Le sorti dei danneggiati in mano al Palazzo · milioni di euro sottratti alla riserva sinistri...

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ATTUALITà Fonsai-Ligresti, milioni di euro sottratti alla riserva sinistri stradali ATTUALITà Esame di guida più difficile: introdotti 750 nuovi quiz per la patente Organo ufficiale Basta Sangue Sulle Strade ente non-profit Reg. Tribunale di Milano n. 119 del 12.03.2010 free-press (copia omaggio) in mano al Palazzo Le sorti dei danneggiati pagina 4 pagina 6 Anno IV - N° 11 Dicembre 2013 Periodico quadrimestrale Direttore responsabile: Alen Custovic [email protected] Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% LO/MI

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ATTuAlITàFonsai-ligresti, milioni di euro sottratti alla riservasinistri stradali

ATTuAlITàEsame di guida piùdifficile: introdotti750 nuovi quiz per la patente

Organo ufficiale

Basta SangueSulle Stradeente non-profit

Reg. Tribunale di Milanon. 119 del 12.03.2010

free-press(copia omaggio)

in mano al PalazzoLe sorti dei danneggiati

pagina 4 pagina 6Anno IV - N° 11

Dicembre 2013Periodico quadrimestrale

Direttore responsabile:Alen Custovic

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editoriale

sommario editorialeNumero 11. Dicembre 2013

DOPO UN ANNO VITTORIO RIZZI LASCIA LA POLIZIA STRADALE. GRAZIE PER AVER DATO PRIORITÀ ALL’EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA

I congedi lasciano sempre un po’ di malinconia, ma spingono anchea fare un bilancio dell’attività svolta da chi ci ha salutato. E quellaportata avanti con estrema professionalità e rigore da parte di Vit-torio Rizzi, che a luglio scorso ha lasciato la direzione della PoliziaStradale per ricoprire il ruolo di Questore de L’Aquila, merita unsentito ringraziamento.Il dottor Rizzi affida ad una lettera, che ho avuto il piacere di rice-vere in qualità di presidente di Basta Sangue Sulle Strade, il suopersonale saluto a quanti hanno collaborato con lui e con la PoliziaStradale a vario titolo: “In un sistema di sicurezza partecipata -scrive - ho constatato con forza quanto lavorare in rete sia strategicoper poter ottenere dei risultati concreti a beneficio della collettività”.Un assioma nel quale crediamo fortemente anche noi: solo la condi-visione di esperienze e professionalità può portare al raggiungimentodi obiettivi che abbiano come punto focale la sicurezza e la prevenzione.Che l’impegno del suo mandato fosse quello dell’educazione alla cir-colazione sicura era chiaro già dai primi mesi: in un’intervista rila-sciata proprio un anno fa al nostro quadrimestrale, Rizzi sottolineava

come la priorità da affrontare fosse la sicurezza, affiancata a incisiveazioni di prevenzione. E la prevenzione sta anche nello smascheraregli illeciti, come fatto con l’operazione “Ghost Car” che ha visto il se-questro di oltre diecimila veicoli con finta intestazione. Vittorio Rizzi non si è mai risparmiato, nè come Capo della Squa-dra Mobile di Milano e Roma, nè come investigatore in indagini diforte impatto nazionale ed internazionale, dalle stragi di Falcone eBorsellino all’attentato di via dei Gergofili all’omicidio di MarcoBiagi. Siamo certi che anche il bagaglio di esperienze accumulato dopoessere stato a capo della Stradale avrà un peso incisivo nel nuovoruolo che sta svolgendo a L’Aquila.Contestualmente ai ringraziamenti per chi ci saluta un augurio dibuon lavoro al dottor Giuseppe Bisogno, nuovo direttore della Poli-zia Stradale, al quale rinnoviamo tutto il sostegno e la vicinanzadella nostra Associazione.

Giacinto [email protected]

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storie di vite spezzate11

norme & sentenze12

tecnologie & sicurezza14

consigli di lettura e app15

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lo scorso 14 novembre Basta Sangue SulleStrade è stata invitata, insieme ad altre as-sociazioni che hanno a cuore le sorti dellevittime della strada, a prendere parte adun’Audizione informale davanti alla VICommissione Finanze della Camera deiDeputati. Ad essere discussa era la Risolu-zione n. 7-00060 Gutgeld, relativa alle te-matiche concernenti il meccanismo per ilrisarcimento dei danni biologici derivantida sinistri nell’ambito dell’assicurazioneRC auto, nonché le misure in materia diprezzi delle polizze. Tutto ciò per arrivarealla tanto attesa stesura di una tabella unicanazionale per la valutazione e liquidazionedel danno biologico che senz’altro ci trovaconcordi. Il legislatore, nell’adottare unatabella unica nazionale, intende però ap-portare un taglio sostanzioso alle attuali ta-belle del Tribunale di Milano cherecentemente la Cassazione ha stabilito es-sere tabelle di riferimento. Come solleci-tato più volte dall’Ania per sostenere ilcomparto RC Auto occorre ridurre icosti che le Compagnie Assicurativesono chiamate a sostenere per la li-quidazione dei sinistri stradali. Con lamodifica dell’art. 139, comma 2 del Co-dice delle Assicurazioni avvenuta lo scorsoanno e ribattezzata come “stop ai risarci-menti da colpo di frusta”, il legislatore hagià fatto risparmiare al comparto assicura-tivo 1,7 miliardi di euro, vale a dire tutte lelesioni comprese tra 0 e 2%. Per abbattere ulteriormente quello cheper l’Ania è un costo, ma che per idanneggiati rappresenta il ristoro diun evento lesivo e traumatico, rite-niamo che esistano altri strumenti, quali

ad esempio modifiche al Codice dellaStrada dal punto di vista normativo (in-troduzione del reato di omicidio stradaleed ergastolo della patente), riduzione deicompensi faraonici dei managerdelle Compagnie (si veda ilcaso ligresti) e unamaggiore efficienzanella gestione e liqui-dazione dei sinistri.A tal proposito i datiche ci vengono for-niti dall’Ivass ci di-cono che negli ultimicinque anni le Compa-gnie sono state sanzionateper circa 199 milioni di eurosolo nel ramo RC Auto, per raggiungere laquota di circa 243 milioni di euro consi-derando il totale delle sanzioni. Come pos-siamo, a fronte di tale cifra spesa insanzioni, pensare di chiedere ad un dan-neggiato di rinunciare ad una quota di ri-sarcimento per sostenere il settore RCAuto?Facciamo un esempio pratico: un dan-neggiato di 40 anni, dunque una personaancora nel fiore degli anni, un padre di fa-miglia, che subisce l’amputazione di unpiede, valutabile in ambito medico-legalein misura del 40% di invalidità perma-nente, avrebbe diritto ad un risarcimentodi circa 236 mila euro applicando le attualitabelle di Milano.Come si fa a chiedere a questa persona ilsacrificio di rinunciare ad una parte cospi-cua di ciò che gli spetta per reggere il si-stema e rimediare alla mala gestio delleCompagnie Assicurative che sono sanzio-

nate per milioni e milioni di euro? Il para-dosso è che dei 243 milioni di euro di san-zioni l’80% riguarda proprio la cattivagestione dei sinistri.

Non da ultimo si rileva come leistanze di Ania, vadano pur-

troppo nella direzione disottrarre tutela giuridicaal danno, depoten-ziando l’obbligo pri-mario dellecompagnie assicura-tive, che ne costituisce

anche deontologica-mente l’essenza, che è

quello di “assicurare”.Crediamo sia necessario sot-

tolineare con sdegno l’accostamentodel termine “costo” in luogo di “risar-cimento”. Il risarcimento non può enon deve essere considerato un costodalle compagnie assicurative.Tale pro-spettazione sconfessa almeno trent’anni dielaborazioni dottrinali e giurisprudenzialitese a rafforzare sempre più l’idea dell’im-portanza e del valore della vita dell’uomoe la centralità della persona. Rinnega, inol-tre, il fatto che il risarcimento in sé e per sérappresenta nella RC Auto l’elemento es-senziale della prestazione assicurativa oltrea costituire l’obbligazione contrattualeprincipale e ad essere il fulcro su cui sifonda l’intero sistema assicurativo nelcampo della responsabilità civile, a frontedel quale tutti gli automobilisti sono ob-bligati a pagare un premio. Il risarcimento non è un costo e non puònella maniera più assoluta essere conside-rato tale e quindi suscettibile di tagli e ridu-

zioni. Chiedere di ridurre il risarcimento perridurre i costi, significa legittimare le impreseassicuratrici a fare un po’ meno il loro la-voro, rinnegando altresì quel patrimoniodottrinale e giurisprudenziale che ha infinegenerato le tabelle del Tribunale di Milano,unanimemente accolte da tutta la comunitàscientifica e professionale. Tale scelta rappresenterebbe quindi unpasso indietro e ci riporterebbe a sistemi ri-sarcitori assimilabili a quelli in uso negli anniSettanta. Noto è il cosiddetto caso “Gen-narino”; nel 1971 il Tribunale di Milano nelquantificare il risarcimento del danno allapersona vittima del sinistro stradale applicòi criteri fino ad allora tradizionali e relativa-mente accettati quali reddito, sesso, capacitàlavorativa, ecc. arrivando alla conclusioneche il danno subito dal figlio di un mano-vale doveva essere computato ipotizzandoche nel futuro la vittima avrebbe (al più) per-corso la medesima carriera professionale delpadre. Manovale il padre, manovale il figlio. Dal caso “Gennarino” ad oggi, fortunata-mente, grazie a Giudici davvero coraggiosie sensibili, il bene della salute ha raggiunto ilrango di bene costituzionalmente garantito.l’associazione Basta Sangue sulle Stradenon ècontraria ad una provvedimento normativoche accolga le tabelle del Tribunale di Mi-lano, in modo da uniformare su tutto il ter-ritorio nazionale, i criteri di risarcimento deldanno. Ovviamente si oppone anche allaminima riduzione dei risarcimenti che al-cuni amministratori e Ania intendono in-vece introdurre, approfittando dellaconversione in legge delle tabelle di Milano.

