Le sfide d’autunno R - marche.cgil.it Ottobre 2013.pdf · di Elio Cerri opo la pausa estiva, il...

16
Spi Anche su internet: www.marche.cgil.it/spi Spi rito di gruppo ottobre 2013 Suppl. a LiberEtà n. 10/2013 mensile del Sindacato pensionati italiani della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgil regionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma LiberEtà Marche Marche Le sfide d’autunno R oberto Ghiselli, segretario gene- rale Cgil Marche, fa per noi il punto sulla si- tuazione partendo dall’im- pegno del sindacato a fron- teggiare gli effetti della crisi nella regione, che deve an- che tener conto del clima politico nazionale. Sullo sfondo c’è l’attività collegata con l’avvicinarsi del con- gresso nazionale dell’orga- nizzazione. La sanità e la sua rior- ganizzazione, l’attuazione del piano sociosanitario, il difficile confronto su questi temi del sindacato con la Regione Marche sono narrati da un articolo del segretario generale dello Spi Cgil Mar- che e da diversi articoli pro- venienti dalle strutture pe- riferiche che bene illustrano come questi temi sono vis- suti dalla gente. I due temi, quello della crisi e quello della sanità nella nostra regione, sono gli argomenti più trattati nelle pagine dedicate alle storie di vita e alla corri- spondenza dei lettori che pubblichiamo. Non mancano a com- pletamento del giornale i consigli del medico, l’inter- vento della nostra erborista e la recensione del libro del mese. Sul numero di ottobre di Nonno Nello di Marco Temperini Primo piano 1 I paradisi del male. L’evasione fiscale affonda l’Italia. Primo piano 2 Carla Cantone: “In campo per moralizzare l’Italia” contro corruzione, privilegi e ingiustizie sociali. Inchiesta Ritorno alla terra. Per tanti giovani l’agricoltura è una scoperta, ma spesso una scelta di vita obbligata dalla crisi. L e nuove sfide del sindacato: su questo e su altri importanti temi la Cgil Marche ha organizzato un seminario nelle scorse settimane che si è tenuto a Porto San Giorgio, presenti anche autorevoli esperti e docenti. Ap- puntamento significativo per la Cgil che si avvia al congresso. Ne parliamo con il segue a pag. 3 di Federica Buroni in queste pagine Intervista al segretario generale Cgil Marche, Roberto Ghiselli «Lavoro e sviluppo: ecco le priorità del sindacato»

Transcript of Le sfide d’autunno R - marche.cgil.it Ottobre 2013.pdf · di Elio Cerri opo la pausa estiva, il...

SpiAnche su internet: www.marche.cgil.it/spi

Spirito di gruppoottobre 2013

Suppl. a LiberEtà n. 10/2013 mensile del Sindacato pensionati italiani della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgilregionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma

LiberEtàMarcheMarche

Le sfided’autunno

Roberto Ghiselli,segretario gene-rale Cgil Marche,

fa per noi il punto sulla si-tuazione partendo dall’im-pegno del sindacato a fron-teggiare gli effetti della crisinella regione, che deve an-che tener conto del climapolitico nazionale. Sullosfondo c’è l’attività collegatacon l’avvicinarsi del con-gresso nazionale dell’orga-nizzazione.

La sanità e la sua rior-ganizzazione, l’attuazionedel piano sociosanitario, ildifficile confronto su questitemi del sindacato con laRegione Marche sono narratida un articolo del segretariogenerale dello Spi Cgil Mar-che e da diversi articoli pro-venienti dalle strutture pe-riferiche che bene illustranocome questi temi sono vis-suti dalla gente.

I due temi, quello dellacrisi e quello della sanitànella nostra regione, sonogli argomenti più trattatinelle pagine dedicate allestorie di vita e alla corri-spondenza dei lettori chepubblichiamo.

Non mancano a com-pletamento del giornale iconsigli del medico, l’inter-vento della nostra erboristae la recensione del librodel mese.

Sul numero di ottobre diNonno Nello di Marco Temperini

� Primo piano 1I paradisi del male. L’evasione fiscale affondal’Italia.

� Primo piano 2Carla Cantone: “In campoper moralizzare l’Italia”contro corruzione, privilegie ingiustizie sociali.

� InchiestaRitorno alla terra. Per tantigiovani l’agricoltura è unascoperta, ma spesso unascelta di vita obbligata dalla crisi.

L e nuove sfide del sindacato: suquesto e su altri importanti temila Cgil Marche ha organizzato

un seminario nelle scorse settimane che

si è tenuto a Porto San Giorgio, presentianche autorevoli esperti e docenti. Ap-puntamento significativo per la Cgil chesi avvia al congresso. Ne parliamo con il

segue a pag. 3

� di Federica Buroni

in queste pagine Intervista al segretario generale Cgil Marche, Roberto Ghiselli

«Lavoro e sviluppo: ecco le priorità del sindacato»

� di Elio Cerri

opo la pausa estiva, il sindacato pensionati ri-prende l’attività sindacale, crediamo necessariopuntualizzare l’attività svolta e quella che sarà

da svolgere, senza che ciò sia visto come una sorta di“bilancio sociale del 2013” che invece sarà predisposto afine anno insieme alla Cgil Marche.

Nei primi mesi del 2013, abbiamo realizzato la campagnadi mobilitazione denominata “Ne abbiamo le tasche vuote”,in cui denunciavamo come la crisi pesava sempre sui piùdeboli. Contemporaneamente abbiamo portato avanti ilconfronto con la Regione Marche sulle problematiche so-ciosanitarie che ci ha visti protagonisti della manifestazioneunitaria del 25 marzo. Il confronto con la Regione nonvede ancora uno sbocco positivo, confidiamo in un’acce-lerazione negli ultimi mesi di questo anno.

Abbiamo tenuto un consistente numero di assembleesulla situazione economica del Paese e per discutere ilnostro “Piano del lavoro”. A conclusione abbiamo parte-cipato all’assemblea di programma che si è tenuta aRoma il 25 e 26 gennaio.

Il 28 marzo abbiamo ragionato sull’esito del voto esul quadro politico uscito dalle elezioni di febbraio inun’assemblea regionale alla presenza di Riccardo Terzidella Segreteria nazionale dello Spi Cgil.

Una delegazione delle Marche ha partecipato nelmese di maggio (dal 8 al 11) alla Festa nazionale di Li-berEtà che si è tenuta a Palermo in cui si sono affrontatevarie tematiche sia di natura sindacale che culturale.Nel corso della festa sono stati premiati due nostridiffusori del mensile: Gordiana Donnini di Gabicce (PU)e Giuseppe Bosi di Jesi (AN).

Nello stesso mese abbiamo presenziato, con rappre-sentanti della nostra organizzazione regionale, all’ illu-strazione al Parlamento Europeo della proposta di leggesulla non autosufficienza “Per il diritto a un’assistenzadi lunga durata”. Entro la fine anno partirà la raccoltadelle firme per la sua presentazione..

Di grande importanza sono state le giornate formativesulla conoscenza delle pensioni da noi organizzate pressol’Università politecnica delle Marche che ha visto lapartecipazione di un gruppo di giovani studenti. Dinotevole interesse è stata l’assemblea pubblica conclusivacon l’intervento della Segretaria nazionale dello SpiCgil, Carla Cantone.

“Per frenare la crisi e rilanciare lo sviluppo”, questolo slogan della manifestazione nazionale che abbiamomesso in piedi il 22 giugno a Roma, la prima unitaria as-

sieme a Cisl e Uil dopo oltre un decennio. Straordinariaè stata la partecipazione dei pensionati della nostra re-gione.

A settembre abbiamo ripreso l’attività con due giornateformative, destinate ai nostri quadri ed attivisti sul ter-ritorio, sulle problematiche sanitarie e sociali, alle qualifarà presto seguito una giornata su Imu e Isee.

Nei prossimi mesi ci aspetta un notevole sforzo or-ganizzativo per chiudere positivamente il tesseramento2013 e per conseguire un migliore risultato sugli abbo-namenti al nostro mensile di LiberEtà.

