Le ragazze con il pallino per la...

255
Le ragazze con il pallino per la matematica

Transcript of Le ragazze con il pallino per la...

Page 1: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Page 2: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 3: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Le ragazze conil pallino per la matematica

Page 4: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

© 2017 De Agostini Libri S.p.A.Redazione: Corso della Vittoria 91, 28100 – NovaraPubblicato su licenza di Libromania S.r.l.www.deagostinilibri.itwww.libromania.netQuesto romanzo è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e av-venimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o usati in modofittizio. Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmenteesistenti o esistite è non voluta e puramente casuale.Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo volume può essereriprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma o con alcun mezzoelettronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresicinema, radio, televisione, senza autorizzazione scritta dell’Editore.Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, econo-mico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personalepossono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciatada CLEARedi, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, [email protected] e sito web www.clearedi.org.

Page 5: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Dedicato a tutte le bambine e bambini,ragazze e ragazzi, donne e uomini

Page 6: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 7: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono egualidavanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione[cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizionipersonali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine eco-nomico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianzadei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana el’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione po-litica, economica e sociale del Paese.

7

Page 8: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 9: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le autrici ringraziano: Michela Mantovan, Simona Storchi, Mari-sandra Lizzi, Adina Gabriella, Ilaria Zedda e tutto il Team Redooc

9

Page 10: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 11: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Quando lady Byron “rapì” la figliaCosì nacque la madre dei computer

Ministra Valeria Fedeli

Ada Lovelace era una bambina inglese di pochi anni quando, incircostanze non del tutto chiare, la madre, Lady Byron, si allontanòdal marito, uno dei più famosi letterati romantici inglesi, Lord By-ron, e la portò via con sé, crescendola e formandola a contatto conbrillanti e illustri scienziati che gravitavano nella sua cerchia socialee trasmettendole la sua passione per i numeri e la matematica.

Una scelta vincente se consideriamo che ancora oggi, ogni otto-bre, celebriamo l’Ada Lovelace Day, la giornata in cui ricordiamo la“madre del computer”, la donna che, in seguito al fortunato incon-tro con il matematico Charles Babbage, stilò la prima programma-zione per computer nella storia. Una storia che dimostra che abilità,competenze, discipline non hanno un colore, azzurro o rosa. E chele supposizioni stereotipate non hanno fondamento. E se i numerie le statistiche ci dicono che la relazione tra le donne e la scienza, lamatematica, la tecnologia o l’economia non è delle migliori, che lapresenza femminile in questi settori è ancora troppo scarsa, bisognaandare a capire perché, quali sono le ragioni di questo fenomeno.

Insomma, bisogna andare a scavare alle radici di pregiudizi e ste-reotipi, frutto di una cultura orientata e gestita a lungo dagli uo-mini, che per secoli – per millenni? – ha attribuito alla donna unanaturale propensione per le scienze umanistiche, relegando il sape-re scientifico nell’alveo delle possibilità degli uomini, inclini “pernatura” al ragionamento logico e al pensiero matematico.

Secondo un’analisi dell’Unione europea pubblicata nel 2015 daltitolo She Figures, nel 2013 le scienziate dei 28 Paesi Ue erano il2,8% del totale della forza lavoro a fronte del 4,1% degli scienzia-

11

Page 12: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

ti. Questo non perché le donne non siano adatte a questo tipo dimateria o disciplina. Ma perché ancora oggi devono colmare un di-vario culturale che ha condizionato, consapevolmente o meno, laloro formazione e il loro orientamento negli studi. Pensate che stiaesagerando? Sono i fatti a parlare: solo il 38% delle studentesse ita-liane indirizza il proprio percorso formativo e professionale verso lediscipline cosiddette Stem (Science, Technology, Engineering andMath) e il più delle volte per via di ostacoli e stereotipi culturali chelimitano le loro aspirazioni e le loro scelte.

Un’evidenza che emerge anche da una delle esperienze raccoltein questo prezioso e-book, quando Cristina Bombelli scrive: “Misono diplomata perito chimico. Non c’erano ragazze. Siamo statele prime quattro ragazze in una scuola considerata adatta solo aimaschi. Ne parlò persino il quotidiano locale con tanto di foto”.La normalità che diventa eccezionalità quando si scontra con il pre-giudizio.

Dati recenti dimostrano, ad esempio, che, sul totale degli iscrittial primo anno delle scuole secondarie di secondo grado negli istitutitecnici-settore tecnologico, la percentuale femminile è pari solo al16,3%. Se si prendono poi a riferimento i corsi di laurea dell’anno2014/2015 emergono rilevanti differenze di genere tra i vari settoridi studio: si registra una massiccia presenza delle donne nell’areaumanistica (75%), mentre tale presenza diminuisce man mano chesi passa ad ambiti di carattere più scientifico o tecnico raggiungendoil minimo nell’area di “Ingegneria e Tecnologia” (31%).

Credo che sia arrivato il momento di contrastare con determi-nazione e audacia questi stereotipi. Per una questione di giustizia,certamente. Ma anche per una questione di lungimiranza e di stra-tegia. Se vogliamo per il futuro del nostro Paese uno sviluppo equi-librato e sostenibile, che faccia aumentare il benessere per tutte etutti, dobbiamo smettere di mantenere disparità fra uomini e don-ne e cominciare a fornire uguali opportunità. Sarebbe veramenteassurdo continuare a tenere in piedi un sistema che relega una parte

12

Page 13: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

di sé ai margini della vita economica e sociale, prigioniera di culturee stereotipi fuori dalla storia e della realtà.

Bisogna farsi delle domande puntuali e trovare a queste rispostesincere: quanto aumenterebbe il benessere delle nostre comunità sele famiglie potessero aggiungere al loro reddito quello delle donne?Se le donne fossero libere di scegliere? Se alle donne fosse ricono-sciuta una retribuzione equa? Sì, perché secondo la Commissioneeuropea per la giustizia, i consumatori e la parità di genere il com-penso orario delle donne europee è in media il 16% più basso diquello degli uomini. Vuol dire che le donne europee lavorano gratisper due mesi all’anno. Può il salario dipendere dal sesso riportatosulla carta d’identità? No.

Quanto migliorerebbe la qualità del nostro futuro se le giova-ni e i giovani crescessero senza stereotipi e pregiudizi e rifiutasserocon forza la violenza e le discriminazioni? Se l’apertura mentale e laconsapevolezza della ineludibilità della parità di genere di una LadyByron o di un Pierre Curie, che sostenne e incoraggiò la determina-zione e la passione della moglie Marie, due volte premio Nobel perla Fisica e per la Chimica, fossero la normalità, un assunto culturaledato per assodato e scontato? Se quella che vogliamo costruire è unasocietà il cui obiettivo è migliorare la qualità della vita di ciascunadelle sue componenti e di queste nell’insieme, la strada dell’ugua-glianza tra uomini e donne è una strada obbligata su cui cammina-re con decisione, convinzione e lucidità. È un punto fissato anchedalle Nazioni Unite che, nell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile2030, hanno individuato 17 macro-obiettivi da raggiungere a sup-porto di un modello di sviluppo sano e di qualità.

È un principio cardine della Costituzione, la legge più importan-te del nostro Stato, quando all’articolo 3 dice espressamente: “Tut-ti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti allalegge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, diopinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito del-la Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,

13

Page 14: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impe-discono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva parteci-pazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economicae sociale del Paese”.

A noi tutte e tutti spetta quindi questo compito, rimuovere icondizionamenti, le false credenze e le opinioni distorte che osta-colano la libertà di ciascuna e di ciascuno. E, soprattutto, primadi rimuoverle, portarle allo scoperto, rendere evidente che non c’ènulla che una donna non possa fare perché donna. Le scienziateche hanno fatto grande il nostro Paese, l’Europa, il mondo, eranocertamente delle personalità dotate di un innato talento e di unastraordinaria intelligenza. Ma erano soprattutto donne che hannocreduto nelle loro capacità, hanno sfidato le convenzioni e le con-vinzioni sociali e si sono impegnate nel realizzare le loro passioni.E le passioni non hanno sesso.

Nel corso di una lectio magistralis in una delle università del no-stro Paese, Rita Levi Montalcini disse: “La mia intelligenza? Più chemediocre. I miei unici meriti sono stati impegno e ottimismo”. Mipiacerebbe che ciascuna di noi, ciascuno di noi affiggesse questa fra-se nella propria camera, sul proprio banco di scuola, che la ripetessecome un mantra tutte le volte che qualcuno sentenzia perentoria-mente “non è roba adatta a te”, “queste non sono cose da donne”e altre frasi subdolamente discriminatorie che alzano inconsapevolimuri nella nostra mente e spengono interruttori vitali per le nostreambizioni, per il nostro futuro, per la nostra esistenza.

Il Ministero che ho l’onore di servire è impegnato, insieme alDipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consi-glio, sul fronte della lotta agli stereotipi di genere e della promo-zione dell’avvicinamento delle ragazze alle materie cosiddette Stem(Science, Technology, Engineering and Mathematics). Lo stiamofacendo in maniera diffusa e trasversale grazie alla Buona Scuola,la legge di riforma del sistema d’istruzione italiano che come Par-lamento abbiamo approvato nel luglio del 2015. La Buona Scuo-

14

Page 15: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

la è la cornice in cui si inserisce il Piano nazionale scuola digitale,finanziato con oltre un miliardo di euro: una delle 35 azioni pre-viste – “Girls in Tech” – punta proprio a orientare sempre più lestudentesse italiane a queste discipline. La Buona Scuola ha tra isuoi obiettivi principali – con una precisa indicazione al comma 16dell’articolo 1 – la promozione dell’educazione alla parità dei sessi,la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni,obiettivo per il quale è prevista, tra l’altro, l’emanazione di lineeguida a supporto dell’attività formativa della comunità scolastica.In accordo con le indicazioni internazionali in materia, quale, adesempio, la Convenzione di Istanbul, primo trattato che vincola gliStati firmatari a promuovere politiche per sradicare le radici dellaviolenza, contrastare la discriminazione, a cominciare dalla forma-zione e dall’istruzione.

Tutto questo lo facciamo puntualmente, poi, con una serie diiniziative e bandi dedicati alle nostre studentesse affinché acquisi-scano maggiore confidenza con il sapere scientifico e abbiano la li-bertà di riconoscere i propri talenti e le strade da percorrere permetterli a frutto. Per il bene loro, prioritariamente, ma per il benedi tutto il Paese dal momento che è a scuola che si forma il domanidi una comunità.

Un esempio di questo impegno è stato il bando “Le studentes-se vogliono contare! Il mese delle Stem”, promosso nel 2015 dalMiur in occasione dell’8 marzo per creare momenti di approfon-dimento negli istituti scolastici e sensibilizzare le studentesse e glistudenti delle scuole di ogni ordine e grado allo studio delle disci-pline scientifiche e tecnologiche, superando il divario di genere e ilcosiddetto confidence gap, ovvero la percezione del genere femmini-le di vedersi estranee alle proprie attitudini. All’interno della colla-borazione con il Dipartimento delle Pari Opportunità della Presi-denza del Consiglio dei Ministri è stato emanato nel 2016 anche ilbando per le scuole “In estate si imparano le Stem”, che prevede larealizzazione di campi estivi di scienze, matematica, informatica e

15

Page 16: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

coding, rivolto alle scuole primarie e secondarie di primo e secondogrado per contrastare gli stereotipi e i pregiudizi che alimentano ilgap di conoscenze tra le studentesse e gli studenti rispetto alle mate-rie Stem, stimolare l’apprendimento di materie come matematica,cultura scientifica e tecnologica, informatica e coding, favorire unamaggiore consapevolezza tra le studentesse della propria attitudineverso le conoscenze scientifiche.

Anche se, è bene ribadirlo tutte le volte che se ne ha la possibi-lità, la questione di genere non è una questione femminile. Il rag-giungimento e il rispetto della parità dei sessi è una cosa che riguar-da tutti, donne e uomini. Questo Paese ha straordinarie risorse chenon deve disperdere, ma che deve valorizzare perché siano luce cherischiara i passi di chi è ancora in cammino, esempio per chi credeche non sia possibile, occasione di crescita condivisa.

Sono grata, perciò, a Chiara Burberi e Luisa Pronzato che han-no curato questo e-book, raccogliendo le testimonianze e le espe-rienze di ragazze, donne che hanno messo la scienza, la matematica,l’economia, l’ingegneria al centro della propria vita, nonostante ladiffidenza di genitori e professori, nonostante statistiche e numeriin negativo. Ragazze e donne che hanno scelto non solo una disci-plina scientifica, ma un approccio logico al mondo, un metodo di“allenamento alle sfide” della vita, come qualcuna di loro racconta,attraverso la risoluzione di problemi matematici.

Continuiamo, ciascuna per la propria parte, in questo percorsodi disvelamento della verità e delle possibilità. Indispensabile e nonpiù rimandabile. I pregiudizi affondano le proprie radici nella nottedei tempi ed è nella notte dei tempi che si possono trovare le chia-vi di volta per il ribaltamento. Senofonte era uno scrittore grecodel IV secolo a.C. A lui si deve uno dei primi trattati di economia(domestica), l’Economico, dal quale emerge quella atavica divisionedi compiti tra uomini e donne che permane contro ogni evidenzaancora oggi a millenni di distanza. Scriveva Senofonte: “Poiché en-trambe le occupazioni, quelle in casa e quelle fuori, hanno bisogno

16

Page 17: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

di lavoro e di cura, il dio preparò la natura della donna, come misembra, per le occupazioni e i lavori in casa, quella dell’uomo perle occupazioni fuori casa”. Un tentativo di sminuire le capacità diuna donna? Io la trovo piuttosto una consacrazione delle sue do-ti organizzative, gestionali e di pensiero logico e matematico. Nonfacciamoci ingannare dal linguaggio, dalle sovrastrutture sociali eculturali. Facciamo largo in noi stessi e nella società affinché incli-nazioni, aspirazioni, ambizioni e sogni trovino terreno fertile nelquale attecchire e germogliare. Con studio e dedizione. Che nonc’è niente che è precluso all’essere umano che esercita la sua intelli-genza e la sua immaginazione. Qualsiasi sia il suo sesso.

17

Page 18: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 19: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le astronaute mancate e altre silenzioseUn libro di matematica contro i super uomini

Nicola Palmarini, autore de Le Infiltrate

Dicono che entrando alla NASA ci sia un cartello che reciti:“Vuoi fare l’Astronauta? Allora studia matematica, matematica epoi ancora matematica”. Decisamente diverso dall’ideale romanti-co e machista che Hollywood ci ha sempre raccontato. Un ideale disuper-uomini capaci di sopportare forze centrifughe nell’ordine dei5G, allenarsi all’assenza di gravità in piscine gigantesche, abituarsial buio e alla solitudine in una caverna del Nevada. Prima di arrivarea quel punto, matematica, matematica e matematica. Non servonoaltre qualità. Non serve essere un cowboy a passeggio tra le stelle,basta il cervello. E quello, verrebbe da dire “incredibilmente” percome la società ci ha abituati, appartiene n dalla nascita a entram-bi i generi. Parlare di cosmo e di astronauti è un trucco facile perfar emergere in maniera incontrovertibile uno degli stereotipi a cuisiamo stati esposti n da bambini. Fare l’astronauta è (sempre stata)una roba da maschi. E n quando Sally Ride non divenne la prima(e anche più giovane) astronauta nel 1986, esattamente venticinqueanni dopo il primo uomo nello spazio, avremmo potuto tranquil-lamente andare avanti a credere che sarebbe stato per sempre così.Il fatto è che dietro a quel credo si nascondeva uno stereotipo sepossibile ancora più pericoloso perché più subdolo. Il sillogismo èchiaro: se l’astronauta è un mestiere da uomini, allora anche tuttoquello che lo riguarda – per definizione – lo è. Meccanica dei fluidi,meccanica razionale, aerodinamica, chimica per l’ingegneria aero-spaziale, elementi di astronomia e astrofisica, impianti e sistemi ae-rospaziali, impianti elettrici di bordo e, naturalmente, introduzionealle equazioni differenziali. A prima vista non-roba-da-donne.

19

Page 20: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Tuttavia se mai avessimo avuto voglia di leggere con attenzionetra le righe della storia della corsa allo spazio qualche grinza l’avrem-mo notata. E avremmo scoperto che se non fosse stato per un nu-mero enorme di mai abbastanza citate, mai abbastanza riconosciu-te, mai abbastanza considerate scienziate che hanno lavorato sottotraccia ai vari programmi missilistici nel corso del Secolo scorso,la corsa allo spazio che abbiamo celebrato come una delle conqui-ste paradigmatiche dell’intelligenza dell’uomo, forse avrebbe avu-to un decorso decisamente diverso. Definire come “sotto traccia”la considerazione di cui (non) hanno goduto queste scienziate nonè un eufemismo. All’incapacità di riconoscere i loro meriti vannoaggiunte le conquiste dell’evoluzione sociale che abbiamo veloce-mente dimenticato forse perché piovuteci in dono come fossero laconseguenza naturale di una raccolta punti e non associati alle bat-taglie di molti e molte prima di noi. Alla NASA le donne non ve-nivano ammesse nelle sale di comando, quelle di colore addiritturasegregate in un edificio a parte. Il primo lm che racconta una diqueste storie, è uscito negli Stati Uniti nel gennaio del 2017. Cisono voluti sessant’anni, anno più anno meno, perché qualcuno siaccorgesse di qualcosa. Perché qualcuno raccontasse qualcosa.

Una progressione terribilmente lenta. La stessa che sembra anco-rare le donne alla possibilità di raggiungere la parità salariale – unadelle diseguaglianze più assurde e paradossalmente misconosciute –tra 1181 anni (sempre che nessuno decida di spostare un’asticella daqualche parte e rimettere in discussione anche questa lontanissimadata). La stessa che vede crescere il numero di delegate al WorldEconomic Forum di Davos di poco meno del 3 percento da un an-no all’altro nonostante tutti gli strepiti sollevati dalle partecipantinell’edizione del 2016. Potremmo elencare altre decine di dati esicuramente faremmo del bene alla “causa”, ma non basta, non èsufficiente. In primo luogo perché credo sia arrivato il momento dilevare dallo sfondo il concetto di “causa”. È necessario far capire chela mancata partecipazione delle donne alle professioni che stanno

20

Page 21: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

ridisegnando la geografia delle relazioni interpersonali, delle forzeeconomiche e politiche, degli investimenti energetici, del concet-to di trasporto, delle modalità di cura – in altre parole il presen-te e il futuro dell’umanità e che abbiamo riassunto nell’acronimoSTEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) – eccoquella mancata partecipazione è un rischio troppo grosso non tantoe non solo per le donne, lo è per il futuro dell’intero genere uma-no. Un futuro che, da sempre disegnato dagli uomini, ha mostratoe mostra oggi più che mai tutti i suoi limiti di interpretazione, re-spiro, visione. Quella della mancata partecipazione femminile allascienza e alla matematica, ma ancora più alla tecnologia e all’inge-gneria più “hard” non va sottolineata per rivendicare una “causa”,va contrastata per prometterci un futuro. Per spiegarci che è neces-sario. Per convincerci che sia possibile. In secondo luogo abbiamoil compito, anzi abbiamo il dovere di fare di più oltre che semplice-mente indignarci e poi tornare alla nostra routine. Abbiamo l’ob-bligo di uscire dallo schema della festa di compleanno datata ottomarzo. Quel giorno deve diventare lungo un anno e poi ancora unanno e l’anno successivo e lungo questo percorso sfruttare ogni oc-casione possibile per coinvolgere e convincere le donne in primoluogo, non dimenticando gli uomini al loro fianco che a mio avvisosono il primo pubblico a cui suggerire la lettura di “Le ragazze conil pallino per la matematica”: senza la loro partecipazione i tempisi dilaterebbero all’infinito. Sono loro in quanto padri, manager,imprenditori, colleghi, ricercatori, docenti l’acceleratore forse capa-ce di velocizzare un processo che abbiamo visto, altrimenti, svanireall’orizzonte. E il tempo non gioca a nostro favore. Intendendo noi,umanità, con quel “nostro”. Il libro nasce prima di tutto dall’amoreper la scienza che ha portato Chiara Burberi a fondare redooc.com,una specie di isola felice dove una materia antica tanto quanto ilpensiero si trasforma in un gioco capace di sfruttare il polimorfismodel digitale e accogliere le ragazze e i ragazzi nelle confuse e a voltepoco invitanti acque dell’educazione di base della matematica.

21

Page 22: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Nasce dalla frustrazione data dalla certezza della possibilità man-cata e dallo sguardo disincantato delle opportunità non colte, comeun fiore lasciato appassire in una giornata d’agosto. Nasce, anchee soprattutto, dalla lucida e contemporanea consapevolezza delloscenario storico, sociale, politico, educativo, lavorativo e dalla ne-cessaria urgenza nel scardinarlo.

Lucida perché la loro esperienza ha permesso di identificare unastruttura narrativa perfetta sia nell’identificare e collegare la tramadi storie capaci di dare un senso di ricchezza compiuta al panoramache riguarda le donne nello STEM (e soprattutto a quello che sinasconde dietro a quel panorama), sia nel dare loro un taglio divul-gativo senza perdere di vista la necessaria profondità.

Contemporanea perché usa un linguaggio di cui si sentiva il bi-sogno sul tema donne e scienze. Le loro parole sono le parole delledonne che hanno conosciuto, incontrato, intervistato, donne concui hanno condiviso non solo la storia, ma la vita che si coglie trale righe della storia. Il loro format-ad-abstract, una vera astrazionee distillazione di parole, concetti, sensi, visioni è un meccanismostraordinariamente efficace per permetterci di capire che l’eccezio-nalità, il più delle volte, si nasconde nelle pieghe della più assolutanormalità: di capire chi siamo, cosa davvero vogliamo, che idea ab-biamo di “successo” e – ancor più – quanto davvero valiamo. Unadelle molte ricerche2 sul tema del perché le donne abbandonino leprofessioni o gli studi (di ingegneria su tutte) cita, oltre a fattoriquali la mancanza strutturale di esempi o l’abusato work life balance,la disparità di trattamento subito nel lavoro di gruppo. Alle donnevengono tipicamente assegnati compiti più facili da risolvere, ruolidi routine, non volendo poi contare i casi di sessismo e una – a voltesubdola a volte esplicita – emarginazione ex-ante su chi sappia farecose serie (i ragazzi) e chi no. Napalm infuocato sull’autostima delleragazze del pianeta. Il lavoro di Chiara Burberi e di Luisa Pronzato,sfruttando il racconto di chi ha fatto (e ci tengo a dire non che “cel’ha fatta”) guida la lettrice e il lettore a capire dove si trovi il valore

22

Page 23: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

di ciascuna, dove la possibilità del capire equazioni complesse siasolo limitata dal nostro stesso pregiudizio, dove il concetto “non èroba per me” venga ribaltato dai punti di vista di donne che fanno,“semplicemente” fanno e con la testimonianza del loro sé diventanonon solo un cicatrizzante per le ferite all’autostima, ma un modellodi riferimento, una rotta nell’Oceano, un viaggio verso l’opportu-nità. Di potercela fare, appunto.