*Presidente della Commissione Legale

attualità

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IL GOVERNO RIFLETTA SULLA RIDUZIONE DEI RISARCIMENTIIn Commissione Finanze discusso il taglio degli indennizzi da sinistro stradaleche sono l’obbligo primario delle assicurazioni e non un costo come dice Aniadi Alessandro Nolli*

AUDIZIONE

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“I miei figli non c’entrano, non hanno avuto il ruolo che gli at-tribuiscono in questa vicenda. Sono sicuro di poter dimostrarela nostra estraneità, la nostra innocenza”. Era il 17 luglioquando gli uomini delle Fiamme Gialle notificavanol’ordine di custodia cautelare ai domiciliari a Salva-tore ligresti, mister 5%, “intessitore di rapporti”,“uomo delle telefonate alle persone giuste” e “asse-gnatore di consulenze”, insomma “anima” della Fon-diaria-Sai e di tutte le presunte nefandezze registratenell’operazione “Fisher Lange”, dal nome di unmetodo di stima della riserva sinistri nell’assicura-zione danni. Ed è proprio la riserva sinistri ad es-sere finita nell’occhio del ciclone. “DonSalvatore”, che sul banco degli imputati è in buonacompagnia, dovrà rispondere di ipotesi di falso inbilancio aggravato, manipolazione di mercato eaggiotaggio informativo, reati contestati anche aifigli Jonella, Giulia e Paolo Gioacchino, agli Ammi-nistratori delegati del gruppo Emanuele Erbetta eFausto Marchionni e al vicepresidente Antonio Tala-rico.Numeri da capogiro quelli che vengono fuori dall’in-chiesta che si basa sulla contestazione da parte degliinvestigatori dell’occultamento al mercato di un“buco” nella riserva sinistri di circa 600 milionidi euro, la cui mancata comunicazione avrebbe re-cato danni a 12mila risparmiatori. Questi 600 milionisarebbero stati contabilizzati nel bilancio 2010 poiutilizzato per predisporre l’aumento di capitale del2011. Mentre ammonterebbe a 300 milioni di eurola cifra a danno di Fonsai.le misure cautelari nei confronti della famiglia li-gresti sono state adottate poiché la Procura di Torinocompetente del caso riteneva che esistessero con-crete possibilità di fuga, rischio di reite-razione del reato e inquinamentoprobatorio. Nei giorni precedentil’arresto, infatti, i tre fratelli li-gresti hanno prelevato circa 14milioni di euro da tre societàlussemburghesi che fannoloro capo. Inoltre, l’ipotesi diuna fuga progettata venivafuori anche da un’intercettazionetra l’Ad Marchionni e un’altra per-sona i quali parlavano di un viaggio diPaolo ligresti alle isole Cayman “senza vo-glia di tornare”.E così dietro le sbarre sono finite Giulia e Jonella, la

prima a Vercelli e la seconda nel carcere mi-lanese di San Vittore, mentre Paolo, risie-dendo in Svizzera risultava ricercato. le due

sorelle hanno chiesto il patteggiamento: 2 anni e 8mesi per Giulia e 3 anni e 4 mesi per Jonella. En-trambe hanno ottenuto i domiciliari ma nel caso diGiulia la vicenda balza agli onori della cronaca perchéad intervenire per la sua scarcerazione è il Ministrodella Giustizia AnnaMaria Cancellieri, amica di vec-chia data dei ligresti, nonché madre di PiergiorgioPeluso, che per 14 mesi di lavoro da direttore gene-rale in Fonsai aveva incassato nell’ottobre dell’annoscorso 3,6 milioni di euro solo di buonuscita. Pelusoinoltre avrebbe confidato irregolarità nella fu-sione tra Unipol e Fonsai e dunque, a detta di

un dirigente, si sarebbe dimesso perpaura di essere coinvolto in un ille-cito.

In parallelo all’inchiesta della Pro-cura di Torino viaggia quelladella Procura di Milano sulleholding immobiliari dei ligresti,Imco e Sinergia per la quale

viene iscritto nel registro degliindagati Giancarlo Giannini

(nella foto a sinistra), ex presidentedell'Isvap con le ipotesi di corru-

zione e calunnia; corruzione in concorsocon Salvatore ligresti e calunnia ai danni dello stessoingegnere di Paternò. l’inchiesta fa luce anche sulfatto che per dieci anni l'Isvap, sotto la guida di Gian-nini, di fatto avrebbe tenuto gli occhi chiusi rispettoalle dinamiche di gestione di Fondiaria Sai. Salvatore

ligresti inoltre avrebbe ammesso di aver raccoman-dato Giannini presso Berlusconi per fargli ottenereuna poltrona all’Antitrust visto che quella all’Isvapera in scadenza.Raccontare le intricate vicende di cui si sono resi pro-tagonisti i ligresti e quanti gli sono gravitati intornonel corso degli anni non è cosa facile e siamo certiche la magistratura farà il suo corso. Basta Sangue Sulle Strade ritiene doveroso, neiconfronti soprattutto dei danneggiati in seguitoad incidente stradale che da anni attendono unequo e dovuto risarcimento, monitorare l’iter deiprocessi. Danneggiati ai quali nessuno ha finorachiesto scusa. Giulia ligresti, in un’intervista, si dicerammaricata per aver recato danno agli azionisti eaver reso la vita difficile alla Guardasigilli Cancellieriper la sua scarcerazione ma non spende una parola afavore di tutti coloro che non sono stati risarciti neigiusti termini. E’ vergognoso che si siano arric-chiti falsificando le riserve che avrebbero dovutomettere da parte per i risarcimenti dei sinistri.Inoltre, negli anni incriminati, 2008-2010, andrebberomonitorate le sanzioni che l’Isvap ha comminato aFondiaria Sai che risulterebbe la compagnia più san-zionata. In sostanza Fondiaria Sai preferiva pa-gare le multe piuttosto che i sinistri. Anche a talproposito l’Associazione si costituirà parte civilenei processi intrapresi nei confronti dei ligresti edegli amministratori di Fonsai, nonché nei confrontidel procedimento a carico di Giancarlo Giannini.

FONSAI-LIGRESTI, MILIONI DIEURO SOTTRATTI ALLA RISERVADESTINATA AI SINISTRI STRADALI

attualità

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Basta Sangue Sulle Strade si costituirà parte civile nei processi a carico della famiglia azionista del gruppo, degli amministratori e dell’ex capo Isvap Giannini

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Per fronteggiare una delle voci di spesa che piùincide sul bilancio familiare, l’Rc Auto, le trecompagnie del gruppo bolognese unipol,Fondiaria Sai e Milano Assicurazioni hannoproposto un versamento rateale della po-lizza. Dal mese di luglio sia i clienti attuali che i nuovipotranno scegliere se pagare in più riprese lapolizza a tasso zero: “E’ la prima iniziativa con-giunta che viene varata dopo l’integrazione - commentail direttore marketing di unipol Andrea Pezzi -. Vogliamo offrire un aiuto concreto alle famiglie: per-mette di allineare il costo della polizza alle entrate, chesono mensili. I clienti non subiranno alcun costo aggiun-tivo. Gli oneri sono tutti a carico della compagnia”. Da luglio hanno già aderito oltre 500milaassicurati. Rispetto alle offerte di altre agenziequesta del gruppo bolognese si caratterizza peressere totalmente gratuita, non vincolata ad al-cuna carta di credito e aperta anche a chi non ècliente. (roberto libralato)

“Qualsiasi cosa io possa fare conta su dime”. E’ la frase più riprodotta attribuita adAnna Maria Cancellieri, titolare del Ministerodella Giustizia, nel cosiddetto caso “Cancel-lieri-ligresti”, tra quelli che ha maggiormenteattirato l’attenzione dei media. Il riferimentoè in particolare al ruolo della Cancellieri nellascarcerazione di Giulia Maria ligresti, di cuiriassumiamo brevemente i fatti per la loro im-portanza, non solo per la portata, ma ancheper l’emblema di un modus operandi pur-troppo diffuso nel Bel Paese.Giulia Maria ligresti era sotto custodia cau-telare nell’ambito delle indagini della procuradi Torino su Fondiaria-SAI, che avevano por-tato ad altre sei misure di custodia cautelare.la vicenda riguarda il finanziere e imprendi-tore Salvatore ligresti, padre di Giulia Maria,altri due suoi figli e tre ex dirigenti della so-cietà. l’accusa per tutti era di false comuni-cazioni sociali e riguardava il bilancio del2010 di FonSAI: secondo l’accusa avrebberonascosto la mancanza di circa 600 milioni dieuro delle riserve assicurative della società.Per i pm avrebbero riportato notizie false sulbilancio dell’azienda per evitare conseguenzenegative per il titolo in borsa.Tralasciando la questione dal punto di vistastrettamente giuridico è necessaria tuttaviauna considerazione di natura più generale. laprima riguarda Giulia Maria ligresti, la qualeintervistata da Bruno Vespa dopo 44 giorni dicarcere dice “mi dispiace per chi ha subito deidanni da questa storia… anche noi eravamoazionisti di questa società”, insomma nes-sun riferimento ai danneggiati che daanni attendono di essere risarciti. Perquanto riguarda invece l’“interessamento”della Cancellieri, una considerazione nasce dauna domanda: può un Ministro interveniredirettamente, anche se a dicente livello”uma-nitario”, in una vicenda riguardante una fa-miglia (i ligresti) con cui ci sono conclamatirapporti amicali e importanti interessi eco-nomici di lunga data?una cosa per il momento appare chiara, chedi questi tempi, in cui non poche volte le vit-time della strada subiscono l’onta del dimen-ticatoio nonché aperti attacchi del più biecoconsociativismo, vicende del genere adom-brano ulteriormente un mondo, quello assi-curativo, già di per sé storicamente nonsempre limpido.

