Em Swedenborg ESPOSIZIONE SOMMARIA Della Dottrina Della Nuova Chiesa LoretoScocia Firenze 1879
Le terre nell'universo (sezioni 1-8) · da ciò che è stato visto e udito EMANUEL SWEDENBORG...
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Cielo e le sue meraviglie
e infernoda ciò che è stato visto e udito
EMANUEL SWEDENBORG
Traduzione a cura di https://fondazioneswedenborg.wordpress.com tratta dalle scansioni della versioneoriginale in latino, rilasciate in rete da http://www.baysidechurch.org, resa compatibile con la versioneinglese di John C. Ager (http://www.swedenborg.com).
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INDICE
Prefazione dell'Autore
PARTE 1
IL CIELO
1. Il Signore è il Dio del cielo (26)2. Il cielo è formato dal Divino del Signore (712)3. Il Divino del Signore nel cielo è l’amore per Lui e la carità verso il prossimo (1319)4. Il cielo consta di due regni (2028)5. Esistono tre cieli (2940)6. I cieli sono composti da innumerevoli società (4150)7. Ogni società è un cielo in una forma minore, e ogni angelo lo è nella forma più piccola(5158)8. Il cielo nel suo insieme ha la forma di un singolo uomo (5967)9. Ogni società nel cielo ha la forma di un singolo uomo (6872)10. Ogni angelo quindi ha una forma assolutamente umana (7377)11. Dalla Divina umanità del Signore consegue che il cielo in generale e nel particolareha la forma di un uomo (7886)
Passi estratti da Arcana Coelestia, concernenti il Signore e la sua Divina umanità
12. C'è una corrispondenza fra tutte le cose del cielo e tutte le cose dell’uomo (87102)13. C'è una corrispondenza del cielo con tutte le cose del mondo (103115)14. Il sole nel cielo (116125)15. La luce e il calore nel cielo (126140)16. Le quattro regioni del cielo (141153)17. Il cambiamento di stato degli angeli nel cielo (154161)18. Il tempo nel cielo (162169)19. Rappresentazioni e apparenze nel cielo (170176)20. Gli abiti con cui appaiono vestiti gli angeli (177183)21. Le residenze degli angeli (184190)22. Lo spazio nel cielo (191199)23. La forma del cielo, da cui sono determinate le affiliazioni e le comunicazioni (200212)24. Le amministrazioni nel cielo (213220)25. Il culto Divino nel cielo (221227)26. Il potere degli angeli nel cielo (228233)
27. Il linguaggio degli angeli (234245)28. Il linguaggio degli angeli presso l’uomo (246257)29. La scrittura nel cielo (258264)30. La sapienza degli angeli nel cielo (265275)31. Lo stato di innocenza degli angeli nel cielo (276283)32. Lo stato di pace nel cielo (284290)33. L’unione del cielo con il genere umano (291302)34. L’unione del cielo con l’uomo attraverso la Parola (303310)35. Cielo e inferno provengono dal genere umano (311317)36. I pagani, ovvero i popoli che vivono al di fuori dalla chiesa, nel cielo (318328)37. I bambini nel cielo (329345)38. Il savio e il semplice nel cielo (346356)
Passi estratti da Arcana Coelestia, concernenti le conoscenze
39. Il ricco e il povero nel cielo (357365)40. Matrimoni nel cielo (366386)41. Le occupazioni degli angeli nel cielo (387394)42. La gioia e la felicità celesti (395414)43. L’immensità del cielo (415420)
PARTE 2
IL MONDO DEGLI SPIRITI E LO STATO DELL'UOMO DOPO LA MORTE
44. Cosa è il mondo degli spiriti (421431)45. Ogni uomo è uno spirito, rispetto alla sua veste interiore (432444)46. La resurrezione dell’uomo dalla morte e la sua ammissione alla vita eterna (445452)47. L'uomo dopo la morte ha una forma perfettamente umana (453461)48. L’uomo dopo la morte gode delle percezioni dei sensi, della memoria e delleaffezioni che aveva nel mondo. Nulla è perduto salvo il corpo (461469)49. L’uomo, dopo la morte, è tale quale è stata la sua vita nel mondo (470484)50. Dopo la morte, i piaceri della vita di ciascuno sono mutati in cose ad essicorrispondenti (485490)51. Il primo stato dell’uomo dopo la morte (491498)52. Il secondo stato dell’uomo dopo la morte (499511)53. Il terzo stato dell’uomo dopo la morte, che è uno stato di istruzione per coloro cheentrano nel cielo (512520)54. Nessuno accede al cielo per pura misericordia, a prescindere dai mezzi (521527)55. Non è difficile come si crede condurre una vita che porta al cielo (528535)
PARTE 3
INFERNO
56. Il Signore governa gli inferni (536544)57. Il Signore non precipita nessuno nell’inferno, è lo spirito che si precipita (545550)58. Tutti coloro che sono nell’inferno sono nei mali e nelle conseguenti falsità chederivano dall’amore di sé e dall’amore del mondo (551565)59. Fuoco infernale e stridore dei denti (566575)60. Le malvagità e gli scellerati artifici degli spiriti infernali (576581)61. Aspetto, disposizione e numero degli inferni (582588)62. Equilibrio tra cielo e inferno (589596)63. L’uomo è mantenuto nel libero arbitrio in virtù dell’equilibrio tra cielo e inferno(597603)
Passi estratti da Arcana Coelestia concernenti il libero arbitrio, l’influsso e gli spiritiattraverso i quali si realizza la comunicazione
Indice dei rinvii alle Scritture (omesso nella presente edizione)
Indice analitico (omesso nella presente edizione)
Prefazione dell’Autore
1. Il Signore parlando ai suoi discepoli della fine dei tempi, cioè nell’ultimo periododella chiesa,1 dice, all’avvicinarsi della predetta fine, in merito al successivo stato diamore e fede:2
Subito dopo l’afflizione di quei giorni il sole si oscurerà e la luna non darà il suosplendore, e le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno scosse. Ed allora apparirà nelcielo il segno del Figlio dell’uomo; ed allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio, e vedranno ilFigliuolo dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. E manderà i suoi angelicon gran suono di tromba a radunare i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli.(Matteo 24:2931)
Coloro che si soffermano sul mero significato letterale di queste parole, hanno laconvinzione che alla fine dei tempi, quando vi sarà il giudizio universale, tutte questecose avranno luogo, così come sono descritte nel senso letterale, cioè che il sole e la lunasi oscureranno e le stelle cadranno dal cielo, e che il segno del Signore apparirà nel cielo,ed egli stesso sarà visto sulle nubi, con gli angeli e con le trombe al seguito; inoltre èpredetto in altri passi che l’intero universo sarà distrutto, e poi sorgerà un nuovo cielo euna nuova terra. Tale è la convinzione della maggior parte degli uomini nella chiesa, nelpresente. Ma coloro che sono in questa fede ignorano i segreti che sono nascosti in ogniminimo dettaglio della Parola; in realtà in ogni singolo vocabolo della Parola vi è unsignificato interiore che concerne le cose spirituali e celesti anziché le cose naturali emondane, così come appaiono nel senso letterale. E questo è vero non solo per ilsignificato di gruppi di parole, ma per ciascuna parola.3 Perché la Parola è scrittaesclusivamente per corrispondenze4, affinché vi possa essere un significato interiore inogni singolo particolare di essa. Quale sia questo significato lo si può vedere da tutto ciòche è stato scritto al riguardo in Arcana Coelestia [pubblicato nel 17491756]; e dallecitazioni attinte da quell’opera, nell’illustrazione del Cavallo Bianco [dell’Apocalisse,pubblicato nel 1758] cui si fa riferimento nell’Apocalisse.
1 [I rinvii contenuti nelle note in questa edizione, se non altrimenti specificato, sono all'opera ArcanaCoelestia di Emanuel Swedenborg, e sono stati inseriti dall'Autore]. La fine dei tempi è il periodo finaledella chiesa (nn. 4535, 10622).2 Le profezie del Signore in Matteo (24 e 25), in merito alla fine dei tempi ed alla sua venuta, alla finedella chiesa e al giudizio finale, sono spiegate nelle prefazioni ai capitoli da 26 a 40 della Genesi (nn.3353–3356, 3486–3489, 3650–3655, 3751–3757, 3897–3901, 4056–4060, 4229–4231, 4332–4335, 4422–4424,4635–4638, 4661–4664, 4807–4810, 4954–4959, 5063–5071).3 Sia in generale, sia in ogni particolare della Parola vi è un significato interiore o spirituale (nn. 1143,1984, 2135, 2333, 2395, 2495, 4442, 9048, 9063, 9086).4 La Parola è scritta esclusivamente per corrispondenze, e per questa ragione ogni singola cosa in essa haun significato spirituale (nn. 1404, 1408, 1409, 1540, 1619, 1659, 1709, 1783, 2900, 9086).
È in conformità di quel significato spirituale, che deve essere inteso l’avvento delSignore dal cielo, sulle nuvole, di cui al passo sopra citato. Ivi il sole che si oscurasignifica il Signore quanto all’amore;5 la luna si riferisce alla fede;6 le stelle indicano laconoscenza del bene e della verità, o dell’amore e della fede;7 il segno del Figlio dell’uomonel cielo indica la manifestazione della Divina verità; le tribù della terra significano tuttele cose concernenti la verità ed il bene, o la fede e l’amore;8 l’avvento del Signore sullenuvole del cielo, in gloria e potenza, significa la sua presenza nella Parola e la suarivelazione;9 le nuvole significano il senso letterale della Parola,10 e la gloria il sensointeriore della Parola;11 gli angeli con gran suono di tromba” indicano il cielo qualesorgente della Divina verità.12 Tutto questo chiarisce cosa deve intendersi con questeparole del Signore, vale a dire che alla fine della chiesa, quando non vi sarà più alcunamore, e quindi alcuna fede, il Signore svelerà il significato interiore della Parola erivelerà i segreti del cielo. I segreti rivelati nelle seguenti pagine riguardano il cielo el’inferno, nonché la vita dell’uomo dopo la morte. L’uomo della chiesa attualmente hauna scarsa conoscenza del cielo e dell’inferno, o della sua vita dopo la morte, sebbenequesti argomenti siano contemplati e descritti nella Parola; ciò nondimeno molti diquelli nati in seno alla chiesa, negano queste cose, dicendo nel loro intimo, “Chi mai èvenuto da quel mondo e ha confermato queste cose?” Per evitare che questoatteggiamento negazionista, invalso specialmente presso quelli pervasi dalla saggezzamondana, possa contaminare e traviare le persone semplici nel cuore e nella fede, mi èstato concesso di essere associato agli angeli e di parlare con loro, come tra uomo euomo, e anche di vedere come sono i cieli e gli inferni, e questo da tredici anni, ormai;quindi, adesso posso descrivere ciò che ho visto è udito, nell’auspicio che l’ignoranzapossa essere illuminata, e l’incredulità, dissipata. Le presenti rivelazioni sono estese oraperché questo deve intendersi per la venuta del Signore.
5 Nella Parola il sole significa il Signore, quanto all'amore, e di conseguenza l'amore per il Signore (nn.1529, 1837, 2441, 2495, 4060, 4696, 7083, 10809).6 Nella Parola la luna significa il Signore, quanto alla fede, di conseguenza la fede per il Signore (nn. 1529,1530, 2495, 4060, 4696, 7083).7 Nella Parola le stelle significano la conoscenza del bene e della verità (nn. 2495, 2849, 4697).8 Le tribù significano tutte le verità e tutti i beni nel loro insieme, quindi tutte le cose della fede edell'amore (nn. 3858, 3926, 4060, 6335).9 La venuta del Signore significa la sua presenza nella Parola, e la rivelazione di essa (nn. 3900, 4060).10 Nella Parola le nuvole significano la Parola nel senso letterale n. 4060, 4391, 5922, 6343, 6752, 8106,8781, 9430, 10551, 10574).11 Nella Parola gloria significa la Divina verità come è nel cielo e nel significato interiore della Parola (n.4809, 5922, 8267, 8427, 9429, 10574).12 La tromba o il corno significano la Divina verità nel cielo, e rivelata dal cielo (nn. 8158, 8823, 8915); e la“voce” ha un simile significato (nn. 6771, 9926).
1Il Signore è il Dio del cielo
2. Innanzi tutto deve essere noto chi è il Dio del cielo, perché da questo discendonotutte le cose. Nel cielo intero, nessun altro se non il Signore è riconosciuto quale Dio delcielo. Lì si dice, così come Egli stesso ha insegnato,
Che Egli è uno col Padre, e chi vede Lui, vede il Padre; che il Padre è in Lui e Lui nelPadre; che tutto ciò che è santo proviene da Lui (Giovanni 10: 30, 38; 14:911; 16:1315)
Spesso ho parlato con gli angeli di questo argomento, ed essi hanno immancabilmentesostenuto che sono incapaci di dividere il Divino in tre, perché sanno e percepisconoche il Divino è Uno e questo Uno e nel Signore. Hanno anche detto che quelli dellachiesa che nel mondo hanno sostenuto l’idea di tre entità Divine, non possono entrarenel cielo, fintanto che il loro ragionamento vaga da un Dio ad un altro; e lì non èpermesso pensare tre e dire uno,13 perché ognuno nel cielo parla secondo il propriopensiero, infatti il discorso è il prodotto immediato del pensiero, ovvero è il pensieroche parla. Quindi quelli che in questo mondo separano il Divino in tre, e associanoun’idea distinta ad ognuno di essi, e non individuano nell’idea di uno il Signore, nonpossono essere ricevuti nel cielo, perché nel cielo vi è una condivisione di tutti ipensieri, e perciò se qualcuno giunge lì con un’idea di tre, ma afferma uno, è subitoindividuato e respinto. Ma deve essere noto che tutti quelli che non hanno separato ciòche è vero da ciò che è buono, ovvero la fede dall’amore, accolgono nell’altra vita, ovesono opportunamente istruiti, l’idea del Signore che è il Dio dell’universo. Avvienealtrimenti per quelli che hanno separato la fede dall’amore, cioè coloro che non hannovissuto in conformità dei precetti della fede autentica. 3. Coloro i quali, entro la chiesa, hanno negato il Signore e hanno riconosciuto soltantoil Padre e si sono consolidati in questa fede, non sono nel cielo; e poiché sono incapacidi ricevere alcun influsso dal Cielo, ove viene adorato il Signore solo, gradualmenteperdono la capacità di pensare ciò che è vero, riguardo a qualsiasi oggetto. Infinedivengono come se fossero muti o parlano ottusamente e si muovono ciondolando eoscillando, come se le articolazioni fossero infiacchite ed avessero perduto ogni forza.Coloro che, come i sociniani, hanno negato la Divinità del Signore, sostenendomeramente la sua umanità, sono ugualmente esclusi del Cielo; essi sono condotti verso
13 I cristiani sono stati esaminati nell'altra vita in merito alla loro idea di unico Dio ed è stato accertatoche il loro pensiero è incentrato sul concetto di tre Dei (nn. 2329, 5256, 10736, 10738, 10821). La DivinaTrinità nel Signore è riconosciuta nel cielo (nn. 14, 15, 1729, 2005, 5256, 9303).
destra e sono precipitati a fondo, dunque sono totalmente separati da tutti quelli cheprovengono dal mondo cristiano. Infine quelli che affermano di credere in un Dioinvisibile, che essi definiscono anima dell'universo [ens universi], da cui tutte le cosesarebbero state originate, e che rifiutano ogni fede nel Signore, scoprono di non crederein alcun Dio; perché credere in un Divino invisibile, è considerata da loro una qualitàdella natura nella sua origine, che non può essere un oggetto di fede e amore, in quantonon è un oggetto del pensiero.14 Il destino di questi individui, è tra quelli denominatiadoratori della natura. Diverso è il caso di coloro che nascono al di fuori della chiesa,cioè i gentili; di questi si tratterà di seguito.
4. I bambini, che rappresentano un terzo del Cielo, sono iniziati nel riconoscimento enella fede che il Signore è il loro Padre, e poi che è il Padre di tutti e il Dio del cielo edella terra. Di seguito sarà illustrato in che modo i bambini crescono nel cielo e siperfezionano nei saperi fino a raggiungere l'intelligenza e la sapienza angelica.
5. Quelli che appartengono alla chiesa non possono dubitare che il Signore sia il Diodel cielo, perché egli stesso insegna,
Che tutte le cose del Padre, sono sue (Matt. 11:27; Giovanni 16:15; 17:2)
E che a Lui è stata data ogni potestà in cielo e in terra (Matt. 28:18)
Egli dice in cielo e in terra perché chi governa il cielo, governa anche la terra, perché dalprimo dipende l'altra.15 Governare il cielo e la terra significa che questi ricevono da Luiogni bene che appartiene all’amore, e ogni verità che appartiene alla fede, quindi tuttal'intelligenza e la sapienza, e di conseguenza tutta la felicità, in una parola, la vitaeterna. Queste cose le insegnò anche il Signore quando disse:
Chi crede nel Figlio avrà la vita eterna; ma chi non crede nel Figlio non vedrà la vita(Giovanni 3:36)
Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunquevive e crede in me, non morirà mai (Giovanni 11: 25, 26)
Io sono la via, la verità e la vita (Giovanni 14:6)
6. Ho visto alcuni spiriti i quali nel mondo avevano professato la fede in Dio Padre;
14 Un Divino che non sia percepito attraverso un'idea di esso, non può essere percepito attraverso la fede(nn. 4733, 5110, 5663, 6982, 6996, 7004, 7211, 9356, 9359, 9972, 10067, 10267).15 Il cielo intero appartiene al Signore (nn. 2751, 7086). Egli ha tutto il potere nei cieli e sulla terra (nn.1607, 10089, 10827). Siccome il Signore governa i cieli, governa anche tutte le cose di lì dipendenti, quinditutte le cose del mondo (nn. 2026, 2027, 4523, 4524). Solo il Signore ha il potere di rimuovere gli inferni, didistogliere dal male e di preservare nel bene, e quindi di salvare (n. 100919).
ma avevano ritenuto il Signore come qualunque altro uomo, e dunque non avevanocreduto che fosse il Dio del Cielo. Per tale ragione era ad essi consentito di vagare allaricerca di un altro cielo diverso da quello del Signore. Essi hanno cercato a lungo, mainvano. Essi erano tra coloro i quali credono che la beatitudine del cielo consista nellagloria e nel dominio; e poiché non erano in grado di soddisfare i propri desideri, e gli èstato detto che il cielo non consiste in tali cose, si sono indignati e hanno desiderato uncielo ove potessero spadroneggiare sugli altri ed essere elevati in una gloria simile aquella del mondo.
2Il cielo è formato dal Divino del Signore
7. Gli angeli nella loro collettività sono denominati il cielo, perché essi compongono ilcielo; tuttavia colui che crea il cielo in generale e nel particolare è il Divino che emanadal Signore che fluisce negli angeli ed è da questi ricevuto. E poiché il Divino che emanadal Signore è il bene dell’amore e la verità della fede, gli angeli sono tali nella misura incui ricevono dal Signore il bene e la verità.
8. Ciascuno nei cieli sa, crede e percepisce che tutto il bene che fa e si propone di fare,non viene da se stesso, ma dal Divino, cioè dal Signore; e inoltre che il bene che vienecompiuto da se stesso non è autentico bene, e la verità da se stesso non è veritàautentica, perché questi non hanno in loro la vita dal Signore. E ancora, gli angeli delcielo più intimo percepiscono e avvertono chiaramente l’influsso e, quanto più loaccolgono in sé, maggiore è la percezione in loro di essere nel cielo, perché essi sonomaggiormente addentro nell’amore e nella fede, e nella luce dell’intelligenza e dellasapienza, e di lì, nella beatitudine celeste; e siccome tutte le cose del cielo procedono dalDivino del Signore, e in esse gli angeli hanno il loro cielo, è evidente che è il Divino delSignore che forma il cielo,16 e non gli angeli per una loro peculiare attitudine. Per questoil Cielo è detto dimora del Signore ed il suo trono; e di coloro che sono lì, si dice che sononel Signore.17 Ma in che modo il Divino emana dal Signore e pervade il cielo, saràesposto di seguito.
9. Gli angeli secondo il loro stato di sapienza, vanno oltre. Essi dicono che non solotutto il bene e la verità procedono dal Signore, ma anche tutto ciò che appartiene allavita. Essi dimostrano ciò così, nulla può sortire da se stesso, ma da qualcosa che loprecede; e quindi tutto deriva da un principio che essi definiscono la vera essenza [esse]della vita di tutte le cose. E allo stesso modo tutte le cose sussistono, perché la continuitànell’esistenza è un’incessante creazione. E qualunque cosa che non sia tenutacontinuamente in relazione, per mezzo di cose intermedie, con il suo principio, sidisperde istantaneamente. Essi affermano anche che esiste un’unica sorgente di vita, e
16 Gli angeli del cielo riconoscono che ogni bene viene dal Signore, e nessun bene da loro stessi, ed ilSignore dimora in loro nel suo proprio, e non nel loro proprio (nn. 9338, 10125, 10151, 10157). Perciò nellaParola con angeli si intende qualcosa del Signore (nn. 1925, 2821, 3039, 4085, 8192, 10528). Inoltre, gliangeli sono chiamati beni in virtù della ricezione del Divino del Signore (nn. 4295, 4402, 7268, 7873, 8192,8301). E ancora, tutto il bene autentico tutta la verità autentica, e di conseguenza tutta la pace, l'amore, lacarità e la fede vengono dal Signore ( nn. 1614, 2016, 2751, 2882, 2883, 2891, 2892, 2904). E anche tutta lasapienza e l'intelligenza (nn. 109, 112, 121, 124).17 Di coloro che sono nel cielo, si dice che sono nel Signore (nn. 3637, 3638).
che la vita degli uomini non è che un ruscelletto, che scaturisce da lì, e che se non fossecontinuamente alimentato da questa sorgente inaridirebbe istantaneamente.
[2] Inoltre, dicono che da quest’unica sorgente di vita, che è il Signore non emana altroche il Divino bene e la Divina verità, a cui ognuno attinge secondo la propria attitudinea ricevere i medesimi (coloro che li ricevono in fede e vita, trovano il cielo in loro,mentre quelli che li rigettano o li sopprimono, pervertono la loro vita nell’inferno;perché essi trasformano il bene in male, e la verità in falsità, e quindi la vita nella morte.E ancora, che ogni cosa concernente la vita è dal Signore, loro lo dimostrano dal fattoche tutte le cose nell’universo sono in relazione con il bene e la verità) vale a direl’essenza della volontà dell’uomo che è l’essenza del suo amore verso il bene, e l’essenzadel suo intelletto, che è l’essenza della fede verso la verità; e poiché tutto ciò che èbuono e vero viene da essi, ne consegue che ogni cosa della vita procede da essi.
[3] Essendo questa la fede degli angeli, essi rifiutano qualsiasi ringraziamento per ilbene che fanno, e sono contrariati e si schermiscono se taluno attribuisce a loro il bene.Essi sono sbalorditi del fatto che comunemente si creda che taluno possa essere savio dase stesso. Fare il bene per se stessi, loro non lo considerano bene autentico, perché è unbene fatto per sé e per l’amore di sé. Viceversa, fare il bene per amore del bene, essi lodefiniscono, bene dal Divino; ed essi sostengono che questo sia il bene che forma ilcielo, perché questo bene è il Signore.18
10. Gli spiriti che durante la loro vita nel mondo si sono consolidati nell’idea che ilbene che essi compiono e la verità in cui credono, è da se stessi (che è la fede di tuttiquelli che mirano a conseguire un merito dalle loro buone azioni e che vantano la lororettitudine) non sono ricevuti nel cielo. Gli angeli li evitano e li considerano ottusi eusurpatori; ottusi, in quanto guardano perennemente a se stessi, anziché al Divino; eusurpatori in quanto si appropriano di ciò che appartiene al Signore. Questi sono alienialla fede del cielo, cioè che il cielo è formato dal Divino del Signore, negli angeli.
11. Il Signore insegna che coloro che sono nel cielo e nella chiesa, sono nel Signore, e ilSignore è in loro, quando dice:
Dimorate in me e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se nonrimane nella vite, così neppure voi se non dimorate in me. Io sono la vite, e voi siete i tralci. Coluiche dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla(Giovanni 15:47)
12. Da tutto ciò segue che il Signore dimora negli angeli del cielo, in ciò che è Suo
18 Il bene che viene dal Signore, ha in sé il Signore, mentre il bene che viene dal proprio dell'uomo non loha (nn. 1802, 3951, 8480).
proprio, e quindi che il Signore è tutto, in tutte le cose del cielo; e questo per la ragioneche il bene dal Signore è il Signore negli angeli, poiché ciò che procede dal Signore, è ilSignore stesso; quindi il cielo per gli angeli è il bene che procede dal Signore, eassolutamente nulla che possa provenire da loro stessi.
3Il Divino del Signore nel cielo è l’amore per Lui e la
carità verso il prossimo
13. Il Divino che procede dal Signore è denominato nel cielo Divina verità perché essofluisce nel cielo dal Divino amore del Signore. Il Divino amore e la Divina verità perciòsono legati l’uno all’altra, come il fuoco del sole e la luce che ne deriva nel mondo,l’amore rassomiglia al fuoco del sole e la verità da esso, alla luce del sole. Inoltre percorrispondenza, il fuoco significa l’amore e la luce, la verità che procede daquell’amore.19 Da ciò è chiaro cosa sia la Divina verità che procede dal Divino amore delSignore, che nella sua essenza è il Divino bene congiunto alla Divina verità, ed essendocosì congiunti, vivificano tutte le cose del cielo; esattamente come nel mondo quando ilcalore del sole congiunto alla luce rende tutte le cose del mondo feconde, il che ha luogoa primavera e in estate. Diversamente quando il calore non è congiunto alla luce, cioèquando la luce è fredda, allora tutte le cose s’intorpidiscono e si estinguono. Presso gliangeli questo Divino amore, rappresentato con il calore, è il bene dell’amore; e la Divinaverità, rappresentata dalla luce, è ciò che scaturisce attraverso quell’amore.
14. Il Divino che forma il cielo è amore perché l’amore è congiunzione spirituale. Essocongiunge gli angeli al Signore, e li congiunge l’uno all’altro, e così congiunti, essiappaiono al cospetto del Signore come uno. Inoltre l’amore è l’autentica essenza [esse]della vita di ciascuno; di conseguenza, sia gli angeli, sia gli uomini sono dotati della vitain virtù dell’amore. Chiunque rifletta è in grado di comprendere che la più intimavitalità dell’uomo proviene dall’amore, perché egli si riscalda in presenza dell’amore, esi raffredda in sua assenza, e quando è privato dell’amore, muore20. Ma deve essererammentato che la qualità dell’amore determina la qualità della vita di ciascuno.
15. Nel cielo vi sono due amori distinti, l’amore per il Signore e l’amore per ilprossimo; nel cielo più intimo o terzo cielo, l’amore per il Signore, nel cielo intermedio osecondo cielo, l’amore per il prossimo. Entrambi procedono dal Signore e formano ilcielo. In che modo questi amori siano distinti ed allo stesso tempo congiunti, appare
19 Nella Parola fuoco significa amore celeste e amore infernale (nn. 934, 4906, 5215). Il sacro fuoco celestesignifica il Divino amore, e ogni affezione che appartiene a quell'amore (nn. 934, 6314, 6832). La luce cherisulta da quel fuoco significa la verità che procede dal bene dell'amore; e la luce del cielo significa laDivina verità (nn. 3195, 3485, 3636, 3643, 3993, 4302, 4413, 4415, 9548, 9684).20 L'amore è il fuoco della vita, e la vita stessa non ha altra origine che l'amore (nn. 4906, 5071, 6032,6314).
chiaramente nel cielo, ed in modo velato nel mondo. Nel cielo, l’amore per il Signorenon significa l’amore rispetto alla sua persona, bensì amare il bene che procede da Lui; eamare il bene significa volere e compiere il bene dall’amore; e amare il prossimo nonsignifica amare un compagno rispetto alla sua persona, ma amare la verità che emergedalla Parola; e amare la verità significa desiderarla e osservarla. Da ciò è evidente chequesti due amori sono distinti, come il bene e la verità e nel contempo sono congiunti,come lo sono il bene e la verità.21 Tuttavia questo non può essere compreso dall’uomo, ameno che non siano noti i concetti di amore, bene e prossimo.22
16. Spesso ho parlato con gli angeli di questo argomento. Essi erano meravigliati delfatto che nell’ambito della chiesa non fosse noto che amare il Signore ed amare ilprossimo significasse amare ciò che è bene e ciò che è vero, e compiere questo dallavolontà; poiché è noto che l’amore si manifesta dalla volontà e dal mettere in atto ciòche l’altro desidera, ed è questo che produce l’amore reciproco e la congiunzione,piuttosto che l’amore separato dalla volontà di soddisfare il desiderio dell’altro, perchéquesto in sé non è amore; gli uomini dovrebbero inoltre sapere che l’amore che procededal Signore, è a Sua somiglianza, poiché Egli è in esso; e coloro che, attraverso lavolontà, fanno propri nella loro vita il bene e la verità, desiderandoli e mettendoli inatto, diventano somiglianze del Signore e sono congiunti a Lui. La volontà è l’amore delfare. Che sia così anche il Signore lo insegna nella Parola, dicendo,
Colui che osserva i miei comandamenti e li mette in pratica, quegli mi ama; ed ioamerò lui e faro presso di lui la mia dimora (Giovanni 14:21, 23)
Se osservate i miei comandamenti dimorerete nel mio amore (Giovanni 15:10, 12)
17. Tutta l’esperienza del cielo attesta che è l’amore, il Divino che procede dal Signore,influenza gli angeli e forma il cielo; perché tutti coloro che sono nel cielo sono forme diamore e carità, e appaiono in una bellezza indescrivibile, con l’amore che risplende dailoro volti, dal loro linguaggio e da altri particolari della loro vita.23 Inoltre vi sono sferespirituali della vita che emanano e circondano ogni angelo e ogni spirito, da cui sononote le loro qualità rispetto alle affezioni del loro amore, talvolta anche a grandedistanza. Queste sfere emanano da ciascuno, secondo le proprie affezioni ed i
21 Amare il Signore e amare il prossimo è conforme ai comandamenti del Signore (nn. 10143, 10153, 0310,10578, 10648).22 Amare il prossimo non è amare la persona, ma amare in lui ciò da cui egli è ciò che è, vale a dire la suaverità ed il suo bene (nn. 5028, 10336).
Quelli che amano la persona, e non ciò da cui ella è ciò che è, amano indifferentemente il beneed il male (n. 3820).
La carità è volere le verità ed essere influenzati da essa per amore delle verità stessa (nn. 3876,3877). La carità verso il prossimo è fare ciò che è buono, giusto e retto in ogni opera e in ogni occupazione(nn. 81208122).23 Gli angeli sono forme di amore e carità (nn. 3804, 4735, 4797, 4985, 519, 5530, 9879, 10177).
conseguenti pensieri, ovvero dall’amore e dalla conseguente fede. Le sfere che emananodagli angeli sono talmente ripiene di amore da influenzare l’intimo della vita di coloroche sono in prossimità. Di frequente ho sperimentato questa circostanza, avendo piùvolte avvertito questa influenza su di me, in virtù della presenza degli angeli.24 Chequesto sia l’amore da cui gli angeli traggono la vita è evidente dal fatto che nell’altravita ciascuno appare in armonia con il proprio amore; quelli che sono nell’amore per ilSignore e per il prossimo sono rivolti costantemente verso il Signore; invece quelli cheson nell’amore di sé, allontanano perennemente il loro sguardo dal Signore. Nell’altravita gli spazi sono conformi alla direzione dei volti, dunque non possono restareinvariabili, come nel mondo. E nondimeno, non sono gli angeli a rivolgersi verso ilSignore, bensì è il Signore che attrae a sé coloro che sono nell’amore di compiere le coseche procedono da Lui.25 Di più su questo argomento si dirà di seguito, quando sitratterà delle regioni nell’altra vita.
18. Il Divino del Signore nel cielo è amore, perché l’amore è ricettivo di tutte le cosedel cielo, quali la pace, l’intelligenza, la sapienza e la felicità. Poiché l’amore è ricettivodi tutte le cose che sono in armonia con esso; le desidera, le cerca e si inebria in essespontaneamente, perché desidera incessantemente essere arricchito e perfezionato daqueste.26 Ciò è noto anche agli uomini, perché presso di loro l’amore cerca, per così dire,tra ciò che è custodito nella memoria ed estrae tutte le cose che sono in accordo con sé,le raccoglie e le ordina in sé in modo da farle proprie; mentre le altre cose sono scartatee cancellate. Che sussista nell’amore la capacità di ricevere le verità in armonia con sestessi, e il desiderio di congiungerle a sé, è stato dimostrato dal fatto che alcuni tra isemplici nel mondo, sono stati assunti in cielo e tuttavia, quando erano al cospetto degliangeli, sono stati introdotti nella sapienza degli angeli e nella beatitudine celeste,avendo essi amato il bene e la verità in quanto tali; e questo amore si era radicato inloro, e di qui sono diventati capaci di ricevere il cielo e tutte le cose ineffabili di lì.Invece coloro che sono nell’amore di sé e nell’amore del mondo non hanno la capacitàdi ricevere il bene e la verità; essi li detestano e li rigettano, ed al primo contatto con ilcielo fuggono e si aggregano con quelli nell’inferno che sono in un amore simile alproprio. Vi erano spiriti che dubitavano che vi fosse tale capacità insita nell'amoreceleste, e che desideravano conoscere se ciò fosse realmente così; essi sono stati quindiintrodotti nell'amore celeste, e quando ciò è avvenuto, qualsiasi cosa che fosse contrariaa tale amore, è stata rimossa e allontanata; e di lì, conversando con me, dicevano di aver
24 Una sfera spirituale, che è una sfera della vita, fluisce da ogni uomo, spirito e angelo, e li circonda (nn. 4464,5179, 7454, 8630).
Essa fluisce dall’essenza della loro affezione e dal pensiero conseguente (nn. 2489, 4464, 6206).25 Gli spiriti e gli angeli si rivolgono perennemente verso i loro amori, e quelli nel cielo sono rivoltiperennemente verso il Signore (nn. 10130, 10189, 10420, 10702). Le regioni nell'altra vita sono in accordocon la direzione del volto, e sono di lì determinate, a differenza di quanto accade nel mondo (nn. 10130,10189, 10420, 10702).26 Innumerevoli cose sono contenute nell'amore, e l'amore attrae a sé tutte le cose che sono in armoniacon esso (nn. 2500, 2572, 3078, 3189, 6323, 7490, 7750).
percepito una beatitudine interiore così intensa da risultare inesprimibile, ora che eranoritornati nel loro stato originario. Altri ancora sono stati assunti nel cielo; e più eccelseerano le altezze alle quali erano esaltati, maggiormente erano introdotti nell'intelligenzae nella sapienza del cielo, tale che era loro permesso di percepire ciò che prima risultavaineffabile. Da ciò è evidente che l'amore che procede dal Signore è ricettivo del cielo e ditutte le cose di lì.
19. Che l'amore per il Signore e per il prossimo includa in sé tutte le Divine verità èreso manifesto da ciò che il Signore dice in proposito:
Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta latua mente. Questo è il primo e più grande comandamento. Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuoprossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti» (Matteo22:37 40)
La legge e i profeti stanno a significare tutta la Parola del Signore, quindi tutta la Divinaverità.
4Il cielo consta di due regni
20. Poiché nel cielo regna un'infinita varietà e nessuna società e nessun angelo èesattamente uguale ad un altro27, vi sono partizioni generali, specifiche e particolari. Lapartizione generale è in due regni, quella specifica in tre cieli e quella particolare ininfinite società, di cui si tratterà in quanto segue. La partizione generale concerne dueregni, in quanto il cielo è denominato "il regno di Dio".
21. Vi sono angeli che ricevono più intimamente il Divino che emana dal Signore, ealtri che lo ricevono meno intimamente; i primi sono denominati angeli celesti, gli altri,angeli spirituali. In virtù di questa differenza il cielo è suddiviso in due regni, unochiamato regno celeste, l'altro chiamato regno spirituale28. 22. Poiché gli angeli che formano il regno celeste ricevono il Divino del Signore piùintimamente, essi sono chiamati angeli interiori o angeli più eccelsi; e per lo stessomotivo i cieli da essi formati sono chiamati cieli più eccelsi.29 Sono dunque definitieccelsi o inferiori, in quanto la quota determina ciò che è interiore o esteriore.30
23. Coloro che sono nel regno celeste sono nell'amore altrettanto celeste, coloro chesono nel regno spirituale, sono nell'amore spirituale. L'amore celeste è l'amore per ilSignore, e l'amore spirituale e l'amore per il prossimo. Amore celeste è amare il Signore,e amore spirituale è amare il prossimo. E poiché il bene concerne l'amore (essendo ilbene di ciascuno, ciò che questi ama) il bene di un regno è chiamato celeste e il benedell'altro regno è chiamato spirituale. Dunque i due regni sono distinti l'uno dall'altronello stesso modo in cui il bene dell'amore per il Signore è distinto dal bene per l'amore
27 Vi è un'infinita varietà, e in nessun caso vi può essere una cosa uguale ad un'altra (nn. 7236, 9002). Anche nei cieli vi è un'infinita varietà (n. 684, 690, 3744, 5598, 7236). Le varietà nel cielo sono varietà di beni (nn. 3744, 4005, 7236, 7833, 7836, 9002). Ogni società nei cieli e ogni angelo in ciascuna di esse sono così distinti gli uni dagli altri (nn.
690, 3241, 3519, 3804, 3986, 4067, 4149, 4263, 7236, 7833, 7836). Nondimeno, tutte queste varietà sono tutt'uno attraverso l'amore dal Signore (nn. 457, 3986).
28 Il cielo nel suo insieme consta di due regni, il regno celeste ed il regno spirituale (nn. 3887, 4138). Gli angeli del regno celeste ricevono il Divino del Signore nella loro volontà, dunque più
interiormente degli angeli del regno spirituale, che lo ricevono nel loro intelletto (nn. 5113, 6367, 8521,9936, 9995, 10124). 29 I cieli che costituiscono il regno celeste sono chiamati eccelsi, mentre quelli che costruiscono il regno spiritualesono chiamati inferiori (n.10068).30 Le cose interiori sono rappresentate dalle cose eccelse, e le cose eccelse significano le cose interiori (nn.2148, 3084, 4599, 5146, 8325).
del prossimo.31 E poiché il bene dell'amore per il Signore è un bene interiore, equell'amore è un amore interiore, così pure gli angeli celesti sono angeli interiori, e sonodenominati gli angeli più eccelsi.
24. Il regno celeste e anche denominato regno sacerdotale del Signore, e nella Parola lasua dimora; invece il regno spirituale è denominato il regno sovrano , e nella Parola il suotrono. E in virtù del Divino celeste, il Signore nel mondo è stato chiamato Gesù, invece invirtù del Divino spirituale è stato chiamato Cristo.
25. Gli angeli nel regno celeste del Signore, in forza della loro ricezione più intima delDivino del Signore, sovrastano di gran lunga in sapienza e beatitudine gli angeli delregno spirituale; perché essi sono nell'amore per il Signore, e conseguentemente sonopiù in prossimità e più strettamente congiunti a Lui.32 questi angeli sono tali in quantohanno ricevuto e continuano a ricevere la Divina verità immediatamente nella loro vita,e non altrimenti, prima nella memoria e nell'intelletto, come gli angeli spirituali. Quindiessi hanno la Divina verità impressa nei loro cuori, e la percepiscono, per così dire, inloro stessi; né vi può essere in loro alcun dubbio circa l'autenticità della verità chepercepiscono in loro.33 Essi sono tali, così come sono stati descritti in Geremia:
Io metterò la mia legge nelle loro menti, e la scriverò nei loro cuori. Non dovrannopiù istruirsi l'un l'altro, ciascuno al suo compagno e ciascuno al suo fratello, dicendo, ConosciJehovah. Essi mi conosceranno, dal più piccolo al più grande tra loro (Ger. 31:33, 34)
Ed essi sono chiamati in Isaia:
Istruiti da Jehovah (Is. 54:13)
Che gli istruiti da Jehovah siano coloro che sono istruiti dal Signore, egli stesso lo sostienein Giovanni, 6:45, 46.
26. Si è detto che questi angeli hanno la sapienza e la gloria al di sopra degli altri per laragione che essi hanno ricevuto e ricevono le Divine verità direttamente nella loro vita.Perché non appena odono le Divine verità, essi le desiderano e le osservano, piuttostoche custodirle nella loro memoria per poi esaminarle in un secondo tempo, circa la loro
31 Il bene del regno celeste è il bene dell'amore per il Signore, ed il bene del regno spirituale è il benedella carità verso il prossimo (nn. 3691, 6435, 9468, 9680, 9683, 9780).32 Gli angeli celesti sovrastano in sapienza in modo incommensurabile gli angeli spirituali (nn. 2718,9995).
Sul genere della diversità tra angeli celesti e angeli spirituali (nn. 2088, 2669, 2708, 2715, 3235,3240, 4788, 7068, 8521, 9277, 10295).33 Gli angeli celesti non discutono sulle verità della fede, perché le percepiscono in loro stessi; viceversagli angeli spirituali ragionano intorno ad esse, circa la loro autenticità o meno (nn. 202, 337, 597, 607, 784,1121, 1384, 1898, 1919, 3246, 4448, 7680, 7877, 8780, 9277, 10786).
autenticità. Essi sanno immediatamente, in virtù dell'influsso del Signore, se la veritàche hanno udito è autentica; perché il Signore fluisce direttamente nella volontàdell'uomo e in modo mediato, dalla volontà, nel suo intelletto. O, il che è lo stesso, ilSignore fluisce direttamente nel bene, e in modo mediato attraverso il bene nellaverità.34 È chiamato bene ciò che appartiene alla volontà ed all'azione che da lì segue; edè chiamata verità ciò che appartiene alla memoria e al pensiero che di lì segue. Inoltreogni verità si trasforma in bene e si innesta nell'amore non appena entra nella volontà;ma fintanto che la verità resta nella memoria e nel pensiero, non si trasforma nel bene,resta inattiva e l'uomo non si appropria di essa, poiché l'uomo e tale in forza della suavolontà e da lì, del suo intelletto, e non viceversa, del suo intelletto separato dallavolontà.35
27. A causa di questa differenza tra gli angeli del regno celeste e quelli del regnospirituale, essi non sono insieme e non sono in una relazione reciproca tra loro. Essisono in grado di comunicare tra loro solo attraverso società angeliche intermedie, lequali sono chiamate celestispirituali. Attraverso queste il regno celeste fluisce in quellospirituale;36 e da ciò si manifesta che sebbene il cielo sia diviso in due regni, ciònondimeno il cielo è uno. Il Signore provvede affinché attraverso tali angeli intermedisia assicurata la comunicazione e la congiunzione tra i cieli.
28. Dato che, degli angeli di questi due regni si tratterà compiutamente di seguito, iparticolari sono qui omessi.
34 L'influsso del Signore è nel bene, e attraverso il bene nella verità, e non il contrario; dunque nella volontà eattraverso la volontà nell'intelletto, e non il contrario (nn. 5482, 5649, 6027, 8685, 8701, 10153). 35 La volontà dell'uomo è la vera essenza [esse] della sua vita, ed il ricettacolo del bene dell'amore, mentrel'intelletto è ciò che ne deriva [existere], il ricettacolo della verità ed il bene della fede (nn. 3619, 5002,9282).
Dunque l'essenza della volontà è la principale essenza dell'uomo, e l'essenza dell'intelletto,procede di lì (nn. 585, 590, 3619, 7342, 8885, 9282, 10076, 10109, 10110).
Qualunque cosa sia accolta nella volontà viene alla luce, e l'uomo la fa propria (nn. 3161, 9386,9393). L'uomo è uomo in virtù della sua volontà e del suo intelletto che è conseguente alla prima (nn.8911, 9069, 9071, 10076, 10109, 10110). Inoltre chiunque vuole e intende rettamente è amato e stimato daglialtri, mentre chi intende rettamente ma non agisce rettamente è rifiutato e disprezzato (nn. 8911, 10076).
E ancora, l'uomo dopo la morte resta tale quali sono stati nel mondo la sua volontà ed il suointelletto di lì, mentre le cose che appartenevano al suo intelletto, ma non allo stesso tempo alla volontàsvaniscono, perché non sono nell'uomo (n. 9069, 9071, 9282, 9386, 10153).36 Fra i due regni vi è comunicazione ed unione per mezzo delle società angeliche denominate celesti-spirituali (nn.4047, 6435, 8796, 8802).
L'influsso del Signore attraverso il regno celeste, in quello spirituale (nn. 3969, 6366).
5Esistono tre cieli
29. Esistono tre cieli, del tutto distinti l'uno dall'altro, uno intimo o terzo, unointermedio o secondo ed uno esterno o primo. Questi sono in un ordine e in unarelazione di reciprocità rispettivamente con la parte più elevata dell'uomo, ovvero lasua testa, alla sua parte intermedia, o corpo, e alla parte inferiore, o piedi; ovvero anchecon la parte più elevata, intermedia ed inferiore di una casa. Nello stesso ordine è ilDivino che emana e discende dal Signore; di conseguenza il cielo, in conformitàdell'ordine, è tripartito.
30. La veste interiore dell'uomo, che appartiene alla sua mente ed alla sua indole, èdisposta nello stesso ordine. Essa consta di una parte intima, una intermedia ed unaesterna; perché quando l'uomo è stato creato tutte le cose dell'ordine Divino sono stateintrodotte in lui, in modo che egli è diventato un'immagine dell'ordine Divino, e quindiun cielo in miniatura.37 Anche per questa ragione l'uomo, quanto alla sua veste interioreè in comunicazione con i cieli, e lì accede dopo la morte, in compagnia degli angeli, traquelli del cielo più intimo, o tra quelli del cielo intermedio, o tra quelli del cielo esterno,a seconda della sua ricezione del Divino bene e della Divina verità dal Signore, durantela sua vita nel mondo.
31. Il Divino che fluisce dal Signore ed è ricevuto nel terzo o più intimo cielo, èchiamato celeste, quindi gli angeli lì sono denominati celesti; il Divino che fluisce dalSignore nel secondo o intermedio cielo, è chiamato spirituale, e quindi gli angeli lì sonodenominati spirituali; invece il Divino che fluisce dal Signore nel cielo più esterno oprimo cielo, è chiamato naturale; e poiché il naturale di quel cielo non è come il naturaledel mondo, ma ha in sé lo spirituale ed il celeste, quel cielo è chiamato spiritualenaturale e celestenaturale, e quindi gli angeli lì sono denominati spiritualinaturali ecelestinaturali.38 Quelli che ricevono l'influsso dal secondo cielo o cielo intermedio sono
37 Ogni cosa dell'ordine Divino è riprodotta nell'uomo, e dalla creazione l'uomo è un'immaginedell'ordine Divino (nn. 3628, 4219, 4220, 4223, 4523, 4524, 5114, 5168, 6013, 6057, 6605, 6626, 9706, 10156,10472). Nell'uomo, il suo interiore è formato secondo l'immagine del cielo, ed il suo esteriore secondol'immagine del mondo, ed è per questo che l'uomo era chiamato dalle genti più antiche microcosmo (nn.3628, 4523, 5115, 6013, 6057, 9279, 9706, 10156, 10472). Dunque l'uomo in relazione al suo interiore, dallacreazione, è un cielo nella forma minima, conforme all'immagine generale del cielo; ed egli diviene anchetale quando rinasce a nuova vita, ovvero quando è rigenerato dal Signore (nn. 911, 1900, 1928, 3624–3631,3634, 3884, 4041, 4279, 4523, 4524, 4625, 6013, 6057, 9279, 9632).38 Ci sono tre cieli, intimo, intermedio ed esterno, oppure terzo, secondo e primo cielo (nn. 684, 9594,10270). I beni ivi sono in un triplice ordine (nn. 4938, 4939, 9992, 10005, 10017. Il bene del cielo più intimoo terzo cielo, è denominato celeste, il bene del cielo intermedio o secondo cielo è denominato spirituale,
denominati spiritualinaturali; e quelli che ricevono l'influsso dal terzo o più intimocielo sono denominati celestinaturali. Gli angeli spiritualinaturali e celestinaturalisono distinti tra loro; ciò nondimeno formano lo stesso cielo perché sono nello stessogrado.
32. In ogni cielo vi è un interno ed un esterno; quelli più all'interno sono denominatiangeli interni, mentre quelli più all'esterno sono denominati angeli esterni. L'interno el'esterno nei cieli e in ogni cielo è nella stessa relazione in cui si trovano la volontà el'intelletto nell'uomo. L'interno corrisponde alla volontà e l'esterno all'intelletto. Ognicosa della volontà ha il suo reciproco nell'intelletto; l’uno non può esistere senza l'altro.La volontà può essere paragonata ad una fiamma e l'intelletto alla luce che proviene dilì.
33. Diamo per acquisito il fatto che presso gli angeli è la veste interiore a determinarela loro appartenenza all'uno o all'altro cielo; infatti quanto più la loro veste interiore èaperta al Signore, tanto più loro saranno in un cielo più intimo. Vi sono tre gradi diinteriore in ogni angelo e spirito, e anche in ogni uomo. Quelli nei quali il terzo grado èaperto sono nel cielo più intimo; quelli nei quali il secondo grado o solo il primo grado èaperto sono nel cielo intermedio o nel cielo più esterno. L'interiore è aperto dallaricezione del Divino bene e della Divina verità. Quelli che sono influenzati dalle Divineverità, le accolgono immediatamente nella loro vita, quindi nella volontà e di lì,nell'azione, sono nel cielo più intimo o terzo cielo, e hanno il loro posto lì secondo laloro ricezione del bene, dall'affezione della verità. Quelli che non accolgono le veritàdirettamente nella loro vita, ma nella memoria, e di lì nell'intelletto, e attraversol'intelletto desiderano e osservano quelle verità, sono nel cielo intermedio, o secondocielo. E quelli che vivono moralmente e credono in un Divino e che non si curanoparticolarmente della loro istruzione, sono nel cielo più esterno, o primo cielo.39 Daquesto è chiaro che gli stati dell'interiore sono ciò che forma il cielo, e che il cielo èdentro ciascuno e non fuori da esso; come il Signore insegna dicendo:
Il regno di Dio non viene in maniera da attirar gli sguardi; né si dirà: Eccolo qui,o eccolo là; perché ecco, il regno di Dio è dentro di voi» (Luca 17:20, 21).
34. Ogni perfezione incrementa verso l’interiore e decresce verso l’esteriore, perchél'interiore è più vicino al Divino ed in sé è puro, mentre l'esteriore è più lontano dalDivino e più primitivo.40 L'intelligenza, la sapienza, l'amore, tutto ciò che è bene e la
ed il bene del cielo più esterno o primo cielo, è denominato spiritualenaturale (nn. 4279, 4286, 4938, 4939,9992, 10005, 10017, 10068).39 Ci sono tanti gradi nella vita dell'uomo quanti ce ne sono nei cieli, e questi sono aperti dopo la morte inconformità della sua vita (nn. 3747, 9594). Il cielo è nell'uomo (n. 3884). Perciò colui che ha ricevuto il cieloin sé, nel mondo, giunge al cielo dopo la morte (n. 10717).40 L'interiore è più perfezionato perché prossimo al Divino (nn. 3405, 5146, 5147).Nell'interiore vi sono
conseguente felicità, sono ciò che costituisce la perfezione angelica; ma non vi puòessere tale felicità escludendo le prime, perché questa sarebbe una mera felicità esteriorepiuttosto che interiore. Siccome negli angeli del cielo più intimo, l'interiore è aperto nelterzo grado, la loro perfezione supera incommensurabilmente la perfezione degli angelidel cielo intermedio, il cui interiore è aperto nel secondo grado. E nella stessa misura, laperfezione di questi angeli eccede quella degli angeli del cielo più esterno.
35. A causa di questa distinzione, un angelo del primo cielo non può essere tra gliangeli di un altro cielo, cioè nessuno può ascendere da un cielo inferiore ad unosuperiore, e neppure si può discendere da un cielo superiore ad un cielo inferiore. Se unangelo ascende ad un cielo superiore è tormentato dal dolore e dall'angoscia, ed èincapace di vedere gli angeli di quel cielo, e neppure è in grado di parlare con loro; sepoi un angelo discende da un cielo superiore ad uno inferiore, è privato della suasapienza, balbetta nel parlare, ed è in preda alla disperazione. Ci sono stati alcuni angelidel cielo più esterno i quali non erano ancora stati istruiti del fatto che l'interiore di unangelo forma il cielo, i quali credevano che per accedere alla beatitudine celeste piùeccelsa non dovessero far altro che raggiungere l'accesso al cielo ove si trovano gliangeli più eccelsi. A questi è stato permesso di introdursi tra gli angeli del terzo cielo,ma quando sono giunti lì, non erano in grado di vederne alcuno, nonostante le lororicerche, eppure vi era una moltitudine di tali angeli ivi presenti; siccome l'interiore deinuovi venuti non era aperto nello stesso grado degli angeli di lì, così pure la loro vistanon era aperta. Immediatamente sono stati colpiti da dolori al cuore tali che non eranoin grado di capire se fossero ancora vivi. Perciò sono tornati prontamente al cielo cuiappartenevano, lieti di essere tornati tra i loro simili, promettendo a loro stessi che nonavrebbero mai più desiderato raggiungere cose talmente elevate che non sonocompatibili con la loro vita. Ancora, ho visto altri abbandonarsi da un cielo più elevatoin uno inferiore; e questi erano privati della loro sapienza a tal punto da non conoscerepiù quale fosse il loro cielo. Avviene altrimenti quando, come spesso capita, gli angelisono elevati dal Signore da un cielo inferiore a un cielo superiore, in modo che possanocontemplare la sua gloria; perché in questa circostanza essi sono preparati in anticipo esono attorniati da angeli intermedi, attraverso i quali essi possono comunicare con gliangeli di cieli diversi. Da tutto ciò emerge in evidenza che i tre cieli sono completamentedistinti l'uno dall'altro.
36. Quelli che appartengono allo stesso cielo possono essere in relazione conqualunque altro angelo di lì; ma il piacere della relazione è commisurato all'affinità delbene in cui essi accedono; di ciò sarà fatto un approfondimento nei prossimi capitoli.
migliaia e migliaia di cose che esteriormente appaiono indistintamente come una sola cosa (n. 5707).Nella misura in cui l'uomo è elevato dall'esteriore nell'interiore, egli è ammesso nella luce e quindinell'intelligenza; tale elevazione è come l'innalzamento al di sopra di una nube nella luce del giorno (nn.4598, 6183, 6313).
37. Sebbene i cieli siano separati in modo che un angelo di un cielo non può essere incompagnia di un angelo di un altro cielo, nondimeno il Signore congiunge tutti i cieliinsieme attraverso l'influsso diretto e mediato, diretto da se stesso in tutti i cieli, emediato, da un cielo nell'altro.41 Egli quindi rende i tre cieli, uno, ed ogni cosa nellamedesima relazione, dalla prima all'ultima, in modo che risulti impossibile la presenzadi cose che non siano congiunte. Qualsiasi cosa che non sia congiunta, attraverso gliintermedi, al Principio, non sopravvive, viene dissipata e non ne resta nulla.42
38. Solo chi conosce in che modo i gradi sono collegati all'ordine Divino puòcomprendere come i cieli sono distinti, e può perfino percepire la differenza tra uomoesteriore e uomo interiore. La maggior parte degli uomini nel mondo non ha alcunaidea di cosa sia l'uomo esteriore e l'uomo interiore, o di cosa sia il superiore e l'inferiore,né di ciò che è continuo o coerente per continuità, da uno stato più grossolano ad unostato più puro. E ancora, che le relazioni tra ciò che è interiore e ciò che è esteriore sonodiscrete e non continue. I gradi sono di due tipi, continui e discreti. I primi sonocomparabili ai gradi decrescenti della luce dalla luminosità abbagliante all'oscurità, ocome i gradi in cui diminuisce la visione degli oggetti nella luce e nell'ombra, ovverocome i gradi di purezza dell'atmosfera, dalla base alla cima. Questi gradi sono espressiin termini di distanza.
[2] I gradi discreti si manifestano come l'anteriore e il posteriore, quindi come la causae l'effetto, ovvero come ciò che produce e ciò che è prodotto. Chiunque osservi lamateria vedrà che in tutte le cose del mondo intero, di qualunque genere esse siano, visono tali gradi di produzione e composizione, cioè da un oggetto un secondo, e daquesto un terzo, e così via.
[3] Fintanto che non sia acquisita la percezione di questi gradi non è possibilecomprendere le differenze tra i cieli, né le differenze tra l'uomo interiore e l'uomoesteriore, né tra mondo spirituale e mondo naturale, e neppure tra lo spirito dell'uomoed il suo corpo. E ancora, non può essere compresa la natura e l'origine dellecorrispondenze e delle rappresentazioni, o la natura dell'influsso. L'uomo che si affidaunicamente ai suoi sensi corporei non può percepire queste differenze, in quantoconcepisce ciò che è spirituale, come qualcosa di assimilabile al naturale, seppure più
41 Influsso dal Signore è diretto, da se stesso, ed anche mediato da un cielo in un altro, ed allo stesso modonell'interiore dell'uomo (nn. 6063, 6307, 6472, 9682, 9683). Influsso diretto del Divino dal Signore (nn. 6058,6474– 478, 8717, 8728). Influsso mediato attraverso il mondo spirituale nel mondo naturale (nn. 4067,6982, 6985, 6996). 42 Ogni cosa scaturisce da cose antecedenti alle prime, quindi da un Principio, e nello stesso modosussiste, perché la sussistenza è l'incessante prosecuzione dell'esistenza; quindi nulla che non sia inquesta relazione può venire ad esistenza (nn. 3626–3628, 3648, 4523, 4524, 6040, 6056).
perfezionato, quindi resta fuori ed è massicciamente distante dall'intelligenzaautentica.43
39. Ora è consentito svelare un certo segreto degli angeli dei tre cieli, che finora èrimasto sconosciuto, in quanto la nozione dei gradi non era stata compresa. In ogniangelo e in ogni uomo, vi è un grado più intimo o eccelso, nel quale il Divino delSignore fluisce principalmente, e da cui dispone le altre regioni interiori in lui, cheseguono in conformità dei gradi dell'ordine. Questa regione più intima, o eccelsa, puòessere definita la porta di accesso del Signore presso l'angelo o l'uomo, ed il suoautentico luogo di dimora in lui. È in virtù di questa regione intima o eccelsa, chel'uomo è uomo, e in quanto tale è distinto dalle bestie, che dunque ne sono sprovviste.L'uomo, a differenza degli animali, è in grado, con riferimento alla sue regioni interiori,che attengono al suo spirito e alla sua disposizione, di essere elevato dal Signore, dicredere nel Signore, di agire in conformità dell'amore per il Signore, e quindi di vederlo,e di ricevere l'intelligenza e la sapienza, e di parlare secondo ragione. È anche in virtù diquesto che l'uomo vive per l'eternità. Ma in che modo questo influsso sia disposto eprovveduto dal Signore nell'intimo dello spirito, non è materia che possa esserecontemplata nella percezione degli angeli, perché è al di sopra del loro intelletto etrascende la loro sapienza.
40. Queste sono le verità generali in merito ai tre cieli; di seguito ogni cielo sarà trattatonel particolare.
6
I cieli sono composti da innumerevoli società
41. Gli angeli in ogni cielo non sono tutti insieme in un luogo, ma sono distinti insocietà grandi e piccole, secondo la diversità del bene dell’amore e della fede in cuisono. Tutti quelli che sono nello stesso bene compongono una società. I beni nel cielosono di varietà infinita, e ogni angelo è, per così dire, tale come il bene suo proprio.44
43 Le cose interiori ed esteriori sono discrete e distinte secondo il grado, ed ogni grado ha i suoi confini(nn. 3691, 5114, 5145, 8603, 10099). Una cosa è costituita da un'altra, e le cose così costituite non sonoperfette o grossolane in modo continuo (nn. 6326, 6465). Finché non è nota la differenza tra ciò che èinteriore e ciò che è esteriore, non può essere compresa né la differenza tra uomo interiore e uomoesteriore e neppure la differenza tra cielo intimo e cielo esterno (n. 5146, 6465, 10099, 10181).44 Vi è un'infinita varietà, e mai una cosa è uguale ad un'altra (nn. 7236, 9002). Nei cieli vi è un'infinita varietà(nn. 684, 690, 3744, 5598, 7236). Le varietà nei cieli, le quali sono infinite, sono varietà del bene (nn. 3744,4005, 7236, 7833, 7836, 9002). Tali varietà esistono attraverso le verità che sono molteplici, di lì deriva ilbene di ciascuno (nn. 3470, 3804, 4149, 6917, 7236). È in virtù di questo che ogni società nel cielo, e tutti gliangeli in ogni società sono distinti gli uni dagli altri (nn. 690, 3241, 3519, 3804, 3986, 4067, 4149, 4263, 7236,
42. Inoltre le distanze tra le società angeliche nei cieli sono commisurate alla diversitàdei beni che le caratterizzano in generale ed in particolare. Perché nel mondo spiritualela sola causa delle distanze è la differenza nello stato interiore; quindi nei cieli ladifferenza nello stato dell'amore concerne quelli che sono completamente diversi ecome tali sono a distanze siderali, e quelli che differiscono poco sono tra loro a brevedistanza, tale che possono essere considerati affini tra loro, e per questa ragionepossono ritrovarsi insieme.45
43. Tutti coloro che appartengono alla stessa società sono organizzati con regolecomuni tra loro; i più perfetti, cioè quelli che eccellono nel bene, nell’amore, nellasapienza e nell’intelligenza, sono al centro; i meno autorevoli sono ad una distanzacommisurata alla diminuzione della perfezione. La disposizione è analoga a quantoaccade con la luce che decresce dal centro alla periferia, essendo coloro che sono nelcentro nella luce maggiore, e quelli che sono nella periferia in una luce via viadecrescente.
44. Coloro che sono simili tra loro sono condotti spontaneamente verso i loro simili;presso questi essi si sentono come se fossero a casa, mentre insieme ad altri sisentirebbero forestieri e all'estero; inoltre con i propri simili si sentono in libertà equindi nel piacere della vita.
45. Questo spiega perché nel cielo tutti sono affiliati in base al bene, e sono distintisecondo la qualità del proprio bene. Ciò nondimeno, non sono gli angeli a determinarel'affiliazione, ma è il Signore, che è la sorgente di tutto il bene. Il Signore li conduce, licongiunge o li separa, e li mantiene nella libertà commisurata al loro bene. Egli dunque,mantiene ciascuno nella vita del proprio amore, della sua fede, della sua intelligenza,sapienza e conseguente felicità.46
46. Tutti coloro che sono in un bene simile, seppure non si siano mai visti prima, siconoscono reciprocamente, come gli uomini nel mondo conoscono i loro congiunti,parenti e amici; infatti nell'altra vita non vi è altra parentela e amicizia se non quellaspirituale, cioè quella che scaturisce da una fede e da un amore affini.47 Questo mi è
7833, 7836). Nondimeno essi sono tutt'uno per mezzo dell'amore del Signore (n. 457, 3986).45 Ogni società nel cielo ha una posizione perenne conforme allo stato della sua vita, dunque secondo ledifferenze nella verità e nella fede (nn. 1274, 3638, 3639). Cose mirabili nell'altra vita, riguardo alladistanza, allo scenario, ai luoghi, allo spazio ed al tempo (nn. 12731277).46 Ogni libertà appartiene all'amore ed all'affezione, dato che ciò che l'uomo ama, lo mette in attoliberamente (nn. 2870, 3158, 8987, 8990, 9585, 9591). Poiché la libertà appartiene all'amore, la vita ed ilpiacere di ciascuno discendono di lì (n. 2873). Nulla appare come proprio, se non ciò che discende dallalibertà (n. 2880) L’autentica libertà è lasciarsi guidare dal Signore, perché allora ciascuno è condottodall’amore del bene e della verità (nn. 892, 905, 2872, 2886, 2890–2892, 9096,9586–9591).47 Ogni prossimità, parentela, relazione e per così dire, legame di sangue, nel cielo deriva dal bene, e
stato consentito di vedere talvolta, in spirito, separato dal corpo e in società con gliangeli. Lì ho visto alcuni che mi sembrava di conoscere dall'infanzia, e altri che nonconoscevo affatto. I primi erano in uno stato spirituale affine al mio; mentre gli altrierano in uno stato differente.
47. Tutti coloro che appartengono alla stessa società angelica hanno i lineamenti similiin generale, e si distinguono nei segni particolari. In che modo queste somiglianzegenerali siano correlate alle differenze nei particolari, si può comprendere in qualchemisura facendo raffronti con cose analoghe nel mondo. È noto che ogni etnia presentauna certa somiglianza nel volto e negli occhi, e questo è ancora più evidente tra imembri della stessa famiglia. Nei cieli parimenti, le affezioni interiori appaiono erisplendono dal volto, perché il volto è la forma esteriore e rappresentativa di quelleaffezioni. Nessuno lì può avere altro volto se non quello corrispondente all'affezionesua propria. La somiglianza in generale tra membri della stessa società, si articola poinella varietà dei segni particolari dei medesimi. Il volto di un angelo, nella somiglianzagenerale di una data società, mi è apparso, ed aveva lineamenti mutevoli e conformi albene ed alla verità di tutti coloro che appartenevano a quella stessa società. Si sonosucceduti diversi mutamenti, pur mantenendo il volto una matrice comune, da cui, inqualche misura derivavano tutti i mutamenti. Quindi attraverso questo volto sono statemanifestate nelle loro sfumature, le affezioni dell’intera società, da cui il volto subivadelle variazioni. Perché come è stato detto più sopra, i volti degli angeli sono le formedel loro interiore, e quindi delle affezioni che appartengono al loro amore e alla lorofede.
48. Da ciò segue che un angelo che eccelle in sapienza istantaneamente scorge laqualità di un altro dal suo volto. Nel cielo nessuno può nascondere il suo interiore,attraverso la propria espressione, né fingere, raggirare o ingannare con artifici oipocrisia. Vi sono ipocriti esperti nell’arte di camuffare il loro interiore e di ostentare illoro esteriore in una forma del bene in cui sono coloro che appartengono ad una societàangelica, mostrandosi quindi come angeli della luce; e questi talvolta, si introducono inuna società, ma non possono restarvi a lungo perché cominciano ad essere afflitti daldolore e dal tormento, diventano lividi nel volto ed esanimi. Queste sofferenzescaturiscono dalla contrapposizione della vita che fluisce in loro. Perciò si precipitanovelocemente nell’inferno cui appartengono, e non desiderano più ascendere al cielo.Questi sono tali come l’uomo invitato tra gli ospiti del ricevimento, il quale non eravestito con abiti nuziali, e che come tale fu cacciato fuori nell’oscurità (Matteo 22:11 ess.)
49. Tutte le società nel cielo, sono reciprocamente in comunicazione, seppure non
dalle sue affinità e diversità (nn. 685, 917, 1394, 2739, 3612, 3815, 4121).
attraverso forme dirette di conversazione; perché solo in pochi migrano dalla propriasocietà in un’altra, e perché lasciare la propria società è abbandonare se stessi e lapropria vita per passare in una meno congeniale. Nondimeno, le società comunicanoattraverso un’estensione della sfera che emana dalla vita di ciascuna di esse. Questasfera della vita è la sfera delle affezioni dell’amore e della fede, e si estende in ampiezzaverso le società circostanti, e si estende anche a grande distanza nella misura in cui leaffezioni sono più interiori e perfette.48 Nella stessa proporzione gli angeli sono dotati diintelligenza e sapienza. Le società che sono nel cielo più intimo e nel cielo intermedioestendono le rispettive sfere in tutti i cieli, dunque vi è una condivisione di tutto il cielopresso ogni singola società, e la condivisione della singola società presso l’intero cielo.49
Ma di questa estensione si tratterà più compiutamente, di seguito, ove si tratterà dellaforma del cielo in armonia con la disposizione delle società angeliche, nonché dellasapienza e dell’intelligenza degli angeli; perché da quella forma derivano tutte leestensioni, le affezioni ed i pensieri.
50. È stato detto più sopra che nei cielo vi sono società grandi e piccole. Quelle grandiconstano di miriadi di angeli, quelle piccole di qualche migliaio e le più piccole diqualche centinaio. Vi sono anche alcuni nel cielo che dimorano separatamente inabitazioni singole. Sebbene questi vivano così individualmente, sono disposti in unordine coerente con quelli che vivono nelle società, i più savi nel mezzo, e i più semplicinella periferia. Questi sono intimamente sotto i Divini auspici del Signore e sono i piùautorevoli tra gli angeli.
48 Una sfera spirituale, che è la sfera della vita, emana da ogni uomo, spirito e angelo e li circonda (nn. 4464, 5179,7454, 8630). Essa fluisce dall'essenza della loro affezione e del loro pensiero (nn. 2489, 4464, 6206).Queste sfere si estendono tra le società angeliche secondo la qualità e l'intensità del loro bene (nn. 6598–6612, 8063, 8794, 8797). 49 Nei cieli la condivisione di tutti i beni è resa possibile per il fatto che l'amore celeste è tale checondivide con l'altro tutto ciò che è suo proprio (nn. 549, 550, 1390, 1391, 1399, 10130, 10723).
7Ogni società è un cielo in una forma minore,
e ogni angelo lo è nella forma minima
51. Ogni società è un cielo in una forma minore, e ogni angelo lo è nella formaminima, perché è il bene dell’amore e della fede che forma il cielo, e questo bene è inogni società del cielo e in ogni angelo appartenente ad una società. È chiaro che questobene differisce e varia ovunque, e tuttavia è pur sempre il bene del cielo; e le differenzeriguardano le differenti qualità del bene. Dunque quando taluno è elevato in qualchesocietà del cielo, si dice che viene assunto in cielo; e di coloro che sono lì, si dice chesono nel cielo, ciascuno nel cielo suo proprio. Questo è noto a tutti nell’altra vita; diconseguenza coloro che sono fuori dal cielo, ovvero sotto il cielo, quando in lontananzavedono le società degli angeli, dicono che il cielo è in questo o in quel luogo. Volendofare un paragone, è come per i funzionari civili e militari, ed il personale di servizio inun palazzo o in un castello, i quali, sebbene ciascuno dimori nel proprio appartamento,nondimeno sono tutti nello stesso palazzo o castello, ciascuno nel proprio rango e nelproprio ufficio. Questo rende manifesto il significato delle parole del Signore,
Nella casa del Padre ci sono molte dimore (Giovanni 14:2)
e cosa si intende per dimore celesti e per cieli dei cieli, nei profeti.
52. Che ogni società sia un cielo in una forma minore, lo si può comprendere anche daquesto, che ogni società ha una forma celeste, nello stesso modo del cielo intero. In tuttii cieli, coloro che sono più eminenti sono nel mezzo, e quelli meno autorevoli si trovanointorno ai primi in ordine decrescente, fino ai margini (come è stato già riferito nelcapitolo precedente, n. 43). Si può comprendere da ciò anche che il Signore indirizzatutti, in tutto il cielo, come se fossero un unico angelo; è lo stesso vale per tutti in ognisocietà; e per questa ragione un'intera società angelica talvolta appare in forma angelicacome un singolo angelo, cosa che il Signore mi ha permesso di vedere. Inoltre quando ilSignore appare nel mezzo degli angeli, egli non appare come uno circondato da molti,ma come uno in forma angelica. Questo perché il Signore è chiamato Angelo nella Parolae perché un intera società e denominata Michele, Gabriele e Raffaele; non sono altro chesocietà angeliche così nominate in virtù della loro precipua funzione.50
50 Nella Parola il Signore è chiamato Angelo (nn. 6280, 6831, 8192, 9303). Un'intera società angelica èchiamata angelo; e Michele e Raffaele sono società angeliche, così denominate in virtù delle lorospecifiche funzioni (n. 8192). Le società del cielo e gli angeli non hanno nomi, ma sono distinte secondo il
53. Nello stesso modo in cui una società è un cielo in una forma minore, così l'uomo èun cielo nella forma minima. Perché il cielo non è al di fuori dell'angelo, mainteriormente ad esso, dato che le cose interiori che appartengono al suo spirito, sonodisposte secondo la forma del cielo, al fine della ricezione di tutte le cose del cielo chesono al di fuori di lui. Queste egli le riceve secondo la qualità del bene che è in lui dalSignore. È in virtù di ciò che un angelo è un cielo.
54. In alcun modo può essere sostenuto che il cielo sia al di fuori di qualcuno; esso èsempre dentro qualcuno. Perché è in conformità del cielo che è dentro di sé che ogniangelo riceve il cielo che è fuori di lui. Ciò rende esplicito in quale enorme errore sonocoloro i quali credono che entrare nel cielo significhi semplicemente essere elevati tra gliangeli, senza alcuna considerazione circa la qualità dell’intimo di ciascuno, e quindi cheil cielo sia accessibile a chiunque per misericordia, a nulla rilevando la condotta e leopere dell'uomo;51 infatti se nulla del cielo è dentro ciascuno, assolutamente nulla delcielo che è all’esterno può fluire all’interno ed essere ricevuto. Questa idea è invalsa tragli spiriti. A causa di questa persuasione, essi sono effettivamente elevati nel cielo; maquando giungono lì, siccome la loro vita interiormente è contrapposta alla vita angelica,le loro facoltà intellettuali si degradano, finché diventano folli e sono tormentati nelleloro facoltà, fino a diventare dementi. In altre parole se coloro che hanno vissuto inmodo malvagio giungono al cielo, respirano affannosamente, rantolano e si contorcono,come pesci fuori dall’acqua o come animali in un ambiente a cui sia stata sottratta l’aria.Da ciò si può comprendere che il cielo non è fuori dall’uomo ma dentro di lui.52
55. Poiché ciascuno riceve il cielo che è fuori di sé in misura corrispondente al cieloche è dentro di sé, allo stesso modo ciascuno riceve il Signore, perché è il Divino delSignore che forma il cielo. È per questa ragione che quando il Signore è presente in unasocietà, si manifesta in armonia con la peculiare qualità del bene di quella società,dunque si manifesta in modo differente, in una società rispetto ad un’altra. Talediversità non è nel Signore; sono gli angeli che si rivolgono a lui, attraverso il bene loroproprio, dunque in corrispondenza di quel bene. Ed essi sono influenzati dalla suamanifestazione in modo conforme alla qualità del loro amore; quelli che lo amano piùprofondamente, sono influenzati più intimamente, e quelli che lo amano menoprofondamente sono influenzati in misura inferiore. Mentre i malvagi che sono esclusi
loro bene e attraverso l'idea ad esso corrispondente (nn. 1705, 1754).51 Il cielo non è concesso per misericordia a prescindere dalle opere, ma in conformità della vita che si ècondotta; ciò nondimeno, ogni cosa della vita per mezzo della quale l'uomo è condotto al cielo dalSignore, appartiene alla misericordia; questo deve essere inteso per misericordia (nn. 5057, 10659). Se ilcielo fosse concesso puramente per misericordia, a prescindere dalle opere, sarebbe concesso a chiunque,indistintamente (n.2401). Circa alcuni spiriti cacciati dal cielo, i quali avevano creduto che il cielo fosseconcesso a chiunque (n. 4226 ).52 Il cielo è nell'uomo (n. 3884).
dal cielo, sono tormentati dalla sua presenza. Quando il Signore si manifesta in unasocietà, ha le sembianze di un angelo, ma si distingue dagli altri angeli in virtù delDivino che risplende attraverso la sua persona.
56. Il cielo è dove il Signore è riconosciuto, e dove è il destinatario della fede edell’amore. La varietà del culto verso il Signore, in ragione della varietà del benecaratteristico di ogni società, non è dannosa, anzi è di giovamento perché la perfezionedel cielo discende da questa varietà. Questo difficilmente può essere compreso se non siattinge ad una terminologia comune nel mondo erudito, e se non si mostra con questomezzo che ciò che è perfetto è composto necessariamente dalla varietà. Ogni cosa esistein quanto composta di varie parti, dato che un insieme privato delle sue parti equivaleal nulla, non ha forma, dunque non ha qualità. Quando un insieme esiste attraversovarie parti, disposte in una forma tale che l’una è collegata all’altra, come compagniaffiatati, in serie, allora la qualità è perfetta. Così pure il cielo è un insieme di partidisposte nella forma più eccelsa, perché la forma celeste è la più perfetta di tutte leforme. Che questo è il fondamento di tutta la perfezione è evidente dall’origine di tuttala bellezza, dell’amabilità, della delizia, da cui i sensi e lo spirito sono influenzati;perché queste qualità non scaturiscono da alcun altra fonte se non dal concerto edall’armonia di molte parti concordi, congeniali e disposte secondo l’ordine, e non daun insieme privo di una molteplicità di parti. Da ciò deriva il detto secondo cui dallavarietà deriva il piacere; e la natura della varietà, come è noto, determina il piacere. Datutto ciò si può scorgere come in uno specchio che la perfezione discende dalla varietà,anche nel cielo. Perché dalle cose esistenti nel mondo naturale, le cose appartenenti almondo spirituale si possono vedere esattamente come in uno specchio.53
57. Ciò che è stato detto sul cielo, vale anche per la chiesa, perché la chiesa è il cielo delSignore sulla terra. Vi sono una molteplicità di chiese, e nella misura in cui il benedell’amore e la fede regnano in esse, queste sono chiese autentiche. Anche qui, ilSignore da molte parti compone un’unità, cioè un’unica chiesa da una varietà dichiese.54 E lo stesso può dirsi dell’uomo di chiesa, nel particolare, come è detto per lachiesa in generale, vale a dire che la chiesa è dentro l’uomo e non fuori di esso; e cheogni uomo è una chiesa nella quale il Signore è presente nel bene dell’amore e dellafede.55 Ancora lo stesso può dirsi di un uomo che ha la chiesa in lui, così come un angeloha il cielo in lui, vale a dire che egli è una chiesa nella forma minima, così come unangelo è un cielo nella forma minima; ed inoltre un uomo che ha la chiesa in lui, al pari
53 Ogni insieme deriva dall’armonia e dalla cooperazione di molte parti. Altrimenti sarebbe privo diqualità (n. 457). L'intero cielo è un insieme (n. 457). Per la ragione che lì tutti hanno a cuore un solo fine,che è il Signore (n. 9828).54 Se il bene fosse caratterizzante ed essenziale nella chiesa, anziché la verità separata dal bene, la chiesasarebbe una (nn. 1285, 1316, 2982, 3267, 3445, 3451, 3452).55 La chiesa è nell'uomo, e non fuori di esso, e la chiesa in generale è costituita da uomini che hanno lachiesa in loro (nn. 3884, 6637).
di un angelo, è un cielo. Perché l’uomo è stato creato con la capacità di essere elevatonel cielo e di divenire un angelo; conseguentemente colui che ha in sé il bene dalSignore è un uomoangelo.56 Si può ora fare un cenno a ciò che l’uomo ha in comunecon gli angeli e a ciò in cui gli stessi si differenziano. Gli uomini, al pari degli angeli,sono dotati di un intimo conforme all’immagine del cielo, e sono altresì dotati dellafacoltà di divenire un’immagine del cielo nella misura in cui sono nel bene dell’amore enella fede. Invece gli uomini a differenza degli angeli, sono dotati di un immagineesteriore conforme all’immagine del mondo; e nella misura in cui sono nel bene, ilmondo in loro è subordinato al cielo e disposto in modo tale da servire il cielo;57 e allorail Signore è presente in loro, sia nel mondo, sia nel cielo, esattamente come se essifossero nel loro cielo, poiché il Signore è nel suo Divino ordine in entrambi i mondi,dato che Dio è l’ordine.58
58. Infine deve essere detto che coloro che hanno il cielo in sé, lo hanno non solo conriguardo alle cose più generali pertinenti ad esso, ma anche riguardo ad ogni minimoparticolare di esso, dato che le cose più infinitesimali replicano nella loro immaginequelle più grandi. Ciò discende dal fatto che ciascuno è il suo proprio amore, dunque ètale come il proprio amore dominante. E tale amore regna e governa in tutte le partiinducendo ovunque una somiglianza di sé.59 Nei cieli l’amore regnante è l’amore per ilSignore, perché ivi il Signore è amato sopra ogni cosa. Perciò il Signore è il Tutto in ognicosa, e procede in ogni cosa disponendola e rivestendola di un’immagine di sé, erendendola un cielo, ovunque essa si trovi. Questo è ciò che fa di un angelo un cielonella forma minima, di una società una forma celeste più grande e di tutte le società laforma più estesa del cielo. Che il Divino del Signore è ciò che forma il cielo, e che èTutto in ogni cosa, lo si può vedere più sopra (nn. 712).
56 Un uomo che ha la chiesa in sé è un cielo nella forma minima ad immagine del cielo più vasto, perchéil suo intimo che appartiene alla sua mente è secondo la forma del cielo, e quindi capace di ricevere ognicosa del cielo (nn. 911, 1900, 1928, 3624–3631, 3634, 3884, 4041, 4279, 4523, 4524, 4625, 6013, 6057, 9279,9632).57 L'uomo è dotato di un interno e di un esterno; il suo interno è formato dalla creazione, ad immaginedel cielo, ed il suo esterno ad immagine del mondo; e per questa ragione l'uomo era chiamato dalle gentipiù antiche microcosmo (nn. 3628, 4523, 4524, 5115, 5368, 6013, 6057, 9279, 9706, 10156, 10472). Perciòl'uomo è stato creato per avere il mondo in sé per servire il cielo, il che ha luogo presso il bene. Ma è ilcontrario presso il male, in cui è il cielo a servire il mondo (nn. 9278, 9283).58 Il Signore è l'ordine, dato che il Divino bene e la Divina verità che procedono dal Signore rendonol'ordine (nn. 1728, 1919, 2011, 2258, 5110, 5703, 8988, 10336, 10619). Le Divine verità sono le leggidell'ordine (nn. 2447, 7995). Nella misura in cui l'uomo vive secondo l'ordine, cioè, nella misura in cuivive nel bene, in armonia con le Divine verità, egli è un uomo, e la chiesa ed il cielo sono in lui (nn. 4839,6605, 8513, 8547).59 L'amore regnante o dominante in ognuno, è in ogni cosa ed in tutte le cose della sua vita, dunque inogni cosa ed in tutte le cose del suo pensiero e della sua volontà (nn. 6159, 7648, 8067, 8853). L'uomo è talequale è la qualità dominante della sua vita (nn. 987, 1040, 1568, 3570, 6571, 6935, 6938, 8853–8858, 10076,10109, 10110, 10284). Quando regnano l'amore e la fede esse sono in ogni particolare della vita dell'uomo,sebbene egli non lo sappia (nn. 8854, 8864, 8865).
8Il cielo nel suo insieme ha la forma
di un singolo uomo
59. Che il cielo nel suo insieme appaia come un singolo uomo è un arcano ad oggisconosciuto nel mondo, ma pienamente riconosciuto nei cieli. Conoscere questo e lecose specifiche e peculiari a ciò correlate costituisce il fondamento dell’intelligenza degliangeli, da cui molte cose dipendono, e senza di ciò, trattandosi di principi generali,queste non entrerebbero distintamente e chiaramente nelle idee del loro pensiero.Essendo noto che tutti i cieli con le rispettive società appaiono come un singolo uomo, ilcielo stesso è denominato il grandissimo uomo o il Divino uomo,60 Divino perché è ilDivino del Signore che forma il cielo (si veda sopra nn. 712).
60. Che in una tale forma e immagine siano disposte le cose celesti e spirituali non puòessere compreso da quelli che non hanno un'idea adeguata delle cose spirituali e celesti.Questi sostengono che l’uomo sia composto unicamente di materia, così come apparenella sua veste esteriore. Ma è bene che essi sappiano che non è in forza di ciò chel’uomo è uomo, ma dalla capacità di comprendere e di volere ciò che è bene. Questointelletto e questa volontà sono le cose celesti e spirituali che formano l’uomo. Inoltre ènoto che le qualità di ciascuno sono determinate dall’intelletto e dalla volontà; e si puòanche comprendere che il suo corpo mondano è al servizio della volontà e dell’intellettonel mondo, per realizzare efficacemente i loro usi nella sfera esteriore della natura. Perquesta ragione il corpo da se stesso non può nulla, ma mette in atto i comandidell’intelletto e della volontà cui è sottomesso, perché ogni cosa l’uomo pensi e dica, edogni cosa egli desideri e faccia con il corpo e con gli arti, gli enti che agisconoeffettivamente sono l’intelletto e la volontà. Dunque è evidente che le cose cheappartengono all’intelletto ed alla volontà sono ciò che forma l’uomo; e poiché questiagiscono fin nei minimi particolari del corpo, questi stessi debbono essere in una formaanaloga; in riferimento a ciò, l’uomo è denominato spirituale o interiore. Il cielo è untale uomo nella sua forma più vasta e più eccelsa.
61. Essendo questa l’idea angelica dell’uomo, gli angeli non tengono in alcunaconsiderazione ciò che l’uomo fa attraverso il corpo, ma unicamente la volontà in forzadella quale il corpo agisce. Questa essi considerano l’uomo stesso; e l’intelletto è altresì
60 Il cielo nel suo insieme appare nella forma umana, e per questa ragione è chiamato il grandissimo uomo(nn. 2996, 2998, 3624–3649, 3741–3745, 4625).
considerato l’uomo stesso nella misura in cui agisce unanimemente con la volontà.61
62. Naturalmente agli angeli non è visibile il cielo intero nella forma di un singolouomo, perché ciò non può rientrare nella percezione della loro vista; tuttavia le societàpiù distanti, composte di molte migliaia di angeli, talvolta sono visibili agli angeli nellaforma di un singolo uomo; e da una società, considerata alla stregua di una parte, essideducono coerentemente che tale assunto vale anche in generale, per il cielo. Perché inuna forma più perfetta, il generale imita le sue parti, e le parti sono simili al loroinsieme, stante la mera diversità in termini di maggiore o minore ampiezza; diconseguenza gli angeli sostengono che poiché il Divino vede tutte le cose nella lorointeriorità ed eminenza, così pure al cospetto del Signore, il cielo nel suo insieme devenecessariamente manifestarsi in una forma umana.
63. Essendo tale il cielo, esso è governato dal Signore come un singolo uomo, quindicome uno. Perché l’uomo, come è noto, consiste di una molteplice varietà di parti nonsolo nel complesso, ma in ogni sua parte in quanto insieme di membra, organi e visceri;e in ogni parte, fibre, nervi e vasi sanguigni, e quindi membra all’interno di membra eparti all’interno di parti – nondimeno, quando egli agisce, agisce come un singolouomo. Allo stesso modo è il cielo, sotto l’egida e la direzione del Signore.
64. Molte cose nell’uomo agiscono unitariamente, perché non c’è la benché minimacosa in esso che, nella sua peculiare funzione, non faccia qualcosa a beneficiodell’insieme. L’insieme assolve ad una funzione per le sue parti, e queste ultime perl’insieme, perché l’insieme si compone di parti e le parti costituiscono l’insieme; perciòesse provvedono reciprocamente e sono collegate in modo che ogni cosa è in relazionecon l’insieme e con il suo bene; in questo senso esse agiscono come uno.
[2] Nel cielo vi sono simili associazioni, le quali sono congiunte secondo gli usi, in unaforma simile; e di conseguenza, quelli che non adempiono agli usi per il bene comune,sono esclusi dal cielo, come qualcosa di estraneo ad esso. Adempiere agli usi significavolere il bene degli altri per il bene comune, mentre adempiere agli usi per il bene di sénon è adempiere agli usi. In quest’ultima circostanza domina l’amore di sé, nella primaè l’amore Divino a regnare. Quindi quelli che sono nel cielo agiscono come uno eagiscono da Dio e non da se stessi, perché guardano a lui come l’Uno, sorgente di tuttele cose, e considerano il suo regno, l’insieme il cui bene deve essere perseguito. Questo èciò che s’intende con le parole del Signore,
61 La volontà dell'uomo è la sua vera essenza, ed il suo intelletto è ciò che ne scaturisce (nn. 3619, 5002,9282). L'essenza della vita dell'uomo è la sua volontà, e da essa procede l'essenza dell'intelletto (nn. 585,590, 3619, 7342, 8885, 9282, 10076, 10109, 10110). L'uomo è tale in virtù della sua volontà e dell'intellettoche di lì discende (nn. 8911, 9069, 9071, 10076, 10109, 10110).
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato insovrappiù (Matt. 6:33)
cercare la sua giustizia significa cercare il suo bene.62
[3] Quelli che nel mondo amano il bene della loro nazione più del proprio, ed il benedel loro prossimo come il proprio, sono coloro che nell’altra vita cercano il regno delSignore; perché il regno del Signore, prende il posto della patria; e coloro che amanocompiere il bene degli altri, e che non hanno in vista il bene di sé, ma il bene in sé, quelliamano il prossimo; perché nel cielo il bene è il prossimo.63 Tutti coloro che sono tali,sono nel grandissimo uomo, cioè sono nel cielo.
65. Poiché il cielo nel suo insieme appare come un uomo, ed è un uomo Divino spiritualenella forma più ampia e nell’immagine, così il cielo al pari dell’uomo è disposto inmembra e parti, denominate analogamente. Inoltre, gli angeli sanno in quali membra sitrova l’una o l’altra società. Questa società, sostengono, si trova in una certa parte oregione della testa o del petto o dei lombi, e così via. In generale, il cielo più intimo oterzo cielo forma la testa, fino al collo; il cielo intermedio o secondo cielo forma il petto,fino ai lombi ed alle ginocchia; il cielo più basso o primo cielo forma i piedi, fino allaloro pianta e anche le braccia fino alle dita. Perché le braccia e le mani appartengono alleparti più basse dell’uomo, sebbene si trovino ai lati.
66. Gli spiriti che si trovano al di sotto del cielo sono sbalorditi quando odono che ilcielo non è solo sopra ma anche in basso, perché essi hanno un’opinione del cielo similea quella degli uomini nel mondo, vale a dire che il cielo è al di sopra, e ignorano che ilcielo sia disposto in membra, organi e visceri, al pari dell’uomo, dei quali alcuni sonosopra, altri sotto; ovvero come la disposizione delle parti in ogni membra, negli organi enei visceri, alcuni dei quali sono all’interno, altri all’esterno. Di qui ha origine la loroconfusione in merito alla nozione del cielo.
67. È stata fatta questa premessa in ordine al cielo, in quanto grandissimo uomo, perchéquello che si dirà di seguito del cielo non può essere affatto compreso fintanto chequesti preliminari non sono noti, ne vi può essere una chiara idea della forma del cielo,della congiunzione del cielo con l’uomo, o dell’influsso del mondo spirituale in quellonaturale, ovvero qualsiasi nozione circa la corrispondenza, argomenti questi chesaranno trattati nell’ordine appropriato, a seguire.
62 Nella Parola, giustizia ha a che fare con il bene, e giudizio con la verità; perciò agire con giustizia e con giudiziosignifica fare ciò che è bene e ciò che è vero (nn. 2235, 9587).63 Nel senso più alto il Signore è il prossimo; di conseguenza l'amore per il Signore è l'amore che procededa lui, che è l'amore per il bene e per la verità, perché il Signore è in ogni cosa che procede da lui (nn.2425, 3419, 6706, 6711, 6819, 6823, 8123). Perciò ogni bene che procede dal Signore è il prossimo, e volere ecompiere quel bene è amare il prossimo (nn. 5028, 10336).
9Ogni società nel cielo ha la forma
di un singolo uomo
68. Spesso mi è stato permesso di vedere che ogni società del cielo appare come unsingolo uomo, nel suo stesso aspetto. C’era una società in cui diversi spiriti si sonointrodotti, fingendosi angeli di luce. Questi erano ipocriti. Quando sono stati allontanatidagli angeli, ho visto l’intera società apparire indistintamente come un unico corpo, poigradualmente in una forma umana indistinta, e infine limpidamente con le sembianzedi un uomo. Quelli che erano in quell’uomo e formavano l’uomo, erano nel bene diquella società; gli altri che non formavano l’uomo erano ipocriti, e sono stati allontanati.Gli ipocriti sono tali in quanto parlano rettamente e talvolta agiscono rettamente, maogni cosa essi facciano, tengono in considerazione unicamente se stessi. Essi parlanocome fanno gli angeli, del Signore, del cielo, dell’amore, della vita celeste, e possonoagire anche rettamente, in modo da apparire coerenti con ciò che professano di essere.Tuttavia il loro modo di pensare è differente da quanto di essi si manifesta all’esterno;essi non credono in nulla e non desiderano alcun bene, se non il proprio. Il loro agireconformemente al bene è unicamente per il bene di sé, e qualora agissero per il benealtrui, ciò è vero solo in apparenza; dunque effettivamente essi perseguono sempre ilbene di loro stessi.
69. Mi è stato anche permesso di vedere che un’intera società angelica, alla presenzadel Signore, appariva come uno, in una forma umana. È apparsa in alto verso oriente,qualcosa di simile ad una nuvola, di un bianco incandescente, che poi virava in rosso,circondata da piccole stelle, e discendeva; e nella graduale discesa diventava splendentee infine appariva in perfetta forma umana. Le piccole stelle intorno alla nuvola eranoangeli, che apparivano in questa forma in virtù della luce, dal Signore. 70. Deve essere noto che tutti quelli che appartengono alla stessa società celeste, vistinel loro insieme appaiono nelle sembianze di un uomo; ciò nondimeno l’uomorappresentativo di una società non è mai uguale all’uomo rappresentativo di un’altrasocietà. Le società differiscono l’una dall’altra così come sono differenti i volti dellepersone, anche all’interno della stessa famiglia, per le ragioni esposte sopra (n. 47) cioèdifferiscono in relazione al bene in cui sono, che determina la loro forma. Le società delcielo più intimo, e nel mezzo di esso sono quelle che appaiono nella più eccelsa eincantevole forma umana.
71. È degno di nota che, più grande è il numero degli angeli in una società celeste,maggiormente questa appare più perfettamente in una forma umana, perché è lavarietà disposta in una forma celeste che rende la perfezione, come è stato mostratosopra (n. 56), e la varietà è in relazione diretta con il numero. Inoltre ogni società delcielo incrementa di numero giornalmente, è più si ingrandisce, più è perfetta. Quindinon solo le società si accrescono in perfezione, ma anche il cielo in generale, in quantocostituito di società. Poiché il cielo acquisisce maggiore perfezione in relazioneall'incremento del numero degli angeli, è evidente quanto siano in errore coloro chesostengono che il cielo sia precluso a coloro che sono in soprannumero rispetto ad unapresunto raggiungimento della sua capienza massima; in realtà è vero l'opposto, vale adire che l'accesso al cielo non è mai precluso per ragioni di numero, ed il cielo stesso siperfeziona senza fine in ragione dell'incremento del numero. Perciò gli angeli nondesiderano altro che avere nuovi compagni all'interno delle società cui appartengono.
72. Ogni società, quando appare come uno, è nella forma di un uomo, perché anche ilcielo, nel suo insieme ha la medesima forma (come è stato mostrato nel precedentecapitolo); inoltre nella forma più perfetta, quale è la forma del cielo, vi è somiglianza tral'insieme e le sue parti, dalle più piccole alle più grandi. Le forme minori e le parti delcielo sono le società di cui esso si compone, le quali sono cieli in una forma più piccola(si vedano i nn. 51 58). Questa somiglianza nel cielo è perpetua perché nei cieli i benidi tutti provengono da un unico amore e da un'unica origine. L'unico amore che èl'origine del bene di tutti nel cielo, è l'amore per il Signore. È da ciò che il cielo intero ingenerale, ed ogni società ed ogni angelo nel particolare, sono una somiglianza delSignore, come è stato mostrato sopra (n.58).
10Ogni angelo quindi ha una forma
perfettamente umana
73. Nei due precedenti capitoli è stato mostrato che il cielo nel suo insieme, ed ognisocietà nel cielo appare come un singolo uomo. Dalle cause lì esposte segue che ciò valeallo stesso modo per ciascun angelo. Siccome il cielo è un uomo nella forma più estesa, ecosì pure ogni società in una forma ridotta, anche ciascun angelo è un uomo nella formaminima. Perché nella forma più perfetta quale è quella del cielo vi è la somiglianzadell'insieme con le sue parti, e delle parti con l'insieme. Così è in quanto nel cielo vi èuna sorta di condivisione generale, vale a dire che tutto è condiviso, e ciascuno ricevetutto quello che ha da questa condivisione. Perché un angelo è un ricettacolo che ha insé un cielo nella forma minima, come è stato mostrato in precedenza; e così pureciascun uomo, nella misura in cui riceve il cielo, è un recipiente, un cielo ed un angelo(si veda più sopra, n. 57). Questo è ciò che si intende nella Rivelazione:
Misurò le mura della santa Gerusalemme, centoquarantaquattro cubiti, la misuradell’uomo, cioè quella di un angelo (Ap. 21:17)
Qui per Gerusalemme s'intende la chiesa del Signore, e nel significato più eccelso, ilcielo64; le mura significano la verità, la quale è una difesa contro gli assalti delle falsità edei mali;65 centoquarantaquattro significa tutti i beni e tutte le verità nel loro insieme;66 lamisura significa ciò che una cosa è;67 uomo significa colui in cui vi sono tutti i beni e tuttele verità in generale ed in particolare, quindi colui in cui vi è il cielo. E siccome è daquesto che un angelo è un uomo, è detto, la misura di un uomo, cioè quella di un angelo.Tale è il significato spirituale di queste parole. Senza questo significato come si potrebbecomprendere che il muro della santa Gerusalemme è la misura di un uomo, cioè quella di unangelo?68
64 Gerusalemme significa la chiesa (nn. 402, 3654, 9166).65 Le mura significano le verità poste a difesa contro l'assalto delle falsità e dei mali (n. 6419).66 Dodici significa tutte le verità ed i beni nel loro insieme (nn. 577, 2089, 2129, 2130, 3272, 3858, 3913). Allostesso modo settantadue e centoquarantaquattro dato che si tratta di un multiplo e del quadrato di dodici (n.7973).Ogni numero nella Parola ha un significato (nn. 482, 487, 647, 648, 755, 813, 1963, 1988, 2075, 2252, 3252,4264, 4495, 5265). I multipli hanno un significato simile a quello dei numeri da cui derivano permoltiplicazione (nn. 5291, 5335, 5708, 7973).67 La misura nella Parola significa la qualità di una cosa rispetto al bene ed alla verità (n. 3104, 9603).68 Riguardo al significato spirituale o interiore della Parola si veda quanto esposto a proposito del cavallo bianco inApocalisse rivelata e in appendice a La nuova Gerusalemme e la sua dottrina celeste.
74. Torniamo ora all’esperienza. Che gli angeli siano forme umane, o uomini, l’hovisto moltissime volte. Ho conversato con loro, come da uomo a uomo, talvolta con uno,altre volte insieme a molti; e nel loro aspetto non ho visto altro che forme umane; etalvolta sono stato colto da sorpresa nel vederli in simili sembianze. Posso assicurareche non si è mai trattato di visioni illusorie e immaginarie, in quanto mi è statopermesso di vedere gli angeli sempre in uno stato di veglia e nel pieno possesso dellemie percezioni sensoriali, dunque in piena coscienza e consapevolezza. Spesso ho dettoloro che i cristiani nel mondo sono in una tale cecità riguardo agli angeli ed agli spiriti,da credere che questi siano spiriti privi di forma, e perfino meri pensieri, di cui essi nonhanno alcun’altra idea se non che si tratti di qualcosa di etereo, in cui vi è una qualchevitalità. Quindi, siccome essi escludono che gli angeli possano avere caratteristichecomuni agli uomini, salvo il pensiero, essi credono che non avendo occhi, non possanovedere; non avendo orecchie, non possano udire; e non avendo bocca né lingua, nonpossano parlare. [2] Gli angeli hanno replicato che erano informati di tale ignoranza presso molti nelmondo, specialmente presso gli eruditi e, con loro sorpresa perfino presso il clero. Laragione di ciò, affermano, è che tra gli eruditi, coloro che erano i leaders e che per primihanno concepito tale idea degli angeli e degli spiriti, la hanno elaborata attraverso lapercezione dell’uomo esteriore. E quelli che ragionano in base alla luce esteriore,anziché a quella interiore, hanno una tale idea in quanto la percezione dell’uomoesterno è limitata alle cose che appartengono alla natura, e non a quelle ad essa sopraordinate, vale a dire a quelle inerenti il mondo spirituale.69 Da questi leaders i falsiragionamenti sugli angeli si sono diffusi presso tutti coloro che non ragionano da sestessi, ma abbracciano le idee delle loro guide; e coloro che fanno proprio taleconvincimento, da altri appreso, possono difficilmente recedere da esso, e nella maggiorparte dei casi restano nel compiacimento della sua conferma. [3] Gli angeli hanno aggiunto che i semplici nella fede e nel cuore non possiedono unatale idea degli angeli, ma pensano ad essi come uomini nel cielo, e per questa ragione,non si è estinto, per effetto di quanto hanno appreso nel mondo, ciò che è stato impressoin loro dal cielo. Questa è la ragione per la quale nelle chiese gli angeli scolpiti o dipinti,sono rappresentati come uomini. In merito a questa intuizione, proveniente dal cielo,essi affermano che è il Divino che procede in coloro che sono nel bene della fede e dellavita.
69 Se l'uomo non è elevato al di sopra delle idee esteriori, la sua sapienza non può che essere di unaqualità trascurabile (n. 5089). L'uomo savio ragiona oltre la percezione dei sensi (nn. 5089, 5094).Quando l'uomo è elevato al di sopra di questi, perviene ad una luce più chiara, ed infine alla luce celeste(nn. 6183, 6313, 6315, 9407, 9730, 9922). L'elevazione dalle idee esteriori e la degradazione in esse era notaalle genti antiche (n. 6313).
75. In base alla mia esperienza, che si protrae da molti anni, posso affermare che gliangeli sono in una forma perfettamente umana, avendo un volto, occhi, orecchie, corpo,braccia e piedi; che essi sono in grado di vedere, di sentire, di parlare e in una parola,non difettano di nulla rispetto all’uomo, eccetto che per il fatto che non sono rivestiti diun corpo materiale. Li ho visti nella loro luce, che eccede di gran lunga la luce mondanadi mezzogiorno, e in quella luce tutte le loro caratteristiche sono visibili piùdistintamente e chiaramente di quanto non si possa scorgere nel volto di un uomo nelmondo. Mi è stato anche permesso di vedere un angelo del cielo più intimo. Questiaveva un volto più sfolgorante e splendente degli angeli dei cieli inferiori. L’hoosservato accuratamente, e posso affermare che aveva una forma umana nella suainterezza.
76. Tuttavia, deve essere sottolineato che un uomo non può vedere un angelo con ipropri occhi, ma unicamente con gli occhi dello spirito in lui,70 perché il suo spirito è nelmondo spirituale, viceversa tutte le cose che appartengono al corpo sono nel mondonaturale. I simili vedono i simili, essendo di eguali caratteristiche. Inoltre essendo gliocchi così grossolani da non vedere, come è noto, le cose più piccole in natura, salvo checon l’ausilio di lenti di ingrandimento, a maggior ragione sono incapaci di vedere lecose che sono al di sopra della natura, come tutte le cose che sono nel mondo spirituale.Nondimeno, queste cose sono visibili all’uomo quando questi dismette la vistamondana, e viene introdotto nella vista spirituale; e questo può essere effettuatoistantaneamente per volontà del Signore; in quella circostanza l’uomo non sa altro senon che sta guardando attraverso i propri occhi mondani. Dunque erano angeli quellivisti da Abramo, Lot, Manoach e dai profeti; e nelle stesse sembianze è stato visto ilSignore dai discepoli, dopo la resurrezione. Nello stesso modo sono stati visti da me gliangeli. Poiché i profeti hanno visto così, sono stati chiamati veggenti, ed è detto cheavevano la loro vista aperta (1 Sam. 9:9; Num. 24:3), e permettere loro di vedere è definito,aprire i loro occhi, come presso il servo di Eliseo, di cui si legge:
Eliseo pregò e disse, Signore, ti prego, apri i suoi occhi, affinché egli possa vedere; e ilSignore aprì gli occhi del giovane, e questi vide, e osservò la montagna piena di cavalli e carriinfuocati intorno ad Eliseo (2 Re 6:17)
77. Gli spiriti retti con i quali ho parlato di questo argomento, erano profondamenterattristati da tale ignoranza nella chiesa circa la condizione degli spiriti e degli angeli nelcielo; e a causa della loro afflizione mi hanno incaricato di rendere solennemente notoche essi non sono spiriti privi di forma, ne soffi eterei, ma sono uomini in una formaautentica, vedono, sentono e percepiscono al pari di quelli che sono nel mondo.71
70 In relazione al suo interiore l'uomo è uno spirito (n. 1594). E quello spirito è l'uomo stesso, ed è invirtù di esso che il corpo ha vita (nn. 447, 4622, 6054).71 Nella misura in cui ogni angelo è un recipiente dell'ordine Divino dal Signore, egli è in una forma
11Dal Divino Umano del Signore consegue che il cieloin generale e nel particolare ha la forma di un uomo
78. Che è in virtù del Divino Umano del Signore che il cielo nel suo insieme e nelle sueparti appare come un uomo, segue da tutto ciò che è stato detto e illustrato neiprecedenti capitoli, cioè: (1) Che il Dio del cielo è il Signore. (2) Che è il Divino delSignore che forma il cielo. (3) Che il cielo consiste di innumerevoli società; e ogni societàè un cielo in una forma minore, e ogni angelo lo è nella forma minima. (4) Il cielo nelsuo insieme appare come un singolo uomo. (5) Ogni società nel cielo appare come unsingolo uomo. (6) Perciò ogni angelo è in una forma perfettamente umana. Tutto ciòporta alla conclusione che siccome è il Divino che forma il cielo, questo devenecessariamente essere nella forma umana. Che questo Divino è il Divino Umano delSignore, lo si può scorgere ancora più chiaramente, nel compendio che segue, ove sonostati raccolti una serie di passi estratti da Arcana Coelestia, collocati come una sorta diintegrazione, alla fine di questo capitolo. Che l’Umano del Signore sia Divino, e dunqueche sia falsa l’asserzione della non divinità del suo Umano, come taluni nella chiesasostengono, può essere visto in alcuni estratti, anche nel capitolo concernente il Signore,in Nuova Gerusalemme e la sua dottrina celeste, in chiusura.
79. Che ciò sia vero, mi è stato mostrato dall’esperienza, di cui qualcosa sarà riferito.Nessun angelo nel cielo percepisce il Signore in una forma differente da quella umana;e, ciò che è degno di nota, quelli che sono nei cieli più elevati non sono in grado dipensare al Signore in qualunque altra forma. La necessità di pensare in questodeterminato modo discende dal Divino stesso, e anche dalla forma del cielo, in armoniacon la quale si manifestano i loro pensieri. Perché ogni pensiero di un angelo si espandenel cielo; e gli angeli sono dotati di intelligenza e sapienza nella misura di questaespansione. È in conseguenza di ciò che tutti nel cielo riconoscono il Signore, perchésolo in lui è la Divina umanità. Non solo ho appreso tutto questo dagli angeli, maquando sono stato elevato nella sfera più intima del cielo, ero in grado di percepirlo. Daciò è evidente che il più savio tra gli angeli e quello che possiede la più chiarapercezione di questa verità; ed è per questo motivo che il Signore è visibile a questi;perché il Signore è visibile in una forma angelica Divina, cioè in una forma umana, dacoloro che riconoscono e credono in un essere Divino visibile, ma non da coloro che
umana, perfetta ed incantevole, secondo la qualità della ricezione (nn. 322, 1880, 1881, 3633, 3804, 4622,4735, 4797, 4985, 5199, 5530, 6054, 9879, 10177, 10594). È per mezzo della Divina verità che esiste l'ordine;ed il Divino bene è l'essenza dell'ordine (n. 2451, 3166, 4390, 4409, 5232, 7256, 10122, 10555).
credono in un Divino invisibile. perché i primi possono vedere il Divino visibile, invecegli altri non possono.
80. Siccome gli angeli non hanno la percezione di un Divino invisibile, che essidefiniscono Divino privo di forma, e percepiscono invece un Divino visibile in formaumana, essi affermano che il Signore solo è Uomo, e che per mezzo di lui loro sonouomini, e che ciascuno è uomo secondo la sua capacità di ricevere il Signore. Perricevere il Signore essi intendono ricevere il bene e la verità che procedono da lui, datoche il Signore è nel suo bene e nella sua verità, ed è questo che essi definiscono sapienzae intelligenza. Ciascuno sa che l’intelligenza e la sapienza formano l’uomo, anziché ilvolto senza di esse. La verità di ciò è resa evidente dall’apparenza degli angeli dei cielipiù intimi, perché questi, essendo nel bene e nella verità dal Signore, e di conseguenzanella sapienza e nell’intelligenza, sono di una bellezza eccelsa e di una forma umanaperfetta; mentre gli angeli dei cieli inferiori sono in una forma umana di minoreperfezione e bellezza. Per converso, quelli che sono nell’inferno appaiono a stento, allaluce del cielo, in una forma umana, ma piuttosto come mostri, dato che non sono nelbene e nella verità, ma nel male e nella falsità, vale a dire in opposizione alla sapienza eall’intelligenza. Per questa ragione la loro vita non si chiama vita ma morte spirituale.
81. Poiché il cielo nel suo insieme e nelle sue parti, in virtù del Divina Umano delSignore, riproduce la forma umana, gli angeli affermano di essere nel Signore; e alcunidicono di essere nel suo corpo, volendo intendere che sono nel bene del suo amore. Equesto è insegnato anche dal Signore, quando dice,
Rimanete in me ed io in voi. Come il tralcio non può dar frutto da se stesso se nonrimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Senza di me non potete nulla. Rimanete nelmio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore (Giovanni 15:410)
82. Poiché tale è la percezione del Divino che esiste nei cieli, il pensiero del Divinonella forma umana, è radicato in ogni uomo che riceve l’influsso dal cielo. Così purepensavano del Divino le genti più antiche; e così pure gli attuali abitanti del mondodentro e fuori dalla chiesa. Il semplice lo vede come il Principio, in una luce sfavillante.Purtroppo questa intuizione si è estinta in coloro che in forza della propria intelligenzao di una vita malvagia hanno rigettato l’influsso del cielo. Coloro che guardano allapropria intelligenza, preferiscono un Dio invisibile; e coloro che hanno condotto unavita malvagia rigettano l’esistenza stessa di Dio. Nessuno di essi accede a questaintuizione, perché non la posseggono in se stessi; nondimeno è il Divino celeste stessoche principalmente fluisce nell’uomo dal cielo, perché l’uomo è nato per il cielo, manessuno può accedervi se difetta nella percezione del Divino.
83. Per questo motivo chi non ha un’idea del cielo, cioè non ha un’idea del Divino da
cui procede il cielo, non può essere elevato alla soglia del cielo. Se questi si avvicina alcielo avverte un’ostilità ed una vigorosa repulsione; poiché la sua veste interiore èchiusa dall’alto, cioè dalla parte che dovrebbe ricevere il cielo, non essendo questi nellaforma del cielo, e più si approssima al cielo più il suo interiore è saldamente serratodall’alto. Tale è la sorte di coloro che dentro la chiesa hanno ripudiato il Signore, e diquelli che, come i sociniani, hanno negato la sua Divinità. Ma della sorte di quelli chesono nati fuori dalla chiesa, e che non conoscono il Signore non avendo avuto accessoalla Parola, si dirà più avanti.
84. Che le genti antiche avessero l’idea del Divino in forma umana è evidente dallamanifestazione del Divino ad Abramo, Lot, Giosuè, Gideon, Manoach e sua moglie, ealtri. Questi videro il Signore in quanto uomo, e ciò nondimeno lo adorarono in quantoDio dell’universo, chiamandolo Dio del cielo e della terra, e Jehovah. Che il Signore fuvisto da Abramo, egli stesso lo insegna in Giovanni 8:56; e che fosse lui ciò che gli altrividero è evidente dalle sue parole:
Nessuno ha visto il Padre, ne ha udito la sua voce, ne ha visto la sua forma (Giovanni1:18; 5:37)
85. Che Dio è l'Uomo difficilmente può essere compreso da coloro che giudicano ognicosa attraverso le percezioni esteriori dei sensi del corpo, perché l'uomo sensuale pensaintorno al Divino, attraverso il mondo e attraverso le cose in esso contenute, riducendoquindi il Divino e l'uomo spirituale alla stessa stregua dell'uomo corporeo e naturale. Diqui essi deducono che se Dio fosse uomo dovrebbe essere grande quanto l'universo; eche se governasse il cielo e la terra, dovrebbe farlo alla maniera dei sovrani nel mondo,servendosi di molti dignitari. Se fosse detto loro che nel cielo non vi sono estensioni dispazio come nel mondo, essi non comprenderebbero minimamente tale concetto. Perchécoloro che pensano solo attraverso la natura e la luce naturale, limitano necessariamenteil proprio pensiero a ciò che è conforme a tali estensioni, così come appaiono innanzi ailoro occhi. Ma è il più grande errore pensare intorno al cielo in questa maniera. Leestensioni del cielo sono differenti rispetto alle estensioni del mondo. Nel mondo leestensioni sono determinate e quindi misurabili; viceversa nel cielo non sonodeterminate né misurabili. Delle estensioni del cielo si tratterà di seguito, unitamente aiconcetti di tempo e spazio nel mondo spirituale. Inoltre ciascuno sa fino a qualedistanza si spinge la vista, potendo scorgere il sole e le stelle alla loro ragguardevoledistanza. Ma chiunque pensi profondamente comprenderà che la vista interiore, che èquella che appartiene al pensiero, si estende maggiormente; e ad una vista ancora piùinteriore, corrisponde una visione ulteriormente più estesa. Cosa può dirsi dunque dellavista Divina che è la più intima e la più eccelsa di tutte? Poiché i pensieri hanno taliestensioni, tutte le cose nel cielo sono condivise tra coloro che si trovano lì, quindi anchetutte le cose del Divino che costituiscono il cielo e lo riempiono, come è stato mostrato
nei capitoli precedenti. 86. Coloro che sono nel cielo si stupiscono del fatto che gli uomini si considerinointelligenti nel pensare a Dio in una forma invisibile, cioè non contemplabile sottoqualsiasi forma; e del fatto che considerino ottusi coloro che ragionano diversamente sulDivino, quando è vero il contrario. Lasciamo che questi presunti intelligenti siesaminino da se stessi, se essi non confondono Dio con la natura, alcuni con qualcosa divisibile ai loro occhi, altri come il lato invisibile della natura; e se non sono ciechi inmerito alla nozione di Dio, degli angeli, degli spiriti, della loro anima, che sopravvivealla morte, della vita del cielo nell’uomo, e rispetto a molte altre cose che costituisconol’intelligenza; quando invece quelli che loro definiscono semplici hanno cognizione ditutte queste cose, avendo un’idea di Dio che è il Divino nella forma umana, degli angeli,che sono uomini celesti, della loro anima che sopravvive alla morte, al pari di quelladegli angeli, e della vita del cielo nell’uomo, vale a dire della vita conforme aicomandamenti Divini. Questi sono definiti dagli angeli intelligenti e pronti per il cielo;mentre gli altri sono quelli ottusi.
Estratti da Arcana Coelestia concernenti il Signore e il suo Divina Umano
[2] Il Divino era nel Signore per autentica concezione (nn. 4641, 4963, 5041, 5157, 6716,10125).
Il Signore solo ha il principio Divino (n. 1438).
Il suo spirito è Jehovah (nn. 1999, 2004, 2005, 2018, 2025).
Dunque l'intimo del Signore era il Divino stesso, mentre il solo rivestimento del corpoproveniva dalla madre (n. 5041).
Il Divino stesso era l'essenza [esse] della vita del Signore, e da questo che l'umano èscaturito [existere] da quell'essenza (nn. 3194, 3210, 10269, 10738).
[3] Presso la chiesa ove la Parola è, e per mezzo della quale il Signore è conosciuto, ilDivino del Signore non può essere negato, né la santità che procede da Lui (n. 2539).
Quelli nella chiesa che non riconoscono il Signore, non sono in comunione con ilDivino; ma è altrimenti per coloro che sono al di fuori della chiesa (n.10205).
Il fondamento della chiesa è il riconoscimento del Divino del Signore e la sua identitàcon il Padre (nn. 10083, 10112, 10370, 10730, 10738,10816–10820).
[4] La glorificazione del Signore è trattata in molti passi della Parola (n. 10828).
E nel senso interiore della Parola, ovunque (nn. 2249, 2523, 3245).
Il Signore glorifica la sua umanità ma non il suo Divino, che è glorificato in sé (n.10057).
Il Signore venne nel mondo per glorificare il suo Umano (nn. 3637, 4287, 9315).
Il Signore glorificò la sua umanità per mezzo del Divino che era in lui dallaconcezione (n. 4772).
La vita del Signore nel mondo era il suo amore per l'intero genere umano (n. 2253).
L'amore del Signore trascende tutto l'intelletto umano (n. 2077).
Il Signore salvò il genere umano glorificando la sua umanità (nn. 4180, 10019, 10152,10655, 10659, 10828).
Altrimenti l'intero genere umano sarebbe perito nella morte eterna (1676).
Lo stato di glorificazione e di umiliazione del Signore (nn. 1785, 1999, 2159, 6866).
La glorificazione del Signore è la riunione del suo Umano con il suo Divino; eglorificare significa rendere Divino (nn. 1603, 10053, 10828).
Quando il Signore glorificò la sua umanità dismise ogni cosa di mondano cheproveniva dalla madre, in modo che egli non poteva in alcun modo essere consideratosuo figlio (nn. 2159, 2574, 2649, 3036, 10830).
[5] Il Figlio di Dio dall'eternità era la Divina verità nel cielo (nn.2628, 2798, 2803, 3195,3704).
Quando il Signore era nel mondo ha fatto sua la Divina verità dal Divino bene che erain lui (nn. 2803, 3194, 3195, 3210, 6716, 6864, 7014, 7499, 8127, 8724, 9199).
Il Signore dunque ha disposto tutte le cose in sé in una forma celeste, conforme allaDivina verità (nn. 1928, 3633).
Per questa regione il Signore è chiamato il Verbo, cioè la Divina verità (nn. 2533, 2813,2859, 2894, 3393, 3712).
Il Signore solo ha la percezione ed il pensiero da sé, e questi trascendono l'interopensiero e tutta la percezione angelica (nn. 1904, 1914, 1919).
La Divina verità che era in lui, è stata congiunta dal Signore al Divino bene che era inlui. (nn. 10047, 10052, 10076). Questa congiunzione è avvenuta reciprocamente (nn.2004, 10067).
[6] Nel lasciare il mondo il Signore ha reso il suo Umano, Divino bene ( nn. 3194, 3210,6864, 7499, 8724, 9199, 10076).
Questo è ciò che si intende per venire dal Padre e tornare al Padre (nn. 3194, 3210).
Quindi Egli è Uno con il Padre (nn. 2751, 3704, 4766).
Da quella unione la Divina verità procede dal Signore (nn. 3704, 3712, 3969, 4577,5704, 7499, 8127, 8241, 9199, 9398). In che modo la Divina verità proceda dal Signore(nn. 7270, 9407).
È in virtù del suo potere che il Signore congiunge il suo Umano con il Divino (nn.1616, 1749, 1752, 1813, 1921, 2025, 2026, 2523, 3141, 5005, 5045, 6716).
Da ciò è chiaro che l'umanità del Signore è diversa da quella di ciascun altro uomo, inquanto concepita dal Divino stesso (n. 10125, 10825, 10826).
La sua unione con il Padre, da cui è il suo spirito, non è tra due persone ma traun'anima ed un corpo (nn. 3737, 10824).
[7] Le genti più antiche non potevano adorare il Divino essere [esse] ma potevanoadorare solo il Divino che si manifesta [existere], vale adire il Divino umano; perciò ilSignore è venuto nel mondo, in modo da manifestarsi nel Divino Existere dal DivinoEsse (nn. 4687, 5321).
Gli antichi riconoscevano il Divino in quanto era apparso loro in una forma umana,cioè il Divino umano (nn. 1676, 1990, 2016, 2034).
Nel cielo nessun altro Divino che non sia il Divino umano è percepito (nn. 6475, 9303,10067, 10267).
Il Divino umano nel cielo dall'eternità è la Divina verità nel cielo ed il Divinopassaggio attraverso il cielo; quindi il Divino che si manifesta [existere], che nel Signorediviene il Divino essere [esse per se] da cui è il Divino Existere nel cielo (nn. 3061, 6280,6880, 10579).
Quale era lo stato del cielo prima della venuta del Signore (nn. 63716373).
Il Divino non sarebbe stato percepibile se non fosse passato attraverso il cielo (nn.6982, 6996, 7004).
[8] Gli abitanti di tutte la terre adorano il Divino in forma umana, cioè il Signore (nn.6700, 8541–8547, 10736–10738).
Essi gioiscono nell'udire che Dio si è fatto Uomo (n. 9361).
Tutti coloro che sono nel bene e adorano il Divino nella forma umana, sono ricevutidal Signore (n. 9359).
L'idea di Dio non può essere concepita in alcuna forma eccetto quella umana; e ciò chenon è comprensibile non ricade in alcuna idea del pensiero, e dunque in nessuna fede(nn. 9359, 9972).
L'uomo è in grado di adorare ciò di cui ha un'idea, non quello di cui non ha idea (nn.4733, 5110, 5663, 7211, 9356, 10067, 10267).
Perciò il Divino è adorato in forma umana dalla maggior parte degli abitanti dellaterra, e questo è per effetto dell'influsso dal cielo (n. 10159).
Tutti coloro che sono nel bene riguardo alla loro vita, quando pensano al Signore,pensano al Divino Umano, e non all'umano separato dal Divino; diverso e per quelli chenon sono nel bene riguardo alla loro vita (nn. 2326, 4724, 4731, 4766, 8878, 9193, 9198).
Nella chiesa odierna quelli che sono nel male nella loro vita, e quelli che sono nellafede separata dalla carità, pensano all'Umano del Signore, separatamente dal suoDivino, e non comprendono cosa sia il Divino Umano, in quanto non rientra nella lorointelligenza (nn. 3212, 3241, 4689, 4692, 4724, 4731, 5321, 6872, 8878, 9193, 9198).
L'umanità del Signore è Divina perché proviene dall'essenza [esse] del Padre, e questoera lo spirito, manifestato dalla somiglianza del Padre nel Figlio (n. 10269, 10372, 10823).
E anche perché tale umanità proviene dal Divino amore che è l'autentica essenza [esse]della sua vita dalla sua concezione (n. 6872).
Ogni uomo è tale come è il suo amore, ed è il suo amore (nn. 6872, 10177, 10284). IlSignore rende la sua umanità sia interiormente, sia esteriormente, Divina (nn. 1603,1815, 1902, 1926, 2083, 2093).
Perciò, diversamente da ogni uomo, Egli è risorto con il suo proprio corpo (nn. 1729,2083, 5078, 10825).
[9] Che l'umanità del Signore sia Divina è riconosciuto dalla sua onnipresenza nellaSanta Cena (nn. 2343,2359).
E anche dalla sua trasfigurazione davanti ai tre discepoli (n. 2312).
Anche dalla Parola del Vecchio Testamento in cui egli è chiamato Dio (n. 10154); ed èchiamato Jehovah (nn. 1603, 1736, 1815, 1902, 2921, 3035, 5110, 6281, 6303, 8864, 9194,9315).
Nel senso letterale vi è distinzione tra Padre e Figlio, cioè tra Jehovah ed il Signore, manon nel senso interiore della Parola, in cui sono gli angeli del cielo (n. 3035).
Nel mondo cristiano l'umanità del Signore è stata dichiarata non essere Divina; questoè stato fatto in un concilio nell'interesse del papa, in modo che questi potesse esserericonosciuto vicario del Signore (n. 4738).
[10] I cristiani sono stati esaminati nell'altra vita in merito alla loro idea dell'unico Dio,ed è stato accertato che la loro fede è in tre dei (nn. 2329, 5256, 10736–10738, 10821).
Una Divina Trinità che costituisce un solo Dio è concepibile ma non in tre persone(nn. 10738, 10821, 10824).
La Trinità nel Signore è il Divino stesso chiamato Padre, Divino Umano chiamatoFiglio e Divino procedente, chiamato Spirito Santo; e questo Divino trino è Uno (nn.2149, 2156, 2288, 2319, 2329, 2447, 3704, 6993, 7182, 10738, 10822, 10823).
Il Signore stesso insegna che il Padre e Lui sono Uno (nn. 1729, 2004,2005, 2018, 2025,2751, 3704, 3736, 4766); e anche che lo Spirito Divino procede da Lui ed è il suo spirito(nn. 3969, 4673, 6788, 6993, 7499, 8127, 8302, 9199, 9228, 9229, 9264, 9407, 9818, 9820,10330).
[11] Il Divino Umano fluisce nel cielo e forma il cielo (n. 3038). Il Signore è tutto nelcielo ed è la vita del cielo (nn. 7211, 9128). Negli angeli il Signore dimora in ciò che è suoproprio (nn. 9338, 10125, 10151, 10157).
Conseguentemente quelli che sono nel cielo sono nel Signore (nn. 3637, 3638).
La congiunzione del Signore con gli angeli è commisurata alla loro ricezione del benedell'amore e della carità da lui (nn. 904, 4198, 4205, 4211, 4220, 6280, 6832, 7042, 8819,9680, 9682, 9683, 10106, 10810).
L'intero cielo è in relazione con il Signore (nn. 551, 552). Il Signore è il centro comune
del cielo (nn. 3633, 3641).
Tutti nel cielo si rivolgono verso il Signore, che è sopra i cieli (nn. 9828, 10130, 10189).