Impegnativo e non eludibile sarà il lavoro da fareper realizzare entro la fine dell’anno la preparazionedei congressi nazionali della Cgil e dello Spi che siterranno nei primi mesi del 2014.

Il confronto con gli Enti Locali e la contrattazionefanno parte e qualificano il nostro fare quotidiano indifesa delle fasce deboli del paese. A tal proposito sicu-ramente forte sarà il nostro impegno a vigilare sullaprossima “legge di stabilità” che il governo varerà nelleprossime settimane.

2

ORGANIZZAZIONE

Sanità ed enti locali, pronti a ripartire per l’autunno

DALLA PRIMA PAGINA

segretario generale, Roberto Ghi-selli.

Di fronte ai grandi mutamenti,quali sono le proposte della Cgil?

“Il seminario, che ha raccolto ilgruppo dirigente Cgil delle Marche,aveva lo scopo di approfondire lenovità relative ad economia, societàe ruolo del sindacato. Temi affrontatida relazioni di esperti di alto livellocome il professor Messori, Yuri Ka-zepov e da Walter Cerfeda”.

“È sempre più messo in discus-sione dai nuovi problemi connessialla globalizzazione. Dobbiamo eser-citare una forte capacità innovativaavendo ben chiaro l’obiettivo di evitarela marginalizzazione dalla rappre-sentanza del mondo del lavoro. InItalia, questo rischio è rappresentato,per esempio, dalla Fiat di Marchionnecon le sue politiche d’Oltreoceano.

Il congresso sarà l’occasione per raf-forzare la nostra elaborazione e ri-lanciare l’iniziativa. Il confronto, nelcorso del seminario, tra il segretarionazionale Fabrizio Solari e il segre-tario Fiom, Maurizio Landini hamesso a fuoco alcuni problemi stra-tegici su cui riflettere”.

Quali?“Il ruolo del contratto nazionale

e della contrattazione di secondo li-vello ma anche l’estensione dei dirittiai lavoratori che da sempre ne sonostati privi. E poi le politiche di so-stegno all’occupazione e di contrastoalla precarietà, la ridefinizione delWelfare che affronti il nodo dellepovertà e del disagio sociale nonchéil superamento della legge Fornerosulle pensioni promuovendo un fortepatto intergenerazionale”.

Il messaggio sulle politiche localiche scaturisce dal seminario?

“La competizione non è più solofra imprese ma anche tra sistemi edunque hanno sempre più importanzale politiche locali, infrastrutturali,di programmazio-ne, di sviluppoterritoriale,

quelle ambientali e sulla conoscenza.Anche nelle Marche, il confrontosulla riprogrammazione delle politi-che europee 2014-2020 è l’occasioneprincipale per sostenere un forteprocesso di trasformazione della no-stra struttura produttiva che ci con-senta di recuperare i ritardi accu-mulati in questi anni”.

A proposito di Marche, qualisono le sfide che si attendono?

“Sono diverse. Si parte con l’in-novazione tecnologica e organizzativadelle imprese, si prosegue con la vo-lontà di favorire i processi di aggre-gazione delle stesse ma anche in-terventi infrastrutturali per connet-tere la regione con le grandi direttricinazionali ed europee.

Ci sono poi le politiche del lavoroe della formazione per promuoverel’incontro tra domanda e offerta adun livello qualitativamente più ele-vato.

Quindi, le politiche sociali, perl’infanzia e per la terza età, a partiredall’invecchiamento attivo. Non dob-biamo infine dimenticare la riformae la razionalizzazione della pubblica

amministrazione, a cominciare dallagestione associata dei servizi peruna migliore qualità e per rispar-miare le risorse”.

segue da pag. 1

«Lavoro e sviluppo: eccole priorità del sindacato»

3

4

CRONACHE DAL TERRITORIO

� di Romolo Sardellini

Se Omero fosse vissuto ai tempi nostri probabilmentenon avrebbe scritto l’Odissea per narrare le peri-pezie di Ulisse, ma per descrivere ciò che può

capitare ad un paziente se finisce al Pronto Soccorso.Nel nostro caso si tratta della storia di una iscritta alloSpi che ha avuto bisogno, appunto, del Pronto Soccorsoe delle successive “diramazioni” in alcuni reparti del-l’ospedale di Macerata. Ve la presentiamo di seguito.

“Al mattino presto avevo avuto dei dolori molto fortie, dopo aver trattenuto un po’ sperando che passassero,mi sono recata verso le 7 al Pronto Soccorso. Qui, dopocirca una ventina di minuti, sono riuscita a farmi “metterein lista”. Dopo altrettanto tempo mi hanno preso lapressione ed una vena, dove è stato lasciato un ago pereventuali flebo. Dopo circa due ore (mi avevano classificato“codice giallo” cioè urgente, ma non troppo) è arrivato ildottore, stanchissimo in modo evidente, anche perchéaveva dovuto affrontare tutti i casi della notte praticamente

da solo. Un lavoro disumano, frutto dei “tagli”, chemettono a rischio, però, la vita stessa degli utenti. Ildottore, peraltro gentilissimo, mi ha detto che avreidovuto aspettare la chiamata per una visita specialisticain un reparto. Erano circa le dieci del mattino. La “chia-mata” è arrivata, ma erano ormai le 15, quando, nonostantei miei solleciti (i dolori continuavano e non mi è statodato nulla per calmarli) ormai pensavo che si fossero di-menticati di me. Ero sinceramente arrabbiata. Giuntanel reparto per la visita specialistica, mi hanno fattoaspettare un’altra ora. Finalmente il dottore è giunto,piuttosto seccato, perché a suo dire non era necessariala sua opera e, dopo una visita ultrabreve, mi ha rinviatoal Pronto Soccorso, con la richiesta di una diversa visitaspecialistica. Il medico del Pronto Soccorso (nel frattempoc’era stato il cambio della guardia) si è limitato a leggereciò che aveva scritto il predecessore e la richiesta dellanuova visita e mi ha spedito in un altro reparto dove, ov-viamente, ho fatto un’altra ora e passa di attesa. Finalmentec’è stata una visita appropriata ed approfondita, mi èstata data una terapia e sono stata messa in lista per unintervento. Ma non era ancora finita! Corredata dal cer-tificato medico dello specialista sono dovuta tornare alPronto Soccorso per avere quello delle dimissioni. Altraprolungata attesa perché i due sanitari presenti eranoimpegnati in urgenze e quindi non potevano perderetempo per scrivere referti. Finalmente qualcuno si è ri-cordato anche che avevo ancora l’ago infilato in vena eme lo ha tolto. Sono arrivate anche le agognate dimissioni:erano le 18.30! Quasi dodici ore al Pronto Soccorso,senza poter mangiare e bere. Anche andare al bagno èstata un’impresa: c’era una puzza di urea insopportabile,senza alcuna serratura e senza carta igienica o strappiper asciugarsi le mani. Per poterne usufruire è necessarioessere in due, con uno che resta a fare il palo….”.

Queste storie di vita lasciano l’amaro in bocca. Vienelo sconforto nel vedere come una persona viene disu-manizzata e resa solo un numero (parliamo non solo deipazienti, ma anche dei medici e degli infermieri chedebbono affrontare stress incredibili per i tagli), succubedelle leggi dell’economia. Viene la rabbia nel considerarecome la società non sia certo quella sperata nel ’68 ecome la stessa Costituzione venga calpestata impune-mente. Viene il senso dell’umiliazione pensando che,pur avendo ragione, anche se alzi la voce nessuno sta lìad ascoltarti e, forse, ti prendono anche per una sorte didon Chisciotte, più da commiserare che ascoltare…

Due o tre cose sul Pronto SoccorsoIl racconto di un paziente fra le corsie di un ospedale

5

� di Emidio Celani

sempre più diffusa la con-vinzione che la risposta so-ciosanitaria offerta nella no-

stra regione sia ben lungi da soddi-sfare la domanda: le lunghe liste diattesa per le prestazioni diagnostiche,l’estenuante attesa nei pronto soc-corso, la non autosufficienza scaricatasulle famiglie sono il campanellod’allarme di una sanità pubblica chenon riesce a cogliere concretamentei mutamenti sociali e i reali bisognidelle persone.