A Chiara Burberi e Luisa Pronzato va riconosciuto l’aver messoin campo un senso d’urgenza indispensabile, necessario, disincan-tato. Un conto è dire: “Il futuro è donna”, altra cosa è dire il quan-do. Quanto ci vorrà perché gli effetti generati da libri e iniziativecome la loro possano dirsi un trend e non una eccezione? Possiamodavvero permetterci di aspettare, come cita nella sua intervista laMori, “un paio di generazioni perché cambi davvero” per vederequalche effetto tangibile come aule di ingegneria aerospaziale colmedi donne, raddoppiare le under 30 nella classifica di Forbes oltrealla categoria delle (benedette) “imprese sociali” o anche solo avereassegnati gli stessi task dei loro colleghi maschi nei Summer Quar-ter di qualche Università dove si insegna STEM? Nel lavoro delleautrici non c’è nessuna falsa illusione, c’è invece, ben chiara, l’ideache la strada da seguire per aggredire il tempo e, metaforicamente,impedirgli di dilagare, sia spiazzarlo con uno sguardo in grado dileggere il futuro raccontando il presente e contestualizzando il pas-sato: la fame di storie, del racconto di vittorie e fallimenti, di dolo-rose sconfitte e insperabili rinascite, di esempi a cui poter attaccarsicome si trattasse di una sorgente vitale, è qualcosa di cui c’è un di-sperato bisogno, così come di mentor capaci di smontare le regoledel pregiudizio sociale e prendere la mano di lettori e lettrici con-ducendoli in un luogo dove potersi dire: “Perché no? Perché nonio? Perché non adesso?”. Per tutte queste ragioni chiamare “libro” illavoro di Chiara Burberi e Luisa Pronzato è sinceramente riduttivo.Tutta la sua architettura lascia già pregustare il sapore di una messain scena per il teatro dove potersi confrontare dal vivo – viso a viso,

23

Page 24: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

voce a voce, esperienza a esperienza. Del resto sarebbe altrettantoerrato definirlo genericamente un “progetto”: siamo pieni di pro-getti. Eppure del “Progetto”, la “P” maiuscola è un accento d’ob-bligo, ha tutte le caratteristiche perché una volta arrivati in fondo vidirete: “Raccontamene un’altra”. E tutto mi lascia credere (o forsesperare) che la storia di queste storie sia solo all’inizio: non sarà uneditore a definirlo, saranno le donne e gli uomini che le leggerannoa determinarlo.

1 Juliette Jowit, «Women will get equal pay... in 118 years. Almost no pro-gress on wage equality around the globe in past seven years, according to report»,www.theguardian.com, 18 November 2015.

2 https://www.weforum.org/agenda/2016/11/why-do-so-many-women-lea-ve-engineering/

24

Page 25: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

I numeri nella cassetta degli attrezzi per la vitaI perché di questo libro dedicato alle donne. E agliuomini

Ci sono tanti falsi miti che vogliono la matematica solo per ta-lenti naturali, necessariamente seria e formale, lontana dalla real-tà. Solo per uomini. Poi ci sono donne nate con “il pallino dellamatematica” e donne che hanno scoperto, coltivato e riconosciutol’importanza delle competenze logico-matematiche nel tempo. E cisono donne che quel “pallino” non l’hanno mai avuto, ma l’han-no costruito, a modo loro. Le loro storie sono il punto di partenzadi questo libro. A raccontarsi sono ragazze talentuose che hannovinto “olimpiadi scientifiche” e donne che hanno raggiunto ruoliinfluenti. Quel successo che, come raccontano, è “diventare la per-sona che è dentro di noi”. Con la semplicità della storia privata,delle scelte, dei timori e degli ostacoli, suggeriscono percorsi indivi-duali che possono indicare strade per orientarsi nello studio e nellaprofessione. Abbiamo raccolto le loro storie con l’intento di offriremodelli reali attraverso i quali tutte le ragazze prendano consapevo-lezza delle proprie capacità e trovino l’indirizzo più adatto alle loroinclinazioni, superando i pregiudizi al femminile che ancora inca-tenano la matematica e tutte le materie STEM (Science, Technology,Engineering, Mathematics).

Molte protagoniste hanno frequentato facoltà a cui, fino a tem-pi recenti, erano iscritti quasi esclusivamente ragazzi oppure sonoentrate in ambiti lavorativi dove il novanta per cento erano uomi-ni. È una questione generazionale. Infatti si raccontano il più dellevolte al maschile. Noi, invece, per sottolineare che la matematica, leSTEM e i ruoli influenti non sono solo degli uomini, presentiamotutti i racconti al femminile. In modo che le ragazze si riconoscanoe, attraverso l’esempio di chi è arrivata, si diano il permesso di rea-lizzare le proprie ambizioni. Certo, l’attuale situazione economica è

25

Page 26: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

difficile, ma partire con una buona strumentazione aiuta ad affron-tare le difficoltà.

Come è nata l’idea del libro?Fin dall’inizio dell’avventura con redooc.com, la piattaforma di

didattica digitale dedicata alle materie STEM, ho parlato con tan-te persone del loro rapporto con la matematica, spesso di fronte alcaffè della mattina. L’idea di pubblicare queste conversazioni è ar-rivata nel marzo del 2014, grazie a una di queste chiacchierate conAlessandra Losito, ideatrice dei Fuoriclasse della Scuola, iniziativanata per premiare gli studenti delle superiori, maschi e femmine,che eccellono nei vari campi. La serie di conversazioni che hannopoi preso vita avevano originariamente il titolo di “Caffè matemati-co”. Era una rubrica sincera, appassionata e scanzonata. Ho raccoltodecine di conversazioni con amiche, anche con qualche amico (chemi perdonerà se non è stato citato), sull’importanza della matema-tica nella crescita personale e professionale. Un anno fa, in occasio-ne della prima edizione del Mese delle STEM lanciato dal MIUR edal Dipartimento per le Pari Opportunità ho iniziato a pubblicareinterviste più strutturate, con l’obiettivo esplicito di offrire alle stu-dentesse esempi di leadership al femminile e di dimostrare quantole STEM influiscano nella formazione, nel lavoro e nel quotidiano.Mi sono messa a cercare attivamente donne disposte a raccontarsi.Non solo scienziate o ricercatrici, ma anche avvocate, manager, do-centi, più o meno a loro agio con la matematica. Ho raccolto cosìpiù di cento conversazioni, seguendo una traccia semplice, che va-lorizza le personalità, le passioni e le esperienze individuali.

Quest’estate ho iniziato a parlare dell’idea del libro con alcuneamiche e in particolare con Karen Nahum, che ha avuto il coraggioe spero la lungimiranza di propormi la pubblicazione. Il libro è poinato grazie alla collaborazione con Luisa Pronzato, coordinatrice diLa27ora del Corriere della Sera. Luisa mi ha costretto a rifletteresu tante cose (il femminile, il ritmo, i punti esclamativi...) e mi ha

26

Page 27: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

portato a una lettura ragionata e trasversale delle interviste: “Dob-biamo farci leggere da tutte”, “taglia, Chiara, fatti coraggio e taglia”.Ve lo immaginate? Io, innamorata delle storie, torturata dalle esi-genze editoriali. Difficile come uno studio di funzione.

Infine devo il titolo del libro a una conversazione con RogerAbravanel. Mi ha suggerito di pensare a un titolo che rappresentasseil mio personale punto di vista sull’argomento “donne e STEM”.Quindi “il pallino per la matematica” (in senso lato): o ci nasci, e inquesto caso può capitare che lo scopri subito o nel tempo, oppurete lo puoi costruire.

Il libro è strutturato per capitoli (il ruolo delle materie STEM,l’importanza dei modelli di riferimento, come abbattere gli stereoti-pi, consigli ai giovani, i significati di successo, le frasi amate e odiatedalle donne) in cui stralci delle conversazioni sono riportate con laformula “breve racconto personale”. Ogni capitolo è introdotto dauna voce che interpreta le conversazioni e che ci ha guidato nelloscomporre, selezionare e dare un senso. Chiudono alcuni interventidi analisi: i luoghi comuni su donne e STEM, il racconto di unastatistica, la lettura dei dati sulle lauree STEM e un commento fi-nale. Infine, una bibliografia e una filmografia che possono sugge-rire personali percorsi di avvicinamento alla matematica.

La copertina è un atto di riconoscenza verso le tante donne piùo meno note che hanno lasciato o stanno lasciando un segno nelmondo STEM: Ipazia di Alessandria, Ada Lovelace, Nettie Stevens,Maria Montessori, Rita Levi Montalcini, Ilaria Capua.

A cosa serve questo libro?La matematica è una competenza “quotidiana”, come scrivere e

leggere; è la grammatica delle materie scientifiche. È anche la cas-setta degli attrezzi per analizzare la realtà e prendere decisioni, per-ché ci accompagna nello strutturare il pensiero, lo semplifica e lodistilla negli elementi di base. Aiuta, con il suo rigore, a definire le

27

Page 28: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

forze in campo e i pro e contro di una situazione. In fondo mate-matica vuol dire conoscenza. Non è fatta solo di numeri e simbolistrani, destinata ai banchi di scuola, da dimenticare in fretta e col-tivare solo da parte di chi ha il “pallino”.

La matematica è innata. Recenti studi, ben documentati in unlibro che vi consiglio, Il pallino della matematica. Scoprire il geniodei numeri che è in noi, hanno dimostrato che nasciamo con il sensodella numerosità, che condividiamo con i cuccioli di animali. Giàa 4 mesi riconosciamo la numerosità, cioè abbiamo reazioni fisichealla presenza di uno, due o tre oggetti. Reagiamo se ne scompareuno e se ne riappare un altro. Il fatto che il neonato si accorga se c’èo non c’è la mamma o il papà nella stanza ha a che fare con questacompetenza. A 4 mesi abbiamo il senso della numerosità, ma nondel numero, che si raggiunge con la conoscenza del linguaggio edella simbologia.

È innata, ma il talento esiste. Come nello sport, in letteratura,in arte, nella musica, nelle lingue, ci sono persone talentuose, ma-schi e femmine, più portate. A loro per eccellere bastano volontà,tenacia ma soprattutto allenamento. La citazione di Paganini: “Senon studio un giorno, me ne accorgo io. Se non studio due giorni,se ne accorgono tutti” vale in ogni campo.

Da queste persone, possiamo prendere esempio: anche se nonnasci con un talento particolare l’allenamento fa comunque la dif-ferenza. Questo vale per le ragazze e per i ragazzi. Le ragazze, in par-ticolare, sono svantaggiate nello studio e nello sviluppo delle com-petenze logico-matematiche. Spesso sono le stesse famiglie a scorag-giarle dicendo loro: “Stai attenta, è pericoloso, non osare, non sba-gliare”. Ci hanno educate alla cura e alla perfezione, non alla com-petizione e alla sperimentazione, come invece avveniva, e avvieneancora, con i maschi, esortati sin da piccoli al coraggio e alla sfida.Senza paura di sbagliare. E sbagliare va benissimo, perché si imparae si evolve solo sperimentando. L’importante è avere lo stimolo aprovare, il coraggio di sbagliare e la sincera disponibilità a impara-

28

Page 29: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

re. Come cita il rapporto PISA – OCSE rispetto agli scarsi risultatidelle ragazze nelle STEM “quello che serve nella scienza è propriosaper procedere per tentativi ed errori”.

Come il talento naturale va allenato, anche la curiosità e la pas-sione, se coltivate, portano a ottimi risultati. Si può imparare a gio-care a tennis molto bene, allenandosi, non per andare a Wimble-don, ma solo per divertirsi. Anche la matematica è uno sport, allaportata di tutti, anche delle ragazze.

Siamo tutti caratterizzati da un BES (Bisogno Educativo Specia-le). Ognuno deve essere libero di seguire un personale processo diapprendimento che spesso non coincide con il metodo d’insegna-mento tradizionale, basato sull’ascolto e sulla memorizzazione, conmodi e tempi dettati da una tradizione didattica più che secolare,non adatta a individuare e far emergere i talenti nascosti.

Le esperienze raccolte nel libro lo dimostrano. Ci sono donnenate con una predisposizione personale e familiare per le materiescientifiche e con la fortuna di aver avuto esempi che le hanno indi-rizzate da subito. Altre hanno scoperto e riconosciuto l’importanzadelle competenze logico-matematiche nel tempo, magari seguendopercorsi tortuosi e inaspettati. Vi racconto la mia esperienza.

Il più grande insegnamento di mio padre è stato “cerca semprebravi maestri”. Era un uomo curioso, avido lettore, assolutamenteintroverso. Circondato da donne forti, che adorava, ci ha trasmes-so la certezza della parità nei diritti e nei doveri. Mia madre eral’opposto, magnificamente estroversa, con un grande sorriso, vogliadi chiacchierare, di conoscere e con la battuta pronta. Pragmatica,concreta, severa, una manager mancata, non si stancava di spronar-ci con il suo motto: “Bisogna guardare avanti, non indietro”. A 12anni dissi “ho preso il meglio da entrambi” e forse avevo ragione,perché sono queste le radici della mia curiosità, della mia passioneper far succedere le cose (soprattutto quelle ritenute impossibili) edella mia tenacia. Ho studiato al liceo classico, e lo rifarei, per ritro-

29

Page 30: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

vare il greco antico con la stessa professoressa e riscoprire tutte le al-tre materie con altri professori, sempre alla ricerca di bravi maestri.

Perché questa mia passione per le materie STEM?La matematica è una materia che studiamo per tredici lunghi

anni. Nella maggior parte dei casi non lascia segni tangibili se nonun misto di ansia e paura e un generico “non sono portata”, “nonla capisco”, “tanto non serve a nulla”.

Se avessi avuto insegnanti più attenti alle superiori, forse all’uni-versità avrei studiato Fisica o Ingegneria e non Economia. I modelliculturali ed educativi sono la causa del nostro successo o del nostroinsuccesso. La mia vera scuola è stato il lavoro di consulenza, doveho capito quanto siano importanti il calcolo a memoria per allenarela velocità di pensiero e il senso dei numeri per “sentire” che undato è sbagliato o che un certo fenomeno dovrebbe avere una “certadimensione e andamento”. E la logica per strutturare analisi e sin-tesi, cioè per decidere cosa è meglio fare.

Ecco le ragioni per cui sostengo che le competenze STEM sono ilpassaporto per trovare un lavoro e per vivere in modo consapevole.

Il mio pallino per STEM e matematica si è formato nel tempoe si esprime con redooc.com e con questo libro. Sfatare luoghi co-muni, diffusi e radicati, è un lungo viaggio, che ho deciso di intra-prendere tre anni fa. Se sono folle o visionaria non lo so ancora, male sensibilità stanno cambiando. Adesso almeno se ne parla, la genteascolta, inizia a riflettere e impara.

Sogno quando sarà “cool” per gli adolescenti uscire con una ra-gazza o un ragazzo bravi in matematica.

Se volete contribuire alle interviste, scrivete a [email protected]

Noi continuiamo a pubblicarle qui http://blog.redooc.com/ca-tegory/interviste/

Le protagoniste

30

Page 31: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Cristina Angelillo, amministratrice delegata e co-fondatrice,Marshmallow GamesAlessandra Antonetti, amministratrice delegata, Aria WearablesBenedetta Arese Lucini, co-fondatrice, Oval MoneyLuisa Bagnoli, amministratrice delegata, Beyond InternationalBarbara Rita Barricelli, ricercatrice, Università degli Studi di Mila-noRoberta Berlinghieri, consulente, Bain & co.Gaela Bernini, responsabile progetti scientifici e sociali, FondazioneBraccoChiara Bessi, Client Advisor, Kairos Julius Baer SIMElena Bisio, amministratrice delegata e co-fondatrice, FoodyGiovanna Boggio Robutti, direttrice generale, FedufCristina Bombelli, fondatrice, Wise GrowthLucia Bonanni, fondatrice, BDCValeria Bonilauri, responsabile Relazioni Aziendali, ELISPaola Bonomo, consigliera indipendente, angel investorPaola Borracchini, Chief Operating Officer, Fondo Italiano d’In-vestimento SGR S.p.APaola Bosso, consigliera indipendenteMarina Brogi, professoressa, Università La Sapienza di RomaAlessandra Burberi, medicaDonatella Busso, professoressa, Università di TorinoPaola Casella, giornalista, EuropaRoberta Castelli, amministrazione finanza e controllo, HoldingGruppo IllycaffèMara Caverni, Managing Partner, New Deal Advisors S.p.A.Raffaella Colasurdo, Responsabile Funzione Valutazioni, FondoItaliano d’Investimento SGR S.p.ABarbara Cominelli, Direttore Commercial Operations and Digital,Vodafone ItaliaMiriam Cresta, direttrice generale, Junior Achievement Italia

31

Page 32: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Roberta Cocco, Assessore a Trasformazione digitale e Servizi civici,Comune di MilanoElisabetta Cugnasca, responsabile Investor Relations, AutogrillMonica D’Ascenzo, giornalista, Sole 24 OreSimonetta Di Pippo, Direttrice Ufficio per gli Affari dello SpazioExtra-Atmosferico, ONUOlimpia Di Venuta, staff Group HR & Organization Director,MedioBancaFrancesca Dominici, professoressa e preside associata del Diparti-mento di Sanità Pubblica, HarvardPaola Elefante, project manager, RelexIrene Enriques, direttrice generale, Zanichelli EditoreElena Faieta, studentessa, vincitrice al Concorso “EconoMia”Barbara Falcomer, direttrice generale, ValoreDElena Favilli, co-fondatrice e amministratrice delegata, TimbuktuLabs Francesca Fiore, consigliera indipendenteMaria Grazia Fugini, professoressa, Politecnico di MilanoChiara Gabbi, medica e associata presso il Karolinska Institutet diStoccolmaImmacolata Garzilli, ricercatriceFranca Garzotto, professoressa, Politecnico di MilanoMirka Daniela Giacoletto Papas, amministratrice delegata, EgeaS.p.A.Carolina Gianardi, Head of Corporate & PA pre-sale, PosteItalianeFrancesca Giannone, assistente esecutivo dell’Amministratore de-legato, PosteItalianeValentina Giordano, Mindfulness TeacherDonatella Girardini, co-fondatrice, FunlabElena Goos, executive Coach e NLP Master PractitionerLinda Ierardi, maestra, Scuola PrimariaLaura Indolfi, fondatrice e amministratrice delegata, Panther The-rapeuticsAnna Paola Ionna, internal audit in Banca Progetto S.p.A.

32

Page 33: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Fabiana Lanotte, Software Developer, Team per la TrasformazioneDigitaleValeria Lattuada, consigliera indipendenteAlessandra Losito, responsabile sede di Roma, Pictet Wealth Ma-nagementLaura Lungo, avvocataChiara Maffioletti, giornalista, Corriere della SeraGiovanna Marena, partner, KeystoneMaria Meloni, responsabile Compliance, MetroMirta Michilli, co-fondatrice e direttrice, Fondazione Mondo Di-gitaleCarla Milani, University Relations Manager, IBM ItaliaDaniela Molinari, professoressa, LiceoValentina Montanari, consigliera indipendenteDaniela Morelli, scrittricePaola Antonella Mungo, co-amministratrice delegata, Azimut Hol-ding S.p.A.Sara Negro, consulente, Deloitte Digital UKCristina Nuñez, fotografaMatilde Padovano, studentessa, vincitrice Olimpiadi di Informati-ca del 2016Giovanna Paladino, responsabile dell’Ufficio del Presidente delConsiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo e direttrice delMuseo del RisparmioDiana Palomba, consulente, Ingad Trust Srl e presidente, FemininPluriel ItaliaElena Panizza, consulente Branding, Marketing e InnovazioneSimona Pasero, Head of Human Resources & Organization, Ge-nerali Investments EuropeFrancesca Patellani, responsabile Human Capital & Diversity eGeographic Services per Italia, Europa Centrale e Grecia, AccentureAnnina Pedrini, attrice, partner della società Centro Teatro AttivoMelissa Peretti, Country Manager, American Express Italia

33

Page 34: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Lorenza Pigozzi, direttrice Comunicazione, MediobancaClaudia Pingue, direttrice operativa, PoliHubRaffaella Pisanò, Direttrice Customer Operational Optimization &Lean Transformation / General SecretaryGiulia Poli, Head of Kindle Content, Amazon ItaliaFrancesca Prandstraller, Lecturer, Università BocconiLucia Predolin, Group Corporate Marketing Director, Docomo-DigitalBarbara Ravera, consulente, BIPDina Ravera, direttrice generale, H3G Italia e presidente, AsstelMonica Regazzi, amministratrice delegata, HomepalAnna Maria Ricco, Head of Real Estate Italy, UnicreditFrancesca Rizzi, amministratrice delegata, JointlyDebora Rosciani, giornalista, Radio 24Gaia Elisa Rossi, studentessa, vincitrice del Campionato Italiano diMagiaFederica Sala, co-fondatrice, InteriorBe e FancytoastElisa Salamini, co-fondatrice, MamamòEliana Salvi, fondatrice, PinktrottersFrancesca Sanzo, bloggerDiana Saraceni, co-fondatrice e General Partner, PanakesElena Sassi, consulentePaola Schwizer, professoressa, Università di ParmaClaudia Segre, presidente, Global Thinking FoundationSveva Severi, Responsible for Group Companies coordination, Me-dioBancaMarinella Soldi, President and Managing Director Discovery Net-works Southern Europe e Amministratore Delegato di DiscoveryItaliaCecilia Spanu, consulenteMila Spicola, nucleo tecnico della Presidenza del Consiglio dei Mi-nistri sui temi Scuola e Università

34

Page 35: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Jessica Spina, Head of Investor Relations and Strategic CorporateDevelopment, MedioBancaGigliola Staffilani, professoressa, Massachusetts Institute of Tech-nologyAnna Testa, Product Sales specialist, CiscoRoberta Toniolo, presidente, PWA Milan city networkAnna Torriero, professoressa Università Cattolica del Sacro Cuoree Università di Milano-BicoccaMaria Paola Toschi, market strategist, J.P.Morgan Asset Manage-mentAlice Vatta, VP Strategic Clients, C3 IoTLetizia Vaioli, professoressa, Istituto TecnicoRaffaella Viscardi, CFO, holding familiareAnna Zattoni, presidente, JointlyRiccarda Zezza, co-fondatrice di Piano C e maam – maternity asa masterPaola Zuccolotto, professoressa, Università di Brescia

Grazie a Giorgia Serughetti che ci ha chiarito con pazienza tantidubbi e ha condiviso con noi un vademecum completo

https://pianoeffe.wordpress.com/vocabolaria-dire-la-differenza/

35

Page 36: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 37: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Filosofia, greco antico e saper fare la spesa.Perché la nostra vita è fatta di logica

Francesca Panzarin, Womenomics.it

Secondo la Comunità Europea (che di principio è contro ognitipo di barriere) la conoscenza nasce oggi da un sapere combinatorioche intreccia capacità (caratteristiche individuali) e conoscenze (og-getti culturali relativi alle varie aree di sapere). La Raccomandazio-ne 2006/962/CE che riguarda le competenze chiave per l’appren-dimento permanente ne individua otto chiave: accanto alla “com-petenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia”troviamo quella della consapevolezza ed espressione culturale, dellecompetenza sociali e civiche, dello spirito di iniziativa e imprendi-torialità, delle competenza digitale, di comunicazione nella madre-lingua e in altre lingue straniere, di imparare a imparare.

