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INDICE
SCHEGGE DI MEMORIA RELIGIOSITÀ PUBBLICA E PRIVATA CONTINUITÀ NEL TEMPO LE EDICOLE NELLA COMUNITÀ EDICOLE VOTIVE DEL CENTRO STORICO CATANESE CONCLUSIONI CATALOGAZIONE APPENDICE

SCHEGGE DI MEMORIA
Passeggiare per la città ad occhi chiusi pare impossibile,eppure gli stili di
comportamento adottati
quotidianamente dimostrano il
contrario. L’uomo contemporaneo,
immerso nella complessità e
circondato da un eccesso di
tecnologia ha sviluppato una visione
selettiva che rende “invisibili” alcuni
luoghi.
Questo lavoro vuole rimuovere il velo che avvolge le edicole votive, per renderle
nuovamente visibili agli occhi dei catanesi. Attraverso l’apertura del portale della
memoria si potrà ricucire lo strappo con una tradizione radicata nel territorio.
C’è, poi,un desiderio nascosto: sviluppare in altri la stessa curiosità da spingerli a
dissipare la nebbia che nasconde altri luoghi, solo quando tutti i luoghi saranno in
piena luce, si potrà affermare di passeggiare per strade e vicoli della città ad occhi
aperti .

RELIGIOSITA’ PUBBLICA E PRIVATA
La religiosità fin dai tempi più antichi ha trovato una duplice via d’ espres-
sione: da una parte il culto pubblico,codificato in una serie di norme, di riti, di feste
stabilite, dall’altra una religiosità privata, più personale e meno
pubblica. Nel primo atteggiamento si coglie il bisogno dell’individuo di
riconoscersi come collettività non solo nelle istituzioni civili, ma anche
in quelle religiose,nel secondo l’esigenza di un rapporto più diretto
con l’ultraterreno.
Queste due direzioni attestate nel mondo romano sono state
tramandate fino ai nostri giorni dalla cultura popolare.
La vita religiosa della comunità romana era scandita da pubblici cerimoniali ed
era controllata da collegi sacerdotali che reclutavano i propri componenti tra i
membri dell’aristocrazia. I sacerdoti non seguivano una vocazione, ma
sceglievano, grazie all’appartenenza ad un rango sociale elevato di svolgere
un’attività che godeva presso le masse popolari di molto prestigio. Per il ruolo
ricoperto, avevano molto influenza politica: concedevano l’autorizzazione per
l’inizio di una guerra, impedivano di attaccare battaglia, davano suggerimenti ai
magistrati sulle decisioni da prendere. Il principio del “do ut des”, regolava i
rapporti tra individuo e divinità, ad esse non si chiedeva salvezza ultraterrena, ma
protezione ed aiuto per rendere feconda la terra, per allontanare carestie, ed
epidemie per prevalere sui nemici esterni, per assicurare allo Stato ed alla città la
benevolenza divina.
Tempio di Minerva I sec. a.C. -Assisi

Presso i Romani, oltre ai riti collettivi erano praticate
cerimonie religiose private in cui si onoravano le
divinità, protettrici della famiglia.
Il “pater familias “, ossia il capofamiglia, presiedeva i culti legati al sacerdozio
domestico.
Egli si faceva aiutare dai bambini presenti
nella casa, che in queste particolari
circostanze assumevano la funzione di
“camilli”, tenendo in mano gli strumenti
necessari per i sacrifici.
Ogni abitazione romana aveva nel vestibolo o accanto al focolare, una nicchia
dedicata al culto dei Lari e dei Penati, divinità che proteggevano la casa e la
famiglia. Tale nicchia prendeva il nome di “Larario“ all’interno di essa venivano
collocate le immagini o le statuette delle divinità familiari. Normalmente esse
erano custodite nei “penetralia”, la sala più interna
della casa in un armadio, ma in particolari
occasioni venivano esposte nel Larario dove
ricevevano offerte e sacrifici.
Ara pacis Augustae, Il sacrificio di Enea ai Penati
Ara pacisAugustae, Il sacrificio di Enea Il sacrificio di Enea ai Penati

Il larario, nella tradizione classica indica una struttura architettonica di piccole
dimensioni con la funzione pratica di ospitare e proteggere l’immagine o la statua
della divinità. Molti esempi si possono trovare nelle case di Pompei ed Ostia.
Anche lo Stato aveva Lares e Penates pubblici, in analogia con Lares e Penates
privati, per cui edicole sorgevano anche all’aperto, lungo le strade, soprattutto
nelle biforcazioni o nei pressi dei crocicchi, ( i compita). La differente collocazione
rispetto alle costruzioni domestiche non consentiva che le edicole fossero
appoggiate ad un muro, ma dovevano sorgere come costruzioni indipendenti,
pur mantenendo il medesimo aspetto. Esse avevano lo scopo di sacralizzare il
percorso urbano e divennero talmente numerose che furono usate come
indicazione per località e vie.
Questi tempietti che potevano avere struttura a sé stante, oppure poggiarsi ad
una parete, così da formare una nicchia, furono un elemento importante del culto
pubblico e privato.
A distanza di tempo le edicole votive più
moderne, ricalcano per struttura e funzione
questo elemento architettonico così importante
nella Roma antica.