Nondimeno, non sono gli angeli che si rivolgono verso il Signore, ma è il Signore cheli attrae a sé (n. 10189).
Non vi è una presenza degli angeli presso il Signore, ma una presenza del Signorepresso gli angeli (n. 9415).
Nel cielo non vi è congiunzione con il Divino stesso, ma con il Divino Umano (nn.4211, 4724, 5663).
[12] Il cielo corrisponde al Divino Umano del Signore; conseguentemente il cielo ingenerale è un singolo uomo, e per questa ragione il cielo è denominato il grandissimouomo.
Il Signore è il Solo Uomo, e solo coloro che ricevono il Divino da Lui, sono uomini(n.1894).
Nella misura in cui lo ricevono sono uomini ed immagini di lui (n. 8547).
Perciò gli angeli sono forme di amore e carità in una forma umana, in virtù delSignore (nn. 3804, 4735, 4797, 4985, 5199, 5530, 9879, 10177).
[13] L'intero cielo è il Signore (nn. 2751, 7086).
Egli ha tutto il potere sui cieli e sulla terra (nn. 1607, 10089, 10827).
Poiché il Signore governa il cielo intero e tutte le cose di lì, ugualmente governa tuttele cose del mondo (nn. 2025, 2026, 4523, 4524).
Il Signore solo ha il potere di rimuovere gli inferni, di trattenere dal male, e dimantenere nel bene, e quindi di salvare (n. 10019).
12C'è una corrispondenza fra tutte le cose del cielo e
tutte le cose dell'uomo
87. Cosa sia la corrispondenza non è noto attualmente, per diverse ragioni, la primadelle quali è che l'uomo ha ritirato se stesso dal cielo per l'amore di sé e per amore delmondo. Perché chi ama se stesso e il mondo sopra ogni cosa, tiene in considerazionesolo le cose del mondo, in quanto queste attraggono i sensi corporei e gratificano idesideri naturali; e colui che non tiene in alcuna considerazione le cose spirituali, datoche queste attraggono i sensi interiori e gratificano lo spirito, le rigetta, dicendo che essesono troppo elevate per il suo intelletto. Non era così per le genti più antiche. Per esse laconoscenza delle corrispondenze era la principale delle conoscenze. Per mezzo di essaacquisivano l'intelligenza e la sapienza, e per mezzo di essa coloro che erano nellachiesa, erano in comunione con il cielo; perché la conoscenza delle corrispondenze èuna conoscenza angelica. La maggior parte delle genti antiche, che erano uominiangelici, ragionavano, in base alla corrispondenza, come gli angeli. E per questaragione, essi parlavano con gli angeli, ed il Signore frequentemente appariva loro, edessi erano istruiti da Lui. Ma nel tempo presente tale conoscenza è andatacompletamente perduta, a tal punto che non si sa più cosa sia la corrispondenza.72
88. Poiché dunque, senza una percezione di cosa sia la corrispondenza non vi puòessere una chiara conoscenza del mondo spirituale e del suo influsso nel mondonaturale, e neppure di cosa sia lo spirituale in relazione al naturale, né una qualsiasiconoscenza dello spirito dell'uomo, della sua interazione con il corpo, né dello statodell'uomo dopo la morte, è necessario che questa corrispondenza venga spiegata nellasua natura.
89. In primo luogo, cosa è la corrispondenza. L'intero mondo naturale corrisponde almondo spirituale, in generale ed in ogni particolare di esso; e per conseguenza, ognicosa nel mondo naturale che scaturisce dal mondo spirituale, è chiamatacorrispondenza. Deve essere noto che il mondo naturale esiste e sopravvive in virtù delmondo spirituale, esattamente come un effetto dalla sua propria causa. Tutto ciò che si
72 In che modo la conoscenza delle corrispondenze sovrasta le altre conoscenze (n. 4280). La conoscenzadelle corrispondenze era la principale tra le conoscenze delle genti antiche; ma attualmente ècompletamente caduta nell'oblio (nn. 3021, 3419, 4280, 4749, 4844, 4964, 4966, 6004, 7729, 10252). Laconoscenza delle corrispondenze fiorì nelle nazioni asiatiche ed in Egitto (nn. 5702, 6692, 7097, 7779, 9391,10407).
propaga sotto il sole e che riceve la luce ed il calore dal sole è ciò che si chiama mondonaturale; e tutte le cose che derivano la loro sussistenza da lì appartengono a quelmondo. Invece il mondo spirituale è il cielo; e tutte le cose nel cielo appartengono a quelmondo.
90. Poiché l'uomo è sia un cielo, sia un mondo, nella forma minima, rispetto alla formapiù grande (si veda sopra n. 57), c'è in lui sia un mondo spirituale, sia un mondonaturale. Le cose interiori che appartengono al suo spirito e che sono in relazione conl'intelletto e la volontà, costituiscono il suo mondo spirituale; mentre le cose esterioriche appartengono al suo corpo, e che sono in relazione ai suoi sensi e attività,costituiscono il suo mondo naturale. Conseguentemente ogni cosa nel suo mondonaturale (cioè il corpo, i sensi e le attività del corpo) che trae la sua esistenza dal suomondo spirituale (cioè dallo spirito, dall'intelletto e dalla volontà) è chiamatacorrispondenza.
91. Dal volto umano può comprendersi cosa sia la corrispondenza. Nel volto di unapersona non adusa alla simulazione, le affezioni del suo spirito si manifestanospontaneamente. È per questo che il volto è denominato l'indice dello spirito, cioè ilmondo spirituale dell'uomo che si manifesta nel mondo naturale. Allo stesso modoquello che attiene all'intelletto si manifesta nella parola, e quello che appartiene allavolontà si manifesta nei movimenti del corpo. Quindi quali che siano gli effetti che simanifestano nel corpo, o nel volto, o nella parola o nei gesti, sono chiamaticorrispondenze.
92. Tutto ciò mostra cosa sia l'uomo interno, e cosa l'uomo esterno, vale a dire chel'interno è ciò che è definito uomo spirituale, e l'esterno è ciò che è definito uomonaturale; e anche che l'uno è distinto dall'altro come il cielo è distinto dal mondo; eancora che tutte le cose che hanno luogo nell'esterno, o uomo naturale, hanno la loroorigine nell'interno, o uomo spirituale.
93. Quanto è stato detto circa la corrispondenza tra uomo interno o spirituale e uomoesterno o naturale, è abbastanza. Ora si tratterà della corrispondenza dell'intero cielocon ogni particolare dell'uomo.
94. È stato mostrato come l'intero cielo appaia nella forma di un singolo uomo, che èperciò chiamato grandissimo uomo. È stato anche mostrato che le società angeliche, di cuiil cielo è costituito, sono disposte come le membra, gli organi ed i visceri di un uomo,cioè alcune sono nel capo, altre nel petto, altre nelle braccia e altre ancora in ogniparticolare di questi (si veda sopra nn. 5972); di conseguenza le società in ogni membracorrispondono ad uguali membra nell'uomo; quelle nel capo corrispondono al capo
dell'uomo, quelle nel petto corrispondono al petto dell'uomo, quelle nelle bracciacorrispondono alle braccia dell'uomo, e cosi via. È da questa corrispondenza che l'uomoè tenuto in vita, in quanto solo dal cielo l'uomo trae la sua esistenza eterna.
95. Che il cielo sia diviso in due regni, uno chiamato regno celeste, l'altro regnospirituale, è stato esposto più sopra. Il regno celeste corrisponde in generale al cuore eda tutte le cose nel corpo ad esso pertinenti; e il regno spirituale corrisponde ai polmonied a tutte le cose nel corpo ad esso pertinenti. Allo stesso modo nell'uomo, cuore epolmoni formano due regni o apparati; il cuore governa attraverso le vene e le arterie,ed i polmoni attraverso i tendini e le fibre muscolari, in ogni sforzo fisico e movimento.Così in ogni uomo, nel suo mondo spirituale, che è chiamato uomo spirituale, vi sonodue regni, uno della volontà e l'altro dell'intelletto; la volontà governa attraverso leaffezioni per il bene, e l'intelletto governa attraverso le affezioni per la verità; e questiregni corrispondono al cuore ed ai polmoni nel corpo. È lo stesso nei cieli; il regnoceleste è la parte volitiva del cielo, e in esso regna il bene dell'amore; il regno spirituale èla parte intellettuale del cielo e in esso regna la verità. Questo è ciò che corrisponde allefunzioni del cuore e dei polmoni nell'uomo. È in virtù di questa corrispondenza chenella Parola il cuore significa la volontà e anche il bene dell'amore, ed il respiro deipolmoni significa l'intelletto e la verità della fede. Per la stessa ragione le affezioni sonoattribuite al cuore, sebbene non siano in esso né da esso.73
96. La corrispondenza dei due regni del cielo con il cuore ed i polmoni è lacorrispondenza generale del cielo con l'uomo. Vi è poi una corrispondenza menogenerale, con ognuna delle sue membra, organi e visceri; e quale sia questacorrispondenza deve essere illustrato. Nel grandissimo uomo, cioè il cielo, coloro che sononella testa eccellono sopra tutti gli altri, in ogni bene, essendo nell'amore, nella pace,nell'innocenza, nella sapienza, nell'intelligenza e nella conseguente gioia e felicità.Queste fluiscono nella testa dell'uomo e nelle cose ad essa corrispondenti. Coloro chesono nel petto del grandissimo uomo , sono nel bene della carità e della fede, e questefluiscono nel petto dell'uomo e corrispondono ad esso. Coloro che sono nei lombi enegli organi preposti alla riproduzione, sono nell'amore coniugale. Coloro che sono neipiedi dell'uomo più grande, sono nel bene inferiore del cielo, denominato benespirituale naturale. Quelli che sono nelle braccia e nelle mani dell'uomo più grandesono nel potere della verità dal bene. Quelli che sono negli occhi, sono nella capacitàd'intendere; quelli che sono nelle orecchie sono nell'obbedienza; quelli che sono nelle
73 La corrispondenza del cuore e dei polmoni presso il grandissimo uomo, che è il cielo, dall'esperienza (nn. 3883-3896). Il cuore corrisponde a coloro che sono nel regno celeste, ed i polmoni a coloro che sono nel regnospirituale (nn. 38853887). Vi è nel cielo un battito simile a quello del cuore, ed una respirazione simile aquella dei polmoni, ma esse sono interiori (nn. 3884, 3885, 3887). Lì il battito del cuore varia secondo lostato dell'amore, e la respirazione in conformità dello stato della carità e della fede (nn. 3886, 3887, 3889).Nella Parola cuore significa la volontà e dal cuore significa dalla volontà (nn. 2930, 7542, 8910, 9113, 10336).Nella Parola cuore significa anche amore, e dal cuore significa dall'amore (nn. 7542, 9050, 10336).
narici sono nella percezione; quelli che sono nella bocca e nella lingua sono nell'abilitàdi conversare, attraverso la capacità d'intendere e la percezione; quelli che sono nei renisono nella ricerca, nella distinzione e nella purificazione della verità; quelli che sono nelfegato, nel pancreas e nella milza, sono in una varietà di purificazioni del bene e dellaverità; e nello stesso modo il resto. Tutte queste cose fluiscono in simili parti dell'uomoe corrispondono ad esso. Questo influsso del cielo è nelle funzioni e negli usi dellemembra del corpo. E poiché gli usi provengono dal mondo spirituale, prendono unaforma nel mondo naturale, nel quale si manifestano e spiegano i propri effetti. Questa èla nozione di corrispondenza.
97. Per la stessa ragione, i medesimi membri, organi e visceri hanno un ugualesignificato nella Parola; perché lì ogni cosa ha un significato in relazione allacorrispondenza. Quindi il capo, significa l'intelligenza e la sapienza; il petto, significa lacarità; i lombi, significano l'amore coniugale; le braccia e le mani, il potere della verità; ipiedi, ciò che è naturale; gli occhi, la capacità d'intendere; le narici, la percezione; leorecchie, l'obbedienza; i reni, lo scrutinio della verità, e così via.74 Così nel linguaggiocorrente di uno che è intelligente e savio, si dice che ha la testa buona; di uno che ècaritatevole si dice che è un amico del cuore; di uno che ha una percezione raffinata sidice che è di fine intuito; di uno che è intelligente si dice che ha la vista acuta; di uno cheè vigoroso si dice che ha le mani lunghe; di uno che mette in atto la volontà dall'amoresi dice che è fatto dal cuore. Queste e molte altre espressioni nel linguaggio comuneprovengono dalle corrispondenze, in quanto derivanti dal mondo spirituale, sebbenel'uomo ignori questa circostanza.
98. Che vi sia questa corrispondenza di tutte le cose del cielo con l’uomo mi è statoillustrato da una copiosa esperienza, della cui evidenza sono talmente persuaso da nonnutrire alcun dubbio. Ma non è necessario descrivere qui tutte queste esperienze; né èpossibile, per via del considerevole numero delle medesime. In Arcana Coelestia lecorrispondenze, le rappresentazioni, l’influsso del mondo spirituale nel mondo naturalee l’interazione tra lo spirito ed il corpo, sono trattate diffusamente.75
74 Nella Parola il petto significa la carità (nn. 3934, 10081, 10087). I lombi e gli organi della riproduzionesignificano l'amore coniugale (nn. 3021, 4280, 4462, 5050–5052). Le braccia” e le mani significano il poteredella verità (nn. 878, 3091, 4931–4937, 6947, 7205, 10019). I piedi significano ciò che è naturale (nn. 2162,3147, 3761, 3986, 4280, 4938–4952). Gli occhi significano l'intelletto (nn. 2701, 4403–4421, 4523–4534, 6923,9051, 10569). Le narici significano la percezione (n. 3577, 4624, 4625, 4748, 5621, 8286, 10054, 10292). Leorecchie significano l'obbedienza (nn. 2542, 3869, 4523, 4653, 5017, 7216, 8361, 8990, 9311, 9397, 10061). Ireni significano l'esame e la correzione della verità (nn. 5380–5386, 10032). 75 La corrispondenza di tutte le parti del corpo con il grandissimo uomo, ovvero il cielo, in generale ed inparticolare, dall'esperienza (nn. 3021, 3624–3649, 3741–3750, 3883–3895, 4039–4054, 4218–4228, 4318–4331,4403–4421, 4523–4533, 4622–4633, 4652–4660, 4791–4805, 4931–4953, 5050–5061, 5171–5189, 5377–5396,5552–5573, 5711–5727, 10030). L'influsso del mondo spirituale in quello naturale, ovvero del cielo nelmondo, e l'influsso dell'anima nel corpo, dall'esperienza (nn. 6053–6058, 6189–6215, 6307–6326, 6466–6495,6598–6626). Interazione tra anima e corpo, dall'esperienza (nn. 6053–6058, 6189–6215, 6307–6327, 6466–
99. Ma sebbene tutte le cose che appartengono al corpo dell’uomo corrispondano allecose del cielo, non è rispetto alla sua forma esteriore che l’uomo è un’immagine delcielo, bensì rispetto alla sua forma interiore; perché l’uomo riceve il cielo nella sua vesteinteriore, e riceve il mondo nella sua veste esteriore. Dunque, nella misura in cui l’uomoriceve il cielo nella sua veste interiore, egli è un cielo nella forma minima, conformeall’immagine del grandissimo uomo. E nella misura in cui egli non riceve il cielo nella siaveste interiore egli non è il cielo, né un’immagine del grandissimo uomo, seppure nellasua veste esteriore che riceve il mondo, possa essere in una forma in armonia conl’ordine del mondo, e quindi variamente attraente. Perché l’origine della bellezzaesteriore che attiene al corpo, è nei genitori, e si perpetua per un influsso generale delmondo. Per questo motivo la forma dell’uomo naturale differisce notevolmente dallaforma dell’uomo spirituale. Quale sia la forma dello spirito di un uomo mi è statotalvolta mostrato; e in alcuni che apparivano belli e attraenti esteriormente, lo spiritoinvece si manifestava in modo deforme, cupo e mostruoso, tale che poteva essereclassificato come un’immagine dell’inferno piuttosto che del cielo; mentre in altri chenon apparivano belli, lo spirito si manifestava in una forma incantevole, pura eangelica. Inoltre lo spirito di un uomo, inizialmente appare dopo la morte così come eravisibile nel corpo mentre questi aveva vissuto nel mondo.
100. Le corrispondenze si applicano anche oltre l’uomo; perché vi è unacorrispondenza tra un cielo e un altro. Al terzo cielo corrisponde il secondo, ed alsecondo corrisponde il primo, e quest’ultimo corrisponde alle forme corporeedell’uomo, denominate membra, organi e viscere. Dunque i cieli terminano nelle partidel corpo, e su di queste poggiano come sulle loro fondamenta. Ma questo arcano saràillustrato più compiutamente altrove.
101. In particolare deve essere noto che tutta la corrispondenza nel cielo è presso ilDivino Umano del Signore, perché il cielo trae la sua origine da Lui, ed Egli stesso è ilcielo, come è stato mostrato nel capitolo precedente. Perché se il Divino Umano nonfluisse in tutte le cose del cielo, ed in conformità delle corrispondenze, in tutte le cosedel mondo, nessun angelo e nessun uomo potrebbe esistere. Anche da ciò è evidente ilperché il Signore si è fatto Uomo, ed ha rivestito interamente il Suo Divino, dalla primaall’ultima cosa di Esso, con l’Umano. Questo è avvenuto perché il Divino Umano, da cuiil cielo esiste da prima della venuta del Signore nel mondo, non era più sufficiente asostenere tutte le cose, a causa del fatto che l’uomo aveva nel frattempo sovvertito edistrutto l’ordine. Quale fosse il Divino Umano prima della venuta del Signore, e qualefosse lo stato del cielo in quel tempo, può essere visto negli estratti inseriti dopo ilcapitolo precedente.
6495, 6598–6626).
102. Gli angeli sono stupiti quando apprendono che vi sono uomini i qualiattribuiscono tutte le cose alla natura, ignorando il Divino, e sostengono che il propriocorpo, in cui così tante meraviglie sono raccolte, sia frutto della natura. Ancor più essisono sbalorditi del fatto che la razionalità dell’uomo sia attribuita alla natura, eppurebasterebbe che gli uomini innalzassero un poco il loro spirito per realizzare che talieffetti non originano dalla natura ma dal Divino; e la natura è stata creatasemplicemente per rivestire lo spirituale e per mostrare una corrispondente formanell’ordine esteriore. Tali uomini, gli angeli li considerano alla stregua di gufi chevedono nell’oscurità, ma nella luce sono incapaci di vedere.
13C'è una corrispondenza del cielo
con tutte le cose del mondo
103. Cosa sia la corrispondenza è stato chiarito nel capitolo precedente, ed è statomostrato che ogni cosa e tutte le cose del corpo sono corrispondenze. Il passo successivoè mostrare che tutte le cose della terra, ed in generale tutte le cose dell’universo, sonocorrispondenze.
104. Tutte le cose della terra sono distinte in tre tipologie, denominate regni, vale adire il regno animale, il regno vegetale ed il regno minerale. Le cose del regno animalesono corrispondenze nel primo grado, in quanto viventi; le cose del regno vegetale sonocorrispondenze nel secondo grado, perché in esse vi è una mera crescita; le cose delregno minerale sono corrispondenze nel terzo grado, perché esse non sono viventi, né siaccrescono. Le cose del regno animale sono creature viventi di varia specie, sia quelleche camminano e strisciano sulla terra, sia quelle che volano nell’aria. Queste nonnecessitano di essere elencate in quanto sono ben note. Le corrispondenze nel regnovegetale sono con quelle cose che crescono e che abbondano in giardini, foreste, campi epraterie; queste anche non necessitano di essere elencate. Le corrispondenze nel regnominerale sono con i metalli più o meno nobili, con le pietre più o meno preziose, con lerocce di vario genere e con le acque. Inoltre queste cose predisposte attraverso l’attivitàumana per altri usi, sono ancora corrispondenze, come gli alimenti di ogni genere,l’abbigliamento, le abitazioni e gli altri edifici, e molte altre cose.
105. Anche le cose sopra la terra, come il sole, la luna e le stelle, e quellenell’atmosfera, quali le nuvole, la nebbia, la pioggia, i fulmini ed i tuoni sonougualmente corrispondenze. Le cose risultanti dalla presenza e dall’assenza del sole,come la luce e l’ombra, il calore ed il gelo, sono corrispondenze, così come quelle cheseguono in successione di lì, cioè le stagioni dell’anno e le cadenze del giorno.
106. In una parola, tutte le cose in natura, dalla minima alla più grande, sonocorrispondenze.76 Sono tali in quanto il mondo naturale e tutte le cose ad esso inerenti
76 Tutte le cose del mondo e dei suoi tre regni corrispondono alle cose che sono nel cielo, cioè le cose delmondo naturale corrispondono a quelle del mondo spirituale (nn. 1632, 1881, 2758, 2760–2763, 2987–3003,3213–3227, 3483, 3624–3649, 4044, 4053, 4116, 4366, 4939, 5116, 5377, 5428, 5477, 9280). Per mezzo dellecorrispondenze il mondo naturale è unito al mondo spirituale (n. 8615). Per questa ragione tutta la naturaè un teatro rappresentativo del regno del Signore (nn. 2758, 2999, 3000, 3483, 4938, 4939, 8848, 9280).
scaturiscono e sussistono quale effetto del mondo spirituale, ed entrambi i mondi, invirtù del Divino. Si dice sussiste in quanto ogni cosa sussiste a partire da quello in virtùdel quale trae la propria esistenza, essendo la sussistenza una perenne esistenza; eanche perché nulla esiste da sé, ma da ciò che la precede, cioè dal principio, e ove fosseseparata da questo, perirebbe e svanirebbe completamente.
107. Ogni cosa in natura che trae la sua esistenza e sussistenza in armonia con l’ordineDivino, è una corrispondenza. L’ordine Divino è determinato dal Divino bene chefluisce dal Signore. Esso ha origine in lui, e da lui fluisce attraverso i cieli nella lorosuccessione, e fino al mondo, terminando lì il suo corso, in ciò che è esteriore; ed ognicosa lì che è in armonia con l’ordine è una corrispondenza. Ogni cosa lì è in armonia conl’ordine, cioè, ciò che è bene e conforme all’uso, poiché ogni cosa è retta in relazione alsuo uso; mentre la sua forma è in relazione alla verità, essendo la verità, la forma delbene. E per questa ragione ogni cosa nel mondo intero ed in natura che sia conformeall’ordine Divino è in relazione al bene ed alla verità.77
108. Che tutte le cose nel mondo scaturiscano dal Divino, e siano rivestite in modo taleda permettere loro di esistere e di adempiere al loro uso ed alla loro corrispondenza, èevidente da quanto avviene in natura nel regno animale e nel regno vegetale. In ognunodi essi, ciascuno può scorgere, ragionando interiormente, cose che hanno la loro originenel cielo. A titolo esemplificativo, è noto che in ogni animale è per così dire innata unapeculiare conoscenza. Le api hanno un’abilità innata nel raccogliere il miele dai fiori, nelcostruire celle dalla cera, in cui immagazzinano il miele, provvedendo così al cibo per sestesse e per le loro famiglie, soprattutto quando incombe l’inverno. In modo che possaessere perpetrata la specie, la loro regina depone le uova, e le altre api sigillano le uovanelle celle e si prendono cura di esse. Le api vivono in una sorta di governo che sichiama istinto, attraverso il quale sono mantenute nell’alveare le api operaie, mentre ifuchi sono privati delle ali e cacciati; e inoltre, altra cosa mirabile impressa in loro dalcielo, la loro cera viene utilizzata ovunque dal genere umano per fabbricare candele, edil loro miele per addolcire gli alimenti.
[2] E ancora, quali meraviglie possono scorgersi nei vermi, le più infime creature delregno animale! Essi sanno come procurarsi il cibo dalla fibra delle foglie adatte a loro; epoi nel tempo stabilito si ricoprono di una sorta di rivestimento, ed entrano per così direin un grembo con il quale provvedono alla propria discendenza. Alcuni di essi sitrasformano in ninfe e crisalidi tessendo intorno a sé uno speciale filato. E alla fine diquesto travaglio esse dismettono il vecchio corpo e sono dotate di un nuovo corpo e diali con le quali volano nell’aria, come nel loro cielo, si accoppiano e depongono le uova,
77 Ogni cosa nell'universo, sia nel cielo, sia nel mondo, che è conforme all'ordine, è in relazione al bene edalla verità (nn. 2451, 3166, 4390, 4409, 5232, 7256, 10122); ed all'unione di questi, affinché sia qualcosa (n.10555).
provvedendo così alla loro posterità.
[3] Oltre a questi particolari casi, tutte le creature in generale che volano nell’ariaconoscono il cibo appropriato per il loro nutrimento, e sanno anche dove cercarlo;sanno anche come costruire i nidi, deporre le uova, covarle, allevare la prole, nutrirla edespellerla dal nido, quando questa ha raggiunto la maturità. Essi conoscono anche lespecie nemiche che debbono evitare e quelle amiche con le quali possono associarsi, equesto sin da piccoli; si tralasciano le meraviglie insite nell’uovo stesso, ove tutte le cosesono disposte nel loro ordine per la formazione ed il nutrimento del pulcino; oltre adinnumerevoli altre cose.
[4] Chiunque ragioni secondo la sapienza del proprio intelletto non potrà maisostenere che l’istinto abbia un’origine diversa dal mondo spirituale, che il naturale è ilrivestimento che si manifesta quale effetto essendo la causa nel mondo spirituale. Glianimali sulla terra e gli uccelli nel cielo nascono muniti della loro peculiare conoscenza,mentre gli uomini che sono di gran lunga superiori ad essi, ne sono privi; questo perchégli animali sono nell’ordine della loro vita, e come tali non sono in grado di distruggere,ciò che è in loro dal mondo spirituale, in quanto sono privi di una facoltà razionale;l’uomo invece, la cui ragione deriva dal mondo spirituale, avendo pervertito ciò che è inlui da tale mondo a causa di una vita condotta in opposizione all’ordine, che la suafacoltà razionale ha favorito, nasce necessariamente nell’ignoranza, per essere poicondotto attraverso mezzi Divini nell’ordine del cielo.
109. In che modo le cose del regno vegetale abbiano una corrispondenza può esserevisto attraverso molti esempi, come i semi di piccole dimensioni che crescono fino adiventare alberi, arricchiti dalle foglie, dai fiori e quindi dai frutti in cui ancoraricompaiono i semi, in modo che questa sequenza ha luogo in un ordine cosìmeraviglioso da non poter essere descritto in poche parole. Si potrebbero riempire interivolumi, eppure vi sarebbero ancora profondi arcani, correlati intimamente con il lorospecifico uso, che la scienza non sarebbe in grado di svelare. Poiché queste cose hannola loro origine nel mondo spirituale, cioè nel cielo, che possiede una forma umana(come è stato mostrato in precedenza) così in tutti i suoi particolari questo regno ha unadeterminata relazione con le cose che costituiscono l’uomo, come è noto presso alcuninel mondo erudito. Che tutte le cose in questo regno siano corrispondenze, mi è statoillustrato da una ricca esperienza. Spesso quando ero nei giardini ed osservavo glialberi, i frutti, i fiori e le piante, ho riconosciuto le loro corrispondenze nel cielo, ed hoparlato con quelli che erano in questi luoghi, e sono stato istruito sull’origine di questeapparenze.
110. Tuttavia nel tempo presente nessuno è in grado di conoscere le cose spirituali del
cielo, cui le cose del mondo naturale corrispondono, se non coloro che sono nel cielo,dato che la conoscenza delle corrispondenze è andata completamente perduta. Ma sonolieto di illustrare il carattere della corrispondenza delle cose spirituali con quellenaturali, attraverso alcuni esempi. Gli animali della terra corrispondono in generaleall’affezione, buona in animali miti e utili, e malvagia in quelli fieri e inservibili. Inparticolare il bestiame e la loro prole corrisponde alle affezioni dello spirito naturale;mentre gli uccelli, secondo la loro specie, corrispondono alle cose intellettuali dellanatura ovvero a quelle spirituali dell’anima.78 Per questa ragione vari animali, quali, ilbestiame, la loro prole, i montoni, le pecore, le capre, agnelli, piccioni e colombe, eranoconsacrati ad un uso sacro presso la chiesa israelita, che era una chiesa rappresentativa,nella quale venivano offerti in sacrificio ed olocausto, tali specie di animali. Perché essicorrispondono in quell’uso alle cose spirituali, e nel cielo queste sono intese secondo lerispettive corrispondenze. Inoltre gli animali, secondo i loro generi e specie, poichéhanno vita, sono affezioni; e la vita di ciascuno è unicamente in funzione dell’affezioneed in conformità con tale affezione; di conseguenza ogni animale ha un’innataconoscenza in conformità con l’affezione della propria vita. L’uomo rassomiglia aglianimali nella misura in cui il suo uomo naturale è attinente ad essi, è perciò nellinguaggio corrente è paragonato agli animali; per esempio se è mite è chiamato unapecora o un agnello, se è fiero è paragonato ad un orso o ad un lupo; se è astuto èparagonato ad una volpe o ad un serpente, e così via.
111. Vi è una simile corrispondenza nelle cose inerenti il regno vegetale. In generaleun giardino corrisponde all'intelligenza ed alla sapienza del cielo; e per questa ragione ilcielo è denominato il giardino di Dio o paradiso;79 e l'uomo lo chiama paradiso celeste.Gli alberi, secondo le loro specie, corrispondono alle percezioni e alle conoscenze delbene e della verità, che sono la sorgente dell'intelligenza e della sapienza. Per questo legenti antiche, che avevano familiarizzato con le corrispondenze, esercitavano il lorosacro culto nei frutteti;80 e per la stesso motivo gli alberi sono spesso nominati nellaParola, ed il cielo, la chiesa e l'uomo sono paragonati ad essi; ad esempio la vite, l'ulivo,il cedro e altri, e le opere buone fatte dagli uomini sono paragonate ai frutti. Anche gli
78 In virtù delle corrispondenze gli animali significano le affezioni; buone negli animali miti e utili, empienegli animali feroci ed inadatti ad alcun uso (nn. 41, 45, 46, 142, 143, 246, 714, 716, 719, 2179, 2180, 3519,9280); illustrato attraverso l'esperienza dal mondo spirituale (nn. 3218, 5198, 9090). L'influsso del mondospirituale nelle vite degli animali (nn. 1633, 3646). Il bestiame e la loro prole per corrispondenzasignificano le affezioni del mondo naturale (nn. 2180, 2566, 9391, 10132, 10407). Il significato della pecora(nn. 4169, 4809); e dell'agnello (nn. 3994, 10132). Le creature alate significano le cose intellettuali (nn. 40,745, 776, 778, 866, 988, 991, 5149, 7441); con le differenze inerenti i generi e le specie, dall'esperienza nelmondo spirituale (n. 3219).79 Per corrispondenza il giardino ed il paradiso significano l'intelligenza e la sapienza (nn. 100, 108);dall'esperienza (n. 3220). Tutte le cose che hanno una corrispondenza, hanno nella Parola lo stessosignificato (nn. 2896, 2987, 2989– 991, 3002, 3225).80 Gli alberi significano la percezione delle conoscenze (nn. 103, 2163, 2682, 2722, 2972, 7692). Per questomotivo i popoli antichi tenevano il culto divino nei frutteti sotto gli alberi, secondo le loro corrispondenze(nn. 2722, 4552). L'influsso del cielo nei soggetti del regno vegetale quali alberi e piante (n. 3648).
alimenti tratti dagli alberi e specialmente la mietitura del grano nei campi,corrispondono alle affezioni per il bene e per la verità, perché queste affezionialimentano la vita spirituale, come gli alimenti terreni alimentano la vita naturale;81 ed ilpane dal grano, in un significato generale, essendo l'alimento che maggiormentesostiene la vita, e poiché rappresenta tutti gli alimenti, corrisponde ad un'affezione pertutto il bene. È in virtù di questa corrispondenza che il Signore definisce se stesso ilpane della vita; e che le ceste di pane hanno un uso sacro nella chiesa israelita, essendoriposte nel tabernacolo e denominate il pane dei volti; anche il culto Divino compiutocon sacrifici e olocausti era definito, pane. Inoltre, è in ragione di ciò che l'atto più sacrodel culto cristiano è la Santa Cena nella quale è offerto il pane ed il vino.82 Da questipochi esempi si può scorgere la natura delle corrispondenze.
112. Vanno spese alcune parole per esporre come si compie la congiunzione del cielocon il mondo per mezzo delle corrispondenze. Il regno del Signore è un regno di fini, iquali sono gli usi; o, il che è lo stesso, è un regno di usi, i quali sono i fini. Per questomotivo l'universo è stato così creato dal Divino affinché gli usi potessero essereovunque rivestiti, in modo da manifestarsi in atto o negli effetti, prima nel cielo e poinel mondo, dunque per gradi e in successione, fino alle cose esteriori della natura.Evidentemente, la corrispondenza delle cose naturali con quelle spirituali, o del mondocon il cielo, avviene attraverso gli usi, e gli usi sono ciò che congiunge; e le forme in cuigli usi sono rivestiti sono corrispondenze e congiunzioni delle rispettive sfere. Nellanatura del mondo, nel suo regno tripartito, tutte le cose che esistono in conformitàdell'ordine sono forme di usi, o effetti formati dagli usi, per gli usi, e questo è perché innatura le cose sono corrispondenze. E nel caso dell'uomo, nella misura in cui egli èconforme all'ordine Divino, cioè nella misura in cui egli è nell'amore per il Signore enella carità verso il prossimo, le sue azioni hanno la forma degli usi e dellecorrispondenze, e per mezzo di queste egli è congiunto con il cielo. Amare il Signore edil prossimo, significa in generale adempiere agli usi.83 Inoltre deve essere compreso che
81 Per corrispondenza i cibi significano le cose che apportano nutrimento alla vita spirituale (nn. 3114,4459, 4792, 4976, 5147, 5293, 5340, 5342, 5410, 5426, 5576, 5582, 5588, 5655, 5915, 6277, 8562, 9003).82 Il pane significa ogni bene che nutre la vita spirituale dell'uomo (nn. 2165, 2177, 3478, 3735, 3813, 4211,4217, 4735, 4976, 9323, 9545, 10686). Tale era il significato delle pagnotte che erano sul tavolo neltabernacolo (nn. 3478, 9545). I sacrifici in generale erano denominati pane (n. 2165). Il pane include tutti icibi (n. 2165). Dunque esso significa ogni nutrimento celeste e spirituale (n. 276, 680, 2165, 2177, 3478,6118, 8410).83 Ogni bene ha il suo piacere e la sua qualità dall'uso (n. 3049, ed in conformità dell'uso; perciò come è l'uso, taleè il bene (nn. 3049, 4984, 7038). La vita angelica consiste nei beni dell'amore e della carità, cioè,nell'adempiere agli usi (n. 454). Il Signore, e di conseguenza gli angeli, in relazione all'uomo, tengono inconsiderazione unicamente i fini, che sono gli usi (nn. 1317, 1645, 5854). Il regno del Signore è il regnodegli usi, cioè, dei fini (nn. 454, 696, 1103, 3645, 4054, 7038). Servire il Signore è adempiere agli usi (n.7038). Ogni singola cosa nell'uomo è stata formata per l'uso (nn. 3626, 4104, 5189, 9297); e dall'uso, cioèl'uso è antecedente alle forme organiche nell'uomo, attraverso cui l'uso è realizzato; perché l'uso provienedal Signore attraverso il cielo (nn. 4223, 4926). Inoltre l'interiore dell'uomo, che costituisce la sua mente,quando egli raggiunge l'età matura, è formato dall'uso e per l'uso (nn. 1964, 6815, 9297). Di conseguenzal'uomo è tale quali sono gli usi in lui (nn. 1568, 3570,4054, 6571, 6935, 6938, 10284). Gli usi sono i fini (nn.
l'uomo è il mezzo attraverso il quale il mondo naturale ed il mondo spirituale sonocongiunti, cioè l'uomo è il mezzo di congiunzione, in quanto in lui vi è un mondonaturale ed un mondo spirituale (si veda sopra n. 57); di conseguenza, nel grado in cuil'uomo è spirituale, nella stessa misura egli è un mezzo di congiunzione; e nel grado incui l'uomo è naturale e non spirituale, nella stessa misura egli non è un mezzo dicongiunzione. Ciò nondimeno, aldilà della capacità dell'uomo di essere tramite,l'influsso Divino scorre nel mondo e nelle cose inerenti l'uomo nel mondo, ma non nellasua facoltà razionale.
113. Poiché tutte le cose che sono conformi all'ordine Divino corrispondono al cielo,parimenti, tute le cose opposte all'ordine Divino corrispondono all'inferno. Tutte le coseche corrispondono al cielo sono in relazione con il bene e la verità; e tutte le cose checorrispondono all'inferno sono in relazione con il male e la falsità.
114. È opportuno che sia fatto qualche cenno alla conoscenza delle corrispondenze edal suo uso. È stato detto sopra che il mondo spirituale, cioè il cielo, è congiunto con ilmondo naturale attraverso le corrispondenze; perciò attraverso le corrispondenze èassicurata all’uomo la comunicazione con il cielo. Perché gli angeli del cielo nonpensano attraverso le cose naturali, come fanno gli uomini; ma quando l’uomoacquisisce questa conoscenza è in grado, in relazione ai pensieri del suo spirito, diessere associato agli angeli, e quindi in relazione al suo spirituale, o uomo interiore, diessere congiunto a loro. Affinché vi possa essere tale congiunzione del cielo pressol’uomo, la Parola è stata scritta completamente per corrispondenze, essendo ognisingola cosa in essa, corrispondenza.84 Se l’uomo dunque avesse la conoscenza dellecorrispondenze, comprenderebbe il senso spirituale della Parola, e in virtù di ciòavrebbe accesso agli arcani, di cui nulla è percettibile attraverso il mero senso letteraledella Parola. Perché vi è in significato letterale inerente le cose del mondo, ed unsignificato spirituale inerente le cose del cielo. E perché la Parola, la quale fin nel piùpiccolo iota è una corrispondenza, è affidata all’uomo affinché la congiunzione con ilcielo si realizzi attraverso le corrispondenze.85
115. Sono stato istruito dal cielo sul fatto che le genti più antiche sulla terra, che eranouomini celesti, pensavano attraverso le corrispondenze, essendo le cose naturali innanziai loro occhi, utili al fine di ragionare in modo simile agli angeli. E che essi potevanodunque essere in compagnia con gli angeli e conversare con essi perché per loro mezzoil cielo era congiunto con il mondo. Per questo motivo tale periodo è stato denominato
3565, 4054, 4104, 6815). L'uso è il principio ed il fine, dunque tutto dell'uomo (n. 1964).84 La Parola è stata scritta completamente in base alle corrispondenze (n. 8615). Per mezzo della Parolal'uomo è unito al cielo (nn. 2899, 6943, 9396, 9400, 9401, 10375, 10452).85 Riguardo al significato spirituale della Parola si veda il breve lavoro Cavallo Bianco citato nellaRivelazione.
Età dell’Oro, di cui è detto dagli antichi scrittori che gli abitanti del cielo dimoravanopresso gli uomini ed erano associati ad essi, come tra amici. Poi è seguito un periodo incui gli uomini pensavano non attraverso le stesse corrispondenze, ma dalla conoscenzadelle corrispondenze, ed anche in questo caso vi era una congiunzione del cielo conl'uomo, ma meno intima della precedente. Questo periodo era denominato Etàdell'Argento. Dopo si sono succedute generazioni di uomini che pur avendo laconoscenza delle corrispondenze non ragionavano in base ad esse, perché erano nelbene naturale, a differenza dei loro antenati che invece erano nel bene spirituale. Questoperiodo era denominato Età del Rame. Dopo di ciò l'uomo è divenuto gradualmenteesteriore ed infine corporeo, e quindi la conoscenza delle corrispondenze è andatacompletamente perduta, e con essa la conoscenza del cielo e di molte altre cose ad essopertinenti. È in virtù della corrispondenza che questi periodi storici sono statidenominati età dell'oro, dell'argento e del rame,86 per il fatto che per corrispondenza,l'oro rappresenta il bene celeste, nel quale erano le genti più antiche, l'argento, il benespirituale, in cui erano le popolazioni che seguirono alle prime, ed il rame il benenaturale, in cui erano i posteri; mentre il ferro, da cui l'ultima era prende il nome,significa la verità allo stato grezzo, separata dal bene.
86 L'oro in virtù della corrispondenza, significa il bene celeste (nn. 113, 1551, 1552, 5658, 6914, 6917, 9510,9874, 9881). L'argento significa il bene spirituale, cioè, la verità da un'origine celeste (nn. 1551, 1552, 2954,5658). Il rame significa il bene naturale (nn. 425, 1551). Il ferro significa la verità nella parte più esterioredell'ordine (nn. 425, 426).
14Il sole nel cielo
116. Nel cielo il sole del mondo non è visibile, e neppure ogni altra cosa inerente quelsole, in quanto completamente naturale. Perché la natura prende le mosse da quel sole,e ogni cosa prodotta per mezzo di esso è denominata naturale. Viceversa lo spirituale,che appartiene al cielo, è al di sopra della natura e completamente distinto dal naturale;e non vi è comunicazione fra i due, eccetto che attraverso le corrispondenze. Quale sia ladistinzione tra essi può essere compreso da ciò che è stato già esposto circa i gradi (n.38), e quale sia la comunicazione, da ciò che è stato detto nei due paragrafi precedenti,circa le corrispondenze.
117. Sebbene il sole del mondo non sia visibile nel cielo, ciò nondimeno vi è un sole lì,con la sua luce, il suo calore e molte altre cose ad esso inerenti, aventi un'originedifferente; dato che le cose nel cielo sono spirituali, mentre quelle del mondo sononaturali. Il sole del cielo è il Signore; la luce ivi è la Divina verità, ed il calore ivi è ilDivino bene che procede dal Signore in quanto sole. Questa è l'origine di tutte le coseche procedono nei cieli. Della luce, del calore e delle cose di lì esistenti nei cieli, sitratterà nei seguenti capitoli. Nel presente capitolo si tratterà esclusivamente di quelsole. Nel cielo il Signore appare come un sole perché egli è Divino amore, da cui tutte lecose spirituali traggono la loro esistenza; e attraverso il sole del mondo naturale, tutte lecose naturali, traggono la loro esistenza. Quell'amore è ciò che risplende come un sole. 118. Che il Signore appaia effettivamente nel cielo come un sole, non solo l'ho uditodagli angeli, ma talvolta mi è stato permesso di vederlo; perciò quanto io ho udito evisto riguardo al Signore in quanto sole, sono lieto di esporlo in poche parole. Il Signoreappare come un sole, non nel cielo, ma in alto sopra i cieli; e non appare sopra la testa aperpendicolo, o allo zenit, bensì davanti al volto degli angeli, a mezza altezza. Egliappare ad una considerevole distanza in due luoghi, innanzi all'occhio destro e innanziall'occhio sinistro. Appare innanzi all'occhio destro, incandescente e di dimensioneanaloga a quella del sole del mondo. Innanzi all'occhio sinistro non appare come unsole, ma con una luna, di un bianco risplendente, di dimensioni simili alla nostra luna,ma più intensamente luminosa, e circondata da una sorta di piccole lune dello stessocandore e lucentezza. il Signore appare in queste due modalità perché ogni personavede il Signore secondo la qualità della sua ricezione; quindi egli appare in un modopresso quelli che lo ricevono nel bene dell'amore, e in un altro presso quelli che loricevono nel bene della fede. Ai primi appare come un sole ardente e fiammeggiante,
secondo la loro ricezione del Signore; questi sono nel regno celeste; agli altri invece chelo ricevono nel bene della fede, appare come una luna, candida e brillante secondo laloro ricezione di lui; e questi sono nel regno spirituale.87 È per questo che il benedell'amore corrisponde al fuoco; e in senso spirituale il fuoco è l'amore; ed il bene dellafede corrisponde alla luce, e nel senso spirituale la luce è la fede.88 Ed il Signore appareinnanzi agli occhi, perché l'interiore, che appartiene allo spirito, vede attraverso gliocchi; per mezzo del bene dell'amore, dall'occhio destro, e per mezzo del bene dellafede dall'occhio sinistro;89 poiché presso gli angeli e anche presso gli uomini tutto ciòche è a destra corrisponde al bene da cui la verità è tratta, e tutto ciò che è a sinistracorrisponde alla verità attraverso il bene.90 Il bene della fede nella sua essenza è veritàattraverso il bene.
119. È per questo che nella Parola il Signore, riguardo all'amore è paragonato al sole, erispetto alla fede è paragonato alla luna; e anche che il sole rappresenta l'amore dalSignore e per il Signore e la luna rappresenta la fede dal Signore e nel Signore, come neiseguenti passi:
La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più,come la luce di sette giorni (Isaia 30:26)
Quando cesserai di vivere, coprirò i cieli e oscurerò le stelle ivi; velerò il sole di nubi ela luna non brillerà. Oscurerò tutti gli astri del cielo su di te e stenderò sulla tua terra le tenebre(Ezechiele 32:78)
Oscurerò il sole al suo sorgere e la luna non diffonderà la sua luce (Isaia 13:10)
Il sole e la luna si oscureranno e le stelle cesseranno di brillare; il sole si cambierà intenebre e la luna in sangue (Gioele 2:10,32)
Il sole diverrà nero come sacco di crine, la luna diverrà tutta simile al sangue, le stelle
87 Il Signore appare nel cielo come un sole, ed è il sole del cielo (nn. 1053, 3636, 3643, 4060). Il Signoreappare come un sole a coloro che sono nel suo regno celeste, ove regna l'amore per lui; ed appare comeuna luna a coloro che sono nel suo regno spirituale, ove regnano la carità verso il prossimo e la fede (nn.1521, 1529–1531, 1837, 696). Il Signore appare come un cielo a mezza altezza davanti all'occhio destro, ecome una luna, davanti all'occhio sinistro (nn. 1053, 1521, 1529–1531, 3636, 3643, 4321, 5097, 7078, 7083,7173, 7270, 8812, 10809). Il Signore appare come un sole e come una luna (nn. 1531, 7173). Il Divino delSignore stesso è molto al di sopra del suo Divino nel cielo (nn. 7270, 8760). 88 Il fuoco nella Parola significa amore, inteso sia come amore celeste, sia come amore infernale (nn. 934, 4906,5215). Il fuoco sacro o celeste significa il Divino amore (nn. 934, 6314, 6832). Il fuoco Infernale significal'amore di sé e l'amore del mondo ed ogni lussuria derivante da quegli amori (nn. 1861, 5071, 6314, 6832,7575, 10747). L'amore è il fuoco della vita, e la vita stessa deriva realmente da lì (nn. 4906, 5071, 6032,6314). La luce significa la verità della fede (nn. 3195, 3485, 3636, 3643, 3993, 4302, 4413, 4415, 9548, 9684). 89 La vista dell'occhio sinistro corrisponde alla verità dalla fede, e la vista dell'occhio destro corrispondeai loro beni (nn. 4410, 6923).90 Le cose alla destra dell'uomo sono in relazione con il bene, da cui discende la verità, e quelle alla suasinistra, alla verità dal bene (nn. 9495, 9604).
del cielo si abbatteranno sopra la terra (Apocalisse 6:12)
Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più lasua luce, e gli astri cadranno dal cielo (Matteo 24:29)
E altrove. In questi passi il sole significa l’amore, e la luna, la fede, e le stelle, leconoscenze del bene e della verità.91 Di questi è detto che si oscurano, che perdono laloro luce e che cadono dal cielo, per intendere che sono venuti meno. Che il Signoreappaia come il sole nel cielo è evidente anche dal suo aspetto quando si trasfiguròdavanti a Pietro, Giacomo e Giovanni:
Il suo volto brillò come il sole (Mt. 17:2)
Questi discepoli dunque, videro il Signore quando questi ebbe dismesso il suo corpo, edera nella luce del cielo. È per questa corrispondenza che le genti antiche, presso cuiesisteva una chiesa rappresentativa, si rivolgevano verso il sole, a oriente, quando eranonell’adorazione del Divino; e per la stessa ragione essi disponevano i loro tempi,orientandoli verso levante.
120. Volendo fare un paragone con il sole del mondo naturale, il Divino amore èsimile ad esso nella sua apparenza nel cielo, ma di gran lunga più ardente di questo. Pertale ragione il Signore in quanto sole, non può fluire direttamente nei cieli senza mezziche si interpongano ad esso; così l’ardore del suo amore è gradualmente temperato, nelpercorso. Questa moderazione appare nella forma di corone circolari intorno al sole;inoltre gli angeli sono velati da una sottile aura protettiva che impedisce che sianodanneggiati dall’influsso.92 Per questa ragione i cieli sono più o meno vicini inconformità della ricezione. Essendo i cieli più elevati nel bene dell’amore, sono piùvicini al Signore in quanto sole; ed i cieli inferiori, essendo nel bene della fede, sono piùdistanti da lui. Mentre quelli che non sono nel bene, cioè quelli che sono nell’inferno,sono profondamente lontani, a distanze differenti secondo la loro opposizione al bene.93
91 Le stelle e le costellazioni nella Parola significano le conoscenze del bene e della verità (nn. 2495, 2849,4697).92 Cosa sia l'amore Divino e quale sia la sua grandezza è illustrato attraverso il paragone con il fuoco delsole del mondo (nn. 6834, 6849, 8644). Il Divino amore del Signore è l'amore verso l'intero genere umanofinalizzato alla sua salvezza (nn. 1820, 1865, 2253, 6872). L'amore che procede originariamente dal fuocodell'amore del Signore non entra nel cielo ma appare nell'immagine di cinture luminose intorno al sole (n.7270). Gli angeli sono velati da una sorta di nube sottile per evitare che possano subire danni dal fluiredell'amore fiammeggiante (n. 6849).93 La presenza del Signore presso gli angeli è in diretta relazione con la loro ricezione del bene dell'amoree della fede da Lui (nn. 904, 4198, 4320, 6280, 6832, 7042, 8819, 9680, 9682, 9683, 10106, 10811). Il Signoreappare a ciascuno in conformità di ciò che ciascuno è (nn. 1861, 3235, 4198, 4206). Gli inferni sono distantidai cieli perché lì nessuno può sopportare la presenza del Divino amore dal Signore (nn. 4299, 7519, 7738,7989, 8137, 8265, 9327). Per questa ragione gli inferni sono molto lontani dai cieli, e questo è il grandeabisso (nn. 9346, 10187).
121. Quando il Signore appare nel cielo, il che accade spesso, egli non appareracchiuso nel sole, ma nella forma di un angelo, seppure distinto dagli angeli in virtùdel Divino che risplende attraverso il suo volto, dato che Egli non è lì presente inpersona; perché nella sua persona il Signore è perennemente circondato dal suo sole, edappare così quindi alla vista del cielo. Nel cielo sovente accade che le persone appaianopresenti in luogo ove cade lo sguardo, anche quando questo luogo è a grande distanzadal posto in cui effettivamente quelle persone si trovino. Questa presenza è denominatala presenza della vista interiore, di cui si tratterà oltre. Ho anche visto il Signore al difuori dal sole, in una forma angelica, leggermente al di sotto del sole; ed anche piùvicino in una simile forma, ed una volta, in mezzo agli angeli nella forma di unafiamma ardente.
122. Il sole del mondo appare agli angeli in una densa oscurità, opposto al sole delcielo, e la luna ugualmente in una densa oscurità, opposta alla luna del cielo, e questoperennemente; perché l’ardore del mondo corrisponde all’amore di sé, e la sua lucecorrisponde a ciò che è falso da quell’amore; e l’amore di sé è contrapposto all’amoreDivino; e ciò che è falso, da quell’amore, è contrapposto alla Divina verità; e ciò che ècontrapposto al Divino amore ed alla Divina verità, appare agli angeli in una densaoscurità. Perciò nella Parola, adorare il sole e la luna di questo mondo e inchinarsidavanti a loro significa amare se stessi e le falsità che scaturiscono dall’amore di sé, ed èdetto che coloro che agiscono così saranno sterminati (Deut. 4:19; 16:3–5; Ger. 8:1, 2; Ez.8:15, 16, 18; Ap. 16:8; Mt. 13:6).94
123. Essendo dal Divino amore che è in Lui e che procede da Lui, che il Signore apparecome un sole, tutti nei cieli sono rivolti costantemente verso di Lui; quelli nel regnoceleste verso di Lui in quanto sole, e quelli nel regno spirituale, verso di Lui, in quantoluna. Quelli che invece sono nell’inferno sono rivolti verso l’oscurità e la più fittaoscurità, vale a dire che essi voltano le spalle al Signore; e per la ragione che tuttinell'inferno sono nell'amore di sé e del mondo, essi sono contrapposti al Signore. Quelliche si rivolgono verso la densa oscurità ove è ubicato il sole del mondo, sono negliinferni più profondi e sono chiamati geni; quelli che si rivolgono verso l'oscurità ove èubicata la luna del mondo, sono negli inferni superiori, e sono chiamati spiriti infernali.È così perché quelli che sono negli inferni sono nell'oscurità, quelli nei cieli, nella luce;oscurità significa falsità dal male, mentre luce significa verità dal bene. Essi sono rivoltisu se stessi perché nell'altra vita guardano verso ciò che governa il loro interiore, vale adire il loro amore; e presso gli angeli e gli spiriti è l'interiore che determina il volto. Nel
94 Il sole del mondo non è visibile agli angeli, e al suo posto appare qualcosa di oscuro e opposto al soledel cielo, che è il Signore (nn. 7078, 9755). In senso opposto il sole significa l'amore di sé (n.2441); ed inquesto senso, adorare il sole significa adorare ciò che è contrario all'amore celeste o al Signore (nn. 2441,10584). A coloro che sono negli inferni il sole del cielo appare come densa oscurità (n. 2441).
mondo spirituale gli scenari non sono fissi come nel mondo naturale, ma sonodeterminati dal volto. In rapporto al suo spirito l'uomo si orienta in maniera conformead esso, volgendo le spalle al Signore se è nell'amore di sé e del mondo, o rivolgendosiverso il Signore se è nell'amore per Lui e per il prossimo. Tuttavia, l'uomo ignora questacircostanza in quanto è nel mondo naturale ove lo scenario è determinato dal sorgere edal calare del sole. E poiché questo non può essere facilmente compreso dall'uomo, saràillustrato più chiaramente, oltre, ove si tratterà degli scenari, dello spazio e del temponel cielo.
124. Poiché il Signore è il sole del cielo e ogni cosa che è conforme a Lui, è orientataverso di Lui, egli è anche il centro comune e l'origine di tutte le direzioni edeterminazioni.95 Così pure, tutte le cose che sono sotto di Lui, sono nella sua presenza esotto la sua egida, sia nei cieli, sia nelle terre.
125. Da quanto è stato detto ed illustrato finora circa il Signore, si può comprenderecon chiarezza che: Egli è il Dio del cielo (nn. 26). È il suo Divino che forma il cielo (nn.712). Il Divino del Signore nel cielo è amore verso Lui e verso il prossimo (nn. 1319).C'è una corrispondenza di tutte le cose del mondo con il cielo, e attraverso il cielo, con ilSignore (nn. 87115). E anche che il sole e la luna sono corrispondenze (n. 105).
95 Il Signore è il centro comune a coloro che volgono lo sguardo verso tutte le cose del cielo (nn. 3633, 3641).
15La luce e il calore nel cielo
126. Che vi sia la luce nel cielo, quelli che ragionano in modo meramente naturale nonsono in grado di comprenderlo. E nondimeno, tale luce nei cieli supera di gran lunga laluce di mezzogiorno nel mondo. Spesso ho visto quella luce, anche di sera e di notte.Dapprincipio ero meravigliato nell'udire dagli angeli che la luce del mondo non è cheuna piccola ombra se paragonata alla luce del cielo; poi avendo io visto questo, possotestimoniare che è così. La lucentezza e lo splendore del cielo sono tali che non possonoessere descritti. Tutte le cose che ho visto nel cielo, le ho viste in quella luce, dunque piùchiaramente e distintamente di qualunque altra cosa nel mondo.
127. La luce del cielo non è una luce naturale, come la luce del mondo, ma una lucespirituale, perché procede dal Signore in quanto sole, e quel sole è il Divino amore(come è stato mostrato in precedenza). Ciò che procede dal Signore in quanto sole neicieli e denominato Divina verità, ma nella sua essenza è Divino bene congiunto allaDivina verità. Da ciò gli angeli hanno la luce ed il calore, la luce dalla Divina verità, ed ilcalore dal Divino bene. Siccome la luce del cielo, ed anche il calore di lì hanno questaorigine, è chiaro da ciò che sono spirituali e non naturali.96
128. La Divina verità è luce per gli angeli perché gli angeli sono spirituali e nonnaturali. Gli esseri spirituali, e quelli naturali vedono rispettivamente attraverso il lorosole, spirituale ovvero naturale. È dalla Divina verità che gli angeli sono dotati dellacapacità d'intendere, e tale capacità è la loro vista interiore, che fluisce e produce la lorovista esteriore; quindi nel cielo chiunque sia visto attraverso il Signore in quanto sole, èvisto nella luce.97 Essendo questa l'origine della luce nel cielo, essa varia in rapporto conla ricezione della Divina verità, dal Signore o, il che è lo stesso, in relazioneall'intelligenza ed alla sapienza, in cui sono gli angeli, dunque in misura differente nelregno celeste e nel regno spirituale, ed in ciascuna società. Nel regno celeste la luceappare fiammeggiante in quanto lì gli angeli ricevono la luce dal Signore in quanto sole;e nel regno spirituale la luce è di un bianco scintillante, perché gli angeli lì ricevono laluce dal Signore in quanto luna (si veda sopra n. 118). Allo stesso modo la luce èdifferente nelle varie società, e all'interno di ogni società, poiché quelli che sono nelcentro sono in una luce maggiore di quelli che sono nella periferia (si veda il n. 43). In
96 Tutta la luce nei cieli viene dal Signore in quanto sole (nn. 1053, 1521, 3195, 3341, 3636, 3643, 4415, 9548,9684, 10809). La Divina verità che procede dal Signore appare nel cielo come luce, e fornisce tutta la lucedel cielo (nn. 3195, 3222, 3223, 5400, 8644, 9399, 9548, 9684). 97 La luce del cielo illumina sia la vista sia l'intelletto di angeli e spiriti (nn. 2776, 3138).
una parola risplendono di una luce di intensità corrispondente al grado in cui sonodepositari della Divina verità, cioè nella misura in cui sono nell'intelligenza e nellasapienza, dal Signore;98 è per questo che gli angeli del cielo sono chiamati angeli di luce.
129. Siccome il Signore è Divina verità, e la Divina verità ivi è luce, così nella Parolaegli è chiamato Luce, e così pure, tutta la verità è da Lui, come nei seguenti passi:
Gesù disse, Io sono la luce del mondo; chi mi segue, non camminerà nelle tenebre,ma avrà la luce della vita (Giovanni 8:12)
Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo (Giovanni 9:5)
Gesù disse, Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete laluce, perché non vi sorprendano le tenebre. Mentre avete la luce credete nella luce in modo chepossiate diventare figli della luce. Io sono venuto per portare la luce nel mondo, e affinché chiunquecrede in me non dimori nell'oscurità (Giovanni 12:35, 36, 46)
La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato l'oscurità piuttosto che laluce (Giovanni 3:19)
Giovanni disse del Signore:
Questa è la vera luce che illumina ogni uomo (Giovanni 1:9)
La gente che dimora nell'oscurità ha visto una grande luce, ed a coloro chedimoravano nell'ombra della morte è apparsa la luce (Mt. 4:16)
Io, il Signore, ti ho dato come alleanza dei popoli e luce delle nazioni (Is. 42:6)
Io, il Signore, ho stabilito te quale luce delle nazioni, affinché tu possa portare lasalvezza fino agli estremi confini del mondo (Isa. 49:6)
Le nazioni che si salveranno, cammineranno nella sua luce (Ap. 21:24)
Dammi la tua luce e la tua verità; e concedi che esse siano la mia guida (Salmi 43:3)
In questi e altri passi il Signore è chiamato luce dalla Divina verità che procede da Lui; ela verità stessa è ugualmente chiamata luce. Perché la luce del cielo procede dal Signorein quanto sole, così quando Egli si trasfigurò davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni:
98 La luce del cielo è in armonia con l'intelligenza e la sapienza degli angeli (nn. 1524, 1529, 1530, 3339). Levariazioni della luce del cielo sono tante quante sono le società angeliche; e siccome nei cieli vi èun'infinita varietà del bene e della verità, vale lo stesso per la sapienza e l'intelligenza (nn. 684, 690, 3241,3744, 3745, 4414, 5598, 7236, 7833, 7836).
Il suo volto brillava come il sole, ed era vestito di bianco come la luce (Mt. 17:2)
Ed i suoi abiti divennero luminosi, di un bianco sfavillante come la neve, di uncandore mai visto sulla terra (Marco 9:3; Mt. 17:2)
Gli abiti del Signore avevano questa apparenza perché essi rappresentavano la Divinaverità, che procede da lui nei cieli, abiti nella Parola significa anche verità,99 quindi nellaParola si dice in Davide:
Ti avvolgi nella luce come un manto (Salmi, 104:2)
130. Che la luce del cielo sia spirituale e che questa luce sia la Divina verità, lo si puòdedurre anche dal fatto che gli uomini al pari degli angeli sono dotati della lucespirituale, e ricevono l’illuminazione da quella luce, così come ricevono l’intelligenza ela sapienza dalla Divina verità. La luce spirituale dell’uomo è la luce del suo intelletto, egli oggetti di quella luce sono le verità, che egli dispone analiticamente in gruppi, formee ragioni, dai quali tira conclusioni ordinate in serie.100 L’uomo naturale ignora che laluce da cui l’intelletto distingue tali oggetti, è una luce reale, perché non la vede con isuoi occhi, né la percepisce con la sua ragione. Tuttavia in molti riconoscono questa lucee la distinguono dalla luce naturale in cui sono coloro che ragionano in sensomeramente naturale anziché spirituale. Quelli che ragionano naturalmente e chetengono in considerazione esclusivamente le cose mondane, attribuiscono tutto allanatura; mentre quelli che ragionano spiritualmente e tengono in considerazione il cielo,attribuiscono tutte le cose al Divino. Spesso mi è stato permesso di percepire e anche divedere che lì vi è una luce autentica che illumina lo spirito, totalmente diversa dalla lucecosiddetta naturale. Io sono stato elevato interiormente in quella luce, in modograduale; e mentre ero elevato il mio intelletto diveniva così illuminato da permettermidi percepire ciò che prima non ho mai percepito, fino a cose che non ero in grado dicomprendere attraverso il pensiero nella luce naturale. Qualche volta mi sono risentitodel fatto che non riuscivo a comprendere queste cose che ora mi risultano evidenti nellaluce celeste.101 Siccome c’è una luce che appartiene all’intelletto, le stesse cose sono dette
99 Nella Parola abiti significa verità, perché le verità rivestono il bene (nn. 1073, 2576, 5248, 5319, 5954, 9216,9952, 10536). Gli abiti del Signore quando egli fu trasfigurato, significavano la Divina verità che procededal suo Divino amore (n. 9212, 9216).100 L'uomo è razionale perché è illuminato dalla luce del cielo (nn. 1524, 3138, 3167, 4408, 6608, 8707,9128, 9399, 10569). L'intelletto è illuminato perché è un ricettacolo della verità (nn. 6222, 6608, 10659).L'intelletto è illuminato nella misura in cui riceve la verità dal bene, dal Signore (n. 3619). L'intelletto ètale quali sono le verità dal bene, da cui è costituito (n. 10064). L'intelletto riceve la luce dal cielo, cosìcome la vista riceve la luce dal mondo (nn. 1524, 5114, 6608, 9128). La luce del cielo, dal Signore è semprepresente presso l'uomo, ma essa fluisce in lui solo nella misura in cui l'uomo è nella verità, attraverso ilbene (nn. 4060, 4214).101 Quando l'uomo è elevato al di sopra di ciò che è sensuale, perviene ad una luce più mite. Ed infine, alla luce delcielo (nn. 6313, 6315, 9407). Quando l'uomo è elevato nell'intelligenza, vi è una reale elevazione nella lucedel cielo (n. 3190). Ho percepito quanto intensa fosse quella luce, quando sono stato distolto dalle ideemondane (nn. 1526, 6608).
come riferendosi agli occhi, perché si vede e si comprende se si è nella luce, mentrenell’oscurità e nell’ombra non si vede né si percepisce alcunché.
131. Essendo la luce del cielo Divina verità, quella luce è anche Divina sapienza eintelligenza; perciò essere elevati nella luce del cielo significa essere elevatinell’intelligenza e nella sapienza ed essere illuminati. Per questo motivo gli angelihanno la luce nello stesso grado in cui sono dotati di intelligenza e sapienza. In virtù delfatto che quella luce è Divina sapienza, in quella stessa luce è riconoscibile il carattere diciascuno. L’interiore di ciascuno è visibile nel volto, nella sua autenticità, senza chenulla resti nascosto. E gli angeli desiderano che tutto ciò che li riguarda resticompletamente visibile, poiché essi non mirano ad altro se non al bene. Diverso è percoloro che dimorano al di sotto del cielo, i quali non desiderano il bene, ed hanno pauradi essere osservati nella luce del cielo. Ed è degno di nota il fatto che mentre chi ènell’inferno appare ad un suo simile come un uomo, nella luce del cielo essi appaionoentrambi come mostri con volti e corpi orribili, esattamente nella forma del male loroproprio.102 Rispetto al suo spirito l’uomo appare alla vista degli angeli nello stessomodo; se retto, come un uomo attraente e con lineamenti conformi al proprio bene; semalvagio come un mostro, con deformità conformi al proprio male. Da ciò è chiaro chenella luce del cielo, tutte le cose si manifestano nella loro genuinità, per la ragione che laluce del cielo è Divina verità.
132. Poiché la Divina verità è la luce nei cieli, tutte le verità, ovunque si trovino, sianegli angeli, sia fuori di essi, sia nei cieli sia al di fuori di essi, emettono luce. Tuttavia leverità fuori dai cieli non sono così luminose come quelle dentro i cieli; esse sono freddecome la luce che riflette sulla neve, prive di calore, perché non traggono la loro essenzadal bene, come la verità che riluce nel cielo; perciò quella luce fredda svanisce nonappena giunge su di essa la luce del cielo, e se in essa vi è qualcosa di malvagio, essa sitrasforma in oscurità, cosa che talvolta ho potuto vedere in merito ad altre mirabili coseinerenti lo splendore della verità, che qui devono essere omesse.
133. È opportuno ora fare qualche cenno al calore del cielo. Il calore nella sua essenzaè amore. Esso procede dal Signore in quanto sole, cioè il Divino amore nel Signore e dalSignore, come è stato mostrato nel precedente capito. È evidente dunque che il caloredel cielo, come la luce del cielo, è spirituale, in quanto proveniente dalla stessasorgente.103 Vi sono due cose che procedono dal Signore in quanto sole, la Divina veritàed il Divino bene; la Divina verità si manifesta nel cielo con la luce, ed il Divino bene
102 Quelli che sono negli inferni, sono nella luce loro propria, che è simile alla luce dei carboni ardenti,appaiono alla loro vista come uomini; ma nella luce del cielo essi appaiono come mostri (nn. 4531, 4533,4674, 5057, 5058, 6605, 6626).103 Ci sono due sorgenti di calore e anche due sorgenti di luce, il sole del mondo ed il sole del cielo (nn.3338, 5215, 7324).
con il calore; e nondimeno Divina verità e Divino bene sono talmente uniti da essereuno anziché due. E tuttavia presso gli angeli sono distinti, perché ci sono angeli chericevono il Divino bene in misura maggiore della Divina verità e angeli che ricevono laDivina verità in misura maggiore del Divino bene. Quelli che ricevono maggiormente ilDivino bene sono nel regno celeste del Signore e quelli che ricevono maggiormente laDivina verità sono nel regno spirituale del Signore. Quelli che ricevono entrambi nellastessa misura sono gli angeli più perfetti.
134. Il calore celeste, come la luce celeste, differisce ovunque. È differente nel regnoceleste rispetto al regno spirituale, ed è differente in ogni società. Esso differisce nelgrado e nella qualità. È più intenso e più puro nel regno celeste del Signore, perché gliangeli ivi ricevono maggiormente il Divino bene; ed è meno intenso nel regno spiritualeperché ivi gli angeli ricevono maggiormente la Divina verità. Anche all’interno di ognisocietà il calore differisce in misura corrispondente alla ricezione. C’è calore anche negliinferni, ma è un calore sordido.104 Il calore del cielo è ciò che si intende per sacro fuococeleste, mentre il calore dell’inferno è un fuoco impuro e infernale. Entrambi significanoamore, il fuoco celeste, amore per il Signore e verso il prossimo nonché ogni affezione diquei due amori; ed il fuoco infernale è amore di sé e amore del mondo nonché ognilussuria derivante da quei due amori. Che l’amore sia calore da un’origine spirituale èdimostrato dal fatto che chiunque si infiamma per amore; perché l’ardore di un uomo èin misura corrispondente alla forza ed alla qualità del suo amore. A partire da ciòappartengono al comune linguaggio espressioni quali, essere infiammati, riscaldarsi,bruciare, ribollire, essere infuocati, sia riguardo alle affezioni dell’amore del bene, siariguardo alle lussurie del male.
135. L’amore che procede dal Signore in quanto sole, è avvertito nel cielo come calore,perché l’interiore degli angeli è in uno stato di amore dal Divino bene che procede dalSignore; e di conseguenza il loro esteriore si riscalda da tale origine. Per questo motivoil calore e l’amore hanno questa corrispondenza nel cielo tale che in ciascuno vi è uncalore nella stessa misura del proprio amore, così come è stato appena esposto. Il caloredel mondo non penetra affatto nel cielo, perché è grossolano e naturale; presso gliuomini accade altrimenti, perché essi sono contemporaneamente nel mondo spirituale enel mondo naturale. Rispetto al loro spirito essi si riscaldano in perfetta conformità conil loro amore; tuttavia quanto al loro corpo, essi diventano caldi sia per il calore dellospirito sia per il calore del mondo. Il primo scorre nel secondo, essendovi tra lorocorrispondenza. La qualità della corrispondenza tra questi due generi di calore puòessere compresa osservando il regno animale, in cui l'amore degli animali primo fraessi l'amore per la perpetuazione della specie si accende e si attiva in corrispondenza
104 Vi è calore negli inferni, ma è un calore sordido (nn. 1773, 2757, 3340). L'odore che di lì emana è similea quello dello sterco e degli escrementi nel mondo, e nei peggiori inferni, è simile all'odore dei corpi mortiin stato di decomposizione (nn. 814, 815, 817, 819, 820, 943, 944, 5394).
ed in presenza del calore del sole naturale, cioè il calore delle stagioni primaverile edestiva. Quelli che sostengono che il calore del mondo scorra e susciti questi amori, sonoin un errore enorme, perché non vi può essere influsso dal naturale nello spirituale, masolo dallo spirituale nel naturale. Questo influsso è il Divino ordine, l'altro invecesarebbe contrario al Divino ordine.105
136. Gli angeli, al pari degli uomini, sono dotati di volontà e intelletto. La luce delcielo costituisce l'essenza del loro intelletto, perché la luce è Divina verità, e Divinasapienza da lì; ed il calore del cielo costituisce l'essenza della loro volontà, perché ilcalore è Divino bene, e Divino amore di lì. L'autentica vita degli angeli proviene dalcalore e della luce nella misura in cui il calore è in essa. Che la vita abbia origine delcalore lo dimostra il fatto che sottraendole il calore essa perisce. Lo stesso può dirsi dellafede senza l'amore o della verità priva del bene; dato che la verità, chiamata verità dellafede è luce, ed il bene chiamato bene dell'amore è calore.106 Ciò è comprensibile piùchiaramente dal calore e dalla luce naturale del mondo i quali corrispondono al caloreed alla luce del cielo. Per mezzo del calore del mondo, unito alla luce, come inprimavera ed in estate, tutte le cose si risvegliano e prosperano, ma la luce separata dalcalore non sortisce alcun effetto se non l'intorpidimento e la stasi. Non vi ècongiunzione tra luce e calore in inverno, quando il calore è assente, sebbene la luceresti. In virtù di questa corrispondenza il cielo è chiamato paradiso, dato che lì la veritàè congiunta con il bene, o la fede con l'amore, come la luce ed il calore del mondo aprimavera. Tutto ciò chiarisce ulteriormente la verità esposta in precedenza (nn. 1319)che il Divino del Signore nel cielo è amore per Lui e carità verso il prossimo.
137. È detto in Giovanni:
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Tutto è statocreato per mezzo di Lui, e senza di Lui nulla di ciò che esiste è stato fatto. In Lui era la vita e la vitaera la luce degli uomini. Egli era nel mondo, ed il mondo è stato fatto per mezzo di Lui. Ed il Verbosi fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria (Giovanni 1:114)
Evidentemente per il Verbo qui si intende il Signore, perché si dice che il Verbo si fececarne. Tuttavia ciò che è inteso nello specifico per il Verbo non è noto, dunque necessita
105 Vi è un influsso spirituale, ma non fisico, vale a dire un influsso dal mondo spirituale in quellonaturale, ma non dal mondo naturale in quello spirituale (nn. 3219, 5119, 5259, 5427, 5428, 5477, 6322,9109, 9110, 9111). 106 Le verità separate dal bene non sono autentiche verità perché non hanno vita; poiché traggono tuttala loro vita dal bene (n. 9603). Dunque le verità separate dal bene sono come un corpo privo di spirito (nn.3180, 9154). Le verità separate dal bene non sono accettate dal Signore (n. 4368). Cosa sia la veritàseparata dal bene, cioè la fede separata dall'amore, e cosa sia la verità dal bene o la fede dall'amore (nn.1949–1951, 1964, 5830, 5951). È lo stesso dire verità o fede ed anche bene o amore, dato che la veritàappartiene alla fede, ed il bene all'amore (nn. 2839, 4352, 4353, 4997, 7178, 7623, 7624, 10367).
di essere spiegato. Ivi il Verbo significa la Divina verità che è nel Signore e dalSignore;107 questo perché essa e denominata la Luce che è la Divina verità, come è statogià mostrato in precedenza. Che sia per mezzo della Divina verità che tutte le cose sonostate create, deve ora essere spiegato.
[2] Nel cielo, nella Divina verità è riposto tutto il potere, e senza di essa non vi è poterealcuno.108 In virtù della Divina verità gli angeli sono denominati potenze, e sono talinella misura in cui sono recipienti o ricettacoli di essa. Per mezzo di essa gli angelipredominano sugli inferni e su tutto ciò che si oppone al cielo. Un migliaio di avversarinon reggono il confronto contro un solo raggio della luce del cielo, che è la Divinaverità. Essendo gli angeli tali in forza della ricezione della Divina verità, da ciò segueche l'intero cielo non ha altra origine che da questa, in quanto è composto di angeli.
[3] Che vi sia tale potenza nella Divina verità non può essere creduto da coloro chepossiedono un'idea della verità circoscritta al pensiero o alla parola, che in sé non hannoalcuna potenza se non quello conferito ad essi dall'altrui obbedienza. Ma la Divinaverità ha la potenza in sé, tale che per mezzo di essa il cielo, il mondo e tutte le cose adessi afferenti sono state create. Che vi sia tale potenza nella Divina verità può esseremostrato attraverso due confronti, dal potere della verità e del bene nell'uomo e dalpotere della luce e del calore del sole del mondo. Per mezzo del potere della verità e del benenell'uomo, in quanto questi agisce in virtù dell'intelletto e della volontà. Dalla volontà,attraverso il bene, e dall'intelletto attraverso la verità; perché tutte le cose della volontàsono in relazione con il bene, e tutte le cose dell'intelletto sono in relazione con laverità.109 Perciò è dal bene e dalla verità che l'uomo è tenuto in vita nel corpo, ovemigliaia di cose agiscono in armonia per soddisfare la sua volontà ed i suoi desideri.Questo rende manifesto che l'intero corpo è formato per le necessità del bene e dellaverità, dunque è formato per mezzo del bene e della verità.
[4] Dal potere della luce e del calore del sole del mondo, in quanto tutte le cose cheprosperano nel mondo, quali alberi, frutti e sementi vengono ad esistenza per mezzodella luce e del calore del sole; il che dimostra che il potere di rendere feconda la terra èin loro. Quale dunque deve esse il potere nella Divina luce, cioè la Divina verità e nel
107 Nella Sacra Scrittura Parola significa varie cose, cioè il discorso, il pensiero, ogni cosa che abbiaun'esistenza reale, e nel senso più elevato, la Divina verità, ed il Signore (n. 9987). Parola significa laDivina verità (nn. 2803, 2894, 4692, 5075, 5272, 9383, 9987). Parola significa il Signore (nn. 2533, 2859).108 La Divina verità che procede dal Signore ha tutta la potenza (nn. 6948, 8200). La verità dal bene hatutta la potenza nel cielo (nn. 3091, 3563, 6344, 6423, 8304, 9643, 10019, 10182). Gli angeli sono chiamatipotenze, e sono potenze in virtù della ricezione della Divina verità dal Signore (n. 9639). Gli angeli sonoricettacoli della Divina verità dal Signore e perciò nella Parola sono chiamati beni (nn. 4295, 4402, 7873,8192, 8301). 109 L'intelletto è il ricettacolo della verità, e la volontà è il ricettacolo del bene (nn. 3623, 6125, 7503, 9300,9930). Perciò ogni cosa nell'intelletto è in relazione con le verità, siano esse autentiche ovvero ritenute talidall'uomo; e ogni cosa nella volontà è in un'analoga relazione con i beni (nn. 803, 10122).
Divino calore, cioè il Divino bene? Perché il cielo esiste in virtù di essi e così pure ilmondo ha la sua esistenza dalla stessa origine, cioè attraverso il cielo, come è statomostrato più sopra. Si può ora comprendere il significato delle parole, Tutto è statocreato per mezzo del Verbo, e senza di Lui nulla di ciò che esiste è stato creato; e anche che. ilmondo è stato creato per mezzo di Lui, cioè attraverso la Divina verità dal Signore.110 Per lastessa ragione nel libro della Genesi, si parla anzitutto della luce, e poi delle cose chesono dalla luce (Gen. 1:3,4). E per la stessa ragione tutte le cose nel cielo e nel mondosono in relazione al bene ed alla verità, ed alla loro congiunzione, che rende possibilel'esistenza di ogni cosa.
139.111 Deve essere noto che il Divino bene e la Divina verità che procedono dalSignore in quanto sole nei cieli, non sono nel Signore, ma dal Signore. Nel Signore vi èsolo il Divino amore che è la sua sostanza [esse] da cui scaturiscono il Divino bene e laDivina verità. Il fluire [existere] dall'essere [esse] è inteso per procedere [procedere].Questo anche può essere compreso attraverso i confronto con il sole del mondo. Ilcalore e la luce del mondo non sono nel sole, ma derivano da esso. Nel sole vi èunicamente il fuoco, ed è da esso che scaturiscono la luce ed il calore.
140. Dato che il Signore in quanto sole è Divino amore, ed il Divino amore è Divinobene in sé, il Divino che procede dal Signore, che è il suo Divino nel cielo, è denominatoDivina verità; sebbene in realtà, Divino bene e Divina verità siano congiunti. QuestaDivina verità è ciò che è denominata la santità che procede da Lui.
110 La Divina verità che procede dal Signore è la sola cosa reale (nn. 6880, 7004, 8200). Per mezzo della Divinaverità tutte le cose sono state fatte e create (nn. 2803, 2884, 5272, 7678).111 Nella versione originale il n. 138 è omesso, evidentemente per un refuso [ndT].
16Le quattro regioni del cielo
141. Sia il cielo, sia il mondo sono suddivisi in quattro regioni, oriente, mezzogiorno,occidente e settentrione, determinati in ciascun mondo dal proprio sole; nel cielo, dalsole del cielo, cioè dal Signore, nel mondo dal sole del mondo. E tuttavia, vi sono grandidifferenze tra di loro. Nel mondo il mezzogiorno è il luogo ove il sole raggiunge la suamassima altitudine sopra la terra, il nord è il luogo della terra esattamente inopposizione al mezzogiorno, l'oriente è il luogo ove sorge il sole, e occidente il luogoove tramonta. Dunque nel mondo tutte le regioni sono determinate a partire dalmezzogiorno. Invece nel cielo, ciò che viene chiamato oriente è il luogo ove è visibile ilSignore in quanto sole; in opposizione a questo vi è l'occidente; a destra dell'oriente vi èil mezzogiorno, ed alla sua sinistra vi è il settentrione; e questo scenario appare inqualunque direzione sia diretto il volto ed il corpo di ciascuno. Quindi nel cielo tutte leregioni sono determinate dall'oriente. Ciò che è chiamato oriente è dove il Signoreappare come un sole, perché l'origine della vita proviene da Lui in quanto sole; inoltrenella misura in cui gli angeli ricevono calore e luce o amore e intelligenza dal Signore, sidice che il Signore sorga su di loro. Per la stessa ragione il Signore è denominatol'oriente nella Parola.112
142. Un'ulteriore differenza è che per gli angeli l'oriente è sempre davanti al volto,l'occidente alle loro spalle, il mezzogiorno a destra ed il settentrione a sinistra. Mapoiché questo non può essere facilmente compreso nel mondo, per il fatto che gliuomini si orientano in ogni direzione, deve essere spiegato. Tutto il cielo rivolge sestesso verso il Signore, come un centro comune; e verso quel centro si rivolgono tutti gliangeli. Anche sulla terra è noto che vi è una direzione di tutte le cose verso un centrocomune; ma vi è questa differenza tra la direzione nel mondo e nel cielo, nel cielo laparte frontale del corpo è rivolta verso il centro comune, mentre nel mondo le partiinferiori del corpo sono rivolte verso un centro comune. Nel mondo questa direzione èchiamata forza centripeta, oppure gravitazione. L'interiore degli angeli è realmenterivolto in avanti; e poiché l'interiore si manifesta nel volto, è questo stesso chedetermina le regioni.113
112 Nel senso più elevato il Signore è l'oriente, perché Egli è il sole del cielo, che è sempre in alto e mai tramonta(nn. 101, 5097, 9668). 113 Nel cielo tutti si rivolgono verso il Signore (nn. 9828, 10130, 10189, 10420). Ciò nondimeno, non sonogli angeli che si rivolgono verso il Signore, ma è il Signore che attrae gli angeli a sé (n.10189). Non sono gliangeli ad essere presenti presso il Signore, ma è il Signore ad essere presente presso gli angeli.
143. È ancora più difficile comprendere che gli angeli, in ogni direzione volgano losguardo ed il corpo, hanno sempre l'oriente davanti al loro volto, dato che l'uomo nelmondo volgendo lo sguardo ha davanti a sé tutte le regioni. Questo anche necessita diuna spiegazione. Sebbene gli angeli, al pari degli uomini, dirigano il loro sguardo ed illoro volto in ogni direzione, ciò nondimeno hanno perennemente l'oriente davanti ailoro occhi. Tuttavia, i rivolgimenti degli angeli sono diversi da quelli degli uomini nelmondo, perché hanno una differente origine. Essi appaiono come se fossero inrotazione, ma in realtà non è così. L'origine di questi rivolgimenti è nel loro amoreregnante, è da questo che sono determinate tutte le direzioni di marcia degli angeli edegli spiriti, perché come è stato già detto, interiormente sono orientati verso il lorocentro comune, che nel cielo è il Signore nell'apparenza del sole; di conseguenza il loroamore regnante è sempre davanti ai loro occhi, perché si manifesta a partire dal lorointeriore, ed il loro volto è l'espressione dell'interiore, essendo la sua forma esteriore; enei cieli questo amore è il Signore nell'apparenza del sole, perché è da Lui che gli angelihanno il loro amore.114 E poiché il Signore stesso è negli angeli, nel suo amore, è ilSignore che determina gli angeli a rivolgersi verso di Lui, in qualunque direzione essi sidirigano. Ciò non può altrimenti essere spiegato, ora; ma sarà illustrato più chiaramentedi seguito, ove si tratterà nello specifico delle rappresentazioni, delle apparenze, deltempo e dello spazio nel cielo. Che gli angeli abbiano perennemente il volto orientatoverso il Signore, mi è stato permesso di conoscerlo e di percepirlo attraverso molteesperienze; ogniqualvolta ero in compagnia degli angeli, ho avvertito la presenza delSignore nel mio volto; non l'ho visto, tuttavia l'ho percepito nella luce. E gli angeli,spesso hanno testimoniato la validità di questa percezione. In virtù del fatto che ilSignore è perennemente davanti al volto degli angeli, per questo nel mondo si dice dicoloro che credono nel Signore e lo amano, che hanno il Signore davanti ai loro occhi eai loro volti, e che essi guardano Dio, e vedono Dio. Queste espressioni hanno originenel mondo spirituale, da cui sono tratte molte cose del linguaggio umano, sebbene,questa fonte sia sconosciuta agli uomini.
144. Questo singolare orientamento verso il Signore è una delle cose meravigliose delcielo. Vi possono essere molti radunati in un luogo, alcuni disposti in una direzione,altri in un'altra, eppure tutti hanno il Signore davanti ai loro occhi, il mezzogiorno adestra, il settentrione alla sinistra e l'occidente dietro di loro. Un'altra cosa meravigliosaè che sebbene gli angeli guardino solo ad oriente, essi hanno la completa visione di tuttele regioni; ma la visione di queste è permessa dalla loro vista interiore, che attiene alloro pensiero. Ed è altrettanto meraviglioso il fatto che nel cielo non è permesso a
114 Nel mondo spirituale tutti sono rivolti costantemente verso il proprio amore; e le regioni lì inizianonel volto e sono determinate da esso (nn. 10130, 10189, 10420, 10702). Il volto è costituito in conformitàcon l'interiore (nn. 4791–4805, 5695). Perciò l'interiore risplende attraverso il volto (nn. 3527, 4066, 4796).Presso gli angeli il volto è tutt'uno con l'interiore (nn. 4796, 4797, 4799, 5695, 8250). L'influsso dell'interiorenel volto e nelle sue parti espressive (nn. 3631, 4800).
nessuno di stare dietro a chiunque e di guardare nella parte occipitale della sua testa,perché questo perturba l'influsso del bene e della verità dal Signore.
145. Il Signore è visto dagli angeli, e gli angeli sono visti dal Signore, in un mododifferente. Gli angeli vedono il Signore dagli occhi; ma il Signore vede gli angeli nellafronte, per la ragione che la fronte corrisponde all'amore, ed è attraverso l'amore che ilSignore fluisce nella volontà, mentre è attraverso l'intelletto, cui corrispondono gliocchi, che egli determina gli angeli a guardarlo.115
146. Le regioni che danno forma al regno celeste del Signore differiscono dalle regioniche danno forma al suo regno spirituale, a causa del fatto che egli è visto dagli angelinel regno celeste come un sole, e dagli angeli del regno spirituale come una luna; ed illuogo ove il Signore è visibile è sempre ad oriente. La distanza tra la posizione del sole equella della luna è di trenta gradi, e vi è una medesima differenza nella posizione delleregioni. Che il cielo sia diviso in due regni, il regno celeste ed il regno spirituale, puòessere visto nel capitolo in cui questi sono trattati (nn. 2028); e che il Signore è vistocome un sole nel regno celeste, e come una luna nel regno spirituale (n. 118). Tuttaviaquesto non ingenera alcuna confusione nelle regioni del cielo, perché un angelospirituale non può ascendere tra gli angeli celesti, né un angelo celeste discendere tra gliangeli spirituali, come è stato mostrato più sopra (n. 35).
147. Questo chiarisce la tipicità della presenza del Signore nei cieli, che è ovunque epresso chiunque, nel bene e nella verità che procede da Lui; quindi Egli è presso gliangeli in ciò che è suo proprio, come è stato detto in precedenza (n. 12). La percezionedella presenza del Signore è nell'interiore; ed è da ciò che i loro occhi vedono; ed è daquesta continuità che essi vedono il Signore fuori di sé. Questo spiega ciò che è intesoattraverso la presenza del Signore in loro, e loro in Lui, secondo le sue parole;
Dimorate in me, ed io in voi (Giovanni 15:4)
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, ed io in lui (Giovanni6:56)
La carne del Signore significa il Divino bene ed il suo sangue la Divina verità.116
115 La fronte corrisponde all'amore celeste; perciò nella Parola la fronte significa quell'amore (n. 9936).L'occhio corrisponde all'intelletto, perché l'intelletto è la vista interiore (nn. 2701, 4410, 4526, 9051, 10569).Per questa ragione, aprire gli occhi e vedere significa comprendere, percepire e osservare (nn. 2789, 2829,3198, 3202, 4083, 4086, 4339, 5684). 116 Nella Parola la carne del Signore significa il suo Divino Umano, ed il Divino bene del suo amore (nn.3813, 7850, 9127, 10283). E il sangue del Signore significa la Divina verità e la santità della fede (nn. 4735,4978, 6978, 7317, 7326, 7846, 7850, 7877, 9127, 9393, 10026,10033, 10152, 10210).
148. Tutti nel cielo hanno un luogo di dimora, distinto in base alle regioni. Quelli chesono nel bene dell'amore risiedono da oriente a occidente; quelli che sono nella limpidapercezione di esso, sono in prossimità dell'oriente, e quelli che sono in una percezionevaga di esso, risiedono in prossimità dell'occidente. Quelli che sono nella sapienza dalbene dell'amore, risiedono da mezzogiorno a settentrione; quelli che sono nella limpidapercezione di essa, sono in prossimità del mezzogiorno, e quelli che sono in unapercezione vaga di essa, risiedono in prossimità del settentrione. Gli angeli del regnospirituale del Signore e quelli del suo regno celeste risiedono in un ordine simile,eppure differente in quanto differisce il loro bene dell'amore e la loro luce della verità,dal bene; perché nel regno celeste l'amore è amore per il Signore, e la luce della veritàda lì è sapienza; mentre nel regno spirituale vi è l'amore per il prossimo, denominatocarità, e la luce della verità di lì, è l'intelligenza, denominata fede (si veda sopra, n. 23).Le regioni differiscono altresì nell'inclinazione di trenta gradi, come è stato espostoappena sopra (n. 146).
149. Nello stesso ordine gli angeli abitano nel cielo l'uno in relazione all'altro, versooriente quelli che sono nel maggior grado dell'amore e della carità, verso occidentequelli nel minor grado; verso mezzogiorno quelli che sono nella luce più limpida dellasapienza e dell'intelligenza, e verso settentrione quelli che sono in una luce minore. Ladisposizione è secondo questo ordine perché ogni società rappresenta il cielo ed è ilcielo in una forma minore (si vedano sopra i nn. 5158). La stessa disposizione ha luogonelle loro assemblee. Essi si dispongono nell'ordine in virtù della forma del cielo, da cuiciascuno conosce il suo posto. Il Signore provvede affinché in ogni società sianorappresentate tutte le varietà, per la ragione che il cielo ovunque è uguale a se stesso;tuttavia le disposizioni all'interno del cielo differiscono da quelle all'interno di ognisingola società, come l'insieme differisce dalle sue parti, dato che le società verso orientesono superiori a quelle verso occidente, e le società verso mezzogiorno sono superiori aquelle verso settentrione.
150. Le dimore nei cieli, sono in armonia con la peculiare qualità degli angeli iviresidenti; oriente significa amore ed il suo bene limpidamente percepito, occidentesignifica lo stesso nella percezione vaga, mezzogiorno significa sapienza ed intelligenzalimpidamente percepite, e settentrione, le stesse in una luce oscura. Ed in virtù di talesignificato delle regioni nei cieli, esse hanno un analogo significato nel senso interiore ospirituale della Parola,117 essendo il senso spirituale della Parola completamente inarmonia con il cielo.
151. Per coloro che sono negli inferni vale l'opposto. Quelli che sono lì non guardano
117 Nella Parola l'oriente è l'amore chiaramente percepito (nn. 1250,3708); l'occidente è l'amore percepitonell'oscurità (nn. 3708, 9653); il mezzogiorno è lo stato della luce, cioè della sapienza e dell'intelligenza (nn.1458, 3708, 5672); ed il settentrione quello stesso stato nell'oscurità (n. 3708).
al Signore, né come sole, né come luna; essi volgono le spalle al Signore e si rivolgonoverso la densa oscurità ove ha sede il sole del mondo, ovvero verso l'oscurità ove hasede la luna del mondo. Quelli che sono chiamati geni infernali guardano alla densaoscurità nel luogo ove ha sede il sole del mondo, e quelli chiamati spiriti infernaliguardano all'oscurità nel luogo ove ha sede la luna del mondo.118 È stato mostrato soprache il sole e la luna del mondo non sono visibili nel mondo spirituale (n.122) se nonattraverso una densa oscurità nel luogo ove è posizionato il sole del mondo, incontrapposizione al sole del cielo; e nel luogo ove è ubicata la luna del mondo,attraverso un'oscurità contrapposta alla luna del cielo. Per questo motivo le regionidell'inferno sono contrapposte alle regioni del cielo. L'oriente nei primi è il luogo ove viè densa oscurità, l'occidente è il luogo ove è visibile il sole del cielo, mezzogiorno è allaloro sinistra e settentrione alla loro destra, e questo anche in ogni movimento del lorocorpo. E così pure i loro volti, perché la disposizione e la determinazione del lorointeriore è incline e si adopera in quella direzione. È stato mostrato sopra che (n. 143)l'inclinazione e la determinazione interiore di ciascuno nell'altra vita sono in armoniacon il loro amore. L'amore di quelli che sono negli inferni è l'amore di sé e l'amore delmondo, e questi amori sono ciò che è rappresentato dal sole del mondo e dalla luna delmondo (si veda sopra n. 122); e questi amori sono opposti all'amore per il Signore eall'amore verso il prossimo;119 è questo che causa il loro volgere le spalle al Signore ed illoro dirigersi verso questa densa oscurità. Inoltre quelli che sono negli inferni dimoranonella loro rispettiva regione; quelli che sono nel male dall'amore di sé risiedono daoriente a occidente, e quelli che sono nelle falsità del male, risiedono da mezzogiorno asettentrione. Ma di più si dirà oltre, nella parte in cui si tratterà degli inferni.
152. Quando uno spirito maligno è tra gli spiriti retti, le regioni sono talmente turbateche questi ultimi a fatica riconoscono l'oriente. Talvolta questo ha avuto luogo in miapresenza, e ho anche udito in proposito le doglianze di alcuni spiriti.
153. Gli spiriti maligni, talvolta si avventurano nelle regioni del cielo; ed in forza di ciòhanno l'intelligenza e la percezione della verità, ma non l'affezione del bene; e nonappena essi ritornano verso le loro regioni, svanisce in loro l'intelligenza e la percezionedella verità; quindi sostengono che le verità che essi hanno udito e percepito sono falsitàanziché verità, ed essi ripongono la loro fede nelle falsità che ritengono essere verità.Rispetto a questo capovolgimento della mente, sono stato edotto del fatto che presso imalvagi, la parte intellettuale dello spirito può essere invertita, viceversa la partevolontaria resta immutata; è ciò è provveduto dal Signore affinché ciascuno possa
118 Chi e cosa sono quelli chiamati geni, e chi e cosa sono quelli chiamati spiriti (nn. 947, 5035, 5977, 8593,8622, 8625).119 Quelli che sono nell'amore di sé e nell'amore del mondo si rivolgono lontano dal Signore (nn. 10130,10189, 10420, 10702). L'amore per il Signore e la carità verso il prossimo formano il cielo, mentre l'amoredi sé e l'amore del mondo formano l'inferno, perché questi due sono contrapposti (nn. 2041, 3610, 4225,4776, 6210, 7366, 7369, 7490, 8232, 8678, 10455, 10741–10745).
essere dotato della capacità di comprendere e riconoscere le verità, e le possa ricevereunicamente se è nel bene, dato che solo il bene, e mai il male, le riceve; e inoltre l'uomodispone di tale abilità affinché egli possa essere reso migliore attraverso le verità.Tuttavia egli progredisce solo se è nel bene; quindi allo stesso modo un uomo puòrivolgersi verso il Signore; ma se la sua vita è nel male, egli immediatamente si volgenella direzione opposta, consolidandosi nelle falsità del suo male, che sonocontrapposte alle verità che ha compreso e percepito; e questo accade quando egliragiona tra sé, nel suo stato interiore.
17Cambiamenti di stato degli angeli nel cielo
154. Per cambiamenti di stato degli angeli si intendono i loro mutamenti rispettoall'amore, alla fede, alla sapienza e all'intelligenza, dunque i loro cambiamenti rispettoallo stato della vita. Gli stati riguardano la vita e tutto ciò che appartiene ad essa; epoiché la vita angelica è la vita dell'amore e della fede, e della sapienza edell'intelligenza che ne deriva, gli stati concernono questi stessi e sono chiamati stati diamore e fede, e di sapienza e intelligenza. In che modo abbiano luogo questi mutamentipresso gli angeli, sarà esposto di seguito.
155. Gli angeli non sono sempre nello stesso stato rispetto all'amore, e di conseguenzanello stesso stato rispetto alla sapienza; perché tutta la loro sapienza deriva dal loroamore ed è in armonia con il loro amore. Talvolta essi sono in uno stato di amoreintenso, talvolta in uno stato meno intenso. Gli stati decrescono gradualmente dal gradomaggiore fino al grado più infimo. Quando sono nel grado maggiore dell'amore essisono nella luce e nel calore della vita, o in uno stato piacevole e luminoso; ma nel lorominimo grado loro sono nell’ombra e nella freddezza ovvero in una condizione oscura einfelice. Da questo stato essi ritornano in quello originario e così via, e questefluttuazioni di stato si susseguono variamente. Vi è una successione di questi stati comeper la luce e l’ombra, o il caldo ed il freddo, o il giorno, il mezzogiorno, la sera e la notte,giorno dopo giorno nel mondo, senza soluzione di continuità, nel corso dell’anno. Vi èanche una corrispondenza; il mattino corrisponde allo stato limpido del loro amore; ilmezzogiorno allo stato limpido della sapienza, la sera allo stato della sapienzanell’oscurità, e la notte alla condizione della carenza dell’amore e della sapienza. Madeve essere noto che non vi è corrispondenza della notte presso coloro che sono nelcielo, seppure vi sia qualche corrispondenza con l’alba che precede il mattino; lacorrispondenza della notte è presso quelli che sono nell’inferno.120 In virtù di questacorrispondenza, giorno e anno, nella Parola significano lo stato della vita in generale;calore e luce, significano amore e sapienza; mattino, il primo e l'ultimo grado dell'amore;mezzogiorno, la sapienza nella sua luce; sera, la sapienza nella sua ombra; e notte, lamancanza dell'amore e della sapienza.121
120 Nel cielo c'è uno stato corrispondente all'alba che precede il mattino, ma non c'è uno statocorrispondente alla notte (n. 6110). L'alba significa uno stato intermedio tra la fine ed il principio (n.10134).121 L'alternarsi di stato in relazione alla luminosità ed alla percezione accadono nel cielo, come le cadenzedel giorno nel mondo (nn. 5672, 5962, 6110, 8426, 9213, 10605). Nella Parola giorno e anno, significano tuttigli stati in generale (nn. 23, 487, 488, 493, 893, 2788, 3462, 4850, 10656). Mattino, significa l'inizio di un
156. Insieme con lo stato interiore degli angeli, inerente il loro amore e la lorosapienza, muta anche lo stato di altre cose che sono fuori di essi e che essi vedono con iloro occhi; perché le cose esterne ad essi assumono un'apparenza che è conforme al lorostato, interiormente. E quali siano queste cose e di che genere siano, sarà detto a breve,nel capitolo concernente le rappresentazioni e le apparenze nel cielo.
157. Ogni angelo passa attraverso questi cambiamenti di stato, ed anche ogni societàin generale, e ciascuno in un modo differente, perché differiscono in amore e sapienza;essendo quelli nel mezzo in uno stato più perfetto di quelli alla periferia (si veda sopra,nn. 43, 128). Sarebbe ozioso in questa sede scendere nel dettaglio. In virtù di ciò accadeche mentre uno è nello splendore e nella letizia, un altro è nell’oscurità e nello sconforto,e questo anche all’interno della stessa società. Così anche lo stato differisce nelladiversità delle società; differisce nelle società del regno celeste rispetto alle società delregno spirituale. Queste differenze nei cambiamenti di stato, in generale, sono come icambiamenti della giornata in situazioni climatiche differenti sulla terra, ove in alcuni ècaldo, quando in altri luoghi è freddo.
158. Sono stato edotto dal cielo sulle cause di tali cambiamenti di stato. Gli angeliaffermano che vi sono molte ragioni, anzitutto, il piacere della vita e del cielo che essihanno dall’amore e dalla sapienza, attraverso il Signore, potrebbe gradualmentedegradarsi se essi fossero perennemente nello stato iniziale, come accade a quelli chesono negli allettamenti e nei piaceri senza varietà. Una seconda causa è che gli angeli, alpari degli uomini, hanno il loro proprio [proprium] che è l’amore di sé; e tutti quelli chesono nel cielo sono allontanati dal loro proprio, e nella misura in cui sono distolti dalloro proprio, dal Signore, sono nell’amore e nella sapienza; viceversa quando non sonodistolti, sono nell’amore di sé; e proprio perché ognuno ama il suo proprio ed è mossoda esso,122 avvengono questi cambiamenti. Una terza causa è che in tal modo essi sonoperfezionati, perché si adattano ad essere mantenuti nell’amore del Signore e ad esseredistolti dall’amore di sé; e attraverso questo avvicendamento della delizia e dellaperdita della delizia la percezione ed il senso del bene diventano più raffinati.123 Essiaggiungono che i cambiamenti di stato non sono causati dal Signore, dato che il Signore,nell’apparenza del sole fluisce continuamente con il calore e la luce, cioè con l’amore e
nuovo stato, ed uno stato di amore (nn. 7218, 8426, 8427, 10114, 10134). Sera significa uno stato di luce e diamore decrescenti (nn. 10134, 10135). Notte significa uno stato di privazione dell'amore e della fede (nn.221, 709, 2353, 6000, 6110, 7870, 7947).122 Il proprio dell'uomo [proprium] è l'amore di sé (nn. 694, 731, 4317, 5660). Il Signore non può esserepresente se prima non è stato messo da parte ciò che è proprio dell'uomo (nn. 1023, 1044). Esso èrealmente messo da parte quando l'uomo è mantenuto nel bene dal Signore (nn. 9334–9336, 9447, 9452–9454, 9938). 123 Gli angeli sono esseri perfezionati per l'eternità (nn. 4803, 6648). Nei cieli uno stato non è mai ugualead un altro, e in virtù di ciò vi è un continuo processo di perfezionamento (n. 10200).
la sapienza; la causa è in loro stessi, nel fatto che essi amano ciò che è loro proprio checontinuamente li trasporta. Ciò può essere compreso dal confronto con il sole delmondo, circa il fatto che la causa dell’alternarsi del caldo e del freddo, della luce edell’ombra, di anno in anno e di giorno in giorno, non è da attribuire al sole stesso cheresta immutato nella sua attività, bensì alla terra. 159. Mi è stato mostrato in che modo il Signore in quanto sole appare agli angeli nelregno celeste, nel loro primo stato, nel secondo e nel terzo. Ho visto il Signorenell’apparenza del sole, dapprincipio, luminoso e brillante di uno splendoreindescrivibile; e mi è stato detto che tale appare il Signore in quanto sole agli angeli nelprimo stato. Poi è comparsa una grande cintura oscura intorno al sole, per effetto dellaquale la sua iniziale luminosità e brillantezza ha iniziato ad offuscarsi, e mi è stato dettoche così appare il sole nel loro secondo stato. Poi quella cintura gradualmente èdiventata più oscura ed il sole meno splendente, fino a diventare di un candoresplendente; e mi è stato detto che tale è l’apparenza del sole nel loro terzo stato. Dopoquel bianco splendente è stato visto muoversi a sinistra verso la luna del cielo a cui haaggiunto la sua luce; ed in conseguenza di ciò la luna è apparsa insolitamente piùsplendente; e mi è stato detto che questo è il quarto stato di coloro che sono nel regnoceleste ed il primo stato di coloro che sono nel regno spirituale, e che in entrambi i regnii cambiamenti di stato si alternano; tuttavia non nell’intero regno, ma in successione,prima in una società, poi in un’altra. Inoltre mi è stato detto che questi mutamenti nonsono a cadenze prestabilite, ma hanno luogo senza preavviso. Ed è stato aggiunto che ilsole in sé non subisce alcun mutamento; ma si manifesta tale apparenza in conformitàdella progressione degli stati, dato che il Signore appare a ciascuno in armonia con ilproprio stato, quindi luminoso quando uno è nell’amore intenso e meno luminoso finoal bianco splendente quando l’amore si affievolisce; e la qualità dello stato di ognuno èrappresentata dalla cintura oscura che determina l’apparente variazione della luce edello splendore del sole.
160. Quando gli angeli sono nell’ultimo di questi stati, cioè quando sono nel loroproprio, essi iniziano ad intristirsi. Ho parlato con alcuni di loro mentre erano in questostato, ed ho avvertito al loro mestizia; ma essi affermano di avere la speranza di essererestituiti a breve nello stato iniziale in cui erano nel cielo; perché è il cielo che gli vienesottratto quando sono nel loro proprio.
161. Negli inferni accadono altri mutamenti di stato, di cui si tratterà più avanti.
18Il tempo nel cielo
162. Sebbene vi sia una successione ed una progressione di tutte le cose nel cielo,come nel mondo, gli angeli non hanno una nozione o un’idea del tempo e dello spazio;e questo a tal punto che essi non sanno affatto cosa sia il tempo e lo spazio. Qui sitratterà del tempo nel cielo, e dello spazio si dirà più avanti.
163. Gli angeli non sanno cosa sia il tempo, sebbene presso di loro ci sia unaprogressione di tutte le cose, come vi è nel mondo, e questo a tal punto che non vi èdifferenza alcuna; il motivo di ciò è che invece degli anni e dei giorni ci sono icambiamenti di stato; e ove ci sono gli anni ed i giorni vi è il tempo, mentre ove ci sono icambiamenti di stato, ci sono gli stati.
164. Nel mondo ci sono i tempi perché il sole del mondo, appare avanzare insuccessione da un grado in un altro, da cui scaturiscono le cadenze denominate stagionidell’anno; inoltre la terra gira intorno ad esso producendo cadenze denominate ritmidel giorno; sia le une, sia le altre cadenze, si alternano continuamente. Presso il sole delcielo accade diversamente. Da esso non scaturiscono né anni, né giorni, per progressionisuccessive, bensì nella sua apparenza produce i cambiamenti di stato; e questo, come èstato mostrato nel precedente capitolo, non ha luogo attraverso cadenze prefissate. Diconseguenza nessuna idea del tempo è praticabile presso gli angeli; ma in luogo diquesta essi possiedono il concetto di stato (si veda sopra n. 154).
165. Poiché il pensiero degli angeli non è calibrato sul tempo, come per gli uomini nelmondo, essi non hanno idea del tempo e delle cose ad esso correlate. Essi non hannoneppure idea di cosa si intenda con le cadenze temporali dell’anno, del mese, dellasettimana, del giorno, dell’ora, dell’oggi, ieri e domani. Quando gli angeli odono questitermini dagli uomini (dato che gli angeli sono sempre associati agli uomini dal Signore)in luogo di essi intendo gli stati e ciò che concerne gli stati. Dunque il ragionamentonaturale dell’uomo è trasformato in pensiero spirituale dagli angeli. È per questo che itempi nella Parola significano gli stati, e le cadenze temporali, come si è detto inprecedenza, significano cose spirituali corrispondenti.124
124 I tempi nella Parola significano gli stati (nn. 2788, 2837, 3254, 3356, 4814, 4901, 4916, 7218, 8070, 10133,10605). Il pensiero degli angeli esula dall'idea del tempo e dello spazio (n. 3404); la ragione di ciò (nn.1274, 1382, 3356, 4882, 4901, 6110, 7218, 7381). Cosa significa un anno nella Parola (nn. 487, 488, 493, 893,2906, 7828, 10209). Cosa un mese (n. 3814). Cosa una settimana (nn. 2044, 3845). Cosa un giorno (nn. 23, 487,488, 6110, 7680, 8426, 9213, 10132, 10605). Cosa oggi (nn. 2838, 3998, 4304, 6165, 6984, 9939). Cosa domani
166. Lo stesso vale per tutte le cose che esistono attraverso il tempo, vale a dire lequattro stagioni dell’anno, denominate primavera, estate, autunno e inverno; e lequattro età dell’uomo, denominate infanzia, giovinezza, età adulta e vecchiaia; e cosìpure per tutte le cose che esistono attraverso il tempo o hanno una successione inrelazione alla progressione del tempo. In virtù di ciò un uomo ragiona riferendosi altempo, e un angelo riferendosi agli stati. Di conseguenza, ciò che in un uomo è riferitoal tempo, presso gli angeli è mutato in un’idea di stato. La primavera ed il mattino sonomutati nell’idea dell’amore e della sapienza, così come sono negli angeli nel loro primostato; estate e mezzogiorno sono mutate nell’idea dello stato dell’amore e dellasapienza, così come sono negli angeli nel loro secondo stato; autunno e sera, così comesono essi nel terzo stato; notte ed inverno in uno stato uguale a quelli che sononell’inferno. È per questo che tali cadenze temporali hanno un simile significato nellaParola (si veda sopra, n. 155). Questo chiarisce in che modo le cose naturali nel pensierodell’uomo diventano spirituali nel pensiero degli angeli che sono presso gli uomini.
167. Dato che gli angeli non hanno cognizione del tempo, essi posseggono un’ideadell’eternità diversa da quella degli uomini nel mondo. Eternità per loro significa unostato infinito, anziché un tempo infinito.125 Una volta meditavo sul tempo, essendo ingrado dall’idea del tempo, di comprendere il significato dell'espressione per l’eternità,vale a dire per un tempo infinito, ma non ero capace di comprendere dall’eternità equindi di percepire cosa avesse fatto Dio dall’eternità, e prima della creazione. Quandol’ansietà ha assalito il mio spirito nel pensiero di ciò, sono stato elevato nella sfera delcielo, e quindi nella percezione posseduta dagli angeli rispetto all’eternità; e mi è statochiarito che l’eternità deve essere concepita non attraverso il tempo, bensì attraverso lostato; di lì può essere compreso il significato dell'espressione, dall’eternità. Questodunque mi è accaduto.
168. Quando gli angeli parlano con gli uomini non si esprimono mai con idee naturali,proprie dell’uomo, le quali tutte sono rapportate al tempo, allo spazio, alla materia e asimili cose, bensì attraverso concetti spirituali, i quali sono tutti rapportati agli stati ed ailoro cambiamenti all’interno degli angeli e fuori di essi. Nondimeno, quando questeidee angeliche che sono spirituali, fluiscono nell’uomo sono tramutate in concetti adattiall’uomo, perfettamente corrispondenti alle idee spirituali. Né gli angeli e neppure gliuomini sanno che questo accade; eppure tale è tutto l’influsso del cielo nell’uomo. Adalcuni angeli è stato consentito di penetrare intimamente nei miei pensieri, fin neipensieri naturali, in cui vi sono molte cose attinenti al tempo ed allo spazio; non appenaessi hanno accertato la loro incapacità di comprendere tali concetti, si sono ritirati; e
(nn. 3998, 10497). Cosa ieri (nn. 6983, 7114, 7140).125 L'uomo ha un'idea dell'eternità associata al tempo, mentre negli angeli essa è separata dal tempo (nn.1382, 3404, 8325).
dopo che si sono ritirati, ho udito i loro discorsi, e dicevano di essere stati nell’oscurità.
[2] Mi è stato permesso di conoscere attraverso l’esperienza, l’ignoranza degli angeliintorno al concetto di tempo. Ho incontrato un angelo che aveva la capacità di penetrarenelle idee naturali, al pari degli uomini; così ho parlato con lui, come se parlassi con unuomo. All’inizio egli non comprendeva l’idea del tempo, perciò ho dovuto illustrargli ilconcetto, partendo dal sole che appare girare intorno alla terra, producendo gli anni ed igiorni, e gli anni sono suddivisi in stagioni, e anche in mesi, settimane e giorni diventiquattro ore; e come queste cadenze temporali si succedono ordinatamente.All’udire ciò egli è rimasto sbalordito, e ha detto che ignorava tutto ciò e che possedevasolo la nozione degli stati.
[3] Parlando con lui ho aggiunto che nel mondo gli uomini parlano come se sapesseroche nel cielo non vi è tempo; infatti si dice di quelli che sono morti che hanno lasciato lecose del tempo e che sono passati oltre il tempo per dire che non sono più nel mondo. Hodetto anche che alcuni sanno che i tempi in origine erano stati, in quanto sanno che itempi erano in perfetta armonia con gli stati delle loro affezioni, brevi in coloro cheerano in uno stato di gioia e letizia, lunghi in quelli che erano in uno stato spiacevole emesto, e vari in uno stato di speranza e attesa; e questo ha indotto gli eruditi adinterrogarsi circa il tempo e lo spazio, ed alcuni sanno che il tempo appartiene all’uomonaturale.
169. L’uomo naturale può immaginare di essere privato di ogni suo pensiero se le ideedi tempo, spazio e materia gli fossero sottratte; dato che tutti i pensieri dell’uomopoggiano su queste cose.126 Tuttavia è bene che egli sappia che nella misura in cui i suoipensieri sono relegati nel tempo, nello spazio e nella materia, essi sono limitati econfinati, viceversa essi sono illimitati ed estesi, quando non sono vincolati dai primi,perché lo spirito è nella stessa misura elevato sopra le cose corporee e mondane. Questaè l’origine della sapienza degli angeli; e tale sapienza è chiamata anche incomprensibile,in quanto non si colloca nelle idee costituite esclusivamente da ciò che è materiale.
126 L'uomo a differenza degli angeli, ragiona secondo l'idea del tempo (n. 3404).
19Rappresentazioni e apparenze nel cielo
170. L’uomo che pensa in una luce unicamente naturale è incapace di comprendereche vi è ogni cosa nel cielo, al pari del mondo; e a causa del fatto che egli ha consolidatoin sé, nella luce naturale, l’idea che gli angeli non sono altro che spiriti, alla stregua disoffi eterei, privi dei sensi propri dell’uomo, dunque privi di occhi, e quindi privi deglioggetti percepiti dalla vista; ciò nondimeno, gli angeli sono dotati di una percezionesensoriale come quella degli uomini, anzi, di gran lunga più raffinata; e la luce da cui gliangeli hanno la loro percezione è di gran lunga più splendente di quella in cui vedonogli uomini. Che gli angeli siano uomini nella forma più compiuta, e godano di ognipercezione può essere visto più sopra (nn. 7377); e anche, che la luce nel cielo sia piùsplendente della luce nel mondo (nn. 126132).
171. La natura degli oggetti visibili agli angeli nel cielo non può essere descritta inpoche parole. Nella maggior parte si tratta di cose simili a quelle nel mondo, ma in unaforma di gran lunga più perfetta ed in numero maggiormente abbondante. Che tali coseesistano nei cieli è evidente da ciò che è stato visto dai profeti, come Ezechiele, circa ilnuovo tempio e la nuova terra (come descritto dal capitolo 40 al 48); Daniele (dalcapitolo 7 al 12); Giovanni (dal primo all’ultimo capitolo della Rivelazione); e da altri,come descritto sia nella parte storica, sia nella parte profetica della Parola. Queste cosefurono viste da essi quando il cielo era aperto ad essi, ed il cielo si dice sia aperto,quando la vista interiore, vale adire la percezione dello spirito, è aperta. Perché ciò che ènei cieli, non è visibile alla vista corporea dell’uomo, ma è visibile alla vista del suospirito; e quando essa appare retta al Signore, è dischiusa, e allora l’uomo è distoltodalla luce naturale che penetra in lui attraverso i sensi corporei, ed è elevato nella lucespirituale che è in lui dallo spirito. In quella luce le cose del cielo sono apparse a me.
172. Sebbene le cose viste nel cielo siano in gran parte simili a quelle del mondo, nellaloro essenza sono completamente diverse; perché le cose del cielo procedono dal soledel cielo, e quelle sulla terra, dal sole del mondo; le cose che procedono dal sole delcielo sono chiamate spirituali; quelle che procedono dal sole del mondo sono chiamatenaturali.
173. Tutto ciò che è presente nel cielo non procede allo stesso modo delle cose delmondo. Tutte le cose nel cielo procedono dal Signore in corrispondenza con l'interioredegli angeli. Perché gli angeli hanno sia una veste interiore, sia una veste esteriore.
Tutte le cose nel loro interiore sono in relazione con l'amore e con la fede, quindi con lavolontà e l'intelletto, dal momento che la volontà e l'intelletto sono i loro ricettacoli;mentre il loro esteriore è in corrispondenza del loro interiore. Che le cose esterioricorrispondano a quelle interiori è stato esposto più sopra (nn. 87115). Ciò è spiegato inquello che è stato detto più sopra, circa il calore e la luce del cielo, vale a dire, che gliangeli hanno il calore secondo la qualità del loro amore, e la luce, secondo la qualitàdella loro sapienza (nn. 128134). Lo stesso può dirsi di tutte le altre cose che sipresentano alla percezione dei loro sensi.
174. Quando mi è stato permesso di essere in società con gli angeli, apparivano cosedel tutto simili a quelle che appaiono nel mondo, ed in modo così distinto, che mipareva di essere nel mondo, nel palazzo di un sovrano. Ho anche conversato con gliangeli, come da uomo a uomo. 175. Poiché tutte le cose che corrispondono all'interiore, lo rappresentano anche, essesono denominate rappresentazioni; e poiché esse variano in armonia con lo statointeriore, esse sono denominate apparenze. Nondimeno, le cose che appaiono alla vistadegli angeli ed alla percezione dei loro sensi, sono perfettamente vitali, al pari di quelleche appaiono all'uomo nel mondo, anzi, sono perfino più chiare, distinte e tangibili. Invirtù di ciò le apparenze nel cielo sono chiamate apparenze reali, perché hannoun'esistenza reale. Vi sono anche apparenze che non sono reali, pur essendo visibili, inquanto non corrispondono all'interiore.127 Di queste si tratterà oltre.
176. Al fine di mostrare quali siano le cose che appaiono agli angeli, le quali sono inarmonia con le corrispondenze, ne farò un cenno. A coloro che sono nell'intelligenzaappaiono giardini, parchi pieni di alberi e fiori di ogni genere. Gli alberi sono disposti inun ordine magnifico e congiunti insieme, a formare pergolati con accessi ad arco esentieri circolari, tutti di una bellezza tale che non può essere descritta con le parole. Lìgli spiriti intelligenti passeggiano raccogliendo fiori e intrecciando ghirlande con lequali adornano i bambini. Inoltre vi sono specie di alberi e fiori che non possono
127 Tutte le cose visibili agli angeli sono rappresentative (nn. 1971, 3213–3226, 3342, 3457, 3475, 3485,9457, 9481, 9576, 9577). I cieli sono pieni di rappresentazioni (nn. 1521, 1532, 1619). Le rappresentazionisono più incantevoli quanto più esse sono interiori nei cieli (n. 3475). Siccome le cose rappresentativederivano dalla luce del cielo, esse sono apparenze reali (nn. 3485). L'influsso Divino è cambiato inrappresentazioni nei cieli più elevati, e di lì anche nei cieli inferiori (nn. 2179, 3213, 9457, 9481, 9576,9577). Quelle cose che sono chiamate rappresentazioni appaiono agli occhi degli angeli in una formasimile a quella in natura, cioè come esse appaiono nel mondo (nn. 9457). Le cose interiori sono quindimutate in quelle esteriori (nn. 1632, 2987–3002). Cosa sono le forme rappresentative nei cieli, attraversovari esempi (n. 1521, 1532, 1619–1628, 1807, 1973, 1974, 1977, 1980, 1981, 2299, 2601, 2761, 276, 3217, 3219,3220, 3348, 3350, 5198, 9090, 10276). Tutte le cose visibili nei cieli sono conformi alle corrispondenze esono chiamate forme rappresentative (nn. 3213–3226, 3342, 3475, 3485, 9457, 9481, 9576, 9577). Tutte lecose corrispondenti rappresentano anche e significano ciò a cui corrispondono (nn. 2896, 2987, 2989–2991,3002, 3225).
esistere nel mondo, né mai sono stati veduti. Gli alberi portano frutti in armonia con ilbene dell'amore in cui sono gli spiriti intelligenti. Queste cose appaiono alla loro vista,perché il giardino, il parco, gli alberi da frutto ed i fiori corrispondono all'intelligenza edalla sapienza.128 Che ci siano tali cose nel cielo è noto anche sulla terra, ma solo a coloroche sono nel bene, nei quali non si è estinta la luce del cielo, a causa della luce naturale edelle sue fallacie; perché quando essi pensano del cielo affermano che lì vi sono cose chenessun orecchio ha mai udito e nessun occhio ha mai visto.
128 Un giardino o un parco significano intelligenza e sapienza (nn. 100, 108, 3220). Cosa si intende pergiardino dell'Eden e per giardino di Jehovah (nn. 99, 100, 1588). Quanto siano mirabili le cose visibili neigiardini nell'altra vita (nn. 1122, 1622, 2296, 4528, 4529). Gli alberi significano le percezioni e le conoscenze,da cui derivano la sapienza e l'intelligenza (nn. 103, 2163, 2682, 2722, 2972, 7692). I frutti significano i benidell'amore e della carità (n. 3146, 7690, 9337).
20Gli abiti con cui appaiono vestiti gli angeli
177. Dato che gli angeli sono uomini, e vivono tra loro come gli uomini nel mondo,essi hanno indumenti e dimore, e altre simili cose, con la differenza che, essendo loro inuno stato sublime, tutte le cose presso di loro sono di un'elevata perfezione. Perché lasapienza angelica sorpassa di gran lunga la sapienza umana, così pure le cose cheappaiono alla loro vista ed alla percezione dei loro sensi, essendo questecorrispondenze della loro sapienza (si veda sopra, n. 173).
178. Gli indumenti con cui agli angeli sono vestiti, al pari di tutte le cose presso diloro, sono corrispondenze; ed in quanto tali sono realmente esistenti (si veda sopra, n.175). I loro indumenti corrispondono alla loro intelligenza, perciò tutti nei cieliappaiono vestiti secondo la loro intelligenza; così uno angelo più intelligente di un altro,apparirà vestito con indumenti più sontuosi dell'altro. Il più intelligente tra essi indossavesti sfavillanti come una fiamma, gli altri indossano vesti risplendenti come di luce;quelli meno intelligenti indossano vestiti luccicanti, come dalla luce; il meno intelligenteindossa vesti luccicanti di bianco, ovvero bianche, ma prive di splendore; e quelliancora meno intelligenti indossano vesti di vari colori. E gli angeli del cielo più intimonon sono vestiti.
179. Siccome gli indumenti degli angeli corrispondono alla loro intelligenza, essicorrispondono anche alla verità, dato che l‘intelligenza deriva dalla Divina verità;dunque è la stesso dire che gli angeli sono vestiti secondo l’intelligenza o secondo laDivina verità. Le vesti di alcuni sfavillano come una fiamma, e quelle di altri brillanocome la luce, perché la fiamma corrisponde al bene, e la luce alla verità dal bene.129
Alcuni hanno vesti di un bianco luccicante e altri di un bianco privo di luminosità, ealtri ancora hanno vesti di vari colori, perché ove l’intelligenza è affievolita, il Divinobene e la Divina verità sono meno splendenti, e dunque sono ricevuti variamente,130 ilbianco splendente ed il bianco corrispondono alla verità,131 e gli altri colori alla sua
129 In virtù della corrispondenza gli abiti nella Parola significano le verità (nn. 1073, 2576, 5319, 5954,9212, 9216, 9952, 10536). Perché le verità rivestono il bene (n. 5248). Un rivestimento significa qualcosad'intellettuale, perché l'intelletto è il ricettacolo della verità (n. 6378). Vesti sfolgoranti di bisso significano leverità dal Divino (nn. 5319, 9469). Fiamma significa il bene spirituale, e la luce di lì, la verità da quel bene(nn. 3222, 6832). 130 Gli angeli e gli spiriti appaiono vestiti di indumenti conformi alle loro verità, dunque conformi allaloro intelligenza (nn. 165, 5248, 5954, 9212, 9216, 9814, 9952, 10536). Le vesti di alcuni angeli sonorisplendenti, quelle di altri no (n. 5248).131 Nella Parola bianco sfolgorante e bianco significa le verità perché esse provengono dalla luce del cielo
varietà.132 Quelli nel cielo più intimo non sono vestiti, perché la nudità corrispondeall’innocenza.133
180. Poiché nel cielo gli angeli indossano vesti, così sono apparsi quando sono stativisti nel mondo, come quelli visti dai profeti, o quelli visti nei pressi del sepolcro delSignore:
Il loro aspetto era come quello della folgore e le loro vesti erano bianche e splendenti(Matteo 28:3; Marco 16:5; Luca 24:4; Giovanni 20:12, 13)
E quelli visti nel cielo da Giovanni:
Avevano vesti bianche di lino raffinato (Ap. 4:4; 19:14)
E di Gerusalemme, che significa la chiesa che è nella verità,134 è scritto in Isaia:
Svegliati, mostra la tua forza, o Sion; indossa i tuoi abiti più belli, o Gerusalemme(Isaia 52:1)
E in Ezechiele:
Gerusalemme, ti ho cinto di bisso e ti ho ricoperta di seta. Le tue vesti erano di linofine e seta (Ez. 16:10, 13).