Alen Custovic

attualità

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Rc auto a rate

Guai in vista per l’IVASS, l’Istituto di Vigilanza sulleAssicurazioni. All’orizzonte si prospetta l’ipotesi diconfigurazione di illecito penale, sanzio-nabile ai sensi dell’art. 167, comma2, del Codice della Privacy perviolazione dell’art.11 dellostesso Codice. In sostanzal’IVASS, dopo aver imple-mentato la banca dati sinistrisuddividendola in “anagrafetestimoni” e anagrafe “dan-neggiati”, avrebbe fatto con-fluire in questi archivi i dati dimigliaia di persone che hanno as-sistito ad un sinistro stradale. l’Isti-tuto infatti non scheda solamente chi hasubito o causato un incidente ma registra anche idati di chi ha rilasciato una dichiarazione testimo-niale a seguito di un sinistro e senza alcuna pre-ventiva comunicazione. Come si è giustificata l’IVASS? Adducendo qualemotivazione l’esigenza di prevenire eventuali frodiassicurative ma senza curarsi del fatto che in que-sto modo la privacy dei cittadini è venuta meno.Questi dati infatti sono a completa disposi-zione delle compagnie assicurative. Si viene a

ledere così facendo il principio base della norma-tiva che regola il trattamento dei dati personali. Se

si intende raccogliere, archiviare, conser-vare e sopratutto condividere dati

personali in banche dati gestite daprivati quali sono le Assicura-zioni va intrapresa a monteuna politica di trasparenzanei confronti degli interes-sati. Basterebbe fornireloro un documento con-tenente tutti gli elementiutili a spiegare le finalità e lemodalità del trattamento, l’ori-

gine del dato raccolto, le misuredi sicurezza applicate e i soggetti ai

quali rivolgersi per esercitare i diritti di ac-cesso. Si dovrebbe inolre dare ai soggetti che de-vono essere registrati la possibilità di verificarel’avvenuto inserimento in archivio, la presenza e larimozione dei dati, al fine di tutelare la riservatezza.Da qui il rischio di incorrere in un reato penale do-vuto al fatto di aver costituito una banca dati a to-tale insaputa degli interessati, senza alcunainformativa e senza l’indicazione dei soggetti che avario titolo possono accedervi.

IVASS, la banca dati viola la privacydi Roberto Colosini

Basta SangueSulle StradeOnlus, dopo aversporto denunciaalle competentiprocure territorialisegnalando il gravestato di manuten-zione della S.R.Pontina, lungo iltratto Roma-la-tina, intende insistere sul punto affinché le indaginidella magistratura vengano adeguatamente svoltee portino alla individuazione dei responsabili.Giova ricordare come la Cassazione, IV sezionepenale, proprio recentemente si sia espressa con lasentenza n.30190/2013, confermando la con-danna dei vertici aziendali del Consorzio Auto-strade Siciliane – ente gestore dell’A20 – per nonaver adeguato il tratto stradale del viadotto Ritiro,nell’abitato di Messina, ai moderni standard di si-curezza, riscontrando di fatto in tale condotta omis-siva la violazione della regola cautelare del neminemlaedere. l’Associazione, attraverso istanze che sa-ranno presentate prossimamente, porterà all’at-tenzione dei magistrati elementi tecnici, pratici egiuridici attraverso i quali svolgere ulteriori appro-fondimenti nell’ottica principale di individuare leresponsabilità e dare degli input a nuovi interventidi ripristino. (tiziana scandariato)

Istanze per la Pontina

L’Editoriale

Cancellieri-Ligresti,specchio d’Italia?

editoriale

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intervista

DISS, A PARMAUN CENTRO PERLA SICUREZZASTRADALELa struttura, diretta dalla Professoressa Lorella Montrasio, si pone come punto di raccordo nazionale per tutti coloro che si interessano di sicurezza stradale, rivolgendola ricerca verso infrastrutture, uomo, veicoli e viabilitàdi Silvia Frisina

l’Italia può contare su una realtà che è rivolta adimplementare la ricerca sulla Sicurezza Stradaleconvogliando al suo interno gli sforzi di numerosiorganismi nazionali che operano in tal senso, conun ottica multidisciplinare, che include studi su in-frastrutture, uomo, veicoli e viabilità. Stiamo par-lando del Diss, Centro di Sicurezza Stradale,diretto dalla Professoressa lorella Montrasio, allaquale abbiamo rivolto qualche domanda.Come nasce il Diss?“Nasce per puro caso nel 2002, da un incidentestradale subito da un ragazzo ligure che ha avutoconseguenze gravi per via di una malattia pre-gressa. Quando ha recuperato fisicamente risul-tava comunque ancora scosso psicologicamente egli psicologi gli avevano consigliato di riprendere aguidare. A disposizione aveva un catorcio che èperò riuscito a trasformare grazie al tuning. lalegge del ’92 impediva però le modifiche. Aven-domi chiesto consiglio mi sono informata meglio,chiedendo il nulla osta con i calcoli per cambiare icerchi. Era il 2006. Se una legge non permette permotivi futili o commerciali il miglioramento delmezzo per la sicurezza vuol dire che è sbagliata lalegge. Nel 2007 ho scritto a Bersani che aveva in-cluso nel pacchetto delle liberalizzazioni la possi-bilità di montare componenti sui mezzi purchéomologati. Da lì è nato un contatto con gli orga-nismi parlamentari. Volevo che chi aveva già fattodomanda per le modifiche avesse anche i controlli.A quel punto sono stata investita di un ruolo isti-tuzionale: seguire per l’università il decreto. Hoscritto insieme a Marelli il testo di legge, in lineacon le prescrizioni europee e per conoscere lenorme tedesche ho stretto rapporti anche conDekra. Abbiamo creato una confederazione ita-liana del Tuning con la Marelli, la Confersercenti,la Cna, Dekra e molti altri. Nel frattempo ho vistoche l’argomento era legato alla sicurezza stradale,un nesso che però non era ancora maturo. Mi sono

detta che i macromessaggi non basta-vano affinché si potessero evitare gli in-cidenti. Serviva, e serve, una formazione

fatta sulle persone per cambiare le cattive abitu-dini; colmare la lacuna dell’età scolare e incideresugli adulti tramite le aziende. le iniziative anda-vano fatte in maniera massiccia, strutturata. Nonpuntando solo sulle singole azioni ma organiz-

zando qualcosa di forte e strutturato. Il progettoportato avanti con Dekra su l’e-learning che pre-miava i migliori risultati con corsi di guida sicurami ha dato uno stimolo ancora più forte per svi-luppare un qualcosa legato alla sicurezza stradale.Nel frattempo è stata approvata la legge Minasso-lulli che prevede l’abolizione del nullaosta per lemodifiche ai veicoli di classi l, M1, N1 e che adessi possa essere apposta qualunque modifica (ge-neralizzazione normativa) purché “certificata” esegnalata sul libretto di circolazione. Nasce così,con il decreto Milleproroghe l’idea di un centro diricerca aperto che potesse radunare le competenzeframmentate perché la sicurezza stradale è inter-disciplinare. Il Diss nasce il 4 ottobre del 2010,stringendo protocolli d’intesa con mezza Italia edopo aver firmato la Carta Europea della Sicu-rezza Stradale abbiamo iniziato a lavorare. DelDiss fanno parte cinque Dipartimenti dell’univer-sità di Parma, tra cui Ingegneria, Medicina e Psi-cologia, il Dipartimento di Medicina eTraumatologia e Rianimazione di Torino, quello diPsicologia di Milano e il Dipartimento di Inge-gneria Civile ed Ambientale di Catania, oltre al

Centro Nazionale delle Opere Salesiane di Roma.I Dipartimenti entrano nel Consiglio del Diss condue rappresentanti”.Qual è la sua principale funzione?“la funzione principale riguarda le infrastrutture:studiare sistemi di sicurezza per l’infrastruttura,materiali che attutiscono l’impatto, guard rail, finoai veicoli come quelli senza conducente”.Dal 2010 ad oggi quali sono stati i cambia-menti, culturali e pratici, più rilevanti cheavete notato grazie al contributo del vostro la-voro in ambito di sicurezza stradale?“Difficile dire se c’è stato un cambiamento. Il cam-biamento è nella riduzione di incidenti ma è do-vuto a tante cause. Solo un’azione forte e concretapotrà portare a risultati forti a lungo termine”. In cosa consiste il progetto “S3T Street – Staisicuro sulla strada”? Chi coinvolge e a chi sirivolge?“E’ un progetto finanziato dal MIuR per esseresperimentato nelle scuole della lombardia e dellaliguria. Sono 8 ore di modulo formativo, 2 ore dicontest per verificare il gradimento e l’acquisizionee 6 ore di formazione evidenziando gli scenari diincidentalità con il materiale fornito dalla PoliziaStradale, cioè filmati che segnalano i pericoli. Si in-segna ai ragazzi la postura e la guida che non è pra-tica ma teorica, e gli si danno nozioni di primosoccorso. le scuole non sono obbligate, partecipachi vuole aderire”. Cosa manca all’Italia dal punto di vista nor-mativo rispetto al resto d’Europa nella lottacontro l’incidentalità stradale?“Manca che il processo normativo sia supportatodalla professionalità dell’approccio, dandogli cosìscientificità con un’analisi dei dati. Il nostro com-pito è guardare cosa succede in Italia per questo ènecessario un legame forte tra Stato, università estrutture tecniche. Sono tutti enti che servono aquesto ma le competenze sono sparse e non for-niscono supporto interdisciplinare. la funzionedel Diss è proprio questa: l’università a serviziodella cosa pubblica”. 6

