L'economia IL FISCOPUÒ LAVORO PERLEDONNE · il lavoro in casa e fuori, la differenza totale è di...

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UNA PROPOSTA CONCRETA di Alberto Alesina e Andrea (chino La partecipazione al lavoro femminile è pari, in Italia, al 47 per cento contro ima media di circa il 60 per cento nei 28 paesi dell'Unione Europea. Peggio di noi solo la Grecia. In Germania è il 70 per cento e in Svezia si arriva al 74 per cento. In compenso le donne italiane lavorano in casa il doppio degli uomini (circa 40 ore contro 20 per settimana). Sommando il lavoro in casa e fuori, la differenza totale è di mezzora in più per le donne. Sembra poco, ma moltiplicato per 365 giorni l'anno sono circa 23 giorni lavorativi di 8 ore. L'economia di Alberto Alesine e Andrea Ichino Un'enormità e lo riconoscono anche i compagni delle donne intervistate. I dati sono tratti da una nostra indagine per Valore D e valgono non solo per un campione rappresentativo della popolazione, ma anche per un campione di donne manager. Quindi, anche le donne con elevato livello di istruzione mediamente lavorano molto in casa mentre i loro compagni, indipendentemente dal livello di istruzione, non le aiutano quasi per nulla nei lavori domestici. Va bene così? Forse questo stato di cose corrisponde alle preferenze di una parte delle coppie più anziane. A giudicare, però, da quanto avviene negli altri Paesi europei (verso i quali troppi nostri giovani stanno fuggendo, come ricordato ieri dall'Istat), le nuove generazioni preferiscono equilibri diversi che, tra l'altro, possono produrre effetti positivi per tutta la collettività. Una divisione più equilibrata dei compiti, infatti, non spreca il capitale umano delle donne quasi solo Corriere della Sera (ITA) - it Print Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 616.972 Publication date: 07.03.2017 Diffusione: 318.664 Pagina: 1, 11 Spread: 489.259 Readership: 2.710.000 Corriere della Sera (ITA) - it Tipo media: Publication date: Pagina: PROPOSTA CONCRETA Spintaal lavoro Fisco) Alesina Ichino partecipazione al lavoro femminile è pari, in Italia, cento contro una circa il 60 per cento paesi dell'Unione Peggio di noi solo la Germania è 1170 per Svezia si arriva al 74 In compenso le italiane lavorano in casa degli uomini (circa contro 20 per settimana). Sommando il casa e fuori, la totale è di mezzora le donne. Sembra moltiplicato per 365 l'anno sono circa 23 lavorativi cli 8 ore. Quotidiano Nazionale 07.03.2017 1, 11 Tiratura: Diffusione: Spread: Readership: 616.972 318.664 489.259 2.710.000 Print L'economia COSÌ IL FISCO PUÒ CREARE PIÙ LAVORO PER LE DONNE Alesina Ichino n'cnormità e lo ri- conoscono anche i compagni delle donne intervistate. I dati sono tratti da indagine per Valo- valgono non solo per campione rappresentativo popolazione, ma anche campione di donne Quindi, anche le con elevato livello di mediamente lavo- molto in casa mentre i compagni, indipenden- dal livello di istruzio- aiutano quasi per lavori domestici. così? Forse questo stato cli cose corrisponde alle preferenze di una parte delle coppie più anziane. A giudi- care, però, da quanto avviene negli altri Paesi europei (ver so i quali troppi nostri giova ni stanno fuggendo, come ri- cordato ieri dall'Istat), le nuo- ve generazioni preferiscono equilibri diversi che, tra l'al- tro, possono produrre effetti positivi per tutta la collettivi- tà. Una divisione più equili- brata dei compiti, infatti, non spreca il capitale umano delle donne quasi solo in compiti domestici e non assorbe quello degli uomini intera- mente nel mercato. I padri non sono meno importanti delle madri per i figli e la tra- dizionale divisione «donne a casa -uomini in azienda» oggi non è più vantaggiosa, se mai lo è stata. Come rimediare al nostro ritardo? Una decina d'anni fa avevamo suggerito una pro- posta di facile attuazione: ti - dune la tassazione sul (solo) lavoro femminile come «azio- ne positiva» (affirmative ac- tion) da sperimentare fino al raggiungimento dell'obiettivo di una sufficiente parità di ge- nere sia nei tassi di partecipa- zione sia nelle prospettive di retribuzione e di carriera. In Tutti i diritti riservati PAESE : Italia PAGINE : 1, 11 SUPERFICIE : 132 % PERIODICITÀ : Quotidiano DIFFUSIONE : (686813) AUTORE : Alberto Alesina E… 7 marzo 2017 - N°55

