Le rinnovabili convengono a tutti

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SCHEDA

LE RINNOVABILI CONVENGONO A TUTTI

Cento miliardi di euro di incentivi a fonti fossili e nucleare contro i 30 alle energie rinnovabili sono i reali costi in Europa che pesano sulle bollette elettriche. In italia il maggiore incremento della bolletta elettrica è dovuto all’aumento del costo dei combustibili fossili da cui dipendiamo per l’80% e non certo per gli incentivi concessi alle energie rinnovabili. In Europa stando alle stime della Commissione EU, mentre i produttori di energie rinnovabili hanno beneficiato di circa 30 miliardi di euro in aiuti pubblici nel 2011, i produttori di energia nucleare avrebbero beneficiato di ben 35 miliardi €, i combustibili fossili hanno beneficiato di 26 miliardi € cui vanno aggiunti almeno altri 40 miliardi per i costi sociali e sanitari che sono stati poi trasferiti a carico dei cittadini dell'Unione europea, piuttosto che ai produttori di energia che ne sarebbero dovuti essere primi responsabili. Quindi facendo le somme si stimano sussidi (comprensivi delle esternalità) concessi nel solo 2011 a fossili e nucleare superiori ai 100 miliardi, per contro alle rinnovabili sono andati 30 miliardi. Basterebbero solo questi numeri, secondo il WWF, per far capire come siano poco serie le accuse mosse alle fonti rinnovabili, di essere la causa prima degli incrementi del costo delle bollette elettriche. Per restare sui numeri, uno studio recente condotto in Germania (S. Küchler, B.Meyer, 2012. The full costs of power generation) evidenzia come tra il 1970 e il 2012 la fonte di energia che ha beneficiato dei maggiori sussidi sia stata il carbone, con 398 miliardi di euro, seguita dal nucleare (213 miliardi) e solo 67 miliardi dati alle rinnovabili. Un impianto a carbone che dovesse entrare in esercizio negli USA nel 2018 produrrebbe energia a un costo medio superiore ai 123 dollari a MWh (e il costo salirebbe di molto se l’impianto dovesse essere dotato di CCS) ma nello stesso anno un impianto eolico produrrebbe al costo di 86,6 dollari a MWh, secondo il recente studio del Dipartimento dell’Energia USA (EIA-DoE, 2013. Levelized Cost of New Generation Resources in the Annual Energy Outlook 2013 in cui adottando una metodologia avanzata di analisi si tiene conto dei costi effettivi connessi alla produzione di energia elettrica, ma senza tutte le esternalità). Anche in Italia le fonti rinnovabili hanno si un peso sulla bolletta elettrica ma assai inferiore a quello dato dalle fonti fossili che nell’arco degli anni hanno subito un incremento dei prezzi enorme. Secondo la stessa Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) si sarebbe passati da un prezzo/costo medio dell’energia elettrica per il cittadino di 125 euro/MWh del 2004 ai circa 195 euro/MWh del 2012. Tale costo è da attribuire direttamente per ben il 57% ai prezzi dei combustibili (voce che non compete alle fonti rinnovabili, visto che sole e vento ci sono date a costo zero...). Circa un 33% del costo è dato dai cosiddetti oneri di sistema tra cui rientrano anche i finanziamenti

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alle rinnovabili (ma anche i costi per la gestione e lo smantellamento del vecchio nucleare italiano, oltre ad altre strane voci…). In sostanza, l’aumento del costo dei fossili è quello che ha determinato il maggiore incremento della bolletta elettrica italiana, fatto ancora più evidente se si pensa che la nostra dipendenza da tali fonti supera ampiamente l’80%. Peraltro gli incentivi alle fonti rinnovabili in Italia, che rappresentano, in concreto, circa il 16-17% della bolletta elettrica, non tengono conto degli effetti positivi in termini di mancate esternalità ambientali e sanitarie, dell’aumento di occupazione, ecc. Se si andasse a conteggiare tutto ci si accorgerebbe che le rinnovabili sono vantaggiose per l’intera economia nazionale, oltre che per l’ambiente. L’FMI ha stimato che nel 2011 i sussidi ai combustibili fossili ammontavano ad almeno 480 miliardi dollari (0,7 per cento del PIL globale). Se però si fossero considerate anche le esternalità negative (iniquamente scaricate oggi sulla collettività e quindi su altre voci di spesa pubblica), le fonti fossili è come se avessero percepito sovvenzioni molto superiori ai 1.900 miliardi dollari (2,8 % del PIL mondiale), e si tratta di una cifra che gli stessi redattori considerano molto sottostimata a causa di carenze di dati. Nel rapporto poi si stima che la rimozione di questi sussidi ai fossili potrebbe portare a un calo del 13% delle emissioni di CO2 oltre a diverse ricadute positive derivate dalla riduzione dei consumi energetici. Secondo un importante rapporto del Fondo Monetario Internazionale (IMF, 2013. ENERGY SUBSIDY

REFORM: LESSONS AND IMPLICATIONS) i sussidi alle fonti fossili non solo distorcono il mercato ma, incoraggiando il consumo eccessivo di energia, promuovono artificialmente le industrie ad alta intensità di capitale, riducendo allo stesso tempo gli incentivi disponibili per le energie rinnovabili e accelerando l'esaurimento delle risorse naturali stesse. La maggior parte dei benefici di queste sovvenzioni finiscono per agevolare proprio le fasce a più alto reddito, incrementando così le disparità sociali. Peraltro lo stesso FMI nel rapporto sottolinea come le generazioni future saranno influenzate dagli effetti dannosi di un aumento del consumo energetico sul riscaldamento globale. La pervasività dei sussidi è tale da avere ripercussioni sulla maggior parte delle regioni del globo. La stessa Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) per il solo anno 2012 ha stimato sussidi alle fonti fossili per 523 miliardi di dollari, contro 88 miliardi dati alle fonti rinnovabili. Per incentivare le istituzioni finanziarie e i governi del mondo ad agire immediatamente investendo nell’energia rinnovabile e nell’efficienza energetica tutti possiamo fare qualcosa facendo sentire la nostra voce, firmando sul sito www.wwf.it/riprenditilenergia la petizione globale WWF per chiedere di finanziare il futuro delle rinnovabili e non il passato delle energie fossili. 6 novembre 2013, WWF Italia