Oltre a molti altri passi. E di colui che non è nella verità, si dice che non indossa vestinuziali, come in Matteo:
Quando il re entrò vide un uomo che non indossava l’abito nuziale; e gli disse:Amico, come hai potuto entrare qui senza abito nuziale? Perciò questi fu gettato fuori nelle tenebre(Matteo 22:11, 13)
Il luogo della cerimonia nuziale, rappresenta il cielo e la chiesa, in virtù dellacongiunzione del Signore con il cielo e con la chiesa, per mezzo della Divina verità; e
(nn. 3301, 3993, 4007).132 I colori nel cielo sono variazioni della luce di lì (nn. 1042, 1043, 1053, 1624, 3993, 4530, 4742, 4922). Icolori significano varie cose inerenti l'intelligenza e la sapienza (nn. 4530, 4677, 4922, 9466). Le pietrepreziose nell'Urim e nel Thummim significano, secondo i loro colori, tutte le cose della verità dal bene neicieli (nn. 9865, 9868, 9905). I colori tendenti al rosso significano il bene; quelli tendenti verso il biancosignificano la verità (n. 9466).133 Tutti nel cielo più intimo sono nell'innocenza, e di conseguenza appaiono nudi (nn. 154, 165, 297,2736, 3887, 8375, 9960). L'innocenza nel cielo è manifestata con la nudità (nn. 165, 8375, 9960).All'innocente ed al casto la nudità non è motivo di vergogna, perché in essa non vi è alcunché di offensivo(nn. 165, 213, 8375).134 Per Gerusalemme deve intendersi una chiesa in cui vi sia l'autentica dottrina (nn. 402, 3654, 9166).
per questa ragione il Signore è chiamato nella Parola, sposo e marito; ed il cielo assiemealla chiesa è chiamato, sposa e moglie.
181. Che le vesti degli angeli non appaiano come abiti, ma sono realmente degli abiti,è evidente dal fatto che gli angeli le vedono e le tastano, e dispongono di molte vesti cheindossano e di cui si spogliano; ed essi hanno cura delle vesti che dismettono, in quantole indossano nuovamente ogniqualvolta ricorra la necessità. Che gli angeli siano dotatidi una varietà di indumenti, l’ho sperimentato moltissime volte. Quando ho chiestodove si procurassero tali vesti, mi hanno risposto, dal Signore, e che le ricevono in dono,e talvolta sono vestiti in un modo a loro inconscio. Essi sostengono anche che i loroindumenti mutano in armonia con i mutamenti del loro stato; nel primo e nel secondostato le loro vesti sono splendenti e di un bianco luminoso, e nel terzo e nel quarto statosono meno brillanti; e questo accade in virtù della corrispondenza, perché i lorocambiamenti di stato sono in relazione all’intelligenza e alla sapienza (di cui sopra, nn.154161).
182. Siccome tutti nel mondo spirituale indossano abiti in armonia con la propriaintelligenza, cioè conformemente alle verità da cui ha origine l’intelligenza, quelli chesono negli inferni, essendo privi di verità, indossano abiti logori, squallidi e sudici,ciascuno secondo la propria specifica perversione; né essi possono vestirsi altrimenti. IlSignore concede loro di essere vestiti, affinché non siano visti nella loro nudità.
21Le residenze degli angeli
183. Poiché nel cielo ci sono società, e gli angeli vivono come gli uomini, essi hannoanche delle residenze, le quali differiscono, secondo lo stato della vita di ciascuno. Sonosontuose per quelli di rango elevato, e più modeste per quelli di rango inferiore. Spessoho parlato con gli angeli delle residenze nel cielo, affermando che difficilmente nelmondo vi è qualcuno nel tempo presente disposto a credere che gli angeli abbianoluoghi di dimora; alcuni non credono perché non vedono tali dimore, altri perché nonsanno che gli angeli sono uomini; altri perché credono che il cielo angelico sia il cieloche essi vedono con i loro occhi, sopra di loro, e siccome questo appare vuoto,ipotizzano che gli angeli siano forme eteree, e deducono che questi vivano nell’etere.Inoltre essi non comprendono come vi possano essere tali cose nel mondo spirituale, alpari del mondo naturale, in quanto non sanno alcunché dello spirituale.
[2] Gli angeli dicono di essere informati dell’ignoranza che impera attualmente nelmondo, e con loro grande sorpresa, perfino nella chiesa, e maggiormente presso glieruditi che non presso i cosiddetti semplici. Essi affermano anche che dovrebbe esserenoto dalla Parola che gli angeli sono uomini, dal momento che quelli tra loro che sonostati visti, sono apparsi come uomini; ed il Signore che custodisce tutta la sua umanitàpresso di sé, è apparso nello stesso modo; dovrebbe anche essere noto che gli angelisono uomini e dispongono di abitazioni e non volano nell’aria, come pensano alcuni,nella loro ignoranza che gli angeli chiamano follia e che sebbene essi siano chiamatispiriti, non sono soffi eterei. Questo potrebbe rientrare nelle conoscenze degli uominiqualora essi ragionassero prescindendo dalle nozioni acquisite nel mondo in merito agliangeli e agli spiriti. Perché tutti possiedono un’idea generale circa la forma umana degliangeli e circa il fatto che abbiano residenze nel cielo, le quali sorpassano inmagnificenza le residenze del mondo; ma questa idea generale che fluisce dal cielo,cade nel nulla quando viene messa in discussione secondo i comuni ragionamentimondani in voga presso gli eruditi, i quali hanno chiuso dall’alto la propria intelligenzae l’accesso alla luce celeste.
[3] Lo stesso può dirsi in merito alle opinioni circa la vita dell’uomo dopo la morte.Qualora si parlasse di ciò, prescindendo dalla dottrina mondana della riunionedell’anima con il corpo, si sosterrebbe che dopo la morte, si vivrà come uomini e tra gliangeli, se si è vissuto rettamente, e che si vedranno cose magnifiche e che si vivrà nellagioia; ma non appena ci si rivolge verso la dottrina della riunione dell’anima con il
corpo o se si mette in discussione l’esistenza dell’anima, l’idea originaria si dissolve.
184. Ma è opportuno esporre l’evidenza dall’esperienza. Ogniqualvolta ho conversatocon gli angeli, faccia a faccia, ero con loro, nelle loro abitazioni. Queste eranoesattamente come quelle del mondo, ma immensamente più belle. All’interno vi sonostanze, salotti e camere da letto in gran numero; vi sono anche cortili, giardini e fiori, eprati e campi intorno. Lì vivono insieme in abitazioni l’una accanto all’altra, nella formadi una città, con viali, strade e pubbliche piazze, esattamente come le città del mondo.Mi è stato permesso di attraversarle e di guardare in ogni loro angolo, e talvolta dientrare nelle case. Questo è avvenuto quando la mia vista interiore è stata aperta, ed eroin uno stato di veglia.135
185. Ho visto palazzi nel cielo di una tale sontuosità che non è possibile descriverli.Sopra rilucevano come se fossero fatti d’oro, e sotto come di pietre preziose, alcuni piùeccelsi di altri. E così pure al loro interno. Sia le parole, sia le conoscenze sono inadatte adescrivere le decorazioni che adornavano le stanze. Sul versante che dà a mezzogiornovi erano parchi, ed ogni cosa risplendeva; in alcuni luoghi le foglie luccicavano comefossero d’argento, ed i frutti come fossero d’oro; ed i fiori nei loro giardini formavanoarcobaleni variopinti. Oltre i confini, vi erano altri edifici. L’architettura nel cieloraggiunge una perfezione sublime; ciò non deve meravigliare in quanto l’arte in sé haorigine nel cielo. Gli angeli affermano che tali cose ed innumerevoli altre, anche piùsublimi di queste, appaiono alla loro vista, per mezzo del Signore; ed ancora che talicose sono più piacevoli per il loro spirito, che per i loro occhi, perché in ognuna di esseloro scorgono una corrispondenza, e attraverso la corrispondenza, tutto ciò cheappartiene al Divino.
186. In merito alle corrispondenze, ho udito che, non solo i palazzi e le abitazioni, maogni singola cosa al loro interno ed al loro esterno, corrisponde alle cose interiori di cuisono dotati dal Signore; la casa stessa, in generale corrisponde al loro bene, e le coseparticolari all’interno di essa, a ciò in cui consiste il loro bene,136 e le cose all’esterno, alleverità che derivano da quel bene, nonché corrispondono alle loro percezioni ed alle loroconoscenze (si veda la nota al n. 176); e siccome queste cose corrispondono ai beni edalle verità che essi hanno dal Signore, esse corrispondono al loro amore, dato chel’amore appartiene al bene, e la sapienza, al bene ed alla verità insieme, e l’intelligenza,alla verità dal bene. Questo è ciò che gli angeli percepiscono, quando osservano cosa c’è
135 Gli angeli dispongono di città, edifici e abitazioni (nn. 940–942, 1116, 1626–1631, 4622).136 Le abitazioni con i loro arredi significano le cose nell'uomo che appartengono alla sua mente, dunqueil suo interiore (nn. 710, 2233, 2331, 2559, 3128, 3538, 4973, 5023, 6639, 6690, 7353, 7848, 7910, 7929, 9150);di conseguenza le cose inerenti il bene e la verità (nn. 2233, 2331, 2559, 4982, 7848, 7929). Le stanze e lecamere da letto significano le cose interiori (nn. 3900, 5694, 7353). Il tetto dell'abitazione significa ciò che èintimo (nn. 3652, 10184). Una casa in legno significa ciò che è in relazione al bene, e una casa in pietra, ciòche è in relazione alla verità (n. 3720).
intorno a loro, e quindi i loro spiriti sono più sensibili e maggiormente rallegrati daqueste cose rispetto ai loro occhi.
187. Questo spiega perché il Signore chiama se stesso il tempio di Gerusalemme(Giovanni 2:19, 21)137 perché il Tempio rappresenta il suo Divina Umano; e anche perchéla Nuova Gerusalemme è apparsa come fosse fatta di oro puro, con i portali di perle, ele sue fondamenta di pietre preziose (Ap. 21), perché la Nuova Gerusalemme significala chiesa che deve essere fondata, le dodici porte, le verità che conducono al bene, e lefondamenta, le verità sulle quali poggia la chiesa.138
188. Gli angeli che compongono il regno celeste del Signore, abitano in luoghi elevati,che appaiono come montagne ricoperte di vegetazione; gli angeli che compongono ilregno spirituale del Signore abitano in luoghi meno elevati, che appaiono come colline;mentre gli angeli nella parte inferiore del cielo abitano in luoghi che appaiono comesporgenze rocciose. Queste apparenze sono suscitate dalla corrispondenza, in quanto lecose interiori corrispondono alle cose più elevate, e quelle esteriori alle cosesottostanti;139 è per questo che nella Parola montagna, significa amore celeste, collina,amore spirituale, e roccia, fede.140
189. Ci sono anche angeli che non vivono in società, ma separatamente in abitazionidistinte. Essi abitano nel mezzo del cielo, perché sono gli angeli più eccelsi.
190. Le case in cui abitano gli angeli non sono fabbricate, come quelle nel mondo, masono donate loro gratuitamente dal Signore, a ciascuno secondo la sua ricezione delbene e della verità. Esse cambiano in armonia con i mutamenti dello stato interiore degliangeli (di cui, si veda sopra, nn. 154160). Ogni cosa nella disponibilità di ciascunangelo, è ricevuta dal Signore; ed ogni cosa di cui ogni angelo necessiti, è data dal
137 Nel senso più alto la casa di Dio significa il Divino Umano del Signore in relazione al Divino bene, edil tempio la stessa cosa, in relazione alla Divina verità; ed in senso relativo, il cielo e la chiesa in relazioneal bene ed alla verità (n. 3720)138 Gerusalemme significa la chiesa in cui la dottrina è autentica (nn. 402, 3654, 9166). I cancelli significanol'introduzione alla dottrina della chiesa, e attraverso la dottrina, l'introduzione nella chiesa (n. 2943, 4477, 4478).Le fondamenta significano la verità su cui poggiano il cielo, la chiesa e la dottrina (n. 9643).139 Nella Parola ciò che è interiore è espresso da ciò che è elevato, e ciò che è elevato significa ciò che èinteriore (nn. 2148, 3084, 4599, 5146, 8325). Ciò che è in alto significa ciò che è interiore, ed allo stessomodo il cielo (nn. 1735, 2148, 4210, 4599, 8153).140 Nel cielo, montagne, colline, rupi, valli e paesaggi appaiono nello stesso modo in cui sono visibili nelmondo (n. 10608). Sulle montagne abitano gli angeli che sono nel bene dell'amore, sulle colline, quelli chesono nel bene della carità, sulle rupi quelli che sono nel bene della fede (n. 10438). Perciò nella Parola lemontagne significano il bene dell'amore (nn. 795, 4210, 6435, 8327, 8758, 10438, 10608). Le colline,significano il bene della carità (nn. 6435, 10438). Le rupi significano il bene e la verità della fede (nn. 8581,10580). Le pietre, di cui sono fatte le rocce, allo stesso modo significano la verità della fede (nn. 114, 643,1298, 3720, 6426, 8609, 10376). È per questo che le montagne significano il cielo (nn. 8327, 8805, 9420). E lasommità della montagna significa la parte più elevata del cielo (nn. 9422, 9434, 10608). Ed inoltre, questa èla ragione per la quale le genti antiche avevano i loro sacri luoghi di culto sulle montagne (nn. 796, 2722).
22Lo spazio nel cielo
191. Tutte le cose nel cielo appaiono, esattamente come nel mondo, in un luogo e nellospazio, e tuttavia gli angeli non hanno alcuna idea dei luoghi, né degli spazi. Siccomequesto suona paradossale, farò in modo di illustrare con chiarezza questa materia, diragguardevole importanza.
192. Ogni mutamento nei luoghi, nel mondo spirituale, accade per effetto di uncambiamento dello stato interiore, ciò significa che i cambiamenti di luogo non sonoaltro che cambiamenti di stato.141 Esattamente in questo modo sono stato elevato neicielo dal Signore, ed anche nelle altre terre, nell’universo; era il mio spirito a viaggiare,mentre il mio corpo è rimasto nello stesso luogo.142 Così avvengono tutti gli spostamentidegli angeli; e in conseguenza di ciò, essi non hanno distanze, e non avendo distanzenon hanno spazio, ed in luogo degli spazi hanno gli stati ed i loro cambiamenti.
193. Essendo tali i cambiamenti di luogo, è evidente che l’avvicinamento implicaun’affinità nello stato interiore, e la separazione, una diversità di stato; per questaragione coloro che sono vicini l’uno all’altro, sono nel medesimo stato, e coloro che sonodistanti sono in uno stato differente; dunque, gli spazi nel cielo sono manifestazioniesteriori corrispondenti allo stato interiore. Per la stessa ragione i cieli sono tra lorodistinti, e così pure le società nell’ambito di uno stesso cielo, ed anche gli angeli checompongono ogni società; è anche per questo che gli inferni sono totalmente separatidai cieli, essendo in uno stato contrapposto.
194. Per la stessa ragione, ancora, ciascuno nel mondo spirituale che desideriintensamente vedere un’altra persona, è condotto alla sua presenza, in quanto lo vedenel pensiero, e porta se stesso nello stato di quest’altro; e per converso, la separazioneha luogo tra individui che sono in uno stato reciprocamente avverso. E poiché
141 Nella Parola luoghi e spazi significano stati (nn. 2625, 2837, 3356, 3387, 7381, 10580); dall'esperienza (nn.1274, 1277, 1376–1381, 4321, 4882, 10146, 10580). Le distanze significano differenze nello stato della vita(nn. 9104, 9967). Nel mondo spirituale gli spostamenti ed i cambiamenti di luogo sono mutamenti nellostato della vita, perché sono da questi originati (nn. 1273–1275, 1377, 3356, 9440). Lo stesso vale per iviaggi (nn. 9440, 10734); illustrato dall'esperienza (nn. 1273–1277, 5605). Per questa ragione viaggiare nellaParola significa vivere e progredire nella vita; e soggiornare ha un analogo significato (nn. 3335, 4554,4585, 4882, 5493, 5605, 5996, 8345, 8397, 8417, 8420, 8557). Andare con il Signore significa vivere presso diLui (n. 10567).142 L'uomo può essere condotto a grande distanza rispetto al suo spirito attraverso i cambiamenti distato, mentre il corpo rimane al suo posto; dall'esperienza (nn. 9440, 9967, 10734). Cosa si intende peressere condotto in spirito in un altro luogo (n. 1884).
l’avversione scaturisce dalla contrarietà delle affezioni e dalla diversità del pensiero,ogniqualvolta in quel mondo una moltitudine di persone sono nello stesso luogo, essisono visibili l’uno all’altro se concordano, ma l’uno scompare alla vista dell’altro,reciprocamente, se sono in disaccordo.
195. Inoltre, se taluno si sposta da un luogo all’altro, sia nella sua città, o in un parco oun giardino, sia fuori della propria società, egli giunge più velocemente a destinazione,nella misura in cui desidera questo intensamente, e giunge meno velocemente, se taledesiderio è meno intenso, essendo il percorso abbreviato ovvero allungato inconformità del desiderio. Spesso ho sperimentato questa particolarità, con mia grandesorpresa. Tutto questo chiarisce come le distanze, e conseguentemente gli spazi sonocommisurati allo stato interiore degli angeli;143 è per questo che nessuna idea di spaziopuò entrare nei loro pensieri, sebbene vi siano spazi presso di loro, come nel mondo.
196. Questo può essere compreso attraverso i pensieri degli uomini, i quali non hannospazio, e ogni cosa pensata intensamente si manifesta come fosse presente. Inoltre, nelmondo a chiunque rifletta è noto che la vista riconosce lo spazio attraverso gli oggettiche si frappongono ad esso, ovvero richiamando alla memoria quanto è stato appreso inprecedenza sulla distanza. Questo accade in ragione della continuità; e in ciò che ècontinuo non vi è apparenza di distanza, salvo che per le cose che non sono continue.Questo, a maggior ragione, è vero per gli angeli, perché la loro vista agisce come unocon il loro pensiero, ed il loro pensiero agisce come uno con la loro affezione, e le coseappaiono ravvicinate o distanti, in conformità del loro stato interiore, come è statomostrato sopra.
197. Da ciò segue che nella parola i luoghi e gli spazi, e tutte le cose in qualunquemodo correlate allo spazio, hanno attinenza con gli stati, e così pure le distanze, lavicinanza, la lontananza, i percorsi, i viaggi, i soggiorni, le miglia, gli stadi, le pianure, icampi, i giardini, le città, le strade, il movimento, le misure di vario genere, lalunghezza, l’ampiezza, l’altezza e la profondità, ed innumerevoli altre cose; perché granparte del pensiero dell’uomo ha a che fare con lo spazio ed il tempo.
[2] Desidero esporre in questa sede cosa è inteso nella Parola per lunghezza, larghezzae altezza. Nel mondo ciò che è definito lungo o largo, è definito tale in relazione allospazio, e lo stesso vale per l’altezza. Ma nel cielo, ove non esiste il concetto di spazio, lalunghezza significa uno stato del bene, la larghezza uno stato della verità, e l’altezzauna distinzione tra loro in conformità dei gradi (si veda il n. 38). Tale è il significato diqueste tre dimensioni, perché la lunghezza nel cielo si estende da oriente a occidente, e
143 I luoghi e gli spazi appaiono alla vista in conformità dello stato interiore degli angeli e degli spiriti(nn. 9440, 9967, 10734).
quelli che abitano lì sono nel bene dell’amore; mentre la larghezza nei cieli è damezzogiorno a settentrione, e quelli che abitano lì sono nella verità dal bene (si veda iln. 148); mentre l’altezza nel cielo si applica ad entrambe ed esprime il loro rispettivogrado. È per questo che lunghezza, larghezza e altezza hanno tali significati nellaParola, come in Ezechiele (dal capo 40 al 48), ove il nuovo tempio e la nuova terra, con ilcortile, le stanze, i cancelli, le porte, le finestre ed i dintorni sono descritti attraversomisure di lunghezza, larghezza e altezza, con le quali si intende una nuova chiesa ed isuoi beni e le sue verità. Quale significato avrebbero altrimenti tutte quelle misure?
[3] Allo stesso modo la Nuova Gerusalemme è descritta nella Rivelazione, con questeparole:
La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza; ed eglimisurò la città con la canna, e la lunghezza, la larghezza e l’altezza misuravano tutte dodicimilastadi (Apocalisse 21:16).
Siccome la Nuova Gerusalemme significa una nuova chiesa, queste misure rappresentanole caratteristiche della chiesa, la lunghezza il bene dell’amore, la larghezza la verità dalquel bene, l’altezza il suo bene e la sua verità in relazione al grado, dodicimila stadi tutto ilbene e tutta la verità nel loro insieme. Altrimenti cosa si dovrebbero intendere perun’altezza di dodicimila stadi, e per una uguale lunghezza e larghezza? Che“larghezza” nella Parola significhi verità è evidente in Davide:
Signore, Tu non mi hai consegnato nelle mani del nemico, Tu hai guidato i miei passiin un luogo sicuro (Salmi 31:8)
Nelle angustie ho invocato il Signore; ed Egli mi ha condotto in un luogo sicuro(Salmi 118:5).
Oltre ad altri passi (come in Isaia 8:8 e in Abacuc 1:6).
198. Da quanto si è detto fin qui appare evidente che sebbene vi siano spazi nel cielocome nel mondo, ciò nondimeno, nulla è rapportato agli spazi, ma agli stati; diconseguenza gli spazi non possono essere misurati come nel mondo, ma appaionosemplicemente in relazione agli stati ed in armonia con lo stato interiore.144
199. La causa originaria e autentica di ciò è che il Signore è presente presso ciascuno,secondo il suo amore e la sua fede,145 ed è in conformità della presenza del Signore che
144 Nella Parola la lunghezza significa il bene (nn. 1613, 9487). La larghezza significa la verità (nn. 1613,3433, 3434, 4482, 9487, 10179). L'altezza significa il bene e la verità in relazione ai loro gradi (nn. 9489,9773, 10181).145 L'unione e la presenza del Signore presso gli angeli si realizza in misura corrispondente alla loro
tutte le cose appaiono vicine o lontane, dato che è da questa che tutte le cose nel cielosono determinate. È anche attraverso questa presenza che gli angeli sono dotati disapienza, dato che è per mezzo di essa che il loro pensiero è diffuso e tutte le cose nelcielo sono condivise; in una parola è per mezzo di questa che essi ragionanospiritualmente anziché in termini naturali, come gli uomini.
ricezione dell'amore e della carità da Lui (nn. 290, 681, 1954, 2658, 2886, 2888, 2889, 3001, 3741–3743, 4318,4319, 4524, 7211, 9128).
23La forma del cielo, da cui sono determinate
le affiliazioni e le comunicazioni
200. Quale sia la forma del cielo può essere compreso da quanto è stato esposto neiprecedenti capitoli; cioè che il cielo è uguale a se stesso, nella più grande e nella piùpiccola delle sue parti (n. 72); che, di conseguenza, ogni società è un cielo in unadimensione minore, ed ogni angelo lo è nella forma minima (nn. 5158); che siccome ilcielo nel suo complesso appare come un singolo uomo, così pure ogni società nel cieloappare come un uomo, in una forma minore, e ogni angelo nella forma minima (nn. 5977); che il più savio tra gli angeli è nel mezzo, ed il meno savio nella periferia, e lo stessovale per ogni società angelica (n. 43); e che quelli che sono nel bene dell’amore abitanoda oriente a occidente nel cielo; e quelli che sono nelle verità dal bene, abitano damezzogiorno a settentrione; e lo stesso vale per ogni società (nn. 148149). Tutto questoè conforme all’immagine del cielo. Da tutto ciò si può dedurre quale sia questa forma ingenerale.146
201. È di fondamentale importanza conoscere quale sia la forma del cielo, perché nonsolo ogni affiliazione lì è in armonia con tale forma, ma anche ogni reciprocacomunicazione, ed in conseguenza di ciò, ogni diffusione di pensieri e affezioni, equindi tutta l’intelligenza e la sapienza degli angeli. Da ciò consegue che ciascuno lì èsavio nella misura in cui è un’immagine del cielo, e quindi una forma del cielo. È lostesso dire, nella forma del cielo o nell’ordine del cielo, dato che la forma di ogni cosa haorigine dal suo ordine ed è in armonia con il suo ordine.147
202. Consideriamo in primo luogo la nozione dell’essere nella forma del cielo. L’uomoè stato creato sia nell’immagine del cielo, sia nell’immagine del mondo; la sua vesteinteriore è nell’immagine del cielo, e quella esteriore, nell’immagine del mondo (si vedasopra, n. 57); e nell’immagine significa in armonia con la forma. Ma poiché l’uomo acausa del male della sua volontà e della conseguente falsità del suo pensiero hadistrutto in se stesso l’immagine del cielo, cioè la forma del cielo, e l’ha rimpiazzata conl’immagine e con la forma dell’inferno, il suo interiore è chiuso dall’alto, dalla nascita;questo perché l’uomo nasce nell’ignoranza, a differenza di ogni genere di animali. E
146 L'intero cielo in relazione alle società angeliche, è disposto dal Signore secondo il suo Divino ordine,dato che è il Divino del Signore che forma il cielo (nn. 3038, 7211, 9128, 9338, 10125, 10151, 10157).Riguardo alla forma celeste (nn. 4040–4043, 6607, 9877). 147 La forma del cielo è una forma in armonia con il Divino ordine (nn. 4040–4043, 6607, 9877).
affinché l’uomo possa ristabilire in sé l’immagine del cielo deve essere istruito sulle coseche appartengono all’ordine; dato che la forma, come si è detto, è in armonia conl’ordine. La Parola contiene tutte le leggi del Divino ordine, perché i suoi precetti sonole leggi del Divino ordine; quindi nella misura in cui l’uomo li conosce e li osserva, ilsuo interiore è aperto e l’ordine o l’immagine del cielo è instaurata in lui. Questochiarisce cosa si intenda per essere nella forma del cielo, cioè vivere conformemente aiprecetti della Parola.148
203. Nella misura in cui ciascuno è nella forma del cielo, egli è nel cielo, essendo uncielo nella forma minima (n. 57); di conseguenza egli è nella stessa misura intelligente esavio; perché, come è stato detto sopra, tutto il pensiero del suo intelletto e tuttal’affezione della sua volontà si diffondono ovunque nel cielo, secondo la sua forma, ecomunicano in modo prodigioso con le società di lì, e queste a loro volta con lui.149
[2] Ci sono alcuni che non credono che i pensieri e le affezioni si estendano realmenteintorno a loro, ma credono che essi risiedano dentro di loro, perché qualunque cosa essipensino, la vedono in loro stessi, e non come una cosa esterna; tuttavia essi si ingannanoin misura notevole. Perché, come la vista degli occhi si estende agli oggetti lontani ed èinfluenzata secondo l'ordine delle cose viste in quell'estensione, anche la vista interiore,che è quella dell'intelletto, ha una simile estensione nel mondo spirituale, sebbene nonpercepita dall'uomo, per la ragione esposta sopra (n. 196). La sola differenza è che lavista degli occhi è influenzata dalle cose appartenenti al mondo naturale, mentre lavista dell'intelletto è influenzata in modo spirituale, dalle cose che appartengono a quelmondo, che sono in relazione con il bene e con la verità; il fatto che l'uomo ignori ciò èda ricercarsi nella mancanza di conoscenza della luce che illumina l'intelletto; eppure,senza la luce che illumina l'intelletto l'uomo sarebbe totalmente incapace di pensare (inmerito a quella luce si veda sopra, nn. 126 – 132).
[3] C'era uno spirito il quale credeva che il suo pensiero fosse da egli stesso, senzaalcuna relazione fuori di sé, né comunicazione con le società, all'esterno. Affinché egli
148 Le Divine verità sono e leggi dell'ordine (nn. 2447, 7995). L'uomo è uomo nella misura in cui egli vivenel rispetto dell'ordine, cioè nella misura in cui egli è nel bene, conformemente alle Divine verità (nn.4839, 6605, 6626). Tutte le cose dell'ordine Divino sono impresse nell'uomo, ed egli sin dalla creazione èuna forma del Divino ordine (nn. 4219, 4220, 4222, 4223, 4523, 4524, 5114, 6013, 6057, 6605, 6626, 9706,10156, 10472). L'uomo non nasce nella verità e nel bene, ma nel male e nella falsità, cioè nell'opposto delDivino ordine, e di conseguenza, nella autentica ignoranza; per questa ragione egli deve rinascere anuova vita, cioè deve essere rigenerato, il che ha luogo per mezzo delle Divine verità dal Signore, affinchéegli possa essere ricondotto nell'ordine (nn. 1047, 2307, 2308, 3518, 3812, 8480, 8550, 10283, 10284, 10286,10731). Quando il Signore fa rinascere l'uomo a nuova vita, cioè lo rigenera, Egli dispone tutte le cose inlui secondo l'ordine, vale a dire, nella forma del cielo (nn. 5700, 6690, 9931, 10303).149 Ciascuno nel cielo condivide la comunicazione della vita, affinché possa essere chiamato una suaestensione nelle società angeliche in cui dimora, secondo la qualità e l'intensità del suo bene (nn. 8794,8797). I pensieri e le affezioni hanno tale estensione (nn. 2470, 6598–6613). Essi sono uniti o separatisecondo le affezioni dominanti (n. 4111).
potesse realizzare la falsità di cui era persuaso, è stato recisa la comunicazione con lesocietà nella sua prossimità, ed in conseguenza di ciò egli non solo era privato delpensiero ma si sentiva mancare come se la vita lo abbandonasse, sebbene agitasse lebraccia come un neonato. In breve, la comunicazione è stata ripristinata, e con essa egliè tornato in se stesso e nel suo pensiero.
[4] Quando gli altri spiriti hanno veduto ciò hanno ammesso che ogni pensiero eaffezione, e di conseguenza ogni cosa inerente la vita, fluisce nell'uomo secondo lacomunicazione, dato che ogni cosa della vita dell'uomo consiste nella sua capacità dipensare e di agire attraverso l'affezione, o il che è lo stesso, nella sua capacitàd'intendere e volere.150
204. Ma deve essere noto che l'intelligenza e la sapienza variano in corrispondenza ditale comunicazione; coloro la cui intelligenza e sapienza è costituita da verità e beniautentici, sono in comunicazione con le società con le quali hanno un'affinità nellaforma del cielo; coloro la cui intelligenza e sapienza non è costituita da verità e beniautentici, sono in una comunicazione difettosa e variamente coerente che non collimacon la serie di società aventi la forma del cielo. Per converso, coloro che non sononell'intelligenza e nella sapienza, ma nella falsità dal male, sono associati con le societàinfernali, secondo la misura in cui si sono consolidati nelle stesse falsità. Deve esserenoto che tale comunicazione non è chiaramente percettibile, ma attiene a ciò che gliappartenenti a queste società sono in se stessi, è in loro e fluisce da loro.151
205. Vi è un'affiliazione di tutti nel cielo secondo la relazione spirituale, cioè larelazione del bene e della verità, nel loro ordine. È così in tutto il cielo; quindi in ognisocietà ed in ogni casa. In virtù di ciò gli angeli che sono nello stesso bene e nella stessaverità si riconoscono reciprocamente, come tra consanguinei o tra coniugi, o come se sifossero conosciuti fin dall'infanzia. Il bene e la verità in ogni angelo, che costituiscono lasua sapienza e la sua intelligenza, sono associati nello stesso modo; essi si riconosconol'un l'altro nello stesso modo, e non appena si riconoscono, si associano insieme;152
e di
150 Esiste una sola vita, da cui tutti, sia nel cielo, sia nel mondo, vivono (nn. 1954, 2021, 2536, 2658, 2886–2889, 3001, 3484, 3742, 5847, 6467). Che quella vita sia dal Signore (n. 2886–2889, 3344, 3484, 4319, 4320,4524, 4882, 5986, 6325, 6468–6470, 9276, 10196). Essa fluisce negli angeli, negli spiriti e negli uomini, inmodo mirabile (nn. 2886–2889, 3337, 3338, 3484, 3742). Il Signore fluisce dal suo Divino amore, che è taleche ciò che è suo proprio desidera essere nell'altro (nn. 3472, 4320). Per questa ragione la vita appareessere nell'uomo, anziché fluirvi nel suo intimo (nn. 3742, 3743, 4320). Della gioia degli angeli, percepita econfermata secondo quanto mi è stato detto, in merito al fatto che la vita non sia da se stessi ma dalSignore (n. 6469). Gli empi non sono disposti a credere che la vita semplicemente, fluisca in loro (n. 3743).La vita dal Signore fluisce anche presso gli empi (nn. 2706, 3743, 4417, 10196). Ma questi cambiano il benein male, e la verità in falsità; perché come è l'uomo, tale è la sua ricezione della vita (nn. 4319, 4320, 4417).151 I pensieri si diffondono intorno alle società degli spiriti e degli angeli (nn. 6600–6605). Fino a quandonon sono tali da allontanare o disturbare i pensieri delle società (n. 6601, 6603).152 Il bene riconosce la sua verità, e la verità il suo bene (nn. 2429, 3101, 3102, 3161, 3179, 3180, 4358,5704, 5835, 9637). In questo modo il bene e la verità sono uniti (nn. 3834, 4096, 4097, 4301, 4345, 4353, 4364,
conseguenza, quelli le cui verità ed i cui beni sono associati in conformità di una formadel cielo, vedono una successione di cose ordinate in serie ed a loro affini, da cui sonocircondati; mentre quelli le cui verità ed i cui beni non sono congiunti secondo unaforma del cielo, non vedono ciò.
206. In ogni cielo vi è una simile forma, ed in virtù di essa gli angeli sono incomunicazione e in uno stato di condivisione di pensieri ed affezioni, e dunque inconformità di tale forma essi sono dotati di intelligenza e sapienza. Ma lacomunicazione di un cielo con un altro è differente, cioè quella del terzo cielo con ilsecondo o di quest'ultimo con il primo cielo. Tuttavia la comunicazione tra cieli diversinon è propriamente una comunicazione, bensì un influsso. Riguardo a ciò sarà fattoqualche cenno qui di seguito. Che vi siano tre cieli distinti l'uno dall'altro si può vederenel proprio capitolo (nn. 29 – 40).
207. Che tra un cielo ed un altro vi sia influsso e non comunicazione, lo si può vederedalla loro rispettiva posizione. Il terzo o più intimo cielo è sopra, il secondo ointermedio cielo e al di sotto, ed il terzo o più esterno cielo è ancora più in basso. Vi èuna simile disposizione in tutte le società in ogni cielo; per esempio alcuni abitano neiluoghi più elevati che appaiono come montagne (n. 188), sulle sommità delle quali sitrovano quelli che appartengono al cielo più intimo; sotto di essi ci sono le società delsecondo cielo, e ancora al di sotto le società del cielo più esterno. Una società di un cielosuperiore non può comunicare con una società di un cielo inferiore, se non attraverso lecorrispondenze (si veda sopra, n. 100); e la comunicazione attraverso le corrispondenzeè ciò che si intende per l'influsso.
208. Un cielo è congiunto ad un altro, o una società ad un'altra, unicamente attraversoil Signore, sia per influsso diretto, sia per influsso mediato; direttamente da Egli stesso,ed in modo mediato attraverso i cieli più elevati verso i cieli inferiori.153 Poiché lacongiunzione dei cieli per mezzo dell'influsso avviene esclusivamente attraverso ilSignore, è posta la massima cura nell'evitare che un angelo del cielo supremo concentrila propria attenzione verso un cielo inferiore e conversi con taluno appartenente a quelcielo; se ciò accadesse l'angelo sarebbe istantaneamente privato della sua intelligenza esapienza. La ragione di ciò può essere esposta. Siccome ci sono tre ranghi nei cieli, ogniangelo si distingue in tre differenti gradi di vita, quelli nel cielo più intimo hanno ilterzo grado aperto ed il secondo ed il primo, chiusi; quelli nel cielo intermedio hanno ilsecondo grado aperto ed il terzo ed il primo chiusi; quelli nel cielo più esterno hanno ilprimo grado aperto ed il secondo ed il terzo chiusi. Di conseguenza non appena un
4368, 5365, 7623–7627, 7752–7762, 8530, 9258, 10555). Questo ha luogo per mezzo dell'influsso dal cielo.153 Vi è un influsso diretto dal Signore ed un influsso mediato attraverso il cielo (nn. 6063, 6307, 6472,9682, 9683). Vi è un influsso diretto del Signore nelle più infinitesimali parti di tutte le cose (nn. 6058,6474–6478, 8717, 8728). Dell'influsso mediato del Signore attraverso i cieli (nn. 4067, 6982, 6985, 6996).
angelo del terzo cielo guarda verso una società del secondo cielo e parla con qualcunodi lì, il suo terzo grado viene istantaneamente chiuso; e poiché la sua sapienza risiede inquel grado, se quel grado è chiuso egli è privato della sua sapienza, la quale non hanulla a che fare con il secondo e con il primo grado. Questo è ciò che si intende con leparole del Signore in Matteo:
Colui che è nella parte alta del palazzo, non scenda per raccogliere chi va in basso; echi è nei campi non torni indietro a raccogliere i propri indumenti (Matteo 24:17, 18)
E in Luca:
In quel giorno colui che si trovi nella parte alta del palazzo, ed i suoi beni nelpalazzo, non scenda a raccoglierli; e colui che si trovi nei campi non torni indietro. Sia ricordato ciòche accadde alla moglie di Lot (Luca 17:31, 32)
209. Nessun influsso può scorrere da un cielo inferiore verso un cielo superiore perchéciò è contrario all'ordine; bensì vi è influsso dal cielo superiore verso i cieli inferiori.Inoltre la sapienza degli angeli del cielo più elevato, sorpassa quella degli angeli delcielo inferiore come una miriade a uno; e questa è un'altra ragione per la quale gli angelidi un cielo inferiore non possono comunicare con quelli di un cielo superiore; infattiquando essi guardano verso l'alto non li vedono; il cielo più alto appare come qualcosadi nebuloso sopra le loro teste. Viceversa, gli angeli di un cielo superiore possonovedere quelli di un cielo inferiore, e potrebbero anche parlare con essi; in tal caso però,come è stato detto, perderebbero la loro sapienza.
210. I pensieri e le affezioni, come pure il linguaggio degli angeli del terzo cielo nonsono percepiti nel secondo cielo, perché trascendono tutto ciò che si trova lì. Masecondo l'apprezzamento del Signore, può apparire nei cieli inferiori, da quel cieloqualcosa di simile ad una fiamma, e dai pensieri e dalle affezioni che si manifestano nelsecondo cielo può apparire nel cielo più esterno qualcosa di luminoso e di nebuloso,splendente di bianco cangiante. Da quella nube, dalla sua ascesa, discesa e forma, ciòche viene pronunciato è in qualche misura percepibile. 211. Da quanto si è fin qui detto, si può desumere quale sia la forma del cielo, vale adire, la più perfetta nel cielo più intimo; nel secondo cielo, ugualmente perfetta, ma inun misura inferiore, e nel cielo più esterno in una misura ancora inferiore; e anche, chela forma di un cielo trae la sua perenne esistenza da un altro cielo per mezzodell'influsso dal Signore. Ma cosa sia la comunicazione per mezzo dell'influsso non puòessere compreso, salvo che non siano conosciuti i gradi in altezza, ed in che modo questidifferiscano dai gradi in ampiezza. Cosa siano questi differenti gradi può essere vistopiù sopra (n. 38).
212. Quando si scende nel particolare, circa la forma del cielo, e come essa procede efluisce, questo neppure gli angeli sono in grado di comprenderlo. Una qualche idea diessa può sortire dalla forma di tutte le cose nel corpo umano, qualora questo siascandagliato ed esaminato da un uomo acuto e savio; perché in precedenza è statomostrato che l'intero cielo appare come un singolo uomo (si vedano i nn. 5972); e cheogni cosa nell'uomo ha una corrispondenza nei cieli (nn. 87102). Quantoincomprensibile ed inesplicabile sia quella forma, può essere compreso in modosommario dalle fibre nervose che si dipartono in ogni direzione e mettono incomunicazione tutte le parti del corpo. Cosa siano queste fibre e come esse procedono esi dispongono nel cervello, non può essere percepito affatto dall'occhio; perchéinnumerevoli fibre sono talmente intrecciate tra loro da apparire come una massa molle;eppure è attraverso di esse che ogni cosa appartenente alla volontà e all'intelletto sitrasforma distintamente azione. In che modo le fibre siano intrecciate nel corpo ècomprensibile dai vari plessi, quali quelli del cuore, del mesenterio, e altri; e anche daigangli in cui molte fibre giungono da ogni regione, e ivi interagiscono e si congiungonoper dar corso alle loro rispettive funzioni; e cose simili in ogni membra, organo emuscolo. Chiunque esaminasse queste fibre e le loro meraviglie con gli occhi dellasapienza resterebbe completamente confuso. E nondimeno, le cose visibili con gli occhisono poche, e quelle non visibili sono di gran lunga più prodigiose perchéappartengono al più intimo regno della natura. È evidente che questa formacorrisponde alla forma del cielo, perché tutte le operazioni della volontà e dell'intellettosono dentro di essa ed in armonia con essa; perché è in armonia con questa forma chequalsiasi volontà dell'uomo si trasforma in atto, e qualunque cosa egli pensi, scorreattraverso le fibre nervose dalle loro origini fino alle terminazioni che sono le sorgentidi ogni sensazione; e nella misura in cui taluno è la forma dell'intelletto e della volontà,allo stesso modo è la forma dell'intelligenza e della sapienza. Tale è la forma checorrisponde alla forma del cielo. E da ciò si comprende che tale è la forma in armoniacon la quale ogni pensiero e affezione degli angeli si diffonde, e nella misura in cui gliangeli sono in quella forma, essi sono nell'intelligenza e nella sapienza. Che questaforma del cielo proceda dalla Divina umanità del Signore, può essere visto più sopra(nn. 7886). Tutto questo è stato detto al fine di evidenziare anche che la forma del cielo,perfino nel generale non può essere completamente compresa, e dunque rimaneincomprensibile finanche agli angeli, come è stato già esposto in precedenza.
24Le amministrazioni nel cielo
213. Poiché il cielo è suddiviso in società, e le più popolose constano di alcunecentinaia di migliaia di angeli (n. 50) i quali seppure nello stesso bene, differiscono insapienza (n. 43), deve necessariamente seguire che lì vi sono delle amministrazioni, datoche deve essere preservato l'ordine, e tutte le cose dell'ordine debbono essere vigilate. Ele amministrazioni nei cieli sono differenti; esse sono di un genere nel regno celeste delSignore, e di un altro genere nel suo regno spirituale; esse differiscono anche rispettoalle funzioni cui sono preposte le società. Ciò nondimeno nessun altro governo se nonquello dell'amore è ammesso nei cieli, ed il governo dell'amore reciproco è il governoceleste.
214. Il governo nel regno celeste del Signore è denominato giustizia perché tutti inquel regno sono nel bene dell'amore per il Signore, dal Signore, e chiunque sia nel beneè chiamato retto. Il governo lì appartiene esclusivamente al Signore. Egli guida eistruisce tutti gli angeli negli affari della loro vita. Le verità che sono chiamate verità delgiudizio sono impresse nei loro cuori; ognuno di loro le conosce, le percepisce e levede;154 quindi le materie del giudizio lì non sono mai messe in discussione, ma soltantole questioni inerenti la giustizia, la quale appartiene alla vita. Riguardo a tali materie ilmeno savio consulta il più savio e questi consulta il Signore ricevendone risposta. Il lorocielo, vale a dire la loro gioia è vivere rettamente, dal Signore.
215. Nel regno spirituale del Signore il governo è chiamato giudizio; perché coloro chesono in quel regno sono nel bene spirituale, che è il bene della carità verso il prossimo,ed il bene nella sua essenza è verità;155 e la verità concerne il giudizio, come il beneconcerne la giustizia.156 Anche questi angeli sono guidati dal Signore, ma in modo
154 Gli angeli celesti non discutono le verità come invece fanno gli angeli spirituali, perché essi sonodotati dal Signore della percezione di tutte le cose della verità (nn. 202, 597, 607, 784, 1121, 1384, 1398,1442, 1919, 7680, 7877, 8780, 9277, 10336). Delle verità gli angeli celesti dicono, Sì, si, o No, no; mentre gliangeli spirituali ragionano intorno ad esse, se sono autentiche o no (nn. 2715, 3246, 4448, 9166, 10786,dove le parole del Signore, “Sia il vostro parlare Sì, sì e No, no; tutto quello che va oltre questo viene dalmale” [Matt. 5:37] sono spiegate).155 Gli angeli spirituali sono nelle verità, mentre gli angeli celesti sono nel bene (nn. 863, 875, 927, 1023,1043, 1044, 1555, 2256, 4328, 4493, 5113, 9596). Il bene del regno spirituale è il bene della carità verso ilprossimo, e questo bene nella sua essenza è verità (nn. 8042, 10296).156 Nella Parola giustizia è una qualificazione del bene, e giudizio, una qualificazione della verità, perciò agire con giustizia e con giudizio è agire nel bene e nella verità (nn. 2235, 9587). I grandi giudizi indicano la legge del Divino ordine, quindi le Divine verità (7206).
mediato (n. 208); di conseguenza anche presso di loro vi sono amministrazioni, sianoessi in pochi o in gran numero, secondo le necessità delle società cui appartengono. Essihanno anche leggi che osservano nella loro vita in comune. I governatori amministranotutte le cose in conformità delle leggi, di cui hanno cognizione in quanto sono savi, enelle questioni controverse essi sono illuminati dal Signore.
216. Poiché il governo dal bene, che è il genere di governo che esiste nel regno celestedel Signore, è chiamato giustizia, ed il governo dalla verità, che è il genere di governoche esiste nel regno spirituale del Signore, è chiamato giudizio, così i termini giustizia egiudizio sono adoperati nella Parola quando si fa riferimento al cielo ed alla chiesa,intendendo per giustizia il bene celeste, e per giudizio il bene spirituale, che nella suaessenza, come è già stato detto in precedenza, è verità, come nei seguenti passi:
Vi sarà pace senza fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli stabilisce emantiene con la giustizia e con il giudizio, ora e per sempre (Is. 9:7)
Per Davide qui si intende il Signore;157 e per il suo regno il cielo, cosa che è palese neiseguenti passi:
Susciterò in Davide un giusto germoglio, egli regnerà come Re, e governerà conintelligenza ed eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra (Ger. 23:5)
Eccelso è il Signore perché somma è la sua dimora; egli ha colmato Sion con giudizioe giustizia (Is. 33:5)
Sion anche, significa il cielo e la chiesa.158
Io Jehovah, agisco con giudizio e con giustizia sulla terra, perché in queste cose micompiaccio (Ger. 9:24)
Ti farò mia sposa per sempre, e ti farò mia sposa in giustizia ed in giudizio (Os. 2:19)
O Jehovah, nei cieli la tua giustizia è simile alle montagne più elevate, ed il tuogiudizio è come il grande abisso (Salmi 36:5, 6)
Essi mi invocano per conoscere la giustizia ed il giudizio, desiderano ardentementeaccostarsi a Dio (Isa. 58:2)
E così in altri passi.
217. Nel regno spirituale del Signore ci sono varie forme di governo, differenti nelle
157 Per Davide nelle parti profetiche della Parola, si intende il Signore (nn. 1888, 9954).158 Nella Parola, Sion significa la chiesa, ed in particolare la chiesa celeste (nn. 2362, 9055).
differenti società, essendo la varietà conforme alle funzioni cui sono preposte le singolesocietà; e le funzioni di queste sono conformi a tutte le cose dell'uomo alle qualicorrispondono. Che queste siano varie è ben noto, avendo il cuore una funzione, ipolmoni un'altra, il fegato un'altra, il pancreas e la milza un'altra, ed ogni organo delsenso, altre ancora. Siccome nel corpo questi organi sono preposti a funzioni diverse,allo stesso modo vi sono varie società nel grandissimo uomo, cioè nel cielo, perché lesocietà ivi corrispondono a questi organi. Che vi sia una corrispondenza di tutte le cosedel cielo con tutte le cose dell'uomo, lo si può vedere più sopra nel capitolo ove questamateria è illustrata (nn. 87102). E tutte queste forme di governo concordano in questo,esse mirano al bene pubblico in quanto loro fine, ed nell'ambito di quel bene, al beneindividuale.159 Ed è così perché ognuno in tutto il cielo è sotto l'egida del Signore, cheama tutti, e attraverso il Divino amore dispone che debba esserci un bene comune, dacui ogni individuo riceverà il bene suo proprio; ciascuno, inoltre, riceve il bene nellamisura in cui ama il bene comune; perché nello stesso modo in cui ciascuno ama il benecomune, ama tutti ed ogni individuo; e siccome quell'amore è l'amore del Signore,ciascuno è nella stessa misura amato dal Signore, ed il bene viene a lui.
218. Da quanto si è detto si può comprendere il genere di governatori ci siano nelcielo, i quali primeggiano in amore e sapienza, e perciò desiderano il bene di tutti, eattraverso la sapienza sono in grado di provvedere alla realizzazione di quel bene. Taligovernatori non dominano, né tiranneggiano, ma amministrano e si mettono al servizio(servire significa compiere il bene per gli altri dall'amore del bene, e amministraresignifica presiedere al compimento di quel bene); né questi si rendono più eminentidegli altri, ma meno, perché essi mettono al primo posto il bene della società e delprossimo, e all'ultimo posto il loro proprio bene; e ciò che è al primo posto è eminente,mentre ciò che è all'ultimo posto lo è decisamente meno. Ciò nondimeno gliamministratori sono dotati di onori e gloria; essi abitano in magnifici palazzi, nel mezzodella società, in una posizione più elevata rispetto al resto; e tali onori e gloria sono daloro accettati non per il bene di se stessi, ma per obbedienza; perché lì tutti sanno cheessi dispongono di tali onori e gloria dal Signore, nei confronti del quale sono obbligati.Questo è ciò che s'intende con le seguenti parole del Signore ai sui discepoli:
Chiunque vuole essere grande tra voi si metta al vostro servizio; e chiunque vuoleessere il primo tra voi si faccia vostro servo; perché il Figlio dell'uomo non è venuto per essereservito, ma per servire (Mt. 20:27, 28)
159 Ogni uomo, la propria comunità, la propria nazione, la propria chiesa e, in senso universale il regnodel Signore, ciascuno di questi è il prossimo, e fare il bene ad essi per amore del bene, secondo il propriostato, è amare il prossimo, cioè il prossimo è il bene di questi, che è il bene comune che deve esseretenuto in considerazione (nn. 6818–6824, 8123). E anche il bene civile, che è la giustizia, è il prossimo (nn.2915, 4730, 8120–8123). Perciò la carità verso il prossimo si estende a tutte le cose della vita dell'uomo; eamare il bene e fare il bene per amore del bene e della verità, e fare ciò che è giusto per amore dellagiustizia, in ogni attività ed in ogni occupazione, è amare il prossimo (n. 2417, 8121–8124).
Colui che è il più grande tra voi, si faccia il più piccolo, e colui che è il capo, si facciaservo (Luca 22:26)
219. Anche in ogni casa c'è un simile governo in una forma minima. In ogni casa c'è uncapo famiglia e ci sono collaboratori. Il capo ama i suoi collaboratori, e questi amano illoro capo, quindi sono reciprocamente al servizio, dall'amore. Il capo insegna loro comedebbono vivere, e dice cosa deve essere fatto; i collaboratori obbediscono e assolvono ailoro compiti. Adempiere agli usi è il piacere della vita di ciascuno. Questo dimostra cheil regno del Signore è il regno degli usi.
220. Anche negli inferni ci sono governi perché senza governi non vi sarebbe ordine;ma i governi lì sono opposti a quelli nei cieli; sono animati dall'amore di sé. Ognuno lìdesidera dominare sugli altri ed essere al di sopra degli altri. Essi odiano quelli che nonaccordano i loro favori, e li fanno oggetto della loro vendetta della loro furia, perché taleè la natura dell'amore di sé. Perciò i più malvagi sono elevati sugli altri comegovernatori, ai quali obbediscono per paura.160 Ma di ciò si tratterà oltre.
160 Ci sono due generi di dominio, uno dall'amore verso il prossimo, e l'altro dall'amore di sé (n. 10814).Dal primo fluisce ogni bene ed ogni felicità (nn. 10160, 10814). Nei cieli nessuno desidera dominare,dall'amore di sé, ma tutti desiderano amministrare che significa governare dall'amore verso il prossimo;questa è l'origine del loro grande potere (n. 5732). Dal dominio dell'amore di sé scaturiscono tutti i mali(n. 10038). Quando l'amore di sé e l'amore del mondo hanno iniziato a prevalere, gli uomini sono statiobbligati ad assoggettarsi ai governi quali mezzi di difesa e sicurezza (nn. 7364, 10160, 10814).
25Il culto Divino nel cielo
221. Il culto Divino nei cieli non è diverso dal culto esteriore del Signore nel mondo,ma è differente interiormente. Nei cieli come nel mondo, ci sono dottrine, prediche, echiese. Nei fondamenti le dottrine sono ovunque le stesse; ma nei cieli più elevati essecontengono una maggiore sapienza interiore, rispetto ai cieli più bassi. Le prediche sonoin armonia con le dottrine; e siccome nei cieli ci sono edifici e palazzi (nn. 183190), allostesso modo ci sono edifici di culto, nel quale hanno luogo le prediche. Queste coseavvengono nei cieli perché gli angeli sono esseri perfezionati continuamente in amore esapienza. Perché essi, al pari degli uomini, sono dotati di intelletto e volontà; e sia il lorointelletto sia la loro volontà sono suscettibili di essere perfezionati continuamente,l'intelletto attraverso le verità dell'intelligenza, e la volontà attraverso i benidell'amore.161
222. Ma l'essenza del culto Divino nei cieli non consiste nel recarsi in chiesa e ascoltarela predica, ma in una vita di amore, carità e fede, in armonia con la dottrina; le predichenelle chiese hanno il solo scopo di istruire nelle questioni della vita. Ho conversato congli angeli su questo argomento, e ho riferito loro che nel mondo si crede comunementeche il culto Divino consista semplicemente nel frequentare la chiesa, nell'ascolto dellapredica, e nella partecipazione ai sacramenti della santa Cena tre o quattro volte l'anno,e nel compimento di altri atti del culto conformi alle caratteristiche della chiesa; oltre aparticolari occasioni di preghiera, e simili evenienze devotamente osservate. Gli angeliaffermano che questi sono atti esteriori che debbono essere compiuti i quali restanoperò senza valore, eccetto che vi sia un'origine interiore dalla quale procedono, vale adire una vita conforme ai precetti che la dottrina insegna.
223. Affinché io potessi apprendere dei loro incontri nei luoghi di culto, talvolta mi èstato permesso di assistere e di udire la predica. Il predicatore sta su di un pulpito adoriente. Quelli che sono nella luce della sapienza più degli altri siedono di fronte adesso; quelli che sono in una luce minore siedono a destra e a sinistra dei primi. Vi è unadisposizione circolare dei seggi, cosicché tutti sono nel campo visivo del predicatore.All'ingresso, che è ad oriente dell'edificio ed a sinistra del pulpito, si trovano quelli chedebbono essere iniziati. A nessuno è permesso di stare dietro al pulpito; qualora ciò
161 L'intelletto è il ricettacolo della verità, e la volontà, del bene (nn. 3623, 6125, 7503, 9300, 9930). Poichétutte le cose sono in relazione con la verità e con il bene, allo stesso modo ogni cosa della vita dell'uomo èin relazione con la volontà e l'intelletto (nn. 803, 10122). Gli angeli sono perfezionati per l'eternità (nn.4803, 6648).
avvenisse il predicatore ne risulterebbe confuso; lo stesso accadrebbe se qualcunonell'adunanza dissentisse; è per questo che colui che dissente deve necessariamenterivolgere altrove il proprio sguardo. La sapienza della predica è tale che sovrasta digran lunga le prediche del mondo, perché coloro che sono nei cieli sono nella luceinteriore. Gli edifici di culto nel regno spirituale sono apparentemente costruiti inpietra, mentre nel regno celeste appaiono costruiti in legno; perché la pietra corrispondealla verità, e quelli che sono nel regno spirituale sono nella verità, mentre il legnocorrisponde al bene, e quelli che sono nel regno celeste sono nel bene. 162 In quel regnogli edifici di culto non sono chiamati chiese ma case di Dio e sono privi di magnificenza;mentre nel regno spirituale sono più o meno eccellenti in magnificenza.
224. Ho parlato anche con uno dei predicatori in merito allo stato santo di coloro cheascoltano la predica nelle chiese. Egli ha detto che ciascuno è pio, devoto e santo inarmonia con il suo interiore, che concerne l'amore e la fede, perché il Divino del Signoreè in loro. Ha aggiunto anche che egli ignorava in che modo la santità esteriore fosseseparata dall'amore e dalla fede; e riflettendo intorno a questo ha supposto che sitrattasse di una santità contraffatta, nell'apparenza esteriore, o di una santità dimaniera, o ipocrita; e che tale santità è suscitata e sostenuta dal fuoco impuro dell'amoredi sé e del mondo.
225. Tutti i predicatori provengono dal regno spirituale del Signore; nessuno di essi èdel regno celeste. Essi sono del regno spirituale perché gli angeli lì sono nelle verità dalbene, e tutte le prediche debbono essere dalla verità. Non ci sono predicatori dal regnoceleste perché quelli che sono lì, sono nel bene dell'amore, e scorgono e percepiscono leverità dal bene, ma non parlano di esse. Nondimeno, pur se gli angeli del regno celestepercepiscono e vedono le verità, ci sono prediche anche lì, dato che attraverso leprediche sono illuminati nelle verità che già conoscono, e si perfezionano per mezzodelle verità che prima non conoscevano. Non appena essi odono le verità, lericonoscono e quindi le percepiscono; e le verità che essi percepiscono, le amano, eattraverso una vita in armonia con esse, le fanno proprie, e affermano che la vita inarmonia con le verità è amare il Signore.163
226. Tutti i predicatori sono designati dal Signore, ed hanno quindi un'attitudine perla predica. A nessun altro è permesso di predicare nelle chiese. Essi non sono chiamatisacerdoti, ma predicatori, perché il regno celeste è il sacerdozio del cielo; perchésacerdozio significa bene dell'amore verso il Signore, e coloro che sono nel regno celeste
162 Pietra significa verità (nn. 114, 643, 1298, 3720, 6426, 8609, 10376). Legno significa bene n(n. 643, 3720,8354). Per questa ragione le genti più antiche, che erano nel bene celeste avevano edifici sacri in legno (n.3720).163 Amare il Signore ed i prossimo è vivere in conformità dei comandamenti del Signore (nn. 10143,10153, 10310, 10578, 10645, 10683).
sono in quell'amore; mentre il regno spirituale è la maestà del cielo, perché maestàsignifica verità dal bene, e coloro che sono nel regno spirituale sono in quella verità (siveda sopra, n. 24).164
227. Le dottrine con cui le loro prediche concordano, guardano tutte alla vita, come alproprio fine. La dottrina del cielo più intimo è più colma di sapienza della dottrina delcielo intermedio, e questa più colma di intelligenza della dottrina del cielo più esterno;perché in ogni cielo le dottrine sono adattate alla percezione degli angeli. Il fondamentodi tutte le dottrine è il riconoscimento del Divino Umano del Signore.
164 I sacerdoti rappresentano il Signore rispetto al Divino bene, i re, rispetto alla verità (nn. 2015, 6148). Perciònella Parola sacerdote significa colui che è nel bene dell'amore del Signore, ed il sacerdozio significa quelbene (nn. 9806, 9809). Re nella Parola significa colui che è nella Divina verità, e perciò la regalità significala verità dal bene (nn. 1672, 2015, 2069, 4575, 4581, 4966, 5044).
26Il potere degli angeli nel cielo
228. Che gli angeli siano dotati di un potere non può essere compreso da coloro cheignorano l'esistenza del mondo spirituale e del suo influsso sul mondo naturale. Questipensano che gli angeli non posseggano alcun potere perché essi sono spirituali, e cosìpuri ed eterei che nessun occhio li può vedere. Ma quelli che scrutano più interiormenteintorno alle cause di ogni cosa, hanno una diversa opinione. Questi sanno che tutto ilpotere dell'uomo discende dal suo intelletto e dalla sua volontà (perché se queste facoltàgli fossero sottratte egli non sarebbe in grado di muovere neppure una singola particelladel suo corpo) ed il suo intelletto e la sua volontà sono il suo uomo spirituale. È questouomo che muove il corpo e le membra secondo il proprio desiderio; perché qualsiasicosa egli pensi, la bocca e la lingua la pronunciano, e qualsiasi cosa egli voglia, il corpola mette in atto; ed egli dispone della sua forza secondo il proprio desiderio. Poiché lavolontà e l'intelletto dell'uomo sono governati dal Signore attraverso angeli e spiriti,così pure tutte le cose del suo corpo, perché queste derivano dalla volontà edall'intelletto; e senza l'influsso del cielo l'uomo non è in grado di muovere neppure unpasso. Che sia così l'ho appreso da molte esperienze. Agli angeli è stato permesso dimuovere i miei passi, le mie azioni, al mia lingua e le mie parole, a loro piacimento, equesto attraverso l'influsso nella mia volontà e nel mio intelletto; così ho appreso che dame stesso non posso nulla. Mi è stato poi detto da loro che ogni uomo è così governato,e che può conoscere questo arcano dalla dottrina della chiesa e dalla Parola, dato cheegli prega affinché il Signore mandi i suoi angeli per guidarlo, e dirigere i suoi passi, edispirare in lui ogni pensiero ed ogni parola, e altre simili cose; anche se quando egliragiona da se stesso, senza tener conto della dottrina, afferma e sostiene altrimenti.Tutto questo è stato detto per rendere noto quale potere abbiano gli angeli presso gliuomini.
229. È così grande il potere degli angeli nel mondo spirituale che se io riferissi tutto ciòa cui ho assistito, questo sorpasserebbe ogni immaginazione. Ogni ostacolo lì, che deveessere rimosso in quanto contrario al Divino ordine, è gettato via o scaraventato lontanodagli angeli, con la sola forza della volontà e con lo sguardo. Così ho visto montagneoccupate da malvagi, scagliate lontano e precipitate, e qualche volta, scosse da un capoall'altro, come per effetto di un terremoto; e ho visto anche rocce aprirsi ed inghiottirenelle loro cavità gli empi che erano sopra di esse. Ho visto anche centinaia di migliaia dispiriti malvagi dispersi dagli angeli e gettati nell'inferno. I numeri non possono nullacontro di loro, né l'abilità, né l'astuzia e neppure le macchinazioni; perché essi vedono
tutto attraverso gli spiriti malvagi, e sono in grado di disperderli in un momento. (Dipiù su questo argomento può essere visto con riguardo alla distruzione di Babilonia).Tale potere è esercitato dagli angeli nel mondo spirituale. È evidente dalla Parola cheessi dispongono dello stesso potere nel mondo naturale, quando ciò è permesso; peresempio quando essi hanno causato la distruzione di interi eserciti; o quando hannodiffuso una pestilenza con la quale sono morte settantamila persone. Di questo angelo sidice:
L'angelo stese la sua mano contro Gerusalemme per distruggerla, ma Jehovah sipentì di quel male e disse all'angelo che sterminava il popolo, È abbastanza, ritira la tua mano ora. EDavide vide l'angelo che colpiva il popolo (2 Sam. 24:16, 17)
Oltre ad altri passi. Poiché gli angeli hanno tale potere, sono chiamati potenze; come inDavide:
Benedite Jehovah, voi angeli tutti, abili in potenza (Sal. 103:20)
230. Ma deve essere noto che gli angeli non hanno alcun potere da se stessi, e chetraggono il loro potere dal Signore; e che sono potenze nella misura in cui riconosconoquesto. Chiunque tra loro creda di avere il potere da se stesso, istantaneamente divienecosì debole da non riuscire a fronteggiare un solo spirito malvagio. Per questo motivogli angeli non si attribuiscono alcun merito, e rifuggono da ogni merito e gloria inordine a qualunque cosa essi facciano, riconoscendo tutto il merito e tutta la gloria alSignore.
231. È nella Divina verità che procede dal Signore che è riposto tutto il potere nei cieli,perché il Signore nei cieli è Divina verità unita al Divino bene (si vedano i nn. 126140).Nella misura in cui gli angeli ricevono questa verità, essi sono potenze.165 Inoltreciascuno è la sua propria verità ed il suo proprio bene, perché ciascuno è tale come è ilsuo intelletto e la sua volontà. L'intelletto concerne le verità perché ogni cosa di essoderiva dalle verità, e la volontà concerne il bene, perché ogni cosa di essa deriva daibeni; perché qualunque cosa essi comprendano la chiamano verità, e qualunque cosaessi desiderino la chiamano bene. Da ciò segue che ciascuno è la sua propria verità ed ilsuo proprio bene.166 Quindi nella misura in cui un angelo è verità e bene dal Divino, egliè una potenza, perché in quella misura il Signore è in lui. E siccome il bene e la verità diuno non è mai coincidente con un altro, dato che nel cielo, come nel mondo, vi è
165 Gli angeli sono chiamati potenze e sono tali secondo la loro ricezione della Divina verità dal Signore(nn. 9639). Gli angeli sono ricettacoli della Divina verità dal Signore, e d in relazione a ciò talvolta sonochiamati beni nella Parola (nn. 4295, 4402, 7268, 7873, 8192, 8301, 9160).166 Un uomo o un angelo è il suo proprio bene (nn. 10298, 10367). Egli è il suo proprio intelletto e la suapropria volontà, perché ogni cosa della vita viene da lì; l'essenza del bene è dalla volontà, e l'essenza dellaverità è dall'intelletto (nn. 10076, 10177, 10264, 10284).
un'infinita varietà, (n. 20), così pure il potere di un angelo non è mai uguale a quello diun altro. Quelli che costituiscono le braccia nell'uomo più grande, cioè nel cielo, hannoil più grande potere perché sono nelle verità più degli altri, e nelle loro verità il benefluisce dall'intero cielo. Il potere dell'uomo intero è nelle braccia, e per mezzo di questeil corpo intero esercita i suoi poteri. È per questo che nella Parola braccia e manisignificano poteri.167 A questo proposito, talvolta è visibile nel cielo una mano nuda, cosìpotente da fare in pezzi ogni cosa sulla sua strada, perfino una roccia di grandidimensioni sulla terra. Una volta l'ho vista muoversi verso di me, e ho percepito che eracapace di ridurre le mie ossa in atomi.
232. È stato mostrato sopra (n. 137) che nella Divina verità che procede dal Signore èriposto tutto il potere, e che gli angeli hanno il potere nella misura in cui ricevono laDivina verità dal Signore. E gli angeli nello stesso modo in cui ricevono la Divina verità,ricevono anche il Divino bene, perché le verità hanno tutto il loro potere dal bene, e nonne hanno alcuno, separate dal bene. Così anche il bene ha tutto il potere dalle verità, enon ne ha alcuno separato dalle verità. Il potere scaturisce dalla congiunzione di questidue. Lo stesso vale per la fede e l'amore; perché è lo stesso dire verità o fede, dato cheogni cosa della fede è verità; ed è lo stesso dire bene o amore, dato che ogni cosadell'amore è bene.168 Il grande potere che gli angeli hanno per mezzo delle verità dalbene è mostrato anche dal fatto che quando questi fissano semplicemente lo sguardo suuno spirito malvagio, questo cade in deliquio e non appare come un uomo finchél'angelo non ritira lo sguardo. Questo effetto è prodotto dagli occhi degli angeli perchéla loro vista deriva dalla luce del cielo, e la luce del cielo è Divina verità (si veda soprann. 126132). Inoltre, gli occhi corrispondono alle verità dal bene.169
233. Dato che le verità dal bene possiedono tutto il potere, le falsità dal male nonhanno alcun potere;170 e poiché tutti nell'inferno sono nelle falsità dal male, essi nonhanno affatto alcun potere contro la verità ed il bene. Ma quale potere essi abbiano traloro, e quale potere detengano prima di essere gettati nell'inferno, sarà detto più avanti.
167 La corrispondenza della mani delle braccia e delle spalle nel grandissimo uomo o cielo (nn. 4931–4937).Nella Parola braccia e mani significano potenza (nn. 878, 3091, 4932, 4933, 6947, 10019).168 Ogni potenza nel cielo è la potenza della verità dal bene, dunque della fede dall'amore (nn. 3091,3563, 6423, 8304, 9643, 10019, 10182). Tutta la potenza è dal Signore, perché da Lui discende ogni veritàdella fede ed ogni bene dell'amore (nn. 9327, 9410). Questa potenza si intende con le chiavi date a Pietro(n. 6344). È la Divina verità che procede dal Signore che ha tutta la potenza (nn. 6948, 8200). Questapotenza del Signore è ciò che si intende per l'essere seduto alla destra di Jehovah (nn. 3387, 4592, 4933, 7518,7673, 8281, 9133). La mano destra significa la potenza (n. 10019).169 Gli occhi corrispondono alla verità dal bene (nn. 4403–4421, 4523–4534, 6923).170 La falsità dal male non ha alcun potere, perché la verità dal bene ha tutto il potere (nn. 6784, 10481).
27Il linguaggio degli angeli
234. Gli angeli parlano tra loro come gli uomini nel mondo, di svariati argomenti, diaffari domestici, di affari pubblici e della vita morale e spirituale. Non vi sonodifferenze salvo che le loro conversazioni sono più intelligenti di quelle degli uomini,perché scaturiscono da un pensiero più interiore. Spesso mi è stato permesso di esserein società con loro e di conversare con loro come tra amici, e qualche volta come trastranieri; e poiché ero in uno stato come il loro, non sapevo altro se non che stavoparlando con degli uomini nel mondo.
235. Il linguaggio degli angeli, come quello degli uomini, consta di parole; esso èpronunciato e udito; perché gli angeli, al pari degli uomini hanno la bocca, la lingua e leorecchie, e un'atmosfera in cui il suono delle loro parole è articolato, sebbene si tratti diun'atmosfera spirituale, adatta agli angeli, che sono spirituali. Nella loro atmosfera gliangeli respirano e pronunciano parole per mezzo del loro respiro, come fanno gliuomini nella loro atmosfera.171
236. Nel cielo tutti hanno lo stesso linguaggio, e tutti si comprendono, a qualunquesocietà appartengano, sia essa vicina o lontana. Il linguaggio non è appreso ma è innatopresso ciascuno, perché fluisce dalla loro autentica affezione e dal pensiero; i toni deldiscorso corrispondono alle loro affezioni, e le articolazioni vocali, che sono parole,corrispondono alle idee del pensiero che scaturiscono dalle affezioni; ed in virtù diquesta corrispondenza il discorso in sé è spirituale, perché sono l'affezione ed ilpensiero che parlano.
[2] Chiunque si soffermi su questa materia è in grado di comprendere che tutto ilpensiero deriva dall'affezione che concerne l'amore, e che le idee del pensiero sono levarie forme in cui si manifesta l'affezione; perché nessun pensiero o idea è possibile, inassenza di affezione; l'anima e la vita del pensiero derivano dall'affezione. Questoconsente agli angeli di conoscere semplicemente dal discorso altrui, l'indoledell'interlocutore; dal tono, quale sia la sua affezione, e dalle articolazioni vocali oparole, quale sia il suo spirito. Gli angeli più savi conoscono quale sia l'affezionedominante, da una singola serie di parole, perché quell'affezione è ciò che
171 Nei cieli c'è una respirazione, ma di un genere interiore (nn. 3884, 3845); dall'esperienza (nn. 3884,3885, 3891, 3893). Ci sono differenti respirazioni lì, a seconda degli stati (n. 1119, 3886, 3887, 3889, 3892,3893). Gli empi sono completamente incapaci di respirare nel cielo, e soffocano se si dirigono lì (n. 3894).
principalmente influenza la vita di ognuno. [3] È noto che ogni individuo ha una varietà di affezioni, una quando è allegro,un'altra quando è afflitto, un'altra quando prova empatia e compassione, un'altraquando è nella sincerità e nella verità, un'altra quando è nell'amore e nella carità,un'altra quando è nello zelo o nella rabbia, un'altra quando è nella simulazione enell'inganno, un'altra quando è in cerca di onore e gloria, e così via. Ma l'affezionedominante o l'amore è in tutte queste; per questo motivo gli angeli più savi, siccomepercepiscono quell'amore, attraverso le parole di un altro individuo, ne conosconointeramente il suo stato.
[4] Questo mi è stato permesso di conoscere attraverso molte esperienze. Ho udito gliangeli rivelare il carattere di altri uomini, semplicemente dall'ascolto delle loro parole.Essi hanno anche detto che attraverso alcune idee dell'altrui pensiero erano in grado diconoscere tutte le cose della loro vita, perché da quelle idee essi percepivano l'amoredominante, nel quale tutte le cose sono nel loro ordine. Essi sapevano anche che questoè ciò che s'intende per il libro della vita dell'uomo.
237. Il linguaggio angelico non ha nulla in comune con il linguaggio umano, salvocerte parole che sono suoni di specifiche affezioni; eppure questo vale non per le parolestesse, ma per il loro suono; su questa materia sarà dato qualche cenno qui di seguito.Che il linguaggio angelico non abbia nulla in comune con il linguaggio umano èevidente dal fatto che gli angeli sono incapaci di pronunciare una sola parola dellinguaggio umano. Questa incapacità degli angeli è stata sperimentata, e la ragione diciò è che essi non possono pronunciare nulla che non sia in armonia con le loroaffezioni; qualsiasi cosa in disaccordo è ripugnante alla loro vita, perché la vitaappartiene all'affezione, e le loro parole discendono dalla loro vita. Mi è stato detto cheil primo linguaggio degli uomini coincideva con il linguaggio angelico, perché gli erastato dato dal cielo, e che l'ebraico coincide con esso, in alcune parti.
238. Poiché il linguaggio degli angeli corrisponde alla loro affezione, e l’affezioneappartiene all’amore, e poiché l'amore nel cielo è l'amore per il Signore e l'amore versoil prossimo (si veda sopra nn. 1319) è evidente la raffinatezza e la letizia del lorodiscorso, tale da influenzare non solo le orecchie, ma anche interiormente, la mente dichi ascolta. Vi era un certo spirito dal cuore indurito che parlava con un angelo. Allafine è stato così influenzato dalla presenza dell'angelo, che piangeva, dicendo che nonaveva mai pianto prima di allora, e che non riusciva a trattenere le lacrime, perché eral'amore che parlava.
239. Il linguaggio degli angeli è colmo di sapienza perché procede dai loro pensieri
interiori, che costituiscono la loro sapienza, così come la loro affezione interiore èamore, e nel loro linguaggio amore e sapienza sono congiunti. In virtù di ciò il lorolinguaggio è così pieno di sapienza che essi possono esprimere in una sola parola ciòche l'uomo esprime in un migliaio di parole; inoltre le idee del loro pensiero includonocose che vanno aldilà dell'umana comprensione, e ancor di più il loro potere diespressione. È per questo che si dice delle cose udite e viste nel cielo che sono ineffabilie tali che nessun orecchio ha mai udito, né alcun occhio ha mai visto.
[2] Che ciò sia vero, mi è stato permesso di apprenderlo dall'esperienza. A volte sonostato immesso nello stato in cui sono gli angeli, ed in quello stato ho conversato con loroe allora ho compreso ogni cosa. Ma quando sono ritornato nel mio stato originario, cioèin quello naturale, i miei pensieri erano tornati ad essere naturali, e pur desiderandorichiamare alla mente ciò che avevo udito presso gli angeli, non ne ero in grado; perchévi erano migliaia di cose lì che non possono essere comprese attraverso le idee delpensiero naturale, e come tali, completamente inesprimibili con le parole umane, eccettoche attraverso le variazioni della luce celeste.
[3] Anche le idee del pensiero degli angeli, da cui originano le loro parole, sonovariazioni della luce celeste, e le affezioni da cui il tono delle parole scaturisce, sonovariazioni del calore celeste, essendo la luce celeste, la Divina verità ed il calore celeste,il Divino bene o amore (si veda sopra, nn. 126140); e gli angeli hanno la loro affezionedal Divino amore, ed il loro pensiero dalla Divina sapienza. 172
240. Poiché il discorso degli angeli scaturisce direttamente dalla loro affezione, e leidee del pensiero sono forme varie in cui si ripartisce la loro affezione generale (si vedasopra, n. 236) gli angeli possono esprimere in un attimo ciò che gli uomini esprimono inmezz'ora; inoltre essi possono esporre con poche parole ciò che in forma scrittanecessiterebbe di molte pagine. E questo anche mi è stato mostrato attraverso molteesperienze.173 Dunque le idee del pensiero degli angeli e le parole del loro discorso sonouno, come causa efficiente ed effetto; perché ciò che è nelle idee del pensiero come causasi manifesta come effetto nel discorso, ed è per questo che ogni parola comprende in sécosì tante cose. Anche tutti i particolari del pensiero angelico, e quindi del discorsoangelico si manifestano come un'onda sottile o un'atmosfera che si espande in modocircolare, in cui vi sono innumerevoli cose nel loro ordine, secondo la sapienza angelica,e questa penetra nel pensiero altrui, influenzandolo. Le idee del pensiero di ciascuno,sia esso angelo o uomo, si presentano alla vista nella luce del cielo, ogni volta che il
172 Le idee degli angeli, da cui essi traggono il loro linguaggio, sono espresse attraverso variazionimirabili della luce del cielo (nn. 1646, 3343, 3993).173 Gli angeli possono esprimere con il loro linguaggio in un solo momento più di quanto un uomo possaesprimere in mezz'ora; inoltre essi possono esprimere cose che non rientrano nelle espressioni dellinguaggio umano (nn. 1641–1643, 1645, 4609, 7089).
Signore lo desidera.174
241. Il linguaggio degli angeli del regno celeste somiglia a quello degli angeli delregno spirituale, pur traendo origine da un pensiero più interiore. Gli angeli celesti sononel bene dell'amore per il Signore, e perciò parlano secondo sapienza; mentre gli angelispirituali sono nel bene della carità verso il prossimo, che nella sua essenza è verità (n.215), e perciò parlano secondo l'intelligenza, perché la sapienza è dal bene, el'intelligenza è dalla verità. Per questo motivo il linguaggio degli angeli celesti è comeun flusso delicato, morbido e continuo; mentre il linguaggio degli angeli spirituali èleggermente ondulatorio e discreto. Il linguaggio degli angeli celesti ha molto dei tonidelle vocali u e o; mentre il linguaggio degli angeli spirituali ha molto dei toni dellevocali e ed i; perché le vocali stanno per il tono, e nel tono c'è l'affezione; il tono dellinguaggio degli angeli corrisponde alla loro affezione, come è stato detto sopra (n. 236);mentre le articolazioni vocali, che sono parole, corrispondono alle idee del pensiero chescaturiscono dall'affezione. Siccome le vocali non sono essenziali nel linguaggio, maservono attraverso i toni ad elevare le parole alle varie affezioni, secondo lo stato diciascuno, per questo motivo nella lingua ebraica le vocali restano inespresse o sonovariamente pronunciate. Da ciò la qualità di un uomo rispetto alla sua affezione edamore è nota agli angeli. Inoltre nel discorso degli angeli celesti non ci sono consonantidal suono rude, e raramente le consonanti si succedono senza interposizione di unaparola la cui iniziale è una vocale. Questo perché nella Parola la particella “e” spesso èinterposta, come può essere visto da quelli che leggono la Parola in ebraico, in cuiquesta particella è morbida, iniziando e terminando con un suono vocale. Ancora, nellaParola in ebraico si può in qualche misura scorgere dalle parole usate se esseappartengono al lessico celeste o spirituale, ciò se concernono il bene o la verità. Quelleconcernenti il bene hanno in gran parte i suoni della “u” e della “o”, e talvolta della “a”,mentre quelle concernenti la verità hanno per lo più i suoni della “e” e della “i”. Perchéè specialmente nei toni che si manifestano le affezioni, così nel linguaggio umanoquando sono discussi temi cruciali, quali il cielo e Dio, sono preferite quelle parole checontengono le vocali u e o; ed i toni armoniosi, ogni volta che tali temi si manifestano,emergono nella loro pienezza; ma non quando temi meno elevati siano oggetto dicomunicazione. Attraverso tali mezzi l'arte della musica è in grado di esprimere unavarietà di affezioni.
174 Le innumerevoli cose contenute in una sola idea del pensiero (nn. 1008, 1869, 4946, 6613–6618). Leidee del pensiero dell'uomo sono dischiuse nell'altra vita, e ciò che essi sono, viene chiaramente alla luce(nn. 1869, 3310, 5510). Cosa sono le loro apparenze (nn. 6601, 8885). Le idee degli angeli del cielo piùintimo si manifestano nell'apparenza di una luce fiammeggiante (n. 6615). Le idee degli angeli del cielopiù esterno si manifestano nell'apparenza di sottili nubi bianche (n. 6614). Visione di un'idea angelica, dacui sortiva un irraggiamento verso il Signore (n. 6620). Le idee del pensiero si estendono ampiamente trale società angeliche nel cui intorno si dipartono (nn. 6598–6613).
242. Nel linguaggio angelico vi è una sorta di sinfonia che non può essere descritta;175
la quale deriva dalla diffusione dei pensieri e delle affezioni che procedono dal discorso,in armonia con la forma del cielo, e ogni affiliazione e comunicazione nel cielo è inarmonia con quella forma. Che gli angeli sono affiliati secondo la forma del cielo, e che iloro pensieri ed affezioni fluiscano in armonia con essa, può essere visto più sopra (nn.200212).
243. Un linguaggio simile a quello del mondo spirituale, è insito in ogni uomo nellasua sfera intellettuale e interiore; ma l'uomo ignora ciò perché tale linguaggio non sicolloca presso l'uomo, come avviene presso gli angeli, in parole simili alle affezioni.Nondimeno è questo che produce nell'uomo, quando questi entra nell'altra vita, eacquisisce l'abilità a comunicare con lo stesso linguaggio degli spiriti e degli angeli,senza alcuna necessità di essere istruito al riguardo.176 Di più su questo tema si diràoltre.
244. Nel cielo, come si è detto più sopra, tutti comunicano nello stesso linguaggio, cheperò varia in questo, che presso i più savi il linguaggio è più interiore e più compositonelle variazioni di affezioni e idee del pensiero; mentre il linguaggio dei meno savi è piùesteriore e meno intenso; ed il linguaggio dei più semplici è ancora più esteriore,consistendo di parole il cui significato deve essere riunito come quando gli uominiparlano l'uno all'altro. Vi è anche il linguaggio del volto che termina con qualcosa disonoro, e che varia in base alle idee del pensiero. Vi è anche un linguaggio in cui lerappresentazioni celesti sono mescolate con le idee e procedono dalle idee alla vista. Viè anche il linguaggio dei gesti che corrisponde alle affezioni, e rappresenta cose comequelle espresse dalle loro parole. Vi è un linguaggio derivante dalle affezioni generali edai pensieri generali. Vi è un linguaggio come il tuono; oltre ad altre simili cose.
245. Il linguaggio degli spiriti malvagi ed infernali è altrettanto innato in loro, inquanto discende dalle affezioni; ma discende dalle affezioni malvagie, econseguentemente, da idee impudiche, a cui gli angeli sono assolutamente contrari.Dunque le modalità del linguaggio nell'inferno sono opposte rispetto al cielo; e quindigli spiriti malvagi non possono sopportare il linguaggio angelico, e parimenti, gli angeli,quello infernale. Gli angeli avvertono il linguaggio infernale come un cattivo odore cheurta la sensibilità delle loro narici. Il linguaggio degli ipocriti, i quali hanno la capacitàdi fingersi angeli di luce, somiglia nelle parole al linguaggio degli angeli, ma rispettoalle affezioni ed alle conseguenti idee del pensiero, esso è contrapposto. Così quando la
175 Nel linguaggio angelico vi è una sinfonia con ritmi armoniosi (nn. 1648, 1649, 7191). 176 Vi è un linguaggio angelico o spirituale, appartenente all'uomo, sebbene egli sia ignaro di ciò (n.4104). Le idee dell'uomo interiore sono spirituali, ma durante la sua vita nel mondo l'uomo le percepiscein modo naturale, perché allora egli pensa in relazione a ciò che è naturale (nn. 10236, 10237, 10551).L'uomo perviene alle sue idee interiori dopo la morte (nn. 3226, 3342, 3343, 10568, 10604). Quelle ideeallora formano il suo linguaggio (nn. 2470–2479).
reale natura del loro linguaggio viene percepita dagli angeli savi, si ode come undigrignare di denti che urta con orrore.
28Il linguaggio degli angeli presso l'uomo
246. Gli angeli che parlano con un uomo non si esprimono nel loro proprio linguaggio,né in un altro linguaggio sconosciuto all'uomo, ma nella lingua propria dell'uomo, o inaltra lingua di cui egli sia a conoscenza. Questo perché quando gli angeli parlano conun uomo, essi si rivolgono a lui e si congiungono con lui; e questa congiunzionedell'angelo con l'uomo produce una comunione di pensiero; e poiché i pensieridell'uomo sono conformi con la sua memoria, e questa è la sorgente del suo linguaggio,i due allora hanno lo stesso linguaggio. Inoltre quando un angelo o uno spirito vengonoad un uomo, si rivolgono ad esso, si congiungono con esso, ed entrano cosìcompletamente nella sua memoria, in modo che conoscono ogni cosa nota all'uomo,incluso il suo linguaggio.
[2] Ho parlato con gli angeli di questo, e ho detto che forse loro pensavano diindirizzare il mio linguaggio originario, dato che così ho percepito; e tuttavia ero io enon loro che parlavano; e questo è evidente dal fatto che gli angeli non possonopronunciare una singola parola nel linguaggio umano (si veda sopra, n.237); per di piùil linguaggio umano è naturale e loro sono spirituali, e gli esseri spirituali non possonoesprimere alcunché in un modo naturale. A questo hanno replicato che erano consci delfatto che la loro congiunzione con l'uomo, cui si fa riferimento, concerne il suo pensierospirituale, ma poiché il suo pensiero spirituale fluisce in quello naturale, e questo èconforme alla sua memoria, il linguaggio dell'uomo e tutta la sua conoscenza appaionocome fossero loro proprie; e accade questo quando il Signore desidera che vi sia talecongiunzione con una sorta di inserzione dell'uomo nel cielo; anche se lo statodell'uomo ora è tale che non vi può essere congiunzione con gli angeli, ma solo con glispiriti che non sono nel cielo.
[3] Quando ho parlato di questo con gli spiriti anche essi non erano disposti a credereche fosse l'uomo a parlare, insistendo che invece erano loro che parlavano nell'uomo, eche la conoscenza dell'uomo fosse la loro conoscenza, e non quella propria dell'uomo, edi conseguenza, che ogni cosa che l'uomo conoscesse derivava da loro. Ho cercato diconvincerli attraverso varie prove che ciò non era vero, ma invano. Cosa si intende perspiriti e cosa per angeli sarà detto di seguito, ove si tratterà degli spiriti.
247. Vi è un'altra ragione per la quale gli angeli e gli spiriti si congiungono cosìstrettamente con l'uomo, da non conoscere altro se non ciò che è proprio dell'uomo, cioè
che vi è tale congiunzione tra il mondo spirituale ed il mondo naturale nell'uomo, taleche questi due sembrano uno. Ma poiché l'uomo ha separato se stesso dal cielo, ilSignore ha provveduto affinché vi siano angeli e spiriti presso ogni individuo, e affinchél'uomo sia governato dal Signore stesso attraverso questi intermediari. Tale è la ragionedi questa stretta congiunzione. Sarebbe stato altrimenti se l'uomo non avesse separatose stesso dal cielo; in quel caso infatti avrebbe potuto essere governato dal Signoreattraverso l'influsso dal cielo, senza che fosse necessario l'affiancamento di angeli espiriti. Ma di questo argomento si tratterà più ampiamente di seguito ove saràesaminata la congiunzione del cielo presso l'uomo.
248. Il linguaggio di un angelo o di uno spirito presso un uomo è da questi udito ecompreso, come se stesse parlando con un altro uomo, è tuttavia, è compresounicamente da lui, e non da altri, anche se questi sono nelle sue vicinanze; e la ragionedi ciò è che il linguaggio di un angelo o di uno spirito fluisce prima nel pensierodell'uomo, e poi attraverso una via interiore, nell'udito, dunque influenza l'uomo dalprofondo; viceversa il discorso di un uomo verso un altro uomo, fluisce prima nell'aria,e poi attraverso una via esterna, nell'udito, dunque lo influenza esteriormente. Èevidente dunque che il linguaggio di un angelo o di uno spirito è udito dall'uomo nelsuo intimo; ma poiché anche l'udito è influenzato, tale linguaggio risulta percepitoanche dall'udito. Che il linguaggio di un angelo o di uno spirito fluisca dall'intimodell'uomo fino alle sue orecchie, mi è stato illustrato dal fatto che esso fluisce anchenella lingua, producendo una sottile vibrazione, ma senza il movimento tipico in cuil'uomo attraverso la lingua articola i suoni del linguaggio in parole.
249. Nel tempo presente è raramente consentito comunicare con gli spiriti, essendo ciòpericoloso;177 perché in tal modo gli spiriti conoscono cose che altrimenti nonconoscerebbero, il che accade quando sono presso un uomo; e gli spiriti malvagi sono ingrado di mantenere un uomo nell'odio mortale, e non desiderano altro che distruggerlonel corpo e nell'anima, e questo lo fanno presso chi si è così alienato in fantasticherie daseparare se stesso dalle gioie caratteristiche dell'uomo naturale. Anche alcuni checonducono una vita solitaria spesso odono spiriti parlare con loro, ma ciò non èpericoloso. Ma affinché gli spiriti presso di loro non sappiano che sono con gli uomini,essi sono periodicamente rimossi dal Signore; perché la maggior parte degli spiritiignorano che vi sia un altro mondo oltre quello in cui loro vivono, perciò non sanno chevi sono uomini ovunque; è per questo che, di rimando, all'uomo non è consentito diparlare con loro. Se fosse loro consentito, gli spiriti conoscerebbero questa circostanza. Eancora, quelli che meditano intensamente su questioni religiose, a tal punto da vederle
177 L'uomo è in grado di parlare con spiriti e angeli; e le genti antiche spesso comunicavano con loro (nn. 67–69,784, 1634, 1636, 7802). In alcune terre angeli e spiriti appaiono nella forma umana e parlano con gliabitanti (nn. 10751, 10752). Ma su questa terra attualmente è pericoloso parlare con gli spiriti, se l'uomonon è nell'autentica fede e se non è condotto dal Signore (nn. 784, 9438, 10751).
interiormente, iniziano ad udire spiriti parlare con loro; perché le convinzioni religiose,di qualsiasi genere, quando l'uomo indugia in esse da se stesso, e non le adatta alle cosein uso nel mondo, queste penetrano interiormente, si annidano lì e occupanocompletamente lo spirito dell'uomo, ed entrano perfino nel mondo spirituale e agisconosugli spiriti di lì. Ma tali individui sono visionari e fanatici; e qualunque spirito essiodono, credono sia lo Spirito Santo, quando in realtà si tratta di spiriti fanatici. Talispiriti vedono le falsità come fossero verità, e così vedendo i primi essi inducono nonsolo loro stessi ma condizionano anche quegli altri che finiscono per aderire a questafalsa fede. Tali spiriti però sono stati gradualmente rimossi perché iniziavano ad attirarealtri al male e ad acquisirne il controllo. Gli spiriti fanatici si distinguono dagli altri perla loro convinzione di essere lo Spirito Santo, e credendo ciò, sostengono di esseredivini. Se l'uomo onora tali spiriti stimandoli divini, essi non gli fanno del male.Qualche volta ho parlato con loro, e le cose perverse che insinuavano nei loro adoratori,sono state rese note. Essi abitano insieme, verso sinistra, in un luogo disabitato.
250. Comunicare con gli angeli del cielo è consentito solo a coloro che sono nellaverità dal bene, specialmente a coloro che riconoscono il Signore ed il suo Divino nellasua umanità, perché questa è la verità in cui sono i cieli. Perché, come è stato espostopiù sopra, il Signore è il Dio del cielo (nn. 26); è il Divino del Signore che forma il cielo(nn.712); il Divino del Signore nel cielo è l'amore per Lui e la carità verso il prossimodal Signore (nn. 1319); l'intero cielo nel suo insieme appare come un unico uomo; eanche ogni società del cielo; ed ogni angelo è in una forma umana completa, in virtù delDivino Umano del Signore (nn. 5986). Tutto ciò rende evidente che solo coloro il cuiinteriore è aperto dalle Divine verità, dal Signore, sono in grado di parlare con gli angelidel cielo, perché è in quelle verità presso l'uomo che fluisce il Signore, e quando ilSignore fluisce in lui, anche il cielo fluisce in lui. Le Divine verità aprono l'interioredell'uomo perché egli è stato creato per essere nel suo interiore un'immagine del cielo, enel suo esteriore un'immagine del mondo (n. 57) e l'uomo interno è aperto solo permezzo della Divina verità che procede dal Signore, che è la luce del cielo e la vita delcielo (nn. 126140).
251. L'influsso del Signore nell'uomo è nella sua fronte, e di lì in tutto il volto, perchéla fronte corrisponde al suo amore ed il volto al suo interiore.178 L'influsso degli angelispirituali è ovunque nella sua testa, dalla fronte alle tempie, fino al cervello, perchéquella regione della testa corrisponde all'intelligenza; mentre l'influsso degli angelicelesti è nella regione che contiene il cervelletto, denominata occipite, che si estendedalle orecchie fino al collo, perché quella regione corrisponde alla sapienza. Il
178 La fronte corrisponde all'amore celeste, e quindi nella Parola significa quell'amore (n. 9936). Il voltocorrisponde all'interiore dell'uomo, che appartiene al pensiero e all'affezione (nn. 1568, 2988, 2989, 3631,4796, 4797, 4800, 5165, 5168, 5695, 9306). Il volto è formato quale corrispondenza dell'interiore (nn. 4791–4805, 5695). Conseguentemente il volto nella Parola, significa l'interiore (n. 1999, 2434, 3527, 4066, 4796).
linguaggio degli angeli presso l'uomo penetra da queste vie nel suo pensiero; èattraverso questi mezzi che ho percepito quello che gli angeli mi dicevano.
252. Quelli che parlano con gli angeli del cielo vedono anche le cose che sono nel cielo,perché in quella circostanza, sono nella luce del cielo, essendo il loro interiore in quellaluce; e anche gli angeli, per mezzo di essi, vedono le cose che sono nel mondo,179 perchéin loro il cielo è congiunto con il mondo, ed il mondo è congiunto con il cielo. Perché(come si è detto in precedenza, n. 246), quando gli angeli si rivolgono verso un uomo, sicongiungono ad esso così completamente, da non conoscere altro se non ciò cheappartiene all'uomo, e non solo il suo linguaggio, ma anche la sua vista ed il suo udito;e l'uomo d'altro canto, è completamente ignaro del fatto che le cose che fluiscono in luiattraverso gli angeli, non sono sue. Tale era la congiunzione esistente tra gli angeli e legenti più antiche di questa terra, e per questo motivo l'era in cui sono vissuti èdenominata età dell'oro. Siccome questi popoli riconoscevano il Divino nella formaumana, cioè il Signore, essi parlavano con gli angeli del cielo, come fossero lorocompagni, ed il loro cielo ed il mondo ne risultavano congiunti. Ma dopo quella era,gradualmente l'uomo si è separato dal cielo, perché ha amato se stesso più del Signore,ed il mondo più del cielo, quindi ha iniziato a godere dei piaceri dell'amore di sé e delmondo, contrapposti alle delizie del cielo, a tal punto da escludere ogni alto piacere.Così il suo interiore che era aperto al cielo, si è chiuso, mentre il suo esteriore si è apertoal mondo; e quando ciò ha luogo l'uomo è nella luce delle cose mondane, e nella piùfitta oscurità nelle cose del cielo.
253. Da quei tempi è raro che qualcuno abbia parlato con gli angeli del cielo; ma alcunihanno parlato con gli spiriti che non sono nel cielo. Questo perché le facoltà interiori edesteriori dell'uomo sono tali che egli può rivolgersi al Signore, quale centro comune (n.124) oppure verso di sé, volgendo le spalle al Signore. Quelli che si rivolgono al Signore,sono rivolti anche verso il cielo. E quelli che sono rivolti verso di sé, sono rivolti ancheverso il mondo. Ed elevare questi ultimi, è compito gravoso; ciò nondimeno li elevaquando ciò è possibile, rivolgendo il loro amore, il che ha luogo per mezzo delle veritàche scaturiscono dalla Parola.
254. Mi è stato detto come il Signore parlava ai profeti attraverso i quali la Parola èstata donata. Egli non parlava con loro come fece con le genti più antiche, attraverso uninflusso nel loro interiore, ma attraverso spiriti che furono mandati a loro, e licolmarono con una visione celeste e li ispirarono con parole che essi dettarono aiprofeti; cosicché non vi fu influsso ma dettatura. E poiché le parole fluivanodirettamente dal Signore, ciascuna di esse fu colmata del Divino racchiuso in esse, nel
179 Gli spiriti sono incapaci di vedere attraverso l'uomo ogni cosa che appartiene al mondo, tuttavia, essihanno veduto attraverso i miei occhi; la ragione di ciò (n. 1880).
loro significato interiore, che è tale che gli angeli del cielo comprendono le parole in unsignificato celeste e spirituale, mentre gli uomini le comprendono solo nel significatonaturale. Il Signore dunque ha congiunto il cielo ed il mondo per mezzo della Parola. Inche modo il Signore riempia gli spiriti con il Divino attraverso il suo sguardo, è statoreso noto. Uno spirito che è stato colmato del Divino dal Signore, non sa altro che egli èil Signore, e che è il Divino che sta parlando; e questo continua finché non ha finito diparlare. Dopo di ciò egli riconosce di essere uno spirito, e che ha parlato per opera delSignore, e non da se stesso. Poiché questo era lo stato degli spiriti che parlavano con iprofeti, essi dicevano che era Jehovah che parlava; inoltre gli spiriti chiamavano sestessi Jehovah, come si può vedere dai passi storici e profetici della Parola.
255. Affinché la natura della congiunzione degli angeli e degli spiriti con l'uomo possaessere compresa, mi è stato permesso di fare cenno ad alcune cose degne di nota, da cuitale congiunzione può essere illustrata ed esposta. Quando gli angeli e gli spiriti sirivolgono verso l'uomo, non conoscono altro che il linguaggio umano; perché sono nellinguaggio umano e non nel proprio, che in tale stato hanno dimenticato. Ma nonappena essi si allontanano dall'uomo, ritornano nel loro linguaggio angelico espirituale, in cui non hanno più cognizione del linguaggio dell'uomo. Ho avuto unasimile esperienza quando ero in compagnia degli angeli, ed in uno stato simile al loro.Ho conversato con loro nel loro linguaggio, ed avevo dimenticato il mio propriolinguaggio; ma quando non ero più alla loro presenza, sono ritornato nel miolinguaggio originario.
[2] Altro fatto ragguardevole è che quando gli angeli e gli spiriti si rivolgono ad unuomo, sono in grado di parlare con lui a qualsiasi distanza; è capitato che degli angeliparlassero con me da una considerevole distanza, come se fossero vicini a me. Maquando essi si rivolgono in un'altra direzione, e parlano con altri, l'uomo non può udirealcunché, anche se essi sono vicino alle sue orecchie. Da ciò è chiaro che ognicongiunzione nel mondo spirituale è determinata dal modo in cui angeli e spiriti sirivolgono.
[3] Altro fatto degno di nota è che molti spiriti assieme possono parlare con un uomo,e l'uomo con loro; perché loro mandano uno tra loro all'uomo con cui desideranoparlare, e questi rivolge se stesso verso l'uomo, mentre gli altri, si rivolgono verso lospirito inviato all'uomo, concentrando così i loro pensieri che vengono espressi dalmedesimo spirito inviato; questo spirito non sa altro che egli parla da se stesso, mentregli altri spiriti non sanno altro che ciò di cui essi stanno parlando. Così anche ha luogola congiunzione tra molti ed uno, attraverso il rivolgersi verso questo.180 Ma di questi
180 Gli spiriti inviati da una società di spiriti ad altre società, sono chiamati soggetti (nn. 4403, 5856). Lecomunicazioni nel mondo spirituale avvengono attraverso tali spiriti emissari (nn. 4403, 5856, 5983).Uno spirito, quando è inviato in qualità di soggetto, pensa attraverso quelli da cui è inviato e non da se
spiriti emissari, denominati soggetti, e della comunicazione per loro mezzo, si dirà oltre.(n. 4403, 5856).
256. Ad un angelo o ad uno spirito non è permesso parlare ad un uomo dalla suapropria memoria, ma solo attraverso la memoria dell'uomo. Perché angeli e spiritidispongono di una memoria al pari degli uomini. Se uno spirito parlasse dalla suapropria memoria con un uomo, questi non saprebbe altrimenti che quei pensieri nellasua mente sono propri, sebbene in realtà appartengano allo spirito. Ciò sarebbe come ilricordo di qualcosa che l'uomo non avesse mai sentito né visto. Che sia così mi è statoconcesso di conoscerlo attraverso l'esperienza. Questa è la fonte della convinzione dialcuni tra gli antichi che dopo qualche migliaio di anni sarebbero tornati nella loro vitaprecedente, ed in tutto ciò che avevano fatto; ed effettivamente erano tornati. Eranogiunti a questa conclusione perché a volte capitava loro di ricordare cose che nonavevano mai visto né udito. Questo era causato da un influsso derivante dalla memoriadegli spiriti nelle loro idee del pensiero.
257. Ci sono anche spiriti naturali e corporei, i quali quando vengono ad un uomo,non si congiungono con il suo pensiero, come gli altri spiriti, ma entrano nel suo corpo,occupano i suoi sensi, parlano attraverso la sua bocca, agiscono attraverso le suemembra, credendo allo stesso tempo che tutte le cose dell'uomo siano proprie. Questisono gli spiriti che ossessionano l'uomo. Ma tali spiriti sono stati gettati nell'inferno dalSignore, e quindi sono stati completamente rimossi; di conseguenza tali ossessioni nonsono più possibili attualmente.181
stesso (nn. 5985–5987).181 Le ossessioni esteriori o corporee non sono permesse nel tempo presente, come era in precedenza (n. 1983).Viceversa, le ossessioni interiori inerenti la mente sono permesse maggiormente di prima (n. 1983, 4793).L'uomo è ossessionato interiormente quando concepisce pensieri sordidi e scandalosi su Dio e sulprossimo, ed è dissuaso dal renderli noti solo per ragioni esteriori, che sono la paura di perdere lareputazione, l'onore, il guadagno e la paura della legge e di perdere la vita (n. 5990). Degli spiriti diaboliciche principalmente ossessionano l'interiore dell'uomo (n. 4793). Degli spiriti diabolici che bramanoossessionare l'esteriore dell'uomo; tali spiriti sono precipitati nell'inferno (nn. 2752, 5990).
29La scrittura nel cielo
258. Siccome gli angeli hanno un linguaggio, ed il loro linguaggio consiste di parole,essi hanno anche una scrittura, e attraverso la scrittura, così come attraverso illinguaggio, essi danno espressione a ciò che è nelle loro menti. Talvolta mi è stata datadella carta sulla quale vi erano scritte parole come nei manoscritti, nel mondo, ed altra,come fogli stampati, ed io ero in grado di leggerli, ma mi era permesso di avere soloun'idea del loro contenuto. Perché non è conforme all'ordine Divino che l'uomo siaistruito dagli scritti provenienti dal cielo; egli deve essere istruito solo per mezzo dellaParola; perché è solo attraverso la Parola che vi è comunicazione e congiunzione delcielo con il mondo, e quindi del Signore presso l'uomo. Che quei documenti scritti nelcielo furono visti anche dai profeti è dimostrato in Ezechiele:
Mentre guardavo, ecco una mano di uno spirito era rivolta verso di me, e questi aprìalla mia vista un rotolo di pergamena che si trovava lì; era scritto sul fronte e sul retro di esso (Ez.2:9, 10)
E in Giovanni:
Vidi sul lato destro che sul trono si trovava un libro scritto dentro e sul retro, chiusocon sette sigilli (Ap. 5:1)
259. La scrittura nel cielo è provveduta dal Signore, per il bene della Parola; perché laParola nella sua essenza è la Divina verità, e da essa ha origine tutta la sapienza celeste,sia presso gli uomini, sia presso gli angeli; perché la Parola fu dettata dal Signore, e ciòche è dettato dal Signore passa attraverso i cieli, nel loro ordine e termina pressol'uomo. Perciò essa è adattata sia alla sapienza degli angeli, sia all'intelligenza degliuomini. Dunque anche gli angeli hanno una Parola, e la leggono, così come fanno gliuomini nel mondo, e traggono anche da essa i loro insegnamenti, e pregano in armoniacon essa (n. 221). È la stessa Parola; tuttavia, il suo significato naturale, cioè il suosignificato letterale, non esiste nel cielo, ma solo il significato spirituale, che è il suosignificato interiore. Cosa questo sia significato lo si può comprendere nel breve trattatoCavallo Bianco (che tratta della Rivelazione).
260. Una piccolo documento mi è stato inviato una volta dal cielo, sul quale vi eranoscritte poche parole in ebraico, e mi è stato detto che ogni parola conteneva segretiinerenti la sapienza, e che questi segreti erano contenuti nelle inflessioni e nelle
curvature delle lettere, e quindi anche nei suoni. Questo mi ha chiarito il significatodelle seguenti parole del Signore:
In verità vi dico, finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un solo iota o unapice saranno tolti dalla legge (Matt. 5:18)
Che la Parola in ogni apice sia Divina è noto nella Chiesa; ma dove esattamente siacustodito il Divino fino ad ora non è stato svelato, e perciò sarà detto. Nel cielo piùintimo la scrittura consta di varie forme di inflessione e circonflessione, in armonia conle forme del cielo. Per mezzo di esse gli angeli esprimono i segreti della loro sapienza, emolte altre cose che essi sono incapaci di esprimere con le parole; e ciò che èmeraviglioso, gli angeli conoscono questa scrittura senza necessità di essere istruiti,essendo impressa in loro come il linguaggio (si veda il n. 236); perciò questa è unascrittura celeste. Essa è innata in quanto ogni diffusione dei pensieri e delle affezioni eogni conseguente comunicazione dell'intelligenza e della sapienza degli angeli procedein armonia con la forma del cielo (n. 201); e per lo stesso motivo la loro scrittura fluiscein quella forma. Mi è stato detto che le genti più antiche di questa terra, prima che lascrittura fosse ideata, avevano questa scrittura, che poi è stata riprodotta nella linguaebraica, e queste lettere nei tempi più remoti erano tutte flesse, e nessuna di esse, comeavviene attualmente, era delimitata da linee rette. Così è, affinché nella Parola Divinapossano essere custoditi i segreti del cielo, perfino nei suoi iota, nei suoi punti e nei suoiapici.
261. Questa scrittura in caratteri di una forma celeste è in uso nel cielo più intimo, i cuiangeli sovrastano tutti gli altri in sapienza. Per mezzo di questi caratteri essi esprimonole affezioni, da cui fluiscono i pensieri in un ordine armonico con il soggetto trattato.Conseguentemente questi scritti, che mi è stato anche permesso di vedere, contengonosegreti che il pensiero non può decodificare. Tali scritti non esistono nei cieli inferiori,dove sono in uso caratteri simili a quelli del mondo, eppure non sono comprensibiliall'uomo, essendo in un linguaggio angelico, che non ha nulla in comune con quelloumano (n. 237), dato che per mezzo delle vocali sono espresse le affezioni, e con leconsonanti le idee del pensiero, che derivano dalle affezioni, e con le parole, a partire daqueste, il senso della materia trattata (si veda sopra, nn. 236, 241). Inoltre in questascrittura, che io ho potuto vedere, in poche parole è contenuto più di quanto l'uomopossa esprimere in molte pagine. In questo modo è strutturata la Parola scritta presso icieli inferiori; mentre nel cielo più intimo è in caratteri celesti.
262. È un fatto notevole che la scrittura nel cielo fluisce istantaneamente dai pensieri,e questo così facilmente che i pensieri si manifestano in un attimo, e non vi è esitazionenella mano, nella scelta delle parole, perché le parole che lì si esprimono e che siscrivono, corrispondono alle idee dei pensieri; e tutta la corrispondenza è naturale e
spontanea. Vi sono anche scritti che esistono senza che sia necessaria la mano perscriverli, poiché si manifestano per mera corrispondenza con i pensieri; ma questi scrittinon sono permanenti.
263. Ho visto anche scritti nel cielo fatti di soli numeri, disposti nell'ordine ed in serie,come in uno scritto fatto di lettere e parole; e sono stato istruito circa il fatto che questascrittura viene dal cielo più intimo, e che la loro scrittura celeste (di cui si è detto sopra,nn. 260, 261), quando i pensieri da essa fluiscono in basso, appare alla vista degli angelidei cieli inferiori, in numeri; e questa scrittura in numeri contiene segreti, alcuni deiquali non sono esprimibili con i pensieri, né con le parole. Perché ad ogni numerocorrisponde un significato, come per le parole, in conformità della legge dellecorrispondenze;182 però con la differenza che i numeri attengono alle corrispondenzegenerali, e le parole alle corrispondenze particolari; e poiché una corrispondenzagenerale consta di innumerevoli corrispondenze particolari, sono contenuti molti piùsegreti negli scritti numerici, che negli scritti letterali. Da ciò ho potuto comprendere chenella Parola i numeri, come le parole significano determinate cose. Cosa significhino inumeri semplici come 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12, e cosa numeri composti come 20, 30, 50,70, 100, 144, 1000, 10000, 12000 e altri, può essere visto in Arcana Coelestia, ove si trattadi questo argomento. In questa scrittura nel cielo, il numero anteposto agli altri, dispostiin una serie ordinata, determina il loro soggetto. Quel numero è una sorta di indicedella materia trattata, e da esso si dipartono i numeri conseguenti a quello stessoargomento.
264. Quelli che non sanno alcunché del cielo, e che non desiderano avere alcuna altraidea di esso, se non qualcosa di puramente etereo in cui gli angeli vagano come spiriti,non avendo né visione né udito, sono incapaci di concepire che gli angeli hanno unlinguaggio ed una scrittura; questo perché essi fondano erroneamente l'esistenza di ognicosa in ciò che è materiale; ciò nondimeno la scrittura nel cielo ha un'esistenza reale,come nel mondo, e gli angeli lì dispongono di ogni cosa necessaria alla loro vita ed allaloro sapienza.
182 Tutti i numeri nella Parola hanno un significato (nn. 482, 487, 647, 648, 755, 813, 1963, 1988, 2075, 2252,3252, 4264, 4670, 6175, 9488, 9659, 10217, 10253). Dimostrazione dal cielo (n. 4495, 5265). I numericomposti hanno lo stesso significato dei numeri semplici, da cui risultano per moltiplicazione (nn. 5291,5335, 5708, 7973). Le genti più antiche conoscevano i segreti celesti insiti nei numeri, i quali costituisconouna sorta di calcolo degli stati della chiesa (n. 575).
30La sapienza degli angeli nel cielo
265. La natura della sapienza angelica può essere scarsamente compresa, perchétrascende così tanto la sapienza umana, che le due non possono essere comparate; eogni cosa trascendente, non sembra essere qualcosa. Inoltre alcune verità che rientranonella descrizione di essa, sono ancora ignote, e fino a quando non diventano note,appaiono nella mente come ombre, e quindi nascondono le cose, così come sono in sé.Ciò nondimeno queste verità possono essere conosciute, ed una volta conosciute,possono essere comprese, consentendo alla mente di acquisire qualche interesse in loro;perché l'interesse porta la luce con sé in quanto deriva dall'amore; e su coloro cheamano le cose appartenenti alla sapienza Divina e celeste, la luce risplende dal cielo edillumina intorno.
266. Quale sia la sapienza degli angeli nel cielo può essere dedotto dal fatto che essisono nella luce del cielo, e la luce del cielo nella sua essenza è Divina verità o Divinasapienza; e questa luce illumina allo stesso tempo la loro vista interiore, ovvero lavisione dello spirito, e la visione esteriore, ovvero la visione degli occhi. (Che la luce delcielo sia Divina verità o Divina sapienza, può essere visto più sopra, nn. 126133). Gliangeli sono anche nel calore celeste che nella sua essenza è Divino bene o Divino amore,da cui traggono l'affezione ed il desiderio di divenire savi. (Che il calore del cielo siaDivino bene o Divino amore può essere visto più sopra, nn. 133140). Che gli angelisiano nella sapienza, fino a tal punto da essere chiamati sapienze, segue dal fatto chetutti i loro pensieri ed affezioni fluiscono in armonia con la forma celeste, e questaforma è la forma della Divina sapienza; ed ancora, il loro interiore, che è il ricettacolodella sapienza, è disposto in quella forma. (Che i pensieri e le affezioni degli angelifluiscono in armonia con la forma del cielo, e così pure la loro intelligenza e sapienza,può essere visto più sopra, nn. 201212).
[2] Che gli angeli siano dotati di sapienza eccelsa è dimostrato dal fatto che il lorolinguaggio è il linguaggio della sapienza, perché fluisce direttamente e spontaneamentedal pensiero, ed il loro pensiero, dalla loro affezione, quindi il loro linguaggio èpensiero che deriva dall'affezione in una forma esteriore; conseguentemente non c'ènulla che li distolga dall'influsso Divino, e nulla dall'esterno penetra nel loro linguaggio,come avviene invece per gli uomini, da altri pensieri. (Che il linguaggio degli angeli siail linguaggio del loro pensiero e della loro affezione, può essere visto più sopra, nn. 234,245). Che gli angeli siano dotati di tale sapienza concorda con il fatto che tutte le cose
che gli angeli vedono con i loro occhi e percepiscono con i loro sensi, sono conformi allaloro sapienza, dato che sono corrispondenze di essa, e quindi gli oggetti percepiti sonoforme rappresentative delle cose che costituiscono la loro sapienza. (Che tutte le cosenei cieli siano corrispondenze presso l'intimo degli angeli e rappresentazioni della lorosapienza, può essere visto più sopra, nn. 170182).
[3] Inoltre i pensieri degli angeli non sono confinati nei concetti di spazio e tempo,come i pensieri umani, perché spazio e tempo appartengono alla natura, e le cose cheappartengono alla natura distolgono la mente dalle cose spirituali, e privano la vistaintellettuale delle proprie potenzialità (che le idee degli angeli trascendano il tempo e lospazio e quindi non sono così limitate come le idee umane, può essere visto più sopra,nn. 162169 e 191199). E ancora, i pensieri degli angeli non degradano in cose mondanee materiali, né sono interrotti dall'ansietà derivante dall'incombere delle necessità dellavita; dunque essi non sono distolti da tali incombenze, come per gli uomini nel mondo,in virtù delle delizie della sapienza; poiché ricevono gratuitamente dal Signore tutto ciòdi cui necessitano, vale a dire indumenti, cibo, abitazione; e oltre a ciò essi ricevonodelizie e piaceri in misura corrispondente alla ricezione della sapienza dal Signore.Queste cose sono state dette per far luce sul perché gli angeli siano dotati di una cosìgrande sapienza.183
267. Gli angeli sono in grado di ricevere tale sapienza perché il loro interiore è aperto;e la sapienza come ogni altra perfezione, incrementa verso l'interiore, dunque nellamisura in cui l'interiore è aperto.184 In ogni angelo ci sono tre gradi della vita,corrispondenti ai tre cieli (si veda sopra, nn. 2940); quelli presso cui è stato aperto ilprimo grado sono nel primo cielo o cielo esterno; quelli presso cui è stato aperto ilsecondo grado sono nel secondo cielo o cielo intermedio; quello presso cui il terzogrado è stato aperto sono nel terzo cielo o cielo più intimo. La sapienza degli angeli neicieli è in armonia con questi gradi; perciò la sapienza degli angeli del terzo cielo èincommensurabilmente superiore alla sapienza degli angeli del cielo intermedio, e lasapienza di questi ultimi, sopravanza di gran lunga quella degli angeli del primo cielo(si veda sopra, nn. 209, 210; ed in merito ai gradi, n. 38). Ci sono, tali differenze perchéle cose che sono nel grado più alto sono particolari, e quelle che sono nel grado piùbasso sono generali, ed i generali contengono i particolari. I particolari comparati con i
183 La sapienza degli angeli è incomprensibile e ineffabile (nn. 2795, 2796, 2802, 3314, 3404, 3405, 9094,9176). 184 Nella misura in cui l'uomo si eleva dalle cose esteriori in quelle interiori, egli giunge alla luce, cioèall'intelligenza (nn. 6183, 6313). Vi è una reale elevazione (nn. 7816, 10330). L'elevazione dalle coseesteriori in quelle interiori è come l'elevazione dalla nebbia nella luce (n. 4598). Siccome le cose esteriorinell'uomo sono rimosse dal Divino, esse sono oscure (n. 6451). Ed allo stesso modo sono confuse (nn. 996,3855). Le cose interiori sono più perfette perché sono prossime al Divino (nn. 5146, 5147). In ciò che èinteriore vi sono migliaia e migliaia di cose che appaiono esteriormente come una sola cosa generale (n.5707). Di conseguenza il pensiero e la percezione interiore sono di gran lunga più limpidi (n. 5920).
generali sono come migliaia di miriadi rispetto ad uno; e tale è la sapienza degli angelidel cielo più elevato, paragonata con quella degli angeli del cielo esterno. Allo stessomodo la sapienza di questi ultimi angeli è superiore alla sapienza dell'uomo, essendoquesto in uno stato corporeo, ed in quelle cose che appartengono ai sensi corporei, ed isensi corporei dell'uomo appartengono al più infimo grado. Ciò rende evidente qualesia la sapienza di coloro che si affidano alla percezione dei sensi, che sono denominatiuomini sensuali, in quanto non hanno sapienza ma mera conoscenza.185 Diverso è percoloro che elevano i loro pensieri al di sopra dei sensi, e specialmente per coloro il cuiinteriore è stato aperto fino alla luce del cielo.
268. Si può scorgere quanto grande sia la sapienza degli angeli dal fatto che nei cieli viè comunicazione e condivisione di tutte le cose; l'intelligenza e la sapienza sitrasmettono dall'uno all'altro nel cielo, in quanto luogo della condivisione di tutti i beni;questo per la ragione che l'amore celeste è tale che desidera condividere con gli altri ciòche è proprio; di conseguenza nessuno nel cielo percepisce il proprio bene in sé comebene, a meno che esso sia anche nell'altro; questa è la sorgente della felicità del cielo chegli angeli traggono dal Signore, perché tale è il suo Divino amore. Che vi sia una talecomunicazione di tutte le cose nel cielo, mi è stato permesso di conoscerlo attraversol'esperienza. Certi spiriti semplici, una volta, sono stati assunti nel cielo, e quandohanno acquisito la sapienza angelica, comprendevano cose che mai prima di alloraerano stati in grado di comprendere e parlavano di cose che erano incapaci dipronunciare nel loro stato originario.
269. La sapienza degli angeli è indescrivibile a parole, ma può essere illustrata daalcune cose generali. Gli angeli possono esprimere in una sola parola ciò che un uomonon può esprimere in mille parole. Ancora, una sola parola angelica contieneinnumerevoli cose che non possono essere espresse con le parole del linguaggio umano,perché in ciascuna delle cose dette dagli angeli ci sono arcani di sapienza intimamenteconnessi tra loro e irraggiungibili dalle conoscenze umane. E ancora, ciò che gli angelinon riescono ad esprimere con le parole, lo esprimono attraverso il tono, in cui vi è unaffezione per le cose, nel loro ordine; perché, come è stato detto sopra, (nn. 236, 241) i
185 Il sensuale è la parte più esteriore della vita dell'uomo aderente ed inerente il suo corpo mondano(nn. 5077, 5767, 9212, 9216, 9331, 9730). È chiamato uomo sensuale colui che giudica delle cose e trae ognisua conclusione dai sensi corporei, e non crede a nulla che non possa vedere con i suoi occhi e toccare conle sue mani (nn. 5094, 7693). Un tale uomo pensa in sé esteriormente anziché interiormente (nn. 5089,5094, 6564, 7693). Il suo interiore è talmente chiuso che egli non percepisce nulla in sé della veritàspirituale (nn. 6564, 6844, 6845). In una parola, egli è in una luce naturale grossolana, e dunque non puòpercepire alcunché della luce del cielo (nn. 6201, 6310, 6564, 6598, 6612, 6614, 6622, 6624, 6844, 6845).Interiormente egli è contrapposto alle cose del cielo e della chiesa (nn. 6201, 6316, 6844, 6845, 6948, 6949).Gli eruditi che si sono consolidati contro le verità della chiesa, sono di questa natura (n. 6316). Gli uominisensuali sono più astuti e maliziosi degli altri (nn. 7693, 10236). Essi ragionano finemente e abilmente, madalla memoria corporea, sulla quale poggia la loro intelligenza (nn. 195, 196, 5700, 10236). Tuttavia, essiragionano dalla fallacia dei sensi (nn. 5084, 6948, 6949, 7693).
toni esprimono le affezioni, così come le parole esprimono idee del pensiero a partiredalle affezioni; è per questo motivo che le cose udite nel cielo si dice che siano ineffabili.Dunque gli angeli sono in grado di esprimere in poche parole ogni minima cosa scrittain un intero volume, e dare ad ogni parola significati che elevano la mente nellasapienza interiore, perché il loro linguaggio è in armonia con le loro affezioni, ed ognisingola parola è in accordo con le loro idee; e le loro parole variano in infiniti modi inaccordo con la serie di cose che risiedono insieme nel pensiero.
[2] E poi, l'interiore degli angeli è in grado di percepire dal tono e da poche parole delloro interlocutore, la vita di questi nella sua interezza; perché dal tono e dalle suevariazioni secondo le idee espresse con le parole, essi percepiscono l'amore dominantesul quale, per così dire, ogni particolare della vita è impresso.186 Tutto questo rendeevidente la natura della sapienza angelica. In confronto con la sapienza umana essa è inun rapporto di una miriade ad uno, o come le forze in movimento in tutto il corpo, chesono innumerevoli, in rapporto alle attività che a partire da esse, appaiono allapercezione umana come una, oppure come i mille particolari di un oggetto visto almicroscopio, in rapporto ad una cosa oscura vista ad occhio nudo. [3] L'argomento può essere illustrato con un esempio. Un angelo, in virtù della suasapienza, stava descrivendo la rigenerazione, ed ha esposto arcani al riguardonell'ordine di alcune centinaia, riempiendo ciascuno di essi con idee in cui vi eranoarcani interiori, e questo dall'inizio alla fine; perché ha spiegato come l'uomo spiritualesia nuovamente concepito, come sia ancora una volta portato nel grembo materno,nasca, cresca e come si perfezioni gradualmente. Ha detto che il numero degli arcanipotrebbe essere aumentato fino alle migliaia, e che questo valeva solo per larigenerazione dell'uomo esteriore, mentre ne sono coinvolti innumerevoli in piùriguardo alla rigenerazione dell'uomo interiore. Da queste e altre cose udite dagli angelimi risulta chiaro quanto sia grande la loro sapienza, e quanto sia grande in confrontol'ignoranza dell'uomo, che difficilmente sa cosa sia la rigenerazione, e ignora ogniminimo passo del processo che ha luogo quando viene rigenerato.
270. La sapienza degli angeli del terzo cielo deve essere ora descritta, e anche quantoessa sia superiore a quella degli angeli del primo cielo. La sapienza degli angeli delterzo cielo è incomprensibile perfino a coloro che sono nel cielo più esterno, per la
186 Ciò che regna universalmente nell'uomo, o che in lui è dominante, è in ogni particolare della sua vita,dunque in ogni cosa del suo pensiero e della sua affezione (nn. 4459, 5949, 6159, 6571, 7648, 8067, 8853–8858). Un uomo è tale quale è il suo amore dominante (nn. 917, 1040, 8858); illustrato da esempi (nn. 8854,8857). Ciò che regna universalmente costituisce la vita dello spirito dell'uomo (n. 7648). Esso è la sua realevolontà, il suo reale amore ed il fine della sua vita, dato che ciò che l'uomo vuole, egli ama, e ciò chel'uomo ama lo erige quale fine (nn. 1317, 1568, 1571, 1909, 3796, 5949, 6936). Perciò l'uomo è tale quale è lasua volontà, o tale quale è il suo amore regnante, ovvero tale quale è il fine della sua vita (nn. 1568, 1571,3570, 4054, 6571, 6935, 6938, 8856, 10076, 10109, 10110, 10284).
ragione che l'interiore degli angeli del terzo cielo è aperto fino al terzo grado, mentrel'interiore degli angeli del primo cielo è aperto solo nel primo grado; e tutta la sapienzaincrementa e si perfeziona nella misura in cui l'interiore è aperto (nn. 208, 267).
[2] Siccome l'interiore degli angeli del terzo cielo è aperto fino al terzo grado, le veritàDivine sono, per così dire, impresse in loro; perché l'interiore nel terzo grado èmaggiormente in armonia con la forma del cielo rispetto all'interiore nel secondo e nelprimo grado, e la forma del cielo deriva dalla verità Divina, quindi è in armonia con lasapienza Divina, e questo perché la verità è come se fosse impressa su questi angeli, ocome se fosse innata in loro. Pertanto, non appena questi angeli odono le autenticheverità Divine, istantaneamente le riconoscono e le percepiscono in loro, e poi le vedonocome esse sono interiormente in se stesse. Essendo tali, gli angeli di quel cielo nondiscutono mai delle verità Divine, e ancor meno disputano di una qualsiasi verità, se siacosì o meno; né essi sanno cosa sia credere o avere fede. Essi dicono, "Che cosa è lafede? Perché io percepisco e vedo che una cosa è così." Questo loro lo spieganoattraverso paragoni, ad esempio, che sarebbe come se qualcuno, vedendo una casa e levarie cose in essa e intorno ad essa, dicesse al compagno che dovrebbe credere chequeste cose esistono, e che sono tali come egli le vede; oppure vedendo un giardino ealberi da frutto in esso, dicesse al compagno che dovrebbe aver fede che vi è ungiardino con alberi da frutto, quando egli li sta guardando chiaramente con i suoi occhi.Per questo motivo tali angeli non menzionano mai la fede, e non hanno idea di cosa sia,né imbastiscono ragionamenti sulle verità Divine, e tanto meno disputano su qualsiasiverità se sia così o no.187
[3] Ma gli angeli del primo cielo non hanno le verità Divine impresse nel lorointeriore, perché presso di loro solo il primo grado della vita è aperto, quindi essiragionano sulle verità, e quelli che ragionano vedono ben poco al di là della materiaoggetto del loro ragionamento, o non vanno oltre la conferma di esso attraverso alcuneconsiderazioni, finché non affermano che si tratta di un argomento di fede che come taledeve essere creduto.
