coefficiente è molto influenzato dal-l’Infrastruttura di Qualità dei paesi coinvolti: una maggiore integrazione di tale infrastruttura, infatti, può ri-durre notevolmente l’impatto negativo sugli scambi delle misure non tariffarie.

Page 28: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

26

Osservatorio ACCREDIAOA

Il tasso di frequenza delle misure non-ta-riffarie indica la percentuale di prodotti aiquali si applicano una o più misure sul to-tale dei prodotti importati.

Il tasso di copertura delle misure non-ta-riffarie indica la percentuale dell'importgravato da una o più misure. Rispetto altasso di frequenza, che si basa sul numerodi prodotti, il tasso di copertura è calcolatosul valore dei beni importati.

L'UE applica una o più misure non-tariffa-rie sulla quasi totalità dell'import: circa il94% dei prodotti deve rispettare almeno

una misura; a ciò corrisponde in termini divalore oltre il 94% dell'import. Questi tassidi frequenza e di copertura sono partico-larmente alti sia rispetto a un paese simileper grado di sviluppo come gli USA, sia ri-spetto alla media mondiale che presentaun tasso di frequenza di appena il 43% eun tasso di copertura del 72% (notiamotuttavia che questo aggregato è basato sui75 paesi disponibili e pertanto non risultacompletamente informativo).

Figura 3 - USA: incidenza delle NTM

61,5%

29,8%

77,4%

31,9%

Importazioni Esportazioni

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

61,5%

77,4%

43,0%

72,0%

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

USA World*

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 2 - Unione europea: incidenza delle NTM

93,9%

10,1%

94,3%

5,8%

Importazioni Esportazioni

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

93,9% 94,3%

43,0%

72,0%

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

EU World*

Page 29: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

27

Co

mm

ercio in

ternazio

nale

OA

Quasi tutti i settori e i prodotticoinvolti nel commercio inter-nazionale sono colpiti da qual-che tipo di misura non tariffaria

(NTM). Alcuni settori però sono decisa-mente più soggetti a questo tipo di misureper via dell’impatto che possono avere sullasalute dei consumatori o degli utilizzatori,o per i potenziali effetti dannosi che po-trebbero causare all’ambiente o alla sicu-rezza. Alcuni prodotti importati devonorispettare più misure non tariffarie allostesso tempo, con evidenti costi di aggiu-stamento per gli esportatori esteri. Pertantouna misura sintetica ma informativa diquanto siano rilevanti o gravose le NTM èrappresentata dal conteggio del numero di

misure che i prodotti devono rispettare, lacosiddetta prevalenza delle misure non ta-riffarie. Per quanto riguarda l'import del-l'UE, circa la metà delle importazioni deverispettare una misura, mentre circa il 40%dei prodotti deve effettivamente rispettaredue o più misure. Solo il 6,6% dei prodottiimportati non è gravato da alcun tipo dimisura. Anche negli USA, l’applicazione diNTM alle importazioni appare assai diffuso.Infatti, sebbene risulti che oltre un terzo deiprodotti importati sul mercato americanonon sia soggetto a NTM, la percentuale diprodotti soggetta a tre o più misure si atte-sta al 21%; in particolare, quasi la totalitàdei prodotti alimentari e vegetali è soggettaad un numero elevato di misure.

2. I settori maggiormente influenzati dalle barriere non tariffarie nel quadro del commercio internazionale

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Tabella 3 - Prevalenza delle NTM applicate dall’UE per settore di importazione

AnimaliVegetaliProdotti alimentariMineraliCombustibiliProdotti chimiciPlastica e gommaPelli e cuoioLegnoTessile e abbigliamentoCalzatureMinerali e vetroMetalliMacchinari ed apparecchi elettriciMezzi di trasportoVarie

Totale Prodotti importati

No NTM4,5%1,1%0,5%

42,9%39,5%4,2%6,2%1,5%

16,2%0,0%8,5%

24,6%8,2%1,4%6,2%

16,1%

6,6%

1 tipo2,1%3,7%7,1%

45,7%60,5%60,7%53,1%31,9%2,1%

59,6%91,5%59,5%76,0%88,6%81,5%69,2%

54,2%

2 tipi74,7%87,8%80,1%11,4%0,0%6,0%

32,7%55,1%45,1%15,7%0,0%

15,9%15,6%9,3%

12,3%12,4%

26,5%

3+ tipi18,8%7,4%

12,3%0,0%0,0%

29,1%8,1%

11,6%36,6%24,8%0,0%0,0%0,2%0,7%0,0%2,3%

12,8%

Page 30: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

28

Co

mm

erci

o i

nte

rnaz

ion

ale

Osservatorio ACCREDIAOA

Le differenze osservate nell’impiego diNTM tra UE e USA mostrano rilevanti di-sparità di trattamento. Si è lontani dal-l’armonizzazione di queste misure,nonostante si tratti di stretti partner com-merciali, con livelli di reddito e sviluppoparagonabili, aderenti entrambi agli ac-cordi multilaterali su questi temi. Proprioper cercare di superare le barriere postedalle differenze negli standard delle duearee, nel 2013 erano stati avviati i negoziatiper il Transatlantic Trade and InvestmentPartnership (TTIP) tra USA e UE. Uno deiprincipali intenti di questo accordo com-merciale era trovare un sistema di armo-nizzazione o di mutuo riconoscimentodegli standard che facilitasse l’accesso aimercati sulle due sponde dell’Atlantico.

Purtroppo ancora una volta l’eliminazionedelle barriere non tariffarie (NTB) è risultatomolto più problematico rispetto all’elimi-nazione delle tariffe, e i negoziati sulle NTMtra UE e USA si sono incagliati diverse volte,

fino a quando la nuova amministrazioneamericana ha interrotto i negoziati nel 2017

2.1 L’impiego delle NTM da parte dell’UE per tipologie e per settoriOvviamente, la tipologia di misure appli-cate cambia tra settori2. A livello comples-sivo, in termini di distribuzione dellemisure non-tariffarie applicate dall'UE, lebarriere tecniche al commercio pesano percirca il 63% e le misure sanitarie e fitosani-tarie il 31%. Tuttavia, poiché quasi il 40%dei prodotti deve rispettare due o più mi-sure simultaneamente, è possibile che al-cune di queste si applichino a una largafetta di prodotti. Per l'UE, ad esempio, lebarriere tecniche al commercio presentanoun tasso di frequenza di oltre il 93% e untasso di copertura di oltre il 94%. In altri ter-mini, benché queste ultime rappresentinopoco meno dei 2/3 di tutte le misure appli-cate, quasi tutti i prodotti commerciati in-

2 I requisiti richiesti dall’UE per l’ingresso sul mercato di prodotti importati sono reperibili su http://trade.ec.europa.eu/tradehelp/eu-import-procedures e su http://trade.ec.europa.eu/tradehelp/technical-requirements.

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Tabella 4 - Prevalenza delle NTM applicate dagli USA per settore di importazione

AnimaliVegetaliProdotti alimentariMineraliCombustibiliProdotti chimiciPlastica e gommaPelli e cuoioLegnoTessile e abbigliamentoCalzatureMinerali e vetroMetalliMacchinari ed apparecchi elettriciMezzi di trasportoVarie

Totale Prodotti importati

No NTM0,6%0,0%0,0%

80,0%41,9%51,7%43,6%11,6%66,0%5,2%

57,5%60,5%69,8%54,0%25,4%46,3%

37,6%

1 tipo4,2%0,6%1,4%9,5%

48,8%29,7%30,8%2,9%2,1%

81,3%10,6%39,0%22,6%44,6%49,2%34,8%

33,5%

2 tipi0,0%7,4%6,6%0,0%9,3%

10,7%14,7%36,2%9,8%8,5%

31,9%0,5%2,0%1,4%

16,2%17,0%

7,6%

3+ tipi95,2%92,1%91,9%10,5%

0,0%7,9%

10,9%49,3%22,1%

5,0%0,0%0,0%5,7%0,0%9,2%2,0%

21,3%

Page 31: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

29

Co

mm

ercio in

ternazio

nale

OA

ternazionalmente devo rispettare almenouna misura di questo tipo. Il secondo tipo dimisura più rilevante, come già notato, sonole misure sanitarie e fitosanitarie. In questocaso il tasso di frequenza è del 30% mentreil tasso di copertura è del 17%; in altre pa-role i prodotti ai quali si applicano tali mi-sure (prevalentemente alimentari e vegetali)hanno un peso relativamente limitato in

termini di valore sull’import totale. Conl’intenzione di aumentare il livello di det-taglio e di considerare le specifiche misureadottate, in figura 5 riportiamo le prime 10misure dell'UE. Notiamo che si tratta uni-camente di barriere tecniche e che oltre il40% dei prodotti deve rispettare requisiti dietichettatura (70%), certificazione (51%),qualità (47%) e ispezione (42%).

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 4 - Distribuzione delle NTM applicate dall’UE

30,0%

93,1%

5,2%

10,0%

1,5%

1,2%

17,0%

94,1%

2,9%

2,9%

0,8%

1,4%

Misure sanitarie e fitosanitarie

Barriere tecniche al commercio

Ispezioni e altre formalità

Licenze, quote e altre misure di controllo dellequantità

Misure finanziarie

Misure anticoncorrenziali

AB

CE

GH

Mis

ure

tecn

iche

Mis

ure

non

tecn

iche

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Figura 5 - Prime 10 NTM adottate dall’UE

70,4%

50,8%

47,2%

42,4%

35,4%

34,8%

32,9%

30,5%

29,3%

24,7%

72,8%

54,9%

57,5%

60,0%

36,6%

37,5%

42,8%

50,9%

30,7%

34,2%

Requisiti di etichettatura (B310)

Requisiti di certificazione (B830)

Requisiti di qualità e performance dei prodotti (B700)

Requisiti di ispezione (B840)

Requisiti di prova di laboratorio (B820)

Requisiti di autorizzazione (B140)

Divieti per motivi TBT (B110)

Requisiti di registrazione per importatori (B150)

Restrizione all'uso di certe sostanze (B220)

Requisiti di imballaggio (B330)

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Page 32: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

30

Co

mm

erci

o i

nte

rnaz

ion

ale

Osservatorio ACCREDIAOA

I prodotti gravati da tali requisiti presentanoun tasso di copertura superiore al tasso difrequenza e questo sembra suggerire unacerta rigidità della domanda di importa-zioni oppure un effetto positivo degli stan-dard sugli scambi internazionali.

Pur senza entrare nel dettaglio dei diversitipi di misure non-tariffarie, è interessanteconsiderare la distribuzione settoriale deitassi di frequenza e copertura (Figura 6). Per l'UE entrambi sono superiori all'80%nella maggior parte dei settori. Nonostantesia ragionevole aspettarsi che alcuni tipi dimisure siano più rilevanti in alcuni settori,l'utilizzo di misure non-tariffarie è trasver-sale e riguarda sostanzialmente l'import ditutti i beni. Da questo punto di vista l'ecce-zione è rappresentata dai settori con bassi

tassi di frequenza e copertura come i mine-rali, i combustibili o pietre e vetro, settoridove questioni come la sicurezza dei con-sumatori sono meno rilevanti.

Non sorprende che i settori in cui le preoc-cupazioni sulla tutela e la sicurezza dei con-sumatori sono più stringenti, ovveroanimali, vegetali e prodotti alimentari sianorelativamente più regolamentati con l’appli-cazione di due o più misure contempora-neamente. Per l'UE, solamente il 4% deiprodotti di origine animale e l'1% dei pro-dotti vegetali sono esenti da misure di qual-che tipo, mentre nessun prodotto alimentarene è esente. Circa il 94% dei prodotti animalideve rispettare due o più misure; per i pro-dotti vegetali la percentuale è al 95%, men-tre per l'alimentare siamo al 92%.

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 6 - Tassi di frequenza e di copertura delle NTM adottate dall’UE per settore merceologico

99,7%

98,9%

99,5%

57,1%

66,7%

96,3%

93,8%

98,6%

83,8%

100,0%

91,5%

76,2%

91,8%

98,6%

93,9%

83,9%

99,9%

99,9%

99,8%

15,4%

94,8%

99,8%

95,4%

99,8%

85,4%

100,0%

97,6%

57,2%

91,0%

99,4%

98,4%

92,8%

Animali

Vegetali

Prodotti alimentari

Minerali

Combustibili

Prodotti chimici

Plastica e gomma

Pelli e cuoio

Legno

Tessile e abbigliamento

Calzature

Pietre e vetro

Metalli

Macchinari ed apparecchi elettrici

Mezzi di trasporto

Varie

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Page 33: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

31

Co

mm

ercio in

ternazio

nale

OA

Un altro settore con elevatissima coperturadi NTM è quello del tessile e abbiglia-mento, che raggiunge il 100% di inci-denza, anche se in questo settore a moltiprodotti viene applicato solo un tipo di mi-sura. Al di fuori dei beni di consumo, unsettore ad elevata frequenza e coperturadelle NTM è quello dei macchinari e delleapparecchiature elettroniche.

2.2 NTM nel settore agro-alimentareIl settore alimentare è ovviamente uno diquelli maggiormente interessato da misurevolte a tutelare la salute e la sicurezza deiconsumatori. Si hanno quindi elevati tassidi frequenza di NTM sui prodotti e una co-pertura pressoché totale.

Questo è particolarmente evidente nel casodelle importazioni alimentari dell’UE, set-tore nel quale si applicano in modo ana-logo sia misure sanitarie e fitosanitarie chemisure tecniche (Figura 7). Queste ultime,

in particolare, riguardano sostanzialmentetutti i prodotti importati.

Gli USA presentano un impiego di misuretecniche, sanitarie e fitosanitarie legger-mente inferiore rispetto all’UE, ma co-munque vicino o superiore al 90% (Figura8). Molto più massiccio nel caso americanorispetto a quello europeo è l’impiego di mi-sure di altro tipo, tra cui ispezioni e forma-lità doganali. Va anche osservato che gliUSA applicano NTM alla quasi totalitàdelle loro esportazioni in questo settore. Sitratta di uno dei pochi settori in cui l’inci-denza di NTM sull’export risulta essere ri-levante.

Anche l’aneddotica e l’osservazione di al-cuni casi specifici, in questo settore, con-ferma la rilevanza delle barriere nontariffarie per accedere al mercato USA. Mail diverso mix di NTM adottate in UE e USAsembra suggerire che la tutela dei consu-matori assume rilevanza per entrambi,forse ancora di più in Europa.

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 7 - Tassi di frequenza e copertura di diversi tipi di NTM applicate dall’UE nel settorealimentare

91,5%

99,1%

1,9%

10,9%

10,9%

91,8%

99,8%

4,9%

12,2%

12,2%

Misure sanitarie e fitosanitarie

Barriere tecniche al commercio

Ispezioni e altre formalità

Licenze, quote e altre misure di controllo delle quantità

Misure finanziarie

AB

CE

G

Mis

ure

tecn

iche

Mis

ure

non

tecn

iche

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Page 34: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

32

Co

mm

erci

o i

nte

rnaz

ion

ale

Osservatorio ACCREDIAOA

Le differenze appaiono anche confrontandole specifiche misure maggiormente adottate.Mentre nel caso dell’UE le misure più adot-tate in questo settore sono quelle tecniche esanitarie, con una particolare rilevanza delle

questioni di etichettatura e imballaggio, pergli USA si osserva una prevalenza degli in-terventi sulle esportazioni e dei controlli do-ganali, confermando il non facile accesso almercato alimentare americano.3

Figura 8 - Tassi di frequenza e copertura di diversi tipi di NTM applicate dagli USA nel settore alimentare

84,8%

91,4%

12,9%

96,7%

99,1%

90,7%

93,6%

30,1%

93,1%

95,4%

Misure sanitarie e fitosanitarie

Barriere tecniche al commercio

Ispezioni e altre formalità

Oneri, tasse e altre misure tariffarie

Misure connesse all'esportazione

AB

CF

P

Misu

re te

cnich

eM

isure

non

tecn

iche

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Figura 9 - Le NTM maggiormente adottate dall’UE nel settore alimentare

99,1%

93,8%

90,5%

84,4%

84,4%

84,4%

77,3%

73,5%

70,1%

70,1%

99,8%

97,2%

90,8%

78,1%

78,1%

63,0%

73,5%

61,3%

68,9%

68,9%

Requisiti di etichettatura (B310)

Requisiti di autorizzazione (B140)

Requisiti di etichettatura (A310)

Requisiti di imballaggio (A330)

Criteri microbiologici del prodotto finale (A410)

Requisiti di tracciabilità (A850)

Lavorazione di alimenti e mangimi (A630)

Limiti di tolleranza per residui di o contaminazione da unacerta sostanza (A210)

Approccio sistemico (A130)

Requisiti di registrazione per importatori (A150)

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

3 Una guida all’etichettatura dei prodotti alimentari per il mercato americano è reperibile su https://www.fda.gov/food/guidanceregula-tion/guidancedocumentsregulatoryinformation/labelingnutrition/ucm2006828.htm

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Page 35: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

33

Co

mm

ercio in

ternazio

nale

OA

2.3 NTM nel settore tessile e abbigliamento

Le NTM sono particolarmente rilevanti peri prodotti del settore tessile e abbigliamentoe contengono misure relative all'etichetta-tura, alla protezione dell'ambiente, alle

norme sulle specifiche tecniche e ai requi-siti di qualità. In generale, si osserva che lacategoria di misure prevalente è quella dellebarriere tecniche. Nel caso dell’UE vengonoapplicate anche alcune misure sanitarie e fi-tosanitarie, e misure relative a licenze eispezioni.

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 10 - Le NTM maggiormente adottate dagli USA nel settore alimentare

93,4%

93,3%

91,5%

88,6%

87,6%

82,4%

82,4%

82,4%

82,4%

82,4%

87,9%

80,7%

71,5%

92,5%

90,4%

88,1%

88,1%

88,1%

88,1%

88,1%

Sussidi all'esportazione (P700)

Spese di ispezione, elaborazione e assistenza (F610)

Misure teciche per l'esportazione (P690)

Requisiti di etichettatura (B310)

Requisiti di imballaggio (B330)

Requisiti di registrazione per importatori (A150)

Limitazioni all'uso di certe sostanze negli alimenti e neimangimi (A220)

Requisiti di etichettatura (A310)

Requisiti di imballaggio (A330)

Criteri microbiologici del prodotto finale (A410)

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 11 - Tassi di frequenza e copertura di diversi tipi di NTM applicate dall’UE nel settoretessile e abbigliamento

4,5%

100,0%

21,4%

24,6%

0,8%

35,2%

2,4%

100,0%

0,0%

0,1%

2,0%

0,1%

Misure sanitarie e fitosanitarie

Barriere tecniche al commercio

Ispezioni e altre formalità

Licenze, quote e altre misure di controllo delle quantità

Misure anticoncorrenziali

Misure connesse all'esportazione

AB

CE

HP

Mis

ure

tecn

iche

Mis

ure

non

tecn

iche

Mis

ure

all'e

spor

-ta

zion

e

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Page 36: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

34

Co

mm

erci

o i

nte

rnaz

ion

ale

Osservatorio ACCREDIAOA

L'etichettatura del prodotto, classificatacome misura tecnica, è quella più frequen-temente utilizzata in questo settore. L'eti-chettatura viene solitamente introdotta perinformare i consumatori sugli attributi deiprodotti e / o del processo di produzione.Rendendo disponibili agli utenti maggioriinformazioni, l'etichettatura può migliorareil funzionamento dei mercati. Infatti, inquesto settore, molti schemi di etichettaturasono volontari. Ovviamente questo miglio-ramento ha un costo, legato a quelli soste-nuti dalle aziende per impostare e gestire ilsistema di etichettatura.

Dunque, sia i sistemi di etichettatura ob-bligatori che quelli volontari potrebberodiventare un ostacolo al commercio se daquesti derivano costi particolarmente ele-vati (Borghi et. al., 2015).

All'interno dell'UE, l'etichettatura deiprodotti è obbligatoria solo relativamentealla composizione delle fibre. Per quantoriguarda l'etichettatura relativa al tratta-mento da applicare al prodotto (volonta-ria nell'UE e obbligatoria negli Stati

Uniti), nell'UE e negli Stati Uniti vengonoutilizzati standard diversi (cfr. per esem-pio https://europa.eu/youreurope/busi-ness/product/standardisation-in-europe/index_en.htm e https://www.usda-eu.org/trade-with-the-eu/eu-import-rules/eu-labeling-requirements/) Nell'UEil più comune è lo standard ISO 3758:2012, mentre negli Stati Uniti è lo stan-dard ASTM (American Society for Testingand Materials). Negli Stati Uniti, l'eti-chettatura obbligatoria copre un insiemepiù ampio di informazioni: composizionedelle fibre, paese di origine, istruzioni perla cura, fabbricante / importatore. Anchesu questioni relative alla sicurezza deiconsumatori, come l'infiammabilità deiprodotti tessili, ci sono delle differenzetra Europa e USA.

Nell'UE non esiste una regolamentazionearmonizzata su questo tema, ma c'è sem-plicemente l'obbligo generale per leaziende di vendere prodotti sicuri. NegliStati Uniti invece, i prodotti tessili do-vrebbero essere testati quando si trattadella loro infiammabilità.

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 12 - Tassi di frequenza e copertura di diversi tipi di NTM applicate dagli USA nel settore tessile e abbigliamento

95,0%

1,8%

5,0%

13,6%

94,5%

0,3%

0,4%

19,2%

Barriere tecniche al commercio

Ispezioni e altre formalità

Oneri, tasse e altre misure tariffarie

Misure connesse all'esportazione

BC

FP

Mis

ure

tecn

iche

Mis

ure

non

tecn

iche

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Page 37: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

35

Co

mm

ercio in

ternazio

nale

OA

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 13 - Le NTM maggiormente adottate dall’UE nel settore tessile e abbigliamento

99,1%

99,0%

99,0%

96,2%

41,1%

35,2%

28,6%

26,1%

24,5%

24,4%

99,8%

99,8%

99,8%

98,2%

73,0%

0,1%

77,0%

72,0%

0,1%

0,0%

Requisiti di etichettatura (B310)

Requisiti di marketing (B320)

Requisiti di prova di laboratorio (B820)

Restrizione all'uso di certe sostanze (B220)

Requisiti di certificazione (B830)

Requisiti di autorizzazione per l'esportazione (P130)

Requisiti di qualità e performance dei prodotti (B700)

Requisiti di ispezione (B840)

Assegnazione del paese (E212)

Criteri di autorizzazione senza criteri specifici ex-ante(E111)

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 14 - Le NTM maggiormente adottate dagli USA nel settore tessile e abbigliamento

94,5%

94,4%

94,4%

94,4%

74,3%

4,0%

2,3%

0,1%

16,7%

0,3%

95,0%

94,7%

94,7%

94,7%

27,4%

9,8%

9,8%

4,4%

4,4%

1,8%

Requisiti di etichettatura (B310)

Requisiti per la product identity (B600)

Requisiti di qualità e performance dei prodotti (B700)

Requisiti informativi sulla tracciabilità (B850)

Restrizione all'uso di certe sostanze (B220)

Requisiti di autorizzazione (B140)

Requisiti di autorizzazione per l'esportazione (P130)

Spese di ispezione, elaborazione e assistenza (F610)

Sussidi all'esportazione (P700)

Requisiti di registrazione per importatori (B150)

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Page 38: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

36

Co

mm

erci

o i

nte

rnaz

ion

ale

Osservatorio ACCREDIAOA

E’ utile ricordare che il settore di tessile e ab-bigliamento è caratterizzato da una forteframmentazione internazionale della pro-duzione e da catene globali di produzionealtamente sviluppate.

Dunque, i prodotti di questo settore nelcorso delle fasi intermedie della lavorazionepossono attraversare le frontiere tra paesipiù di una volta. Come conseguenza, ilruolo delle misure tecniche e di controllodella qualità, tende ad essere amplificato el’utilizzo di standard internazionali armo-nizzati o condivisi risulta particolarmenteimportante.

2.4 NTM nel settore della meccanica e apparecchi elettrici

Nel settore degli apparecchi meccanici in-dustriali ed elettrici, le NTM si concen-trano sulla tipologia di barriera tecnica.La frequenza di utilizzo e la copertura ri-sultano molto elevate nel caso dell’UE,dove le NTM riguardano la quasi totalità

dei prodotti (Figura 15). In particolare, inquesto settore la quasi totalità dei pro-dotti per essere importati nel mercato eu-ropeo richiede delle certificazioni diqualità e di verifica di alcuni requisiti (Fi-gura 17).

Molto elevata è anche la frequenza con cuisono richiesti test e ispezioni sui prodotti.Inoltre, per il mercato europeo sono rile-vanti le misure che fanno riferimento allosmaltimento dei prodotti.