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Page 1: L'economia IL FISCOPUÒ LAVORO PERLEDONNE · il lavoro in casa e fuori, la differenza totale è di mezzora in più per le donne. Sembra poco, ma moltiplicato per 365 giorni l'anno

UNA PROPOSTA CONCRETA di Alberto Alesina e Andrea (chino La partecipazione al lavoro femminile è pari, in Italia, al 47 per cento contro ima media di circa il 60 per cento nei 28 paesi dell'Unione Europea. Peggio di noi solo la Grecia. In Germania è il 70 per cento e in Svezia si arriva al 74 per cento. In compenso le donne italiane lavorano in casa il doppio degli uomini (circa 40 ore contro 20 per settimana). Sommando il lavoro in casa e fuori, la differenza totale è di mezzora in più per le donne. Sembra poco, ma moltiplicato per 365 giorni l'anno sono circa 23 giorni lavorativi di 8 ore. L'economia di Alberto Alesine e Andrea Ichino Un'enormità e lo riconoscono anche i compagni delle donne intervistate. I dati sono tratti da una nostra indagine per Valore D e valgono non solo per un campione rappresentativo della popolazione, ma anche per un campione di donne manager. Quindi, anche le donne con elevato livello di istruzione mediamente lavorano molto in casa mentre i loro compagni, indipendentemente dal livello di istruzione, non le aiutano quasi per nulla nei lavori domestici. Va bene così? Forse questo stato di cose corrisponde alle preferenze di una parte delle coppie più anziane. A giudicare, però, da quanto avviene negli altri Paesi europei (verso i quali troppi nostri giovani stanno fuggendo, come ricordato ieri dall'Istat), le nuove generazioni preferiscono equilibri diversi che, tra l'altro, possono produrre effetti positivi per tutta la collettività. Una divisione più equilibrata dei compiti, infatti, non spreca il capitale umano delle donne quasi solo in compiti domestici e non assorbe quello degli uomini interamente nel mercato. I padri non sono meno importanti delle madri per i figli e la tradizionale divisione «donne a casa-uomini in azienda» oggi non è più vantaggiosa, se mai lo è stata. Come rimediare al nostro ritardo? Una decina d'anni fa avevamo suggerito una proposta di facile attuazione: ridurre la tassazione sul (solo) lavoro femminile come «azione positiva» (affirmative action) da sperimentare fino al raggiungimento dell'obiettivo di una sufficiente parità di genere sia nei tassi di partecipazione sia nelle prospettive di retribuzione e di carriera. In questo modo, le famiglie avrebbero un incentivo a fai lavorare le donne relativamente di più nel mercato e gli uomini di più a casa. Molti studi dimostrano che una riduzione anche modesta delle aliquote sul reddito femminile induce un forte aumento dell'offerta di lavoro delle donne, facendo perdere allo Stato poco gettito fiscale dato l'aumento consistente della base imponibile. Quindi questa riduzione delle aliquote costerebbe relativamente poco e potrebbe essere compensata con la riduzione di quei trasferimenti alle famiglie che costano tanto e hanno effetti limitati o addirittura controproducenti perché si limitano ad alleviare i sintomi, senza contribuire a eliminare le cause delle disparità di genere. Aprire un asilo nido ad ogni angolo di strada, grazie ai sussidi dei contribuenti, non consentirà alle donne di lavorare di più nel mercato e avere carriere simili a quelle degli uomini, se saranno sempre loro a dover mollare tutto a metà pomeriggio per correre a prendere i figli. E i figli non sono comunque l'unico compito che uomini e donne devono dividersi in casa, soprattutto in una popolazione in cui gli anziani richiedono sempre maggiore attenzione familiare. Sia per la cura dei figli sia per la cura degli anziani, meglio sarebbe risparmiare sui sussidi e lasciare più reddito in mano alle famiglie in modo che siano libere di scegliere il tipo di cura che preferiscono, piuttosto che affidare allo Stato il diritto di decidere cosa sia meglio. La tassazione differenziata a favore delle donne, invece, cura la causa del problema perché induce le coppie a riequilibrare la divisione dei compiti familiari e di quelli svolti nel mercato. Lo studio di una riforma fiscale svedese del 2007 mostra, in una ricerca di uno di noi (Ichino), che una riduzione anche contenuta dell'aliquota della donna rispetto a quella dell'uomo aumenta in modo considerevole la differenza tra i giorni di congedo parentale presi dall'uomo rispetto a quelli presi dalla donna. Un effetto più grande di quello che la riforma italiana del congedo parentale sembra aver ottenuto. Inoltre, lasciare più risorse e opportunità di lavoro a disposizione delle coppie aumentando l'incentivo a dividere equamente tra i sessi i compiti di cura, potrebbe influire positivamente sulla fertilità che nel nostro Paese continua a ridursi (si vedano ancora i dati Istat di ieri). Oggi si leggerà tanta retorica sulla questione femminile. Da domani, come ogni anno, ce ne dimenticheremo e continueremo a non utilizzare il valore del capitale umano delle donne sul lavoro e di quello degli uomini a casa. Ma allora smettiamola di celebrare, ipocritamente, la Festa della Donna. L idea di ridurre la tassazione sulloccupazione femminile per sbloccare il mercato L'opera«Women on thè Rise» di David Alien rielabora, al femminile, lo scatto di «Pranzo in cima a un grattacielo» del 1932 di Charles Ebbets