Le conoscenze STEM (Science, Technology, Engineering, Ma-thematics) possono assumere quindi un ruolo centrale nella nostravita professionale e privata nel momento in cui si offrono comepiattaforma su cui costruire percorsi e punti di vista.

“Le conoscenze logico-matematiche sono state esono fondamentali in ogni momento della giorna-ta e della vita: sono quelle che nella pianificazio-ne di ogni lavoro aiutano a valutare i pro e i con-tro, in modo ragionato ed “economicamente” bilan-ciato. Penso alla valutazione di un acquisto anchecomplicato da stimare; oppure alla conduzione diun progetto in ambito informatico. Se hai una men-talità logico-matematica il lavoro è più ordinato e

37

Page 38: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

i ragionamenti più precisi. Forse anche il modo diesprimersi è meno farraginoso, più conciso e chia-ro.” Carla Milani

La capacità di ragionare in modo logico è propria peraltro sia del-la scienza (causa-effetto) sia della filosofia (tesi-antitesi-sintesi) maanche del latino e del greco (in una versione si parte da un’ipote-si di significato che poi evolve). Alla base di tutto c’è un metodo:saper analizzare le situazioni, capire i pro e contro, fissare obiettivicercando di intuirne le possibili conseguenze, definire un percorsoper raggiungere lo scopo.

“Se potessi ridefinire il curriculum del liceo classi-co, lo aggiornerei con un focus sulle materie scien-tifiche e tecnologiche, alleggerendo l’impegno sullelingue antiche. Ma senza rinunciare alla sua voca-zione di esperienza formativa generalista che aprela mente: più delle nozioni che si apprendono, quel-lo che conta al liceo è allenarsi a pensare, impararea imparare.” Barbara Cominelli

Tradotto nella vita di tutti i giorni (fare la spesa, organizzare unviaggio, comprare casa, fare un investimento) avere un approcciologico significa imparare a porsi obiettivi e non fermarsi di fronte aiprimi insuccessi, dando la priorità alle cose importanti. È un mododi pensare che diventa strumento per comprendere e analizzare ifenomeni complessi con attenzione e curiosità, prendendo decisioniin tempi rapidi. Consente di guardare le cose da più punti di vista,senza lasciarsi affascinare dalle prime conclusioni e di sperimentare

38

Page 39: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

connettendo elementi diversi per generare una soluzione creativa,guardando sempre avanti.

“Provare, sbagliare, imparare e riprovare senza per-dere speranza e valorizzando i propri errori. Leg-gendo la biografia di grandi uomini e donne è co-mune il vissuto di porte che si chiudono in attesa diquella giusta.” Gaela Bernini

Leggendo le interviste sul blog di Redooc, da cui nasce questoebook, ho imparato che l’approccio logico

• è strategia di apprendimento, è un modo di osservare la realtàe di trarne conseguenze

• è uno strumento importante per la formazione del carattere eper le strategie di lavoro perché è un vero e proprio allenamentoalle sfide.

Accanto alla logica e al pensiero deduttivo non devono peròmancare:

• la padronanza dei contenuti che hanno contribuito allo svilup-po del proprio talento

• la curiosità e l’amore per il proprio lavoro• l’ottimismo e l’entusiasmo• l’intuito, soprattutto di andare contro corrente• il coraggio e la tenacia di non fermarsi davanti ai pregiudizi

Che il lavoro di una scienziata richieda impegno, tenacia, pas-sione e ottimismo l’ho imparato anche mettendo insieme le storiedel libro tratto dal progetto “100 donne contro gli stereotipi nel-la scienza”, una piattaforma online che raccoglie 100 nomi e curri-culum di esperte nell’ambito STEM, settore strategico eppure sto-

39

Page 40: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

ricamente sotto rappresentato dalle donne, per promuovere vocifemminile autorevoli che possano contribuire al dibattito pubblicodentro e fuori dai media. Il progetto è stato ideato dall’Osservatoriodi Pavia Media Research e dall’associazione Gi.U.Li.A. (GiornalisteUnite Libere Autonome), in collaborazione con Fondazione Braccoe con il sostegno della Rappresentanza in Italia della CommissioneEuropea.

Per darvi una misura, secondo il Global Media Monitoring Pro-ject 2015 in Italia la presenza femminile nell’informazione è fermaal 21% contro una media europea del 25%.

Le storie di queste esperte (molte delle quali hanno fatto il liceoclassico e poi una facoltà scientifica) raccontano che quello dellascienziata è oggi un mestiere logico e creativo, che implica ancheuna certa dose di spirito imprenditoriale.

L’ambiente scientifico offre poi occasioni di esperienze forma-tive all’estero e insegna a lavorare in team perché le conquiste so-no frutto di azione concertate. Dai racconti emerge inoltre che nelmodo della scienza, forse più che in altri, è richiesta una grande de-terminazione per confrontarsi con gli stereotipi di genere che inve-stono tutti gli ambiti professionali.

“La matematica rende modesti, se non si è genia-li (e i geni matematici sono assai rari). Sono comela montagna: anche se non sei un grande alpinista,anche se non apri nuove vie, impari a conoscere ituoi limiti. E sei comunque fra coloro che si cimen-tano e vedono le cime più da vicino.” Irene Enriques

In Italia, anche per la mancanza di una tradizione di divulgazione

40

Page 41: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

scientifica, la scienza non è percepita per la sua reale importanza. Infamiglia (spesso purtroppo inconsciamente) le figlie sono meno sti-molate dai genitori a intraprendere percorsi tecnico-scientifici (chesono oggi quelli che poi offrono maggiori opportunità di lavoro)perché considerati meno conciliabili con una futura vita familiare.

Per questo sono importanti i modelli, dentro e fuori la famigliae la scuola, che testimonino il contributo femminile alla ricerca.Vite dedicate come quella di Marie Curie sono esempi di storied’amore con la scienza. Ma anche l’attività quotidiana sul campodi queste 100 esperte è un esempio concreto e vicino del fatto chele STEM sono un importante strumento di crescita e realizzazioneprofessionale e personale.

Cento storie, cinque storie

DANIELA MOLINARIQuando ero in terza media ero già appassionata di matematica

e avevo già deciso di diventare un’insegnante di matematica. Miopapà (operaio, quinta elementare come titolo di studio) decide diandare a parlare con il mio insegnante di matematica (all’epoca an-che sindaco del paese). Il mio amato professore, alla domanda dimio papà se sia il caso di farmi fare il liceo scientifico, risponde:“Vede, se fosse un maschio non avrei alcun dubbio, viste le sue ca-pacità. Ma è una ragazza. E le ragazze si sa come sono: comincianocon entusiasmo, ma appena trovano un fidanzato pensano subitoa sposarsi e fare figli. Forse è meglio se fa l’istituto tecnico per geo-metri: il percorso è meno lungo e alla fine, almeno, si ritrova conun diploma!”. Mia mamma (casalinga, quinta elementare) disse amio papà: “Lascia che faccia lei la sua scelta!”. Ora mi dice: “Sai,la tua insegnante di italiano di seconda, prima di andarsene (erastata trasferita) mi ha detto: “Mi raccomando, non deluda Daniela.Ha una grande responsabilità. Daniela appartiene alla nostra classe

41

Page 42: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

dirigente di domani e lei ha il dovere di supportarla e farla andareavanti. Non la deluda”.

DINA RAVERANon sono andata al liceo, ho fatto ragioneria a Cuneo. La mia

era una famiglia modesta, mio padre era idraulico e mia madre ca-salinga. Nei loro programmi e nei miei non era prevista l’università.Avevo, però, una particolare predisposizione per i “numeri”. E misono iscritta a Ingegneria elettronica al Politecnico di Torino. Viracconto come è andata. Era l’estate 1985, mi ero appena diploma-ta in ragioniera a pieni voti. Mi arriva un invito a partecipare a unseminario dedicato ai più bravi diplomati d’Italia organizzato dallaBocconi. Io ci vado più per curiosità che perché nutrissi qualcheaspettativa. Nella serata finale si avvicina una signora dai modi mol-to gentili. “Sono Marisa Bellisario, piacere di conoscerti Dina. Orache farai?”. Risposi che sarei andata a lavorare. “Non se ne parla, tuadesso torni a casa e dici a mamma: ‘Marisa Bellisario sostiene chedebba andare avanti a studiare’”. Ho obbedito alla signora che poiscoprii essere la prima donna manager italiana, dirigente dell’Oli-vetti e poi di Italtel. Cuneese a sua volta, aveva frequentato lo stessomio istituto. Da quel momento ho avuto un obiettivo: diventarecome lei. Sono riuscita a convincere anche la mia famiglia che, conmolti sacrifici, mi ha sostenuto negli studi universitari. L’approcciostrutturato e razionale di quel pallino per i numeri è stato ed è ilmio “punto di forza” che ho poi integrato con competenze mana-geriali più specifiche.

ROBERTA COCCOFino alle medie non avevo nessuna predisposizione particolare,

mi piaceva la scuola e anche studiare non mi pesava più di tanto.Poi ho scelto il liceo scientifico. Filosofia e latino erano le mie ma-terie preferite. Ho cominciato a lavorare in Microsoft 25 anni fa efino a quel momento il mio curriculum non poteva certo definirsi

42

Page 43: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

“tecnologico e scientifico”. Ma proprio sentirmi in difetto rispettoa quella che io avvertivo come una mancanza – non aver intrapre-so un percorso di studi logico-matematico – mi ha spinto a impe-gnarmi al massimo per colmare le mie lacune. Durante gli anni hodovuto e voluto aggiornarmi costantemente per sentirmi adeguataalle evoluzioni del mondo tecnologico. Oggi più che mai ritengoindispensabile avere un’adeguata formazione matematico-scientifi-ca, per rapportarsi a un mondo che cresce, avanza e si sviluppa pro-prio grazie alla tecnologia e alle sue infinite possibilità.

FRANCESCA RIZZIMia figlia a 8 anni nel suo primo tema ha scritto “se fossi la mate-

matica andrei avanti all’infinito”. Secondo me la bellezza della ma-tematica è proprio questa: portare con sé l’idea di infinite possibilitàdi sognare, infiniti modi di risolvere problemi. La matematica è perme ogni giorno una specie di cassetta degli attrezzi con cui affronta-re nuove sfide e situazioni inattese. Arrivo da un liceo classico, conindirizzo informatico. Mi piaceva un po’ tutto ma forse greco, lati-no e matematica erano le materie che preferivo. In comune avevanotre professori coinvolgenti e appassionanti e la forte componentelogica. Ho poi studiato Economia Politica Monetaria: ero affasci-nata dall’idea di leggere il sistema economico nel suo complesso ele relazioni causa-effetto tra le parti. Apprezzo poco occuparmi didettagli e particolari, preferisco avere la visione d’insieme di comesono fatte le cose e di come si muovono, in che direzione vanno eperché. La macroeconomia è proprio questo.

MATILDE PADOVANONel tempo libero risolvo problemi solo per il gusto di farlo, ed è

questo che con il tempo mi ha permesso di essere ammessa a un’u-niversità di eccellenza. Frequento l’ultimo anno del liceo scientificoe, per quanto strano possa sembrare, i miei hobby sono la matema-tica e l’informatica. Leggo, ma non romanzi. Cerco i libri che mi

43

Page 44: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

facciano imparare qualcosa di nuovo. Il mio preferito è “Sta scher-zando, Mr Feynman”, appunto di Richard Feynman (un fisico cheha anche vinto un Nobel) che descrive perfettamente quello cheprovo quando osservo il mondo. Smentisce il mito secondo cui gliscienziati sono persone noiose e monotone e, addirittura, lo ribal-ta facendo vedere che in quest’ambito è fondamentale la fantasia.Non so esattamente quanto il pensiero matematico influisca nel-la vita quotidiana, ma aver sviluppato le mie abilità logiche sicura-mente mi ha cambiato. Ho scoperto di essere stata accettata a Cam-bridge per studiare Computer Science. Forse arriverà anche l’offertadall’Imperial College of London: non so quale delle due universitàsceglierò.

FABIANA LANOTTESono una software developer e una donna, insomma un ago in

un pagliaio per la realtà italiana. Tuttavia è difficile farmi rientrarein etichetta; conosco la programmazione, ma sono anche esperta dibig data, data mining, web mining, data science e appassionata diricerca scientifica. Ho una laurea in Informatica conseguita con ilmassimo dei voti presso l’università di Bari.

Sono cofondatrice di una startup innovativa la cui missione èquella di monitorare la qualità di vita delle città per capirne il tas-so di criminalità dei territori urbani in termini di criminalità, ap-plicando algoritmi di estrazione di informazioni e data mining daarticoli di cronaca online. Quest’esperienza mi ha insegnato mol-to. Ho imparato a realizzare prodotti, piuttosto che prototipi comeavveniva in università. Ho conosciuto il mondo della pubblica am-ministrazione e la burocrazia, fatte di “scartoffie”, postille, marcheda bollo e da tanta carta. Sono una studentessa di dottorato, ormaiin dirittura d’arrivo, presso l’Università di Bari. Durante gli anni didottorato ho avuto modo di scoprire il mondo della ricerca scien-tifica, fatta di gratificazioni al 20% e studio, lavoro, responsabili-tà, passione e sacrifici all’80% (i ricercatori e dottorandi sanno che

44

Page 45: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

questa lista è molto più lunga). Grazie al dottorato ho avuto mododi lavorare per otto mesi all’Università dell’Illinois, una delle piùimportanti università di computer science. Qui mi sono confronta-ta con un gruppo eterogeneo di colleghi per cultura, competenze eabitudini. Infine sono stata big data architect in un’azienda italianache combina ingegneria e data science per realizzare prodotti capacidi estrarre informazioni utili da montagne di dati.

Quando ho appreso la notizia che Diego Piacentini stava for-mando un team per la digitalizzazione e trasformazione del Paese,mi son subito candidata. E ora eccomi qui, con la solita valigia,pronta a trasferirmi per una nuova grande esperienza.

IRENE ENRIQUESMi piaceva disegnare e avrei voluto iscrivermi al liceo artistico.

Mia madre, però, disse che non era possibile. Poiché alle medie lamia materia preferita era la matematica, proposi il liceo scientifico.“Vedrai, il greco è ancora meglio”, disse mia madre. E scelsi il liceoclassico. Una sera, leggendo “Odile” di Quenau, trovai la formu-lazione di un problema sui numeri primi. Non chiedetemelo og-gi, non lo ricordo più, ma allora ci pensai per ore, insonne. Decisiche volevo studiare qualcosa che mi affascinasse come il racconto diquella formula. Avevo anche trovato la giusta via di fuga: sceglien-do matematica, avrei lasciato giurisprudenza, la facoltà di mio pa-dre, senza perdere la faccia: il nonno, Federigo Enriques, era un fa-moso matematico, la personalità più illustre espressa dalla famiglia.Matematica “si poteva”. Pensavo di studiare matematica pura, maal terzo anno è arrivato dagli Stati Uniti un informatico giovane ebravissimo. Seguire le sue lezioni mi è sembrata subito una buonaidea. Ho imparato a programmare, se non lo avessi fatto i computermi avrebbero intimidito. Invece so come funzionano. Sposando ilmio professore di informatica mi sono impigrita, ma la mancanzadi soggezione è preziosa. Faccio l’editrice, la matematica mi è stata

45

Page 46: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

necessaria già nel mio primo lavoro, quando ho curato la redazionedi un testo di matematica, diventato il più diffuso in Italia.

FRANCESCA PRANDSTRALLERIl mio rapporto con la matematica è stato altalenante. Alle ele-

mentari avevo una maestra che non ne capiva un’acca. E io mi sen-tivo confusa e spaventata. Me la ricordo correre dalla maestra dellaclasse di fronte per farsi spiegare come risolvere i problemi con lefamose vasche da bagno che si riempiono e si svuotano a velocitàdiverse, che spettacolo. A ripensarci mi fa ridere, ma anche rabbiaperché credo che le mie insicurezze con i numeri derivino da lì. Allemedie sono stata fortunata, avevo un professore – il mitico Rizzo– che era un appassionato, simpatico, burbero ma bravissimo chesi inventava problemi di geometria difficilissimi apposta per noi. Econ mia grande sorpresa, sotto la sua guida, ero eccellente proprionella materia che mi aveva sempre intimorito. Al liceo, il classico,di nuovo la catastrofe: mi sono ritrovata con un professore inde-cente che non insegnava e non spiegava, dava i voti a caso in basealle preferenze. Un nuovo tonfo per me. Ancora oggi, ogni tanto,ho un incubo: mi cambiamo la materia alla maturità e mi dannomatematica. E io non ho neppure comprato il libro. Queste disav-venture hanno poi condizionato le mie scelte: quando si è trattatodi scegliere l’università non ho neppure preso in considerazione fa-coltà che prevedessero anche i più semplici elementi di matematica.E mi sono orientata sugli studi umanistici. Non li rimpiango, maa volte sento ancora questa lacuna. Già, credo che la scuola sia ingran parte responsabile della mia scarsa attitudine. Ho dovuto re-cuperare dopo, con fatica in un’età nella quale è molto più difficile.

ELENA BISIOPrima il liceo classico e poi Giurisprudenza. Al classico ho ap-

profondito le conoscenze umanistiche che oggi integrano il baga-glio tecnologico su cui mi sono formata. Durante gli anni di uni-

46

Page 47: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

versità si è manifestata in modo più chiaro la mia passione per ilmondo penale. L’obiettivo era diventare una specialista di analisidella scena del crimine. Lungo la strada la passione ha preso un’altradirezione: fare impresa. Ho seguito master e corsi che in paralleloall’economia e alla tecnologia mi hanno formata alla logica. Dellescienze mi è rimasto l’approccio alla vita e alle scelte. Vado a tenta-tivi. La coscienza che non ho la soluzione, ma sto cercandola, siadi fronte a un tema complesso come lanciare un nuovo prodotto,sia per scegliere dove andare in vacanza, mi consente di provare lediverse ipotesi in modo semplice e lineare. Le sottopongo a test perpoi ottenere la personale “formula matematica” delle cose. Ammet-to, senza rinunciare a una piccola dose di immancabile istinto.

FEDERICA SALADa piccola impazzivo per le luci. Non vedevo l’ora di ritirare

dalla cassetta della posta i cataloghi di mobili e arredi. Cerchiavoquelli che mi piacevano, li ritagliavo e li univo componendo nuoviambienti. Ogni volta quella era la mia casa dei sogni. Nei sogni c’eraanche qualcosa di nuovo e lontano. E cosa c’è di più “estraneo” diuna lingua straniera? Mi sono iscritta a lingue, dove ho scoperto lafilosofia che rispondeva alla mia curiosità e alle mie domande. Midivertiva scoprire che problemi e quesiti posti centinaia di anni fafossero ancora così attuali. La matematica delle forme e degli spazisi è insinuata nella creatività. E ho preso la strada del design. Crean-do un’impresa mia mi sono ritrovata anche a quantificare spese,pianificare piani finanziari, quotare preventivi, utilizzare database,ragionare per strategie. Ogni giorno continuo a imparare logica enumeri, insieme.

ELENA FAIETAHo deciso di non frequentare un liceo, bensì un istituto tecni-

co commerciale, conosciuto come ragioneria. Ho fatto questa scel-ta poiché sono da sempre appassionata di economia e dei mercati

47

Page 48: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

finanziari. Era quindi la scuola più vicina ai miei interessi. Ne hotanti. Divoro un libro dopo l’altro, soprattutto in estate. Arrivataquasi alla fine delle superiori, la mia passione non è cambiata: con-tinua a essere l’economia politica, la scienza che studia i meccani-smi e il funzionamento dei sistemi economici. Per l’università so-no orientata verso due corsi: Economia e Finanza e Scienze statisti-che ed economiche. Sono ancora indecisa su quale scegliere. Quelche è certo è che voglio imparare a studiare i fenomeni economicie acquisire tutti gli strumenti necessari per farlo. L’economia perquanto sia una scienza sociale, per tanti versi irrazionale e incerta, èanche e soprattutto logica e certezza. La matematica ne è alla base.Il percorso universitario che sceglierò sarà pieno di matematica edè per questo che per farlo bene voglio avere solidissime basi.

VALERIA BONILAURISono un’ingegnera atipica. Non mi sono inserita nell’ambiente

tecnico ma in quello educativo. Sono passata dal desiderio di cono-scere come funzionano le cose alla scoperta di come “funzionano”le persone. Sarà perché da piccola avevo una passione smodata per ilLego. Sono grata ai miei studi logico-matematici perché mi hannodato un metodo nell’affrontare progetti e problemi. Ho frequenta-to un liceo classico ma sperimentale durante il quale ho studiatoanche diritto, economia e matematica finanziaria (oltre a greco, la-tino...). Tante ore di lezione, ma mi hanno permesso di ampliare imiei interessi e iniziare a capire come “gira il fumo” in un’azienda.Amavo la matematica, certo, con una mamma prof di matematicapiù che una preferenza era qualcosa di genetico. All’università hofrequentato Ingegneria delle Telecomunicazioni al Politecnico diMilano. Non ho mai avuto dubbi sulla facoltà, magari su quale in-dirizzo. Ho scelto quello in cui vedevo maggiori prospettive di svi-luppo tecnologico. Contando che dal GSM del 1999 siamo arrivatial 5G direi che l’intuizione era stata buona.