UN LEGAME ININTERROTTO
L’edicola è una piccola composizione architettonica
la cui origine risale all’età greco- romana, infatti
riprende gli elementi essenziali dell’architettura
templare, in particolare quelli della facciata,
sintetizzati in un piccolo timpano o frontone, sorretto
da due colonne.
Anche la collocazione avvicina il tempietto all’epoca romana, poiché oggi, come
in passato, si può trovare in area urbana o extraurbana, può essere realizzato
con struttura a sé stante, oppure appoggiato ai muri esterni di un fabbricato o di
una strada, da cui sporge.
La sua architettura spesso inquadra
una nicchia ricavata nella parete, al cui
interno é custodita l'immagine sacra
che può essere rappresentata da un
dipinto, difficilmente da una scultura a
tutto tondo o bassorilievo che
richiederebbe la presenza di una
committenza facoltosa. Al contrario il
materiale utilizzato è povero, spesso
l’immagine é dipinta direttamente sulla parete, raramente su tela e la statua è
realizzata in gesso o cartapesta.

Il termine italiano edicola deriva dal latino aedicula , diminutivo di “aedes”,
“tempietto"ed allude proprio alla struttura di tempio in miniatura, con la funzione di
proteggere la divinità ospite.
Con l’avvento del Cristianesimo, l’antica usanza latina di costruire
edicole fu mantenuta, solamente furono sostitute le immagini
degli dei pagani con effigi cristiane: la Madonna, Gesù, i Santi.
Tuttavia, soprattutto nelle campagne, la nuova simbologia poco
modificò delle consuete abitudini.
Nel tempo si ebbe un incremento di tali costruzioni, soprattutto, in momenti
particolarmente difficili per la popolazione quali epidemie ,carestie, guerre, come
testimonia il gran numero di edicole erette nel XVI secolo, dopo la peste che colpì
la Sicilia provocando numerose vittime. In questo periodo vennero poste
all’ingresso e lungo le mura delle città per proteggere dai pericoli esterni i luoghi
abitati. Ancora oggi, la presenza di queste costruzioni è costante in tutto il
territorio italiano: nei paesi, nelle città,nelle zone rurali ed extraurbane. La
capillare diffusione di questi luoghi sacri, nati per volontà di privati cittadini, ha
determinato differenziazioni locali sia nella soluzione architettonica, sia nella
denominazione. Varia soprattutto soprattutto il soggetto del culto perché la
devozione popolare ha privilegiato la figura del Santo patrono al quale ha dedicato
un maggior numero di edicole.
La persistenza temporale e spaziale nel territorio di microarchitetture sacre
conferma come il bisogno di una protezione ultraterrena per sé ed i propri cari,

sia costante e ciò crea un filo ininterrotto che dal passato si dipana fino a
giungere all’età odierna.

LE EDICOLE NELLA COMUNITÀ
Le edicole si riallacciano all’epoca greco - romana non solo sotto il profilo storico,
ma anche antropologico, infatti manifestano un medesimo bisogno: il contatto
diretto con una presenza superiore.
Successivamente con l’avvento del Cristianesimo sono diventate espressione
tangibile di religiosità popolare in cui è possibile scorgere uno stretto connubio
tra“ tradizione e fede” (Rosario Carollo , Rosy Orlando “Edicole votive a Catania”).
Nate quasi sempre per volontà di singoli cittadini non
hanno soltanto una genesi devozionale, talvolta
esprimono un ringraziamento per grazia ricevuta, in
altri casi possono avere valenza commemorativa o
funzione apotropaica.
I devoti ornavano le icone sacre con addobbi floreali,
grate in ferro battuto e lucerne, aggiungendo una nota pittoresca all’ambiente.
Il mantenimento e la manutenzione dell'edicola in principio fu compito dell'iniziale
fondatore, ma ben presto il luogo sacro entrò a fare parte integrante della
comunità che ritrovò nei pressi della propria abitazione un luogo dove pregare.
Divenne, dunque, sede di culto spontaneo, ma acquisì anche la funzione di
centro di riferimento per incontri leciti o talvolta illeciti.
Gli innamorati nascondevano le loro lettere all’interno dell’edicola e le lucerne di
notte rischiaravano il buio.
Spesso le edicole erano collocate in punti ritenuti “difficili” per l’uomo, carichi di
insidie e potenzialmente pericolosi.

In ambito extraurbano si possono ancora osservare edicole isolate in prossimità
di ponti che scavalcano fiumi o burroni, erette per dare fiducia al viandante nel
superare l’ostacolo. Posti nei fondi agricoli, oppure ai confini delle proprietà
avevano lo scopo di auspicare un abbondante raccolto. La struttura delle edicole
rurali è semplice ed i materiali utilizzati poveri e di facile reperimento:tronchi
d'albero, canne, aste di ferro.
Sia in campagna, sia in città si ergevano edicole nei pressi degli incroci viari,
ritenuti ambigui perché richiedevano una scelta tra più possibilità.
Nei centri urbani le edicole raramente sono collocate al centro della strada, la
collocazione ricade quasi sempre sulla parete esterna di un’abitazione, a pochi
metri da terra o nei piani superiori, comunque, sempre rivolte verso lo spazio
pubblico, la strada. Alcuni edifici nobiliari di grossi centri urbani siciliani sono
ornate da nicchie che si ergono a notevole altezza per tale motivo non potevano
essere utilizzate per il culto, quindi non sono da ritenersi frutto dello spirito
religioso, ma hanno funzione spiccatamente decorativa e scenografica. Molte
edicole votive urbane sono inserite lungo le strade delle processioni con
funzione di sosta e di raccoglimento per i devoti.