Nel caso degli USA le certificazioni e i re-quisiti di qualità hanno un’incidenza rela-tivamente bassa, dato che riguardano circail 10% dei prodotti o meno. Le misure tec-niche richieste dagli USA si concentranosoprattutto sulla regolamentazione deiprocessi produttivi (Figura 18).

Complessivamente, il settore risulta decisa-mente meno regolamentato, a differenza diquanto avviene per i beni rivolti più diret-tamente ai consumatori, nei confronti deiquali si percepiscono maggiori esigenze ditutela della salute.

Figura 15 - Tassi di frequenza e copertura di diversi tipi di NTM applicate dall’UE nel settore meccanico

7,9%

98,6%

0,7%

2,1%

3,7%

99,4%

1,1%

1,4%

Misure sanitarie e fitosanitarie

Barriere tecniche al commercio

Ispezioni e altre formalità

Misure anticoncorrenziali

AB

CH

Mis

ure

tecn

iche

Mis

ure

non

tecn

iche

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Page 39: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

37

Co

mm

ercio in

ternazio

nale

OA

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 16 - Tassi di frequenza e copertura di diversi tipi di NTM applicate dagli USA nel settore meccanico

45,5%

0,7%

1,3%

74,0%

0,2%

0,4%

Barriere tecniche al commercio

Oneri, tasse e altre misure tariffarie

Misure connesse all'esportazione

BF

P

Mis

ure

tecn

iche

Mis

ure

non

tecn

iche

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 17 - Le NTM maggiormente adottate dall’UE nel settore meccanico

98,1%

97,2%

90,3%

89,6%

78,1%

56,0%

55,4%

53,3%

53,3%

53,3%

99,3%

98,4%

84,6%

83,2%

76,3%

68,3%

66,7%

65,4%

65,4%

65,4%

Requisiti di certificazione (B830)

Requisiti di qualità e performance dei prodotti (B700)

Requisiti di prova di laboratorio (B820)

Requisiti di ispezione (B840)

Valutazioni di conformità (B800)

Requisiti di etichettatura (B310)

Restrizione all'uso di certe sostanze (B220)

Requisiti di registrazione per importatori (B150)

Requisiti di produzione e post produzione (B490)

Distribuzione dei prodotti dopo la consegna (B853)

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Page 40: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

38

Co

mm

erci

o i

nte

rnaz

ion

ale

Osservatorio ACCREDIAOA

2.5 La rilevanza delle NTM per le esportazioni italiane

Le esportazioni sono una voce di grande ri-lievo nell’economia italiana, ammontando,nel 2018, a circa 463 miliardi di euro, pariad oltre un quarto del PIL (dati Istat). Oltrela metà delle esportazioni italiane, il 56%nel 2018, sono dirette verso i mercati deipaesi appartenenti all’Unione europea, edunque non incontrano barriere commer-ciali nell’ambito del mercato unico. La re-stante parte è ovviamente soggetta ai dazi ealle barriere non tariffarie esistenti.

I mercati di sbocco delle esportazioni ita-liane che fronteggiano un numero mag-giore di NTM sono l’Asia, seguitadall’America centro-meridionale e dal-l’America settentrionale. In tutti i mercatile misure tecniche sono quelle prevalenti.

Diversi settori di specializzazione dell’Italiasono particolarmente interessati dalle mi-sure non tariffarie. Il primo settore di espor-

tazione dell’Italia è quello della meccanicae delle macchine industriali per varie tipo-logie di utilizzo. La sola sottovoce “Mac-chine di impiego generale” pesa per il 10%sull’export italiano, e le “Macchine per im-pieghi speciali” rappresentano un ulteriore5%. Come è stato detto, in questi settoril’incidenza delle NTM è abbastanza elevata.

Un secondo settore di grande rilievo perl’export dell’Italia è quello del tessile e ab-bigliamento, con un peso di circa il 7%dell’export. Anche in questo settore leesportazioni dirette ai mercati avanzatiextra-UE sono soggette alle misure non ta-riffarie. Come già detto, queste misurenon sono necessariamente ostacoli, enella misura in cui rendono più fruibileun bene da parte di un consumatore stra-niero, per esempio grazie ad una efficaceetichettatura, possono facilitare la pene-trazione dei mercati esteri. Quando peròun prodotto deve essere sottoposto ad unadoppia certificazione oppure richiede ma-teriali o processi produttivi diversi per

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 18 - Le NTM maggiormente adottate dagli USA nel settore meccanico

33,5%

15,1%

11,5%

9,7%

6,9%

6,4%

4,8%

3,9%

2,5%

0,8%

60,0%

16,5%

12,5%

12,1%

8,0%

3,8%

8,4%

5,4%

7,2%

4,0%

Normative TBT sui processi di produzione (B410)

Requisiti di etichettatura (B310)

Requisiti di certificazione (B830)

Requisiti di prova di laboratorio (B820)

Requisiti di qualità e performance dei prodotti (B700)

Requisiti informativi sulla tracciabilità (B850)

Misure TBT (B900)

Requisiti di marketing (B320)

Valutazioni di conformità relativamente alle TBT (B890)

Storia dei processi (B852)

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Page 41: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

39

Co

mm

ercio in

ternazio

nale

OA

essere commercializzato su mercati diversi,si possono generare costi aggiuntivi chescoraggiano le esportazioni. Da questopunto di vista, la presenza di accordidell’UE che facilitano l’accesso al mercatodi altri paesi anche attraverso il riconosci-mento degli standard facilita l’export (siveda il cap. 5).

Anche il settore agro-alimentare è impor-tante per le esportazioni italiane, con unpeso analogo a quello del tessile e abbiglia-mento. Come accennato, in questo settore iprodotti sono spesso soggetti a diversi tipidi misure per accedere ad un mercato estero.

Come si può osservare dalla Tabella 5, l’in-sieme dei settori agro-alimentari raccoglieil 40% delle NTM a cui sono soggette leesportazioni italiane, si tratta in preva-lenza di misure sanitarie e fitosanitarie,ma anche di diverse misure tecniche. Leesportazioni di prodotti chimici sonoquelle che registrano un numero di NTM

tra i più elevati, ed elevata risulta anchel’incidenza nel settore dei macchinari eapparecchi elettrici.

Secondo l’analisi svolta da Orefice e Suve-rato (2018) sull’effetto delle NTB sulleesportazioni italiane, queste possono rap-presentare un ostacolo insormontabile al-l’esportazione. Infatti, questi autoritrovano che la presenza di misure sanitariee fitosanitarie riduce la probabilità diesportare un particolare prodotto versouno specifico mercato in un dato anno, manon ha effetti sull’ammontare esportato sel’esportazione ha luogo. Al contrario le bar-riere tecniche tendono a produrre un ef-fetto modesto ma negativo sia sullaprobabilità di esportare sia sull’ammontareesportato. La rilevanza di queste barriereper l’Italia è probabilmente accentuatadalla diffusa presenza di aziende esporta-trici di piccole e medie dimensioni che tro-vano in queste misure un ostacolo nonsempre facilmente superabile.

Tabella 5 - Numero di NTM effettive ad aprile 2018 per esportazioni dall’Italia, per tipologia e prodotto

Fonte: elaborazioni di Orefice e Suverato (2018) su dati Unctad Trains

INSP

201193269113223985174648546656183

115

79218

3,0%

CTPM

9783

4526

244

17171

2214

412

0,0%

QC

158182230137319964140

1129441446688

160

133222

3,0%

PC

251289520237376154131131121145113117136137202

179543

5,0%

EXP

1.2761.2101.650

5111.375

329342429208387220220421368317

2111.220

15,0%

OTH

5668

12273

10353364043463843474958

43155

1,0%

Peso %su totale

121117

515

4222312236

39

100,0%

Tipologia di prodotto

AnimaliVegetaliProdotti alimentariMineraliProdotti chimiciPlastica e gommaPelli e cuoioLegnoCarta e cellulosaTessile e abbigliamentoCalzaturePietra e cementoPietre prezioseMetalliMacchinari ed apparecchi elettriciMezzi di trasportoVariePeso % sul totale

SPS

4.6274.2065.293

6551.674

299254479148420

87111

60155

84

57461

27,0%

TBT

1.7702.0764.2092.0316.5001.941

422449576898394858530

1.5493.169

1.7623.810

46,0%

Page 42: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

40

Osservatorio ACCREDIAOA

Page 43: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

41

Acco

rdi m

ultilaterali

OA

3.1 II WTO e le regole del commercio internazionale

L’Organizzazione Mondiale del Commer-cio, o World Trade Organization (WTO,www.wto.org ) governa il principale si-stema di accordi multilaterali che regola-menta gli scambi internazionali tra paesi el’utilizzo di strumenti di politica commer-ciale. Il WTO nasce come organizzazionemultilaterale nel 1995 al termine di unlungo round negoziale, iniziato quasi diecianni prima in Uruguay sotto l’egida delGeneral Agreement on Tariffs and Trade(GATT); un accordo internazionale sulle re-gole degli scambi commerciali siglato su-bito dopo la Seconda Guerra Mondialedalle principali economie del tempo. Loscopo dell’accordo GATT, firmato su basevolontaria inizialmente da una ventina dipaesi, era quello di promuovere scambicommerciali ordinati tra i paesi membri,prevenire le guerre commerciali e pro-muovere la liberalizzazione degli scambi.Nel complesso, l’accordo GATT ha funzio-nato bene, anche se con alti e bassi e risul-tati diversi tra settori di scambio, portandonel corso della seconda metà del XX secoload una notevole riduzione dei dazi medinei settori manifatturieri e allargando no-tevolmente il numero di paesi aderenti.

Sulla base di questo successo, alla fine delsecolo scorso i tempi risultavano maturiper passare da un accordo multilateralesulle regole degli scambi a un assetto isti-tuzionale più formale e complesso per ge-

stire le regole degli scambi internazionali,e questo è infatti avvenuto con la crea-zione del WTO nel 1995. Il WTO è un’isti-tuzione che gestisce l’accordo GATT(aggiornato e rivisto rispetto all’accordooriginale) e una serie di altri accordi mul-tilaterali che regolamentano gli scambi in-ternazionali tra paesi in diversi ambiti. Loscopo principale dichiarato è quello di fa-vorire il commercio internazionale cre-ando per imprese e consumatori unmercato che funzioni in modo ordinato ecorretto, senza disparità tra membri. Tra i principi fondanti il precedente ac-cordo GATT e il WTO vi sono infatti lanon discriminazione e la trasparenza (Bag-well e Staiger, 2001). Il principio di nondiscriminazione viene applicato prima ditutto attraverso la regola della “nazionepiù favorita” (o Most Favorite Nation,MFN) la quale sancisce che ogni paesemembro del WTO debba dare a tutti glialtri membri lo stesso accesso al mercatoche garantisce alla nazione più favorita.Questo, sia in termini di tariffe, che perogni paese devono quindi essere imposteallo stesso livello nei confronti delle merciche arrivano da tutti gli altri paesi membridel WTO, sia per le barriere non tariffarie,che devono essere le stesse indipendente-mente dalla provenienza delle merci. La seconda regola contro la discrimina-zione è quella del “trattamento nazionale”che sancisce, per le merci che entrano nelpaese, l’applicazione dello stesso tratta-mento e delle stesse regolamentazioni ap-plicate alle merci nazionali.

3. Accordi multilateralie barriere tecniche agli scambi internazionali

Page 44: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

Queste regole possono essere più o menosevere, e un paese ha diritto di imporre lelimitazioni che preferisce, ma queste nondevono discriminare sulla base dell’originegeografica dei beni.

Anche l’adesione al WTO è su base volon-taria da parte dei paesi, che diventandomembri e sottoscrivendo i diversi accordigestiti dal WTO, si impegnano a rispettareuna serie di regole nell’impiego delle poli-tiche commerciali per favorire la traspa-renza e la non discriminazione tra i paesimembri nel dare accesso al proprio mer-cato, in cambio, ovviamente, di un tratta-mento analogo da parte di tutti gli altrimembri sulla base di un meccanismo di re-ciprocità. Attualmente il WTO include lagrande maggioranza dei paesi esistenti,contando oltre 160 membri.

Fino dalla sua nascita, il WTO si è occupatodelle barriere non tariffarie e delle cosid-dette barriere tecniche agli scambi. Infatti,vista la diminuzione delle barriere tariffarienegli anni successivi alla nascita del GATT(Figura 19), l'attenzione, anche dal punto

di vista delle regolamentazioni multilate-rali, si è progressivamente spostata versomisure non tariffarie (NTM). La rilevanzadi queste ultime è cresciuta nel tempo siaper il maggiore ricorso da parte dei paesi astandard e regolamentazioni, sia perché laloro importanza relativa è aumentata incorrispondenza della diminuzione delle ta-riffe che, in media, alla fine del XX secolo,si attestavano per i paesi avanzati intornoal 5%. L’immagine suggerita dal WTO èquella delle rocce e scogli sul fondo marinoche appaiono evidenti quando la mareacala. Dunque anche questi ostacoli, forsenon immediatamente evidenti, agli scambiinternazionali sono diventati oggetto degliaccordi multilaterali.

L’inclusione esplicita delle NTM negli ac-cordi multilaterali ha aperto ovviamenteuna serie di problemi. Misure normativequali ostacoli tecnici agli scambi (TBT) emisure sanitarie e fitosanitarie (SPS) neibeni e nella regolamentazione interna deiservizi creano notevoli sfide per la coope-razione internazionale del 21 ° secolo cheinclude paesi con caratteristiche profonda-

42

Acc

ord

i m

ult

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 19 - Tariffe medie (MFN) sui beni manufatti importati applicate dai principali mercati avanzati. Valori percentuali rispetto al totale delle importazioni

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

1988

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Giappone USA EU28

Page 45: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

43

Acco

rdi m

ultilaterali

OA

mente diverse. Più di molte altre misure, leNTM riflettono obiettivi di politica pub-blica (come garantire la salute, la sicurezzae il benessere dei consumatori) che nonsempre sono condivisi in modo analogo datutti i membri del WTO. Gli effetti sul com-mercio internazionale di queste misure po-trebbero in alcuni casi (incidentalmente ovolontariamente) ostacolare il commercio.Secondo recenti studi, normalmente questemisure risultano avere un impatto positivosugli scambi, ma questo vale in particolareper i paesi avanzati (Kang e Ramizo, 2017).Nella maggior parte dei paesi avanzati in-fatti esiste un’infrastruttura della qualitàche aumenta l’affidabilità dei prodotti e fa-cilita le transazioni anche a livello interna-zionale, aumentando la trasparenza deimercati. Le NTM pongono una serie di pro-blemi di trasparenza nel valutare l’accessi-bilità dei vari mercati soprattutto pergoverni e imprese nei paesi in via di svi-luppo, spesso poco attrezzati per affrontarela regolamentazione di altri paesi. La que-stione ha notevole rilevanza per il WTO, etutto questo rende complessa la regola-mentazione delle NTM da parte dell’orga-nizzazione. Il WTO dunque si è posto inmodo generalmente cauto nell’interveniresu questa materia.

3.2 Regolamentazione del WTO sulle misure sanitarie e fitosanitarie

L'articolo 20 dell'Accordo GATT incorpo-rato nel WTO consente ai governi dei paesimembri di agire sul commercio internazio-nale al fine di proteggere la vita o la saluteumana, animale o vegetale, a condizioneche non discriminino o utilizzino questi in-terventi come protezionismo mascherato.Per cercare di fare maggiore chiarezza suquesto tipo di interventi, esistono due spe-

cifici accordi del WTO riguardanti la sicu-rezza alimentare e la salute e la sicurezzadegli animali e delle piante (Accordo sulleMisure Sanitarie e Fitosanitarie, SPS), e glistandard dei prodotti in generale (Accordosugli Ostacoli Tecnici agli Scambi, TBT).Entrambi cercano di identificare come sod-disfare la necessità dei paesi di applicarespecifici standard e allo stesso tempo evi-tare comportamenti protezionistici. In en-trambi i casi, l’applicazione degli standardinternazionali negli accordi commerciali enelle regole di accesso ai mercati è di piùdifficile contestazione da parte del WTO.

L'accordo sulle misure sanitarie e fitosa-nitarie (SPS)4 stabilisce le regole di base ap-plicabili sulla sicurezza alimentare e suglistandard di salute animale e vegetale. Nel-l’ambito dell’accordo i paesi possono stabi-lire i propri standard, ma viene ribaditoanche che i regolamenti devono essere ba-sati sull’evidenza scientifica e dovrebberoessere applicati solo nella misura necessariaa proteggere la vita o la salute umana, ani-male o vegetale. In particolare, gli standardnon dovrebbero discriminare arbitraria-mente o ingiustificatamente tra paesi in cuiprevalgono condizioni identiche o simili.

Per ridurre i possibili ambiti di discrimi-nazione, i paesi membri sono incoraggiatia utilizzare gli standard, le linee guida e leraccomandazioni internazionali laddoveesistono. Tuttavia, i membri possono uti-lizzare misure che si traducono in stan-dard più elevati se esiste unagiustificazione scientifica. Possono anchestabilire standard più elevati basati suun'adeguata valutazione dei rischi, purchél'approccio sia coerente e non arbitrario.E in una certa misura possono applicare il"principio di precauzione", una sorta diapproccio "safety first" per affrontare l'in-certezza scientifica.

4 https://www.wto.org/english/res_e/booksp_e/agrmntseries4_sps_e.pdf

Page 46: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

44

Acc

ord

i m

ult

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

A questo proposito, l'articolo 5, paragrafo 7dell'accordo SPS prevede anche che sia pos-sibile introdurre misure "cautelari" tempo-ranee.

L'accordo SPS include disposizioni sulleprocedure di controllo, ispezione e appro-vazione. I governi devono fornire un pre-avviso di nuove o modificate normativesanitarie e fitosanitarie e istituire uno spor-tello nazionale per fornire informazioni suqueste procedure. L'accordo consente co-munque ai paesi di utilizzare standard di-versi e diversi metodi di ispezione deiprodotti. Questa diversità può ovviamentecreare degli ostacoli allo scambio interna-zionale, in quanto non è certo a priori perun paese esportatore sapere che le praticheapplicate ai suoi prodotti siano accettabiliin un paese importatore. Ma se un paeseesportatore può dimostrare che le misureapplicate alle sue esportazioni raggiungonolo stesso livello di protezione sanitaria delpaese importatore, si presume che il paeseimportatore accetti le norme e i metodi delpaese di esportazione. Si può avere quindi,pur mantenendo diversità di standard trapaesi, un mutuo riconoscimento degli stan-dard reciproci. Il mutuo riconoscimentopuò essere agevolato dalla presenza di unaInfrastruttura della Qualità che aumenti latrasparenza delle informazioni e della co-noscenza dei prodotti. Questo facilita evi-dentemente lo scambio internazionale,senza richiedere di arrivare alla completa ar-monizzazione degli standard tra paesi.

3.3 Regolamentazionedel WTO sugli ostacoli tecnici al commercio

La posizione del WTO su normative e stan-dard tecnici è di riconoscerne l’importanzae la necessità per molti validi motivi, dallaprotezione ambientale, alla sicurezza nazio-

nale, alle informazioni per i consumatori. Sisottolinea che se utilizzati in modo traspa-rente, gli standard possono anche facilitareil commercio internazionale. Tuttavia, vieneanche ricordato che quando gli standard va-riano significativamente da paese a paese,questo rende la vita difficile per i produttorie gli esportatori e i diversi standard posso di-ventare degli ostacoli agli scambi, anche senon sono concepiti come tali. Pertanto laquestione è come garantire che gli standardsiano realmente utili, e non arbitrari o unaforma di protezionismo nascosto.

Con queste finalità è stato siglato l'Ac-cordo sugli Ostacoli Tecnici agliScambi (TBT) che cerca di garantire chenorme, standard, procedure di collaudo ecertificazione non creino ostacoli inutili.L'accordo TBT siglato nell’ambito dellacreazione del WTO5 mira a garantire chei regolamenti tecnici, le norme e le pro-cedure di valutazione della conformitànon siano discriminatorie e non creinoostacoli inutili agli scambi internazio-nali. Allo stesso tempo, riconosce il di-ritto dei membri del WTO di attuaremisure per raggiungere obiettivi politicilegittimi, come la protezione della salutee della sicurezza umana o la protezionedell'ambiente. L'accordo TBT incoraggiavivamente i membri a basare le loro mi-sure sugli standard internazionali comemezzo per facilitare il commercio. Attra-verso le sue disposizioni sulla traspa-renza, mira anche a creare un ambientedi scambi internazionali prevedibile.

Dunque anche questo accordo riconosce ildiritto dei paesi di adottare tutti gli standardche ritengono appropriati per tutelare i pro-pri cittadini e soddisfare gli interessi dei con-sumatori e di implementare le misurenecessarie al loro rispetto. Allo stesso tempo,pur garantendo in ogni caso i livelli di tuteladella salute e sicurezza tipici di ciascun paese,

5 https://www.wto.org/english/docs_e/legal_e/17-tbt_e.htm

Page 47: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

45

Acco

rdi m

ultilaterali

OA

l'accordo incoraggia l’utilizzo di standard in-ternazionali, dal momento che in presenzadi questi la gestione degli scambi interna-zionali può essere semplificata. In ogni caso,qualunque normativa venga utilizzata da unpaese, un elemento fondamentale è chequesta non dovrebbe essere discriminatoriaa seconda del paese di origine.

L'accordo stabilisce inoltre un codice dibuone pratiche sia per i governi che pergli enti non governativi per predisporre,adottare e applicare standard volontari.Attualmente, oltre 200 organismi che sta-biliscono gli standard applicano il codicesuggerito dall’accordo TBT.

L'accordo afferma che le procedure utiliz-zate per decidere se un prodotto è con-forme agli standard pertinenti devonoessere eque e scoraggia tutti i metodi checonferirebbero un vantaggio sleale ai benidi produzione nazionale. L'accordo inco-raggia inoltre i paesi a riconoscere le ri-spettive procedure per valutare laconformità di un prodotto agli standardstabiliti. Senza il mutuo riconoscimento, iprodotti potrebbero dover essere testatidue volte, prima dal paese esportatore epoi dal paese importatore.

L’accordo mette anche molta enfasi sullatrasparenza. I produttori e gli esportatoridevono sapere quali sono gli standard piùrecenti nei loro potenziali mercati. Per ga-rantire che queste informazioni siano resedisponibili, tutti i governi membri delWTO sono tenuti a istituire punti di infor-mazione nazionali e a tenersi reciproca-mente informati attraverso il WTO.Seguendo questa procedura, circa 900nuovi regolamenti o modifiche a regola-menti esistenti vengono notificati ognianno. La Commissione per le barriere tec-niche al commercio (Technical Barriers toTrade Committee) istituita presso il WTO èil principale centro di coordinamento per imembri che condividono le informazioni

e il principale forum per discutere delle pre-occupazioni in merito ai regolamenti, allaloro attuazione, e all’impatto che questipossono avere su imprese e consumatori.

Queste discussioni possono essere aperteda qualsiasi paese membro, possono ri-guardare qualsiasi settore, e sono chiamate“specific trade concerns” (STC). Nel 2015,nell’arco di 20 anni, la TBT Committeaveva discusso oltre 500 specific trade con-cerns. Il settore agro-alimentare e quello dimeccanica, macchinari e apparecchi elet-trici sono quelli maggiormente coinvoltiin queste discussioni (Figura 20).

Alcune delle istituzioni dell’Infrastruttura diQualità, IQ, sono membri osservatori dellaTBT Committee, per esempio l’InternationalOrganization of Legal Metrology (OIML) el’International Organization for Standardi-zation (ISO), ma anche alcuni enti regionali,come l’African Organization for Standardi-zation (ARSO). Il WTO infatti riconosceesplicitamente il ruolo della certificazione edell’Infrastruttura della Qualità nel facilitarein molti casi gli scambi internazionali e su-perare le barriere tecniche. Altri enti comeIAF e ILAC hanno fatto domanda per acqui-sire lo status di osservatori in questa Com-missione, ma non è ancora stata presa unadecisione definitiva in merito.

Una caratteristica importante dell'accordoTBT adottato con il WTO è quella di co-prire non solo le caratteristiche intrinse-che del prodotto ma anche gli standardrelativi ai metodi di lavorazione e produ-zione del prodotto stesso (per esempio, letecniche di pesca di una particolare spe-cie). La copertura delle procedure di valu-tazione della conformità è ampliata e lediscipline rese più precise rispetto all’ac-cordo in vigore in precedenza. Inoltre ledisposizioni di notifica applicabili alle am-ministrazioni locali e agli organismi nongovernativi vengono elaborate in modopiù dettagliato.