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Il “sistema traffico” può essere indagato anche dal-l’analisi psicologica. Con l’intento di promuovere ricer-che in ambito nazionale e internazionale e fornireformazione e interventi applicativi specifici di Psicolo-gia del Traffico nasce l'unità di ricerca in Psicologia delTraffico, afferente al Dipartimento di Psicologia del-l'università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Per ca-pire più a fondo di cosa si occupa ci siamo rivolti allaprofessoressa Maria Rita Ciceri, Responsabile del-l’unità di Ricerca in Psicologia del Traffico.Cosa si intende per Psicologia del Traffico?“In Europa e soprattutto in alcuni Paesi la Psicologiadel Traffico ha una storia trentennale. In Italia ha in-vece una storia più recente. Diversi sono i temi che af-fronta: in primo luogo la prevenzione dell’incidentalitàlegata al fattore umano, che per il 70% delle volte ècausa dei sinistri. un elemento importante ma non de-cisivo spesso è la distrazione o l’inesperienza che pos-sono essere “addestrate”. Psicologi provenienti dallaPsicologia del Traffico inoltre sono presenti nelle com-missioni per le patenti presiedute da medici, per valu-tare l’idoneità alla guida, un esame che manca quandoviene assegnata la patente. Altra fase è la sicurezza dellestrade, il posizionamento della segnaletica. Ci sono in-croci che per il Codice sono a norma, ma dal punto divista percettivo no perché il pedone è a rischio creden-dosi avvistabile. I bambini, ad esempio, non hanno lapercezione della relatività; a loro dobbiamo insegnare ilrispetto delle regole ma anche il fatto che possono nonessere visibili. la Psicologia del Traffico lavora sul fat-tore umano anche dal punto di vista emotivo perchénon sempre il nostro comportamento è sano. le nostrestrade non sono sicure e comportano un alto livello distress di traffico che abbassa la qualità di vita. le emo-zioni che proviamo alla guida di un qualunque mezzoci logorano e ogni autista ne avverte di diverse; adesempio colui che si trova all’interno della “corazza”auto si sente forte e compete con gli altri senza rendersiconto che l’impatto di un’auto non è come quello di uncorpo. Differente sarà l’emozione di chi guida unoscooter o una bicicletta. A volte ci sentiamo protetti main realtà non lo siamo”.

Di cosa si occupa l’Unità di ricerca in Psicologiadel Traffico?“l’unità di Ricerca in Psicologia del Traffico è nataquattro anni fa e porta avanti una serie di progetti persensibilizzare alla sicurezza stradale. Ci stiamo occu-pando di una ricerca sull’intervallo di reazione psicotec-nica che è pari ad 1 secondo: metà di questo secondoviene impiegato per prendere una decisione sul da farsied è su questa decisione che dobbiamo lavorare. Deter-minante è ciò che si può fare prima, ossia agire su unapercezione del rischio corretta. un’altra attività è legataai games: alcuni giochi sono basati sull’infrazione dellaregola. l’obiettivo è capire che lascito hanno i videoga-mes su chi guida l’auto e anche su chi non la guida. Que-sto è l’aspetto in negativo che può essere ribaltatocostruendo games che possano aiutare a preparare allaguida corretta. Chi è esperto sulla strada ha una reazionediversa come l’aumento del battito cardiaco successivoalla percezione del rischio. Chi gioca no. Occorre lavo-rare sugli effetti reali di impatto che i games falsificanoannullando la percezione reale. la nostra ricerca riguardaanche il new driver: in Italia c’è un “salto” tra la forma-zione teorica e quella pratica, tra i due momenti esistonopochi legami; è bene dunque entrare in contatto con lescuole guida, capire come vanno fatti i simulatori e i fil-mati che consentono di unire le due esperienze”.Il 25 maggio c’è stato un convegno dal titolo “Il be-nessere scorre sulle strade – mobilità sicura e so-stenibile: il contributo della psicologia”; su cosaverteva il suo intervento dal titolo “Nuovi scenari diinterazione tra sistema traffico e benessere: poten-ziare la corretta percezione del rischio e le nuoveforme di mobilità”?“Il convegno che si è tenuto il 25 maggio scorso era po-larizzato su due aspetti, la sicurezza e la sostenibilità. Bi-sogna essere in grado di unirli entrambi. le sfide che cisi prospettano sono molte dal punto di vista della sicu-rezza: prima fra tutte potenziare nella scuola dell’infan-zia non la conoscenza delle regole ma la percezione delrischio. Se riusciamo a fare formazione facendo toccarecon mano i rischi miglioriamo la sicurezza. Riguardo allasostenibilità dobbiamo tenere in considerazione che il

nostro Pianeta ha dei pesi enormi; l’introduzione delleauto elettriche cambierà le nostre abitudini. E’ necessa-rio potenziare le interazioni tra chi va in strada anche seè impossibile che tutto venga monitorato. E infine c’è ilbenessere che deve essere l’obiettivo sulle strade che habuone probabilità di essere raggiunto visto che l’Europaha dato delle direttive che non sono state disattese”. In cosa consiste la vostra collaborazione con ilDISS?“Consiste in un progetto di e-learning. Stiamo svilup-pando delle app, che sono poi i mezzi più vicini ai ra-gazzi, che possano addestrare ad usare bene le risorseattentive e di monitoraggio. Bisogna lavorare tanto sullapercezione del rischio reale: quella soggettiva deve di-ventare più vicina possibile alla reale”.Avete collaborazioni con altri Atenei europei? Se sì,qual è l’approccio che questi hanno con la sicu-rezza stradale?“Con l’università di Nottingham, che lavora molto sullapercezione visiva, abbiamo intrapreso una collabora-zione che ci ha aiutato a lavorare in questo senso; ab-biamo collaborazioni anche con l’università di Dresdache ha un Dipartimento di Psicologia del Traffico e conGroninger, nei Paesi Bassi che ha una lunga tradizioneed è specializzata sui sistemi intelligenti che aiutano allaguida, su quelle tecnologie che aiutano a rendere più si-curo l’approccio con l’auto come ad esempio il segnaleche ti guida nel parcheggio o che ti avverte delle man-canza della cintura di sicurezza. lo studio della perce-zione del pedone è alla base di ogni ricercainternazionale”.Quanti studenti decidono di prendere parte al-l’Unità di ricerca in Psicologia del Traffico e qualisbocchi lavorativi assicura?“l’unità è un Centro di ricerca e promuove corsi di per-fezionamento in Psicologia del Traffico. I tecnici esternisono ammessi solo alla prima parte del modulo, mentrealla seconda sono ammessi solo gli psicologi. la for-mazione dura 180 ore e normalmente abbiamo 20/25psicologi. Ora stiamo cercando di creare fi-gure che possano essere impiegate in più am-biti. Il mondo deve accorgersi di loro”.

intervista

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LAVORARE SUL FATTOREUMANO, PRIORITÀDELL’UNITÀ DI RICERCAIN PSICOLOGIA DELTRAFFICOLa professoressa Maria Rita Ciceri, Responsabile dell’Unità, ci racconta quali sono le azionimesse in campo per sensibilizzare alla sicurezza stradale e dare un contributo dal punto divista della ricerca applicando l’analisi psicologica al “sistema traffico”di Silvia Frisina

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lo scorso 6 ottobre si è svolto presso il CAPS di Cesena, Centro di Addestramento dellaPolizia di Stato, il IV Raduno del 25esimo Corso di specializzazione nei servizi i PoliziaStradale. un incontro emozionante che per i convenuti è stato un ritorno a “casa” comeha sottolineato uno degli organizzatori, Bruno Benini, Presidente dell’ANPS diForlì, l’Asssociazione Nazionale della Polizia di Stato, che ha aggiunto: “In questo Cen-tro oggi si svolgono corsi di tutte le specialità ma per noi del 25esimo Corso sarà sem-pre il Centro di addestramento della Stradale”. Dello stesso avviso l’altro organizzatore,Giacomo Gabrielli,dell’ASAPS, l’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stra-dale, che ha definito il CAPS come “l’università della Polizia Stradale che accoglie oggiuomini di un momento passato ancora impegnati contro la violenza e i soprusi”. un rin-graziamento a quanti hanno fatto parte di quel glorioso Corso anche da parte dell’attualeComandante del CAPS, Giovanni Busacca, che vede la presenza di tanti convenuticome un privilegio a dimostrazione di cosa è possibile fare dopo il servizio.

Anche Basta Sangue Sulle Strade onlus era presente al Raduno con il PresidenteGiacinto Picozza, che si è formato al CAPS proprio nel 25esimo Corso.