EDICOLE VOTIVE DEL CENTRO STORICO CATANESE
Passeggiando per le vie di Catania si possono scoprire queste piccole
costruzioni che arricchiscono la città. Il loro numero rende
difficile catalogarle tutte, quindi, per rendere significativo il
tour per viuzze tortuose, slarghi, vicoli, scalinate, l’obiettivo
della macchina fotografica rimane
puntato sulla zona Core Unesco del centro storico.
Gli scatti fotografici mostrano le edicole, ritenute
esemplificative per collocazione, tipologia strutturale, effige tipo.
Dalle fotografie e dalle schede di rilevazione si può osservare:
1) la collocazione dipende dalla funzione attribuita all’edicola al momento della
costruzione. Nei prospetti degli edifici si possono scorgere:
- addossate alle abitazioni (la Fonte Lanaria o l’edicola di via Ardizzone);
- incluse al muro, ( la maggior parte);
- agli angoli delle abitazioni, ( l’edicola di via Crociferi );
- presso i crocicchi, ( l’edicola di piazza Federico di Svevia, angolo via Angeli
Custodi).
La Collegiata

2) Le edicole si distinguono per tipologia:
- a nicchia;
- a mensola;
- ad altare;
- a tempio.
3) L’ effige tipo può essere:
- scultura a tutto tondo;
- bassorilievo;
- dipinto su tavola o affresco;
- stampa.
Nel tempo molte edicole sono scomparse, alcune travolte da nuove costruzioni
non hanno lasciato traccia della loro presenza nel territorio. Altre, pur sostituite da
luoghi sacri più imponenti, sono vive nella memoria. E’ il caso dell’antica edicola
dedicata alla Madonna dell’Elemosina nei primi secoli del Cristianesimo. Dopo
essere stata abbattuta, sulle sue macerie fu eretta la Collegiata, dove è
conservato un dipinto con madonna che riproduce l’icona dell’antica edicola.
L’opera è del pittore ottocentesco siciliano Giuseppe Sciuti.
Passeggiando per la città si possono scoprire edicole vuote, alcune sono
armonizzate col prospetto dell’edificio, altre dipinte con un colore contrastante,
risaltano rispetto al fondo. I simboli sacri, custoditi all’interno, sono stati sottratti
probabilmente durante le opere di ristrutturazione del prospetto perché i

proprietari delle abitazioni hanno sentito il retaggio della tradizione come un peso
ingombrante da rimuovere ed hanno preferito trasformare l’edicola da votiva in
decorativa.
La modifica del significato originario ha reciso il legame col passato.

CONCLUSIONI
L’uomo contemporaneo,cittadino di un villaggio globale, ha perso il legame con il
proprio territorio e soprattutto la propria identità culturale. Egli, immerso nella
modernità e sopraffatto da un ritmo di vita frenetico vive unicamente nel presente
poiché ha spezzato la continuità del proprio vissuto.
E’ possibile salvare la “creatura globale” dalla superficialità e dalla cultura
dell’effimero?
La memoria, recuperando il passato, riallaccia i legami con la terra d’origine,
inoltre la riscoperta di un patrimonio comune crea un ponte tra territorio, individuo
e tradizione.

A finistra
Sugnu sempri alla finestra e viru a ranni civiltà ca ha statu, unni Turchi, Ebrei e Cristiani si stringeunu la manu, tannu si pinsava ca“La diversità è ricchezza” tempi di biddizza e di puisia, d'amuri e di saggezza zoccu ha statu a ieri, oggi forsi ca putissi riturnari si truvamu semi boni di chiantari 'Nta sta terra 'i focu e mari oggi sentu ca mi parra u cori e dici ca li cosi stannu pì canciari Sono sempre alla finestra e vedo la grande civiltà che è stata, dove Turchi, Ebrei e Cristiani si stringevano la mano, Allora si pensava che “la diversità è
ricchezza” tempi di bellezza e di poesia, d’amore e
di saggezza Quel che èstato ieri oggi forse potrebbe ritornare solo se troviamo semi buoni da piantare In questa terra di fuoco e mare oggi sento che mi parla il cuore e dice che le cose stanno per cambiare
Foto realizzata dallo scrittore Giovanni Verga

Catalogazione

Scheda di rilevamento n° 1
Indirizzo / numero civico: Porta Uzeda
Quartiere: Duomo
Tipologia: edicola votiva a nicchia ; aperta
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: Cristo flagellato
Tecnica, materia: dipinto su tela
Dimensioni: larghezza 130 cm altezza 195 cm
Datazione o epoca di realizzazione: N.R
Stato di conservazione: eccellente
Note: la nicchia ricavata nella parete esterna di Porta Uzeda è inquadrata da un arco a tutto sesto;le lesene scanalate e sormontate da capitelli d’ispirazione dorica, poggiano su un alto plinto. E’ presente una mensola marmorea ove i fedeli depongono fiori, suppliche, rosari e lumini.