Page 48: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

46

Acc

ord

i m

ult

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

3.4 Le differenze principali traaccordo SPS e accordo TBT

Sebbene ci siano diversi punti di contattotra i due principali accordi del WTO sullemisure non tariffarie, ci sono anche im-portanti differenze. In primo luogo, i dueaccordi riguardano ambiti diversi. L'ac-cordo SPS copre tutte le misure il cui scopoè proteggere:

! salute umana o animale da rischi alimentari;

! salute umana da malattie trasportateda animali o piante;

! animali e piante da parassiti o malattie.

L'accordo sugli ostacoli tecnici agli scambi(TBT) copre tutte le regolamentazioni tec-niche, le norme volontarie e le procedureper garantire che esse siano soddisfatte,tranne quando si tratti di misure sanitarieo fitosanitarie, così come definite dall'ac-cordo SPS. È quindi il tipo di misura chedetermina se questa sia disciplinata dal-

l'accordo TBT, ma è lo scopo della misurache è rilevante nel determinare se una mi-sura è soggetta all'accordo SPS.

Le misure sanitarie e fitosanitarie possonoessere imposte solo nella misura necessariaper proteggere la salute umana, animale ovegetale, sulla base di informazioni scien-tifiche. I governi possono, tuttavia, intro-durre regolamenti TBT quando necessarioper raggiungere una serie di obiettivi, comela sicurezza nazionale o la prevenzione dipratiche ingannevoli. Poiché gli obblighiche i governi hanno accettato sono diversiin base ai due accordi, è importante saperese una misura è una misura sanitaria o fi-tosanitaria o una misura soggetta all'ac-cordo TBT.

Sebbene l'obiettivo di evitare inutili bar-riere commerciali sia comune a entrambigli accordi, i diritti e gli obblighi che com-portano sono piuttosto diversi.

Le misure TBT, infatti, potrebbero coprirequalsiasi argomento, dalla sicurezza delleautomobili ai dispositivi per il risparmio

Fonte: elaborazioni su dati UNCTAD

Figura 20 - Distribuzione tra settori degli “specific trade concerns” sollevati presso la TBTCommittee nel 2015

Alimenti, bevande e tabacco

22%

Mecchinari e attrezzature;

materiale elettrico

15%

Prodotti chimici14%Manufatti vari

11%

Metalli e articoli in metallo

7%

Plastica e gomma7%

Veicoli e attrezzature per il

trasporto5%

Legno e articoli in legno5%

Animali e prodotti animali

5%

Prodotti vegetali5%

Prodotti minerali2%

Carta e prodotti in carta

2%

Page 49: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

47

Acco

rdi m

ultilaterali

OA

energetico, fino alla forma dei pacchi ali-mentari. Per fornire alcuni esempi relativialla salute umana, le misure TBT potreb-bero includere restrizioni sui prodotti far-maceutici o l'etichettatura delle sigarette.La maggior parte delle misure relative alcontrollo delle malattie umane rientranonell'accordo TBT, a meno che non riguar-dino la sicurezza alimentare o le malattietrasportate da piante o animali. In terminidi alimenti, i requisiti di etichettatura rela-tivi alle indicazioni nutrizionali, alla qua-lità e ai regolamenti sugli imballaggi nonsono considerati misure SPS e quindi sononormalmente soggetti all'accordo TBT, adeccezione dei requisiti di etichettatura re-lativi alla sicurezza alimentare che sonoconsiderati misure SPS.

L'accordo SPS si applica a un insieme di mi-sure di protezione della salute strettamentedefinito, ma impone requisiti molto severisu tali misure, ad esempio che siano sem-pre basate su principi scientifici. L'accordoTBT, d'altra parte, si applica a una vastagamma di requisiti tecnici e rileva unica-mente che le informazioni scientifiche di-sponibili sono uno degli elementi rilevantida prendere in considerazione nella valu-tazione dei rischi. Alcuni di questi requisititecnici sono introdotti per motivi di saluteo sicurezza, ma altri sono introdotti perstandardizzare i prodotti, garantire la qua-lità o evitare pratiche ingannevoli per ilconsumatore.

Anche se i due accordi presentano alcunielementi comuni, tra cui obblighi basilaridi non discriminazione e requisiti similiper la notifica preventiva delle misure pro-poste e la creazione di uffici di informa-zione ("Punti di indagine"), molte delleregole sostanziali sono diverse. Ad esem-pio, entrambi gli accordi incoraggiano l'usodi standard internazionali. Tuttavia, aisensi dell'accordo SPS, l'unica giustifica-zione per non utilizzare tali standard per lasicurezza alimentare e la protezione della

salute animale / vegetale sono argomentiscientifici derivanti da una valutazione deipotenziali rischi per la salute. Al contrario,in base all'accordo TBT i governi possonodecidere che gli standard internazionalinon sono appropriati per altri motivi, in-clusi problemi tecnologici fondamentali ofattori geografici.

3.5 Il trade facilitation agreement e il superamentodelle barriere amministrativeagli scambi

Vi sono prove crescenti del fatto che le bar-riere burocratiche - definite come ostacolial commercio che non generano entrate dibilancio o rendite – rappresentano un ele-mento di costo importante (Maggi et al.,2018). In genere le barriere burocratiche as-sumono la forma di ostacoli proceduralinello sdoganamento o nell'applicazione dimisure non tariffarie. Secondo il sondaggio2016 del International Trade Center tra gliesportatori UE (ITC, 2016), gli ostacoli pro-cedurali più comuni sono rappresentati dairitardi nello sdoganamento o nell’otteni-mento di una licenza di importazione o cer-tificazione del prodotto, o da tempi tropporidotti per la presentazione della documen-tazione richiesta. Nonostante la letteraturaaccademica si sia concentrata su altri tipi diNTM, le barriere burocratiche hanno un’im-portanza crescente: ad esempio, Djankov etal. (2010) stimano che il 75% percento deiritardi nei trasporti marittimi siano dovuti aostacoli amministrativi, come proceduredoganali, fiscali o ispezioni.

A prescindere dalla giustificazione econo-mica e legittimità delle NTM, i loro effettidipendono anche (se non soprattutto) dacome vengono gestite. Garantire il rispettodegli standard genera costi sia per i consu-matori, attraverso un aumento dei prezzi,sia per il bilancio pubblico che deve farsicarico dei controlli.

Page 50: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

48

Acc

ord

i m

ult

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

Per cercare di risolvere il problema gene-rato agli scambi internazionali da questiostacoli burocratici e amministrativi, nel-l’ambito del WTO è stato negoziato un ac-cordo multilaterale di facilitazione degliscambi. La riduzione dei costi di transa-zione associati all’applicazione delle NTMè l’obiettivo principale dell’Accordo sullafacilitazione degli scambi (TFA) che è en-trato in vigore a febbraio 2017.

Il TFA ha due componenti principali:quella relativa al miglioramento delle in-frastrutture per il commercio (ad esempioi porti) e quella relativa alla riduzionedelle barriere burocratiche. Con riferi-mento a quest’ultima componente, leprincipali disposizioni sono (WTO, 2014):

! pubblicazione di informazioni. E’ ri-chiesto di pubblicizzare, anche attra-verso la rete internet e la creazione dicentri di informazione, la normativarelativa alle procedure commerciali,imposte o tasse;

! possibilità di commentare eventualinuove proposte di regolamentazione inmateria di movimentazione dei beni;

! impegno a prendere decisioni tempe-stive in materia di classificazione tarif-faria e regole di origine e possibilità diappello contro decisioni considerate il-legittime;

! procedure per garantire imparzialità eassenza di discriminazioni nei controllirelativi alle misure SPS;

! misure relative allo sdoganamentodelle merci: possibilità di controlli pre-ventivi, adozione e uso di sistemi di ge-stione del rischio; adozione/utilizzo diverifiche a posteriori; misure di agevo-lazione per "operatori autorizzati" sullabase del soddisfacimento di criteri pre-stabiliti e delle verifiche passate; sdo-ganamento accelerato delle mercideperibili;

! formalità associate alla circolazionetransfrontaliera di merci: accettazionedi copie di documenti già forniti; usodi standard internazionali ove possi-bile; creazione di sistemi a ‘sportellounico’;

! cooperazione tra agenzie doganali perla condivisione delle informazioni.

Molte di queste disposizioni non sono ob-bligatorie e quindi i governi nazionalisono liberi di decidere se e in che misuraadottare le ‘buone pratiche’ di cui ven-gono a conoscenza grazie al TFA. D’altraparte vale la pena di sottolineare che glialtri accordi dell’OMC relativi alle NTMentrano nel merito discutendo la neces-sità e discriminatorietà degli standard tec-nici e fitosanitari. Il TFA, invece, si occupadell’applicazione delle NTM e questo puòavere una notevole importanza in quantola trasparenza e l’efficienza dei controllipossono ridurre sostanzialmente i costiper i consumatori e i governi.

Page 51: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

49

Mercato

un

icoOA

4.1 Regolamentazione e liberacircolazione di beni e servizi in Europa

Il mercato unico è un potente motore chealimenta la prosperità dell'Unione e deisuoi abitanti. Svolge un'importante fun-zione sociale ed è alla base di un’area dicondivisione, non solo economica, basatasu regole comuni. In tempi recenti, in se-guito agli anni di crisi, i cittadini europeisono diventati sempre più consapevolidel fatto che le decisioni adottate dalleistituzioni europee possono avere ed ef-fettivamente hanno un effetto diretto sudi loro e sulle loro vite. I recenti sviluppipolitici ed economici, a livello sia globaleche europeo, li conducono a prediligerenettamente un intervento congiunto a li-vello europeo piuttosto che singole rispo-ste nazionali (Lavorando per l'Europa,Eurobarometro, 2018).

Parallelamente a questa crescente consa-pevolezza in merito ai risultati raggiunti,anche se non mancano tendenze autono-mistiche, o addirittura di rifiuto della co-struzione europea, numerosi stakeholderse cittadini dei paesi membri continuano ainvocare una maggiore azione di coordi-namento politico ed economico dell'UE.

A partire dal 1985 l’evoluzione delle re-gole per la libera circolazione delle merciin Europa si è basata sull’armonizzazionedelle direttive. L’obiettivo della prima ar-monizzazione era l’eliminazione delle

barriere tecniche agli scambi; tale obiet-tivo, negli anni, è stato esteso ad una po-litica globale orientata ad assicurare uncontesto in cui cittadini e imprese pos-sano sentirsi sicuri ed in cui principi comela tutela dei lavoratori e dell’ambientesiano alla base dell’azione economica.

Data l'estrema complessità e diversifica-zione dei prodotti immessi ogni giornosul mercato europeo e la difficoltà di ot-tenere l'unanimità nell'approvazione didirettive dall'elevato contenuto tecnico,il Consiglio dei Ministri della Comunitàha adottato, il 7 Marzo 1985, una risolu-zione con cui veniva indicato un "nuovoapproccio" per la stesura delle norme eper l'armonizzazione tecnica. Mentreprima del 1985 ciascuna direttiva dovevacoprire tutti gli aspetti legati ad un sin-golo prodotto, in seguito alla risoluzionel’atto legislativo si doveva limitare allafissazione dei requisiti essenziali di sicu-rezza e non delle specifiche tecnichedella produzione. Il funzionamento del-l’impianto normativo, su cui tutt’oggi sibasa il mercato unico, è basato sulla “pre-sunzione di conformità” ai requisiti es-senziali riportati nelle direttive garantitadalle norme europee armonizzate. La ste-sura delle specifiche tecniche, invece, èdemandata agli organismi di normazioneeuropei: Comitato Europeo di Norma-zione - CEN, Comitato Europeo di Nor-mazione Elettrotecnica - CENELEC el’Istituto Europeo per gli Standard nelleTelecomunicazioni – ETSI.

4. L’Infrastruttura della Qualità come elemento di competitività ed efficienza. Il caso del mercato unico in Europa

Page 52: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

I primi due sono di fatto federazioni diEnti Nazionali di Normazione (in Italiarappresentati rispettivamente da UNI eCEI) e svolgono un’attività di coordina-mento operativo quale segreteria centraleunificata.

La validità del modello di armonizzazionedel mercato europeo dei prodotti è statasuccessivamente sancita con l’emanazionedel Regolamento 1025/2012 che ha rico-nosciuto il ruolo determinante della nor-mazione europea nel governo del mercatounico e nella libera circolazione di pro-dotti sicuri a tutela dei cittadini europei,estendendone il ruolo all’Unione europeadei servizi.

Il quadro legislativo di riferimento si basasu due atti promulgati dal Parlamento eu-ropeo nel 2008 con cui vengono promossele attività di accreditamento e vigilanzadel mercato, entrambe fondamentali perla realizzazione del mercato unico: il Re-golamento 765/2008 e la Decisione768/2008

Viene inoltre fortemente raccomandata laverifica di conformità da parte degli Orga-nismi notificati di specifici prodotti – dagliascensori, alle macchine; dai dispositivimedici alle caldaie - per i quali è obbliga-toria un’azione rigorosa a garanzia di inte-ressi generali come la salute e la sicurezzadei consumatori europei. I due documentiportano insieme un quadro di regole glo-bali per operare efficacemente per la sicu-rezza e la conformità dei prodottiindustriali, con l’obiettivo di proteggere ilpubblico interesse e per il corretto funzio-namento del mercato unico.

Secondo le disposizioni del Regolamento765/2008, gli Stati membri nominano ununico organismo nazionale che forniscel'accreditamento degli organismi di valu-tazione della conformità. In Italia il Rego-lamento ha trovato attuazione con la

Legge 99/2009, recante “Disposizioni perlo sviluppo e l'internazionalizzazione delleimprese, nonché in materia di energia", econ i due decreti interministeriali del 22dicembre 2009 che hanno determinato lanascita di Accredia, quale Ente unico na-zionale di accreditamento.

Il ricorso a norme armonizzate a livello eu-ropeo mira a creare il livello di trasparenzanecessario, la fiducia nella competenzadegli organismi di valutazione della con-formità e a garantire che il sistema euro-peo di accreditamento sia compatibile conil sistema internazionale di accredita-mento attraverso gli accordi globali dimutuo riconoscimento (IAF – MLA, ILAC –MRA).

Il Regolamento prevede un approccio uni-formemente rigoroso in tutti gli Statimembri. Pertanto, il beneficio del sistemadi accreditamento in Europa è legato alfatto che una volta emesso un certificatodi accreditamento, questo debba essere ob-bligatoriamente riconosciuto dalle auto-rità degli Stati membri in base agli accordidi mutuo riconoscimento per i quali l’Entenazionale di riferimento che lo ha emessoè firmatario.

Per assicurare l’equivalenza del livello dicompetenza delle valutazioni di confor-mità eseguite in paesi diversi, è previsto in-fatti un rigoroso sistema di valutazioneinter pares, organizzato dall’European co-operation for Accreditation (EA), ricono-sciuta dall’Unione europea, ai sensi delRegolamento 765/2008, quale infrastrut-tura europea di accreditamento. In base atale sistema, gli enti di accreditamento na-zionali si sottopongono ogni 4 anni aduna “visita ispettiva”. Dal superamentodelle verifiche di peer assessment discendelo status di firmatario degli Accordi inter-nazionali di mutuo riconoscimento (EA -MLA), che garantiscono la competenza, ilrigore procedurale e l'uniformità del modo

OA Osservatorio ACCREDIASi

cure

zza

50

Mer

cato

un

ico

Page 53: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

di operare di tutti gli Enti nazionali di ac-creditamento membri di EA. Grazie agliAccordi, i certificati di conformità e di ta-ratura e i rapporti prova e di ispezioneemessi dai soggetti a loro volta accreditatidagli Enti firmatari sono validi all'internodel mercato unico.

Ciò elimina il sovraccarico superfluo di es-sere accreditati separatamente in ognistato membro e di far controllare i pro-dotti da diversi organismi di valutazionedella conformità.

In questa maniera vengono tutelati gli in-teressi dei cittadini europei regolandol'immissione di prodotti nel mercato, ga-rantendo al contempo la libera circola-zione di persone, merci, capitali e servizinel rispetto della salute e sicurezza dei la-voratori, dell’ambiente e dei consumatori.

Il nuovo approccio, prerogativa del mer-cato unico, ha avuto un'influenza positivasull'innovazione e sulla concorrenza, hamigliorato il funzionamento del mercato

interno e ha notevolmente facilitato l'ac-cesso al mercato alle aziende degli Statimembri, riducendo allo stesso tempo glioneri per i produttori.

Grazie all'armonizzazione delle normenazionali, attraverso il principio delmutuo riconoscimento, 512 milioni diconsumatori hanno oggi libero accesso aprodotti e servizi all’interno dei confinidell’Unione europea. Nonostante si trattiin buona sostanza di un'economia di ser-vizi (il 70% del prodotto interno lordodell'Unione), il commercio tra paesimembri riguarda principalmente i beni.A 5 anni dall’emanazione del Regola-mento 1025/2017 solo il 20% dei serviziveniva infatti scambiato mentre il com-mercio di beni intra-UE arrivava a valere3.300 miliardi di euro e mostrava unacrescita continua negli anni. Allo stessotempo i volumi di scambio ancora con-tenuti dell’altra componente del com-mercio, i servizi, dimostrano che la loroliberalizzazione ha lasciato ampi marginidi crescita (Figura 21).

OAM

ercato u

nico

51

Fonte: Eurostat

Figura 21 - Commercio di beni e servizi intra-UE – miliardi di euro

-

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Beni Servizi

Page 54: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

52

Mer

cato

un

ico

Osservatorio ACCREDIAOA

Tanto più che i servizi alle imprese, adesempio, diventano sempre più impor-tanti per la produzione: circa l'80% deglioutput provenienti da servizi legali, con-tabili, ingegneristici e architettonici ven-gono infatti utilizzati come inputintermedi per altri settori, incluse le atti-vità manifatturiere (Commissione euro-pea, 2018).

Le azioni per stimolare il mercato unicodell’Unione europea sono continuatenegli anni e, nel 2015, la Commissione hapresentato una roadmap per valorizzarneappieno le potenzialità. L’armonizzazionedelle norme tecniche continua ad essereuna delle principali azioni a sostegnodello sviluppo di un quadro economico diprosperità inclusivo e sostenibile.

Le attività per rafforzare l’armonizzazionedegli standard tecnici sono proseguite loscorso dicembre con la presentazione didue proposte legislative della Commis-sione europea: un nuovo regolamento sulreciproco riconoscimento delle merci fi-nalizzato a rendere più facile per le im-prese, in particolare le PMI, vendere ipropri prodotti in Europa (https://ec.eu-ropa.eu/docsroom/documents/26975), eun progetto di regolamento sulla confor-mità alla normativa di armonizzazione esulla sua applicazione volto a rafforzare icontrolli da parte delle autorità nazionaliper impedire la vendita di prodotti non si-curi (https://ec.europa.eu/docsroom/do-cuments/26976).

La diversificazione, la dimensione e l'in-novazione che il mercato unico rendepossibili, sono tutti fattori di produttivitàper le imprese e sono quindi utili per aiu-tare a sostenere la competizione interna-zionale in un mondo globalizzato.

Gli ostacoli regolamentari sono stati ri-mossi per oltre l'80% e il mercato unicoha creato la possibilità per tutte le im-

prese, piccole e grandi, di attrarre inve-stimenti consentendo l’accesso ai mercatiinternazionali. In più la produzione in-ternazionale è sempre più organizzata al-l'interno di catene del valore globali incui il processo di innovazione e produ-zione si estende su diversi paesi. Grazie almercato unico, le imprese dell'Unionehanno accesso a input più diversificati, dipiù alta qualità e più economici diven-tando più competitive a livello globale.L'integrazione delle imprese all’interno dicatene del valore europee, contribuisceinoltre a garantire che l'attività econo-mica rimanga all'interno dell'Unione.

Non è infatti un caso che il 28% delle 100più grandi aziende per livello di capita-lizzazione a livello globale siano europee(Figura 22).

Il mercato unico consente all'Unione diparlare con una sola voce nei negoziaticommerciali internazionali. La sua di-mensione, 15.300 miliardi di euro di pro-dotto interno lordo (Commissioneeuropea, 2018), garantisce una forza con-trattuale negli Accordi che i singoli Paesinon potrebbero sostenere. Le condizionidi scambio definite, ad esempio, negli ac-cordi di libero scambio con il Giapponedimostrano tale “peso” negoziale.

Inoltre, le norme europee armonizzateelaborate da CEN, CENELEC ed ETSI sonospesso diventate un modello di riferi-mento per gli standard globali in ambitoISO, IEC e ITU e la politica commercialedell’Unione li promuove negli accordipreferenziali di libero scambio.

Il mercato unico è infine un potente stru-mento per diffondere l'innovazione e lenuove tecnologie che rendono le econo-mie europee più produttive e generanoun progresso sociale per i cittadini. Èstato stimato che migliorando il funzio-namento del mercato unico dei prodotti

Page 55: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

53

Mercato

un

icoOA

manifatturieri, già di per sé un successo,si potrebbero generare fino a 183 miliardidi euro all'anno (Commissione europea,2018). I maggiori benefici, tuttavia, do-vrebbero derivare da una maggiore inte-grazione del mercato dei servizi e delleprofessioni, in particolare dei servizi alleimprese.

4.2 Effetti sull’innovazione e sulla crescita dell’applica-zione di standards omogenei

Lo studio dell'interazione tra norma-zione, innovazione e crescita economicaè spesso un esercizio empirico complessobasato su valutazioni d’impatto multidi-mensionali.

Gli effetti della normazione su innova-zione e, più in generale, sull’attività eco-nomica dipendono da un equilibrio didiversi fattori favorevoli e sfavorevoli le-gati al costo di conformarsi a standardprecostituiti. Non è un caso che diverse

analisi nazionali ed internazionali sul-l’impatto economico delle norme tecni-che tendano a misurare il costo diadeguamento alle nuove specifiche met-tendolo poi in relazione al beneficio eco-nomico ottenuto dall’applicazione deglistandards arrivando a calcolare una sortadi moltiplicatore della normazione.

Secondo alcuni studi, una regolamenta-zione più rigida e prescrittiva può esseredi ostacolo all'innovazione riducendol’incentivo ad investire in ricerca e svi-luppo e aumentando i costi. Si creereb-bero così effetti distorsivi che potrebberoportare i mercati ad equilibri subotti-mali. Al contrario, più l’approccio allanormazione sarà flessibile, ad esempiolegandone l'applicazione a obiettivi pre-stazionali, maggiore sarà la capacità distimolare l'innovazione e la crescita.Nella definizione dei criteri di perfor-mance legati a target di risultato, vienecosì lasciata la libertà ai produttori/for-nitori di progettare i propri prodotti eservizi.

Fonte: Fortune

Figura 22 - Top 100 aziende globali 2017 per capitalizzazione – distribuzione % per area economica

Europa28%

Stati Uniti 37%

Cina19%

Resto del mondo16%

Page 56: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

54

Mer

cato

un

ico

Osservatorio ACCREDIAOA

Le norme tecniche possono servire unaserie di funzioni tra cui:

! trasmettere informazioni tecniche inmodo trasparente e coerente, consen-tendo alle imprese di confrontare leprestazioni dei loro prodotti/servizicon quelle dei loro competitors;

! garantire che i nuovi prodotti, servizie tecnologie siano compatibili conquelli esistenti, promuovendo in talmodo mercati aperti e competitivi;

! informare i consumatori sui livelli mi-nimi di qualità e sicurezza social-mente desiderati, ad es. salute,sicurezza e norme ambientali;

! promuovere la conformità tra pro-dotti, servizi e tecnologie, consen-tendo ai produttori di sfruttare leeconomie di scala;

! alimentare la fiducia dei consumatoriin fase di scelta di un prodotto.

Swann (2010) ha fornito un aggiorna-mento completo dello stato dell'artenell'economia della normazione, ripor-tando, sulla base di una dettagliata ana-lisi della letteratura esistente, i risultaticonseguiti da diversi studi econometricisu Regno Unito, Germania, Francia, Ca-nada e Australia, evidenziando unachiara connessione a livello macroeco-nomico tra normazione, produttività ecrescita economica.

In Italia, una recente ricerca ha messo inevidenza l’impatto economico, organiz-zativo e concorrenziale delle norme tec-niche in determinati settori del Made innazionale con grande presenza sui mer-cati internazionali (quali arredamento emacchine utensili), per i quali l’utilizzonelle norme tecniche può fare aumen-tare fino al 14% il fatturato.

La normazione come elemento fondantedell’Infrastruttura di Qualità consentel’accesso a nuovi mercati alle imprese, ri-ducendo i costi di transazione. Più in ge-nerale è in grado di rendere i mercatiinternazionali e domestici più efficientianche aumentando il clima di fiducia trapartner commerciali di paesi diversi.