In principio era la riforma che divideva la patente diguida generica in tante varianti. Ora invece si intervienesull’esame, sulla modalità per ottenerla. E’ qui infattila novità per quanto riguarda le patenti A1, A2, B1,B, B96 e BE che si arricchiscono di nuovi 750quiz. Nella sostanza l’esame teorico resta lo stesso(composto da 40 domande, con un margine di erroredel 10%, quindi 4 errori), mentre il database su cuiscegliere le domande da porre sale ad un totale dicirca 7.200 quesiti. l’aggiornamento ha coinvoltoanche la revisione di una serie di domande ritenute ob-solete.Di fatto quindi, ad esempio, il candidato al consegui-mento della patente A1, dovrà conoscere i quiz relativial rimorchio, così come il candidato al conseguimentodella patente B dovrà conoscere i quiz relativi ai moto-cicli, come ad esempio la catena di trasmissione, l’in-

terruttore di emergenza, il triangolo di emergenza ecosì via. Il vantaggio è che non occorrerà ripeterel’esame di teoria per conseguire le altre patenti elencate.Le novità principali riguardano temi come la rego-lamentazione amministrativa e sanzionatoria deiconducenti e delle patenti; i comportamenti ai pas-saggi a livello; l’uso delle luci e dei dispositivi di il-luminazione; gli elementi strutturali dei veicolo cheincidono sulla sicurezza della circolazione comepneumatici, freni, organi di trasmissione; traino diun rimorchio; spie di malfunzionamento e di raf-freddamento, lubrificazione.Ecco un paio di esempi di quiz: “Nel caso in cui, a unpassaggio a livello, ci si trova ancora sui binari col pro-prio veicolo quando le barriere cominciano a chiudersi,occorre sgomberare in qualunque modo la sede fer-roviaria, se necessario anche sfondando le barriere”;

“Nei veicoli a motore a due ruote, l’interruttore diemergenza, permette lo spegnimento del motore qua-lora ci si arresti su strade a forti pendenze avendo lemani occupate sulle leve di comando”.Le novità in questione, in quanto allargano ilcampo conoscitivo, rappresentano un passo inavanti rispetto all’esigenza di formare patentatipiù consapevoli. Tuttavia non basta. Il rischio, co-mune a tutte le prove a quiz, è quello di una prepara-zione esclusivamente mnemonica. Infatti, per ungiovane dalla mente mediamente allenata, imparare amemoria l’associazione tra le soluzioni di circa 7200quesiti è una meta raggiungibile. la domanda che restaè se una conoscenza non mediata dall’esperienza o as-similata a memoria, ma solo finalizzata all’obiettivodella patente, sia davvero foriera di patentati respon-sabili e consapevoli.

attualità

Le nuove domande verteranno sulla regolamentazione amministrativa e sanzionatoria delle patenti, sull’uso delle luci,sul comportamento ai passaggi a livello e suglielementi strutturali del veicolo che incidonosulla sicurezza della circolazionedi Alen Custovic

Al CAPS di Cesena il IV Raduno del 25°Corso diSpecializzazione nei servizi di Polizia Stradale

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750 NUOVI QUIZPER FORMARE PATENTATI PIÙCONSAPEVOLI

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Spesso capiamo quali potrebbero essere le conse-guenze di un comportamento sbagliato solo dopoaverlo adottato e quando ormai il danno recato è ir-reversibile. Sulla base di questo assunto si è fondatal’iniziativa di Road Cross, associazione svizzera at-tenta alle problematiche della sicurezza stradale, cheha messo in campo un’efficace azione per far com-prendere ai giovani quanto sia pericoloso mettersialla guida dopo aver bevuto. Road Cross ha organizzato lo scorso sabato 9 no-vembre, in concomitanza con l’entrata in vigore del li-mite dello 0,1 per mille per i conducenti con la patentein prova, una festa dal titolo “Drink+Drive” in una

pista di ghiaccio del canton Zurigo, a Regenesdorf.una sola regola, opposta a ciò che il buon senso do-vrebbe dire a tutti di fare: bere alcolici e poi mettersialla guida. I partecipanti sono stati invitati a bere alcole poi provare a guidare su un percorso controllato.Se coloro che fungevano da pedoni non fossero statimanichini avremmo avuto 9 morti. In 9 casi su 10, in-fatti, i conducenti non hanno avuto la prontezza diriflessi per evitare l’impatto, qualcuno non riuscivaneppure a trovare il pedale del freno tanto era an-nebbiato.«Se le circostanze fossero state reali si sarebbero con-tati dei morti», dichiara il portavoce di Road Cross

Stefan Krähenbühl. Il messaggio sembra essere arri-vato in maniera forte tanto che alcuni giovani hannorifiutato di mettersi alla guida alla fine dell’evento.l’Associazione inoltre ha fatto sapere che con i filmatiraccolti, e visibili su www.tio.ch/drinkdrive,verrà prodotto un video sulla prevenzione. 9

campagne

I luoghi della movida di alcune tra le principalicittà italiane hanno fatto da quinte alla secondaedizione di “Guida tu la vita. O Bevi OGuidi Experience Tour”, iniziativa sulla pre-venzione contro l’abuso di alcol organizzata daAssobirra in collaborazione con “Media-friends”, “Guadagnare Salute” e con il so-stegno di diversi Ministeri con capofila ilMinistero della Salute. lo scorso anno la prima edizione aveva titolo“Movida alternativa” ed era stato realizzato solo a Mi-lano e Firenze. Quest’anno il tour ha percorso 1800 kme toccato sette città contando 10mila partecipanti; par-tendo nel mese di giugno da Torino per arrivare a leccealla fine di settembre è passato per Genova, Verona, Ri-mini, Roma e Salerno. Presso la struttura allestita dagli organizzatori era possi-bile effettuare, indossando gli occhiali alcolemici, i classiciesercizi che la Polizia richiede quando ferma qualcunoper un controllo. Dopo aver camminato in linea i parte-cipanti dovevano inserire delle penne in un bicchiere epoi lanciare delle palline in un canestro. A disposizione diquanti si sono prestati alle prove anche un simulatore ta-rato con ritardo di reazione per dimostrare come sia dif-ficile guidare sotto l’effetto di alcol. A tutti i partecipantiè stata regalata una maglietta mentre ai più virtuosi, cioèa coloro che non hanno distrutto la macchina nel ci-mentarsi con il simulatore, sono stati regalati 70 corsi diguida sicura a Vallelunga che si sono svolti il 19 in colla-

borazione con l’Aci presso l’autodromo di Vallelunga. Ilcorso ha compreso una lezione teorica e oltre 5 ore diattività pratica alla guida di alcune Toyota (tra cui alcunevetture con tecnologie Hybrid). I partecipanti hannoavuto la possibilità di simulare, nella massima sicurezza,

le principali situazioni di pericolo riscontrabilinella guida di tutti i giorni. Hanno imparato cosìa controllare le proprie reazioni, a conoscere icomportamenti del mezzo e ad intervenire nellamaniera migliore per controllare il veicolo.Durante la tappa romana del 13 settembre scorsoin Campo de’ Fiori abbiamo incontrato LauraBelviso, project manager della Campagna“Guida tu la vita. O Bevi O Guidi ExperienceTour” che ci ha parlato più in generale delle azioni

che Assobirra mette in campo da anni per un consumoconsapevole: “Da molti anni Assobirra fa campagne per ilconsumo moderato dell’alcol. Nel corso degli anni ab-biamo portato avanti diverse campagne, una di queste èquella in accordo con i ginecologi, ossia informare le donneche stanno pianificando una gravidanza sui rischi sul con-sumo di alcol in gravidanza. Se non si beve durante le primequattro settimane si riducono di molto i rischi di malfor-mazioni fisiche o ritardi mentali del nascituro. Abbiamopoi realizzato una campagna rivolta ai minori e questa cheaffronta il tema dell’alcol alla guida. Bisogna educare al con-cetto di allarme, deve passare un messaggio netto comequello utilissimo del guidatore designato. la cultura dellosballo aumenta con la globalizzazione perché importa i si-stemi culturali degli altri paesi. la cultura mediterranea èdefinita “cultura bagnata”, appunto del bere a pasto e noncome fanno alcune culture europee dello sballo. Il mes-saggio che deve essere diffuso è quello appunto di berenella giusta misura quando si mangia e non per sballarsi”.

ASSOBIRRA INTOUR PER PREVENIREL’ABUSO DI ALCOL

Diecimila ragazzi hanno preso parte all’iniziativa “Guida tu la vita. O Bevi o GuidiExperience Tour”, per sensibilizzare ad un corretto consumo delle bevande alcoliche. 70 di loro hanno vinto corsi di guida sicura

Drink+Drive, così la Svizzera fa prevenzionedi Francesco Vellucci

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Era il 28 luglio scorso quando un autobus con abordo una cinquantina di persone reduci da un pel-legrinaggio è precipitato dal viadotto Acqualongasulla A16 nei pressi di Monteforte Irpino. un volodi trenta metri nel quale hanno perso la vita in 40,mentre 24 sono state le persone ferite tra occupantidell’autobus e automobilisti.una tragedia dalle proporzioni abnormi che ha vistola nostra associazione schierarsi in prima linea e of-frire da subito una struttura qualificata, dotata di

professionisti tra avvocati, periti e tecnici ricostruttori,medici legali e psicologi, tutti dalla decennale espe-rienza e conoscenza nell’ambito della infortunisticastradale e dell’omicidio colposo stradale. Questa vo-leva essere la costituzione di un Comitato: una“casa” che potesse accogliere i familiari e le vittimedella A16 per farli viaggiare compatti alla ricerca diVerità e Giustizia. Abbiamo provato in un primomomento a contattare il Comune di Pozzuoli, quellopiù colpito in termini di lutti, ma dopo un’iniziale di-

sponibilità l’ente si è tirato indietro definendo la no-stra un’iniziativa privata. Rispettiamo la scelta dell’amministrazione ma rite-niamo sia stata poco lungimirante. Il Comitato è sfu-mato e in questo modo i familiari e le vittime dellaA16 sono stati assistiti da una pluralità di avvocati etecnici ricostruttori. Riteniamo invece che, con l’ap-poggio del Comune, avremmo potuto riunire tuttiin un’unica struttura e assicurare ai danneggiati ri-sultati in più breve tempo. Qualora si volesse tor-nare sui propri passi le famiglie possono consultareil sito internet www.comitatovittimea16.it, attraversoil quale è possibile fare anche una donazionein favore delle famiglie delle vittime.