Particolare del dipinto dove è ancora visibile la scheggia che colpì il volto
del Cristo nel 1941
Lapide marmorea posta lateralmente sulla quale si legge l’iscrizione:
“ Signore la tua immagine colpita in fronte da schegge durante
i bombardamenti del 1941 sia sempre monito di pace
8 Luglio 1943

Scheda di rilevamento n° 2
Indirizzo /numero civico: Via Beato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet, n° 27
Quartiere: Duomo
Tipologia: edicola votiva ad altare; aperta
Collocazione: mura di Carlo V
Soggetto: Sant’Agata
Tecnica, materia: statua di pietra bianca
Dimensioni: larghezza 160 cm altezza 200 cm
Datazione: 1621 per iniziativa di Francesco Lanario, Duca di Carpignano e governatore
della città che aveva aperto l’attuale via Dusmet, allora Strada Lanaria
e che inaugurò la fonte il 4 ottobre di quell’anno, denominandola Fonte Lanaria
Stato di conservazione: discreto
Note: la Fontana di Sant’Agata seconda per ordine di antichità a Catania è quasi nascosta
nelle mura di Carlo V sotto l’Arcivescovado; essa è inquadrata nella parte superiore da un
arco a tuttosesto e protetta frontalmente da un cancelletto di ferro battuto.

Secondo le tradizioni popolari la fontana venne costruita a ricordo del punto da cui era
partito il corpo di Sant’Agata quando fu trasportato, nel 1040, dal generale bizantino
Giorgio Maniace, a Costantinopoli.
Fonte Lanaria, statua di Sant’Agata, pietra calcarea e doratura

Scheda di rilevamento n° 3
Indirizzo /numero civico: Via Porticello, n° 18
Quartiere: Duomo
Tipologia: edicola votiva ad altare; chiusa
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: Sant’Agata al carcere
Tecnica, materia: affresco; intonaco
Dimensioni: larghezza 500 cm altezza 240 cm
Datazione: N.R.
Stato di conservazione: buono

Note:si configura con l’impostazione ad altare dal profilo d’ispirazione gotica con la
nicchia ricavata nello spessore della muratura;questa, ospita l’immagine sacra che è
protetta da una leggiadra grata e da un vetro che rende poco visibile l’affresco.
La struttura è coperta superiormente da una tettoia dal profilo spiovente;
in basso è presente un cancelletto di ferro battuto ove i devoti depongono fiori e candele.
Lateralmente una targa marmorea riporta la seguente iscrizione:
“ ALLA TUA PROTEZIONE AFFIDIAMO MADRE SANTISSIMA
LA CITTA’ DI CATANIA
- Antonino Mirone – Sindaco- Domenico Picchinenna Arcivescovo-
18 – 01 - 1986

Scheda di rilevamento n° 4
Indirizzo / numero civico: Via Crociferi, n° 19
Quartiere: Gesuiti
Tipologia: edicola votiva a nicchia e a mensola; aperta e coperta superiormente da una
tettoia di ferro battuto dal profilo semicircolare
Collocazione: prospetto esterno edificio a 3 m circa da terra e in prossimità della
porta d’ingresso
Soggetto: Sacra Famiglia
Tecnica/ materia: bassorilievo; terracotta e pietra calcarea policroma
Dimensioni: larghezza cm altezza 80 cm
Datazione o epoca di realizzazione: N R
Stato di conservazione: pessimo; necessita di restauro conservativo

Particolare della nicchia
Sacra Famiglia, cornice fitoforme e cartiglio con iscrizione latina, bassorilievo, pietra calcarea e terracotta policroma

Scheda di rilevamento n° 5
Indirizzo /numero civico: via Vittorio Emanuele, n° 406
Quartiere: Lumacari
Collocazione: altare maggiore, chiesa Sant’Agata alle sciare
Soggetto: Sant’Agata al carcere
Tecnica, materia:dipinto
Dimensioni: larghezza cm 50 altezza cm 70 circa
Stato di conservazione: eccellente
Note: la chiesa di Sant’Agata alle Sciare fu costruita per ricordare un eccezionale
avvenimento che accadde durante l’eruzione del 1669.
Narrano gli storici che, durante questa eruzione mentre il fuoco distruggeva tutto, una
tavoletta sulla quale era dipinta “Sant’Agata al carcere”, conservata in via S. Maria della
Catena nei pressi della chiesa dei pp. Cappuccini nuovi, fu dalla lava sollevata in alto e,

quasi galleggiando, venne trasportata per un lungo tratto sino al Bastione del Tindaro
(16 aprile 1669).
Da quel momento il fuoco che stava raggiungendo la discesa di Montevergine, mutò corso
andando a riversarsi in mare. Si pensò di edificare in quel punto una chiesa e si fece voto
in perpetuo dal Senato (l’attuale Consiglio comunale) e dai cittadini “di digiunare il sabato
prima della 2° domenica di luglio” ogni anno e di fare una solenne processione.
Il dipinto di cui si sconosce l’autore, venne collocato nella chiesa che nel frattempo era
stata edificata. Quest’ultima fu poi distrutta dal terremoto del 1693. Venne poi ricostruita
nel 1709 in un sito vicinissimo al primo, dove si trova tutt’ora, ma di proporzioni minori, in
onore della Santa che aveva salvato la città dalla devastante eruzione dell’Etna del 1669
che durò 4 mesi.
Lo stato di conservazione del dipinto è eccellente nonostante non sia stato mai
restaurato; di pregevole fattura la cornice settecentesca di legno dorato, in stile tardo
barocco.