Page 57: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

55

Acco

rdi b

ilateraliOA

Negli ultimi anni, gli accordicommerciali bilaterali sono di-ventati sempre più frequenti nelpanorama internazionale. Ciò è

in gran parte dovuto alle difficoltà riscon-trate nelle negoziazioni per accordi multi-laterali nell’ambito del WTO. Molti paesihanno così preferito perseguire le loro stra-tegie commerciali tramite accordi bilate-rali, per molti versi più facili da finalizzare,ma non privi di conseguenze per i paesiterzi. Ciò complica non poco l’analisi eco-nomica degli effetti di tali accordi, per loronatura discriminatori; molti economistihanno sottolineato che i potenziali effettidistorsivi rispetto ad una situazione di li-beralizzazione multilaterale degli scambipotrebbero limitare fortemente i beneficiattesi, contribuendo per di più a crearecontrasti con i paesi discriminati.

Peraltro, la proliferazione del bilaterali-smo, accanto a quella del regionalismo, haimplicato un grado crescente di comples-sità degli assetti giuridici e istituzionali,tanto che spesso si parla di spaghetti bowl(termine introdotto dall’economista Jag-dish Bhagwati negli anni ’90), proprio perindicare la matassa intricata creatasi congli accordi preferenziali esistenti a livellomondiale.

Gli accordi recenti inoltre sono partico-larmente articolati, in quanto trattano te-matiche più ampie, numerose e complessedi quelle affrontate (e forse affrontabili) alivello multilaterale (WTO 2011). L’am-

piezza è un tratto distintivo degli accordidi nuova generazione, i quali, oltre a ri-durre o eliminare le barriere tariffarie, siconcentrano con sempre maggiore enfasisu questioni di tipo non tariffario come iregolamenti, gli standard, le procedure, laconcorrenza, la proprietà intellettuale. Seda un lato questo nuovo approccio ri-sponde a esigenze pratiche derivanti dalfatto che nell’economia contemporanea lebarriere non tariffarie rappresentanospesso l’ostacolo principale all’internazio-nalizzazione delle imprese, soprattutto diminore dimensione, dall’altro la com-prensione degli effetti di questo tipo di li-beralizzazioni è assai meno immediatarispetto all’eliminazione dei dazi.

Notiamo, peraltro, che alcuni di questitemi finiscono sempre più spesso per in-fluenzare anche le politiche non stretta-mente commerciali; una questione delicatae spesso fonte di critiche, in quanto riguar-dante la sovranità nazionale. Pensiamo, adesempio, alle conseguenze derivanti dalladefinizione di nuovi standard e regola-menti concordati a livello internazionale.Allo stesso tempo occorre però ricordareche se correttamente definite, le “regole delgioco” sugli scambi tra paesi incluse in unaccordo preferenziale “profondo” e artico-lato, possono ridurre alcuni effetti collate-rali negativi della maggiore integrazione tramercati, riducendo la possibilità di concor-renza sleale tra le imprese o il rischio di unacorsa al ribasso negli standard introdotti trapaesi (Tajoli, 2017).

5. Le misure non tariffarie nei recenti accordi di libero scambio dell’UE

Page 58: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

56

Acc

ord

i b

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

Da rilevare anche il fatto che alcune dispo-sizioni in materia di standard, procedure eregolamenti, sviluppate nell’ambito di unaccordo bilaterale o regionale possono difatto avere un impatto diretto su paesi terziin quanto alcune misure sono multilateraliper natura. Mentre è facile rimuovere undazio solamente nei confronti di uno spe-cifico partner commerciale, ciò non è pos-sibile per molte misure non-tariffarie. Peresempio, l’adozione di un determinatostandard, benché promossa da un accordobilaterale, ha effetti su tutti i partner com-merciali anche se esclusi dall’accordo. Vi èquindi la possibilità che alcune misure bi-laterali possano contemporaneamente fa-cilitare gli scambi reciproci, ma alcontempo – anche non intenzionalmente –aumentare le barriere verso paesi specifici.Un elemento aggiuntivo di complessità edi potenziale contrasto a livello interna-zionale.

Evidenziamo dunque un aumento dellacomplessità su due margini che potremmochiamare (usando una terminologia co-mune in letteratura) estensivo e intensivo.Il primo fa riferimento all’aumento dellanumerosità degli accordi (bilateralismo), ilsecondo all’aumento nella profondità onell’ampiezza dei temi trattati (cosiddettideep trade agreement).

Rispetto ad altri paesi, l’UE si distingue inentrambi i margini, ovvero per il numero el’ampiezza degli accordi raggiunti.

In seguito alla comunicazione “EuropaGlobale” del 2006, la Commissione Euro-pea (CE) ha manifestato l’intenzione di ne-goziare vari accordi commerciali di ampiaportata. Più recentemente, nel 2015, ha an-nunciato la nuova strategia europea sulcommercio e gli investimenti, denominata“Trade for All”. Nell’ambito di questanuova strategia, la politica commercialedell’UE pone una sempre maggiore atten-zione non solo alle questioni tariffarie, ma

anche agli aspetti riguardanti la gestionedel processo di globalizzazione in sensoampio.

I recenti accordi bilaterali dell’UE si collo-cano pienamente nell’ambito di questanuova strategia commerciale, condividen-done vantaggi e svantaggi. Essendo accu-munati da un’unica strategia di fondo, nonsorprende il fatto che i contenuti degli ac-cordi siano spesso molto simili.

Per esempio, sono da poco entrati in vigoregli accordi con il Canada e con la Corea delSud, il primo siglato con un paese asiatico.Una novità dell’accordo, che ne evidenzial’ampiezza, è rappresentata dalla presenzadi allegati specifici per alcuni settori rile-vanti come l’elettronica, i motoveicoli, lafarmaceutica, le apparecchiature mediche ela chimica, i quali includono disposizionisulle barriere non tariffarie. Gli accordi suc-cessivi hanno sostanzialmente seguito que-sto approccio sviluppandolo ulteriormente. Il confronto tra i testi dei vari accordi per-mette di avere un quadro sintetico delle so-miglianze e delle differenze. Il successivoaccordo con il Canada è decisamente il piùesteso tra gli accordi recenti dell’UE, costi-tuito da ben 30 capitoli. L’accordo con laCorea in confronto ne ha “solamente” 15.Tutti gli accordi recenti hanno sostanzial-mente in comune un primo blocco di ca-pitoli che comprende le disposizionigenerali, il trattamento nazionale e l’ac-cesso al mercato dei beni, le misure di di-fesa commerciale, le barriere tecniche, lemisure sanitarie e fitosanitarie, le pratichedoganali e l’agevolazione degli scambi. Viè poi un secondo blocco di capitoli su ser-vizi e investimenti articolato in manierapiù o meno dettagliata. Tutti gli accordiprevedono poi capitoli dedicati alla con-correnza, agli appalti pubblici, alla pro-prietà intellettuale, alla trasparenza e allosviluppo sostenibile. Gli accordi si conclu-dono con uno o due capitoli recanti le di-sposizioni istituzionali e finali.

Page 59: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

57

Acco

rdi b

ilateraliOA

In quanto segue analizziamo alcuni deiprincipali contenuti degli accordi conparticolare riferimento alle misure non-tariffarie: procedure doganali, barrieretecniche, misure sanitarie e fitosanitarie,indicazioni geografiche approfondendo,seguendo l’articolato, il richiamo alle va-lutazioni della conformità, agli standarde all’accreditamento.

5.1 Tratti comuni nei recenti accordiGli accordi di libero scambio si pongonotipicamente come fine ultimo la completaliberalizzazione degli scambi, prevedendol’abbattimento della quasi totalità dei dazi.Tuttavia, in un contesto internazionale incui i dazi sono già mediamente bassi,l’ostacolo maggiore agli scambi riguarda lemisure non-tariffarie.

Gli accordi di nuova generazione e, in par-ticolare, i recenti accordi dell’UE, seguonoun nuovo approccio alla facilitazione e li-beralizzazione degli scambi tra paesi in cuisi da sempre maggiore peso alle misure ditipo non-tariffario nonché al mutuo rico-noscimento, alla convergenza e all’unifor-mazione degli standard e delle proceduredi valutazione della conformità attraversol’utilizzo dell’accreditamento. Si disci-plina, in questo modo, la reciproca accet-tazione dei risultati delle valutazioni diconformità. È possibile pertanto eviden-ziare come i recenti accordi presentino al-cune caratteristiche comuni nel modo incui si affronta la questione.

Procedure doganali

La complessità e la scarsa trasparenza delleprocedure doganali rappresentano un osta-colo sostanziale agli scambi. Un obiettivodei recenti accordi è modernizzare e sem-plificare tali procedure, rendendo il pas-saggio delle dogane il più possibile rapido.La rapidità delle operazioni è assicurata

non solo dal miglioramento delle proce-dure e dei regolamenti doganali, ma anchedalla trasparenza con la quale le informa-zioni necessarie sono rese disponibili agliesportatori. A tal fine, gli accordi inclu-dono disposizioni circa la creazione di unsito internet dedicato e la pubblicazioneon-line di informazioni e moduli. Tutti gliaccordi, inoltre, prevedono l’istituzione diun comitato responsabile della coopera-zione in materia di dogane e con lo scopodi promuovere lo scambio di informazioni.

Negli accordi sono specificate in maniera ilpiù possibile chiara le regole di origine,cioè i criteri da rispettare per ottenere lostatus di esportatore. Le regole di originesono particolarmente importanti perchéin base ad esse si stabilisce se un prodottoè eleggibile per ricevere il trattamento pre-ferenziale garantito dall’accordo. La que-stione delle regole di origine è ancor piùdelicata per i prodotti maggiormente sog-getti alla frammentazione della produ-zione, per i quali l’import di parti ecomponenti è rilevante. La regola generaleè che i prodotti siano considerati come ori-ginari di un paese se interamente prodottisul territorio nazionale o se le lavorazionisono state effettuate nel paese in misura“sufficiente”. Il calcolo del grado di lavo-razione “sufficiente” è precisato dall’ac-cordo e può variare in base al prodotto. Trai criteri chiave previsti dai nuovi accordiricordiamo: la non-alterazione, certifica-zione e autocertificazione, il cumulo diorigine, il traffico di perfezionamento. Diinteresse per il presente studio, il ricorsoalla certificazione nazionale fa in modoche gli esportatori possano ottenere deicertificati di origine presso le dogane na-zionali e che tali certificati siano ricono-sciuti dalle dogane estere; per facilitareulteriormente gli scambi si consente agliesportatori che effettuano spedizioni infe-riori ad una certa soglia (per es. 6.000 euroin Corea del Sud) di autocertificare l’ori-gine del prodotto.

Page 60: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

58

Acc

ord

i b

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

L’accordo con il Canada prevede che gliesportatori si registrino presso le autoritàdoganali locali al fine di ricevere lo statusdi esportatore registrato (codice REX) checonsente loro di utilizzare la dichiarazionedi origine.

L’accordo con la Corea del Sud è stato ilprimo accordo dell’UE a prevedere la pos-sibilità di autocertificazione dell’origine.Per beneficiare dell’accordo, le imprese de-vono ottenere lo status di esportatore ap-provato. In questo caso la procedura perl’approvazione avviene a livello nazionalee sono pertanto gli uffici doganali nazio-nali a dover verificare il soddisfacimentodei criteri.

Barriere tecniche e misure sanitarie e fitosanitarie

I nuovi accordi affrontano esplicitamenteil tema delle regolamentazioni tecniche,degli standard e delle misure sanitarie e fi-tosanitarie in quanto possibile ostacoloagli scambi e fonte di costi, a fronte deiquali non sempre vi è una reale esigenzadi utilità sociale.

L’approccio dell’UE è di promuovere l’ado-zione di standard internazionali, forteanche dell’ampio uso che se ne fa in am-bito europeo, o di ottenere il mutuo rico-noscimento basato sul principiodell’equivalenza dei risultati ottenuti at-traverso standard diversi, secondo il qualevanno considerati equivalenti gli standardche producono effetti pratici analoghi. Ilmutuo riconoscimento, e ancor più l’ado-zione di standard comuni, rappresentanouna grande semplificazione e un significa-tivo abbassamento dei costi di commercio,poiché si evitano procedure lunghe e pocotrasparenti, e in particolare si evita il pro-blema dei doppi test, nonché la necessitàdi dover differenziare la produzione. Negliaccordi, la questione delle barriere tecni-che è stata affrontata includendo degli al-

legati settoriali e in alcuni casi istituendouna serie di gruppi di lavoro settoriali.

Tra i settori più colpiti dalle barriere tec-niche rientra quello dei motoveicoli, eco-nomicamente molto rilevante: negliaccordi sono previste disposizioni specifi-che per facilitare gli scambi. Il Canada è ilprimo paese del Nord America a ricono-scere unilateralmente l’equivalenza di unaserie di standard internazionali adottatidall’UE (Regolamenti UNECE - United Na-tions Economic Commission for Europe).Si prevede il mutuo riconosci¬mento deicertificati di valutazione di conformità ac-creditati per quanto riguarda i prodottielettrici, le apparecchiature elettroniche eradiofoniche, i giocattoli, i macchinari egli strumenti di misurazione.

Le misure sanitarie e fitosanitarie, oltre arispondere a questioni di salute nazio-nale e sicurezza dei consumatori, rappre-sentano spesso barriere agli scambi,specialmente per prodotti di origine ani-male e vegetale. I recenti accordi affron-tano la questione prevedendo una listadi aziende abilitate all’esportazione eprocedure semplificate per ottenere l’abi-litazione. La gestione delle malattie edegli eventuali problemi sanitari è af-frontata riconoscendo la regionalizza-zione ovvero definendo precisamente lezone colpite e quelle sicure, evitandocosì che un problema relativo ad aree cir-coscritte causi l’interruzione degliscambi con l’intera UE.

L’UE e il Canada hanno raggiunto ilmutuo riconoscimento dei controlli vete-rinari e, grazie all’accordo, hanno sempli-ficato notevolmente le procedure perl’approvazione delle importazioni dipiante, frutta e verdura. In particolare,l’autorizzazione da parte del Canada av-verrà una sola volta a livello UE, avendovalore per tutti gli Stati membri, e non piùseparatamente per ogni singolo Stato.

Page 61: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

59

Acco

rdi b

ilateraliOA

Indicazioni geografiche

Le indicazioni geografiche sono di partico-lare importanza per i paesi europei e special-mente per l’Italia, che ha un patrimonioenogastronomico particolarmente ampio esoggetto a frodi e imitazioni a danno dei pro-duttori e dei consumatori. L’indicazione geo-grafica permette l’identificazione dei prodottioriginari e caratteristici di certe aree territo-riali. È, pertanto, per il consumatore, unafonte importante di informazione poiché co-stituisce una garanzia sulla provenienza e sul-l’adesione a un disciplinare specifico. Fermarestando la libertà degli altri produttori diprodurre prodotti simili, la protezione di de-terminati termini specifici migliora la tra-sparenza dell’informazione ed evitaconfusioni malevole o addirittura frodi.

In Europa la fiducia dei consumatori sullaqualità dei prodotti è garantita da un sistemadi controllo teso a verificare la conformità aldisciplinare di produzione riconosciuto. Tale sistema è basato oltre che sulla vigilanzaaffidata all’Autorità pubblica e all’autocon-trollo dei produttori, sulle attività di soggettiprivati accreditati dall’Ente di accredita-mento di riferimento.

L’approccio dell’UE è stato, in tutti gli ac-cordi, molto chiaro. Si è negoziato il ricono-scimento delle indicazioni geograficheeuropee ottenendo un livello di protezioneanalogo a quello garantito all’interno del-l’Unione. Il Canada riconosce e tutela 143 in-dicazioni geografiche europee, di cui 41italiane, mentre la Corea del Sud ne ricono-sce 165, di cui 16 italiane.

Standard, valutazioni di conformitàe accreditamento

La riduzione delle barriere non-tariffarie alcommercio si raggiunge soprattutto tramitel’adozione di standard comuni e la reciprocaaccettazione dei risultati delle valutazioni diconformità su prodotti e servizi che attestano

la rispondenza ai requisiti stabiliti. Questoavviene attraverso l’accreditamento di orga-nismi e laboratori e al mutuo riconoscimentodelle valutazioni di conformità rilasciate. Atal fine i recenti accordi dell’UE sono moltoespliciti nel promuovere la cooperazione in-ternazionale nel campo delle norme, delle re-golamentazioni e delle procedure. Gli accordiinfatti includono disposizioni volte a facili-tare procedure di valutazione di conformitàe accreditamento, nonché a semplificare leregolamentazioni tecniche ove possibile.

Come detto il principio di fondo è quello delmutuo riconoscimento delle attestazioni ri-lasciate da organismi e laboratori accreditati.La reciproca accettazione dei risultati dellevalutazioni di conformità poggia sul ricono-scimento del ruolo degli enti di accredita-mento, in Europa previsti dal Regolamento(CE) 765/2008.

Nell’accordo più recente e più ampio, quellocon il Canada (CETA), si riconosce al temaun ruolo di primaria importanza, tanto daprevedere un intero “Protocollo sulla reci-proca accettazione dei risultati della valuta-zione della conformità”.

Il protocollo disciplina l’accettazione dei ri-sultati delle prove di laboratorio e delle cer-tificazioni di prodotto rilasciate dagliorganismi accreditati in UE e Canada. Gli or-ganismi di valutazione della conformità de-vono essere accreditati presso un ente diaccreditamento nazionale firmatario degliaccordi di mutuo riconoscimento. Le dispo-sizioni per il riconoscimento sono definitenel protocollo. Al fine di facilitare il ricono-scimento degli organismi di valutazione e diaccreditamento e con la finalità di imple-mentare le disposizioni del protocollo, EA-European Cooperation for Accreditation eSCC-Standards Council of Canada hannofirmato un Accordo per gestire il mutuo ri-conoscimento degli organismi di certifica-zione e dei laboratori di prova accreditatiprevisto dal CETA.

Page 62: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

60

Acc

ord

i b

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

Tale accordo garantirà l’accettazione reci-proca, da parte del Canada e dei paesi del-l’Unione, delle certificazioni di prodotto edelle prove accreditate in Canada da SCC ein Europa dai vari Enti nazionali di accre-ditamento che operano secondo il Regola-mento (CE) 765/2008.

5.2 L’accordo con la Corea del SudL’accordo con la Corea del Sud è uno deimigliori esempi della nuova generazione diaccordi commerciali preferenziali firmatidall'UE.

L’accordo, applicato in via provvisoria dal1° luglio 2011 e ufficialmente entrato in vi-gore dal 13 dicembre 2015, ha una naturamolto più ampia degli accordi precedentied è il primo tra l’UE e un paese asiatico.

Come tutti gli accordi di libero scambiol’obbiettivo principale rimane la progres-siva riduzione e l’abolizione dei dazi doga-nali, che fino all’applicazione provvisoriadell’accordo nel 2011 erano determinati inbase alla clausola della nazione più favo-rita (Most Favored Nation, MFN) secondole regole dell’OMC. L’accordo è tuttavia piùambizioso e si pone esplicitamente obbiet-tivi aggiuntivi riguardanti i diversi aspetticollegati al commercio internazionale, tracui la liberalizzazione nell’interscambio diservizi e investimenti, la promozione dellaconcorrenza e degli appalti pubblici, la pro-tezione della proprietà intellettuale, la ri-mozione delle barriere non-tariffarie, losviluppo sostenibile.

Una novità dell’accordo è rappresentatadalla presenza di allegati specifici per al-cuni settori rilevanti come l’elettronica, imotoveicoli, la farmaceutica, le apparec-chiature mediche e la chimica, i quali in-cludono disposizioni sulle barriere nontariffarie. Vi è poi un capitolo sui servizi el’e-commerce, e uno sullo sviluppo soste-

nibile. Un aspetto rilevante dell’accordo ri-guarda gli assetti istituzionali e la creazionedi comitati e gruppi di lavoro che si riuni-scono regolarmente.

Per quanto riguarda le barriere non-tarif-farie, l’accordo prevede l’istituzione diuna serie di comitati specializzati, due deiquali particolarmente rilevanti per quantoriguarda le NTM. Si tratta del comitato sulcommercio di beni, con la funzione dipromuovere il commercio, anche attra-verso consultazioni sull’accelerazione el’ampiamento delle riduzioni tariffarie edelle misure non-tariffarie. Vi è inoltre unComitato sulle misure sanitarie e fitosa-nitarie che si occupa delle procedure e deipreparativi per la loro applicazione, e svi-luppa procedure per l’approvazione di sta-bilimenti per prodotti di origine animalee, dove appropriato, di siti di produzioneper prodotti di origine vegetale, e rappre-senta un forum di discussione dei pro-blemi derivanti dall’applicazione dellemisure sanitarie e fitosanitarie con loscopo di trovare alternative mutualmenteaccettabili.

L'accordo di libero scambio UE-Corea con-tiene una serie di impegni generali in ma-teria di barriere tecniche al commercio(TBT), compresa la cooperazione su normee questioni regolamentari, la trasparenza ela marcatura/etichettatura, che vanno benoltre gli obblighi contenuti nell'accordodell’Organizzazione Mondiale del Com-mercio sul TBT. Si tratta inoltre del primoaccordo di libero scambio negoziato dal-l'UE, comprensivo di una specifica disci-plina settoriale sugli ostacoli non tariffari.

L'articolo 4.9 dell'accordo riguarda specifi-camente la questione della marcatura e del-l'etichettatura. I requisiti per contrassegnareo etichettare i prodotti devono essere ridottial minimo, per quanto possibile, e non do-vrebbero essere più restrittivi del necessarioper raggiungere un obiettivo legittimo.

Page 63: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

61

Acco

rdi b

ilateraliOA

È nel carattere (discriminatorio) di un ac-cordo di libero scambio che solo i prodottioriginari di una delle parti possono bene-ficiare delle preferenze concesse ai sensidell'accordo: le norme di origine sono ne-cessarie per fornire una definizione esattadell'origine a tale riguardo. Queste regolesono diventate sempre più importanti inpresenza di catene di produzione interna-zionali che si estendono su un certo nu-mero di paesi, alcuni dei quali potrebberonon appartenere allo stesso accordo com-merciale preferenziale. Le disposizionipertinenti per gli scambi tra l'UE e laCorea sono stabilite nel protocollo sullenorme di origine.

I negoziati tra l'UE e la Corea del Sudhanno portato a semplificare le norme diorigine rispetto ai precedenti accordi; tut-tavia, in alcuni settori sensibili, compresiquelli tessili e dell'abbigliamento, sonostate applicate norme dell'UE.

Le analisi economiche del potenziale im-patto dell'FTA sottolineano la rilevanzadegli ostacoli non tariffari e mostrano chepiù le NTB iniziali sono elevate, maggioreè l'impatto dell'FTA.

Gli studi condotti durante i negoziati (cfr.,ad esempio, Decreux et al., 2010) hannocalcolato l'equivalente medio tariffariodelle barriere non tariffarie esistenti, di-mostrando che la protezione dovuta allebarriere non tariffarie supera in larga mi-sura la protezione tariffaria, specialmentein Corea. Inoltre, la maggior parte dei pro-dotti manifatturieri mostra livelli di NTBpiù alti in Corea che nell'UE; in partico-lare nel tessile, abbigliamento in pelle,metalli, macchinari e soprattutto auto ecamion, nonché altri mezzi di trasporto.Ciò è dovuto principalmente agli standardcoreani e ai processi di certificazione lun-ghi e costosi. L'impatto di questi ostacoliè sicuramente sottostimato, e può esseretutt'altro che trascurabile: è stato calcolato

che le NTB iniziali applicate dalla Coreaerano equivalenti - per i tessili - a un li-vello tariffario del 51%. I processi stan-dard e di certificazione nell'UE possonoanche spiegare l'equivalente valore mediodel valore tariffario riscontrato nei pro-dotti tessili, sebbene alcune altre spiega-zioni sulle elevate barriere possano essereriscontrate, ad esempio, nelle norme diorigine.

Non sorprende quindi che le analisi effet-tuate dimostrino che le NTB svolgono unruolo cruciale nella misurazione degli ef-fetti dell’accordo di libero scambio UE-Corea. La conclusione generale è cheentrambe le aree aumenteranno le loroesportazioni nei rispettivi settori di van-taggio comparativo: l'UE può migliorare lapropria posizione in diversi settori (pro-dotti chimici, macchinari, altri prodottimanifatturieri e alimentari) nonché in ser-vizi specifici per una minore entità (affari,assicurazioni e servizi di trasporto). D'al-tro canto, la Corea si avvale dell'accordoper prodotti specifici come tessili, pelle /abbigliamento, automobili e altri mezzi ditrasporto. Va anche notato che, anche sein misura minore, l'UE dovrebbe aumen-tare anche le esportazioni di prodotti tes-sili e abbigliamento verso la Corea. Ilmiglioramento dell'accesso al mercato au-menterebbe il commercio intra-industrialeper questi prodotti (differenziazione verti-cale del prodotto).