Il confronto avviato con la RegioneMarche, condizionato dai dolorosis-simi tagli apportati alla sanità pub-blica dalle scelte operate del GovernoBerlusconi prima e dal Governo Montipoi, non fa intravedere la possibilitàdi un accordo. Eppure il sindacatoaveva apprezzato il piano socio-sa-nitario cogliendone la necessità diintrodurre nuove e più appropriateforme organizzative, così da potercogliere le trasformazioni in atto erispondere con maggiore incisioneal mutare dei bisogni in un contestodi compatibilità e sostenibilità eco-nomica.

Il tavolo della trattativa ha sicu-ramente registrato interessanti e po-sitivi passi avanti su una maggiorepresa in considerazione dei temidella domiciliarità, residenzialità esemiresidenzialità, individuando nellaCasa della salute, nella definizionedi regole sulla residenzialità, nel-l’integrazione tra i servizi sanitari esociali, nell’assistenza domiciliare(ADI e SAD) e nella sanità d’inizia-tiva, strumenti indispensabili peruna maggiore e più efficace rispostaextraospedaliera ai vecchi e nuovibisogni. Ma questi progressi non han-no portato a una risposta comples-sivamente soddisfacente anche per-ché non colgono pienamente la ne-cessità di un profondo cambiamentonecessario a rispondere ai bisognipiù espressi delle persone che si tro-vano a fare i conti con la riduzionedei posti letto per acuti e sulla tra-sformazione dei piccoli ospedali

La proposta della Regione Marchedi far slittare al 2014 dell’ultima ratadel riallineamento delle tariffe e del-l’assistenza nelle Residenze protetteche, secondo l’accordo dell’agosto2010, sarebbe dovuta entrare in vigoredal gennaio 2013 è stata consideratairricevibile: non è accettabile che in

un periodo di crisi tanto pesante siprolunghi di un anno l’onere a caricodelle famiglie.

Il sindacato ha apprezzato l’in-tenzione della Regione di avviare 39case della salute, tre in ognuno dei13 distretti sanitari, ma dà un giudiziofortemente negativo per la mancanzadi una concreta definizione dell’ac-cordo con i medici di medicina ge-nerale che dovrebbero essere il pernofondamentale della struttura. Senzail loro coinvolgimento si pregiudicafin dal nascere il funzionamentodelle strutture create.

Niente è ancora definitivamentepregiudicato. La permanenza di untavolo di confronto regionale, e diquelli attivati nei diversi territoridella nostra regione attestano la vo-lontà delle parti di continuare la di-scussione sia nel merito dell’appli-cazione dei Decreti emanati dallaGiunta, sia in quelli che ancora do-vranno essere definiti: occorre ri-spondere con urgenza ai disagi socialie sanitari che oggi sono diventatinon più sopportabili anche per effettodell’impoverimento delle famiglieper effetto della crisi.

VERTENZE REGIONALI

6

CRONACHE DAL TERRITORIO

� di Carlo Sorpinosegretario Lega Spi di Osimo

o Spi-Cgil, di Osimo esprimeuna valutazione del tuttonegativa per quanto riguarda

la sanità e i servizi socio-sanitaridella zona di Ancona sud.

Nell’ultimo piano che la RegioneMarche ha elaborato si prevede, inconcomitanza con la costruzione delnuovo ospedale di Rete-Inrca nel co-mune di Camerano, la chiusura deidue presidi, di Osimo e di Loreto, ri-masti dopo lo smantellamento dellastruttura di Castelfidardo.

I lavori per il nuovo ospedale nonsono iniziati per la mancanza di ri-sorse economiche; intanto si vo-gliono chiudere da subito alcunireparti degli ospedali di Osimo e diLoreto. Per tutti il reparto di Gine-cologia-ostetricia dell’ospedale diOsimo, che già soffre della mancataimplementazione e della ristruttura-zione del Pronto soccorso. Tali deci-sioni comportano un disagio enormeper una utenza che ormai supera gliottantamila abitanti e che nel pe-riodo estivo con il turismo supera le150 mila presenze.

Ai disagi per la mancanza distrutture bisogna aggiungere quello

dei pensionati e degli anziani, che,aumentando sempre più, hanno bi-sogno di un’ assistenza capillare permalattie degenerative dovute all’etàe di servizi socio-sanitari più econo-mici considerando i livelli di reddito.

Ormai la situazione non è più so-stenibile, la maggior parte degli an-ziani vive con redditi bassissimi, chenon gli permette di avere una vitaserena. Molti di essi non sono in con-dizione di sostenere spese per unaalimentazione giornaliera, sempre dipiù sono quelli che si rivolgono alleassociazioni per avere un pasto gior-naliero. Molti risultano morosi versole società che gestiscono le utenzedomestiche subendo il distaccodell’energia elettrica, dell’acqua edel gas. La situazione non accenna amigliorare anzi peggiora anno dopoanno. Ai bassi redditi si aggiungeuna tassazione degli enti locali chenon tiene in nessun conto di unaprogressività sul reddito, il bloccodella perequazione per gli anni 2012e 2013 ha fatto diminuire il potered’acquisto delle pensioni. L’aumentodei prezzi dei prodotti alimentari,anche quelli di prima necessità, l’au-mento delle tariffe e dei trasporti el’aumento della spesa sanitariahanno impoverito enormemente ipensionati.

In un paese civile, per gli anzianil’assistenza sanitaria dovrebbe es-sere gratuita, la tassazione uguale azero e i servizi sociali a carico dellacomunità, per i redditi inferiori aitrentamila euro, invece dal nostroosservatorio, notiamo sempre piùpersone che, a causa dei ticket ele-vati, rinunciano alle cure, alle ana-lisi e ai farmaci. Rinunciano ancheper i tempi di attesa che ormai sonolunghissimi, la persona anziana nonpuò aspettare un anno e oltre peruna prestazione.

Un capitolo a parte per gli an-ziani non autosufficienti e per quelliche sono ospitati nelle cosiddetteResidenze protette. I fondi stanziatisono pochissimi, non si riesce a dareuna assistenza domiciliare continua-tiva e professionale, l’assegno dicura è per pochi e le Residenze ap-plicano rette elevatissime, che sipossono permettere in pochi, ancheperché non risulta ancora integral-mente attuato il decreto della Re-gione Marche del 2010.

I pensionati della Lega di Osimo,consapevoli dei disagi loro apportatida leggi di rigore solo nei loro con-fronti, sono molto delusi ma pronti amobilitarsi per aver riconosciuti iloro diritti e veder migliorare la pro-pria condizione di vita.

Osimo, anziani in difficoltàper la carenza dei servizi locali

7

� di Gianni Andreanelli

ormai terminata la stagio-ne estiva e già è evidentela spinta dei pensionati e

dei lavoratori di Ancona, affinché lacittà inizi ad affrontare con coraggioe determinazione i tanti problemipresenti, da quelli strutturali, ri-guardanti il nuovo volto di Ancona,a quelli sociali, economico- produttivi.per finire con le problematiche dellavoro, della qualità della vita, deiservizi socio sanitari e delle sceltedi bilancio.

Da troppo tempo il confronto ela pratica della contrattazione conle istituzioni comunali di Anconanon si sono potuti esplicare al meglio,a causa di una prolungata crisi co-munale e dell’affidamento dell’am-ministrazione al commissario pre-fettizio. Con l’avvento della nuovaamministrazione comunale, pur inpresenza di tante difficoltà, si è ria-perta la speranza per riannodare ifili di un confronto serio e produttivosui temi del bilancio, di un forte di-sagio sociale tra la popolazione edei numerosi problemi rimasti alpalo per troppo tempo.