48

Page 49: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

DEBORA ROSCIANIAvrei voluto fare il liceo linguistico, ma ad Ancona c’era solo

una scuola privata e costosa, che la mia famiglia non si poteva per-mettere. Ho scelto l’Istituto Tecnico a indirizzo sperimentale bio-logico-sanitario. Sentivo una vocazione per l’ostetricia. In realtà eraun ripiego. A scuola, però, ho studiato anche diritto ed economia eme ne sono innamorata. Quindi ho virato. Erano gli anni ’80. Allatelevisione apparivano i primi mezzi-busti famosi, Michele Cucuz-za, Lilli Gruber. Cominciava a stuzzicarmi l’idea del giornalismo.Economia e diritto le ho scoperte e amate perché ci trovavo tantaconcretezza. Ne sentivo parlare al telegiornale. Ricordo ancora l’e-mozione dell’esame di Economia dato a maggio, e proprio dopoqualche giorno sono state pubblicate le Considerazioni Finali delGovernatore di Banca d’Italia. Mi sembrava di rileggere tutto quel-lo che avevo studiato.

Scrivevo bene e insegnanti lungimiranti mi hanno spinto a guar-dare in me stessa: “Tu Debora puoi fare quello che vuoi”, mi dice-vano. Mi ricordo ancora la chiacchierata con la Professoressa Ho-norati di Diritto. Le confesso che vorrei fare giornalismo, ma nonsapevo da dove iniziare. Ho scelto Scienze Politiche a Macerata. In-tanto, per mantenermi, ho scritto a una televisione locale, TVRSdi Recanati. Mi prendono subito e inizio a lavorare dodici ore algiorno, sette giorni su sette. Dopo 12 esami a 25 anni, dopo averstudiato di notte e aver passato tutti gli esami di economia, mollol’università e vado a Milano. Non aver completato gli studi resta unmio grande cruccio, ma dico sempre che ho frequentato l’univer-sità della vita. La matematica è la grande occasione perduta. Avreidovuto studiarla di più e meglio a scuola. Nella mia professione misono d’aiuto la proprietà di linguaggio, l’intuizione, la velocità diragionamento. Sono proprio competenze matematiche.

PAOLA SCHWIZERHo studiato al liceo scientifico della Scuola Svizzera di Milano.

49

Page 50: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Mio papà non mi aveva dato molte alternative. Adoravo la mate-matica. Ogni giorno, finito di studiare storia, letteratura, filosofia,ripassavo matematica. Fare esercizi era il mio modo per rilassarmi.Ho studiato Economia Aziendale alla Bocconi di Milano. Negli an-ni ’80, il sistema finanziario era in gran fermento e in un processodi profonda trasformazione e innovazione. Mi interessava capirnedi più. In finanza, la materia di cui mi occupo oggi, la matematica èalla base delle principali scelte degli intermediari e degli investitori.È il principio del pensiero razionale. La capacità di ragionare aiutaad affrontare con consapevolezza le proprie passioni, senza perdersi,a misurare le conseguenze delle proprie azioni, a stimare il rischioe ad analizzare gli errori.

CLAUDIA SEGREAlle superiori amavo francese e storia, anche perché avevo pro-

fessori appassionati e coinvolgenti. Mi ero iscritta a Ragioneria ePerito Commerciale perché volevo aiutare la mia famiglia e trovareun lavoro che mi permettesse di avere un’indipendenza economica.Poi ho scelto la facoltà di Scienze Politiche con indirizzo economi-co internazionale. Mi appassionavano le correlazioni economiche estoriche tra Paesi e la vita politica nei secoli. Storia e calcolo hannoformato i miei percorsi di pensiero, grazie anche a esami difficilicome Statistica Economica con un insegnante mitico: AlessandroPasserin D’Entreves, capace di rendere semplice, quasi come un li-bro per bambini, un testo e un programma ostico e complesso.

MONICA D’ASCENZOItaliano era la mia materia preferita al Liceo, ma matematica e fi-

sica erano le più stimolanti, anche grazie al professor Fregoni che inquinta lavorò un anno per portarci a capire che cos’è l’entropia. Hoscelto di laurearmi in Lettere, indirizzo filologico letterario, perchéda grande volevo fare la giornalista. Con il senno di poi, se avessistudiato economia sarebbe stato più semplice diventare giornalista

50

Page 51: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

finanziaria, quale sono. Senza le basi del liceo scientifico avrei dav-vero avuto problemi a passare da Dante al bilancio di una societàquotata.

GAELA BERNINIAmo la filosofia perché ho avuto la fortuna di avere come pro-

fessore gli ultimi anni di liceo il prof Massimo Recalcati, a riprovache un insegnante appassionato diviene un grande maestro. Pur-troppo non è andata così bene per matematica e fisica. Nonostantequesto, dopo il liceo linguistico sperimentale che aveva in program-ma materie scientifiche, ho scelto la facoltà di Economia e Com-mercio perché volevo comprendere gli equilibri internazionali e inparticolare le ragioni delle disuguaglianze che hanno più dimensio-ni, quindi tanto socio-economiche quanto dipendenti da percorsistorico-culturali. Le conoscenze logico–matematiche sono state im-portanti per affrontare qualsiasi scelta. Quando mi trovo di frontea problemi complessi cerco di scomporli in sotto problemi ai qualitrovare singole soluzioni assegnando, ove possibile, una dimensionequantitativa. Il tutto per meglio comprendere cause ed effetti. Lascelta formativa deve quindi tenere presente sia la professione chesi desidera svolgere sia le condizioni occupazionali. Per dirla con inumeri, bisogna misurare il tasso di occupazione del corso di studie il tempo per trovare lavoro. Lo definirei il metodo scientifico ap-plicato ai talenti che non è esercizio semplice ma di grande impor-tanza per pesare le possibilità. Un mix tra algebra e probabilità.

FRANCESCA DOMINICIDopo il liceo scientifico ho frequentato La Sapienza di Roma

e mi sono iscritta alla Facoltà di Statistica. Ho scelto statistica per-ché avevo la passione della matematica, ma cercavo una disciplinache potesse darmi l’opportunità di applicare concetti di matema-tica e probabilità per risolvere problemi concreti e importanti. Laconoscenza della logica e del pensiero deduttivo hanno contribuito

51

Page 52: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

tantissimo nella mia formazione, molto di più della conoscenza didettagli matematici.

ELIANA SALVIEro molto confusa sul percorso da intraprendere dopo il liceo.

Ero brava in greco, ne amavo la cultura, i miti, e la lingua. L’amoreper la Grecia è rimasto con me, non passa estate che io non torniin quella terra. Ma che mestiere avrei potuto fare? Nei test attitudi-nali mi dicevano che sarei stata una bravissima e appassionata inse-gnante di fitness. Avrei dovuto iscrivermi all’ISEF. Mio padre che èmedico, però, mi ha spinto a studiare tutta l’estate per il test di me-dicina, che ho passato. E rifiutato. Avrei voluto frequentare Scien-ze Della Comunicazione ma mi sembrava poco formativo. Alla fi-ne sono approdata a Economia Internazionale in Inglese in Bocco-ni. Decisione presa una settimana prima che l’Università iniziasse.Non mi sono pentita, anzi. Non credo fossi portata per altri lavo-ri. Sia durante l’università sia nel primo importante impiego comeFinance Manager, ho lavorato moltissimo con i numeri. E tutt’oraper me è fondamentale saperli maneggiare.

MELISSA PERETTIMi occupo di economia, una scienza che parla della vita, delle

abitudini, dei desideri delle persone. I numeri raccontando la real-tà, non sono altro che un modo di leggere e capire meglio i feno-meni. Ci sono arrivata attraverso il liceo classico che mi ha insegna-to a ragionare, ad approcciare problemi complessi con l’analisi e lalogica, che poi mi è servita all’università con materie scientifichecome matematica o statistica. Andavo bene in greco e filosofia, mipiacevano i classici, soprattutto il V° secolo. Non mi ha impeditodi scegliere Economia. Non sapevo cosa volevo fare dopo, ho sceltoquindi un corso di laurea che pensavo mi avrebbe aperto più porte.

CRISTINA BOMBELLI

52

Page 53: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

La logica è la base del mio lavoro: mi piace insegnare e sonomolto contenta quando le persone mi seguono in un percorso lo-gico, che è strategia di apprendimento, e un modo di osservare larealtà e di trarne conseguenze.

Non ho frequentato il liceo, ma mi sono diplomata perito chi-mico. Non c’erano ragazze. Siamo state le prime quattro in unascuola considerata adatta solo ai maschi. Ne parlò persino il quo-tidiano locale con tanto di foto. La scelta era dettata dal desideriodi trovare rapidamente lavoro, perché i miei non potevano mante-nermi all’università, e mi sembrava che la chimica fosse la materiadel futuro. La cosa funzionò, tanto che diplomata a luglio, a otto-bre già lavoravo in un’azienda di resine: controllo prodotto finito ematerie prime. Ho sempre avuto una passione per le parole, per laloro organizzazione e per le emozioni che sanno suscitare. La miamateria preferita era italiano. Nei compiti in classe riuscivo a faredue, a volte tre temi. Il mio e un paio di altri per i miei compagniche avevano difficoltà, di solito uomini. In compenso, nonostanteuna scuola tecnica, confesso la mia difficoltà con la matematica. Lachimica in fondo era diversa: si trattava più di logica. All’universitàpoi ho scelto filosofia, convinta che avrei fatto il perito chimico pertutta la vita e che l’università sarebbe un luogo di studio, un pia-cere personale e non una professione. Invece la vita fa molti scher-zi e l’azienda per cui lavoravo ha chiuso. Giusto poco prima dellalaurea. Come sempre una difficoltà si può tradurre in opportunità.Ed è stata l’occasione per chiedermi cosa mi sarebbe piaciuto farerealmente. Il mio rimpianto è non aver fatto pace con la matema-tica, perché sono convinta che se avessi avuto più determinazionee qualche “mentore” più efficace, non avrei avuto le difficoltà cheho incontrato.

MIRTA MICHILLISi tende a sottovalutare l’aspetto formativo della matematica: è

una disciplina che richiede rigore, concentrazione, metodo, atten-

53

Page 54: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

zione ai passaggi. Ma poi che gratificazione vedere i risultati. So-prattutto quando si guida un team o un‘intera organizzazione. Lamatematica è un vero e proprio allenamento alle sfide. Mi era chiarogià al liceo, lo scientifico, dove era la mia materia preferita. Mi sonopoi iscritta a Scienze dell’Informazione all’Università di Pisa. Era ilpercorso più naturale. La matematica da gioco si è trasformata inpassione e poi in lavoro. Dopo gli studi, ho sempre lavorato tra lenuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

GAIA ELISA ROSSINon ho ancora le idee chiare, ma credo di essere portata per la

comunicazione. Frequento il liceo classico con un indirizzo scola-stico che offre ore extracurricolari di attualità e tecniche base deimedia. Adoro l’Italiano, mi piace scrivere, leggere e tutto ciò cheè letteratura. Considero l’inglese e le lingue in generale una parteimportante della vita. Non è che non mi piacciano la matematica ele materie scientifiche, anzi al contrario vado abbastanza bene. So-lo che non le sento mie come le materie umanistiche. Nonostantequesto il pallino della matematica c’è. Ho scoperto un’area dettamagia matematica che applica le formule ai numeri con dadi e pal-line. Mi incuriosiscono i giochi di prestigio e come sono costruiti.

CLAUDIA PINGUEI ragionamenti logico-matematici mi hanno sempre rassicurata.

Al liceo Matematica e Fisica sul podio erano le materie che preferi-vo. Mi sono poi iscritta a Ingegneria delle Telecomunicazioni per-ché era appena nato Internet. Era il 1998.

Queste materie sono state un’importante base per sviluppare ilproblem solving tecnico e il metodo nella gestione di progetti com-plessi che affronto oggi. Ho dovuto lavorare poi per affiancare aqueste il mondo delle intelligenze emotive, da cui derivano le co-siddette soft skill, competenze di relazione necessario complementoalle hard skill.

54

Page 55: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

BENEDETTA ARESE LUCININon mi è mai piaciuto studiare. Matematica, però, la capivo al

volo. Andavo bene e stavo poco sui libri. Sin da piccola dicevo chevolevo lavorare nel mondo, ho puntato a perfezionare l’inglese con-tinuando il liceo all’International School of Milan. Poi la Bocconi,Economia Internazionale, dove c’era il primo corso in inglese inse-gnato da professori provenienti da altre business school di prestigio.Ho concluso in Irlanda il biennio riconosciuto anche in Italia. Emi sono specializzata in Matematica Finanziaria. Dopo tre anni dilavoro nella city londinese in una banca di investimento ho decisodi tornare a studiare e ho scelto un MBA, alla New York Universitycon una specializzazione in Media, Tech e Entrepreneurship. Nonuso abitualmente teoremi matematici per risolvere problemi lavo-rativi ma mi hanno formato una mentalità logica. È quella capacitàdi affrontare situazioni anche difficili, analizzarle per prendere de-cisioni e avere gli strumenti e le ragioni per continuare a supportar-le, non irrigidendomi negli schemi ma trovando le strade per farleevolvere.

GIOVANNA MARENASono cresciuta in quegli anni e in quegli ambienti in cui per al-

cuni studenti esisteva solo “il classico”. Liceo che approvai anch’iocon grande entusiasmo (condizionata o frutto di libero arbitrio, an-cora non lo so). Il ginnasio fu una tragedia. Al liceo, invece, mi esal-tai per fisica tanto che la scelsi come seconda materia alla maturità.Peccato che poi me la cambiarono con filosofia, ahimè. La scelta diFisica all’università sembrava un passaggio naturale. Dopo qualchemese, però, su un esame più complesso di altri ho capito che avevotroppe passioni per materie diverse per specializzarmi così tanto. Lamia facoltà ideale sarebbe stata “Tuttologia” e quindi, con granderammarico e critiche di tutti, mi sono iscritta a Scienze Politiche.Finalmente avrei potuto studiare economia, sociologia, diritto, re-lazioni internazionali, storia e chi più ne ha più ne metta. Mi resta

55

Page 56: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

un rammarico, non aver approfondito le materie scientifiche peraffrontare alcune sfide che mi sono capitate. Non è mai stato trop-po tardi per studiare, solo più difficile. Ma studio, studio ancora.

OLIMPIA DI VENUTASul liceo, ho fatto una scelta di “rottura” con la mia famiglia.

Scientifico, considerato di serie “B” dai miei genitori, entrambi consolide basi umanistiche. Mio padre, matematico di professione, siera diplomato al classico e considerava lo studio delle lingue anti-che propedeutico a sviluppare una buona capacità logica. Ho scel-to lo scientifico per il bisogno di provare la mia indipendenza e so-prattutto perché lo consideravo più “moderno” e completo rispet-to alla formazione che mi avrebbe dato il classico. Durante le supe-riori mi piaceva, ma non ero completamente ricambiata, la mate-matica. Adoravo risolvere i problemi, anche se mi arrabbiavo fero-cemente quando non riuscivo a trovare la soluzione. Ho scopertopoi, in ritardo, un’attitudine per la filosofia. C’è un nesso fortissi-mo tra filosofia e matematica. Si racconta che Platone abbia fattoscrivere sull’ingresso della sua Accademia “non entri chi non sa lamatematica” per sottolineare l’importanza della comunicazione trale due discipline. La filosofia nasce per l’irruzione della razionalitànelle spiegazioni che diamo del mondo e la conduce naturalmentea incrociarsi con la matematica. Forte di questi principi e quasi pergioco provai il test di ammissione alla Bocconi. Una volta selezio-nata, non me la sono sentita di rinunciare. La laurea in EconomiaAziendale, specializzazione in Intermediari Finanziari, mi ha con-sentito di trovare lavoro facilmente e in fretta, cosa fondamentaleper una ragazza alla ricerca di indipendenza economica come me.Oggi i numeri sono il mio pane, gestisco tematiche di compensa-tion e di valutazione delle performance economiche. Sono riuscita asviluppare anche le soft skill fondamentali per “fare carriera”. Nonc’è stata una disciplina che mi ha aiutato più di altre. Mi è statoutile utilizzare il metodo “sperimentale” anche nella risoluzione di

56

Page 57: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

problematiche non scientifiche: osservare con attenzione e curiosi-tà, meditare, mettere in discussione preconcetti, riuscire a guardarele cose da più punti di vista, non lasciarsi affascinare dalle primeconclusioni.

ELISABETTA CUGNASCAHo fatto l’asilo e le elementari alla Scuola Svizzera, ero quasi bi-

lingue. Il passaggio al liceo linguistico è venuto di conseguenza: sa-rebbe stato un peccato non portare avanti quelle competenze. An-che se mio padre, che aveva scelto per me quella scuola quandoavevo quattro anni, al momento di scegliere il liceo mi suggerivainvece il classico. Più “adatto”. Ho imparato a leggere con i fumettidi Asterix e il mio preferito è sempre stato “Asterix e Cleopatra”. Lastoria di un’imperatrice, le piramidi e la Sfinge mi hanno talmenteincuriosita che il primo viaggio fatto con i miei genitori è stato unacrociera sul Nilo. Storia e storia dell’arte sono diventate le mie ma-terie. Il desiderio di essere autonoma e indipendente è stato, però,più forte al momento della scelta universitaria. Una laurea in eco-nomia dà qualche ragionevole certezza in più che una in storia, an-che se mi aveva molto tentato. Lavoro in finanza e quindi maneggionumeri ogni giorno anche se sono stata bocciata diverse volte all’e-same di matematica. E ho pietito il 18 a Statistica, l’ultimo esamepassato pochi giorni prima di partire per la Germania con una borsadi studio per la tesi. La logica, intesa come “forma mentis” è statafondamentale: analizzare le situazioni, capire i pro e contro, cercaredi intuire le possibili conseguenze sono meccanismi fondamentalinella mia professione.

ALESSANDRA ANTONETTISono laureata in Architettura. È stata una scelta della mia fami-

glia a dire il vero, ma la rifarei. Mi ha insegnato a guardarmi attornoin modo diverso, a dare attenzione a ogni piccolo dettaglio e mi hadato la libertà di disegnare e realizzare qualsiasi cosa di cui abbia bi-

57

Page 58: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

sogno. L’approccio scientifico applicato a una mia idea mi ha per-messo di investire nel futuro. Ho costruito con l’aiuto di un’amicail primo circuito in grado di testare quella che era solo un’intuizio-ne, disegnare oggetti intelligenti e indossabili. Una volta provatoche era possibile, ho fatto partire il progetto con l’aiuto di ingegneried esperti. Non è necessario avere competenze su tutto, ma saperneabbastanza per capire che si ha bisogno di aiuto e scegliere chi ha lemigliori competenze che dialoghino con le tue.

RAFFAELLA PISANÒProvare a risolvere problematiche complesse tipiche della mate-

matica è una sfida continua. Le tematiche di natura logico-scienti-fica mi hanno attratto già dal liceo. E così ho frequentato Ingegne-ria gestionale con indirizzo Direzione d’impresa. Era una facoltàappena creata e poco conosciuta quando ho iniziato. Mi colpiva ilmix tra le materie tecniche di ingegneria e le tematiche economi-che gestionali. Sono state indispensabili nella mia formazione perintraprendere la carriera manageriale in azienda, soprattutto, perottenere credibilità all’inizio.

ROBERTA BERLINGHIERIGli analytics, la capacità di analizzare dati e informazioni per

trasformarli in proposte di azione, sono alla base della consulenza.Guardare i fatti in maniera oggettiva è cruciale per avere il corag-gio di cambiare e per farlo in sicurezza. Avevo fatto il liceo scien-tifico perché non volevo studiare il greco, ma mi appassionavanole materie umanistiche, mi piaceva scrivere. Quando ho capito chenon sarei mai diventata una famosa giornalista, mi sono iscritta allaBocconi.

JESSICA SPINAAmavo sia le materie umanistiche, in particolare letteratura, sia

quelle scientifiche, soprattutto matematica. Mi ha sempre mosso la

58

Page 59: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

convinzione che la formazione, per essere completa, non possa pre-scindere da uno dei due filoni poiché sono complementari e ugual-mente necessari. Usano linguaggi e idiomi diversi per uno scopocomune: descrivere la realtà delle cose e dell’uomo, il loro essere efunzionare. E questa convinzione mi ha accompagnata nella sceltadel liceo scientifico e di Economia Politica in Bocconi, con una tesiin Matematica Finanziaria. L’uso delle conoscenze logico-matema-tiche è stato fondamentale per la mia carriera. Ho iniziato a lavorarecome analista finanziaria, passando poi dal corporate finance e ap-prodando alla mia attuale occupazione: responsabile delle relazionicon gli investitori istituzionali, coloro che proprio in base a valu-tazioni matematiche decidono se acquistare o meno i nostri titoliazionari e obbligazionari. Sono responsabile di un’area che valutacome sviluppare, in base anche a modelli matematici e di sostenibi-lità, le attività del gruppo. Le conoscenze logico-matematico-eco-nomiche sono fondamentali anche nella vita privata: come stipula-re un mutuo? Come calcolare la convenienza di acquisti grandi epiccoli? Come programmare un viaggio? Come investire i propririsparmi? Buona parte del processo di emancipazione della donnapassa anche attraverso l’acquisizione di queste competenze. Sugge-rirei un corso di economia domestica obbligatorio in tutti gli ordiniscolastici, per entrambi i generi.

RICCARDA ZEZZAMi sono laureata, dopo il classico, in Scienze della Comunica-

zione. Italiano, latino e greco erano le mie materie. Scrivere e leg-gere era la mia passione e farne un mestiere era un vero sogno. Lematematiche, le scienze e le tecnologie erano uno strumento: uncolpo d’occhio sui numeri e sulle forme mi aiuta ad avere una vi-sione dell’insieme e dei dettagli allo stesso tempo.