Ad oggi l’effetto dell’accordo sembra po-sitivo per quanto riguarda l’interscambioUE-Corea del Sud. Prendendo come riferi-mento il 2011, anno di entrata in vigoredell’accordo, e confrontando l’andamentodi import e export prima e dopo si notachiaramente una performance positiva dientrambi rispetto all’interscambio conmondo, con la crescita dell’export verso laCorea che accelera visibilmente a pochianni dall’accordo, mentre l’import ha unadinamica più contenuta.

Page 64: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

62

Acc

ord

i b

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

Il confronto, benché semplice, è partico-larmente suggestivo perché si vede beneche l’andamento del commercio con laCorea era sostanzialmente allineato al-l’andamento del commercio con ilmondo fino al 2011, l’export tuttavia ri-sultava più dinamico già nel periodo pre-accordo; inoltre, a partire dall’entrata invigore dell’accordo l’export verso la Coreacontinua a crescere più rapidamente del-l’import e più rapidamente dell’exportverso il mondo (Figura 23).

La crescita dell’export risulta particolar-mente accentuata per alcuni settori rile-vanti come il tessile e i prodottialimentari, che nel periodo 2011-2017aumentano del 44% e del 40% rispetti-vamente, contro un export verso ilmondo che è rimasto sostanzialmenteinvariato (aumenti inferiori al 5%). Nel settore alimentare appare notevoleanche l’andamento dell’import dallaCorea del Sud, che in seguito all’accordoaddirittura quasi raddoppia (una crescitatanto sostenuta dipende tuttavia anchedallo scarso valore dell’import del set-tore, inferiore all’1% del totale dell’im-port dalla Corea).

L’effetto del tendenziale aumento dell’ex-port rispetto all’import implica un miglio-ramento dei saldi commerciali. Il saldocommerciale normalizzato (saldo divisosomma di import e export) dell’UE era ne-gativo nel 2007 e sostanzialmente si azzeraa pochi anni dall’entrata in vigore dell’ac-cordo (Figura 24). Tra i settori consideratiprecedentemente (tessile, alimentari, mec-canica e trasporti), solo i prodotti alimen-tari presentano un saldo positivo, peraltromolto pronunciato e che non si modificamolto negli anni. L’UE è importatore nettodalla Corea del Sud di prodotti del tessile edella meccanica, i saldi tuttavia mostranouna chiara tendenza al miglioramento.

L’Italia ha un saldo positivo nell’inter-scambio con la Corea del Sud, con unsaldo normalizzato che nel 2017 si atte-stava intorno al 12%. Da notare il fattoche il saldo passa da negativo a positivoproprio nel 2011-2012 con l’entrata in vi-gore dell’accordo. Nel tessile-abbiglia-mento il saldo normalizzato dell’Italia èaddirittura superiore all’83%, nell’alimen-tare è superiore al 71% e nei macchinari èdi circa il 50%, mentre è negativo neimezzi di trasporto (dati ICE).

Fonte: elaborazioni su dati Comtrade

Figura 23 - Flussi normalizzati di import e export dell’UE verso la Corea del Sud (2011=100)

Totale Meccanica e trasporti

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Tessile

Import da Corea Export verso Corea

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Alimentari

Exp. verso Mondo Imp. da Mondo

200175150125100

7550

150

125

100

75

50

25

0

Page 65: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

63

Acco

rdi b

ilateraliOA

L’accordo ha sicuramente contribuito a fa-cilitare l’interscambio dell’Italia con laCorea. L’export italiano sembra averne be-neficiato particolarmente avendo fatto re-gistrare una crescita di quasi il 18% nelperiodo 2011-2017.

Nel settore alimentare l’export italiano inCorea è addirittura più che raddoppiatocontro una crescita del nostro export a li-vello mondiale di poco superiore al 10%.Analogamente, l’export italiano in Coreadi prodotti tessili è aumentato del 59%mentre a livello mondiale il nostro exportha subito una contrazione del 7%. Menonetta la forbice nel caso di meccanica e tra-sporti, settore in cui l’export italiano inCorea è cresciuto solo del 3,4% dall’en-trata in vigore dell’accordo, risultato co-munque positivo (dati WITS).

5.2.1 Barriere tecniche e misure sanitarie e fitosanitarie

Gli allegati settoriali al capitolo 2 e l’alle-gato sull’agricoltura (capitolo 3) rappre-sentano delle vere e proprie novitànell’ambito degli accordi di libero scam-

bio in quanto vi è un’esplicita disciplinadelle barriere non-tariffarie, cioè di tuttiquegli impedimenti al commercio diversidai dazi come, per esempio, regolamenti,standard tecnici, certificazioni ecc. No-tiamo che queste misure, benché normal-mente introdotte dai singoli paesi perragioni che non riguardano il commerciointernazionale, come la sicurezza dei con-sumatori, dei lavoratori o dell’ambiente,finiscono spesso per rappresentare di fattol’ostacolo maggiore agli scambi, anchecontro la stessa volontà del paese regola-tore. Per questa ragione, oltre agli allegatisettoriali, il capitolo 4 è interamente dedi-cato alle barriere tecniche al commercio.

Nel capitolo si prevede che UE e Corea siimpegnino a facilitare l’accesso ai rispet-tivi mercati rafforzando la cooperazionesugli standard, le regolamentazioni tecni-che e le procedure per le valutazioni diconformità. Con lo stesso spirito, il capi-tolo 5 disciplina le misure sanitarie e fito-sanitarie con l’obbiettivo di rimuovere gliostacoli al commercio e allo stesso tempogarantire la protezione della salute e sal-vaguardare piante e animali.

Fonte: elaborazioni su dati Comtrade

Figura 24 - Saldi normalizzati dell’UE con la Corea del Sud

-0,50

-0,25

-

0,25

0,50

0,75

1,00

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Totale Alimentari Tessile Meccanica e trasporti

Page 66: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

64

Acc

ord

i b

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

La Commissione europea ha effettuatoun’indagine basata su analisi dei dati uffi-ciali, consultazioni pubbliche e interviste alfine di individuare, per alcuni casi studio diparticolare interesse, le principali barrierenon tariffarie percepite dagli esportatoridell’UE e della Corea del Sud. I principali ri-sultati sono riassunti nella Tabella 6.

Le barriere non-tariffarie implicano spessodei costi indiretti o impliciti che finisconocon l’essere anche maggiormente gravosidei più visibili e misurabili dazi. Tuttavia ladifficoltà di attribuire un valore a questicosti impliciti rende complessa la valuta-zione dell’effetto dell’Accordo su questotipo di barriere al commercio. Alcunestime della Commissione europea, basatesu un esercizio econometrico, permettonodi assegnare un ordine di grandezza al ri-sparmio di costo derivante dall’abbassa-mento delle barriere non tariffarie intermini di dazio ad valorem equivalente,ovvero esprimendo le grandezze in per-centuale del valore dei beni importati. I ri-sultati disponibili si riferiscono all’anno2014 (Tabella 7).

Va sottolineato che a differenza dei dazi, leregolamentazioni nazionali non consentonodi essere applicate in maniera preferenziale:qualsiasi standard, infatti, si applica a tutti iprodotti nazionali o esteri. Se l’UE e la Coreadel Sud si accordano per armonizzare le pro-prie normative, ciò rappresenta un vantag-gio per le imprese europee e coreane ma lamedesima normativa si applicherà a tutte leimprese del mondo. L’unica eccezione sa-rebbe rappresentata dal mutuo riconosci-mento degli standard nazionali checonsentirebbe ai soli prodotti legalmentefabbricati nell’UE (in Corea del Sud) di esserecommercializzati in Corea del Sud (nell’UE).

A titolo di esempio, consideriamo alcunicasi specifici del settore automobilistico. Leregolamentazioni di UE e Corea differi-scono nel calcolo della massa o per quantoriguarda i limiti alla larghezza dei veicoli.Nell’UE il calcolo della massa prevedel’esclusione del peso di ogni accessorio op-zionale in linea con il regolamento UNECE83, mentre in Corea questa sottrazionenon è prevista, per cui lo stesso veicolo puòrientrare in categorie diverse nei due paesi

Settore Barriere non-tariffarie

Automobilistico

Agricoltura

Elettronica

Beni e servizi ambientali

Servizi postali

· Armonizzazione insufficiente tra i regolamenti coreani e quelli UNECE· Esclusione delle automobili a benzina dall’allegato sui motoveicoli (allegato 2-C)· Specifici requisiti coreani per veicoli e accessori· Specifiche certificazioni, standard coreani

· Il Sistema di regionalizzazione UE non è riconosciuto dalla Corea per quanto riguarda focolai di malattia animali

· Mancanza di trasparenza dei requisiti sanitari coreani sugli animali e i prodotti di origine animale· L’UE non è considerata un’entità unica, con conseguenti problemi per le certificazioni veterinarie· La Corea proibisce le importazioni di formaggi a pasta molle a latte crudo· Procedure complesse per le valutazioni di rischio sull’export di frutta e verdura in Corea

· I test di laboratorio fatti nell’UE devono seguire gli standard coreani· L’Agenzia Coreana per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro richiede certificazioni di terze parti per tutti i beni importati

· Armonizzazione insufficiente tra regolamenti coreani e standard internazionali

· I requisiti e le procedure di sbarco e ispezione previste all’aeroporto internazionale di Incheoncreano ritardi

Tabella 6 - Barriere non tariffarie tra UE e Corea, settori selezionati

Page 67: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

65

Acco

rdi b

ilateraliOA

e i produttori possono vedersi costretti aeffettuare modifiche specifiche sui varimercati. Per quanto riguarda la larghezza,il limite coreano è di 2,5 metri, mentre lostandard europeo per gli autobus è di 2,55-2,66 metri. Gli autobus dell’UE quindi nonpossono essere esportati in Corea a causadi una discrepanza di 5-10 centimetri ri-spetto agli standard coreani. In questi casi,sia un’armonizzazione degli standard cheil mutuo riconoscimento rappresentanofacilitazioni al commercio per le parti del-l’accordo di libero scambio, ma evidente-mente le due soluzioni implicano possibilieffetti diversi su paesi terzi.

5.2.2 Diritti di proprietà intellettuale e indicazioni geografiche

L’accordo stabilisce che le parti debbanoassicurare un’adeguata e efficace applica-zione dei trattati internazionali sottoscritti

in materia di proprietà intellettuale. I paesisi impegnano a intrattenere un dialogo re-golare al fine di accertare l’applicazionedell’accordo e dirimere eventuali que-stioni.

Le disposizioni sui diritti di proprietà in-tellettuale presenti nell’accordo si basanosull’ “Accordo sugli aspetti commerciali deidiritti di proprietà intellettuale” (trade-re-lated aspects of intellectual property rights,TRIPS) per la protezione e l’applicazionedei diritti di proprietà intellettuale.

Tale accordo fu firmato al termine del-l’Uruguay Round del GATT: sono pertantoprevisti dei meccanismi per lo scambio ela cooperazione in materia di proprietà in-tellettuale; sono disciplinati gli standardper la protezione dei diritti degli autori edegli artisti, e le procedure per la registra-zione dei marchi commerciali e per garan-tire efficaci azioni di difesa contropotenziali violazioni.

Settore Riduzioni di costo per l'export della Corea (%)

AgricolturaAutomobilisticoServizi commercialiChimicaConstruzioniApparecchiature elettronicheEnergiaServizi finanziari e assicurativiPescaMeccanicaManifatturieroMetalliAltri serviziAlimentariMaterie primeTelecomunicazioniTessileCommercioTrasportiUtilitiesLegno, carte e minerali

7.85.65.55.53.20.09.21.90.01.50.0

12.50.23.19.50.04.73.32.24.05.4

Riduzioni di costo per l'export dell'UE (%)

2.92.60.01.25.425.314.67.86.39.30.96.65.55.113.06.20.06.88.119.14.8

Tabella 7 - Stime delle riduzioni dei costi di commercio ottenute grazie all’abbassamentodelle barriere non tariffarie (2014)

Page 68: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

66

Acc

ord

i b

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

Le indicazioni geografiche estere possonoessere registrate secondo le stesse proce-dure e con gli stessi criteri validi per i beninazionali, e devono ricevere la stessa pro-tezione accordata a questi ultimi. UE eCorea riconoscono e si impegnano a pro-teggere le indicazioni geografiche elencatenegli allegati. In totale sono elencate 165indicazioni geografiche dell’UE e 63 co-reane, con la possibilità di aggiungernealtre in futuro. Per l’UE, alcune di questesono: Champagne, Scotch, Irish Whisk(e)y.Per l’Italia, in particolare, rientrano nel-l’elenco 16 indicazioni agroalimentari,quali Aceto balsamico Tradizionale di Mo-dena, Prosciutto di Parma, Parmigiano Reg-giano, Pecorino Roma, Mozzarella diBufala Campana, e 22 bevande, principal-mente vini, come Chianti, Barolo, Fran-ciacorta e Grappa.

5.3 L’accordo con il Canada(CETA)

L’accordo economico e commerciale glo-bale (Comprehensive Economic & TradeAgreements, CETA), entrato in vigore inmaniera provvisoria il 21 settembre 2017,è l’ultimo, e probabilmente il più impor-tante dal punto di vista economico, degliaccordi che coinvolgono UE e Canada.

Il contenuto innovativo del CETA ha rice-vuto molta considerazione, anche perchépuò essere considerato come una “provagenerale” per i futuri accordi dell’UE.

L’accordo è molto ampio dal punto di vistaeconomico. Si prefigge principalmente dieliminare la maggioranza dei dazi doga-nali, ma include altrettanto importanti di-sposizioni sull’accesso al mercato, sulledifese commerciali, sulle barriere tecnicheal commercio, sulle misure sanitarie e fito-sanitarie, sulla facilitazione delle proceduredoganali, sugli investimenti, sull’inter-scambio di servizi, sul mutuo riconosci-mento delle qualifiche professionali, sulla

concorrenza, sugli appalti pubblici, sullaproprietà intellettuale, sulla risoluzionedelle controversie e sulla cooperazione re-golatoria, istituzionale e amministrativa.

Per quanto riguarda l’abbattimento deidazi doganali, il CETA si pone l’ambiziosoobbiettivo di una liberalizzazione pratica-mente completa, prevedendo l’elimina-zione del 99% dei dazi. È importantetuttavia ricordare che i dazi tra i due paesisono tendenzialmente già piuttosto bassiper la maggior parte dei prodotti (inferiorial 3%); solo i prodotti agroalimentari man-tengono un livello di protezione relativa-mente elevato.

Considerando i saldi normalizzati dell’UEcon il Canada, si nota una generale ten-denza verso il miglioramento con il saldocomplessivo che è diventato positivo a par-tire dal 2013. I saldi risultano relativa-mente elevati specialmente per alcunisettori di rilievo come tessile e meccanica,mentre il saldo dei prodotti alimentari,seppur in miglioramento è piuttosto con-tenuto (Figura 25).

L’Italia è storicamente un paese esportatorenei confronti del Canada che ha quindi unforte interesse ad abbassare le barriere al-l’entrata in questo mercato. Il saldo nor-malizzato nell’ultimo decennio è quasisempre stato superiore al 20%. In partico-lare, il saldo è aumentato negli ultimi anniattestandosi al 43% circa dal 2015. Nel tes-sile-abbigliamento l’interscambio Italia-Canada è completamente sbilanciato afavore dell’export, con un saldo normaliz-zato superiore al 95%; nei prodotti ali-mentari il saldo supera il 92%, mentre neimacchinari supera l’83% (dati ICE).

Di fatto l’ostacolo maggiore al commerciocon il Canada è costituito dalle misurenon-tariffarie. La prevalenza di questo tipodi misure è particolarmente alta, conside-rato che oltre il 95% dei prodotti deve ri-

Page 69: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

67

Acco

rdi b

ilateraliOA

spettarne almeno una e che oltre la metàdei prodotti ne deve rispettare due o più(Figura 26). I settori più colpiti sono, nonsorprendentemente, quelli dei prodottianimali, vegetali e alimentari, ma anche ilsettore tessile-abbigliamento è caratteriz-zato da un forte peso delle misure non ta-riffarie con quasi l’80% dei prodotti che

deve soddisfarne almeno due. Le misurepiù utilizzate (Figura 27) sono le misure sa-nitarie e fitosanitarie (32% delle misureapplicate) e le barriere tecniche (28%). IlCanada si caratterizza poi per uno spiccatouso di altre misure di tipo fiscale, che in-cludono tasse, commissioni e misure para-tariffarie (26%).

Fonte: elaborazioni su dati Comtrade

Figura 25 - Saldi normalizzati dell’UE con il Canada

-0,20

0,20

-

0,40

0,60

0,80

1,00

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Totale Alimentari Tessile Meccanica e trasporti

Fonte: elaborazioni su dati WITS

Figura 26 - Prevalenza delle NTM (percentuali del totale dei prodotti)

42%

41%38%

58%

49%

69%

30%

13%

71%

48%

59%64%

70%

76%

5%

20%

3%

29%

40%26%

23%

49%

24%

60%

45%

12%

51%

32%19%

7%

5%

12%

30%

5%

24%

18%17%

4%

1%

3%

2%

39%

14%

7%16%

2%

0%

81%

47%

89%

5%

1%19%

14%

1%

4%

9%

3%

2%

1%

2%1%

21%

19%

2%

3%

4%

Tutti i prodotti importati

VarieMezzi di trasporto

Macchinari ed apparecchi elettriciMetalli

Pietre e vetroCalzature

Tessile e abbigliamentoLegno

Pelli e cuoioPlastica e gomma

Prodotti chimiciCombustibili

MineraliProdotti alimentari

VegetaliAnimali

1 tipo 2 tipi 3+ tipi No NTM

Page 70: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

68

Acc

ord

i b

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

La frequenza dei prodotti affetti da NTM eil tasso di copertura sul valore importatoper tipo di misura (Figura 28) evidenzia ladiffusione delle misure sanitarie e fitosani-tarie (18% dei prodotti e 9,2% dell’import),delle barriere tecniche (33,5% dei prodottie 51,6% dell’import), e soprattutto dellealtre misure di tipo fiscale (85,3% dei pro-

dotti e 78,7% dell’import). Le 10 misurepiù utilizzate riguardano le tasse sul con-sumo - la prima - mentre le altre 9 rien-trano tutte tra le barriere tecniche alcommercio (Figura 29). Di particolare rile-vanza tra queste sono i requisiti di qualitàe di performance, le certificazioni e la regi-strazione e autorizzazione dei prodotti.

Fonte: elaborazioni su dati WITS

Figura 27 - Distribuzione delle NTM

A - Misure sanitarie e fitosanitarie 32%

B - Barriere tecniche al commercio28%

F - Oneri, tasse e altre misure tariffarie

26% C - Ispezioni e altre formalità 5%

P - Misure connesse all'esportazione 3%

Altro 6%

Fonte: elaborazioni su dati WITS

Figura 28 - Frequenza e tasso di copertura delle NTM per tipo di misura

18,0%

33,5%

20,7%

19,0%

85,3%

0,2%

0,1%

9,2%

51,6%

2,3%

6,2%

78,7%

0,0%

0,4%

Misure sanitarie e fitosanitarie

Barriere tecniche al commercio

Ispezioni e altre formalità

Licenze, quote e altre misure di controllo delle quantità

Oneri, tasse e altre misure tariffarie

Misure finanziarie

Misure anticoncorrenziali

AB

CE

FG

H

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Page 71: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

69

Acco

rdi b

ilateraliOA

Considerato pertanto il quadro cheemerge, non sorprende che la facilitazionee la liberalizzazione degli scambi debbanoprima di tutto affrontare il problema dellebarriere non-tariffarie.

Consapevoli della rilevanza delle barrierenon tariffarie e degli ostacoli tecnici agliscambi, i negoziatori hanno prestatomolta attenzione a questi aspetti e inclusoun quadro per la cooperazione normativa.

L’accordo introduce disposizioni per in-crementare la cooperazione e lo scambiodi informazioni tra le autorità doganalieuropee e canadesi con lo scopo di facili-tare e semplificare le operazioni di importe export. Il CETA ha istituito un meccani-smo di cooperazione volontaria, denomi-nato Regulatory Cooperation Forum, checonsente ai regolatori dei due paesi dicooperare efficacemente scambiandosi in-formazioni ed esperienze. Il Forum haruolo puramente consultivo e può dareconsigli non vincolanti.

Il capitolo sulle barriere tecniche al com-mercio (TBT) contiene disposizioni volte a

migliorare la trasparenza e a promuoverecontatti più stretti tra l'UE e il Canada nelcampo delle regolamentazioni tecniche.Entrambe le parti hanno inoltre conve-nuto di rafforzare ulteriormente i legami ela cooperazione tra i rispettivi organisminormativi competenti, nonché le loro or-ganizzazioni di collaudo, certificazione eaccreditamento. Un protocollo separatomigliora il riconoscimento della valuta-zione della conformità tra le parti. Prevedeun meccanismo attraverso il quale gli or-ganismi di certificazione UE saranno au-torizzati secondo le regole applicabili inCanada per la certificazione per il mercatocanadese in base alle normative tecnichelocali e viceversa.

Si riduce così il costo del rispetto delle nor-mative tecniche, delle norme e delle pro-cedure di valutazione della conformità(comprese le disposizioni sulla marcatura el'etichettatura), in modo da agevolare ilcommercio e l’industria.

Nel trattato sono incluse le norme di ori-gine per garantire l'accesso preferenzialealle merci originarie dell'UE e del Canada.

Fonte: elaborazioni su dati WITS

Figura 29 - Prime 10 NTM del Canada

69,2%

17,5%

8,4%

9,5%

8,1%

9,6%

6,4%

4,5%

0,4%

5,5%

70,2%

34,8%

30,4%

25,0%

23,5%

21,7%

19,7%

14,8%

11,6%

11,1%

Tasse sui consumi (F170)

Requisiti di qualità e performance dei prodotti (B700)

Requisiti di certificazione (B830)

Requisiti di registrazione dei prodotti (B810)

Requisiti di autorizzazione (140)

Requisiti di prova di laboratorio (B820)

Requisiti di tracciabilità (B859)

Requisiti di tracciabilità (B850)

Sussidi all'esportazione (P700)

Requisiti di imballaggio (B330)

NTM - Tasso di frequenza NTM - Tasso di copertura

Page 72: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

70

Acc

ord

i b

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

Sia le norme di origine orizzontali chequelle specifiche del prodotto si basano,per quanto possibile, sugli standard del-l'UE. Tuttavia, per alcuni prodotti agricoli eprodotti agricoli trasformati, nonché per iprodotti tessili, gli esportatori canadesiavrebbero avuto difficoltà a rispettare lepiù severe norme europee. È stato necessa-rio un compromesso sotto forma di dero-ghe alle norme di origine per una gammalimitata e chiaramente identificata di cate-gorie di prodotti (eccezioni per le quali siapplica una regola più rilassata). In cam-bio, il Canada si impegna a seguire lenorme UE per tali prodotti quando tali de-roghe vengono superate. Nel caso dei tes-sili, il Canada ha anche concesso derogheche prevedevano regole di origine più la-sche alle esportazioni dell'UE.

5.3.1 Barriere tecniche e misure sanitarie e fitosanitarieIl CETA prevede che l’eliminazione dei dazisia accompagnata da una serie di liberaliz-zazioni riguardanti le barriere non-tariffa-rie e le barriere tecniche al commercio.

Per quanto riguarda le barriere non-tarif-farie, il CETA introduce importanti novità,in particolare nel settore dei motoveicoli,che è considerato particolarmente sensi-bile a questo tipo di ostacoli al commer-cio. Per la prima volta un paese del nordAmerica riconosce unilateralmente l’equi-valenza di una serie di standard interna-zionali adottati dall’UE come standard peril mercato interno di motoveicoli (Regola-menti UNECE). Il Canada ha accettato diriconoscere questi regolamenti nell’am-bito della cooperazione sulla convergenzaregolamentaria, tenendo conto di futurenegoziazioni tra UE e Stati Uniti. Rientranell’accordo anche la creazione di un pro-gramma di lavoro per la futura conver-genza regolatoria. L’accordo si basa sulleprincipali disposizioni OMC sulle barrieretecniche al commercio, rafforzando la coo-

perazione tra UE e Canada in materia dideterminazione degli standard, test e cer-tificazioni. UE e Canada si impegnano almutuo riconoscimento delle valutazioni diconformità emesse dagli enti competentidei rispettivi paesi in settori quali appa-recchiature elettriche, l’elettronica, i gio-cattoli, la meccanica e gli strumenti dimisurazione. Il mutuo riconoscimentorappresenta una grande semplificazione eun significativo abbassamento dei costi dicommercio poiché si evitano procedurelunghe e poco trasparenti, e in particolaresi evita il problema dei doppi test.