Chiesa di Sant’Agata alle Sciare, altare centrale

Scheda di rilevamento n° 6
Indirizzo /numero civico: Via Gesuiti, n° 80
Quartiere: Teatro Greco
Tipologia: edicola votiva a nicchia e a mensola; chiusa
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: Cuore di Gesù
Tecnica, materia: statua di gesso policroma
Dimensioni: larghezza 80 cm altezza 120 cm
Datazione: N R
Stato di conservazione: discreto ad eccezione della mensola che necessita di restauro
conservativo
Note: la nicchia è inquadrata da un arco a sesto acuto di pietra calcarea che reca in sommità una piccola croce; la mensola è decorata nella parte inferiore da motivi geometrici a bassorilievo; l’edicola è chiusa da un elegante cancello di ferro battuto.

Scheda di rilevamento n° 7
Indirizzo /numero civico: Via Sant’Anna, n° 18
Quartiere: Castello Ursino
Tipologia: edicola votiva ad altare; chiusa
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: Madonna con Bambino
Tecnica, materia: affresco; intonaco
Dimensioni: larghezza 80 cm altezza 120 cm circa
Datazione: 1784
Stato di conservazione: buono
Note: bell’esempio di edicola ad altare archivoltata di pietra bianca con doppio ordine di lesene scanalate. Il cornicione sommitale riporta una croce a bassorilievo. In basso, sulla lapide marmorea è inciso l’anno di edificazione dell’altarino.

Edicola votiva di via Sant’Anna, lapide marmorea che reca la scritta:
MONSO ECCMO D CORRADO M VESC DI CATANIA CONCEDE GNI 40 DI
INDULGENZA A CHI RECITA A QUESTA IMMAGINE UNA SALVI RIGINA 1784

Scheda di rilevamento n° 8
Indirizzo /numero civico: Via San Sebastiano, n° 27
Quartiere: Castello Ursino
Tipologia: edicola votiva a nicchia e a mensola; chiusa
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: San Giuseppe e due angeli ai piedi
Tecnica, materia: statue a tutto tondo di gesso policromo
Dimensioni: larghezza 105 cm altezza 260 cm
Datazione: XVIII sec.
Stato di conservazione: buono
Note: bell’esempio di edicola chiusa da un elegante cancelletto di ferro battuto. La struttura è stata costruita col metodo a sospensione con elementi architettonici separati: mensola e cornicione sommitale a omega decorato in basso con figure antropomorfe. Il muro di contenimento dove poggia è formato da bugne. In basso sulla lapide marmorea si legge la scritta: “ l’Eminentissimo Cardinale Arcivescovo Giuseppe Francica Nava concede 200 giorni di indulgenza chi recita un pater ave gloria/ Catania 09/07/1927

Scheda di rilevamento n° 9
Indirizzo / numero civico: Via Castello Ursino, n° 53
Quartiere: Castello Ursino
Tipologia: edicola votiva a nicchia; chiusa
Collocazione: prospetto esterno edificio
Soggetto: S.Teresa di Gesù Bambino
Tecnica, materia: statua di gesso di recente fattura
Dimensioni: larghezza 80 cm altezza 80 cm
Datazione o epoca di realizzazione: N R
Stato di conservazione: buono Note: edicola votiva quadrata di pietra lavica;l’interno della nicchia è stato dipinto di
azzurro. Si legge l’iscrizione: “S. Teresa di Gesù Bambino/ per devozione/ Ragonese Angelo

Scheda di rilevamento n° 10
Indirizzo / numero civico: Piazza Mazzini, n° 9
Quartiere: Duomo
Tipologia: edicola votiva ad altare; chiusa
Collocazione: prospetto esterno (incastonata nell’angolo tra due edifici)
Soggetto: Cristo Crocifisso
Tecnica, materia: dipinto su lamierino
Dimensioni: larghezza 140 cm altezza 250 cm
Datazione o epoca di realizzazione: N R
Stato di conservazione: buono
Note: l’altare è addossato sul muro di contenimento, sotto i portici di Piazza Mazzini. Nella parte inferiore vi è un cancelletto ove i devoti depongono i fiori. Il vetro che la protegge rende poco visibile l’icona custodita all’interno della nicchia. Questa è inquadrata da elementi architettonici di pietra bianca con doratura.

Veduta di Piazza Mazzini colonne provenienti da edifici della Catania romana
La realizzazione di questa pittoresca piazza catanese risale al XVIII secolo, quando, dopo il disastroso terremoto del 1693, la città iniziò ad essere ricostruita. Secondo l’idea originaria del Duca di Camastra, nominato dal re di Sicilia vicario generale per la ricostruzione del Val di Noto (antica provincia sud-orientale dell’isola che includeva anche la città di Catania), la piazza fu progettata per ospitare il mercato della ricostruenda città e, pertanto, venne progettata con quattro palazzi posti agli angoli del quadrivio, tutti dotati di identici loggiati formati da ampi archi a tutto sesto sostenuti da colonne di epoca romana impostate su robusti plinti di pietra lavica. Le colonne, di raffinato marmo bianco, furono recuperate dai ruderi della Catania romana ed in particolare dagli scavi effettuati a quell’epoca nel vicino foro romano.

Scheda di rilevamento n° 11
Indirizzo / numero civico: Via Gisira, n° 45
Quartiere: Duomo
Tipologia: edicola votiva ad altare
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: vuota
Tecnica, materia: N.R.
Dimensioni: larghezza 140 cm altezza 250 cm circa
Datazione o epoca di realizzazione: XVIII sec.
Stato di conservazione: la struttura architettonica si presenta in buono stato ad
eccezione del vetro che anticamente proteggeva un Cristo dipinto su tela.
Note: l’edicola è un bellissimo esempio di microarchitettura dal profilo barocco. Essa è stata costruita con metodo a sospensione e il muro di contenimento dove poggia è formato da bugne.