Comitato familiari e vittime della A16, un assistenza unica per garantire tempi brevi

storie di vite spezzate

“LA VOGLIADI VIVEREDI LUIGIFARO PERTUTTI NOI”

Annamaria Colosini ci racconta l’esperienza della sua famiglia dopo l’incidente che ha coinvoltoil fratello Luigi. Un fatto drammatico dal quale è nata l’associazione “Basta Sangue SulleStrade” e che ci insegna, giorno dopo giorno, il valore della speranza e l’importanza della vitadi Silvia Frisina

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la storia che vogliamo raccontarvi oggiè quella che guardiamo negli occhi ognigiorno e che, ogni giorno, ci fa capirequanto sia importante donare se stessi aglialtri. E’ una storia iniziata 11 anni fa e chenel 2009 ha dato vita alla nostra Associa-zione. Abbiamo scelto di parlarvi della fa-miglia Colosini e dell’esperienza vissuta inseguito al drammatico incidente che hacoinvolto luigi, dal 2002 in stato di comavegetativo di grado 2, per dare un segnaledi speranza a tutti coloro che stanno at-traversando lo stesso calvario, per dimo-strare che l’unione, l’amore, la volontà e ilcoraggio di vivere sono fiamme sempreaccese anche nelle difficoltà.E’ Annamaria, la sorella di luigi, a par-larci di come è cambiata la loro vita dopol’incidente: “Non hai più una vita tua euna vita sociale se ti dedichi ad una per-sona a te cara. Cambia tutto. Quandoqueste cose ti capitano pensi che intornoa te non ci sia più niente. A 22 anni hai

altre priorità. Di fronte a questo cose ticambiano i valori, anche i rapporti con latua famiglia si modificano”. Trovate sostegno negli altri?“Non sempre vieni compresoma trovi anche tante per-sone stupende che tiseguono. Il crollopsicologico èsempre lì. Haiperò l’egoismodi pensare cheluigi è qui, vivo,che possiamoabbracciarlo, ba-ciarlo; la forza che ioe Roberto diamo aluigi, lui la ridà a noi.Certo, è difficile trovare la forza...ma a distanza di anni sta diventandomeno pesante”.C’è un forte affetto tra voi fratelli...“Fra noi tre c’è un legame strettissimo.

Questo enorme affetto ce lo ha lasciato ineredità mia madre. l’esperienza vissuta èstata bruttissima ma posso dire che luigici insegna tanto, insegna solo a guardarlo;

ti insegna che ha voglia di vi-vere, a non buttare via

quello che hai di piùimportante. Manca

il dialogo a parolema se c’è qual-cosa che non valo percepisci.Questo è possi-bile solo se credi

ciecamente nellapersona a te cara. Il

merito è di mia madreche ha fatto in modo che

io e Roberto fossimo in grado diprovvedere a luigi, dal lato medico e igie-nico, e di stare soli con lui pur non aven-doci mai lasciati soli quando era in vita. Intutta la famiglia c’è una bellissima colla-

borazione, siamo la sua campana divetro”.E’ stata proprio Isabella Smussi, vo-stra madre, a volere che venisse creataun’associazione a sostegno delle vit-time della strada...“Mi sento di dire grazie a tutti coloro chehanno contribuito e stanno contribuendoa portare avanti il sogno di mia madre esono certa che se luigi potesse parlare di-rebbe la stessa cosa. Noi siamo qui per te-stimoniare che a volte bastano piccoligesti, anche solo sforzarsi di capire il do-lore degli altri, dimostrare sensibilità e noncompassione nei confronti delle personeche vivono questa situazione, in pocheparole avere umanità”.Il sorriso di Annamaria ci accompagnaverso la conclusione di questa chiacchie-rata. Si gira verso luigi e con la dolce spe-ranza di cui solo una sorella può essercapace esclama: “E vissero sperando cheGigi tiri su il culo da quella sedia!”.

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E’ piuttosto notolo strumento chela legge Pinto(l.89/2001) for-nisce a tutti co-loro i quali sonocostretti a subireun pregiudizio, acausa dell’inerziadella giustizia. Sipuò, infatti, ricor-rere alla Corte d’Appello compe-tente per territorio al fine di ottenereil risarcimento e l’equa riparazionedel danno.Forse è meno noto che la Corte deiConti, nell’interesse del Mini-stero della Giustizia può agire econdannare il magistrato il cuicolpevole ed inerte comporta-

mento ha allungato itempi del processo.

E’ quanto stabi-lito nella recentesentenza n.292del 23 settem-bre 2013, dallaCorte dei Contisezione giurisdi-zionale Toscana,che ha ricono-sciuto come con

il suo comporta-mento, il giudice “abbia cagionato undanno all’erario rappresentato dal-l’importo erogato, per equa ripara-zione al cittadino”.Il magistrato, quindi, in virtù dellasua cattiva condotta, è stato condan-nato a rimborsare all’erario lo stessoimporto che il Ministero della Giu-stizia aveva erogato al cittadino a ti-tolo di equa riparazione del danno daeccessiva durata del processo.

La condannadei giudici... lumaca

norme & sentenze

Forse non tutti sanno che secondo le disposizioni delcodice della strada, quando siamo a bordo di una bici-cletta, o come si dice in gergo un ve-locipede, stiamosostanzialmente guidandoun veicolo.Quindi, oltre a doverrispettare le disposi-zioni relative allaconduzione di unvelocipede, dob-biamo prestare lamassima atten-zione in prossimitàdegli attraversa-menti pedonali.Infatti, non tutti sannoche quando ci si accinge adattraversare la strada in prossi-mità delle strisce zebrate (figura 1),destinate all’attraversamento dei pedoni che lì hanno laprecedenza, il ciclista deve scendere e condurre amano il proprio veicolo a due ruote.Transitare in sella alla propria bicicletta su un pas-

saggio pedonale, infatti, è un comportamento con-sueto per i ciclisti ma che in realtà costituisce vio-lazione delle norme del codice della strada.

In caso di sinistro stradale, per esempioinvestimento del ciclista in fase

di attraversamento sullestrisce pedonali, que-

sti sebbene sia unavittima, quindila parte deboledel sinistro, ri-schia di nonvedersi ricono-scere l’integrale

risarcimento deldanno, poiché con la

propria condotta ha con-corso a causare il sinistro stesso.

Diverso il caso dell’attraversamento ci-clabile (figura 2) e di quello ciclo-pedonale (figura 3);

infatti la prosecuzione della pista ciclabile, in prossimitàdi un incrocio, viene garantita dalla presenza di quadratibianchi (passaggio ciclabile) talvolta corredati dalle stri-sce pedonali (passaggio ciclo-pedonale), in questi casi il

ciclista può attraversare la strada transitando a bordodella propria bicicletta, godendo della precedenza ri-

spetto alle autovetture, ma facendoparticolare attenzione alla com-

presenza di pedoni, co-munque autorizzati

all’attraversamentosulle strisce zebrate.L’associazione,vuole quindi ri-chiamare l’atten-zione di quantiamano circolarein bicicletta, e cre-

dendo di tenere uncomportamento cor-

retto, attento, prudente erispettoso delle norme del

codice della strada, attraversanola strada su strisce pedonali a bordo

delle proprie bici, ignari tuttavia che il loro comporta-mento oltre ad essere concausa di un eventuale sinistrostradale, comporta comunque la violazione del codicedella strada, suscettibile di contravvenzione.

PASSEGGIANDO IN BICICLETTA... ATTENTIA NON VIOLARE IL CODICENon tutti sanno che in prossimità delle strisce zebrate il ciclistadeve scendere e condurre a mano il proprio veicolo a due ruotedi Tiziana Scandariato

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Droghe, per la Cassazionenon è reato se non sei alla guida

Con una recentesentenza (n. 30209del 12 luglio 2013)la Corte di Cassa-zione, IV sez. pe-nale, ha stabilito cheper provare laguida in stato dialterazione psico-fisica dovuta al-l'assunzione disostanze stupefacenti è necessario co-gliere il conducente mentre sta effet-tivamente guidando l'automobile.la Suprema Corte è stata chiamata a giu-dicare il caso di un automobilista, che avettura ferma in una piazzola di sosta,mentre litigava animatamente con la fi-danzata, era stato sottoposto agli esami deldrug test risultando positivo.Quindi le autorità avevano attivato i prov-vedimenti del caso denunciando l’auto-

mobilista, il quale, in se-guito al regolare pro-cesso era statocondannato nel doppiogrado di giudizio. laCassazione, su ricorsodell’automobilista, ha ri-baltato il giudizio dei giu-dici di merito ed haaffermato il principio se-

condo il quale “se l’ac-certamento viene fatto quandol’automobilista è fermo in un area disosta, manca la prova che abbia effet-tivamente guidato in stato di altera-zione dovuta all’assunzione distupefacenti” e quindi non può ricor-rere la fattispecie di cui all’art.187 del co-dice della strada, che punisce chi si metteal volante dopo aver fatto uso di stupefa-centi, con l’ammenda fino a 6 mila euro econ la reclusione fino ad un anno.

