L'edificazione stato moderno approfondimento

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L’edificazione dello stato moderno Approfondimento 1

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L’edificazione dello stato moderno

Approfondimento

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Definizione e caratteristiche

Processo di lunga durata: dal XIII secolo al XVIII secoloLa definizione di “Stato Moderno” è una realtà storicamente determinata, cioè una particolare forma di organizzazione del potere con tre peculiarità:1. Accentramento del potere con il controllo

completo e diretto della vita politica.2. La Territorialità cioè la dimensione spazialmente

limitata dai confini.3. L’identificazione tra la realtà dello stato e la figura

del sovrano: dello stato si ha una concezione patrimoniale e dinastica.

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Definizione e caratteristiche

Il sovrano ereditava uno stato come sua proprietà su cui aveva il potere di agire. Tale concezione sarà superata solo nell’Ottocento con gli Stati nazionali.L’edificazione dei vari stati europei non fu affatto simultanea e diversi furono i protagonisti; dunque si deve tenere conto della realtà particolare di ogni singolo stato.

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Le monarchie feudali (XII-XV)

Nel medioevo era forte la figura de re-magistrato il cui compito era di farsi custode e garante dei privilegi e dei diritti consuetudinari della nobiltà, degli ecclesiastici o del terzo stato. Esempio: la Francia in cui i feudatari, per ottenere protezione dal re, davano in dono le loro terre per riottenerle in feudo: il feudo oblato si diffuse invece dell’allodio.Durante questo periodo si assiste ad una progressiva unificazione territoriale, ma l’autorità della corona è ancora molto condizionata dai privilegi che il principe aveva giurato di difendere alla sua incoronazione.

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Gerarchia feudale

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Il territorio feudale

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Le monarchie feudali (XII-XV)

Il re medievale non può introdurre alcuna innovazione di rilievo senza il consenso dei sudditi. Ad esempio i sudditi ritengono che il principe debba vivere del suo (i proventi dei suoi domini personali). Può imporre tasse indirette per colmare i deficit del bilancio. Ma per imporre nuove tasse dirette il principe deve dimostrare ai sudditi di averne bisogno e ottenerne il consenso: convocazione delle assembleerappresentative (parlamenti) dei sudditi del regno –sono convocate solo per necessità, con cadenze irregolari, durano pochi giorni e non rappresentano tutta la popolazione - .

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Le monarchie feudali (XII-XV)

Il popolo nelle assemblee è rappresentato dai suoi esponenti più autorevoli:• Nobili• EcclesiasticiSi ritiene scontato che l’opinione di questi rappresenti naturalmente la volontà della maggioranza della popolazione.Col tempo si aggiunsero i rappresentanti delle città più importanti del regno:• Terzo stato, espressione dei gruppi dirigenti urbani. Le masse contadine e il proletariato urbano resteranno senza voce politica!

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Stati e nazioni nell'età moderna

I presupposti storici e istituzionali dell'idea di nazione affondano le loro

radici nella prima età moderna. Fu in questo periodo, infatti, che si

formarono i primi grandi stati monarchici e territoriali dell'Europa

occidentale: Francia, Spagna e Inghilterra. Essi iniziarono a estendere

la loro autorità su fasce sempre più ampie di popolazione, sottraendo

potere e prestigio alle altre istituzioni feudali, come la chiesa, gli ordini e

le corporazioni. Mentre ancora in epoca tardo medievale gli abitanti

dell‟Europa si sentivano prima di tutto cristiani, poi appartenenti alla

comunità locale - si era milanesi, fiorentini, o borgognoni, e solo in

senso lato italiani o francesi - in età moderna la centralizzazione e

l'uniformazione rese necessarie dalla maturazione di unità politiche più

omogenee e più salde cambiarono il senso d'appartenenza alla

comunità. Tuttavia, quest'opera di uniformazione dei sudditi sotto un

unico controllo politico non aveva ancora accenti nazionalisti; infatti la

fedeltà alla nazione non era un principio abitualmente invocato dai

sovrani, salvo che in rarissime occasioni e comunque sempre

subordinandolo ai tradizionali princìpi religiosi e monarchici, gli unici che

rendevano veramente legittima l'azione politica. 9

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Stati e nazioni nell'età moderna