Scheda di rilevamento n° 12
Indirizzo / numero civico: Via Marino, n° 7
Quartiere: Rotonda
Tipologia: edicola votiva a nicchia con altare; chiusa
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: Maria SS del Carmelo
Tecnica, materia: affresco; intonaco
Dimensioni: larghezza 150 cm altezza 300 cm
Datazione o epoca di realizzazione: N R
Stato di conservazione: buono
Note: edicola votiva a nicchia con altare esterno e tettoia ,chiusa da vetro e cancelletto di ferro battuto. La nicchia è inquadrata da un arco a tutto sesto e da lesene lisce di marmo bianco. In basso si legge l’iscrizione:” Chi recita una salva innanzi questa immagine guadagna giorni 400 di indulgenza / concede Mons/vescovo di Catania”

Scheda di rilevamento n° 13
Indirizzo/ numero civico: Via Teatro Greco (angolo via Barnabà)
Quartiere: Teatro Greco
Tipologia: edicola votiva a nicchia con altare; chiusa
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: Santa Maria della Consolazione
Tecnica, materia: dipinto su carta
Dimensioni: larghezza 300 cm altezza 430 cm
Datazione o epoca di realizzazione: 1938
Stato di conservazione: buono
Note: l’altare marmoreo poggia sul muro di un antico palazzo. E’ coperta nella parte superiore da una tettoia; il vetro di protezione rende poco visibile l’icona custodita all’interno della nicchia rettangolare. Un arco a tutto sesto, le lesene e un angelo di pietra bianca arricchiscono l’intera struttura .

Edicola votiva sulla quale si legge l’iscrizione:“Consolatrice degli afflitti prega per noi/ 1938/ Francesco Pavia Sebastiano/ per grazia ricevuta”

Scheda di rilevamento n° 14
Indirizzo/ numero civico: Via Ardizzone, n° 31
Quartiere: Teatro Greco
Tipologia: edicola votiva ad altare chiusa da cancelletto di ferro battuto decorato con
motivi geometrici
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: Cuore di Gesù, angeli, Santa Rita
Tecnica, materia: stampa su carta, statua di gesso e statuette di gesso policrome
Dimensioni: larghezza 100 cm altezza 180 cm
Datazione o epoca di realizzazione: struttura architettonica settecentesca; stampa e statuette sacre di recente fattura
Stato di conservazione: eccellente
Note: le colonne dell’altarino un tempo dipinte di verde, poggiano su un alto plinto e si
concludono con finti capitelli compositi; la struttura è, inoltre,caratterizzata da una ricca decorazione floreale di pietra calcarea

Scheda di rilevamento n° 15
Indirizzo/ numero civico:Via Teatro Greco, n° 73
Quartiere: Teatro Greco
Tipologia: edicola votiva a nicchia; chiusa
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: Madonna Addolorata con Bambino
Tecnica, materia: stampa su carta
Dimensioni: larghezza 100 cm altezza 190 cm
Datazione o epoca di realizzazione: l’immagine al suo interno è di recente fattura
Stato di conservazione: buono
Note: la nicchia colorata di azzurro, è inquadrata superiormente da un arco a tuttosesto. E’ protetta superiormente da una copertura metallica con piccola croce. E’ presente anche una mensola marmorea ove i fedeli depongono fiori in segno di devozione. In basso si legge l’iscrizione “ AVE MARIA”.

Scheda di rilevamento n° 16
Indirizzo/ numero civico: Via Santa Maddalena, n° 11
Quartiere: Monte Vergine
Tipologia: edicola votiva a tempio e a nicchia; chiusa
Collocazione: prospetto esterno
Soggetto: Maria SS. della Salute
Tecnica, materia: scultura a tutto tondo di gesso policromo
Dimensioni: larghezza 120 cm altezza 240 cm
Stato di conservazione: buono
Note: l’edicola è appoggiata ad un muro di contenimento da cui sporge. La struttura architettonica (colonne, architrave e frontone di pietra bianca) costituisce l’inquadramento della nicchia ricavata nella parete. Si legge l’iscrizione : W la Madonna della Salute / Mons. Carmelo Patanè Arcivescovo di Catania concede cento giorni d’indulgenza a coloro che recitano dinanzi a quest’immagine di Maria SS. della Salute un ave Maria / 28- VIII- 1932

Scheda di rilevamento n° 17
Indirizzo/ numero civico: via Verginelle, n° 7
Quartiere: Teatro Greco
Tipologia: edicola votiva a nicchia con mensola;chiusa da semplice grata metallica
Collocazione: prospetto esterno di un’abitazione a pochi metri da terra e in
prossimità della porta d’ingresso
Soggetto: Crocifissione
Tecnica, materia: affresco; intonaco
Dimensioni: larghezza 60 cm altezza 80 cm
Datazione o epoca di realizzazione: N R
Stato di conservazione: pessime
Note: nicchia votiva archivoltata ricavata nello spessore della muratura, con elemento fitomorfe a bassorilievo posto sulla chiave di volta.