MARINA BROGIPenso molto. Sono figlia di un ingegnere che non ha voluto fa-

59

Page 60: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

cessi ingegneria, ma mi sono sempre interrogata su come riuscirea convincerlo della bontà delle mie idee e del percorso logico cheseguivano: “supporting evidence” e sintesi erano alla base delle mieconversazioni con lui. Ho frequentato le scuole in Inghilterra, dovesi sostenevano gli O (Ordinary) Level e poi gli A (Advanced) Leveled è lì che ho approcciato la fisica, la matematica e la chimica, la miapreferita. Una vera formazione scientifica che pensavo mi portassea Ingegneria. Mi sono iscritta, invece alla Bocconi, in realtà mi haiscritto mio papà. Avrei voluto fare altro ma mi sono trovata beneanche con l’economia. E non ho più pensato di cambiare. Andan-do avanti, poi, ho scoperto che il metodo delle conversazioni conmio padre funzionava anche nel mondo del lavoro e nelle relazio-ni. Cerco di comprendere le motivazioni e la logica che sta sotto icomportamenti. Aiuta a capire gli altri e la comprensione di chi cicirconda è la premessa per condividere qualsiasi attività umana.

CRISTINA NUNEZVolevo diventare ingegnere aeronautico. Negli anni in cui ho

studiato in Spagna c’erano solo le Lettere o le Scienze. Ho sceltole Scienze. A insegnare le matematiche c’era un prof. bravissimo.Me le ha fatte letteralmente adorare. In più era bellissimo, aveva icapelli lunghi neri e la barba folta e aveva un’energia incredibile.Era di sinistra e approfittava di qualunque occasione per parlare dipolitica, in una Spagna del dopo franchismo ne eravamo assetati.Non ho frequentato l’università perché a 15 anni ho iniziato a farmidi eroina, fino ai 20. Dopo che ne sono uscita, ho finito gli studisuperiori in una scuola serale. Il prof di storia era quello bravo eappassionato e io pensavo di studiare storia. Poi ho cambiato idea.Mi sono iscritta a un corso triennale dell’università di Cambridgeal British Institute di Barcellona, ho fatto due anni e poi ho smesso,perché ho conosciuto quello che poi fu mio marito e sono venutaa vivere in Italia.

All’inizio mi lasciavo guidare dall’intuito, mi buttavo in ogni si-

60

Page 61: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

tuazione anche se la logica avrebbe consigliato di non farlo. Negliultimi dieci anni i numeri, la matematica, la logica sono diventa-te essenziali, in quanto sono un’imprenditrice, faccio progetti, pre-ventivi, giustifico le sovvenzioni e le borse, faccio quadrare i conti.Però continuo a farmi guidare dall’intuito, infatti mi succede ognitanto di sbagliare i conti, finire per lavorare per meno di quello chepensavo, o spendere troppo e poi pentirmene. Niente di grave. Lo-gicamente, riprendo dal punto che mi sembra più corretto.

ANNA ZATTONISto rifacendo la prima elementare per la terza volta e la prima

media per la seconda. E ancora, come quando andavo a scuola, ma-tematica e fisica sono le materie che più mi divertono mentre aiutoi miei figli a fare i compiti. Ho frequentato il liceo scientifico, unapioniera nella mia famiglia dove tutti hanno fatto il classico. Me-rito della professoressa di matematica delle medie, aveva intuito ilmio talento matematico e mi interrogava tutti i giorni. E per me eraun piacere. Inizialmente volevo scegliere Economia e Commercioperché mi sembrava una facoltà più adatta a una ragazza, ma graziealla “spinta gentile” di quella prof ho poi deciso di orientarmi versoIngegneria. Dopo il biennio, che ai tempi era uguale per tutti, conpiù consapevolezza e grazie al confronto con amici più grandi hopuntato su Ingegneria Meccanica, a Bologna. La matematica resta laforma dei mie pensieri, mi aiuta a trasformare i problemi complessiin soluzioni semplici e attuabili. La logica è il meccanismo con cuiconnetto elementi diversi per trovare soluzioni creative. Restandoun’ingegnera.

CRISTINA ANGELILLOA 14 anni avevo le idee chiare: il mio amore per la matemati-

ca era sbocciato e non avrei potuto scegliere altro. In realtà si con-tagiava con tutte le materie basate sul ragionamento logico, comeil latino, la filosofia e la fisica. A 19 anni non ero cambiata. Non

61

Page 62: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

ho avuto alcun dubbio: sarei diventata ingegnera. Ingegneria delletelecomunicazioni mi ha subito conquistata perché mi faceva im-pazzire la sola idea di capire cosa ci fosse dietro a quei cellulari cheerano già diventati parte delle nostre vite. Rispolverando proprio lecompetenze di sviluppo acquisite all’università ho sviluppato, qua-si da sola, la nostra prima app e quindi a mettere sul mercato unprimo prodotto senza investimenti, ma soltanto investendo il miotempo e le mie forze. Senza il mio know-how tecnico sicuramentenon avrei potuto.

BARBARA FALCOMERI miei genitori hanno scelto per me l’istituto tecnico commer-

ciale, io avrei voluto fare il liceo classico. Ho trasformato la frustra-zione in impegno a prendere il meglio da questa scelta non mia.Devo la scoperta della matematica e l’apprezzamento per le materietecniche, tra le quali chimica, a professori capaci di appassionarmi.Ero portata per letteratura e lingue straniere, però riuscivo moltobene anche in matematica e in ragioneria. Non immaginavo allo-ra quanto mi sarebbero state utili. Dopo il diploma, soddisfatti igenitori, ho deciso io l’indirizzo di studi e ho scelto Lingue e Let-terature straniere a Venezia, dove insegnavano professori che perme erano veri e propri miti. Sono sempre stata attratta da storie eculture di Paesi diversi e credo che la conoscenza della lingua sia lachiave per capire altri mondi. Devo allo studio della letteratura e fi-losofia tedesca l’apertura di pensiero e la creatività organizzata. Unadelle esperienze che ricordo con maggiore gioia è l’insegnamentodell’italiano in Germania e in Austria dove ho vissuto con borse distudio. Quando ho finito l’università era più semplice trovare lavo-ro che iscriversi a un master. E se eri preparata e intraprendente,anche poterlo scegliere. Lavorare appena finiti gli studi mi ha spin-to a proseguire con ulteriore formazione e approfondimenti. Il miocarattere perfezionista mi ha condotto a un Master (in Marketing eComunicazione) dove ho ripreso in mano conti economici e bud-

62

Page 63: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

get (dai tempi dell’istituto tecnico) fondamentali nella gestione diuna linea di prodotto e durante il quale ho capito cosa “volevo fareda grande”. Un altro momento formativo è stato l’Executive Pro-gram all’INSEAD che ha migliorato la mia visione sistemica e miha consolidato nel management e nell’organizzazione, fondamen-tali sempre (anche da mamma!). La matematica rimane per me or-dine e rigore. E poiché sono naturalmente creativa e “liquida” at-tingo a piene mani nei suoi algoritmi per strutturare pensieri, deci-sioni, azioni.

SVEVA SEVERISono laureata in Economia Aziendale alla Bocconi di Milano.

Volevo conseguire una laurea che mi consentisse di lavorare ed esse-re economicamente indipendente il più rapidamente possibile, per-ché solo così mi sarei sentita veramente libera di decidere della miavita. Al liceo, il classico, mi piacevano le traduzioni dal greco e dallatino all’italiano. Occorreva prima di tutto avere logica, la stessache mi è servita all’università. Nonostante la preferenza per le ma-terie umanistiche, la scelta di una facoltà scientifica non mi ha crea-to problemi. Ho superato brillantemente al primo tentativo anchegli esami di analisi e contabilità. Se si mette passione in ciò che sifa si può riuscire in tutto e studio e lavoro diventano più piacevoli.E quella passione mi ha portato a scegliere una professione e unacarriera con aspetti molto quantitativi, dall’analisi di bilancio all’e-laborazione dei dati.

LUCIA BONANNIAl liceo, lo scientifico, mi piaceva arrivare a dimostrare un teo-

rema o risolvere un esercizio complicato. Mi interessava cercare dirispondere alle grandi domande di sempre e dare un metodo al co-noscere, quello che fa la filosofia.

Ho frequentato Scienze Statistiche ed Economiche, all’Univer-sità di Bologna. Volevo continuare a studiare matematica e le me-

63

Page 64: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

todologie di analisi dei dati. Pensavo che ampliare la mia forma-zione anche a materie economiche mi avrebbe aiutato nel trovareun buon lavoro. Mi sono sempre occupata di analisi: serie storichedi dati finanziari, dati di acquisti di prodotti online e di visualizza-zione di contenuti digitali. Settori diversi che richiedono l’applica-zione di metodologie e strumenti di analisi quantitative: quali daticonsiderare ed estrarre dai database, quali chiavi di lettura seguiree come elaborarli, quali indicatori e quali modelli costruire, comeinterpretare i risultati e come impostare le attività future.

MARINELLA SOLDIHo studiato in Inghilterra. Ho scelto un percorso di studi che in-

cludesse materie umanistiche, ma anche matematica ed economia,per avere una preparazione più completa. Mi interessava Geografiaumana, la branca della geografia che include aspetti culturali, eco-nomici, sociali e politici. Ho scelto la London School of Economicsperché è un’università fra le migliori al mondo, con un respiro eun ambiente molto internazionale. Inoltre, prevedeva una varietà dicorsi in scienze sociali e offriva numerose specializzazioni di laurea.E si distingueva per il profilo elevatissimo dei docenti. Dopo averottenuto il BSc in Economia ho iniziato la carriera professionalein McKinsey, lavorando come consulente strategico per tre anni aLondra e in Italia. Alla fine di questa esperienza, mi sono iscrittaall’MBA di INSEAD, con le stesse motivazioni per cui avevo scel-to la London School of Economics anni prima. Gli studi che hoseguito mi hanno dato un approccio equilibrato alle scelte che hodovuto fare. La logica è una skill meravigliosa.

LORENZA PIGOZZIFin da bambina avevo la vocazione all’insegnamento, volevo di-

ventare maestra di scuola elementare. Ho scelto la scuola magistra-le. Durante le superiori l’amore per le materie letterarie mi ha tal-mente rapito che ho deciso di continuare il percorso in università.

64

Page 65: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Mi sono iscritta a Lingue e Letterature straniere con indirizzo filo-logico letterario alla Cattolica di Milano. Non riuscivo a stare lon-tana da libri e poesie, quindi ho fatto in modo che la mia passionediventasse parte del mio percorso di studio. Nel settore della Co-municazione le conoscenze logico-matematiche possono sembrarepoco importanti. È il contrario. Sono fondamentali nella comuni-cazione corporate e finanziaria, dove le parole raccontano i numeri.Soprattutto la logica mi guida nel mio ruolo di responsabilità nelgestire progetti e persone.

ELENA FAVILLINel mondo delle startup si dice, “if you can’t measure it, it doe-

sn’t exist” (se non puoi misurarlo, non esiste). Significa che qual-siasi cosa tu faccia per migliorare il tuo prodotto, da un progetto didesign all’impostazione di una mail, devi essere in grado di misu-rarne l’efficacia in termini statisticamente rilevanti. Altrimenti staisolo sparando nel buio. Ecco per me, che ho frequentato il liceolinguistico e poi studiato semeiotica a Bologna con Umberto Eco,questo è matematica. Le abilità analitiche che mi danno una marciain più nel lavoro.

FRANCESCA PATELLANIA essere sincera non ho scelto io il liceo. Sono stata indirizza-

ta dalla mia famiglia al classico, considerato come unica scelta per-corribile. La mia passione per le materie scientifiche è sempre stataforte. Ho anche scoperto, però, l’enorme valore che lo studio di al-tre discipline, apparentemente lontane da un’applicazione praticacome il greco, porta allo sviluppo di capacità di sintesi, di logica emetodo nell’approcciare i problemi. La materia che più mi diverti-va restava comunque matematica. E la scelta dell’università è statafinalmente dettata dalla passione. Ho frequentato Matematica allaStatale di Milano. Dopo gli studi classici avevo la curiosità di ap-profondirla. Non pensavo alle possibilità future, al mondo del la-

65

Page 66: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

voro e a quale attività avrei poi svolto. Volevo solo soddisfare la miacuriosità e seguire la mia attitudine. Oggi credo, invece, che in uncontesto economico differente sia importante orientarsi sin dall’i-nizio a un percorso di studi che offra maggiori garanzie occupazio-nali, come le STEM. La capacità di affrontare in modo strutturatoqualsiasi problema, di analizzarlo e di sintetizzarne le evidenze sisviluppa grazie alle esperienze professionali, ma è con lo studio chesi pongono le basi. Le scuole che ho frequentato hanno contribui-to significativamente allo sviluppo di queste capacità che adesso mipermettono di affrontare con confidenza e serenità momenti deci-sionali complessi e di interpretare al meglio il ruolo che ricopro.

MIRIAM CRESTALa scelta era difficile. Oscillavo tra liceo classico e scientifico.

Poi sono stati fondamentali il confronto con alcuni professori e iconsigli di mio padre, che mi portarono consapevolmente a decide-re per lo scientifico dove avrei imparato anche una lingua stranie-ra. Con il senno di poi, questa scelta mi ha consentito di entrarein contesti internazionali. Il veicolo di apprendimento più potenteper me è sempre stato il modo in cui l’insegnante mi trasmettevail suo sapere, non il sapere in se stesso. Solo negli anni universita-ri mi sono resa conto dell’influenza del mio docente di storia. Miaveva trasmesso l’interesse ad approfondire la contemporaneità conun approccio olistico, tra tecnologia, cultura, geografia e interpre-tazione dei dati. Allo stesso tempo mi aveva fatto capire che percomprendere i cambiamenti è fondamentale leggere e interpretarei “dati” con valutazione statistiche. Ho frequentato Lettere a Mi-lano all’Università Statale e mi sono laureata con una tesi a metàtra economia, statistica e storia. Ho trascorso sei mesi immersa ainterpretare i movimenti di tre generazioni di una comunità di fa-miglie di mugnai dell’alto milanese. La storia di donne e di uomini,intrecciata con l’evoluzione tecnologica che allora erano solo unacuriosità, sono diventati l’attuale interesse professionale per la pro-

66

Page 67: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

mozione dell’autoimprenditorialità. Ho sempre lavorato in progettiseguendoli dalla fase di startup a quella di consolidamento. Il con-fronto con altri modelli di business, l’analisi delle scelte decisiona-li e del loro impatto si comprendono più facilmente analizzandodati economici e macro tendenze. Nelle valutazioni sull’esito deipropri interventi risulta, infine, fondamentale misurare e integrareelementi qualitativi e quantitativi. Saperli leggere e interpretare èdeterminante per comunicare i risultati della propria attività.

CHIARA BESSII numeri sono la base del mio lavoro, direi il mio pane quotidia-

no. Aldilà della matematica finanziaria necessaria per la gestione deiportafogli, l’andamento dei mercati finanziari ha un fondamentologico. Mi hanno sempre affascinato i ragionamenti e le deduzionidei grandi filosofi greci, diciamo che avevo il pallino della filosofia.Ho comunque frequentato l’università Bocconi perché non avevole idee chiare su quale percorso di carriera intraprendere per cuiho optato per un corso universitario in grado di aprirmi più portepossibili.

LINDA IERARDIQuando frequentavo le scuole medie avevo ottimi voti in tutte

le materie. Mi piacevano le lingue straniere, il disegno architettoni-co e la storia dell’arte, la chimica. La matematica no. La prof d’ita-liano insisteva perché scegliessi il classico. La mia mente, lo sapevogià allora, aveva forma scientifica, non ho mai amato filosofeggiaresulle questioni della vita, sono sempre andata dritta al punto speri-mentando, verificando e confermando o confutando. Sono passa-ta da Lingue e Letterature Straniere a Giurisprudenza sentendomisempre un pesce fuor d’acqua, poi, dopo aver brillantemente supe-rato il concorso per insegnare nella scuola primaria, ho capito cheavrei fatto la maestra. Ho iniziato questo lavoro quasi per gioco eper rendermi indipendente. Non avevo messo in conto che il mio

67

Page 68: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

destino era già segnato, che mi sarei appassionata così tanto da co-minciare a studiare da autodidatta, senza ahimè arrivare a nessunalaurea. Oggi insegno matematica alle elementari e solo da una de-cina di anni mi interesso di tecnologie per passione.

CHIARA MAFFIOLETTILa matematica al liceo era stimolante. Aprire il librone con gli

esercizi era uno sforzo ogni volta. Ma poi, incredibilmente dopo losconforto iniziale, finivo per prenderci gusto. E ogni volta mi stupi-vo. Mi stupiva il fatto di trovare qualcosa di poetico in alcuni eser-cizi. Forse ero solo io... Allo stesso modo mi ha intrigato un libro difisica (quantistica), Il mondo dei quanti di Kenneth W. Ford: spie-ga i concetti universali e spinge a interrogativi filosofici che difficil-mente altri libri riescono a suggerire, come l’eternità della materia.In genere, però, considero la matematica una materia scolastica. Emi fa arrabbiare. Tutte le volte che mi ha fatto sentire il peso deimiei limiti.

IMMACOLATA GARZILLISin dalle medie ho amato matematica, anche se mi piacevano

letteratura e le materie artistiche. E all’università ho continuato conMatematica perché il mondo astratto di questa materia mi affasci-nava nonostante non riuscissi a capire come tanta complessità po-tesse essere utilizzata nella vita quotidiana.

ELENA SASSIAllo scientifico adoravo dimostrare i teoremi e mi piaceva l’idea

di trasformare in qualcosa di tangibile quello che, apparentemente,era solo teoria. Nei primi anni ero interessata soprattutto alla ma-tematica, poi mi sono appassionata alla letteratura francese, anchegrazie a un’insegnante che ha saputo farmi amare gli autori, comeindividui, con le loro fragilità e debolezze. Mi sono iscritta a Econo-mia e Commercio spinta dalla curiosità di conoscere i meccanismi

68

Page 69: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

delle realtà chiamate “aziende”. Erano gli anni ’80, gli anni dellapubblicità, del mito della Coca-Cola e della gomma del ponte (ildestino mi ha portato a fare la product manager proprio di Broo-klyn) e mi affascinava capire come si potevano costruire i marchi,aumentarne la notorietà e la positiva percezione da parte dei con-sumatori. Proprio per capire meglio i meccanismi della mente, misono iscritta di recente a Psicologia. Logica, numeri e senso praticosono stati fondamentali in tutte le attività lavorative che ho svolto esvolgo, soprattutto nei momenti in cui si devono prendere decisionie si ha poco tempo a disposizione.

CAROLINA GIANARDIHo ricoperto ruoli diversi. Sono stata responsabile pianificazione

e controllo, finanza, customer experience e sono stata anche diret-tore commerciale e marketing. A ogni passo i numeri hanno guida-to le mie decisioni e la mentalità analitica mi ha consentito di com-prendere e analizzare fenomeni complessi e di prendere decisionicon rapidità. Avevo deciso sin dall’inizio che le STEM sarebberostate la mia strada. Prima matematica e poi scienze naturali e chimi-ca. Mi è rimasta la passione per la geologia, i vulcani in particolare.Avrei voluto fare Ingegneria Chimica e ho partecipato alle selezionial Politecnico di Milano. Ma anche a Economia Aziendale in Boc-coni. Le ho superate entrambe. E poi? Come spesso mi accade hoscelto d’istinto Economia Aziendale. E non ho avuto ripensamenti.

PAOLA ANTONELLA MUNGOLa filosofia continua a esercitare su di me un fascino strepitoso

per la sua bellezza creativa, per la capacità di ragionamento, visionee analisi che permette di sviluppare e al contempo per la sua attua-lità, a dispetto di quello che comunemente si crede. È una materiache apre la mente, fondamentale per affrontare qualunque sfida. Èproprio quell’ampiezza che ho cercato iscrivendomi allo scientificodi cui mi piaceva la multidisciplinarietà. Ho scelto poi Giurispru-

69

Page 70: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

denza animata da forti ideali e con la convinzione che, grazie a que-sto background, avrei avuto maggiore varietà di scelta. Il pensierologico matematico è rimasto un approccio, talvolta inconscio, concui affronto le scelte personali e professionali. È un metodo utileper muoversi in argomenti tra loro anche disparati.

DONATELLA BUSSOSono cresciuta in un piccolo paese della provincia di Cuneo,

maggiore di tre figli. Terminate le scuole medie, non sapevo se sa-rei andata all’Università e scelsi l’Istituto Tecnico, per intenderciRagioneria, perché mi dava possibilità di trovare un lavoro nel casonon avessi proseguito gli studi. La mia sezione fu scelta nell’ambitodi un piano sperimentale e prevedeva ore aggiuntive di matematicae informatica. Studiare mi è sempre piaciuto. Matematica e fisicami attraevano per il rigore e la logica e non disdegnavo neppureeconomia e ragioneria che hanno poi indirizzato la scelta univer-sitaria, Economia e Commercio. La conoscenza della matematicafinanziaria, della probabilità e di altri strumenti quantitativi sononecessari anche per chi deve preparare e leggere il bilancio (e quin-di, anche per chi lo deve insegnare).

PAOLA ZUCCOLOTTOLa mia scelta dell’Università ha del paradossale. Mi divertivo a

studiare tutto. Adoravo la Biologia, la Chimica e le Scienze, maanche il Latino e le Lettere. E la Matematica, incredibile a dirsi,non era nelle prime posizioni della mia graduatoria. Certo, riuscivomolto bene, ma non potrei dire che mi divertisse. E poi mi sonoiscritta a Economia e Commercio. Un piano di studi con materieche non avevo mai affrontato. Roba da matti. Mi piaceva l’idea didiventare una manager. In quella scelta quantomeno discutibile hotrovato la mia strada. Avevo considerato la matematica poco piace-vole perché troppo speculativa, ho scoperto che gli strumenti mate-matici possono essere utili per analizzare la realtà e applicati a scopi

70

Page 71: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

conoscitivi ben precisi. Con statistica è stato amore a prima vista.Dottorato di Statistica Metodologica, carriera universitaria e oggi,da studiosa della Statistica, ho il privilegio di continuare a soddisfa-re la mia inesauribile curiosità del mondo. Proprio quella per cuial liceo mi piacevano tutte le materie: le metodologie che studio sipossono applicare a svariati i campi. Mi sono addentrata nella me-dicina, nella genetica, nell’economia, nella sociologia, nella finanza,nello sport. Non mi annoio mai. Una forma mentale matematicasi applica in ogni contesto. Ripeto sempre che l’insegnamento dellalogica andrebbe potenziato nelle scuole di tutti i livelli.