[4] Ho parlato di questo con gli angeli, ed essi hanno detto che la differenza tra lasapienza degli angeli del terzo cielo e la sapienza degli angeli del primo cielo è come traciò che è chiaro e ciò che è oscuro; la prima essi la paragonano ad un magnifico palazzocolmo di tutto ciò che è necessario, circondato da tutti i lati da parchi, con cose mirabili
187 Gli angeli celesti conoscono cose innumerevoli e sono incommensurabilmente più savi degli angelispirituali (n. 2718). Gli angeli celesti non pensano né parlano attraverso la fede, come fanno gli angelispirituali, perché essi sono dotati dal Signore della percezione di tutte le cose che costituiscono la fede(nn. 202, 597, 607, 784, 1121, 1384, 1442, 1898, 1919, 7680, 7877, 8780, 9277, 10336). In merito alle veritàdella fede essi dicono solo “Sì, sì, o No, no” mentre gli angeli spirituali ragionano intorno ad esse, sulfatto che siano autentiche o no (nn. 2715, 3246, 4448, 9166, 10786, dove sono spiegate le parole delSignore, “Sia il vostro discorso, Sì, sì, No, no” (Matt. 5:37)).
intorno; e siccome questi angeli sono nelle verità della sapienza possono entrare nelpalazzo ed osservare tutte le cose, e vagare nei parchi in ogni direzione e rallegrarsi diogni cosa. Ma non è così per quelli che ragionano sulle verità, soprattutto per quelli chedisputano su di esse, in quanto non vedono le verità attraverso la luce della verità, maaccettano la verità sia da altri, sia dal senso letterale della Parola, che non comprendonointeriormente, dichiarando che quelle verità debbono essere credute, o che bisognaavere fede, e non sono disposti ad esplorare interiormente queste cose. Gli angeli diconoanche che questi non sono in grado di raggiungere la prima soglia del palazzo dellasapienza, e neppure di entrare in esso e vagare intorno perché si fermano al primopasso. Non è così per quelli che sono nelle verità da se stessi, nulla impedisce loro diprocedere e di progredire senza limiti, perché le verità che vedono li guidano ovunquevadano, anche in ampie pianure, perché ogni verità ha un'estensione infinita ed è incorrelazione con molteplici altre verità.
[5] Hanno detto ancora che la sapienza degli angeli del cielo più intimo consisteprincipalmente in questo, che vedono cose Divine e celesti in ogni singolo oggetto, ecose mirabili in una serie di numerosi oggetti, perché ogni cosa che appare davanti ailoro occhi è una corrispondenza; e quando essi vedono palazzi e giardini la loro vistanon si sofferma sulle cose che sono davanti ai loro occhi, ma scorge le cose interiori dacui derivano, cioè, cui le prime corrispondono, e questo con tutte le varietà inconformità con l'aspetto degli oggetti; in tal modo essi vedono innumerevoli cose nellostesso momento, nel loro ordine e connessione, e questo riempie le loro menti con unagioia tale che sembrano essere portati via da loro stessi. Che tutte le cose che si vedononei cieli corrispondano alle cose Divine che sono negli angeli, in virtù del Signore puòessere visto più sopra (nn. 170176).
271. Gli angeli del terzo cielo sono tali, in quanto sono nell'amore per il Signore, equell'amore apre l'interiore della mente fino al terzo grado, ed è un ricettacolo di tutte lecose della sapienza. Deve essere compreso anche che gli angeli del cielo più intimo sonocontinuamente perfezionati in sapienza, e questo diversamente dagli angeli del cielopiù esterno. Gli angeli del cielo più intimo non memorizzano le verità Divine, e quindinon fanno di esse una sorta di scienza; ma appena le odono, le percepiscono e siconformano ad esse nella loro vita. Per questa ragione le verità Divine permangonopresso di loro in quanto sono impresse in loro, perché ciò che è così legato alla vita ècontenuto in essa. Ma non è così presso gli angeli del cielo più esterno. Questi primamemorizzano le verità Divine e le raccolgono tra le loro conoscenze, quindi lerichiamano per perfezionarne l'intelletto da esse, quindi le desiderano e le applicanoalla loro vita, ma senza alcuna percezione interiore che si tratti di verità; e diconseguenza sono in un'oscurità tale da dover mettere al vaglio ogni verità. È notevoleil fatto che gli angeli del terzo cielo si perfezionano in sapienza attraverso l'ascolto e non
dalla visione. Ciò che odono dalle prediche non entra nella loro memoria, ma entradirettamente nella loro percezione e nella volontà, e viene ad essere una questione divita; mentre ciò che vedono con i loro occhi entra nella loro memoria, e forma oggetto diragionamenti e conversazioni; il che dimostra che presso di loro la via dell'ascolto è lavia della sapienza. Questo, in virtù della corrispondenza, perché l'orecchio corrispondeall'obbedienza, e l'obbedienza appartiene alla vita; mentre l'occhio corrispondeall'intelligenza, e l'intelligenza è una questione di dottrina.188 Lo stato di questi angeli èdescritto in diverse parti della Parola, come in Geremia:
Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Essi non istruiranno più alcunloro amico, né il proprio fratello, dicendo: Conosci il Signore; perché tutti mi conosceranno, dal piùpiccolo tra loro fino al più grande (Ger. 31:33, 34)
E in Matteo:
Il vostro parlare sia sì, sì, no, no; ciò che è più di questo viene dal male (Matteo 5:37)
Ciò che è più di questo viene dal male, perché non è dal Signore, e nella misura in cuigli angeli del terzo cielo sono nell'amore per il Signore, le verità che sono in essi sonodal Signore. In quel cielo l'amore per il Signore è volere e conformarsi alla Divina verità,perché la Divina verità è il Signore nel cielo.
272. C'è una ragione ulteriore, e questa nel cielo è la ragione principale, per cui gliangeli sono in grado di ricevere una sapienza così grande, perché essi sono prividell'amore di sé; infatti, nella misura in cui taluno è privo dell'amore di sé, questi puòdivenire savio nelle cose Divine. Tale amore è quello che chiude dall'alto l'interiore,contro il Signore ed il cielo e apre l'esteriore e lo rivolge verso il sé; e di conseguenzatutti quelli in cui questo amore domina, sono nella densa oscurità rispetto alle cose delcielo, per quanto illuminati possano essere nelle cose del mondo. Gli angeli, invece,sono nella luce della sapienza perché sono privi dell'amore di sé, perché l'amore celestein cui si trovano, che è l'amore per il Signore e l'amore verso il prossimo, apre l'interiore,in quanto che questi amori sono dal Signore e il Signore stesso è in loro. (Il fatto chequesti due generi di amore costituiscano il cielo, in generale, e formino il cielo inognuno, nel particolare, può essere visto più sopra, nn. 1319). Perché l'amore celesteapre l'interiore verso il Signore in quanto tutti gli angeli rivolgono lo sguardo verso ilSignore (n. 142). Infatti, nel mondo spirituale l'amore attira l'interiore di ognuno a séstesso, e in qualunque modo si volga l'interiore, nello stesso modo si orienta il volto,
188 Circa la corrispondenza dell'orecchio e dell'udito (n. 4652–4660). L'orecchio significa percezione eobbedienza (nn. 2542, 3869, 4653, 5017, 7216, 8361, 9311, 9397, 10061). L'orecchio significa la ricezionedelle verità (n. 5471, 5475, 9926). La corrispondenza dell'occhio e della sua vista (nn. 4403–4421, 4523–4534); da cui la vista significa l'intelligenza che appartiene alla fede, ed anche la fede (nn. 2701, 4410, 4526,6923, 9051, 10569).
dato che il volto fa tutt'uno con l'interiore, perché ne è la forma esteriore. Perché l'amoreattrae a sé l'interiore ed il volto; e si congiunge anche a loro (essendo l'amore spirituale,congiunzione), e condivide il suo proprio con loro. Da quell'orientamento e dallaconseguente congiunzione e condivisione gli angeli hanno la loro sapienza. Che ognicongiunzione e ogni orientamento nel mondo spirituale siano in reciproca armonia puòessere visto più sopra (n. 255).
273. Anche se gli angeli sono continuamente perfezionati in sapienza,189 la lorosapienza, anche per l'eternità, non può in alcun modo essere rapportata con la sapienzaDivina del Signore, perché la sapienza Divina del Signore è infinita, mentre la sapienzadegli angeli è finita, e tra ciò che è infinito e ciò che è finito non è possibile alcunrapporto.
274. Siccome è la sapienza che rende gli angeli perfetti e costituisce la loro vita, esiccome il cielo con i suoi beni fluisce in ognuno secondo la sua sapienza, quindi, tuttinel cielo desiderano ardentemente la sapienza, così come un uomo affamato desidera ilcibo. Così, anche, la conoscenza, l'intelligenza e la sapienza sono nutrimenti spirituali,come il cibo è nutrimento naturale; e l'uno corrisponde all'altro.
275. Gli angeli dello stesso cielo, o della stessa società del cielo, non sono tutti nellastessa sapienza; la loro sapienza differisce. Quelli al centro sono nella maggioresapienza, e quelli intorno fino ai confini sono in una minore sapienza. La diminuzionedi sapienza in corrispondenza con la distanza dal centro è come la diminuzione dellaluce verso l'oscurità (si vedano i nn. 43 e 128). La loro luce è nella stessa misura dellaloro sapienza, dal momento che la luce del cielo è la sapienza Divina, e tutti sono nellaluce nella misura in cui ricevono la sapienza. In merito alla luce del cielo ed ai tipidiversi di ricezione di essa si veda più sopra (nn. 126132).
189 Gli angeli sono perfezionati nell'eternità (n. 4803, 6648).
31Lo stato di innocenza degli angeli nel cielo
276. Pochi al mondo sanno cosa sia l'innocenza e quale sia la sua natura, e coloro chesono nel male non ne sanno nulla. Essa infatti, è visibile nel volto, nel discorso e neimovimenti, in particolare dei bambini; e ancora che cosa sia l'innocenza, e soprattuttoche è quella in cui il cielo è custodito nell'uomo, non è noto. Nel disvelare questo arcanoandiamo con ordine ed esaminiamo in primo luogo l'innocenza dell'infanzia,l'innocenza della sapienza, e infine lo stato del cielo riguardo all'innocenza.
277. L'innocenza dell'infanzia o dei bambini non è un'innocenza autentica, perché nonè un'innocenza nella forma interiore, ma solo nella forma esteriore. Tuttavia, si puòapprendere da essa cosa è l'innocenza, dato che risplende sul volto dei bambini, daalcuni dei loro movimenti e dalle loro prime parole, ed ha un'influenza sugli altriattraverso questi segni. Si può notare che i bambini non possiedono un pensierointeriore, perché non sanno ancora ciò che è bene e ciò che è male, o cosa è vero e cosa èfalso, perché in questo consiste il pensiero.
[2] Di conseguenza non hanno la prudenza che discenderebbe da ciò che è loroproprio, né uno scopo, né una volontà, quindi sono privi di intenti malvagi; e neppurehanno in sé alcunché dell'amore di sé e dell'amore del mondo, perché non attribuiscononulla a se stessi di ciò che ricevono dai loro genitori; e si accontentano di poche,insignificanti cose che sono offerte loro, e gioiscono di queste, non hanno alcunasollecitudine per il cibo ed i vestiti, né per il futuro; non guardano al mondo nédesiderano molto da esso; amano i loro genitori, gli istitutori e coloro che li assistono,con i quali giocano in modo innocente; essi desiderano essere guidati; danno ascolto eubbidiscono.
[3] Essendo in questo stato, essi ricevono ogni cosa come una questione di vita, equindi, senza domandarsi il perché, apprendono le buone maniere, e imparano anche aparlare, ed esordisce in loro la memoria ed il pensiero, essendo il loro stato di innocenzaun mezzo per ricevere ed acquisire queste cose. Tuttavia, questa innocenza, come èstato detto sopra, è esteriore perché appartiene solo al corpo, e non alla mente;190 perché
190 L'innocenza dei bambini non è autentica innocenza; l'autentica innocenza ha la sua dimora nellasapienza (nn. 1616, 2305, 2306, 3494, 4563, 4797, 5608, 9301, 10021). Il bene dell'infanzia non è un benespirituale, ma diviene tale attraverso il radicamento della verità (n. 3504). Nondimeno il bene dell'infanziaè il bene intermedio attraverso cui si radica l'intelligenza (nn. 1616, 3183, 9301, 10110). Senza il benedell'innocenza nell'infanzia l'uomo avrebbe un'indole feroce (n. 3494). Di qualsiasi cosa sia permeata la
le loro menti non sono ancora formate, essendo la mente costituita da intelletto, volontà,pensiero ed affezione da lì.
[4] Mi è stato detto dal cielo, che i bambini sono particolarmente sotto l'egida delSignore, e che ricevano l'influsso dal cielo più intimo, dove c'è uno stato di innocenza;perché questo influsso passa attraverso il loro interiore, e che nel suo passaggio nel lorointeriore sono influenzati esclusivamente dall'innocenza; e per questo motivol'innocenza si manifesta nei loro volti ed in alcuni nei loro movimenti; ed è da questainnocenza che i genitori sono colpiti nell'intimo, da cui scaturisce l'amore nominatostorge191.
278. L'innocenza della sapienza è autentica innocenza, perché è interiore,appartenendo alla mente stessa, cioè alla stessa volontà e da questa all'intelletto. Equando c'è innocenza in questi due, vi è anche la sapienza, perché la sapienzaappartiene alla volontà e all'intelletto. È per questo che si dice nel cielo che l'innocenzaha la sua dimora nella sapienza, e che un angelo è nell'innocenza, nello stessa misura incui è savio. Questo è confermato dal fatto che coloro che sono in uno stato di innocenzanon attribuiscono alcunché del bene a se stessi, ma considerano tutte le cose comericevute e assegnate loro dal Signore. Desiderano essere guidati da Lui e non da sestessi. Amano tutto ciò che è bene e si rallegrano in tutto ciò che è vero, perché sanno epercepiscono che amare ciò che è bene, cioè, desiderarlo e metterlo in atto, è amare ilSignore, e amare la verità è amare il prossimo. Vivono soddisfatti di ciò che hanno, pocoo molto che sia, perché sanno che ricevono tanto quanto è loro necessario; poco, di ciòche è poco utile, e tanto di ciò che è maggiormente utile; essi ignorano cosa sia loroutile; solo il Signore conosce ciò, guarda in tutte le cose e provvede a ciò che è eterno.
[2] Né essi sono nell'ansietà per il futuro; questa ansia la chiamano preoccupazioneper il domani, che essi definiscono come dolore a causa della perdita e della mancataricezione di cose che non sono necessarie per gli usi della vita. Con i compagni nonagiscono mai per un fine perverso, ma secondo ciò che è buono, giusto e sincero. Agireper un fine malvagio essi lo chiamano astuzia, che rifuggono come il veleno di unserpente, in quanto è totalmente contrapposta all'innocenza. Siccome essi nondesiderano altro che essere guidati dal Signore, e siccome attribuiscono tutte le cose chericevono a Lui, sono tenuti separati da ciò che è il loro proprio; e nella misura in cuisono tenuti separati da ciò che è il loro proprio, il Signore fluisce in loro; e inconseguenza di ciò tutto ciò che odono dal Signore, sia attraverso la Parola, siamediante la predicazione, non lo conservano nella memoria, ma immediatamente siconformano ad esso, cioè lo desiderano e lo mettono in atto, essendo la volontà stessa
mente nell'infanzia appare naturale (n. 3494).191 Storge, termine greco non presente nella Bibbia, usato per indicare l'amore caratteristico dell'appartenenza familiare, per esempio della madre verso il figlio [ndt].
nella loro memoria. Questi esteriormente appaiono per lo più persone semplici, mainteriormente sono savi e prudenti. Ad essi si riferisce il Signore con le parole,
Siate prudenti come serpenti e semplici come colombe (Matteo 10:16)
Tale è l'innocenza che si chiama innocenza della sapienza.
[3] Poiché l'innocenza non attribuisce nulla del bene a se stessa, ma attribuisce ognibene al Signore, e poiché desidera essere guidata dal Signore, ed è la fonte dellaricezione di ogni bene e verità, da cui deriva la sapienza, in ragione di ciò l'uomo ècreato in modo da essere durante la sua infanzia nell'innocenza esteriore, e quandodiventa vecchio nell'innocenza interiore, affinché possa accedere per mezzo della primain quest'ultima, e da quest'ultima nella prima. Per la stessa ragione quando un uomoinvecchia, arretra nel corpo e diventa di nuovo come un bambino, ma come un bambinosavio, cioè un angelo, perché un bambino savio è in un senso eminente un angelo.Questo, perché nella Parola, bambino significa colui che è innocente, e vecchio significacolui che è savio ed in cui vi è innocenza.192
279. Lo stesso vale per tutti coloro che sono rigenerati. Rigenerazione, in riferimentoall'uomo spirituale, significa rinascita. L'uomo è introdotto nel innocenza dell'infanzia,vale a dire nella convinzione che nessuno conosce la verità né può fare alcunché dibuono da se stesso, ma solo dal Signore, e desidera e cerca la verità solo perché è laverità, ed il bene, solo perché è il bene. Perché quando l'uomo avanza nell'età, il bene ela verità sono dati a lui dal Signore. Da principio egli è introdotto nella loro conoscenza,quindi dalla conoscenza nell'intelligenza, ed infine, dall'intelligenza nella sapienza, chesempre accompagna l'innocenza, la quale consiste, come è stato detto, nel non saperenulla della verità, e nel non poter far alcunché di buono da se stessi, ma solo attraversoil Signore. Senza tale convinzione e tale percezione di essa nessuno può riceverealcunché dal cielo. Il cielo stesso consiste principalmente nell'innocenza della sapienza.
280. Siccome innocenza consiste nel lasciarsi guidare dal Signore e non da sé, tutticoloro che sono nel cielo sono nell'innocenza; perché tutti coloro che sono nell'amore diessere guidati dal Signore, sanno che guidare se stessi significa farsi guidare da quelloche è il loro proprio, ed il loro proprio è l'amore di sé; e colui che ama se stesso non silascia guidare da nessun altro. Pertanto, nella misura in cui un angelo è nell'innocenza,
192 Nella Parola bambino in tenera età significa innocenza (n. 5608); così pure lattante (n. 3183). Anzianosignifica uno che è savio, ed in senso astratto sapienza (nn. 3183, 6524). L'uomo è così creato affinchéavviandosi verso l'età della vecchiaia possa diventare come un bambino in tenera età, e affinchél'innocenza possa essere nella sua sapienza, ed in quello stato egli possa giungere al cielo e diventare unangelo (nn. 3183, 5608).
egli è nel cielo, cioè, è nel Divino bene e nella Divina verità, perché essere in questisignifica essere nel cielo. Di conseguenza, i cieli sono distinti per gradi di innocenza;quelli che sono nel cielo più esterno o primo cielo sono nell'innocenza di primo grado opiù esteriore; quelli che sono nel cielo intermedio o secondo cielo sono nell'innocenzadel secondo grado o intermedia; mentre quelli che sono nel cielo più intimo o terzo cielosono nell'innocenza di terzo grado o più intima, e sono quindi nella più eccelsainnocenza del cielo, perché più di tutti gli altri amano essere guidati dal Signore come ibambini dal loro padre; e per la stessa ragione la verità Divina che odonoimmediatamente dal Signore o mediatamente attraverso la Parola e la predicazione, lafanno propria nella loro volontà e la mettono in atto nella vita. Ed è per questo che laloro sapienza è così maggiore di quella degli angeli dei cieli inferiori (si vedano i nn.270, 271). Questi angeli del cielo più intimo, essendo tali, sono più vicini al Signore, dalquale ricevono l'innocenza, e sono talmente separati da ciò che è il loro proprio chevivono come se fossero nel Signore. Esteriormente appaiono semplici, e agli occhi degliangeli dei cieli inferiori appaiono come bambini, cioè, minuti e non particolarmentesavi, eppure sono i più savi tra gli angeli del cielo, perché sanno che non hanno nulladella sapienza da se stessi, e riconoscono che questo è essere savi. Sanno anche che ciòche conoscono è nulla rispetto a ciò che non conoscono, e dicono che conoscere,riconoscere e percepire, è il primo passo verso la sapienza. Questi angeli non hannovestiti, perché la nudità corrisponde all'innocenza.193
281. Ho parlato molto con gli angeli dell'innocenza, e mi è stato detto che l'innocenza èl'essere di ogni bene, e che il bene dunque è tale se vi è innocenza in esso; diconseguenza, la sapienza autentica contiene in sé l'innocenza; e lo stesso vale perl'amore, la carità e la fede;194 e quindi nessuno può entrare nel cielo a meno che nonpossieda l'innocenza; questo insegna il Signore quando dice:
Lasciate che i pargoli vengano a me, e non li ostacolate; perché di essi è il regno deicieli. In verità vi dico, chi non accoglie il regno dei cieli come un bambino in tenera età, non entreràin esso (Marco 10:14, 15; Luca 18:16, 17)
Qui, come altrove nella Parola pargoli significa coloro che sono innocenti. Uno stato diinnocenza è anche descritto dal Signore in Matteo 6:2534, ma solo attraversocorrispondenze. Il bene è autenticamente tale nella misura in cui l'innocenza è in esso,per la ragione che ogni bene viene dal Signore, e l'innocenza è il desiderio di essere
193 Tutti nel cielo più intimo sono innocenze (nn. 154, 2736, 3887). Perciò essi appaiono agli altri comebambini in tenera età (n. 154). Essi inoltre sono nudi (n. 165, 8375, 9960). La nudità appartieneall'innocenza (nn. 165, 8375). Gli spiriti hanno l'abitudine di esibire l'innocenza mettendo da parte i loroindumenti e presentandosi nudi (nn. 165, 8375, 9960).194 Ogni bene dell'amore e ogni verità della fede, per essere autentico bene ed autentica verità devenecessariamente avere in sé l'innocenza (nn. 2526, 2780, 3111, 3994, 6013, 7840, 9262, 10134). L'innocenzaè l'essenziale del bene e della verità (nn. 2780, 7840). Nessuno è ammesso nel cielo se non ha fatto proprioin sé qualcosa dell'innocenza (nn. 4797).
guidati dal Signore. Mi è stato detto anche che la verità può essere congiunta al bene edil bene alla verità solo per mezzo dell'innocenza, e quindi un angelo non è un angelo delcielo, a meno che non abbia l'innocenza in sé; perché il cielo non è in alcuno fino aquando il bene non è congiunto alla verità in lui; e questo è il motivo per cui lacongiunzione della verità e del bene è denominata matrimonio celeste, ed ilmatrimonio celeste è il cielo. Ancora, mi è stato detto che l'autentico amore coniugaletrae la sua esistenza dall'innocenza, perché discende dalla congiunzione del bene e dellaverità, e le due anime, del marito e della moglie sono in quella congiunzione, e quandoquella congiunzione ha luogo si manifesta sotto l'aspetto dell'amore coniugale, perché iconiugi, sono nel reciproco amore, come le loro anime. È per questo che nell'amoreconiugale c'è un'attitudine al gioco come nell'infanzia e nell'innocenza.195
282. Siccome l'innocenza presso gli angeli del cielo è la vera essenza del bene, èevidente che il bene Divino che procede dal Signore è l'innocenza stessa, perché è quelbene che fluisce negli angeli, ne influenza l'intimo, e li predispone per ricevere ognibene del cielo. È lo stesso presso i bambini, il cui interiore non solo si forma per mezzodell'innocenza che fluisce in loro dal Signore, ma sono anche continuamente predispostiper ricevere il bene dell'amore celeste, dato che il bene dell'innocenza agisce dalprofondo; perché quel bene, come si è detto, è l'essenza di ogni bene. Da tutto ciò,appare palese che l'innocenza viene dal Signore. Per questo motivo il Signore èchiamato nella Parola agnello; agnello significa innocenza.196 Siccome l'innocenza è il piùprofondo di tutti i beni del cielo, essa quindi influenza lo spirito a tal punto che quandoè avvertita da taluno – il che avviene quando un angelo del cielo più intimo si avvicina sembra a questi di non essere più padrone di se stesso, e di essere trasportato da unatale gioia che nessun piacere del mondo sembra essere qualcosa in confronto con essa.Questo lo affermo, avendolo personalmente percepito.
283. Tutti coloro che sono nel bene dell'innocenza sono influenzati dall'innocenza, esono influenzati nella misura in cui sono in quel bene; ma coloro che non sono nel benedell'innocenza non sono influenzati dall'innocenza. Per questo motivo tutti coloro chesono all'inferno sono completamente contrapposti all'innocenza, non sanno cosa sia; illoro antagonismo è tale che nella misura in cui taluno è innocente, ardono dal desideriodi fargli del male; quindi non resistono alla vista dei bambini in tenera età, e non
195 L'amore autenticamente coniugale è innocenza (n. 2736). Esso consiste nel volere ciò che l'altro vuole,e questo in modo reciproco (n. 2731). Coloro che sono nell'amore autenticamente coniugale dimoranoinsieme nell'intimo della loro vita (n. 2732). Vi è un'unione delle due menti, ed in virtù di quell'amore essisono uno (nn. 10168, 10169). L'autentico amore coniugale trae la sua origine ed essenza dal matrimoniodel bene e della verità (nn. 2728, 2729). Degli spiriti angelici che percepiscono, attraverso l'ideadell'unione del bene e della verità, se vi sia qualcosa di essa nel matrimonio (n. 10756). L'amore coniugaleè interamente simile all'unione del bene e della verità (nn. 1904, 2173, 2508, 2729, 3103, 3132, 3155, 3179,3180, 4358, 5807, 5835, 9206, 9207, 9495, 9637). Perciò nella Parola matrimonio significa matrimonio delbene e della verità, come esso è nel cielo, così come sarà nella chiesa (nn. 3132, 4434, 4835).196 Nella Parola agnello significa l'innocenza ed il suo bene (nn. 3994, 10132).
appena li vedono si infiammano dal crudele desiderio di fare loro del male. Da questo èchiaro cosa sia il proprio dell'uomo, e quindi l'amore di sé, che è contrappostoall'innocenza; perché tutti coloro che sono nell'inferno sono in quello che è il loroproprio, cioè nell'amore di sé.197
197 Il proprio dell'uomo è l'amore di sé, più che l'amore verso Dio, e l'amore del mondo più che l'amore per il cielo,e avere a cuore unicamente se stesso, senza tenere in alcuna considerazione il prossimo; dunque il suo proprio èl'amore di sé e l'amore del mondo (nn. 694, 731, 4317, 5660). Il male è completamente contrappostoall'innocenza, fino al punto che gli empi non possono sopportare la sua presenza (n. 2126).
32Lo stato di pace nel cielo
284. Solo quelli che hanno sperimentato la pace del cielo possono avere cognizionedella pace in cui sono gli angeli. L'uomo, finché è nel corpo, non è in grado di ricevere lapace del cielo, dunque non ha alcuna percezione di essa, perché la sua percezione silimita a ciò che è naturale. Per percepirla è necessario elevare l'intelletto, allontanarlodal corpo e tenerlo nello spirito, e allo stesso tempo essere con gli angeli. In questomodo ho percepito la pace del cielo, e per questo sono in grado di descriverla, seppureil linguaggio umano è inadeguato a descriverne l'essenza, ma capace soltanto dimetterla in relazione con l'intelletto di coloro che si rallegrano di essere in Dio.
285. Vi sono due cose intime nel cielo, l’innocenza e la pace. Sono così denominateperché procedono direttamente dal Signore. Dall’innocenza discende ogni bene nelcielo, e dalla pace ogni piacere insito nel bene. Ogni bene ha in sé il suo piacere; e sia ilbene sia il piacere scaturiscono dall'amore, perché ciò che si ama è denominato bene edè anche percepito nella sua gradevolezza. Da ciò segue che queste due cose intime,l’innocenza e la pace, procedono dal Divino del Signore e muovono gli angeli dalprofondo. Che l'innocenza sia l'intimo del bene può essere visto nel capitolo precedenteove è descritto lo stato di innocenza degli angeli nel cielo. Che la pace sia l'intimo delpiacere insito nel bene dell'innocenza sarà ora illustrato.
286. Deve essere prima presa in considerazione l'origine della pace. La pace Divina ènel Signore; essa scaturisce dall'unione del Divino stesso con il Divino Umano in Lui. IlDivino della pace nel cielo proviene dal Signore, scaturendo dalla sua congiunzione congli angeli del cielo, ed in particolare, dalla congiunzione del bene e della verità inciascun angelo. Questa è l'origine della pace. Da ciò si può comprendere che la pace nelcielo è il Divino che influenza intimamente con la beatitudine ogni bene di lì, da cuiscaturisce ogni gioia del cielo; inoltre, nella sua essenza, la gioia Divina del Divinoamore del Signore, prende le mosse dalla sua congiunzione con il cielo e con ciascunoche si trova lì. Questa gioia, avvertita dal Signore negli angeli, e dagli angeli, attraversoil Signore, è la pace. In virtù di essa gli angeli godono di tutto ciò che è beato, piacevolee felice, o che è denominato gioia celeste.198
198 Per pace nel senso più eccelso si intende il Signore, perché la pace discende da Lui, ed in sensointeriore si intende il cielo perché quelli che sono lì, sono in uno stato di pace (nn. 3780, 4681). Pace neicieli è il Divino che influenza interiormente con la beatitudine tutto ciò che è bene e vero, lì; e questa paceè incomprensibile all'uomo (nn. 92, 3780, 5662, 8455, 8665). La pace Divina è nel bene, ma non nella verità
287. Essendo queste le origini della pace, il Signore è chiamato Principe della pace edEgli afferma che da Lui ed in Lui è la pace; e gli angeli sono denominati angeli di pace;ed il cielo è denominato dimora di pace, come nei seguenti passi:
È nato un Bambino per noi, ci è stato dato un Figlio. Sulle sue spalle è il segno dellasovranità; e sarà chiamato: Consigliere Ammirabile, Dio Potente, Padre dell'eternità, Principe dellapace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine (Isaia 9:6, 7)
Gesù disse: Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do avoi (Giovanni, 14:27).
Vi ho detto queste cose perché abbiate la pace in me (Giovanni 16:33)
Jehovah rivolge il suo viso su di te e ti dona la pace (Num. 6:26)
Gli angeli di pace piangono amaramente, le vie sono rovinate (Isaia 33:7, 8)
L'effetto della giustizia sarà la pace e il mio popolo abiterà in una dimora di pace(Isaia 32:17, 18)
[2] Anche da altri passi della Parola si può comprendere che ivi per pace è intesa lapace divina e celeste (come Is. 52:7; 54:10; 59:8; Ger. 16:5; 25:37; 29:11; Ag. 2:9; Zac. 8:12;Salmi 37:37; e altrove). Siccome pace significa il Signore ed il cielo, ed anche la gioiaceleste ed il piacere del bene, la pace sia con te è una forma antica di saluto, ancora in uso,introdotto dal Signore nel suo discorso ai discepoli, che ci è stato tramandato
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa; e se un figlio della paceabita lì, la vostra pace scenderà su di essa (Luca 10:5, 6)
E quando il Signore stesso apparve agli apostoli, disse:
La pace sia con voi (Giovanni, 20:19, 21, 26)
[3] Uno stato di pace è inteso anche nella Parola ove si dice che:
Jehovah percepì un profumo di pace (Es. 29:18, 25, 41; Lev. 1:9, 13, 17; 2:2, 9; 6:8, 14;23:12, 13, 18; Num. 15:3, 7, 13; 28:6, 8, 13; 29:2, 6, 8, 13, 36)
Profumo di pace in senso celeste significa la percezione della pace.199 Siccome pace
separata dal bene (n. 8722).199 Nella Parola, profumo significa la percezione di armonia o disarmonia, secondo la qualità dell'amore edella fede cui quell'odore si riferisce (nn. 3577, 4626, 4628, 4748, 5621, 10292). Profumo di pace rispetto aJehovah, significa la percezione della pace (nn. 925, 10054). Questo è il significato dell'incenso, degli oli e
significa l'unione del Divino stesso con il Divino Umano nel Signore, e anche lacongiunzione del Signore con il cielo e con la chiesa, e poiché tutti coloro che sono nelcielo e nella chiesa la ricevono, è stato istituito il sabbath in memoria di questo, con ilsignificato di quiete o pace, ed era la cosa rappresentativa più sacra della chiesa. Per lastessa ragione il Signore chiama se stesso Signore del sabbath (Mt. 12:8; Marco 2:27; Luca6:5)200
288. Poiché la pace celeste è il Divino che influenza interiormente con la beatitudinel'autentico bene degli angeli, essa è percepita chiaramente nella gioia dei loro cuoriquando essi sono nel bene della loro vita, nella cui letizia essi ricevono la verità inarmonia con il loro bene, e nella gioia dello spirito, quando percepiscono lacongiunzione del bene e della verità. Da questo la pace fluisce nelle loro azioni e neipropositi della loro vita, e si manifesta come gioia, anche esteriormente.
[2] La pace nei cieli varia in qualità e quantità, in misura corrispondente all'innocenzadi coloro che sono lì; perché la pace e l'innocenza vanno di pari passo; dato che, come èstato detto sopra, ogni bene del cielo discende dall'innocenza, ed ogni piacere correlatoa quel bene, discende dalla pace. Dunque, vale quanto si è detto a proposito dello statodi innocenza nei cieli, cioè che l'innocenza e la pace sono congiunte come il bene ed ilpiacere. Perché il bene è percepito nel suo piacere, ed il piacere è conosciuto attraverso ilsuo bene. Quindi, gli angeli del terzo cielo sono nel terzo grado della pace, come sononel terzo grado dell'innocenza. E gli angeli dei cieli inferiori sono in gradi inferiori dipace e innocenza (si veda sopra, n. 280).
[3] Che l'innocenza e la pace siano unite come il bene ed il suo corrispondente, lo sipuò vedere nei bambini di tenera età, i quali sono nella pace in quanto sononell’innocenza; ed essendo nella pace, la loro natura è assorta nel divertimento.Tuttavia, la loro è una pace esteriore, mentre la pace interiore, al pari dell’innocenzainteriore, esiste soltanto nella sapienza, quindi solo nella congiunzione del bene e dellaverità, dato che la sapienza ha origine da quella congiunzione. La pace angelica oceleste esiste anche presso gli uomini che sono nella sapienza attraverso lacongiunzione del bene e della verità, i quali quindi sono felici in Dio; ciò nondimeno,finché sono nel mondo, questa pace resta nascosta dentro di loro, e si rivela quandolasciano il corpo e entrano nel Cielo, perché allora la loro interiorità può essere
degli unguenti profumati (n. 925, 4748, 5621, 10177).200 Il sabbath significa nel senso più eccelso l'unione del Divino stesso e del Divino umano nel Signore;nel significato interiore significa l'unione del Divino Umano del Signore con il cielo e con la chiesa; ingenerale significa l'unione del bene e della verità, dunque il matrimonio celeste (nn. 8495, 10356, 10730).Perciò il riposo nel giorno del sabbath significa lo stato di quella unione, perché allora il Signore era nelriposo, e perciò vi era pace e salvezza nei cieli e sulla terra; ed in senso relativo il sabbath significaval'unione del Signore presso l'uomo, perché allora l'uomo era nella pace e nella salvezza (nn. 8494, 8510,10360, 10367, 10370, 10374, 10668, 10730).
dischiusa.
289. Poiché la pace Divina scaturisce dall'unione del Signore con il cielo, ed inparticolare, dall'unione del bene e della verità in ciascun angelo, così quando gli angelisono in uno stato di amore, essi sono anche in uno stato di pace; perché allora il bene ela verità sono congiunti in loro (che gli stati degli angeli subiscono ripetuticambiamenti, può essere visto più sopra, nn. 154 – 160). Lo stesso vale per l'uomo che èstato rigenerato. Allorquando il bene e la verità si congiungono in lui, il che ha luogospecialmente dopo le tentazioni, egli è introdotto in uno stato di letizia per effetto dellapace celeste.201 Questa pace può essere paragonata al mattino o all'alba nella stagioneprimaverile, quando dopo la notte, al levarsi del sole tutto sulla terre si risveglia; lafragranza della vegetazione si spande ovunque insieme alla rugiada che si posa su diessa, e la mite temperatura primaverile dona fertilità alla terra e colma di pace l'animodegli uomini, perché il mattino o l'alba in tempo di primavera, corrispondono allo statodi pace degli angeli nel cielo (si veda sopra, n. 155).202
290. Ho parlato della pace con gli angeli, dicendo loro che nel mondo per pace siintende l'assenza di guerre e ostilità tra regni, e quando non vi è inimicizia, né discordiatra gli uomini; e che si crede che la pace interiore consista nel riposo della mentequando questa è sollevata dalle preoccupazioni, specialmente nel caso dellasoddisfazione e contentezza che deriva dal buon esito degli affari. Ma essi hannoreplicato dicendo che solo in apparenza la pace consiste in queste cose, ma solo coloroche sono nel bene celeste godono di quella pace, perché solo in quel bene esiste la pace.Perché la pace fluisce dal Signore nel loro intimo, e di lì discende in tutte le loro facoltà,generando un senso di quiete nell'animo, una disposizione pacifica ed una conseguentefelicità. Ma in coloro che sono nel male non vi può essere pace.203 Vi è un'apparenza dipace, quiete e soddisfazione, quando le cose vanno seconde le aspettative; ma si tratta diuna pace esteriore piuttosto che interiore, perché interiormente essi bruciano per effettodei sentimenti di inimicizia, odio, rivalsa, crudeltà e molte altre passioni perverse, in cuiil loro temperamento si manifesta quando taluno viene avvertito come loro nemico, edesplode se non è trattenuto dalla paura. Dunque la gioia di tali individui dimora nellafollia, mentre la gioia di coloro che sono nel bene dimora nella sapienza. La differenza ècome quella tra inferno e cielo.
201 L'unione del bene e della verità nell'uomo rigenerato ha luogo in uno stato di pace (nn. 3696, 8517)202 Lo stato di pace nei cieli è simile all'alba o alla stagione primaverile nel mondo (nn. 1726, 2780, 5662).203 Le passioni che derivano dall'amore di sé e dall'amore del mondo sottraggono completamente dallapace (nn. 3170, 5662). Alcuni credono che vi possa essere pace sono nell'agitazione, ed in quelle cosecontrarie alla pace (n. 5662). La pace è possibile solo quando le passioni del male sono rimosse (n. 5662).
33L’unione del cielo con il genere umano
291. È noto nella chiesa che tutto il bene viene da Dio e che nessun bene vienedall’uomo e che di conseguenza nessuno deve attribuire a sé alcun bene. È altrettantonoto che il male viene dal diavolo. Perciò chi parla secondo la dottrina della chiesa,afferma che quelli che agiscono bene, e quelli che parlano e pregano devotamente, sonoguidati da Dio; e affermano l'opposto di quelli che agiscono e che parlano in modoempio. Ciò avviene per effetto della congiunzione della volontà e dell’intellettodell’uomo con il cielo o con l’inferno, perché è attraverso questi che il corpo agisce e labocca parla. Cosa sia questa congiunzione, sarà ora spiegato.
292. Presso ogni individuo ci sono spiriti retti e spiriti malvagi; attraverso gli spiritiretti l’uomo è congiunto al cielo e attraverso gli spiriti malvagi è congiunto all’inferno.Questi spiriti si trovano nel mondo degli spiriti, che è intermedio tra cielo e inferno. Diquesto mondo si tratterà nel dettaglio più avanti. Quando si avvicinano ad un uomoentrano completamente nella sua memoria e nel suo pensiero. Questi spiriti non hannocognizione alcuna di essere presso un uomo; ma quando sono presso un uomo credonoche tutte le cose che appartengono alla memoria ed al pensiero di questi, siano loroproprie; neppure essi vedono l'uomo, perché nulla che appartiene al mondo naturalepuò essere percepito dalla loro vista.204 Il Signore presta la massima cura affinché glispiriti ignorino di essere presso l’uomo, perché se lo sapessero parlerebbero con lui, e inquella circostanza gli spiriti malvagi perseguirebbero la sua rovina. Perché gli spiritimalvagi, essendo congiunti con l'inferno, non desiderano altro che distruggere l'uomo,non solo la sua anima, ma anche la sua fede, il suo amore e perfino il suo corpo. Questonon può aver luogo se gli spiriti non parlano con l'uomo, nel qual caso non sonoconsapevoli del fatto che ciò che stanno pensando e anche ciò che stanno dicendo tra sé,appartenga all'uomo; perché sebbene si tratti del pensiero dell'uomo essi parlano con unaltro spirito, credendo che ciò che pensano e dicono sia loro proprio, e ognuno ama etiene in considerazione ciò che gli appartiene. In questo modo gli spiriti sono indotti adamare e apprezzare l'uomo, seppure restino ignari di questa circostanza. Che tale sial'unione degli spiriti presso l'uomo posso affermarlo avendolo continuamente
204 Ci sono angeli e spiriti presso ogni uomo, e per mezzo di loro l'uomo è in comunicazione con ilmondo spirituale (nn. 697, 2796, 2886, 2887, 4047, 4048, 5846–5866, 5976–5993). L'uomo non potrebbevivere se non fosse assistito da questi spiriti (n. 5993). L'uomo non è visibile agli spiriti, così come glispiriti non sono visibili all'uomo (n. 5862). Gli spiriti non possono vedere nulla del mondo e delle cosepertinenti ad alcun uomo ad eccezione di ciò che è inerente all'uomo con il quale stanno parlando (n.1880).
sperimentato da molti anni.
293. La ragione per la quale gli spiriti che comunicano con l'inferno sono ancheassociati all'uomo, è che questi nasce nei mali di ogni genere, quindi la sua vita ècompletamente avvolta nel male; e a meno che non sia associato a spiriti a lui simili, eglinon potrebbe vivere, e neppure potrebbe essere distolto dai suoi mali e riformato.Dunque egli è tenuto nella vita sua propria attraverso gli spiriti malvagi, ed è distoltoda essa attraverso gli spiriti retti; e per mezzo di questi è tenuto in equilibrio, cioè nellibero arbitrio, quindi può allontanarsi dal male e volgersi verso il bene, in modo che ilbene possa radicarsi in lui, il che non sarebbe affatto possibile se l'uomo non fosse nellibero arbitrio; tale libertà è l'effetto combinato sull'uomo degli spiriti malvagi da unlato e degli spiriti retti dall'altro. È stato anche mostrato che nella misura in cui la vitadell'uomo è determinata dal proprio, cioè dal sé, se non gli fosse permesso di essere nelmale, egli non avrebbe vita; ed inoltre che egli non può essere costretto a volgersi versoil bene, perché ciò che è imposto non può essere fatto proprio; mentre il bene che vienericevuto liberamente si radica nella sua volontà e diviene come fosse proprio.205 Questesono le ragioni per le quali l'uomo è in comunicazione sia con il cielo, sia con l'inferno.
294. Si dirà ora della comunicazione del cielo con gli spiriti retti, e dellacomunicazione dell'inferno con gli spiriti malvagi e della conseguente congiunzione delcielo e dell'inferno presso l'uomo. Tutti coloro che sono nel mondo degli spiriti sono incomunicazione con il cielo o con l'inferno, gli spiriti malvagi con l'inferno e gli spiritiretti con il cielo. Il cielo si compone di società, e così pure l'inferno. Ogni spiritoappartiene ad una società, ed è tenuto in vita dall'influsso di questa, ed agisce inarmonia con essa. Quindi, siccome l'uomo è congiunto con gli spiriti, egli è anchecongiunto con il cielo o con l'inferno, e con una società dell'uno o dell'altro con la qualeè legato da un'eguale affezione o amore; perché nel cielo le società si distinguono traloro secondo la peculiare affezione per il bene e la verità, e le società dell'inferno,secondo la loro particolare affezione per il male e per il falso (riguardo alle societàcelesti si veda sopra, nn. 41 – 45).
295. Gli spiriti associati all'uomo sono tali quale è egli stesso rispetto alla suaaffezione o amore; il Signore associa all'uomo degli spiriti retti; mentre gli spiriti
205 Ogni libertà appartiene all'amore e all'affezione, dato che ciò che l'uomo ama, lo mette in attoliberamente (nn. 2870, 3158, 8987, 8990, 9585, 9591). Poiché la libertà appartiene all'amore dell'uomo, essaappartiene alla vita dell'uomo (n. 2873). Nulla appare come proprio dell'uomo eccetto ciò che deriva dallalibertà (n. 2880). L'uomo deve essere necessariamente in uno stato di libertà affinché possa essereriformato (nn. 1937, 1947, 2876, 2881, 3145, 3146, 3158, 4031, 8700). Altrimenti, nessun amore del bene enessuna verità possono radicarsi in lui, né essere fatte proprie dall'uomo (nn. 2877, 2879, 2880, 2883, 8700).Nulla può radicarsi nell'uomo attraverso la coercizione (nn. 2875, 8700). Se l'uomo fosse riformatoattraverso la coercizione, chiunque sarebbe riformato (n. 2881). La coercizione finalizzata alla riforma èdannosa (n. 4031). Quali siano gli stati di coercizione (n. 8392).
malvagi sono attratti dall'uomo stesso. Gli spiriti che gravitano presso l'uomo cambianosecondo i mutamenti nelle sue affezioni; quindi ci sono alcuni spiriti presso di luinell'infanzia, altri nella fanciullezza, altri nell'adolescenza e nell'età adulta, e altri nellavecchiaia. Nell'infanzia sono presenti gli spiriti che sono nell'innocenza e che quindicomunicano con il cielo dell'innocenza, che è nell'intimo del terzo cielo; nell'adolescenzasono presenti gli spiriti con l'affezione per la conoscenza, i quali comunicano con ilprimo cielo o cielo più esterno; nella giovinezza e nell'età adulta sono presenti gli spiritinell'affezione per ciò che è vero e retto, e nella conseguente intelligenza, i qualicomunicano con il secondo cielo o cielo intermedio; mentre nella vecchiaia sonopresenti gli spiriti che sono nella sapienza e nell'innocenza, i quali comunicano con ilterzo cielo o cielo intimo. Il Signore assicura questa associazione affinché l'uomo possaessere riformato o rigenerato. Mentre presso gli uomini sono anche associati spiriti retti,con il compito di distoglierli per quanto possibile dal male, essi sono anche congiunticon gli spiriti maligni, i quali comunicano con l'inferno, e sono simili a loronell'affezione. Se amano se stessi, le ricchezze, la vendetta o l'adulterio, spiriti simili aloro sono presenti, e per così dire, abitano nelle loro affezioni malvagie; l'uomo èincitato da questi e, a meno che egli non sia distolto dal male dagli spiriti retti, questiaderiscono all’uomo e non retrocedono da esso nella misura in cui prevalgono leaffezioni malvagie. Dunque è per questo che un uomo malvagio è congiunto conl'inferno ed un uomo retto con il cielo.
296. L’uomo è governato dal Signore per mezzo degli spiriti perché non è nell’ordinedel cielo, in quanto nasce nei mali che appartengono all’inferno ed è quindi in totalecontrapposizione all’ordine Divino. Egli deve dunque essere ricondotto all’ordine, equesto può essere fatto unicamente attraverso la mediazione degli spiriti. Sarebbealtrimenti se l'uomo nascesse nel bene che è conforme all'ordine celeste; in tal caso eglisarebbe disciplinato non attraverso gli spiriti ma dall'ordine stesso, quindi attraversol'influsso generale. Per mezzo di questo influsso l'uomo è disciplinato in ogni cosa chescorre dal pensiero e dalla volontà, nell’azione, cioè riguardo alle sue parole ed alle sueazioni; perché questi procedono entrambi secondo l'ordine naturale, con il quale glispiriti associati agli uomini, non hanno nulla in comune. Anche gli animali sonodisciplinati attraverso questo influsso generale dal mondo spirituale, perché essi sononell'ordine della loro vita, né essi possono sovvertire l'ordine e distruggere quell'ordinein quanto sono privi della facoltà di raziocinio.206 Quale sia la differenza tra l'uomo e le
206 La differenza tra gli uomini e gli animali è che gli uomini sono in grado di essere elevati dal Signore aSé, di pensare al Divino, di amarlo, e di essere quindi uniti al Signore, e di avere da ciò la vita eterna; ma èaltrimenti per gli animali (nn. 4525, 6323, 9231). Gli animali sono nell'ordine proprio della loro vita, eperciò nascono nella conoscenza delle cose adatte alla loro natura; viceversa l'uomo non possiede alcunaconoscenza innata, e deve perciò essere condotto nell'ordine della sua vita attraverso mezzi intellettuali(n. 637, 5850, 6323). In conformità dell'influsso generale, il pensiero presso l'uomo ricade nel linguaggio,nella volontà e nei movimenti (n. 5862, 5990, 6192, 6211). L'influsso generale del mondo spirituale nellavita degli animali (nn. 1633, 3646).
bestie è stato esposto in precedenza (n. 39).
297. In merito alla congiunzione del cielo con il genere umano, deve essere noto che ilSignore stesso fluisce in ogni uomo, secondo l'ordine del cielo, sia nel suo interiore sianel suo esteriore, e lo dispone in modo che possa ricevere il cielo, e disciplina il suoesteriore dal suo interiore, dunque mantenendo in relazione ogni cosa dell'uomo.Questo influsso del Signore è denominato influsso diretto; mentre l'altro influsso che haluogo attraverso gli spiriti è chiamato influsso mediato. Quest'ultimo sussiste per mezzodel primo. L'influsso diretto, cioè quello del Signore stesso, proviene dal suo DivinoUmano, ed è nella volontà dell'uomo, e attraverso questa, nel suo intelletto, quindi nelsuo bene, e attraverso il suo bene, nella sua verità, o il che è lo stesso, nel suo amore, eattraverso questo amore, nella sua fede, e non il contrario; a maggior ragione non puòessere nella fede separata dall'amore, o nella verità separata dal bene, o nell'intellettoseparato dalla volontà. Questo influsso Divino è incessante, e negli individui retti èricevuto nel bene, ma non nei malvagi, perché in loro il bene è rigettato, soffocato opervertito; di conseguenza essi hanno una vita empia, che in un'accezione spirituale è lamorte.207
298. Gli spiriti che sono presso l’uomo, sia quelli congiunti con il cielo, sia quellicongiunti con l'inferno, non possono influenzare l'uomo con la propria memoria ed ilproprio pensiero, perché in tale circostanza, tutto ciò che appartiene a loro, apparirebbeall'uomo, come proprio (si veda sopra, n. 256). Nondimeno, per loro mezzo, fluisce dalcielo nell'uomo un'affezione che appartiene all'amore del bene e della verità, edall'inferno nell'uomo un'affezione che appartiene all'amore del male e del falso. Cosìnella misura in cui l'affezione peculiare dell'uomo concorda con l'affezione che scorre inlui, quell’affezione è ricevuta nel suo pensiero, dato che il pensiero interiore dell'uomo ècompletamente in accordo con la sua affezione o amore; se quell'affezione non concordacon quella peculiare all'uomo, non viene ricevuta. Evidentemente, quindi, poiché ilpensiero non viene introdotto nell'uomo attraverso gli spiriti, ma solo l'affezione per ilbene o per il male, l'uomo possiede la libertà di scegliere; quindi è in grado attraverso ilsuo pensiero di ricevere il bene e rigettare il male, perché egli conosce dalla Parola ciòche è bene e ciò che e male. Inoltre tutto quello che egli riceve in virtù della suaaffezione è a lui appropriato, e quello che non riceve non si attaglia alla sua affezione.
207 Vi è un influsso diretto dal Signore, ed un influsso mediato attraverso il mondo spirituale (nn. 6063,6307, 6472, 9682, 9683). L'influsso diretto del Signore è nei minimi particolari di tutte le cose (nn. 6058,6474–6478, 8717, 8728). In che modo il Signore fluisce nei principi e negli ultimi allo stesso tempo (nn.5147, 5150, 6473, 7004, 7007, 7270). L'influsso del Signore è nel bene, nell'uomo, e attraverso il bene nellaverità, e non il contrario (nn. 5482, 5649, 6027, 8685, 8701, 10153). La vita che fluisce dal Signore varia aseconda dello stato dell'uomo, e secondo la ricezione (nn. 2069, 5986, 6472, 7343). Presso l'empio il beneche fluisce dal Signore è cambiato in male, e la verità in falsità; dall'esperienza (nn. 3642, 4632). Il bene e laverità che fluiscono continuamente dal Signore sono ricevuti dall'uomo nella misura in cui il male e lafalsità ivi non ostruiscono (nn. 2411, 3142, 3147, 5828).
Con ciò appare evidente quale sia la natura dell'influsso del bene che dal cielo scorrepresso l'uomo, e la natura dell'influsso del male dall'inferno.
299. Mi è stato anche permesso di conoscere l'origine dell'ansietà dell'uomo,dell'afflizione dello spirito, della tristezza interiore, chiamata malinconia. Ci sono spiritinon ancora congiunti con l'inferno, i quali sono però nello stadio iniziale. Di questi siparlerà più avanti, ove si tratterà del mondo degli spiriti. Tali spiriti amano le coseindigeste e dannose come il cibo non tollerato dallo stomaco; quindi sono presentinell'uomo in quelle cose nella quali trovano il loro piacere; e conversano con altri circala loro affezione perversa. L'affezione che è nel loro discorso fluisce nell'uomo da questaorigine; e quando questa affezione è opposta a quella dell'uomo, questi avverte unsenso di tristezza e di ansietà malinconica; mentre se l'affezione è concorde con quelladell'uomo, questi avverte un senso di soddisfazione e di gioia. Questi spiriti appaiononei pressi dello stomaco, alcuni a destra, altri a sinistra, altri sotto, altri sopra, alcuni piùvicino, altri più lontano, secondo la loro affezione. Che questa sia la sorgentedell'ansietà dello spirito mi è stato mostrato ampiamente dall'esperienza. Ho vistoquesti spiriti, li ho uditi e ho avvertito l'ansietà che fluiva per loro mezzo, e ho parlatocon loro; quando questi sono stati allontanati è cessato il senso di ansietà; e quandosono ritornati, è tornato anche il senso di ansietà; e ho notato che l'ansietà aumentava odiminuiva a seconda che questi si avvicinavano o si tenevano più a distanza. Da ciò miè apparso chiaro il perché alcuni che ignorano cosa sia la coscienza, non avendone una,attribuiscono i loro dolori allo stomaco.208
300. La congiunzione del cielo con l'uomo, non è come l'unione corporea di un uomocon una donna, ma è l’unione presso lo spirito interiore dell'uomo, cioè presso il suouomo spirituale o uomo interno; ciò nondimeno vi è una congiunzione presso l'uomonaturale o esterno, per mezzo di corrispondenze, di cui si tratterà nel prossimo capitolo,ove sarà esposta la congiunzione del cielo presso l'uomo attraverso la Parola.
301. Sarà anche esposto nel prossimo capitolo che la congiunzione del cielo col genereumano, e del cielo con l'uomo è tale che l’uno sussiste in virtù dell'altro.
302. Ho conversato con gli angeli della congiunzione del cielo col genere umano,
208 Quelli che non hanno coscienza ignorano cosa sia la coscienza (nn. 7490, 9121). Alcuni ridono dellacoscienza quando odono cosa essa sia (n. 7217). Alcuni credono che non sia nulla; altri, che essa siaqualcosa di naturale, triste e doloroso, che scaturisce da cause che risiedono nel corpo o nel mondo; altriancora, che si tratti di qualcosa che la gente comune trae dalla propria religione (nn. 206, 831, 950. Si vedain proposito La vera Religione Cristiana, n. 665). C'è una coscienza autentica, una coscienza spuria, e unafalsa coscienza (n. 1033). Il rimorso della coscienza è un'ansietà dello spirito in relazione a ciò che èingiusto, falso o in relazione ad ogni male, che l'uomo crede sia contro Dio e contro il bene del prossimo(n. 7217). Quelli che hanno coscienza sono nell'amore di Dio e nella carità verso il prossimo, diversamenteda quelli che non hanno coscienza (n. 831, 965, 2380, 7490).
dicendo loro che seppure gli uomini di chiesa affermino che ogni bene viene da Dio eche gli angeli siano presso l’uomo, in realtà, in pochi credono che gli angeli sianocongiunti all’uomo, e ancora meno credono che essi siano nel suo pensiero e nella suaaffezione. Gli angeli hanno detto di essere al corrente del fatto che esistono tali opinionie tale modo di esprimersi nel mondo, e con loro sorpresa, anche all'interno della chiesa,ove la Parola illumina l'uomo riguardo al cielo ed alla sua congiunzione con l'uomo.Nondimeno, esiste una congiunzione tale che l'uomo è incapace di pensare anche laminima cosa senza che uno spirito sia associato a lui, e da questo dipende la sua vitaspirituale. Essi affermano che la causa dell'ignoranza di questa materia sta nel fatto chel'uomo crede di vivere da se stesso, e di non essere legato al principio della vita; inoltre,l'uomo ignora il fatto che questo legame esiste per mezzo dei cieli; e se tale legamevenisse meno l'uomo perirebbe istantaneamente. Se solo l'uomo credesse, come è nellarealtà, che tutto il bene viene dal Signore, e tutto il male dall'inferno, egli non farebbedel bene una questione di merito, e neppure il male sarebbe a lui imputato; perché intale circostanza egli guarderebbe al Signore in tutto il bene oggetto del suo pensiero edelle sue opere, e tutto il male che fluisse in lui sarebbe rigettato all'inferno, dal qualeproviene. Ma siccome l'uomo non crede che ogni cosa che fluisce in lui viene dal cielo odall'inferno, e perciò suppone che ogni pensiero e volontà sia in se stesso, dunque da sestesso, egli si appropria del male da sé, ed il bene che fluisce in lui, viene profanato dalmerito.
34L’unione del cielo con l'uomo attraverso la Parola
303. Coloro che ragionano dall'intimo, possono comprendere che esiste una relazionedi tutte le cose attraverso enti intermedi con il Principio, e ogni cosa che non è correlatasi dissolve. Perché essi sanno che nulla ha esistenza permanente di per sé, ma solo daciò che precede il sé, in quanto tutte le cose vengono dal Principio; e che la relazione conciò che precede è una relazione tra effetto e la sua causa efficiente; perché quando unacausa efficiente viene sottratta dal suo effetto, questo è dissolto. Infatti gli eruditiragionano, dunque comprendono e sostengono che l'esistenza è una perennesussistenza; quindi che tutte le cose hanno una perenne sussistenza dal Principio. Maquale sia la relazione di ogni cosa con ciò che la precede, cioè con il Principio, che è lasorgente di tutte le cose, non può essere detto in poche parole, perché è molteplice. Ingenerale, può dirsi che vi è una relazione del mondo naturale con ogni cosa del mondospirituale (si vedano i nn. 103 – 115); ed inoltre vi è una relazione e quindi unacorrispondenza di ogni cosa dell'uomo con ogni cosa del cielo (si vedano i nn. 87 – 102).
304. L'uomo è stato così creato affinché sia in congiunzione ed in relazione con ilSignore, e presso gli angeli del cielo, in una condizione di affiliazione. L'uomo è affiliatocon gli angeli, ma non è congiunto con loro, perché riguardo al suo spirito interiore,l'uomo dalla creazione è come un angelo, avendo una simile volontà ed un simileintelletto. Quindi se egli ha vissuto in conformità dell'ordine Divino, dopo la morte,diviene un angelo, dotato di un'eguale sapienza. Perciò, quando si parla dellacongiunzione dell'uomo con il cielo, s'intende la sua congiunzione con il Signore e lasua affiliazione con gli angeli; perché il cielo è tale dal Divino del Signore, e non da ciòche è strettamente proprio degli angeli. Che sia il Divino del Signore a formare il cielopuò essere visto più sopra (nn. 712).
[2] L'uomo, diversamente dagli angeli, non solo rispetto al suo interiore è nel mondospirituale, ma allo stesso tempo, rispetto al suo esteriore è nel mondo naturale. Il suoesteriore, che è nel mondo naturale, si compone della sua memoria naturale, delpensiero e dell’immaginazione che di lì discendono; in generale, le cognizioni e lescienze con le loro delizie e piaceri hanno il sapore del mondo, e così pure molti piaceriappartenenti ai sensi del corpo, i sensi stessi, le parole e le azioni. Queste sono le partipiù remote in cui l'influsso Divino termina. Questo rende evidente che l'uomo è la partepiù remota dell'ordine Divino; ed essendone l'estremità esso è anche la base ed ilfondamento.
[3] Siccome l'influsso del Signore non si ferma a metà strada ma scorre fin nelleestremità, come è stato detto, e siccome la regione intermedia è il cielo angelico e laparte più remota è l'uomo, e siccome nulla può esistere senza che vi sia un legame, daciò segue che la relazione e la congiunzione del cielo con il genere umano è tale chel'uno ha un'esistenza perenne in virtù dell'altro, e che il genere umano separato dal cielosarebbe come una catena sprovvista di appiglio; ed il cielo senza il genere umanosarebbe come una casa senza fondamenta.209
305. Tuttavia l’uomo ha reciso questo legame con il cielo allontanando il propriointeriore da esso e rivolgendolo verso il mondo e verso di sé, attraverso l'amore di sé edel mondo, con ciò ritirando se stesso dal ruolo di base e fondamento del cielo; perquesto il Signore ha provveduto a sostituire l'uomo con un mezzo intermedio che inluogo dell'uomo facesse da base e fondamento del cielo, nonché per la congiunzionedel cielo con l'uomo. Questo intermedio è la Parola. In che modo la Parola funga damezzo intermedio è stato mostrato in molti luoghi, in Arcana Coelestia, ed in sintesi nelbreve lavoro Cavallo Bianco (di cui si fa menzione nella Rivelazione); ed anchenell'appendice a La nuova Gerusalemme e la sua dottrina celeste, di cui qui sono riportatialcuni cenni.210
209 Nulla scaturisce da se stesso, ma da ciò che è anteriore a sé, dunque tutte le case discendono dalPrimo, e traggono la loro perenne esistenza da Lui, dato che il loro venire ad esistenza e la loro perenneesistenza è il perpetuarsi della vita (nn. 2886, 2888, 3627, 3628, 3648, 4523, 4524, 6040, 6056). L'ordineDivino non si ferma a metà strada ma prosegue fin nella parte più esteriore, che è l'uomo, dunquel'ordine Divino termina nell'uomo (nn. 634, 2853, 3632, 5897, 6239, 6451, 6465, 9215, 9216, 9824, 9828, 9836,9905, 10044, 10329, 10335, 10548). Ciò che è interiore fluisce in ciò che è esteriore, fin nell'estremità di esso,in un ordine successivo, laddove viene alla luce ed ha perenne esistenza (nn. 634, 6239, 6465, 9215, 9216).Ciò che è interiore viene alla luce ed ha perenne esistenza nell'esteriore in un ordine simultaneo (nn. 5897,6451, 8603, 10099). Perciò tutte le cose interiori sono tenute insieme dal Primo per mezzo dell'Ultimo (n.9828). Perciò il Primo e l'Ultimo significano tutte le cose e ciascun di esse, cioè, il tutto (nn. 10044, 10329,10335). Di conseguenza nell'esteriore vi è la forza e la potenza (n. 9836).210 La Parola nel suo significato letterale è naturale (n. 8783). Perché ciò che è naturale è nell'esteriore, incui termina e riposa ciò che è spirituale e celeste, come una casa sulle sue fondamenta (nn. 9430, 9433,9824, 10044, 10436). Affinché la Parola possa essere tale, essa è interamente costituita da corrispondenze(nn. 1404, 1408, 1409, 1540, 1619, 1659, 1709, 1783, 8615, 10687). Perché la Parola è tale che il suo significatoletterale è il ricettacolo del significato spirituale e celeste (n. 9407). Ed essa è comprensibile sia agliuomini, sia agli angeli (nn. 1769–1772, 1887, 2143, 2157, 2275, 2333, 2395, 2540, 2541, 2547, 2553, 7381, 8862,10322). Ed essa è ciò che congiunge il cielo ed il mondo (n. 2310, 2495, 9212, 9216, 9357, 9396, 10375).L'unione del Signore presso l'uomo ha luogo per mezzo della Parola, attraverso il suo significato interiore(n. 10375). Vi è congiunzione per mezzo di tutte le cose e di ciascun particolare di esse che sia contenutonella Parola, di conseguenza la Parola è mirabile sopra ogni altra scrittura (nn. 10632–10634). Sin daquando la Parola è stata scritta, il Signore parla agli uomini per mezzo di essa (n. 10290). La chiesa, dove èla Parola e dove il Signore è conosciuto per mezzo di essa, rispetto a coloro che sono fuori della chiesa,dove né la Parola, né il Signore sono conosciuti, è come il cuore ed i polmoni, paragonati alle altre partidel corpo, che vivono per mezzo di loro, come dalla sorgente della loro vita (nn. 637, 931, 2054, 2853).Dinanzi al Signore la chiesa universale sulla terra è come un solo uomo (n. 7396, 9276). Di conseguenza senon vi fosse sulla terra una chiesa depositaria della Parola, e dove il Signore fosse noto per mezzo di essa,l'intero genere umano perirebbe (nn. 468, 637, 931, 4545, 10452).
306. Mi è stato detto dal cielo che le genti più antiche, siccome il loro interiore erarivolto verso il cielo, godevano di una rivelazione diretta, e per mezzo di ciò, vi era aquei tempi una congiunzione del Signore con il genere umano. Dopo quell'epoca, non viè più stata una rivelazione diretta, ma mediata per mezzo delle corrispondenze, finchétutto il culto Divino era formato di corrispondenza, e per tale ragione le chiese diquell'epoca erano denominate chiese rappresentative. Perché in quell'epoca era notocosa fosse la corrispondenza e cosa rappresentasse, ed ogni cosa del mondocorrispondeva alle cose spirituali nel cielo e nella chiesa, o il che è lo stesso, le une eranorappresentazioni delle altre; e perciò le cose naturali che rappresentavano il loro cultoesteriormente, fungevano da mezzo intermedio per elevarsi nel pensiero spirituale, cioènel pensiero angelico. Quando la conoscenza delle corrispondenze e dellerappresentazioni è andata perduta, il Signore ha provveduto ad una Parola scritta, nellaquale ogni parola ed il suo significato sono corrispondenze, dunque ogni parolacontiene un significato spirituale, che è proprio degli angeli; e di conseguenza, quandol'uomo legge la Parola secondo il suo significato letterale o esteriore, gli angeli nepercepiscono il significato spirituale, o interiore; perché l'intero pensiero degli angeli èspirituale, mentre quello degli uomini è naturale. Questi due generi di pensieroappaiono diversi; e, ciò nondimeno, sono uno in quanto sono in corrispondenza.Quindi, quando l'uomo ha separato se stesso dal cielo, recidendone il legame, il Signoreha provveduto ad un mezzo intermedio di congiunzione del cielo con l'uomo, permezzo della Parola.
307. In che modo il cielo sia congiunto con l'uomo per mezzo della Parola, lo esporròattraverso alcuni passi di essa. La nuova Gerusalemme è descritta nell’Apocalisse conqueste parole:
Vidi un nuovo cielo e una nuova terra, ed il cielo e la terra di prima erano scomparsi.Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio. La città era di formaquadrata, la sua lunghezza, uguale alla larghezza; ed un angelo misurò la città con la canna,dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l’altezza di essa erano uguali. Ne misurò anche lemura; erano alte centoquarantaquattro cubiti, la misura di un uomo, cioè di un angelo. Le muraerano costruite con diaspro e la città di oro puro, simile al cristallo trasparente. Le fondamenta dellemura della città erano adorne di ogni specie di pietre preziose. Le dodici porte erano dodici perle; ele vie della città, di oro puro, come cristallo trasparente. (Ap. 21:12, 1619, 21)
Quando un uomo legge queste parole ne comprende il solo significato letterale, che ilcielo visibile, con la terra periranno ed un nuovo cielo verrà ad esistenza; e sulla nuovaterra scenderà la santa città di Gerusalemme, nelle dimensioni in cui è descritta.Viceversa gli angeli che sono presso gli uomini comprendono queste cose in un sensocompletamente diverso, vale a dire che ogni cosa che l'uomo percepisce naturalmente,
essi lo percepiscono spiritualmente.
[2] Per nuovo e cielo e nuova terra essi comprendono una nuova chiesa; per la città diGerusalemme che da Dio discende dal cielo essi comprendono la dottrina celeste dellanuova chiesa, rivelata dal Signore; per la sua lunghezza, larghezza e altezza che sono eguali”e per dodicimila stadi essi comprendono ogni bene ed ogni verità di quella dottrina nelsuo insieme; per il suo muro essi comprendono le verità che la proteggono; per la misuradel muro, centoquarantaquattro cubiti, che è la misura di un uomo, cioè quella di un angelo, essicomprendono tutte le verità che la proteggono nel loro insieme e nel loro carattere; perdodici porte fatte di perla essi comprendono le verità introduttive, significando le perlequelle verità; per le fondamenta del muro, fatte di pietre preziose essi comprendono laconoscenza sulla quale si fonda quella dottrina; per oro trasparente come puro cristallo dicui sono fatte le città e le strade, essi comprendono il bene dell'amore che rende ladottrina e le sue verità trasparenti. Dunque gli angeli hanno una percezione differentedagli uomini. Cioè le idee naturali dell'uomo si tramutano in idee spirituali presso gliangeli, prive di qualsiasi significato letterale della Parola, per esempio, riguardo alnuovo cielo ed alla nuova terra, alla nuova Gerusalemme, al suo muro, alle fondazioni delmuro ed alle sue dimensioni.” E nondimeno, i pensieri degli angeli sono tutt'uno con ipensieri dell'uomo, perché sono in corrispondenza; essi sono tutt'uno nello stesso modoin cui le parole proferite da uno sono tutt'uno con l'intelletto di chi le ode prestandoattenzione solo al loro significato e non alle parole. Tutto ciò dimostra in che modo ilcielo è congiunto con l'uomo per mezzo dalla Parola.
[3] Si prenda un altro esempio dalla Parola:
In quel giorno vi sarà una strada dall’Egitto all’Assiria; gli assiri andranno in Egitto egli egiziani in Assiria, e gli egiziani serviranno l’Eterno insieme agli assiri. In quel giorno Israele saràterzo con l’Egitto e con l’Assiria, e tutti e tre saranno una benedizione in mezzo alla terra. L’Eternodegli eserciti, li benedirà dicendo: Benedetti siano l’Egitto, mio popolo, l’Assiria opera delle miemani, ed Israele, mia eredità (Isaia 19:2325)
Ciò che l'uomo pensa quando legge queste parole, e ciò che pensano gli angeli, puòessere visto rispettivamente dal senso letterale della Parola e dal suo senso interiore.L'uomo attraverso il senso letterale pensa che egiziani e assiri siano convertiti da Dio eaccolti e quindi si congiungano con la nazione israelita; viceversa, gli angeli in armoniacon il significato interiore, pensano che l'uomo appartenente alla chiesa spirituale quidescritta, è l'ebreo, quello naturale è l'egiziano, e quello razionale è l'assiro.211
Nondimeno, questi due significati sono uno perché sono in corrispondenza tra loro;
211 Nella Parola Egitto ed egizio significano ciò che è naturale e la sua conoscenza (nn. 4967, 5079, 5080, 5095,5160, 5460, 5799, 6015, 6147, 6252, 7355, 7648, 9340, 9391). Assiria significa ciò che è razionale (nn. 119, 1186).Israele significa ciò che è spirituale (nn. 5414, 5801, 5803, 5806, 5812, 5817, 5819, 5826, 5833, 5879, 5951, 6426,6637, 6862, 6868, 7035 7062, 7198, 7201, 7215, 7223, 7957, 8234, 8805, 9340).
perciò quando gli angeli pensano spiritualmente e gli uomini, naturalmente, essi sonocongiunti così come lo sono il corpo e lo spirito; infatti il senso interiore della Parola è ilsuo spirito ed il senso letterale il suo corpo. Tale è la Parola nella sua stratificazione.Questo dimostra che vi è un mezzo di congiunzione del cielo con l'uomo, e che il sensoletterale funge da base e fondamento.
308. Vi è anche una congiunzione del cielo per mezzo della Parola con quelli che sonoal di fuori della chiesa ove non c'è la Parola; perché la chiesa del Signore è universale edè presso coloro che riconoscono il Divino e vivono nella carità. Questi inoltre sonoistruiti dagli angeli dopo la morte e ricevono le Divine verità;212 di questo argomento, sidirà di più oltre, nel capitolo sui pagani. La chiesa universale sulla terra alla vista delSignore appare come un sol uomo, esattamente come il cielo (si vedano i nn. 59 – 72);mentre la chiesa dove la Parola è in uso e ove il Signore è conosciuto tramite essa, èsimile al cuore ed ai polmoni di quell'uomo. È noto che tutte le viscere ed le membra delcorpo traggono la loro sussistenza dal cuore e dai polmoni, attraverso varie derivazioni;quindi parte del genere umano che ha vissuto dentro e fuori della chiesa, costituisce lemembra di quell'uomo. Inoltre, la congiunzione del cielo con quelli con quelli che sonorivolti nella sua direzione per mezzo della Parola, può essere paragonata alla luceirradiata dal centro verso la periferia. La luce Divina è nella Parola, e lì il Signore èpresente presso il cielo; e da tale presenza quelli che sono orientati verso il cielo, sononella luce; sarebbe altrimenti se non vi fosse la Parola. Questo può essere compreso piùchiaramente da quanto è stato esposto circa la forma del cielo, in conformità della qualetutti quelli che sono nel cielo sono in una relazione di affiliazione e comunicazione.Tuttavia, se questo arcano può essere compreso da coloro che sono nella luce spirituale,non può invece essere compreso da quelli che sono unicamente nella luce naturale;perché innumerevoli cose sono visibili a quelli che sono nella luce spirituale, le qualinon sono affatto visibili o sono visibili solo in modo oscuro e indistinto a quelli che sononella luce naturale.
309. Senza la Parola, l’uomo sarebbe stato separato dal cielo, ed una volta separato dalcielo, avrebbe cessato di essere razionale, perché la razionalità umana esiste tramitel’influsso della luce del Cielo. L’uomo di questa terra è tale che non può ricevere unarivelazione immediata ed essere istruito sulle Divine verità da tale rivelazione, adifferenza degli abitanti di altre terre, in merito ai quali è stata fatta una descrizioneparticolareggiata in un altra opera.213 Perché l'uomo di questa terra è maggiormente
212 La chiesa, propriamente, è dove risiede la Parola, e dove il Signore è conosciuto per mezzo di essa, dunque dovele Divine verità attraverso il cielo sono rivelate (nn. 3857, 10761). La chiesa del Signore è presso tutti coloro chenel mondo vivono in conformità con i principi della propria religione (nn. 3263, 6637, 10765). Chiunqueviva nel bene, nel rispetto dei principi della propria religione, e riconosca il Divino, è accolto dal Signore(nn. 2589–2604, 2861, 2863, 3263, 4190, 4197, 6700, 9256). E oltre a questi, tutti i bambini, ovunque essinascano (nn. 2289–2309, 4792).213 L'autore fa riferimento al suo lavoro Terre nell'Universo [ndt.]
rivolto verso le cose mondane, cioè verso l'esteriore, rispetto agli uomini di altre terre,mentre è attraverso l'interiore che la rivelazione è ricevuta; se essa fosse ricevutaesteriormente, le verità non sarebbero comprese. Che tale sia l'uomo di questa terra èevidente dallo stato di quelli che sono dentro la chiesa, tale che pur sapendo questi,grazie alla Parola, del cielo, dell'inferno e della vita dopo la morte, ciò nondimeno, nelcuore negano queste cose; sebbene tra loro vi siano alcuni che hanno acquisito unareputazione eccelsa nell'insegnamento, e per questo motivo possono essere ritenuti piùsavi di altri.
310. Talvolta ho conversato con gli angeli della Parola, dicendo che essa a volte, ècriticata da alcuni per il suo stile semplice; e che nulla del suo significato spirituale ènoto, e per questa ragione riesce difficile credere che così tanta sapienza sia nascosta inessa. Gli angeli hanno detto che, sebbene lo stile della Parola appaia semplice nel suosignificato letterale, è tale che nulla può essere comparato ad essa in eccellenza, dato chela Divina sapienza si nasconde non solo nel significato, nel suo insieme, ma anche inogni singola parola; e che nel cielo questa sapienza risplende tangibilmente. Essidesideravano precisare che questa sapienza è la luce del cielo, perché è la Divina verità,ed è essa che risplende nel cielo (si veda il n. 132). Essi hanno aggiunto che senza laParola non vi sarebbe la luce del cielo presso gli uomini nel mondo, e neppure sarebbepossibile alcuna congiunzione del cielo con essi; perché vi è congiunzione soltanto nellamisura in cui la luce del cielo è presente presso gli uomini; e quella luce è presenteunicamente se la Divina verità è rivelata all'uomo per mezzo della Parola. Questacongiunzione per mezzo della corrispondenza del significato spirituale della Parola conil suo significato naturale, è sconosciuta all'uomo, il quale non conosce il pensierospirituale, né il linguaggio degli angeli, e come questi siano differenti dal pensiero e dallinguaggio umano; e fino a quando ciò non è noto, non è possibile comprendereneppure in minima parte cosa sia il significato interiore o spirituale, e che talecongiunzione ha luogo in virtù quel significato. Essi affermano inoltre che, se questosignificato fosse noto all'uomo, e se l'uomo nel leggere la Parola ragionasse inconformità con la conoscenza di essa, egli avrebbe accesso alla sapienza interiore, esarebbe congiunto con il cielo, poiché in questo modo avrebbe idee simili a quelle degliangeli.
35Cielo e inferno provengono dal genere umano
311. Nella cristianità non è affatto noto che il cielo e l’inferno provengono dal genereumano, perché si ritiene che in principio siano stati creati gli angeli e così è statoformato il cielo; e si crede anche che il diavolo o satana fosse inizialmente un angelo diluce, il quale essendosi ribellato è stato precipitato insieme alla sua orda, e così si èformato l'inferno. Gli angeli non cessano di stupirsi di una tale credenza nellacristianità, e ancor più del fatto che non si sappia alcunché del cielo, quandoeffettivamente questo è il fondamento di tutta la dottrina nella chiesa. Tuttavia, poichéquesta ignoranza è diffusa, essi si rallegrano di cuore del fatto che il Signore ha intesorivelare all'umanità in questa epoca molte cose inerenti il cielo e l'inferno, al fine dirimuovere il più possibile l'oscurità che si intensifica ogni giorno di più, perché lachiesa è arrivata alla sua fine.
[2] Essi desiderano perciò che io proclami per loro conto che in tutto il cielo non vi èun solo angelo così creato dal principio, e neppure alcun diavolo che originariamentesia stato creato come angelo di luce, per poi essere precipitato; ma tutti, sia nel cielo, sianell'inferno, provengono dal genere umano; nel cielo coloro che nel mondo hannovissuto nell'amore celeste e nella fede, e nell'inferno coloro che hanno vissuto nell'amoreinfernale ed in quella fede. L’inferno nel suo insieme è chiamato diavolo o satana; ilnome diavolo è dato all’inferno più profondo dove sono coloro che sono denominatigeni infernali, ed il nome satana è dato all’inferno anteriore dove si trovano coloro chesono denominati spiriti infernali.214 Le caratteristiche di questi due inferni sarannodescritte nelle pagine seguenti. [3] Gli angeli mi hanno anche detto che i cristiani hanno desunto una tale dottrina inmerito a quelli che sono nel cielo e nell’inferno da alcuni passi della Parola, consideratinel loro mero significato letterale, che non è illuminato, né decodificato secondol'autentica dottrina della Parola; inoltre, finché il significato letterale della Parola non èilluminato dall'autentica dottrina, conduce la mente in direzioni divergenti, da cui nederivano ignoranza, eresie ed errori.215
214 Gli inferni nel loro insieme e coloro che abitano negli inferni nel loro insieme, sono chiamati diavolo e satana(n. 694). Quelli che sono stati diavoli nel mondo, diventano diavoli dopo la morte (n. 968).215 La dottrina della chiesa deve necessariamente discendere dalla Parola (nn. 3464, 5402, 6822, 6832, 10763,10765). Senza la dottrina la Parola non è comprensibile (nn. 9025, 9409, 9424, 9430, 10324, 10431, 10582).L'autentica dottrina è la luce che illumina coloro che leggono la Parola (n. 10400). La dottrina autentica viene dacoloro che sono illuminati dal Signore (nn. 2510, 2516, 2519, 9424, 10105). Coloro che si fermano al senso letteraledella Parola senza la dottrina restano nell'incomprensione delle Divine verità (nn. 9409, 9410, 10582). Ed essi sono
312. L’uomo di chiesa ha questa fede anche perché crede che nessuno possa entrarenel cielo prima del giorno del giudizio, in ordine al quale è persuaso del fatto che tuttele cose visibili periranno, e nuove cose verranno ad esistenza, e che l'anima ritornerà nelsuo corpo, e per effetto di quell'unione l'uomo vivrà ancora in quanto uomo. Questafede ha altre implicazioni, cioè che gli angeli sono stati così creati dal principio; perché èimpossibile credere che cielo e inferno provengano dal genere umano, se a priori sisostiene che nessuno può accedervi prima della fine del mondo.
[2] Tuttavia, affinché gli uomini possano essere persuasi della falsità di questa fede, miè stato permesso di essere in società con gli angeli, e anche di parlare con quelli chesono nell'inferno, e questo da alcuni anni, talvolta ininterrottamente, dal mattino finoalla sera, dunque sono informato riguardo al cielo ed all'inferno. Questo è statopermesso affinché l'uomo di chiesa non perseveri nelle sue false credenze riguardo allaresurrezione nel giorno del giudizio, e riguardo allo stato dell'anima nel frattempo,nonché riguardo agli angeli ed ai diavoli. Poiché questa è una falsa fede, essa conducelo spirito nell'oscurità, ed in coloro che ragionano in queste cose secondo l'intelligenzaloro propria, si insinua il dubbio, ed infine il rifiuto, perché essi sostengono in cuor loro,“Come può il cielo così vasto e denso di costellazioni, con il sole e la luna, esseredistrutto e svanire; e come possono le stelle, che sono di dimensioni maggiori dellaterra, precipitare su di essa; e come può il corpo consumato dai vermi e dal tempo, edisperso dai venti, essere poi riunito nuovamente con lo spirito; e dov'è nel frattempo lospirito, e cosa rimane di esso, quando è privato della percezione dei sensi del corpo?”
[3] Essi affermano molte altre simili cose, le quali restando incomprensibili nonpossono essere credute, e quindi minano la fede di molti nella vita dopo la morte, enell'esistenza del cielo e dell'inferno, oltre ad altre materie inerenti la fede della chiesa.Che questa fede resti distrutta è evidente dai dubbi che ad essa si frappongono, come,“Chi mai è venuto dal cielo per dirci che esiste un cielo? Cos'è l'inferno? Vi è qualcosa?E cosa sono queste anime tormentate dal fuoco per l'eternità? Cos'è il giorno delgiudizio? Non è stato forse atteso invano, nel tempo?” Ed altri simili dubbi cheingenerano la negazione di ogni cosa.
[4] Per evitare che chi coltiva questi pensieri – come fanno in molti, che per la lorosapienza mondana sono considerati eruditi – seguiti a confondere e ad indurre in errorei semplici nel cuore e nella fede, conducendoli nell'oscurità riguardo a Dio, al cielo, allavita eterna e ad ogni altra cosa con queste correlata, il mio spirito è stato apertointeriormente dal Signore, e mi è stato permesso di parlare con persone che conoscevo,
indotti in numerosi errori (n. 10431). La differenza tra quelli che insegnano e apprendono dalla dottrinadella chiesa desunta dalla Parola e quelli che insegnano e apprendono dal mero senso letterale dellaParola (n. 9025).
dopo la loro morte, con alcuni per qualche giorno, con altri per mesi, con altri per unanno, e anche con tanti altri, che non esagero nell'indicare nell'ordine di un centinaio dimigliaia, molti dei quali erano nel cielo, e molti nell'inferno. Ho anche parlato conalcuni, due giorni dopo la loro morte, ai quali ho detto che in quello stesso momento nelmondo si preparava il loro funerale; essi hanno replicato sostenendo che era giusto cheil corpo che era loro servito nel mondo fosse dismesso; e desideravano che io rendessipubblico il fatto che non erano morti, e che vivevano in quanto uomini come prima,essendo migrati in un altro mondo, ed erano persuasi di non aver perduto nulla, poichéavevano un corpo e la percezione dei sensi, esattamente come prima, con pensieri,affezioni, sensazioni e desideri, come quelli che avevano nel mondo.
[5] La maggior parte di quelli che sono deceduti di recente, quando vedono se stessi invita, nell'aspetto umano, come prima ed in una condizione simile (perché dapprincipiodopo la morte ciascuno è in uno stato simile a quello in cui era nel mondo, cui segue ungraduale cambiamento che conduce al cielo o all'inferno) si rallegrano di ciò,sostenendo che non credevano accadesse così; e sono meravigliati del fatto di avervissuto in tale ignoranza e cecità, circa lo stato della vita dopo la morte; e specialmentedel fatto che anche l'uomo di chiesa sia in tale ignoranza e cecità, al pari di tutti gli altrinel mondo intero, quando invece dovrebbe essere chiaramente illuminato riguardo aquesta materia.216 Quindi essi iniziano a comprendere le cause di quella cecità edignoranza, cioè che le cose del mondo e del corpo hanno occupato e riempito a tal puntole loro menti che non erano più in grado di elevarsi nella luce del cielo e scrutare nellecose della chiesa, aldilà dei suoi dogmi; perché quando si ama tutto ciò che attiene alcorpo e al mondo, come nel tempo presente, null'altro che l'oscurità fluisce nella mentedell'uomo che si interroga su quella dottrina.
313. Molti tra gli eruditi appartenenti alla cristianità si stupiscono di ritrovarsi in uncorpo dopo la morte, con degli indumenti, in un'abitazione, come nel mondo. E quandorichiamano alla memoria le loro convinzioni circa la vita dopo la morte, l'anima, glispiriti, il cielo e l'inferno, si vergognano e confessano di aver pensato stupidamente, ericonoscono che quelli che hanno vissuto umilmente nella fede, erano più savi di loro;quando le menti degli uomini eruditi che si erano consolidati nella persuasione chetutte le cose provengono dalla natura, sono stati esaminati, è stato constatato che
216 In pochi nella cristianità attualmente credono che l'uomo risorga immediatamente dopo la morte (prologo allaGenesi, cap. 16 e nn. 4622, 10758); si crede invece che l'uomo risorgerà al tempo del giudizio finale, quando ilmondo visibile perirà (nn. 10595). La ragione di questa persuasione (nn. 10595, 10758). Nondimeno, l'uomo risorgeimmediatamente dopo la morte, ed è allora un uomo a tutti gli effetti, ed in ogni minimo particolare (nn. 4527, 5006,5078, 8939, 8991, 10594, 10758). L'anima che vive dopo la morte è lo spirito dell'uomo, che nell'uomo è l'uomostesso, e nell'altra vita è in una forma umana compiuta (nn. 322, 1880, 1881, 3633, 4622, 4735, 5883, 6054, 6605,6626, 7021, 10594); dall'esperienza (nn. 4527, 5006, 8939); dalla Parola (nn. 10597). Cosa si intende per la mortevista nella città santa (Matt. 27:53); spiegazione (n. 9229). In che modo l'uomo è resuscitato dalla morte,dall'esperienza (nn. 168–189). Il suo stato dopo la resurrezione (nn. 317–319, 2119, 5079, 10596). False opinionisull'anima e sulla sua resurrezione (nn. 444, 445, 4527, 4622, 4658).
interiormente erano completamente chiusi, ed erano aperti esteriormente, perché essimiravano al mondo e quindi all'inferno, anziché al cielo. Perché, nella misura in cuil'uomo è interiormente aperto, egli si rivolge verso il cielo; se invece egli è chiusointeriormente, e aperto esteriormente, egli si rivolge verso l'inferno, perché l'interioredell'uomo è formato in modo che possa ricevere tutte le cose del cielo, mentrel'esteriore, per la ricezione di tutte le cose del mondo. E quelli che ricevono il mondo, enon allo stesso tempo il cielo, ricevono l'inferno.217
314. Che il cielo provenga dal genere umano può essere visto anche dalla somiglianzadelle menti degli angeli con quelle degli uomini; entrambe godono della capacitàd'intendere, percepire e volere, ed entrambe sono formate in modo che possano ricevereil cielo; perché la mente umana è capace di acquisire la sapienza esattamente come lamente angelica; e se non si uniforma a tale sapienza nel mondo, ciò si deve al fatto che sitrova in un corpo mondano, ed in quel corpo pensa in modo naturale. Ma avvienediversamente quando la mente non è più confinata nel corpo; allora non pensa piùnaturalmente, ma spiritualmente, ed i suoi pensieri sono ineffabili ed incomprensibiliall'uomo naturale; quindi cosi si diviene savi come gli angeli, il che dimostra che laparte interiore dell'uomo, denominata spirito, nella sua essenza è un angelo (si vedasopra, n. 57);218 e quando essa lascia il corpo mondano, mantiene presso l'angelo laforma umana (che l'angelo abbia sembianze assolutamente umane può essere visto piùsopra, nn. 7377). Quando l'interiore dell'uomo non è aperto dall'alto, ma solo dal basso,esso è ancora, anche dopo che il corpo è stato dismesso, in una forma umana, ma è unaforma orribile e diabolica, in quanto capace solo di volgersi in basso verso l'inferno, enon in alto verso il cielo.
315. Inoltre, chiunque sia stato istruito in merito all'ordine Divino, può comprendereche l'uomo è stato creato affinché divenga un angelo, perché l’immagine esteriore diquell'ordine è in lui (n. 304) ove tutto ciò che attiene alla sapienza celeste e angelica puòessere tradotto in forma, innovato e moltiplicato. L'ordine Divino giammai si arresta ametà strada per formare qualcosa di separato da ciò che è più remoto, perché lì nonsarebbe nella sua pienezza; ma avanza fino a ciò che è più remoto, e lì prende la suaforma, e in virtù di mezzi opportunamente predisposti, si rinnova e si riproduce, il cheha luogo attraverso la procreazione. Per tale ragione il vivaio del cielo sta in ciò che èpiù esteriore e più remoto da esso, cioè l'uomo.
217 Nell'uomo il mondo spirituale ed il mondo naturale sono congiunti (n.6057). L'interiore dell'uomo è formatosecondo l'immagine del cielo, ed il suo esteriore, secondo l'immagine del mondo (nn. 3628, 4523, 4524,6013, 6057, 9706, 10156, 10472).218 Ci sono tanti gradi nella vita dell'uomo quanti gradi ci sono nei cieli, ed essi sono aperti dopo lamorte secondo lo stato della sua vita (nn. 3747, 9594). Il cielo è nell'uomo (n. 3884). Gli uomini che vivonouna vita di amore e carità hanno in loro la sapienza angelica, sebbene essa sia in quel momento nascosta;nondimeno essi raggiungono quella sapienza dopo la morte (n. 2494). L'uomo che riceve dal Signore ilbene dell'amore e della fede è chiamato nella Parola angelo (n. 10528).
316. Il Signore è risorto non solo in spirito ma anche nel corpo perché quando era nelmondo ha glorificato tutta la sua umanità, cioè l'ha resa Divina; perché la sua anima cheEgli aveva dal Padre era il Divino stesso; ed il suo corpo divenne simile all’anima, cioèdal Padre, quindi Divino. È per questo che il Signore, a differenza di ogni altro uomo, èrisorto nello spirito e nel corpo;219 è questo Egli lo ha reso manifesto ai suoi discepoli(che vedendolo credevano di vedere uno spirito) dicendo:
Guardate le mie mani ed i miei piedi, perché sono proprio io; toccatemi e guardate,perché uno spirito non ha carne né ossa come vedete che io ho (Luca 24: 3639)
Con ciò egli voleva sottolineare che era Uomo, sia nello spirito, sia nel corpo.
317. Affinché risulti chiaro che l’uomo seguita a vivere dopo la morte, e in base a comea vissuto nel mondo, accede al cielo o all’inferno, mi sono state svelate molte cose circala condizione dell’uomo dopo la morte, le quali saranno illustrate nell'ordineopportuno, nelle seguenti pagine, laddove si tratterà del mondo degli spiriti.
219 L'uomo risorge solo rispetto al suo spirito (n. 10593, 10594). Il Signore solo è risorto nel corpo oltre chenello spirito (nn. 1729, 2083, 5078, 10825).
36I gentili, ovvero i popoli che vivono
fuori della chiesa, nel cielo
318. È opinione comune che quelli nati al di fuori della chiesa, denominati gentili opagani, non possano essere salvati, perché non avendo la Parola, essi non sanno nulladel Signore, e senza di Lui non vi è salvezza. Ciò nondimeno, essi possono essere salvatiper mezzo della misericordia del Signore che è universale, cioè si estende verso ogniindividuo; perché questi, al pari di quelli entro la chiesa – che paragonati ai primi sonomolto meno numerosi – sono ugualmente uomini, ed il fatto che non conoscono ilSignore, non è una loro colpa. Chiunque ragioni attraverso un pensiero illuminato puòcomprendere che nessun uomo nasce per l'inferno, perché il Signore è l'amore stesso, edil suo amore è volere la salvezza di tutti. Perciò egli ha provveduto una religione perognuno, e per mezzo di essa, il riconoscimento del Divino, e la vita interiore; perchévivere in conformità di una religione, significa vivere interiormente, perché allora ci sirivolge al Divino, e nella misura in cui ci si rivolge al Divino, non ci si rivolge al mondo,ma ci si separa da esso, cioè dalla vita del mondo, che è una vita esteriore.220
319. Che i pagani, al pari dei cristiani siano salvati, chiunque può comprenderlo, acondizione che sappia cos'è che forma il cielo nell'uomo; perché il cielo è dentro l'uomo,e quelli che hanno il cielo in loro, accedono al cielo. Il cielo presso l'uomo è riconoscereil Divino e lasciarsi guidare dal Divino. Il soggetto primario di ogni religione èriconoscere il Divino. Una religione in cui non vi sia il riconoscimento del Divino non èuna religione. I precetti di ogni religione mirano al culto, cioè al modo in cui il Divinodeve essere adorato, in modo che il culto possa essere da questi ricevuto; e quandoquesto culto si imprime nella mente, cioè quando lo si desidera o lo si ama, allora, si èguidati dal Signore. Ciascuno sa che i pagani, al pari dei cristiani, conducono una vitamorale, e molti di loro conducono la propria vita con maggiore rettitudine dei cristiani.La vita morale può essere vissuta sia verso il Divino, sia verso gli uomini nel mondo; laprima è una vita spirituale. Esteriormente esse appaiono uguali, ma interiormente sono
220 I gentili al pari dei cristiani sono salvati (nn. 932, 1032, 1059, 2284, 2589, 2590, 3778, 4190, 4197). Lasorte delle nazioni al di fuori della chiesa nell'altra vita (nn. 2589–2604). La chiesa propriamente detta, èdove si trova la Parola, e dove il Signore è conosciuto (nn. 3857, 10761). Ciò nondimeno, quelli nati dovela Parola ed il Signore sono conosciuti, non per questo fanno parte della chiesa, ma solo coloro checonducono una vita di carità e di fede (nn. 6637, 10143, 10153, 10578, 10645, 10829). La chiesa del Signoreè presso chiunque nel mondo viva nel bene ed in armonia con la religione e con la riconoscenza delDivino; questi sono accolti dal Signore e giungono al cielo (nn. 2589–2604, 2861, 2863, 3263, 4190, 4197,6700, 9256).
completamente differenti; la prima conduce l'uomo alla salvezza, la seconda no. Perchécolui che vive una vita morale in rapporto al Divino, è guidato dal Divino; mentre coluiche conduce una vita morale, secondo i canoni del mondo, è condotto da se stesso. [2] Ma questo può essere illustrato con un esempio. Colui che recede dal male verso ilprossimo perché è contrario alla religione, cioè è contro il Divino, recede dal male perun motivo spirituale; ma colui che recede dal male unicamente per il timore della legge,o per la perdita della reputazione, dell'onore, dei guadagni, cioè per riguardo all'amoredi sé e del mondo, recede dal male per un motivo naturale, ed è guidato da se stesso. Lavita di quest'ultimo è naturale, mentre la vita del primo è spirituale. Un uomo la cui vitamorale è spirituale, ha il cielo in lui; viceversa, un uomo la cui vita morale è meramentenaturale, non ha il cielo in lui; questo perché il cielo fluisce dall'alto e apre l'interioredell'uomo, e attraverso il suo interiore, fluisce nel suo esteriore; mentre il mondo fluiscedal basso e apre l'esteriore, ma non l'interiore. Perché non vi può essere influsso dalmondo naturale in quello spirituale; quindi se il cielo non è ricevuto, l'interiore rimanechiuso. Questo rende evidente quali siano quelli che ricevono il cielo in loro, e quali no.
[3] E tuttavia, il cielo non è mai lo stesso in uno e in un altro. Differisce in ciascunosecondo la propria affezione per il bene e la verità. Quelli che sono nell'affezione per ilbene verso il Divino, amano la Divina verità perché il bene e la verità si amanoreciprocamente e desiderano essere congiunti.221 Questo spiega perché i pagani, sebbenenon siano nell'autentica verità, nel mondo, nondimeno, in virtù del loro amore, ricevonole verità nell'altra vita.
320. Un certo spirito tra i gentili, che nel mondo aveva vissuto nel bene della carità,conformemente alla propria religione, udendo degli spiriti cristiani ragionare su ciò incui si deve credere (perché gli spiriti ragionano molto più speditamente e acutamentedegli uomini, specialmente in merito al bene ed alla verità) si meravigliava di taledisputa, dicendo che non intendeva prestare attenzione a ciò che essi dicevano, inquanto il loro pensiero si fondava su apparenze e false persuasioni; e ha dato loroquesto suggerimento: “Se io sono nel bene, sono in grado di sapere dal bene stesso, ciòche è vero; e quello che non conosco, posso comunque riceverlo.”
321. Ho appreso attraverso diverse esperienze che i pagani i quali hanno condotto unavita morale, e hanno vissuto nell'obbedienza e nel rispetto della carità conformementecon la propria religione, avendo quindi ricevuto qualcosa della coscienza, sono accoltinell'altra vita ed istruiti premurosamente dagli angeli sui beni e sulle verità della fede; e
221 Tra il bene e la verità vi è una sorta di matrimonio (nn. 1904, 2173, 2508). Tra il bene e la veritàintercorre uno sforzo perpetuo di congiunzione, ed il bene desidera la verità ed essere congiunto ad essa(nn. 9206, 9207, 9495). In che modo ha luogo l'unione del bene e della verità, ed in chi (nn. 3834, 3843,4096, 4097, 4301, 4345, 4353, 4364, 4368, 5365, 7623–7627, 9258).
quando sono istruiti, si comportano con modestia, intelligenza, sapienza e prontamentericevono le verità e la fanno proprie. Essi non conservano in se stessi alcun principio difalsità contrapposto alle verità della fede, che necessita di essere rimosso, e neppureriserve contro il Signore, come molti cristiani, i quali non hanno nel cuore altra idea delSignore, se non che sia un uomo comune. I pagani, al contrario, quando apprendonoche Dio si è fatto uomo, e quindi ha manifestato se stesso al mondo, immediatamentericonoscono e adorano il Signore, affermando che poiché Dio è il Dio del cielo e dellaterra, e poiché il genere umano gli appartiene, Egli ha rivelato completamente se stessoall'uomo.222 Nella Divina verità separata dal Signore non vi è salvezza; ma questo deveessere inteso nel senso che non vi è salvezza, se non attraverso il Signore. Ci sono molteterre nell'universo, tutte abitate da una moltitudine di uomini; in pochi tra questi sannoche il Signore si è fatto uomo sulla nostra terra. Ciò nondimeno, siccome essi adorano ilDivino nella forma umana, sono accolti e guidati dal Signore. Questo argomento puòessere approfondito nel breve lavoro Terre nell'universo.
322. Tra i pagani, come tra i cristiani, ci sono sia i savi, sia i semplici. Affinché potessiapprofondire la loro conoscenza, mi è stato permesso di parlare con loro, talvolta perore e anche per più giorni. Nel tempo presente non ci sono uomini savi come nei tempipiù remoti, specialmente nella chiesa antica, che si estendeva in gran parte dell'Asia, eda lì si è estesa in molte nazioni. Mi è stato permesso di conversare familiarmente conalcuni di questi uomini savi. Con me c'era uno considerato tra i savi della sua epoca,molto conosciuto nel mondo degli eruditi, con il quale ho parlato di vari argomenti, eho ragione di credere che si trattasse di Cicerone. Sapendo che egli era un uomo savio,ho conversato con lui della sapienza, dell'intelligenza, dell'ordine, della Parola ed infinedel Signore.
[2] Della sapienza ha affermato che non vi è altra sapienza che la sapienza della vita,che nient'altro che questo ha a che fare con la sapienza; dell'intelligenza, che derivadalla sapienza; dell'ordine, che procede dal Dio supremo, e che la vita secondoquell'ordine è essere savi e intelligenti; riguardo alla Parola, quando gli ho lettoqualcosa dei profeti, si è sommamente rallegrato, specialmente in questo, che ciascunnome e ciascuna parola hanno un significato interiore; ed ha mostrato grande stuporenell'apprendere che gli eruditi nel tempo presente, non godono della conoscenza di
222 La differenza tra il bene in cui sono i gentili ed il bene in cui sono i cristiani (nn. 4189, 4197). La fedepresso i gentili (nn. 3263, 3778, 4190). L'interiore non può essere chiuso presso i gentili nello stesso modoche per i cristiani (n. 9256). Neppure una nube così sottile può esistere presso i gentili che vivono nellareciproca carità, nel rispetto della loro religione, come accade presso i cristiani che conducono una vitapriva di carità; le ragioni (nn. 1059, 9256). I gentili non possono profanare le cose sacre della chiesa, comeè per i cristiani, in quanto essi le ignorano. (nn. 1327, 1328, 2051). Essi hanno timore dei cristiani inragione delle loro vite (nn. 2596, 2597). Quelli che hanno vissuto nel bene, in armonia con la loro religione,sono istruiti dagli angeli e prontamente accolgono le verità della fede e riconoscono il Signore (nn. 2049,2595, 2598, 2600, 2601, 2603, 2861, 2863, 3263).
questa eccelsa materia. Ho visto chiaramente che la sua mente interiormente era stataaperta. Ha aggiunto che non era in grado di percepire oltre, perché vi era qualcosa dipiù sacro che era incapace di comprendere.
[3] Infine ho parlato con lui del Signore, dicendogli che sebbene sia nato uomo, in Luivi è il Divino, e che Egli ha dismesso la sua veste esteriore per assumere l'umanità nelsuo Divino, ed è Lui che governa l'universo. A questo ha replicato che conosceva alcunecose del Signore, e percepiva a suo modo che la salvezza dell'umanità non potevaavvenire altrimenti. Nel frattempo alcuni cristiani malvagi, insinuavano diverse falsità;egli non prestava alcuna attenzione a questi, osservando che ciò non doveva essereconsiderato strano, dato che essi erano ancora pervasi dalla loro vita mondana e finchési lasciavano trasportare da questa non potevano concepire idee che confermassero laverità, ma solo ciò che confermava la loro ignoranza.
323. Mi è stato anche permesso di parlare con altri vissuti nei tempi più remoti e cheerano tra i più savi. Inizialmente apparivano davanti ad una certa distanza, ed erano ingrado di percepire interiormente i miei pensieri, e molte altre cose, perfettamente. Dauna sola idea del pensiero essi erano in grado di distinguerne la serie completa,descrivendola con sapienza e con l'ausilio di rappresentazioni suggestive. Da ciòappariva in tutta evidenza che dovevano essere tra i più savi, e mi è stato detto che essiappartenevano alle genti più antiche; quando si sono avvicinati ho letto loro alcunipassi della Parola, ed essi si sono rallegrati nel massimo grado. Ho percepito l'essenzadella loro gioia e soddisfazione, che emergeva principalmente da questo, che ognisingola cosa che essi udivano della Parola era rappresentativa e significativa di cosespirituali e celesti. Essi affermavano che nella loro epoca, quando erano vissuti nelmondo, il loro modo di pensare, parlare e scrivere era di questa natura, e che questo erail loro modo di acquisire la sapienza.
324. I gentili che vivono nel tempo presente non sono così savi, ma gran parte di loro èsemplice nel cuore. Quelli tra loro che hanno vissuto nella carità ricevono la sapienzanell'altra vita, e di questi possono citarsi alcuni esempi. Mentre leggevo ildiciassettesimo ed il diciottesimo capitolo del libro dei Giudici (ove si narra di Mica, edi come i Daniti portarono via il suo idolo in metallo, il terafim ed il levita) era ivipresente lo spirito di un gentile, che nella vita del corpo aveva adorato un idolo, ed egliascoltava attentamente ciò che era accaduto a Mica e della conseguente afflizione per laperdita dell'idolo, e tale afflizione aveva colpito anche lui in un modo tale che eglifaceva fatica a riconoscerne la causa. Non solo egli avvertiva questa afflizione, ma anchel'innocenza che era in tale sua affezione. Gli spiriti dei cristiani, ivi presenti loguardavano meravigliandosi del fatto che un adoratore di immagini idolatriche avessetale empatia ed innocenza custodita in lui. Poi alcuni spiriti retti hanno parlato con lui
istruendolo sul fatto che le immagini idolatriche non devono essere adorate, e cheessendo egli un uomo, era in grado di comprendere ciò; e che egli dovrebbe mettere daparte gli idoli e pensare a Dio creatore e re del cielo e della terra, e che Dio è il Signore.Quando ciò è stato detto mi è stato permesso di percepire la natura interiore della suaadorazione, la quale era molto più pia di quanto non sia presso i cristiani. Questo rendeevidente che i gentili nel tempo presente sono accolti nel cielo con meno difficoltà deicristiani, secondo le parole del Signore in Luca:
Allora verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno, e dimorerannonel regno di Dio. Ed ecco, ci sono degli ultimi che saranno i primi, e ci sono dei primi che sarannoultimi (Luca 13:29, 30).
Perché nello stato in cui era quello spirito poteva assimilare tutte le cose della fede ericeverle con affezione interiore; c'era in lui la grazia dell'amore, e nella sua ignoranza viera l'innocenza; e quando queste due sono presenti tutte le cose inerenti la fede sonoricevute spontaneamente e con gioia. Dopo aver ricevuto la fede, egli era tra gli angeli.
325. Una mattina, in lontananza fu udito un coro, di cui ho appreso che si trattava dicinesi, i quali inizialmente rappresentavano una capra lanosa, poi una focaccia dimiglio, poi un cucchiaio di avorio ed infine l'idea di una città fluttuante. Essidesideravano avvicinarsi a me, e quando si sono approssimati hanno detto chevolevano restare soli con me in modo che potessero svelare i loro pensieri. Ma gli è statodetto che ciò non era possibile e che alcuni erano dispiaciuti di tale richiesta, sebbene sitrattasse di ospiti. Quando essi hanno percepito questo disappunto hanno temuto diaver peccato contro il prossimo, o di aver rivendicato qualcosa che appartenesse adaltri. Poiché nell'altra vita il pensiero è condiviso, ho percepito l'agitazione delle loromenti, cioè il loro timore di aver procurato un danno a quelli che erano dispiaciuti, conil conseguente imbarazzo, ed altri onorevoli sentimenti, da cui traspariva che eranodotati di carità. Quindi ho conversato con loro, anche del Signore; e quando l'hochiamato Cristo ho percepito una certa repulsione in loro, in quanto essi avevanoappreso nel mondo che i cristiani conducono una vita peggiore di quanto vannopredicando e non hanno la carità. Ma quando ho pronunciato la parola Signore essierano colpiti interiormente. Poi sono stati istruiti dagli angeli sul fatto che la dottrinacristiana aldilà di ogni altra prescrive l'amore e la carità, ma sono in pochi a viveresecondo questi precetti. Ci sono gentili che nel mondo hanno appreso, da conversazioniche i cristiani conducono una pessima vita, sono dediti all'adulterio, all'odio, alle risse,all'alcolismo e simili mali, che loro stessi condannano essendo contrari alla lororeligione. Questi nell'altra vita sono più esitanti di altri nell'accettare le verità della fede;ma sono istruiti dagli angeli sulla dottrina cristiana, come anche sulla fede stessa, cheinsegna una vita diversa, e che le vite dei cristiani sono meno conformi con quelladottrina, delle vite dei gentili. Quando essi riconoscono questo, ricevono le verità della
fede, e adorano il Signore, ma meno prontamente di altri.
326. Generalmente, quando i gentili giungono nell’altra vita, avendo questi adorato unidolo in una immagine o in una forma scolpita, vengono presentati a certi spiriti inluogo dei loro dei o idoli, in modo che possano liberarsi delle loro fantasie. Quandosono rimasti per alcuni giorni in compagnia di questi spiriti, si sbarazzano delle lorofantasie. Anche quelli che hanno adorato uomini, sono talvolta presentati agli uominiche avevano adorato, o ad altri in luogo di questi – come molti ebrei, ad Abramo,Giacobbe, Mosè e Davide – ma quando essi realizzano che sono uomini al pari di altri, eche non possono essere loro di alcun aiuto, essi provano vergogna e sono condotti inluoghi conformi alla loro vita. Tra i gentili, nel cielo gli africani sono i più amati, perchéricevono i beni e le verità più prontamente di altri. Essi desiderano particolarmenteessere chiamati obbedienti, ma non fedeli. Essi dicono che siccome i cristiani hanno ladottrina della fede, allora possono essere chiamati fedeli, ma non loro, a meno che nonaccettino quella dottrina, o, come loro dicono, a meno che abbiano la capacità diaccettarla.
327. Ho parlato con alcuni appartenenti alla chiesa antica. È chiamata così la chiesache si stabilì dopo il diluvio, e si estendeva attraverso molti regni, Assiria,Mesopotamia, Siria, Etiopia, Arabia, Libia, Egitto, Palestina, Tiro e Sidone, e attraversola terra di Canaan, su entrambe le rive del Giordano.223 Gli uomini di quella chiesasapevano della futura venuta del Signore, ed erano permeati dai beni della fede, e ciònonostante essi abbandonarono quella fede e divennero idolatri. Questi spiriti eranodavanti, verso sinistra, in un luogo oscuro e in una condizione infelice. Il lorolinguaggio era come quello di una canna, ad un solo tono, quasi privo di pensierorazionale. Dicevano di essere lì da molti secoli, e che talvolta erano portati altrove perservire altri nel compimento di usi di infimo ordine. Da questo sono stato guidato nelpensare di molti cristiani – i quali sono interiormente idolatri, sebbene non lo sianoesteriormente, in quanto sono adoratori di se stessi e del mondo, e nel loro cuore,rigettano il Signore – e della sorte che li attende nell'altra vita.
328. Che la chiesa del Signore sia diffusa in tutto il globo, e sia quindi universale; e chefanno parte di essa coloro che vivono nel bene della carità secondo la loro religione; e
223 La prima e più antica chiesa di questa terra è quella descritta nei primi capitoli della Genesi, e quellachiesa sopra tutte le altre era celeste (nn. 607, 895, 920, 1121–1124, 2896, 4493, 8891, 9942, 10545). Cosasono le chiese celesti nel cielo (nn. 1114–1125). Vi furono varie chiese dopo il diluvio, denominate chieseantiche (nn. 1125–1127, 1327, 10355). Quali erano gli uomini della chiesa antica (nn. 609, 895). Le chieseantiche erano chiese rappresentative (nn. 519, 521, 2896). Nella chiesa antica vi era una Parola, ma èandata perduta (nn. 2897). Il carattere della chiesa antica quando iniziò il suo declino (n. 1128). Ladifferenza tra la chiesa più antica e la chiesa antica (nn. 597, 607, 640, 641, 765, 784, 895, 4493).L'ordinamento, i principi e le leggi che regolavano la chiesa israelita, erano in parte simili a quelli dellachiesa antica (nn. 4288, 4449, 10149). Il Dio della chiesa più antica e della chiesa antica era il Signore, edEgli era chiamato Jehovah (nn. 1343, 6846).
che la chiesa, ove la Parola è conosciuta, e per mezzo di essa il Signore è conosciuto, è inrelazione con quelli che sono al di fuori della chiesa, come il cuore ed i polmoninell'uomo, da cui tutti i visceri e le membra del corpo hanno vita, variamente, secondola loro forma, posizione e congiunzione, tutto questo può essere visto più sopra (n. 308).
37I bambini nel cielo
329. Alcuni credono che soltanto i bambini nati nella chiesa vadano nel cielo, per laragione che questi sono battezzati, essendo così iniziati nella fede della chiesa. Questinon sanno che nessuno riceve il cielo o la fede attraverso il battesimo; perché ilbattesimo è solo un segno in memoria del fatto che l'uomo deve essere rigenerato, e chequelli nati nella chiesa possono essere rigenerati, perché ivi è la Parola, e nella Parolasono le Divine verità per mezzo delle quali la rigenerazione ha luogo, e lì, il Signore cherigenera è conosciuto.224 Dunque è bene che tutti sappiano che i bambini, ovunque essinascano, nella chiesa o fuori di essa, da genitori retti o empi, alla loro morte, sonoricevuti dal Signore, allevati nel cielo, istruiti secondo l'ordine Divino, e permeati con leaffezioni per ciò che è bene, e per mezzo di queste, con le conoscenze di ciò che è vero;ed in seguito quando sono perfezionati in intelligenza e sapienza, sono introdotti nelcielo e diventano angeli. Chiunque usi la ragione può essere persuaso del fatto che tuttisono nati per il cielo e nessuno per l'inferno; e se l'uomo giunge nell'inferno, egli stessoè responsabile di ciò; ma ai bambini nessuna colpa può essere attribuita.
330. Quando i bambini muoiono sono bambini anche nell'altra vita, conservando illoro spirito infantile, ed una simile innocenza nell'ignoranza, ed una simile tenerezza intutte le cose. Essi sono nel principio della capacità di divenire angeli, perché i bambininon sono angeli, ma diventano angeli. Perché ognuno che passa da questo mondo, entranell'altro nello stesso stato della vita, un bambino nello stato di un bambino, un ragazzonello stato di un ragazzo, un giovane, un uomo e un uomo anziano, nello stato di ungiovane, di un uomo e di un uomo anziano; e gradualmente il loro stato cambia. Lostato dei bambini sorpassa quello di chiunque altro in innocenza, nonché per il fatto cheil male non si è ancora radicato in loro nella vita mondana, e nell'innocenza tutte le cosedel cielo posso essere impiantate, perché essa è un ricettacolo della verità della fede edel bene dell'amore.
331. Lo stato dei bambini nell'altra vita è più elevato del loro stato nel mondo, perchénon sono rivestiti di un corpo mondano, ma con un corpo come quello degli angeli. Il
224 Battesimo significa rigenerazione per mezzo del Signore, attraverso le verità della fede, dalla Parola(nn. 4255, 5120, 9088, 10239, 10386–10388, 10392). Il battesimo è un segno che l'uomo battezzatoappartiene alla chiesa, nella quale il Signore, che rigenera, è riconosciuto, e dove la Parola discende daquelle che sono le verità della fede, per mezzo delle quali è effettuata la rigenerazione (nn. 10386–10388).Con il battesimo non si acquisisce né la fede, né la salvezza, ma è un segno a memoria del fatto che coloroche sono rigenerati riceveranno la fede e la salvezza (n. 10391).
corpo mondano in sé è grossolano e non percepisce ciò che è interiore e appartiene almondo spirituale, ma ciò che è esteriore e appartiene al mondo naturale; perciò inquesto mondo i bambini devono imparare a camminare, a controllare i loro movimentie a parlare; e perfino i loro sensi, come la vista e l'udito, devono essere educatiattraverso l'uso. Non è così presso i bambini nell'altra vita. Siccome sono spiriti cheagiscono tutt'uno con il loro intimo, camminano senza avere esperienza di ciò e parlanoattraverso un'affezione generale, non ancora distinta in idee del pensiero; e sonoprontamente iniziati in questo perché il loro esteriore è in armonia con il loro interiore.Il linguaggio degli angeli (come si può vedere più sopra, nn. 234 – 245) fluiscedall'affezione modificata dalle idee del pensiero in modo che lo stesso linguaggio siaconforme ai loro pensieri che originano dalle affezioni.
332. Non appena i bambini sono risuscitati, il che avviene subito dopo la morte, essisono assunti nel cielo ed affidati ad angeli donna, le quali nel mondo hanno amatoteneramente i bambini e allo stesso tempo hanno amato Dio. In virtù del fatto chedurante la loro vita mondana hanno amato tutti i bambini con una tenerezza materna,esse ricevono i bambini nel cielo come fossero propri; ed i bambini per un istinto innatoin loro le amano come fossero le loro madri. Ci sono tanti bambini sotto le loro cure,quanti esse ne desiderano, secondo la loro affezione materna spirituale. Questo cieloappare davanti alla fronte nella stessa direttrice in cui gli angeli guardano il Signore. Èquesta la sua posizione perché tutti i bambini sono sotto l'egida diretta del Signore; ed ilcielo dell'innocenza, che è il terzo cielo fluisce in loro.
333. I bambini hanno disposizioni diverse, alcuni quelle degli angeli spirituali, altriquelle degli angeli celesti. Quelli che hanno una disposizione celeste appaiono in quelcielo a destra, e quelli che hanno una disposizione spirituale appaiono a sinistra. Tutti ibambini nel grandissimo uomo, cioè nel cielo, sono nella regione degli occhi, quelli conuna disposizione spirituale, nella regione dell'occhio sinistro, e quelli con unadisposizione celeste, nella regione dell'occhio destro. Questo perché gli angeli del regnospirituale vedono il Signore davanti all'occhio sinistro e quelli del regno celeste vedonoil Signore davanti all'occhio destro (si veda sopra, n. 118). Il fatto che i bambini nelgrandissimo uomo siano nella regione degli occhi è una dimostrazione che essi sono sottola visione e sotto l'egida diretta del Signore.
334. Si può fare qualche cenno al modo in cui i bambini sono istruiti nel cielo. Essiimparano a parlare dalle loro istitutrici. Il loro linguaggio iniziale è un semplice suonodell'affezione; poi gradualmente diviene più distinto secondo le idee del pensiero cheentrano in esso, perché le idee del pensiero, che originano dalle affezioni costituisconotutto il linguaggio angelico (come si può vedere nel corrispondente capitolo, nn. 234 –245). Nelle loro affezioni che procedono tutte dall'innocenza, tali idee appaiono davanti
ai loro occhi e producono gioia, ed avendo esse un'origine spirituale, accade che le cosedel cielo, immediatamente fluiscano in esse causando l'apertura del loro intimo, equesto è alla base del loro quotidiano perfezionamento. Poi, quando l'infanzia si ècompiuta, essi sono trasferiti in un altro cielo, dove sono istruiti da maestri; e così via.
335. I bambini sono istruiti principalmente attraverso immagini adatte alla loro età.Essi sono incantevoli e pieni di sapienza dal loro intimo, oltre ogni immaginazione. Intale guisa, l'intelligenza che deriva la sua essenza dal bene è gradualmente instillata inloro. Farò qualche cenno a queste immagini. Nella prima, era rappresentato il Signoreche sorgeva dal sepolcro nello stesso momento in cui congiungeva il suo umano con ilsuo Divino. Questo è stato fatto in un modo così savio da sorpassare ogni sapienzaumana, ed allo stesso tempo in una maniera innocente ed infantile. Un'idea del sepolcroè stata loro presentata, e con essa un idea del Signore, in un modo così impercettibileche essi non ne avevano alcuna percezione, se non in lontananza; e poiché nell'idea delsepolcro vi è qualcosa di tetro, questa è stata rimossa; poi nell'immagine del sepolcro èstato introdotto qualcosa di atmosferico, come denso vapore, che remotamente significala vita spirituale nel battesimo. Poi ho visto un'immagine, rappresentata dagli angeli edal Signore che scende verso coloro che sono a lui legati, e la sua ascesa con questi neicieli, il che era rappresentato con impareggiabile prudenza e dolcezza; per adattare larappresentazione alla mente infantile gli angeli calavano delle corde sottili e quasiinvisibili per agevolare l'ascesa del Signore, sempre con la cautela necessaria ed evitareche nulla nella rappresentazione sconfinasse al di fuori di ciò che è spirituale e celeste.Altre immagini sono offerte ai bambini, da cui, come attraverso giochi adatti alle lorocapacità, essi sono guidati nella conoscenza della verità e delle affezioni per il bene.
336. Mi è stato anche mostrato quanto sia dolce il loro intelletto. Pregavo recitando ilPadre nostro, e dal loro intelletto fluivano delle idee nel mio pensiero, percepivo il loroinflusso così dolce e tenero come fosse fatto della sola materia dell'affezione; ed erachiaro che il loro intelletto era aperto dal Signore, e ciò che fluiva da loro, erasemplicemente ciò che fluiva attraverso di loro. Il Signore fluisce nelle idee dei bambini,principalmente dall'intimo, perché non vi è nulla, a differenza degli adulti, che ostacolaquelle idee, né alcun principio di falsità che chiuda la via alla comprensione della verità,ne alcuna empietà nella vita che occluda la via alla ricezione del bene, e quindi allaricezione della sapienza. Tutto questo rende evidente che i bambini, non raggiungonoimmediatamente dopo la morte lo stato angelico, ma sono guidati gradualmente in essoper mezzo della conoscenza del bene e della verità, secondo l'ordine celeste; perché ogniminimo particolare della loro natura è noto al Signore, dunque essi sono guidati, inarmonia con la loro disposizione, nella ricezione delle verità del bene e dei beni dellaverità.
337. Mi è stato anche mostrato come ogni cosa è introdotta in loro dolcemente, conmezzi adatti al loro carattere. Mi è stato permesso di vedere i bambini vestiti in modoincantevole, con ghirlande di fiori bellissimi dai colori celesti, intrecciate sul loro petto eintorno alle loro esili braccia; e in un'occasione li ho visti in compagnia delle loroistitutrici, in un giardino adorno di alberi e viali coperti da piante di alloro, con sentieriche conducono verso l’interno; e quando i bambini entrano così adorni, superatol’ingresso, i fiori che indossano brillano in modo gioioso. Questo indica la natura dellaloro gioia, e anche in che modo siano condotti per mezzo di cose piacevoli, nei benidell'innocenza e della carità, a cui il Signore associa continuamente queste delizie.
338. Mi è stato mostrato, attraverso una forma di comunicazione familiare nell'altravita, quali siano le idee dei bambini quando essi vedono oggetti di qualunque genere.Ogni cosa che appaia alla loro vista sembra essere viva; quindi in ogni minima idea delloro pensiero vi è la vita. Ed è noto che i bambini nel mondo hanno simili idee, quandoli si osserva intenti nei loro piccoli giochi; questo perché essi non sono dotati ancoradella capacità di riflettere, come gli adulti, sugli oggetti inanimati.
339. È stato detto in precedenza che i bambini hanno un carattere celeste o spirituale.Quelli dal carattere celeste si distinguono facilmente da quelli con un caratterespirituale. Il loro pensiero, le parole ed i loro atti sono così tenui che difficilmenteappare qualcosa di diverso da ciò che fluisce dall'amore del bene verso il Signore edall'amore degli altri bambini. Quelli dal carattere spirituale invece, non sono cosìdelicati nei modi; in ogni cosa presso di loro appare una sorta di vibrazione, comequella che risulterebbe da un battito di ali. La differenza è visibile anche nel loro mododi manifestare il malumore, ed in altre cose.
340. Molti possono supporre che nel cielo i bambini restino tali, mantenendo questostato anche tra gli angeli. È comprensibile che quelli che ignorano cosa sia un angelo,possano avere una tale opinione, confermata da pitture ed immagini nelle chiese, nellequali gli angeli sono rappresentati come bambini. Ma non è affatto così. Intelligenza esapienza sono ciò che costituisce un angelo, e fintanto che i bambini non leacquisiscono, non sono angeli, sebbene essi siano con gli angeli; e non appenadiventano intelligenti e savi, essi diventano angeli; e, ciò che è meraviglioso, allora nonappaiono più come bambini, ma come adulti, perché non hanno più un carattereinfantile, ma un più maturo carattere angelico. L'intelligenza e la sapienza produconoquesto effetto. La ragione per la quale i bambini appaiono più maturi, dunque comegiovani donne o giovani uomini, essendo perfezionati in intelligenza e sapienza, è chequeste stesse sono l'essenziale nutrimento spirituale;225 e quindi le cose che nutrono la
225 Il nutrimento spirituale è la conoscenza, l'intelligenza e la sapienza, quindi il bene e la verità da cui essediscendono (nn. 3114, 4459, 4792, 5147, 5293, 5340, 5342, 5410, 5426, 5576, 5582, 5588, 5655, 8562, 9003).Perciò in senso spirituale ogni cosa che esce dalla bocca del Signore è nutrimento (n. 681). Siccome il pane
loro mente, nutrono anche il loro corpo, e questo per corrispondenza; perché la formadel corpo è semplicemente la forma esteriore del loro intimo. Ma deve essere noto che ibambini nel cielo progrediscono nell'età solo fino alla giovinezza, e rimangono in questostato per l'eternità. Affinché io potessi accertarmi di questa circostanza mi è statopermesso di parlare con alcuni che erano stati istruiti da bambini, nel cielo, ed erano poicresciuti lì; ho anche avuto modo di parlare con alcuni bambini che nel cielo apparivanonell'età dell'infanzia; ed ancora con gli stessi, quando erano cresciuti fino allagiovinezza; ed ho appreso dagli stessi bambini dei loro progressi da un'età all'altra.