Figura 1

Figura 2 Figura 3

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Nonostante laprima con-danna, confer-mata dallaCorte d’appellodi Genova, cheaveva qualifi-cato comereato la con-dotta di un wri-ter che aveva imbrattato alcunisegnali stradali rendendoli “inuti-lizzabili”, la Suprema Corte diCassazione ha scelto la linea mor-bida, accogliendo il ricorso delwriter.Imbrattare i cartelli stradali

non è reato mamero illecitoamministra-tivo, e la con-danna a sei mesidi reclusione èstata sostituitacon la multa diseimila euro.

Questa sentenzaha sollevato molte critiche, sia inambiente politico che sociale, la-sciando sgomenti tutti coloro chededicano le proprie forze ed ilproprio tempo a garantire la si-curezza stradale ed il de-coro urbano.

Imbrattare cartelli stradali non è reato

PROPOSTA TRANSATTIVA DEL GIUDICE, UNANORMA DAMIGLIORARE

Il legislatore ha inserito nel rito civileil dovere del giudice di ordinare la mediazione per tuttele materie e non soloper quelle in cui è obbligatoriadi Tiziana Scandariato

UBRIACO PASSA COL ROSSOA 100 KM/HE INVESTE GIOVANE,SOLO21 MESI DI RECLUSIONEEscluso il dolo eventuale per l’ora dell’incidentedi Alessandro Nolli

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norme & sentenze

Sgomento e sconcerto per la re-cente sentenza con la quale il Tri-bunale di Roma hacondannato a soli21 mesi GiorgioGiubilei chenell’ottobredel 2012sfrecciando aforte velocitàcon la suavettura tra-volse ed ucciseMatteo Pagano abordo della sua LanciaY.Al momento dell’impatto, avve-nuto alle 5 del mattino, il Giubileiera passato con il semaforo rossoed al successivo controllo era ri-sultato positivo all’alcol test.Nonostante le indicazioni dellaCorte di Cassazione, che in casi si-mili (attraversamento con sema-foro rosso) prevede lacontestazione dell’omicidio vo-lontario con previsione del doloeventuale, il PM ha confinato laresponsabilità dell’imputatoentro il perimetro dell’omicidiocolposo.

la ragione di questa scelta ha del-l’incredibile: si legge che ad avviso

del giudice “non è statocontestato il doloeventuale perchél ’ im p u t a t o ,quando è pas-sato con il se-maforo rosso,non potevaimmaginareche qualcunopotesse attraver-

sare l’incrocio alle 5del mattino”.

una tale ricostruzione non puòche destare incredulità; ad avvisodei giudici, quindi, alle 5 del mat-tino le probabilità che qualcunocircoli in auto nella città di Roma,e che possa attraversare quell’in-crocio sulla Via Appia, sarebberoinferiori rispetto ad altri orari…forse perché a Roma ci sono li-miti di orario per la circolazionedelle autovetture?Siamo convinti che questa non siagiustizia, e ci auguriamo che i suc-cessivi gradi di giudizio possanodar voce a questa come a tutte levittime della strada.

Il noto "decreto del fare" n.69/2013 ha introdottonel codice di procedura civile l'art. 185 bis, rubri-cato "Proposta di conciliazione del giudice", in vi-gore dal 21 agosto 2013.la norma testualmente recita "ll giudice, alla primaudienza, ovvero sino a quando è esaurita l'istru-zione, formula alle parti ove possibile, avuto ri-guardo alla natura del giudizio, al valore dellacontroversia e all'esistenza di questioni di facile epronta soluzione di diritto, una proposta tran-sattiva o conciliativa. La proposta di conci-liazione non può costituire motivo diricusazione o astensione del giudice”.Questa norma ha permesso al legislatore di inse-rire per la prima volta nel rito civile non la facoltà,ma il dovere del giudice di formulare unaproposta diretta alla soluzione negozialedella controversia, in considerazione del nonelevato grado di complessità delle questioni di di-ritto su cui verte la lite.Questa proposta, introduce una mediazione cheprescinde dall’eventuale preventivo tentativo diconciliazione, già eventualmente svolto dalle partiin fase pregiudiziale.Con questo strumento, quindi, il legislatore hariconosciuto un grande potere ai giudici ci-vili, di cui gli stessi si possono avvalere nonsolo nelle controversie relative a materie perle quali la conciliazione è obbligatoria e pro-pedeutica alla instaurazione di un giudizio(per esempio in materia successoria e in ma-teria condominiale) ma anche in quelle per lequali la mediazione è lasciata all’iniziativa fa-coltativa delle parti, quali il risarcimento deidanni da sinistro stradale.In questa sede il giudice potrà orientare come ri-tiene più opportuno la sua idea compositiva:quindi potrà porsi in una prospettiva più stretta-mente giuridica e perciò connessa al petitume a ciòche emerge dall'istruzione probatoria e, comun-que, fondata su reciproche rinunce delle parti (nel

caso della proposta transattiva). Oppure potrà se-guire una linea più propriamente conciliativa equindi formulare una proposta che prescinda dallereciproche rinunce e tenga in maggior conto degliinteressi eventualmente emersi nel giudizio.E’ chiaro che le parti, sin dalla prima udienza, do-vranno avere un nuovo approccio alla controver-sia; avviato il processo occorrerà in ogni casofare i conti con una potenziale soluzione con-ciliativa sia che la stessa emerga da una me-diazione stragiudiziale sia che inveceprovenga dal giudice che poi sarà chiamatoa decidere la stessa.Possiamo al momento muovere almeno duecritiche alla norma, così come è stata formu-lata: una prima osservazione riguarda il “mo-mento” in cui il giudice civile può formularela proposta transattiva. la norma dispone chela proposta può essere formulata già in primaudienza o comunque finché non sia conclusa lafase istruttoria. Ebbene, come può un giudicesin dalla prima udienza conoscere l’oggettodella causa? Se l’istruzione della causa non è stataancora iniziata e non sono note le ragioni di fattoe di diritto che le parti pongono a fondamentodelle proprie pretese, forse la formulazione dellaproposta transattiva/conciliativa in prima udienzaè alquanto prematura.una seconda osservazione riguarda il contrastodella norma con i due essenziali principidella funzione giudicante, il principio del-l’imparzialità e terzietà del giudice, e quellodel divieto di anticipazione del giudizio, chein effetti rischiano di essere compromessidalla prematura formulazione della propo-sta transattiva o conciliativa.Riteniamo sia opportuno rinviare ulteriori analisicritiche ai prossimi numeri, e comunque dopoaver avuto cognizione delle prime applicazionidell’art.185 bis codice di procedura civile da partedei giudici civili.

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“The Floow”, start up contro le frodi assicurativeAldo Monteforte e Fabio Ciravegna sono i “papà” di “The Floow”, una sca-tola nera di nuova generazioneche permette alle compagnie assicurative di cal-colare in maniera accurata i premi, riduce il rischio di frodi e nel caso di flotteaziendali consente di soddisfare i requisiti di responsabilità oggettiva. Questa startup riceve, standardizza e gestisce i dati di mobilità individuale generati sia dallosmartphone che dalle scatole nere. In questo modo il calcolo dei premi assicura-tivi risulta più adeguato. “Noi abbiamo un’enorme banca dati - dichiara Ciravegna- su cosa c’è nelle strade, dal traffico alle buche, dai limiti di velocità al comporta-mento di altri guidatori e siamo quindi in grado di calcolare un punteggio di rischio

che tiene conto di tutto questo e anche di altri fattori come l’uso del tele-fono mentre si guida”.

tecnologie & sicurezza

“RICORDATI DI ME”, IL SEGGIOLINOAUTO CHE SEGNALA CON LUCI ESUONI IL PERICOLO DIMENTICANZAL’invenzione è di due studenti di Bibbiena, vincitori di “InvFactor”, iniziativa di CNR e IRPPS. Mentredalla Regione Lazio parte la proposta per chiedere l’omologazione di sistemi d’allarme per i seggiolinidi Annamaria Colosini