BARBARA RAVERAHo frequentato Ingegneria Gestionale al Politecnico di Torino

perché, oltre alle materie tipiche di ingegneria che amavo, vi eranoanche quelle di economia, diritto e gestione d’azienda che hannocompletato la mia formazione. Grazie alla logica e alla matematicasono arrivata dove le competenze specifiche o le precedenti espe-rienze non erano sufficienti.

ANNA PAOLA IONNAAllo scientifico ero forte in letteratura italiana, matematica e in-

glese. Ho frequentato l’Università Bocconi, con una tesi di laureasui “Mercati finanziari internazionali”. Provenendo dalla provincia,sentivo il bisogno di studiare in una città con un’ampia offerta cul-turale, in grado di offrirmi un lavoro interessante e darmi l’oppor-tunità di vivere in un ambiente internazionale. Gli amici sostengo-no che io abbia un “approccio matematico” nell’affrontare le situa-zioni.

BARBARA COMINELLIVolare alto, crearsi una vista d’insieme, collegare e cross-fertiliz-

zare i diversi saperi. Allenarsi a pensare e a imparare a imparare.Ecco quello che ho amato al liceo classico. In quell’età in cui si è

71

Page 72: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

meravigliosamente idealisti e appassionati collocare gli sviluppi cul-turali, artistici, storici, sociali e scientifici in un quadro d’insieme tifa azzardare voli pindarici. E allora, proprio quel volare “troppo al-to”, diventa metodo per mettere radici formandosi al pensiero criti-co, alla logica, al problem solving e giungere all’essenza dei proble-mi complessi, semplificandoli. In parallelo gli studi classici mi han-no formato a comunicare, sintetizzando in maniera logica e chiarail pensiero. “Raccontare una storia” prendendo spunto dai classicicoinvolge gli altri, li ingaggia nel dialogo. Per quanto il classico fosseincentrato sulle materie umanistiche, ho amato molto anche quellescientifiche. Il mio innato pragmatismo si è ritrovato nell’epistemo-logia e nella filosofia della scienza. E ancora oggi mi appassionano imeccanismi del progresso scientifico e dell’innovazione, capire co-me si sviluppa e come si realizza. Nel mondo digitale, dove le paroled’ordine sono design thinking e fast prototyping&testing, ritrovomolti spunti di quell’approccio per cui l’errore è parte del percorsodi apprendimento e innovazione. Volevo fare ingegneria, ma sonoapprodata a Economia e Commercio. Le competenze tecnologicherestano comunque la base della mia formazione. E sfatiamo purealcuni miti. Prendiamo per esempio due mestieri molto richiesti: ilcoding e le data science. Si pensa siano cose da “uomini”, da spe-cialisti, da geek, qualcosa di un po’ noioso, ripetitivo, poco creati-vo. La scienza e la tecnologia sono l’arte della iper-semplificazione edel problem solving, sono “magiche” e entusiasmanti, cambiano inmeglio la vita delle persone e della società. Sono tutt’altro che no-iose. Bene, ragazze, le STEM in generale sono solo il vocabolario eil linguaggio di base, il vero valore aggiunto sta nella capacità indi-viduale di risolvere problemi, anche quelli che gli altri non vedono.Un ottimo coder o data scientist è molto creativo, ha capacità diproblem solving e di insight oltre a saper collaborare. E per questonon ci vogliono i muscoli.

LETIZIA VAIOLI

72

Page 73: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Ho frequentato il liceo classico, volevo fare lo scientifico ma imiei genitori non hanno sentito ragioni. Ho trascorso i cinque annicon un po’ di frustrazione ma sono sopravvissuta. Oggi sono con-tenta di avere qualche competenza in ambito umanistico. Mi pia-ceva matematica ma avevo solo una vaga idea di cosa fosse perchénella mia scuola era considerata secondaria. Che cosa è l’ho scoper-to quando sono arrivata all’università di Matematica. Libera di sce-gliere, sono andata diritta nella facoltà dei sognatori. I matematici,nonostante quello che si pensa, hanno spesso la testa lontana dalcorpo e questo scatenava in me mille fantasie. Mi chiedevo se sareiriuscita a vedere il loro panorama. Se avessi avuto la pazienza e lafermezza necessarie per entrare in quel mondo di idee. Ci sono en-trata. Sono state determinanti per diventare insegnante e mi hannoaiutato moltissimo anche in altri ambiti. La matematica potenzial’attitudine ad approfondire il pensiero, aiuta a non dare niente perscontato. Quando si è imparato a ragionare si attua il metodo intutti i settori e non se ne può fare a meno. È un’ottima scuola perla formazione del carattere, dopo che si sono letti tanti libri di ma-tematica, tutto appare affrontabile.

MARIA PAOLA TOSCHIHo avuto una formazione scolastica tradizionale. In casa non si

andava oltre il liceo classico. Io mi sono adeguata anche se senza ungrande trasporto. Non rinnego questa scelta ma forse oggi sceglie-rei un liceo che mi consentisse maggiore apertura verso un mondoche cambia rapidamente anche perché, per le mie scelte successive,una cultura più internazionale sarebbe davvero servita. Ho finitoper appassionarmi alle materie classiche non disdegnando le scien-tifiche. Non ero un genio, ho faticato molto. Forse il rigore dellamatematica mi ha dato molte certezze. La scelta universitaria è sta-ta uno shock, una decisione impulsiva che rispecchia la mia perso-nalità. Durante l’estate della maturità, ho incontrato un gruppo dibocconiani. Mi ha attratto l’energia, la passione, la voglia di fare,

73

Page 74: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

di crescere e cambiare che questi ragazzi trasmettevano. Avevo lastessa loro voglia di fare qualcosa di diverso dalla tradizione fami-liare. Era l’inizio degli anni Ottanta, un decennio di rottura rispettoa quello precedente, di protesta e di lotta, ma anche un decenniodi rinascita culturale e sociale. Dopo la laurea per anni sono stataanalista finanziario, una figura professionale diffusa e consolidatanei mercati anglosassoni, ma in Italia quasi sconosciuta. Il lavoro sibasa sullo sviluppo di modelli matematici che aiutano a definire leprospettive di crescita e di redditività delle aziende. La matematicaè stata, quindi, il mio lavoro quotidiano. Non senza mal di pancia:quando i modelli non vogliono funzionare. Alla fine, quando i nu-meri quadrano, è una grande soddisfazione. Soprattutto è bello chei numeri aiutino a capire la realtà.

PAOLA ELEFANTEUso matematica tutti i giorni, nel mio lavoro di ricerca. E non

solo. Noi matematici di livello avanzato, però, siamo pessimi a farei calcoli. Quante figuracce al ristorante, quando tutti si girano versodi me aspettandosi che divida il totale in 11 in un batter di ciglio.Non è proprio così. Sono una scienziata con il pallino della mate-matica a cui, al liceo scientifico, si sono aggiunte chimica e filosofia.Mi sono laureata in Matematica all’Università di Bologna, perchéera la più vicina alla mia città e aveva un’ottima reputazione. È ri-masta la base della mia ricerca. Il mondo del lavoro, in tutte le pro-fessioni ricordiamocelo, pretende anche altre qualità tra cui ottimecapacità di comunicazione e di collaborazione. Uso i numeri persviluppare tecniche mediche diagnostiche più efficienti, in partico-lare la tomografia a raggi X, l’evoluzione della vecchia radiografia.Con tecniche puramente matematiche e una buona dose di pro-grammazione, produco e testo algoritmi per ridurre sensibilmentele radiazioni durante gli esami radiologici. I teoremi, le formule esoprattutto gli schemi mentali della logica, vale a dire l’analisi in-

74

Page 75: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

clusiva di tutti i casi possibili, sono per me l’abilità di mantenereordine mentale in ogni occasione, non solo scientifica.

GIOVANNA PALADINOHo frequentato un liceo sperimentale che anticipava, già nei pri-

mi anni ’80, la riforma. Nonostante io abbia seguito il canale scien-tifico, prevedeva lo studio del greco e del latino con la stessa inten-sità del classico, lezioni di ascolto della musica e due lingue stranie-re. E per l’esame di maturità, insieme alle materie ministeriali, eranecessario discutere anche una tesina multidisciplinare. La feci sul-la relazione tra cervello e coscienza, all’epoca ero affascinata dalleneuroscienze. Avevo un insegnante di matematica bravissimo, conlui ho affrontato gran parte del programma con l’insiemistica e lafisica per motivi non collegati alla scuola ma al mio interesse perla fisica nucleare. Il mondo dell’infinitamente piccolo è una realtàche continua ad affascinarmi, quando sento i racconti di quello chesi riuscirà a fare con le nanotecnologie non vedo l’ora di essere nelfuturo. Dopo il liceo mi sono iscritta a Economia e Commercio aLa Sapienza di Roma, solo perché volevo essere sicura di trovareun lavoro dopo la laurea. In quel periodo non pensavo di potermipermettere di studiare tutti gli anni che servono per diventare unaneurobiologa. Direi che non mi sono pentita. A parte qualche ma-teria più noiosa, ho trovato la logica economica affascinante. Poi ilcaso ha voluto che continuassi a studiare in giro per il mondo, traSvizzera, Stati Uniti e Italia. Grazie a generose borse di studio hoconseguito un dottorato di ricerca in materie collegate alla finanza.Nel lavoro che svolgo in banca conta più la logica della matematica,intesa come abilità nel risolvere equazioni differenziali di secondogrado. A me, comunque, piace moltissimo e per la mia attività diricerca, essendo un’economista empirica, conta e ha contato molto.

MILA SPICOLABuona predisposizione per fisica e filosofia. E, a sorpresa, ho scel-

75

Page 76: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

to Architettura. Mi ero iscritta a Fisica, ma ho cambiato dopo unmese. Ho sempre avuto una doppia predisposizione: per il disegnoe per le materie scientifiche e tecnologiche. Architettura le mettevain relazione. Matematica è la mia delizia e la mia croce. Per forma-zione il mio ragionamento logico e la capacità di trarre conclusio-ni, progettare o valutare per me hanno forme geometrico/matema-tiche. Sono anche una donna che fa politica. E la politica, secon-do gli insegnamenti di Leon Battista Alberti, è l’arte del progettare,del valutare, del comporre, del sommare, del sottrarre. Tutti verbimatematici.

PAOLA BORRACCHINIIl liceo consigliato dai miei insegnanti era il classico e anche mio

fratello lo aveva fatto. L’ho frequentato, ma non sono sicura di aver-lo scelto. Ero intrigata dalla bellezza e alla storia dell’arte, anche seconsiderata materia minore. In realtà non c’era materia che non mipiacesse, a eccezione forse del greco al ginnasio. Tra me e la gram-matica non c’era feeling. Volevo fare Medicina ma mio fratello siera appena laureato in Medicina ed era assolutamente convinto, eha convinto i miei genitori, che né lui né tantomeno io avremmotrovato lavoro come medici. Proposi allora Storia dell’Arte. I mieigenitori, però, la ritenevano una passione più che una professione.Optai per Giurisprudenza che mi sembrava permettesse di rinvia-re la scelta professionale a dopo la laurea. Pur con una formazioneumanistica sono circondata dai numeri e mi trovo ad analizzarli edelaborarli quotidianamente. Amo la logica.

ROBERTA TONIOLOHo frequentato il classico, ma non è stata una mia scelta. Un

“must” di famiglia: ho sofferto per cinque anni. Eccellevo in ma-tematica e non amavo fisica. Fortunatamente ho avuto docenti dimatematica e scienze bravi e generosi: chi voleva tornava a scuolanel pomeriggio per lezioni supplementari. Sono arrivata all’univer-

76

Page 77: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

sità ben preparata. Matematica alla Statale di Milano è stata unascelta naturale. E questa volta la mia famiglia ha approvato pensan-do che mi sarei dedicata all’insegnamento. Invece, al terzo anno, hodeviato verso l’informatica. Era tutta da scoprire e mi sono fatta unabella tesi di ricerca. Le conoscenze logico-matematiche? Contano.Una donna che usa la logica meglio degli uomini, spiazza.

FRANCESCA FIORELa bisnonna greca ci ha influenzato per generazioni. Spinta dal-

la passione della mia famiglia per lo studio del latino e del greco,anch’io ho fatto il classico. Fisica e filosofia mi aiutavano a ragio-nare. Non studiavo solo per le interrogazioni, cercavo stimoli pervalutare in modo più approfondito le cose. Mi sono poi laureata in

Economia e Commercio dopo il liceo e, vent’anni dopo, in Psi-cologia. La prima è stata ancora una volta una scelta “facile”: il cur-riculum era interessante e offriva molti sbocchi lavorativi. In real-tà, già allora mi appassionava il funzionamento della mente umanae psicologia sarebbe stata la mia facoltà preferita. Per questo moti-vo, tanti anni dopo, ho deciso di iscrivermi di nuovo all’universitàe completare la mia formazione. Un’esperienza entusiasmante. Lamatematica mi aiuta nelle situazioni di stanchezza e stress. È im-possibile prendere decisioni con scarsa logica e numeri ballerini. Ilvero problema è il tempo: con tanto tempo a disposizione chiunquepuò tornare sul ragionamento e sui dati per scrivere tutti i passaggie verificarli ma la velocità di ragionamento e il calcolo a mente sonoi veri assi nella manica.

CHIARA GABBIMatematica era la materia preferita n da piccolissima grazie a

mia nonna materna che mi introdusse al mondo dei numeri comese fosse un gioco. Giocando imparai le tabelline prima che a leggeree scrivere. Ho studiato Medicina all’Università di Modena e Reg-gio Emilia, dove mi sono specializzata in Medicina Interna. Ho poi

77

Page 78: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

approfondito i miei studi a Stoccolma per poi trasferirmi negli StatiUniti. Ho scelto la carriera medica, dedicandomi alla ricerca, spintada un grande desiderio di conoscere. Desiderio che si è poi trasfor-mato in un bisogno di dare nuove risposte ai pazienti, aiutandolinel loro percorso di guarigione. Le competenze logico-matematicheinfluiscono nella vita professionale e nella quotidianità. Vi faccioun esempio: nel tennis, sport che amo, il ragionamento strategico,cioè la logica, è importante almeno quanto la preparazione fisica.

SIMONETTA DI PIPPOSe penso a Stem, penso a tutto ciò che ci aiuta a costruire il no-

stro futuro, che ci accompagna nel nostro progredire, che ci pro-ietta verso il domani. Penso anche a quello che consente di viveremeglio oggi e a preparare una permanenza della razza umana sulpianeta Terra, in modo sostenibile. Penso al futuro, dunque. E lamatematica è lo strumento, l’ausilio a tutte le cose che facciamo ecostruiamo. Ed è anche armonia, bellezza, logica, connessione, co-struzione. Come faremmo a vivere senza matematica? Mi hanno in-trigato tutte le materie che sviluppano un processo logico. Quandocioè connettere i punti consente di far venire fuori il quadro. È pro-prio l’esercizio della mente, la costruzione della conoscenza che mipiace e soddisfa il mio desiderio di sapere. Mi arrabbiavo, quandoal Liceo e all’università, mi esercitavo per ore a risolvere problemicomplessi e sbagliando un passaggio, un piccolo passaggio, ottene-vo un risultato complicato. Sapevo che la soluzione era sbagliataperché avrei dovuto ottenere un risultato semplice. Forse più chefarmi arrabbiare mi stupiva: scoprivo l’ordine dal caos. Ed era sem-plicemente fenomenale. Faccio quello che faccio, e sono quello chesono perché la matematica mi ha sempre attirato. Mi piace avere unlavoro che mi consente di continuare a imparare, che mi tiene inallenamento conoscitivo e che non mi fa mai stancare di studiare.La matematica è stata, ed è, un pilastro della mia professione. Perla carriera, ci vuole la matematica diplomatica.

78

Page 79: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

GIGLIOLA STAFFILANIOgni volta che penso di aver raggiunto la dimostrazione di un

teorema e poi ne scopro i buchi, resto depressa per giorni. Poi, però,riconosco che il nemico è molto più potente di me e mi rimettoa lavorare. Uso matematica tutti i giorni, alcuni periodi per l’inse-gnamento, altri per la ricerca pura. Mi è di aiuto anche fuori dallavoro. Di solito tendo a guardare un problema da un punto di vi-sta logico: lo spezzetto in parti che riesco a capire meglio. E poi ri-metto tutto insieme con una strategia. Questa è logica. Nonostan-te la mia dimestichezza, o forse proprio per quella, la matematicami stupisce ogni giorno. Non importa quante congetture risolvo,quanti teoremi dimostro, ci sono sempre nuovi problemi da porsi.Questa infinita grandezza è stupefacente. È incredibile come teorieastratte possano poi spiegare o far funzionare concetti molto reali.La geometria non Euclidea usata da Einstein per la teoria della re-latività e la teoria dei numeri usata in crittografia spiegano e fannofunzionare concetti molto concreti

CECILIA SPANULa professoressa di latino ci aveva insegnato un metodo per

scomporre il testo in una struttura ad albero. Quel metodo è statofondamentale, ho imparato il latino e a comprendere qualsiasi testoin italiano. Mi ha insegnato anche a impostare con ordine la solu-zione di un problema di geometria. Anche matematica era interes-sante. Erano i primi compiti che facevo arrivando a casa. Mi diver-tivo. Nel mio liceo classico c’era una professoressa molto severa mamolto brava. Con me andava tutto bene, ricordo però lo sconfortodi alcuni compagni che non riuscivano. E lei li umiliava pubblica-mente. Nel mio immaginario la parola “matematica” evoca, però,qualcosa di ostile o molto misterioso. Sono cosciente che la uso inogni momento. Questa mattina, per raccontarvene uno, ho fattopulizia di vecchie foto sul mio Mac, volevo creare un foto-libro on-line da regalare: ho calcolato il numero di pagine complessive di cui

79

Page 80: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

doveva essere composto il mio libro, a partire dal numero di fotototali e per pagina. E non è matematica questa?

VALERIA LATTUADADella matematica in particolare mi piaceva l’applicazione del-

la logica, materia affascinante e misteriosa. Al liceo mi arrabbiavoquando sbagliavo nelle verifiche. Erano dieci domande e se si ri-spondeva correttamente a tutte si prendeva 10. Per ogni errore in-vece veniva tolto un punto. In classe si faceva la gara a chi prendevail voto più alto. È ancora uno strumento fondamentale nella miaprofessione e, ovviamente, nelle questioni spicciole. Pensiamo alleinnumerevoli azioni che compiamo ogni giorno, a cominciare dalcalcolo del resto del caffè. Non c’è altra materia scolastica che abbiaun simile impatto sulla vita personale e professionale.

PAOLA BONOMOLa matematica al liceo per me era un gioco. Se ne è parlato più

seriamente all’università, dove è diventata una delle materie più bel-le e appassionanti. Resta un linguaggio essenziale, senza fronzolima anche indispensabile, imprescindibile. Siamo abituati a pensar-la come uno sforzo solitario, mentre in realtà è profondamente col-laborativo. Provate a leggere la biografia di Paul Erdös scritta daPaul Hoffman, “L’uomo che amava solo i numeri”. Erdös fu forseil matematico più prolifico della storia, con oltre 1500 paper pub-blicati, amava moltissimo collaborare con altri matematici. Il nu-mero di Erdős è nella comunità matematica quello che sono I seigradi di separazione di Kevin Bacon sono a Hollywood. Leggete“Quando i numeri ingannano” di Gerd Gigerenzer. Si occupa dellastatistica nelle nostre vite. Pensiamo ai risultati di un test clinico: senon li interpretiamo correttamente, ovvero calcolando (con Bayes)la probabilità a posteriori e tenendo conto delle probabilità a priori,rischiamo di prendere decisioni sbagliate. Gigerenzer ha spiegatoil Teorema di Bayes a giudici, manager, medici e ai bambini delle

80

Page 81: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

elementari: è abbastanza inquietante pensare che a volte la nostrasalute è in mano a medici che non leggono i numeri applicandoil concetto di probabilità condizionata. Un po’ di training sul te-ma farebbe bene anche a giornalisti, insegnanti, politici e chiunqueprenda decisioni o influenzi quelle altrui. Per quanto mi riguardasono state importanti la familiarità con i numeri (“numeracy”), larapidità nel capire al volo se una stima è realistica o è fuori dallospazio delle possibilità, e la capacità di maneggiare grosse basi didati per trovare pattern e trarne conclusioni. In futuro la logica sa-rà più importante della matematica, perché in un mondo fatto dialgoritmi dovremo avere la capacità di analizzarli e capire le ragioniprofonde per le quali producono determinati risultati.

ANNA MARIA RICCOQuando penso alla matematica penso alla mia mamma: è stata

per me di esempio, la mia vera insegnante. La matematica è unostrumento che accompagna la vita professionale di chiunque, qual-siasi ruolo svolga. Non mi viene in mente nessuna attività in cuinon serva fare i conti o usare la logica. Non finisce di stupirmi. Co-me quando mio figlio Ludovico, a 6 anni, ha chiesto a suo padre dicontinuare a leggergli il libro Io conto di Anna Cerasoli e Il segretodelle tabelline di Mario Sala Gallini. Una volta che mi ha fatto ar-rabbiare? Tutte quelle in cui ho sbagliato per distrazione.

MARIA GRAZIA FUGINIIl mio lavoro e la mia vita sono inzuppati di matematica. Tutti

facciamo conti e sogniamo numeri, magari solo per giocarli al lottoo capire se ci hanno fregato nel conteggio di una bolletta o di unresto. Al liceo era una delle materie in cui ero forte, con la filosofia,la storia, la matematica, l’italiano. In pratica tutte tranne il disegnoin cui ho preso un bel quattro, meritato. Matematica era una granbella materia su cui esercitarsi in compagnia con le mie amiche efare delle gran studiate con tanto di merenda. Ci capivo, devo dire,

81

Page 82: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

e mi veniva tutto facile, forse troppo. Poi, alla Facoltà di Ingegne-ria con Analisi 1, 2 e altro, sono arrivati i veri duelli. Resta ancoraqualcosa che ancora non capisco bene. O forse capisco meglio diquanto io pensi. Insomma uno splendido blob. Entra nella mia vitanell’insegnamento ma non solo. Mi capita, guidando, di contare icartelli autostradali: a Milano mancano x chilometri, sto andandoa y all’ora, quindi quanto mi manca per uscire da questo ingorgodi autostrada? Non scherzo, mi occupa la mente. Nella professione,invece, è uno strumento che si integra con altre competenze. Peresempio quando devo calcolare il logaritmo della misura effettuatadai sensori d’ambiente per capire l’errore nella rilevazione dei datidi domotica. Vi sembra un ragionamento complesso? C’è un fattoche può spiegarvi come funziono. Ero in Turchia con un amico e hopreso uno zuccata contro una porta scorrevole. Al pronto soccor-so, per verificare la mia lucidità, l’amico mi chiedeva: Maria CC-Crazzzzia (è austriaco): logaritmo di 0! Come funziona J alla J? E io:“Magica unità immaginaria elevata all’unità immaginaria che perun miracolo matematico dovuto al nostro Eulero diventa un veroe nitido numero reale”. Tutto per capire se ero ancora in questomondo o già nell’iperuranio. Continua ad affascinarmi e a stupirmiproprio perché è più di quanto io possa immaginare. Anche più deinumeri immaginari. Mi stupisce perché esistono teoremi e logichea “go-go”, e dunque avrei bisogno di n lezioni aggiuntive, con n chetende a infinito. Sì, sono una matematica. Però, ve lo confesso, hoavuto qualche intoppo a calcolare l’IMU.