L’accordo prevede l’uniformazione dei cer-tificati di valutazione di conformità in baseai quali si stabilisce che un prodotto è statosottoposto a verifica ed è risultato con-forme a standard e regolamentazioni tec-niche, nonché alle eventuali normesanitarie e di sicurezza. L’uniformazione èavvenuta tramite il mutuo riconoscimentodei certificati di valutazione di conformitàper quanto riguarda i prodotti elettrici, leapparecchiature elettroniche e radiofoni-che, i giocattoli, i macchinari e gli stru-menti di misurazione. Questo rappresentaper le imprese una grande semplificazionepoiché per esportare in Canada i prodottiappartenenti a questi settori sarà sufficienteottenere il certificato nell’EU che avràquindi piena validità sul mercato canadese.

Tradizionalmente, all’interno del compartoagroalimentare, i principali prodotti diesportazione dell’UE in Canada sono vino ealcolici, per un valore di oltre un miliardodi euro nel 2015 pari a circa 2/3 di tuttol’export agroalimentare. La rimozione dellebarriere non-tariffarie è quindi di partico-lare rilievo per questi prodotti, anche inconsiderazione del fatto che in Canada esi-ste un sistema di monopoli provinciali perquanto riguarda la vendita di bevande al-coliche. Le principali disposizioni intro-dotte dal CETA sono: il blocco del numerodi rivenditori privati, i quali sono l’unica al-

Page 73: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

71

Acco

rdi b

ilateraliOA

ternativa ammessa a monopoli provincialie riguardano solo produttori canadesi, percui la norma facilita l’accesso al mercatoper gli esportatori dell’UE; le commissioni(cost-of-service-differential) imposte dai Li-quor Boards on Imported Wines and Spi-rits non saranno più calcolate inpercentuale del valore dei prodotti (ad-va-lorem), ma in base ai volumi, favorendol’uguaglianza di trattamento tra prodottisimili e in molti casi favorendo i prodottieuropei, tipicamente di maggior valore;l’abolizione dell’obbligo di miscelare alco-lici importati all’ingrosso con alcolici localiprima dell’imbottigliamento (obbligo chetra l’altro impediva l’utilizzo delle indica-zioni geografiche).

Per quanto riguarda le misure sanitarie efitosanitarie, il CETA mantiene diritti e do-veri di EU e Canada previsti dall’accordoOMC in materia. L’obbiettivo del CETA inquesto caso è la semplificazione delle pro-cedure e la cooperazione per il mutuo ri-conoscimento, senza interferire con lelegislazioni nazionali. Pertanto tutti i pro-dotti devono rispettare gli standard delpaese importatore.

Il CETA incorpora le disposizioni del pree-sistente Accordo Veterinario UE-Canada inmateria di carni e prodotti derivati, inol-tre i paesi si sono impegnati a semplificareil processo di approvazione per gli im-pianti abilitati all’esportazione. UE e Ca-nada hanno raggiunto un elevato livellodi fiducia in materia di sicurezza sanitariae di mutuo riconoscimento dei controlliveterinari, tanto che le procedure in casodi malattie o altri problemi sanitari circo-scrivono le restrizioni commerciali allearee geografiche colpite.

Il CETA semplifica notevolmente le proce-dure per l’approvazione di piante, frutta everdura. Il Canada sostituirà le attuali pro-cedure che avvengono a livello di singolopaese e singolo prodotto, richiedendo in-

genti risorse, con procedure di approva-zione a livello dell’UE. Sono previste inol-tre procedure velocizzate per alcuniprodotti identificati come prioritari.

5.3.2 Diritti di proprietà intellettuale e indicazioni geografiche

In materia di diritti di proprietà intellet-tuale, il CETA si basa sulle disposizioniOMC contenute nell’accordo TRIPS (Trade-Related aspects of Intellectual PropertyrightS). L’accordo comporta un aumentodella protezione per le imprese dell’UE cheesportano prodotti a contenuto innovativoo artistico. La protezione del copyright inCanada sarà allineata a quella garantita inbase ai trattati del WIPO (World Intellec-tual Property Organization). I cosiddetti“Trattati Internet” del WIPO disciplinanol’accesso non autorizzato e l’uso di operecreative su internet o altre reti digitali, at-tribuendo ai legittimi proprietari la tutelanei confronti di usi non autorizzati tramitele nuove tecnologie e sistemi di comunica-zione digitali come internet.

Saranno rafforzati i controlli doganali alfine di contrastare il commercio di pro-dotti contraffatti, piratati o che violino lenorme sulle indicazioni geografiche, conla possibilità per le dogane di trattenered’ufficio i beni ritenuti falsi. Quest’ultimapossibilità aumenta molto la flessibilità ela facilità delle procedure di controllo, e ri-sulta particolarmente utile alle piccole emedie imprese dell’UE che esportano inCanada, in quanto non sarà necessario re-gistrare ogni marchio presso le dogane ca-nadesi per ottenere la protezione; questeultime infatti potranno intervenire di pro-pria iniziativa o su segnalazione degliaventi diritto, bloccando o trattenendo iprodotti, in tutti i casi in cui vi sia il ra-gionevole sospetto di una violazione dellaproprietà intellettuale.

Page 74: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

72

Acc

ord

i b

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

Un altro aspetto importante riguarda laprotezione delle varietà di piante. Con ilCETA, il Canada si è impegnato a rafforzarela protezione secondo la Convenzione In-ternazionale per la Protezione delle NuoveVarietà di Piante (UPOV). Per l’UE ciò im-plica che le nuove piante saranno protettee la loro introduzione sul mercato cana-dese potrà essere più rapida.

Nel settore farmaceutico, il Canada adotteràun sistema simile a quello europeo, facili-tando la ricerca e assicurando il bilancia-mento tra l’innovazione e il mantenimentodi un sistema sanitario sostenibile. I posses-sori di brevetto avranno diritto di appello inmateria di autorizzazioni alla vendita al paridegli altri produttori. La protezione dei datidi 6+2 anni, attualmente garantita in Ca-nada, sarà mantenuta anche con l’applica-zione del CETA così da consentire uncongruo termine alla remunerazione degliinvestimenti in innovazione. Infine è pre-visto un sistema di compensazione nel casodi ingiustificati ritardi nel processo di ap-provazione alla vendita, similmente aquanto già previsto nell’UE, che può pro-lungare la durata del brevetto fino a 2 anni.

Il Canadian Intellectual Property Office èl’ufficio canadese competente per la riso-luzione delle controversie riguardanti mar-chi protetti in Canada.

Il Protocollo CETA sulle regole di origine ele procedure di origine disciplina l’accessodei vari prodotti al regime tariffario prefe-renziale e ne stabilisce i criteri. Lo scopodelle regole di origine è la definizione uni-voca dell’origine dei prodotti così da evi-tare che paesi terzi beneficino dell’accordopreferenziale. In base all’accordo i prodottisono considerati originari di un dato paesese: interamente ottenuti, fabbricati esclusi-vamente con materiali originari del paese,o se è vi è stata una lavorazione effettuatanel paese “sufficiente” in base a criteri de-finiti nell’accordo stesso.

Il CETA segue un approccio moderno allaquestione delle regole di origine dei pro-dotti, specialmente per i prodotti mani-fatturieri più facilmente soggetti a più fasidi lavorazione a livello internazionale.L’accordo fa riferimento al concetto di“cumulo d’origine” in base al quale i pro-dotti dell’UE che incorporano parti di ori-gine canadese, o viceversa, vedonoriconosciuto il diritto a ricevere il regimetariffario preferenziale. Un produttore del-l’UE può quindi importare parti e compo-nenti dal Canada e nel momento in cuiesporta il prodotto finito in Canda, il va-lore degli input canadesi viene conteg-giato ai fini dell’accesso al regimepreferenziale rendendo quest’ultimo piùfacile. Questa disposizione ha il precisoscopo di riconoscere l’esistenza della fram-mentazione produttiva e di incentivare lacreazione di catene del valore tra UE e Ca-nada, aumentando la cooperazione pro-duttiva tra i paesi e sfruttando lecomplementarità esistenti tra le economie.

Oltre ai dazi, è rilevante in questo senso larimozione degli ostacoli di natura regola-mentare, specialmente per quanto ri-guarda le indicazioni di origine di prodottialimentari e bevande come vino e alcolici.

Prima dell’accordo solamente vini e alco-lici rientravano tra le denominazioni pro-tette anche in Canada (per es. ladenominazione Prosecco), mentre gli altriprodotti agroalimentari ai quali l’UE rico-nosceva una denominazione di originenon erano tutelati. Con il CETA, il Canadariconosce e tutela 143 indicazioni geogra-fiche europee, ma altre potranno essere ag-giunge in futuro. Per quanto riguardal’Italia, 41 prodotti hanno ottenuto il ri-conoscimento e la tutela in Canada, traquesti figurano, a titolo di esempio: acetobalsamico e aceto balsamico Tradizionaledi Modena, Parmigiano Reggiano, Cula-tello di Zibello, Mozzarella di Bufala Cam-pana ecc.

Page 75: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

73

Acco

rdi b

ilateraliOA

I prodotti la cui denominazione è ricono-sciuta e protetta in base all’accordo otten-gono un livello di tutela equivalente aquella che hanno in Europa. Il riconosci-mento dell’indicazione geografica inoltreriduce il rischio che a nomi di specificiprodotti noti siano scambiati nomi gene-rici o di fantasia. In particolare, con ilCETA è divenuto illegale creare confusionecirca l’origine dei prodotti con terminolo-gie, bandiere, simboli o colori che evocanofalsamente l’indicazione protetta o il paesedi origine (il fenomeno dell’ “Italian soun-ding”); inoltre, non è in ogni caso possi-bile utilizzare l’indicazione geograficanemmeno se accompagnata da terminiquali “imitation”, “style”, “kind” ecc..

Vi sono però alcune eccezioni per pro-dotti particolarmente noti in Canada;nello specifico, cinque formaggi finoranon protetti riceveranno protezione:Asiago, Gorgonzola, Feta, Fontina eMunster; resta salva la possibilità di usaretali nomi da parte di produttori preesi-stenti, mentre i nuovi produttori po-tranno utilizzarli solo se accompagnatida “imitation”, “style”, “kind” ecc. Altreeccezioni riguardano, per esempio, al-cuni nomi che saranno protetti come in-dicazioni geografiche, ma ne saràconsentito l’uso in forma di traduzioniinglesi o francesi purché non si crei con-fusione circa la vera origine del prodotto;i nomi sono: Black Forest Ham/JambonForêt Noire; Tiroler Bacon; Parmesan; St.George; Valencia Orange; Comté/Countyseguito da nomi delle regioni canadesi.Escluse tali poche eccezioni, in Canadadiventa pertanto illegale l’uso di nomigeografici per prodotti che non proven-gono dalla località indicata o che, purprovenendo da essa, non rispettano il di-sciplinare previsto per le indicazioni diorigine. Lo scopo è chiaramente quellodi riconoscere l’originalità di alcune pro-duzioni locali, aumentare la trasparenzaper i consumatori e allo stesso tempo

non ostacolare il mercato né ridurre lepossibilità di scelta degli acquirenti.

A poco più di un anno dalla chiusura del-l’accordo CETA, è difficile avere un quadrocompleto dell’impatto che questo haavuto sugli scambi tra i membri dell’UE eil Canada. Quello che si può rilevare dalpunto di vista dell’Italia sono i dati delloscambio con il Canada per lo scorso anno.Ovviamente questi sono influenzati da di-versi fattori, anche congiunturali, oltre chedall’accordo CETA. Possiamo però osser-vare che l’export dell’Italia verso il Canadanel 2018 ha superato i 4.100 miliardi dieuro, con un aumento del 4,5% rispetto al-l’anno precedente, a fronte di un incre-mento complessivo delle esportazioniitaliane verso il mondo pari a circa il 3%.Al contrario, nel 2018 le importazionicomplessive dell’Italia dal Canada sonoleggermente diminuite.

È anche interessante segnalare che alcunisettori particolarmente rilevanti per l’ex-port italiano e interessati dalle misure nontariffarie, quali i prodotti alimentari, l’ab-bigliamento e macchinari e apparecchia-ture hanno visto un aumento del valoredelle esportazioni verso il Canada nel 2018pari a circa il 10%.

5.4 Gli accordi preferenzialicome esempio di condivisionedegli standards

I recenti accordi commerciali dell’UE pre-sentano alcune somiglianze grazie allequali è possibile ritrovare una strategiacomune dell’UE. Gli accordi di nuova ge-nerazione includono disposizioni chevanno oltre le riduzioni tariffarie e ri-guardano sempre più le barriere tecniche,le misure sanitarie e fitosanitarie, la di-sciplina della concorrenza e altri teminon direttamente o non solamente di ri-levanza bilaterale.

Page 76: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

74

Acc

ord

i b

ilat

eral

iOsservatorio ACCREDIAOA

Questi nuovi accordi rappresentano per leimprese europee e italiane un’opportunitàper accedere con maggiore facilità e tra-sparenza ai mercati esteri. Le imprese pos-sono beneficiare di incrementi di efficienzatramite riduzioni sui costi di adattamentodi prodotti e processi produttivi ai varimercati di destinazione, anche tramitel’adozione di standard internazionali, ilmutuo riconoscimento e l’uniformazionedi regolamenti e procedure, nonché ridu-zioni sui costi degli input importati. I con-sumatori europei potranno beneficiare diriduzioni di prezzo e di una maggiore e piùampia offerta di beni e servizi. Le stimecontenute negli studi della Commissioneeuropea6 confermano questi effetti positivie mostrano sostanzialmente come i bene-fici siano complessivamente superiori aglieventuali costi.

Se è vero che gli impatti complessivi sonopositivi, restano possibili effetti distorsivi divaria natura e soprattutto di più difficile va-lutazione rispetto alle più esplicite misuretariffarie. Prendiamo il caso delle barrieretecniche: è evidente che l’uniformazione eil mutuo riconoscimento degli standard im-plicano una riduzione dei costi di transa-zione, ma è anche possibile che standarddiversi rispecchino preferenze sociali legit-timamente diverse.

Ciò fa ritenere che la cooperazione inter-nazionale e un più ampio coinvolgimentodi tutti i possibili portatori di interessisiano necessari per il raggiungimento di ac-cordi efficaci e soprattutto condivisi da im-prese e cittadini.

Da questo punto di vista è importante in-dividuare tra le diverse misure non-tariffa-rie quelle che effettivamente costituisconodelle barriere, ovvero ostacolano gli scambisenza che a ciò corrisponda un reale bene-ficio, e quelle che invece rispondono a in-teressi sociali legittimi. La distinzione nonpuò avvenire senza un adeguato coinvol-gimento delle parti, il cui contributo nelladefinizione e nell’individuazione di stan-dard comuni e nel mutuo riconoscimentodei risultati delle valutazioni di conformitàaccreditate è quanto mai auspicabile. Inmolti casi il mutuo riconoscimento sembrapreferibile o di più facile e rapida realizza-zione rispetto all’armonizzazione, che persua natura implica modifiche negli stan-dard vigenti per almeno una delle parti. Latrasparenza è poi fondamentale per evitarepossibili casi di disinformazione; ne con-segue, per esempio, che l’etichettatura puòcontribuire a informare correttamente iconsumatori lasciando a questi ultimi lapossibilità di effettuare scelte consapevoli einformate. La facilitazione degli scambi tra-mite la riduzione delle NTM passa dal-l’adozione di standard, regolamenti eprocedure di valutazione della conformitàil più possibile condivisi dei quali sianochiari i benefici per tutti.

6 Si vedano le analisi di impatto e gli altri documenti disponibili sul sito della Commissione europea. Ne ricordiamo qui alcuni: CE (2017) EU-Japan Free Trade Agreement. A new EU trade agreement with Japan; CE (2017) Evaluation of the Implementation of the Free Trade Agreementbetween the EU and its Member States and the Republic of Korea; CE (2017) The Economic Impact of the Comprehensive Economic and TradeAgreement; Vietnam EU delegation (2016) Guide to the EU-Vietnam Free Trade Agreement. Per una lista completa rimandiamo agli studi suiquali si basa questo contributo.

Page 77: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

75

Qu

alità e rego

lamen

tazion

eOA

Il ruolo degli standard e delle certifi-cazioni è molto importante anche inmercati internazionali “non tradizio-nali”. Fino a non molti anni fa, si

pensava al commercio internazionale so-prattutto in termini di scambio di beni fi-nali di consumo (o di investimento)oppure di materie prime. In realtà, oggi-giorno una parte molto consistente degliscambi internazionali è costituita da inputintermedi o semi-lavorati che imprese col-locate in paesi diversi scambiano tra diloro per organizzare complessi processiproduttivi, non sempre attraverso le con-suete relazioni di mercato ma anche attra-verso contratti specifici di sub-fornitura.In questo particolare ambito, l’importanzadell’Infrastruttura di Qualità nelle suecomponenti di standard, certificazione,accreditamento e metrologia è ancoramaggiore, e questi fattori non possono es-sere dati per scontati in presenza di rela-zioni economiche tra imprese di paesi concaratteristiche diverse. In presenza di que-sta organizzazione della produzione inprocessi che attraversano le frontiere, tuttele barriere- tariffarie e ancor più non ta-riffarie – risultano ancora più rilevanti. Ilprimo caso qui riportato relativo alla par-tecipazione di imprese del Nord Africa allecatene internazionali di produzione illu-stra come il sistema di certificazione puòridurre queste barriere.

Il secondo caso presentato fa riferimentoad un mercato che in parte è ancora infase di creazione e sviluppo, ovvero il mer-

cato internazionale dell’e-commerce.Come suggerito dalla teoria economica datempo (Akerlof, 1970), un mercato si svi-luppa e funziona correttamente solo inpresenza di informazione adeguata daparte di chi compera e di chi vende (siveda su questo anche il cap.1).

Questo risulta particolarmente evidentenel caso dei mercati digitali, in cui il si-stema di regolamentazione internazio-nale, di certificazione e di definizionedegli standards di qualità è ancora infieri. Ma si tratta di un mercato che po-trebbe notevolmente beneficiare dellosviluppo di una appropriata Infrastrut-tura di Qualità che, attraverso l’accredi-tamento, può garantire trasparenza eaffidabilità al mercato.

6.1 I benefici delle certifica-zioni per le imprese del NordAfrica coinvolte nelle cateneglobali di produzione

Negli ultimi due decenni il progresso tec-nologico, il forte calo delle barriere com-merciali, dei costi di trasporto e diinformazione hanno cambiato il modo incui i beni e i servizi vengono prodotti escambiati. Diverse fasi degli stessi processidi produzione, precedentemente eseguitein stretta prossimità geografica, possonoora avvenire in paesi diversi, portando auna sempre più fine frammentazione dellaproduzione.

6. La relazione tra infrastruttura della qualità e regolamentazione nel contesto del commercio internazionale: alcuni esempi

Page 78: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

76

Qu

alit

à e

reg

ola

men

tazi

on

eOsservatorio ACCREDIAOA

Nonostante alcuni osservatori evidenzinoun rallentamento del fenomeno negli ul-timi anni, in corrispondenza di un’accre-sciuta incertezza a livello internazionale,la produzione di molti beni è ormai coin-volta nelle cosiddette catene globali delvalore (Global Value Chains, GVC). LeGVC comprendono l'intera gamma di at-tività necessarie per portare un bene o ser-vizio al consumatore finale, dallaprogettazione del prodotto alla distribu-zione. Le GVC comportano una fram-mentazione verticale del processo diproduzione: parti e componenti sono pro-dotti in diversi paesi da diverse imprese,integrate o non all'interno del confineaziendale di un gruppo, e quindi assem-blate in sequenza lungo la catena o se-condo configurazioni anche piùcomplesse. Le reti di produzione risultanticoinvolgono diversi attori le cui funzionivariano dalle attività di produzione alla lo-gistica e ai trasporti, ma riguardano anche,per esempio, gli agenti doganali e altri ser-vizi accessori. Il coinvolgimento di moltiattori, a sua volta, implica elevati costi dicoordinamento e intensi flussi di infor-mazioni, soprattutto quando gli input dipiù parti devono ordinarsi e riunirsi in unmodo specifico e presentano caratteristi-che altamente personalizzate in base alleesigenze dell'acquirente. Data la comples-sità di queste relazioni nello scambio diinput personalizzati e i costi che un inputinadeguato può avere per tutte le aziendea valle lungo la catena, la conformità congli standard internazionali e l'affidabilitàdei produttori sono diventati una condi-zione strettamente necessaria per l'in-gresso in reti di produzione globali. Ciò ètanto più vero per le imprese operanti neipaesi in via di sviluppo (Nadvi, 2008).Nella misura in cui la fiducia è crucialenegli scambi globali, la certificazione diqualità, soprattutto se accreditata, può es-sere considerata un importante strumentoper segnalare credibilmente al mercato illivello qualitativo dell’impresa.

Un recente studio (Del Prete, Giovannetti eMarvasi, 2018) ha indagato il ruolo dellecertificazioni come strumento di partecipa-zione alle GVC per le imprese dei paesi delNord Africa e ha evidenziato un effetto po-sitivo sulla produttività delle imprese coin-volte. I risultati dell’analisi mostrano che leimprese coinvolte nelle GVC (import-exportdi prodotti intermedi) che ottengono unacertificazione internazionale (per es. quelledella serie ISO 9000) beneficiano di unamaggiore produttività in due modi: innan-zitutto è più probabile che siano le impresepiù produttive a essere internazionalizzate,a partecipare alle GVC e a richiede e otte-nere le certificazioni e pertanto si osservache le imprese in possesso di certificazionisono tendenzialmente più produttive giànel periodo che precede il loro ottenimento.Inoltre, lo studio evidenzia un secondo e,forse più importante, effetto: nonostante ilvantaggio iniziale di produttività, le impreseche si inseriscono nelle GVC e ottengonouna certificazione beneficiano di ulterioriguadagni di produttività a posteriori.

In altre parole, le certificazioni e più in ge-nerale l’utilizzo di standard di vario tiposembrano essere effettivamente strumentidi facilitazione degli scambi internazionali,non solo di beni, ma anche di informa-zioni e conoscenza. Questi strumenti, seb-bene inizialmente costosi da acquisire,come dimostra il fatto che soprattutto leimprese più efficienti riescono a entrarnein possesso, risultano efficaci nel ridurre icosti di transazione contribuendo a facili-tare l’internazionalizzazione e, tramitequesta, a generare ulteriori benefici per leimprese coinvolte.

GVC e certificazioni in Marocco e in Egitto

La letteratura sulle GVC ha esaminato al-cuni casi interessanti che riguardano il Ma-rocco. La partecipazione delle impresemarocchine alle GVC si concentra soprat-

Page 79: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

77

Qu

alità e rego

lamen

tazion

eOA

tutto nell'industria della moda (Zara e Ar-mani tra gli altri), nell'aerospaziale, nelleautomobili, nei fosfati e nella produzionedi agrumi e prodotti derivati. L'industriatessile marocchina è ben integrata nelle retidi produzione globali, tanto che il paese èormai diventato un fornitore chiave di capid’abbigliamento per l'Unione europea - omeglio per alcune imprese dell’UE - grazie,soprattutto, alla vicinanza geografica, aibassi costi del lavoro e ai legami storici.Una questione primaria nel settore dell'ab-bigliamento marocchino, strettamente le-gata al suo inserimento nelle GVC, è laconformità agli standard di qualità, chesono divenuti più severi dopo l'introdu-zione nel 2003 di un codice di condottaguidato dal settore e del relativo marchio,denominato Fiber Citoyenne, progettato eimplementato dall'associazione dell'indu-stria dell'abbigliamento marocchino (Rossi,2013). Inoltre, tutti i macchinari per aero-mobili Airbus consegnati in tutto il mondovolano con componenti fabbricati dall'in-dustria aeronautica marocchina. Date leelevate competenze richieste nel settore ae-ronautico, le certificazioni di qualità ga-rantiscono e segnalano la capacitàdell'azienda di soddisfare gli standard in-ternazionali tipicamente richiesti dalleprincipali aziende dei paesi sviluppati espesso necessarie per il coordinamento diprocessi produttivi frammentati vertical-mente (Beghin et al., 2015). Ad esempio, lasocietà Aircelle ha la certificazione MRP2Classe A di eccellenza industriale; mentrela SMES ha molte certificazioni tra cuiDAC, EASA, FAA, ISO 9001-EN 9110, ISO14001 (Organizzazione internazionale del-l'aviazione civile dell'ONU, 2014). Anchele imprese egiziane hanno registrato la rile-vanza di avere alcune certificazioni. Unsondaggio condotto nel 2002 mostra che leragioni più importanti per la certificazione,tra le imprese egiziane, sono: "pressioni daparte di concorrenti / partner stranieri" e"per soddisfare i requisiti dei clienti" (Magde Curry, 2003). Ciò vale anche nel settore

tessile e dell'abbigliamento, dove l'Egitto èimpegnato in diverse fasi delle GVC dallacoltivazione del cotone alla produzione ditessuti e abbigliamento pronto, e deve com-petere a livello globale in un mondo in cuicontano non solo i costi, ma sempre più lafiducia e l’affidabilità che sono ora diven-tate fattori determinanti della competitività(UNECA, 2016). Riassumendo, come sugge-rito da Nadvi (2008), per essere coinvoltinelle GVC, in particolare come fornitori diinput intermedi, le aziende devono confor-marsi agli standard internazionali ed esserein grado di portare tempestivamente agli ac-quirenti beni competitivi di alta qualità, al-trimenti probabilmente saranno sostituiti.