Scheda di rilevamento n° 18
Indirizzo/ numeo civico: via Verginelle, n° 13
Quartiere: Teatro Greco
Tipologia: edicola votiva a nicchia con mensola;aperta
Collocazione: prospetto esterno edificio privato
Soggetto: nessuno
Tecnica, materia: nessuno
Dimensioni: larghezza 60 cm altezza 80 cm
Datazione o epoca di realizzazione: N R
Stato di conservazione: pessimo
Note: nicchia votiva archivoltata ricavata nello spessore della muratura, con elemento fitomorfe a bassorilievo posto sulla chiave di volta.

Scheda di rilevamento n° 19
Indirizzo/ numeo civico: via Vittorio Emanuele II, n° 320
Quartiere: Teatro Greco
Tipologia: edicola votiva a nicchia e a tempio; chiusa e con copertura di lamierino
Collocazione: prospetto esterno edificio settecentesco dove visse Giuseppe Lombardo Radice
Soggetto: Madonna con Bambino
Tecnica, materia: affresco; intonaco
Dimensioni: larghezza 300 cm altezza 300 cm
Datazione o epoca di realizzazione: XVI sec.
Stato di conservazione: discreto
Note: l’apparato è caratterizzato da un composizione a tabernacolo che ripresenta in
forme rimpicciolite, la configurazione di un tempio sorretto da colonne rastremate e scanalate sormontate da un frontone.

Particolare dell’edicola votiva
Madonna con Bambino e angelo, affresco, 1833

Scheda di rilevamento n° 20
Indirizzo/ numero civico: Piazza Federico II di Svevia (angolo Sant’angelo Custode)
Quartiere: Castello Ursino
Tipologia: edicola votiva a nicchia con piccola mensola
Collocazione: incrocio viario
Dimensioni: larghezza 70 cm altezza 100 cm
Note: gli abitanti del quartiere raccontano che, una tavola di legno,raffigurante
San Giorgio e il Drago, è stata rimossa da qualche anno perché deteriorata. Di recente fattura, era firmata Zen Art- Caruso P. In sostituzione i devoti hanno ornato la nicchia con stampe, statuette e bassorilievi sacri di recente fattura.

Scheda di rilevamento n° 21
Indirizzo/ numero civico: Via Transito ( angolo via Castello Ursino), n° 54
Quartiere: Castello Ursino
Tipologia: edicola votiva a tempio e a nicchia
Collocazione: incrocio viario
Soggetto: San Giuseppe e Bambino
Tecnica, materia: dipinto su tavola (?)
Dimensioni: larghezza 70 cm altezza 150 cm
Datazione o epoca di realizzazione: N R
Stato di conservazione: cattivo
Note: l’altare è addossato all’angolo di un antico palazzo ed è protetto nella parte inferiore
da un vetro che rende poco visibile l’icona custodita all’interno della nicchia.Questa è inquadrata da elementi architettonici ( colonne e timpano) di legno.

APPENDICE

A
Affresco Tecnica di pittura murale eseguita su un intonaco ancora fresco, con il quale il colore si fissa in modo permanente alla parete,solidificandosi mediante reazione chimica.
Aggetto Nel linguaggio architettonico indica un elemento che sporge rispetto al muro di un edificio.
Ara Pacis Augustae L'Ara Pacis Augustae è un altare costruito nel IX sec a.C. e rappresenta una
delle più significative testimonianze pervenuteci dell’arte augustea. Dai frammenti
dei pannelli sul lato principale si può ricostruire “Il Sacrificio di Enea ai Penati “.
In questa scena si riconosce Enea, col figlioAscanio, presso un altare rustico,
assistiti da due giovani camilli.
Archivolto
Fascia e cornice frontale che segue il profilo dell’arco: può essere liscia o
decorata.

Arco
Struttura architettonica curvilinea che poggia su due punti (pilastri, colonne,
piedritti).
Arco a tutto sesto: dalla forma semicircolare.
Arco a sesto acuto (od ogivale): formato da due archi di cerchio che si intersecano
alla sommità formando una punta.
B
Bassorilievo
Scultura a rilievo le cui figure sono poco sporgenti dal piano di fondo.
Bugna
Pietra o concio che sporge dalla superficie del muro.
C
Calcare
Roccia sedimentaria, di composizione varia a secondo del luogo di formazione.

Capitello Elemento architettonico che raccorda il fusto della colonna, di cui fa parte, con la sovrastante struttura costituita da architrave o arco. Capitello composito: formato dall’unione di capitelli di stili differenti.
Cartiglio In pittura e in scultura, raffigurazione di un rotolo di carta con iscrizioni. E’ utilizzato anche come motivo decorativo,
Chiave, di arco (o di volta)
Pietra a forma di tronco di piramide , collocata al centro di un arco e che chiude la struttura dal punto di vista statico.
Collegiata Indica una chiesa di una certa importanza, che pur non essendo cattedrale quindi senza essere sede vescovile ha un Capitolo collegiale, ossia un’assemblea di religiosi con funzioni legate al culto.
Chiesa della Collegiata – Catania Da poco restaurata, questa splendida chiesa presenta nella facciata (1777, opera