LUCIA PREDOLINLa matematica non stupisce, ti fa solo sentire sicuro di avere

una chiave per aprire ogni lucchetto (o quasi). Al liceo mi dividevotra algebra, calcolo e matematica (be’! alla scuola canadese funzio-na così). E comunque avevo un prof di calcolo che ci ha ispirato epoi stupito con la bellezza dei numeri. È rimasta per me uno stru-mento di lavoro, una bussola per prendere le decisioni. Ad esempio

82

Page 83: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

per calcolare il ROI, il ritorno sull’investimento, di una campagnapubblicitaria su Google.

RAFFAELLA COLASURDOQuando ero alle medie, durante una caccia al tesoro, sono riu-

scita con la logica matematica a far vincere la mia squadra. È stata lamia prima dimostrazione pratica di quanto la matematica sia utile.Mi sono poi iscritta al liceo scientifico perché la trovavo interessan-te, impegnativa e al tempo stesso fonte di continue sfide. Le mieprofessoresse del liceo, erano molto competenti ed esigenti, ma oggile ringrazio per questo. Una, in particolare, ripeteva “la matematicanon è un’opinione!”, la famosa frase di Filippo Calandri (matema-tico del XV secolo). La ripeto alle mie bambine (e a mia sorella, allaquale la matematica non è mai piaciuta). Ero competente, certo.Eppure, durante un esame scritto di contabilità e bilancio, ho fattoun banale errore di calcolo. E ho compromesso l’intero esame.

ROBERTA CASTELLIHo studiato Ragioneria, mi piacevano tutte le materie tecniche

dove si applicava la logica. Alle elementari la matematica era “far diconto”. Ed era quello che mi aveva trasmesso mio padre. Piccoloimprenditore, aveva dovuto abbandonare l’Istria dopo la guerra eda esule, per riscattarsi, aveva fondato una piccola azienda a Trieste.Se i conti non tornavano, non si mangiava. Mi ha cresciuto a pane econti, fatti a mano, con la matita, su un libriccino. La passione mel’ha trasmessa un mio cugino, iscritto a Ingegneria, che mi aiutavaa fare i compiti. Il mio primo esame di Economia e Commercioè stato Matematica, 30 e lode. Una grande carica di autostima perproseguire. All’università l’ho vista in modo diverso, più ampio, piùsfidante. Non sono solo equazioni che ti possono aiutare nel quoti-diano, è l’infinto che ti porta a pensare all’universo. Ecco, rassicura:offre risposte alle cose semplici, ma anche alle più complesse. È unpunto di riferimento anche nell’educare mia figlia: dà una risposta

83

Page 84: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

certa che non è soggetta a troppe interpretazioni. I numeri sonoun punto fermo che aiuta a misurare la complessità. Per mestieretraduco l’attività delle aziende in cifre per misurare ma anche perprendere decisioni. Elaborando piani di business si possono esami-nare più scenari che consentono di identificare, prevedere e misu-rare le conseguenze di diverse scelte strategiche. I numeri talvoltadanno una lettura troppo razionale e fanno valutare rigidamente,limitano quando si deve valutare un rischio. Nel prendere decisioninon ci si può affidare solo ai numeri, l’intuito deve fare la sua parte.

GIULIA POLIAmavo tedesco e matematica. Ho avuto professoresse donne,

dalle scuole medie all’università, molto brave anche se con stili di-dattici diversi. La prof delle medie era un tipo sanguigno. Quandouno di noi azzardava una risposta che si rivelava illogica o astrusasi agitava in cattedra, diventava rossa in viso e reagiva di getto ver-so il malcapitato di turno con un perentorio: “Ma sei in coma?!”.Poi si calmava e raddrizzava il tiro. E se ci si avvicinava alla stra-da giusta della soluzione, il suo motto d’incoraggiamento era convoce pacata: “Be’, vedo che ragioni...”, e con questo andavamo acasa contente e leggere. Grazie a lei, il primo anno del liceo scien-tifico è stato in discesa. Era stimolante, al pomeriggio facevo perprima cosa i compiti di matematica, poi passavo al resto. Rimaneuna materia di cui faccio uso, anche se in forma semplificata, conmeno incognite. Una volta a New York mi sono imbattuta in unatrasmissione sui frattali e i punti di contatto con l’arte, parlavanodella serie delle Onde del pittore giapponese Hokusai. Ho scoper-to un mondo. E pensare che alla maturità proprio la matematica èstata causa di ansia. Uno degli esercizi era un triangolo in cui c’erada usare la formula di Erone con alcune incognite. Non mi veniva,non c’era verso. Ho fatto diversi tentativi e altrettanti scarabocchisul foglio, al punto che anche se erano nella brutta copia temevo

84

Page 85: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

che poi la commissione andasse ad analizzare tutti gli scarabocchi.E capisse che mi ero impantanata.

E ora, sì la uso. Ho utilizzato i diagrammi di Eulero Venn perspiegare ai ragazzi delle medie il mercato del lavoro: le assunzionicome l’insieme intersezione tra domanda e offerta. Più banalmente,con o senza navigatore utilizziamo sempre mentalmente la geome-tria per percorrere le strade più brevi. Continua a stupirmi.

Anni fa a un nel campus del MIT di Boston c’era un quesito-ri-sposta scritto con lo spray sul muro: “2b, or not 2b: that is thesquared root of 4b^2!”. Poco tempo dopo ne fatto cenno su Lessi-co e nuvole, la rubrica online su Repubblica dell’enigmista StefanoBartezzaghi.

E lui a riguardo della scritta ha tirato fuori un meraviglioso titoloin forma di anagramma “L’Hamlet? – L’è math!”.

SIMONA PASEROI numeri fino a 10 contati con le dita delle mani. Poi le prime

addizioni giocando a bim bum bam. E così via in un crescendo digiochi divertenti insieme con gli amici. Per me la matematica eradavvero “cool” e per questo mi sono iscritta al Politecnico, doveè una materia fondamentale. I problemi di matematica hanno so-luzioni e la verità esiste Non è stupefacente? E su questo teoremapersonale i numeri sono entrati nel mio quotidiano. In particolareadesso mi serve per aiutare la mia bambina Camilla ad appassionarsicome se fosse un gioco, come è successo a me con mia mamma emio papà. Come entra nel mio mestiere? Per esempio quando in uf-ficio prepariamo la relazione sulla remunerazione obbligatoria perle società quotate in borsa. Un sacco di numeri legati agli stipendie al valore degli strumenti finanziari.

MONICA REGAZZIRisolvere i problemi era per me un passatempo e più erano dif-

ficili, maggiore era la sfida e la soddisfazione nel riuscire a trovare

85

Page 86: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

la soluzione, non necessariamente al primo colpo. Ho scelto sen-za dubbi il liceo scientifico e devo ammettere che la matematica èsempre stata la mia materia preferita. Ricordo con piacere due in-segnanti che oserei definire “modelli”. La prima era la docente delbiennio, una colonna del nostro Liceo: preparata e seria. La secon-da è stata la nostra professoressa dell’ultimo anno, arrivata fresca dinomina. Giovane, appassionata e un po’ intimorita agli inizi, ver-so fine d’anno ci ha introdotto anche a tematiche non previste dalpiano degli studi. Argomenti che ho poi ritrovato all’Università eche mi sono “giocata” all’esame di Matematica, superandolo bril-lantemente. Una base indispensabile anche quando ho affrontatocampi nuovi. Una volta ho dovuto sostituire un mio compagno incorso di interrogazione. Il problema era complesso e l’argomentonuovo per noi. Nonostante ciò, iniziai ad affrontare un passaggioalla volta, uno dopo l’altro e, alla fine, collegandoli la soluzione fupiù semplice di quanto pensassi. Certo avevo le basi solide per se-guire il ragionamento. L’attuale lavoro di consulente di direzioneparte dai numeri, prosegue con l’analisi per concludersi con la for-mulazione di raccomandazioni utili al business dei nostri clienti. Èil fondamento del mio lavoro. Eh sì, una volta sui numeri mi sonoarrabbiata. Facevo i calcoli per il mutuo della casa dei miei sogni. Inquell’occasione la realtà dei numeri fu veramente dura da accettare.

BARBARA RITA BARRICELLIHo avuto un bravissimo insegnante di informatica durante i pri-

mi tre anni delle superiori. Ci obbligava a passare ore ad analizzareproblemi e a descrivere algoritmi su carta prima di poter metterele mani su un calcolatore. All’inizio è stato frustrante ma ancoraoggi lo ringrazio per avermi insegnato l’importanza dell’analisi e ausare la testa prima di muovere le dita sulla tastiera. La matematica,restava un continuo oscillare tra “croce”, quando passavo ore a cer-care di capire, e “delizia”, quando finalmente capivo e riuscivo adapplicare. In quegli anni ho imparato molto ma ho dovuto sudare

86

Page 87: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

sette camicie. Ho studiato ogni giorno per due anni. Alla fine l’hoportata come prima materia all’esame orale di maturità. È rimastauno degli strumenti fondamentali del mio lavoro e più in genera-le una delle chiavi per capire il mondo in cui viviamo. Continuaa piacermi e a stupirmi soprattutto quando imparo trucchi nuovicome la moltiplicazione per 11.

Ma devo calcolare pensando in italiano. Mi arrabbio tutte le vol-te in cui, mentre lavoro con colleghi stranieri, cerco di eseguire cal-coli ad alta voce in inglese. E non riesco.

PAOLA CASELLALa mia amica Tiziana diceva che ero nata con la penna in ma-

no. Scrivevo ovunque, su ogni superficie disponibile, e di qualun-que argomento. E leggevo tanto, tantissimo. Matematica era la be-stia nera. Mia mamma sosteneva che noi donne della famiglia noneravamo proprio portate, e io malauguratamente le ho creduto. Seme l’avesse fatta amare, invece che propinarmela come la medicinamodello corvo di Pinocchio, forse mi avrebbe fatto meno paura.

È una necessità quotidiana: per tenere conto dei crediti che devoincassare e per compilare le fatture da riscuotere, per sapere quantomi resterà in banca dopo aver pagato le ultime bollette. Temerla èun disastro. E io, in realtà, non ero così negata. Ha scomposto lecarte, e i pregiudizi, l’esame di ammissione all’università americana.Secondo il test attitudinale ero più portata per la matematica cheper qualsiasi altra disciplina. Il fatto è che il test non si basava suicalcoli numerici ma su ragionamenti logico-deduttivi. E in quelli,a quanto pare, ero un asso. Infatti, con i numeri, ogni tanto hoqualche crollo: un giorno ho chiesto lo sconto a un negoziante. Hofatto male i calcoli e ho finito per pagare più del prezzo di partenza.

RAFFAELLA VISCARDIMi veniva naturale, era nel mio DNA. E per amore della sfida ho

scelto di frequentare un liceo classico anziché lo scientifico. Per poi

87

Page 88: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

scoprire nelle materie umanistiche lo stesso rigore logico richiestoda quelle scientifiche. La matematica è meritocratica, non ammettescuse o scorciatoie, non ammette interpretazioni. Nella mia profes-sione parlo della matematica finanziaria. È la base razionale su cuiappoggiare le proiezioni economiche, gli scenari, i business plan. Èuna compagnia quotidiana.

ALESSANDRA LOSITOHo frequentato un ottimo liceo scientifico pubblico di Napoli.

Matematica e fisica erano materie dominanti nei miei studi quo-tidiani. All’università ho scelto Economia e poi mi sono specializ-zata in Finanza. Ho una forte gratitudine per i miei insegnanti dimatematica e filosofia. Mi hanno trasmesso passione per la logicae curiosità per argomenti, anche complessi. Non mi sono mai sco-raggiata quando sentivo altri dire: è troppo difficile. Lavorando nelcampo degli investimenti uso molti strumenti di matematica e sta-tistica (es. correlazione, regressione, calcolo delle probabilità, ecc.).La matematica non è un concetto astratto ma è nella natura intornoa noi e in tutto ciò che facciamo. Se taglio una mela in due, stofacendo una frazione.

DANIELA MORELLI“Prof Giorgiutti, ci faceva tremare, soprattutto quando si avvici-

nava al calorifero e teneva la voce bassissima. Una sua approvazio-ne, però, ci portava in paradiso.” Questo direi alla mia vecchia prof.Con lei la matematica è stata brillantezza, concentrazione, espres-sione dell’intelligenza, soddisfazione. Qualche volta frustrazione.Come quando la Giorgiutti mi ha chiamato per dimostrare un teo-rema e non ci sono riuscita. “Sei scema Morelli?”, disse. E tuttora,quando mi sento scema, sento la sua voce. Però qualche segno lo halasciato. Immaginate quanti calcoli e processi mentali ho fatto conil tecnico della caldaia al quale ho strappato ben 142 € di sconto su1.442 €. E i conti sono continuati per ottenere il certificato, pagar-

88

Page 89: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

lo in bonifico anziché in assegno, al fine di avere, nell’arco di ben10 anni, una restituzione parziale della mia spesa per impianto diriscaldamento adeguato alle norme ecc. ecc. Ecco a cosa mi è servitala prof Giorgiutti.

ALICE VATTAAl liceo classico la matematica aveva lo stesso numero di ore

dell’educazione fisica. Non era difficile essere bravi. A me piaceva ilgreco, che è logica senza numeri. L’insegnante di cui ho il migliorricordo è quella delle medie, un vero generale no frills, senza fron-zoli. Mi ha permesso una vita agiatissima nelle materie scientificheper tutto il liceo. E poi il mitico maestro delle elementari. Secondome inizia tutto lì, speriamo bene, mia figlia è appena andata in pri-ma. Fiera del mio passato classico, e convinta che fosse tutto facile,mi sono iscritta a Ingegneria. Il primo semestre mi sono trovata astudiare funzioni che cercavo di disegnare a occhio. Mi sono im-pantanata. Logica e strutturazione hanno avuto la meglio. È quel-lo che faccio per vivere ancora adesso: aiuto i clienti a strutturare,scomporre, articolare fatti per risolvere problemi. E l’impatto posi-tivo di questo esercizio mi stupisce sempre.

ELISA SALAMINILa lavagna piena di numeri, lettere, curve e rette scritte in gesso

bianco. Un muro scarabocchiato che incuriosisce per la sua intelli-genza e imprevedibilità e respinge perché troppo diverso da te. Miè rimasto un rimpianto, io e la matematica non ci siamo capite econosciute meglio quando era il momento. Con lei ho i conti insospeso pure riguardo al futuro. Vorrei che i miei figli eccellessero,per talento o per perseveranza. In fondo poi l’ho applicata, per ca-pire se mi conveniva accettare una proposta di lavoro, per esempio,o quando ho usato un’app montessoriana per i calcoli con i grandinumeri. Era tutto così chiaro, semplice e tangibile. Resta il tarlo del-

89

Page 90: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

la maturità: tre trimestri passati con la giovane prof a prepararsi perquel quarto fantomatico quesito teorico. Che non è mai arrivato.

FRANCESCA SANZOLa sto scoprendo a quarant’anni. Con sentimenti contrastanti.

Mi sento inadeguata, ma la trovo poetica. Mi piacerebbe tornareindietro per avere, nei confronti della matematica, un approcciodiverso dall’orrenda mania dei professori che ci facevano studiaretutto a memoria. Per assurdo, quando seguo mia figlia che frequentala seconda elementare, mi sento già meno pratica di lei. Eppure lauso tutti i giorni per preventivi e fatture. Ma continuo a sentirlalontana.

FRANCESCA GIANNONEDopo la laurea, qualche mese prima di cominciare a lavorare in

banca, ho supportato un ragazzo nella preparazione dell’esame dimaturità. I genitori dicevano che era difficile, insicuro, poco volen-teroso. Siamo entrati in sintonia attraverso le lezioni di matematica.E alla fine, pure lui, era visibilmente soddisfatto quando riuscivaa risolvere un quesito. Al liceo ero forte in matematica e chimica,di entrambe ne coglievo la caratteristica di educare alla nitidezzadel ragionamento e alla precisione. Il pomeriggio preferivo risolvereproblemi ed equazioni piuttosto che ripetere a voce alta paragrafi diletteratura o di storia. Ed è rimasta la mia chiave di comprensionedella realtà.

MARIA MELONICerta matematica resta ancora un mistero per me. Un dogma.

Vogliamo parlare, per esempio, della trigonometria? Nonostantequesto sono rimasta piacevolmente stupita dai risultati dei miei esa-mi nelle materie economiche all’università: li avevo lasciati per ul-timi perché mi incutevano un certo timore, è stato un vero succes-so: ben tre 30 e lode. E mi sono divertita studiando la teoria dei

90

Page 91: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

giochi. In quel momento ho pensato che forse potevo riconsiderarein un’ottica più positiva il mio rapporto con la matematica.

LAURA LUNGOAl classico di matematica se ne faceva poca e non era considerata

una materia importante. L’ho portata all’orale della maturità perchénessuno dei miei compagni l’aveva scelta. E io, sfoderando una belladose di calcolo delle previsioni, ho immaginato che la commissionenon me l’avrebbe cambiata. Infatti. Da allora però non l’ho piùaffrontata. Anzi l’ho percepita quasi fisicamente come il perimetrodella mia mente. Un muro bianco oltre il quale c’è il buio. Vietatosuperalo. Ma poi faccio calcoli arditi, come a lezione di violoncello,una delle tentazioni a cui ho scriteriatamente ceduto, quando hocercato di suonare 11 note in una battuta in quattro quarti.

ALESSANDRA BURBERIMatematica? Se Fisica è una cugina, allora la conoscevo, ma solo

di vista. Vorrei scoprirla, è rimasta un libro intonso che, alla mia età,andrebbe aperto. Comunque non crediate che sia proprio digiuna,la uso, quando programmo i miei viaggi e quelli dei miei due figliadolescenti. E poi mi stupisce sempre mia sorella Chiara, l’autricedi questo libro. Mi mostra video sulla statistica e sulle equazioni.La matematica può essere divertente. Forse.

CARLA MILANIHo sempre avuto una grande passione per i classici e la lettera-

tura, ma anche per la matematica e le scienze in generale. Mi sonolaureata in Fisica nucleare frequentando l’Università di Pavia per-ché allora la scelta più normale era fare l’università più vicina a ca-sa. Si sceglieva la facoltà. Pavia era comunque antica e prestigiosa.Le conoscenze logico-matematiche sono state e sono fondamentaliin ogni momento della giornata e della vita: sono quelle che nellapianificazione di ogni lavoro aiutano a valutare i pro e i contro, in

91

Page 92: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

modo ragionato ed “economicamente” bilanciato. Penso alla valu-tazione di un acquisto anche complicato da stimare; oppure allaconduzione di un progetto in ambito informatico. Se hai una men-talità logico-matematica il lavoro è più ordinato e i ragionamentipiù precisi. Forse anche il modo di esprimersi è meno farraginoso,più conciso e chiaro.

MARA CAVERNIMi piacevano i numeri e i calcoli, così ho frequentato lo scienti-

fico. Poi Economia e Commercio. E mi è rimasta una predilezioneper la logica comparativa e la capacità di sintesi. Mi hanno aiutatotecnicamente e nelle relazioni. Facendo la consulente, per forniresuggerimenti ai miei clienti devo confrontare e comparare dati eflussi informativi individuando incongruenze e anomalie per esseresicura di arrivare a un risultato corretto. Inoltre devo sempre trovare“una prova del nove”, un doppio controllo. Aiutandomi ad arrivareal cuore dei problemi, inoltre, mi permette di capire i ruoli e gliobbiettivi dei vari attori con i quali interagisco in ogni circostanza.

ELENA GOOSQuando si è trattato di scegliere non ho avuto dubbi, mi sono

iscritta alla scuola più innovativa che ci fosse in quel momento aTrieste: il liceo ginnasio sperimentale, cinque anni di latino, inglesee tedesco. Filosofia e lingue straniere sono state il mio pane insiemealla matematica. È materia che, più delle altre, insegna a ragionareda sé e a mettere in dubbio le verità precostituite costruendo la pro-pria visione del mondo. Ho scelto poi Scienze Politiche, sempre aTrieste. L’ho finita in tre anni e mezzo (su un percorso di quattro) econtemporaneamente ho fatto un MBA full time. Avevo conosciu-to una ragazza che stimavo e che aveva fatto esattamente il mio stes-so percorso. Avevo deciso di seguire il suo esempio. Mi è capitatospesso, come manager, di fare un budget o un piano industriale ge-stendo grandi quantità di numeri e facendo previsioni e assunzioni

92

Page 93: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

sulla base di dati insufficienti. Me la sono cavata elaborando ipotesirazionali per stimare i dati mancanti. Senza la formazione logica delliceo non sarei mai riuscita fare il lavoro di consulente.

LUISA BAGNOLIVolevo fare il linguistico, ma a Siena non c’era. Così sono finita

al classico, perché là avrebbero dovuto andare le migliori studentidella città. Mi piaceva filosofia. Ed è andata bene. Poi mi sono iscrit-ta a Economia perché volevo fare clinica, ma a Medicina c’era miopadre professore. Sarei stata “la figlia di...”. Mi rimaneva la clinicadelle aziende. Credo che i numeri siano il linguaggio dell’infinito ela razionalità sia la consapevolezza orizzontale. Mentre la missionedi vita è la consapevolezza verticale. Se non è chiaro, venite ai nostricorsi di leadership.