Così, ad esempio, la lotta fra Inghilterra e Spagna nel XVII

secolo era solitamente ricondotta dagli storici del tempo allo

scontro tra dinastie e religioni contrapposte e non tra nazioni

irriducibilmente antagoniste. Nell'Europa del Rinascimento

l‟assetto politico e istituzionale dello stato-nazione era ancora in

formazione e accanto ad esso erano presenti altre forme di unità

politiche come le città-stato tedesche, i principati o le signorie

italiane, e l'impero. In Europa gli stati moderni si formarono

lentamente in un'area culturale omogenea, sfruttando le risorse

messe a loro disposizione dal capitalismo mercantile e i successi

militari contro soggetti politici concorrenti più deboli. Infatti, la

formazione dello stato nazionale divenne un obiettivo

razionalmente perseguito dalle classi dirigenti della società

moderna solo in seguito al verificarsi di tre avvenimenti di lungo

periodo: la transizione economica verso il capitalismo,

l'accentuarsi del controllo amministrativo e l'integrazione culturale.

(Davide Scalmani, Nazione e Nazionalismi)10

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L’ascesa del principe

Si accompagnò alla riflessione teorica volta a

legittimarne l‟autorità:

rex est imperator in regno suo et superiorem non

recognosens – sovranità assoluta nel suo regno e

nessuna autorità lo poteva limitare: il princive veniva

emancipato dalle pretese di supremazia dell‟Imperatore

o del Papato. Divenne però sempre più necessario

ridimensionare i privilegi medievali della grande nobiltà,

della chiesa e delle città.

Il Re era chiamato allora a combattere i privilegi

medievali, non più a tutelarli, organizzando un efficiente

e centralizzato apparato/potere burocratico (poteri di

banno).11

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L’ascesa del principe

La presenza della guerra in modo costante tra il XV e

XVI secolo favorì il processo di accentramento del

potere: la ragion di stato permise ai sovrani di assumere

provvedimenti eccezionali al fine di preservare l‟integrità

dello stato; una nuova legalità si sostituiva alla

precedente fondata sulla supremazia del re.

Ad esempio: la fine della guerra dei Cent‟anni (1453) o

la fine della guerra dei Trent‟anni (1648).

La grande feudalità non stette a guardare: rivendicò con

forza il valore dei diritti e delle tradizioni consuetudinarie,

invocando il ruolo tradizionale di controllo dell‟autorità

sovrana a garanzia del popolo. Ad esempio: la lotta

delle assemblee rappresentative contro i sovrani.12

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L’ascesa del principe

La monarchia, comunque, non poteva fare a meno di

servirsi della nobiltà sicché tentò, piuttosto che di

annientarla, di inserirla entro il proprio sistema di potere.

Altro elemento di costruzione dello stato moderno fu la

netta distinzione tra sfera mondana e spirituale.

Ciò implicava una concezione laica e secolare del

potere e un il riconoscimento dell‟autonomia della realtà

e dei fini della politica: si doveva legittimare l‟autorità del

sovrano prescindendo da argomenti religiosi Bodin,

Hobbes).

La religione era però, uno straordinario strumento di

potere per la monarchia in quanto la legittimazione

religiosa del potere permetteva di non limitare l‟autorità

del sovrano e lo confermava nella sua sacralità. 13

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Verso lo stato assoluto

L‟Europa emerge come sistema di stati al termine della

guerra dei Cent‟anni: inizia la formazione dello stato

assoluto.

Assolutismo: non significò mai asservimento ad un

potere arbitrario e illimitato. L‟autorità sovrana non

poteva essere tale per alcuni suoi limiti:

•insufficienza degli apparati amministrativi e militari

•quadro teorico di riferimento: la legge divina

(ortodossia…), le leggi fondamentali del regno

(successione…), diritti naturali dei sudditi (vita,

libertà, proprietà).

•l‟elezione divina era pro benessere dei sudditi

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Verso lo stato assoluto

Affermare che il sovrano fosse legibus solutus , sciolto

rispetto alle leggi, non significava affermare la natura

arbitraria del suo potere.

Significava invece che non era tenuto a rispettare alcuna

legalità preesistente ed indipendente dalla sua autorità:

egli era il creatore della legalità.

Ma una volta definita una legge il sovrano stesso doveva

rispettarla, ritagliando un margine di autonomia della

società civile, del suddito rispetto allo stato.

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La burocrazia

Le sempre maggiori responsabilità di cui lo stato doveva

farsi carico resero necessaria la formazione di un

complesso apparato burocratico: dal Trecento prese a

formarsi un apparato amministrativo periferico che

rappresentava il potere centrale sul territorio.

In Europa occidentale arriviamo ad avere: un giudice, un

capo della polizia, un esattore delle imposte – funzionari

regi in grado di ridurre i margini di autonomia della

società locale.