341. Che l'innocenza sia un ricettacolo di tutte le cose del cielo, e dunque chel'innocenza dei bambini sia alla base di tutte le affezioni per il bene e per la verità, sipuò vedere da quanto è stato mostrato sopra (nn. 276 283) riguardo all'innocenza degliangeli nel cielo, e cioè che l'innocenza è la volontà di lasciarsi guidare dal Signore e nonda se stessi; di conseguenza, nella misura in cui un uomo è nell'innocenza, egli èseparato da ciò che è suo proprio, e nella misura in cui uno è separato da ciò che èproprio, egli è in ciò che è proprio del Signore stesso. Il proprio del Signore è ciò che èdenominato la sua giustizia ed il suo merito. Ma l'innocenza dei bambini non èautentica innocenza, perché, essa è ancora priva della sapienza. L'innocenza autentica èla sapienza, dal momento che nella misura in cui uno è savio, desidera essere guidatodal Signore, o, il che è lo stesso, nella misura in cui uno è guidato dal Signore, egli èsavio.
[2] Perciò i bambini sono guidati dall'innocenza esterna, che è l'inizio, e che si chiamainnocenza dell'infanzia, verso l'innocenza interiore, che è l'innocenza della sapienza.Questa innocenza è il fine che presiede a tutta la loro istruzione ed al suo progresso; equindi quando essi hanno raggiunto l'innocenza della sapienza, l'innocenzadell'infanzia che nel frattempo è servita da fondamenta, è congiunta a loro.
[3] L'innocenza dei bambini mi è stata rappresentata come una sorta di oggetto dilegno, quasi priva di vita, che diviene vitale quando è perfezionata dalla conoscenzadella verità e delle affezioni per il bene. Successivamente mi è stata rappresentatal'innocenza autentica, con un bambino bellissimo, nudo e pieno di vita; perché quelliautenticamente innocenti, che sono nel cielo più intimo, e quindi più vicini al Signore,appaiono sempre agli occhi degli altri angeli come bambini, e alcuni di loro nudi;perché l'innocenza è rappresentata dalla nudità, priva di un sentimento di vergogna,come si dice del primo uomo e della moglie nel paradiso (Genesi 2:25); così quando illoro stato d'innocenza è cessato, essi si sono vergognati della loro nudità, e si sononascosti (Genesi 3:7, 10, 11). In una parola, i più savi tra gli angeli sono i più innocenti,
significa ogni nutrimento in generale, esso significa anche ogni bene, celeste e spirituale (nn. 276, 680,2165, 2177, 3478, 6118, 8410). E siccome questi sono nutrimenti dello spirito, appartengono all'uomointerno (nn. 4459, 5293, 5576, 6277, 8410).
ed i più innocenti appaiono a loro stessi come bambini piccoli. È per questo che nellaParola infanzia significa innocenza (si veda sopra, n. 278).
342. Ho parlato con gli angeli, dei bambini piccoli, se essi siano liberi dai mali, inquanto non hanno mali in loro come gli adulti hanno; mi hanno detto che sonougualmente nel male, e in infatti portano in sé ogni genere di male;226 ma, come tutti gliangeli, sono trattenuti dal male e mantenuti nel bene dal Signore, e così appare chesiano nel bene da se stessi. Per questo motivo quando i bambini diventano adulti nelcielo, affinché possano avere una giusta cognizione di se stessi e del fatto che il bene inloro non è da se stessi ma dal Signore, essi sono allora lasciati nei mali che hannoereditato, e questo finché non riconoscono e credono quale sia la verità su talequestione. [2] C'è stato uno, il figlio di un re, deceduto durante l'infanzia, e quindi cresciuto nelcielo, conservando in sé questa opinione. Perciò egli è stato lasciato nei mali della vitain cui è nato, ed ha poi percepito dalla sfera della sua vita che aveva una disposizione adominare sugli altri, e a non considerare l'adulterio come peccato; questi sono i mali cheaveva ereditato dai suoi genitori; e dopo essere stato guidato nel riconoscere il suo verocarattere è stato nuovamente ricevuto tra gli angeli con il quale era prima associato.
[3] Nell'altra vita, a nessuno viene imputato il male ereditato, perché non è il suo male,cioè, non è colpa sua se ha una tale disposizione; ciascuno deve rispondere solo delmale di cui si è appropriato, nella sua vita. Quando perciò i bambini che sono diventatiadulti nel cielo, sono lasciati nei mali che hanno ereditato alla nascita, ciò non è fattoallo scopo di punirli, ma affinché imparino che in se stessi non vi è altro che il male, ed èper misericordia del Signore che essi sono condotti nel cielo dall'inferno in cui sono, eche è in virtù del Signore che essi sono nel cielo, e non per meriti loro propri; e dunquenon possono vantarsi con gli altri del bene che è in loro; dato che questo è opposto albene dell'amore reciproco, nonché opposto alla verità della fede.
343. Molte volte quando un certo numero di bambini che si trovavano in statopuramente infantile erano presso di me, in coro, si udiva come un motivo dolce madisarmonico, cioè non ancora unanime, come avviene più avanti, quando essi sono
226 Tutti gli uomini nascono nei mali di ogni genere, fino al punto che ciò che è loro proprio non è altroche male (nn. 210, 215, 731, 874–876, 987, 1047, 2307, 2308, 3518, 3701, 3812, 8480, 8550, 10283, 10284,10286, 10731). Di conseguenza l'uomo deve necessariamente rinascere, cioè deve essere rigenerato (n.3701). Il male ereditario dell'uomo consiste nell'amare se stesso più che Dio, ed il mondo più che il cielo, enell'avere a cuore se stesso, non tenendo in nessun conto il prossimo, se non per il bene di sé, dunqueesso consiste nell'amore di sé e nell'amore del mondo (nn. 694, 731, 4317, 5660). Tutti i mali derivanodall'amore di sé e dall'amore del mondo, quando questi due sono dominanti, (nn. 1307, 1308, 1321, 1594,1691, 3413, 7255, 7376, 7488, 7490, 8318, 9335, 9348, 1008, 10742). Questi mali sono il disprezzo degli altri,l'inimicizia, l'odio, la vendetta, la crudeltà, l'inganno (nn. 6667, 7370–7374, 9348, 10038, 10742). E da questimali deriva ogni falsità (nn. 1047, 10283, 10284, 10286). Quando questi amori hanno le redini siprecipitano a capofitto; e l'amore di sé aspira finanche al trono di Dio (nn. 7375, 8678).
diventati più maturi. Vedendomi sorpreso, gli spiriti presso di me non riuscivano adastenersi dal parlare. Questo desiderio è innato negli spiriti. Ma ho notato, ogni volta,che i bambini non desideravano parlare. Il loro rifiuto e la loro resistenza, eranoaccompagnati da una sorta di indignazione, come spesso ho percepito; e quando sonosollecitati a parlare essi non desiderano dire alcunché, tranne che, Non è così. Mi è statoinsegnato che i bambini piccoli sono così tentati in modo che possano abituarsi aresistere contro la falsità e il male, e anche affinché possano imparare a non pensare,parlare e agire secondo le altrui opinioni, e di conseguenza affinché possano imparare alasciarsi guidare unicamente dal Signore.
344. Da quanto si è detto si può comprendere quale sia l'istruzione dei bambini nelcielo, vale a dire, ciò che li guida attraverso la comprensione della verità e dellasapienza del bene, nella vita angelica, che è l'amore per il Signore e l'amore reciproco,nei quali è l'innocenza. Dal seguente esempio si può comprendere quanto sia diversa inmolti casi, l'educazione dei bambini nel mondo. Ero per strada in una grande città, e hovisto dei ragazzini picchiarsi; una folla è accorsa per godersi lo spettacolo; e mi è statodetto che i ragazzi sono incitati alla lotta dai loro stessi genitori. Gli spiriti retti e gliangeli, nel vedere queste scene attraverso i miei occhi erano indignati a tal punto chepercepivo il loro orrore; specialmente per il fatto che i genitori li incoraggiavano abattersi, dicendo che per questa via, estinguono nei figli, nella più tenera età, ogniamore reciproco, e ogni innocenza che i bambini hanno dal Signore, e introducono nelloro spirito, odio e vendetta; di conseguenza gli sforzi dei genitori causano lapreclusione dei figli dal cielo, dove non c'è nient'altro che l'amore reciproco. I genitoriche hanno a cuore il bene dei loro figli, usino la massima attenzione in queste cose.
345. Ora si dirà quale sia la differenza tra coloro che muoiono nell'infanzia e coloroche muoiono in età adulta. Questi ultimi acquisiscono piena conoscenza del mondoterreno e materiale, e conservano questa conoscenza nella loro memoria e nelle loroaffezioni naturali. Queste restano quindi sedimentate ma fanno da fondamento remotoal pensiero, dopo la morte, dato che il pensiero scorre in esse. Di conseguenza, secondocome è questo fondamento, e secondo come è la corrispondenza tra le cose che sono inesso, tale è anche la facoltà razionale, e tale è l'uomo dopo la morte. Ma i bambini chemuoiono durante l'infanzia e sono istruiti nel cielo non hanno tale fondamento, dato chenon traggono nulla dal mondo materiale e dal corpo terreno; ma hanno un fondamentospiritualenaturale. Per tale motivo essi non possono essere in affezioni così grossolanee nei conseguenti pensieri, dal momento che traggono tutte le cose dal cielo. Inoltre,questi bambini ignorano di essere nati nel mondo, e credono di essere nati nel cielo.Non conoscono altro se non la loro nascita spirituale, che ha luogo per mezzo dellaconoscenza della verità e del bene e attraverso l'intelligenza e la sapienza, grazie allequali l'uomo è un uomo; e siccome queste provengono dal Signore, essi credono e
amano appartenere al Signore. Nondimeno, gli uomini che crescono nel mondopossono diventare perfetti come i bambini che crescono nel cielo, a condizione cheabbiano messo da parte gli amori corporei e terreni, che sono amori di sé e del mondo, eaccolgano in luogo di questi gli amori spirituali.
38Il savio ed il semplice nel cielo
346. Si ritiene che nel cielo, al savio sarà tributata maggiore gloria e preminenzarispetto al semplice, perché è scritto in Daniele:
I savi risplenderanno nello splendore del firmamento, e quelli che avranno illustratomolti nella giustizia risplenderanno come le stelle in eterno (Daniele 12:3)
Ma pochi sanno che cosa s'intende per savio per coloro che hanno insegnato a molti lagiustizia. La comune opinione è che essi sono, gli eruditi e specialmente quelli che hannoinsegnato nella chiesa e hanno superato altri nella dottrina e nella predicazione, e ancorpiù quelli tra loro che hanno convertito molti alla fede. Nel mondo tutti questi sonoconsiderati savi, tuttavia tali non sono, salvo che la loro intelligenza sia intelligenzaceleste. E di tale intelligenza, si dirà ora.
347. L'intelligenza celeste è l'intelligenza interiore che scaturisce da un amore per laverità, privo di alcuna gloria nel mondo, e neppure nel cielo, qualora ne fosse il fine, macon il solo fine della verità in sé, da cui tale intelligenza ne risulta influenzata e dilettatainteriormente. Ciò che influenza e diletta è la luce del cielo; e coloro che sono influenzatie dilettati dalla luce del cielo, sono anche influenzati e dilettati dalla Divina verità, equindi dal Signore stesso; perché la luce del cielo è la Divina verità, e la Divina verità èil Signore nel cielo (si veda sopra, nn. 126 – 140). Questa luce entra solo nell'intimo dellamente, che è predisposto per ricevere quella luce, ed è influenzato e dilettato quando èattraversato dalla luce; perché ogni cosa che fluisce ed è ricevuta dal cielo ha in sé ciòche è piacevole. Da questo nasce un'affezione sincera per la verità, che è un'affezioneper la verità, per il bene della verità stessa. Coloro che sono in questa affezione o, il cheè lo stesso, in questo amore, sono nell'intelligenza celeste, e brillano nel cielo dellostesso splendore del firmamento. Risplendono così perché la Divina verità, ovunqueessa sia nel cielo, è ciò che dà luce (si veda sopra, n. 132), e il firmamento del cielosignifica, in base alla corrispondenza, la facoltà intellettuale, sia presso gli angeli, siapresso gli uomini, che siano nella luce del cielo.
[2] Ma quelli che amano la verità, allo scopo di conseguire la gloria nel mondo o nelcielo, non possono risplendere nel cielo, dal momento che sono influenzati e dilettatidalla luce del mondo, e non dall'autentica luce del cielo; e la luce del mondo senza la
luce del cielo, appare come fitta oscurità nel cielo.227 Perché la gloria di sé è ciò che liguida, e quando gli uomini sono in quella gloria, antepongono loro stessi ad ogni cosa,pervertendo la verità in qualcosa di utile alla loro gloria, e considerandola quindi comeun mero strumento, anziché un fine. Poiché colui che ama la verità Divina per amoredella sua gloria, guarda a se stesso e non al Signore, nelle verità Divine, volgendo lavista del proprio intelletto e la fede lontano dal cielo, verso il mondo, e dal Signore a sestesso. Questi dunque sono nella luce del mondo e non nella luce del cielo. [3] Esteriormente, o agli occhi degli uomini essi appaiono intelligenti ed eruditi comecoloro che sono nella luce del cielo, perché parlano in modo simile; e talvoltaesteriormente appaiono persino più savi, perché sono mossi dall'amore di sé, e sonoabili nel simulare le affezioni celesti; ma nella loro forma interiore, in cui appaionoinnanzi agli angeli sono completamente diversi. Tutto ciò dimostra in qualche misuracosa si intenda per i savi che brilleranno nel cielo nello splendore del firmamento. Cosa siintenda per quelli che hanno illustrato molti nella giustizia i quali brilleranno come le stelle,sarà ora esposto.
348. Per coloro che volgono molti alla giustizia si intendono coloro che sono savi, e nelcielo sono chiamati savi coloro che sono nel bene, cioè quelli che conformano la loro vitaalle verità Divine; perché non appena la verità Divina viene fatta propria nella vita,diviene bene, dal momento che è fatta propria dalla volontà e dall'amore, e tutto ciò cheappartiene alla volontà e all'amore, si chiama bene; perciò sono chiamati savi coloro neiquali la sapienza appartiene alla vita. Mentre quelli che non applicano direttamente leverità Divine nella loro vita, ma prima le tengono a mente, per poi richiamarle dallamemoria e applicarle alla vita, sono chiamati intelligenti. Quale e quanta sia la differenzatra savi e intelligenti nel cielo può essere visto nel capitolo che tratta dei due regni,quello celeste e quello spirituale (nn. 2028), e dei tre cieli (nn. 2940). Coloro che sononel regno celeste del Signore, e di conseguenza nel terzo cielo o cielo più intimo, sonochiamati i giusti perché attribuiscono ogni giustizia al Signore e nessuna a se stessi. Lagiustizia del Signore nel cielo è il bene che procede dal Signore.228 Questi, dunque, sonointesi per coloro che volgono molti alla giustizia, e questi si intendono anche nelle paroledel Signore,
227 La luce del mondo è percepita dall'uomo esterno, la luce del cielo dall'uomo interno (nn. 3222–3224,3337). La luce del cielo fluisce nella luce naturale, e nella misura in cui l'uomo naturale riceve la luce delcielo, egli diviene savio (nn. 4302, 4408). Le cose che sono nella luce del cielo sono visibili soltanto inquella luce, e non nella luce del mondo, denominata luce naturale (n. 9755). Perciò coloro che sonounicamente nella luce del mondo non possono percepire quelle cose che sono nella luce del cielo (n.3108). Gli angeli percepiscono la luce del mondo come densa oscurità (nn. 1521, 1783, 1880).228 Il merito e la giustizia del Signore è il bene che governa il cielo (nn. 9486, 9983). È giusto o reso giustocolui al quale sono attribuiti il merito e la giustizia del Signore; ed è ingiusto colui che ha a cuore il propriomerito e la propria giustizia (nn. 5069, 9263). La qualità di coloro che nell'altra vita rivendicano per sé larettitudine (nn. 942, 2027). Nella Parola giustizia è una qualificazione del bene e giudizio una qualificazionedella verità; perciò, agire con giustizia e giudizio è agire nel bene e nella verità (nn. 2235, 9857).
I giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre (Matteo 13:43)
Questi risplenderanno come il sole, perché sono nell'amore verso il Signore, dal Signore, equell'amore è inteso con il sole (si veda sopra, nn. 116125). La loro luce è una fiammacolorata; e le idee del loro pensiero sono tinte con queste tonalità fiammeggianti perchéricevono il bene dell'amore direttamente dal Signore in quanto sole nel cielo.
349. Tutti coloro che hanno acquisito intelligenza e sapienza nel mondo sono accoltinel cielo e diventano angeli, ciascuno secondo la qualità e il grado della sua intelligenzae sapienza. Perché ciò che un uomo acquisisce nel mondo resta in lui, dopo la morte; edè ulteriormente incrementato e perfezionato, entro e non oltre il grado della suaaffezione e desiderio della verità ed il suo bene, quelli con affezione e desiderio minimi,ricevono il minimo, e comunque ciascuno riceve quanto è in grado di ricevere in quelgrado, mentre quelli con maggiore affezione e desiderio ricevono in misura maggiore. Ilgrado stesso di affezione e desiderio è come una misura che viene riempita fino all'orlo;colui che dispone di una grande misura riceve più di colui che dispone di una piccolamisura. È così perché l'amore dell'uomo, cui appartengono l'affezione ed il desiderio,riceve ogni cosa che è in armonia con se stesso; di conseguenza, la ricezione ècommisurata all'amore. Questo è ciò che s'intende con le parole del Signore,
A chi ha sarà dato, in modo che egli possa essere nell'abbondanza (Matteo 13:12;25:29)
Una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo (Luca6:38)
350. Tutti quelli che hanno amato la verità e il bene per il bene della verità e del bene,sono ricevuti nel cielo; perciò quelli che hanno molto amato sono chiamati savi, e quelliche hanno amato poco sono chiamati semplici. I savi nel cielo sono nella luce piùintensa, i semplici in una luce meno intensa, secondo il grado del loro amore per il benee per la verità. Amare la verità e il bene per amore della verità e del bene significadesiderarli e conformarsi ad essi; perché chi ama, vuole e mette in atto ciò che ama,mentre chi non vuole, non mette in atto, né ama quella cosa. Anche quelli che amano ilSignore, sono amati dal Signore, perché il bene e la verità procedono dal Signore. Enella misura in cui il bene e la verità procedono dal Signore, il Signore è nel bene e nellaverità; ed è in coloro che ricevono il bene e la verità nella loro vita, in quanto lidesiderano e li mettono in atto. Inoltre, l'uomo, considerato in se stesso non è altro che ilsuo bene e la sua verità, perché il bene appartiene alla sua volontà e la verità appartieneal suo intelletto. Evidentemente, allora, l'uomo è amato dal Signore esattamente nellamisura in cui la sua volontà è formata dal bene ed il suo intelletto, dalla verità. Inoltre
essere amati dal Signore, è amare il Signore, perché l'amore è reciproco; poiché a coluiche è amato il Signore dona la capacità di amare.
351. Si crede nel mondo che coloro che hanno una maggiore conoscenza, sia essa laconoscenza degli insegnamenti della Chiesa e della Parola o delle scienze, abbiano unavisione più interiore ed acuta della verità rispetto ad altri, cioè, sono più intelligenti esavi; e questi hanno tale opinione di se stessi. Ma quali siano la vera intelligenza e lavera sapienza, e quali siano di conseguenza la falsa intelligenza e la falsa sapienza, sidirà di seguito.
[2] La vera intelligenza e la vera sapienza è la visione e la comprensione di ciò che èvero e buono, e quindi ciò che è falso e male, che è nettamente distinto, da un'intuizionee da una percezione interiori. Ogni uomo è dotato di facoltà interiori ed esteriori; lefacoltà interiori appartengono all'uomo interno o spirituale, e le facoltà esterioriappartengono all'uomo esterno o naturale. A seconda di come è costituito l'interiore diun uomo, egli vede e percepisce con le sue facoltà esteriori. Il suo interiore può essereformato solo nel cielo, mentre il suo esteriore si forma nel mondo. Quando il suointeriore si è costituito nel cielo, le cose che contiene fluiscono nel suo esteriore cheproviene dal mondo, in modo che quest'ultimo sia una corrispondenza del primo, cioèagisca come uno con il suo interiore; quando ciò ha luogo, l'uomo vede e percepisce apartire da ciò che è interiore. L'interiore può formarsi solo in un modo, cioè dall'uomoche si rivolge al Divino e al cielo, poiché come è stato detto, l'interiore è formato nelcielo; e l'uomo si rivolge al Divino quando crede ogni verità e ogni bene, econseguentemente ogni intelligenza e ogni sapienza provengono dal Divino; e l'uomocrede nel Divino, quando desidera essere guidato dal Divino. In questo modo, ed innessun altro, l'interiore dell’uomo è aperto.
[3] L'uomo che è in questa fede e in una vita in armonia con la sua fede ha l'abilità e lacapacità di comprendere e di diventare savio; ma per diventare intelligente e savio,deve imparare molte cose, riguardanti il cielo ed il mondo; le prime attingendo dallaParola e dalla chiesa, le altre, dalle scienze. Nella misura in cui l'uomo le apprende e leapplica alla sua vita, egli diviene intelligente e savio, perché in quella misura la vistainteriore che appartiene al suo intelletto e l'affezione interiore che appartiene alla suavolontà si perfezionano. Il semplice in questa categoria è colui il cui interiore è statoaperto, ma non è così arricchito dalle verità spirituali, morali, civili e naturali. Questipercepisce le verità quando le ode, ma non le vede in se stesso. Mentre il savio in questacategoria è colui il cui interiore è stato sia aperto, sia arricchito. Questi vede le veritàinteriormente e le percepisce in sé. Tutto ciò chiarisce quale sia la vera intelligenza equale sia la vera sapienza.
352. L'intelligenza e la sapienza spurie non sono in grado di vedere né percepire dal didentro ciò che è vero e ciò che è bene, ed in tal modo ciò che è falso e ciò che è male, masemplicemente accettano le opinioni altrui su ciò che è vero e bene, e su ciò che è male,confermandole. Questo modo di vedere la verità attraverso qualcun altro, e non dallaverità stessa, può portare e credere ciò che è falso, oppure ciò che è vero,indifferentemente, perché ogni cosa può essere dimostrata fino a quando non apparevera, assumendo un'apparenza di verità. L'interiore di individui con queste qualità èaperto solo dal basso, ed il loro esteriore è aperto nella misura in cui si sono confermatinell'intelligenza e nella sapienza spurie. Per questo motivo la luce che vedono non è laluce del cielo, ma la luce del mondo, che si chiama luce naturale; ed in quella luce lefalsità brillano come verità; e quando sono confermate possono anche appariresplendenti, ma non alla luce del cielo. Di questa categoria sono i meno intelligenti e saviche si sono confermati saldamente in queste convinzioni, e quelli più intelligenti e saviche si sono confermati meno saldamente in queste convinzioni. Da ciò è chiaro cosasiano l'intelligenza e la sapienza spurie.
[2] Non sono inclusi in questa categoria, quelli che durante l'infanzia hanno ritenutovero ciò che hanno udito dai loro maestri, se in età adulta, quando hanno iniziato aragionare con il proprio intelletto, hanno abbandonato queste convinzioni, andando allaricerca della verità, e quando l'hanno trovata, si sono rivolti interiormente ad essa.Siccome essi si sono mossi verso la verità, per amore della verità, essi vedono la veritàprima ancora di confermarla.229
[3] Ciò può essere spiegato con un esempio. C'è stata una discussione fra gli spiriti sulperché gli animali siano nati in tutte le conoscenze adatte alla loro natura, a differenzadall'uomo; e la ragione, è stato detto, è che gli animali sono nell'ordine della loro vita,mentre l'uomo non lo è; di conseguenza l'uomo deve necessariamente essere condottoin quell'ordine per mezzo di ciò che apprende dalle cose interiori ed esteriori. Tuttavia,se l'uomo fosse nato nell'ordine della sua vita, vale a dire, nell'amore di Dio sopra ognicosa e del prossimo come se stesso, nascerebbe nell'intelligenza e nella sapienza, eavendo acquisito queste conoscenze aderirebbe direttamente a tutte le verità. Gli spiritiretti hanno compreso la veridicità di questa affermazione immediatamente, dalla lucedella verità; mentre gli spiriti che si erano consolidati nella sola fede, e che avevanomesso da parte l'amore e la carità, erano incapaci di comprendere, perché la luce dellafalsità in cui si erano confermati aveva oscurato presso di loro la luce della verità.
229 È nella capacità del savio vedere e percepire se una cosa è vera prima di asseverarla, anzichéasseverare semplicemente ciò che è sostenuto da altri (nn. 1017, 4741, 7012, 7680, 7950). Solo coloro chesono influenzati dalla verità per il bene della verità e della vita, possono vedere e percepire se una cosa èvera, prima di asseverarla (n. 8521). Il confermare una tesi non appartiene alla luce spirituale ma alla lucenaturale, e perfino alla luce sensuale che muove gli empi (n. 8780). Tutte le cose, anche le falsità, possonoessere dimostrate finché non appaiono come verità (nn. 2477, 2480, 5033, 6865, 8521).
353. La falsa intelligenza e la falsa sapienza sono tali in quanto separate dalriconoscimento del Divino; perché ogni fautore di sapienza ed intelligenza di una talespecie non riconosce il Divino ed individua al suo posto la natura, ragionando in unamodalità corporea e sensuale, comunque possa essere stimato nel mondo per i proprisuccessi e per la propria erudizione.230 Perché la sua erudizione non si spinge oltre lecose che appaiono innanzi agli occhi del mondo; queste egli conserva nella suamemoria, e le considera in termini alquanto materiali, sebbene le stesse conoscenzesiano utili nell'intelligenza autentica, alla formazione dell'intelletto. Per scienze di variogenere si intendono le scienze sperimentali, quali la fisica, l'astronomia, la chimica, lameccanica, la geometria, l'anatomia, la psicologia, la filosofia, la storia dei regni e dellaletteratura, la critica letteraria e le lettere.
[2] I rappresentanti del clero che negano il Divino non elevano i loro pensieri al disopra delle cose sensuali dell'uomo esteriore, e riguardo alla Parola nello stesso mododi altri riguardo alle scienze essa non entra nel loro pensiero, né in qualsiasi intuizionedi una mente illuminata razionale; questo perché il loro interiore è chiuso, a causa delfatto che hanno allontanato se stessi dal cielo, e hanno degradato quelle facoltà in basealle quali erano capaci di guardare al cielo, che sono, come si è detto sopra, le facoltàinteriori della mente umana. Per tale motivo essi sono incapaci di vedere alcunché dellaverità e del bene, essendo questi per loro nelle tenebre, mentre tutto ciò che è falso etutto ciò che è male è nella luce.
[3] Nondimeno, gli uomini sensuali sono in grado di ragionare, alcuni di essi piùabilmente e acutamente di chiunque altro; ma il loro ragionare è inficiato dalle falsitàindotte dai sensi e confermate dalle loro conoscenze; e poiché sono capaci di ragionarein questo modo, credono di essere più saggi di altri.231 Il fuoco che accende i lororagionamenti è il fuoco dell'amore di sé e del mondo. Questi sono nella falsaintelligenza e nella falsa sapienza, e ad essi fa riferimento il Signore in Matteo:
230 Il sensuale è ciò che è più esteriore nella vita dell'uomo, che è aderente ed inerente al corpo (nn. 5077,5767, 9212, 9216, 9331, 9730). È chiamato sensuale l'uomo che formula ogni giudizio ed ogni conclusionebasandosi sui sensi corporei, e che non crede in nulla se non in ciò che vede con gli occhi e che tocca conle mani (nn. 5094, 7693). Il pensiero di un tale uomo è riposto nelle cose più esteriori e non interiormentein se stesso (nn. 5089, 5094, 6564, 7693). Il suo interiore è talmente chiuso da non percepire nulla dellaverità Divina (nn. 6564, 6844, 6845). In una parola, egli è nella più grossolana luce naturale, tale da nonpercepire nulla della luce del cielo. (nn. 6201, 6310, 6844, 6845). Perciò egli è interiormente contrappostoalle cose pertinenti al cielo ed alla chiesa (nn. 6201, 6310, 6844, 6845, 6948, 6949). Gli eruditi che si sonoconsolidati contro le verità della chiesa sono uomini sensuali (n. 6316). Una descrizione dell'uomosensuale (n. 10236).231 Gli uomini sensuali ragionano astutamente e abilmente, dato che ripongono tutta la loro intelligenzanell'esprimersi attraverso la memoria corporea (nn. 195, 196, 5700, 10236) Tuttavia, essi ragionano apartire dalla fallacia dei sensi (nn. 5084, 6948, 6949, 7693). Gli uomini sensuali sono molto più astuti emaliziosi di altri (nn. 7693, 10236). Essi erano denominati dalle genti antiche serpenti dell'albero dellaconoscenza (nn. 195 197, 6398, 6949, 10313).
Pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono, e neppure comprendono(Matteo 13:1315)
Queste cose sono nascoste all'intelligente e al saggio, e sono rivelate ai piccoli (Matteo11:25, 26)
354. Mi è stato concesso di parlare con molti degli eruditi dopo la loro dipartita dalmondo; alcuni dei quali noti nel mondo letterario per i loro scritti, e altri non cosìcelebrati, anche se dotati di profonda sapienza. Coloro che nel cuore avevano negato ilDivino, qualunque fosse stata la loro professione, erano diventati così stupidi da avereuna minima comprensione perfino delle cose mondane, e ancor meno di quellespirituali. Ho percepito e ho anche visto che l'interiore delle loro menti era così chiusoda sembrare nero (perché nel mondo spirituale queste cose diventano visibili), e diconseguenza non potevano sopportare alcuna luce celeste né ricevere alcun influsso dalcielo. Questa oscurità che permeava il loro interiore era più intensa ed estesa pressoquelli che si erano confermati contro il Divino per mezzo delle conoscenze che avevanoacquisito. Nell'altra vita questi accettano con gioia tutte le falsità, assorbendole comefarebbe una spugna con l'acqua, e respingono tutte le verità come farebbe una sostanzaossea elastica, respingendo ciò che cade su di essa. In realtà, si dice che l'interiore diquelli che si sono confermati contro il Divino e in favore della natura diventanoscheletrici, e le loro teste fino al naso appaiono insensibili come l'avorio, il che è unsegno che essi non hanno più alcuna percezione. Quelli qui descritti sono immersi inpantani che appaiono come le torbiere; e lì sono tormentati da illusioni in cui sonotrasformate le loro falsità. Il loro fuoco infernale è un desiderio di gloria e fama, che lispinge ad aggredirsi l'un l'altro, e per via di un ardore infernale, tormentano quelli diloro che non li adorano come divinità; e questo lo fanno gli uni agli altri, a turno. Inqueste cose è trasformato tutto il sapere del mondo che non ha ricevuto in sé la luce dalcielo attraverso il riconoscimento del Divino.
355. Che tale sia la sorte di questi nel mondo spirituale ove giungono dopo la morte,può essere dedotto semplicemente da questo, che tutte le cose che sono nella memorianaturale e sono direttamente congiunte con i sensi corporei (della effettività di talecongiunzione, si è detto più sopra) poi diventano quiescenti; a tali principi razionaliquesti attingono per i loro pensieri e parole. Perché l'uomo porta con sé la sua interamemoria naturale, ma i suoi contenuti non sono accessibili al suo pensiero, comequando ha vissuto nel mondo. Nulla di quella memoria può essere richiamato e portatonella luce spirituale, perché il suo contenuto non è fatto di oggetti di quella luce.Tuttavia, le cose della ragione e dell'intelletto che l'uomo ha acquisito dalle conoscenzedurante la sua vita terrena, concordano con la luce del mondo spirituale; diconseguenza nella misura in cui lo spirito dell'uomo è stato reso razionale nel mondoattraverso la conoscenza e la scienza, è nella stessa misura, razionale, dopo aver lasciato
il corpo; perché allora, l'uomo è uno spirito, ed è lo spirito che pensa nel corpo.232
356. Riguardo a quelli che hanno acquisito l'intelligenza e la sapienza attraverso laconoscenza e la scienza, i quali hanno subordinato ogni cosa all'uso della vita, e hannoanche riconosciuto il Divino, amato la Parola, ed hanno vissuto una vita moralespirituale (di cui sopra, n. 319), a questi le scienze sono servite come mezzo perdiventare savi, e anche per consolidarsi nelle cose che riguardano la fede. Ho percepitol'interiore della mente di questi e ho visto la sua trasparenza nella luce di un biancoscintillante e fiammeggiante, o di colore blu, come quello di diamanti traslucidi, rubini ezaffiri; e questo in virtù del fatto che si erano confermati a favore del Divino e delleverità Divine che avevano tratte dalla scienza. Essi sono nell'apparenza della veraintelligenza e della vera sapienza quando sono presentati alla vista nel mondospirituale. Questo aspetto deriva dalla luce del cielo; e quella luce è la verità Divina cheprocede dal Signore che è la sorgente di ogni intelligenza e sapienza (si veda sopra, nn.126133).
[2] Quella luce, cangiante come le sfumature dei colori, è nel loro interiore; e le suescreziature sono prodotte dalla conferma delle verità Divine per mezzo delle cose chesono in natura, cioè, attraverso le scienze.233 Perché la mente interiore dell'uomo guardadentro le cose della memoria naturale, e le cose che gli serviranno come prove, lesublima per così dire, attraverso il fuoco dell'amore celeste, ed egli le ritrae e le purificain idee spirituali. Questo è sconosciuto all'uomo finché vive nel corpo, perché lì eglipensa sia spiritualmente, sia naturalmente, e non ha percezione delle cose che pensaspiritualmente, ma solo di quelle che pensa in modo naturale. Poi quando giunge nelmondo spirituale non ha percezione di ciò che pensava naturalmente nel mondo, masolo di quello che pensava spiritualmente. Così cambia la sua condizione.
[3] Tutto ciò rende chiaro che è per mezzo delle conoscenze e delle scienze che l'uomoè reso spirituale; inoltre, queste sono il mezzo per divenire savi, ma solo presso coloroche hanno riconosciuto il Divino nella fede e nella vita. Questi, anche prima degli altri,sono accolti nel cielo, e sono tra quelli che abitano nel centro (n. 43), perché sono nellaluce più degli altri. Questi sono gli intelligenti ed i savi nel cielo, i quali brillano nellosplendore del firmamento e che risplendono come le stelle, mentre i semplici sono quelli chehanno riconosciuto il Divino, hanno amato la Parola, ed hanno vissuto una vita moralee spirituale, ma l'interiore delle loro menti non è stati altrettanto arricchito dalle
232 Le conoscenze appartengono alla memoria naturale di cui l'uomo dispone nel mondo (nn. 5212, 9922).L'uomo conserva in sé la memoria naturale dopo la morte (n. 2475); dall'esperienza (nn. 2481–2486). Manon può più attingere ad essa, come faceva nel mondo, per diverse ragioni (nn. 2476, 2477, 2479).233 I colori più meravigliosi sono visibili nel cielo (nn. 1053, 1624). I colori nel cielo, derivano dalla luce dilì, e sono variazioni di quella luce (nn. 1042, 1043, 1053, 1624, 3993, 4530, 4742, 4922). Dunque essi sonomanifestazioni della verità dal bene, e significano cose inerenti l'intelligenza e la sapienza (n. 4530, 4677,4922, 9466).
Passi estratti da Arcana Coelestiaconcernenti le conoscenze
L'uomo dovrebbe essere pienamente istruito nelle scienze e nelle cognizioni, dalmomento che per mezzo di esse impara a pensare, poi a comprendere ciò che è vero eciò che è bene e, infine, ad essere savio (nn. 129, 1450, 1451, 1453, 1548, 1802).
Le scienze sono le prime cose su cui la vita dell'uomo, civile, morale e spirituale, ècostruita e fondata, e debbono essere apprese per il bene dell'uso come fine in sé (nn.1489, 3310).
Le cognizioni aprono la strada all'uomo interno, e dopo congiungono quell'uomo conquello esteriore secondo gli usi (nn. 1563, 1616).
La facoltà razionale nasce dalle scienze e delle cognizioni (nn. 1895, 1900, 3086).
Ma non per mezzo delle cognizioni stesse, ma attraverso l'affezione per gli usi che nederivano (n. 1895).
[2] Ci sono conoscenze che danno accesso alle verità Divine, e conoscenze che nonhanno questa qualità (n. 5213).
Le conoscenze vuote devono essere distrutte (nn. 1489, 1492, 1499, 1581).
Le conoscenze vuote, come gli amori di sé e del mondo, sono fine a se stesse, esostengono quegli amori, e allontanano dall'amore per Dio e dall'amore verso ilprossimo, perché tali conoscenze chiudono l'uomo interiore, fino al punto in cui l'uomodiventa incapace di ricevere alcunché dal cielo (n. 1563, 1600).
Le scienze sono mezzi per diventare savi, o per diventare folli per mezzo di essel'uomo interiore o è aperto o è chiuso, e quindi la sua razionalità può esserne arricchitao distrutta (nn. 4156, 8628, 9922).
[3] L'uomo interiore è aperto e via via perfezionato per mezzo delle scienze se l'uomosi prefigge quale fine un uso retto delle stesse un fine, specialmente un uso che guardaalla vita interiore (n. 3086).
Poi le scienze, che sono presso l'uomo naturale, vengono in contatto con le cosespirituali e celesti dell'uomo spirituale il quale attrae a sé quelle di loro che sono adatte(n. 1495).
Poi gli usi della vita celeste sono estratti dal Signore e perfezionati dalle conoscenzedell'uomo naturale, per mezzo dell'uomo interiore (nn. 1895, 1896, 19001902, 5871,5874, 5901).
Mentre le conoscenze incongrue e opposte vengono respinte ai margini e bandite (nn.5871, 5886, 5889).
[4] La vista dell'uomo interiore richiama dalla memoria dell'uomo esterno soltantocose che sono in armonia con il suo amore (n. 9394).
Ciò che riguarda l'amore appare alla vista dell'uomo interno al centro e nella luce, maciò che non è amore, è ai margini e nell'oscurità (nn. 6068, 6084).
Le conoscenze adatte sono gradualmente impiantate negli amori dell'uomo, e per cosìdire, abitano in essi (n. 6325).
Se l'uomo nascesse nell'amore verso il prossimo, nascerebbe nell'intelligenza, masiccome è nato nell'amore di sé e del mondo, egli nasce nella completa ignoranza (nn.6323, 6325).
La conoscenza, l'intelligenza e la sapienza sono figlie dell'amore verso Dio e verso ilprossimo (nn. 1226, 2049, 2116).
[5] Una cosa è essere savi, e un'altra cosa è avere la capacità d'intendere, un'altrasapere, ed un'altra fare; nondimeno, in quelli che possiedono la vita spirituale, questecose seguono nell'ordine, e coesistono nelle azioni (n. 10331).
Inoltre una cosa è sapere, un'altra riconoscere, e un altra avere fede (n. 896).
[6] Le conoscenze che riguardano l'uomo esterno o naturale, sono nella luce delmondo, ma le verità che sono state rese verità della fede e dell'amore, ed hanno cosìacquisito la vita, sono la luce del cielo (n. 5212).
Le verità che hanno acquisito la vita spirituale sono comprese per mezzo di ideenaturali (n. 5510).
L'influsso spirituale scorre dall'uomo interno o spirituale nelle conoscenze che sonodell'uomo esterno o naturale (nn. 1940, 8005).
Le conoscenze sono ricettacoli, e, e per così dire vessilli, per la verità ed il bene cheappartengono all'uomo interno (nn. 1469, 1496, 3068, 5489, 6004, 6023, 6052, 6071, 6077,7770, 9922).
Le conoscenze sono come specchi in cui le verità ed i beni dell'uomo interno appaionocome un'immagine (n. 5201).
Lì esse sono insieme come nel loro ambito più remoto (nn. 5373, 5874, 5886, 5901, 6004,6023, 6052, 6071).
[7] L'influsso non è fisico ma spirituale, cioè l'influsso è dall'uomo interno all'uomoesterno, quindi nelle conoscenze esteriori; e non dalle esteriori in quelle interiori, quindinon dalle conoscenze esteriori nelle verità della fede (n. 3219, 5119, 5259, 5427, 5428,5478, 6322, 9110).
L'iniziazione ha luogo dalle verità della dottrina della chiesa, che derivano dallaParola, e quelle verità devono prima essere riconosciute, e allora è consentito consultarele conoscenze (n. 6047).
Quindi è ammissibile per coloro che sono in uno stato di adesione alle verità di fede,confermare queste verità intellettualmente per mezzo delle conoscenze, ma non percoloro che sono in uno stato di negazione (nn. 2568, 2588, 4760, 6047).
Colui che non vuole credere alla verità Divina, finché non è convinto per mezzo delleconoscenze, non potrà mai credere (n. 2094, 2832).
Entrare dalla conoscenza nelle verità della fede è contrario all'ordine (n. 10236).
Quelli che ragionano così diventano insani di mente nelle cose del cielo e della chiesa(nn. 128130).
Essi cadono nella falsità del male (nn. 232, 233, 6047).
Nell'altra vita quando pensano a questioni spirituali diventano come ubriachi (n.1072).
Per approfondire il carattere di tali individui (n. 196).
Esempi che dimostrano che le cose spirituali non possono essere comprese quandosono esaminate attraverso le scienze (nn. 233 del 2094, 2196, 2203, 2209).
In molte cose spirituali, certi eruditi sono più dementi dei semplici, per la ragione cheessi sono in uno stato di negazione, nel quale si consolidano per mezzo delle scienze chehanno continuamente e in abbondanza davanti alla loro vista (nn. 4760, 8629).
[8] Quelli che ragionano dalle scienze contro le verità della fede ragionano conscaltrezza, vale a dire, lasciandosi ingannare dai sensi, che sono coinvolgenti econvincenti, perché non possono essere facilmente dissipati (n. 5700).
Quali cose siano errori dei sensi, e cosa siano (nn. 5084, 5094, 6400, 6948).
Quelli che non hanno alcuna conoscenza della verità, e anche quelli che sono nel male,sono in grado di ragionare sulle verità della fede e sui beni, ma non sono in grado dicomprenderli (n. 4214).
L'intelligenza non consiste nella mera conferma dei dogmi, ma nel comprendere se siavero o no ciò che s'intende confermare (n. 4741, 6047).
[9] Le scienze non servono a nulla dopo la morte, ma solo ciò che l'uomo ha assorbitonel suo intelletto e nella vita per mezzo delle scienze (n. 2480).
Tutto il sapere rimane dopo la morte, anche se è quiescente (nn. 24762479, 24812486).
[10] Le scienze presso il male sono falsità, perché esse sono adattate ai mali, mentrepresso il bene le scienze sono verità, perché riferite a ciò che è bene (n. 6917).
Le scienze autentiche presso il male non sono autentiche, per quanto possanosembrano vere quando affermate, perché c'è il male dentro di esse (n. 10331).
[11] Un esempio del desiderio di conoscere, che gli spiriti possiedono (n. 1974).
Gli angeli hanno un desiderio illimitato di conoscere e di diventare savi, dal momentoche l'apprendimento, l'intelligenza e la sapienza sono il cibo spirituale (nn. 3114, 4459,4792, 4976, 5147, 5293, 5340, 5342, 5410, 5426, 5576, 5582, 5588, 5655, 6277, 8562, 9003).
La scienza degli antichi era la conoscenza delle corrispondenze e dellerappresentazioni, con le quali hanno avuto accesso alla cognizione delle cose spirituali;
ma quella conoscenza nel tempo presente è del tutto perduta (nn. 4749, 4844, 4964,4965).
[12] Affinché la verità spirituali siano comprese, devono essere noti i seguenti principi.
(1) Tutte le cose nell'universo sono in relazione al bene e alla verità; ed è in virtù dellaloro congiunzione che ogni cosa esiste, dunque in virtù dell'amore e della fede e dellaloro congiunzione.
(2) L'uomo è dotato di intelletto e volontà; e l'intelletto è il ricettacolo della verità, e lavolontà il ricettacolo del bene; e tutte le cose nell'uomo sono in relazione a queste due ealla loro congiunzione, così come tutte le cose sono in relazione alla verità e al bene ealla loro congiunzione.
(3) Vi è un uomo interno e un uomo esterno, l'uno distinto dall'altro come il cielo edistinto dal mondo, ma affinché un uomo possa essere autenticamente un uomo, questidue devono fare uno.
(4) L'uomo interno si trova nella luce del cielo, e l'uomo esterno è nella luce del mondo;e la luce del cielo è la verità Divina stessa, da cui procede ogni l'intelligenza.
(5) Ogni cosa nell'uomo interno ed in quello esterno sono in reciproca corrispondenza,quindi il diverso aspetto in cui essi appaiono può essere compreso solo per mezzo dellaconoscenza delle corrispondenze. Salvo che queste e molte altre cose siano note, nulla senon idee incongrue della verità spirituale e celeste possono essere concepite e formate;perciò senza questi principi generali le scienze e le cognizioni dell'uomo naturale nonpossono essere di alcun aiuto alla capacità d'intendere ed alla crescita dell'uomorazionale. Questo chiarisce quanto siano necessarie le conoscenze.
39Il ricco e il povero nel cielo
357. Ci sono opinioni diverse sull'accoglienza nel cielo. Alcuni sono del parere che ipoveri siano accolti, ed i ricchi no; altri, che i ricchi siano accolti al pari dei poveri; altri,che i ricchi possano essere accolti solo rinunciando alla loro ricchezza e diventandocome i poveri; ed invero, le prove a sostegno di tutte queste opinioni si trovano nellaParola. Tuttavia quelli che fanno distinzione in relazione al cielo, tra ricchi e poveri, noncomprendono la Parola. Nel suo significato più profondo la Parola è spirituale, mentrenel senso letterale è naturale; di conseguenza coloro che comprendono la Parola solo nelsuo senso letterale, e non secondo il significato spirituale, sbagliano sotto molti aspetti,soprattutto sui ricchi e sui poveri; ad esempio, che è così difficile per un ricco entrarenel cielo come per un cammello passare attraverso la cruna di un ago; e che è più facileper un povero in quanto povero, perché si dice,
Beati i poveri, perché di essi è il regno dei cieli (Matteo 05:03, Luca 6:20, 21).
Ma coloro che conoscono il significato spirituale della Parola ragionano diversamente esanno che il cielo è per tutti coloro che vivono una vita di fede e di amore, siano essiricchi o poveri. Ma cosa si intenda nella Parola per ricchi e per poveri, si dirà qui diseguito. Da diverse conversazioni con gli angeli e dalla familiarità che ho acquisito conloro, mi è stato permesso di sapere con certezza che il ricco entra nel cielo con la stessafacilità del povero, e che a nessun uomo è precluso il cielo in ragione della suaricchezza, e ugualmente a nessuno è garantito l'accesso nel cielo a causa della suapovertà. Sia i ricchi, sia i poveri sono nel cielo, e molti tra i ricchi sono in una felicità eduna gloria maggiori di quanto non siano i poveri.
358. Va detto preliminarmente che un uomo può acquisire e accumulare ricchezze,secondo le opportunità che gli sono offerte, purché non sia dedito alla frode eall'inganno; che egli può godere delle delizie di alimenti e bevande, qualora non abbiavotato la sua vita in astuzie e frodi; che egli può godere di una dimora sontuosa,secondo la sua condizione, può associarsi con altri in uno stato simile, frequentareluoghi di divertimento, parlare degli affari del mondo; né ha bisogno di andare in girocome un devoto con un volto triste e doloroso, e con il capo basso, ma può esseregioioso e allegro; neppure ha bisogno di dare i suoi beni ai poveri, salvo che la suaaffezione lo induca in questa opera; in una parola, egli può vivere esteriormenteesattamente come un uomo di mondo; e tutto questo non ostacolerà in alcun modo il
suo ingresso nel cielo, a condizione che interiormente egli si rivolga a Dio, come sidovrebbe, e agisca sinceramente e rettamente verso il prossimo. Perché un uomo è talecome sono la sua affezione ed il suo pensiero, ovvero come sono il suo amore e la suafede; è da questo che prendono forma tutte le sue azioni; poiché l'azione è dalla volontà,e parlare è dal pensiero. Allora, dove si dice nella Parola che l'uomo sarà giudicatosecondo le sue azioni, e sarà ricompensato secondo le sue opere, si intende che egli saràgiudicato e premiato secondo il suo pensiero e la sua affezione, che sono la fonte dellesue azioni, o che sono nelle sue azioni; perché le azioni sono nulla separate da questi, esono esattamente come questi.234 Tutto questo dimostra che esteriormente l'uomo nonpuò nulla, solo il suo interiore è all'origine di ogni sua opera. Per esempio: se un uomoagisse onestamente e si astenesse dalle frodi esclusivamente per timore delle leggi edella perdita della reputazione, e di conseguenza dell'onore o del guadagno, se la pauranon lo trattenesse, trufferebbe gli altri ogni volta che ne avesse l'occasione; seppure leazioni di un tale uomo esteriormente appaiano oneste, il suo pensiero e la volontà sonofraudolenti; e siccome è interiormente disonesto e fraudolento, egli ha l'inferno in sé.Ma chi agisce onestamente e si astiene dalle frodi perché sono contro Dio e contro ilprossimo, non avrebbe alcun desiderio di truffare un altro se potesse, il suo pensiero ela volontà sono coscienza, ed egli ha in sé il cielo. Le azioni di questi due sembranouguali nella forma esteriore, ma dentro sono completamente differenti.
359. Dal momento che un uomo vive esteriormente, può arricchirsi, godere di unatavola abbondante, abitare in una casa elegante e indossare abiti appropriati alla suacondizione e funzione, può godere di delizie e gratificazioni, può occuparsi di questionimondane per il bene della sua professione e degli affari, e per la vita sia della mente, siadel corpo, a patto che riconosca dentro di sé il Divino e ami il prossimo, è evidente chela via di accesso al cielo non è così difficile come molti credono. L'unica difficoltà sta nelriuscire a resistere all'amore di sé e all'amore del mondo, e impedire loro di diventaredominanti; perché questa è la fonte di tutti i mali.235 Che ciò non sia difficile come sicrede, è inteso anche con queste parole del Signore:
234 Sovente è detto nella Parola che l'uomo sarà giudicato e sarà stimato secondo le sue opere e le sueazioni (n. 3934). Opere e azioni si intendono nel loro significato interiore, e non in quello esteriore, dato chele opere buone nella forma esteriore sono compiute indistintamente anche dagli empi, ma nella forma siainteriore, sia esteriore solo dai retti (nn. 3934, 6073). Le opere, al pari di tutte le occupazioni, hanno la loroessenza, la loro sussistenza [esse et existere] e la loro qualità dall'interiore dell'uomo, che attiene al suopensiero ed alla sua volontà, dato che procede da questi; perciò, come è l'interiore, così sono le opere (nn.3934, 8911, 10331). Cioè, quale è l'interiore in relazione all'amore ed alla fede (n. 3934, 6073, 10331, 10332).Dunque le opere contengono l'amore e la fede, e sono amore e fede nell'effetto (n. 10331). Perciò esseregiudicato e stimato secondo le azioni e le opere, si intende in relazione all'amore ed alla fede (nn. 3147,3934, 6073, 8911, 10331, 10332). Nella misura in cui le opere mirano all'amore di sé ed all'amore delmondo, esse non sono rette, ma sono rette nella misura in cui mirano al Signore ed al prossimo (n. 3147).235 Tutti i mali derivano dall'amore di sé e dall'amore del mondo (nn. 1307, 1308, 1321, 1594, 1691, 3413,7255, 7376, 7488, 7490, 8318, 9335, 9348, 10038, 10742). Questi sono il disprezzo degli altri, l'inimicizia,l'odio, la vendetta, la crudeltà e l'inganno (nn. 6667, 7370–7374, 9348, 10038, 10742). L'uomo nasce inqueste passioni, dunque in esse sono i suoi mali ereditari (nn. 694, 4317, 5660).
Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro alle anime vostre,perché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero (Matteo 11:29, 30)
Il giogo del Signore è dolce ed il suo peso leggero, perché un uomo è guidato dalSignore e non da se stesso esattamente nella misura in cui egli resiste ai mali chescaturiscono dall'amore di sé e del mondo; e perché allora è il Signore che resiste aquesti mali nell'uomo e li rimuove. 360. Ho parlato con alcuni dopo che erano morti, i quali nel mondo, avevanorinunciato alla vita mondana votandosi ad una vita quasi solitaria, in modo cheallontanandosi dal pensiero delle cose del mondo avrebbero potuto fare piemeditazioni, credendo così di poter accedere al cielo. Ma questi nell'altra vita hanno unadisposizione triste; disprezzano gli altri che non sono come loro, e sono indignati perchénon godono di una felicità maggiore degli altri, credendo di averla meritata; essi nonhanno alcun interesse per gli altri, e si allontanano dal dovere della carità attraverso ilquale si realizza l'unione con il cielo. Essi desiderano il cielo più degli altri, ma quandosono accolti tra gli angeli insinuano ansie che turbano la felicità degli angeli; quindisono cacciati via e si recano in luoghi deserti, dove conducono una vita come quella chehanno vissuto nel mondo.
[2] L'uomo può essere formato per il cielo solo attraverso il mondo. Nel mondo sonogli effetti più esteriori in cui l'affezione di ciascuno deve essere portata a termine, perchésalvo che l'affezione manifesti se stessa con l'azione, il che è fatto in società con gli altri,questa resta soffocata a tal punto che l'uomo non ha più alcun rispetto per il prossimo,ma solo per se stesso. Questo rende evidente che una vita di carità verso il prossimo,che è fare ciò che è giusto e retto in ogni opera e in ogni professione, è ciò che conduceal cielo, e non una vita di pietà separata dalla carità;236 e da questo segue che solo nellamisura in cui l'uomo è impegnato in occupazioni della vita, la carità può essereesercitata e la vita di carità progredire; questo è impossibile nella misura in cui l'uomo sisepara da ogni occupazione nel mondo.
[3] A tale proposito parlerò ora attraverso l'esperienza, di coloro che nel mondoesercitavano i commerci e si erano arricchiti in questa professione, molti sono nel cielo,ma non altrettanto se ne trovano tra coloro che ricoprivano uffici prestigiosi e si sonoarricchiti attraverso questi impieghi; la ragione di ciò è che questi ultimi dai guadagni edagli onori acquisiti nell'amministrazione della giustizia e dell'equità, e nonché dagli
236 La carità verso il prossimo è fare ciò che è buono, retto e giusto in ogni opera ed in ogni impiego (nn.8120– 8122). Dunque la carità verso il prossimo si estende ad ogni cosa che l'uomo pensi, voglia e faccia(n. 8124). Una vita di pietà separata dalla carità non giova a nessuno, mentre insieme portano molto frutto(n. 8252, 8253).
uffici lucrosi ed onorevoli loro attribuiti, sono stati portati ad amare se stessi ed ilmondo, separando così i loro pensieri ed affezioni dal cielo e volgendosi verso se stessi.Perché nella misura in cui un uomo ama se stesso ed il mondo e guarda verso se stessoed il mondo in ogni cosa, egli si allontana dal Divino e separa se stesso dal cielo. 361. Riguardo alla sorte dei ricchi nel cielo, essi vivono più splendidamente di altri.Alcuni di loro abitano in palazzi all'interno dei quali tutto è splendente come oro eargento. Hanno in abbondanza tutte le cose per gli usi della vita, ma non ripongono illoro cuore in queste cose, ma soltanto negli usi. Gli usi sono chiaramente visibili comese fossero nella luce, mentre l'oro appare oscuro alla vista, come se fosse nell'ombra.Questo perché mentre erano nel mondo hanno amato utilizzare oro e argento solo comemezzi e strumenti. Dunque sono gli usi che risplendono nel cielo, il bene dell'uso comel'oro e la verità dell'uso come l'argento.237 Pertanto la loro ricchezza nel cielo è pari ailoro usi nel mondo, e tale è anche la loro gioia e felicità. I giusti usi forniscono aciascuno il necessario per la propria vita; inoltre il desiderio di ricchezza per il bene delproprio paese e per il bene del prossimo, può portare maggiori benefici ad un uomoricco rispetto ad uno povero. Questi sono usi retti perché permettono all'uomo didistogliere la sua mente da una vita indolente che è dannosa, poiché in questa, i pensieridella vita un uomo corrono verso il male, a causa del male insito in lui. Questi usi sonoretti nella misura in cui hanno il Divino in loro, cioè, nella misura in cui l'uomo guardaal Divino e al cielo, e trova il suo bene in questi, e vede nella ricchezza solo un benesubordinato.
362. Ma la sorte dei ricchi che non hanno creduto nel Divino, e che hanno rigettatodalle loro menti le cose che appartengono al cielo e alla chiesa, è opposta ai primi.Questi sono nell'inferno, dove sono sporcizia, miseria e penuria; e in questo sonotramutate le ricchezze che essi hanno amato come fine in sé; e non solo la ricchezza, maanche i suoi vari usi, che sono sia il desiderio di vivere secondo il proprio piacere, sia diindulgere in quei piaceri, e di occupare completamente la propria mente in taliabitudini indegne, ovvero il desiderio di elevarsi al di sopra degli altri, che essidisprezzano. Tali ricchezze e tali usi, poiché non hanno nulla di spirituale, ma solo ciòche è mondano in essi, diventano sudiciume; perché un fine spirituale nelle ricchezze enel loro uso è come un'anima nel corpo o come la luce del cielo nella terra umida,viceversa quelle ricchezze e quegli usi diventano putridi come un corpo senza l'anima, ocome il terreno umido senza la luce del cielo. In questa condizione sono quelli che si
237 Ogni bene ha il suo piacere nell'uso ed in relazione ad esso (nn. 3049, 4984, 7038); anche la sua qualità;e di conseguenze, quale è l'uso, tale è il bene (n. 3049). Tutta la felicità ed il piacere della vita deriva dagliusi (n. 997). In generale, la vita è una vita di usi (n. 1964). La vita angelica consiste nel bene dell'amore edella carità, dunque nel compimento degli usi (n. 454). Gli usi, cioè i fini che l'uomo si prefigge, sono lesole cose che il Signore, e quindi gli angeli, tengono in considerazione (nn. 1317, 1645, 5844). Il regno delSignore è il regno degli usi (nn. 454, 696, 1103, 3645, 4054, 7038). Adempiere agli usi è servire il Signore (n.7038). L'indole di ciascuno è conforme agli usi che mette in atto (nn. 4054, 6815); spiegazione (n. 7038).
sono allontanati dal cielo a causa delle ricchezze.
363. L'affezione dominante ogni uomo o il suo amore dominante rimane con lui dopola morte, né è sradicato per l'eternità, dato che lo spirito di un uomo è tutto ciò checostituisce il suo amore, e, ciò che è sconosciuto, il corpo di ogni spirito e di ogni angeloè la forma esteriore del suo amore, esattamente corrispondente alla sua forma interiore,che è la forma della sua disposizione e della mente; di conseguenza la qualità del suospirito è nota dal suo volto, dai suoi gesti, e dalle sue parole. Durante la vita dell'uomonel mondo, la qualità del suo spirito sarebbe nota se egli non avesse imparato asimulare nel suo volto, nei gesti e nel discorso ciò che non gli appartiene. Tutto ciòdimostra che l'uomo rimane per l'eternità uguale alla sua affezione o amore dominante.Mi è stato permesso di parlare con alcuni che hanno vissuto diciassette secoli fa, e le cuivite sono ben note dagli scritti di quel tempo, e ho riscontrato che la stessa disposizioneregna ancora in loro come quando erano sulla terra. Ciò rende evidente anche chel'amore delle ricchezze, ed i suoi usi, rimane presso ognuno per l'eternità, esattamentecome l'amore acquisito nel mondo, ma con la differenza che nel caso di coloro chehanno dedicato le loro ricchezze per il compimento di usi retti, nell'altra vita godono dialtre delizie che sono in armonia con gli usi cui si è adempiuto; mentre coloro che hannodedicato la loro ricchezza ad usi empi, vedono trasformare quelle ricchezze insudiciume, per le quali essi provano lo stesso piacere come per le ricchezze che nelmondo hanno utilizzato per scopi perversi. Questi poi si dilettano nel sudiciume perchéi piaceri sordidi e gli atti osceni, che costituiscono l'uso cui avevano dedicato le lororicchezze, e anche l'avarizia, che è un amore delle ricchezze senza alcun riguardo per gliusi, corrisponde al sudiciume. Il sudiciume spirituale non è altro che questo.
364. I poveri giungono nel cielo non in ragione della loro povertà, ma in virtù dellaloro vita. La vita nel mondo accompagna ciascuno nell'altra vita, sia esso ricco o povero.Non c'è una misericordia particolare per l'uno rispetto all'altro;238 colui che ha vissutorettamente viene ammesso, mentre chi non ha vissuto rettamente è respinto. Inoltre, lapovertà avvicina o allontana l'uomo dal cielo esattamente come la ricchezza. Ci sonomolti tra i poveri che non sono soddisfatti della loro sorte, e compiono numerosi sforziper raggiungere la ricchezza, in quanto credono che sia una benedizione;239 e quandonon riescono ad arricchirsi sono molto irritati e concepiscono pensieri insani sullaDivina provvidenza, ma anche invidia per i beni altrui, e sono pronti a frodarechiunque, ogni volta che se ne presenti l'occasione, e indulgono in piaceri insani. Ma
238 Non vi può essere misericordia separata dalle opere, ma solo misericordia attraverso le opere, vale adire, quelli che vivono secondo i comandamenti del Signore, attraverso la sua misericordia sono guidaticontinuamente nel mondo, e poi per l'eternità (nn. 8700, 10659). 239 Gli onori e le ricchezze non sono reali benedizioni, perciò di esse dispongono sia i retti, sia gli empi(nn. 8939, 10775, 10776). L'autentica benedizione è la ricezione dell'amore e della fede dal Signore, el'unione che ne deriva, perché questa è l'origine della felicità eterna (nn. 1420, 1422, 2846, 3017, 3406, 3504,3514, 3530, 3565, 3584, 4216, 4981, 8939, 10495).
questo non vale per i poveri che si contentano della loro sorte, e sono attenti e diligentinel loro lavoro, amano il lavoro più dell'ozio, agiscono con sincerità e fedeltà, e allostesso tempo vivono una vita cristiana. Ho quindi ha parlato con quelli cheappartenevano al popolo, i quali, nel mondo hanno creduto in Dio e hanno agito congiustizia e rettitudine nelle loro occupazioni. Dato che avevano un'affezione per laconoscenza della verità, domandavano della carità e della fede, avendo udito in questomondo molto della fede e nell'altra vita, molto della carità. Gli è stato quindi detto chela carità è tutto ciò che appartiene alla vita, e la fede, tutto ciò che appartiene alladottrina, di conseguenza la carità è volere e fare ciò che è giusto e retto in ogni attività, ela fede è pensare giustamente e rettamente; e la fede e carità sono congiunte, come ladottrina e una vita conforme ad essa, come il pensiero e la volontà; e la fede diventacarità, quando ciò che un uomo pensa in modo giusto e retto lo desidera e lo mette inatto, e allora non sono più due ma uno. Questo essi lo hanno compreso perfettamente, esi sono rallegrati, affermando che nel mondo non lo avevano compreso e credevano sitrattasse di qualcosa di diverso dalla vita.
365. Da ciò è evidente che i ricchi ed i poveri hanno un'eguale capacità di entrare nelcielo. L'opinione secondo cui il povero entra nel cielo più facilmente del ricco, discendedalla mancanza di comprensione della Parola, dove i ricchi ed i poveri sono spessocitati. Nella Parola coloro che hanno un abbondanza di conoscenze del bene e dellaverità, quindi che sono all'interno della chiesa dove la Parola, in senso spirituale sonointesi per i ricchi, mentre coloro che mancano di queste conoscenze, e nondimeno ledesiderano, e dunque sono al di fuori della chiesa, dove non c'è la Parola, sono intesiper i poveri.
[2] Il ricco vestito di porpora e di bisso, e gettato nell'inferno, rappresenta la nazioneebraica, che si chiama ricca perché aveva la Parola, e da lì era nell'abbondanza delleconoscenze del bene e della verità, gli abiti di porpora significano la conoscenza del benee le vesti di bisso la conoscenza della verità.240 E l'uomo povero che giaceva alla porta delricco e desiderava alimentarsi con le briciole che cadevano dalla tavola dei ricchi, che fuportato dagli angeli nel cielo, rappresenta le nazioni che non hanno le conoscenze delbene e della verità, e che ciò nondimeno, le desiderano (Luca 16:1931). Anche i ricchiinvitati ad una grande cena, i quali si scusarono, rappresentano gli ebrei, e il poverocondotto al loro posto rappresenta le nazioni al di fuori della chiesa (Luca 14:1624).
[3] Per l'uomo ricco di cui il Signore dice:
È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrarenel regno di Dio (Matteo 19:24)
240 Abiti significa verità, dunque conoscenze (nn. 1073, 2576, 5319, 5954, 9212, 9216, 9952, 10536). Porporasignifica il bene celeste (n. 9467). Bisso raffinato significa verità da un'origine celeste (nn. 5319, 9469, 9744).
sono intesi qui i ricchi sia nel significato naturale, sia nel significato spirituale. Nelsignificato naturale i ricchi sono quelli che hanno ricchezze in abbondanza e ripongonoin esse il loro cuore; mentre nel significato spirituale sono quelli che abbondano nelleconoscenze e nell'istruzione che sono ricchezze spirituali, e che desiderano attraversoqueste introdursi nelle cose del cielo e della chiesa facendo affidamento sull'intelligenzaloro propria. E poiché questo è contrario all'ordine Divino si dice che è più facile per uncammello passare per la cruna di un ago; per cammello si intende, in generale, in sensospirituale la facoltà di conoscere e le cose conosciute, e per cruna dell'ago s'intende laverità spirituale.241 Che tale sia il significato di cammello e di cruna dell'ago non èattualmente noto, perché la scienza che insegna il significato spirituale delle cose dettenel senso letterale della Parola fino a questo momento non è stato svelato. In ogniparticolare della Parola c'è un significato spirituale ed un significato naturale; perché laParola è completamente strutturata per corrispondenze tra ciò che è naturale e ciò che èspirituale, in modo che la congiunzione del cielo con il mondo, ovvero degli angeli congli uomini possa realizzarsi, essendo ormai cessata la congiunzione diretta. Ciòchiarisce cosa s'intenda nella Parola, in particolare per ricco.
[4] Che per ricco nella Parola in senso spirituale si intende coloro che sono nellaconoscenza della verità e del bene, e per ricchezze le stesse conoscenze, che sonoricchezze spirituali, può essere visto in vari passi (come in Isaia 10:1214;. 30:6, 7; 45:3;Ger.17:03, 48:7, 50:36, 37; 51:13; Dan.5:24; Ez.26:7,12; 27:1, fino alla fine; Zc.9:3,4;Sal.45:12; Os.12:9; Apocalisse 3:17,18; Luca 14:33; e altrove). Inoltre che per povero insenso spirituale s'intende colui che non possiede la conoscenza del bene e della verità,pur desiderandole (Matteo 11:05, Luca 6:20,21, 14,21; Isa.14:30, 29:19, 41:17,18;Sof.3:12,13). Questi passi sono spiegati secondo il senso spirituale in Arcana Coelestia(n. 10227).
241 Cammello nella Parola significa la facoltà della conoscenza e la conoscenza in generale (nn. 3048, 3071, 3143,3145). Cosa si intende per cucito, ricamo e quindi per ago” (n. 9688). Giungere dalla conoscenza alle veritàdelle fede è contrario all'ordine Divino (n. 10236). Quelli che agiscono così diventano folli in relazione allecose del cielo e della chiesa (nn. 128–130, 232, 233, 6047). E nell'altra vita, quando pensano alle cosespirituali appaiono come se fossero ubriachi (n. 1072). Di più su questi (n. 196). Esempi che dimostranocome le cose spirituali non possano essere comprese attraverso le scienze (nn. 233, 2094, 2196, 2203, 2209).È consentito entrare dalla verità spirituale nelle conoscenze inerenti l'uomo naturale, ma non il contrario,perché vi può essere influsso spirituale nel naturale, ma non influsso naturale nello spirituale (nn. 3219,5119, 5259, 5427, 5428, 5478, 6322, 9110). Innanzi tutto debbono essere riconosciute le verità della Parola edella chiesa, dopo di ciò è possibile prendere in considerazione le scienze, non prima (n. 6047).
40Matrimoni nel cielo
366. Poiché il cielo proviene dalla razza umana, e quindi gli angeli sono di entrambi isessi, e dalla creazione l'uomo e la donna sono stati creati l'uno per l'altra, quindi l'unoappartiene all'altro, e questo amore è innato in entrambi, ne consegue che ci sonomatrimoni nel cielo come ce ne sono nel mondo. Tuttavia i matrimoni nel cielodifferiscono ampiamente dai matrimoni nel mondo. Di quale genere siano i matrimoninel cielo, e in che modo si differenzino dai matrimoni nel mondo, si dirà ora.
367. Il matrimonio nel cielo è l'unione di due menti in una. Occorre in primo luogospiegare cosa sia questa unione. La mente si compone di due parti, una chiamataintelletto e l'altra volontà. Quando queste due parti agiscono unanimemente, esse sonodenominate una sola mente. Nel cielo il marito presiede alla parte denominata intellettoe la moglie alla parte denominata volontà. Quando questa congiunzione, che ha luogointeriormente, discende nelle parti inferiori del corpo, è percepita e avvertita comeamore, e questo amore è l'amore coniugale. Questo dimostra che l'amore coniugale ha lasua origine nell'unione di due menti in una. Questo in cielo si chiama convivenza; edessi non sono chiamati più due, ma uno. Così nel cielo, di una coppia sposata si dice chenon sono due ma un solo angelo.242
368. Inoltre, una tale unione del marito e della moglie nell'intimo delle loro mentideriva dalla loro stessa creazione; perché l'uomo è nato per essere intellettuale, cioè perragionare attraverso la capacità d'intendere, mentre la donna è nata per farsi guidaredall'affezione, cioè, per pensare secondo la sua volontà, e questo è evidente dallapropensione o disposizione naturale di ciascuno, e anche dalla loro forma; dalladisposizione, nel senso che l'uomo agisce secondo ragione e la donna secondol'affezione; dalla forma in quanto l'uomo ha un volto più ruvido e meno attraente, unavoce profonda e un corpo più rigido, mentre la donna ha un volto più levigato e piùattraente, una voce più dolce, e un corpo più morbido. C'è una simile differenza traintelletto e volontà, o tra pensiero e affezione; così pure, tra verità e bene e tra fede eamore; perché la verità e la fede appartengono all'intelletto, ed il bene e l'amore allavolontà. È per questo che nella Parola, gioventù o uomo significa, in senso spirituale, la
242 Non è noto al giorno d'oggi cosa sia l'amore coniugale, né quale sia la sua origine (n. 2727). L'amore coniugaleè desiderare ciò che l'altro desidera, dunque desiderare mutuamente e reciprocamente (n. 2731). Quelli che sononell'amore coniugale dimorano insieme nell'intimo della vita (n. 2732). È l'unione di due menti che attraversol'amore diventano una (nn. 10168, 10169). Perché l'amore delle menti, che è un amore spirituale, è una unione (nn.1594, 2057, 3939, 4018, 5807, 6195, 7081–7086, 7501, 10130).
capacità d'intendere la verità, e vergine o donna l'affezione per il bene; e inoltre la chiesa,in relazione alla sua affezione per il bene e per la verità, è denominata donna e vergine;così pure tutti coloro che sono nell'affezione per il bene sono chiamati vergini (come inApocalisse 14:4).243
369. Ciascuno, uomo o donna, è dotato di intelletto e volontà, ma nell'uomopredomina l'intelletto, e nella donna predomina la volontà, ed il carattere è determinatoda ciò che predomina. Eppure, nei matrimoni celesti non c'è predominanza, perché lavolontà della moglie è anche la volontà del marito, e l'intelletto del marito è anchel'intelletto della moglie, dato che ciascuno ama desiderare e pensare come l'altro, equesto reciprocamente e mutuamente. Essi sono dunque congiunti in uno. Questaunione è reale, perché la volontà della moglie entra nell'intelletto del marito, el'intelletto del marito nella volontà della moglie, e questo soprattutto quando unoguarda nel volto dell'altro; perché, come è stato detto più volte, nei cieli vi è unacondivisione dei pensieri e delle affezioni, soprattutto tra marito e moglie, perché siamano reciprocamente. Questo chiarisce quale sia la congiunzione delle menti cherende il matrimonio e produce l'amore coniugale nei cieli, cioè, che uno vuole che ciòche è suo proprio sia condiviso con l'altro, e questo reciprocamente.
370. Mi è stato detto dagli angeli che nella misura in cui due coniugi sono uniti, nellastessa misura sono nell'amore coniugale, nonché nell'intelligenza, nella sapienza e nellafelicità; perché la Divina verità e il Divino bene, che sono la sorgente di ogniintelligenza, sapienza, e felicità, fluiscono soprattutto nell'amore coniugale; diconseguenza l'amore coniugale, essendo anche il matrimonio del bene e della verità, è ilfondamento stesso dell'influsso Divino. Perché questo amore, essendo l'unionedell'intelletto e della volontà, è anche l'unione della verità e del bene, poiché l'intellettoriceve la verità Divina ed è composto dalle verità, e la volontà riceve il bene Divino ed ècomposta dai beni. Perché ciò che un uomo vuole lo considera buono, e ciò checomprende lo considera vero; quindi è lo stesso dire unione dell'intelletto e dellavolontà o unione della verità e del bene. L'unione della verità e del bene è ciò che rendeun angelo, e ciò che rende la sua intelligenza, sapienza e felicità; perché un angelo è talese il bene in lui è congiunto con la verità, e la verità è congiunta con il bene; o il che è lostesso, a seconda di come l'amore in lui è congiunto con la fede e la fede con l'amore.
371. Il Divino che procede dal Signore fluisce principalmente nell'amore coniugale
243 Nella Parola giovani uomini significa la comprensione della verità ovvero l'intelligenza (n. 7668). Uomini ha lostesso significato (nn. 158, 265, 749, 915, 1007, 2 517, 3134, 3236, 4823, 9007). Donne significa affezione per ilbene e per la verità (nn. 568, 3160, 6014, 7337, 8994); e ugualmente chiesa (nn. 252, 253, 749, 770) e moglie (nn.252, 253, 409, 749, 770); con quale differenza (nn. 915, 2517, 3236, 4510, 4823). Nel senso più elevato marito emoglie si riferiscono al Signore ed alla sua unione con il cielo e con la chiesa (n. 7022). Vergine significa affezioneper il bene (nn. 3067, 3110, 3179, 3189, 6729, 6742); ugualmente chiesa (nn. 2362, 3081, 3963, 4638, 6729, 6775,6788).
perché l'amore coniugale discende dall'unione del bene e della verità; perché, come si èdetto sopra, è lo stesso dire unione dell'intelletto e della volontà o unione del bene edella verità. L'unione del bene e della verità ha la sua origine nel Divino amore delSignore verso tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra. Dal Divino amore procede ilDivino bene, che è ricevuto dagli angeli e degli uomini nella verità Divina. Poiché laverità è il solo ricettacolo del bene, nulla può essere ricevuto dal Signore e dal cielo dachi non è nelle verità; perciò nella misura in cui le verità nell'uomo sono congiunte albene, l'uomo è congiunto al Signore e al cielo. È questa, quindi, l'autentica originedell'amore coniugale, ed è per questa ragione che questo amore è l'autenticofondamento dell'influsso Divino. Questo spiega perché l'unione del bene e della veritànel cielo si chiama matrimonio celeste, e nella Parola il cielo è paragonato almatrimonio, ed è chiamato matrimonio; ed il Signore è chiamato sposo e marito, ed ilcielo e anche la chiesa sono chiamati sposa e moglie.244
372. Il bene e la verità congiunti in un angelo o in un uomo non sono due, ma uno, inquanto il bene è allora il bene della verità e la verità è la verità del bene. Questacongiunzione può essere paragonata al pensiero di un uomo unanime con la suavolontà, laddove la volontà stessa è conforme al suo pensiero, in modo che questi duesono uno, cioè una sola mente; perché il pensiero si presenta in una forma desiderabilealla volontà, e la volontà lo soddisfa; è per questo che di una coppia sposata nel cielo sidice che non sono più due, ma un solo angelo. Questo è anche ciò che si intende con leParole del Signore:
Non avete letto che Colui che li ha fatti, fin dall'inizio li creò maschio e femmina edisse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno unacarne sola? Pertanto, essi non sono più due, ma una sola carne. Non separi, dunque, l'uomo ciò cheDio ha congiunto. Non tutti possono ricevere questa parola, ma solo coloro ai quali viene data(Matteo 19:46, 11; Marco 10:69; Genesi 2:24)
Questa è una descrizione sia del matrimonio celeste in cui sono gli angeli, sia delmatrimonio del bene e della verità; l'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto significa cheil bene non deve essere separato dalla verità.
373. Da tutto ciò si evince l'origine dell'amore autenticamente coniugale, che si forma
244 L'origine, la causa e l'essenza dell'amore autenticamente coniugale sta nel matrimonio del bene edella verità; dunque esso discende dal cielo (n. 2728, 2729). In merito agli spiriti angelici che hanno lapercezione di qualcosa dell'amore coniugale dall'idea dell'unione del bene e della verità (n. 10756).L'amore coniugale riproduce nel particolare l'unione del bene e della verità (nn. 1904, 2173, 2429, 2508,3101, 3102, 3155, 3179, 3180, 4358, 5807, 5835, 9206, 9495, 9637). In che modo e presso chi, l'unione delbene e della verità ha luogo (nn. 3834, 4096, 4097,4301, 4345, 4353, 4364, 4368, 5365, 7623–7627, 9258). Solocoloro che sono nel bene e nella verità dal Signore conoscono cosa sia l'amore autenticamente coniugale(n. 10171). Nella Parola matrimonio significa matrimonio del bene e della verità (nn. 3132, 4434, 4835). Ilregno del Signore ed il cielo sono nell'amore autenticamente coniugale (n. 2737).
prima nella mente di coloro che sono nel matrimonio, e scende di lì nel corpo, in cuiviene percepito e avvertito come amore; perché tutto ciò che è percepito e avvertito nelcorpo ha la sua origine interiormente, perché appartiene all'intelletto ed alla volontà.L'intelletto e la volontà compongono l'uomo spirituale. Qualunque cosa discendadall'uomo spirituale nel corpo si presenta là sotto un altro aspetto, anche se simile econforme ad esso, come l'anima ed il corpo, e come causa ed effetto; come si può vedereda quanto è stato detto e mostrato nei due capitoli sulle corrispondenze.
374. Ho udito un angelo descrivere l'autentico amore coniugale e la sue delizie celestiin questo modo: “È il Divino del Signore nei cieli, che è Divina verità e Divino bene cosìuniti in due persone, che non sono più due ma uno.” Egli ha detto che nel cielo i dueconiugi sono l'amore coniugale, dato che ognuno è il proprio bene e la propria verità inrelazione sia alla mente, sia al corpo, essendo il corpo l'immagine della mente, perché èformato a sua somiglianza. Da cui egli ha tratto la conclusione che il Divino èrappresentato nei due che sono nell'autentico amore coniugale; e come il Divino, così èrappresentato il cielo, perché il cielo intero è Divino bene e Divina verità che procededal Signore; è per questo che tutte le cose del cielo sono inscritte nell'amore coniugalecon più benedizioni e delizie di quanto sia possibile enumerare. Egli ha espresso unnumero compreso in un ordine di grandezza di miriadi di miriadi. Si meravigliava delfatto che l'uomo di chiesa non sappia nulla di questo, dal momento che la chiesa è ilcielo del Signore sulla terra, ed il cielo è il matrimonio del bene e della verità. Si è dettosbalordito al pensiero che all'interno della chiesa, ancor più che fuori di essa, gli adulterisono diffusi e anche giustificati, il cui piacere in sé non è altro in senso spirituale, e diconseguenza nel mondo spirituale, che il piacere dell'amore del falso congiunto al male;e la cui gioia è un piacere infernale, esattamente contrapposto alla gioia del cielo, che èla gioia dell'amore della verità congiunta al bene.
375. Tutti sanno che due coniugi che si amino l'un l'altro sono uniti interiormente, eche l'essenziale del matrimonio è l'unione nella disposizione delle menti. E da ciò si puòvedere che, quale è la loro disposizione delle menti, tale è la loro unione e tale il lororeciproco amore. La mente è formata esclusivamente dalle verità e dai beni, perché tuttele cose nell'universo sono in relazione al bene ed alla verità ed alla loro unione; diconseguenza, siccome le verità ed i beni sono tutto ciò che costituisce la mente, tale èesattamente l'unione delle menti; quindi l'unione perfetta è quella delle menti che siformano nelle verità autentiche e nei beni autentici. Deve essere noto che non esistenulla che si ama reciprocamente più della verità e del bene, e quindi è da questo amoreche discende l'amore coniugale.245 La falsità e il male anche si amano reciprocamente,
245 Tutte le cose nell'universo, sia nel cielo, sia nel mondo, sono in relazione al bene ed alla verità (nn.2452, 3166, 4390, 4409, 5232, 7256, 10122). Ed alla loro unione (n. 10555). Tra il bene e la verità vi è unmatrimonio (nn. 1904, 2173, 2508). Il bene ama la verità, ed in virtù dell'amore desidera la verità e aspiraad unirsi ad essa, e da ciò, intercorre tra essi uno sforzo perpetuo di congiunzione (nn. 9206, 9207, 9495).
ma questo amore è poi trasformato nell'inferno.
376. Da quanto è stato detto circa l'origine dell'amore coniugale si può dedurre qualisono in questo amore e quali no; e cioè che quelli che sono nell'amore coniugale, sononel Divino bene dalla Divina verità; e che l'amore coniugale è autentico nella misura incui sono autentiche le verità con le quali il bene è congiunto. E siccome ogni bene che ècongiunto con le verità viene dal Signore, ne consegue che nessuno può esserenell'amore autenticamente coniugale se non riconosce il Signore ed il suo Divino; perchésenza questo riconoscimento il Signore non può fluire, né essere unito con le verità chesono nell'uomo.
377. Evidentemente, poi, quelli che sono nelle falsità, e soprattutto quelli che sononelle falsità dal male, non sono nell'amore coniugale. Inoltre, quelli che sono nel male enella falsità che ne derivano, hanno le menti chiuse interiormente; in essi perciò non vipuò essere alcuna fonte dell'amore coniugale; e la loro mente interiormente è aperta dalbasso verso l'uomo naturale separato da quello spirituale; e da lì che vi è l'unione dellafalsità e del male, denominata matrimonio infernale. Mi è stato permesso di vedere cosasia questo matrimonio tra quelli che sono nelle falsità dal male. Questi conversanoinsieme, e sono accomunati da un desiderio insano, ma interiormente bruciano di unodio mortale gli uni verso gli altri, talmente intenso da non potersi descrivere.
378. Né può esservi amore coniugale tra coniugi appartenenti a religioni diverse,perché la verità di uno non concorda con il bene dell'altro; e due generi differenti ediscordanti di verità e di bene non possono rendere una sola mente da due; e diconseguenza l'amore di questi non ha la sua origine in qualcosa di spirituale. Se vivonoinsieme in armonia questa appartiene esclusivamente al piano naturale.246 È per questoche nei cieli i matrimoni si celebrano solo tra coloro che sono nella stessa società, perchésono nello stesso bene e nella stessa verità, e non con quelli al di fuori della società. Sipuò vedere più sopra (nn. 41 e ss.) che tutti quelli che sono in una stessa società sononello stesso bene e nella stessa verità, e differiscono da quelli esterni alla società. Questotrova corrispondenza nel fatto che tra gli israeliti i matrimoni erano contratti all'internodella tribù, e in particolare all'interno delle famiglie, e non al di fuori di esse.
379. Né può esservi amore coniugale tra un marito e più mogli; perché in virtù dellasua origine spirituale, che è la formazione di una mente da due, l'amore coniugale siestingue inevitabilmente tra i poligami; e di conseguenza l'unione interiore, che è
L'essenza della verità deriva dal bene (nn. 1589, 1997, 2572, 4070, 4096, 4097, 4736, 4757, 4884, 5147, 9667).La verità è la forma del bene (nn. 3049, 3180, 4574, 9154). La verità sta al bene come l'acqua sta al pane (n.4976).246 I matrimoni fra coniugi di religioni differenti non sono permessi, perché non vi può essere unione trabene e verità interiormente dissimili (n. 8998).
l'unione del bene e della verità, da cui proviene l'essenza stessa di questo amore, èanche distrutta. Il matrimonio con più di una moglie è come un intelletto diviso travolontà diverse, o è come un uomo legato non ad una ma a diverse chiese, dato che lasua fede è così disorientata da non venire a capo di nulla. Gli angeli affermano chesposare più mogli è totalmente contrario all'ordine Divino, e che essi comprendono ciòper diversi motivi, uno dei quali è che non appena pensano al matrimonio con più diuna moglie sono allontanati dalla beatitudine interiore e dalla felicità celeste, ediventano come uomini ubriachi, perché il bene è separato dalla sua verità in loro. Epoiché la loro mente interiormente è condotta in un tale stato semplicemente al solopensiero accompagnato dall'intenzione, essi vedono chiaramente che il matrimonio conpiù di una moglie potrebbe chiudere dall'alto l'interiore della loro mente, e determinareil degrado dell'amore coniugale in amore impudico, che li allontana dal cielo.247
[2] Essi dichiarano, inoltre, che questo non è facilmente comprensibile agli uomini,perché solo pochi sono nell'amore autenticamente coniugale, e quelli che non sono inesso non sanno nulla della delizia interiore che è in quell'amore, conoscendo solo ilpiacere della lussuria, la quale si trasforma in qualcosa di sgradevole dopo un breveperiodo di convivenza; mentre la delizia dell'amore autenticamente coniugale non soloresiste alla vecchiaia, nel mondo, ma dopo la morte diventa la gioia del cielo e ivi ècolmata con una felicità interiore che si accresce sempre di più in perfezione perl'eternità. Essi hanno aggiunto che le varietà di beatitudine dell'amore autenticamenteconiugale possono essere enumerate nell'ordine di molte migliaia, nessuna delle quali ènota all'uomo, né potrebbe entrare nella comprensione di chi non è nel matrimonio delbene e della verità dal Signore.
380. L'amore del dominio sugli altri estingue completamente l'amore coniugale e lasua gioia celeste, perché come è stato detto sopra, l'amore coniugale e la sua gioiaconsiste nel desiderio di uno di far propria la volontà dell'altro, e questoreciprocamente. Questo è distrutto dall'amore di dominare nel matrimonio, poiché coluiche domina vuole unicamente che la sua volontà sottometta gli altri, e non ammette insé alcuna volontà altrui, il che distrugge ogni reciprocità, e quindi ogni condivisionedell'amore e il suo piacere dell'uno con l'altro. Eppure questa condivisione e laconseguente unione costituiscono la gioia interiore chiamata beatitudine nel
247 Poiché marito e moglie debbono essere uno, e vivere insieme nell'intimo della vita, e poiché essi sonoun angelo nel cielo, in virtù di ciò non vi può essere amore autenticamente coniugale tra un marito e piùmogli (nn. 1907, 2740). Sposare più di una moglie è contrario all'ordine Divino (n.10837). Che non vipossa essere matrimonio se non tra un marito ed una sola moglie è chiaramente percepito da coloro chesono nel regno celeste del Signore (nn. 865, 3246, 9002, 10172). In forza del fatto che lì, gli angeli sono nelmatrimonio del bene e della verità (n. 3246). Presso gli ebrei era permesso sposare più mogli, eaggiungere concubine alle mogli, ma non presso i cristiani, perché presso i primi l'esteriore era separatodall'interiore, mentre i cristiani sono in grado di accedere all'interiore, dunque al matrimonio del bene edella verità (nn. 3246, 4837, 8809).
matrimonio. Questa beatitudine, con tutto ciò che è celeste e spirituale nell'amoreconiugale, è così interamente estinta a causa dell'amore per il dominio, da distruggereanche tutta la conoscenza di esso; e se questo amore fosse nominato a quelli che sononell'amore del dominio, sarebbe considerato con tale disprezzo che qualsiasi riferimentoalla beatitudine che ne deriva, susciterebbe riso o rabbia.
[2] Quando uno desidera o ama ciò che appartiene all'altro, desidera o ama la libertàdi ciascuno, perché ogni libertà deriva dall'amore; mentre dove c'è dominio nessunogode della libertà; uno è un servo, e l'altro che domina è ugualmente un servo, perché èguidato come un servo dalla lussuria di dominare. Ma tutto questo esorbita dallacomprensione di chi non sa cosa sia la libertà dell'amore celeste. Tuttavia, da quanto èstato detto sopra, circa l'origine e l'essenza dell'amore coniugale si può notare che nellamisura in cui il dominio si fa strada, le menti non sono unite, ma divise. Il dominiosoggioga, e una mente soggiogata non ha nessuna volontà o ha una volontà avversa. Semanca la volontà, manca anche l'amore; e se si ha una volontà avversa c'è odio al postodell'amore.
[3] Interiormente coloro che vivono in un tale matrimonio sono in collisione reciprocaed in conflitto, come due opposti; tuttavia esteriormente questo conflitto è trattenuto etaciuto per il bene della pace familiare. La collisione e l'antagonismo interiori simanifestano dopo la loro morte, quando comunemente si incontrano e combattonocome nemici e si aggrediscono vicendevolmente, perché poi agiscono in conformità delloro stato interiore. Spesso mi è stato permesso di vederli scontrarsi e aggredirsi traloro, a volte con spirito di vendetta e crudeltà. Perché nell'altra vita l'interiore di ognunoviene messo in libertà, e non è più trattenuto dai confini esteriori o da considerazionimondane; tutti quindi si comportano esclusivamente come sono interiormente.
381. Ad alcuni è permessa una parvenza dell'amore coniugale. Tuttavia, salvo che nelcaso di coloro che sono nell'amore per la verità e per il bene, non vi può esserealtrimenti amore coniugale, ma solo un amore che per cause diverse appare simileall'amore coniugale, affinché vi possa essere una buona convivenza familiare, affinchépossano essere liberi da preoccupazioni e in pace, o a proprio agio, affinché possonoessere curati nella malattia o nella vecchiaia, e affinché possano occuparsi dei bambiniche amano. Alcuni sono costretti dalla paura del coniuge, o dalla paura di perdere lareputazione, o da altre infauste conseguenze, e altri dalla necessità di controllare lalussuria. Inoltre, nei coniugi l'amore coniugale può essere differente; in uno ce ne puòessere più o meno, nell'altro poco o nulla di esso; ed a causa di questa diversità il cielopuò essere la parte di uno e l'inferno la parte dell'altro.
382a. Nel cielo più intimo c'è amore autenticamente coniugale perché ivi gli angeli
sono nel matrimonio del bene e della verità, e anche nell'innocenza. Gli angeli dei cieliinferiori sono anche nell'amore coniugale, ma solo nella misura in cui sononell'innocenza; perché l'amore coniugale, considerato in sé è uno stato di innocenza; èper questo che i coniugi che sono nell'amore coniugale godono insieme della felicitàceleste, che si manifesta alle loro menti quasi come un gioco dell'innocenza, come tra ibambini in tenera età; perché ogni cosa delizia le loro menti, dato che il cielo con la suagioia fluisce in ogni particolare della loro vita. Per lo stesso motivo l'amore coniugale èrappresentato nel cielo magnificamente. L'ho visto rappresentato da una fanciulla diindescrivibile bellezza circondata da una nuvola di bianco brillante. Si dice che gliangeli del cielo abbiano tutta la loro bellezza dall'amore coniugale. Le affezioni ed ipensieri che fluiscono da quell'amore sono rappresentati da aure diamantine con labrillantezza dei granati e dei rubini, cui partecipano le delizie che influenzano l'intimodella mente. In una parola, il cielo stesso, è rappresentato nell'amore coniugale, perchéil cielo con gli angeli è l'unione tra il bene e la verità, ed è questa congiunzione cherende l'amore coniugale.
382b. I matrimoni nel cielo differiscono dai matrimoni sulla terra nel senso che laprocreazione è un altro fine del matrimonio sulla terra, ma non dei matrimoni nel cielo,dato che nel cielo vi è la procreazione del bene e della verità in luogo della procreazionedella prole. Il primo prende il posto del secondo perché il matrimonio nel cielo è unmatrimonio del bene e della verità (come è stato mostrato sopra); e siccome in quelmatrimonio il bene e la verità e la loro unione sono amati sopra ogni cosa, così questisono ciò che si riproduce dai matrimoni nel cielo. È per questo che, nella Parola lenascite e le generazioni significano nascite e generazioni spirituali, che sono nascite egenerazioni del bene e della verità; madre e padre significano la verità unita al bene, che èciò che procrea; figli e figlie significano le verità ed i beni che sono procreati; e figli e figlielegittimi, la congiunzione del bene e della verità, e così via.248 Tutto questo mostra chenel cielo i matrimoni non sono come nel mondo. Nel cielo i matrimoni sono spirituali, enon possono essere chiamati propriamente matrimoni, ma unioni delle menti, dallacongiunzione del bene e della verità. Mentre nel mondo ci sono matrimoni, perchéquesti non sono solo dello spirito ma anche della carne. E siccome non ci sonomatrimoni nel cielo, i coniugi non sono chiamati marito e moglie; ma dall'idea angelicadell'unione di due menti in una, ogni coniuge designa l'altro con un nome che significa
248 Concepimenti, gravidanze, nascite e generazioni significano ciò che è spirituale, cioè ciò che attiene albene ed alla verità, ovvero all'amore ed alla fede (nn. 613, 1145, 1255, 2020, 2584, 3860, 3868, 4070, 4668,6239, 8042, 9325, 10249). Perciò generazione e nascita significa rigenerazione e rinascita attraverso la fedee l'amore (nn. 5160, 5598, 9042, 9845). Madre significa la chiesa in relazione alla verità, e quindi la veritàdella chiesa; padre significa la chiesa in relazione al bene, e quindi il bene della chiesa (nn. 2691, 2717,3703, 5581, 8897). I figli significano le affezioni per la verità, e quindi le verità (n. 489, 491, 533, 2623, 3373,4257, 8649, 9807). Le figlie significano le affezioni per il bene, e quindi i beni (nn. 489–491, 2362, 3963,6729, 6775, 6778, 9055). I figli legittimi significano la verità associata all'affezione per il bene (nn. 2389). Lefiglie legittime significano il bene associato con la sua verità (n. 4843).
il suo proprio, e questo reciprocamente. Questo mostra in che modo le parole delSignore riguardo al matrimonio e al prender moglie (Luca 20:35, 36), devono esserecomprese.
383. Mi è stato anche permesso di vedere come si contrae matrimonio nei cieli.Ovunque, nel cielo coloro che sono simili sono uniti e coloro che sono diversi sonoseparati, in modo che ogni società nel cielo è costituita da coloro che sono simili. Ilsimile è guidato verso il suo simile non da se stesso ma dal Signore (si veda sopra, nn.41, 43 e ss). Ugualmente, il coniuge con il coniuge le cui menti possono essere unite inun una, sono riuniti, e quindi, a prima vista si amano interiormente, e capiscono diessere consorti, e contraggono matrimonio. Per questo motivo tutti i matrimoni nel cielohanno luogo unicamente dal Signore. Il matrimonio è celebrato con festeggiamenti, cuiintervengono molti invitati; e tali festeggiamenti variano secondo le società in cui hannoluogo.
384. I matrimoni nel mondo sono eminentemente santi al cospetto degli angeli delcielo, perché sono seminari del genere umano, e anche del cielo (essendo gli angeli delcielo provenienti dal genere umano, come è già stato mostrato nel relativo capitolo), eanche perché questi matrimoni hanno un'origine spirituale, cioè, dal matrimonio delbene e della verità, e perché il Divino del Signore fluisce specialmente nell'amoreconiugale. Gli adulteri invece, sono considerati dagli angeli, profanazioni, perché sonoopposti all'amore coniugale; perché nei matrimoni gli angeli vedono l'unione dellaverità e del bene, che è il cielo, così negli adulteri essi vedono il matrimonio del falso edel male, che è l'inferno. Se, allora, essi odono nominare gli adulteri si allontanano. Èper questo che il cielo è precluso a coloro che godono nel commettere adulterio; equando il cielo è chiuso non vi può essere alcun riconoscimento del Divino, né dellafede della chiesa.249 Che tutti coloro che sono nell'inferno sono in contrapposizioneall'amore coniugale, mi è stato permesso di percepirlo dalla sfera che esalavadall'inferno, che era come uno sforzo incessante per sciogliere e violare i matrimoni; ilche dimostra che il piacere dominante nell'inferno è il piacere dell'adulterio, consistentenel piacere di distruggere l'unione del bene e della verità, la quale unione forma il cielo.Ne consegue che il piacere dell'adulterio è un piacere infernale contrapposto alla gioiadel matrimonio, che è una gioia celeste.
385. C'erano certi spiriti che, attraverso un'abilità acquisita nella vita del corpo, mihanno infestato con particolare astuzia, e questo con un influsso ondulatorio molto
249 Gli adulteri sono profanazioni (nn. 9961, 10174). Il cielo è precluso agli adulteri (n. 2750). Coloro chehanno familiarizzato con il piacere dell'adulterio non possono accedere al cielo (nn. 539, 2733, 2747–2749,2751, 10175). Gli adulteri sono spietati e privi di religione (nn. 824, 2747, 2748). Il pensiero degli adulteri èsordido (nn. 2747, 2748). Nell'altra vita essi amano ciò che è sudicio e sono in inferni sudici (nn. 2755,5394, 5722). Nella Parola adulterio significa adulterazione del bene, e prostituzione, perversione della verità(nn. 2466, 2729, 3399, 4865, 8904, 10648).
delicato, come l'influsso abituale degli spiriti retti; ma ho avvertito che c'era astuzia ealtri mali simili in loro, per cui erano indotti ad ingannare. Infine, ho parlato con uno diloro che, mi è stato detto, quando viveva nel mondo era a capo di un esercito; e avendopercepito che c'era una lussuria nelle idee del suo pensiero ho parlato con lui delmatrimonio, usando un discorso spirituale, per mezzo delle rappresentazioni, che sonoin grado di esprimere appieno tutta la materia in un attimo. Questi ha detto che nellavita del corpo non aveva considerato l'adulterio come peccato. Ma mi è stato permessodi dirgli che gli adulteri sono dannosi, anche se a quelli come lui non sembrano esseretali, e appaiono perfino leciti, per il loro piacere seducente e accattivante. Che gliadulteri siano dei mali lo si può comprendere dal fatto che i matrimoni sono i seminaridel genere umano, e quindi anche i seminari del regno dei cieli; di conseguenza essi innessun caso devono essere violati, ma devono essere considerati santi. Questo egli puòconoscerlo dal fatto, che essendo nell'altra vita ed in uno stato di percezione, dovrebbesapere che l'amore coniugale discende dal Signore attraverso il cielo, e da questo amore,come da un genitore, deriva l'amore, reciproco, che è il fondamento del cielo; e anche daquesto, se gli adulteri semplicemente si avvicinano ad una società celeste, gli angeli diquella società percepiscono il loro fetore e li gettano giù verso l'inferno. Perlomeno luidovrebbe sapere che violare i matrimoni è contrario alle leggi Divine, ed alle leggi civilidi tutti i regni, e anche in contrasto con la luce genuina della ragione, perché è contrariosia all'ordine Divino, sia all'ordine umano; senza contare altre considerazioni. Ma egliha risposto che nel mondo non aveva mai riflettuto su questo, e che invece oradesiderava riflettere sul fatto che ciò fosse vero oppure no; e gli è stato detto che laverità non ammette tali ragionamenti; perché i ragionamenti servono solo a giustificareciò che si desidera, e quindi i propri mali e le falsità; che egli avrebbe dovuto pensareper tempo alle cose di cui si è detto che sono verità; o perlomeno avrebbe dovutoconsiderarle secondo il principio ben noto nel mondo, che nessuno dovrebbe fare adaltri ciò che non vuole sia fatto a lui; così dovrebbe considerare se egli stesso nonavrebbe detestato gli adulteri se qualcuno di questi avesse in quel modo ingannato lamoglie, che egli ha amato come chiunque, nel primo periodo del matrimonio, e se in untale stato d'ira, avrebbe espresso la propria opinione in merito; ed inoltre se, essendo unuomo di talento non avrebbe in questo caso confermato con maggiore decisione di altriil proprio convincimento contro gli adulteri, condannandoli perfino nell'inferno.
386. Mi è stato mostrato in che modo le gioie dell'amore coniugale avanzano verso ilcielo, ed i piaceri dell'adulterio avanzano verso l'inferno. La progressione delle gioiedell'amore coniugale verso il cielo è negli stati di beatitudine e felicità continuamentecrescenti fino a diventare innumerevoli e ineffabili; e più interiormente essi avanzano,più innumerevoli e più ineffabili diventano, fino a raggiungere gli autentici stati dibeatitudine e di felicità del cielo più intimo, o del cielo dell'innocenza, e questoattraverso la più perfetta libertà; perché ogni libertà discende dall'amore, quindi la più
perfetta libertà appartiene all'amore coniugale, che è l'amore celeste stesso. Perconverso, la progressione dell'adulterio è verso l'inferno, gradualmente fino al più bassoinferno, dove non c'è nulla, se non ciò che è terribile e orribile. Tale sorte attende gliadulteri dopo la vita nel mondo, intendendo per questi, coloro che provano piacerenell'adulterio e nessuna gioia nel matrimonio.
41Le occupazioni degli angeli nel cielo
387. È impossibile enumerare le occupazioni nei cieli, ancor meno descriverle neldettaglio, ma qualcosa può essere detto in generale; esse sono innumerevoli, e varianoin conformità delle funzioni cui è preposta ciascuna società. Ogni società ha la suafunzione particolare, perché siccome le società sono distinte secondo i beni (si vedasopra, n. 41), allo stesso modo sono distinte secondo gli usi, perché ovunque nei cieli, ibeni sono beni in atto, cioè sono usi. Chiunque lì adempie ad un uso, perché il regno diDio è il regno degli usi.250
388. Nei cieli come nel mondo ci sono molti generi di attività, perché ci sono affariecclesiastici, affari civili, e affari domestici. Che ci siano affari ecclesiastici è evidente daciò che è stato detto e mostrato in precedenza, dove si è trattato del culto Divino (nn.221227); affari civili, dove si è trattato dei governi nel cielo (nn. 213220); e affaridomestici, dove si è trattato delle dimore e delle abitazioni e delle case degli angeli (n.183190); e dei matrimoni nel cielo (nn. 366368); tutto ciò dimostra che in ogni societàceleste ci sono molti impieghi e occupazioni.
389. Tutte le cose nei cieli sono organizzate secondo l'ordine Divino, sul quale vigilanogli angeli; nelle cose che riguardano il bene generale o l'uso gli angeli più savi, e nellecose inerenti gli usi particolari, i meno savi, e così via. Essi sono subordinati esattamentecome gli usi all'ordine Divino; e per questo motivo un rango è associato ad ogniimpiego in base al rango dell'uso. Tuttavia, nessun angelo rivendica onore e prestigioper se stesso, ma attribuisce ogni merito all'uso; e siccome l'uso è il bene al quale siadempie, ed ogni bene procede dal Signore, così ogni angelo attribuisce ogni merito alSignore. Pertanto colui che ha a cuore l'onore per sé ed in subordine, per l'uso, e non perl'uso ed in subordine per sé, non può svolgere nessuna occupazione nel cielo, perchéquesto è distogliere lo sguardo dal Signore, ed anteporre se stesso all'uso. Quando siparla dell'uso si fa riferimento anche al Signore, perché, come è stato appena detto, l'usoè il bene, ed il bene procede dal Signore.
390. Da ciò si può dedurre quali siano le gerarchie nei cieli cioè, che nella misura in cuiuno ama, stima, e onora l'uso, egli anche ama, stima, e onora la persona con la quale
250 Il regno del Signore è il regno degli usi (nn. 454, 696, 1103, 3645, 4054, 7038). Adempiere agli usi è servire ilSignore (n. 7038). Nell'altra vita tutti debbono adempiere agli usi (n. 1103); perfino coloro che sono negli inferni, inquale modo (n. 696). Ciascuno è tale quale è l'uso cui adempie (nn. 4054, 6815); spiegazione (n. 7038). Labeatitudine angelica consiste nei beni della carità, cioè nel compiere gli usi (n. 454).
l'uso è connesso; ancora che la persona è amata, stimata e onorata nella misura in cuiciascuno attribuisce l'uso al Signore e non a se stesso; poiché, in quella stessa misura egliè savio, e gli usi che adempie, scaturiscono dal bene. L'amore spirituale, la stima el'onore non sono altro che l'amore, la stima, dell'uso nella persona, insieme con l'onoredella persona a causa dell'uso, e non l'onore dell'uso in ragione della persona. Questo èil modo, peraltro, in cui gli uomini sono considerati quando sono esaminati attraversola verità spirituale, perché allora ogni uomo è esaminato, sia esso di rango maggiore ominore, secondo l'unica differenza percepibile, vale a dire la sapienza; e la sapienza èamore dell'uso, cioè, l'amore per il prossimo, per la società, per il proprio paese, e per lachiesa. È questo che costituisce l'amore per il Signore, perché ogni bene che è un benedell'uso viene dal Signore; e costituisce anche l'amore verso il prossimo, perché significail bene che deve essere amato in un concittadino, nella società, nel proprio paese, e nellachiesa, e che deve essere fatto per amore di essi.251
391. Siccome tutte le società nei cieli sono distinte secondo il loro bene (come dettosopra, nn. 41 ss.) quindi sono distinte secondo i loro usi, essendo gli usi dei beni in atto,cioè beni della carità che sono usi. Alcune società si occupano della cura dei bambinipiccoli; altre della loro istruzione e formazione quando essi crescono; altredell'istruzione e della formazione dei ragazzi e delle ragazze che hanno acquisito unabuona disposizione dalla loro educazione nel mondo ed in virtù di ciò sono entrati nelcielo. Ci sono altre società che istruiscono i semplici provenienti dal mondo cristiano, eli guidano nella via verso il cielo; ci sono altre società, che allo stesso modo istruiscono eguidano le varie nazioni dei gentili. Ci sono altre società che difendono gli spiriti deinuovi arrivati dal mondo, dalle infestazioni degli spiriti maligni; ci sono altre societàche si occupano degli spiriti che sono nella terra inferiore; e anche altre che si occupanogli spiriti che sono negli gli inferni, e hanno il compito di contenerli dal loro desiderio ditormentarsi a vicenda, al di là dei limiti ammessi; e ci sono alcune società che sioccupano di coloro che sono risuscitati dalla morte. In generale, gli angeli di ognisocietà sono inviati agli uomini al fine di vegliare su di loro e per distoglierli dalleaffezioni e da pensieri malvagi, e quindi per ispirare loro affezioni rette, nella misura incui essi desiderano riceverle in libertà; e per mezzo di queste essi dirigono le opere o leazioni degli uomini, eliminando per quanto possibile, le cattive intenzioni. Quando gliangeli sono presso gli uomini dimorano per così dire nella loro affezioni, e sono vicinoall'uomo esattamente nella misura in cui egli è nel bene attraverso la verità, e sono
251 Amare il prossimo non è amare la persona, ma amare ciò che è in lei e ciò che la costituisce (nn. 5025, 10336).Quelli che amano la persona, e non ciò che è in lei, amano indistintamente sia l'uomo retto, sia l'uomo empio (n.3820); e tuttavia, fare il bene all'empio è agire in modo perverso, cioè, non amare il prossimo (nn. 3820, 6703,8120). Il giudice che punisce l'empio affinché questi possa riformarsi, e sia dissuaso dal contaminare o recare dannoal retto, ama il prossimo (n. 3820, 8120, 8121). Ogni individuo, ogni comunità, ogni nazione e la chiesa, ed in sensopiù generale il regno del Signore, sono il prossimo, e fare il bene per amore del bene, secondo la qualità del lorostato, è amare il prossimo; dunque, il prossimo è il bene di questi, ed è tale bene che deve essere tenuto inconsiderazione (nn. 6818–6824, 8123).
distanti da lui esattamente nella misura in cui la sua vita è lontana dal bene.252 Ma tuttequeste occupazioni degli angeli sono occupazioni del Signore attraverso gli angeli,perché gli angeli le eseguono dal Signore e non da se stessi. Per questo motivo, nellaParola nel suo significato interiore angeli non significa angeli, ma qualcosa cheappartiene al Signore; e per lo stesso motivo gli angeli sono chiamati dei nella Parola.253
392. Queste sono le occupazioni generali degli angeli; ma ognuno ha il suo particolareincarico; perché ogni uso generale è composto da innumerevoli usi che sono chiamatiintermedi, ministeri, e usi subordinati, ciascuno dei quali coordinati e subordinati inconformità dell'ordine Divino, costituiscono nel loro insieme e perfezionano l'usogenerale, che è il bene generale.
393. Coloro che nel mondo hanno amato la Parola ed hanno cercato ardentemente inessa la verità, non al fine dell'onore o del guadagno, ma per il bene della vita di se stessie degli altri, si occupano degli affari ecclesiastici nel cielo. Questi nel cielo sononell'illuminazione e nella luce della sapienza, nella stessa misura in cui amano edesiderano l'uso; e questa luce della sapienza la ricevono dalla Parola nel cielo, che nonè una Parola naturale, come nel mondo, ma una Parola spirituale (si veda sopra, n. 259).Questi amministrano la predicazione; ed in conformità con l'ordine Divino questi sononei ranghi più elevati e in virtù dell'illuminazione superano gli altri in sapienza.
[2] Quelli che nel mondo hanno amato il loro paese, e hanno amato più il suo benegenerale che il proprio, ed hanno compiuto ciò che è giusto e retto per amore di ciò cheè giusto e retto, si occupano di affari civili nel cielo. Nella misura in cui questi hannodesiderato indagare le leggi della giustizia e sono così diventati intelligenti, hanno lacapacità di svolgere tali funzioni nel cielo, nel rango corrispondente alla lorointelligenza, essendo la loro intelligenza nello stesso grado del loro amore dell'uso, peril bene generale. [3] Inoltre, ci sono nel cielo più funzioni, occupazioni e impieghi di quante se nepossano enumerare; mentre nel mondo ce ne sono poche a confronto. Tutti quelli chesono così impegnati, sono nella gioia del loro lavoro per amore dell'uso, e nessuno peramore di sé o del profitto; e siccome tutte le cose necessarie alla vita sono messe a loro
252 Degli angeli sono presso i bambini piccoli e poi presso i ragazzi (n. 2303). L'uomo è risuscitato dallamorte per mezzo degli angeli; dall'esperienza (nn. 168–189). Gli angeli sono inviati a quelli che sono negliinferni per evitare che i loro reciproci tormenti oltrepassino la misura consentita (n. 967). Dei servizi residagli angeli agli uomini al loro arrivo nell'altra vita (nn. 2131). Ci sono spiriti e angeli presso tutti gliuomini; e l'uomo è guidato dal Signore per mezzo degli spiriti e degli angeli (nn. 50, 697, 2796, 2887, 2888,5846–5866, 5976–5993, 6209). Gli angeli dominano sugli spiriti empi (n. 1755). 253 Nella Parola per angeli talvolta si intende il Divino dal Signore (nn. 1925, 2821, 3039, 4085, 6280, 8192).Nella Parola sono chiamati beni in virtù della loro ricezione della Divina verità e del Divino bene dalSignore (nn. 4295, 4402, 8192, 8301).
disposizione gratuitamente, non mirano ad arricchirsi per il proprio benessere. Essisono dotati gratuitamente di un'abitazione, del vestiario e del vitto. Evidentemente, nonc'è un posto nel cielo per coloro che hanno amato se stessi ed il mondo più degli usi.Perché l'amore o affezione rimane presso ciascuno dopo la sua vita nel mondo, e nonviene rimosso per l'eternità (si veda sopra, n. 563).
394. Nel cielo a ciascuno è assegnata l'occupazione che gli compete secondo lacorrispondenza, e la corrispondenza non è in relazione all'impiego, ma in relazioneall'uso di ogni occupazione (si veda sopra, n. 112); perché vi è una corrispondenza ditutte le cose (si veda n. 106). Colui che nel cielo assume un impiego corrispondente alsuo uso è più o meno nella stessa condizione di vita, di quando era nel mondo; poichéciò che è spirituale e ciò che è naturale fanno uno, in virtù della corrispondenza; tuttaviac'è questa differenza, che poi si accede ad una felicità interiore, in quanto la vitaspirituale è una vita interiore, quindi più sensibile alla beatitudine celeste.
42Gioia e felicità celeste
395. Quasi nessuno attualmente sa cosa sia il cielo o cosa sia la gioia celeste. Coloro chesi sono soffermati su questi soggetti hanno concepito un'idea così generale e cosìgrossolana su di essi da risultare insignificante. Dagli spiriti che sono passati dal mondoall'altra vita ho potuto apprendere appieno quale idea avessero del cielo e della gioiaceleste, perché quando erano lasciati a se stessi, come erano nel mondo, pensavanocome quando si trovavano nel mondo. C'è questa ignoranza circa la gioia celeste per laragione che coloro che hanno ragionato intorno ad essa, si sono fatti un'opinione apartire dalla gioia esteriore che appartiene all'uomo naturale, e non hanno conosciutocosa sia l'uomo interno o spirituale, né di conseguenza la natura della sua gioia ebeatitudine; e perciò anche se gli fosse detto da coloro che sono nella felicità spirituale ointeriore cosa sia la gioia celeste, non sarebbero in grado di comprenderla perchéresterebbe un concetto a loro sconosciuto, di cui non hanno alcuna percezione; e sicollocherebbe pertanto, nel novero delle cose che l'uomo naturale rigetta. Eppure, tuttipossono comprendere che quando un uomo lascia il suo esteriore o uomo naturale, eglientra in quello interiore o spirituale, e di conseguenza può vedere che la gioia celeste èinteriore e spirituale, piuttosto che esteriore e naturale; ed essendo interiore e spirituale,è più pura e squisita, e influenza l'interiore dell'uomo, che concerne la sua anima ospirito. Semplicemente da queste cose chiunque può concludere che la sua felicità è talecome è stata in precedenza la felicità del suo spirito, e che il piacere del corpo, che sichiama la gioia della carne, a differenza della prima non è celeste; inoltre, tutto ciò che ènello spirito dell'uomo, quando lascia il corpo rimane dopo la morte, dal momento cheallora egli vive come un uomospirito.
396. Ogni piacere scaturisce dall'amore, perché ciò che un uomo ama lo percepiscecome qualcosa di piacevole. Nessuno ha piacere da qualsiasi altra fonte. Da ciò neconsegue che, come è l'amore, tale è il piacere. Le delizie del corpo o della carnefluiscono tutte dall'amore di sé e dall'amore per il mondo; di conseguenza sono lussuriee i loro piaceri; mentre le delizie dell'anima o dello spirito fluiscono dall'amore per ilSignore e dall'amore verso il prossimo, di conseguenza, sono affezioni per il bene e perla verità e soddisfazioni interiori. Questi amori con le loro delizie fluiscono attraverso ilcielo, dal Signore, per una via interiore, cioè, dall'alto, e influenzano l'interiore, mentre iprimi, con i loro piaceri, fluiscono dalla carne e dal mondo, per una via esteriore, cioèdal basso, e influiscono sull'esteriore. Pertanto nella misura in cui i due amori del cielosono ricevuti e percepiti, l'interiore dell'uomo, che appartiene alla sua anima e che è
orientato dal mondo verso il cielo, è aperto, mentre nella misura in cui i due amori delmondo sono ricevuti e percepiti, il suo esteriore, che appartiene al corpo o carne e che èorientato verso il mondo, è aperto. Non appena l'amore fluisce ed è ricevuto, anche lesue delizie sono ricevute, le delizie del cielo interiormente e le delizie del mondoesteriormente, dal momento che ogni piacere, come è stato appena detto, appartieneall'amore.
397. Il cielo in sé è così pieno di gioia che considerato in se stesso non è nient'altro chebeatitudine e gioia; perché il Divino bene che procede dal Divino amore del Signore èciò che costituisce il cielo in generale ed in particolare presso tutti quelli che si trovanolì, ed il Divino amore è il desiderio di salvezza e di felicità di ognuno, dall'intimo e nellasua pienezza. Quindi dire cielo o gioia celeste significa dire la stessa cosa.
398. Le gioie del cielo sono ineffabili ed innumerevoli; ma chi è nel mero piacere delcorpo o della carne non ha idea né riesce a credere in una sola di queste innumerevoligioie, perché il suo interiore, come è stato appena detto, distoglie lo sguardo dal cieloper rivolgerlo verso il mondo, dunque all'indietro. Perché colui che è completamentenel piacere del corpo o della carne, o il che è lo stesso, nell'amore di sé e del mondo, nonha percezione di altra gioia se non dell'onore, del guadagno, e dei piaceri del corpo e deisensi; e questi sopprimono e soffocano le gioie interiori che appartengono al cielodistruggendo così ogni fede in esse; di conseguenza, colui che è nel piacere dell'onore edel guadagno sarebbe molto stupito se gli fosse detto che accantonando questi piaceri,altre gioie ne prenderebbero il posto, e si stupirebbe maggiormente se gli fosse detto chele gioie del cielo sono innumerevoli, e incomparabili con i piaceri del corpo e dellacarne, che sono principalmente il piacere dell'onore e del guadagno. Tutto questochiarisce il perché dell'ignoranza della gioia celeste.
399. Si può comprendere quanto grande debba essere la felicità celeste dal fatto che èla gioia di tutti nel cielo, di condividere le proprie gioie e benedizioni con gli altri; esiccome tale è il carattere di tutti quelli che sono nei cieli, è chiaro quanto siaincommensurabile la felicità del cielo. È stato mostrato in precedenza (n. 268), che nelcielo vi è una condivisione di tutti, presso ciascuno, e di ciascuno presso tutti. Talecondivisione procede dei due amori del cielo, che sono, come è stato detto, l'amore peril Signore e l'amore verso il prossimo; e condividere le loro gioie è la vera natura diquesti amori. L'amore per il Signore è tale perché l'amore del Signore è l'amore dicondividere tutto quello che si ha con tutti, dal momento che si desidera la felicità ditutti. C'è un uguale amore in ognuno di coloro che amano il Signore, perché il Signore èin loro; e da questo nasce la condivisione delle gioie degli angeli, gli uni con gli altri.L'amore verso il prossimo è di una simile natura, come si vedrà in seguito. Tutto ciòmostra che la natura di questi amori è condividere le loro gioie. Diverso è per l'amore di
sé e per l'amore del mondo. L'amore di sé allontana dagli altri e li priva di ogni lorogioia, dirigendola verso se stessi, perché si tiene solo a se stessi, mentre l'amore delmondo desidera impossessarsi di ciò che appartiene al prossimo. Pertanto questi amorisono distruttivi delle altrui gioie; o se c'è un'attitudine alla condivisione, ciò èunicamente per il bene di se stessi e non per il bene degli altri. Quindi, in relazione aglialtri è nella natura di questi amori non condividere ma separare, ad eccezione del casoin cui le gioie degli altri hanno qualche relazione con il sé. Che gli amori di sé e delmondo, quando sono dominanti, sono tali, spesso mi è stato permesso di percepirloattraverso l'esperienza diretta. Ogni volta che gli spiriti che erano in questi amori nelmondo, si avvicinavano, la mia gioia si ritirava e svaniva; e mi è stato detto che al meroavvicinamento di tali individui ad ogni società celeste, la gioia nella società diminuiscein misura corrispondente alla loro prossimità; e ciò che è meraviglioso, gli spiritimaligni acquisiscono in questo il loro piacere. Tutto questo indica lo stato dello spiritodi tali uomini mentre sono nel corpo, dato che è lo stesso stato in cui sono dopo laseparazione dal corpo, cioè, che desiderano le gioie ed i beni altrui, e trovano piacerenell'appropriarsene. Tutto questo rende evidente che gli amori di sé e del mondotendono a distruggere le gioie del cielo, e sono quindi contrapposti agli amori celesti,che mirano alla condivisione.
400. Ma deve essere compreso che il piacere di coloro che sono negli amori di sé e delmondo, quando si avvicinano ad ogni società celeste, è il piacere della loro lussuria, equindi è contrapposto alla gioia del cielo. Ed essi godono del piacere della loro lussuriain conseguenza del fatto che dissipano la gioia celeste in coloro che sono in quella gioia.Quando la gioia celeste non viene dissipata significa che in tal caso non sono in grado diavvicinarsi; perché per quanti sforzi facciano per avvicinarsi incombe su di essi unostato di angoscia e sofferenza; e per questo motivo, spesso non osano avvicinarsi.Questo anche mi è stato permesso di imparare attraverso ripetute esperienze, riguardoalle quali desidero aggiungere quanto segue.
[2] Gli spiriti che passano da questo mondo all'altra vita desiderano più di ogni altracosa entrare nel cielo. Quasi tutti cercano di entrare, supponendo che il cielo consistaunicamente nell'essere ammessi e ricevuti. A causa di tale desiderio sono condotti inalcune società del cielo più basso. Ma non appena coloro che sono nell'amore di sé e delmondo si avvicinano alla prima soglia del cielo cominciano ad essere in difficoltà e asentirsi talmente tormentati interiormente da avvertire l'inferno piuttosto che il cielo inloro; di conseguenza si gettano a capofitto verso il basso, e non si fermano fino aquando non entrano negli inferni tra i loro simili.
[3] Sovente accade che tali spiriti desiderano sapere cosa sia la gioia celeste, e avendoudito che è nell'interiore degli angeli, desiderano sperimentarla. Questo dunque viene
consentito; perché a qualunque spirito che non è ancora nel cielo, né nell'inferno è fatta,secondo la sua volontà, tale concessione. Ma, non appena è posto in uno stato dicondivisione della gioia celeste, inizia ad essere così tormentato da non sapere cometorcersi o dimenarsi a causa del dolore. Li ho visti spingere la testa fino ai piedi, gettarsia terra, e contorcersi a spirale come serpenti, e questo a causa del loro tormentointeriore. Tale era l'effetto prodotto dalla gioia celeste su coloro che sono nel piaceredell'amore di sé e del mondo; e in forza del fatto che questi amori sono contrapposti agliamori celesti, proprio questa contrapposizione di amori produce tale tormento. E poichéla gioia celeste entra da una via interiore e scorre nel piacere opposto, l'interiore che ènel piacere opposto si torce all'indietro, quindi nella direzione opposta, da cui risultatale tormento.
[4] Essi sono contrapposti per il motivo sopra descritto, che l'amore per il Signore el'amore per il prossimo desiderano condividere con gli altri tutto ciò che è loro proprio,essendo questa la loro gioia, mentre l'amore di sé e del mondo bramano sottrarre aglialtri ciò che appartiene loro, e vogliono tenere ciò per se stessi; ed esattamente nellamisura in cui riescono a far questo essi sono nella loro gioia. Da questo, anche, si puòcomprendere ciò che differenzia l'inferno dal cielo; perché tutti quelli che sononell'inferno, nel mondo erano unicamente nei piaceri del corpo e della carne, dall'amoredi sé e del mondo; mentre quelli che sono nei cieli, nel mondo erano, nelle deliziedell'anima e dello spirito, dall'amore per il Signore e per il prossimo, e siccome questiamori sono contrapposti, quindi gli inferni ed i cieli sono completamente separati, a talpunto che uno spirito infernale non si azzarda a toccare un angelo con un dito, né asollevare la corona dal suo capo, perché qualora lo facesse, istantaneamente sarebbetormentato dal dolore; cosa che spesso mi è capitato di vedere.
401. Colui che è nell'amore di sé e nell'amore del mondo percepisce, nella vita delcorpo, i piaceri derivanti da questi amori. Mentre colui che è nell'amore verso Dio enell'amore verso il prossimo non percepisce, nella vita del corpo, uno spiccato senso digioia da questi amori o dalle affezioni del bene da essi derivanti, ma solo unabeatitudine che è appena percettibile, perché è nascosta interiormente, velataesteriormente dal corpo, e offuscata dalle preoccupazioni del mondo. Ciò nondimeno,dopo la morte questi stati mutano completamente. I piaceri dell'amore di sé e delmondo vengono poi trasformati in ciò che è doloroso e terribile, perché tali cose sonodenominate fuoco infernale, e si trasformano in cose insane e sudice corrispondenti ailoro piaceri impuri, e questi, strano a dirsi, risultano a loro piacevoli. Ma la gioiaineffabile e la beatitudine quasi impercettibile di quelli che nel mondo hanno vissutonell'amore di Dio e nell'amore per il prossimo, sono poi trasformate nella gioia del cielo,e sono in ogni modo percepite e avvertite, perché la beatitudine che giaceva nascosta esconosciuta nel loro interiore, quando erano nel mondo, poi si rivela e si manifesta in
modo tangibile, perché tale era la gioia del loro spirito, ed essi poi sono nello spirito.