I primi contatti avuti con il nuovosindaco della città non sono stati ne-gativi. A suo dire dal prossimo anno,sulla base dei risultati conseguiti insede di contrattazione, saranno pos-sibili passi in avanti anche sul versantedelle scelte di bilancio per il 2014.Ovviamente è tutto da verificare insede di confronto. Quello che ci lasciaben sperare è, al momento, l’indica-zione dei tempi e dei problemi oggettodel confronto. Trasporti, rifiuti urbani,porto ed uscita ovest, attività econo-miche, sanità e servizi sociali: questigli argomenti di maggiore interesse

che contribuiranno ad arricchire laqualità contrattazione. Il riferimento,ad esempio, al grande tema delladefinizione del ciclo integrato deirifiuti e alla individuazione del sitoper il relativo impianto, in assenzadel quale l’Azienda Servizi continueràa portare i rifiuti fuori città e fuoriregione, con costi insostenibili a ca-rico dei cittadini.

Lo stesso vale per lo sviluppo delporto, il riordino dei servizi di tra-sporto e di quelli relativi alla sanità,settore in cui la Regione Marche pe-nalizza le aziende incaricate dei ser-vizi o non rispetta i protocolli d’intesasottoscritti. Dopo la chiusura in cittàdi alcuni plessi ospedalieri, elude larichiesta di istituire una moderna efunzionante Casa della salute H 24,indispensabile al fine di assicurareun qualificato e continuativo servizioalla città. Infine, si lasciano inde-terminati i tempi per la costruzionedella nuova struttura Inrca, con an-nesso ospedale di rete per dare ri-sposte ai cittadini di Ancona e alle

aree geografiche posizionate a suddella città, con la conseguenza diconsiderare come un pacco postalei cittadini che hanno bisogno di curesanitarie ospedaliere non catalogabilitra quelle eccellenze assicurate dal-l’ospedale regionale di Torrette.

Sono problemi corposi intorno aiquali si dovrà lavorare in profonditàe con determinazione per la loro,seppur graduale, definizione.

I benefici per i cittadini sarebberorilevanti. Rimane quindi necessariotenere alta l’attenzione e l’interessedella città tutta intorno a questeproblematiche. La lega distrettualedei pensionati Cgil di Ancona, daràil suo contributo ricercando anchel’unità con Cisl e Uil pensionati.

Ancona dovrà ritornare ad essereun vero capoluogo di Regione, go-vernando al meglio tutte le oppor-tunità di sviluppo economico e socialeche le si presenteranno davanti, com-presa quella fondamentale di salva-guardare e sviluppare con le propriescelte l’occupazione.

CRONACHE DAL TERRITORIO

Bilancio, al via il confronto serratotra sindacati e Comune di Ancona

Un autunno ricco di iniziative contro la crisi nella provincia

� di Giselda Galvan(da “L’anziano si racconta”)

i hanno fatto sedere vi-cino alla finestra in modoche io possa guardare il

giardino. Cerco di fare quello chedicono ma mi è molto difficile.

Mi guardo attorno, sono in unabella casa ma desidero allontanarmi,nella testa ho una voce che mi incitaa farlo.

Ci sono molte porte ma non soquale di questa sia l’uscio e nontrovo mai le scarpe.

La donna che dice di essere miamoglie mi parla ma mi disturba “seivecchia e brutta e non ti conosco”.Vedo che si allontana piangendo enon capisco perché.

Molte volte faccio quello che lavoce mi dice ed allora gridano e miguardano strano.

Quando fanno così li metto tuttinella boccia del pesce rosso, cosìvedo le loro bocche spalancate manon sento le loro voci.

Dicono che ho l’Alzheimer e miportano dal medico, anche lui parla,dice molte cose ad un bel giovaneche spesso mi accompagna.

Oggi mi hanno portato dove congli amici giocavo a bocce, mi hannofatto festa, erano tanti e mi sono im-paurito.

A casa c’erano molte donne chebevevano il caffè. Ho cercato di ascol-tare i loro discorsi, dicono che conme c’è “AL”.

Parlano del sergente tedesco chemi comanda, lo chiamano AL. Sivede che con lui sono in confidenza.

È tornato quel simpatico ragazzoche ha tanta pazienza con me, dicedi essere mio figlio.

La sua voce mi calma, non sentoquasi più il sergente, forse è riuscito

a farlo allontanare. Mi dice che sonodiventato nonno e che domani miporterà il nipotino.

Mi hanno detto che gli hannodato il mio nome, cerco di ricordarequal’è ma non riesco.

Sono nuovamente seduto accantoalla finestra, mi è stato detto che daqui potrò vederli arrivare.

Guardo l’albero, non ha quasi piùfoglie, è triste senza di esse, mi dicedi essere vecchio e stanco, gli rispondoche io sono tormentato da AL e chelo sto pregando di liberare, almenoper oggi, la mia mente, in modo cheposa vedere il nipotino.

Me lo hanno fatto tenere, è piccoloe paffuto, profuma di borotalco. Conla sua piccola manina mi tiene undito, sono felice.

Dico di essere stanco, mi accom-pagnano in camera, chiudo gli occhie parlo con “AL”.

Ti prego sergente, aiutami, fa inmodo che nei miei occhi resti l’im-magine del nipotino e che, dal sonnoche sento arrivare, io non mi risveglimai più.

edizione di quest’anno de “L’anziano siracconta”, che si è svolta ad Ascoli Piceno,ha visto la partecipazione di oltre 150 lavori,

tra racconti, poesie e filmati. Il consistente numero el’elevato livello di qualità degli elaborati ha reso difficileil lavoro della giuria che alla fine ha premiato i seguentilavori:Tema n. 1 - C’era una volta la campagnaC’era una volta la campagna di Angelina Benedetti -Urbania (PU)Una giornata particolare di William Scalabroni - AscoliPicenoLa panzanella di Domenico Nepi - Folignano (AP)Tema n. 2 - Racconti di vitaLe scarpe di Silvana Santi Montini - PratoIl sergente Al di Giselda Galvan – Rivoltella di Desenzano(BS)La storia di Corsi di Maura Marziali – Ascoli PicenoTema n. 3 – Il nipote racconta del nonnoViccia viccia viccia còla còla còla di Carlo Spurio –Maltignano (AP)Li taccu con la nonna di Martina (video) di scuolaIPSSAR Buscemi S.Benedetto del Tr. docente TizianaFiccadenti.

Tema n 4 – Poesie con tema liberoSofferto risveglio di Rosa Vindigni – RagusaSotto l’abete di Angelo Barrano – RagusaPrimo giorno di scuola di Anna Laura Stopponi – PortoSan Giorgio (FM)

8

L’ANZIANO SI RACCONTA

Il sergente “Al”

I premiati della XII edizione de “l’Anziano si racconta”

Ascoli Piceno:Sergio Zavoliriceve la targapremio dellamanifestazione

� di Giuseppe Fillich

na telefonata inaspettata. Dall’altro capo deltelefono Massimo, un validissimo ex alunno diliceo. Mi saluta, lo riconosco, mi chiede corte-

semente un colloquio. Ci incontriamo in un afoso giorno d’estate. I ricordi

occupano da subito il conversare: le lezioni, l’intensostudio, gli innumerevoli esami sostenuti, i successi e ipiccoli insuccessi scolastici. Poi, i più importanti avve-nimenti di vita e il lavoro… Ben presto siamo arrivatialle ragioni della richiesta di colloquio.

Massimo è uno dei tanti insegnanti preparati maprecari della scuola italiana. Infatti, pur laureato con ilmassimo dei voti in Lettere moderne ed abilitato, letristi vicende lavorative lo hanno portato ad inseguire illavoro un po’ ovunque, dal nord al sud d’Italia. Da

Saronno fino a Bari. Poi il ri-torno nelle Marche, con unincarico in un liceo di pro-vincia, in un susseguirsi di

richieste di trasferimento, di cambi di residenza, alla ri-cerca perenne di alloggi di fortuna.