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le drammatiche storie di alcune fami-glie italiane, segnate dalla morte di pic-cole creature innocenti dimenticate nelseggiolino dell’auto sono state l’inputper due studenti dell’Isis “Fermi” diBibbiena che hanno inventato un seg-giolino auto in grado di inviare se-gnali acustici e visivi in caso dipericolo dimenticanza. Alexandru Cornel Bolog e NiccolòGellini, coordinati dal professor PierLuigi Bargellini, sono risultati i vinci-tori della quarta edizione di “InvFac-tor”, iniziativa che il CNR-IRPPSrivolge ogni anno a “giovani inventori”con lo scopo di convogliare, stimolare evalorizzare le intuizioni e le energie crea-

tive dei ragazzi italiani acquisite durantela formazione scolastica. “Ricordati di me”, questo il nome at-tribuito al prototipo, è un seggiolino chepuò funzionare in autonomia oppureintegrato all’impianto dell’auto. Per at-tivarsi, ha bisogno che si verifichino unaserie di condizioni (bambino seduto nelseggiolino; motore dell’auto spento; laportiera del guidatore deve essereaperta; il guidatore deve alzarsi dal se-dile). A questo punto il dispositivo si at-tiva con una determinata sequenza diazioni: inizialmente lampeggiano lequattro frecce, si aprono di alcunicentimetri i vetri delle portiere, si at-tiva la sirena, infine si attiva il com-

binatore telefonico che invia deimessaggi che si ripetono con ca-denza voluta.l’ipotesi che da un prototipo si passi aduna produzione in serie sembra non es-sere lontana. Nella Giornata Nazionaledell’Infanzia Daniele leodori, presidentedel Consiglio regionale del lazio ha lan-ciato la proposta di legge “la vita non èun optional” che mira a modificare il Co-dice della Strada con la richiesta all’unioneEuropea del via libera all’omologazione disemplici sistemi d’allarme per i seggiolinidei bambini in auto. “Sottoporremo – hadichiarato leonori – al Consiglio regio-nale la proposta di legge che se approvatasarà trasmessa direttamente al Parlamento

italiano. In Europa non abbiamo una rile-vazione statistica di questo tipo di incidentima negli usa dal 1998 ad oggi sono statiregistrati in media 30 casi l’anno, circa 500in totale”. la proposta di leodori puntaanche a prevenire gli incidenti che in autocolpiscono i più piccoli dovuti principal-mente allo scarso uso dei seggiolini e dellecinture di sicurezza. Il 30% dei bambini,secondo le stime di Istat e Aci, in auto nonviaggia in modo sicuro.A decidere se il brevetto dei giovani stu-denti di Bibbiena sarà preso al vaglio omeno sarà il Ministero competente. Con-forta sapere che le nuove generazioni di-mostrano tale sensibilità e attenzione allasicurezza.

Ministero: “I dossi nuocciono alla salute”la Direzione generale prevenzione del Ministerodella Salute mette al bando l’abuso di dossi dis-suasori di velocità. Oltre ad ostacolare i soc-corsi mettono a rischio la circolazione. Già nel2011 si era pronunciato a tal proposito il Mini-stero dei Trasporti che individuava la realizzazionedei dossi solo lungo strade secondarie e residen-ziali e non sugli assi principali o sui percorsi utilizzati dai mezzi pubblici e di prontointervento. Il Ministero della Salute torna dunque sull’argomento segnalando unpericolo non solo per i trasportati del 118 che hanno subito un trauma ma ancheper tutti gli altri utenti della strada che vengono sottoposti a sollecitazioni.

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Guida poco che deviberedi Mauro Corona

DescrizioneCambio di passo per lo scrittore friu-lano Mauro Corona con “Guida pocoche devi bere - Manuale a uso dei gio-vani per imparare a bere”, un vero eproprio vademecum per mettere inguardia i giovani affinché non prendanocon leggerezza, e tantomeno con esal-tazione, l'alcol, nemico subdolo e ac-cattivante. Corona sa benissimo cheraccomandare ai giovani di non bere ècome pretendere che non piova, quinditanto vale dare loro qualche dritta per"bere bene senza fracassarsi il naso".Stila così una lista di veri e propri co-mandamenti: 1. non bere mai fino aperdere completamente il controllo;meglio allenarsi a fermarsi prima; 2. maipassare da gradi alti a quelli bassi, bensìil contrario; 3. portare un amico chenon beve, che vigili su di voi, vi trascinivia quando occorre e guidi l'auto; 4. du-rante le bevute fare movimento, fati-care, ballare, camminare un poco all'ariaaperta fuori dai locali; 5. dopo lasbronza doccia fredda, digiuno e tazzedi acqua bollente con zucchero."Bevete e divertitevi - scrive l’autore -ma non cancellate con l'alcol le vostretracce".

Dettagli del libroTitolo: Guida poco che devi bereAutore: Mauro CoronaEditore: MondandoriPagine: 105 ppPrezzo: 12 euro

L’Editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici di alcune immagini senza riuscire a reperirli. È ovviamente a totale disposizione per l’assolvimento di quanto occorra nei loro confronti

app e tecnologie

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EDITORE ASSOCIAZIONE QUESTO NUMERO COME CONTATTARCIBASTA SANGUE SULLE STRADEorgano ufficiale quadrimestrale dell’Associazione Basta Sanguesulle Strade - Associazione Familiari e Vittime della Strada Onlus.Sede legale: Viale Abruzzi, 13/A - 20131 Milano.Codice Fiscale 97524270150Partita Iva 07712560965 Registrazione Tribunale di Milano n° 119 del 12.03.2010 Direttore Responsabile Alen CustovicDirettore Editoriale Roberto Libralatol’editore garantisce la massima riservatezza dei dati fornitidagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamentela rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D.lgs.196/2003 scrivendo a:[email protected]

BASTA SANGUE SULLE STRADE Onlus è un’associazione senza fini di lucro fondata a Milano nel 2009

Presidente: Giacinto PicozzaVicepresidente: Alen CustovicTesoriere: Giacinto PicozzaSegretario: Roberto Colosini

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ANNO IV- NUMERO 11 - I QUADRIMESTRE2013(free press – copia omaggio)Hanno collaborato: Annamaria Colosini - Roberto Colosini - Silvia Frisina - Roberto Libralato - Alessandro Nolli -Giacinto Picozza - Tiziana Scandariato - FrancescoVellucci. Grafica: ErmesImpaginazione: Silvia FrisinaFinito di stampare a dicembre 2013.Per ricevere i numeri arretrati (ove disponibili) è suffi-ciente inoltrare una richiesta all’indirizzo mail:[email protected] costo è di € 5,00 a copia da corrispondere a mezzobonifico bancario. IBAN: IT91 R076 0101 6000 0009 7175 442 intestato a Basta Sangue sulle Strade Onlus

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libri

Dhairya Dand, studente del Massa-chusetts Institute of Tecnology Medialab, ha inventato “Cheers”, pseudocubetti di ghiaccio che, messi nelbicchiere rilevano quanto hai be-vuto. Attraverso batteria, luce led, ac-celerometro e sottili trasmettitori ainfrarossi contenuti al loro interno, icubetti agiscono come un semaforo,passando dal verde all’arancio al rosso.E se continui a bere inviano un sms adun tuo amico per assicurarti un sicuroritorno a casa...

Suona il bicchierese bevi troppo

Nuova tecnologia lanciata da Volvo: sichiama “Autonomous parking” e per-mette alle auto sulle quali è instal-lata di cercarsi parcheggio da sole,parcheggiare e poi tornare a ripren-dere il guidatore nel punto esattodove lo aveva lasciato. Particolari sen-sori rilevano macchine ferme o in mo-vimento e pedoni che attraversano lastrada. la modalità “parcheggia” puòessere attivata tramite smartphone cosìcome “pick me up”, vieni a prendermi.

Volvo progettaAutonomous parking

Facciamo giustiziadi Michele Vietti

DescrizioneMiti da sfatare nel sistema giudiziario ita-liano per iniziare un percorso di rinnova-mento che si fondi sull’efficienza. Questo insintesi il contenuto del libro del vicepresi-dente del Csm, Michele Vietti, “FacciamoGiustizia. Istruzioni per l’uso del sistemagiudiziario”.Vietti propone alcune delle cose che pos-sono essere fatte, a costo praticamente zero,con una logica pragmatica e operativa. Ilprincipale problema è quello di alleggerire lamacchina giudiziaria, perché se è corretto af-fermare che per quanto riguarda il giudizio diprimo grado siamo entro i limiti massimi sta-biliti a livello internazionale (463 giorni nel2012), la situazione precipita per quanto ri-guarda i giudizi di secondo grado e quelli inCassazione, soprattutto se si considera che,nel 70% dei casi, in appello viene confermatala pronuncia di primo grado. E la soluzionepotrebbe essere quella di non ammetteretutte e indiscriminatamente le controversieai gradi successivi, ma di istituire dei filtri edei criteri per distinguere le domande chemeritano effettivamente di essere prese inconsiderazione: “Il processo”, scrive Vietti,“non va più concepito come un work inprogress che si dipana in più stadi; viceversadiventa necessario valorizzare e ridare cen-tralità al giudizio di primo grado”.

Dettagli del libroTitolo: Facciamo giustiziaAutore: Michele ViettiEditore: uBEPagine: 180 ppPrezzo: 16 euro

Zebra Localizeraiuta i non vedenti

Zebra localizer è l’app progettata daEveryware Technologies, la start up diCristian Bernareggi, ricercatore informa-tico, che ben conosce i problemi dei nonvedenti essendolo egli stesso. Lo smar-thphone riprende le strisce e l’oriz-zonte è calcolato grazie agli accelerometri.I dati vengono così elaborati e unavoce guida l’utente. la stessa start upha in passato elaborato l’app IMove checonsente di muoversi negli spazi urbani,utile anche per chi non ha senso del-l’orientamento o non conosce la città.

Parcheggi liberi segnalati da sensori

Il Boulevard Victor Hugo di Nizza è ilprimo “viale intelligente” del progetto“Boulevard Connecté”. Sono stati in-stallati lungo la strada 200 sensori suilampioni pubblici, nel manto stradale,o sopra altri contenitori, che raccol-gono dati inviati a smartphone e tabletin tempo reale e che forniscono in-formazioni aggiornate sullo statodei parcheggi, evidenziando quelli li-beri e dando la possibilità di pagare adistanza tramite smartphone.

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