402. Gli usi contengono ogni gioia del cielo, in quanto gli usi sono i beni dell'amore edella carità in cui sono gli angeli; quindi ciascuno è nella gioia corrispondente con ipropri usi, e nella misura della sua affezione per l'uso. Che tutte le gioie del cielo sianogioie dell'uso può essere compreso attraverso un confronto con i sensi del corpo umano.È dato ad ogni senso un piacere in conformità al suo uso; alla vista, all'udito, all'olfatto,al gusto e al tatto; a ciascuno il suo proprio piacere; alla vista il piacere dalla bellezza edalle forme, all'udito, dai suoni armoniosi, all'odorato, dalle fragranze piacevoli, algusto, dai sapori raffinati. Questi usi cui i sensi disgiuntamente adempiono, sono noti acoloro che li studiano, e maggiormente a coloro che sono nella conoscenza dellecorrispondenze. La vista gode di tale piacere in virtù dell'uso che rende all'intelletto,che corrisponde alla visione interiore; l'udito ha una tale piacere in virtù dell'uso cherende sia all'intelletto, sia alla volontà, attraverso il prestare attenzione; l'odorato godedi tale piacere in virtù dell'uso che rende al cervello, e anche ai polmoni; il gusto godedi tale piacere in virtù dell'uso che rende allo stomaco, e quindi a tutto il corpo,attraverso il nutrimento. La gioia del matrimonio, che è il piacere più puro e squisito deltatto, trascende tutte le altre in ragione del suo uso, che è la procreazione del genereumano, e quindi, degli angeli del cielo. Queste delizie sono negli organi di senso pereffetto di un influsso del cielo, cui appartiene ogni delizia che attiene all'uso ed èconforme ad esso.
403. C'erano alcuni spiriti che credevano da un'opinione appresa nel mondo che lafelicità celeste consistesse in una vita oziosa in cui sarebbero stati serviti da altri, ma gliè stato detto che la felicità non consiste nell'astensione dal lavoro e nel compiacimentodell'ozio. Ciò significherebbe che tutti desidererebbero per sé la felicità degli altri,cosicché nessuno avrebbe ciò che tutti desiderano. Una tale vita sarebbe del tuttoinattiva, e tutti dovrebbero sapere che in assenza di attività, non vi può essere felicitànella vita, e che il riposo da questa attività dovrebbe essere consentito solo per ragionidi svago, affinché si possa tornare con maggior vigore all'attività della propria vita. Èstato poi mostrato loro attraverso varie evidenze che la vita angelica consiste nelcompimento di opere di carità, che sono gli usi, e che gli angeli trovano tutta la lorofelicità nell'uso, dall'uso, e in conformità dell'uso. A coloro che avevano l'opinione chela gioia celeste consistesse nel vivere una vita oziosa e accarezzavano con il pensiero lagioia eterna nell'ozio, è stata concessa la percezione di cosa sia una simile vita, affinchépotessero vergognarsi di tale idea; ed essi hanno percepito la profonda tristezza di unatale vita, nella quale ogni gioia si estinguerebbe, finché essi non proverebbero altro cheavversione e disgusto in essa.
404. C'erano alcuni spiriti che si reputavano più eruditi di altri, i quali nel mondo
avevano creduto che la gioia celeste consistesse unicamente nel pregare e rendere gloriaa Dio, e che questa sarebbe stata una vita attiva. Ma è stato detto loro che pregare erendere gloria a Dio non è esattamente una vita attiva, e anche che Dio non ha bisognodi lodi e glorificazioni, piuttosto, è alla sua volontà che si devono uniformare gli usi,quindi le opere buone che si chiamano beni della carità. Ma essi non erano in grado diassociare ai beni della carità ogni idea della gioia celeste, ma solo l'idea dell'essere alservizio, anche se gli angeli hanno testimoniato che questa gioia è più libera perchéviene da un'affezione interiore ed è congiunta con una gioia ineffabile.
405. Quasi tutti coloro che entrano nell'altra vita pensano che l'inferno sia uguale pertutti; ed il cielo lo stesso; eppure in entrambi ci sono infinite varietà e diversità, e innessun caso l'inferno o il cielo è completamente lo stesso per uno come per un altro;come è impossibile che un solo uomo, spirito o angelo possa mai essere interamenteuguale ad un altro, perfino nel volto. Al mio solo pensiero di due individui uguali, gliangeli hanno manifestato orrore, dicendo che ogni cosa è formata dal concorsoarmonico di molte cose, e che una cosa è tale, come è quel concorso; e che in questomodo un'intera società nel cielo diventa un solo corpo, e che tutte le società del cieloinsieme diventano ugualmente un solo corpo, il che avviene dal Signore per mezzodell'amore.254 Gli usi nei cieli, ugualmente, sono in questa varietà e diversità, e in nessuncaso l'uso di uno è interamente identico all'uso di un altro; così pure, la felicità di unonon è mai identica alla felicità di un altro. Inoltre, le gioie di ogni uso sono innumerevolie diverse tra loro, e ciò nondimeno, sono unite in un ordine tale che l'una è legataall'altra reciprocamente, come gli usi di ogni membro, organo e viscere, nel corpo, eancor più come gli usi di ogni vaso e le fibre di ogni organo, membro e viscere; ciascunodi questi sono così reciprocamente legati da considerare il bene altrui in quanto loroproprio, e quindi ciascuno nel tutto, e il tutto in ciascuno. In virtù di questo aspettouniversale e individuale agiscono come fossero uno.
406. Ho parlato a volte della vita eterna con spiriti che avevano da poco lasciato ilmondo, dicendo loro che è importante sapere chi sia il Signore, quale sia il suo regno, equale forma di governo ci sia. Siccome nulla è più importante per coloro che entrano inun altro regno, nel mondo, che sapere chi sia il sovrano, quale sia il governo, oltre adaltri particolari relativi al regno, a maggior ragione è vitale la conoscenza del regno deicieli, ove essi vivranno per l'eternità. Pertanto deve essere noto che è il Signore chegoverna il cielo e l'universo, perché colui che governa l'uno governa l'altro; che il regnoin cui essi sono ora è il regno del Signore; e che le leggi di questo regno sono verità
254 Una cosa consta di varie cose che le conferiscono qualità e perfezione secondo la qualità dell'armoniae l'accordo (nn. 457, 3241, 8003). Vi è un'infinita varietà, e mai una cosa è uguale ad un'altra (nn. 7236,9002). È lo stesso nei cieli (nn. 3744, 4005, 7236, 7833, 7836, 9002). Di conseguenza le società nei cieli e gliangeli all'interno di ogni società, sono distinti gli uni dagli altri, perché sono in differenti beni ed usi (nn.690, 3241, 3519, 3804, 3986, 4067, 4149, 4263, 7236, 7833). Il Divino del Signore dispone ogni cosa nellaforma celeste, quindi congiunge tutte le cose affinché siano un unico uomo (nn. 457, 3986, 5598).
eterne, le quali tutte si fondano sulla legge che il Signore deve essere amato sopra ognicosa e il prossimo come se stessi; e ancor più di se stessi, se si desidera essere simili agliangeli, i quali amano il prossimo più di se stessi. A questo essi non hanno potutoreplicare nulla, per la ragione che, sebbene avessero ascoltato nella vita del corpoqualcosa del genere, non vi avevano creduto, chiedendosi come potrebbe esserci un taleamore nel cielo, e come potrebbe essere possibile a chiunque di amare il prossimo più dise stesso. Ma è stato detto loro che ogni bene aumenta immensamente nell'altra vita, eche mentre nella vita del corpo l'amore verso il prossimo non può superare l'amore disé, perché sono immersi in ciò che riguarda il corpo, nondimeno, quando questo corpo èdismesso, il loro amore diventa più puro, fino a diventare angelico, che è l'amore per ilprossimo maggiore di quello per se stessi. Perché nel cielo regna la gioia di fare il benedell'altro, e non di se stessi, a meno che, il proprio sia il bene di un altro, e quindi ècompiuto per amore dell'altro. Questo è amare il prossimo più di se stessi. È stato dettoloro che l'esistenza di un tale amore si manifesta nel mondo nell'amore coniugale dialcuni che hanno patito la morte per proteggere la consorte da un pericolo; o nell'amoredei genitori per i loro figli, come quello della madre che preferisce patire la famepiuttosto che vedere il suo bambino morire di fame; o nell'amicizia sincera, in cui unamico si espone al pericolo per un altro; e anche nell'amicizia cortese che vuole emularela sincera amicizia, offrendo il meglio a coloro ai quali si augura il bene, e mostrandouna buona disposizione sulle labbra anche se non nel cuore; e infine, nella naturadell'amore, che è tale che la sua gioia è quella di servire gli altri, non per se stessi ma peril bene degli altri. Ma tutto questo è incomprensibile a coloro che hanno amato se stessipiù degli altri, e che nella vita del corpo sono stati avidi di guadagni; soprattutto gliavari.
407. C'era uno che nella vita del corpo aveva esercitato il potere sugli altri, e che avevaconservato nell'altra vita il desiderio di dominare, ma gli fu detto che ora era in un altroregno, che è eterno, e che il suo dominio sulla terra era perito, e che ora si trovava dovenessuno è apprezzato in modo diverso dalla sua bontà e verità, che è la misura dellagrazia del Signore di cui gode in virtù della sua vita nel mondo; lo stesso è vero inquesto regno, come nel mondo, dove gli uomini sono apprezzati per la loro ricchezza eper il favore di cui godono presso il principe, essendo la ricchezza corrispondente albene e alla verità, ed il favore del principe la grazia donata all'uomo dal Signore inconformità della sua vita nel mondo. Ogni desiderio di governare altrimenti, lorenderebbe ribelle, dal momento che è in un altro regno. All'udire queste cose provavavergogna.
408. Ho parlato con degli spiriti i quali credevano che il cielo e la gioia celesteconsistessero nel loro essere grandi; ma gli è stato detto che nel cielo il più piccolo è ilpiù grande, poiché egli è chiamato colui che ha meno e che desidera avere potere o
sapienza non da se stesso, ma solo dal Signore; poiché colui che ha meno in questosenso ha la più grande felicità. Ne consegue che egli è il più grande; perché egli ha in talmodo dal Signore tutto il potere ed eccelle su tutti in sapienza. Che sarebbe altrimenti lagrandezza senza la felicità? Perché essere il più felice è ciò che i potenti cercanoattraverso il potere, ed i ricchi attraverso le ricchezze. È stato inoltre detto loro che ilcielo non consiste nel desiderio di essere il più piccolo al fine di essere più grande,perché ciò equivarrebbe ad aspirare e a desiderare la grandezza fine a se stessa; essoconsiste invece nel desiderare dal cuore il bene degli altri più del proprio, e nel serviregli altri in vista della loro felicità, non allo scopo di ottenere una ricompensa, ma peramore.
409. La gioia celeste stessa, quale è nella sua essenza, non può essere descritta, perchéè nell'intimo della vita degli angeli, e da lì, in ogni loro pensiero e affezione, e da questiin ogni particolare del loro discorso e della loro azione. È come se l'interiore fossecompletamente aperto e pronto a ricevere la gioia e la beatitudine, che vengonodistribuite ad ogni minima fibra e quindi attraverso tutto il corpo. Così la percezione ela sensazione di questa gioia è così grande da essere indescrivibile, perché ciò che iniziadall'intimo fluisce in ogni particolare che deriva dall'intimo, propagandosi eincrementando nell'esteriore. Gli spiriti retti che non sono ancora in quella gioia, perchénon sono stati ancora innalzati nel cielo, quando avvertono una sensazione di quellagioia da un angelo, dalla sfera del suo amore, sono colmati di una gioia tale che cadonoper così dire in un piacevole deliquio. Questo accade a volte a quelli che desideriosapere cosa è la gioia celeste.
410. Allorquando alcuni spiriti hanno desiderato sapere cosa fosse la gioia celeste èstato loro permesso di sentirla a tal punto da non poterla più sopportare; eppure non sitrattava della gioia angelica; essendo solo in minima parte angelica, come mi è statopermesso di percepire per condivisione, ma era così lieve da essere quasi fredda;nondimeno essi la consideravano eminentemente celeste, perché la avvertivano comeintima gioia. Da ciò era evidente, non solo che ci sono diversi gradi di gioia nel cielo, maanche che la gioia più profonda di uno a malapena raggiunge la gioia più esteriore ointermedia di un altro; e che quando uno riceve la sua gioia più profonda è nella suagioia celeste, e non può sopportare ciò che è ancora più intimo, perché una tale gioiasarebbe dolorosa per lui.
411. Certi spiriti, non malvagi, sprofondando in uno stato di riposo, come nel sonno,sono stati condotti nel cielo, rispetto all'interiore delle loro menti; perché solo se prima illoro interiore è aperto essi possono essere assunti nel cielo ed essere istruiti sulla felicitàceleste. Li ho visti in quello stato di riposo per circa mezz'ora, e poi sono stati restituitinel loro esteriore, in cui erano prima, conservando un ricordo di ciò che avevano visto.
Hanno detto di essere stati tra gli angeli nel cielo, e di aver visto e percepito lì, cosemirabili, ognuna delle quali, splendente come fosse in oro, argento e pietre preziose, informe squisite e in una varietà meravigliosa; inoltre, che gli angeli trovano il loro dilettonon nelle cose esteriori in quanto tali, ma nelle cose che esse rappresentano, che sonoDivine, ineffabili, e di infinita sapienza; questa è la loro gioia; insieme ad altreinnumerevoli cose che non potrebbero essere descritte nel linguaggio umano, neppurein minima parte, né collocarsi in nessuna idea che abbia in sé qualcosa di materiale.
412. Quasi nessuno di coloro che passano nell'altra vita sanno cosa sono la felicità e labeatitudine celeste, perché non sanno cosa sia la gioia interiore, essendo la loropercezione della gioia squisitamente corporea e mondana; di conseguenza, essiignorano o suppongono essere nulla, tale gioia, quando in realtà le gioie corporee emondane sono di nessun conto, se messe a confronto. Affinché, coloro che sono in unadisposizione retta e che ignorano cosa sia la gioia celeste, possano conoscerla ecomprenderla, questi sono condotti prima in scenari paradisiaci che trascendono ogniimmaginazione. Essi allora pensano di essere entrati nel paradiso celeste; ma sonoinformati che questa non è la vera felicità celeste; ed è permesso loro di comprenderetali stati interiori di gioia, così come sono percettibili nel loro intimo. Sono poi condottiin uno stato di pace, nel loro intimo, quando sono persuasi del fatto che nulla di ciò èminimamente esprimibile o concepibile. Infine sono portati in uno stato di innocenza,fin nel più profondo. Così è permesso loro di imparare cosa sia l'autentica veritàspirituale ed il bene celeste.
413. Ma affinché io potessi conoscere la natura del cielo e della gioia celeste, spesso eper lungo tempo mi è stato permesso dal Signore di percepire le delizie della gioiaceleste; e seppure mi fosse consentito di conoscerle per esperienza diretta, nondimeno,non ero affatto in grado di descriverle. Tuttavia, affinché l'idea di esse possa essereconcepita, qualcosa deve essere detto al riguardo. La gioia celeste è un'affezione diinnumerevoli delizie e gioie, le quali insieme si manifestano in qualcosa di generale, e inquesta affezione generale, sono armonie di innumerevoli affezioni, vagamente eindistintamente percettibili. Tuttavia, mi è stato permesso di comprendere che ci sonoinnumerevoli cose in essa, in un ordine tale che non può essere affatto descritto, inquanto esse fluiscono dall'ordine celeste. L'ordine nei particolari dell'affezione, anche ilminimo di essi, è tale che questi particolari si manifestano e sono percepiti solo comequalcosa di più generale, secondo le capacità del soggetto ricevente. In una parola, ogniaffezione generale contiene infinite affezioni disposte in una forma più ordinata, e vitaleche influenza ogni cosa nel profondo; perché le gioie celesti procedono dall'intimo. Hopercepito, inoltre, che la gioia e l'estasi vengono come dal cuore, e si diffondonodolcemente attraverso tutte le fibre più intime, e da queste nei fasci di fibre, con un taleintimo senso di gioia che la fibra sembra essere nient'altro che gioia ed estasi, e tutto ciò
che di essa è sensibile sembra essere vitale nella felicità. Paragonate ad esse le gioie delcorpo sono come sudicia e pungente polvere davanti ad un'aura pura e dolce. Ho notatoche quando ho desiderato trasferire tutta la mia gioia ad un altro, una gioia piùprofonda e più compiuta fluiva in luogo della prima, e più perseveravo in questodesiderio, più raffinata era la gioia che fluiva in me; ed era percepibile che tale gioiaprocedeva dal Signore.
414. Coloro che sono nel cielo avanzano continuamente verso la primavera della vita,con una velocità maggiore verso una primavera più gioiosa e felice, quanto più sono imillenni dacché vivono; e questo per l'eternità, con un incremento corrispondente algrado del loro amore, della carità e della fede. Le donne che sono morte in vecchiaia, sehanno vissuto nella fede del Signore, nella carità verso il prossimo, e nella felicitàdell'amore coniugale con il proprio marito, avanzano gradualmente verso il fiore dellagiovinezza, della femminilità, e della bellezza che trascende ogni concezione di bellezza,come è conosciuta sulla terra. La bontà e la carità sono ciò che rende questa forma e chemanifesta la loro somiglianza, suscitando la gioia e la bellezza della carità, risplendenteda ogni minimo particolare del volto, essendo queste la forma stessa della carità. Alcunidi quelli che hanno veduto questa bellezza sono stati colpiti da stupore. La forma dellacarità visibile nel cielo nella sua forma vitale, è la carità stessa nella sua forma autentica;e questo in un modo che l'intero angelo è una forma della carità, per così dire,specialmente nel volto; e questo è chiaramente visibile e percettibile. Quando questaforma è osservata, la sua indicibile bellezza colpisce con la carità la vita più intima dellospirito. In una parola, invecchiare nel cielo significa ringiovanire. Tali forme e talibellezze assumono nell'altra vita coloro che hanno vissuto nell'amore per il Signore enella carità verso il prossimo. Tutti gli angeli hanno tali forme in infinite varietà, e diessi il cielo è costituito.
43L'immensità del cielo
415. L'immensità del cielo del Signore è evidente da molte cose che sono state dette emostrate nei capitoli precedenti, soprattutto da questo, che il cielo ha origine dal genereumano (nn. 311317), sia da coloro che sono nati all'interno della chiesa, sia da quellinati fuori di essa (nn. 318328); quindi è costituito da tutti coloro che fin dal principio diquesta terra hanno vissuto una vita retta. Quanto sia grande la moltitudine di uomininel mondo intero chiunque abbia cognizione dei continenti, delle regioni e dei regnidella terra, può dedurlo. Chiunque si addentri nei calcoli troverà che diverse migliaia diuomini muoiono ogni giorno, cioè, diverse decine di milioni ogni anno; questo fin daiprimi tempi, dal momento che diverse migliaia di anni sono trascorsi. Tutti questi mortidopo sono andati nell'altra vita, denominata mondo spirituale, ove ci sonocontinuamente nuovi arrivi. Ma quanti di questi siano diventati o stanno diventandoangeli del cielo non può essere detto. Questo mi è stato detto, che nei tempi antichi ilnumero era molto grande, perché gli uomini allora pensavano più interiormente espiritualmente, e da tale pensiero erano nell'affezione celeste, ma nelle epochesuccessive non erano così tanti, perché nel tempo l'uomo è diventato più esteriore e hainiziato a pensare in modo più naturale, e attraverso tale pensiero, ad esserenell'affezione mondana. Tutto ciò dimostra quanto sia grande il cielo, anche soltantoquello che sovrasta gli abitanti di questa terra.
416. L'immensità del cielo del Signore è dimostrata anche da questo, che tutti ibambini, nati all'interno della chiesa o fuori di essa, sono adottati dal Signore ediventano angeli; e il numero di questi ammonta ad un quarto o un quinto di tutto ilgenere umano. Che ogni bambino, ovunque nato, sia all'interno della chiesa sia fuori diessa, sia da genitori pii, sia da genitori empi, è accolto dal Signore quando muore, ed ècondotto nel cielo, e viene istruito e colmato di affezioni per il bene, e attraverso queste,di conoscenze della verità, in conformità dell'ordine Divino, e quando si è perfezionatoin intelligenza e sapienza è condotto nel cielo e diviene un angelo, può essere visto inciò che precede (nn. 329345). Da tutto ciò può dedursi la moltitudine degli angeli nelcielo, derivante da questa unica fonte, dalla creazione fino al tempo presente.
417. Ancora, quanto sia grande il cielo del Signore può essere visto da questo, che tuttii pianeti visibili ad occhio nel nostro solare sistema, sono terre, e per di più, che in tuttol'universo ci sono innumerevoli terre, tutte gremite di abitanti. Di queste si è trattato inparticolare in un breve lavoro da cui citerò il seguente passo:
“È noto nell'altra vita che ci sono molte altre terre abitata da uomini, da cui provengono glispiriti e gli angeli; perché a tutti coloro che lo desiderano per amore della verità e degli usi, èpermesso parlare con gli spiriti di altre terre, e quindi si accertano dell'esistenza di una pluralitàdi mondi, e scoprono che il genere umano proviene non da una sola terra, ma da innumerevoliterre. Spesso ho parlato di ciò con gli spiriti della nostra terra, i quali sostenevano che ognipersona intelligente dovrebbe sapere da molte cose che ci sono molte terre abitate dagli uomini;perché può essere ragionevolmente dedotto che i corpi immensi come i pianeti, alcuni dei qualisuperano questa terra in grandezza, non sono masse vuote create solo per essere sostenuteattraverso lo spazio e per girare intorno ad un sole, e per brillare con la loro luce scarsa abeneficio di un'unica terra, ma devono avere una destinazione più importante. Colui che crede,come ognuno deve credere, che il Divino ha creato l'universo per nessun altro scopo se nonperché il genere umano possa esistere, e di lì il cielo, deduce facilmente che ovunque ci sia unaterra, ivi ci sono uomini. Che i pianeti a noi visibili, appartenenti al nostro sistema solare, sianoterre è evidente dal fatto che sono corpi di materie rocciose, che sono conosciuti perché riflettonola luce del sole, nonché dal fatto che non appaiono, se visti attraverso telescopi, come le stelle,scintillanti come fiamma, ma come terre con regioni più scure; e anche dal fatto che, come lanostra terra girano intorno ad un sole e si muovono insieme ad esso nella rotazione dello zodiaco,producendo gli anni e le stagioni dell'anno, primavera, estate, autunno e inverno, nonché larotazione intorno al proprio asse come la nostra terra, rendendo i giorni e le cadenze del giorno,mattino, mezzogiorno, sera e notte; anche dal fatto che alcuni di loro hanno lune, chiamatesatelliti, che ruotano intorno alla loro terra, secondo cadenze costanti, come fa la luna intornoalla nostra terra; mentre il pianeta Saturno, essendo ad una distanza maggiore dal sole, ha ancheuna grande cintura luminosa che dà molta luce, anche se riflessa, alla nostra terra. Chiunqueconosca tutto ciò e pensa razionalmente può mai dire che i pianeti siano corpi vuoti? Inoltre, hodetto agli spiriti che l'uomo può credere che esiste più di una terra nell'universo, dal fatto che ilcielo stellato è così vasto e le stelle ivi così innumerevoli, e ciascuna di esse nel suo postorassomiglia al nostro sole, anche se di diversa grandezza. Chiunque esamini tale questionerazionalmente deve concludere che una tale immensità deve necessariamente essere un mezzopredisposto per un fine, che è il fine ultimo della creazione, vale a dire il regno celeste nel quale ilDivino possa abitare con gli angeli e con gli uomini. Perché l'universo visibile o il cieloilluminato da stelle così innumerevoli, che sono altrettanti soli, è semplicemente un mezzo perl'esistenza di terre abitate da uomini, da cui discende il regno dei cieli. Da tutto questo un uomorazionale deve necessariamente concludere che un mezzo così immenso per un grande fine nonpoteva essere provveduto solo per il genere umano su una sola terra. Cosa sarebbe questo per ilDivino che è infinito, a cui migliaia e anche miriadi di terre, tutti gremite di abitanti, sarebberopoco cosa? Ci sono spiriti, la cui unica preoccupazione è l'acquisizione delle conoscenze, perchéla loro gioia è unicamente in questo, e per tale motivo sono autorizzati a vagare, e anche adoltrepassare il nostro sistema solare per acquisire conoscenze presso altri. Questi spiriti,
provenienti dal pianeta Mercurio, mi hanno detto che ci sono terre abitate da uomini nonsoltanto in questo sistema solare, ma anche oltre, nel cielo stellato, in un numero immenso. Èstato calcolato che con un milione di terre nell'universo, ciascuna abitata da 300 milioni diuomini, e 200 generazioni in 6000 anni, in uno spazio di tre lunghezze cubiche per ogni uomo ospirito, il numero totale di uomini o spiriti non sarebbe sufficiente a riempire lo spazio di questaterra, e poco più dello spazio di uno dei satelliti di un pianeta; uno spazio così piccolonell'universo da essere quasi invisibile, dal momento che un satellite è appena visibile ad occhionudo. Che cosa è questo paragonato al Creatore dell'universo, rispetto al quale neppure un interouniverso pieno di uomini reggerebbe il confronto, in quanto Egli è infinito? Ho parlato con gliangeli al riguardo, e mi hanno detto che hanno una idea simile della pochezza del genere umanorispetto all'infinità del Creatore, sebbene il loro pensiero è sensibile agli stati, non agli spazi, enel loro pensiero il numero delle terre par quanto grande esso sia in miriadi, come si potrebbeeventualmente concepire, sarebbe ancora nulla al cospetto del Signore.” [Le terre nell'Universo,nn. 24, 6, e 126.2]
Le terre nell'universo, con i loro abitanti, ed i rispettivi spiriti e angeli, sono trattate nellavoro cui si è fatto cenno appena più sopra. Ciò che è lì esposto mi è stato rivelato emostrato affinché possa essere noto che il cielo del Signore è immenso, e che discendeesclusivamente dal genere umano; ed inoltre, che nostro Signore è ovunquericonosciuto come il Dio del cielo e della terra.
418. Ancora, l'immensità del cielo del Signore è dimostrata dal fatto che il cielo nel suocomplesso appare come un unico uomo, e corrisponde in ogni cosa ad ogni particolaredell'uomo, e che tale corrispondenza non può mai essere minutamente spiegata, inquanto si tratta di una corrispondenza non solo con ciascuna delle membra, degliorgani, e dei visceri del corpo in generale, ma anche con ciascuno dei visceri e degliorgani più minuti contenuti nei primi, in ogni minimo particolare, e anche con ognivaso e ogni fibra; e non solo con questi, ma anche con le sostanze organiche chericevono interiormente l'influsso del cielo, da cui procedono le attività interioridell'uomo necessarie al funzionamento della sua mente; poiché tutto ciò che esisteinteriormente nell'uomo esiste in forme che sono sostanze, dato che tutto ciò che non hasostanza, quanto al suo soggetto non è nulla. Vi è una corrispondenza di tutte questecose con il cielo, come si può vedere dal capitolo in cui si è trattato della corrispondenzadi tutte le cose del cielo con tutte le cose dell'uomo (nn. 87102). Questa corrispondenzanon può mai essere spiegata nel dettaglio perché più sono numerose le affiliazioniangeliche corrispondenti a ciascun membro del cielo, e più perfetto diviene il cielo.Perché ogni perfezione nei cieli incrementa con l'aumento del numero; e questo in virtùdel fatto che tutti lì hanno lo stesso fine, e sono orientati armonicamente verso quel fine.Tale fine è il bene comune; e quando esso regna, vi è, dal bene comune, il bene di ogniindividuo, e dal bene di ogni individuo, il bene di tutta la comunità. Accade questo per
la ragione che il Signore nel cielo attrae tutti a sé (si veda sopra, n. 123), in modo cheappaiano come uno al suo cospetto. Che l'unanimità e la concordia di molti, soprattuttoin virtù di tale origine e legame, produca la perfezione, ognuno con una ragioneilluminata può comprenderlo chiaramente.
419. Mi è stato anche permesso di vedere l'entità del cielo abitato e anche del cielodisabitato; e la misura del cielo disabitato appariva incommensurabilmente grande etale da non poter essere percorsa per l'eternità, anche se ci fossero molte miriadi di terre,con una gran moltitudine di uomini in ciascuna come sulla nostra. (Su questoargomento vedi anche Le terre nell'universo, n.168.)
420. Che il cielo non è immenso, ma è di entità limitata, è una conclusione che alcunihanno tratto da alcuni passi della Parola intesa secondo il suo senso letterale; peresempio, dove si dice che solo i poveri saranno ricevuti nel cielo, o solo gli eletti, o soloquelli all'interno della chiesa, e non quelli al di fuori di essa, o solo quelli per i quali ilSignore intercede; che il cielo sarà chiuso quando sarà riempito, e che questo tempo èpredeterminato. Ma questi ignorano che il cielo non sarà mai chiuso, e che non c'è untempo predeterminato, né un limite numerico, e che coloro che sono chiamati eletti sonoquelli che hanno condotto una vita nel bene e nella verità;255 e coloro che sono chiamatipoveri sono quelli privi della conoscenza del bene e della verità, e nondimeno, con ildesiderio di farne la conoscenza; e questi, in virtù di quel desiderio sono chiamati ancheaffamati.256 Quelli che hanno concepito l'idea di un'estensione limitata del cielo, dallaParola, credono che sia in un posto dove tutti sono riuniti, quando, in realtà, il cielo ècostituito di innumerevoli società (si veda sopra, nn. 4150). Questi non hanno altra ideadel cielo se non che esso è concesso a tutti, per misericordia, a prescindere dalle opere, equindi che chiunque sia ammesso e ricevuto per mera concessione; e non riescono acomprendere che il Signore per misericordia, guida tutti coloro che lo accolgono, e cheEgli accoglie quelli che vivono in conformità con le leggi dell'ordine Divino, che sono iprecetti dell'amore e della fede, e che quindi, per misericordia deve intendersi illasciarsi guidare dal Signore dall'infanzia fino alla fine della vita nel mondo e poi perl'eternità. Pertanto deve essere noto che ogni uomo è nato per il cielo, e che è ricevutonel cielo colui che nel mondo riceve in se stesso il cielo, e che a chi non lo riceve, il cieloè precluso.
255 Gli eletti sono quelli che conducono la vita nel bene e nella verità (n. 3755, 3900). L'elezione el'ammissione nel cielo non avvengono per misericordia, ma secondo la vita che ciascuno ha condotto (nn.5057, 5058). Non esiste una misericordia del Signore separata dalle opere, ma solo attraverso le opere, cioèattraverso una vita conforme ai suoi precetti; questi sono continuamente guidati dal Signore nel mondo,per mezzo della sua misericordia, e poi per l'eternità (nn. 8700, 10659). 256 Per poveri nella Parola sono intesi quelli che sono spiritualmente poveri, cioè, che ignorano le verità eciò nondimeno desiderano essere istruiti (nn. 9209, 9253, 10227). Di essi si dice che sono affamati edassetati, vale a dire che desiderano conoscere il bene e la verità da cui si accede alla chiesa ed al cielo (nn.4958, 10227).
44Cosa è il mondo degli spiriti
421. Il mondo degli spiriti non è il cielo, né l'inferno, ma è un luogo e uno statointermedio tra i due; perché è lo stato in cui l'uomo entra dopo la morte; e dal quale,dopo un certo tempo egli è elevato nel cielo o gettato nell'inferno, conformemente allasua vita nel mondo.
422. Il mondo degli spiriti è un luogo intermedio tra cielo e inferno, ed anche uno statointermedio dell'uomo dopo la morte. Mi è stato mostrato che non si tratta solo di unluogo intermedio, essendo gli inferni sotto di esso ed il cielo sopra di esso, ma è ancheuno stato intermedio, dato che finché l'uomo è in esso, non è ancora nel cielo e neppurenell'inferno. Lo stato del cielo nell'uomo è la congiunzione del bene e della verità in lui,e lo stato dell'inferno è la congiunzione del male e della falsità in lui. Ogni volta che ilbene in un uomospirito è congiunto alla verità, questi entra in cielo, perché quellacongiunzione, come è stato appena detto, è il cielo in lui; mentre ogni volta che il malein un uomospirito è congiunto con la falsità, questi entra nell'inferno, perché taleunione rende l'inferno in lui. Quella congiunzione avviene nel mondo degli spiriti,essendo allora l'uomo in uno stato intermedio. È lo stesso dire congiunzionedell'intelletto con la volontà, o congiunzione del bene e della verità.
423. È necessario prima fare qualche cenno alla congiunzione dell'intelletto con lavolontà, o il che è lo stesso, del bene e della verità, la quale ha luogo nel mondo deglispiriti. L'uomo è dotato di intelletto e volontà. L'intelletto è il ricettacolo delle verità ed ècostituito da esse, e la volontà è il ricettacolo dei beni ed è costituita da essi; quindi ciòche l'uomo intende e pensa attraverso il suo intelletto, egli la chiama verità, e tutto ciòche l'uomo vuole e pensa attraverso la sua volontà, egli lo chiama bene. Attraverso ilsuo intelletto l'uomo può pensare, e quindi percepire ciò che è vero e ciò che è bene,eppure pensa ciò che è vero e ciò che è bene attraverso la volontà solo quando vuole undeterminato oggetto e lo mette in atto. Quando egli vuole quel determinato oggetto eattraverso la volontà lo mette in atto, esso è contemporaneamente nell'intelletto e nellavolontà, di conseguenza nell'uomo. Perché né il solo intelletto, né la sola volontà,rendono l'uomo, ma l'intelletto e la volontà insieme, quindi tutto ciò che è in entrambi ènell'uomo, ed è adatto a lui. Ciò che è soltanto nell'intelletto è nell'uomo, ma nonesattamente in lui; è solo un ricordo della sua memoria, o una materia della conoscenzanella sua memoria, alla quale egli pensa quando è in compagnia di altri, ma non in sestesso, cioè quando egli parla, ragiona, e simula affezioni e gesti che sono in accordo con
essa.
424. Questa capacità di pensare attraverso l'intelletto e non allo stesso tempoattraverso la volontà è provveduta all'uomo affinché egli possa essere riformato; perchétale riforma ha luogo per mezzo delle verità, e le verità appartengono all'intelletto,come si è appena detto. Perché riguardo alla sua volontà l'uomo nasce in tutti i mali,quindi vuole il bene di se stesso e di nessun altro; e colui che ama solo se stesso sicompiace delle disgrazie altrui, soprattutto se da queste trae un vantaggio; perché il suodesiderio è quello di accaparrarsi i beni degli altri, siano essi onori o ricchezze, e nellamisura in cui egli riesce in questo intento, gioisce interiormente. Affinché questavolontà dell'uomo possa essere corretta e riformata, è data all'uomo la capacità diintendere le verità, e di sottomettere per mezzo delle verità le affezioni del male chenascono dalla volontà. È per questo che l'uomo ha la capacità di pensare le verità con ilsuo intelletto, di pronunciarle e di metterle in atto. Ma fino a quando l'uomo è tale cheegli non vuole le verità da se stesso, cioè dal cuore, non è in grado di pensare le veritàdalla sua volontà. Quando diviene tale, quello che pensa attraverso il suo intellettoappartiene alla sua fede, e tutto ciò che pensa attraverso la sua volontà appartiene al suoamore; e di conseguenza la sua fede e il suo amore, come il suo intelletto e la suavolontà, sono congiunti in lui.
425. Nella misura in cui, dunque, le verità dell'intelletto ed i beni della volontà sonocongiunti, vale a dire, nella misura in cui un uomo desidera la verità e la fa proprianella sua volontà, egli ha in sé il cielo, poiché l'unione del bene e della verità, come si èappena detto, è il cielo. E per converso, esattamente nella misura in cui le falsitàdell'intelletto ed i mali della volontà sono uniti, l'uomo ha l'inferno dentro di sé, inquanto l'unione delle falsità e del male è l'inferno. Ma finché le verità dell'intelletto ed ibeni della volontà non sono congiunti, l'uomo è in uno stato intermedio. Nel tempopresente quasi tutti sono in un tale stato, vale a dire quelli che hanno una certaconoscenza delle verità, e dalla sua conoscenza e comprensione formulano qualchepensiero al riguardo, e si conformano ad esse in tutto, in parte o per nulla, ovveroagiscono in modo contrario ad esse, per amore del male e per la conseguente falsa fede.Affinché dunque, l'uomo possa avere in lui il cielo o l'inferno, dopo la morte, prima ècondotto nel mondo degli spiriti, e là, presso quelli che devono essere innalzati nel cielo,la verità è unita al bene, e presso coloro che devono essere gettati nell'inferno, il male èunito alla falsità. Perché né nel cielo, né nell'inferno è permesso a chiunque di avere unamente divisa cioè, di intendere in un modo e di volere altrimenti; ma ciascuno deveintendere ciò che egli vuole, e volere ciò che intende. Perciò nel cielo, colui che vuole ilbene, comprende la verità, mentre nell'inferno colui che vuole il male comprende ilfalso. Pertanto, nello stato intermedio le falsità presso le persone rette sono rimosse, e leverità che concordano con il loro bene sono date loro; mentre le verità possedute dai
malvagi sono loro sottratte, e le falsità che concordano con il loro male sono lasciate inloro. Questo mostra cosa sia il mondo degli spiriti.
426. Nel mondo degli spiriti vi è un gran numero di persone, perché è lì cheinizialmente tutti si incontrano, e sono esaminati e preparati. Il tempo di permanenza inquel mondo non è prefissato; alcuni sono rapidamente accolti nel cielo o gettatinell'inferno, alcuni restano solo poche settimane, altri, parecchi anni, ma non più ditrenta. Queste differenze nel tempo di permanenza dipendono dalla maggiore o minorecorrispondenza dell'interiore dell'uomo con il suo esteriore. In che modo l'uomo siaguidato in quel mondo da uno stato all'altro e preparato sarà ora esposto.
427. Non appena gli uomini, dopo la morte, entrano nel mondo degli spiriti il Signorediscrimina nettamente tra di loro; gli empi sono subito associati alla società infernale cuierano già legati quando erano nel mondo, in forza del loro amore regnante; mentre iretti sono subito associati alla società celeste cui erano già legati, quando era nel mondo,in virtù del loro amore, della loro carità e della loro fede. Ma anche se sono così divisi,tutti quelli che sono stati amici e conoscenti nella vita del corpo, soprattutto mogli emariti, e anche fratelli e sorelle, si incontrano e dialogano insieme ogni volta che lodesiderano. Ho visto un padre parlare con sei figli, che egli aveva riconosciuto, e hovisto molti altri con i loro parenti e amici; ma avendo avuto nella loro vita mondanadisposizioni differenti, dopo un breve periodo di tempo si sono separati. Ma coloro chesono passati dal mondo degli spiriti nel cielo o nell'inferno, a meno che non abbianouna simile disposizione, da un amore simile, non si incontrano né si riconoscono più. Ilmotivo per il quale si incontrano nel mondo degli spiriti, ma non nel cielo o nell'inferno,è che quelli che sono nel mondo degli spiriti entrano gradualmente da uno stato in unaltro, come quelli che hanno vissuto nel mondo; ma successivamente tutti sono condottiin uno stato permanente, conforme al loro amore dominante, ed in quello stato siriconoscono reciprocamente solo quelli che sono nello stesso amore; perché poi lasomiglianza unisce e la diversità separa (si veda più sopra, nn. 4150).
428. Poiché il mondo degli spiriti è uno stato intermedio tra cielo e inferno pressol'uomo, esso quindi è un luogo intermedio tra gli inferni di sotto ed i cieli di sopra. Tuttigli inferni sono separati da quel mondo, essendo aperti solo attraverso buchi e fessurecome quelli nelle rocce e in ampie aperture che sono vigilate affinché nessuno possauscire senza autorizzazione, che viene accordata in casi di urgente necessità (di cui sitratterà qui di seguito). Il cielo, anche, è chiuso su tutti i lati, e non ci sono passaggiaperti ad ogni società celeste se non per una via stretta, il cui accesso è anche presidiato.Questi ingressi sono chiamati nella Parola i cancelli e le porte dell'inferno e del cielo.
429. Il mondo degli spiriti appare come una valle tra montagne e rocce, con
avvallamenti e alture qua e la. I cancelli e le porte delle società celesti sono visibilisoltanto a quelli che sono preparati per il cielo; gli altri non li riescono a trovare. C'è unaccesso dal mondo degli spiriti verso ogni società celeste, un'apertura attraverso ununico percorso che si ramifica nella sua ascesa in più vie. I cancelli e le porte dell'infernosono allo stesso modo visibili solo a coloro che stanno per entrarvi, ai quali sono quindiaperte. Quando queste vengono aperte cupe e fuligginose caverne si vedono scendereobliquamente verso l'abisso, dove ancora ci sono molte porte. Da queste caverneesalano odori fetidi e nauseabondi, tali che gli spiriti retti fuggono per quanto lidetestano, viceversa gli spiriti maligni li cercano perché si dilettano in essi. Perchésiccome questi nel mondo si sono dilettati nel loro proprio male, così dopo la morte sidilettano con il fetore cui il loro male corrisponde. A questo proposito il male può essereparagonato a uccelli rapaci e a bestie, come corvi, lupi, e maiali, che volano o corronoverso carogne o cumuli di immondizia, quando avvertono le loro esalazioni. Ho sentitoun certo spirito che gridava ad alta voce come se fosse tormentato interiormente,quando è stato colpito da un soffio che fluiva dal cielo; ma si è tranquillizzato quando èstato raggiunto dal soffio che fluiva dall'inferno.
430. Presso ogni uomo ci sono due porte; quella che conduce all'inferno e che è apertaai mali ed alle loro falsità; mentre l'altra conduce al cielo ed è aperta ai beni e alle loroverità. Quelli che sono nel male e nella sua falsità hanno la porta per l'inferno aperta inloro, e soltanto attraverso fessure dall'alto fanno trapelare qualcosa della luce che fluiscedal cielo in loro, ed è da tale influsso che essi sono in grado di pensare, di ragionare e diparlare; mentre la porta per il cielo è aperta a coloro che sono nel bene e nella sua verità.Perché ci sono due vie che conducono alla mente razionale dell'uomo, una più elevata ointeriore attraverso la quale il bene e la verità si fanno strada dal Signore, e una piùbassa o esteriore attraverso la quale il male e la falsità entrano dall'inferno. La menterazionale è il punto intermedio tra queste due vie. Di conseguenza, nella misura in cuila luce dal cielo, è ammessa, l'uomo è razionale, ma nella misura in cui questa non èammessa, l'uomo non è razionale, per quanto razionale possa apparire a se stesso.Questo è stato detto affinché sia conosciuta la natura della corrispondenza dell'uomocon il cielo e con l'inferno. Mentre la mente razionale dell'uomo si sta formando,corrisponde al mondo degli spiriti; ciò che è sopra di essa corrisponde al cielo e ciò che èsotto, all'inferno. Presso coloro che si preparano per il cielo, le regioni al di sopra dellamente razionale sono aperte, mentre quelle al di sotto sono precluse all'influsso delmale e della falsità; viceversa, presso quelli che si preparano per l'inferno le regioni aldisotto della mente razionale sono aperte, e quelle al di sopra sono precluse all'influssodel bene e della verità. Così questi ultimi guardano solo a ciò che è sotto di sé, cioèall'inferno; mentre i primi guardano solo a ciò che è al di sopra di sé, cioè al cielo.Guardare sopra di sé significa guardare al Signore, perché egli è il centro comune ditutte le cose pertinenti alla visione celeste; mentre guardare sotto di sé significa
guardare dietro al Signore, al centro opposto, cui tendono tutte le cose pertinentiall'inferno (si veda sopra, nn. 123, 124).
431. Nelle pagine precedenti ogni riferimento agli spiriti deve intendersi a coloro chesono nel mondo degli spiriti; mentre per angeli debbono intendersi coloro che sono neicieli.
45Ogni uomo è uno spirito rispetto alla sua veste
interiore
432. Chi considera debitamente l'argomento può vedere che, siccome il corpo èmateriale, non è il corpo che pensa, ma l'anima, che è spirituale. L'anima dell'uomo,sulla cui l'immortalità molti hanno scritto, è il suo spirito, perché questa come ogni cosaappartenente ad essa è immortale. Essa si manifesta nel corpo in ciò che si pensa, perchéè spirituale, e ciò che è spirituale riceve ciò che è spirituale e vive spiritualmente, vale adire, ciò che si pensa e si vuole. Pertanto, tutta la vita razionale che appare nel corpoappartiene esclusivamente all'anima, e non al corpo; perché il corpo, come è statoappena detto, è materiale, e il materiale, che è la proprietà del corpo, viene aggiunto eapparentemente quasi unito allo spirito, in modo che lo spirito dell'uomo possa esserein grado di vivere e adempiere al proprio uso nel mondo naturale, composto di tutte lecose che sono materiali e di per sé prive di vita. E siccome lo spirituale è l'unico entevivente e non il materiale, si può dedurre che tutto ciò che vive nell'uomo è il suospirito, e che il corpo è al suo servizio, proprio come ciò che è strumentale serve unaforza vitale in movimento. Di uno strumento si dice infatti che agisce, si muove, ocolpisce; ma sostenere che questi sono atti dello strumento, e non di colui che agisce, simuove, o colpisce per mezzo dello strumento, è un errore.
433. Poiché tutto ciò che nel corpo vive, agisce e percepisce da quella vita, appartieneesclusivamente allo spirito, e non al corpo, ne consegue che lo spirito è l'uomo stesso, oil che è lo stesso, un uomo considerato in se stesso è uno spirito che possiede una simileforma; perché qualsiasi cosa viva o percepisca nell'uomo appartiene al suo spirito, eogni cosa nell'uomo, dalla testa alla pianta dei piedi, vive e sente; e di conseguenzaquando il corpo è separato dal suo spirito, che è ciò che si chiama morte, l'uomocontinua ad essere un uomo e a vivere. Ho udito dal cielo che alcuni che muoiono,mentre giacciono nella bara, prima di essere risuscitati, continuano a pensare anche nelloro corpo freddo, e non sanno che sono ancora vivi, per il fatto che non sono in gradodi spostare una sola particella di materia del proprio corpo.
434. Se l'uomo non fosse un soggetto, cioè una sostanza che può essere d'uso ad unafonte di vita e servire da contenitore della medesima, non sarebbe in grado di pensarené di volere. Tutto ciò che si ritiene esista senza un soggetto sostanziale è nulla. Questopuò essere compreso dal fatto che un uomo è incapace di vedere senza un organo che
costituisce il soggetto della sua vista, o di ascoltare senza un organo che costituisce ilsoggetto del suo udito. Separati da questi organi, vista e udito sono niente e non hannoesistenza. Lo stesso può dirsi del pensiero, che è la vista interiore e della percezione, cheè l'udito interiore; salvo che questi siano in sostanze e da sostanze che siano formeorganiche e soggetti, non avrebbero affatto alcuna esistenza. Tutto questo dimostra chelo spirito dell'uomo così come il suo corpo è in una forma, e che è in una forma umana,e gode di organi sensori e di sensi, anche quando è separato dal corpo, e che tutta lasensibilità dell'occhio, e tutta la sensibilità dell'orecchio, in una parola, tutte lepercezioni sensoriali che l'uomo ha, non appartengono al suo corpo, ma al suo spirito,che abita in questi organi ed in ogni loro minimo particolare. Questo è il motivo per cuigli spiriti vedono, odono, e sentono, così come gli uomini. Ma quando lo spirito è scioltodal corpo, questi sensi sono esercitati nel mondo spirituale, non nel mondo naturale. Lasensazione naturale che lo spirito aveva quando era nel corpo derivava della partemateriale che è stata aggiunta ad esso; ma custodiva in sé anche le sensazioni spiritualidel suo pensiero e della volontà.
435. Tutto questo è stato affinché l'uomo razionale sia persuaso del fatto che,considerato in se stesso, l'uomo è uno spirito, e che la parte corporea che si aggiungeallo spirito per consentirgli di svolgere le sue funzioni nel mondo naturale e materialenon è l'uomo, ma solo uno strumento del suo spirito. Tuttavia, le evidenze tratte dallarealtà tangibile, sono preferibili, perché ci sono molti che non riescono a comprendere lededuzioni razionali, oltre a quelli che hanno sostenuto una tesi opposta mettendo indiscussione tali deduzioni, per mezzo di ragionamenti guidati dalla fallacia dei sensi.Quelli che hanno sostento una tesi opposta sono del parere che le bestie, avendo unavita ed anche una percezione sensoriale, siano dotate di una parte spirituale, al paridell'uomo; eppure quella parte muore con il corpo. Ma l'interiore delle bestie, non ècome l'interiore dell'uomo; perché l'uomo ha ciò che le bestie non hanno, un intimo, incui fluisce il Divino, che innalza l'uomo da se stesso, e quindi lo congiunge a sé. In virtùdi ciò, l'uomo, a differenza delle bestie, ha la capacità di pensare a Dio ed alle coseDivine del cielo e della chiesa, e di amare Dio attraverso queste e in queste, e quindi diessere congiunto a Lui; e tutto ciò che può essere congiunto al Divino non può esseredissipato, mentre ciò che non può essere congiunto viene dissipato. L'intimo dell'uomo,è differente da quello delle bestie, di cui si è trattato in precedenza (n. 39), e che ora saràribadito, perché è necessario sgombrare il campo dagli errori concepiti nella mente dimolti, i quali a causa della mancanza di conoscenza e di un intelletto addestrato, nonsono in grado di formare conclusioni razionali sull'argomento. È ora consentito svelareun certo arcano degli angeli dei tre cieli, che finora è rimasto sconosciuto, in quanto lanozione dei gradi non era stata compresa. In ogni angelo e in ogni uomo, vi è un gradopiù intimo o eccelso, nel quale il Divino del Signore fluisce principalmente, e da cuidispone le altre regioni interiori in lui, che seguono in conformità dei gradi dell'ordine.
Questa regione più intima, o eccelsa, può essere definita la porta di accesso del Signorepresso l'angelo o l'uomo, ed il suo autentico luogo di dimora in lui. È in virtù di questaregione intima o eccelsa, che l'uomo è uomo, e in quanto tale è distinto dalle bestie, chedunque ne sono sprovviste. L'uomo, a differenza degli animali, è in grado, conriferimento alla sue regioni interiori, che attengono al suo spirito e alla sua disposizione,di essere elevato dal Signore, di credere nel Signore, di agire in conformità dell'amoreper il Signore, e quindi di vederlo, e di ricevere l'intelligenza e la sapienza, e di parlaresecondo ragione. È anche in virtù di questo che l'uomo vive per l'eternità. Ma in chemodo questo influsso sia disposto e provveduto dal Signore nell'intimo dello spirito,non è materia che possa essere contemplata nella percezione degli angeli, perché è al disopra del loro intelletto e trascende la loro sapienza.
436. Che rispetto al suo interiore l'uomo sia uno spirito mi è stato permesso diapprenderlo attraverso molte esperienze che, per impiegare un detto comune,riempirebbero interi volumi se dovessi descriverle tutte. Ho parlato con gli spiriti, inquanto spirito, e come uomo nel corpo; e quando ho parlato con loro in quanto spirito,essi non conoscevano altro di me stesso che uno spirito, in una forma umana, come lorostessi erano. Dunque, il mio interiore è apparso davanti a loro, perché quando parlavocon loro in quanto spirito, il mio corpo materiale non era visibile.
437. Che rispetto al suo interiore l'uomo sia uno spirito può essere compreso dal fattoche dopo la sua separazione dal corpo, che ha luogo quando egli muore, l'uomocontinua a vivere in quanto uomo esattamente come prima. Affinché potessi accertarmidi ciò mi è stato permesso di parlare con quasi tutti quelli che avevo conosciuto nellaloro vita del corpo, con alcuni per ore, con alcuni per settimane e mesi, e con altri peranni, e questo soprattutto affinché io potessi essere sicuro di ciò e affinché potessitestimoniarlo.
438. A questo deve aggiungersi che ogni uomo rispetto al suo spirito, anche quandovive nel corpo, è associato ad una qualche società con gli spiriti, anche se lui è ignaro diciò; se è un uomo retto, per mezzo degli spiriti è in una società angelica; se è un uomomalvagio, in una società infernale; e dopo la morte approda in quella stessa società.Questo è stato spesso detto e mostrato a coloro che dopo la morte sono giunti tra glispiriti. L'uomo, in realtà, non appare in quella società, in quanto spirito mentre vive nelmondo, per la ragione che allora pensa naturalmente; ma quando il pensiero è astrattodal corpo, quando cioè quel pensiero è dallo spirito, egli appare a volte nella sua società;e quando appare, è facilmente distinguibile dagli spiriti di lì, perché giunge inmeditazione ed in silenzio, senza guardare verso altri, e apparentemente, senza vederli;e non appena uno spirito gli rivolge la parola egli svanisce.
439. Per rendere chiaro che l'uomo in relazione al suo interiore è uno spirito esporròper esperienza cosa accade quando l'uomo è separato dal corpo, ed il suo spirito deveessere condotto in un altro luogo.
440. In primo luogo, la separazione dal corpo, avviene così. L'uomo viene portato inun certo stato, a metà strada tra sonno e veglia, e quando è in questo stato gli sembra diessere sveglio; tutti i sensi sono perfettamente vigili come nello stato di veglia nel corpo,non solo la vista e l'udito, ma ciò che è meraviglioso, anche il senso del tatto, che è poipiù sensibile di quanto non lo fosse nel corpo. In questo stato gli spiriti e gli angeli sonovisti, uditi, e ciò che è meraviglioso, sono anche toccati, non intervenendo in ciò quasinulla del corpo. Questo è lo stato degli esseri viventi che hanno lasciato il corpo, e cheignorano se sono nel corpo o fuori di esso. Sono stato immesso in questo stato solo tre oquattro volte, affinché potessi apprendere cosa fosse, e affinché potessi sapere che glispiriti e gli angeli godono di ogni percezione sensoriale, e anche l'uomo, in relazione alsuo spirito quando questo è separato dal corpo.
441. Riguardo al fatto che lo spirito è condotto in un altro luogo, ho potuto appurarequesta circostanza attraverso l'esperienza in due o tre occasioni, di una delle quali faròqualche cenno. Passeggiando per le strade di una città attraverso i campi, e parlandoallo stesso tempo con gli spiriti, non sapevo altro che ero completamente sveglio, e inpossesso del mia vista consueta. Così ho camminato lungo la strada, e ho vistochiaramente boschi, fiumi, palazzi, case, uomini, e altri oggetti. Ma dopo alcune ore,improvvisamente mi sono accorto che ero in un altro luogo. Con stupore ho realizzatoche ero stato condotto lontano, dallo spirito, in un altro luogo. Perché in questo stato ladistanza, anche se cospicua, e il tempo, anche se considerevole è irrilevante nelpensiero; né vi è alcuna sensazione di stanchezza, e si è portati infallibilmente per vieche si ignorano, fino a destinazione.
442. E questi due stati dell'uomo, che sono i suoi stati quando egli è nel suo interiore, oil che è lo stesso, quando è in spirito, sono straordinari, ma siccome tali stati sono ignotinella chiesa, mi sono stati esposti affinché io possa sapere cosa sono. E mi è statoconcesso ormai da molti anni di parlare con gli spiriti e di essere con loro come uno diloro, ed in un completo stato di veglia del corpo.
443. Che in relazione al suo interiore l'uomo sia uno spirito risulta da ulteriorievidenze in ciò che è stato detto e mostrato in precedenza (nn. 311317), in cui si spiegache il cielo e l'inferno derivano dal genere umano.
444. Che l'uomo sia uno spirito in relazione al suo interiore, deve intendersi inrelazione alle cose che appartengono al suo pensiero e alla sua volontà, perché sono
46La resurrezione dell'uomo dalla morte e la sua
ammissione alla vita eterna
445. Quando il corpo non è più in grado di dar corso alle sue funzioni nel mondonaturale che corrispondono ai pensieri ad alle affezioni del proprio spirito, di cui lospirito è dotato dal mondo spirituale, si dice che l'uomo muore. Questo avviene quandola respirazione dei polmoni ed i battiti del cuore cessano. Nondimeno l'uomo nonmuore; egli è solo separato dal corpo che ha usato nel mondo, mentre l'uomo stessocontinua a vivere. Si dice che l'uomo continui a vivere perché l'uomo non è tale inragione del suo corpo, ma del suo spirito, perché è lo spirito che pensa nell'uomo, ed ilpensiero e l'affezione è ciò che costituisce l'uomo. Evidentemente, allora, la mortedell'uomo è soltanto il suo passaggio da un mondo in un altro. Ed è per questo che nellaParola, nel suo senso interiore morte significa resurrezione e prosecuzione della vita.257
446. C'è una relazione intima dello spirito con la respirazione e con il battito del cuore,il pensiero dello spirito comunica con la respirazione, e la sua affezione che èdall'amore, con il cuore;258 di conseguenza, quando questi due movimenti cessano nelcorpo vi è allo stesso tempo una separazione. Questi due movimenti, la respirazione deipolmoni ed il battito del cuore, sono il legame dalla cui scissione lo spirito è lasciato a sestesso; ed il corpo, privato della vita del suo spirito diviene freddo e comincia adecomporsi. Questa intima relazione dello spirito dell'uomo con la respirazione e con ilcuore, è perché da questi due dipendono tutti i movimenti vitali, non solo in generale,ma in ogni particolare.259
447. Dopo la separazione lo spirito dell'uomo seguita ad essere nel corpo per un breveperiodo di tempo, ma solo fino a quando l'azione del cuore non è del tutto cessata, cosache accade variamente in accordo con la condizione patologica che causa la morte;
257 Nella Parola morte significa resurrezione, perché quando un uomo muore la sua vita sopravvive all'estinzionedel corpo (nn. 3498, 3505, 4618, 4621, 6036, 6221). 258 Il cuore corrisponde alla volontà, quindi all'affezione che appartiene all'amore, mentre la respirazionedei polmoni corrisponde all'intelletto, quindi al pensiero (n. 3888). in virtù di ciò il cuore nella Parolasignifica la volontà e l'amore (nn. 7542, 9050, 10336). Anima significa l'intelletto, la fede, e la verità; perciòdallo spirito e dal cuore significa ciò che viene dall'intelletto, dalla fede, dalla verità, e ciò che viene dallavolontà, dall'amore e dal bene (nn. 2930, 9050). La corrispondenza del cuore e dei polmoni con ilgrandissimo uomo, ovvero il cielo (nn. 3883–3895). 259 Il battito del cuore e la respirazione dei polmoni regnano sul corpo e fluiscono mutuamente in ogni sua parte(nn. 3887, 3889, 3890).
presso alcuni il battito del cuore può continuare per qualche tempo, presso altri, noncosì a lungo. Non appena questo battito cessa l'uomo è resuscitato; ma questo è fattoesclusivamente dal Signore. La resurrezione è l'estrazione dello spirito dal corpo, e lasua introduzione nel mondo spirituale. Lo spirito non è separato dal corpo fino aquando il battito del cuore non è cessato, per la ragione che il cuore corrispondeall'affezione dell'amore, che è la vita stessa dell'uomo, perché è dall'amore che ognunoha il calore vitale,260 di conseguenza fino a quando questa unione continua, seguitaanche la sua corrispondenza, cioè la vita dello spirito nel corpo.
448. In che modo avvenga questa resurrezione mi è stato detto e mostrato attraversol'esperienza diretta, che mi è stata concessa in modo che io potessi avere una pienaconoscenza del processo.
449. Riguardo ai sensi del corpo, sono stato portato in uno stato di insensibilità, simileallo stato degli agonizzanti; ma la vita interiormente ed il pensiero sono rimastiinalterati, affinché io potessi percepire e conservare nella memoria le cose che sonoaccadute a me e a coloro che sono resuscitati dalla morte. Ho percepito che larespirazione del corpo era quasi del tutto cessata; ma il respiro interiore dello spirito erain relazione con un respiro leggero e tacito del corpo. Poi, in un primo momento è statastabilita una comunicazione del battito del cuore con il regno celeste, perché tale regnocorrisponde al cuore dell'uomo.261 Erano visibili degli angeli da quel regno, alcuni adistanza, e due seduti vicino alla mia testa. Così tutta la mia affezione è stata rimossaanche se il pensiero e la percezione erano presenti in me.
[2] Sono stato in questo stato per alcune ore. Poi gli spiriti che erano intorno a me sisono ritirati pensando che fossi morto; ed è stato percepito un odore aromatico comequello di un corpo imbalsamato, perché quando gli angeli celesti sono presenti tutto ciòche appartiene al cadavere è percepito come aromatico, e quando gli spiritipercepiscono questo essi non possono avvicinarsi; in questo modo gli spiriti malignisono tenuti lontano dallo spirito dell'uomo quando viene introdotto nella vita eterna.Gli angeli seduti alla mia testa in silenzio, semplicemente condividevano i loro pensiericon i miei; e quando i loro pensieri sono ricevuti gli angeli sanno che lo spiritodell'uomo è in uno stato nel quale può essere estratto dal corpo. Questa condivisionedei loro pensieri aveva luogo quando gli angeli fissavano lo sguardo sul mio volto,perché in questo modo nel cielo i pensieri sono condivisi.
260 L'amore è l'essenza [esse] della vita dell'uomo (n. 5002). L'amore è il calore spirituale, e quindi la vitastessa dell'uomo (nn. 1589, 2146, 3338, 4906, 7081–7086, 9954, 10740). L'affezione è la continuazionedell'amore (n.3938).261 Il cuore corrisponde al regno celeste del Signore, ed i polmoni al suo regno spirituale (nn. 3635, 3886,3887).
[3] Siccome erano vivi in me il pensiero e la percezione, in modo che io potessiconoscere e ricordare come è avvenuta la resurrezione, ho percepito che gli angeli primacercavano di stabilire se il mio pensiero fosse come il pensiero di coloro che stannomorendo, che è solitamente sulla vita eterna; inoltre, ho percepito che volevanomantenere la mia mente in quel pensiero. In seguito mi è stato detto che lo spiritodell'uomo è tenuto nel suo ultimo pensiero, quando il corpo perisce, fino a quando nonritorna nei pensieri che gli vengono dalla affezione dominante nel mondo. Soprattuttomi è stato permesso di vedere e sentire che vi era una sorta di estrazione, per così dire,dell'interiore della mia mente, quindi del mio spirito, dal corpo; e mi è stato detto chequesto avviene ad opera del Signore, e che così la risurrezione è effettuata.
450. Gli angeli celesti che sono presso colui che è resuscitato non si allontano daquesti, perché essi amano tutti, ma quando lo spirito entra in uno stato tale che non puòpiù essere associato agli angeli celesti, aspira ad allontanarsi da loro. Quando questoavviene giungono gli angeli del regno spirituale del Signore, attraverso i quali vienedato l'uso della luce; perché prima di allora lo spirito non ha la vista ma solo il pensiero.Mi è stato mostrato come ciò avviene. Gli angeli appaiono srotolare, per così dire, unvelo dall'occhio sinistro verso il naso, in modo che l'occhio possa essere aperto e possavedere. Questa è solo un'apparenza, ma allo spirito appare come avvenisse realmentecosì. Quando il velo appare quindi srotolato, fuori c'è un barlume leggero di luce, mamolto debole, come quello che si vede attraverso le palpebre al primo risveglio dalsonno. Poi questa luce fioca sembra assumere una tonalità celeste, ma mi è stato detto inseguito che il colore varia. Poi ho avvertito qualcosa che si srotolava delicatamente dalvolto, e quando questo è stato fatto il pensiero spirituale si è risvegliato. Questosrotolamento dal volto è anche un'apparenza, che rappresenta il passaggio dello spiritodal pensiero naturale al pensiero spirituale. Gli angeli sono estremamente attentiaffinché solo tali idee, in quanto caratteristiche dell'amore procedano dall'uomoresuscitato. Quindi lo rendono edotto del fatto che ora egli è uno spirito. Quando questiriesce a scorgere la luce, gli angeli spirituali fanno in modo che egli possa essere aproprio agio in quello stato, soddisfano le sue richieste, e lo istruiscono sulle coseattinenti all'altra vita, per quanto egli possa comprenderle. Tuttavia se non nutre alcundesiderio di essere istruito, lo spirito desidera allontanarsi dalla compagnia degli angeli.Ciò nondimeno, gli angeli non lo abbandonano, è egli stesso a separarsi da loro; perchégli angeli amano tutti, e non desiderano altro che mettersi al servizio, insegnare, eguidare verso il cielo; questo costituisce la loro più somma gioia. Quando lo spirito èallontanato viene accolto da spiriti retti, e finché seguita a restare nella loro società, èfatto tutto il possibile per lui. Ma se ha vissuto nel mondo una vita tale da evitare lacompagnia di persone rette, aspira ad allontanarsi da questa società, e questa esperienzasi ripete fino a che non entra in società con spiriti che sono in armonia con tutta la suavita nel mondo, e nei quali egli ritrova la sua vita, e ciò che è sorprendente, conduce poi
una vita simile a quella che ha condotto nel mondo.
451. Questo stato di apertura della vita dell'uomo dopo la morte dura solo pochigiorni. In che modo egli sia in seguito condotto da uno stato all'altro, e, infine, nel cieloo nell'inferno, sarà detto qui di seguito. Anche questo mi è stato permesso diapprendere attraverso una cospicua esperienza.
452. Ho parlato con alcuni il terzo giorno dopo il loro decesso, quando il processosopra descritto (nn. 449, 450) era stato completato, in particolare con tre che avevoconosciuto nel mondo, ai quali ho detto che esattamente ora erano in corso i preparativiper la sepoltura dei loro corpi; poiché udendo ciò essi erano abbattuti, ho detto loro cheerano vivi e che soltanto il corpo che gli era servito nel mondo era ciò che venivasepolto. In seguito si sono meravigliati fortemente del fatto che non avevano creduto inuna vita di questo genere dopo la morte, mentre vivevano nel corpo, e soprattutto chedifficilmente all'interno della chiesa si crede in una simile vita. Quelli che non hannocreduto nel mondo, in una vita dell'anima dopo la vita del corpo sono molto confusiquando si scoprono ad essere vivi. Ma quelli che si sono confermati nell'incredulitàcercano di associarsi con i loro simili, e sono separati da quelli invece hanno nutrito unatale fede. Questi per la maggior parte sono associati alle società infernali, perché hannoanche negato il Divino ed hanno disprezzato le verità della chiesa; perché nella misurain cui chiunque si conferma contro la vita eterna della sua anima, si conferma anchecontro tutto ciò che attiene al cielo ed alla chiesa.
47L'uomo dopo la morte ha una forma
perfettamente umana
453. È già stato dimostrato più volte in precedenza che la forma dello spiritodell'uomo è la forma umana, cioè, che lo spirito è un uomo, anche nella forma,soprattutto ove è stato dimostrato che ogni angelo ha una forma umana compiuta (nn.73–77); che in relazione al suo interiore ogni uomo è uno spirito (nn. 432444); e che gliangeli del cielo derivano dal genere umano (nn. 311317).
[2] Ciò può essere compreso ancora più chiaramente dal fatto che è in virtù del suospirito, e non in virtù del suo corpo che l'uomo è un uomo, e che la forma fisica siaggiunge allo spirito in conformità della forma dello spirito, e non viceversa, perché è inconformità con la forma sua propria che lo spirito è rivestito dal corpo. Di conseguenzalo spirito di un uomo agisce in ogni parte del corpo, anche la più minuta, in modo chese una parte non è azionata dallo spirito, o lo spirito non è attivo in essa, questa stessanon ha vita. Chiunque può comprendere che ciò è vero dal solo fatto, che il pensiero e lavolontà agiscono in ogni cosa del corpo, ed ogni cosa è coinvolta nel loro comando, e ciòche non concorre in questo processo, non è una parte del corpo, ma è scartato comequalcosa privo di vita; ed il pensiero e la volontà appartengono, non al corpo, ma allospirito dell'uomo.
[3] Uno spirito che sia stato separato dal corpo o lo spirito in un altro uomo, non èvisibile in forma umana all'uomo, perché l'organo corporeo della vista, avendo lapercezione delle cose del mondo, è un organo materiale, e ciò che è materiale puòvedere solo ciò che è materiale, mentre ciò che è spirituale vede ciò che è spirituale.Quando, dunque, la parte materiale dell'occhio è oscurata e privata della percezione delmateriale, l'occhio vede gli spiriti nella loro forma, che è la forma umana, non solo glispiriti che sono nel mondo spirituale, ma anche lo spirito di un altro uomo mentre èancora nel suo corpo.
454. La forma dello spirito è la forma umana perché l'uomo viene creato in relazione alsuo spirito, nella forma del cielo, perché tutte le cose del cielo e dell'ordine celestevanno a formare insieme la mente dell'uomo;262 e da ciò deriva la sua capacità di
262 L'uomo è l'essere in cui sono introdotte tutte le cose dell'ordine Divino, e dalla creazione egli è unaforma del Divino ordine (nn. 4219, 4222, 4223, 4523, 4524, 5114, 6013, 6057, 6605, 6626, 9706, 10156, 10472).
ricevere l'intelligenza e la sapienza. Dire la capacità di ricevere l'intelligenza e lasapienza è lo stesso che dire, ricevere il cielo, come si può vedere da quanto è statoesposto circa la luce ed il calore del cielo (nn. 126140), la forma del cielo (nn. 200212),la sapienza degli angeli (nn. 265275), e nel capitolo circa la forma del cielo, che nel suocomplesso ed in ogni sua parte appare come un solo uomo (nn. 5977), e questo in virtùdel Divina Umano del Signore, che è la sorgente del cielo e della sua forma (nn. 7886).
455. Ciò che ora è stato detto può essere compreso dall'uomo razionale, perché eglipuò dedurlo dalla connessione delle cause e dalle verità nel loro ordine; ma non ècomprensibile ad un uomo non razionale, per diverse ragioni, la principale delle quali èche questi non ha alcun desiderio di comprendere ciò in quanto è in contrasto con lefalsità che egli ha fatto proprie come fossero verità; e chi non vuole comprendere perquesto motivo ha precluso alla sua facoltà razionale la via del cielo, anche se questa viapuò ancora essere aperta qualora cessi tale disposizione della volontà diretta a rigettarela verità (si veda sopra, n. 424). Che l'uomo sia in grado di comprendere le verità e diessere razionale, ogni volta che lo desideri, mi è stato reso chiaro attraverso unacospicua esperienza. Gli spiriti empi i quali sono divenuti irrazionali nel mondorifiutando il Divino e le verità della chiesa, e confermando se stessi contro questi, spessosono stati condotti dal potere Divino nella luce della verità, ed allora hanno compresotutte le cose come gli angeli, riconoscendo ciò che è vero. Ma nel momento in cui talispiriti sono tornati in se stessi, all'amore della loro volontà, hanno perduto ogni capacitàd'intendere la verità e hanno affermato il contrario.
[2] Ho anche udito da alcuni che dimorano nell'inferno che sapevano e percepivano diessere nel male e nella falsità, ma che essi non erano in grado di resistere alla gioia delloro amore, cioè alla loro volontà, che spinge il loro pensiero a vedere il male come benee le falsità come verità. Evidentemente dunque, quelli che sono nella falsità dal malehanno la capacità di comprendere e di essere razionali, ma non vogliono esser tali; enon ne hanno alcun desiderio per la ragione che essi hanno amato la falsità più dellaverità, in quanto questa è conforme ai mali in cui essi sono. Amare e volere è la stessacosa, perché l'uomo ama ciò che vuole.
[3] Poiché lo stato degli uomini è tale che essi sono in grado di comprendere le verità,solo se lo desiderano, mi è stato permesso di dimostrare le verità spirituali, che sono leverità del cielo e della chiesa, anche attraverso ragionamenti, e questo affinché le falsitàcon cui la mente razionale di molti è stata chiusa, possano essere dissipate da questistessi ragionamenti e quindi, affinché gli occhi possano in qualche misura essere aperti.Il riconoscimento dei beni spirituali attraverso i ragionamenti è consentito a tutti coloro
Nella misura in cui l'uomo vive in conformità dell'ordine Divino, egli appare nell'altra vita nellesembianze di un uomo, perfetto e incantevole (nn. 4839, 6605, 6626).
che sono nelle verità. Chi potrebbe mai comprendere la Parola dal suo senso letterale, senon è capace di scorgere attraverso una ragione illuminata le verità che essa contiene?Non è questa l'origine di tante eresie, dalla stessa Parola?263
456. Che lo spirito dell'uomo, quando è separato dal corpo, sia ancora un uomo ed inuna forma simile, mi è stato dimostrato dall'esperienza quotidiana di molti anni, perchéli ho visti e ascoltati migliaia di volte, e ho parlato con loro del fatto che gli uomini nelmondo non credono che loro siano uomini, e quelli che credono questo sono consideratidagli eruditi con sufficienza. Gli spiriti sono addolorati nel cuore del fatto che una taleignoranza persista ancora nel mondo, e soprattutto all'interno della chiesa.
[2] Ma questa persuasione, hanno sostenuto, deriva principalmente dagli eruditi, chehanno ragionato intorno all'anima attraverso idee desunte dai sensi corporei; e da taliidee l'unica concezione che essi hanno tratto dell'anima è che sia costituita dal meropensiero; e quando ciò è considerato fuori da ogni soggetto che lo contenga, e da cuitragga l'esistenza, si riduce semplicemente ad un soffio fugace di etere puro, chenecessariamente si dissolve quando il corpo muore. Ma siccome la chiesa dalla Parolatrae la fede nell'immortalità dell'anima, è costretta ad attribuire all'anima qualcosa divitale, come ad esempio in ordine al pensiero, ma nega che in essa vi sia alcunché dellapercezione sensoriale, come quella di cui è dotato l'uomo, fino a quando l'anima non ènuovamente unita al corpo. Su questa tesi si fonda la dottrina della resurrezione,secondo cui l'anima e il corpo si uniranno nuovamente al momento del giudizio finale.Per questo motivo quando qualcuno pensa dell'anima in conformità di questa dottrina edi queste congetture, non ha idea che si tratta invece di uno spirito, e in una formaumana. E ancora, nel tempo presente quasi nessuno sa cosa sia lo spirituale, e ancormeno che gli esseri spirituali, al pari di tutti gli spiriti e gli angeli, hanno una formaumana.
[3] Di conseguenza, quasi tutti quelli che giungono da questo mondo sono moltosorpresi di scoprire che sono vivi, e sono uomini come prima, poiché vedono, sentono eparlano, ed il loro corpo gode del senso del tatto come prima, senza alcuna differenza(si veda sopra, n. 74). E quando cessa il loro stupore, sono altrettanto stupiti del fattoche nella chiesa non si sappia nulla di questo stato dell'uomo dopo la morte, e quindinulla del cielo e dell'inferno, quando in realtà tutti coloro che hanno vissuto nel mondo,
263 Le verità della dottrina della chiesa desunte dalla Parola debbono essere i punti di partenza; essiprima debbono essere riconosciuti e dopo è consentito consultare le conoscenze (n. 6047). Dunque è lecitoper coloro che sono in uno stato di assenso rispetto alle verità della fede confermare le stesserazionalmente attraverso le conoscenze, ma non è consentito a coloro che dissentono da esse (nn. 2568,2588, 4760, 6047). È conforme all'ordine Divino accedere razionalmente dalle verità spirituali nelleconoscenze, le quali sono verità naturali, ma non lo è accedere dalle seconde nelle prime, perché l'influssospirituale nelle cose naturali è possibile, mentre non lo è l'influsso naturale o fisico nelle cose spirituali(nn. 3219, 5119, 5259, 5427, 5428, 5478, 6322, 9109, 9110).
seguitano a vivere come uomini nell'altra vita. E siccome si domandano anche perchéciò non sia stato rivelato all'uomo per mezzo di visioni, trattandosi di un elementoessenziale della fede della chiesa, è stato detto loro dal cielo che, anche se ciò potevaessere fatto, poiché nulla è più facile di ciò che è nella volontà del Signore, ciònondimeno, coloro che si sono confermati nelle falsità non crederebbero neppure se levedessero; inoltre è pericoloso convincere gli uomini che sono nelle falsità attraverso levisioni, perché essi inizialmente credono e poi rinnegano la fede, e quindi in tal modoprofanerebbero la verità stessa, dal momento che credere e poi negare è profanare; equelli che profanano le verità sono sprofondati nel più atroce di tutti gli inferni.264
[4] Questo pericolo è ciò che si intende con le parole del Signore:
Egli ha accecato i loro occhi e indurito i loro cuori perché non vedano con gli occhi, enon intendano col cuore e affinché si convertano ed io li guarisca (Giovanni 12:40)
E che, coloro che sono nella falsità non crederebbero, quand'anche fossero date lorodelle visioni, è ciò che si intende con queste parole:
Abramo disse al ricco nell'inferno: Hanno Mosè ed i profeti, ascoltino loro. Ma eglidisse: No, padre Abramo, ma se uno giungesse a loro dai morti sarebbero convertiti. Ma Abramodisse: Se non ascoltano Mosè né i profeti, non crederebbero neppure se uno resuscitasse dai morti(Luca 16:2931)
457. Quando lo spirito dell'uomo entra per la prima volta nel mondo degli spiriti, ilche ha luogo poco dopo la sua rianimazione, come descritto sopra, il suo volto e il suotono di voce sono simili a quelli che aveva nel mondo, perché allora è nel suo statoesteriore, ed il suo interiore non è ancora aperto. Questo è il primo stato dell'uomo dopola morte. Ma poi il suo volto cambia, e diviene completamente differente, e conformealla sua affezione o amore dominante, che dimora nell'interiore della sua mente, cosìcome è stato mentre egli era nel mondo e così come è stato il suo spirito mentre era nelcorpo. Perché il volto dello spirito di un uomo differisce sensibilmente dal suo viso
264 La profanazione è il miscuglio del bene con il male e della verità con la falsità nell'uomo (n. 6348).Sono profanatori delle verità e del bene coloro che prima riconoscono la verità e le cose sacre della Parolae della chiesa, e poi le rigettano, e vivono guardando a se stessi ed al mondo (nn. 593, 1008, 1010, 1059,3398, 3399, 3898, 4289, 4601, 10284, 10287). Se l'uomo dopo essersi pentito indulge nuovamente nei suoiprecedenti mali, egli profana, ed il suo stato è poi peggiore del precedente (n. 8394). Quelli che non hannoriconosciuto le cose sacre, ancor meno quelli che non ne hanno alcuna conoscenza, non possonoprofanarle (nn. 1008, 1010, 1059, 9188, 10284). I gentili che sono al di fuori dalla chiesa e non hanno laParola non possono profanarla (nn. 1327, 1328, 2051, 2284). In ragione di ciò, le verità interiori non sonostate svelate agli ebrei, perché se fossero state divulgate e poi riconosciute da essi, le avrebbero profanate(nn. 3398, 4289, 6963). La sorte dei profanatori nell'altra vita è la peggiore fra tutte, perché non solo il benee la verità che hanno riconosciuto, resta in loro, ma anche il loro male e la loro falsità restano, e poichéquesti sono mescolati insieme, la vita è squarciata (nn. 571, 582, 6348). Di conseguenza il Signoreprovvede con la massima cura al fine di impedire la profanazione (nn. 2426, 10287).
corporeo. Il volto del suo corpo trae la sua peculiarità dai genitori, ma il volto del suospirito discende dalla sua affezione, ed è un'immagine di essa. Quando la vita dellospirito nel corpo finisce, il suo esteriore è dismesso, ed il suo interiore dischiuso; e alloral'uomo è immesso nella sua affezione caratteristica. Questo è il secondo stato dell'uomo.Ho visto alcuni che erano recentemente giunti dal mondo, e li avevo riconosciuti dalloro volto e dalla loro voce; ma vedendoli successivamente non li ho più riconosciuti.Quelli che erano stati in affezioni rette apparivano con volti incantevoli, ma quelli cheerano stati in affezioni empie, avevano volti deformi; perché lo spirito dell'uomo,considerato in sé, non è altro che la sua affezione, ed il volto è la sua forma esteriore.Un'altra ragione per cui mutano i volti è che nell'altra vita a nessuno è permessosimulare affezioni che non siano le proprie, e assumere un aspetto contrario al proprioamore. Tutti nell'altra vita sono introdotti in uno stato tale che debbononecessariamente parlare conformemente al proprio pensiero e manifestare nei lorosguardi e nei gesti le inclinazioni della propria volontà. Ed in virtù di ciò, i volti diciascuno diventano forme e immagini delle loro affezioni; e di conseguenza tutti coloroche si sono conosciuti nel mondo si riconoscono nel mondo degli spiriti, ma non nelcielo, né all'inferno (come è stato detto in precedenza, n. 427).265
458. I volti degli ipocriti vengono cambiati più lentamente di quelli degli altri, perchécon l'esperienza hanno consolidato in sé stessi l'abitudine di dissimulare il loro interioremanifestando affezione rette; di conseguenza, per molto tempo non compaiono nellaloro deformità. Ma non appena l'aspetto che avevano assunto viene gradualmentedismesso, e l'interiore della mente è portato a conformarsi alla forma delle loroaffezioni, diventano dopo un po' più deformi degli altri. Gli ipocriti sono tali in quantosono abituati a parlare come angeli, ma interiormente essi riconoscono esclusivamentela natura e non il Divino, e quindi negano ciò che attiene al cielo ed alla chiesa.
459. Deve essere noto che la forma umana di ciascuno, dopo la morte è migliore, nellamisura in cui si sono amate interiormente le verità Divine e si è vissuto in armonia conesse; perché l'interiore di ciascuno è aperto e formato conformemente al suo amore ealla vita; quindi più interiore è l'affezione, più somiglia al cielo, vale a dire, più èincantevole il volto. È per questo che gli angeli nel cielo più profondo sono dellabellezza più eccelsa, perché sono immagini dell'amore celeste. E quelli che hanno amatole verità Divine più esteriormente, e quindi hanno vissuto in accordo con esse in modopiù esteriore, sono di una bellezza minore; perché le affezioni esteriori brillano solo sul
265 Il volto è così costituito per corrispondere all'interiore (nn. 4791–4805, 5695). La corrispondenza delvolto e delle sue espressioni con le affezioni dello spirito (nn. 1568, 2988, 2989, 3631, 4796, 4797, 4800,5165, 5168, 5695, 9306). Presso gli angeli del cielo il volto è tutt'uno con l'interiore che appartiene allospirito (nn. 4796–4799, 5695, 8250). Perciò nella Parola il volto significa l'interiore che appartiene allospirito, vale a dire all'affezione ed al pensiero (nn. 1999, 2434, 3527, 4066, 4796, 5102, 9306, 9546). In chemodo l'influsso dal cervello nel volto è cambiato nel corso del tempo, e con esso il volto stesso in ordinealla sua corrispondenza con l'interiore (nn. 4326, 8250).
volto, e attraverso questo non brilla alcun amore celeste interiore, quindi nulla dellaforma del cielo come è in sé. È visibile nei volti di questi qualcosa di comparativamentescuro, da cui non brilla alcuna luce interiore. In una parola, la perfezione si accresceinteriormente e diminuisce esteriormente, e la bellezza segue il suo stesso corso. Hovisto volti angelici nel terzo cielo di uno splendore tale che nessun pittore con tutta lasua arte potrebbe rappresentare né potrebbe con i suoi colori dare una luce uguale allamillesima parte della luminosità e della vitalità che risplende dai loro volti. Soltanto ivolti degli angeli del primo cielo possono essere in qualche misura eguagliati.
460. In conclusione voglio esporre un arcano finora sconosciuto a tutti, e cioè che ognibene e ogni verità che procede dal Signore e che forma il cielo, è in una forma umana, equesto non solo nel suo insieme e in ciò che è più grande, ma anche in ogni sua parte,perfino la più piccola; inoltre, questa forma influisce su chiunque riceve il bene e laverità dal Signore, e produce in coloro che sono nel cielo, il fatto che abbiano una formaumana secondo la loro ricezione del bene e della verità. È in conseguenza di ciò che ilcielo, in se stesso, in generale e nel particolare, ha la forma umana, che è la forma deltutto, di ogni società, e di ogni angelo (come è stato mostrato in quattro capitoli dal n. 59al n. 86); a cui deve aggiungersi che essa è anche la forma delle più piccole cose delpensiero derivanti dall'amore celeste presso gli angeli. Nessun uomo, tuttavia, puòfacilmente comprendere questo arcano; ma è chiaramente compreso dagli angeli, perchésono nella luce del cielo.
48 L’uomo dopo la morte gode della percezione dei
sensi, della memoria e delle affezioni che aveva nelmondo. Nulla è perduto salvo il corpo
461. Mi è stato mostrato da molteplici esperienze che quando l'uomo passa dal mondonaturale in quello spirituale, alla sua morte, egli porta con sé tutte le sue facoltà, cioètutto ciò che gli appartiene in quanto uomo, tranne il suo corpo terreno. Perché quandol'uomo entra nel mondo spirituale o nella vita dopo la morte, egli è in un corpo cosìcome nel mondo, senza differenza apparente, poiché egli non vede né avverte alcunadifferenza. Ma il suo corpo è allora spirituale e, quindi, è separato o purificato da tuttociò che è terreno; e quando ciò che è spirituale tocca o vede ciò che è spirituale, èesattamente lo stesso di quando ciò che è naturale tocca o vede ciò che è naturale. Così,quando un uomo diviene uno spirito non sa altrimenti che è nello stesso corpo cheaveva nel mondo e quindi non sa di essere morto.
[2] Inoltre, lo spirito dell'uomo gode della stessa percezione dei sensi, sia esteriore, siainteriore, di cui godeva nel mondo; vede come prima, sente e parla come prima, avverteodori e sapori, e quando toccato, si accorge di ciò, come prima; egli inoltre, spera, vuole,riflette, desidera e ama, come prima; e colui che trova il proprio diletto negli studi, leggee scrive come prima. In una parola, quando un uomo passa da una vita nell'altra, o damondo nell'altro, è come se passasse da un luogo in un altro, portando con sé tutte lecose che possiede in quanto uomo; pertanto la morte, è solo la morte del corpo terreno,dato che non si può sostenere che l'uomo abbia perso alcunché di ciò che è suo proprio.
[3] Inoltre, conserva in sé la sua memoria naturale, mantenendo tutto ciò che ha udito,visto, letto, imparato, o pensato, nel mondo, dalla prima infanzia fino alla fine dellavita, anche se gli oggetti naturali che sono contenuti nella memoria, dal momento chenon possono essere riprodotti nel mondo spirituale, sono quiescenti, così come sonoquando il pensiero non si sofferma su di loro. Tuttavia, essi affiorano secondol'apprezzamento del Signore. Ma ora ci si deve soffermare su questa memoria e sul suostato dopo la morte. Un uomo sensuale trova impossibile credere che tale sia lacondizione dell'uomo dopo la morte, perché non riesce a comprenderla; perché unuomo sensuale pensa necessariamente in modo naturale, anche delle cose spirituali; percui egli nega l'esistenza di tutto ciò che non attrae i suoi sensi, cioè, che egli non vede
con gli occhi del corpo, né tocca con le mani, come si dice di Tommaso in Giovanni20:25, 27, 29. Quale sia l'uomo sensuale può essere visto sopra, n. 267 e note afferenti.
462a. Eppure c'è una grande differenza tra la vita dell'uomo nel mondo spirituale e lasua vita nel mondo naturale, sia riguardo ai suoi sensi esteriori ed alle loro affezioni, siariguardo ai suoi sensi interiori ed alle loro affezioni. Quelli che sono nel cielo hanno unapercezione più raffinata, cioè una vista e un udito più acuti, ed inoltre pensano piùsaggiamente di quando erano nel mondo; perché vedono nella luce del cielo, chesorpassa di gran lunga la luce del mondo (si veda sopra, n. 126); e odono attraversoun'atmosfera spirituale, che ugualmente sorpassa di gran lunga l'atmosfera terrestre (n.235). Questa differenza rispetto ai sensi esteriori è come la differenza tra lo splendoredel sole e l'oscurità delle nuvole nel mondo, o tra la luce di mezzogiorno e l'ombra dellasera. Perché la luce del cielo, dato che è la verità Divina, consente agli occhi degli angelidi percepire e distinguere le cose più infinitesimali.
[2] Inoltre, la vista esteriore corrisponde alla loro visione interiore, o all'intelletto;perché presso gli angeli l'una fluisce nell'altra, in modo che agiscono unitariamente; equesto conferisce loro grande acutezza nella visione. Allo stesso modo, il loro uditocorrisponde alla loro percezione, che appartiene sia all'intelletto, sia alla volontà, e diconseguenza essi percepiscono dal tono delle parole di chiunque la sua affezione ed ilsuo pensiero, fin nei minimi particolari; nel tono, ciò che attiene alla sua affezione, enelle parole, ciò che attiene al suo pensiero (si veda sopra, nn. 234245). Il resto dei sensipresso gli angeli sono meno raffinati della vista e dell'udito, per la ragione che solo vistae udito servono alla loro intelligenza e sapienza; e se gli altri sensi fossero ugualmenteraffinati, essi sottrarrebbero luce e gioia alla sapienza degli angeli, e li lascerebbero neipiaceri che appartengono alle lusinghe del corpo; e nella misura in cui questeprevalgono, oscurano e indeboliscono l'intelletto. Questo avviene nel mondo, dove gliuomini diventano grossolani e stupidi in relazione alle verità spirituali quandoindulgono nel senso del gusto e cedono alle lusinghe del senso del tatto.
[3] Da quanto è stato detto e mostrato nel capitolo sulla sapienza degli angeli nel cielo(nn. 265275), si può comprendere che la percezione interiore degli angeli del cielo,inerente il loro pensiero e la loro affezione, è più raffinata e perfetta rispetto a quella dicui godevano nel mondo. Viceversa, tra lo stato di quelli che sono nell'inferno e coloroche sono nel mondo, vi è anche una grande differenza, perché per quanto grande è laperfezione e l'eccellenza dei sensi esteriori e interiori degli angeli nel cielo, altrettantogrande è l'imperfezione nei sensi di quelli che sono nell'inferno. Ma dello stato di questisi tratterà di seguito.
462b. Che quando un uomo lascia il mondo porta con sé tutta la sua memoria mi è
stato mostrato in molti modi, e molte delle cose che ho visto e udito sono degne diessere riferite. C'erano alcuni che negavano i crimini e le malefatte che avevanoperpetrato nel mondo, e di conseguenza, poiché non potevano essere ritenuti innocenti,tutte le loro azioni sono stati rese note e passate in rassegna dalla loro memorianell'ordine, dai primi anni fino agli anni più recenti; questi erano principalmenteadulteri e prostitute.
[2] C'erano alcuni che avevano ingannato altri con arti maligne e avevano commessofurti. I loro inganni ed i loro furti sono stati anche elencati nel dettaglio, molti dei qualierano quasi del tutti ignoti nel mondo, tranne che a loro stessi. Questi hanno ammessole loro azioni, perché erano state rese pubbliche nei particolari, nell'ideazione,nell'intenzione, nel piacere, e nella paura che occupava la loro mente in quel momento.
[3] C'erano altri che avevano accettato regalie, e avevano reso giudizi parziali, i qualisono stati esaminati ugualmente nella loro memoria, da cui tutto quello che avevanofatto dall'inizio alla fine del loro ufficio è stato passato in rassegna. Ogni dettagliorispetto a cosa e quanto avessero ricevuto, ed in quale circostanza, ed il loro statod'animo e l'intenzione, è stato estratto dalla loro memoria e reso visibilmente chiaro, nelnumero di molte centinaia. Questo è stato fatto con molti individui di questa indole, eciò che è meraviglioso, in alcuni casi i loro diari, nei quali avevano registrato questecose, sono stati aperti e letti davanti a loro, pagina per pagina.
[4] Altri che avevano corrotto fanciulle per coprirle di vergogna o avevano violato laloro castità sono stati convocati come in un giudizio; ed i dettagli dei loro crimini sonostati estratti dalla loro memoria e passati in rassegna. I volti stessi delle fanciulle e delledonne erano anche esposti come se fossero presenti, insieme ai luoghi, alle parole edalle intenzioni, e questo improvvisamente come quando una scena si presenta alla vista;e queste esibizioni si sono protratte, a volte per ore.
[5] C'era uno che aveva calunniato altri; e ho udito le sue calunnie elencate nell'ordine,e anche le sue diffamazioni, con le stesse parole, e le persone ai danni delle quali, ed inpresenza delle quali sono state pronunciate; tutto ciò che aveva commesso in vita è statoriprodotto e mostrato, sebbene nel mondo avesse accuratamente nascosto tutto.
[6] C'era uno che, con un pretesto fraudolento, aveva sottratto l'eredità ad un suoparente; e anche questi, è stato nello stesso modo giudicato e condannato; e ciò che èmeraviglioso, le lettere ed i documenti che si erano scambiati nel mondo, sono stati lettipubblicamente, ed è stato specificato che neppure una parola di essi è andata perduta.
[7] La stessa persona, poco prima della sua morte aveva anche segretamente
avvelenato il suo prossimo. Ciò è stato rivelato in questo modo. Questi sembravascavare una trincea sotto i suoi piedi, da cui è uscito un uomo come da un sepolcro,gridando, "Che cosa mi hai fatto!" Poi ogni cosa è stata rivelata, in che modol'avvelenatore avesse parlato amichevolmente con lui, offrendo la coppa, e anche il suopensiero in quel momento, e ciò che è avvenuto dopo. Quando tutto questo è statorivelato egli è stato condannato all'inferno.
[8] In una parola, per ogni spirito empio tutti i suoi mali, villanie, rapine, artifici einganni sono portati alla luce, e sono estratti dalla sua memoria, e la sua colpa ècompiutamente stabilita; né vi è spazio per ulteriori negazioni, in quanto tutte lecircostanze sono esposte insieme. Inoltre, ho appreso dalla memoria di un uomo,quando questo è stato osservato ed esaminato dagli angeli, quale fosse il suo pensieroper un mese, un giorno dopo l'altro, e questo senza errore, essendo i pensieri richiamatinell'ordine in cui si presentavano giorno per giorno.
[9] Da questi esempi si può comprendere che l'uomo porta con sé tutta la suamemoria, e non vi è nulla di ciò che è stato nascosto nel mondo che non possa essererivelato dopo la morte, il che è fatto in presenza di molti, secondo le parole del Signore:
Non c'è nulla di nascosto che non sarà scoperto, e nulla di segreto che non debbaessere conosciuto; quindi ciò di cui avete parlato nell'oscurità sarà udito nella luce, e ciò che avetedetto all'orecchio sarà proclamato sui tetti (Luca 12:2,3)
463. Nel rivelare le azioni di un uomo dopo la sua morte, gli angeli preposti a questafunzione, lo guardano nel volto, ed il loro esame si estende attraverso tutto il corpo, acominciare dalle dita di ogni mano. Mentre mi stupivo di ciò, è stata rivelata la causa, ecioè che siccome tutte le cose del pensiero e della volontà sono impresse nel cervello,perché lì sono le loro origini, così sono impressi in tutto il corpo, poiché tutte le cose delpensiero e della volontà si estendono dai loro principi in tutte le cose del corpo e lìterminano, come nella loro parte più remota, ed è per questo che le cose che sonoimpresse nella memoria dalla volontà ed il conseguente pensiero sono impresse nonsolo nel cervello, ma anche nell'intero uomo, e lì esistono secondo l'ordine delle partidel corpo. Quindi l'uomo nel suo complesso è tale come egli è nella sua volontà e nelsuo pensiero, al punto che un uomo malvagio è il suo proprio male, e un uomo retto è ilsuo proprio bene.266 Questo mostra cosa si intende per libro della vita di un uomo di cuisi parla nella Parola, cioè che tutte le cose che ha fatto e tutte le cose che ha pensato sonoimpresse nell'uomo intero, e quando sono richiamate dalla memoria esse appaiono
266 Un uomo retto, uno spirito retto o un angelo sono ciascuno il suo proprio bene e la sua propria verità,cioè, ciascuno di essi è interamente uguale al suo bene ed alla sua verità (nn. 10298, 10367). Questo perchéil bene è ciò che forma la volontà, e la verità è ciò che forma l'intelletto; e la volontà e l'intelletto formanoogni cosa della vita dell'uomo, dello spirito e dell'angelo (nn. 3332, 3623, 6065). In altre parole, un uomo,uno spirito o un angelo è il suo proprio amore (nn. 6872, 10177, 10284).
come se si leggesse un libro, e quando lo spirito è esaminato alla luce del cielo, esseappaiono come in un'immagine. A tutto questo desidero aggiungere qualcosa distraordinario per quanto riguarda la continuità della memoria dopo la morte, di cui miè stato assicurato che non solo le cose in generale, ma anche i più minuti particolari chesono entrati nella memoria rimangono e non vengono mai cancellati. Ho visto i libri checontenevano scritti come nel mondo, e mi è stato detto che derivavano dalla memoria dicoloro che li avevano scritti, e che non c'era una sola parola mancante in essi rispettoall'edizione scritta dalla stessa persona nel mondo; e così tutti i più minuti particolaripossono essere estratti dalla memoria di ciascuno, anche quelli che erano statidimenticati nel mondo. Ed è stata rivelata la ragione di ciò, e cioè che l'uomo ha unamemoria esteriore ed una memoria interiore, la prima appartenente all'uomo naturale, el'altra appartenente all'uomo spirituale; e ogni minima cosa che un uomo abbia pensato,voluto, pronunciato, fatto o anche udito e visto, è impressa nella sua memoria interioreo spirituale;267 da cui nulla è mai cancellato, dal momento che è anche impressa nel suostesso spirito e nelle membra del suo corpo, come è stato detto sopra; e lo spirito è cosìcostituito in conformità dei pensieri e delle azioni della sua volontà. Io so che questosuona come un paradosso, ed è perciò difficile da credersi; ciò nondimeno, è vero.Nessuno creda, quindi, che vi possa essere qualcosa che un uomo ha pensato tra sé o insegreto che può essere nascosto dopo la morte; ma deve essere noto che tutte le cose inogni loro particolare sono poi rivelate chiaramente come alla luce del giorno.
464. Anche se la memoria esteriore o naturale rimane nell'uomo dopo la morte, le cosemeramente naturali di essa non sono rinvenibili nell'altra vita, ma soltanto quellespirituali connesse a quelle naturali attraverso le corrispondenze; e quando queste sipresentano alla vista appaiono esattamente nella stessa forma che avevano nel mondonaturale; perché tutte le cose visibili nei cieli hanno lo stesso aspetto che avevano nelmondo, sebbene nella loro essenza non siano naturali ma spirituali (come si può vederenel capitolo sugli oggetti rappresentativi e sulle apparenze nel cielo, nn. 170176).
[2] Ma la memoria esteriore o naturale, in relazione alle cose che in essa appartengonoal materiale, al tempo, allo spazio e ad altre proprietà della natura, non è utile allo
267 L'uomo ha due memorie: una esteriore ed una interiore, o una memoria naturale ed una spirituale(nn. 2469–2494). L'uomo non sa di avere una memoria interiore (nn. 2470, 2471). In che misura la memoriainteriore sovrasta quella esteriore (n. 2473). Le cose contenute nella memoria esteriore sono nella luce delmondo, mentre le cose contenute nella memoria interiore sono nella luce del cielo (n. 5212). È in virtùdella memoria interiore che l'uomo è in grado di pensare e di esprimersi intellettualmente erazionalmente (n. 9394). Ogni cosa che l'uomo pensa, esprime o fa, e che vede ed ascolta, restano impressenella sua memoria interiore (nn. 2474, 7398). Quella memoria è il libro della sua vita (nn. 2474, 9386, 9841,10505). Nella memoria interiore risiedono le verità che sono considerate verità delle fede, ed i beni chesono stati resi beni dell'amore (nn. 5212, 8067). Quelle cose che sono divenute costumi ed abitudini divita, come tali sono scomparse dalla memoria esteriore, e sono entrate nella memoria interiore (nn. 9394,9723, 9841). Gli spiriti e gli angeli parlano attraverso la memoria interiore, e di conseguenza hanno unlinguaggio universale (nn. 2472, 2476, 2490, 2493). I linguaggi del mondo appartengono alla memoriaesteriore (nn. 2472, 2476).
spirito come lo era nel mondo, perché ogni volta che l'uomo pensa nel mondoattraverso i suoi sensi esteriori, e non allo stesso tempo interiormente, pensa in modonaturale e non spiritualmente; mentre nell'altra vita quando l'uomo è uno spirito, nelmondo spirituale, egli non pensa, naturalmente, ma spiritualmente, e pensarespiritualmente è pensare intellettualmente o razionalmente. Per questa ragione lamemoria esteriore o naturale in relazione al suo contenuto materiale è quiescente, esoltanto quelle cose che l'uomo ha appreso nel mondo attraverso cose materiali, che hareso razionali, entrano a far parte della sua memoria attiva. La memoria esteriore restaquiescente in relazione alle cose materiali perché queste non possono essere cancellate,dato che gli spiriti e gli angeli si esprimono per mezzo di quelle affezioni e di queipensieri che sono adatti alle loro menti; e non sono quindi in grado di dare espressionea tutto ciò che non è in accordo con le loro affezioni e con i loro pensieri, come si puòvedere in ciò che è stato detto riguardo al linguaggio degli angeli nel cielo e al lorolinguaggio presso gli uomini (nn. 234257).
[3] In virtù di ciò l'uomo dopo la morte è razionale, non nella misura in cui egli eraaddentro alle lettere e alle scienze del mondo, ma nella misura in cui è diventatorazionale per mezzo di esse. Ho parlato con molti di coloro che erano ritenuti eruditi nelmondo in quanto erano a conoscenza delle lingue antiche, come ebraico, greco e latino,ma non avevano coltivato la loro facoltà razionale, attraverso ciò che è scritto in quellelingue. Alcuni di loro apparivano semplici e grossolani come quelli che non sapevanonulla di queste lingue, e alcuni anche stupidi, pur conservando in loro stessi lapresunzione di essere più saggi di altri.
[4] Ho parlato con alcuni che avevano creduto nel mondo che l'uomo fosse saggio inrelazione al contenuto della sua memoria, e che avevano accumulato così tante cosenella loro memoria, che parlavano quasi esclusivamente per mezzo di essa, e quindinon da se stessi, ma da altri, e la loro razionalità non era stata affatto perfezionataattraverso le cose residenti nella loro memoria. Alcuni di questi erano stupidi e altriabbrutiti, ed erano incapaci di comprendere se una verità fosse autentica o no, e sisoffermavano su tutte le falsità che vengono spacciate per verità da coloro che reputanoloro stessi eruditi; perché da loro stessi non erano in grado di comprendere se unaqualsiasi cosa fosse vera o no, e di conseguenza non erano in grado di comprenderenulla razionalmente di ciò che udivano da altri.
[5] Ho anche parlato con alcuni che avevano scritto molto nel mondo sulle scienze diogni genere, e che pertanto avevano acquisito una reputazione mondiale per la propriaerudizione. Alcuni di questi, infatti, avevano la capacità di ragionare sulle verità, sefossero autentiche o no; e alcuni, quando erano rivolti verso coloro che erano nella lucedella verità, avevano una qualche capacità d'intendere le verità, tuttavia, non avevano il
desiderio di comprenderle, e pertanto, quando erano nelle loro falsità, e quindi in sestessi, le negavano. Altri non avevano più sapienza dei non istruiti tra la gente comune.Così ciascuno differiva dall'altro secondo che avesse coltivato la propria facoltàrazionale nelle conoscenze di cui aveva scritto o semplicemente citato. Ma quelli che sisono opposti alle verità della chiesa, e che hanno ragionato attraverso mere conoscenze,confermando loro stessi nelle falsità, non hanno esercitato le proprie facoltà razionali,ma soltanto l'abilità nel ragionare, che nel mondo è considerata razionalità. Tuttavia,questa abilità è completamente diversa dalla razionalità; è la capacità di dimostraretutto ciò che si desideri, e di vedere le falsità piuttosto che le verità, a partire da principipreconcetti e da falsi ragionamenti. Tali persone non possono mai essere condotte ariconoscere le verità, dal momento che le verità non possono essere viste attraverso lefalsità; viceversa le falsità possono essere viste attraverso le verità.
[6] La facoltà razionale dell'uomo è come un giardino o un boschetto, o come unterreno fresco; la memoria è il suolo, le verità conosciute e le conoscenze sono i semi, laluce e il calore del cielo è la causa della loro crescita; senza luce né calore non c'ègerminazione; così anche accade alla mente quando la luce del cielo, che è la veritàDivina, e il calore del cielo, che è l'amore Divino, non sono ammessi; la razionalitàderiva esclusivamente da essi. È un grande dolore per gli angeli che gran parte deglieruditi attribuiscano ogni cosa alla natura, e abbiano così chiuso verso l'alto l'interioredelle loro menti, in modo tale che non sono più in grado di comprendere alcunché dellaverità attraverso la luce della verità stessa, che è la luce del cielo. In conseguenza di ciò,essi nell'altra vita sono privati della loro capacità di ragionare, affinché non diffondanofalsità tra i retti dal cuore semplice, e li portino fuori strada; e sono allontanati in luoghideserti.
465. Un certo spirito era indignato perché non era più in grado di ricordare molte coseche aveva conosciuto nella vita del corpo, ed era afflitto a causa del fatto che avevaperduto il piacere in cui tanto si era dilettato, eppure gli è stato detto che non avevaperduto nulla, che ancora aveva cognizione di ogni cosa che aveva conosciuto, anche senel mondo dove si trovava ora, non era permesso a nessuno di richiamare queste cosedalla memoria, e che avrebbe dovuto essere soddisfatto che ora poteva pensare eparlare in modo più raffinato e perfetto di prima, e che il suo razionale non era immersocome prima in cose grossolane, oscure, materiali e corporee, che non sono di alcunautilità nel regno in cui era giunto; inoltre, gli è stato detto che egli ora possedeva tuttociò che è necessario agli usi della vita eterna, e che questo è l'unico modo per diventarebeato e felice; e quindi appartiene all'ignoranza credere che in questo regnol'intelligenza perisca con la rimozione o la quiescenza delle cose materiali presenti nellamemoria; perché in realtà, nella misura in cui la mente si allontana dalle cose pertinentil'uomo esteriore o il corpo, essa è elevata nelle cose spirituali e celesti.
466. Che esistano questi due generi di ricordi, talvolta appare alla vista nell'altra vita,in forme non visibili altrove; perché molte cose che nell'uomo assumono la forma diidee, sono lì presentate come oggetti della vista. La memoria esteriore lì si presentanell'aspetto di un callo, quella interiore, nell'aspetto di una sostanza midollare comequella del cervello umano; e da ciò, è noto cosa esse siano. Presso quelli che hannodedicato se stessi nella vita del corpo al mero esercizio della memoria, e non hannocoltivato le loro facoltà razionali, la callosità appare dura e striata all'interno come neitendini. Presso quelli che hanno riempito la memoria di falsità la callosità appare pelosae ruvida, a causa della massa confusa di cose in essa contenute. Presso quelli che hannocoltivato la memoria in funzione dell'amore di sé e dell'amore del mondo, appareincollata e ossificata. Presso quelli che hanno desiderato penetrare negli arcani Diviniattraverso l'erudizione, soprattutto di tipo filosofico, con una riluttanza tale a credervise non attraverso le prove, la memoria appare come una sostanza oscura, di una naturatale da assorbire i raggi di luce, trasformandoli in oscurità. Presso quelli che hannopraticato l'inganno e l'ipocrisia la callosità appare dura e ossuta come l'avorio, cheriflette i raggi della luce. Viceversa presso quelli che hanno vissuto nel bene dell'amoree nella verità della fede non vi è un'apparenza così insensibile, perché la loro memoriainteriore trasmette i raggi della luce alla memoria esteriore; e nei suoi oggetti o ideecome nelle fondamenta, i raggi terminano e trovano il loro piacevole ricettacolo; perchéla memoria esteriore è la parte più remota dell'ordine in cui, quando i beni e le veritàsono ivi presenti, le cose spirituali e celesti terminano dolcemente e trovano la loro sede.
467. Gli uomini che vivono nel mondo e che sono nell'amore verso il Signore e nellacarità verso il prossimo, hanno presso di loro e in loro l'intelligenza e la sapienzaangelica, ma queste sono allora racchiuse nel profondo della memoria interiore; e non vipuò essere coscienza di esse fino a quando non sono dismesse le cose corporee. Poi lamemoria naturale resta quiescente, ed essi si svegliano nella loro memoria interiore, epoi gradualmente nella memoria angelica stessa.
468. In che modo possa essere coltivata la facoltà razionale, si dirà ora, brevemente.L'autentica facoltà razionale si compone di verità e non di falsità; tutto ciò che ècostituito da falsità non è razionale. Ci sono tre tipi di verità, civile, morale e spirituale.Le verità civili attengono a questioni di giudizio e di governo nei regni, e in generale aciò che è giusto ed equo in essi. Le verità morali attengono alle questioni della vita diciascuno, in relazione alle amicizie ed alle relazioni sociali, in generale a ciò che è onestoe retto, ed in particolare alle virtù di ogni genere. Mentre le verità spirituali siriferiscono alle cose del cielo e della chiesa, e in generale al bene dell'amore ed allaverità della fede.
[2] In ogni uomo ci sono tre gradi della vita (si veda sopra, n. 267). La facoltà razionale
è aperta nel primo grado dalle verità civili, nel secondo grado dalle verità morali, e nelterzo grado dalle verità spirituali. Ma deve essere chiaro che la facoltà razionale checonsiste di queste verità non è formata né aperta dal fatto che l'uomo le conosca, ma dalfatto che viva in armonia con esse; e vivere in armonia con esse significa amare questeverità in virtù di un'affezione spirituale; e amare le verità per affezione spirituale èamare ciò che è giusto ed equo, perché è giusto ed equo, e ciò che è onesto e retto perchéè onesto e retto, e ciò che è bene e vero, perché è bene e vero; mentre vivere in armoniacon esse e amarle per un'affezione esteriore significa amarle per il bene di sé e peramore della propria reputazione, dell'onore o del guadagno. Di conseguenza, nellamisura in cui l'uomo ama queste verità da un affezione esteriore, non riesce a diventarerazionale, perché egli ama non esse, ma se stesso; e le verità sono piegate al suo serviziocome gli schiavi sono al servizio del loro signore; e quando le verità diventano servenon penetrano nell'uomo e non aprono alcun grado della sua vita, neppure il primo, masemplicemente restano nella memoria come conoscenze in una forma materiale, e lì sicongiungono con l'amore di sé, che è un amore corporeo.
[3] Tutto ciò mostra in che modo l'uomo diventi razionale, vale a dire che divienerazionale nel terzo grado attraverso un amore spirituale del bene e della verità cheappartiene al cielo ed alla chiesa; egli diviene razionale nel secondo grado attraverso unamore di ciò che è onesto e retto; e nel primo grado attraverso un amore di ciò che ègiusto ed equo. Questi due ultimi amori diventano anche spirituali attraverso un amorespirituale del bene e della verità, perché quell'amore fluisce in loro, si congiunge in loroe forma in loro, per così dire, la propria immagine.
469. Spiriti e angeli, al pari degli uomini, sono dotati di memoria; qualunque cosaascoltino, vedano, pensino, vogliano e facciano, rimane in loro, e quindi la loro facoltàrazionale è continuamente coltivata per l'eternità. Dunque, spiriti e angeli, al pari degliuomini, sono perfezionati in intelligenza e sapienza per mezzo della conoscenze dellaverità e del bene. Ho appreso attraverso una cospicua esperienza che gli spiriti e gliangeli hanno memoria, avendo visto ciò che pensano e fanno, sia in pubblico, sia inprivato, dal richiamo dei loro ricordi quando erano con altri spiriti; e ho visto quelli cheerano in qualche verità dal bene semplice, arricchirsi nelle conoscenze, e di lìnell'intelligenza, per poi essere innalzati al cielo. Ma deve essere chiaro che questi nonsono colmati di conoscenze e, quindi, di intelligenza al di là del grado della loroaffezione per il bene e per la verità che hanno raggiunto nel mondo; perché l'affezione,quale essa era nel mondo, tale resta poi presso lo spirito e presso l'angelo; e questaaffezione è successivamente perfezionata per l'eternità. Perché ogni cosa è suscettibile diessere colmata per l'eternità, poiché ogni cosa è suscettibile di variazione infinita, quindidi arricchimento attraverso varie cose, e conseguentemente, di moltiplicazione efruttificazione. In tutto ciò che è bene, non vi sono limiti, perché è dall'Infinito. Che gli
spiriti e gli angeli siano perfezionati continuamente in intelligenza e sapienza permezzo delle conoscenze della verità e del bene può essere visto nel capitolo sullasapienza degli angeli nel cielo (nn. 265275); circa i gentili o persone estranee alla chiesanel cielo (nn. 318 328); e sui bambini in tenera età nel cielo (nn. 329345); e che questo èfatto nel grado dell'affezione per il bene e per la verità in cui erano stati nel mondo, enon oltre, può essere visto al n. 349.
49L'uomo, dopo la morte, è tale quale è stata
la sua vita nel mondo
470. Ogni cristiano sa dalla Parola quale sia la vita che attende ciascuno dopo la morte;perché ivi è detto in molti passi che l'uomo sarà giudicato e ricompensato secondo lesue azioni e secondo le sue opere; e chiunque pensi attraverso l'autentico bene el'autentica verità non necessita di alcun aiuto per vedere che chi vive rettamente entranel cielo, e chi vive empiamente precipita nell'inferno. Ma l'uomo empio è riluttante nelcredere che il suo stato dopo la morte sia conforme alla sua vita nel mondo; questipensa, specialmente quando è malato, che il cielo è concesso a tutti per puramisericordia, qualunque vita sia stata condotta, e che ciò avvenga in conformità con lasua fede, che egli tiene separata dalla vita.
471. Che l'uomo sarà giudicato e ricompensato secondo le sue azioni e le sue opere èaffermato in molti passi nella Parola, di cui citerò alcuni qui di seguito:
Il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà aciascuno secondo le sue opere (Matteo 16:27)
Beati i morti che muoiono nel Signore; sì, dice lo Spirito, che essi riposano dalle lorofatiche, perché le loro opere li seguono (Ap. 14:13)
Darò a ciascuno secondo le sue opere (Ap. 2:23)
Ho visto i morti, grandi e piccoli, al cospetto di Dio; ed i libri furono aperti ed i mortifurono giudicati dalle cose che erano state scritte nei libri secondo le loro opere. Il mare restituì imorti che erano in esso, e la morte e l'inferno restituirono quelli che erano in loro, ed essi furonogiudicati ciascuno secondo le loro opere (Ap. 20:12, 13)
Ecco, io vengo, e la mia ricompensa è con me, per dare a ciascuno secondo le sueopere (Ap. 22:12)
Chiunque ascolta le mie parole e le mette in pratica è simile ad un uomo savio; machiunque ode le mie parole e non le mette in pratica è simile ad un uomo stolto (Matteo 7:24, 26)
Non tutti quelli che mi dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli, masolo chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno, Signore, Signore,
non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e attraverso il tuo nome, cacciato demoni, e nel tuonome compiuto molte opere prodigiose? Ma allora io dirò loro, non vi conosco; allontanatevi da me,voi operatori di iniquità (Matteo 7:2123)
Allora diranno: Abbiamo mangiato dinanzi a te; hai insegnato nelle nostre piazze.Ma egli dirà loro, non vi conosco, operatori d'iniquità (Luca 13:2527)
Io li ricompenserò in base al loro lavoro e secondo le opere delle loro mani (Ger.25:14)
Jehovah, i cui occhi sono aperti su tutte le azioni degli uomini, per dare a ciascunosecondo le proprie azioni e secondo il frutto del proprio lavoro (Ger. 32:19)
Mi recherò nella sua dimora e ricompenserò le sue opere (Osea 4:9)
Jehovah ci tratterà secondo le nostre azioni e secondo le nostre opere (Zaccaria 1:6)
Preannunciando il giudizio finale il Signore tiene in considerazione nient'altro che leopere, insegnando che coloro che hanno fatto opere buone accederanno alla vita eterna,e quelli che hanno fatto opere malvagie saranno dannati, come in Matteo 25:3246, e inmolti altri passi che trattano della salvezza e della dannazione dell'uomo. È chiaro che leopere e le azioni costituiscono la vita esteriore dell'uomo, e che la qualità della sua vitainteriore è resa evidente in esse.
472. Ma con le azioni e con le opere, si intende ciò che queste sono interiormente, enon il modo in cui appaiono esteriormente; perché tutti sanno che ogni azione ed ogniopera scaturisce dalla volontà dell'uomo e dal pensiero; altrimenti sarebbe nient'altroche il movimento di un automa o un'immagine. Di conseguenza, un’azione o un’opera,considerata in se stessa è solo un effetto che trae la sua essenza nella volontà e nelpensiero, fino a al punto che non è altro che la volontà ed pensiero nell'effetto, ed èquindi la volontà ed il pensiero nella forma esteriore. Da ciò ne consegue che un'azioneo un'opera è di una qualità conforme alla volontà ed al pensiero che la producono. Se ilpensiero e la volontà sono rette le azioni e le opere sono altrettanto rette; viceversa, se ilpensiero e la volontà sono empie, le azioni e le opere sono altrettanto empie, anche senella forma esteriore appaiono simili. Un migliaio di uomini può agire allo stesso modo,cioè, può compiere azioni simili, talmente simili esteriormente da apparire quasiindistinguibili, eppure ognuna considerata di per sé è diversa, perché deriva da unadifferente volontà.
[2] Per esempio, quando si agisce con onestà e giustizia verso un compagno, uno puòfarlo allo scopo di apparire onesto e giusto per riguardo a se stesso ed al proprio onore;un altro per riguardo al mondo ed al guadagno; un terzo per riguardo alla ricompensa e
al merito; un quarto per riguardo all'amicizia; un quinto per riguardo al timore dellalegge e alla perdita della reputazione o del lavoro; un sesto al fine di trarre una personadalla sua parte, anche quando è nel torto; un settimo affinché egli possa ingannare; ealtri per altri motivi. In tutti questi casi, sebbene le azioni siano buone in apparenza,dato che è una buona cosa agire con onestà e giustizia verso un compagno, ciònondimeno sono empie, perché sono fatte, non per riguardo all'onestà ed alla giustizia eper amore di questi, ma per riguardo all'amore di sé e del mondo, i quali soltanto sonoamati; e l'onestà e la giustizia sono fatte per servire quell'amore come i servi servono unsignore, dal quale sono disprezzati e respinti se non riescono a servirlo.
[3] Esteriormente questi agiscono in modo simile a coloro che agiscono onestamente egiustamente con un compagno perché amano ciò che è onesto e giusto. Alcuni di questiagiscono in virtù della verità della fede o per obbedienza, perché la Parola così impone,alcuni dal bene della fede o dalla coscienza, in forza di un motivo religioso; alcuni invirtù del bene della carità verso il prossimo, in ragione del fatto che il bene diquest'ultimo viene preso in considerazione; alcuni in virtù del bene dell'amore per ilSignore, perché il bene va fatto per il bene stesso, come anche ciò che è onesto e giustodovrebbe essere fatto per l'onestà e per la giustizia stesse; questo è ciò che amano,perché è dal Signore, e perché il Divino che procede dal Signore è in essi, e diconseguenza, considerato nella sua essenza è Divino. Le azioni o le opere di questi sonorette, e quindi sono tali anche esteriormente; perché, come è stato detto sopra, azioni oopere sono esattamente come il pensiero e la volontà da cui provengono e, separate dalpensiero e dalla volontà non sono più azioni o opere, ma solo movimenti inanimati.Tutto ciò spiega cosa si intende nella Parola per opere e azioni.
473. Siccome azioni e opere discendono dalla volontà e dal pensiero, esse provengonoquindi dall'amore e dalla fede, di conseguenza sono tali quali sono l'amore e la fede;perché dire amore o la volontà, è lo stesso che dire la fede o il suo pensiero consolidato;perché ciò che un uomo ama, lo vuole, e ciò che un uomo crede, pensa; e quando unuomo ama ciò che crede e al tempo stesso, lo vuole, ove possibile lo mette in atto. Tuttipossono conoscere che l'amore e la fede sono dentro la volontà ed il pensiero dell'uomo,e non al di fuori di essi, perché l'amore è ciò che accende la volontà, ed il pensiero, ciòche illumina in materia di fede; perciò solo coloro che sono in grado di pensare in modosavio e illuminato, e nella misura della loro illuminazione, pensano ciò che è vero e lodesiderano, o il che è lo stesso, credono ciò che è vero e lo amano.268
268 Poiché tutte le cose esistenti nell'universo in virtù dell'ordine sono in relazione con il bene e con laverità, allo stesso modo tutte le cose nell'uomo sono in relazione con la volontà e con l'intelletto (nn. 803,10122). Perché la volontà è il ricettacolo del bene e l'intelletto, il ricettacolo della verità (nn. 3332, 3623,5232, 6065, 6125, 7503, 9300, 9995). È lo stesso dire verità o fede perché la fede appartiene alla verità e laverità appartiene alla fede; così pure è lo stesso dire bene o amore, perché l'amore appartiene al bene ed ilbene appartiene all'amore (nn. 4353, 4997, 7179, 10122, 10367). Da ciò segue che l'intelletto è il ricettacolodella fede, e la volontà, il ricettacolo dell'amore (nn. 7179, 10122, 10367). E dato che l'intelletto dell'uomo è
474. Deve essere noto che è la volontà che costituisce l'uomo, mentre il pensiero rendel'uomo solo nella misura in cui esso procede dalla volontà; e le azioni e le opereprocedono da entrambi; o il che è lo stesso, è l'amore che costituisce l'uomo, e la fede,solo se procede dall'amore; e le azioni e le opere procedono da entrambi. Diconseguenza, la volontà o l'amore è l'uomo stesso, perché ogni cosa appartiene a ciò dacui procede. Procedere è portare alla luce e rendere manifesta una cosa in una formaidonea ad essere percepita e vista.269 Tutto questo chiarisce cosa sia la fede quando èseparata dall'amore, e cioè che non è propriamente fede, ma mera conoscenza, priva divita spirituale in sé; allo stesso modo, un'azione o un'opera separata dall'amore, non èpropriamente un'azione o un'opera della vita ma un qualcosa di morto, che presentauna parvenza di vita in forza di un amore empio e di una fede in ciò che è falso. Questaparvenza di vita è ciò che viene chiamato morte spirituale.
475. Inoltre, deve essere compreso che nelle azioni e nelle opere si manifesta l'uomointero, e che la sua volontà ed il suo pensiero, ovvero il suo l'amore e la sua fede, checostituiscono il suo interiore, non sono compiuti fino a quando non spiegano i loroeffetti nelle azioni e nelle opere, che costituiscono il suo esteriore, perché questi sono glielementi più remoti in cui la volontà e il pensiero terminano, e in assenza di questeterminazioni, i primi resterebbero incompiuti, dunque non avrebbero esistenza, cioènon sarebbero ancora nell'uomo. Il pensiero e la volontà in mancanza del compimentodel loro oggetto, quando ne ricorra la possibilità, sono paragonabili ad una fiamma che,racchiusa in un recipiente, si spegne; o anche come un seme gettato sulla sabbia, chenon riesce a crescere, e così perisce, e con esso la sua potenzialità di germogliare.Viceversa, il pensare, volere e mettere in atto il loro oggetto, è paragonabile ad unafiamma che diffonde calore e luce tutto intorno o come un seme nel terreno che crescefino a diventare un albero o un fiore e seguita a vivere. Ciascuno può comprendere chela volontà, in mancanza della sua realizzazione, quando se ne presenti l'opportunità,non è propriamente volontà; ed inoltre, che l'amore in assenza del compimento del suo
capace di ricevere la fede in Dio, e la volontà è in grado di ricevere l'amore verso Dio, l'uomo che è ingrado di essere unito a Dio nell'amore e nella fede non perisce mai (nn. 4525, 6323, 9231).269 La volontà dell'uomo è la vera essenza [esse] della sua vita, poiché essa è il ricettacolo dell'amore o delbene, e l'intelletto è il prodotto [existere] di quella vita, poiché esso è il ricettacolo della fede o verità (nn.3619, 5002, 9282). Quindi l'essenza della volontà è la principale essenza dell'uomo, e l'essenzadell'intelletto procede di lì ( nn. 585, 590, 3619, 7342, 8885, 9282, 10076, 10109, 10110), nello stesso modo incui la luce procede dal fuoco e dalla fiamma (nn. 6032, 6314). Da ciò segue che l'uomo è uomo in virtùdella sua volontà e del suo intelletto di lì (nn. 8911, 9069, 9071, 10076, 10109, 10110). Ogni uomo è amato estimato dagli altri secondo il bene della sua volontà e del suo intelletto di lì, perché nella misura in cuiegli vuole e intende rettamente è amato e stimato; e colui che intende rettamente ma la cui volontà non èretta è messo da parte e disprezzato (nn. 8911, 10076). Dopo la morte l'uomo continua ad essere tale comeè la sua volontà ed il suo intelletto di lì (nn. 9069, 9071, 9386, 10153). Di conseguenza, dopo la mortel'uomo continua ad essere tale quale è il suo amore, e la sua fede di lì; e qualsiasi cosa appartenga alla suafede e non anche al suo amore, si estingue, perché non è nell'uomo, e dunque non è dell'uomo (nn. 553,2364, 10153).
bene, quando se ne presenti l'opportunità, non è propriamente amore, ma meropensiero che uno vuole e ama; ed essendo un pensiero inattuato, svanisce e vienedissipato. L'amore e la volontà costituiscono l'anima stessa di un'azione o di un'opera, econferiscono una forma alle cose oneste e rette che l'uomo mette in atto. Questa è l'unicamatrice del corpo spirituale dell'uomo, ovvero il corpo del suo spirito; cioè essodiscende esclusivamente da ciò che l'uomo è in virtù dell'amore della sua volontà (siveda sopra, n. 463). In una parola, tutte le cose dell'uomo e del suo spirito sono presentinelle sue azioni e nelle sue opere. 270
476. Tutto questo spiega quale sia la vita che attende l'uomo dopo la morte, e cioè cheessa è il suo amore e la sua fede, non solo in potenza, ma anche in atto; e quindi le sueazioni e le sue opere, perché in queste sono contenute tutte le cose che appartengonoall'amore ed alla fede dell'uomo.