L’effetto sulla produttività

Uno dei motivi che possono spingereun’azienda, specialmente in paesi in via disviluppo, a sostenere i costi di una certifi-cazione è la necessità di soddisfare (e se-gnalare) particolari requisiti di affidabilità equalità, così da poter interagire e collabo-rare con le imprese multinazionali dei paesisviluppati. Pertanto è possibile identificarele aziende coinvolte nelle attività di GVCcome quegli operatori internazionali chehanno ricevuto una certificazione di qua-lità riconosciuta a livello internazionale(Beghin et al.,2015; Nadvi,2008). In lineacon questa definizione Del Prete, Giovan-netti e Marvasi (2018) analizzano un cam-pione di 930 imprese manifatturiere attivein Egitto e Marocco negli anni 2004 e 2007(dati della Banca Mondiale) e studiano l’ef-fetto di certificazioni e partecipazione alleGVC sulla produttività delle imprese. La di-mensione temporale permette agli autori diconfrontare le imprese che ottengono unacertificazione e entrano nelle GVC duranteil periodo con le altre. Utilizzando metodo-logie statistiche è possibile ottenere unastima controfattuale di come si sarebberoevolute le imprese nel caso in cui non aves-sero partecipato alle GVC e ottenuto la cer-tificazione.

Page 80: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

78

Qu

alit

à e

reg

ola

men

tazi

on

eOsservatorio ACCREDIAOA

Ciò permette di effettuare una stima del-l’effetto causale della partecipazione alleGVC tramite certificazioni sulla produtti-vità delle imprese (vendite per addetto, va-lore aggiunto per addetto e produttivitàtotale dei fattori). I risultati sono partico-larmente suggestivi: nonostante le impresesiano già più produttive in partenza, l’in-gresso nelle GVC accompagnato dal pos-sesso di certificazioni fa crescere laproduttività di un ulteriore 30-60%; ov-vero, se un’impresa non fosse entrata nelleGVC nel periodo 2004-2007, a fine pe-riodo quella stessa impresa avrebbe unaproduttività notevolmente inferiore a pa-rità di altre caratteristiche. I meccanismisottostanti a questo effetto sono molteplicie non sono ancora del tutto chiari. Una ra-gione dell’incremento dell’efficienza pro-duttiva delle imprese è da ricercarsinell’aumento della specializzazione, unaltro nella trasmissione di conoscenza do-vuta all’aumentato scambio di informa-zioni con imprese estere di paesisviluppati. Entrambi i canali possono con-tribuire a determinare un aumento del-l’intensità con cui le imprese necessitanodi lavoratori qualificati. In questo caso sa-rebbe lecito aspettarsi che le imprese cheaumentano il proprio capitale umano(quota di lavoratori qualificati) sianoquelle che stanno beneficiando di piùdalla partecipazione alle GVC e che quindistanno sfruttando meglio le certificazioniottenute. Questo è proprio ciò che emergedall’analisi dei dati: le imprese che hannoincrementato il proprio capitale umanopresentano guadagni di efficienza ancorasuperiori, in media pari al 70%.

Integrazione produttiva e certificazioni

L’internazionalizzazione e ancora di più lapartecipazione alle GVC implica il soddi-sfacimento di elevati requisiti di qualità eaffidabilità. Tuttavia, la complessità e l'ete-rogeneità degli standard e delle certifica-zioni di qualità, spesso richiesti dai paesi

sviluppati e dalle loro imprese, rappresen-tano un ostacolo agli scambi, in partico-lare per i paesi in via di sviluppo e le loroPMI. Le imprese a monte che fornisconoinput intermedi a più destinazioni po-trebbero dover duplicare i processi di pro-duzione per conformarsi agli standard inconflitto, o dover sostenere procedure dicertificazione gravose più volte per lostesso prodotto (Miroudot et al., 2013). Alriguardo, la cooperazione normativa in-ternazionale (convergenza di standard, re-quisiti di certificazione e accordi direciproco riconoscimento, anche attra-verso l’accreditamento) può alleviarel'onere della conformità e migliorare lapartecipazione delle imprese al commer-cio internazionale, specializzandosi incompiti specifici lungo una catena di ap-provvigionamento.

L’evidenza empirica mostra che le certifi-cazioni possono effettivamente avere unruolo positivo nel facilitare gli scambi. Inparticolare le certificazioni possono agevo-lare il coinvolgimento delle imprese nellereti di produzione internazionali. Affinchéle certificazioni, tramite una maggiore par-tecipazione alle GVC, abbiano un impattopositivo sulla produttività delle imprese esulla competitività del paese, è necessarioun contesto adeguato: per esempio glistudi citati evidenziano, per i paesi in via disviluppo, la necessità di aumentare il li-vello del capitale umano e, più in generale,l’utilità di un quadro normativo adeguatoche per esempio riconosca gli standard in-ternazionali e eviti costi non necessari. Setali condizioni sono soddisfatte, le certifi-cazioni possono diventare uno strumentoimportante per collegare tra loro paesi,anche in diverse fasi dello sviluppo, allaproduzione e al commercio globale, conpossibili conseguenze positive sull’effi-cienza.

Più in generale, in un mondo in cui la par-tecipazione alle reti di produzione interna-

Page 81: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

79

Qu

alità e rego

lamen

tazion

eOA

zionali sta alla base della competitività, lepolitiche dovrebbero puntare a ridurre icosti per le imprese e a far funzionare me-glio le catene globali del valore.

Ciò comporta l'agevolazione degli impe-gni a lungo termine tra le imprese (com-pratori e venditori) garantendo che iprodotti intermedi e i prodotti su misurache soddisfano standard siano consegnatitempestivamente. Comporta inoltre la fa-cilitazione dei flussi di merci, persone eidee attraverso regole adeguate. In sintesi,sono necessarie politiche coordinate a li-vello internazionale volte ad aumentare lafiducia e l'impegno.

6.2 Il cross-border e-commerce, qualità dei prodotti e regolamentazioneinternazionale

Lo sviluppo del cross-border e-commerce

La cosiddetta economia digitale o interneteconomy è cresciuta esponenzialmentenegli ultimi due decenni e almeno dallametà degli anni ’90, l’e-commerce è di-ventato una parte rilevante degli scambieconomici sia nazionali che internazio-nali. L’OECD definisce l’e-commerce come“…la vendita o l’acquisto di beni e servizieffettuato attraverso reti informatiche conmetodi specificamente disegnati per effet-tuare o ricevere ordinativi”, indipenden-temente dal fatto che il pagamento o laconsegna finale siano effettuati online(https://stats.oecd.org/glossary/detail.asp?ID=4721).

Questo mezzo di effettuare vendite e ac-quisti è cresciuto rapidamente anche a li-vello internazionale, ma permangonomolte barriere agli scambi internazionali,soprattutto dal punto di vista dei consu-matori.

Secondo i dati UNCTAD, il cosiddetto“Cross-border e-commerce” nel 2015ammontava solo al 7% del totale degliscambi online tra imprese e consuma-tori, ovvero delle vendite online busi-ness-to-consumer (B2C), mentre gliscambi tra imprese, o business-to-business (B2B) rappresentano la parte digran lunga più consistente di un mer-cato stimato pari a 25,3 trilioni di dol-lari, e in forte crescita.

Il peso dell’e-commerce sulla spesa deiconsumatori è molto diseguale tra paesi etra aree. Sempre sulla base dei dati UN-CTAD, negli USA rappresenta circa il 13%della spesa per beni di consumo, in Europala percentuale media è intorno al 10%,con livelli maggiori nel Regno Unito e inGermania; nei paesi emergenti o in via disviluppo il divario si presenta ancora mag-giore: le percentuali sono molto alte inCina, che è attualmente il maggior mer-cato mondiale per e-commerce B2C, e inaltri paesi asiatici, mentre la percentuale èmolto bassa in Africa. Le ragioni per que-ste differenze sono molte, e vanno dallaqualità delle infrastrutture e delle connes-sioni ICT, all’abitudine all’impiego deglistrumenti digitali, ai problemi logistici,alla disponibilità di mezzi di pagamentoappropriati.

In ambito europeo è possibile osservareche la percentuale di imprese che effettuavendite online sul mercato internazio-nale è ancora piuttosto bassa (Figura 30),sebbene in netta crescita negli ultimianni. E’ anche possibile osservare cheguardando alle vendite online, l’orienta-mento delle imprese dei paesi UE verso ilmercato unico europeo risulta ancoramaggiore rispetto alle esportazioni tradi-zionali, a indicazione del fatto che perquesto tipo di transazioni le barriere esi-stenti agli scambi internazionali, presentisoprattutto uscendo dall’ambito UE, sonoparticolarmente rilevanti.

Page 82: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

80

Qu

alit

à e

reg

ola

men

tazi

on

eOsservatorio ACCREDIAOA

La diffusione del canale digitale per fare ac-quisti è molto diversificata tra i maggioripaesi europei (Figura 31), ma per tutti i paesisi evidenza un elevato divario tra l’acquistoon line all’interno del mercato nazionalepiuttosto che all’estero. Anche dal punto divista dei consumatori quindi sembra essercila percezione di barriere significative tra i

mercati dei vari paesi, anche quando si ac-cede ai mercati tramite il canale digitale.

Il ruolo cruciale della fiducia e dellaprotezione delle transazioni online

Una barriera significativa comune a tutti imercati per lo sviluppo dell’e-commerce

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Figura 30 - Percentuale di imprese di alcuni paesi UE che vende online all'estero

0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14%

UE28 verso altri UE

UE28 verso resto del mondo

Italia verso altri UE

Italia verso resto del mondo

Germania verso altri UE

Germania verso resto del mondo

Francia verso altri UE

Francia verso resto del mondo

Inghilterra verso altri UE

Inghilterra verso resto del mondo

2017 2015 2013 2011

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Figura 31 - Percentuale di individui che acquista on line in alcuni paesi UE

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

UE28 - acquisti online

UE28 - acquisti on line da venditori esteri

Italia - acquisti on line

Italia - acquisti online da venditori esteri

Germania - acquisti online

Germania - acqusiti online da venditori esteri

Francia - acquisti online

Francia - acqusiti online da venditori esteri

Inghilterra - acquisti online

Inghilterra - acquisti online da venditori esteri

2017 2015 2013 2011

Page 83: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

81

Qu

alità e rego

lamen

tazion

eOA

soprattutto per i consumatori a livello inter-nazionale è la percezione che le transazionicross-border online siano poco sicure e chesia difficile risolvere eventuali problemi7.

Anche l’International Trade Center (ITC)sottolinea il ruolo cruciale della fiducia nelletransazioni online soprattutto a livello in-ternazionale e per le imprese di dimensionemedio-piccola8. Secondo uno studio dellaUniversity of Southern California citato daITC, la quasi totalità delle imprese intervi-state dichiara che il rischio di frodi è unadelle preoccupazioni principali nel cross-border e-commerce. Analogamente, per gliacquirenti, avere qualche strumento di pro-tezione risulta cruciale per fare acquisti on-line dall’estero. In questo senso progetticome quello promosso da IAF per la realiz-zazione di un database pubblico di tutte lecertificazioni esistenti9 rilasciate sotto accre-ditamento può contribuire a migliorare il li-vello di fiducia e affidabilità nei mercati e,segnatamente, nelle transazioni cross-bor-der online. In generale, il problema della fi-ducia tra acquirente e venditore odistributore è maggiore nel caso delle tran-sazioni on line che nel caso delle transazionitradizionali. Le transazioni online sono più“disperse nel tempo e geograficamente” esono svincolate dalla presenza fisica e dauna relazione personale. Dunque l’espe-rienza dell’acquisto on line è diversa daquella dell’acquisto tradizionale. I consu-matori spesso devono rivelare informazionisensibili e dati personali alla piattaforma oall’intermediario digitale, e soprattutto nelcaso di transazioni internazionali in cui laconoscenza della controparte è scarsa, il pro-blema della fiducia nella qualità e nelle ca-ratteristiche dello scambio diventa cruciale.La tecnologia può aiutare a risolvere alcuniproblemi, per esempio aumentando i livelli

di sicurezza con la crittografia e garantendoservizi informativi di maggiore qualità. Mala crescita della fiducia nell’e-commerce, so-prattutto a livello internazionale richiede losviluppo di istituzioni, come un sistema le-gale, che faccia sentire i consumatori tute-lati. Dunque, anche nel (relativamente)nuovo mercato digitale internazionale si as-siste allo sviluppo di un sistema di standarde regolamentazioni che possa consentire almercato di svilupparsi correttamente e dicoinvolgere un numero crescente di impresee consumatori.

Regolamentazioni e standard nel mercato online internazionale

Molti governi hanno emanato regola-menti per cercare di garantire la prote-zione online dei consumatori e dei lorodati, per evitare possibili frodi e problemirelativi alle questioni di concorrenza al-l'interno delle loro giurisdizioni. Alcunigoverni hanno scelto di affidare ad orga-nismi regolatori indipendenti, come glienti per la tutela della privacy o le autoritàper la concorrenza, il compito di sorve-gliare i mercati online. Tuttavia le diffi-coltà aumentano quando si tratta disviluppare la fiducia nelle transazioni online soprattutto nel caso di acquisti cross-border e quando una delle parti della tran-sazione proviene da paesi con un'altaincidenza di contraffazioni o un debolestato di diritto. Se i consumatori percepi-scono di non beneficiare dello stesso li-vello di protezione o di non avere accessoa mezzi di ricorso equivalenti in un mer-cato estero - come la restituzione dellemerci ricevute, la corretta gestione di datipersonali sensibili o adeguata sicurezzadell'e-payment - la loro fiducia nelle tran-sazioni internazionali potrebbe diminuire.

7 cfr. White Paper del World Economic Forum, March 2019 http://www3.weforum.org/ docs/WEF_consumer_protection.pdf8 http://www.intracen.org/SMEOutlook/The-standards-and-regulations-of-cross-border-e-commerce-trade-and-their-effect-on-SME-competitiveness/

9 https://www.accredia.it/app/uploads/2019/03/IAFCertSearch_Brochure_CE.pdf

Page 84: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

82

Qu

alit

à e

reg

ola

men

tazi

on

eOsservatorio ACCREDIAOA

Anche la mancanza di familiarità con il sistema legale di un altro paese per la prote-zione dei consumatori e dei dati può influiresulla fiducia.

Nel 1998, il WTO ha lanciato un pro-gramma sull’ e-commerce. Tra gli altri obiet-tivi, il programma di lavoro era stato creatoper sostenere l'impegno delle PMI nella glo-balizzazione attraverso il mercato digitale,ed è specificamente volto ad aprire oppor-tunità per i paesi in via di sviluppo e menosviluppati attraverso la diffusione della tec-nologia internet. Le problematiche del pro-gramma di lavoro comprendono "migliorarela connettività internet e l'accesso alle in-formazioni e alle telecomunicazioni, dispo-nibilità di tecnologie e siti Internet pubblici,la crescita del e-commerce su mobile, cloudcomputing, la protezione dei dati riservati,della privacy e dei consumatori”. Un risul-tato concreto di questa attività è l’introdu-zione di tariffe nulle sulle transazionie-commerce. Ma in realtà le barriere princi-pali a questa tipologia di scambi spesso nonsono le tariffe. Nonostante il supporto ge-nerale delle PMI ad includere nella discus-sione altre questioni rilevanti come i flussidi dati, la privacy, e le procedure di firmaelettronica, negoziazioni effettive su questiaspetti non sono state avviate.

Secondo il WTO, attualmente quasi unterzo degli accordi commerciali preferenzialitra paesi notificati all’organizzazione inclu-dono normative relative al cross border e-commerce, e spesso vi sono esplicitedisposizioni sulla protezione del consuma-tore online. Queste disposizioni hanno ori-gine nell’ampio dibattito in corso anche inambito di organismi internazionali (come ilWTO o l’Unione europea) su come "facili-tare l'e-commerce", e in generale gli scambionline. Questo dibattito si ricollega ancheall’esigenza di sviluppare un’infrastrutturalegale internazionale sull’e-commerce. I go-verni stanno discutendo sempre più suglistrumenti di facilitazione dell'e-commerce

cross-border, che è la nuova dimensione ri-levante degli scambi internazionali. Nel di-battito, oltre che ridurre le barriere frizionaliagli scambi, emerge appunto l’importanzadi aumentare la fiducia dei consumatori cheabitualmente acquistano online. Sullo spe-cifico punto della protezione dei consuma-tori, sono già in atto alcune iniziative dicooperazione nella regolamentazione inambito OECD, che possono fornire le basiper un sistema più ampio di regole.

Nella conferenza ministeriale del WTO deldicembre 2017, circa 70 membri hannocreato un gruppo di lavoro per avviare la di-scussione sulle restrizioni al commercio di-gitale. I temi inclusi nella discussioneriguardano la facilitazione dell’e-commerce,per esempio attraverso semplificazioni delleprocedure doganali, firme digitali e paga-menti digitali, ma anche questioni relativeai flussi di dati e utilizzo di dati personalidegli acquirenti, e la trasparenza delle mi-sure e regolamentazioni dell’e-commerce.

Dal punto di vista del rappresentante per ilcommercio estero dell’amministrazione USA(parte di questo gruppo), le principali bar-riere al commercio internazionale digitalevengono da leggi e regolamentazioni che li-mitano i flussi di dati tra paesi, o l’impiegodi servizi ICT come il cloud computing. Ov-viamente molte di queste restrizioni nonsono di tipo protezionistico ma sono intro-dotte per esempio per tutelare la privacy dichi fornisce dati on line quando effettua unatransazione. Ma vi sono anche paesi (comela Russia o la Turchia) che pongono dei li-miti all’utilizzo e alla trattazione all’estero didati dei loro cittadini e questo ostacola letransazioni internazionali online.

Ma oltre all’avvio di negoziazioni al livellodi governi e di istituzioni internazionali peragevolare scambi sicuri online tra diversipaesi, anche in questo ambito si stanno svi-luppando regolamentazioni “private” o“volontarie”.

Page 85: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

83

Qu

alità e rego

lamen

tazion

eOA

Molte piattaforme per gli scambi onlineapplicano regole severe che venditori e ac-quirenti devono rispettare per effettuaretransazioni attraverso quelle piattaforme.Le regole proibiscono, per esempio, loscambio internazionale online di alcunemerci illegali o pericolose (droga, bevandealcoliche, armi …) ma richiedono anche achi accede di seguire alcune procedure disicurezza, di poter effettuare verifiche suivenditori, e così via. L’introduzione vo-lontaria di standard e regolamentazionivuole esplicitamente aumentare la fiduciadei partecipanti allo scambio per incre-mentare il livello degli accessi.

Il caso della Cina

È interessante osservare alcune recenti evo-luzioni del mercato cinese dell’e-commercein merito alla regolamentazione sulle tran-sazioni internazionali. In media, si osservainfatti che l’Infrastruttura della Qualità ri-sulta meno sviluppata nei mercati dei paesiemergenti rispetto a quelli avanzati, e il li-vello medio delle regolamentazioni e deglistandard implementati sui beni importatiè più basso. Tuttavia questo non si verificain tutti i paesi e in tutti i mercati, e il mer-cato e-commerce della Cina è in parteun’eccezione di rilievo.

Il mercato cinese dell’e-commerce è il mag-giore del mondo per quanto riguarda letransazioni B2C e cresce in modo rapidis-simo. Si stima che oltre il 40% della popo-lazione cinese, quasi 600 milioni di persone,faccia acquisti online e di questi, oltre 200milioni facciano acquisti cross-border, conuna crescita del valore degli acquisti onlinesul mercato internazionale che, nel 2017, èrisultata del 29% rispetto all’anno prece-dente (cfr. Giuffrida et al. 2018,https://www.ice.it/it/repository/pdf/Rap-porto%20E-Commerce.pdf). A fronte diquesto sviluppo tumultuoso, e anche di al-cuni scandali e problemi legati a prodottialimentari in particolare per l’infanzia, già

dal 2015 la Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine(AQSIQ) cinese ha introdotto una specificaregolamentazione per la Supervisione dellaSicurezza e Amministrazione del cross-bor-der e-commerce di alimenti importati. Que-sta misura ha consolidato un trendcrescente di misure introdotte per regola-mentare il cross-border e-commerce in que-sto mercato, in modo simile a quantoavviene per le importazioni tradizionali. In-fatti l’AQSIQ ha indicato che una serie diprodotti (in particolare alimentari, cosme-tici e medicinali) importati tramite e-com-merce devono rispettare determinatirequisiti e devono ottenere gli appropriaticertificati doganali per entrare nel paese.Questo tipo di regolamentazioni, sebbenepossa essere recepito come una barrieradalle imprese estere interessate a venderesul mercato cinese, ha però il ruolo di ras-sicurare i consumatori cinesi, la cui fiduciaera stata scossa da alcuni gravi episodi.

La regolamentazione cinese però non si li-mita alle caratteristiche dei prodotti ac-quistati online. I flussi di dati collegati aqueste transazioni, e in generale tutto iltraffico digitale, sono anch’essi fortementeregolamentati dal governo cinese. Dun-que, alcuni paesi e in particolare gli USA,vedono nell’aumento delle regolamenta-zioni sulle transazioni elettroniche conl’estero un tentativo del governo cinese diaumentare le barriere all’ingresso del pro-prio mercato interno, e ritengono che ilcontrollo sui flussi di dati digitali sia unfreno allo sviluppo del mercato digitale in-ternazionale. Come in molti altri casi, lemisure non tariffarie sugli scambi interna-zionali che introducono norme e regola-menti possono essere barriere di tipoprotezionistico, ma nella misura in cui au-mentano la trasparenza e le informazionidisponibili potrebbero in realtà garantireche il mercato (dell’e-commerce in questocaso) continui a svilupparsi in modo so-stenuto e regolare.

Page 86: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

84

Osservatorio ACCREDIAOA

Page 87: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

85

Pro

spettive

OA

Il commercio internazionale nel 21° se-colo si è dimostrato un traino fonda-mentale per l’economia mondiale,crescendo mediamente più del PIL

mondiale. Tuttavia negli ultimi anni gliscambi internazionali hanno mostrato al-cuni segni di rallentamento nella loro cre-scita. Questo può essere dovuto a moltifattori, di tipo sia congiunturale che strut-turale. Gli scambi internazionali sono oggifacilitati dai continui miglioramenti dellatecnologia di comunicazione e di tra-sporto, ma allo stesso tempo incontranonuovi ostacoli. Questo perché è cresciutanotevolmente la varietà dei beni scambiatitra paesi così come il numero di mercaticoinvolto negli scambi. La complessità deiprodotti è aumentata ed è cresciuta l’ete-rogeneità dei paesi che hanno un ruolo si-gnificativo nel commercio mondiale.Inoltre, oramai, gli scambi riguardano nonsolo beni di consumo destinati a consu-matori sempre più esigenti ma, in larghis-sima parte, beni intermedi destinati alprocesso produttivo di imprese estere cherichiedono una elevata affidabilità sia perquanto riguarda le specifiche degli inputsche le modalità e i tempi di consegna.Tutto questo fa sì che, nonostante la ridu-zione dei costi di commercio, l’accesso aimercati internazionali sia probabilmenteoggi più selettivo che in passato.

In un simile contesto, un’Infrastruttura diQualità (IQ) efficiente ed efficace nella suaazione è un ingrediente essenziale per lacompetitività, l'accesso a nuovi mercati, il

miglioramento della produttività e l’inno-vazione garantendo, al contempo, la pro-tezione dell'ambiente e della salute dellepopolazioni. In breve, l’IQ non è solo lachiave per la crescita di un paese, ma èanche essenziale per creare un ambientepiù sicuro, più pulito, più equo a beneficiodi una maggiore integrazione dei mercati.

Il moltiplicarsi delle varietà di beni scam-biati e di paesi di origine dei beni prodottiaumenta i potenziali benefici del commer-cio internazionale. Allo stesso tempo lacomplessità crescente ha portato ad un au-mento delle regolamentazioni relative allatrasparenza e sicurezza sui mercati. Tuttociò può comportare un aumento dei costidi produzione ed implica sicuramente unaggravio dei costi necessari per la valuta-zione della conformità. Questo può portarea un rallentamento degli scambi a menoche la standardizzazione e/o il migliora-mento delle informazioni fornite ai mer-cati non favoriscano un aumento delladomanda di importazioni.