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PROPOSTA CONCRETA

Spintaal lavoroFisco)

AlesinaIchino

partecipazione al lavorofemminile è pari, in Italia,

cento contro unacirca il 60 per cento

paesi dell'UnionePeggio di noi solo laGermania è 1170 perSvezia si arriva al 74In compenso le

italiane lavorano in casadegli uomini (circa

contro 20 persettimana). Sommando il

casa e fuori, latotale è di mezzora

le donne. Sembramoltiplicato per 365

l'anno sono circa 23

lavorativi cli 8 ore.

Quotidiano Nazionale

07.03.2017

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616.972

318.664

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L'economia

COSÌIL FISCOPUÒ CREAREPIÙ LAVORO PERLEDONNE

AlesinaIchino

n'cnormità e lo ri-conoscono anche icompagni delledonne intervistate.I dati sono tratti da

indagine per Valo-valgono non solo per

campione rappresentativopopolazione, ma anche

campione di donneQuindi, anche le

con elevato livello dimediamente lavo-

molto in casa mentre icompagni, indipenden-

dal livello di istruzio-aiutano quasi per

lavori domestici.così? Forse questo

stato cli cose corrisponde allepreferenze di una parte dellecoppie più anziane. A giudi-care, però, da quanto avvienenegli altri Paesi europei (verso i quali troppi nostri giovani stanno fuggendo, come ri-cordato ieri dall'Istat), le nuo-ve generazioni preferisconoequilibri diversi che, tra l'al-tro, possono produrre effettipositivi per tutta la collettivi-tà. Una divisione più equili-brata dei compiti, infatti, nonspreca il capitale umano delledonne quasi solo in compitidomestici e non assorbequello degli uomini intera-mente nel mercato. I padri

non sono meno importantidelle madri per i figli e la tra-dizionale divisione «donne acasa -uomini in azienda» ogginon è più vantaggiosa, se mailo è stata.