Ma quell’agognato posto di lavoro definitivo non èmai venuto. Solo brevi supplenze ed incarichi annuali.Massimo è consapevole che sarà difficile, quasi impossibile,raggiungere a breve l’obiettivo. A quarant’ anni suonati,infatti, le opportunità si assottigliano, le speranzevengono meno, la sfiducia nelle istituzioni aumenta.

La crisi occupazionale, poi, produce irrimediabilmenteil resto. Tra questi i progetti di matrimonio, che vengononecessariamente rinviati e destinati a perdersi neltempo. Mi chiede qualche suggerimento, qualche utileconsiglio. Mi trovo in difficoltà perché so che qualsiasisuggerimento può assumere il sapore della consolazio-ne… Ci provo.

Mi soffermo, dunque, sull’opportunità dei corsi diformazione, dei master; mi dilungo sulla necessità di di-versificare la preparazione professionale… continuo adargomentare… ma un dubbio mi assale: se la crisi oc-cupazionale si manterrà a livelli così ampi, se l’Italia ri-marrà ancora per anni in recessione, quale futuro sipuò ipotizzare oggi per le nuove generazioni ?

� di Francesco Vagnoni

n Comune la spesa sociale nondeve mai diminuire. I tagli aiservizi e al welfare e gli au-

menti di tariffe non sono accettabilise non si combatte duramente l’eva-sione fiscale. Sono questi i concettialla base dell’accordo firmato il 23luglio dall’Amministrazione comunaledi Monteprandone con Cgil, Cisl, Uil,Spi, Fnp, Uilp.

L’accordo prevede un impegnodell’Amministrazione a recuperarerisorse allo scopo di poterle impiegarein un welfare comunale il più possibileuniversale e adeguato ai tempi dicrisi che stiamo vivendo, lavorandoin particolare sulle agevolazioni fiscalie tariffarie.

Grande novità nell’accordo è poil’istituzione di un fondo di 150.000euro per il sostegno all’occupazioneda destinare a facilitare l’assunzione,

presso aziende marchigiane e abruz-zesi, di lavoratori attualmente di-soccupati, residenti a Monteprando-ne.

9

STORIE DI VITA

Welfare: accordo a Monteprandone

Un futuro da precari

La crisi infinita

10

STORIE DI VITA

� di Giuseppe Fillich

no stillicidio quotidiano daparte dei media: la reces-sione sta terminando…for-

se…chissà. È un accavallarsi di in-formazioni rassicuranti e per nienteaffatto rassicuranti: aziende chemacinano utili, aziende in difficoltàche chiudono nottetempo, calo deiconsumi (mese di luglio, secondoConfcommercio, – 4,1% nei trasporti,–3,9 % per gli alimentari e le bevan-de), incertezze totali sui versamentifuturi dell’ Imu e su un possibile au-mento dell’ Iva. Raccapezzarsi è im-possibile. Anche gli esperti economistinon mi pare che siano in grado diaggiungere gran che. Ma qual’ è, al-lora, la reale situazione in cui operanoe vivono i cittadini? Ho deciso difare la cosa più semplice… Mi sonoinfilato in uno dei tanti mercati set-timanali, mi sono divincolato tra

bancarelle di strada, merce e venditoridi ogni tipo per vedere, sentire ecercare di capire. Animatissimi i re-parti delle occasioni, alla ricerca diprodotti a costi ridottissimi, dei saldi,delle offerte, delle occasioni a pochieuri. È qui che ti imbatti, anzi ti as-salgono i venditori improvvisati dipiccola biancheria e soprattutto dichincaglierie. Qui la massaia puòtrovare, tra l’ altro, anche sacchettiniben confezionati di aglio. La mammae la nonna, a fatica, negano ai figli eai nipoti scalpitanti il giocattolo inbella mostra: non si può sperperare,tra poco inizia l’anno scolastico!. In-somma un variopinto mondo di per-sone che si muovono in tutte le di-rezioni alla ricerca del bene utile edi risorse risolutorie. Decisamentemeno animato il movimento nei re-parti dei prodotti più costosi. Per lopiù sguardi interessati e fughe im-mediate, senza alcuna possibilità diacquisto. Assalto invece alle banca-

relle dei prodotti commestibili, speciefrutta e verdura, alimenti a buonprezzo che ti garantiscono sicura-mente la sopravvivenza. Alla fine ditanto girare e rigirare, anche a vuoto,ognuno riporta a casa il suo magrosacchetto di mercanzie. Cosa è cam-biato rispetto al recente passato?Nulla, proprio nulla. Stessa parsi-monia, stesso affanno. Stesse incer-tezze.

� di Sandro Olimpi

proposito di pensioni, vediamo alcuni numeri:a fine 2010 i pensionati in Italia sono16.700.000, il 53% sono donne (circa

8.800.000) ma percepiscono un importo di pensioniche è solo il 44% del totale. Il 56% degli oltre 258miliardi di euro annui di pensioni erogati va infattiagli uomini.

Gli uomini hanno una media pensionistica di 14.001euro annui, le donne di appena 8.469 euro. E parliamodi medie!

Inoltre: il 55% delle donne percepisce meno di1.000 euro al mese, come il 34% degli uomini.

Poi le donne si prendono anche delle rivincite,magari, almeno sotto certi aspetti: l’aspettativa di vitaalla nascita a livello nazionale, è di arrivare ad una

età di 79,4 anni per gli uomini e di 84,4 anni per ledonne!

Tra l’altro, il record su questo versante ce l’abbiamoproprio noi delle Marche dove l’aspettativa di vita peri maschietti è di arrivare a 80,4 anni e per le femminucceaddirittura a 85,4 anni: un anno in più della media na-zionale.

Per quanto riguarda le province il record nazionaleè detenuto proprio dalla Provincia di Pesaro – Urbinoin cui l’aspettativa di vita delle donne arriva a 85,7anni, sarà l’aria, sarà il vino, ma non lo dite troppo ingiro!

Per quanto riguarda gli ultracentenari, dal 2001 al2011 sono triplicati passando da 5.400 a 17.000; il piùvecchio ha 113 anni e vive in Trentino.

Di nuovo, anche in questo caso: l’85% degli ultra-centenari è donna.

Comunque; non si nasce donne, si diventa, dicevaSimone de Beauvoir.

Pensionati: alle Marche il recordper la longevità in Italia

Lavoro, passione e sindacatoi chiamo Daniela, ho 73 anni e quando mi èstato chiesto di raccontare la mia testimo-nianza cioè parte della mia vita di donna,

madre, lavoratrice impegnata nel sindacato ero riluttante.Sono sempre stata molto timida, fin da ragazza quandoper noi giovani donne le alternative erano davveropoche: imparare un mestiere oppure sposarsi, far figli ei lavori di casa. Io sono la prima figlia femmina di unafamiglia numerosa: sette fratelli. Sono nata e vissuta inun piccolo centro sulla costa marchigiana. Come primafiglia femmina avevo molte responsabilità e pochi sogni.Per me era importante sposarmi e costruire una famiglia.Non chiedevo altro. Sempre sottomessa, incapace edemotiva, quando ebbi la possibilità di votare per laprima volta, mi ribellai alle prediche del parroco chedal pulpito invitava tutti ma soprattutto i nuovi elettoria non votare Partito Comunista. Io invece votai proprioPci e uscì dalla cabina orgogliosa e soddisfatta. Pocodopo fui costretta ad emigrare in Svizzera. La nostalgiami feriva ogni giorno eppure proprio lì ebbi la possibilitàdi conoscere la dignità del lavoro el’uomo dei miei sogni. Facemmo duefigli ma la nostra non divenne unafamiglia. A me rimasero due bambinida crescere e la dignità del lavoro.Quando rimasi incinta per la secondavolta dovetti tornare in Italia e quiho dovuto lottare per tanti anni controil bigottismo, il pregiudizio di chi nonaccettava che fossi una ragazza madre.Feci lavori umilissimi ma le umiliazioniderivavano da altro: dal fatto che nonpotevo ottenere una casa po-polare, dalle donne dellaparrocchia che mi sug-gerivano di dare in ado-zione i miei figli, dagliuomini che si sentivanoautorizzati a provarciperché non avevo unmarito. I servizi so-ciali non mi venneroincontro su nulla.Ero una gran lavo-ratrice, la fatica nonmi spaventava e perquesto forse trovaiun impiego al Nord,in una grande fab-

brica alimentare. Feci le valigie e partiì con due figlipiccolissimi. Il lavoro era molto faticoso ma io guadagnavobene e fu a quel punto che conobbi e subito mi iscrissialla Cgil. Io parlavo poco, sempre per via della timidezza,eppure fui eletta nel comitato di fabbrica. Quandoparlava la Cgil tutti tacevano e noi ci sentivamo forti,orgogliosi di appartenere al ceto operaio senza perquesto essere cittadini di serie B. Purtroppo però nonc’erano ancora le condizioni per lavorare e crescere ibambini da sola, così fui costretta a tornare a casa.