Questa amministrazione locale fa capo alla centrale che

va via via espandendosi e rende sempre più presente la

presenza dello stato nella vita quotidiana del suddito.

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Principe

• Composizione scelta dal principe

• Sedute informali e confini d’azione imprecisi

• Sempre più un nucleo di professionisti che registra ed esegue le decisioni

• Direzione politica e diplomatica

consiglio• Un Primo Ministro che

esegue le decisioni del Consiglio.

cancelleria

La burocrazia

Corte di

Giustizia

Camera

dei conti

(tesoreria) 17

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La burocrazia

Si forma un ceto di funzionari che risponde del proprio

operato unicamente al Principe, spesso privo di legami o

vincoli verso la nobiltà, e che combatte i privilegi locali o

consuetudinari per estendere le prerogative dello stato.

Questo ceto, benché non numeroso, acquista ben

presto un ed offre ai suoi componenti opportunità nuove

di carriera (possibilità di promozione sociale).

Questa estensione della burocrazia ebbe un forte costo

sociale poiché il prelievo fiscale diverrà sempre più

soffocante; grandi benefici non ve ne furono poiché la

macchina burocratica moderna rimase di fatto

insufficiente e deficitaria nello svolgimento dei suoi

compiti.18

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La corte

Nascono le corti intese come la moltitudine di

persone che vive intorno al principe e che dedica la

propria esistenza al suo servizio.È uno spazio “artificiale e simbolico” inventato per le esigenze di

rappresentanza del potere: nascono i cerimoniali di corte, rituali

e gesti codificati e contraddistinti dalla voluta ostentazione del

lusso e dal rigoroso formalismo.

Il principe considera necessario fornire al popolo lo spettacolo

suntuoso della propria autorità e costruire intorno a sé un

microcosmo capace di rappresentare l‟organizzazione della

società: il cerimoniale rappresenta un universo gerarchico e

stabile in cui tutto ruota attorno alla figura del principe. La corte

diviene anche punto di riferimento per le classi sociali elevate e

meta naturale di chi desideri fare carriera: cuore della vita

nobiliare e sede aggiornata di esperienza culturale.19

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Le corti

MANTOVA

MADRID

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Le corti

VERSAILLES

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Le corti

VERSAILLES

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Le corti

LONDRA

CREMLINO

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L’esercito

Il sovrano e lo stato costruiscono un esercito

permanente, cessando la dipendenza dalla truppe

fornite dai signori nobiliari.

Tramontava anche la centralità della cavalleria e iniziava

l‟ascesa della fanteria che sarebbe culminata nell‟ordine

svizzero (quadrato dei fanti).

Si utilizzarono sempre più massicciamente le armi da

fuoco e in particolare l‟artiglieria (costava moltissimo e

persino la nobiltà non poteva spendere cifre simili).

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L’esercito

Moschettiere mentre spara reggendo il

pesante moschetto con una forcella

Archibugiere che ricarica

Moschetto, più lungo e pesante

dell'archibugio 25

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Lo schieramento dei moschettieri

Schieramento di

lato

Vista da sopra e

movimento della fila

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L’esercito

Armi picchiere: spada

detta

cazoleta e una dagaarmi difensive

picchiere

tecnica utilizzata

contro la cavalleria

Picchiere in azione

Per respingere la

cavalleria

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Il mercantilismo

Non fu tanto una teoria economica quanto una prassi di

politica economica: “politica di intervento dello stato in

economia, volta a garantire l‟ampliamento della

ricchezza nazionale, intesa come condizione della forza

e della potenza dello stato stesso”. Nel corso del

Cinquecento le politiche mercantiliste ebbero i seguenti

tratti e obiettivi:

1. Difesa della riserva di moneta e di metalli preziosi per

preservare la ricchezza della nazione;

2. Promozione dell‟economia nazionale e

proibizionismo doganale;

3. Unificazione delle condizione dell‟economia

nazionale (statuti delle professioni, eliminazione pedaggi,

costruzione rete stradale…). 28

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Il mercantilismo

Le politiche mercantilista furono comunque applicate nel

corso del „500 in modo estemporaneo e discontinuo, con

scarsa autorità statale per l‟insufficienza degli apparati.

Nel „600 il quadro si modificò significativamente poiché

si rafforzò lo stato con i suoi apparati, ma si crearono

anche le condizioni per un‟attenzione sempre più

sistematica dei sovrani per la vita economica: esigenza

di reperire fonti economiche per mantenere gli sforzi

bellici o per far fronte a sfavorevoli congiunture

economiche.

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