Come rimediare al nostroritardo? Una decina d'anni faavevamo suggerito una pro-posta di facile attuazione: ti -dune la tassazione sul (solo)lavoro femminile come «azio-ne positiva» (affirmative ac-tion) da sperimentare fino alraggiungimento dell'obiettivodi una sufficiente parità di ge-nere sia nei tassi di partecipa-zione sia nelle prospettive diretribuzione e di carriera. In

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questo modo, le famiglieavrebbero un incentivo a far

lavorare le donne relativa-mente cli più nel mercato e gliuomini di più a casa.

Molti studi dimostrano cheuna riduzione anche modestadelle aliquote sul reddito fem-minile induce un forte aumen-to dell'offerta di lavoro delledonne, facendo perdere alloStato poco gettito fiscale datol'aumento consistente dellabase imponibile. Quindi que-sta riduzione delle aliquote co-sterebbe relativamente poco e

potrebbe essere compensatacon la riduzione di quei trasfe-rimenti alle famiglie che co-stano tanto e hanno effetti li-mitati o addirittura contropro-ducenti perché si limitano adalleviare i sintomi, senza con-tribuire a eliminare le causedelle disparità di genere.

Aprire un asilo nido ad ogniangolo di strada, grazie ai sus-sidi dei contribuenti, nonconsentirà alle donne cli lavo-rare di piii nel mercato e avere

carriere simili a quelle degliuomini, se saranno sempreloro a dover mollare tutto ametà pomeriggio per correrea prendere i figli. E i figli nonsono comunque l'unico com-pito che uomini e donne de-vono divicicrsi in casa, soprat-tutto in una popolazione incui gli anziani richiedonosempre maggiore attenzionefamiliare. Sia per la cura deifigli sia per la cura degli anzia-ni, meglio sarebbe risparmia-re sui sussidi e lasciare piùreddito in mano alle famigliein modo che siano libere discegliere il tipo di cura chepreferiscono, piuttosto cheaffidare allo Stato il diritto didecidere cosa sia meglio.

La tassazione differenziataa favore delle donne, invece,cura la causa del problemaperché induce le coppie a ne-quilibrare la divisione deicompiti familiari e di quellisvolti nel mercato. Lo studio

di una riforma fiscale svedesedel 2007 mostra, in una ricer-ca di uno di noi (Ichino), cheuna riduzione anche conte-nuta dell'aliquota della donnarispetto a quella dell'uomoaumenta in modo considere-vole la differenza tra i giornicli congedo parentale presidall'uomo rispetto a quellipresi dalla donna. Un effettopiù grande di quello che la ri-forma italiana del congedoparentale sembra aver otte-nuto.

Inoltre, lasciare più risorsee opportunità di lavoro a di-sposizione delle coppie au-mentando l'incentivo a divi-dere cquamcntc tra i sessi icompiti di cura, potrebbe in-fluire positivamente sulla fer-tilità che nel nostro Paesecontinua a ridursi (si vedanoancora i dati Istat cli ieri). Og-gi si leggerà tanta retoricasulla questione femminile.Da domani, come ogni anno,ce ne dimcntichcremo e con-tinueremo a non utilizzare ilvalore del capitale umanodelle donne sul lavoro e diquello degli uomini a casa.Ma allora smettiamola di ce-lebrare, ipocritamente, la Fe-sta della Donna.

L'ideadi ridurrela tassazionesull'occupazionefemminile persbloccareil mercato

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Page 3: L'economia IL FISCOPUÒ LAVORO PERLEDONNE · il lavoro in casa e fuori, la differenza totale è di mezzora in più per le donne. Sembra poco, ma moltiplicato per 365 giorni l'anno

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DIFFUSIONE : (686813)AUTORE : Alberto Alesina E…

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