477. È l'amore dominante dell'uomo che lo attende dopo la morte, e questo non può inalcun modo essere cambiato per l'eternità. Ciascuno ha molti amori; ma sono tutti legatial suo amore dominante, e fanno tutt'uno con esso, ovvero insieme lo compongono.Tutte le cose della volontà che sono in armonia con l'amore dominante sono chiamateamori, perché sono amati. Questi amori sono sia interiori, sia esteriori; alcunidirettamente legati, altri mediatamente; alcuni più vicini e altri più remoti; essi sonosubordinati in vari modi. Nel loro insieme essi costituiscono un regno, per così dire,essendo tale l'ordine in cui sono disposti nell'uomo, sebbene l'uomo sia ignaro di ciò. Enondimeno, qualcosa di questo si manifesta all'uomo nell'altra vita, perché la diffusionedel suo pensiero e della sua affezione avviene in conformità con la disposizione dei suoiamori; infatti il suo pensiero e la sua affezione si estendono verso le società celestiquando l'amore dominante è un amore celeste, oppure alle società infernali, quando ilsuo amore dominante è infernale. Che ogni pensiero e affezione degli spiriti e degliangeli si estenda alle società può essere visto in precedenza, nei capitoli sulla sapienzadegli angeli nel cielo, e sulla forma del cielo che determina le affiliazioni e lecomunicazioni.
478. Ma ciò che è stato detto finora è percepibile solo dal pensiero dell'uomo razionale.Affinché possa essere anche percepito indirettamente dai sensi, esporrò alcuneesperienze da cui ciò può essere illustrato e confermato. La prima, l'uomo dopo la morte
270 Le cose interiori fluiscono successivamente in quelle esteriori fino a quelle più remote ove vengonoad esistenza in perpetuo (nn. 634, 6451, 6465, 9215, 9216). Esse non solo fluiscono, ma, in ciò che è piùremoto formano ciò che è simultaneo, nel suo ordine (nn. 5897, 6451, 8603, 10099). Perciò tutte le coseinteriori sono unite insieme ed hanno permanente esistenza (n. 9828). Le azioni o opere sono ciò che è piùremoto e che contiene ciò che è interiore (n. 10331). Perciò essere giudicati e ricompensati secondo leopere e le azioni significa essere giudicati e ricompensati secondo le cose che appartengono alla fede edall'amore di ciascuno, ovvero al pensiero ed alla volontà di ciascuno, perché questo è l'interiore contenutonelle opere e nelle azioni (nn. 3147, 3934, 6073, 8911, 10331, 10332).
è il suo proprio amore o la sua propria volontà. La seconda, l'uomo persiste perl'eternità nella sua volontà o nel suo amore dominante. La terza, l'uomo dotato di unamore celeste o spirituale entra nel cielo, mentre l'uomo portatore di un amorecorporale e mondano, anziché celeste e spirituale, precipita nell'inferno. La quarta, ameno che la fede non discenda dall'amore celeste non rimane nell'uomo. La quinta,l'amore tradotto nell'azione cioè, la vita dell'uomo, è ciò che rimane.
479. (1) L'uomo dopo la morte è il suo proprio amore o la sua propria volontà. Questo mi èstato mostrato attraverso molteplici esperienze. L'intero cielo è diviso in società in basealle differenze del bene dell'amore; ed ogni spirito che è assunto nel cielo e diviene unangelo è accolto nella società in cui è il suo amore; e quando giunge lì, si trova, per cosìdire, a casa, e nella casa dove è nato; questo è ciò che l'angelo percepisce, ed è associatocon quelli che sono simili a lui. Quando va in un altro luogo avverte sempre una sortadi resistenza, e un desiderio di ritornare dai propri simili, e quindi al suo amoredominante. Così avvengono le affiliazioni nel cielo; ed in modo simile all'inferno, nelquale tutti sono affiliati secondo amori che sono opposti agli amori celesti. È statomostrato in precedenza (nn. 4150 e 20012) che sia il cielo, sia l'inferno sono compostida società, e che sono tutti distinti in base alle differenze di amore.
[2] Che l'uomo dopo la morte sia il suo proprio amore può anche essere visto dal fattoche tutto ciò che uno non fa in virtù del suo amore dominante, è poi separato da lui. Dacolui che è retto, tutto ciò che è discordante o disarmonico è separato e portato via, equesti è quindi lasciato nel suo stesso amore. È lo stesso per lo spirito empio, con ladifferenza che a questi le verità vengono sottratte, mentre dai retti, le falsità vengonosottratte, e questo processo seguita finché ciascuno diventa il suo proprio amore. Questoavviene quando l'uomospirito è portato nel terzo stato, che sarà descritto di seguito.Quando questo ha luogo, egli volge perennemente il suo sguardo verso il suo amore,che ha continuamente davanti agli occhi, in qualsiasi direzione si rivolga (si veda sopra,nn. 123, 124).
[3] Tutti gli spiriti, purché siano mantenuti nel loro amore dominante, possono esserecondotti ovunque si voglia, e sono incapaci di resistenza, come appare chiaramente aloro stessi, e per quanto possano pensare di resistere. Spesso è stato loro permesso diprovare se erano capaci di fare qualcosa di contrario al loro amore dominante, mainvano. Il loro amore è come un legame o una corda legata intorno a loro, da cuipossono essere condotti, e da cui non possono sciogliersi. È lo stesso presso gli uomininel mondo, i quali anche sono guidati dal loro amore, o sono guidati da altri per mezzodel loro amore; ma questo è più evidente quando diventano spiriti, perché allora non èpiù consentito mostrare un qualsiasi altro amore, o dissimulare ciò che è proprio.
[4] Tutte le interazioni nell'altra vita dimostrano che lo spirito dell'uomo è il suoamore dominante, perché quando uno parla o agisce in accordo con l'amore altrui,questi manifesta un volto disteso, gioioso e vivace; ma quando si parla o si agisce control'amore di un altro, a quel punto l'altro volto comincia ad essere cambiato, oscurato eindistinto, finché, alla fine scompare completamente, come se non fosse stato lì. Mi sonospesso chiesto come questo possa essere, perché nulla del genere può verificarsi nelmondo; e mi è stato detto che è la stessa cosa per lo spirito dell'uomo, che quando siallontana da un altro cessa di essere alla sua vista.
[5] Un'altra prova che lo spirito è il suo amore dominante è che ogni spirito abbracciae si appropria di tutte le cose che sono in armonia con il suo amore, e rifiuta e respingetutto ciò che non lo è. L'amore in ciascuno è come un legno spugnoso o poroso, cheassorbe i fluidi che favoriscono la sua crescita, e respinge gli altri. È anche paragonabileagli animali di ogni specie, che conoscono il cibo adatto a loro e cercano le cose checoncordano con la loro natura, ed evitano ciò che non concorda; perché ogni amoredesidera essere nutrito di ciò che gli appartiene, l'amore empio, dalle falsità e l'amoreretto dalle verità. Mi è stato talvolta permesso di vedere alcuni spiriti semplici e retti,desiderosi di istruire gli spiriti empi sulla verità e sui beni; ma quando l'istruzione èstata offerta loro, sono fuggiti lontano, e quando sono tornati in loro stessi, si sonoimmersi con grande piacere nelle falsità che erano in accordo con il loro amore. Hoanche visto degli spiriti retti conversare insieme sulle verità, e quelli che erano presentiascoltavano con entusiasmo, mentre gli empi che erano ugualmente presenti, nonprestavano alcuna attenzione, come se non udissero nulla. Nel mondo degli spiritiappaiono delle vie, alcune conducono al cielo, altre all'inferno, e ciascuna in unaparticolare società. Gli spiriti retti percorrono solo le vie che conducono al cielo, e allasocietà in cui si trova il bene del loro amore, e non vedono le vie che conducono altrove;viceversa gli spiriti empi percorrono solo le vie che conducono all'inferno, ed allasocietà in cui si trova il male del loro amore, e non vedono le vie che conducono altrove,e nel caso in le vedessero, rifiuterebbero di entrare. Nel mondo spirituale queste sonoapparenze reali, che corrispondono alle verità o alle falsità, ed è per questo che le viehanno questo significato nella Parola.271 Attraverso questa esperienza ciò che è statoprecedentemente affermato sul terreno della ragione è reso più tangibile, e cioè che ogniuomo dopo la morte è il suo amore e la sua volontà. Si dice la volontà, perché la volontàdi ciascuno è esattamente ciò che si ama.
480. (2) L'uomo persiste per l'eternità nella la sua volontà o nel suo amore dominante. Anchequesto è stato confermato abbondantemente, dall'esperienza. Mi è stato permesso di
271 Una via, un sentiero, un percorso e una strada ampia, significano le verità che conducono al bene, o lefalsità che conducono al male (nn. 627, 2333, 10422). Sgombrare [o preparare] la strada significa prepararsi aricevere le verità (n. 3142). Rendere nota la strada significa, in relazione al Signore, istruire nelle verità checonducono al bene (n. 10565).
parlare con alcuni che hanno vissuto duemila anni fa, e le cui vite sono descritte dallastoria, e quindi erano note, e ho scoperto che essi hanno continuato ad essere così comeerano descritti, cioè, riguardo all'amore da cui e secondo cui le loro vite si sono formate.Vi erano alcuni noti alla storia, che avevano vissuto diciassette secoli fa, altri cheavevano vissuto quattro secoli fa, altri tre secoli fa, e così via, con i quali mi è statopermesso di parlare; e ho scoperto che la stessa affezione che avevano nel mondo erapresente in loro, senza altra differenza se non che le delizie del loro amore sono statetrasformate in cose ad esse corrispondenti. Gli angeli affermano che l'amore dominanteresta immutato in ognuno per l'eternità, perché ciascuno è il suo amore; di conseguenzacambiare l'amore in uno spirito è come sottrargli o spegnere la sua vita; e siccomel'uomo dopo la morte non è più in grado di essere riformato attraverso l'istruzione,come nel mondo, perché il piano più esteriore, che consiste di conoscenze e affezioninaturali, allora è quiescente, e non essendo spirituale non può essere aperto (si vedasopra, n. 464); e su quella base che l'interiore che attiene alla mente ed all'attitudine,poggia, come una casa sulle sue fondamenta; e a tal proposito, come è stato l'amore diciascuno nel mondo, tale continua ad essere per l'eternità. Gli angeli sono moltosorpresi del fatto che l'uomo ignori che tutti sono come è il loro amore dominante, e delfatto che molti credono di potersi salvare per misericordia, a prescindere dalle loroazioni, vale a dire per la sola fede, qualunque possa essere stata la loro vita; e ancora delfatto che l'uomo ignori che la misericordia Divina opera attraverso dei mezzi, checonsistono nella determinazione dell'uomo di lasciarsi guidare dal Signore, sia nelmondo, sia poi per l'eternità, e che quelli che non vivono nei mali sono guidati dallamisericordia Divina; e infine che la fede è l'affezione per la verità che discendedall'amore celeste, che procede dal Signore.
481. (3) L'uomo dotato di un amore celeste o spirituale entra nel cielo, mentre l'uomoportatore di un amore corporale e mondano, anziché celeste e spirituale, precipita nell'inferno.Questo mi è stato illustrato chiaramente da tutti coloro che ho visto accedere al cielo osprofondare nell'inferno. La vita di quelli assunti nel cielo derivava da un amore celestee spirituale, mentre la vita di quelli gettati nell'inferno deriva da un amore corporeo emondano. L'amore celeste consiste nell'amare ciò che è retto, onesto e giusto, perché èretto, onesto e giusto, e nel fare ciò per amore; e quelli che hanno questo amore hannouna vita di rettitudine, onestà e giustizia, che è la vita celeste. Quelli che amano ciò che èretto, onesto e giusto, per il bene di queste virtù stesse, e che fanno questo o lo vivono,amano il Signore sopra ogni cosa, perché questo è da lui; essi amano anche il prossimo,perché questo è il prossimo che deve essere amato.272 Viceversa l'amore corporale
272 Nel senso più eccelso, il Signore è il prossimo, perché egli deve essere amato sopra ogni cosa; e amareil Signore è amare ciò che è da Lui, perché Egli stesso è in ogni cosa che è da Lui, quindi deve essereamato ciò che è bene e vero (nn. 2425, 3419, 6706, 6711, 6819, 6823, 8123). Amare ciò che è bene e vero, cheviene dal Signore, è vivere secondo la verità ed il bene, e questo è amare il Signore (nn. 10143, 10153,10310, 10336, 10578, 10645). Ogni uomo, ogni società, ogni nazione, ed in un senso universale il regno delSignore, sono il prossimo, e fare il bene a questi per amore del bene, secondo il loro stato, è amare il
consiste nell'amare ciò che è retto, onesto e giusto, non per queste stesse virtù, ma per ilbene di sé, affinché si possa acquisire la reputazione, l'onore, ed il guadagno. Essi, in ciòche è retto, onesto e giusto, non guardano al Signore, né al prossimo, ma a sé e almondo, e trovano diletto nella frode; e la rettitudine, l'onestà e la giustizia chescaturiscono dalle frodi sono empietà, disonestà, e ingiustizia, e queste stesse sono ciòche essi amano nella loro pratica della rettitudine, onestà e giustizia.
[2] Siccome la vita di ciascuno è contraddistinta da questi diversi generi di amore,dopo la morte, non appena gli uomini entrano nel mondo degli spiriti, vengonoesaminati per scoprire la loro qualità, e sono riuniti a quelli che sono in un amore simile,quelli che sono nell'amore celeste a coloro che sono nel cielo, e quelli che sono in unamore materiale a coloro che sono nell'inferno; e dopo che sono passati attraverso ilprimo ed il secondo stato, sono così separati in modo che non si vedono né si conosconoreciprocamente; perché ciascuno diviene il suo proprio amore, sia in relazione al suointeriore, che attiene alla mente, sia in relazione al suo esteriore che attiene al volto, alcorpo e al suo linguaggio; perché ciascuno diventa un'immagine del suo proprio amore,anche esteriormente. Quelli che sono in amori corporali appaiono grossolani, scuri, nerie deformi; mentre quelli che sono in amori celesti, appaiono distesi, luminosi, eincantevoli. Anche nelle loro menti e nei pensieri sono completamente diversi, essendoquelli che sono in amori celesti, intelligenti e savi, mentre quelli che sono in amoricorporei, sono stupidi e sciocchi.
[3] Quando è permesso di vedere l'interiore e l'esteriore del pensiero e dell'affezione dicoloro che sono nell'amore celeste, il loro interiore appare come la luce, e in alcuni,come una luce fiammeggiante, mentre il loro esteriore appare in vari bei colori comearcobaleni. Viceversa l'interiore di quelli che sono nell'amore corporeo appare di uncolore nero, perché è chiuso, e in alcuni che erano interiormente adusi all'inganno,appare come in un oscuro incendio. Ed il loro esteriore appare di un colore sporco esgradevole alla vista. (L'interiore e l'esteriore della mente e dell'attitudine sono visibilinel mondo spirituale secondo l'apprezzamento del Signore).
[4] Quelli che sono nell'amore corporeo non vedono nulla alla luce del cielo; per lorola luce del cielo è buio fitto; mentre la luce di inferno, che è simile alla luce dei carboniardenti, è per loro la luce più chiara. Inoltre, alla luce del cielo la loro visione interiore ècosì oscurata che diventano pazzi; di conseguenza evitano la luce e si nascondono in
prossimo; cioè, il loro bene, che deve essere tenuto in considerazione è il prossimo (nn. 6818–6824, 8123).Anche il bene morale, che è l'onestà, ed anche il bene civile, che è la giustizia, sono il prossimo; agireonestamente e secondo giustizia per amore dell'onestà e della giustizia, è amare il prossimo (nn. 2915,4730, 8120–8123). Quindi la carità verso il prossimo si estende a tutte le cose della vita dell'uomo, e amareil prossimo è fare ciò che è buono e giusto, e agire onestamente nel cuore, in ogni attività ed in ognioccupazione (nn. 2417, 8121, 8124). La dottrina della chiesa antica era la dottrina della carità, e attraversoquesta dottrina le genti antiche erano dotate della sapienza (nn. 2385, 2417, 3419, 3420, 4844, 6628).
grotte e caverne, più o meno profonde secondo con le falsità suscitate dai loro mali.Viceversa quelli che sono nell'amore celeste, quanto più interiormente e profondamenteentrano nella luce del cielo, tanto più vedono tutte le cose in modo più chiaro, e tutte lecose appaiono più belle a loro, e percepiscono le verità attraverso una maggioreintelligenza e sapienza.
[5] Inoltre, è impossibile a coloro che sono nell'amore corporeo vivere nel calore delcielo, perché il calore dei cielo è amore celeste; questi possono vivere nel caloreinfernale, che è rabbia e furia contro quelli che li ostacolano. Le delizie di questo amoresono il disprezzo degli altri, l'infamia, l'odio, e la vendetta; e quando sono in questedelizie sono nella loro vita, e non hanno idea di cosa sia fare del bene agli altri, dal benestesso e per amore del bene stesso; sanno solo cosa sia fare il bene dal male e per amoredel male.
[6] Coloro che sono nell'amore corporeo non sono in grado di respirare nel cielo.Quando un qualsiasi spirito maligno è portato nel cielo, respira affannosamente comeuno che lotta in battaglia, mentre quelli che sono nell'amore celeste hanno unarespirazione più libera e una vita più densa, quanto più interiormente sono nel cielo.Tutto ciò dimostra che il cielo presso l'uomo è amore celeste e spirituale, perché suquesto amore tutte le cose del cielo sono impresse; ed inoltre, l'inferno nell'uomo èamore corporale e mondano, separato dall'amore celeste e spirituale, perché su quegliamori tutte le cose dell'inferno sono impresse. Evidentemente, dunque, colui il cuiamore è celeste e spirituale entra nel cielo, e colui il cui amore è corporale e mondano,separato dall'amore celeste e spirituale entra nell'inferno.
482. (4) A meno che la fede non discenda dall'amore celeste non rimane nell'uomo. Questo miè stato chiaro in abbondanza dall'esperienza, tanto che se dovessi riportare tutto quelloche ho visto e udito al riguardo, occorrerebbe un intero volume. Questo possotestimoniare, che coloro che sono nell'amore corporeo e mondano separato dall'amoreceleste e spirituale, non hanno alcuna fede, e sono incapaci di averne una; e non hannonulla se non la conoscenza o una persuasione che una cosa è vera in quanto utile al loroamore. Alcuni di quelli che sostenevano di avere una fede sono stati condotti pressocoloro che effettivamente avevano la fede, e giunti al loro cospetto, si è avuta la chiarapercezione che non avessero alcuna fede; in seguito è stato detto loro che il crederesemplicemente ciò che è vero ed il credere nella Parola, non è la fede, ma che la fede èamare la verità dall'amore celeste, e volerla e metterla in atto da un'affezione interiore.Inoltre, essi hanno mostrato loro che la persuasione che essi chiamavano fede era comela luce d'inverno, la quale essendo priva di calore, rende ogni cosa sulla terra gelida,intorpidita, e sepolta sotto la neve. Non appena la luce della fede in cui erano persuasi èstata lambita dai raggi della luce del cielo, non solo si è estinta, ma si è trasformata in
densa oscurità, in cui nessuno può vedere neppure se stesso; e allo stesso tempo, il lorointeriore è stato talmente oscurato che non riuscivano a comprendere più nulla, e allafine sono diventati pazzi a causa della falsità. Di conseguenza, presso tali individui,tutte le verità che hanno conosciuto dalla Parola e dalla dottrina della chiesa, e hannoconsiderato verità della loro fede, sono loro sottratte; e sono rimpiazzate con ogni falsitàche concorda con il male della loro vita. Perché essi sono lasciati nei loro amori e nellefalsità che concordano con essi; ed essi odiano, detestano, e perciò rifiutano le verità,perché sono ripugnanti nelle falsità del male in cui si trovano. Da tutta la miaesperienza in ciò che appartiene al cielo e all'inferno posso testimoniare che tutti coloroche attraverso la loro dottrina hanno professato la sola fede, e la cui vita è stata empia,sono nell'inferno. Ho visto molte migliaia di loro gettati giù all'inferno. (Al riguardo siveda il trattato Giudizio universale e distruzione di Babilonia).
483. (5) L'amore tradotto nell'azione cioè, la vita dell'uomo, è ciò che rimane. Questo seguecome una conclusione da ciò che è stato appena mostrato dall'esperienza, e da quanto èstato detto circa le azioni e le opere. L'amore tradotto in atto è un'opera e un'azione.
484. Deve essere noto che tutte le opere e le azioni si riferiscono alla vita morale ecivile, e quindi concernono ciò che è onesto e retto, e ciò che è giusto ed equo; ciò che èonesto e retto riguarda la vita morale, e ciò che è giusto ed equo riguarda la vita civile.L'amore attraverso il quale le opere sono compiute, è celeste o infernale. Le opere e leazioni della vita morale e civile, quando sono realizzate da un amore celeste, sonocelesti; perché ciò che è fatto da un amore celeste è fatto dal Signore, ed ogni cosa fattadal Signore è retta. viceversa le opere e le azioni della vita morale e civile quando sonorealizzate da un amore infernale sono infernali; perché ciò che è fatto da questo amore,che è l'amore di sé e del mondo, è fatto dall'uomo stesso, e tutto ciò che è fattodall'uomo stesso è di per sé male; perché l'uomo considerato in se stesso, cioè riguardociò che è suo proprio, non è altro che male.273
273 Il proprio dell'uomo consiste nell'amare se stesso più di Dio, ed il mondo più del cielo, e nel nonrendere alcun servizio al prossimo, rispetto a se stesso, dunque esso consiste nell'amore di sé e nell'amoredel mondo (nn. 694, 731, 4317). L'uomo nasce in questo proprio, che è male intenso (nn. 210, 215, 731, 874–876, 987, 1047, 2307, 2308, 3518, 3701, 3812, 8480, 8550, 10283, 10284, 10286, 10732). Da ciò che è il propriodell'uomo deriva non solo ogni male ma anche ogni falsità (nn. 1047, 10283, 10284, 10286). I mali cheprovengono dal proprio dell'uomo sono il disprezzo degli altri, l'inimicizia, l'odio, la vendetta, lacrudeltà, l'inganno (nn. 6667, 7370, 7373, 7374, 9348, 10038, 10742). Nella misura in cui il propriodell'uomo domina, il bene dell'amore e la verità della fede sono rigettati, soffocati o pervertiti (nn. 2041,7491, 7492, 7643, 8487, 10455, 10742). Il proprio dell'uomo è l'inferno in lui (nn. 694, 8480). Il bene chel'uomo fa da ciò che è il suo proprio, non è bene, ma in sé è male (n. 8480).
50I piaceri della vita di ciascuno sono mutati dopo la
morte in cose ad essi corrispondenti
485. È stato mostrato nel capitolo precedente che l'affezione dominante rimane inciascuno per l'eternità. Sarà ora spiegato in che modo i piaceri di quell'affezione oamore sono mutati in cose ad essi corrispondenti. Per cose corrispondenti devonointendersi cose spirituali che corrispondono a quelle naturali. Che queste sianocambiate nelle cose spirituali si può vedere da questo, che fino a quando l'uomo è nelsuo corpo terreno egli è nel mondo naturale, ma quando lascia il corpo entra nel mondospirituale ed è rivestito di un corpo spirituale. È già stato dimostrato che gli angeli, e gliuomini dopo la morte, sono in una forma umana compiuta, e che i corpi con cui sonorivestiti sono corpi spirituali (nn. 7377 e 453460), e cosa sia la corrispondenza dellecose spirituali con quelle naturali (nn. 87115).
486. Tutti i piaceri che un uomo prova sono i piaceri del suo amore dominante, perchénon avverte nulla di più piacevole che ciò che egli ama, ed in particolare quello che egliama sopra ogni cosa. Dire l'amore dominante è lo stesso che dire ciò che è amato sopraogni cosa. Questi piaceri sono vari. In generale, sono tanti quanti sono gli amoridominanti; di conseguenza, sono di un numero uguale a quello degli uomini, deglispiriti e degli angeli; perché nessun amore dominante in ciascuno è uguale a quello diun altro. Per questo motivo non vi è mai un volto esattamente uguale ad un altro;perché il volto di ciascuno è l'immagine della sua mente; e nel mondo spirituale èl'immagine del suo amore dominante. In particolare, i piaceri di ciascuno sono diinfinita varietà. È impossibile per chiunque che un piacere sia esattamente lo stesso diun altro, sia in quelli che seguono uno dopo l'altro, sia in quelli che esistono insiemenello stesso tempo; nessuno è mai uguale all'altro. Tuttavia, i piaceri peculiari inciascuno sono in relazione con il suo unico amore, che è il suo amore dominante, perchéi primi lo compongono e quindi fanno uno con esso. Allo stesso modo tutti i piaceri ingenerale sono in relazione con l'amore universalmente dominante, che nel cielo èl'amore per il Signore, e nell'inferno è l'amore di sé.
487. Solo attraverso la conoscenza delle corrispondenze si può comprendere in qualidelizie spirituali sono cambiati i piaceri naturali di ciascuno dopo la morte, e che generedi delizie sono. In generale, questa conoscenza insegna che nulla può esistere nelmondo naturale senza qualcosa di spirituale corrispondente ad essa. Pertanto, chiunque
abbia questa conoscenza può accertare e sapere quale sarà il suo stato dopo la morte,quando sia a lui noto il suo amore, e la sua relazione con gli amori universalmentedominanti di cui si è parlato sopra, con cui tutti gli amori hanno una relazione. Ma èimpossibile per coloro che sono nell'amore di sé sapere quale sia il loro amoredominante, perché amano ciò che è loro proprio, e chiamano i loro mali, beni; e le falsitàcui sono inclini e per mezzo delle quali essi confermano i loro mali, le chiamano verità.Eppure se lo volessero, lo potrebbero conoscere da coloro che sono savi, e che vedonociò che essi stessi non vedono. Questo, tuttavia, è impossibile a quelli che sono cosìattratti dall'amore di sé da disprezzare ogni insegnamento dei savi.
[2] D'altra parte, coloro che sono nell'amore celeste accettano l'istruzione, e nonappena sono immessi nei mali in cui sono nati, li vedono attraverso la verità, perché laverità mette a nudo i mali. Dalla verità, che è dal bene chiunque può vedere il male e lasua falsità; viceversa dal male nessuno può vedere ciò che è bene e vero; perché lefalsità del male sono tenebre e corrispondono alle tenebre, di conseguenza quelli chesono nelle falsità dal male; sono come ciechi, in quanto non vedono le cose che sononella luce, ma le evitano come uccelli notturni.274 Ma siccome le verità dal bene sonoluce, e corrispondono alla luce (si veda sopra, nn. 126134), coloro che sono nelle veritàdal bene hanno la vista e gli occhi aperti, e distinguono le cose che appartengono allaluce e alle tenebre.
[3] Anche questo è mi stato dimostrato dall'esperienza. Gli angeli nel cielo vedono epercepiscono i mali e le falsità che a volte nascono in se stessi, nonché i mali e le falsitàdegli spiriti, nel mondo degli spiriti, che sono associati agli inferni, anche se gli stessispiriti non sono in grado di vedere i loro mali e le loro falsità. Tali spiriti non hanno lacognizione del bene dell'amore celeste, della coscienza, dell'onestà e della giustizia, senon in relazione all'amore di sé; né sanno cosa significhi lasciarsi guidare dal Signore.Essi affermano che queste cose non esistono, e quindi che sono di nessun conto. Tuttoquesto è stato detto affinché l'uomo possa esaminare se stesso e possa riconoscere il suoamore con i suoi piaceri; e quindi nella misura in cui l'uomo fa questo attraverso laconoscenza delle corrispondenze egli può conoscere lo stato della sua vita dopo lamorte.
488. In che modo i piaceri della vita di ciascuno vengono cambiati dopo la morte incose ad essi corrispondenti può essere conosciuto attraverso la conoscenza dellecorrispondenze; e poiché tale conoscenza è ancora ignota cercherò di far luce sul
274 Secondo la corrispondenza oscurità nella Parola significa falsità, e fitta oscurità, la falsità del male (nn.1839, 1860, 7688, 7711). Per l'empio la luce del cielo è fitta oscurità (nn. 1861, 6832, 8197). Quelli che sononegli inferni si dice siano nell'oscurità perché essi sono nelle falsità del male; in merito a questi (nn. 3340,4418, 4531). Nella Parola cieco indica colui che è nella falsità e che non vuole essere istruito (nn. 2383,6990).
soggetto per mezzo di alcuni esempi tratti dall'esperienza. Tutti coloro che sono nelmale e che si sono consolidati nelle falsità contrapposte alle verità della chiesa,specialmente quelli che hanno respinto la Parola, fuggono dalla luce del cielo e sirifugiano in grotte che appaiono alla loro apertura densamente scure, o in fendituredelle rocce, e vi si nascondono; e questo perché essi hanno amato le falsità e odiato leverità; perché tali grotte e fenditure delle rocce,275 così come l'oscurità, corrispondonoalle falsità, come la luce corrisponde alle verità. A loro risulta piacevole abitare in taliluoghi, mentre trovano del tutto inappropriato e spiacevole abitare all'aperto.
[2] Quelli che hanno trovato il proprio piacere nelle insidie, in complotti segreti e ininfami macchinazioni, hanno la stessa sorte. Dimorano anche questi in caverne,talmente buie che sono incapaci di vedere altri individui; e comunicano tra lorosussurrandosi reciprocamente nelle orecchie. In questo è cambiato il piacere del loroamore. Quelli che si sono dedicati alle scienze al solo scopo di acquisire la reputazionedi eruditi, e non hanno coltivato le loro facoltà razionali attraverso l'apprendimento, masi sono dilettati nelle cose della memoria a causa di un orgoglio in queste cose, amanodimorare in luoghi sabbiosi, che prediligono rispetto ai campi ed ai giardini, perché iluoghi sabbiosi corrispondono ai loro studi.
[3] Coloro che sono abili nelle dottrine della propria e delle altre chiese, ma non hannoreso la propria vita conforme a tali insegnamenti, scelgono di abitare in luoghi rocciosi,e dimorano in mezzo a cumuli di pietre, evitando i campi coltivati, che detestano. Quelliche hanno attribuito ogni cosa alla natura, così come quelli che hanno attribuito ognicosa alla loro prudenza, e attraverso varie arti si sono elevati negli onori e hannoacquisito ricchezze, nell'altra vita si dedicano allo studio delle arti magiche, che sono ilsovvertimento dell'ordine Divino, e trovano in queste il piacere principale della vita.
[4] Coloro che hanno pervertito le verità Divine, secondo il loro proprio amore, e diconseguenza le hanno falsificate, amano tutto ciò che è intriso di urina perché questocorrisponde al piacere di tale amore.276 Quelli che sono stati sordidamente avari abitanoin celle e amano il sudiciume bestiale ed il fetore che esala dal cibo non digerito nellostomaco.
[5] Quelli che hanno speso la loro vita unicamente nei piaceri, indulgendoparticolarmente nei piaceri del palato e dello stomaco, e amando queste cose come ilsommo bene che la vita potesse offrire loro, amano nell'altra vita escrementi e latrine, incui trovano il loro piacere, per la ragione che tali piaceri corrispondono alla sporcizia
275 Nella Parola caverna o fenditura di una roccia significa oscurità e falsità della fede (n. 10582). Perchéroccia significa fede dal Signore (nn. 8581, 10580); e pietra, verità della fede (nn. 114, 643, 1298, 3720,6426,8609, 10376). 276 Le profanazioni della verità corrispondono all'urina (n. 5390).
spirituale. Essi evitano i luoghi puliti e liberi dalla sporcizia, in quanto li trovanoinospitali.
[6] Quelli che hanno trovato piacere nell'adulterio passano il loro tempo nei bordelli,in cui tutte le cose sono vili e sporche: queste essi amano, e rifuggono le case rispettabili,cadendo in deliquio non appena varcano la soglia di queste. Niente è più piacevole perloro che distruggere i matrimoni. Quelli che hanno amato la vendetta, e hanno quindicontratto una natura selvaggia e crudele, amano le sostanze cadaveriche, e sono ininferni di tale natura; e così via.
489. Ma le delizie della vita di coloro che hanno vissuto nel mondo nell'amore celestesono cambiate in cose corrispondenti a quelle esistenti nei cieli, che scaturiscono dal soledel cielo e dalla sua luce, come ciò che ha qualcosa di interiormente Divino nascosto insé. Le cose che compaiono in quella luce influenzano l'interiore delle menti degli angeli,e allo stesso tempo l'esteriore, inerente i loro corpi; e non appena la luce Divina, che è laverità Divina procedente dal Signore, fluisce nelle loro menti aperte dall'amore celeste,essa manifesta esteriormente tali cose corrispondenti alle delizie del loro amore. È giàstato mostrato, nel capitolo sulle cose rappresentative e sulle apparenze nel cielo (nn.170176), e nel capitolo sulla sapienza degli angeli (nn. 265275), che le cose cheappaiono alla vista nei cieli corrispondono all'interiore degli angeli, o alle cose inerentila loro fede ed il loro amore, e quindi la loro intelligenza e la loro sapienza.
[2] Avendo già introdotto questo tema attraverso esempi tratti dall'esperienza, al fine direndere più chiaro ciò che è stato detto in precedenza esporrò brevemente alcuniparticolari in ordine alle incantevoli cose del cielo, in cui sono cambiate le delizienaturali di quelli che nel mondo hanno vissuto nell'amore celeste. Quelli che hannoamato le verità Divine e la Parola per un'affezione interiore, o per amore della veritàstessa, abitano nell'altra vita nella luce, in posti elevati che appaiono come le montagne,dove sono continuamente nella luce del cielo. Non sanno che cosa è il buio, come quellodella notte nel mondo; vivono anche in una temperatura primaverile; appaiono alla lorovista campi colmi di grano e vigneti; nelle loro case tutto si illumina come se si trattassedi pietre preziose; e guardando attraverso le finestre sembra di guardare attraverso ilcristallo puro. Queste sono le delizie della loro visione; e queste stesse cose sonointeriormente piacevoli in ragione della loro corrispondenza con le cose Divine delcielo; perché la verità dalla Parola che essi hanno amato corrisponde ai campi di grano,ai vigneti, alle pietre preziose, alle finestre ed ai cristalli.277
277 Nella Parola un campo di grano significa uno stato di ricezione e di crescita della verità dal bene (n.9294). Campo di mais significa la verità nel concetto (n. 9146). Vigneto significa la chiesa spirituale e leverità di quella chiesa (nn. 1069, 9139). Pietre preziose significano le verità del cielo e della chiesa cheaffiorano dal bene (nn. 114, 9863, 9865, 9868, 9873, 9905). Una finestra significa la facoltà intellettuale cheattiene alla vista interiore (nn. 655, 658, 3391).
[3] Coloro che hanno reso la loro vita conforme agli insegnamenti della chiesa, trattidalla Parola, abitano nel cielo più intimo, e sovrastano tutti gli altri nelle loro deliziedella sapienza. In ogni oggetto essi vedono ciò che è Divino; essi infatti vedono glioggetti con i loro occhi; ma le cose Divine corrispondenti fluiscono immediatamentenelle loro menti, riempiendole con una beatitudine che influenza tutte le lorosensazioni. Così davanti ai loro occhi tutte le cose sembrano ridere, giocare e vivere (siveda sopra, n. 270).
[4] Quelli che hanno amato le conoscenze e hanno così coltivato la loro facoltàrazionale ed hanno acquisito intelligenza, ed allo stesso tempo hanno riconosciuto ilDivino, nell'altra vita trovano il loro diletto nelle conoscenze, e la loro gioia razionale ècambiata in gioia spirituale, che è il piacere di conoscere il bene e la verità. Essi abitanoin giardini dove letti di fiori e tappeti di erba appaiono disposti in un ordine mirabile,con file di alberi intorno, e pergolati e passeggiate, ed alberi e fiori cambiano di giornoin giorno. L'intera visione conferisce piacere alle loro menti in modo generale, ed imutamenti rinnovano continuamente la gioia; poiché ogni cosa lì corrisponde aqualcosa di Divino, ed essi sono addentro alla conoscenza delle corrispondenze, sonocostantemente colmati di nuove conoscenze, e per mezzo di ciò la loro facoltà spiritualerazionale è perfezionata. Le loro delizie sono tali perché giardini, aiuole, trame d'erba ealberi corrispondono alle scienze, ai saperi, ed alla conseguente intelligenza.278
[5] Quelli che hanno attribuito tutto al Divino, considerando la natura comerelativamente morta e semplicemente asservita alle cose spirituali, e si sono confermatiin questa visione, sono nella luce celeste; e tutte le cose che appaiono ai loro occhi sonofatte da quella luce trasparente, e nella loro trasparenza mostrano innumerevolivariazioni della luce, che la loro vista interiore percepisce direttamente, e da ciò essipercepiscono le delizie interiori. Le cose nelle loro abitazioni appaiono come se fosserofatte di diamanti, con simili variazioni di luce. Le pareti delle loro case, come già detto,sono come il cristallo, quindi sono anche trasparenti; e in esse sembrano scorrere formerappresentative delle cose celesti, visibili in una varietà incessante, e questo perché taletrasparenza corrisponde all'intelletto quando questo è stato illuminato dal Signore equando le ombre che nascono da una fede e da un amore per le cose naturali, sono staterimosse. Riguardo a queste cose ed infinite altre, si dice di coloro che sono nel cielo, cheessi hanno visto ciò che nessun occhio ha mai visto; e attraverso una percezione dellecose Divine condivise con quelli che sono lì, che hanno udito ciò che nessun orecchio hamai udito.
278 Un giardino, un frutteto ed un parco significano l'intelligenza (n. 100, 108, 3220). È per questo che legenti antiche celebravano i riti sacri nei frutteti (n. 2722, 4552). I fiori e i prati fioriti significano le veritàapprese e conosciute, e le conoscenze (nn. 9553). Le erbe, le piante e i prati erbosi significano le veritàapprese (n. 7571). Gli alberi significano le percezioni e le conoscenze (nn. 103, 2163, 2682, 2722, 2972, 7692).
[6] Quelli che non hanno agito in maniera occulta, ma si sono mostrati disposti arendere noto il loro pensiero, nel rispetto delle leggi civili, in quanto i loro pensieri sonostati conformi con ciò che è onesto e retto dal Divino, nel cielo hanno volti pieni di luce;e in quella luce ogni minima affezione e pensiero è visibile, nella sua forma, e nelle loroparole e nelle loro azioni essi sono come immagini delle loro affezioni. Questi, quindi,sono più amati di altri. Mentre parlano il volto un po' si oscura; ma non appena hannoparlato, le cose che affermano si manifestano chiaramente nel volto. E siccome tutti glioggetti che esistono intorno a loro corrispondono al loro interiore, questi assumono unatale aspetto che gli altri possono percepire chiaramente cosa esso rappresenti esignifichi. Gli spiriti che hanno trovato piacere in atti occulti, quando vedono i primi inlontananza, fuggono da loro e sembrano strisciare lontano come serpenti.
[7] Quelli che hanno considerato l'adulterio come abominevole, ed hanno vissutonell'amore casto del matrimonio, sono più di tutti gli altri secondo l'ordine e la formadel cielo, e quindi in ogni bellezza, e perennemente nel fiore della giovinezza. Le deliziedel loro amore sono ineffabili, e aumentano per l'eternità; perché ogni delizia e gioia delcielo fluisce in quell'amore, perché quell'amore discende dall'unione del Signore con ilcielo e con la chiesa, e in generale dall'unione del bene e della verità, la quale è il cielostesso, in generale, e presso ogni angelo in particolare (v. sopra, nn. 366386). Qualisiano le loro delizie esteriori, è impossibile descriverlo con parole umane. Queste sonosolo alcune delle cose che mi sono state raccontate circa le corrispondenze dei piaceri diquelli che sono nell'amore celeste.
490. Tutto questo rende evidente che i piaceri di ciascuno sono cambiati dopo la mortenelle loro corrispondenze, mentre l'amore stesso continua per l'eternità. Questo è veroper l'amore coniugale, per l'amore della giustizia, per l'onestà, per la bontà e la verità,per l'amore delle scienze e delle conoscenze, per l'amore dell'intelligenza e dellasapienza, e per i restanti. Da questi amori le delizie scorrono come fiumi dalle lorosorgenti; e continuano; dopo la morte, in quanto le delizie spirituali sono elevate in ungrado più eccelso di quelle naturali.
51Il primo stato dell'uomo dopo la morte
0 491. Ci sono tre stati che l'uomo attraversa dopo la morte prima di entrare nel cielo onell'inferno. Il primo stato è quello esteriore, il secondo stato è quello interiore, ed ilterzo è lo stato della sua preparazione. L'uomo passa attraverso questi stati nel mondodegli spiriti. Ci sono alcuni, tuttavia, che non passano attraverso questi, ma subito dopola morte sono assunti nel cielo o gettati nell'inferno. Quelli che sono immediatamenteassunti nel cielo sono quelli che sono stati rigenerati nel mondo e, quindi, sono prontiper il cielo. Quelli che sono stati così rigenerati e preparati necessitano semplicementedi dismettere le impurità naturali del corpo prima di essere condotti dagli angeli nelcielo. Li ho visti così prelevati poco dopo l'ora della morte. Viceversa, quelli che sonostati interiormente malvagi pur manifestando un'apparenza esteriore di bontà, e hannocolmato la misura della loro malvagità con artifici, utilizzando la bontà come mezzo peringannare, questi sono immediatamente precipitati nell'inferno. Ho visto alcuni di essisprofondare immediatamente nell'inferno subito dopo la morte, uno tra i piùingannevoli con la testa in giù e i piedi verso l'alto, ed altri in altri modi. Ci sono alcuniche, subito dopo la morte sono gettati in caverne e sono quindi separati da quelli chesono nel mondo degli spiriti, e vengono periodicamente portati fuori e poi riportatinelle caverne. Questa è la sorte di coloro che hanno ingannato il prossimo servendosi dipretesti tratti dalle leggi civili. Ma tutti questi sono poco numerosi rispetto a quelli chesono tenuti nel mondo degli spiriti, e si preparano secondo l'ordine Divino per il cielo oper l'inferno.
492. Riguardo al primo stato, che è lo stato esteriore, cioè quello in cui l'uomo entrasubito dopo la morte. Ogni uomo, rispetto al suo spirito, è dotato di esteriore e diinteriore. L'esteriore dello spirito è il mezzo con cui esso adatta il corpo dell'uomo nelmondo, soprattutto il volto, la parola, ed i movimenti, nelle relazioni con gli altri,mentre l'interiore dello spirito è ciò che appartiene alla sua volontà ed al conseguentepensiero, e questi raramente si manifestano nel volto, nella parola, e nei movimenti.Perché l'uomo è abituato fin dall'infanzia a simulare una parvenza di amicizia, dibenevolenza, e di sincerità, allo scopo di nascondere i pensieri della sua spontaneavolontà, in modo da vivere in apparenza una vita morale e civile, cioè esteriormente,qualunque sia l'uomo interiormente. Per effetto di questa abitudine l'uomo sa amalapena cosa sia il suo interiore, e tiene ciò nella minima considerazione.
493. Il primo stato dell'uomo dopo la morte assomiglia al suo stato nel mondo, perchéallora egli è nell'esteriore, con un volto, un linguaggio ed una disposizione simili e conuna simile vita morale e civile; e di conseguenza egli si rende conto che non è più nelmondo, semplicemente riflettendo su quelli che incontra, e sul fatto che gli è stato dettodagli angeli, quando è stato rianimato, che è diventato uno spirito (n. 450). Dunque unavita continua nell'altra, e la morte è solo una transizione.
494. Lo stato dello spirito dell'uomo che segue immediatamente la sua vita nel mondoè tale che egli è poi riconosciuto dai suoi amici e da coloro che aveva conosciuto nelmondo; perché questo è qualcosa che gli spiriti percepiscono non solo dal volto e dallaparola, ma anche dalla sfera della sua vita quando si avvicinano. Ogni volta chenell'altra vita si pensa ad un altro egli porta il suo volto davanti a questi nel pensiero, eal tempo stesso molte cose della sua vita; e quando ciò ha luogo, l'altro diviene presente,come se fosse stato inviato o chiamato. Così avviene nel mondo spirituale, perché ipensieri sono condivisi, e non c'è lo spazio ad esempio come nel mondo naturale (siveda sopra, nn. 191199). Così tutti, non appena entrano nell'altra vita, sono riconosciutidai loro amici, dai loro parenti, e da quelli con cui hanno avuto una qualchefrequentazione nel mondo; e parlano tra loro, e poi si associano secondo le loro amicizienel mondo. Spesso ho udito dire che quelli che sono giunti dal mondo erano felici nelvedere i loro amici ancora una volta, e che i loro amici a loro volta si rallegravano di ciò.Normalmente, marito e moglie si incontrano e gioiscono l'un l'altro, e restano insiemeper un tempo più o meno lungo e commisurato alla gioia reciproca che provavano nelvivere insieme nel mondo. Ma se nel mondo non erano uniti da un autentico amoreconiugale, cioè dall'unione delle menti per mezzo dell'amore celeste, dopo un po' siseparano. Oppure, se la loro menti erano discordanti e interiormente contrapposte,affiora tra loro un sentimento di aperta ostilità, e talvolta si affrontano incombattimento; ciò nondimeno essi non sono separati fino a quando non entrano nelsecondo stato, di cui si tratterà nel seguente capitolo.
495. Poiché la vita degli spiriti pervenuti di recente dal mondo non è dissimile dallaloro vita nel mondo naturale, e poiché essi ignorano quale sia il loro stato della vitadopo la morte, né sanno alcunché del cielo e dell'inferno, tranne ciò che hanno appresoattraverso il significato letterale della Parola e dalla predicazione di questa, sono in unprimo momento sorpresi di trovarsi in un corpo dotato della stessa percezione comeprima, nel mondo, e vedono cose simili; e sono ansiosi di sapere cosa è il cielo, l'inferno,e dove sono. Perciò i loro amici li ragguagliano sullo stato della vita eterna, e liconducono in vari luoghi e in varie società, e talvolta in città, e in giardini e parchi,soprattutto mostrando loro cose così magnifiche che dilettano la visione esteriore in cuisi trovano. Sono poi introdotti nelle nozioni inerenti lo stato della loro anima dopo lamorte, il cielo e l'inferno, in cui essi erano nella vita del corpo, finché sono contrariati a
causa della loro totale ignoranza di queste cose, e anche dell'ignoranza della chiesa.Quasi tutti sono ansiosi di sapere se giungeranno al cielo. La maggior parte di lororitiene di essersi guadagnata il cielo, avendo condotto nel mondo una vita morale ecivile, considerando la rettitudine della vita unicamente sotto il profilo esteriore,consistente cioè nel far del bene agli altri, nel frequentare il culto pubblico, nell'ascoltarele prediche e nel pregare; ignorando dunque che le azioni e le opere esteriori nonservono a nulla, ma solo quelle interiori da cui procedono quelle esteriori. A malapenauno su migliaia di persone conosce cosa sia l'interiore, e che è in esso che l'uomo devetrovare il cielo e la chiesa. Ancor meno è noto che le azioni esteriori sono conformi alleintenzioni ed ai pensieri, e all'amore ed alla fede in questi da cui scaturiscono. E anchequando viene insegnato, è difficoltoso comprendere che il pensiero e la volontà nonservono a nulla se non sono seguiti dalle parole e dalle azioni. Di questa indole sono perla maggior parte quelli che attualmente giungono dal mondo cristiano nell'altra vita.
496. Essi, tuttavia, sono esaminati da spiriti retti per scoprire la loro natura, e questo invari modi; dal momento che, in questo primo stato il malvagio allo stesso modo delretto ha la verità sulle labbra e opera il bene, e come il retto, ha vissuto moralmentesotto l'aspetto esteriore, in quanto soggetto ai governi ed alle leggi, e ha così acquisito lareputazione di giusto e onesto, e ha acquisito favore e, quindi, è stato elevato neglionori, e si è così arricchito. Tuttavia, gli spiriti maligni si distinguono dagli spiriti rettiprincipalmente in questo, che il male ha a cuore le cose esteriori, e non tiene in alcunconto le cose interiori, che sono le verità ed i beni della chiesa e del cielo. Se pure essiodono di questi ultimi, non vi ripongono alcun interesse né gioia. Le due categorie sidistinguono anche per il fatto che si rivolgono costantemente in specifiche direzioni, eseguono, se lasciati a se stessi, i sentieri che conducono in quelle direzioni. Dalladirezione in cui si volgono e dalle vie che intraprendono è noto l'amore che li guida.
497. Tutti gli spiriti che giungono dal mondo sono collegati con una società nel cielo onell'inferno, ma solo in relazione all'interiore; e fintanto che sono nel loro esteriore,l'interiore non si manifesta a nessuno, perché l'esteriore copre e nasconde l'interiore,specialmente nel caso di coloro che sono nel male interiormente. Ma poi, quandoentrano nel secondo stato, i loro mali si manifestano, perché il loro interiore è quindiaperto e l'esteriore resta quiescente.
498. Questo primo stato dell'uomo dopo la morte continua per qualche giorno inalcuni, per qualche mese in altri, e per qualche anno in altri; ma raramente al di là di unanno; tale lasso di tempo è più o meno lungo secondo il disaccordo o l'accordo tral'interiore e l'esteriore in ciascuno. Perché in ognuno esteriore ed interiore devono fareuno e corrispondere. Nel mondo spirituale a nessuno è permesso di pensare e in unmodo e parlare ed agire in un altro. Ognuno deve essere l'immagine dell'affezione sua
propria o dell'amore suo proprio, e quindi come egli è interiormente tale deve risultareesteriormente; e per questo motivo, l'esteriore di uno spirito è dischiuso e ridottoall'ordine in modo che possa essere asservito all'interiore come al suo corrispondentebasamento.
52Il secondo stato dell'uomo dopo la morte
499. Il secondo stato dell'uomo dopo la morte è denominato lo stato del suo interiore,perché egli è poi introdotto nell'interiore della sua mente, cioè, della sua volontà e delsuo pensiero, mentre il suo esteriore, in cui era durante il suo primo stato, restaquiescente. Chiunque rifletta sulla vita dell'uomo, sulla sua parola e sulla sua azione,può comprendere che tutti hanno un esteriore ed un interiore, cioè, pensieri e intenzioniesteriori ed interiori. Ciò è dimostrato dal fatto che nella vita civile si pensa agli altrisecondo quello che si è udito e appreso di loro attraverso informazioni e conversazioni,ma non si parla di loro, secondo il proprio pensiero, e se sono malvagi, ciò nondimeno,sono trattati con civiltà. Che sia così è evidente soprattutto nel caso di simulatori eadulatori, i quali parlano e agiscono in un modo e pensano in modo del tutto diverso; eanche nel caso degli ipocriti, che parlano di Dio, del cielo, della salvezza delle anime,delle verità della Chiesa e del bene del loro paese e del prossimo come se siesprimessero attraverso la fede e l'amore, seppure nel cuore credono diversamente eamano unicamente se stessi.
[2] Tutto ciò rende chiaro che ci sono due tipi di pensiero, uno esteriore ed un altrointeriore; e che ci sono quelli che parlano dal pensiero esteriore, mentre nel loropensiero interiore celano altri sentimenti, e questi due tipi di pensiero sono tenutiseparati, in quanto l'interiore è accuratamente occultato affinché non si manifesti inalcun modo esteriormente. Dalla creazione l'uomo è stato fatto così da avere il suopensiero interiore ed esteriore tali che possano essere uno per mezzo dellacorrispondenza; e questi fanno uno in quelli che sono nel bene, perché essi pensano eparlano rettamente. Ma in quelli che sono nel male il pensiero interiore ed esterioresono divergenti, perché essi pensano ciò che è male e parlano rettamente. Presso questic'è un'inversione dell'ordine, perché il bene in loro è esterno, ed il male dentro di loro;di conseguenza il male ha il dominio sul bene, che è asservito in essi, in modo che possaessere utile a raggiungere i loro fini, che sono della stessa natura del loro amore. Con untale fine contenuto nel bene che essi perseguono e mettono in atto, il loro beneevidentemente non è autentico bene, ma è infettato dal male, per quanto possa apparirebene esteriormente a quelli che non conoscono il loro interiore.
[3] Non è così presso quelli che sono nel bene. Presso di loro l'ordine non è invertito; ilbene dal pensiero interiore fluisce nel pensiero esteriore, e quindi nella parola enell'azione. In questo ordine l'uomo è stato creato; e nel cielo, e alla luce del cielo, il suo
interiore è in questo ordine. E siccome la luce del cielo è la verità Divina che procede dalSignore, e di conseguenza, è il Signore nel cielo (nn. 126140), essi dunque sono guidatidal Signore. Tutto questo è stato detto affinché sia noto che ogni uomo ha un pensierointeriore ed un pensiero esteriore, e che questi sono distinti l'uno dall'altro. La nozionedi pensiero comprende anche la volontà, perché il pensiero ha origine dalla volontà, edil pensiero separato dalla volontà equivale a nulla. Tutto ciò rende chiaro che cosa siintenda per stato dell'esteriore dell'uomo e per stato dell'interiore.
500. Quando si parla della volontà e del pensiero, la volontà comprende l'affezione el'amore, e tutta la gioia ed il piacere che scaturisce dall'affezione e dall'amore, dato chequeste si riferiscono alla volontà in quanto loro soggetto; perché ciò che un uomo vuole,egli ama e prova al riguardo diletto e piacere; e d'altra parte, ciò che un uomo ama esente essere delizioso e piacevole, è quello che egli vuole. Dunque per pensiero siintende tutto ciò con cui si conferma l'affezione o l'amore, perché il pensiero èsemplicemente la forma della volontà, o quello per cui l'oggetto della volontà apparenella luce. Questa forma si manifesta attraverso varie analisi razionali, che hanno la loroorigine nel mondo spirituale e appartengono propriamente allo spirito dell'uomo.
501. Deve essere compreso che l'uomo è interamente uguale e al suo interiore, edifferisce dal suo esteriore, quando questo è separato dall'interiore. Questo perchél'interiore appartiene al suo spirito, e la vita del suo spirito è la vita dell'uomo, perchéda essa il suo corpo trae la sua esistenza; per questo, in conformità del suo interiorel'uomo seguita a vivere per l'eternità. Ma, siccome l'esteriore appartiene al corpo èdismesso dopo la morte, ed in coloro nei quali l'esteriore è coerente con il loro spirito,l'esteriore resta quiescente, e serve da mero basamento dell'interiore, come è statomostrato in precedenza, ove si è trattato della memoria dell'uomo che sopravvive allamorte. Questo rende evidente ciò che è proprio dell'uomo e ciò che non lo è, e cioè, chepresso l'uomo empio nulla di ciò che appartiene al suo pensiero esteriore, attraverso cuisi esprime, o alla volontà esteriore, attraverso cui agisce, è proprio, ma solo ciò cheappartiene al suo pensiero ed alla sua volontà interiori.
502. Quando il primo stato, che è lo stato esteriore, di cui si è trattato nel capitoloprecedente, è stato attraversato, l'uomospirito è lasciato nello suo stato interiore, o nellostato della sua volontà e del suo pensiero interiori, in cui era stato nel mondo quando siè abbandonato liberamente al pensiero scevro da costrizioni. In questo stato egli scivolainconsapevolmente, proprio come quando il pensiero nel mondo è prossimo al suodiscorso, cioè, quando egli parla attraverso il suo pensiero interiore e dimora in questostesso. Dunque in questo stato del suo interiore l'uomospirito è in se stesso e nella suastessa vita; perché pensare liberamente dalla propria affezione interiore è la vita stessadell'uomo, ed è egli stesso.
503. In questo stato lo spirito pensa dalla sua autentica volontà, quindi dalla suaautentica affezione, o dal suo autentico amore; ed il pensiero e la volontà, allora fannouno, in un modo tale che sembra a malapena di pensare, ma soltanto di volere. Èpressappoco la stessa cosa quando si parla, ma con la differenza che si parla con unasorta di timore che i pensieri della volontà possano fluire nudi, dato che la vita direlazione dell'uomo in questo mondo, finisce per essere parte integrante della suavolontà.
504. Tutti gli uomini senza eccezioni, sono lasciati in questo stato dopo la morte,perché è lo stato del proprio spirito. Il primo stato è tale come era l'uomo in relazione alsuo spirito, quando era nel mondo; e questo non è lo stato suo proprio. Che questostato, cioè, lo stato del suo esteriore in cui l'uomo viene introdotto dopo la morte (comeillustrato nel capitolo precedente) non sia lo stato suo proprio, molte cose lodimostrano, per esempio, che gli spiriti non solo pensano, ma si esprimono ancheattraverso la loro affezione, dal momento che il loro discorso deriva dalla loro affezione(come è stato mostrato nel capitolo inerente il linguaggio degli angeli, nn. 234245). È inquesto modo che l'uomo era dotato di pensiero nel mondo, quando pensava tra sé,perché in quel frangente il suo pensiero non derivava dalle cose corporee, ma da ciò chepercepiva, e in un solo minuto di tempo visualizzava più di quanto potessepronunciare in mezz'ora. Inoltre, che lo stato esteriore non sia lo stato propriodell'uomo o lo stato del suo spirito è evidente dal fatto che quando è in società, nelmondo, egli parla secondo le leggi morali e civili, e in tali circostanze il pensierointeriore governa il pensiero esteriore, come una persona che ne amministri un'altradissuadendola dal trasgredire i limiti del decoro e delle buone maniere. È evidenteanche dal fatto che quando un uomo pensa tra sé, pensa in che modo deve parlare eagire per compiacere e agevolare l'amicizia, la buona volontà, e il favore, e questo inmodo inconsueto, cioè, in un modo contrario a ciò che farebbe qualora agisse secondo lasua volontà. Tutto questo dimostra che lo stato dell'interiore in cui lo spirito è introdottoè il suo proprio stato, ed ugualmente era il suo proprio stato quando viveva nel mondocome uomo. Viceversa colui che nel mondo era nel male, poi agisce ottusamente efollemente, e ancor più follemente che nel mondo, perché ciò che gli è proprio non è piùsottoposto ad alcuna costrizione. Perché mentre viveva nel mondo, in apparenza erasano di mente, poiché attraverso l'esteriore egli rendeva se stesso tale da sembrare unuomo razionale; ma quando egli è spogliato del suo esteriore la sua insanità simanifesta. Un uomo malvagio che esteriormente assume le sembianze di un uomo rettopuò essere paragonato ad una nave brillante e lucida all'esterno e chiusa da uncoperchio all'interno, sotto il quale si nasconde sporcizia di ogni genere, secondo ciò chedice il Signore:
Voi siete simili a sepolcri imbiancati, che esteriormente appaiono belli, ma dentro sono pieni
di ossa di morti e di tutte le impurità (Matteo 23:27)
506. Tutto quelli che hanno vissuto rettamente nel mondo e hanno agito con coscienza,vale a dire coloro che hanno riconosciuto il Divino e hanno amato le verità Divine,soprattutto, quelli che hanno fatto proprie quelle verità nella vita, appaiono a loro stessi,quando sono immessi nello stato del loro interiore, come uno destato dal sonno che è inpiena veglia, o come uno che passa dalle tenebre alla luce. Essi poi pensano attraverso laluce del cielo, quindi da una sapienza interiore, e agiscono attraverso il bene, quindi daun'affezione interiore. Il cielo fluisce nei loro pensieri e nelle loro affezioni con unabeatitudine ed una gioia interiore che avevano precedentemente in sé, e di cui nonavevano alcuna cognizione; perché essi sono in comunicazione con gli angeli del cielo.Essi dunque riconoscono il Signore e lo adorano con la loro stessa vita, perché essendonello stato del loro interiore sono nella vita loro propria (come è stato detto appenasopra, n. 505); e poiché la libertà appartiene all'affezione interiore, essi quindiriconoscono e adorano il Signore nella libertà. Così, pure, essi si allontanano dallasantità esteriore e raggiungono quella santità interiore in cui consiste il culto autenticostesso. Tale è lo stato di quelli che hanno vissuto una vita cristiana secondo icomandamenti della Parola.
[2] Ma lo stato di quelli che hanno vissuto una vita empia nel mondo e che non hannoavuto coscienza, e hanno di conseguenza negato il Divino, è l'opposto dei primi. Perchétutti coloro che vivono una vita empia, dentro di sé negano il Divino, per quanto sipossa supporre, attraverso il pensiero esteriore che essi riconoscano il Signore e non loneghino; perché riconoscere il Divino e vivere una vita empia sono terminicontrapposti. Quando questi nell'altra vita entrano nello stato del loro interiore, e li siode parlare e li si vede agire, essi appaiono folli; perché dalle loro passioni malvagie essibruciano in ogni sorta di abominazione, nel disprezzo degli altri, nel dileggio, nellabestemmia, nell'odio e nella vendetta; essi ordiscono intrighi, alcuni con un'astuzia eduna malizia che difficilmente può essere ritenuta possibile in un uomo. Perché sono inuno stato di libertà tale che agiscono in conformità del loro pensiero e della lorovolontà, in quanto sono sottratti alle circostanze esteriori che li dissuadono nel mondo.In una parola essi sono privati della loro razionalità, perché la loro ragione, mentreerano nel mondo non albergava nel loro interiore, ma nel loro esteriore; ciò nondimeno,pare ad essi di essere più savi di altri.
[3] Essendo questo il loro carattere, mentre sono introdotti nel secondo stato, per breviintervalli di tempo sono immessi nello stato del loro esteriore, e nel ricordo delle loroazioni, quando erano nello stato del loro interiore; e alcuni di loro poi si vergognano, eammettono di essere stati folli; altri non provano alcuna vergogna; e altri sonoarrabbiati perché non gli è permesso di restare in modo permanente nello stato del loro
esteriore. Ciò viene mostrato loro affinché sappiano cosa sarebbe di loro se dovesseropermanere in questo stato, cioè, tentando di realizzare segretamente gli stessi finimalvagi, e attraverso un'apparenza di bontà, onestà e giustizia, ingannare i semplici nelcuore e nella fede, causando la loro completa distruzione; perché il loro esteriore allalunga brucerebbe con lo stesso fuoco del loro interiore, e tutta la loro vita sarebbeconsumata.
507. Quando in questo secondo stato gli spiriti diventano visibili, esattamente nellesembianze che avevano nel mondo, ciò che avevano fatto e detto segretamente è orareso manifesto; perché adesso essi non sono più trattenuti da motivi esteriori, e quindiquello che hanno detto e fatto segretamente ora lo dicono e si sforzano di farloapertamente, non avendo più alcun timore di perdere la reputazione, come avevano delmondo. Sono anche immessi in diverse stati dei loro mali, in modo che ciò che sonopossa essere evidente agli angeli ed agli spiriti retti. Dunque le cose nascoste sonoportate allo scoperto e le cose segrete sono svelate, secondo le parole del Signore:
Non c'è nulla di segreto che non debba essere rivelato, e di nascosto che non saràconosciuto. Tutto ciò che avete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce, e quello che avete dettoall'orecchio nelle stanze più interne sarà proclamato sui tetti (Luca 12:2, 3)
Io vi dico che di ogni parola vana che gli uomini pronunceranno sarà chiesto contonel giorno del giudizio (Matteo 12:36)
508. La natura del malvagio in questo stato non può essere descritta in poche parole,perché ciascuno è folle secondo le sue proprie passioni, e queste sono diverse, quindi milimiterò a citare alcuni casi particolari, da cui possono trarsi conclusioni rispetto aglialtri. Coloro che hanno amato se stessi sopra ogni cosa, e nelle loro professioni eimpieghi hanno guardato al loro onore, e hanno adempiuto agli usi trovando diletto inessi, non per amore dell'uso, ma per il bene della reputazione, affinché in virtù degli usipotessero essere stimati più degli altri, e sono stati così attratti dalla loro reputazioneper l'onore, sono più stupidi in questo secondo stato di altri, perché nella misura in cuiuno ama se stesso, è separato dal cielo, e nella misura in cui uno è separato dal cielo, èseparato dalla sapienza.
[2] Ma quelli che non sono stati solo nell'amore di sé, ma hanno anche usato l'astuzia,e si sono elevati agli onori per mezzo di astuti espedienti, si associano con i peggiori tragli spiriti, e imparano le arti magiche, che sono abusi dell'ordine Divino, e per mezzo diqueste assalgono e infestano tutti coloro che non li onorano, tramando insidie,fomentando l'odio, bruciando di vendetta, e desiderando di sfogare la loro rabbia sututti quelli che non si sottomettono; e si precipitano in tutte queste empietà nella misurain cui godono del favore dei loro compagni diabolici; e alla fine meditano su come
possono salire fino al cielo per distruggerlo o per essere adorati lì come dei. Alla lungasi lasciano trasportare dalla loro follia.
[3] I cattolici di questa indole sono più folli degli altri, perché hanno nel cuore l'ideache il paradiso e l'inferno sono soggetti al loro potere, e che possono rimettere i peccati apiacere, sostenendo di se stessi tutto ciò che è Divino, e si fanno chiamare Cristo. Questapersuasione è tale in loro che ovunque fluisca disturba la mente e induce oscurità eperfino dolore. Questi sono quasi gli stessi nel primo e nel secondo stato; tuttavia, nelsecondo sono completamente privi di razionalità. Delle loro follie e della loro sortedopo questo stato alcuni particolari sono esposti nel trattato Giudizio Universale edistruzione di Babilonia.
[4] Quelli che hanno attribuito la creazione alla natura, e hanno quindi nel cuore,anche se non con le labbra, negato il Divino, e con ciò, tutte le cose della chiesa e delcielo, si associano ai loro simili in questo secondo stato, e chiamano dio quello tra loroche spicca in astuzia, adorandolo anche con onori divini. Ho visto simili individuiriuniti in assemblea, adorare un mago, dibattere sulla natura, e comportarsi come pazzi,come se fossero bestie in una forma umana, mentre tra di loro vi erano alcuni che nelmondo erano stati in posizioni di elevata dignità, e alcuni che avevano la fama dieruditi e saggi. E così anche molti altri.
[5] Da questi pochi casi si può dedurre quali siano quelli che hanno l'interiore delleloro menti chiuso verso il cielo, come è il caso di tutti coloro che non hanno ricevutoalcun influsso dal cielo attraverso il riconoscimento del Divino e una vita di fede.Ognuno può giudicare da se stesso come agirebbe se, essendo tale, fosse lasciato liberodi agire senza paura della legge, senza timore per la propria vita, e senza restrizioniesteriori, come ad esempio il timore di ledere la propria reputazione o di perdere onorie guadagni, ed i piaceri che ne derivano.
[6] Tuttavia, la pazzia di questi è contenuta dal Signore, affinché non travalichi oltre ilimiti d'uso, perché anche tali spiriti adempiono ad un certo uso. In loro gli spiriti rettivedono che cosa è il male e la sua natura, e ciò che l'uomo è quando non è guidato dalSignore. Un altro dei loro usi è il radunare insieme gli spiriti empi intorno a loro, e disepararli dagli spiriti retti; ed un altro, che le verità ed i beni che gli spiriti empiavevano professato e simulato esteriormente sono loro sottratti, ed essi sono immessinei mali della loro vita e nelle falsità del loro male, e sono quindi pronti per l'inferno.
[7] Perché nessuno entra nell'inferno finché non è nel suo proprio male e nella falsitàdi quel male, dato che a nessuno è consentito di avere una mente divisa, cioè, di pensaree manifestare una cosa e di volerne un altra. Ogni spirito empio deve pensare ciò che è
falso dal male, ed esprimersi attraverso la falsità del male, in relazione alla propriavolontà, quindi attraverso il suo stesso amore primario, la sua gioia ed il suo piacere,nello stesso modo in cui pensava mentre era nel mondo, quando era nel suo spirito,cioè, allo stesso modo di come pensava in se stesso quando pensava attraversoun'affezione interiore. La ragione è che la volontà è l'uomo stesso, e non il pensiero, senon nella misura in cui è parte integrante della volontà, essendo la volontà, la naturastessa o la disposizione dell'uomo. Perciò, lasciare l'uomo nella sua volontà è lasciarlonella sua natura o disposizione, e allo stesso modo, nella sua vita; perché dalla sua vital'uomo sviluppa la sua natura; e dopo la morte egli continua ad essere uguale alla suanatura, che ha acquisito con la sua vita nel mondo; e presso gli empi questa natura nonpuò più essere emendata né cambiata per mezzo del pensiero o dalla comprensionedella verità.
509. Quando gli spiriti empi sono introdotti nel secondo stato, non appena siprecipitano in mali di ogni genere sono sottoposti a frequenti e gravi punizioni. Nelmondo degli spiriti ci sono molti tipi di punizione; e non vi è alcun riguardo per lastoria mondana della persona, se si tratta di un re o un servo. Ogni male porta con sé lasua punizione, poiché i due sono tutt'uno; quindi chi è nel male è anche nella punizionedel proprio male. Eppure nessuno nell'altra vita è punito per i mali di cui si è resoresponsabile nel mondo, ma solo per quelli che commette allora; o il che è lo stesso, gliuomini non subiscono la pena a causa dei loro mali nel mondo né sono puniti a causadei mali che fanno agli altri nel mondo, dato che tutti dopo la morte ritornano nella loropropria vita e quindi in mali simili; e l'uomo continua ad essere lo stesso che era statonella vita del corpo (nn. 470484). Gli uomini sono puniti a motivo del fatto che la pauradella punizione è l'unico mezzo di sottomissione dei mali in questo stato. L'esortazionenon è più di alcuna utilità, né lo è l'istruzione o la paura della legge e della perdita dellareputazione, dato che ognuno agisce poi in forza della sua natura; e quella natura puòessere contenuta e soggiogata solo attraverso le punizioni. Viceversa, gli spiriti retti,anche se avevano commesso dei mali nel mondo, non sono mai puniti, perché i loromali non ritornano. Inoltre, ho appreso che i mali che essi avevano, erano di un generedifferente, non essendo stati commessi di proposito contro la verità, o da qualsiasi altramalvagità del cuore, ma erano stati ereditati dai loro genitori, e che essi erano in questacieca passione quando erano nell'esteriore separato dall'interiore.
510. Ognuno va verso la stessa società alla quale il suo spirito era associato nel mondo;perché ogni uomo, riguardo al suo spirito, è unito ad una società, infernale o celeste,l'uomo empio ad una società infernale e l'uomo retto ad un società celeste, ed in quellasocietà egli è condotto dopo la morte (vedi n. 438). Lo spirito è condotto gradualmentealla sua società, e alla fine vi entra. Quando uno spirito empio si trova nello stato delsuo interiore, è rivolto gradualmente verso la sua società, e alla fine, prima che quello
stato sia terminato, giunge direttamente ad essa, e quando quello stato finisce egli stessosi getta nell'inferno in cui si trovano i suoi simili. Questo precipitare in basso appare allavista come uno che cade a capofitto con la testa in giù ed i piedi verso l'alto. La causa diquesta apparenza è che lo stesso spirito è in un ordine inverso, avendo amato le coseinfernali e respinto quelle celesti. In questo secondo stato alcuni spiriti maligni entranonegli inferni e vi escono periodicamente, ma questi non appaiono precipitare comefanno quelli che sono completamente dannati. Inoltre, la stessa società in cui erano stati,in relazione al loro spirito, mentre erano nel mondo, è mostrata loro quando sono nellostato del loro esteriore, affinché possano così imparare che anche quando erano nellavita del corpo erano nell'inferno, anche se nello stesso stato di quelli che sono nelmondo degli spiriti. Di questo stato, in relazione a quelli che sono nell'inferno, si diràqui di seguito.
511. In questo secondo stato ha luogo la separazione degli spiriti empi dagli spiritiretti. Nel primo stato sono insieme, in quanto lo spirito è nel suo esteriore, dunqueciascuno è esattamente come era nel mondo, quindi il male presso il bene ed il benepresso il male; ma la situazione è diversa quando ciascuno è immesso nel suo interiore elasciato nella propria natura e nella propria volontà. La separazione degli spiriti empidagli spiriti retti avviene in vari modi; in generale, dal fatto che sono accolti pressoquelle società con le quali nel loro primo stato erano in comunicazione per mezzo deiloro pensieri ed affezioni rette, cioè a quelle società che avevano indotto a credere dalleapparenze esteriori che non erano nel male. Di solito sono condotti attraverso un ampiocerchio e, ciò che sono realmente è reso visibile agli spiriti retti. Alla vista di essi glispiriti retti si allontanano; e nello stesso tempo gli spiriti empi volgono il loro sguardolontano dal bene verso il male e lo dirigono nella regione ove risiede la società infernale,in cui stanno per giungere. Dei molteplici metodi di separazione, ora non si faràmenzione.
53Il terzo stato dell'uomo dopo la morte, che è uno
stato di istruzione per coloro che entrano nel cielo
512. Il terzo stato dell'uomo dopo la morte cioè, del suo spirito, è uno statod'istruzione. Questo stato concerne coloro che entrano nel cielo e divengono angeli. Nonriguarda quelli che entrano nell'inferno, perché essi sono incapaci di essere istruiti, equindi il loro secondo stato è anche il terzo, che termina in questo, che essi sonointeramente rivolti verso il loro amore, dunque verso la società infernale che è in unsimile amore. Quando questo è stato fatto loro vogliono e pensano attraverso questoamore; e siccome quell'amore è infernale essi vogliono nient'altro che ciò che è male enon pensano altro se non ciò che è falso; ed in tale volontà ed in tali pensieri trovano leloro delizie, perché queste appartengono al loro amore; ed in conseguenza di ciòrifiutano tutto ciò che è retto e vero, di cui in precedenza si erano servitistrumentalmente per il bene del proprio amore.
[2] Gli spiriti retti, invece, sono guidati dal secondo stato nel terzo, che è lo stato dellaloro preparazione per il cielo per mezzo dell'istruzione. Perché si può essere preparatiper il cielo solo per mezzo di conoscenze del bene e del vero, cioè, solo mediantel'insegnamento, dal momento che si può conoscere cosa sia il bene e la verità spirituale,e cosa sia il male e il falso, che sono i loro opposti, solo attraverso l'istruzione. Si puòapprendere nel mondo quali siano il bene civile e morale e la verità, che si chiamanogiustizia e onestà, perché ci sono leggi civili nel mondo che insegnano ciò che è giusto, evi sono forme di relazione con gli altri, dalle quali l'uomo impara a vivere secondo leleggi morali, che sono in rapporto con tutto ciò che è onesto e giusto. Mentre il bene e laverità spirituali sono apprese dal cielo, non dal mondo. Esse possono essere appresedalla Parola e dalla dottrina della chiesa, che è tratta dalla Parola; eppure, a meno chel'uomo in relazione al suo interiore che appartiene alla sua mente, non sia nel cielo, ilbene e la verità spirituali non possono fluire nella sua vita; e l'uomo è nel cielo, quandoegli riconosce il Divino e agisce con giustizia e onestà per la ragione che egli deve agirecosì perché è disposto nella Parola. Questo è vivere giustamente e onestamente per ilbene del Divino, e non per il bene di sé e del mondo, in quanto scopo.
[3] Ma nessuno può agire così fino a quando non è stato istruito, per esempio, che c'èun Dio, che c'è un cielo e un inferno, che c'è una vita dopo la morte, che Dio deve essereamato sopra ogni cosa, ed il prossimo come se stessi, e che ciò che viene insegnato nella
Parola deve essere creduto, perché la Parola è Divina. Senza la conoscenza ed ilriconoscimento di queste cose l'uomo è incapace di pensare spiritualmente; e se non si èmai soffermato su di esse, non le farà mai proprie nella volontà; perché ciò che un uomonon conosce, non può pensarlo, e ciò che non forma oggetto del pensiero, non puòessere fatto proprio dalla volontà. Così è quando l'uomo vuole queste cose, cioè quandoil cielo fluisce nella sua vita, vale a dire il Signore attraverso il cielo; perché il Signorefluisce nella volontà e attraverso la volontà nel pensiero, ed attraverso entrambi, nellavita, e l'intera vita dell'uomo deriva da questi. Tutto ciò rende chiaro che il benespirituale e la verità sono apprese non dal mondo, ma dal cielo, e che si può esserepronti per il cielo solo attraverso l'istruzione.
[4] Inoltre, nella misura in cui il Signore fluisce nella vita di ciascuno e lo istruisce,nella stessa misura si accende la volontà con l'amore di conoscere le verità, e si illuminail pensiero nella loro conoscenza; e nella misura in cui questo è fatto, l'interioredell'uomo è aperto ed il cielo è impiantato in esso; ed inoltre, ciò che è Divino e celestefluisce nelle cose inerenti la vita morale e civile dell'uomo, e le rende spirituali, poichél'uomo poi fa queste cose dal Divino, cioè le fa per il bene del Divino. Perché le coseoneste e rette che attengono alla vita morale e civile che un uomo compie da questafonte sono gli effetti essenziali della vita spirituale; e l'effetto deriva tutto se stesso dallacausa efficiente, dal momento che, come è la causa, tale è l'effetto.
513. L'istruzione è data dagli angeli di molte società, specialmente quelli nelle regionisettentrionali e meridionali, perché quelle società angeliche sono nell'intelligenza e nellasapienza da una conoscenza del bene e della verità. I luoghi di istruzione sono asettentrione e sono diversi e disposti secondo i tipi e le varietà del bene celeste, affinchéciascuno possa essere istruito secondo la propria disposizione e capacità di ricevere; taliluoghi si estendono intorno per una grande distanza. Gli spiriti retti che devono essereistruiti sono condotti dal Signore in questi luoghi quando hanno completato il lorosecondo stato nel mondo degli spiriti, ma non tutti; perché ci sono alcuni che sono statiistruiti nel mondo, e sono stati preparati lì dal Signore per il cielo, e questi sono assuntinel cielo in un altro modo, alcuni subito dopo la morte, alcuni dopo un breve soggiornocon spiriti retti, dove la parte più grossolana dei loro pensieri e delle loro affezioni cheavevano contratto dagli onori e dalle ricchezze del mondo viene rimossa, e in questomodo essi sono purificati. Alcuni prima sopportano la distruzione, che avviene in postial di sotto della superficie, denominati terre inferiori dove alcuni soffrono in modosevero. Si tratta di coloro che si erano confermati nelle falsità, e ciò nondimeno avevanocondotto una vita retta; perché quando le falsità sono state confermate, si radicano conforza, e finché non sono state disperse, la verità non può essere vista, e quindi non puòessere accolta. Ma della distruzione ed in che modo avvenga, si è trattato in Arcana
Coelestia, da cui le note di seguito sono state raccolte.279
514. Tutti coloro che sono nei luoghi di istruzione abitano separatamente; perchéognuno è legato, rispetto al suo interiore, con la società del cielo alla quale sta peraccedere; così come le società del cielo sono disposte secondo la forma celeste (si vedasopra, nn. 200212), così pure sono ubicati i luoghi preposti all'istruzione; e per questomotivo quando questi luoghi sono visti dal cielo, è visibile qualcosa di simile al cielo, inuna forma più piccola. Sono disposti in lunghezza da oriente a occidente, ed inlarghezza da mezzogiorno a settentrione; ma l'ampiezza sembra essere inferiore allalunghezza. La disposizione in generale è la seguente. Davanti sono coloro che sonomorti durante l'infanzia e sono stati portati nel cielo all'età della prima giovinezza;questi dopo aver superato lo stato della loro infanzia con quelli che li assistono, sonoportati nei luoghi di istruzione dal Signore. Dietro questi si trovano i luoghi dove sonoistruiti quelli che sono morti in età adulta, e che nel mondo hanno nutrito un'affezioneper la verità derivata dal bene della vita. Dietro questi ci sono quelli che nel mondoprofessavano la religione maomettana, e hanno vissuto una vita morale e riconosciuto ilDivino, ed il Signore come l'autentico profeta. Quando questi si allontanano daMaometto, perché non può dare loro alcun aiuto, si avvicinano al Signore e lo adorano ericonoscono la sua Divinità, e sono poi istruiti nella religione cristiana. Dietro a questipiù a settentrione ci sono i luoghi di istruzione di vari popoli pagani che nel mondohanno vissuto una vita conforme alla loro religione, e hanno così acquisito una sorta dicoscienza, e hanno fatto ciò che è retto e giusto non tanto per riguardo alle leggi del loro
279 Le distruzioni hanno luogo nell'altra vita, cioè, quelli che passano nell'altra vita dal mondo sonodistrutti (nn. 698, 7122, 7474, 9763). Quelli di indole retta sono distrutti rispetto alle falsità, mentre gliempi sono distrutti rispetto alle verità (nn. 7474, 7541, 7542). Quelli di indole retta sono sottoposti alladistruzioni affinché essi possano essere privati di ciò che appartiene al mondo, e che hanno contrattomentre vivevano nel mondo (nn. 7186, 9763); e affinché i mali e le falsità possano essere rimossi e possafarsi strada l'influsso dei beni e delle verità attraverso il cielo, dal Signore, e la capacità di ricevere imedesimi (nn. 7122, 9330). L'elevazione al cielo è impossibile finché tali cose non sono state rimosse,perché esse ostruiscono le cose celesti e non sono in armonia con esse (n. 6928, 7122, 7186, 7541, 7542,9763). Coloro che devono essere elevati al cielo sono dunque preparati a ciò (nn. 4728, 7090). È pericolosoaccedere al cielo prima di essere stati a ciò preparati (nn. 537, 538). Lo stato di illuminazione e di gioia diquelli che superano la distruzione e sono elevati nel cielo, e la loro ricezione lì (nn. 2699, 2701, 2704). Laregione ove quelle distruzioni hanno luogo è chiamata la terra inferiore (n. 4728, 7090). Quella regione èsotto la pianta dei piedi ed è attorniata dagli inferni; la sua descrizione particolareggiata (nn. 4940–4951,7090); dall'esperienza (n. 699). Quali sono gli inferni che più di altri infestano e distruggono (nn. 7317,7502, 7545). Quelli che hanno tentato di infestare e tormentare gli spiriti retti, dopo li temono, li evitano esi allontanano da loro (n. 7768). Tali distruzioni e tormenti hanno luogo in modi differenti a seconda delradicamento dei mali e delle falsità, e seguitano secondo la loro qualità e intensità (nn. 1106–1113). Alcunisono alquanto desiderosi di essere distrutti (n. 1107). Alcuni sono in preda al panico (n. 4942). Alcunisono assaliti dall'ansia e dal rimorso di coscienza per i mali che hanno commesso nel mondo e per lefalsità di cui si sono macchiati (n. 1106). Alcuni sono in preda ad un'ansia spirituale, che è ignoranza ericerca della verità, unita al desiderio di conoscere le verità (nn. 1109, 2694). Alcuni da sonnolenza; alcunisono in uno stato intermedio tra il sonno e la veglia (n. 1108). Quelli che hanno mirato al merito nelleopere appaiono a loro stessi nell'atto di tagliare la legna (n. 1110). Altri appaiono in altri modi, in unagrande varietà (n. 699).
governo, quanto per rispetto alle leggi della religione, di cui essi ritengono debba essererispettata la sacralità, la quale in alcun modo deve essere violata dalle loro azioni.Quando queste cose sono state insegnate essi sono facilmente guidati a riconoscere ilSignore, perché è impresso nei loro cuori che Dio non è invisibile, ma è in forma umana.Questi superano nel numero tutti gli altri popoli, ed i migliori tra loro vengonodall'Africa.
515. Ma non tutti sono istruiti nello stesso modo, né dalla stessa società del cielo.Quelli che sono cresciuti nel cielo sin dall'infanzia, non essendo venuti in contatto con lefalsità, dalle falsità della religione e non avendo disonorato la loro vita spirituale con lafeccia inerente gli onori e le ricchezze del mondo, ricevono l'istruzione dagli angeli deicieli più intimi, mentre quelli che sono morti in età adulta ricevono l'istruzioneprincipalmente dagli angeli dei cieli inferiori, perché questi angeli sono più adatti a lororispetto agli angeli dei cieli più intimi, i quali sono nella sapienza interiore che non èancora comprensibile a loro. Inoltre i maomettani ricevono l'istruzione dagli angeli chenel mondo avevano professato la loro stessa religione e si sono convertiti alcristianesimo. I pagani, anche, sono istruiti dai loro angeli.
516. Ogni istruzione prende le mosse dalla dottrina tratta dalla Parola, e non dallaParola separata dalla dottrina. I cristiani sono istruiti dalla dottrina celeste, che èconforme al significato interiore della Parola. Tutti gli altri, come i maomettani ed ipagani, sono istruiti attraverso dottrine adatte alla loro capacità di apprendimento, chedifferiscono dalla dottrina celeste solo in questo, che la vita spirituale è insegnata permezzo della vita morale in armonia con i retti principi della loro religione ai qualihanno uniformato la loro vita nel mondo.
517. L'istruzione nel cielo differisce dall'istruzione mondana per il fatto che leconoscenze non sono apprese nella memoria, ma impresse nella vita; perché la memoriadegli spiriti è nella loro vita, in quanto essi ricevono e assorbono tutto ciò che è inarmonia con la loro vita, e ciò che non lo è, non è ricevuto, né assorbito; perché gli spiritisono affezioni, e sono quindi in una forma umana che è simile alle loro affezioni.
[2] Essendo tali, essi sono costantemente animati da un'affezione per la verità cheguarda agli usi della vita; perché il Signore provvede secondo l'amore di ciascuno gliusi adatti al loro genio; e sono altresì mossi da un amore esaltato dalla speranza didiventare angeli. E siccome tutti gli usi del cielo sono in relazione all'uso generale, che èil bene del regno del Signore, che in cielo è la patria, e siccome tutti gli usi speciali eparticolari devono essere valutati in relazione alla prossimità con l'uso generale, tuttiquesti usi speciali e particolari, che sono innumerevoli, sono retti e celesti, e quindi inognuno di essi vi è un'affezione per la verità, congiunta con un'affezione per l'uso, in
modo che i due sono tutt'uno, e quindi la verità è così radicata nell'uso che le verità cheessi acquisiscono sono verità dell'uso. In questo modo gli spiriti angelici sono istruiti epreparati per il cielo.
[3] Un'affezione per la verità adatta all'uso è insinuata in vari modi, la maggior partedei quali sono ignoti nel mondo; principalmente attraverso cose rappresentative degliusi che nel mondo spirituale sono esposte in molteplici modi, e con tale diletto e piacereche permeano lo spirito dall'intimo della sua mente all'esteriore del suo corpo, e quindiinfluenzano il tutto; di conseguenza lo spirito diventa per così dire il suo uso;280 equando lo spirito angelico raggiunge la sua società, in cui è iniziato per mezzodell'istruzione, egli è nella sua vita, essendo nel suo uso. Da tutto ciò è chiaro che leconoscenze, che sono verità esteriori, non conducono nessuno nel cielo; ma la vitastessa, che è una vita di usi impiantati per mezzo delle conoscenze.
518. Vi erano stati alcuni spiriti che si erano persuasi secondo ragionamenti mondani,che sarebbero andati nel cielo e sarebbero stati ricevuti prima di altri a causa della loroerudizione e della loro grande conoscenza della Parola e delle dottrine delle loro chiese,credendo di conseguenza, di essere savi, e di essere simili a coloro di cui è detto che:
Essi brilleranno come lo splendore del firmamento, e come le stelle (Daniele 12:3)
Ma questi sono stati esaminati per vedere se le loro conoscenze risiedessero nellamemoria o nella vita. Quelli tra loro che avevano avuto un'affezione sincera per laverità, cioè che si erano sottratti agli usi che appartengono al corpo ed al mondo inquanto fine, e dunque che erano negli usi spirituali, dopo essere stati istruiti, sono statiricevuti nel cielo; e fu poi dato loro di sapere che cosa è che brilla nel cielo, vale a dire, laDivina verità (che è la luce del cielo) nell'uso, che è la base che riceve i raggi di quellaluce e li trasforma in vari splendori. Ma quelli le cui conoscenze risiedevano soltantonella memoria, e che avevano acquisito la capacità di ragionare sulle verità perdimostrare ciò che avevano accettato in quanto principi, vedendo tali principi, dopoaverli confermati, come verità, sebbene fossero falsità, siccome essi non erano nella luceceleste, eppure erano persuasi di essere più sapienti di altri, e a motivo di ciò sarebberoentrati nel cielo e sarebbero stati serviti dagli angeli, affinché potessero essere sottrattidalla loro fede ingannevole, sono stati condotti nel primo cielo, per essere introdotti inuna società angelica. Ma alla soglia i loro occhi hanno cominciarono ad oscurarsi acausa della luce del cielo, e l'intelletto era disturbato, e alla fine hanno cominciato a
280 Ogni bene ha il suo piacere e la sua qualità dagli usi ed in relazione ad essi; perciò quale è il bene, taleè l'uso (nn. 3049, 4984, 7038). La vita angelica consiste nei beni dell'amore e della carità, dunque nelcompimento degli usi (n. 454). Il Signore e quindi gli angeli, tengono in considerazione nell'uomounicamente i fini che sono gli usi (nn. 1317, 1645, 5854). Il regno del Signore è il regno degli usi (nn. 454,696, 1103, 3645, 4054, 7038). Servire il Signore è adempiere agli usi (n. 7038). Quale è l'uomo, tali sono isuoi usi (nn. 1568, 3570, 4054, 6571, 6935, 6938, 10284).
respirare affannosamente, come se fossero stati in punto di morte, e non appena hannoavvertito il calore del cielo, che è l'amore celeste, hanno cominciano ad essere tormentatiinteriormente. Essi sono stati quindi precipitati, e in seguito è stato insegnato che leconoscenze non fanno dell'uomo un angelo, ma solo la sua vita, condotta attraverso leconoscenze; perché le conoscenze considerate in se stesse sono al di fuori dei cieli;viceversa la vita condotta attraverso le conoscenze è nel cielo.
519. Quando gli spiriti, attraverso l'istruzione, sono preparati per il cielo, nei luoghisopra descritti il che avviene in un breve tempo in virtù del fatto che sono nelle ideespirituali che racchiudono molti particolari insieme indossano vesti angeliche, chesono per lo più bianche incandescenti come se fossero fatte di bisso; e sono quindiportati al sentiero che conduce verso l'alto, al cielo, e vengono affidati all'angelo posto aguardia, e poi sono ricevuti da altri angeli e introdotti nella società e in moltebeatitudini lì. Dopo questo ognuno è guidato dal Signore nella propria società, il che haluogo in vari modi, talvolta attraverso sentieri. I modi con cui essi sono condotti nonsono noti agli angeli, ma soltanto al Signore. Quando giungono alla loro società il lorointeriore è aperto; e siccome esso è in armonia con l'interiore degli angeli che sono inquella società, essi sono immediatamente riconosciuti e accolti con gioia.
520. A questo desidero aggiungere un fatto memorabile circa le vie che conducono aquesti luoghi verso il cielo, attraverso cui gli angeli nuovi arrivati sono introdotti. Cisono otto vie, due da ogni luogo di istruzione, una che sale verso oriente, l'altra versooccidente. Quelli che entrano nel regno celeste del Signore vengono introdotti per la viaorientale, mentre quelli che entrano nel regno spirituale, vengono introdotti per la viaoccidentale. Le quattro vie che conducono al regno celeste del Signore, appaiono adornedi ulivi e alberi da frutto di vario genere; mentre quelle che conducono al regnospirituale del Signore appaiono adorne di viti e allori. Questo in virtù dellacorrispondenza, perché viti e allori corrispondono alla verità e all'affezione per i suoiusi, mentre gli ulivi e i frutti corrispondono all'affezione per il bene ed i suoi usi.
54Nessuno accede al cielo per pura misericordia a prescindere
dai mezzi
521. Coloro che non sono stati istruiti circa il cielo e la via del cielo, e sulla vitaconforme al cielo nell'uomo, suppongono che essere accolti nel cielo è questione di meramisericordia, e viene concessa a coloro che hanno fede, per i quali intercede il Signore;cosicché vi sarebbe un'ammissione semplicemente per concessione; di conseguenza tuttigli uomini senza eccezione possono essere salvati se il Signore lo desidera; e alcuniaddirittura credono che chiunque sia nell'inferno può essere salvato. Ma chi lo pensanon sa nulla dell'uomo, che egli è esattamente come la sua vita è, e che la sua vita èuguale al suo amore, sia in relazione all'interiore che appartiene la sua volontà ed al suointelletto, sia in relazione all'esteriore; inoltre, la sua forma corporea è la forma esteriorein cui l'interiore si manifesta negli effetti; di conseguenza, l'amore di ciascunocostituisce interamente l'uomo (si veda sopra, n. 363). Né è noto che il corpo vive, nonda sé, ma dal suo spirito, e che lo spirito di un uomo è costituito dalla sua affezioneessenziale, e il suo corpo spirituale non è altro che la sua affezione in forma umana, edin tale forma esso appare dopo la morte (si veda sopra, nn. 453460). Finché l'uomo restaignaro di tutto ciò egli può essere indotto a credere che la salvezza attenga unicamenteall'arbitrio del Divino bene, che si chiama misericordia e grazia.
522. Ma in primis esaminiamo che cosa è la misericordia Divina. La misericordiaDivina è autentica misericordia verso tutto il genere umano, affinché esso ottenga lasalvezza; ed è incessante verso ogni uomo, e non è mai negata a nessuno, affinché sigiunga alla salvezza verso tutti coloro che possono essere salvati. E nondimeno,nessuno può essere salvato se non attraverso i mezzi del Divino, che il Signore rivelanella Parola. I mezzi del Divino sono denominati verità Divine, le quali insegnano inche modo l'uomo debba vivere per poter essere salvato. È con queste verità che ilSignore guida l'uomo verso il cielo, e per loro mezzo impianta nell'uomo la vita delcielo. Il Signore compie questo per tutti. Ma la vita del cielo non può essere impiantatain nessuno a meno che non si astenga dal male, perché il male è di ostacolo. Nellamisura in cui l'uomo si astiene dal male è guidato dal Signore, non per puramisericordia, ma attraverso i suoi mezzi Divini, e questo dall'infanzia fino alla fine dellasua vita nel mondo e poi per l'eternità. Questo è ciò che si intende per misericordiaDivina. Da questo è evidente che la misericordia del Signore è autentica misericordia,ma non è separata dai mezzi, cioè, non mira alla salvezza di tutti per concessione,qualunque sia la vita che abbiano vissuto.
523. Il Signore non fa mai nulla in contrasto con l'ordine, perché Egli stesso è l'ordine.La verità Divina che procede dal Signore è ciò che costituisce l'ordine; e le verità Divinesono le leggi dell’ordine. È in accordo con queste leggi che il Signore guida l'uomo. Diconseguenza, salvare l'uomo per misericordia separata dai mezzi sarebbe contrarioall'ordine Divino; e, ciò che è contrario all'ordine Divino è contrario al Divino. L'ordineDivino è il cielo nell'uomo, e l'uomo ha pervertito questo ordine in se stesso a causa diuna vita contraria alle leggi dell’ordine, che sono le verità Divine. In questo ordinel'uomo è ricondotto dal Signore, non per pura misericordia, ma per mezzo delle leggidell'ordine; e nella misura in cui egli è riportato in questo ordine, riceve il cielo in sestesso; e chi riceve in sé il cielo entra nel cielo. Questo ancora, rende evidente che lamisericordia Divina del Signore è autentica misericordia, e non misericordia separatadai mezzi.281
524. Se gli uomini potessero essere salvati dalla misericordia separata dai mezzi, tuttisarebbero salvati, anche quelli nell'inferno; infatti, non vi sarebbe inferno, perché ilSignore è la misericordia stessa, l'amore stesso, e la bontà stessa. Perciò sarebbeincompatibile con il suo Divino dire che è in grado di salvare tutti, a prescindere daimezzi, e non salvarli. È noto dalla Parola che il Signore vuole la salvezza di tutti, e ladannazione di nessuno.
525. La maggior parte di coloro che entrano nell'altra vita dal mondo cristiano portanocon sé questa convinzione che possono essere salvati per pura misericordia, aprescindere dai mezzi, e pregano allo scopo di ottenere quella misericordia; maallorquando sono esaminati, affiora in loro la persuasione che l'ingresso nel cieloavvenga per mera concessione e, coloro che sono ammessi, sono nella gioia celeste. Essiignorano completamente cosa siano il cielo e la gioia celeste, e di conseguenza sono
281 La Divina verità che procede dal Signore è la sorgente dell'ordine, ed il Divino bene è l'essenzialedell'ordine (nn. 1728, 2258, 8700, 8988). Quindi il Signore è l'ordine (nn. 1919, 2011, 5110, 5703, 10336,10619). Le Divine verità sono le leggi dell'ordine (nn. 2447, 7995). L'intero cielo è disposto dal Signoresecondo il Suo Divino ordine (nn. 3038, 7211, 9128, 9338, 10125, 10151, 10157). Perciò la forma è una formaconcorde con il Divino ordine (nn. 4040–4043, 6607, 9877). Nella misura in cui l'uomo vive in armonia conl'ordine, cioè, nella misura in cui vive nel bene, secondo le Divine verità, egli riceve il cielo in sé (n. 4839).L'uomo è l'essere in cui sono introdotte tutte le cose del Divino ordine, e dalla creazione egli è il Divinoordine in forma, perché è un ricettacolo del Divino ordine, (nn. 3628, 4219, 4220, 4223, 4523, 4524, 5214,6013, 6057, 6605, 6626, 9706, 10156, 10472). L'uomo non nasce nel bene e nella verità, ma nel male e nellafalsità, quindi non nel Divino ordine, ma nel suo opposto, e per questa ragione egli nasce completamentenell'ignoranza; di conseguenza è necessario che egli rinasca a nuova vita, cioè, che sia rigenerato, a cuiprovvede il Signore per mezzo delle Divine verità, affinché egli possa essere ricondotto nell'ordine (nn.1047, 2307, 2308, 3518, 8480, 8550, 10283, 10284, 10286, 10731). Quando il Signore fa rinascere l'uomo anuova vita, cioè, lo rigenera, dispone tutte le cose in lui in armonia con l'ordine, cioè, nella forma del cielo(nn. 5700, 6690, 9931, 10303). I mali e le falsità sono opposti all'ordine; ciò nondimeno, quelli che sono neimali e nelle falsità sono governati dal Signore non secondo l'ordine, ma dall'ordine (nn. 4839, 7877,10777). È impossibile all'uomo che vive nel male essere salvato unicamente per misericordia, perché ciòsarebbe contrario al Divino ordine (n. 8700).
informati del fatto che il Signore non nega il cielo ad alcun uomo, e che possono essereammessi e possono abitare lì tutti coloro che lo desiderano. Coloro che lo hannodesiderato sono stati ammessi; ma non appena hanno raggiunto la prima soglia, eranoin preda ad una tale angoscia del cuore causata dal calore celeste, che è l'amore in cuisono gli angeli, e da un influsso della luce celeste, che è la verità Divina, cheavvertivano in loro i tormenti infernali anziché la gioia celeste, e colpiti da sgomento sisono precipitati in basso. Così hanno appreso per esperienza diretta che è impossibileconcedere il cielo a chiunque per pura misericordia, a prescindere dai mezzi.
526. Ho parlato di tanto in tanto con gli angeli di questo, e ho detto loro che lamaggior parte di coloro che nel mondo vivono nel male, quando parlano con gli altridel cielo e della vita eterna, non hanno altra opinione se non che l'accesso al cieloavviene semplicemente per misericordia. E questa è la convinzione soprattutto di coloroche considerano la fede quale unico mezzo di salvezza. Perché questi a causa deiprincipi della loro religione non hanno riguardo per la vita e le opere dell'amore cherendono la vita, e quindi di ogni altro mezzo con cui il Signore impianta il cielonell'uomo e lo rende capace di ricevere la gioia celeste; e siccome in tal modo essirigettano ogni autentica mediazione, concludono come necessaria conseguenza delprincipio, che l'uomo entra nel cielo, per sola misericordia, la quale misericordia siritiene muova Dio Padre, per intercessione del Figlio.
[2] A ciò gli angeli hanno replicato che sapevano che tale principio seguenecessariamente dal presupposto che l'uomo sia salvato dalla sola fede; e dato che ilprincipio è a capo di tutto il resto, e poiché in esso, essendo falso, nessuna luce dal cielopuò fluire, questa è la fonte dell’ignoranza che impera attualmente nella chiesa,riguardo al Signore, al cielo, alla vita dopo la morte, alla gioia celeste, all'essenzadell'amore e della carità, ed in generale, riguardo al bene ed alla sua unione con laverità, e di conseguenza, riguardo alla vita dell'uomo; inoltre dovrebbe essere noto cheil pensiero non costituisce mai la vita di alcun uomo, ma solo la volontà e le conseguentiazioni; e che la vita deriva dal pensiero solo nella misura in cui questo discende dallavolontà; e neppure la vita deriva dalla fede salvo che la fede discenda dall'amore. Gliangeli si dolgono del fatto che queste persone non sappiano che la sola fede non haalcun potere, dato che la fede separata dalla sua origine, che è l'amore, non è altro checonoscenza, e in alcuni è solo una sorta di persuasione che ha la parvenza della fede (siveda sopra, n. 482). Una tale persuasione non è nella vita dell'uomo, ma al di fuori diesso, dal momento che è separata dall'uomo a meno che non aderisca al suo amore.
[3] Gli angeli affermano inoltre che coloro che sostengono questo principio relativo aimezzi essenziali alla salvezza dell'uomo, devono necessariamente diffidare dallamisericordia a prescindere dai mezzi stessi, perché essi percepiscono sia dalla luce
naturale sia dalle esperienze della vista che la sola fede non costituisce la vita dell'uomo,dato che coloro che conducono una vita empia sono in grado di pensare e di esserepersuasi al pari gli altri; è da ciò che deriva la convinzione secondo cui l'empio ed ilretto possono essere salvati, a condizione che nell'ora della morte invochino con fiducial'intercessione, e la misericordia che viene concessa attraverso quell'intercessione. Gliangeli sostengono di non aver mai visto nessuno, tra quelli che avevano vissuto unavita empia, accedere al cielo per pura misericordia, a prescindere dai mezzi, qualunquefosse la fede o la convinzione (che per la maggior parte è intesa per fede) che essiavessero manifestato nel mondo.
[4] Quando è stato chiesto di Abramo, Isacco, Giacobbe, Davide, e degli apostoli, seessi fossero stati accolti nel cielo per pura misericordia, separata dai mezzi, gli angelihanno risposto che non uno di loro è stato così ricevuto, ma ciascuno secondo la suavita nel mondo; gli angeli sapevano dove fossero, nel cielo, e che lì, non erano piùstimati di altri. Hanno aggiunto che queste persone sono citate con onore nella Parolaper la ragione che nel significato interiore è inteso il Signore per esse; per Abramo,Isacco e Giacobbe, il Signore in relazione al Divino e al Divino Umano; per Davide, ilSignore in relazione alla Divina regalità; e per gli apostoli, il Signore in relazione alleverità Divine; inoltre, quando la Parola viene letta dall'uomo, gli angeli non hannopercezione alcuna di questi uomini, perché i loro nomi non entrano nel cielo; ma hannoinvece la percezione del Signore, come è stato appena detto; di conseguenza nellaParola che è nei cieli (si veda sopra, n. 259) non ci sono tali nomi citati, dato che quellaParola è il senso intimo della Parola che esiste nel mondo.282
527. Posso testimoniare per esperienza che è impossibile impiantare la vita del cielo incoloro che nel mondo hanno vissuto una vita opposta alla vita del cielo. Vi erano alcunii quali avevano creduto che quando, dopo la morte, avessero udito le verità Divinedagli angeli essi le avrebbero prontamente accettate e credute, e di conseguenzaavrebbero vissuto una vita diversa, e sarebbero stati quindi ricevuti nel cielo. Tuttavia,questo è stato sperimentato da moltissimi uomini che avevano una tale convinzione, edè stato permesso di insegnar loro che il pentimento non è possibile dopo la morte.Alcuni di coloro che hanno fatto questa esperienza, comprendevano le verità e
282 Nel senso interiore della Parola, per Abramo, Isacco e Giacobbe si intende il Signore in relazione alDivino stesso ed al Divino umano (nn. 1893, 4615, 6098, 6185, 6276, 6804, 6847). Nel cielo Abramo èsconosciuto (nn. 1834, 1876, 3229). Per Davide si intende il Signore in relazione alla Divina regalità (nn.1888, 9954). I dodici apostoli rappresentano il Signore in relazione a tutte le cose della chiesa, cioè, a tuttele cose inerenti la fede e l'amore (nn. 2129, 3354, 3488, 3858, 6397). Pietro rappresenta il Signore inrelazione alla fede, Giacomo in relazione alla carità e Giovanni in relazione alle opere di carità (nn. 3750,10087). I dodici apostoli che siedono su dodici troni e che giudicano le dodici tribù d'Israele, significanoche il Signore giudica secondo le verità della fede ed i beni dell'amore (n. 2129, 6397). I nomi delle personeed i luoghi nella Parola non sono compresi nel cielo, ma sono cambiati in cose ed in stati celesti; e nel cieloquesti nomi non possono essere neppure pronunciati (nn. 1876, 5225, 6516, 10216, 10282, 10432). Inoltregli angeli pensano astrattamente delle persone (nn. 8343, 8985, 9007).
parevano accettarle; ma non appena si rivolgevano alla vita del loro amore, lerigettavano, e si esprimevano contro di esse. Altri non erano disposti ad ascoltarle, e lerespingevano immediatamente. Altri desideravano che fosse loro sottratta la vitadell'amore che essi avevano contratto nel mondo, e rimpiazzata dalla vita angelica, odalla vita del cielo. Anche questo è stato permesso, ma non appena la vita del loroamore è stata loro sottratta, si sono accasciati, come morti, privi di energie. Da questi edaltri esperimenti gli spiriti semplici e retti sono stati istruiti sul fatto che la vita non puòin alcun modo essere cambiata dopo la morte; e che una vita empia non può in alcunmodo essere trasformata in una vita retta, o una vita infernale in una vita angelica,perché ogni spirito dalla testa ai piedi è uguale al suo amore, e quindi è tale quale è lasua vita; e convertire la sua vita nel suo opposto equivarrebbe a distruggere lo spiritocompletamente. Gli angeli affermano che sarebbe più facile cambiare un gufo cornuto inuna colomba, o in un uccello del paradiso, piuttosto che cambiare uno spirito infernalein un angelo del cielo. Che l'uomo dopo la morte seguiti ad essere tale quale è stata lasua vita nel mondo può essere visto in precedenza nel capitolo a ciò dedicato (nn. 470484). Da tutto ciò è evidente che nessuno può essere accolto nel cielo per puramisericordia a prescindere dai mezzi.
55Non è difficile come si crede condurre una vita che porta al cielo
528. Vi sono alcuni i quali credono che vivere la vita che conduce al cielo, che sichiama vita spirituale, sia difficile, perché si dice che l'uomo debba rinunciare al mondo,debba spogliarsi dei desideri del corpo e della carne, e debba vivere spiritualmente; edessi intendono ciò nel senso che debbono abbandonare le cose del mondo, consistentiprincipalmente in ricchezze ed onori; che debbono vivere continuamente inraccoglimento con pie meditazioni su Dio, sulla salvezza, e sulla vita eterna; e debbonodedicare la loro vita alla preghiera ed alla lettura della Parola e dei libri sacri. Tale è laloro idea di rinuncia al mondo, e di vita nello spirito anziché nella carne. Ma che questonon sia affatto vero mi è stato dato di conoscerlo attraverso una copiosa esperienza eattraverso le conversazioni con gli angeli. Ho imparato, infatti, che coloro cherinunciano al mondo e vivono nello spirito in questo modo conducono una vitadolorosa che non li rende capaci di ricevere la gioia celeste, poiché la vita di ciascunocontinua nello stesso modo, dopo la morte. Al contrario, per ricevere la vita del cielo, unuomo deve necessariamente vivere nel mondo ed impegnarsi nella sua attività e nellesue occupazioni, e per mezzo di una vita morale e civile, è in grado di ricevere la vitaspirituale. In nessun altro modo la vita spirituale può formarsi nell'uomo, o il suospirito, essere preparato per il cielo; perché vivere una vita interiore e non al tempostesso una vita esteriore è come abitare in una casa che non ha le fondamenta, e chesprofonda o a poco a poco si incrina e si lacera, o traballa finché crolla.
529. Quando la vita dell'uomo viene esaminata ed esplorata da un'intuizionerazionale, il responso è triplice, vale a dire, spirituale, morale e civile, essendo queste trevite distinte tra loro. Perché ci sono uomini che vivono una vita civile e non allo stessotempo una vita morale e spirituale; e ci sono uomini che vivono una vita morale e nonallo stesso tempo una vita spirituale; e ci sono quelli che vivono una civile, morale, espirituale, allo stesso tempo. Questi vivono la vita del cielo; mentre i primi vivono lavita del mondo, separata dalla vita del cielo. Questo dimostra, in primo luogo, che lavita spirituale non è una vita separata dalla vita naturale o dalla vita del mondo, ma siunisce con essa, come l'anima si unisce con il suo corpo, e se fossero separate sarebbe,come si è detto, come vivere in una casa che non ha le fondamenta. Perché la vitamorale e civile è il piano attivo sul quale poggia la vita spirituale, e se queste fosseroseparate la vita spirituale sarebbe costituita esclusivamente dal pensiero, dalla parola, inmodo che la volontà, lasciata senza sostegno si dissolverebbe; ciò nondimeno, la volontàè la genuina parte spirituale dell'uomo.
530. Che non sia così difficile come alcuni credono, vivere la vita che conduce al cielosarà ora mostrato. Chi non è capace di vivere una civile e morale? Perché ciascuno dallasua infanzia è iniziato in quella vita, e apprende ciò che essa è vivendo nel mondo.Inoltre, tutti, nel bene o nel male, vivono quella vita; perché chi è che non desideriessere chiamato onesto, e chi è che non desideri essere chiamato giusto? Quasi tuttipraticano l'onestà e la giustizia esteriormente, fino al punto che sembrano avere a cuorel'onesta e la giustizia, o sembrano agire per autentica onestà e giustizia. L'uomospirituale deve vivere nello stesso modo, e può farlo facilmente come l'uomo naturale,con questa sola differenza, che l'uomo spirituale crede nel Divino, e agisce con onestà egiustizia, non solo perché agendo così osserva le leggi civili e le leggi morali, ma ancheperché osserva le leggi Divine. Siccome l'uomo spirituale, in ogni sua opera, mira allecose Divine, egli è in comunicazione con gli angeli del cielo, e nella misura in cui ciòavviene egli è congiunto con loro; e quindi il suo uomo interno, che considerato in sé èl'uomo spirituale, è aperto. Quando l'uomo è introdotto in questo stato, è adottato eguidato dal Signore, anche se ignaro di ciò, e poi qualunque cosa faccia, che è onesto egiusto in relazione alla vita morale e civile, è fatto per una ragione spirituale; e fare ciòche è onesto e giusto per una ragione spirituale significa farlo in virtù dell'onestà e dellagiustizia stessa, o farlo dal cuore.
[2] La sua giustizia e onestà appaiono esteriormente esattamente come la giustizia el'onestà degli uomini naturali e persino degli empi e degli uomini infernali, ma nellaforma interiore sono del tutto dissimili. Perché gli empi agiscono in modo retto e onestoesclusivamente per il bene di sé e del mondo; perciò, se non avessero timore di leggi esanzioni, o di perdere la reputazione, l'onore, il guadagno, e la vita, agirebbero sottoogni aspetto disonestamente e ingiustamente, dal momento che non hanno il timore diDio, né di alcuna legge Divina, e quindi non sono trattenuti da alcun vincolo interiore;di conseguenza, metterebbero a frutto ogni opportunità per defraudare, depredare, erovinare gli altri, dilettandosi in questo. Che essi interiormente siano tali può esserechiaramente visto da quelli di simile indole nell'altra vita, quando l'esteriore è sottrattoloro, e l'interiore in cui sono immessi per l'eternità, è dischiuso. (si veda sopra, nn. 499511). Siccome tali individui, quando agiscono in assenza di restrizioni esteriori chesono, come si è detto, la paura della legge, di perdere la reputazione, l'onore, ilguadagno e la vita agiscono follemente, essi ridono dell'onestà e della giustizia.
[3] Ma quelli che hanno agito con onestà e giustizia per rispetto dalle leggi Divine,quando l'esteriore viene loro sottratto e sono gradualmente lasciati nel loro interiore,agiscono con sapienza, perché sono congiunti agli angeli del cielo, dai quali la sapienzaè loro comunicata. Da tutto ciò si può ora comprendere, in primo luogo, che quandol'uomo interno, cioè la volontà e l'intelletto, sono congiunti al Divino, la vita civile e
morale dell'uomo spirituale è del tutto simile alla vita civile e morale dell'uomo naturale(si veda sopra, nn. 358360).
531. Inoltre, le leggi della vita spirituale, le leggi della vita civile, e le leggi della vitamorale sono stabilite nei dieci comandamenti del Decalogo, nei primi tre, le leggi dellavita spirituale, nei quattro che seguono, le leggi della vita civile, e negli ultimi tre, leleggi della vita morale. Esteriormente l'uomo naturale vive in conformità deicomandamenti esattamente come l'uomo spirituale, perché nello stesso modo adora ilDivino, va in chiesa, ascolta le prediche, assume un volto devoto, si astiene dalcommettere omicidi, adulteri, furti, false testimonianze, e dal frodare i suoi compagnied i loro beni. Ma egli fa tutto questo per il bene di se stesso e del mondo, per simulareall'esterno una tale immagine di sé; mentre interiormente è una persona completamenteopposta a quello che appare esteriormente, dato che nel cuore egli nega il Divino, nelculto agisce da ipocrita, e quando è tra sé, abbandonato nei suoi pensieri ride delle cosesante della chiesa, credendo che esse siano un mezzo per sottomettere la moltitudinedegli incolti.
[2] Di conseguenza egli è del tutto disgiunto dal cielo, e non essendo un uomospirituale, egli non è né un uomo morale, né un uomo civile. Infatti, anche se si astienedal commettere omicidi odia tutti coloro che lo avversano, e dal suo odio brucia daldesiderio di vendetta, e quindi commetterebbe omicidi, se non fosse trattenuto dalleleggi civili e dai vincoli esteriori, che teme; e siccome egli desidera uccidere, neconsegue che è perennemente nel male dell'omicidio. Anche se non commette adulterio,e nondimeno crede che sia permesso, egli è comunque un adultero, dato che commetteadulterio nella misura in cui né ha la capacità e tutte le volte che ne ha l'opportunità.Anche se non ruba tuttavia egli brama i beni degli altri e poiché non considera illecite lefrodi e gli inganni, nelle intenzioni egli è perennemente un ladro. Lo stesso vale per icomandamenti relativi alla vita morale, i quali vietano la falsa testimonianza edesiderare i beni altrui. Tale è ogni uomo che nega il Divino, e che non ha una coscienzaconforme alla religione. Che sia tale è evidente da quelli a loro simili nell'altra vitaquando è rimosso loro l'esteriore e sono lasciati nel loro interiore. Dato che poi sonoseparati dal cielo e agiscono in armonia con l'inferno, e di conseguenza sono affiliati acoloro che sono nell'inferno.
[3] Non è così per coloro che nel cuore hanno riconosciuto il Divino, e nelle azionidella loro vita hanno osservato le leggi Divine, e hanno vissuto pienamente in accordocon i primi tre comandamenti del Decalogo così come hanno osservato gli altri. Quandoil loro esteriore è rimosso e sono lasciati nel loro interiore sono più savi di quanto non lofossero nel mondo, perché entrare nel loro interiore è come passare dalle tenebre allaluce, dall'ignoranza alla sapienza, e da una vita dolorosa ad una vita felice, perché essi
sono nel Divino, dunque nel cielo. Questo è stato detto affinché sia chiaro quale sial'autentico uomo e di che genere sia l'altro, nonostante entrambi abbiano vissuto lastessa vita esteriormente.
532. Ognuno può comprendere che i pensieri sono guidati o tendono verso leintenzioni, cioè nelle direzioni che si intende intraprendere; perché il pensiero è la vistainteriore dell'uomo, e assomiglia alla vista esteriore in questo, che in qualunque puntoesso si rivolga o sia diretto, lì si sofferma. Pertanto quando la vista interiore è rivoltaverso il mondo, e ivi si sofferma, il pensiero di conseguenza diventa mondano; quandosi rivolge verso di sé diventa corporeo; mentre quando è rivolto verso il cielo diventaceleste. Così pure, quando è rivolto verso il cielo, si eleva; mentre quando si rivolgeverso il sé precipita dal cielo e sprofonda in ciò che è corporeo; e anche quando sirivolge verso il mondo, precipita dal cielo e si sofferma su quegli oggetti che simanifestano alla vista naturale.
[2] L'amore dell'uomo è ciò che costituisce la sua intenzione e determina la vistainteriore o il pensiero a rivolgersi versi i propri oggetti; quindi l'amore di sé fissa lapropria attenzione su di sé e sui propri oggetti; l'amore del mondo su oggetti mondani;e l'amore del cielo su oggetti celesti; e quando l'amore è noto, lo è anche lo statodell'interiore che costituisce la mente; così, l'interiore di uno che ama il cielo si innalzaverso il cielo ed è aperto dall'alto; viceversa l'interiore di chi ama il mondo, o di chi amase stesso è chiuso dall'alto ed è aperto esteriormente. Da ciò segue la conclusione chequando le regioni più elevate della mente sono chiuse dall'alto, l'uomo non è più ingrado di vedere gli oggetti appartenenti al cielo ed alla chiesa, che gli appaiono nelladensa oscurità; e ciò che è nella densa oscurità, o viene negato o non viene compreso.Ed è per questo che coloro che amano se stessi ed il mondo sopra ogni cosa, dato che leregioni più elevate della loro mente sono chiuse, nel cuore negano le verità Divine; e seattingendo alla loro memoria si fa cenno ad esse, ciò nondimeno, loro non lecomprendono. Inoltre, essi le considerano nello stesso modo in cui considerano le cosedel mondo e le cose corporee. Ed essendo tali, essi sono in grado di dirigere la mentesoltanto verso quelle cose che percepiscono attraverso i sensi del corpo, e solo in essetrovano diletto. Tra queste ci sono anche molte cose che sono sudice, oscene, profane edempie; e queste non possono essere rimosse, perché nelle loro menti non penetra alcuninflusso dal cielo, in quanto, come è stato detto, sono chiuse dall'alto.
[3] L'intenzione dell'uomo, da cui la sua vista interiore o pensiero è determinata, è lasua volontà; perché ciò che un uomo vuole, è anche ciò che si prefigge, e ciò che siprefigge, costituisce l'oggetto del suo pensiero. Perciò quando la sua intenzione è rivoltaverso il cielo il suo pensiero è ugualmente determinato verso il cielo, e con esso tutta lasua mente, che è quindi nel cielo; e dal cielo egli osserva le cose del mondo sotto di lui
come uno che guarda in basso dal tetto di una casa. Così l'uomo che ha l'interiore dellasua mente aperto può vedere i mali e le falsità che sono in lui, poiché questi sono al disotto della mente spirituale. Viceversa, l'uomo il cui interiore non è aperto non è ingrado di vedere i suoi mali e le sue falsità, perché non è al di sopra di essi, ma in essi.Da tutto ciò si può concludere quale sia nell'uomo l'origine della sapienza e qualel'origine della follia; ed inoltre, ciò che ne sarà dell'uomo dopo la morte quando saràlasciato nella volontà, nel pensiero, nelle azioni e nelle parole che sono proprie del suointeriore. Tutto questo è stato detto al fine di chiarire ciò che costituisce il carattereinteriore di un uomo, per quanto egli possa assomigliare esteriormente ad altri.
533. Che non sia così difficile vivere la vita del cielo, come alcuni credono può oraessere visto da questo, che quando qualcosa si presenta ad un uomo il quale sa che sitratti di cosa disonesta e ingiusta, e la cui mente sia guidata dal cielo, gli è sufficientepensare che ciò non dovrebbe essere fatto, in quanto contrario ai precetti Divini. Se unuomo si abitua a pensare così, e consolida questa abitudine nel pensiero, gradualmentesi congiunge al cielo, e nella misura in cui è congiunto al cielo, le regioni più elevatedella sua mente si aprono; e nella misura di questa apertura, egli vede ciò che èdisonesto e ingiusto, e nella misura in cui egli vede questi mali, gli stessi mali possonoessere dispersi; perché nessun male può essere disperso fino a quando non lo si vede. Inquesto stato l'uomo è in grado di accedere in ragione della sua libertà; infatti, chi non èin grado in virtù della sua libertà di ragionare così? E quando l'uomo inizia questocammino il Signore accelera tutto ciò che è buono in lui, e lo fa non solo affinché eglipossa vedere i mali, ma anche affinché se ne astenga ed infine, se ne allontani. Questo siintende con le parole del Signore,
Il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero (Matteo 11:30)
Ma deve essere compreso che la difficoltà di ragionare in questo modo e di resistere aimali aumenta nella misura in cui l'uomo desidera nella sua volontà i mali, perché nellastessa misura si abitua ad essi finché non li considera tali, e alla fine li ama e dalla gioiadel suo amore li giustifica e li consolida in ogni tipo di falsità, e li considera ammissibilie buoni. Questo è il destino di coloro che nella prima giovinezza sprofondano nei malisenza ritegno, e rigettano anche le cose Divine dal cuore.
534. La via che conduce al cielo e la via che conduce all'inferno in un'occasione misono state mostrate. C'era una via ampia a sinistra o verso settentrione, e si vedevanomolti spiriti andare in quella direzione, ma ad una certa distanza una grossa pietrasegnava la fine di questa via larga. Da quella pietra vi era un bivio, con una svoltasinistra e l'altra in direzione opposta, a destra. La strada a sinistra era stretta e angusta,conduceva attraverso occidente, a oriente, e quindi nella luce del cielo; la strada adestra, ampia e spaziosa, conduceva obliquamente verso il basso, nell'inferno.
Dapprincipio, tutti sembravano andare nella stessa direzione fino a quando non sonogiunti alla grande pietra, posta alla testa delle due vie. Quando hanno raggiunto quelpunto, si sono divisi; i retti sono andati a sinistra e sono entrati in una via stretta che liha portati al cielo; mentre gli empi, non vedendo la pietra al bivio, sono caduti su diessa restando feriti, e quando si sono rialzati, sono corsi verso la via larga a destra, checonduce nell'inferno.
[2] Il significato di tutto questo mi è stato poi spiegato. La via larga, in cui molti, sia iretti, sia gli empi si dirigevano insieme, parlando tra di loro come amici, perché non viera alcuna differenza visibile tra loro, rappresenta quelli che esteriormente vivonosecondo onestà e giustizia, e tra i quali apparentemente non vi sono differenze. Lapietra alla testa del bivio sulla quale gli empi sono caduti e da cui sono corsi attraversola strada che conduce nell'inferno, rappresenta la verità Divina, che è rifiutata da coloroche si rivolgono verso l'inferno; e nel senso più alto questa pietra significa il DivinoUmano del Signore. Ma quelli che hanno riconosciuto la verità Divina e anche il Divinodel Signore si sono diretti per la via che porta al cielo. Con ciò è stato nuovamentemostrato che l'empio esteriormente conduce lo stesso genere di vita del retto, o percorrela stessa strada; e tuttavia, quelli che dal cuore, riconoscono il Divino, in particolarequelli che nell'ambito della chiesa riconoscono il Divino del Signore, sono condotti alcielo; mentre coloro che non lo riconoscono, sono condotti nell'inferno.
[3] I pensieri degli uomini che procedono dalle loro intenzioni o dalla volontà sonorappresentati nell'altra vita attraverso strade; e le strade lì sono visibilmenterappresentate in conformità di quei pensieri che discendono dalla volontà; così ciascunocammina su percorsi in armonia con i suoi pensieri che procedono dalle intenzioni. Perquesto motivo il carattere degli spiriti ed i loro pensieri sono noti dalle vie chepercorrono. Anche questo chiarisce cosa si intende con le parole del Signore:
Entrate per la porta stretta; perché grande è la porta e larga è la via che conduce allaperdizione, e molti sono quelli che entrano per quella via; perché stretta è la via e minuta la portache conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano (Matteo 7:13, 14)
La via che conduce alla vita è angusta non perché sia difficile percorrerla, ma perchésono pochi quelli che la trovano, come è detto nella Parola. La pietra visibile nell'angoloin cui la via larga e comune termina, e da cui si dipartivano due strade, in direzioniopposte, illustra ciò che si intende con queste parole del Signore:
Non avete letto ciò che è scritto? La pietra che i costruttori hanno scartato è diventatatestata d'angolo. Chiunque cade su quella pietra sarà spezzato (Luca 20:17, 18)
Pietra significa Divina verità, e pietra di Israele" rappresenta il Signore, rispetto al suo
Divino Umano; i costruttori rappresentano coloro che sono della chiesa; la testatad'angolo"è dove si trova il bivio; cadere ed essere spezzato significa rispettivamente,negare la Divina verità e perire.283
535. Mi è stato permesso di parlare con alcuni nell'altra vita che si erano ritirati dagliaffari mondani affinché potessero vivere in un modo pio e santo; ed anche con alcuniche avevano afflitto se stessi in modi diversi, credendo che in tal modo avrebberorinunciato al mondo e soggiogato la lussuria della carne. Ma non appena la maggiorparte di essi ha così acquisito una vita dolorosa e si è allontanato dalla vita di carità laquale può essere vissuta solo in mezzo al mondo sono divenuti incapaci di essereassociati agli angeli, perché la vita degli angeli è una vita di gioia conseguente ad unostato di beatitudine, e consistente nel compimento di azioni rette, che sono le operedella carità. Inoltre, coloro che hanno vissuto una vita ritirata dalle occupazionimondane sono infiammati dall'idea del loro merito, e sono continuamente immersi neldesiderio del cielo in relazione al loro merito, ed al pensiero della gioia celeste qualericompensa, ignorando completamente cosa sia la gioia celeste. Quando questi sonoammessi in una società angelica e nella sua gioia, che rigetta il concetto di merito econsiste in occupazioni e attività, ed in una beatitudine risultante dal bene cui si èadempiuto, essi sono stupiti come colui che abbia scoperto qualcosa di estraneo alla suafede; e poiché non sono capaci di ricevere quella gioia, si allontanano e si associano conspiriti simili a loro, i quali hanno vissuto nel mondo una vita nello stesso modo dellapropria.