Il posto fisso l’ho trovato a 40 anni, in ospedale. Nonho mai smesso di credere nel sindacato ma ho cercato difare affidamento ancor di più sulle mie forze.

Oggi sono nonna di due splendide nipotine. Nel beneo nel male i miei figli li ho cresciuti. Li vedo idealisti, so-gnatori e il futuro mi spaventa. Sì mi spaventa perchénon vedo più la solidarietà che c’era tra di noi e il sinda-cato. Oggi mi pare che conti essere furbi più che spac-carsi la schiena come ho fatto io. E continuo a farloaiutando mio figlio a crescere le bambine. Anche io sonouna nonna-ammortizzatore sociale. Come lo è stata mia

madre con me. Non mi pesa e restoiscritta allo Spi.

C’è solo una cosa che mimanda su tutte le furie, anzidue: la prima è come è statopossibile che l’Italia sia statagovernata da Silvio Berlu-sconi. Mi chiedo perché noidi sinistra che tanto abbiamolottato abbiamo permessoche ciò accadesse. E mifanno arrabbiare quelli chedicono che noi pensionatiabbiamo rubato il futuro aigiovani. Non è vero. Noi ab-biamo lavorato e combattutoanche per le generazionisuccessive, per i figli. Ab-biamo sudato e versato con-tributi fino all’ultimo e se oraquesti soldi non ci sono piùla colpa non è certo nostrama della cattiva politica cheli ha sperperati. Sapere chetanti giovani preparati nonlavorano e che la colpa sa-rebbe nostra proprio non loposso accettare .

11

STORIE DI VITA

� di Laura Stopponi

L’ associazione “Chi mangiala foglia” ha organizzatoun corso per il riconosci-

mento delle erbe spontanee. Si è te-nuto a Capodarco di Fermo dal 6 al22 settembre ed ha visto la parteci-pazione di 34 allievi di età compresatra 16 e 65 anni. Le lezioni teorichedi Botanica, Nutrizione e Farmacologia,tenute da docenti di Agraria e Medi-cina, e le uscite didattiche, guidateda esperti riconoscitori, si svolgonoin un clima informale ed affettuosoperché l’obiettivo del corso è soprat-

tutto quello di stimolare la curiosità,l’attenzione e la consapevolezza circal’importanza di questi doni della na-tura, veri e propri serbatoi di benesserepersonale ed ambientale. In tre set-timane, si impara a riconoscere leprincipali erbe mangerecce, a difen-dersi dalle pochissime tossiche, a ri-conoscere il valore dell’ambiente,della biodiversità e degli effetti diuna gestione del suolo, sia agricoloche industriale, scellerata ed irrispet-tosa. Riconoscere le erbe con le qualicucinare una semplice misticanza dierbe crude o cotte, rigorosamente innumero dispari di varietà (mai menodi tre meglio se più di 7) è il risultato

immediato del corso, anche se per laconoscenza approfondita e sicura nonbastano anni di studio e di pratica. Ilcorso ha una formula ormai speri-mentata con la prova finale, la con-segna degli attestati e la partecipazionealla vita dell’associazione, ed ogni“nuovo raccoglitore” è automatica-mente un nuovo difensore dell’am-biente, delle erbe, e del territorioperché – come dice sempre NorisRocchi che è l’ideatore e l’instancabileanima dell’associazione “Chi mangiala foglia” – “quando impari a conoscerele erbe, mentre cammini in campagnail passo si allunga per non calpestarei tuoi nuovi amici!”.

G li anziani ospiti dell’Ircr di Macerata hannoricevuto, nelle settimane scorse, un dono pre-zioso: i prodotti freschi e genuini, coltivati

dai loro coetanei ancora validi e pimpanti, negli ortimessi a disposizione dell’Auser dal Comune.

L’associazione di volontariato ha attualmente indotazione circa 220 appezzamenti (presso l’ex Cras diSanta Croce ed a Fontezucca) che tengono impegnaticirca 500 pensionati tra uomini e donne, coordinati daNazzareno Osimani, che può essere considerato la me-moria storica di questo settore dell’Auser.

Decine e decine le cassette di ortaggi che gli anzianicoltivatori hannodonato, come già av-venuto negli anniscorsi, all’istitutomaceratese, fruttodel loro lavoro.

Importanti leparole dell’Assesso-re alle politiche so-ciali, Narciso Ricot-ta, “si tratta diun’iniziativa di so-lidarietà, un donodi ringraziamentoalla città che ha

consentito agli anziani di utilizzare gratuitamente glispazi che il comune ha messo a loro disposizione.Quello degli orti per anziani è un progetto che dimostral’impegno dell’Amministrazione comunale nei confrontidella terza età dettato dalla necessità di favorire la so-cializzazione di queste persone che spesso vivono insolitudine. E perché no, in un momento di crisi comequello che stiamo vivendo attualmente, esso rappresentaun, seppur piccolo, sostegno economico, che oggi sitrasmette anche agli ospiti della casa di riposo. Questodono è anche un atto che sta a dimostrare quantoforte sia il legame della casa di riposo con la città”.

Il presidentedell’Auser, GiulioMarinozzi, ha elo-giato, invece, l’en-tusiasmo e la gene-rosità dei donatoriperché, oltre a pri-varsi di buona partedel prodotto delleloro fatiche, hannovoluto selezionarecon attenzione gliortaggi migliori.

R.S.

12

ERBE E DINTORNI

Lezioni di botanica a CapodarcoIl corso è stato promosso dall’associazione “Chi mangia la foglia”

I prodotti degli orti Auser in dono all’Ircr di Macerata

Un momento della consegna

“Sono un pensio-nato. Scrivo con ilcuore spezzato perciò che sta vivendomio figlio e, con lui,

anch’io, che loospito ancora in casa, nonostanteabbia 42 anni.

La storia è questa: dopo averfatto mille sacrifici (io e mia moglie)per poter permettere al nostro unicofiglio di studiare e giungere alla lau-rea, mandandolo a Roma, siamo an-dati a sbattere contro l’inesorabilerealtà di oggi: la disoccupazione.

Mio figlio, come penso tutti glialtri neo-laureati, ha cercato ovunqueun posto attinente con la sua laurea(giurisprudenza) e ha partecipato adecine di concorsi, sperando di potersfondare da qualche parte. Ha provatoanche a fare praticantato, ma non èriuscito a trovare uno studio legalesuf ficiente mente grande da farsi ca-rico anche di un pur modesto ono-rario. Solo se accetti di lavoraregratis o poco più ti tengono.

È stato anche umile e, pur di la-

vorare, a forza di insistere, è riuscitoa trovarsi un posto di cooperatorescolastico (il “bidello” di una volta).Non era un granché per un laureato,ma un minimo di sicurezza econo-mica l’aveva e già cominciava a pen-sare di sposarsi. Poi due tegole, unadietro l’altra: la morte improvvisa dimia moglie e lui, mio figlio, che nonè più neppure precario; ora è “disoc-cupato”.