Se è vero che gli impatti complessivi pos-sono essere positivi, restano possibili effettidistorsivi di varia natura e soprattutto dipiù difficile valutazione rispetto alle piùesplicite misure tariffarie. Di conseguenzaquesto tipo di misure (NTM) sono consi-derate potenzialmente assai pericolose inquanto la tutela dei consumatori può es-sere invocata strumentalmente per garan-tire una maggiore protezione ai produttorinazionali.

7. Conclusione: prospettive di una maggiore armonizzazione o di una crescente frammentazione regionale degli standards?

Page 88: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

86

Pro

spet

tive

Osservatorio ACCREDIAOA

Oggigiorno praticamente tutti i paesi utiliz-zano misure non tariffarie in tutti i settori,ma se ne osserva una prevalenza nei paesiavanzati, dove la regolamentazione a tuteladei consumatori è mediamente maggiore. Isettori più interessati dalle NTM sono infattiproprio quelli in cui le problematiche legatealla sicurezza dei consumatori sono più ri-levanti. Da un lato, i prodotti agroalimen-tari, animali e vegetali sono particolarmenteregolamentati, specialmente per quanto ri-guarda le misure sanitarie e fitosanitarie;dall’altro, per i prodotti del tessile abbiglia-mento e per i complessi prodotti della mec-canica e i mezzi di trasporto si fa largo usodi regolamentazioni e misure tecniche divario tipo. Queste misure in molti casi fini-scono col rappresentare la barriera princi-pale agli scambi internazionali.

Per far sì che le regolamentazioni svolganoil loro ruolo di aumentare la sicurezza e latrasparenza del commercio internazionalesenza rappresentare un ostacolo ingiustifi-cato agli scambi, gli accordi multilaterali in-clusi nel WTO prevedono disposizioni sulleNTM e il loro utilizzo, cercando di promuo-vere una convergenza tra paesi che porti aduna maggiore semplificazione.

A livello globale il processo di armonizza-zione appare molto difficile per l’eteroge-neità di preferenze ed esigenze nei diversimercati. Proprio la complessità e l’eteroge-neità a cui si è fatto riferimento in prece-denza fanno però sì che l’armonizzazionenon sia sempre possibile, e forse neanche au-spicabile. Prendiamo il caso delle barriere tec-niche; è evidente che l’uniformazione deglistandard implichi una riduzione dei costi ditransazione, ma è anche possibile che stan-dard diversi rispecchino preferenze sociali le-gittimamente diverse e condizioni diproduzione oggettivamente eterogene. In talcaso la soluzione più efficiente sarebbe rap-presentata dal mutuo riconoscimento del-l’equivalenza delle legislazioni nazionali edè proprio questo l’approccio adottato negli

accordi regionali di nuova generazione chesi affidano all’accreditamento per rendereequivalenti i risultati delle valutazioni diconformità agli standard internazionali di ri-ferimento. In ambito internazionale, i livellipiù avanzati di armonizzazione e mutuo ri-conoscimento sono sicuramente quelli pre-visti dal mercato unico europeo. A distanzadi circa 25 anni dalla sua creazione, questocaso di integrazione profonda è sicuramenteritenuto un notevole successo, con vantaggievidenti per imprese e consumatori.

L’UE potrebbe diventare un modello a li-vello globale sui temi di armonizzazione eregolamentazione degli standard, soprat-tutto in questa fase in cui gli USA appaionoin ritirata rispetto allo storico ruolo di lea-dership che hanno avuto sui mercati mon-diali. Dove si è riusciti a trovare accordisulle NTM gli effetti positivi per gli scambisono stati evidenti: oltre al citato caso del-l’Unione europea, anche gli accordi dinuova generazione dell’UE con altri paesivanno infatti nella stessa direzione.

La strada aperta dall’inclusione di regole co-muni e condivise che prevedano la confor-mità di prodotti e servizi a standardinternazionali volontari e obbligatori verifi-cati attraverso le valutazioni di conformitàaccreditate può essere un primo passo nelladirezione della convergenza auspicabile.Questi nuovi accordi rappresentano per leimprese europee e italiane un’opportunitàper accedere con maggiore facilità e traspa-renza ai mercati esteri. Le imprese possonobeneficiare di incrementi di efficienza tra-mite riduzioni sui costi di adattamento diprodotti e processi produttivi ai vari mercatidi destinazione, tramite l’adozione di stan-dard internazionali, il mutuo riconosci-mento dei processi di accreditamento el’uniformazione di regolamenti e procedure,nonché riduzioni sui costi degli input im-portati. I consumatori europei potranno be-neficiare di riduzioni di prezzo e di unamaggiore e più ampia offerta di beni e ser-

Page 89: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

87

Pro

spettive

OA

vizi. Le stime contenute negli studi dellaCommissione europea confermano questieffetti positivi e mostrano sostanzialmentecome i benefici siano complessivamente su-periori agli eventuali costi. Dato lo sviluppodelle economie e delle preferenze dei con-sumatori, è facile prevedere che le regola-mentazioni tenderanno ad aumentare inmolti campi. Infatti, indipendentemente daun coordinamento internazionale, diversipaesi anche emergenti hanno già sviluppatoo stanno sviluppando la propria Infrastrut-tura della Qualità. Si tratta di un fatto posi-tivo, ma se le direzioni di sviluppo sonodiverse, potrebbe portare alla frammenta-zione dei mercati mondiali. Adempiere amolte regole, tutte diverse, può risultarecomplicato per le imprese.

Ciò fa ritenere che la cooperazione interna-zionale e un più ampio coinvolgimento ditutti i possibili portatori di interessi siano ne-cessari per il raggiungimento di accordi effi-caci e soprattutto condivisi da imprese ecittadini. Da questo punto di vista è impor-tante individuare tra le diverse misure non-tariffarie quelle che effettivamentecostituiscono delle barriere, ovvero ostaco-lano gli scambi senza che a ciò corrispondaun reale beneficio, e quelle che invece ri-spondono a interessi sociali legittimi. La di-stinzione, come detto, non può avveniresenza un adeguato coinvolgimento delleparti, il cui contributo nella definizione e nel-l’individuazione di standard comuni o nelmutuo riconoscimento delle valutazioni diconformità è quanto mai auspicabile. Inmolti casi il mutuo riconoscimento sembrapreferibile o di più facile e rapida realizza-zione rispetto all’armonizzazione, che persua natura implica modifiche negli standardvigenti per almeno una delle parti. La tra-sparenza è poi fondamentale per evitare pos-

sibili casi di disinformazione; ne consegue,per esempio, che l’etichettatura può contri-buire a informare correttamente i consuma-tori lasciando a questi la possibilità dieffettuare scelte consapevoli e informate.

Sebbene l’attenzione dell’opinione pubblicae dei negoziati commerciali sia attratta dal-l’armonizzazione delle regolamentazioni na-zionali, le imprese esportatrici sono(giustamente) preoccupate anche e soprat-tutto dalla procedura e dai costi necessari perdimostrare la conformità dei prodotti. Talicosti vanno sostenuti anche in presenza diregolamentazioni armonizzate o ricono-sciute equivalenti e l’integrazione dell’IQ al-l’interno dell’UE rappresenta uno dei piùimportanti risultati raggiunti nell’ambitodell’integrazione europea.

Nell’ambito dell’IQ, un ruolo importante èsvolto dall’accreditamento, fondamentale acausa del suo ruolo di facilitatore del com-mercio attraverso la garanzia di terza partedell’affidabilità dei sistemi di valutazionedella conformità. Sebbene l’obiettivo distandard unici, o universalmente accettati,rimanga lontano molto si può fare per ga-rantire che i prodotti non debbano esseresottoposti a molteplici ispezioni, valutazionie certificazioni.

Le ampie differenze nei livelli di sviluppodelle diverse Infrastrutture della Qualità enella valutazione della loro affidabilitàfanno sì che l’obiettivo finale di prodotti‘esaminati una volta e venduti ovunque’non sia facilmente raggiungibile. Si trattaperò di un obiettivo che da una parte risultapoliticamente meno controverso dell’armo-nizzazione delle regolamentazioni nazionali,dall’altra può portare benefici sostanzialitanto ai consumatori quanto ai produttori.

Page 90: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

88

Glo

ssar

ioOsservatorio ACCREDIAOA

ACCORDI COMMERCIALI PROFONDI: accordi che comprendono disposizioni che vannoal di là delle riduzioni reciproche delle tariffe.

DAZIO (o tariffa): un dazio (tariff in inglese) è una tassa sui beni importati. Esistono due ti-pologie principali di dazi: i) ad valorem, se il dazio è espresso in percentuale del valore im-portato; ii) specifico, se il dazio è calcolato per unità fisica del bene importato (per esempioeuro/kg o euro/litro).

DAZIO EFFETTIVO APPLICATO (effectively applied tariff): è il dazio effettivamente appli-cato all’import di un bene da un dato paese. Il dazio effettivo è minore o uguale al dazioMFN applicato (MFN, most favored nation).

DAZIO MEDIO: il dazio medio di un insieme di prodotti, un settore o dell’intera economiaè calcolato come media dei dazi sui singoli prodotti. Il calcolo della media può avvenire indue modi: i) media semplice delle linee tariffarie; ii) media ponderata per il valore dei beniimportati.

DAZIO NAZIONE PIÙ FAVORITA (most favored nation, MFN): il dazio MFN è il dazio chei paesi membri dell’OMC si impegnano ad applicare all’import degli altri membri, salvo chevi siano accordi preferenziali che prevedono dazi inferiori. In pratica il dazio MFN è il daziopiù alto applicabile dal paese importatore agli altri membri dell’OMC in condizioni di non-discriminazione tali per cui ogni nazione deve ricevere un trattamento equivalente a quellodella nazione più favorita negli scambi, salvo accordi preferenziali.

DAZIO PREFERENZIALE: dazi minori di quelli MFN previsti in base ad accordi preferenzialiper cui i prodotti che soddisfano determinati criteri, per esempio in termini di regole di ori-gine, possono essere importati a dazi minori di quelli MFN.

DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE (intellectual property rights): sono l’insieme deidiritti di cui è titolare l’autore di un’opera intellettuale o un inventore. Includono il dirittod’autore (copyright), le invenzioni (brevetti) e i segni distintivi dei prodotti di un’impresacommerciale (marchi o trademark).

EQUIVALENTE AD VALOREM (ad valorem equivalent, AVE): l’equivalente ad valorem è lapercentuale del valore importato corrispondente a un dazio specifico, misto, composto o dialtro tipo contenente un elemento di tipo specifico. Per esempio, a un dazio specifico di 1euro/kg per un bene del valore unitario di 10 euro/kg corrisponde un AVE del 10%.

INDICAZIONI GEOGRAFICHE (geographical indications): sono i nomi dei luoghi di pro-duzione originari di determinati prodotti tipici, di elevata qualità e con caratteristiche pecu-liari, o altri eventuali termini ad essi associati, spesso utilizzati per identificare i prodotti stessi(per esempio Chianti o Pecorino Romano). Gli accordi di libero scambio spesso includonouna lista di indicazioni geografiche protette all’estero.

INFRASTRUTTURA DELLA QUALITA’ (IQ): quadro di riferimento per la definizione elo sviluppo di regole necessarie ad assicurare e dimostrare ai mercati la qualità di pro-dotti e servizi. Ne fanno parte metrologia, normazione, accreditamento e valutazionedi conformità.

Glossario

Page 91: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

89

Glo

ssarioOA

MARGINE ESTENSIVO (extensive margin): una variazione dell’interscambio può esseredovuta ad una variazione dell’export medio per prodotto (margine intensivo) o del numerodi prodotti esportati (margine estensivo): Nello specifico, il margine estensivo indica l’am-piezza del commercio internazionale in termini di numero di prodotti esportati a livellodi impresa, settore o paese.

MARGINE INTENSIVO (intensive margin): una variazione dell’interscambio può esseredovuta ad una variazione dell’export medio per prodotto (margine intensivo) o del nu-mero di prodotti esportati (margine estensivo). Nello specifico, il margine intensivo in-dica l’intensità del commercio internazionale in termini di volumi e/o valori esportatia livello di impresa, settore o paese a parità di numero di prodotti.

MISURE DI SALVAGUARDIA (safeguard measures): azioni effettuate con lo scopo di di-fendere uno specifico settore da un aumento inatteso delle importazioni tale da creareproblemi significativi all’industria nazionale. Le misure di salvaguardia sono general-mente disciplinate dall’art. 19 del GATT.

MISURE SANITARIE E FITOSANITARIE (sanitary and phytosanitary measures, SPS): includono tutte quelle disposizioni che riguardano la sicurezza alimentare, e il benessereanimale e vegetale. Le misure sanitarie si riferiscono alla salute umana e animale. Le mi-sure fitosanitarie si riferiscono alla sicurezza dei prodotti di origine vegetale.

NTB, BARRIERA NON TARIFFARIA: qualsiasi politica con fini protezionistici, diversadalle tariffe, che altera le condizioni del commercio internazionale.

NTM, MISURA NON TARIFFARIA: qualsiasi politica, diversa dalle tariffe, che altera lecondizioni del commercio internazionale.

QUOTA TARIFFARIA (tariff rate quota, TRQ): tale limite può essere stabilito in manieratassativa oppure può essere previsto uno schema tariffario tale per cui, al superamentodi una determinata soglia di volumi importati, il dazio diventa talmente alto da risultaredi fatto proibitivo.

QUOTA, CONTINGENTAMENTO: una quota o contingentamento è un limite legaleimposto dal paese importatore alla quantità di beni che è possibile importare nel paese.

REGOLE DI ORIGINE (rules of origin): sono tutte quelle leggi, regolamenti e procedureamministrative che determinano il paese di origine dei prodotti. Le regole di origine ser-vono a determinare a quale regime doganale è soggetto a un prodotto importato ovverose sono applicabili eventuali preferenze tariffarie o se il prodotto rientra in eventualicontingentamenti.

RAPPORTO DI COPERTURA: la percentuale di scambi interessati da una misura o unaserie di misure.

TBT, TECHNICAL BARRIERS TO TRADE: ostacoli tecnici al commercio.

WTO: World Trade Organization o Organizzazione mondiale del commercio.

Page 92: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

Akerlof, G. (1970). The Market for "Lemons":Quality Uncertainty and the Market Me-chanism, The Quarterly Journal of Econo-mics, vol. 84, issue 3, pp.488-500.

Bagwell K., R. W. Staiger, (2001). Reciprocity,non-discrimination and preferential agree-ments in the multilateral trading system,European Journal of Political Economy, Vo-lume 17, Issue 2, pp.281-325.

Beghin J., Anne-Célia Disdier, Stéphan Ma-rette and Frank Van Tongeren (2012). Wel-fare costs and benefits of non-tariffmeasures in trade: a conceptual frameworkand application, World Trade Review, 11: 3,pp. 356–375.

Beghin J.C. (2017). Nontariff Measures andInternational Trade, World Scientific Books,World Scientific Publishing Co. Pte. Ltd.,number 10150.

Beghin, J., M. Maertens, and J. F. M. Swinnen(2015). Non-Tariff Measures and Standardsin Trade and Global Value Chains, AnnualReview of Resource Economics 7.

Blind, K. (2013). The Impact of Standardiza-tion and Standards on Innovation, NestaWorking Paper No. 13/15, London.

Blind K., Mangelsdorf A., Niebel C., Ramel F.(2017). Standards in the global valuechains of the European Single Market, Re-view of International Political Economy,25:1, pp. 28-48.

Borghi E., Helg R., Tajoli L. (2015). The Tran-satlantic Trade and Investment Partnership(TTIP): challenges and opportunities for theinternal market and consumer protectionin the area of textiles and labelling, In-depth Analyisis, European Parliament, Di-rectorate General for Internal Policies,Policy Department A: Economic and Scien-tific Policy, IP/A/IMCO/2014-14,http://www.europarl.europa.eu/studies.

Chen, N. E Novy, D. (2012). Measuring tradecosts - Direct vs. indirect approaches toquantify technical regulations, World TradeReview 11(3), pp. 401-414.

Cipollina, M., Salvatici L. (2008). MeasuringProtection: Mission Impossible?, Journal ofEconomic Surveys, Vol. 22, Issue 3, pp.577-616.

European Commission (2018). Communica-tion from the Commission to the EuropeanParliament, the European Council, theCouncil, the European Economic and So-cial Committee and the Committee of theRegions, the Single Market in a changingworld, A unique asset in need of renewedpolitical commitment.

Decreux Y., C. Milner e N. Peridy (2010), Theeconomic impact of the free trade agree-ment between the European Union andKorea, CEPII Research Report n. 2010-02.

Del Prete, D., Giovannetti, G. and Marvasi,E. (2017). Global value chains participationand productivity gains for North Africanfirms. Review of World Economics, 153(4),pp. 675-701.

Del Prete, D., Giovannetti, G., and Marvasi,E. (2018). Global value chains: New evi-dence for North Africa, International eco-nomics, 153, pp. 42-54.

Djankov, S., C. Freund, and C. S. Pham(2010). Trading on Time, Review of Econo-mics and Statistics, 92, pp. 166–173.

European Commission (2017). Evaluation ofthe Implementation of the Free TradeAgreement between the EU and its MemberStates and the Republic of Korea, InterimTechnical Report, Part 1.

Fisher, R., Serra, P. (2000). Standards and Pro-tection, Journal of International Economics52, pp. 377–400.

90

Bib

lio

gra

fia

Osservatorio ACCREDIAOARiferimenti bibliografici

Page 93: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

91

Bib

liog

rafiaOA

Fliess, B., Schonfeld, R. (2006), Trends inConformity Assessment Practices and Bar-riers to Trade: Final Report on Survey ofCabs and Exporters, OECD Trade PolicyPapers, No. 37, OECD Publishing, Paris.

Fontagné, L., Orefice, G., Piermartini, R.and Rocha, N. (2015). Product standardsand margins of trade: firm-level evidence,Journal of International Economics 97(1),pp. 29–44.

Grossman, G.M., Shapiro, C. (1988). ForeignCounterfeiting of Status Goods, The Quar-terly Journal of Economics, Vol. 103, No.1, pp. 79-100.

Giovannetti, G., Marvasi, E. and Sanfilippo,M. (2015). Supply chains and the interna-tionalization of small firms, Small BusinessEconomics 44 (4), pp. 845–865.

Giuffrida M., Mangiaracina, R., Marvasi, E. eTajoli, L. (2018). Esportazioni e E-Com-merce delle imprese italiane. Analisi e Pro-spettive, Rapporto Italian Trade Agency eOsservatori Digital Innovation del Politec-nico di Milano.

Giunta A., Mantuano, M., Marvasi, E.,Nenci, S., e Salvatici, L. (2018). Gli ac-cordi di libero scambio: opportunità perle imprese italiane – Casi studio: Coreadel Sud e Canada, Rapporto ICE-DentroRossi-Doria.

ITC (2016). Navigating Non-Tariff Measures:Insights From A Business Survey in the Eu-ropean Union, Geneva: InternationalTrade Centre.

Jovanovic, Miroslav, N. (1998). Internatio-nal Economic Integration, Routledge, Lon-don and New York, 2nd Edition.

Kang Jong Woo, Dorothea M. Ramizo,(2017). Impact of Sanitary and Phytosani-tary Measures and Technical Barriers on

International Trade, Journal of WorldTrade, Issue 4, pp. 539–573.

Lancaster, K. (1971). Consumer demand: Anew approach. New York: Columbia Uni-versity Press.

Li, Y., Beghin, J.C. (2014). Protectionism in-dices for non-tariff measures: An applica-tion to maximum residue levels, FoodPolicy 45, pp. 57-68.

Magd, H., Curry, A. (2003). An empiricalanalysis of management attitudes towardsISO 9001: 2000 in Egypt, The TQM Maga-zine, 15(6), pp. 381-390.

Maggi G., Mrázová, M. and Neary, P. (2018).Choked By Red Tape? The Political Eco-nomy of Wasteful Trade Barriers, NBERWorking Paper No. 24739.

Marette S., Beghin, J. (2010). Are StandardsAlways Protectionist?, Review of Interna-tional Economics, vol. 18, issue 1, pp. 179-192.

Marvasi E., Nenci, S. e Salvatici, L. (2018).Gli accordi di nuova generazione dell’UE,L’Italia nell’economia internazionale, Rap-porto ICE-Istat 2018, pp. 117-124.

Miesner U. (2009). Contributions of qualityinfrastructure to regional economic inte-gration: Insights and experiences gainedfrom Technical Cooperation of PTB, Phy-sikalisch Technische Bundesanstalt, Di-scussion Paper No. 2.

Miroudot, S., Rouzet, D. and Spinelli, F.(2013). Trade Policy Implications of Glo-bal Value Chains, OECD Trade PolicyPaper.

Nadvi, K. (2008). Global standards, globalgovernance and the organization of globalvalue chains, Journal of Economic Geo-graphy 8 (3), pp. 323–343.

Page 94: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

92

Bib

lio

gra

fia

Osservatorio ACCREDIAOA

Nicita, A., Gourdon, J. (2012). A PreliminaryAnalysis on Newly Collected Data on Non-Tariff Measures. In United Nations Confe-rence on Trade and Development, PolicyIssues in International Trade and Commo-dities Study Series (No. 53).

Orefice, G., Suverato, D. (2018). Misurenon tariffarie: quali sono e quanto co-stano alle imprese italiane? In RapportoICE 2017-2018, L’Italia nell’economia in-ternazionale.

Pelkmans J. (2012). The Economics of Sin-gle Market Regulation, College of Europe,Bruges European Economic Policy BriefingNo. 25.

Pelkmans, J., Renda, A. (2014). Does EU re-gulation hinder or stimulate innovation?,CEPS Special Report No. 96.

European Commission (2017). Report fromthe Commission to the European Parlia-ment, the Council and the European Eco-nomic and Social Committee on theimplementation of Regulation (EC) No.765/2008 of the European Parliament andof the Council of 9 July 2008 setting outthe requirements for accreditation andmarket surveillance relating to the marke-ting of products and repealing Regulation(EEC) No. 339/93.

Risoluzione del Consiglio, del 7 maggio1985, relativa ad una nuova strategia inmateria di armonizzazione tecnica e nor-malizzazione, Gazzetta ufficiale n. C 136del 04/06/1985 pag. 0001 – 0009.

Rossi, A. (2013). Does Economic UpgradingLead to Social Upgrading in Global Pro-duction Networks? Evidence from Mo-rocco, World Development, Volume 46,June 2013, pp 223-233.

Taghoutia, I., Martinez-Gomeza, V. and Mar-tia, L. (2016). Sanitary and Phytosanitary

measures in agri-food imports from the Eu-ropean Union: Reputation effects overtime, Economía Agraria y Recursos Natu-rales, ISSN: 1578-0732, e-ISSN: 2174-7350,Vol. 16, pp. 69-88.

Tajoli L. (2017). Internazionalizzazione delleimprese, crescita economica e accordicommerciali, Stato e Mercato, DOI:10.1425/86196, Il Mulino, 1/2017, aprile,pp. 51-78.

UNCTAD (2013). Non-Tariff Measures toTrade: Economic and Policy Issues for De-veloping Countries.

UNECA (2016). Promoting Regional ValueChains in North Africa, Addis Ababa,Ethiopia.

Von Lampe, M., Deconinck, K., and Bastien,V. (2016). Trade-Related International Re-gulatory Co-operation: A Theoretical Fra-mework, OECD Trade Policy Papers, No.195, OECD Publishing, Paris http://dx.doi.org/10.1787/3fbf60b1-en.

World Trade Organization (1995). Agree-ment on Technical Barriers to Trade,http://www.wto.org/english/docs_e/legal_e/17-tbt.pdf.

World Trade Organization (2005). AnnualReport 2005, https://doi.org/10.30875/b4e4c25f-en.

World Trade Organization (2011). WorldTrade Report 2011, The WTO and prefe-rential trade agreements: From co-exi-stence to coherence.

World Trade Organization (2012). WorldTrade Report 2012, Trade and public poli-cies: a closer look at non tariff measures inthe 21st century.

World Trade Organization (2014). Agree-ment on trade facilitation, WT/L/931.

Page 95: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

OA

Page 96: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

www.accredia.it

Page 97: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica
Page 98: L'Ente Italiano di Accreditamento - Osservatorio ACCREDIA · 2019. 5. 14. · 1.2 Regolamentazioni di prodotto e di processo 7 1.3 Fallimenti di mercato: informazione asimmetrica

Osservatorio ACCREDIAOA

Via Guglielmo Saliceto, 7/900161 Roma - Italy

Tel. +39 06 844099.1Fax. +39 06 8841199

[email protected]