[2] Ma quelli che hanno vissuto una vita esteriormente pia, andando regolarmente inchiesa, pregando e affliggendo le loro anime, e al tempo stesso hanno pensatocostantemente di se stessi di essere stimati e onorati per questo, sopra tutti gli altri, einfine, che dopo la morte sarebbero stati annoverati tra i santi, tali individui nell'altravita non sono nel cielo, perché hanno fatto tutto questo per amore di se stessi. E poichéhanno contaminato la verità Divina con l'amore di sé in cui erano immersi, alcuni diloro sono così folli da considerare se stessi dei; e di conseguenza sono in un inferno, traquelli simili a loro. Altri, in quanto astuti ed ingannevoli, sono negli inferni degliingannevoli. Questi sono tali perché, per mezzo di astuzie, trame e inganni, hannotenuto una condotta così pia da indurre la gente comune a credere che possedesserouna santità divina.
[3] Di questa indole sono molti santi proclamati dalla chiesa cattolica romana. Mi èstato permesso di parlare con alcuni di loro, e la loro vita era quindi chiaramenterivelata, così come era stata nel mondo e come è stata dopo. Tutto questo è stato detto
283 Pietra significa verità (nn. 114, 643, 1298, 3720, 6426, 8609, 10376). Per questa ragione la legge erascritta su tavole di pietra (n. 10376). La pietra d'Israele significa il Signore in relazione alla Divina verità eal suo Divino Umano (n. 6426).
per rendere noto che la vita che conduce al cielo non è una vita ritirata dal mondo, mauna vita nel mondo; e che una vita di pietà separata da una vita di carità la quale èpossibile solo nel mondo – non può condurre al cielo; viceversa una vita di carità è taleche conduce al cielo; ed una vita di carità consiste nell'agire onestamente e rettamente inogni impiego, in ogni affare ed in ogni opera, dal profondo, cioè in virtù di una ragioneceleste; e questa ragione è in quella vita ogni volta che l'uomo agisce onestamente egiustamente, perché così facendo è in accordo con le leggi Divine. Una tale vita non èdifficile. Mentre una vita di pietà separata da una vita di carità è difficile; e quanto più sicreda che una tale vita conduca al cielo, tanto più ci si allontana dal cielo.284
284 Una vita di pietà separata dalla carità non è di alcun giovamento, mentre unita alla carità è utile perogni cosa (nn. 8252, 8253). La carità verso il prossimo consiste nel fare ciò che è buono, giusto e retto inogni opera ed in ogni occupazione (nn. 8120–8122). La carità verso il prossimo contiene in sé tutte le coseche l'uomo pensa, vuole e compie (n. 8124). Una vita di carità è una vita conforme ai comandamenti delSignore (n. 3249). Vivere secondo i comandamenti del Signore è amare il Signore (nn. 10143, 10153, 10310,10578, 10645). L'autentica carità non rivendica alcun merito perché proviene da un'affezione interiore e dauna conseguente delizia (nn. 2371, 2380, 2400, 3816, 3887, 6388–6393). L'uomo seguita ad essere, dopo lamorte, quale era la sua vita di carità nel mondo (n. 8256). La beatitudine celeste fluisce dal Signore nellavita di carità (n. 2363). Nessuno è ammesso nel cielo per la mera intenzione della carità; essa deve essereaccompagnata dalla volontà e dal compimento del bene (nn. 2401, 3459). Se fare il bene non è unito avolere e pensare ciò che è bene, non vi può essere salvezza, e neppure unione dell'uomo interno conl'uomo esterno (n. 3987).
56Il Signore governa gli inferni
536. Sopra, ove si è trattato del cielo, è stato ovunque mostrato (in particolare ai nn. 26) che il Dio del cielo è il Signore, così pure, che l'intero governo dei cieli è il governodel Signore. E poiché la relazione reciproca tra cielo e inferno è la relazione tra dueopposti che agiscono reciprocamente l'uno contro l'altro, dalla cui azione e reazionerisulta un equilibrio, che conferisce stabilità a tutte le cose, quindi affinché ogni cosapossa essere mantenuta in equilibrio è necessario che chi governa l'uno devenecessariamente governare anche l'altro; se lo stesso Signore non contenesse le rivoltedagli inferni e non controllasse le follie in esso, l'equilibrio perirebbe e con essoperirebbe ogni cosa.
537. Ma qualcosa dell'equilibrio deve essere premesso. È noto che quando due coseagiscono reciprocamente l'una contro l'altra, quanto più una agisce e persiste, l'altrareagisce e respinge, poiché se vi è parità di potenza su entrambe le parti, non si realizzaalcun effetto, ed entrambe possono essere azionate liberamente da un terzo. Perchéquando due forze uguali e contrarie si neutralizzano, la forza di un terzo è pienamenteefficace, e agisce con la stessa facilità come se non vi fosse opposizione.
[2] Tale è l'equilibrio tra cielo e inferno. Eppure non è un equilibrio come quello fradue combattenti corpo a corpo, la cui forza è uguale; si tratta invece di un equilibriospirituale, cioè, un equilibrio della falsità contro la verità e del male contro il bene.Dall'inferno, la falsità dal male esala continuamente, e dal cielo fluisce continuamente laverità dal bene. È questo equilibrio spirituale che permette all'uomo di pensare e volereliberamente; perché qualsiasi cosa un uomo pensi o voglia, è in relazione con il male e lafalsità che ne deriva, ovvero con il bene e la verità che ne deriva.
[3] Perciò, quando è in equilibrio l'uomo è nella libertà di ammettere o accettare ilmale e la sua falsità, dall'inferno, oppure, di ammettere o di accettare il bene e la suaverità, dal cielo. Ogni uomo è tenuto in questo equilibrio dal Signore, perché il Signoregoverna sia il cielo, sia l'inferno. Ma perché l'uomo sia tenuto in questa libertà permezzo di un tale equilibrio, e perché il male e la falsità non sono allontanati da lui, eperché il bene e la verità non sono impiantati in lui dal potere Divino, sarà detto piùavanti.
538. Spesso mi è stato permesso di percepire la sfera della falsità dal male che fluisce
dall'inferno. Era come un perenne sforzo di distruggere tutto ciò che è bene e vero,combinato con rabbia e una sorta di furia generata dall'incapacità di attuare questaempietà, soprattutto uno sforzo di annientare e distruggere il Divino del Signore, equesto perché ogni bene e ogni verità procede da Lui. Ma dal cielo una sfera di veritàdal bene è stata percepita, da cui la furia dello sforzo che saliva dall'inferno è statatrattenuta. Il risultato di questo era l'equilibrio. Si percepiva che questa sfera dal cieloproveniva dal Signore solo, anche se sembrava venisse dagli angeli del cielo. È dalSignore solo, e non dagli angeli, perché ogni angelo nel cielo riconosce che nulla di ciòche è bene e vero è da se stesso, ma ognuna di queste cose procede dal Signore.
539. Nel mondo spirituale la verità dal bene è la fonte di ogni potere, e la falsità dalmale non ha alcun potere. Questo perché il Divino stesso nel cielo è il Divino bene e laDivina verità, e tutto il potere appartiene al Divino. La falsità dal male è priva di potereperché la verità dal bene è la fonte di ogni potere, e nella falsità dal male non c'è nulladella verità dal bene. Di conseguenza nel cielo c'è tutto il potere, e nessuno nell'inferno;perché tutti nel cielo sono nella verità dal bene, e tutti nell'inferno sono nella falsità dalmale. Perché nessuno è ammesso nel cielo fino a quando non è nella verità dal bene, enessuno è precipitato nell'inferno fino a quando non è nella falsità dal male. (Che siacosì può essere visto nei capitoli che trattano del primo, del secondo e del terzo statodell'uomo dopo la morte, nn. 491520; e che tutto il potere appartenga alla verità dalbene può essere visto nel capitolo inerente il potere degli angeli nel cielo, nn. 228233).
540. Tale, dunque, è l'equilibrio tra cielo e inferno. Coloro che sono nel mondo deglispiriti si trovano in questo equilibrio, perché il mondo degli spiriti è a metà strada tracielo e l'inferno. Dalla stessa origine tutti gli uomini nel mondo sono tenuti in un simileequilibrio, poiché gli uomini nel mondo sono governati dal Signore per mezzo di spiritiresidenti nel mondo degli spiriti, come si vedrà più avanti. Nessun equilibrio sarebbepossibile a meno che il Signore non governasse sia il cielo, sia l'inferno e se non lidisciplinasse entrambi. In caso contrario, la falsità dal male sarebbe preponderante, einfluenzerebbe gli spiriti semplici e retti che sono nella regione più periferica del cielo, ilcui equilibrio può essere pervertito più facilmente di quanto gli stessi angeli possanofare per opporsi; e di lì l'equilibrio perirebbe, e con esso la libertà negli uomini.
541. L'inferno, come il cielo, è diviso in società, tante quante ve ne sono nel cielo;perché ad ogni società nel cielo corrisponde un'opposta società nell'inferno, e questo peril bene dell'equilibrio. Ed i mali e le conseguenti falsità sono ciò che distingue le societànell'inferno, come i beni e le verità che ne derivano sono ciò che distingue le società nelcielo. Che per ogni bene vi sia un male in opposizione, e per ogni verità un'oppostafalsità può essere noto da ciò, che nulla può esistere senza una relazione con il suoopposto, e quale sia il genere ed il rango di ogni cosa, può essere conosciuto dal suo
opposto, e da ciò deriva ogni percezione e sensazione. Per questo motivo il Signoreprovvede continuamente affinché ogni società nei cieli abbia un'opposta societànell'inferno, e che vi sia equilibrio tra le due.
542. Poiché l'inferno è diviso nello stesso numero di società del cielo, ci sono tantiinferni quante sono le società del cielo; perché ogni società del cielo è un cielo in unaforma minore (si veda sopra, nn. 5158), così ogni società nell'inferno è un inferno inuna forma minore. Come in generale ci sono tre cieli, così in generale, ci sono tre inferni,uno più profondo, che è in opposizione al cielo più intimo o terzo cielo, uno di mezzo,che si trova in opposizione al cielo intermedio, o secondo cielo, e uno superiore, che sitrova in opposizione al cielo più esterno o primo cielo.
543. In che modo gli inferni sono governati dal Signore deve essere brevementespiegato. In generale gli inferni sono governati da un generale efflusso dai cieli delDivino bene e della Divina verità, dai quali lo sforzo generale che sgorga dagli inferniviene controllato e trattenuto; ed anche da un efflusso particolare da ogni cielo e da ognisocietà del cielo. Gli inferni sono governati in particolare per mezzo degli angeli, aiquali è concesso di esaminare gli inferni e di frenare le follie ed i tormenti di lì; a voltegli angeli sono inviati per moderare pazzie e tormenti con la loro presenza. Ma ingenerale tutti negli inferni sono governati per mezzo delle loro paure. Alcuni sonogovernati da paure radicatesi nel mondo e ancora insite in essi; ma siccome questepaure non sono sufficienti, e gradualmente diminuiscono, sono governati dal timore dipunizioni; ed è soprattutto per mezzo di queste che sono dissuasi dal fare il male. Lepene nell'inferno sono molteplici, più lievi o più gravi a seconda dei mali. Per lamaggior parte, i più malvagi, che eccellono in astuzia e in artifici, e che sono in grado ditenere il resto in soggezione e in schiavitù per mezzo di punizioni e del terroreconseguenti, sono posti a capo degli altri, ma questi governatori non osano andare oltrei limiti loro imposti. Si deve comprendere che l'unico mezzo per frenare la violenza e lafuria di coloro che sono negli inferni è la paura della punizione. Non c'è altro modo.
544. Si è creduto finora nel mondo che vi sia un diavolo a capo degli inferni; che èstato creato angelo di luce; ma essendo diventato ribelle fu precipitato con il suo seguitonell'inferno. Questa convinzione ha prevalso perché le parole diavolo e satana, e ancheLucifero, sono citate nella Parola, e la Parola in quei luoghi è stata compresa secondo ilsignificato letterale. Ma per diavolo e per satana lì si intende l'inferno; in particolare,diavolo significa l'inferno più profondo, dove dimorano i peggiori, che sono chiamatigeni malvagi; e satana, l'inferno soprastante, dove dimorano i meno malvagi, che sonochiamati spiriti maligni; e per Lucifero si intendono coloro che appartengono a Babele, oBabilonia, i quali vorrebbero estendere il loro dominio fino al cielo. Che non vi sia alcundiavolo al quale gli inferni sono sottomessi è evidente anche da questo, che tutti coloro
che sono negli inferni, come tutti coloro che sono nei cieli, appartengono al genereumano (si vedano i nn. 311317); e quelli che sono lì dall'inizio della creazioneammontano a miriadi di miriadi, e ognuno di essi è un diavolo conformemente alla suaopposizione al Divino, mentre viveva nel mondo (si veda sopra, nn. 311, 312).
57Il Signore non precipita nessuno nell'inferno, è lo
spirito che si precipita
545. Presso alcuni ha prevalso la convinzione che Dio allontani il suo volto dall'uomo,lo precipiti nell'inferno, e sia adirato con lui a causa del suo male; altri credono ancheche Dio punisca l'uomo e gli faccia del male. Tali persuasioni derivano dal significatoletterale della Parola, in cui sono dichiarate simili cose, ignorando che il significatospirituale della Parola, da cui il significato letterale è chiarito, è del tutto differente; e diconseguenza, che la dottrina autentica della chiesa, che ha il suo fondamento nelsignificato spirituale della Parola, insegna diversamente cioè, che Dio non allontana ilsuo volto dall'uomo, non precipita nessuno nell'inferno, e non è adirato con nessunuomo.285 Ciascuno, la cui mente sia illuminata percepisce che questo è vero quandolegge la Parola, dalla semplice verità che Dio è il bene stesso, l'amore stesso e lamisericordia stessa; e che il bene stesso non può fare del male a nessuno; e l'amorestesso e la misericordia stessa, non può allontanare l'uomo da sé, perché questo è control'essenza stessa della misericordia e dell'amore, dunque in contrasto con il Divinostesso. Perciò coloro che pensano attraverso una mente illuminata percepisconochiaramente, quando leggono la Parola, che Dio non si allontana mai dall'uomo; esiccome egli non si allontana mai da lui, si occupa di lui, per bontà, amore emisericordia, cioè, vuole il suo bene, lo ama ed è misericordioso con lui. Da ciò essicomprendono che il significato letterale della Parola, in cui queste cose sono esposte,cela dentro di sé un significato spirituale, e che queste espressioni che vengonoutilizzate nel significato letterale, secondo la capacità di apprendimento dell'uomo esecondo la sue idee primitive e generiche, debbono essere spiegate in conformità con ilsenso spirituale.
546. Coloro che sono illuminati vedono, inoltre, che il bene ed il male sono inopposizione, e sono quindi opposti come il cielo e l'inferno, e che tutto il bene viene dalcielo e tutto il male dall'inferno; e poiché è il Divino del Signore che forma il cielo (nn. 712), null'altro che il bene fluisce nell'uomo dal Signore, e null'altro che il maledall'inferno; così il Signore viene continuamente in soccorso dell'uomo allontanandolo
285 Nella Parola rabbia e odio sono attribuite al Signore, ma esse sono nell'uomo, e sono così espresseperché tali sono in apparenza presso l'uomo quando egli è punito e dannato (nn. 798, 5798, 6997, 8284,8483, 8875, 9306, 10431). Il male anche è attribuito al Signore, sebbene null'altro che il bene procede daLui (nn. 2447, 6071, 6991, 6997, 7533, 7632, 7679, 7926, 8227, 8228, 8632, 9306). Perché nella Parola questimali sono così espressi (nn. 6071, 6991, 6997, 7632, 7643, 7679, 7710, 7926, 8282, 9010, 9128). Il Signore èpura misericordia e clemenza (nn. 6997, 8875).
dal male e guidandolo verso il bene, mentre l'inferno conduce continuamente l'uomoverso il male. Se l'uomo non fosse tra questi due, non avrebbe alcun pensiero, alcunavolontà, e ancora meno godrebbe di qualsiasi libertà o di qualsiasi scelta; perché l'uomoè dotato di queste facoltà in virtù dell'equilibrio tra bene e male, di conseguenza se ilSignore si allontanasse, lasciando l'uomo da solo con il male, l'uomo cesserebbe diessere uomo. Tutto ciò dimostra che il Signore è presente nel bene, presso ogni uomo,sia nell'empio, sia nel retto; ma con la differenza che il Signore ritira continuamentel'uomo empio dal male e guida continuamente l'uomo retto al bene; e questa differenzasta nell'uomo stesso, in quanto egli è un ricettacolo.
547. Da ciò è chiaro che è a causa dell'inferno che l'uomo compie il male, ed a causadel Signore che l'uomo compie il bene. Ma l'uomo crede che qualunque cosa faccia lo fada se stesso, e in conseguenza di ciò, il male che fa aderisce a lui come suo proprio, eper questo motivo l'uomo è la causa del suo male, e in alcun modo il Signore. Il malenell'uomo è l'inferno in lui, poiché è la stessa cosa dire male o inferno. E poiché l'uomo èla causa del suo male è portato all'inferno, non dal Signore, ma da se stesso. Il Signorelibera dall'inferno l'uomo nella misura in cui questi non vuole e non ama restare nelproprio male. La volontà e l'amore dell'uomo restano in lui dopo la morte (nn. 470484).Colui che vuole e ama il male nel mondo, vuole e ama ugualmente il male nell'altra vita,ma allora non desidera più essere ritirato dal male. Se, dunque, un uomo è nel male, èlegato all'inferno, e rispetto al suo spirito è realmente lì, e dopo la morte non desideraaltro che essere dove è il suo male; di conseguenza è l'uomo che si precipita nell'infernodopo la morte, e non ad opera del Signore.
548. In che modo questo avvenga deve anche essere spiegato. Quando l'uomo entranell'altra vita viene accolto prima dagli angeli, che compiono per lui tutti i buoni uffici,e gli parlano del Signore, del cielo, e della vita angelica, e lo istruiscono nelle cose cheappartengono alla verità ed al bene. Ma se l'uomo, che ora è uno spirito, sapeva diqueste cose nel mondo, e nel cuore le ha negate o disprezzate, dopo qualcheconversazione desidera allontanarsi da questi angeli. Appena gli angeli percepisconoquesto lo lasciano. Dopo essersi associato con altri alla fine si unisce a quelli che sononel suo stesso male (si veda sopra, nn. 445452). Quando ciò avviene egli si allontana dalSignore e volge lo sguardo verso l'inferno a cui era stato unito nel mondo, nel quale sitrovano quelli che sono in un simile amore del male. Tutto ciò rende chiaro che ilSignore attrae a sé ogni spirito per mezzo degli angeli e per mezzo dell'influsso dalcielo; ma quegli spiriti che sono completamente nel male, resistono, e per così dire,lacerano ogni legame allontanandosi dal Signore, e sono attratti dal loro proprio male,quindi dall'inferno, come se fossero tirati da una corda, con la quale sono legati. Epoiché sono così attratti, in ragione del loro amore per il male che intendonoassecondare, è evidente che essi stessi si precipitano nell'inferno per loro libera scelta.
Gli uomini nel mondo a causa della loro idea dell'inferno non riescono a credere che siacosì. Infatti, nell'altra vita davanti agli occhi di coloro che sono al di fuori dell'inferno,tale visione non appare; ma solo a coloro che si precipitano nell'inferno, entrandovi cosìdi loro spontanea volontà. Quelli che entrano da un amore ardente del male sembranogettarsi a capofitto, con la testa in giù ed i piedi verso l'alto. È a causa di questaapparenza che sembrano essere gettati nell'inferno dal potere Divino. (Ma di questo sidirà oltre, n. 574.) Da tutto questo si può vedere che il Signore non precipita nessunonell'inferno, ma ciascuno si getta da se stesso nell'inferno, sia durante la propria vita nelmondo, sia dopo la morte quando giunge in mezzo agli spiriti.
549. Il Signore in ragione dalla sua Divina essenza, che è bontà, amore e misericordia,non è in grado di trattare nello stesso modo con ogni uomo, perché i mali e le lorofalsità non solo evitano, e interrompono il suo influsso Divino, ma lo rifiutano anche. Imali e le loro falsità sono come le nuvole nere che si interpongono tra il sole e l'occhio, esottraggono la luminosità del sole e la serenità della sua luce, anche se lo sforzoincessante del sole per dissipare le nubi è continuo, alle loro spalle; e nel frattempo sitrasmette tutt'intorno una sorta di luce oscura nell'occhio dell'uomo. Lo stesso accadenel mondo spirituale. Il sole lì è il Signore e il Divino amore (nn. 116140); e la luce lì è laDivina verità (nn.126140); le nuvole nere lì sono le falsità dal male; e l'occhio èl'intelletto. Perché chiunque in quel mondo che sia nella falsità dal male è circondato dauna nuvola, che è nera e densa a seconda dell'intensità del suo male. Da ciò si puòcomprendere che il Signore è presente incessantemente presso tutti, ma è ricevuto inmodo differente da ciascuno.
550. Gli spiriti empi sono severamente puniti nel mondo degli spiriti affinché permezzo delle punizioni possano essere dissuasi dal compiere il male. Queste sembranoaver luogo ad opera del Signore; eppure nessuna punizione viene dal Signore, ma dalmale stesso, perché il male è così intimamente legato con la sua punizione che i due nonpossono essere separati. Perché l'orda infernale non desidera né ama altro che fare ilmale, specialmente infliggendo punizioni e tormenti agli altri; ed essi maltrattano einfliggono punizioni su chiunque non sia protetto dal Signore. Quando, dunque, il maleè fatto da un cuore malvagio, che rigetta ogni protezione da parte del Signore, gli spiritiinfernali puntano su di lui, e gli infliggono la punizione. Questo può essere in parteillustrato attraverso i mali e le loro pene nel mondo, dove questi due sono ugualmenteuniti. Perché le leggi nel mondo prescrivono una pena per ogni male; perciò colui che siprecipita nel male, si precipita anche nella pena ad esso associata. L'unica differenza èche nel mondo il male può essere nascosto; viceversa nell'altra vita non può esserenascosto. Tutto ciò rende chiaro che il Signore non fa del male a nessuno; ed è lo stessonel mondo, dove non è il re, né il giudice né la legge, la causa della punizione deicolpevoli, perché questi non sono causa del male commesso dal malfattore.
58Tutti coloro che sono nell'inferno sono nei mali e
nelle conseguenti falsità che derivano dall'amore disé e dall’amore del mondo
551. Tutti coloro che sono negli inferni sono nei mali e nelle conseguenti falsità, enessuno è allo stesso tempo nei mali e nella verità. Nel mondo gli uomini empi per lamaggior parte hanno qualche conoscenza delle verità spirituali, che sono le verità dellachiesa, essendo state loro insegnate fin dall'infanzia e poi attraverso le prediche e dallalettura della Parola. Alcuni hanno anche indotto altri a credere che essi sono cristiani nelcuore a causa del loro saper parlare con finta affezione in armonia con la verità, e anchedel loro comportamento retto, come se provenisse dalla fede spirituale. Ma taliindividui, i cui pensieri interiori sono stati ostili a queste verità, e che si sono astenutidal fare i mali che erano coerenti con i loro pensieri solo a causa delle leggi civili, o invista della fama, degli onori e del guadagno, sono malvagi nel cuore, e non sono nelleverità e nei beni interiormente, ma solo esteriormente; e di conseguenza, quandol’esteriore è sottratto loro nell'altra vita, e l'interiore che attiene al loro spirito è rivelato,sono completamente nei mali e nelle falsità, essendo esclusa in loro ogni verità ed ognibene; ed è quindi chiaro che le verità ed i beni risiedevano nella loro memoria soltantocome cose conosciute, cui essi attingevano nelle conversazioni per esibire in apparenzail bene che sembrava provenisse dall'amore spirituale e dalla fede. Quando questi sonolasciati nel loro interiore e quindi nei loro mali, non sono più in grado di parlare di ciòche è vero, ma solo di ciò che è falso, perché parlano attraverso i loro mali; perchéparlare di ciò che è vero dai mali, allora è impossibile, dato che lo spirito non è altro cheil suo male, e dal male scaturisce solo ciò che è falso. Ogni spirito empio è ridotto inquesto stato prima di essere precipitato nell'inferno (v. sopra, nn. 499512). Questo è ciòche s'intende per distruzione in relazione alle verità ed ai beni.286 La distruzione èsemplicemente l'essere lasciati nel proprio interiore, cioè in quello che è proprio dellospirito, o nello spirito stesso (v. sopra, n. 425).
286 Prima che gli empi siano precipitati nell'inferno debbono essere distrutti rispetto alle verità ed ai beni,quando questo è stato fatto, sono loro stessi che si dirigono verso l'inferno (nn. 6977, 7039, 7795, 8210,8232, 9330). Il Signore non li distrugge, ma sono loro stessi che si distruggono (nn. 7643, 7926). Ogni maleha in sé ciò che è falso; perciò quelli che sono nel male sono nella falsità, anche se alcuni lo ignorano (nn.7577, 8094). Quelli che sono nel male pensano necessariamente ciò che è falso quando essi pensano da sestessi (n. 7437). Tutti coloro che sono nell'inferno pronunciano falsità dal male (nn. 1695, 7351, 7352, 7357,7392, 7689).
552. Quando l'uomo dopo la morte entra in questo stato egli non è più un uomospirito, come era nel suo primo stato (di cui sopra, nn. 491498), ma è realmente unospirito; perché egli è realmente uno spirito che ha un volto ed un corpo checorrispondono al suo interiore, che attiene alla sua mente, cioè, ha una forma esterioreche è un'immagine o un'effigie del suo interiore. Uno spirito è tale dopo esser passatoattraverso il primo ed il secondo stato, di cui si è detto più sopra; di conseguenza,quando è visto dagli altri, la sua indole è immediatamente nota, non solo dal suo volto edal suo corpo, ma anche dal suo discorso e dai suoi movimenti; e siccome poi egli è inse stesso, non può essere in nessun altro luogo se non quello in cui sono i suoi simili.
[2] Perché nel mondo spirituale c'è una piena condivisione delle affezioni e deipensieri, e di conseguenza lo spirito è convogliato verso i suoi simili, come se fosseparte integrante di questi, in ragione della comune affezione e del comune piacere. Egli,infatti, volge il suo sguardo in quella direzione; poiché così respira la propria vitaovvero dirige il suo respiro liberamente. Deve essere chiaro che questa condivisione congli altri nel mondo spirituale è effettuata in conformità della rotazione del volto, e checiascuno ha costantemente davanti a sé quelli che sono in un amore simile al suo, equesto in ogni rotazione del corpo (v. sopra, n. 151).
[3] In conseguenza di ciò tutti gli spiriti infernali si allontanano dal Signore,dirigendosi verso il corpo densamente oscuro, che è ubicato nella regione del sole edella luna di questo mondo, mentre tutti gli angeli del cielo si rivolgono al Signore inquanto sole del cielo ed in quanto luna del cielo (si veda sopra, nn. 123, 143, 144, 151).Da tutto ciò è chiaro che tutti coloro che sono negli inferni sono nei mali e nelleconseguenti falsità; e sono anche rivolti verso gli amori loro propri.
553. Tutti gli spiriti negli inferni, se visti nella luce del cielo, appaiono nella forma delloro male; perché ciascuno lì è l'immagine del suo male, dato che il suo interiore ed ilsuo esteriore agiscono unanimemente, essendo l'interiore visibile nell'esteriore, cioè nelvolto, nel corpo, nella parola e nei movimenti; quindi l'indole dello spirito è nota nonappena questi appare alla vista. In generale gli spiriti maligni sono forme di disprezzoper gli altri e di minaccia nei confronti di coloro che li avversano; sono forme di odio divaria natura, ed anche di vendetta. La ferocia e la crudeltà dal loro interiore si manifestaattraverso queste forme. Ma quando sono lodati, venerati e adorati dagli altri, i lorovolti sono indotti ad assumere un'espressione di gioia e diletto.
[2] È impossibile descrivere in poche parole in che modo queste forme appaiano,perché nessuno è uguale all'altro, sebbene vi sia una generica somiglianza tra coloro chesono nello stesso male, e quindi nella stessa società infernale, da cui, come attraversouna base comune, i volti di questi appaiono in una certa somiglianza. In generale i loro
volti sono orribili, e privi di vita come quelli dei cadaveri; i volti di alcuni sono neri,quelli di altri sono ardenti come torce, altri sono sfigurati da brufoli, verruche, e ulcere;alcuni sembrano essere privi del volto, ma al suo posto hanno qualcosa di peloso oosseo; ed in alcuni sono visibili solo i denti; anche i loro corpi sono mostruosi, e il lorolinguaggio è quello della rabbia, dell'odio o della vendetta; perché tutto ciò di cui essiparlano scaturisce dalla loro falsità, mentre il loro tono deriva dal proprio male. In unaparola, sono tutti immagini dell'inferno loro proprio.
[3] Non mi è stato permesso di vedere quale sia la forma dell'inferno in generale; mi èstato solo detto che al pari dell'intero cielo, che nel suo complesso appare come un solouomo (nn. 5967), così pure l'intero inferno nel suo complesso appare come un solodiavolo e tale si manifesta (si veda sopra, n. 544). Ma spesso, mi è stato permesso divedere le forme particolari degli inferni o delle società infernali, perché agli ingressi diqueste, che sono chiamate porte degli inferni, normalmente appare un mostro cherappresenta in modo generale la forma di quelli che sono al loro interno. Le passioniferoci di coloro che dimorano lì sono rappresentate allo stesso tempo in modo orribile emostruoso che evito di descrivere.
[4] Ma deve essere compreso che questo è il modo in cui gli spiriti infernali appaiononella luce del cielo, mentre tra di loro essi appaiono come uomini. Questo in virtù dellamisericordia del Signore, affinché essi non appaiano ripugnanti l'uno all'altro comeappaiono davanti agli angeli. Ma questo apparenza è artificiosa, perché non appenaentra un raggio di luce dal cielo, la loro forma umana si trasforma in una formamostruosa, così come sono in se stessi (come è stato descritto sopra). Infatti, nella lucedel cielo tutto appare come è in sé. Per questo motivo essi evitano la luce del cielo e siprecipitano nella loro luce, che è simile a quella di carboni accesi, e in alcuni casi comequella del fuoco che si sprigiona dalla combustione dello zolfo; ma anche questa luce sitrasforma in fitta oscurità quando è lambita dalla luce del cielo. È per questo che si dicedegli inferni che sono tenebre e oscurità; perché tenebre e oscurità significano le falsità chederivano dal male, come esse sono nell'inferno.
554. Da un esame di queste forme mostruose di spiriti negli inferni (che, come si èdetto, sono tutte forme di disprezzo degli altri e di minacce contro gli avversari, e anchedi odio e di vendetta contro chi non li favorisce), è risultato evidente che in generale,erano tutte forme dell’amore di sé e dell'amore del mondo; e le forme specifiche diquesti mali hanno la loro origine in questi due amori. Inoltre, mi è stato detto dal cielo, emi è stato confermato da una nutrita esperienza, che questi due amori, l'amore di sé el'amore del mondo, governano gli inferni e costituiscono anche gli inferni; e che l'amoreper il Signore e l'amore verso il prossimo, governano nei cieli e costituiscono il cielo; edinoltre, che i due amori che costituiscono l'inferno e i due amori che costituiscono il
cielo sono diametralmente opposti gli uni agli altri.
555. In un primo momento mi sono chiesto come fosse possibile che l'amore di sé el'amore del mondo potessero essere così diabolici, e come mai coloro che sono in questiamori potessero essere tali mostri in apparenza; perché nel mondo è scarsamente tenutoin considerazione il concetto di amore di sé, tranne che in relazione allo stato d'animodell'euforia esteriore denominato superbia, che essendo così evidente alla vista, èconsiderato come l'amore di sé. Inoltre, l'amore di sé, quando si manifesta così, èconsiderato nel mondo l'autentico fuoco della vita da cui l'uomo è stimolato a cercareun impiego, e se questi non raggiunge l'onore o la gloria con esso la sua mente siintorpidisce. Ci si chiede, chi ha mai fatto alcuna azione valorosa, utile, e distinta, senon allo scopo di essere lodato, onorato e stimato dagli altri? E quale origine ciò possaavere se non il fuoco dell'amore per la gloria e per l'onore, di conseguenza per il sé? Pertale ragione si ignora nel mondo che l'amore di sé, considerato in se stesso, è l'amore chedomina nell'inferno e costituisce l'inferno nell'uomo. Stando così le cose, primadescriverò ciò che è l'amore di sé, e poi mostrerò come tutti i mali e le loro falsitàscaturiscano da quell'amore come dalla loro sorgente.
556. L'amore di sé è il desiderare esclusivamente il bene di se stessi, e qualora sidesideri anche il bene degli altri, ciò è soltanto in funzione del bene di se stessi; e cosìpure, per la chiesa, la propria nazione, o per qualsiasi società umana. Esso consisteanche nel fare il bene a tutti questi esclusivamente per il bene della propria reputazione,del proprio onore e della gloria; e tranne nel caso in cui queste mire siano abbordabili,nell'adempimento di determinati buoni uffici, l'empio dice in cuor suo, Che m'importa?Perché dovrei farlo? Che cosa posso ottenere da ciò? E quindi non lo fanno.Evidentemente, allora, colui che è nell'amore di sé, non ama la chiesa, né la patria, né lasocietà è neppure alcun ufficio, ma soltanto se stesso. La sua gioia è unicamente ilpiacere dell'amore di sé; e siccome la gioia che esce dal suo amore è ciò che costituisce lavita dell'uomo, la sua vita è la vita del sé; e una vita del sé è una vita a partire da ciò cheè il proprio dell'uomo, e ciò che è proprio dell'uomo, considerato in sé, non è altro chemale. Colui che ama se stesso ama anche coloro che appartengono a lui, cioè, inparticolare, i suoi figli e nipoti, e in generale, tutti coloro che sono tutt’uno con lui, cheegli chiama i suoi. Amare questi è amare se stesso, perché egli li considera come sestesso, e se stesso in loro. Tra quelli che chiama i suoi vi sono anche tutti quelli che lolodano, lo onorano, e gli fanno la corte.
557. Cosa sia l'amore di sé può essere visto attraverso il confronto con l'amore celeste.L'amore celeste consiste nell'amare gli usi per il bene degli usi, o nell'amare i beni peramore dei beni, che sono fatti dall'uomo in nome della chiesa, della patria, della società,e di un concittadino; perché questo è amare Dio e amare il prossimo, dato che ogni uso
e ogni bene ha origine da Dio; questo è il prossimo che deve essere amato. Ma chi amaquesti per il bene di se stesso, li ama semplicemente come servi, perché sono a lui utili;di conseguenza è nella volontà di colui che è nell'amore di sé, che la chiesa, la patria, lasocietà, ed i suoi concittadini, lo debbano servire, e non egli stesso essere al loroservizio, perché egli antepone se stesso a loro, sottomettendo con ciò gli altri a se stesso.Pertanto, nella misura in cui uno è nell'amore di sé, si separa dal cielo, perché si separadall'amore celeste.
558a. Inoltre, nella misura in cui uno è nell'amore celeste, che consiste nell'amare gliusi ed i beni e nel lasciarsi trasportare dalla gioia del cuore nell'adempiere ad essi per ilbene della chiesa, della patria, della società e dei propri concittadini, egli è nella stessamisura guidato dal Signore, perché quell'amore è l'amore in cui è il Signore, e cheproviene da Lui. E nella misura in cui chiunque è nell'amore di sé, vale a dire, nelcompimento di usi e beni nell'interesse di se stesso, egli è guidato da se stesso; e coluiche è guidato da se stesso, non è guidato dal Signore. E da questo consegue anche chenella misura in cui qualcuno ama se stesso si separa dal Divino, quindi anche dalcielo.287 Essere guidati da se stessi significa essere guidati da ciò che è il proprio; ed ilproprio dell'uomo non è altro che male; perché il male ereditato dell'uomo consistenell'amore di sé più dell'amore di Dio, e nell'amore del mondo più dell'amore del cielo.Ogni volta che l'uomo mira a se stesso nel bene che compie, è lasciato nel suo proprio,cioè, nei suoi mali ereditati; perché egli allora guarda attraverso il bene di se stesso eattraverso se stesso, al bene, e perciò egli manifesta un'immagine di se stesso nel suobene, e non un'immagine del Divino. Che sia così mi è stato anche mostrato attraversol'esperienza. Vi erano spiriti empi la cui dimora era in una regione intermedia trasettentrione e occidente, sotto il cielo, i quali erano abili nell'arte di guidare gli spiritiretti nella loro natura e quindi, in mali di vario genere. Essi facevano ciò guidandoli neiloro pensieri su se stessi, o apertamente, attraverso lodi e onori, oppure segretamenteindirizzando le loro affezioni verso se stessi; e nella misura in cui questo ha luogo, ivolti degli spiriti retti si allontanano dal cielo, e nella stessa misura essi oscurano la lorocomprensione e suscitano i mali da ciò che è loro proprio.
558b. Che l'amore di sé sia opposto all'amore del prossimo può essere vistodall'origine e dall'essenza di entrambi. L'amore di colui che è nell'amore di sé inizia da
287 Il proprio dell'uomo, che egli eredita dai suoi genitori, non è altro che male intenso (nn. 210, 215, 731,876, 987, 1047, 2307, 2308, 3518, 3701, 3812, 8480, 8550, 10283, 10284, 10286, 10731). Il proprio dell'uomo èl'amore di sé più dell'amore di Dio, e l'amore del mondo più del cielo, e non avere in alcunaconsiderazione il prossimo rispetto a se stesso, se non per il bene di sé, che è il proprio di ciascuno;dunque esso consiste nell'amore di sé e nell'amore del mondo (nn. 694, 731, 4317, 5660). Tutti i malifluiscono dall'amore di sé e dall'amore dl mondo quando questi sono predominanti (nn. 1307, 1308, 1321,1594, 1691, 3413, 7255, 7376, 7488, 7489, 8318, 9335, 9348, 10038, 10742). Questi mali sono il disprezzo deglialtri, l'inimicizia, l'odio, la vendetta, la crudeltà e l'inganno (nn. 6667, 7370, 7374, 9348, 10038, 10742). Daquesti mali derivano tutte le falsità (nn. 1047, 10283, 10284, 10286).
se stesso, perché sostiene che ognuno è il prossimo di se stesso; e, da se stesso in quantocentro, si estende a tutti coloro che sono in sintonia con lui, diminuendo secondo ilgrado della loro affinità con lui in relazione all'amore. Tutti quelli al di fuori di questocerchio sono ritenti non degni di alcuna considerazione; e coloro che sono opposti aquelli nel cerchio ed ai loro mali, sono considerati nemici, qualunque sia il lorocarattere, siano essi savi, retti, onesti, o semplicemente giusti. Viceversa l'amorespirituale verso il prossimo inizia dal Signore, e si estende da Lui come centro di tutticoloro che sono congiunti a Lui dall'amore e dalla fede, procedendo secondo la qualitàdel loro amore e della fede.288 Evidentemente, allora, l'amore del prossimo che iniziadall'uomo è l'opposto dell'amore per il prossimo che ha il suo inizio nel Signore; ilprimo procede dal male, perché procede da ciò che è proprio dell'uomo, mentre ilsecondo procede dal bene perché procede dal Signore, che è il bene stesso.Evidentemente, ancora, l'amore del prossimo che procede dall'uomo e da ciò che è ilsuo proprio è corporeo, mentre l'amore del prossimo che procede dal Signore è celeste.In una parola, nell'uomo in cui prevale l'amore di sé, quell'amore costituisce la testa, el'amore celeste costituisce i piedi. Su quel primo amore poggia il secondo, e se questonon si conforma ad esso, lo calpesta sotto i piedi. Questa è la causa del fatto che coloroche si precipitano nell'inferno appaiono gettarsi con la testa verso il basso, in direzionedell'inferno, e con i piedi rivolti verso l'alto, in direzione del cielo (si veda sopra, n. 548).
559. Inoltre, l'amore di sé è tale che, nella misura in cui le redini sono libere, cioè, nellamisura in cui i vincoli esteriori sono rimossi, vale a dire i timori della legge e della suepene, della perdita della reputazione, dell'onore, del guadagno, dell'impiego, e dellavita, si accresce fino alla brama di dominare non solo sul mondo intero, ma anche oltre,sul cielo intero, e oltre, sul Divino stesso, non conoscendo limite né fine. Questapropensione si cela nascosta in tutti coloro che sono nell'amore di sé, anche se non simanifesta nel mondo, dove è tenuta sotto controllo da vincoli, quali quelli che sono staticitati. Tutti possono vedere esempi di ciò nei potenti e nei re che non sono soggetti a talirestrizioni e tali vincoli, e che mirano a soggiogare nazioni e regni nella misura in cui leloro imprese hanno successo, ed aspirano al potere ed alla gloria senza limiti; ed in
288 Quelli che ignorano cosa sia l'amore per il prossimo pensano che ogni uomo sia il prossimo, e che ilbene deve essere fatto a chiunque abbia bisogno di aiuto (n. 6704). Essi credono anche che l'amore per ilprossimo cominci dal sé (n. 6933). Coloro che amano se stessi al di sopra di ogni cosa, cioè, coloro il cuiamore di sé è dominante, fanno iniziare tale amore con l'amore di sé (n. 6710). In che modo ciascuno èprossimo di se stesso (nn. 6933–6938). Ma coloro che sono cristiani e che amano Dio sopra ogni cosa,fanno iniziare l'amore per il prossimo con il Signore, perché Egli deve essere amato sopra ogni cosa (nn.6706, 6711, 6819, 6824). Le varietà di prossimo sono tante quante sono le varietà del bene dal Signore, edovrebbe essere distinto il compimento del bene a chiunque in funzione della qualità dello stato dellapersona, e questa è materia inerente la prudenza cristiana (nn. 6707, 6709, 6711, 6818). Queste varietà sonoinnumerevoli, e per questa ragione gli antichi, che conoscevano la nozione di prossimo, distinguevanol'esercizio della carità per classi, che individuavano con nomi adatti, da cui deducevano in che misuraciascuno è prossimo, ed in che modo il bene deve essere fatto a ciascuno, usando prudenza (nn. 2417,6628, 6705, 7259–7262). La dottrina delle chiese antiche era la dottrina della carità verso il prossimo, e daciò essi traevano la sapienza (nn. 2417, 2385, 3419, 3420, 4844, 6628).
modo ancora più imponente nella babilonia del presente, che ha esteso il suo dominionel cielo, e ha trasferito a se stessa tutta la potenza Divina del Signore, e continuamentedesidera di più. Che tali uomini, quando giungono nell'altra vita dopo la morte, sonocontrapposti al Divino e al cielo, e sono dalla parte dell'inferno, può essere visto nelbreve lavoro Ultimo Giudizio e distruzione di Babilonia.
560. Si pensi ad una società di tali persone, tutte nell'amore di sé, ovvero nell'amoredegli altri solo in quanto facciano tutt'uno con loro stessi, e vedrete che il loro amore èproprio come l'amore tra i ladri, i quali si abbracciano e si considerano reciprocamenteamici fino a quando agiscono insieme; ma quando si separano e cessano di esserereciprocamente fedeli, si levano uno contro l'altro, essendo capaci di uccidere. Quandosi esamina l'interiore della loro mente, si scopre che è pieno di un odio feroce ereciproco, e di scherno per la giustizia, per l’onestà, come per il Divino, del quale nonhanno alcuna considerazione. Questo è ancora più evidente nelle società di tali spiriti,negli inferni, di cui si tratterà di seguito.
561. L'interiore riguardante i pensieri e le affezioni di chi ama se stesso sopra ognicosa, è rivolto verso se stesso e verso il mondo, ed è quindi lontano dal Signore e dalcielo; e di conseguenza è ossessionato dai mali di ogni genere, e il Divino non può fluirein lui; perché se fluisse, sarebbe immediatamente immerso nei pensieri di sé, e sarebbecontaminato, e sarebbe anche mescolato con i mali che fluiscono da ciò che è il suoproprio. È per questo che quelli di una simile indole nell'altra vita volgono lo sguardoall'indietro, lontano dal Signore, e verso il corpo densamente scuro situato al posto delsole del mondo, che è diametralmente opposto al sole del cielo, che è il Signore (v.sopra, n. 123). Oscurità significa il male, ed il sole del mondo significa l'amore di sé.289
562. I mali di coloro che sono nell'amore di sé sono, in generale, il disprezzo degli altri,l'invidia, l'inimicizia contro tutti coloro che li osteggiano, e la conseguente ostilità,l'odio, la vendetta, l'astuzia, l'inganno, l'ingratitudine, e la crudeltà; e rispetto allequestioni religiose non vi è solo il disprezzo per il Divino e per le cose Divine, che sonole verità ed i beni della chiesa, ma anche l'ostilità verso questi. Quando l'uomo diventauno spirito, questa ostilità si trasforma in odio; e poi non solo non può sopportarel'ascolto di queste verità e dei beni, ma brucia anche di odio contro tutti coloro chericonoscono e adorano il Divino. Una volta ho parlato con un certo spirito che nelmondo era stato un uomo di potere, con un amore di sé smisurato; e quando hasemplicemente udito qualcuno parlare del Divino, e soprattutto quando ha uditoparlare del Signore, era così eccitato dall'odio suscitato dalla rabbia da bruciare per ildesiderio di uccidere; e quando le redini del suo amore erano sciolte voleva essere il
289 Il sole del mondo significa l'amore di sé (n. 2441). In questo senso, adorare il sole significa adorare quelle coseche sono contrapposte all'amore celeste ed al Signore (n. 2441, 10584). Il sole è sempre più caldo significal'incremento della lussuria del male (n. 8487).
diavolo stesso, che attraverso il proprio amore di sé potesse continuamente infestare ilcielo. Questo è il desiderio anche di alcuni della religione cattolica quando percepiscononell'altra vita che il Signore ha tutto il potere ed essi non ne hanno alcuno.
563. Ho visto certi spiriti, nella regione occidentale verso mezzogiorno, i qualiaffermavano di avere ricoperto nel mondo uffici di grande prestigio, e che meritavanodi essere apprezzati più di altri e di governare sugli altri. La loro indole interiore è stataesaminata dagli angeli, ed essi hanno riscontrato che nei loro uffici nel mondo questinon avevano avuto a cuore gli usi, ma se stessi e, quindi, che avevano anteposto sestessi agli usi. Ma siccome erano stati molto ansiosi e insistenti sul fatto che dovesseroessere elevati sugli altri, è stato loro permesso di associarsi con coloro che eranoconsultati su questioni di grande importanza; ma si percepiva che non erano in grado dioffrire alcun contributo agli affari in discussione, né di vedere le cose come sono in sestesse, o di parlare con riferimento agli usi della cose, ma erano in grado di parlaresoltanto in relazione al sé, e desideravano agire secondo il proprio gradimento. Sonostati quindi sollevati da questo ufficio, e lasciati nella ricerca di un'occupazione per sestessi altrove. Quindi si sono diretti più all'interno nella regione occidentale, dove sonostati ricevuti qua e là, ma ovunque è stato detto loro che pensavano solo a se stessi, e anessun altro affare, se non in relazione a se stessi, e per questo motivo erano stupidi esimili a spiriti corporei meramente sensuali. A causa di ciò dovunque sono andati sonostati mandati via. Qualche tempo dopo sono stati visti ridotti in uno stato di miseria achiedere l'elemosina. Questo rende evidente che coloro che sono nell'amore di sé, e nelfuoco di quell'amore che nel mondo conferisce una parvenza di sapienza, parlano soloattraverso la memoria, e non attraverso una luce razionale. Quindi nell'altra vita,quando non è più permesso di esprimersi attraverso le cose della memoria naturale,sono più ottusi di altri, anche per la ragione che essi sono separati dal Divino.
564. Ci sono due tipi di dominio, uno dell'amore verso il prossimo e l'altro dell'amoredi sé. Questi due domini nella loro essenza sono contrapposti. Colui che governasecondo l'amore verso il prossimo, vuole il bene di ciascuno, e non ama altro che gli usi,cioè, servire gli altri; vale a dire desiderare il bene degli altri e adempiere agli usi, per ilbene della chiesa, o della patria, o della società, o di un concittadino. Questo è il suoamore e la gioia del suo cuore. Inoltre, nella misura in cui uno è innalzato in dignitàsopra gli altri si rallegra, non per il bene della dignità, ma per il bene degli usi che è poiin grado di adempiere in maggiore abbondanza e in un rango superiore. Tale dominioesiste nei cieli.
[2] Ma colui che governa secondo l'amore di sé vuole il bene solo di se stesso; gli usiche mette in atto sono per il bene del suo onore e della sua gloria, i quali sono gli uniciusi che conosce; il suo fine nel servire gli altri è che egli possa essere servito, onorato, e
possa governare; egli cerca le dignità non al fine di rendere buoni uffici alla sua patriaed alla chiesa, ma allo scopo di acquisire preminenza e gloria, e di lì per compiacere ilsuo cuore.
[3] Inoltre, questo amore del dominio continua presso ciascuno, anche dopo la vita nelmondo. A quelli che hanno governato conformemente all'amore verso il prossimo sonoaffidati uffici autorevoli nei cieli; ma allora non sono loro che governano, ma gli usi cheessi amano; e quando gli usi governano, è il Signore che governa. Viceversa coloro chenel mondo hanno governato conformemente all'amore di sé, sono nell'inferno, e lì sonovili schiavi. Ho visto quelli che erano potenti nel mondo, ma che esercitavano ildominio secondo l'amore di sé, precipitati insieme ai più vili, e alcuni tra coloro chesono nelle fogne.
565. L'amore del mondo, è un amore contrapposto all'amore celeste in una misurainferiore rispetto all'amore di sé, perché i mali nascosti al suo interno sono mali minori.L'amore del mondo consiste nel desiderio di assicurare a sé, per mezzo di ogni generedi artificio, la ricchezza altrui, e di riporre il proprio cuore nelle ricchezze, dedicando lapropria vita a ciò che è mondano, e allontanandola così dall'amore spirituale, che èl'amore verso il prossimo, e quindi dal cielo e dal Divino. Ma questo amore èmolteplice. Vi è un amore per la ricchezza al fine di essere elevati negli onori, quandoquesti soli sono amati. Vi è un amore per gli onori e per le dignità al fine di accrescere laricchezza. Vi è un amore per la ricchezza per il bene di vari usi con i quali taluni siprocurano piaceri nel mondo. C'è un amore per la ricchezza fine a se stessa, che èl'amore miserabile dell'avaro; e così via. Il fine per il quale la ricchezza è ricercata èchiamato il suo uso; ed è il fine o l'uso che conferisce all'amore la sua qualità; perchél'amore è tale quale è il fine in vista, e tutte le altre cose sono semplicemente mezzi alservizio di quel fine.
59Cosa è il fuoco dell'inferno, e cosa
lo stridore di denti
566. Cosa sia il fuoco eterno, e lo stridore di denti, che sono menzionati nella Parola inrelazione a coloro che sono nell'inferno, finora è quasi sconosciuto, perché ciò che èscritto nella Parola, è stato inteso solo nel suo significato materiale, e nulla è noto circa ilsuo significato spirituale. Così il fuoco è stato inteso da alcuni come fuoco materiale, daaltri come tormento, in generale, da altri come rimorso di coscienza, e altri hannoaffermato che è menzionato solo per suscitare il terrore nei malvagi. Allo stesso modoalcuni hanno supposto che lo stridore di denti stia a significare uno stridore reale, ealcuni solo una sensazione di ribrezzo, come quello suscitato dall'udire il caratteristicoattrito dei denti. Ma chiunque conosca il significato spirituale della Parola sa cosa siintende per fuoco eterno, e per stridore di denti; perché ogni espressione nella Parolacontiene un significato spirituale, dal momento che la Parola nel suo seno è spirituale; eciò che è spirituale può essere esposto all'uomo solo nella forma naturale delleespressioni, perché l'uomo è nel mondo naturale e ragiona secondo le cose di quelmondo. Perciò, si dirà ora cosa si intende per fuoco eterno e stridore di denti nei qualientrano gli spiriti degli uomini empi dopo la morte, o che i loro spiriti sopportano nelmondo spirituale.
567. Ci sono due origini del calore, una è il sole del cielo che è il Signore, e l'altra il soledel mondo. Il calore che viene dal sole del cielo che è, il Signore, è il calore spirituale; equesto nella sua essenza è amore (si veda sopra, nn. 126140); mentre il calore del soledel mondo è il calore naturale, e questo nella sua essenza non è amore, ma funge daricettacolo al calore spirituale ovvero all'amore. Evidentemente l'amore nella suaessenza è calore, poiché è l'amore, in relazione al suo grado ed alla qualità, che dà calorealla mente, e quindi al corpo; e l'uomo fa esperienza di ciò, sia in inverno sia in estate. Ilriscaldamento del sangue proviene dalla stessa fonte. Che il calore naturale chescaturisce dal sole del mondo funga da ricettacolo del calore spirituale è evidente dalcalore del corpo, che è suscitato dal calore del suo spirito, ed è una sorta di sostituto diquel calore nel corpo. Ciò è particolarmente evidente dal calore primaverile ed estivonegli animali di ogni specie che allora ogni anno rinnovano i loro amori.
[2] Non è il calore naturale che produce questo effetto, bensì il loro corpo si dispone aricevere il calore che fluisce al suo interno dal mondo spirituale; perché il mondo
spirituale fluisce nel naturale come la causa nell'effetto. Chiunque creda che sia il calorenaturale a produrre questi amori si inganna enormemente, perché l'influsso è dalmondo spirituale nel mondo naturale, e non viceversa; e siccome ogni amore appartienealla vita stessa, esso è necessariamente spirituale.
[3] Ancora, chi crede che tutto scaturisca dal mondo naturale senza l'influsso delmondo spirituale si inganna, perché ciò che è naturale trae la sua esistenza nonché lasua sussistenza da ciò che è spirituale. Inoltre, gli enti del regno vegetale traggono laloro germinazione dall'influsso del mondo spirituale. Il calore naturale della primaverae dell'estate dispone solo i semi nelle loro forme naturali attraverso l'ampliamento el'apertura in modo che l'influsso del mondo spirituale possa lì agire come causa. Questecose sono dette per chiarire che ci sono due tipi di calore, il calore spirituale ed il calorenaturale; e che il calore spirituale è dal sole del cielo, mentre il calore naturale è dal soledel mondo, e che l'influsso e la conseguente cooperazione produce gli effetti cheappaiono davanti agli occhi nel mondo.290
568. Il calore spirituale nell'uomo è il calore della sua vita, perché, come è stato dettosopra, nella sua essenza è amore. Questo calore è ciò che nella Parola si intende perfuoco; l'amore per il Signore e l'amore verso il prossimo si intende per fuoco celeste; el'amore di sé e amore del mondo si intende per fuoco infernale.
569. Il fuoco o amore infernale scaturisce da un'origine simile al fuoco o amore celeste,e cioè al sole del cielo, ovvero il Signore; ma è reso infernale da coloro che lo ricevono.Perché ogni influsso proveniente dal mondo spirituale varia a seconda di come èricevuto, cioè, in accordo con le forme in cui esso fluisce, esattamente come avviene conil calore e la luce provenienti dal sole del mondo. Il calore di quel sole che fluisce nelterreno produce la vegetazione, da cui si diffondono odori dolci gradevoli; viceversa lostesso calore che fluisce negli escrementi e nelle sostanze decomposte produceputrefazioni, da cui si diffondono odori sgradevoli e disgustosi. Allo stesso modo laluce del sole produce in un soggetto colori incantevoli e gradevoli ed in un altro coloribrutti e sgradevoli. Lo stesso vale per il calore e la luce provenienti dal sole del cielo,che è l'amore. Quando il calore, o l'amore, da quel sole fluisce nel bene, negli uominiretti e negli angeli, rende fecondo il loro bene; mentre quando sfocia nel male produceun effetto contrario, perché i mali soffocano oppure pervertono il bene. Allo stessomodo, quando la luce del cielo fluisce nella verità del bene produce intelligenza esapienza; ma quando fluisce nella falsità del male, si trasforma in follie e in fantasie divario genere. Così, in ogni caso il risultato dell'influsso è conforme alla qualità della
290 Vi è un influsso dal mondo spirituale nel mondo naturale (nn. 6053–6058, 6189–6215, 6307–6327,6466–6495, 6598–6626). Vi è anche un influsso nelle vite degli animali (n. 5850). E nelle specie appartenential regno vegetale (n. 3648). Questo influsso è uno sforzo perenne di agire in conformità del Divino ordine(nn. 6211 e ss.).
ricezione.
570. Siccome il fuoco infernale è l'amore di sé e del mondo, esso è anche ognidesiderio di questi amori, dal momento che la lussuria è l'amore nella sua continuità,perché ciò che un uomo ama, desidera poi continuamente. Il fuoco infernale è anchepiacere, in quanto ciò che un uomo ama e desidera, poi lo percepisce, quando lo ottiene,nella sua piacevolezza. Il piacere dell'uomo che sortisce dal cuore non ha altra fonte. Ilfuoco infernale, quindi, è la lussuria ed il piacere che scaturiscono da questi due amori,in conformità delle loro origini. I mali derivanti da questi amori sono il disprezzo deglialtri, l'inimicizia, e l'ostilità contro coloro che li avversano, l'invidia, l'odio e la vendetta,e da questi la ferocia e la crudeltà; e rispetto al Divino questi mali si traducono nellanegazione e nel conseguente disprezzo, derisione, e detrazione delle cose sante dellachiesa; e dopo la morte, quando l'uomo diviene uno spirito, questi mali sono mutati inrabbia e odio contro queste cose sante (si veda sopra, n. 562). E poiché questi maliesalano continuamente una spinta alla distruzione e all'omicidio dei nemici, contro iquali bruciano di odio e di vendetta, così il piacere della loro vita sta nella volontà didistruggere e uccidere, e nella misura in cui essi non sono in grado di fare questo, ciònondimeno vogliono far del male, ferire, ed esercitare la crudeltà.
[2] Tale è il significato di fuoco nella Parola, in relazione al male e agli inferni ivitrattati, di cui citerò qualche passo a titolo d’esempio:
Ognuno è un ipocrita e un malfattore, e ogni bocca parla follemente. Perché lamalvagità arde come il fuoco; divora i rovi e le spine; e divampa nel folto dei boschi, e si avvolgeverso l'alto in una colonna di fumo; ed il popolo diventa come il cibo per il fuoco; nessun uomorisparmia suo fratello (Isaia 9:1719)
Farò meraviglie nei cieli, e sangue nella terra, e fuoco, e colonne di fumo; il sole saràmutato in tenebre (Gioele 2:30, 31)
La terra diventerà pece ardente e non si spegnerà né di notte, né di giorno; il suofumo salirà per sempre (Is. 34:9, 10)
Ecco viene il giorno ardente come una fornace, e tutti i superbi e gli operatorid'iniquità saranno come stoppia; e verrà il giorno che saranno gettati nel fuoco (Malachia 4:1)
Babilonia è caduta ed è divenuta una dimora di demoni. E, vedendo il fumo dell’incendioche l’ha consumata, esclameranno: Quale città era simile a questa gran città? Il suo fumo si innalzanei secoli dei secoli (Apocalisse 18:2, 18; 19:3)
Egli aprì il pozzo dell'abisso, e salì un fumo dal pozzo simile al fumo di una grandefornace ardente; e il sole e l'aria divennero oscuri, a causa del fumo che usciva dal pozzo (Ap. 9:2)
Vidi ancora cavalli e quelli che li cavalcavano, i quali avevano usberghi di fuoco, digiacinto e di zolfo; e le teste dei cavalli erano come teste di leoni; e dalle loro bocche uscirono fuoco,fumo e zolfo. Da queste tre piaghe, che uscivano dalle loro bocche, la terza parte degli uomini fuuccisa, (Apocalisse 9:17, 18)
Colui che adora la bestia berrà il vino dell'ira di Dio mescolato al vino non mescolatonella coppa della sua ira, e sarà tormentato con fuoco e zolfo (Apocalisse 16:9, 10)
Il quarto angelo versò la sua coppa sul sole; e gli fu dato di bruciare gli uomini con ilfuoco, perciò gli uomini sono stati bruciati da grande calore (Apocalisse 16:08, 9)
Essi sono stati gettati in un lago ardente di fuoco e zolfo (Apocalisse 19:20; 20:14, 15;21:8)
Ogni albero che non produce frutti buoni sarà tagliato e gettato nel fuoco (Matteo3:10, Luca 3:9)
Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, che raccoglieranno dal suo regno tutte lecose che sono di scandalo e che causano iniquità e le getteranno nella fornace di fuoco (Matteo 13:41,42, 50).
Il Re dirà a quelli che sono sulla sinistra, Andate via da me, maledetti, nel fuocoeterno, preparato per il diavolo ed i suoi angeli (Matt. 25:41)
Essi saranno gettati nel fuoco eterno, nell'inferno di fuoco, dove il loro verme nonmorirà né il fuoco si estinguerà (Matt. 18:8, 9; Mark 9:4349)
Il ricco nell'inferno disse ad Abramo che era tormentato dalle fiamme (Luca 16:24)
In questi e in molti altri passi fuoco significa lussuria inerente l'amore di sé e l'amore delmondo, e il fumo che ne deriva significa la falsità dal male.
571. Siccome la brama di compiere i mali che vengono dall'amore di sé e del mondo, siintende per fuoco infernale, e siccome tale è la lussuria di tutti negli inferni (comemostrato nel capitolo precedente), quando gli inferni sono aperti vi è un'apparenza difuoco con fumo, come si vede negli incendi; un fuoco denso dagli inferni in cui prevalel'amore di sé, e un fuoco fiammeggiante dagli inferni dove prevale l'amore del mondo.Ma quando gli inferni sono chiusi questo apparenza di fuoco non è visibile, ed al suoposto c'è una sorta di oscurità, come di fumo denso; anche se l'incendio infuria ancoradentro, come si può vedere dal calore che esala di lì, che è simile al calore dalle rovinebruciate in un incendio, e in alcuni luoghi come il calore di una fornace riscaldata; inaltri, come il calore di un bagno caldo. Quando questo calore fluisce nell'uomo, eccita lepassioni in lui, negli uomini empi l'odio e la vendetta, e negli uomini malati, le follie.Tale è il fuoco o il calore che influenza coloro che sono in questi amori, perché in
relazione al loro spirito essi sono legati a quegli inferni, anche mentre vivono nelmondo. Ma deve essere chiaro che chi è negli inferni non è nel fuoco; il fuoco è unapparenza; quelli che sono lì sono coscienti del fatto che non bruciano, ma sonoattraversati da un calore simile a quello che avevano avvertito quando erano nelmondo. Questa apparenza del fuoco ha origine dalla corrispondenza, dato che l'amorecorrisponde al fuoco, e tutte le cose nel mondo spirituale appaiono in conformità dellecorrispondenze.
572. Si deve notare che questo fuoco infernale o calore è trasformato in freddo intensoquando fluisce il calore celeste; e coloro che sono nel calore infernale, sono poi colti dabrividi e febbre, e sono interiormente tormentati, questo perché sono incontrapposizione con il Divino; e il calore del cielo (che è l'amore Divino) spegne ilcalore dell'inferno (che è l'amore di sé), e con esso il fuoco della loro vita; e questa è lacausa di tali brividi freddi e della conseguente angoscia e sofferenza. Questo èaccompagnato da fitta oscurità e dalla infatuazione e dalla cecità che ne deriva. Maquesto accade raramente, e solo quando i mali che sono aumentati a dismisura devonoessere repressi.
573. Poiché fuoco infernale significa ogni desiderio di fare il male che fluiscedall'amore di sé, questo fuoco significa anche tale tormento così come esiste negliinferni. Perché il desiderio di quell'amore è una brama di danneggiare gli altri che nononorano, non venerano, né adorano se stessi; ed in misura corrispondente alla rabbia dilì suscitata, dell'odio e della vendetta conseguenti, affiora la brama di scagliare lapropria rabbia su di essi. Quando tale brama è presente in tutti quelli che appartengonoad una società, e non è trattenuta da nessun legame esteriore, quali il timore della legge,e della perdita della reputazione, dell'onore, del guadagno, e della vita, ciascuno inforza di un impulso del suo proprio male, si scaglia contro l’altro, e nella misura in cuiuno prevale, questi soggioga l'altro e lo sottopone al suo dominio, e scarica la sua rabbiacon gioia su coloro che non si sottomettono. Questa delizia è così intimamentecongiunta con il piacere del dominio che essi esistono nella stessa misura, dal momentoche il piacere di fare del male è insito in ogni inimicizia, invidia, odio e vendetta, che,come detto sopra, sono i mali di questo amore. Tutti gli inferni constano di tali società, edi conseguenza, nel cuore di ciascuno alberga l'odio contro gli altri, e dall'odio sisprigiona la crudeltà in misura corrispondente al potere che si è acquisito. Questecrudeltà ed i loro tormenti si intendono anche per fuoco infernale, dato che sono glieffetti delle passioni.
574. È stato mostrato in precedenza (n. 548) che uno spirito empio getta se stesso in uninferno di sua spontanea volontà. Si dirà ora in un poche parole come questo avviene,quand'anche ci siano nell'inferno i tormenti. Da ogni inferno esala una sfera delle
passioni di coloro che dimorano in esso. Quando questa sfera viene percepita da chi sitrova in una simile lussuria è colpito al cuore e si riempie di gioia, perché la suapassione e la sua gioia sono tutt'uno, dato che qualsiasi cosa uno desideri, è piacevole aisuoi occhi; e a causa di ciò che lo spirito volge se stesso verso l'inferno, e dalla gioia delcuore le passioni lo conducono lì, dato che egli non sa ancora che tali tormenti esistonolì, e tuttavia, colui che è conscio di questo, nondimeno desidera ugualmente andare lì.Perché nessuno nel mondo spirituale può resistere alle proprie passioni, perché questeappartengono al suo amore, e il suo amore appartiene alla sua volontà, e la sua volontàappartiene alla sua natura, e ciascuno agisce secondo la sua natura.
[2] Quando, dunque, lo spirito di sua spontanea volontà ed in piena libertà va alladeriva verso il suo inferno e vi entra, inizialmente è ricevuto in un modo amichevole,che gli fa credere di essere giunto tra amici. Ma questo non dura più di qualche ora. Nelfrattempo il nuovo arrivato è esaminato in merito alla sua astuzia ed alla conseguenteabilità; e quando ciò è stato fatto cominciano a tormentarlo, e questo con vari metodi, econ crescente intensità e veemenza. Questo ha luogo introducendolo più interiormentee profondamente in un inferno, perché più interiore e più profondo è l'inferno più sonoempi gli spiriti. Dopo questi tormenti iniziano a trattarlo crudelmente ed a punirlo, equesto va avanti finché non lo riducono alla condizione di schiavo.
[3] Le empietà scaturiscono e si consumano continuamente negli inferni, dal momentoche tutti bramano sopraffare gli altri, e bruciano di odio contro gli altri; di conseguenzanuove rivolte si verificano, senza soluzione di continuità, e quelli che sono fatti schiavivengono arruolati allo scopo di assistere un nuovo diavolo nell'impresa di soggiogaregli altri; e quelli che si rifiutano e non dimostrano obbedienza sono tormentati in varimodi; e così via continuamente. Tali tormenti sono i tormenti dell'inferno, denominatifuoco dell'inferno.
575. Lo stridore di denti è il conflitto continuo e reciproco delle falsità, vale a dire diquelli che sono nelle falsità congiunte con il disprezzo degli altri, l'inimicizia, laderisione, lo scherno, la bestemmia; e questi mali esplodono in lacerazioni di variogenere; perché ciascuno combatte per la propria falsità, che egli chiama verità. Questecontese e battaglie sono udite al di fuori di questi inferni come stridore di denti; e lostesso stridore di denti è avvertito quando le verità dal cielo fluiscono in mezzo a loro.In questi inferni sono tutti coloro che hanno riconosciuto la natura e hanno negato ilDivino. Nel più profondo di questi inferni abitano quelli che si sono consolidati in talifalsità. Siccome questi non sono in grado di ricevere alcuna luce dal cielo, e non sonoquindi in grado di vedere alcunché interiormente in se stessi, essi sono per la maggiorparte spiriti sensuali corporei, i quali non credono in nulla se non in ciò che vedono coni loro occhi e toccano con le loro mani. Pertanto, tutte le false percezioni dei sensi sono
verità per loro; ed è in virtù di esse che disputano. Per questo motivo le loro contesevengano udite come stridore di denti; perché nel mondo spirituale tutte le falsitàrisuonano in modo stridente, ed i denti corrispondono alle cose più remote in natura enell'uomo, che sono corporee e sensuali.291 (Che vi sia stridore di denti negli inferni puòessere visto in Matteo 8:12; 13:42, 50, 22:13, 24:51, 25:30; Luca 13:28).
291 La corrispondenza dei denti (nn. 5565–5568). Quelli che sono puramente sensuali ed hanno una scarsapercezione della luce spirituale, corrispondono ai denti nel grandissimo uomo (n. 5565). Nella Parola dentesignifica ciò che è sensuale, che è quanto di più esteriore vi sia nell'uomo (nn. 9052, 9062). Lo stridore didenti nell'altra vita proviene da quelli che credono che la natura sia tutto e che il Divino non rappresentinulla (n. 5568).
60La malvagità e gli artifici scellerati degli spiriti
infernali
576. Tutti coloro che pensano interiormente e conoscono qualcosa del funzionamentodella propria mente, possono vedere e comprendere in che modo gli spiriti sianosuperiori agli uomini; perché i primi, nella loro mente possono prendere inconsiderazione, sviluppare ragionamenti, e trarre conclusioni su più soggetti in un solomomento e molto più rapidamente di quanto non si possa fare pronunciandoli oesprimendoli in forma scritta in mezz'ora. Questo dimostra la superiorità dell'uomoquando è nel suo spirito, e quindi quando diventa uno spirito. Perché è lo spirito chepensa, e per mezzo del corpo, esprime il suo pensiero con la parola o la scrittura. Inconseguenza di ciò, quando l'uomo dopo la morte diventa un angelo è in un'intelligenzaed in una sapienza ineffabili rispetto all'intelligenza e alla sapienza di cui era dotatomentre viveva nel mondo; perché quando era nel mondo il suo spirito era legato al suocorpo, ed era quindi nel mondo naturale; e quindi tutto ciò che pensava spiritualmenteconfluiva nelle idee naturali, che sono relativamente superficiali, grossolane, oscure, edincapaci di contemplare innumerevoli cose che appartengono al pensiero spirituale; etali idee naturali avviluppano il pensiero spirituale nell’oscurità che deriva dallepreoccupazioni mondane. Diverso è quando lo spirito è liberato dal corpo ed entra nelsuo stato spirituale, che ha luogo quando esso passa dal mondo naturale nel mondospirituale a cui appartiene. Da quanto è stato detto fin qui è evidente che lo stato deisuoi pensieri ed affezioni è poi incommensurabilmente superiore al suo statoprecedente. A causa di ciò il pensiero degli angeli è ineffabile e indicibile, ed essi sonoquindi incapaci di entrare nei pensieri naturali dell'uomo; eppure ogni angelo è natouomo, e ha vissuto in quanto uomo nel mondo, e non sembrava a se stesso di essere piùsavio di qualunque altro uomo.
577. Nella stessa misura in cui gli angeli sono dotati di sapienza e intelligenza, glispiriti infernali sono dotati di malvagità e astuzia; perché lo spirito dell'uomo quandoviene dismesso il corpo è nel suo bene o nel suo male; se è uno spirito angelico, nel suobene, e se uno spirito infernale, nel suo male. Ogni spirito è nel suo proprio bene o nelsuo proprio male perché è nel suo proprio amore, come è stato più volte esposto inprecedenza. Quindi, come uno spirito angelico pensa, vuole, parla e agisce, secondo ilsuo bene, così uno spirito infernale fa questo secondo il suo male; e pensare, volere,parlare e agire attraverso quel male, è pensare, volere, parlare e agire secondo tutte le
cose incluse in quel male.
[2] Fintanto che l'uomo vive nel corpo è diverso, dal momento che il male dello spiritoè allora sotto le limitazioni cui è sottoposto ogni uomo per effetto della legge, deldesiderio di arricchirsi, dell'onore, della reputazione, e dalla paura di perdere queste; equindi il male del suo spirito non può esplodere e mostrare ciò che è in sé. Inoltre, ilmale dello spirito dell'uomo, è allora avvolto e velato esteriormente da una probità,onestà, giustizia, e affezione per la verità ed il bene, che l'uomo professa e simula per ilbene del mondo; ed in queste parvenze il male rimane così nascosto e oscurato che amalapena è nota la malvagità e l'astuzia insite nello spirito, cioè, che in lui è un talediavolo così come diventa dopo la morte, quando il suo spirito entra in se stesso e nellasua stessa natura.
[3] Tale malvagità poi si manifesta superando ogni previsione. Ci sono migliaia dimali che poi esplodono dal male stesso, tali che non possono essere descritti con leparole di alcuna lingua. Ciò mi è stato dato di conoscere e anche di percepire attraversouna cospicua esperienza, dato che mi è stato permesso dal Signore di essere nel mondospirituale rispetto al mio spirito e al tempo stesso nel mondo naturale rispetto al miocorpo. Questo posso testimoniare, che la loro malvagità è così grande che è quasiimpossibile descriverne anche soltanto la millesima parte di essa; ed è così grande chese l'uomo non fosse protetto dal Signore non potrebbe mai essere salvato dall'inferno;perché presso ogni uomo ci sono gli spiriti dell'inferno e gli angeli del cielo (si vedasopra, nn. 292, 293); e tuttavia il Signore non può proteggere l'uomo salvo che egliriconosca il Divino e viva una vita di fede e di carità; perché altrimenti l'uomo siallontana dal Signore e si rivolge verso gli spiriti infernali, e quindi il suo spirito èpervaso dalla malvagità come lo spirito di quegli altri.
[4] Tuttavia, Il Signore distoglie continuamente l’uomo dai mali, i quale aderiscono aquesti, ed egli stesso li attrae a sé a causa della sua affiliazione con gli spiriti infernali. Senon viene distolto dai vincoli interiori della coscienza, che non riesce a percepire senega il Divino, egli è nondimeno distolto dai mali per effetto dei vincoli esteriori, chesono, come detto sopra, il timore della legge e delle sue pene, e la paura della perditadel guadagno e della privazione dell'onore e della reputazione. In effetti, un tale uomopuò essere distolto dai mali attraverso i piaceri del suo amore e attraverso la paura dellaperdita o privazione di quei piaceri, ma egli non può essere condotto così nei benispirituali. Perché appena un tale uomo è condotto in questi comincia ad insinuare nelsuo pensiero pregiudizi ed espedienti, simulando o contraffacendo ciò che è retto,onesto, e giusto, allo scopo di persuadere e quindi di ingannare. Tale astuzia siaggiunge al male del suo spirito e dà una forma ad esso, conferendo a quel male unanatura simile alla propria.
578. Quelli tra i peggiori di tutti coloro che sono stati nei mali dall'amore di sé sonoquelli che allo stesso tempo interiormente hanno agito con inganno; perché l'ingannopenetra più profondamente nei pensieri e nelle intenzioni di tutti gli altri mali, e liinfetta avvelenandoli, e quindi distrugge completamente la vita spirituale dell'uomo. Lamaggior parte di questi spiriti sono negli inferni nella regione posteriore, e sonochiamati geni, e lì si dilettano nel rendersi invisibili, svolazzando come fantasmi einfondendo segretamente il male in altri, che diffondono in giro come il veleno di unavipera. Questi sono tormentati in modo più terribile di altri. Ma coloro che nel mondonon sono stati ingannevoli, e che non sono stati così pieni di astuzia maligna, enondimeno sono nei mali derivanti dall'amore di sé, sono ugualmente negli inferninella regione posteriore, ma in quelli meno profondi. D'altra parte, quelli che sono statinei mali dell'amore del mondo sono negli inferni anteriori, e sono chiamati spiriti.Questi spiriti non sono simili forme del male, cioè, di odio e vendetta, in quanto questisono mali appartenenti all'amore di sé; e perciò non hanno tale malvagità e astuzia; e diconseguenza i loro inferni sono più miti.
579. Mi è stato permesso di apprendere per esperienza quale genere di malvagitàposseggano coloro che sono chiamati geni. I geni agiscono e influenzano le affezioni, manon i pensieri. Essi percepiscono e avvertono le affezioni come fanno i cani e le belvenella foresta. Quando percepiscono le affezioni rette, le pervertono immediatamente inaffezioni malvagie, manipolandole e modellandole in modo meraviglioso attraverso ipiaceri delle affezioni malvagie; e questo in modo segreto e con tale maligna maestriache l'altro resta ignaro di ciò, perché la massima attenzione è usata allo scopo di evitareche qualcosa possa penetrare nel pensiero, poiché in tal modo la manipolazione sarebbesvelata. La sede di queste intrusioni nell'uomo è sotto la parte posteriore della testa. Nelmondo questi avevano usato l'inganno per manipolare le menti degli altri, dirigendoli epersuadendoli attraverso i piaceri delle loro affezioni o passioni. Ma il Signoreimpedisce a tali spiriti di avvicinarsi a qualsiasi uomo in cui vi sia speranza di riforma;perché essi hanno la capacità non solo di distruggere la coscienza, ma anche di suscitarenell'uomo i mali che ha ereditato dai genitori e dagli avi, i quali altrimenti resterebberonascosti. Quindi per evitare che l'uomo sia condotto in questi mali, il Signore provvedeaffinché questi inferni restino completamente chiusi; quando un uomo di una simileindole, dopo la morte giunge nell'altra vita, egli è subito precipitato in un inferno a luiconsono. Quando l'inganno e la furbizia di questi spiriti appaiono chiaramente essiassumono sembianze simili alle vipere.
580. Il genere di malizia che gli spiriti infernali possiedono è evidente dalle loro artinefaste, che sono così tante che per elencarle occorrerebbe riempire molti volumi.Queste arti sono per lo più sconosciute nel mondo. Un genere di esse ha a che fare con
gli abusi delle corrispondenze; un secondo con gli abusi della parte più remotadell'ordine Divino; un terzo con la comunicazione e l'influsso di pensieri e affezioniattraverso l'applicazione su un altro, fissando la vista su un altro, e attraversol'intervento di altri spiriti; un quarto con operazioni immaginarie; un quinto con unasorta di proiezione di se stessi al di là di sé e con la conseguente presenza in un luogodiverso da quello nel quale sono nel corpo; un sesto con pretesti, persuasioni, emenzogne. Lo spirito di un uomo empio entra da se stesso in queste arti, quando èliberato dal suo corpo, perché esse sono insite nella natura del male in cui egli è allora.Attraverso queste arti essi tormentano ogni altro negli inferni. Ma, siccome tutte questearti, ad eccezione di quelle che sono praticate per mezzo di pretesti, persuasioni, emenzogne, sono sconosciute nel mondo, non desidero descriverle qui nel dettaglio, siaperché non sarebbero comprese, sia perché sono troppo abominevoli per essereraccontate.
581. Il Signore permette i tormenti negli inferni perché in nessun altro modo i malipossono essere contenuti e sottomessi. L'unico mezzo per frenare e sottomettere mali eper contenere l'orda infernale è la paura della punizione. Non si può fare in nessun altromodo; perché senza il timore della punizione e del tormento il male esploderebbe nellafollia, e ogni cosa andrebbe in pezzi, come un regno sulla terra dove non vi fossero néleggi né pene.
61Aspetto, disposizione e numero degli inferni
582. Nel mondo spirituale, cioè, nel mondo dove sono gli spiriti e gli angeli, appaionogli stessi oggetti visibili nel mondo naturale, cioè, dove sono gli uomini. Nell'apparenzaesteriore non vi è differenza. In quel mondo sono visibili pianure e montagne, colline erocce, e valli; e anche acque, e molte altre cose che si vedono sulla terra. Eppure tuttequeste cose hanno un'origine spirituale, e sono quindi viste dagli occhi di spiriti eangeli, e non dagli occhi di uomini, perché gli uomini sono nel mondo naturale. Gliesseri spirituali vedono tali cose come esse sono da un'origine spirituale, mentre gliesseri naturali vedono le stesse cose da un'origine naturale. Di conseguenza l'uomo congli occhi non può in alcun modo vedere gli oggetti che sono nel mondo spirituale, ameno che non gli sia permesso di essere nello spirito, ovvero dopo la morte, quandodiventa uno spirito. D'altra parte, un angelo o uno spirito non è in grado di vederealcunché nel mondo naturale, salvo che non sia presso un uomo che è autorizzato acomunicare con lui. Perché gli occhi dell'uomo sono idonei a ricevere la luce del mondonaturale, mentre gli occhi degli angeli e degli spiriti sono idonei a ricevere la luce delmondo spirituale; seppure gli occhi dei due sono esattamente uguali nell'aspetto. Che ilmondo spirituale sia tale, l'uomo naturale non può comprenderlo, e men che menol'uomo sensuale, che non crede in nulla che non possa vedere con gli occhi del corpo etoccare con le mani. Siccome il suo pensiero proviene da tale percezione, non può cheessere materiale e non spirituale. Essendo tale la relazione tra mondo spirituale emondo naturale, l'uomo difficilmente può credere dopo la morte che egli non è più nelmondo dove è nato e da cui è partito. Per questo motivo la morte è chiamatasemplicemente una traslazione da un mondo in un altro simile al primo. (Che i duemondi siano simili può essere visto in precedenza, ove si è trattato dellerappresentazioni e delle apparenze nel cielo, nn. 170176.).
583. I cieli sono nelle regioni più elevate del mondo spirituale, il mondo degli spiritinelle regioni inferiori, e al di sotto di entrambi vi sono gli inferni. I cieli sono visibili aglispiriti nel mondo degli spiriti solo quando la loro vista interiore è aperta; nondimeno, avolte li vedono come nebbie o nubi luminose. Questo perché gli angeli del cielo sono inuno stato interiore di intelligenza e sapienza; e per questo motivo sono al di là dellavista di coloro che sono nel mondo degli spiriti. Ma gli spiriti che abitano nelle pianuree nelle valli sono visibili gli uni agli altri; eppure quando lì sono separati, il che ha luogoquando sono introdotti nel loro interiore, gli spiriti empi non vedono gli spiriti retti;viceversa gli spiriti retti possono vedere gli spiriti empi. Ciò nonostante, gli spiriti retti
si allontanano dagli spiriti empi; e quando gli spiriti si allontanano diventano invisibili.Gli inferni poi non sono visibili perché sono chiusi verso l'alto. Solo gli ingressi, chesono chiamati porte, sono visibili quando sono aperti per far entrare altri spiriti simili.Tutte le porte che danno verso gli inferni sono accessibili dal mondo degli spiriti, enessuna di esse dal cielo.
584. Gli inferni sono ovunque, sia sotto le montagne, le colline e le rocce, sia sotto lepianure e le valli. Gli accessi o porte degli inferni che sono sotto le montagne, le colline ele rocce, appaiono alla vista come buchi e fessure nelle rocce, alcuni estesi e ampi, altriangusti e ristretti, e molti di loro sono nelle asperità. Tutti, quando si guarda attraversoessi, appaiono scuri; ma gli spiriti infernali che sono in essi sono in una luminositàsimile a quella dei carboni ardenti. I loro occhi sono adatti a ricevere quella luce, poichéquando vivevano nel mondo erano nella densa oscurità riguardo alle verità Divine, peril fatto che le hanno rigettate, ed erano quindi in una sorta di luce rispetto alle falsità cuiavevano prestato fede. Con tale abilità si era sviluppata la loro vista. E per lo stessomotivo la luce del cielo è densa oscurità ai loro occhi, e quindi quando vanno fuori dalleloro tane non vedono nulla. Tutto questo rende evidente che l'uomo è ammesso nellaluce del cielo solo nella misura in cui riconosce il Divino, e consolida in sé le cose delcielo e della chiesa; e che giunge nella densa oscurità dell'inferno solo nella misura incui nega il Divino, e consolida in sé ciò che è contrario alle verità del cielo e della chiesa.
585. Gli accessi o porte degli inferni che sono sotto le pianure e le valli si presentanoalla vista secondo apparenze differenti. Alcuni somigliano a quelli che sono sotto lemontagne, le colline, e le rocce; alcuni somigliano a tane e caverne, alcune a grandivoragini, e alcuni a vasche d'acqua; altri somigliano a paludi, e pozze d'acquastagnante. Sono tutti chiusi, e si aprono solo quando gli spiriti empi sono precipitati lìdal mondo degli spiriti; e quando vengono aperti si sprigiona da essi qualcosa di simileal fuoco ed al fumo che si vede nell'aria sopra gli edifici in fiamme, o come una fiammasenza fumo, o come la fuliggine, esce dal camino acceso, o come nebbia o come unaspessa nube. Ho sentito che gli spiriti infernali non vedono né sentono queste cose,perché quando sono in loro stessi, sono nella loro atmosfera, e quindi nella gioia dellaloro vita; e questo perché tali cose corrispondono ai mali ed alle falsità in cui si trovano;infatti il fuoco corrisponde all'odio ed alla vendetta, ed il fumo e la fuliggine alleconseguenti falsità, la fiamma ai mali derivanti dall'amore di sé, e la nebbia o la nubedensa nebbia, alle falsità da quell'amore.
586. Mi è stato anche permesso di osservare gli inferni e di vedere quello che c'è al lorointerno; perché quando il Signore vuole, la vista di uno spirito o di un angelo dall'altopuò penetrare in basso, in profondità sotterranee ed esplorare il loro carattere,nonostante siano coperti. In questo modo mi è stato permesso di guardare al loro
interno. Alcuni degli inferni appaiono alla vista come caverne e tane rocciose, estesiall'interno verso il basso in un abisso, sia obliquamente o verticalmente. Alcuni degliinferni appaiono alla vista come tane e grotte di belve nelle foreste; alcuni, come cavità epassaggi simili a quelli visibili nelle miniere, con caverne che si estendono inprofondità. La maggior parte degli inferni sono divisi in tre parti, quella superioreappare in una fitta oscurità, perché abitata da coloro che sono nelle falsità dal male;mentre quelle più basse appaiono infuocate, perché abitata da coloro che sono nei malistessi; poiché la fitta oscurità corrisponde alla falsità del male, ed il fuoco ai mali stessi.Quelli che hanno agito interiormente dal male sono negli inferni più profondi, e quelliche hanno agito esteriormente dal male, cioè, dalla falsità del male, sono negli infernimeno profondi. Alcuni inferni presentano un aspetto simile alle rovine di edifici e allecittà consumate dai roghi, in cui dimorano e si nascondono gli spiriti infernali. Gliinferni più miti hanno l'aspetto di capanne rudi, in alcuni vi sono casi contigue, nellaforma di una città con vicoli e strade, e all'interno delle abitazioni vi sono spiritiinfernali impegnati in litigi incessanti, inimicizie, combattimenti, e brutalità; mentre perle strade ed i vicoli si consumano rapine e saccheggi. In alcuni inferni non ci sono altroche bordelli, disgustosi alla vista e pieni di ogni tipo di sporcizia e di escrementi. Anchein questo caso, vi sono foreste oscure nelle quali spiriti infernali vagano come bestieselvagge, dove ci sono anche caverne sotterranee in cui quelli in fuga sono perseguitatida altri. Ci sono anche deserti, dove tutto è arido e sabbioso, e dove in alcuni luoghi visono rupi con caverne, e rifugi. In questi luoghi, nel deserto, sono ospitati quelli chevengono scacciati dagli inferni e che hanno subito punizioni estreme, in particolarecoloro che nel mondo sono stati più astuti di altri nel tramare e nell'escogitare intrighi einganni. Una simile vita è il loro destino finale.
587. In merito alla classificazione degli inferni nel dettaglio, si tratta di qualcosa che èdel tutto sconosciuta anche agli angeli nel cielo; essa è nota solo al Signore. Ma la loroclassificazione in generale è nota dalla regione in cui si trovano. Perché gli inferni, comeil cielo, sono distinti in base alle regioni in cui si trovano; e nel mondo spirituale leregioni sono determinate secondo gli amori; perché nel cielo ogni regione comincia dalSignore in quanto sole, che è l'Oriente; e siccome gli inferni sono opposti ai cieli, le lororegioni iniziano dal punto opposto, cioè da occidente. (In proposito si veda il capitolosulle quattro regioni del cielo, nn. 141153.) [2] Per questo motivo gli inferni, nella parte occidentale sono i peggiori ed i piùorribili di tutti, diminuendo gradualmente il loro grado di empietà procedendo versooriente. Negli inferni occidentali abitano quelli che nel mondo erano nell'amore di sé, enel conseguente disprezzo degli altri, nell'inimicizia contro coloro che li avversavano, eanche nell'odio e nella vendetta contro coloro che non tributavano rispetti e omaggi.Nella parte più remota degli inferni di questa regione abitano quelli che appartenevano
alla religione cattolica, che avevano desiderato essere adorati come dei, e diconseguenza erano esplosi di odio e vendetta contro tutti quelli che non avevanoriconosciuto il loro potere sulle anime degli uomini e oltre il cielo. Questi continuano adavere la stessa indole, cioè, lo stesso odio e la stessa vendetta contro gli oppositori, cheavevano nel mondo. Il loro più grande piacere è quello di praticare crudeltà; manell'altra vita questo piacere è mutato contro loro stessi; perché nei loro inferni, di cui èpiena la parte occidentale, la furia di uno si scaglia contro tutti coloro che mettono indiscussione il suo potere divino. (Ma di più in merito a questo si dirà nel lavoroGiudizio Universale e distruzione di Babilonia).
[3] Tuttavia, nessuno può conoscere in che modo sono disposti gli inferni in quellaregione, salvo che il più orribile inferno di quel genere si trova al limite verso la regionesettentrionale, ed il meno orribile è situato verso la regione meridionale; quindi ilcarattere orribile degli inferni diminuisce dalla regione settentrionale verso quellameridionale, e parimenti, per gradi verso oriente. Verso oriente dimorano i superbi, iquali non hanno creduto nel Divino, e tuttavia, non hanno vissuto nell'odio, nellavendetta o nell'inganno simili a quelli che si trovano in una maggiore profondità nellaregione occidentale.
[4] Nella regione orientale attualmente non ci sono inferni, poiché quelli che erano lìsono stati trasferiti nella regione occidentale nella parte anteriore. Nelle regionisettentrionale e meridionale ci sono molti inferni, e in essi vi sono coloro che nel mondohanno vissuto nell'amore del mondo, e in vari generi di male di lì, come l'inimicizia,l'ostilità, il furto, la rapina, l'astuzia, l'avarizia e la crudeltà. I peggiori inferni di questogenere sono nella parte settentrionale, i più miti a mezzogiorno. La loro orribilitàaumenta man mano che ci si avvicina alla regione occidentale, e anche secondo lalontananza dalla regione meridionale, e diminuisce verso le regioni orientale emeridionale. Dietro gli inferni situati nella regioni occidentale e settentrionale vi sonoforeste oscure, in cui gli spiriti maligni vagano come bestie feroci. Mentre dietro gliinferni nella regione meridionale ci sono deserti, di cui si è detto appena più sopra.
588. In ordine al numero degli inferni, ce ne sono tanti quante sono le societàangeliche nei cieli, poiché ad ogni società celeste corrisponde una società infernale adessa contrapposta. Che le società celesti siano innumerevoli, e tutte distinte in accordocon i beni dell'amore, della carità e della fede, può essere visto nel capitolo in cui sitratta delle società di cui i cieli sono costituiti (nn. 4150), e nel capitolo inerentel'immensità del cielo (nn. 415420). Lo stesso vale dunque per le società infernali, che sidistinguono in accordo con i mali che sono contrapposti a quei beni.
[2] Ogni male, così come ogni bene, è di infinita varietà. La verità di questa
affermazione esorbita dalla comprensione di coloro che hanno una idea semplicistica diogni male, come il disprezzo, l'inimicizia, l'odio, la vendetta, l'inganno, e altri similimali. Deve essere noto che ognuno di questi mali contiene innumerevoli specifichevariazioni, e ognuna di esse, particolari differenze in una consistenza tale che un interovolume non basterebbe ad elencarle. Gli inferni sono così distintamente dispostisecondo le differenze di ogni male, che nulla potrebbe essere più perfettamenteordinato o più distinto. Evidentemente, dunque, gli inferni sono innumerevoli, alcunivicini, altri lontani gli uni dagli altri, a seconda delle diversità dei mali, in generale,nello specifico ed in particolare.
[3] Ci sono anche simili inferni al disotto degli inferni. Alcuni di questi comunicanocon altri attraverso passaggi, e maggiormente attraverso le esalazioni, e questo secondole affinità di un tipo o specie di male con gli altri. Mi è stato permesso di comprenderequanto grande sia il numero degli inferni in forza del fatto che ci sono inferni sotto ognimontagna, collina, e roccia, e allo stesso modo sotto ogni pianura e valle, i quali siestendono al di sotto di questi in lunghezza, in larghezza e in profondità. In una parola,l'intero cielo e l'intero mondo degli spiriti sono, per così dire, scavati al di sotto, e sottodi loro è un inferno continuo.
62Equilibrio tra cielo e inferno
589. Affinché ogni cosa abbia esistenza ci deve essere un equilibrio di tutte le cose.Senza equilibrio non c'è azione né reazione; perché l'equilibrio è tra due forze, unaagente e l'altra reagente, e lo stato di quiete risultante da tale azione e reazione sichiama equilibrio. Nel mondo naturale c'è un equilibrio in tutte le cose. Esso esiste ingenerale, anche nell'atmosfera, in cui le parti inferiori reagiscono e resistono rispetto alleparti soprastanti che premono verso il basso. Ancora una volta, nel mondo naturale vi èun equilibrio tra caldo e freddo, tra luce e ombra, e tra secco e umido, essendo lo statointermedio tra questi, la condizione di equilibrio. C'è anche un equilibrio in tutti isoggetti dei tre regni della natura, il minerale, il vegetale, e l'animale; perché senzaequilibrio in essi nulla può venire ad esistenza né sussistere. Ovunque ci sia uno sforzodi azione da una parte, vi è una reazione dall'altra.
[2] Tutta l'esistenza ovvero ogni effetto si spiega nell'equilibrio, cioè in una forza cheagisce e in un'altra che reagisce alla prima, ovvero quando una forza agendo fluisce,l'altro riceve e si presenta armoniosamente. Nel mondo naturale ciò che agisce ereagisce si chiama forza, e anche sforzo [o tentativo]; ma nel mondo spirituale ciò cheagisce e reagisce, si chiama vita e volontà. La vita in quel mondo è forza vivente, e lavolontà, sforzo vivente; e lo stesso equilibrio si chiama libertà. Dunque l'equilibriospirituale o libertà ha il suo esito e la sua stabilità nell'equilibrio tra l'agire retto da unaparte e l'agire empio che resiste dall'altra; ovvero tra l'agire empio da una parte e l'agireretto che si oppone dall'altra.
[3] Presso il bene l'equilibrio è tra l'agire retto ed il male contrapposto; mentre pressoil male l'equilibrio è tra l'agire empio ed il bene che si oppone. L'equilibrio spirituale ètra bene e male, perché tutta la vita dell'uomo è in relazione al bene e al male, e lavolontà ne è il ricettacolo. C'è anche un equilibrio tra verità e falsità, ma questo dipendedall'equilibrio tra il bene ed il male. L'equilibrio tra verità e la falsità è simile a quello traluce e ombra, in quanto luci e ombre influenzano gli oggetti del regno vegetale solonella misura in cui il caldo o il freddo sono in loro. Che la luce e l'ombra stessi nonabbiano alcun effetto, ma solo il calore che agisce attraverso essi, è evidente dal fatto chela luce e l'ombra sono gli stessi in inverno e in primavera. Questo confronto della veritàe della falsità con la luce e l'ombra deriva dalla corrispondenza, perché la veritàcorrisponde alla luce, e la falsità all'ombra; ed il calore al bene dell'amore; infatti, la luce
spirituale è la verità, e l'ombra spirituale è la falsità, ed il calore spirituale è il benedell'amore (si veda il capitolo in cui è trattata la luce ed il calore nel cielo, nn. 126140).
590. C'è un equilibrio perenne tra il cielo e l'inferno. Dall'inferno esala continuamenteverso l'alto uno sforzo diretto al compimento del male, e dal cielo spira continuamente ediscende uno sforzo diretto al compimento del bene. In questo modo è stabilitol'equilibrio nel mondo degli spiriti che è intermedio tra cielo e inferno (si veda sopra,nn. 421431). Il mondo degli spiriti è in questo equilibrio, perché ogni uomo dopo lamorte accede prima al mondo degli spiriti, e viene mantenuto in uno stato simile aquello in cui era nel mondo, e questo sarebbe impossibile se non ci fosse un perfettoequilibrio lì; perché grazie a questo equilibrio, l'indole di ciascuno è esaminata, eciascuno è mantenuto nella stessa libertà che aveva nel mondo. L'equilibrio spirituale èla libertà nell'uomo e nello spirito (come è stato mostrato sopra, n. 589). Quale sia lalibertà di ciascuno, gli angeli lo riconoscono attraverso la condivisione delle affezioni edei pensieri, di lì; e appare visibile alla vista degli spiriti angelici, dalle vie che gli spiritipercorrono. Gli spiriti retti percorrono le vie che conducono al cielo, mentre gli spiritiempi percorrono le vie che portano all'inferno. Quelle vie appaiono realmente nelmondo degli spiriti; e questa è la ragione per la quale nella Parola le vie significano laverità che conducono al bene, o in senso opposto le falsità che conducono al male; e perlo stesso motivo camminare e viaggiare nella Parola significano le progressioni dellavita.292 Spesso mi è stato permesso di vedere queste vie e anche gli spiriti che lepercorrevano liberamente, secondo le loro affezioni e pensieri.
591. Il male esala continuamente verso l'alto dall'inferno, mentre il bene soffia ediscende dal cielo, perché entrambi sono circondati da una sfera spirituale; e quellasfera fluisce e scorre dall’essenza delle affezioni e dai pensieri conseguenti.293 E siccometale sfera fluisce da ogni individuo e da ogni società celeste e da ogni società infernale,dunque fluisce dall'intero cielo e dall'intero inferno. Il bene fluisce dal cielo, perché lìtutti sono nel bene e il male sgorga dall'inferno, perché tutti lì sono nel male. Il bene cheviene dal cielo procede tutto dal Signore, perché gli angeli nel cielo sono tutti trattenutida ciò che è loro proprio, e sono tenuti in quello che è proprio del Signore, che è il benestesso. Mentre gli spiriti negli inferni sono tutti in ciò che è loro proprio, e il proprio di
292 Nella Parola viaggiare come anche andare significa l'avanzamento nella vita (nn. 3335, 4375, 4554, 4585,4882, 5493, 5605, 5996, 8181, 8345, 8397, 8417, 8420, 8557). Andare (e camminare) con il Signore significaricevere la vita spirituale, e vivere presso di Lui (n. 10567). Camminare significa vivere (nn. 519, 1794, 8417,8420). 293 Una sfera spirituale, che è una sfera della vita, fluisce ed emana da ogni uomo, spirito ed angelo e locirconda (nn. 4464, 5179, 7454, 8630). Essa fluisce dall'essenza delle loro affezioni e pensieri (n. 2489, 4464,6206). La qualità degli spiriti si riconosce a distanza dalle loro sfere (nn. 1048, 1053, 1316, 1504). Le sferedegli empi sono contrapposte alle sfere degli spiriti retti (n. 1695, 10187, 10312). Tali sfere si estendono adistanza attraverso le società angeliche, a seconda della qualità ed intensità del bene (nn. 6598–6613, 8063,8794, 8797). E nelle società infernali, a seconda della qualità ed intensità del male (n. 8794).
ciascuno non è altro che il male; e poiché esso non è null'altro che male, è l'inferno.294
Evidentemente, allora, l'equilibrio in cui sono mantenuti gli angeli nei cieli e gli spiritiempi negli inferni non è uguale all'equilibrio nel mondo degli spiriti. L'equilibrio degliangeli nei cieli esiste nella misura in cui essi hanno voluto essere nel bene, o nellamisura in cui nel mondo hanno vissuto nel bene, e quindi anche nella misura in cuihanno tenuto il male in avversione; viceversa l'equilibrio degli spiriti nell'inferno esistenella misura in cui essi hanno voluto essere nel male, ovvero, nel mondo hanno vissutonel male, e dunque nel cuore e nello spirito si sono opposti al bene.
592. Se il Signore non governasse sia i cieli, sia gli inferni non vi sarebbe equilibrio; ese non vi fosse equilibrio non vi sarebbe né cielo, né inferno; perché tutte le cosenell'universo, cioè sia nel mondo naturale, sia nel mondo spirituale, sussistono permezzo dell'equilibrio. Ogni uomo razionale può comprendere che ciò è vero. Se vi fosseuna preponderanza di una parte e nessuna resistenza dell'altra, non perirebberoentrambe? Così sarebbe nel mondo spirituale, se il bene non reagisse contro il male enon frenasse continuamente la sua rivolta; se ciò non fosse fatto dal Divino stesso, ilcielo e l'inferno perirebbero, e con esso l'intero genere umano. Si dice, a meno che ilDivino stesso faccia questo, perché il sé di ciascuno, sia esso angelo, spirito o uomo, nonè altro che male (si veda sopra, n. 591); di conseguenza né gli angeli, né gli spiriti sonominimamente in grado di resistere ai mali che continuamente esalano dagli inferni,poiché il proprio ciascuno tende verso l'inferno. È evidente, dunque, che se il Signorenon governasse sia il cielo, sia l'inferno, nessuno potrebbe mai essere salvato. Inoltre, gliinferni agiscono come fossero tutt'uno; perché i mali negli inferni sono collegati come ibeni nei cieli; e il Divino solo, che procede dal Signore, è in grado di resistere a tutti gliinferni, che sono innumerevoli, e che agiscono insieme contro il cielo e contro tutticoloro che sono nel cielo.
593. L'equilibrio tra i cieli e gli inferni è diminuito o aumentato in funzione delnumero di coloro che entrano nel cielo e che entrano nell'inferno; e questo ammonta amolte migliaia ogni giorno. Il Signore solo, e nessun angelo, può conoscere e percepirequesto, e regolare e pareggiare l'equilibrio con precisione; perché il Divino che procededal Signore è onnipresente, e vede ovunque se vi siano fluttuazioni nell'equilibrio,mentre un angelo vede soltanto ciò che è vicino a sé, e non ha alcuna percezione in sé diciò che avviene, anche soltanto nella sua società.
594. In che modo tutte le cose siano disposte nei cieli e negli inferni affinché ciascunadi esse possa essere nel proprio equilibrio, può in qualche misura essere visto da ciò cheè stato esposto in precedenza riguardo ai cieli e agli inferni, cioè che tutte le società del
294 Il proprio dell'uomo non e altro che male (nn. 210, 215, 731, 874–876, 987, 1047, 2307, 2308, 3518, 3701,3812, 8480, 8550, 10283, 10284, 10286, 10732). Il proprio dell'uomo è l'inferno in lui (nn. 694, 8480).
cielo sono disposte ordinatamente secondo i beni, le loro specie e varietà, e tutte lesocietà dell'inferno secondo i mali, le loro specie e varietà; e che sotto ogni società delCielo vi è una corrispondente società dell'inferno, opposta alla prima; ed è da talecontrapposizione che scaturisce l'equilibrio; ed in conseguenza di ciò che il Signoreprovvede affinché nessuna società infernale al di sotto della corrispondente societàceleste prevalga, e ove ciò abbia inizio, sono messi in campo vari mezzi di contenimentoper ridurre la società infernale alla misura esatta dell'equilibrio. Questi mezzi sonomolteplici; farò un cenno solo ad alcuni di essi. Alcuni di questi mezzi fanno riferimentoad una più forte presenza del Signore; alcuni alla comunicazione ed all'unione piùintima di una o più società con altre; alcuni alla cacciata nei deserti degli spiriti infernaliin sovrappiù; alcuni al trasferimento di certi spiriti da un inferno all'altro; alcuni allariduzione all'ordine di quelli che sono negli inferni, e questo in particolare è effettuatoin vari modi; alcuni con l'interposizione negli inferni di spessi rivestimenti, o lasciandoprecipitare gli stessi fino a profondità maggiori; oltre ad altri mezzi; ancora altri mezzisono impiegati nei cieli sopra gli inferni. Tutto questo è stato detto affinché possa inqualche misura essere percepito che il Signore solo, provvede affinché vi sia ovunqueun equilibrio tra il bene ed il male, quindi tra il cielo e l'inferno; perché su tale equilibriopoggia la sicurezza di tutti nei cieli e nelle terre.
595. Deve essere noto che gli inferni tentano continuamente di assaltare il cielonell'intento di distruggerlo, e che il Signore protegge continuamente i cieli distogliendoquelli che sono in essi dai mali derivanti da loro stessi, e mantenendoli nel bene che è daLui stesso. Spesso mi è stato permesso di percepire la sfera che fluisce dagli inferni, cheè in sé uno sforzo finalizzato a distruggere il Divino del Signore, e quindi il cielo.Talvolta ho percepito anche le ebollizioni di alcuni inferni, che erano sforzi diretti adirrompere e distruggere. Dall'altra parte, i cieli non assalgono mai gli inferni, perché lasfera Divina che procede dal Signore è uno sforzo perenne finalizzato alla salvezza ditutti; e siccome coloro che sono negli inferni non possono essere salvati (dal momentoche tutti coloro che sono lì, sono nel male e sono contrapposti al Divino del Signore), perquanto possibile gli oltraggi negli inferni sono evitati, e le crudeltà sono limitate perimpedire che scoppino oltre misura gli uni contro gli altri. Anche questo è effettuato ininnumerevoli modi in cui la potenza Divina è esercitata.
596. Ci sono due regni in cui i cieli sono divisi, il regno celeste ed il regno spirituale(di cui si veda sopra, nn. 2028). Allo stesso modo gli inferni sono divisi in due regni,uno dei quali è opposto al regno celeste e l'altro è opposto al regno spirituale. Quelloopposto al regno celeste è nella regione occidentale, e coloro che sono in esso sonochiamati geni; e quello che è opposto al regno spirituale è nelle regioni settentrionale emeridionale, e coloro che sono in esso sono chiamati spiriti. Tutti coloro che sono nelregno celeste sono nell'amore del Signore, e tutti coloro che sono negli inferni opposti a
quel regno, sono nell'amore di sé; mentre tutti coloro che sono nel regno spirituale sononell'amore verso il prossimo, e tutti coloro che sono negli inferni opposti a quel regno,sono nell'amore del mondo. Evidentemente, dunque, l'amore per il Signore e l'amore disé sono opposti, nello stesso modo in cui l'amore verso il prossimo e l'amore del mondosono opposti. Il Signore provvede continuamente affinché non vi siano fuoriusciti dagliinferni che sono opposti al regno celeste del Signore verso quelli che sono opposti alregno spirituale; perché se ciò avvenisse il regno spirituale perirebbe (per la ragione dicui sopra, n. 579). Questi sono i due equilibri generali che sono incessantementemantenuti dal Signore.
63L’uomo è mantenuto nel libero arbitrio in virtù
dell’equilibrio tra cielo e inferno
597. L'equilibrio tra il cielo e l'inferno è stato ora descritto, ed è stato dimostrato che sitratta di un equilibrio tra il bene che viene dal cielo e il male che viene dall'inferno,dunque si tratta di un equilibrio spirituale, che nella sua essenza è la libertà. Equilibriospirituale nella sua essenza è libertà perché è un equilibrio tra il bene e il male, e traverità e falsità, e questi enti sono spirituali. Quindi, essere in grado di volere ciò che èbene o ciò che è male e di pensare sia ciò che è vero, sia ciò che è falso, e di scegliereuno, quale preferito rispetto all'altro, è la libertà di cui qui si tratta. Questa libertà è dataad ogni uomo dal Signore, e non gli è mai sottratta; infatti, in virtù della sua origine,essa non è dell'uomo, ma del Signore, poiché è dal Signore. Nondimeno, è data all'uomocon la sua vita come se fosse sua; e questo è fatto affinché l'uomo possa avere la capacitàdi essere riformato e salvato; perché senza la libertà non vi può essere riforma nésalvezza. Con qualsiasi intuizione razionale si può comprendere che è parte integrantedella libertà dell'uomo la capacità di pensare rettamente o erroneamente, sinceramenteo falsamente, secondo giustizia o ingiustamente; nonché la libertà di parlare e agire conrettitudine, onestà, e secondo giustizia, e di non parlare, né di agire falsamente, in modoipocrita e ingiustamente, a causa delle leggi spirituali, morali e civili per cui l'esterioredell'uomo è trattenuto da questi vincoli. Evidentemente, allora, è lo spirito dell'uomo,che pensa e vuole, che è nella libertà, e non il suo esteriore che parla e agisce, eccetto chesia conforme alle leggi di cui sopra.
598. L'uomo non può essere riformato se non è nella libertà, per la ragione che eglinasce in ogni genere di mali, e questi devono essere rimossi in modo che egli possaessere salvato; ed i mali non possono essere rimossi se egli non può vederli in se stesso ericonoscerli, e poi cessare di desiderarli, ed infine tenerli in avversione. Fino ad alloranon possono essere rimossi. E questo non può essere fatto indifferentemente, sia chel'uomo sia nel bene, sia che l'uomo sia nel male, dal momento che è dal bene che egli ècapace di vedere i mali, mentre dal male non è in grado di vedere il bene. L'uomo findall'infanzia, apprende dalla lettura della Parola e dalla predicazione i beni spiritualiche è capace di pensare; e apprende la nozione di bene morale e bene civile della suavita nel mondo. Questo è il primo motivo per cui l'uomo deve essere mantenuto nellalibertà.
[2] Un altro motivo è che l'uomo non fa proprio alcunché se non ciò che è fattoattraverso l'affezione del suo amore. Altre cose possono penetrare nell'uomo, marestano confinate nel pensiero, non essendo in grado di raggiungere la volontà; e tuttociò che non raggiunge la volontà dell'uomo, egli non lo fa proprio, perché il pensiero siforma in ciò che viene attinto dalla memoria, mentre la volontà si forma in ciò cheattiene alla vita stessa. Solo ciò che appartiene alla volontà, o il che è lo stesso,all'affezione dell'amore, può essere chiamato libero, perché qualsiasi cosa un uomovoglia o ami, egli lo fa liberamente; di conseguenza la libertà dell'uomo e l'affezione delsuo amore o la sua volontà sono tutt'uno. È per questa ragione che l'uomo ha la libertà,affinché possa essere influenzato dalla verità e del bene e possa amarle, e affinché eglipossa farle proprie.
[3] In una parola, ciò che non entra in libertà nell'uomo non sopravvive in lui, perchénon appartiene al suo amore o alla sua volontà, e ciò che non appartiene all'amore o allavolontà dell'uomo, non appartiene al suo spirito; perché l'autentico essere dello spiritodell'uomo è l'amore o la volontà. Si dice amore o volontà, dal momento che un uomovuole ciò che ama. È per questo dunque, che l'uomo può essere riformato soltanto nellalibertà. Ma di più sul tema della libertà dell'uomo può essere visto in Arcana Coelestianei passi riportati qui di seguito.
599. Affinché l'uomo possa essere nella libertà, allo scopo della sua riforma, egli èunito rispetto al suo spirito sia presso il cielo, sia presso l'inferno. Perché presso ogniuomo vi sono spiriti dell'inferno e angeli del cielo. È attraverso l'inferno che l'uomo ènel suo proprio male, mentre è per mezzo degli angeli del cielo che l'uomo è nel benedal Signore; quindi egli è nell'equilibrio spirituale, cioè nella libertà. Che gli angeli delcielo e gli spiriti dell'inferno sono uniti ad ogni uomo può essere visto nel capitolosull'unione del cielo con il genere umano (nn. 291302).
600. Deve essere compreso che l'unione dell'uomo con il cielo e con l'inferno non èun'unione diretta con essi, ma è mediata per mezzo degli spiriti che si trovano nelmondo degli spiriti. Solo questi spiriti, e nessuno dall'inferno, né dal cielo, sono pressol'uomo. Per mezzo degli spiriti empi nel mondo degli spiriti l'uomo è congiunto conl'inferno, e per mezzo degli spiriti retti l'uomo è congiunto con il cielo. A causa di ciò ilmondo degli spiriti è intermedio tra cielo e inferno, e in quel mondo è l'equilibrio stesso.(Che il mondo degli spiriti sia intermedio tra cielo e inferno può essere visto nel capitolosul mondo degli spiriti, nn. 421431; e che l'equilibrio indispensabile tra cielo e infernosia lì può essere visto nel capitolo precedente, nn. 589 596). Da tutto ciò è evidentequale sia l'origine della libertà dell'uomo.
601. Qualche cenno in più deve essere fatto sugli spiriti che sono uniti con l'uomo.
Un'intera società può essere in comunicazione con un'altra società, o con una personaovunque si trovi, per mezzo di uno spirito mandato dalla società; questo spirito èchiamato il soggetto di molti. Lo stesso può dirsi in merito all'unione dell'uomo con lesocietà nel cielo, e con le società nell'inferno, per mezzo di spiriti dal mondo degli spiritiche si uniscono all'uomo. (In merito a questo tema si veda anche Arcana Coelestia neipassi qui di seguito).
602. Da ultimo qualcosa deve essere detto circa l'intuizione dell'uomo riguardo la suavita dopo la morte, che deriva dall'influsso del cielo nell'uomo. Vi erano alcuni delpopolo che aveva vissuto nel mondo nel bene della fede, i quali furono riportati in unostato simile a quello in cui erano stati nel mondo, il che può essere fatto con chiunquequando il Signore lo permette; e fu poi mostrato quale opinione avessero circa lacondizione dell'uomo dopo la morte. Hanno detto che alcune persone intelligentiavevano chiesto loro quale opinione avessero nel mondo della loro anima dopo lamorte; essi hanno risposto che non sapevano cosa fosse l'anima. È stato poi chiesto lorocosa pensassero in merito al loro stato dopo la morte; e hanno risposto che credevanoche avrebbero vissuto come spiriti. Ancora, è stato chiesto loro quale idea avessero deglispiriti; ed essi hanno detto che lo spirito è un uomo. È stato chiesto loro in che modosapessero ciò; ed essi hanno replicato affermando di saperlo, perché è così. Quegliuomini intelligenti erano sorpresi del fatto che la gente semplice avesse una tale fede,che loro stessi non avevano. Questa è una prova che in ogni uomo che è unito al cielo c'èun'intuizione rispetto alla sua vita dopo la morte. Questa intuizione non ha altra originese non l'influsso che viene dal cielo, cioè attraverso il cielo, dal Signore per mezzo deglispiriti che sono nel mondo degli spiriti i quali si uniscono all'uomo. Di questa intuizionesono dotati coloro che non hanno estinto la loro libertà di pensiero attraverso nozioniprecedentemente approvate e confermate da vari argomenti inerenti l'anima dell'uomo,che si ritiene essere puro pensiero, o un qualche principio vitale la cui sede sia daricercarsi nel corpo; e nondimeno, l'anima non è altro che la vita dell'uomo, mentre lospirito è l'uomo stesso; e il corpo terreno, che egli porta con sé nel mondo èsemplicemente un agente attraverso cui lo spirito, che è l'uomo stesso, è in grado diagire efficacemente nel mondo naturale.
603. Ciò che è stato detto in questo lavoro del cielo, del mondo degli spiriti, edell'inferno, rimarrà oscuro per coloro che non hanno interesse a conoscere le veritàspirituali, ma sarà chiaro a coloro che hanno un tale interesse, e soprattutto a coloro chehanno un affezione per la verità, per amore della verità, cioè, che amano la verità perchéè la verità, perché poi, tutto ciò che è amato entra nella luce, nel pensiero della mente,soprattutto la verità che è amata, perché tutta la verità è nella luce.
Passi estratti da Arcana Coelestia concernenti il liberoarbitrio, l'influsso, e gli spiriti attraverso i quali sirealizza la comunicazione
LIBERTA ' Tutta la libertà attiene all'amore o affezione, perché ogni cosa l'uomo ami, la faliberamente (nn. 2870, 3158, 8987, 8990, 9585, 9591).
Dal momento che la libertà attiene all'amore, essa è la vita di ciascuno (n. 2873).
Nulla sembra essere proprio dell'uomo, salvo ciò che è dalla libertà (n. 2880).
C'è una libertà celeste e una libertà infernale (nn. 2870, 2873, 2874, 9589, 9590).
[2] La libertà celeste attiene all'amore celeste, ovvero l'amore del bene e della verità(nn. 1947, 2870, 2872).
E siccome l'amore della verità e del bene proviene dalla stessa libertà del Signore,consiste nel lasciarsi guidare dal Signore (nn. 892, 905, 2872, 2886, 28902892, 9096, 9586,9587, 95899591).
L'uomo è condotto nella libertà celeste dal Signore attraverso la rigenerazione (nn.2874, 2875, 2882, 2892).
L'uomo deve necessariamente essere dotato della libertà per poter essere rigenerato(nn. 1937, 1947, 2876, 2881, 3145, 3146, 3158, 4031, 8700).
In nessun altro modo l'amore del bene e della verità possono radicarsi nell'uomo, inmodo che possano apparire come suoi propri (nn. 2877, 2879, 2880, 2888).
Nulla può essere unito all'uomo in uno stato di costrizione (n. 2875, 8700).
Se l'uomo potesse essere riformato per costrizione chiunque otterrebbe la salvezza (n.2881).
Nel processo di riforma la costrizione è dannosa (n. 4031).
Ogni culto professato nella libertà è un culto autentico, ma l'adorazione sottocostrizione non è un culto (nn. 1947, 2880, 7349, 10097).
Il pentimento deve essere effettuato in uno stato di libertà, e quando il pentimento èeffettuato in un stato di costrizione non giova a nulla (n. 8392).
Cosa sono gli stati di coazione (n. 8392).
[3] È permesso all'uomo agire dalla libertà della ragione, affinché questi possaappropriarsi del bene; ed è per questo che l'uomo ha la libertà di pensare e anche divolere ciò che è male, e di metterlo in atto, quand'anche le leggi lo vietino (n. 10777).
L'uomo è tenuto dal Signore tra cielo e inferno, e quindi nell’equilibrio, affinché eglipossa essere nella libertà al fine della sua riforma (nn. 5982, 6477, 8209, 8987).
Ciò che si consolida nella libertà è duraturo, ma non ciò che si radica sotto costrizione(n. 9588). Per questo motivo nessuno è mai privato della sua libertà (nn. 2876, 2881).
Il Signore non costringe nessuno (n. 1937, 1947).
Convincere se stessi appartiene alla libertà, ma non essere costretti (nn. 1937, 1947).
L'uomo dovrebbe convincere se stesso per resistere al male (nn. 1937, 1947, 7914).
Ed inoltre fare ciò che è bene, da se stessi, ma riconoscere che è dal Signore (nn. 2883,2891, 2892, 7914).
L'uomo acquisisce una libertà più forte nei combattimenti contro le tentazioni da cuiesce vincitore, dato che persuade se stesso più interiormente a resistere, anche se apparealtrimenti (nn. 1937, 1947, 2881).
[4] La libertà infernale consiste nel lasciarsi guidare dall'amore di sé e dall'amore delmondo, e dalle loro passioni (nn. 2870, 2873).
Coloro che sono nell'inferno non conoscono altra libertà (n. 2871).
La libertà celeste è quanto di più lontano ci sia dalla libertà infernale come il cielodista dall'inferno (nn. 2873, 2874).
Libertà infernale, che consiste nel lasciarsi guidare dall'amore di sé e dall'amore delmondo, non è la libertà, ma la schiavitù (nn. 2884, 2890).
Perché la schiavitù sta nel lasciarsi guidare dall'inferno (nn. 9586, 95899591).
INFLUSSO [5] Tutte le cose che l'uomo pensa e vuole il fluiscono in lui; dall'esperienza (nn. 904,28862888, 4151, 4319, 4320, 5846, 5848, 6189, 6191, 6194, 61976199, 6213, 7147, 10219).
La capacità dell'uomo di prendere in considerazione dei soggetti, di pensare, e ditrarre conclusioni analiticamente, proviene dall'influsso (nn. 4319, 4320, 5288).
L'uomo non potrebbe vivere un solo istante se l'influsso dal mondo spirituale glivenisse sottratto; dall'esperienza (nn. 2887, 5849, 5854, 6321).
La vita che fluisce dal Signore varia a seconda dello stato dell'uomo ed in conformitàdella ricezione (nn. 2069, 5986, 6472, 7343).
Presso coloro che sono nel male il bene che fluisce dal Signore è cambiato in male, e laverità in falsità; dall'esperienza (nn. 3642, 4632).
Il bene e la verità che fluiscono continuamente dal Signore sono ricevuti solo nellamisura in cui essi non sono ostacolati dal male e dal falso (nn. 2411, 3142, 3147, 5828). [6] Tutto il bene fluisce dal Signore, e tutto il male dall'inferno (nn. 904, 4151).
L'uomo attualmente crede che ogni cosa sia in se stesso e da se stesso, quando in realtàesse fluiscono in lui; e questo potrebbe apprenderlo dalla dottrina della chiesa, cheinsegna che tutto il bene viene da Dio, e tutto il male viene dal diavolo (nn. 4249, 6193,6206).
Ma se il convincimento dell'uomo fosse concorde con questa dottrina, egli non sisarebbe appropriato del male, né avrebbe fatto il bene considerandolo come suo proprio(nn. 6206, 6324, 6325).
Quanto felice sarebbe lo stato dell'uomo se questi credesse che tutto il bene fluisce inlui dal Signore e tutto il male dall'inferno (n. 6325).
Coloro che negano il cielo o non sanno nulla in proposito, ignorano l'esistenzadell'influsso dal cielo (nn. 4322, 5649, 6193, 6479).
Cosa sia l'influsso, illustrato attraverso paragoni (nn. 6128, 6190, 9407).
[7] Ogni cosa della vita fluisce dalla sorgente originaria della vita, perché questa èl'origine di essa; e fluisce continuamente; dunque ogni cosa della vita è dal Signore (nn.3001, 3318, 3337, 3338, 3344, 3484, 3619, 37413743, 43184320, 4417, 4524, 4882, 5847,5986, 6325, 64686470, 6479, 9276, 10196).
L'influsso è spirituale e non fisico, cioè l'influsso è dal mondo spirituale nel mondonaturale, e non dal naturale in quello spirituale (nn. 3219, 5119, 5259, 5427, 428, 5477,6322, 9110).
L'influsso è attraverso l'uomo interno in quello esterno, o attraverso lo spirito nelcorpo, e non il contrario, perché lo spirito dell'uomo è nel mondo spirituale, ed il suocorpo in quello naturale (nn. 1702, 1707, 1940, 1954, 5119, 5259, 5779, 6322, 9380).
L'uomo interno è nel mondo spirituale e quello esterno, nel mondo naturale (nn. 978,1015, 3628, 4459, 4523, 4524, 6057, 6309, 97019709, 10156, 10472).
Vi è un'apparenza che ci sia un influsso dal esteriore dell'uomo nell'interiore, maquesta è una falsa apparenza (n. 3721).
Presso l'uomo vi è un influsso nelle cose razionali, e attraverso queste nelleconoscenze, e non il contrario (nn. 1495, 1707, 1940).
Quale sia l'ordine dell'influsso (nn. 775, 880, 1096, 1495, 7270).
Vi è un influsso diretto dal Signore, e allo stesso modo un influsso mediato attraversoil mondo spirituale o il cielo (nn. 6063, 6307, 6472, 9682, 9683).
L'influsso del Signore è nel bene dell'uomo, e attraverso il bene, nella verità, e non ilcontrario (nn. 5482, 5649, 6027, 8685, 8701, 10153).
Il bene dà la capacità di ricevere l'influsso dal Signore, ma non la verità senza il bene(n. 8321).
Nulla di ciò che fluisce nel pensiero è dannoso, ma solo ciò che fluisce nella volontà,poiché questa è ciò che l'uomo fa proprio (n. 6308).
[8] Vi è un influsso generale (n. 5850).
Questo è un continuo sforzo di agire in conformità dell'ordine (n. 6211).
Questo influsso è nella vita degli animali (n. 5850).
È anche nei soggetti del regno vegetale (n. 3648).
È in accordo con questo influsso generale che il pensiero ricade nel linguaggiodell'uomo, nelle sue azioni e nei suoi movimenti (nn. 5862, 5990, 6192, 6211).
SPIRITI [9] Gli spiriti mandati dalle società di spiriti ad altre società e ad altri spiriti sonochiamati soggetti (nn. 4403, 5856).
Le comunicazioni nell'altra vita vengono effettuate per mezzo di tali spiriti emissari(nn. 4403, 5856, 5983).
Uno spirito mandato in funzione di soggetto non pensa da se stesso, ma pensa inaccordo con quelli da cui è stato inviato (nn. 59855987).
Diversi particolari inerenti questi spiriti (nn. 5988, 5989).