Adesso passa tutto il giornochiuso nella sua camera, spesso nonesce neppure per mangiare un boc-cone insieme a me. Lo vedo semprepiù triste e chiuso e, qualche volta siarrabbia anche un po’ se cerco di sti-molarlo, almeno per farlo parlare…

Quando posso cerco di allungar-gli 10 euro: la prima volta li ha presi,

mi ha sorriso per farmi capire cheaveva bisogno di un gesto che glidesse la certezza che c’è qualcuno almondo che ancora si ricorda di lui(non ho avuto coraggio di chiederglise anche la fidanzata l’ha lasciatoperché ora è disoccupato, ma temoche sia così...); la seconda volta li hapresi ugualmente, ma dalla terza inpoi, per la sua dignità, si è rifiutato.

Mi rimette i dieci euro in mano,si gira veloce per non farmi vedereche gli si inumidiscono gli occhi e sichiude in camera. Anch’io tornonella mia camera. Piango anch’io: dirabbia per questa società che calpe-sta la dignità dei singoli, d’angosciaper il futuro di mio figlio”.

Lettera firmata

Sul Corriere Adria-tico del 31 luglioscorso ho letto nonbuone notizie sullavertenza in atto trale Organizzazioni

Sindacali Cgil-Cisl-Uil e RegioneMarche circa la riorganizzazione delServizio Sanitario.

Il resoconto del cronista sullavertenza aperta è quanto menosconcertante suscitando perplessitàInfatti sulla vertenza, con una qual-che malignità, porta a conoscenzadei lettori che “Sul futuro manca ildialogo” con riferimento alla notacon la quale le Organizzazioni unita-

rie esprimono la propria preoccupa-zione per il confronto interrotto eper le prospettive non condivisesulle scelte sanitarie definitive.Mentre con altro titolo, in piùgrande evidenza, “Marche sul Podio”perché tra le regioni virtuose “indi-viduata come una delle più effi-cienti, di qualità e che ha saputo nelcontempo garantire l’equilibrio di bi-lancio”.

Tutto questo non ci confortamancando il consenso più ampiodelle istituzioni, delle forze sociali edegli anconetani che non si sentonoaffatto tutelati nella loro sicurezzasanitaria e che in nome di una svolta

alla Sanità pubblica locale hanno giàpagato il prezzo di una sua raziona-lizzazione concentrando i suoi ospe-dali al nuovo centro di Torrette,evitando con ciò di creare disagi agliassistiti e ai loro familiari.

Le Organizzazioni Sindacali nelproseguire il confronto sulla riorga-nizzazione del servizio sanitario re-gionale sapranno far valere questoaspetto sociale della vertenza e nonfar prevalere il criterio che la sanitàmarchigiana sia “tra le più virtuoseed efficienti” soltanto nel mantenereequilibri finanziari.

Orlando De Gregorio

13

I LETTORI CI SCRIVONO

Luci e ombre della nuova sanità

La disperazione di un figlio

� di Marcello Baiocco

L a “data di scadenza” è ob-bligatoria per tutti quei pro-dotti alimentari pre con fe -

zio nati che possono deteriorarsi ra-pidamente e che sono deperibili dalpunto di vista microbiologico. A dif-ferenza del “termine minimo di con-servazione” (che abbiamo visto nelnumero precedente), la data di sca-denza è riservata a quei prodotti chepossono costituire entro breve tempoun pericolo per la salute umana.

La data di scadenza deve esserepreceduta dalla dicitura “da consu-marsi entro il…” seguita dalla datastessa o dalla menzione del puntodella confezione in cui la data figura.La data di scadenza si compone del-l’indicazione in chiaro e nell’ordine

del giorno, del mese e dell’anno. Èproibito vendere al pubblico i prodottialimentari con data di scadenza su-perata. In questo caso, a differenzadegli alimenti non deperibili, il divietoè tassativo e non è possibile per ilvenditore accampare scuse se l’ali-mento scaduto è rinvenuto sui banchidel suo negozio. Rientrano in questacategoria di prodotti alimentari de-peribili innanzi tutto gli yogurt ed illatte “fresco”, ma anche i gelati,alcuni formaggi freschi (ricotta, moz-zarella, ecc.), la maionese, la panna,i surgelati, ecc.

Se la data di scadenza è un ter-mine tassativo per il rivenditore, ciònon significa che l’alimento diventapericoloso il giorno dopo la scadenzae quindi vada buttato via. Si può in-fatti continuare a consumare l’ali-mento scaduto anche per diversi

giorni dopo, ma il rischio di contrarreuna intossicazione alimentare au-menta con i giorni trascorsi e dipendeanche (e soprattutto) dalle modalitàcon cui è stato trasportato e conser-vato dopo l’acquisto. Per questo mo-tivo diventa molto importante unaltro elemento dell’“etichetta” (laquale, come abbiamo detto nei numeriscorsi, è un po’ la carta d’identità diun prodotto alimentare): cioè le mo-dalità di conservazione. Infatti èestremamente necessario che l’ali-mento sia sempre mantenuto allatemperatura indicata nell’etichetta,per poter rispettare la cosiddetta“catena del freddo”: per esempio, latemperatura deve essere inferiore a4°C nel caso degli yogurt, della cremae delle paste fresche (per es.: i ra-violi), a 2°C nel caso della carnemacinata, a -18°C nel caso dei gelatie dei surgelati, ecc.(vedi tabella sot-to). In quest’ultimo caso non è suf-ficiente il normale frigorifero, ma ènecessario o un congelatore dome-stico oppure un frigorifero fornitodi vano congelatore. Questa regolavale anche per il trasporto, per cui èopportuno dotarsi di apposite sacchetermiche e, soprattutto, rientrare incasa prima possibile, lasciando perultimo l’acquisto degli alimenti de-peribili di cui abbiamo parlato sopra.

La tabella può essere utile peruna guida orientativa alla conserva-zione degli alimenti deperibili.

� di Alessandro Quartarone

Nella consapevolezza del forte disagio socialeche questa malattia provoca nei pazienti enelle loro famiglie, l’Auser di Ascoli Piceno

ha messo in campo tutto il suo patrimonio collettivodi valori, di competenze ed esperienze e ha promossoun progetto, in collaborazione con il Centro Ambulatorialedell’Istituto Santo Stefano di Ascoli Piceno, che prevedeun percorso riabilitativo, a carattere altamente innovativoè rivolto ai pazienti con malattia di Parkinson ed alle

loro famiglie. Il progetto prevede, oltre al classico iterriabilitativo, nuovi approcci di cura come l’uso delcanto in terapia e la ginnastica di origine cinese (Taichi), con l’obiettivo di lenire la disabilità, cercando disviluppare i presupposti per una migliore qualità dellavita del paziente.

Sono previste anche attività di supporto psicologicosia per i pazienti sia per i loro familiari.

Il giorno 31 maggio c.a. Presso il circolo cittadinodi Ascoli si è svolto il saggio finale del corso che haavuto la durata di sei mesi.