di Stefano Ittar) sei colonne staccate dalla parete di fondo che delimitano i tre ingressi alle navate; nel piano superiore sono collocate le statue dei Santi Pietro e Paolo e, sugli spigoli, quelle delle Sante Agata e Apollonia.
Collegio dei pontefici A Roma, i pontefici furono nove fino all’epoca di Silla, poi raggiunsero il numero
di sedici. Suprema autorità religiosa e quindi capo del collegio, era il pontefice
massimo (pontifexmaximus) che veniva eletto dall’assemblea popolare fra due
candidati ,proposti dal collegio pontificale.
Compito dei pontefici era redigere :
-un registro contenente i testi di tutte le preghiere da recitare e di tutte le regole
alla base dei vari riti
-una lista di tutte le feste sacre
-l’aggiornamento dell’elenco dei magistrati
-l’annotazione degli avvenimenti importanti della vita pubblica
Colonna Elemento architettonico portante formato generalmente da base,fusto e capitello. La colonna può essere: scanalata , se il fusto è solcato da scanalature verticali;

tortile, tipica dello stile barocco, se ha il fusto ritorto; vitinea, se il fusto è decorato con tralci di vite.
D
Doratura Procedimento mediante il quale vengono ricoperte con l’oro superfici di materiale differente.
E
Edicola
Struttura architettonica di piccole dimensioni a forma di nicchia, tempietto o
tabernacolo, inquadrata da colonne, da una trabeazione e da un frontone; può
accogliere una statua o un dipinto.
Le edicole si trovano in tutto il territorio italiano, urbano e rurale, ma a secondo
della località assumono denominazioni differenti:
Cunnicella - Bronte
Cappidduzzi, Marunnuzze, Santuzza - Palermo
Fiuredde- Ragusa

Tribunedda - Scicli
Attaredda - Viagrande
Madonnellestradarole - Roma
Pilastrini – Romagna
F
Festività
Il poeta Ovidio nell’opera i “ Fasti” passa in rassegna le feste che si susseguono
nel calendario romano. Oltre a descrivere i riti connessi alle singole feste cerca di
ricostruirne le origini.
I “diesfesti",ossia i giorni festivi, a Roma erano molti. Nei giorni di festa non era
possibile convocare assemblee,stipularetrattati,fondare colonie, attaccare
battaglia, celebrare matrimoni,invece nei rimanenti “giorni fasti” era possibile
attendere alle occupazioni quotidiane.
Frontone
Timpano, o ornamento simile a esso, collocato sopra portici, finestre, nicchie,
edicole, porte. Originariamente è triangolare, ma può assumere forme diverse.
I

Icona
Immagine sacra di soggetto cristiano dipinta soprattutto su tavola e tipica dell’arte
bizantina o di quella italiana di ispirazione orientale.
L
Lesena
Elemento decorativo che si configura come un semipilastro o una semicolonna di
spessore esiguo addossato alla parete .
M
Minerva e tempio di Minerva –Assisi
La dea Minerva era preposta all’attività artistica ed intellettuale, costituisce con
Giove e Giunone la Triade Capitolina, in onore della quale fu eretto un tempio
sulla sommità del Campidoglio.
Mensola Elemento architettonico sporgente dalla parete in cui è incastrato, serve a

sostenere elementi sovrastanti in aggetto ( v.)
N
Natale
Per Natale, le edicole al cui interno era collocata l'immagine della Sacra Famiglia
(qualche volta anche S. Giuseppe Padre o la Madonna con Bambino) venivano
addobbate a festa con ramoscelli di biancospino. Alcuni batuffoli di cotone
simulavano la neve. Nove lumini, tanti quanti sono i giorni di preparazione al
Natale, la novena appunto,venivano accesi quando i "ciaramiddari", gli
zampognari, che solitamente arrivavano a Catania da Maletto e Bronte già dal
giorno dell'Immacolata, l'8 dicembre, "attaccavano" a suonare.
L'edicola veniva poi arricchita da frutta e cibarie: frutti di stagione quali
arance,limoni, mandarini, dolciumi vari preparati in casa, cioccolata. Il detto
catanese "ti manciasti 'na Cona" nasce proprio da questi episodi, per dire che ci si
è rimpinzati abbondantemente.
Nicchia Cavità, di solito semicircolare, ricavata nel vivo di un muro per collocarvi una statua, un dipinto o un altro oggetto ornamentale, di culto, o funerario.

P
Plinto Base quadrangolare di una colonna
Porta Uzeda La Porta Uzeda situata a Catania in piazza Duomo, collegail Seminario dei Chierici con il Palazzo Arcivescovile e la Cattedrale di Sant’Agata. La porta si apre nelle cinquecentesche mura di Carlo V ed è intitolata al vicerè spagnolo Giovanni Francesco Paceco, Duca di Uzeda. Il suo viceregno durò dal 1687 al 1696.
R Rastremazione Graduale assottigliarsi verso l’alto di un elemento architettonico, per esempio una colonna.
T

Tabernacolo
Nicchia o edicola con un’immagine sacra posta lungo una strada.
Timpano Superficie triangolare racchiusa nella cornice del frontone (tempio), spesso ornata con affreschi o sculture. Il termine, usato a volte come sinonimo di frontone, indica anche la cornice superiore di portali e finestre.
Trabeazione Elemento architettonico orizzontale sostenuto da colonne, pilastri, piedritti.
V
Casa di Vettii
I Vetti erano una famiglia pompeiana molto ricca, ma di origini non nobili, che,
verso la metà del I secolo d. C., acquistò e ristrutturò a Pompei una casa nel
quartiere a settentrione del Foro. A destra dell'ingresso è il larario, edicola dal
fondo dipinto con i Lari e il Genio del padrone di casa in atto di sacrificare; sotto, il
serpente agathodemone, nume benefico.