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download Le vite parallele - triq.ittriq.it/.../uploads/2012/12/giornale.della_.musica.dicembre.2012.pdf · Coltrane secondo Coltrane. Tutte le interviste a cura di Chris DeVito TORINO, EDT

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  • 44 n.298, dicembre 2012C U L T U R E | J A Z Z

    Coltrane si racconta

    VITA E OPERE

    Imparare dallinterplay

    Michael Gold / Dario Villa Trading Fours. Il jazz e lorganizzazione che apprende ART FOR BUSINESS, 2012, E-BOOK

    Al tempo della crisi, ricominciare a valo-rizzare capacit e competenze, nel mon-do del lavoro e nello specifi co in quello dellorganizzazione di impresa, diventa fondamentale. Finita lepoca del fordi-smo e del taylorismo, delloperaio mac-china e degli standardizzati processi di produzione, oggi per produrre ricchezza, e innovazione, determinante sviluppare conoscenze, favorire continui percorsi di apprendimento. Di tutto questo provano a ragionare, attraverso un agile e colto e-book, costituito da una sorta di vera e propria improvvisata conversazione a due, i professori (a vario titolo) Michael Gold e Dario Villa, entrambi esperti di competenze manageriali e grandi appas-sionati di jazz. Il libretto ragiona sul pos-sibile raffronto tra le dinamiche interne a una formazione jazzistica e lorganizza-zione di un qualsiasi gruppo di lavoro. E in effetti quellimprovvisato continuo scambio di saperi consci ed inconsci che, attraverso linterplay e il reciproco ascol-to, si sviluppa in un piccolo combo jazz, pu, secondo gli autori, fornire lesempio necessario ad ogni ambiente di lavoro che intenda essere produttivo e al con-tempo creativo. Educativo. m.m.

    giornalisti locali, durante le maggiori tourne del sassofonista (1961, 1962 e 1964); ma a grandi linee i cinquantadue articoli che costituiscono il corpo del libro coprono ogni fase della carriera da leader di Coltrane. Limportanza di questa raccolta non pu essere sottova-lutata, se si pensa allimpatto che il suo protagonista ha avuto e ha su tutti i sas-sofonisti; giusto che allo studio dello strumento essi affi anchino anche la fi lo-sofi a (e lumilt) che stava alle spalle di quella complessa concezione musicale. Daltra parte non si possono ignorare i limiti di unoperazione del genere: ripetitivit dei concetti, casualit degli incontri, preconcetti degli intervistatori (memorabile in questo senso lintervi-sta pi nota di tutte, nonch lultima in ordine di tempo, quella fortemente ideologica con Frank Kofsky), cui si ag-giunge uninevitabile mancanza di pro-spettiva storica. Forse anche per questo DeVito ha aggiunto qualche pagina: le rifl essioni africaniste del percussioni-sta Michael Olatunji, le interviste a un amico dinfanzia e a un suo insegnante di musica, che offrono interessanti pro-spettive alternative. Tradurre in italiano un libro del genere, basato sulla lingua parlata pi che su quella scritta, aggiun-ge unulteriore diffi colt: virtualmente impossibile rendere la schiettezza delle espressioni (e delle indecisioni) verbali senza risultare artifi ciosi. Ma questo, in fondo, un segno di coraggio che va premiato.

    Claudio Sessa

    derive squallide, condotta da musicisti che per molto, troppo tempo faticano a sbarcare il pi basilare lunario, pur consapevoli della loro genialit. Kelley e Pullman non fanno mistero di come la marginalit sociale e artistica sia legata alla discriminazione razziale. Lo stes-so mondo del jazz, soprattutto quello newyorkese del secondo dopoguerra, ne esce come un ambiente malsano. In questo senso i due autori restituiscono senza romanzare la forza e le debolez-ze dei loro eroi, con sguardo partecipe e lucido. Le pagine di Pullman sulla tos-sicodipendenza di Powell sono defi niti-ve. Laltra questione il rapporto tra malat-tia mentale e musica. Kelley e Pullman fanno fi nalmente piazza pulita di ogni cascame romantico, e riconducono il disagio mentale a quello che : qualco-sa che non favorisce la creativit ma la mortifi ca. E che negli Usa veniva consi-derata e curata con il fi ltro distorto della discriminazione razziale. Anche per questo motivo i due libri assurgono a testi di riferimento. Stefano Zenni