14

Conservare bene è importante

Un progetto Auser per il Parkinson

SALUTE: I CONSIGLI DELL’ ESPERTO

Temperatura Alimento massima Note accettabile

Yogurth + 4°C Latte fresco + 4°C Paste alimentari fresche + 4°C Ravioli, tortellini, ecc.Panna e crema + 4°C Carni fresche crude + 7°C Bovine, suineCarni fresche crude + 4°C Pollame, coniglioAlimenti cotti da consumarsi freddi +10°C Roast-beef, arrostiAlimenti congelati e surgelati - 18°C Piselli, molluschi, pesce

15

� di Elisabetta Gabrielli

Q uest’estate tra i libri cheho scorso, ho trovato moltointeressante e di grande

attualità un volume dal titolo Leo-pardi, gli Italiani, l’Italia, della col-lana storia e memoria, Ediesse edi-trice. Il libro raccoglie gli atti del-l’omonimo convegno organizzato dallaFondazione G. Di Vittorio, svoltosia Recanati nell’ambito delle cele-brazioni dei 150 anni dell’Unità Na-zionale. Perché è interessante e at-tuale questo libro? Perché presentaun approfondimento della riflessioneleopardiana sul carattere e i costumidegli Italiani. Attraverso vari con-tributi, vengono fissati i limiti ca-ratteriali, la debolezza storica, la su-perficialità culturale di un paeseche nel 2011, centocinquantesimoanno dall’Unità, si trovava- e pur-troppo ancora si trova- nel pieno diuna crisi complessiva che lo fa an-naspare e alle prese con una dele-gittimazione di livello internazionale.Adolfo Pepe, direttore della Fonda-zione, sottolinea come i tremendianni berlusconiani hanno concorso

a determinare il dissolvimento diquel processo unitario e ad acuireuna crisi che ha progressivamentelacerato l’identità nazionale e, nellostesso tempo, ha distrutto le fonda-menta culturali, politiche, economi-che, sociali dello Stato Unitario, insostanza la Democrazia stessa. Faonore dunque al sindacato e al sensodella sua funzione nazionale, un ap-proccio alla storia della unificazioneche reintroduce nella discussionepubblica il senso penetrante e pro-fetico che ha alimentato la poesia ela riflessione filosofica del nostrograndissimo conterraneo. I poderosigermi antisociali prodotti da questianni di liberismo sfrenato e la durezzadella crisi che è derivata da questomodello di sviluppo richiedono il de-siderio, anzi la necessità, di voltarepagina per ricostruire senso e con-tenuto della dimensione comunitaria,per ridefinire le forme della solida-rietà (parola abusata, forse meglioattenzione) necessaria per sconfig-gere l’individualismo e produrrenuove forme di appartenenza, senzanaturalmente scadere nel naziona-lismo, anzi aprendosi e confrontandosicon il contesto europeo e mondiale.

In definitiva, seguendo Leopardi, lapolitica deve significare la necessitàdi un lavoro di ricostruzione culturaleoperando sul linguaggio (ricordiamocila manomissione delle parole), sulrecupero della tradizione, sul sensodi appartenenza ad una comunestoria di civiltà. L’Italia è un passatoda riscoprire ed è un futuro possibiletutto da ricostruire e reinventare. lIPresente è il regno della mediocritàe del servilismo. Cosi la fine di ognifondamento etico e il trionfo delfreddo calcolo trascinano nel preci-pizio la razionalità umana mentrel’età della ragione, cui si richiamavail poeta, non diventa ai nostri giorniun’ età di liberazione, ma di licenza,di totale dissoluzione del tessuto so-ciale, di egoismi e di crescente vio-lenza. Dice Leopardi “siamo gli uominidella razionalità dispiegata, non pos-siamo fingere di stare in un mondodiverso, di fuggire dalla realtà, di ri-fugiarci nell’immaginario, nel mistico,nell’irrazionalità. Così si producesolo finzione, senza rapporto con lavita reale. “ Sono le sue parole pro-fetiche che sembrano preconizzareil ”mondo all’incontrario” prodotto epropostoci dai media berlusconiani.

CULTURA

“Leopardi, gli italiani, l’Italia”: ecco come siamo tra passato e presente

“L’amore vince sempre”: Arcigay protesta di fronte al consolato russo

Ancona, domenica 8settembre 3013 –Manifestazione di fronteal consolato russoorganizzatadall’associazione Lgbtcontro l’omofobia delgoverno di Putin, incontemporanea condiverse città in tutto ilmondo, da New York aBuenos Aires, da Lisbonaa Singapore

Studi Odontoiatrici Aderenti alla Convenzione SanidocStudio Ass. Gorrieri e Proietti Via Maratta 8/b Ancona (An) 071-2074714Polimedical srl Via Don Minzoni 4 Ancona (An) 071-205705Studio Dott. Fabrizio Monaco C.so Carlo Alberto, 8 Ancona (An) 071-891771Dott. Seyed Morteza Hosseininia Via IV Novembre,1/c Castelfidardo (An) 071-7823411Dott. Seyed Morteza Hosseininia Via Puccini, 1 Jesi (An) 0731-212607Studio Dott. Maggiori Danilo Via Galilei, 18/a Senigallia (An) 071-7921669Dott. Nuri Mariano Mansour Via Ancona, 17 Jesi (An) 0731-211967Polimedika Via Memè, 29 Serra Dè Conti (An) 0731-878604San Luigi Gonzaga srl Via dei Tigli, 3 Montegiorgio (Fm) 0734-961014Firma Fides P.le Tupini, 1 Fermo (Fm) 800089453Dental Pass srl L.go A. Piceno, 13 Pesaro (Pu) 800089453Form Salute e Benessere Via S.G. Scafa, 7 Porto D’Ascoli (Ap) 800089453Studio Dott. Velenosi Marco Largo 440, 1 (Loc. Monticelli) Ascoli Piceno 0736-46160Studio Dott.ssa Makki Leila Viale Roma, 15 Sant’Elpidio a Mare (Fm) 0734-859824Dental Smile Via Pergolese, 214 Ponte Rio (Pu) 0721-959213Studio Messi Via G.Valadier 29 Macerata 0733-31412

Tariffe odontoiatriche riservate agli iscritti CgilAccesso per Prima Visita Odontoiatrica € 16,00RX endorale € 5,00RX ortopantomografia € 21,00Foto extra-intra orali, Modelli arcate dentali € 25,00Detartrasi e levigatura radici (ad accesso) € 40,00Sigillatura di dente (a elemento) € 5,00Otturazione (in composito estetico) € 45,00Devitalizzazione (a canale) € 50,00Ricostruzione in composito con perno o vite endocanalare (su dente devitalizzato) € 120,00Estrazione semplice di dente € 22,00Assistenza, Medicazione o Sutura (nello stesso accesso) € 15,00Ogni estrazione aggiuntiva (nello stesso accesso) € 15,00Ogni otturazione aggiuntiva (nello stesso accesso) € 30,00Ogni devitalizzazione aggiuntiva (per canale nello stesso accesso) € 40,00Altro accesso per prestazione odontoiatrica programmata/non programmata € 10,00Intervento chirurgia orale (apicectomia, dente incluso, cisti) € 150,00Intervento chirurgia parodontale (mucogengivale, osseoresettiva) € 150,00Manufatto protesico rimovibile (ad arcata) , denti inclusi € 550,00Manufatto scheletrato rimovibile (ad arcata), denti inclusi € 750,00Attacco precisione per protesi combinata fisso-rimovibile € 150,00Corona/Elemento Provvisorio in resina € 20,00Corona metallo resina, elemento resinato su metallo struttura per overdenture fissa/rimovibile € 200,00Corona metallo ceramica € 330,00Corona zirconio ceramica € 430,00Perno moncone su dente devitalizzato (in metallo o in fibra e composito) € 120,00Dima in resina per TAC Dentalscan e/o implantologia computer guidata € 500,00Impianto dentale in titanio (per protesi fissa o rimovibile) € 650,00Perno moncone su impianto € 180,00Trattamento ortodontico (ad accesso mensile, comprensivo dei manufatti e sussidi ortodontici) € 120,00/mese

NB: per prestazioni non previste in convenzione viene rilasciato preventivo scritto

Segreteria regionale Spi Cgil Marche:Emidio Celani,

Elio Cerri, Aurora Ferraro

Comitato di redazione:Maria Angela Baiocchi,

Federica Buroni, Emanuela Cingolani,

Marina Druda, Giuseppe Fillich,Elisabetta Gabrielli, Gherardo Giglioni, Franca Ranzuglia

Francesco Vagnoni

Grafica: M.G. di Paolo Guercio

Collaborazione fotografica: Daniele Cimino, Giusy Marinelli

Stampa: Puntoweb srl

Sede: Via Primo Maggio, 142/a -Ancona

Tel. 071/285741 Fax 071/2857400e-mail

[email protected]

16

I dentisti convenzionati con lo Spi Marchee tutti i prezzi delle singole prestazioni