    Le vite parallele

    Lette in parallelo, queste due fonda-mentali biografi e sono in grado di of-frirci una visione innovativa della vita di due giganti e del mondo della musica americana. Il fatto che le vite dei due pianisti si siano svolte in prossimit geografi ca e si siano cos spesso intrec-ciate, rende i due libri complementari. Il volume di Kelley un capolavoro: la sintesi tra il livello di dettaglio della ricerca e la capacit di narrare e inter-pretare cos plastica da rendere ogni pagina memorabile. Come Kelley, an-che Pullman ha fondato il suo lavoro su una ricerca di prima mano, sulla verifi ca delle fonti consuete, su nuove interviste e dati darchivio. Il suo stile meno nar-rativo di quello di Kelley, ma raggiunge la stessa effi cacia. Al di l delle rivelazioni nuove su Monk e Powell, al di l di un defi nitivo ac-certamento dei fatti, questi due libri sono gemelli in due aspetti cruciali. Il primo la durezza della vita e della professione di un artista afroamerica-no negli Stati Uniti. Dal racconto della quotidianit emergono i dettagli di una lotta dura, frustrante, non di rado dalle

    www.edt.it

    Trimestrale di cultura e pedagogia musicale a cura della SIEM

    (Societ Italiana per lEducazione Musicale)

    uscito il n. 164-165

    un numero: 5,00abbonamento:

    Italia 18,00 estero 22,00

    o50

    o:00

    in questo numero:Viaggi musicali in BrasileMusica e lingua straniera

    Improvvisazione e segno grafi co Informazione audio-percettivaAlla ricerca del liuto-cembalo

    Valutazione e strumento musicaleper contatti con la redazione:

    [email protected] abbonamenti, pubblicit, diffusione:

    edt.it/musica/musicadomani

    pagina sfi lano aneddoti, osservazioni, le immancabili sferzate politico-sociali. Ma soprattutto, e sorprendentemente per chi non andato oltre Blues People, la penna del critico indugia commossa sulle fragilit, le umane contraddizioni degli dei dellOlimpo jazz. Il percorso di Abbey Lincoln, fatto di coraggio, sudore e frustrazione. Il crepuscolo patetico e grandioso di Nina Simone. La normalit di una giornata con Roy Haynes. E infi ne le mille facce di Miles Davis, nelle quali si specchia lesisten-za di Baraka: dagli anni Cinquanta al 29 settembre 1991, la data in calce allo scritto che chiude il libro, il giorno dopo la scomparsa di Davis. Non so pi chi mi ha chiamato per dirmi che eri morto, Miles. Cos, senza nessuna compassio-ne. Ne hai un bel mucchio di fi gli amico mio. Io lo sono ancora. E lo sar. Luca Canini

    Oltre Il popolo del blues

    Poeta, critico, performer, commedio-grafo, insegnante, attore, intellettuale nel senso pi politico del termine, na-zionalista nero, marxista rivoluziona-rio, da oltre mezzo secolo coscienza vivente della cultura afroamericana. La fi gura di Amiri Baraka, al secolo LeRoi Jones, di quelle che non si prestano a semplifi cazioni. C di che perdersi nella vasta produzione delluomo di Newark. Eppure, in Italia, il nome di Baraka inchiodato alla fama del suo libro pi celebre, Il popolo del blues, dato alle stampe nel 63 e tradotto da Einau-di qualche anno pi tardi. Talmente inchiodato che, alla lunga, stereotipi e luoghi comuni hanno preso il soprav-vento. Risultato? Mezzo secolo dopo Blues People Amiri Baraka ancora, e soltanto, il critico militante per anto-nomasia. Una terribile forzatura, come dimostra una preziosa raccolta di scritti pubblicata da Shake e curata da Marcel-lo Lorrai. In Black Music trovano posto una serie di ritratti di giganti che, in un modo o nellaltro, hanno segnato la vita di Baraka: da Willie The Lion Smith a Sun Ra, da Coltrane a Monk, da Max Roach a Jackie McLean. Pagina dopo

    ANTOLOGIE MUSICA E BUSINESS

    Robin D. G KelleyThelonious Monk. Storia di un genio americanoROMA, MINIMUM FAX 2012, PP. 806, 22

    Peter PullmanWail: The Life of Bud PowellEBOOK KINDLE, PP. 683, 7,80 (PROSSIMA EDIZIONE IN PAPERBACK)

    Amiri BarakaBlack Music. I maestri del jazza cura di Marcello LorraiSHAKE EDIZIONI, MILANO 2012, PP. 240, 16,00

    Coltrane secondo Coltrane. Tutte le intervistea cura di Chris DeVitoTORINO, EDT SIENA JAZZ 2012, PP. XVIII + 338, 20.

    DeVito ha fatto di tutto per recupera-re ogni parola di Coltrane tramandata ai posteri; salvo poche cose per le qua-li non stato accordato il permesso di riproduzione, in questo volume in-contriamo non solo le varie interviste uffi ciali al sassofonista (una trentina, effettuate fra il 1958 e il 1966) ma an-che saggi, ricordi e note di copertina che utilizzano sue frasi e unappendice di altre citazioni estrapolate da ogni circostanza. Non molto, soprattutto considerando che la maggior parte delle conversazioni si svolta in Europa, con

    Dario VillaIl Giornale della Musica, n .298 - Dicembre 2012

    Dario Villa

    Dario Villa