PAOLA BOSSOIn bilico tra letteratura e fisica. Al termine del liceo, lo scienti-

fico, avevo la consapevolezza di possedere le basi del sapere umani-stico che sempre mi avrebbe dato piacere e che ero in grado di ap-profondire da sola, diversamente dal sapere scientifico che avrebbeconnotato il mio futuro ma di cui non possedevo la chiave. “Il fu-turo sarà lì” intuivo, sicché mi sono iscritta a Ingegneria meccanicaal Politecnico di Torino. Di non seconda importanza alla base dellamia scelta la figura di mio padre, ingegnere, che persi all’età di 9anni. Mi è servita, soprattutto, la capacità di modellizzare la realtàper trovare soluzioni. Modellizzare vuol dire semplificare un feno-meno per studiarlo, mantenendone però le relazioni e le variabiliessenziali evitando di banalizzarlo. Qualche esempio? Be’, le decine,centinaia di business plan che ho fatto nella mia carriera presup-pongono, l’abilità di selezionare le variabili che contano, capirne leinterrelazioni, buttare via tutto il resto e, ovviamente, conoscere ilbusiness.

93

Page 94: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

DIANA SARACENIVivevo in Francia, dove negli ultimi anni di liceo scientifico si

deve scegliere tra l’approfondimento in matematica/fisica o in fi-sica/biologia. Ho optato per il primo. Mi sono iscritta poi a Inge-gneria perché mi piacevano le materie scientifiche e poi perché midicevano che era difficile. E a me piacciono le sfide. Così ho avutomodo

di strutturare il pensiero in maniera analitica anzitutto. E anchenel concreto, il pensiero logico mi ha formato a prendere la maggiorparte delle decisioni. I numeri sono l’indispensabile interpretazionedelle cose che sospettiamo e sono necessari per darne conferma,tradurle e convincere gli altri.

ANNA TORRIEROMatematica era l’unica materia nella quale eccellevo senza alcu-

na fatica. Era un divertimento e una sfida continua ad allenarmicon esercizi sempre più difficili. Mi aveva appassionato e incuriositon dalle elementari. Con queste premesse ho frequentato la facoltàdi Matematica. Mi interessava particolarmente quella applicata piùche quella astratta. Scelsi così una tesi in Ricerca Operativa. Appe-na laureata, accettai con entusiasmo la proposta del mio relatore disvolgere esercitazioni nella Facoltà di Economia di Bergamo. E da lìebbe inizio la mia carriera accademica. Le competenze logico-mate-matiche sono fondamentali nella mia professione, sia nell’insegna-mento sia nella ricerca. La forma mentis che si acquisisce orienta alproblem solving e stimola le capacità di analisi e di sintesi. Mi hamolto aiutato anche per gli aspetti organizzativi e manageriali.

VALENTINA GIORDANOAl liceo ho studiato letteratura italiana, inglese, tedesca e spa-

gnola. Poi, all’Università, la portoghese, brasiliana, argentina, russa,ebraica. Le ho amate tutte, mi sembra di viaggiare da sempre. Nonmi bastava, volevo conoscere anche i percorsi culturali e antropolo-

94

Page 95: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

gici di quelle letterature. E per approfondire la storia economica eil diritto internazionale mi sono iscritta a Mediazione Linguistica eCulturale, un’interfacoltà tra Lettere e Filosofia e ScienzePolitichedell’Università degli Studi di Milano. Dopo la triennale ho prose-guito a Firenze con un corso di laurea specialistica in Studi sulleAmeriche (Lingue e Letterature moderne euroamericane), specializ-zandomi sull’America Latina. Credo di avere l’emisfero destro piùsviluppato di quello sinistro. La mindfulness e le ricerche in tema dineuroplasticità mi hanno dato modo di comprendere che il nostrocervello si rimodella in risposta all’esperienza e all’allenamento. È lostesso meccanismo del pensiero scientifico. E questo smonterebbeuna frase che non sopporto: “Non sono portata”.

VALENTINA MONTANARIEro indecisa tra Ingegneria e Lettere classiche, ma non mi con-

vincevano. Mi sono iscritta a Economia e Commercio per quel mixdi materie quantitative, come quelle scientifiche, e di pensiero, dal-la filosofia all’economia, la storia e le discipline sociali. Ho presol’indirizzo economico quantitativo seguendo un percorso estrema-mente matematico: tre esami di statistica, altrettanti di econome-tria, due di teoria dei giochi. E poi una scelta di vera frontiera. Misono laureata con una tesi di Statistica bayesiana, basata sulla proba-bilità soggettiva e quindi sulla verosimiglianza. Il mio pallino dellamatematica è stato coronato con 110 lode e la pubblicazione dellamia ricerca alla Duke University. Un problema è solo un vestitologico, per risolverlo si deve partire da tante informazioni. È cosìin matematica e anche quando si deve prendere una decisione lavo-rativa. Una manager nel mio ruolo affronta questa dinamica quo-tidianamente. In una quotazione in borsa o in un’operazione di fi-nanza abbiamo tante informazioni e un sistema di regole da tenerepresenti. Il modo di procedere è simile a quello per dimostrare unteorema o risolvere un’equazione.

95

Page 96: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

FRANCA GARZOTTOVolevo diventare un medico senza frontiere. Dopo qualche me-

se a Medicina, mi sono depressa, eravamo più di duemila in aula, idocenti non coincidevano con la mia idea di maestro, e tutti sem-bravano lì con l’idea che essere medici significasse guadagnare unsacco di soldi. Mi sono trasferita a Matematica, anche se non avevoidea di che cosa avrei fatto dopo. Pensavo che almeno mi avrebbedato una base scientifica da cui partire. È stato così. Eravamo aglialbori della Rete, la comunità scientifica e non costruiva montagnedi pagine web, accumulavano pezzi di informazione e li collegavanotra loro con risultati disastrosi in termini di efficienza e di concretouso di quello che inventavano. Anche se io non ho quasi mai appli-cato quanto ho imparato durante la mia tesi in logica, la capacità distrutturare in modo lucido lo spazio del problema e della soluzionemi ha dato un enorme vantaggio competitivo su quella massa diinformazioni accumulate senza criteri. Uno dei miei primi lavoriscientifici è stato costruire un “modello concettuale” per progetta-re siti web facili da usare per l’utente anche se complessi. Ho con-tribuito alla nascita di un settore di ricerca definito “model-based”web engineering, e dopo oltre 25 anni il metodo è ancora citato eusato nei processi informatici aziendali. In realtà non fa altro cheapplicare al web alcuni processi di astrazione tipici della logica ma-tematica.

SARA NEGROLe equazioni differenziali alle derivate parziali, a esser onesta,

non me le ricordo bene, e neanche la trasformata di Laplace o comedeterminare lo stimatore di massima verosimiglianza. In realtà nonè questo che conta. L’importante è esser cresciuta sviluppando unaforma mentis ottimizzata per il problem solving, avere costruito unpensiero logico e strutturato che mi permette di affrontare qualsiasisfida la vita e il lavoro mi pongano. Ho frequentato il liceo classico,non so se è stata proprio una scelta cosciente, ma ne sono contenta

96

Page 97: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

e alla fine se tornassi indietro penso la rifarei. Il mondo dei nume-ri mi è sempre risultato semplice da capire ed essendo io estrema-mente razionale mi piaceva pensare che dietro a tutto ci fosse unachiara spiegazione scientifica. Questo non significa perdere creati-vità, anzi. Ascolto musica classica, suono il pianoforte e il flautotraverso. Ho studiato Ingegneria Informatica al Politecnico di Mi-lano, laureandomi prima in triennale e poi in specialistica nel cam-po dei sistemi di controllo. Credevo, e credo tutt’ora, che il futurodell’umanità risieda nel progresso tecnologico e scientifico e che lemacchine “calcolatori” avranno una pervasività sempre più rilevan-te nelle nostre vite, diventando parte integrante della nostra quoti-dianità. Sono sempre stata appassionata di Human Computer Inte-raction e di Experience Design, perché per quanto la potenza dellatecnologia sia importante, non servirebbe a nulla se non potessimofruirne in modo semplice e se non creasse beneficio tangibile allanostra vita. Ho frequentato inoltre un master in Economia e Stra-tegia Aziendale presso SDA Bocconi School of Management, perapprofondire le mie conoscenze in ambito economico e per avvici-narmi al mondo dell’impresa, imparando a sviluppare nuove idee,gestire nuovi progetti e cogliere le sfide del mercato, comprenden-done a pieno la dinamica. La scelta più importante e di successoche ho fatto è stata trasferirmi all’estero. L’esperienza a Londra hacontribuito moltissimo alla mia crescita professionale e personale.

ANNA TESTAFaccio parte di Girls in Tech, un’associazione che mira a pro-

muovere l’avvicinamento delle donne alla tecnologia e favorire ilnetworking. Avevo già cominciato da ragazzina a occuparmene, fre-quentando il liceo scientifico con sperimentazione in Informatica.Anche se, contro il volere di tutti, mi sono iscritta a Filosofia e hostudiato Scienze del lavoro. Sì, sono eclettica, nello studio e negliinteressi. Adoro cucinare, viaggiare ovunque e verso la diversità. Houna forte attrazione per le arti figurative, un tempo dipingevo, ora

97

Page 98: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

mi sono avvicinata alla fotografia. Il mio lavoro è bellissimo, lo amoa tal punto che sembra un hobby. Quali erano e quali sono i mieiobiettivi? Essere sempre felice, cambiare il mondo. Nella giusta mi-sura, più logica direi.

LAURA INDOLFIEro indecisa tra medicina e ingegneria. Mi impressiona il san-

gue, però, e c’era il rischio di passare cinque anni a prendermi ognimalattia che avessi studiato. Un bel rischio, anche se solo psicolo-gico. Avevo già una buona formazione logica, non so dirvi se pergli studi al liceo, lo scientifico, o se per indole naturale. E quindiuna propensione ad affrontare i problemi con rigore e disciplina evalutare i pro e i contro prima di prendere decisioni importanti.Insomma, sono di quelle che fanno la lista delle possibili alternativee conseguenze. Ho optato, quindi, per Ingegneria. La professoressadi matematica e fisica invitò un suo collega professore di Ingegneriadei Materiali a fare un seminario per i maturandi del nostro liceo.Rimasi affascinata dalla versatilità della materia (dai materiali percostruzioni all’analisi del comportamento dei fluidi complessi). Ri-cordo ancora parte del seminario in cui descriveva la differenza tradue liquidi come il vino e il dentifricio. Decisi di fare ingegneria deimateriali, alla Federico II di Napoli, e scelsi l’indirizzo BioMedico.Un po’ di impatto in ambito clinico lo avrei comunque avuto.

MIRKA GIACOLETTO PAPASSe proprio devo confessarlo, le ore che mi piacevano di più erano

quelle in palestra, per l’ora di educazione fisica! Con tutte le altreore di insegnamento vero e proprio avevo un rapporto paritario, dicuriosità: mondi da scoprire, strumenti per capire chi ero io, qualeil rapporto con gli altri, dove potevo andare, che cosa potevo fare.Studiavo tutto, e poiché studiavo tanto, andavo bene in tutto. Pertutto il tempo degli studi, dalle elementari al liceo, avevo una solaconvinzione: avrei studiato medicina. Mio padre, persona di grande

98

Page 99: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

intelligenza, umanità e calore, si era ammalato quando io ero natae aveva passato tutta la vita, troppo breve, da un sanatorio all’altro.Trovare il modo di evitare queste sofferenze, l’ingiustizia di una vi-ta non vissuta ma solo sofferta, era diventata per me un’ossessione.Su questo trovai una resistenza fortissima in famiglia: medicina noe basta. Insistevano perché facessi una scelta in libertà, non con-dizionata dalla storia di mio padre. Rimasi assolutamente incerta:mamma diceva lettere e insegnamento, che si combina bene conla famiglia (sic!); il professore di storia e filosofia (9 alla maturità)anche, insistendo per il concorso alla Normale di Pisa (che spaven-to); il professore di matematica e fisica (10 alla maturità) sostene-va fisica, sempre alla Normale; i giornali sostenevano che per unacarriera sicura occorreva fare geologia (la moda degli anni ‘70) op-pure statistica. Nella confusione più totale, mi rivolsi a un Centrodi orientamento: dopo diversi colloqui, la sentenza: per lei va be-ne qualunque facoltà, scelga quello che le piace di più. Oibò! Cheaiuto è? Scelsi Giurisprudenza perché, girovagando per i corridoidell’università in cerca di informazioni, avevo concluso che era lafacoltà con meno esami delle altre. Consentiva l’accesso a tutte lecarriere del mondo e che, in fondo si poteva fare anche senza fre-quentare. E questo era stata la tentazione vincente perché avrebbelasciato spazio alla mia seconda passione di quegli anni, cioè la po-litica e l’impegno pubblico. Frequentai il necessario, mi laureai neitempi giusti appassionandomi (senza mai confessarlo) al rigore me-todologico e all’ordine mentale che la disciplina del diritto impo-ne e che avrei istintivamente ricercato e applicato nell’esercizio ditutti gli impegni che ho successivamente assunto. Studiare latinoe analisi logica n dalla prima media, aggiungendo poi filosofia ematematica, crea una dipendenza irrinunciabile, una pulizia men-tale che ti guida e ti condiziona in tutte le scelte. E poi il pensierologico (ma qui rischio di cadere nei deprecati luoghi comuni) mi harafforzato nella determinazione: cioè non smettere mai di studiare;

99

Page 100: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

cercare sempre di capire, scoprire nuove possibilità. E la volontà diriuscire in quello che fai, a costo di lavorare come un mulo.

GIOVANNA BOGGIO ROBUTTILa mia scelta sarebbe stata il liceo artistico, mai miei genitori mi

hanno iscritto al linguistico, ritenendolo più formativo dal puntodi vista didattico e dei contenuti, cosa su cui a posteriori concordopienamente e per cui li ringrazierò tutta la vita. Le materie lettera-rie erano sicuramente più affini alla mia natura, quindi letteraturaItaliana e straniera, storia dell’arte e filosofia erano senz’altro le miepreferite. Anche le scienze naturali mi sono sempre piaciute pur-troppo non ho avuto abbastanza stimoli per appassionarmi per lamatematica. Non ho frequentato l’università perché, finito il liceocon buoni risultati, i miei genitori mi hanno offerto la possibilità difrequentare un’ottima scuola di design per seguire quella passioneper l’arte e il disegno che non mi avevano consentito di approfon-dire a scuola. È stata un’esperienza bellissima che mi ha portata alavorare nel mondo della comunicazione, un ambito perfetto chemi ha fatto esprimere al massimo le mie capacità. Matematica è lamia grande sconfitta, mi ha sempre messa al tappeto e non sonoancora riuscita ad avere la rivincita. Ancora oggi se devo calcolareuna percentuale chiedo aiuto a qualcuno più bravo. L’uso della lo-gica, però, è fondamentale nel mio lavoro, la dò per scontata ma haiun ruolo fondamentale nel mio modo di fare le cose, bilanciando leintuizioni e dando metodo, obiettivi, forma e concretezza alle rela-zioni che stanno alla base dell’attività che svolgo ogni giorno. Diri-gere una struttura e allo stesso tempo progettare in modo empaticorichiede intelligenza emotiva e una buona dose di logica. Direi cheè proprio questa la mia forza. E allora forse ce la posso fare anchecon la matematica!

100

Page 101: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

I balzi di mia madre quando cambiavo strada. Ma èstata un modello, tutte devono averne uno.L’importanza degli esempi

Giovanna D’Alessio, coach, socia fondatrice e C.E.O. di Asterys

In un’indagine McKinsey l’assenza di role model femminili eravista dal 64% delle intervistate come una barriera alla loro crescitaprofessionale. Ogni persona ha qualcosa di diverso da insegnarci eun modello, cioè una persona i cui comportamenti ci piacciono e ciispirano al punto da volerli ricalcare, aiuta a valorizzare le propriepeculiarità. Ci si può riconoscere tra personaggi ideali, della storia,della letteratura, delle scienze costruendosi un solido un modelloaspirazionale.

“Il coraggio è il mio principio ispiratore. E archetipodel coraggio è Nelson Mandela. È vero quello chediceva: “Abbiamo più paura della nostra luce chedel nostro buio.”” Luisa Bagnoli

Se piace l’idea di una role model “al top”, meglio sceglierne ancheuna o uno più vicino, più raggiungibile.

Dall’esperienza che ho maturato, creando e offrendo program-mi di mentoring, ho toccato con mano quanto il fatto di avere unmentore è importante per il percorso professionale di chiunque. Inparticolare per le donne. Il mentore è una persona che ha maturatouna certa esperienza e che crea un sodalizio con una più giovaneallo scopo di fornirgli guida, feedback, supporto e opportunità discambiare idee senza paura di ripercussioni.

101

Page 102: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

“Mi ispira chi non molla, chi guarda sempre avanti,chi ha il coraggio di cadere e rialzarsi, chi si spingeoltre e non si accontenta mai, chi nonostante tuttonon accetta la sconfitta, chi perde la sfida ma vin-ce poi la partita più importante, chi si batte tuttii giorni per le sue idee, chi non si ferma, chi par-te dal nulla e si costruisce da solo, chi si reinventaogni giorno, chi non ha paura di fallire per scoprirequalcosa di nuovo, chi crede nel progresso, chi ognigiorno si alza pensando di poter essere meglio.” Sa-ra Negro

Vi confesso, la mia spinta è stata il mio carattere e la visione di quelloche avrei voluto essere e fare. Come per molte ragazze e donne chesi raccontano in questo libro. Un ruolo importante lo hanno avutoalcuni capi e la mia famiglia, anche quando non era d’accordo conle mie scelte.

Mia madre, per entrare meglio nella mia esperienza, era un’im-prenditrice. Una donna visionaria e di grande determinazione, viparlo di 50 anni fa. Mi aveva formato ai rischi di una carriera comequella imprenditoriale. Ho seguito, però, un altro percorso che hopure cambiato più volte. E ogni volta proprio mia madre ha fattoun balzo. Mi prendeva per matta, prima, avevo vent’anni, perché holasciato l’ufficio di famiglia e sono andata in un’agenzia pubblicita-ria. Mi sentivo valorizzata, era un’azienda innovativa, 50 per centodonne e 50 uomini. Durante quel lavoro mi sono appassionata ditecnologie, ho passato notti e giorni per capire internet (oggi vi fasorridere?). E quando mi hanno chiamato a Yahoo!, con un ruoloeuropeo, sono corsa a Londra. E mia madre, anche questa volta,non accettava che lasciassi un posto dove stavo avanzando in car-

102

Page 103: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

riera per un mondo nato nei garage, una moda passeggera. A Lon-dra l’amministratore delegato era una donna. Aveva 31 anni: mientusiasmava. Lei è stata un modello di riferimento, non un vero eproprio mentore: mi ha dato la spinta a continuare. Mi sono fidatadel mio istinto anche qualche anno dopo, quando ho scoperto ilcoaching. Ero anche un po’ frustrata dalle cose che in azienda avreivoluto cambiare ma non riuscivo perché non ero abbastanza in altonella gerarchia. Così, sono uscita da Yahoo! e sono rientrata nelleaziende come “provocatrice di cambiamenti”. Vi immaginate comeè stato spiegarlo in famiglia? Una professione che ancora non esi-steva in Italia.

“Mia madre ha avuto un ruolo importante. No-nostante io provenga da una famiglia di avvocati,quindi senza passione per le materie scientifiche,mi hanno educato senza pregiudizi. Mamma, primaavvocata e poi giudice, ha cresciuto tre figli, bilan-ciando famiglia e carriera. E io non ho mai pensatodi non poter fare lo stesso.” Laura Indolfi

Credo che mia madre, oggi novantenne, sia stata un modello diriferimento. Da una parte con l’esempio. Dall’altra con la sfida,lei stessa aveva rotto le regole della sua epoca. Non ho avuto altrimodelli di riferimento femminili. Se avessi avuto una mentore chemi avesse spronato, avrei fatto probabilmente lo stesso percorso macon meno difficoltà, sentendomi meno sola.

Mi sono spesso sentita come se saltassi da un treno a un altrotreno senza sapere esattamente se fossi riuscita ad atterrare. Soprat-tutto quando la passione per il lavoro si confrontava e scontravacon le scelte di vita.

Sono stata molto ambiziosa e per raggiungere gli obiettivi che

103

Page 104: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

mi ero data ho rinunciato a molte cose. Per esempio a una relazionestabile che consideravo un ostacolo. Anni fa poi trovare un uomoche ti amasse valorizzandoti senza invidie per le tue conquiste, eradavvero difficile. Ho trovato l’amore a quarant’anni, quando mi erovalorizzata, da sola. Non sarà così per le nuove generazioni. Ma cisono altri conti da fare. A quelli della mia generazione dicevano cheper riuscire dovevi lavorare duro. E lo dicevano (e dicono) alle fem-mine in modo particolare. E io ho lavorato duro. Anche dormendoin ufficio, nella sala riunioni per consegnare in tempo un progettoper un cliente. Sono stata cieca. Ragazze, non serve uccidersi di fa-tica per riuscire. La mia vita ha più spicchi, io mi ero concentratasu uno solo. Se avessi trovato un modello, avrei avuto un miglioreequilibrio tra vita professionale e vita privata.

Le nuove generazioni, però, partono con valori diversi e creden-ze diverse. Sono figlie e figli di persone che hanno la mia età e chesi stanno mettendo in discussione. Si sono resi conto che quelleconvinzioni sono malate. Bisogna prendersi spazi, bisogna ricari-carsi. Quindi concentriamoci ma non smettiamo di fare altro. Ioper esempio ogni anni mi iscrivo a un corso che non ha nulla a chefare con la mia professione. Mi arricchisce e mi fa incontrare per-sone di altri mondi.

Ho trovato modelli di riferimento in alcuni uomini, in partico-lare in due capi, Enrico Cogno direttore della scuola dove ho fattodiverse specializzazioni, e Paolo Ettorre, amministratore delegatodell’agenzia pubblicitaria. Insomma il mio primo capo. Entrambierano eclettici e avevano una particolare sensibilità nelle relazioni.Mi hanno insegnato a considerare sempre tutto in evoluzione e arimettere le cose in gioco alla ricerca dell’eccellenza. Con loro hoimparato a ragionare, a sviluppare un pensiero sistemico, a dare unsenso a valanghe di numeri (tipo i dati di mercato).

104

Page 105: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

“Avevo 27 anni, e mi rendevo conto di non averemodelli e l’ho trovato fuori dall’azienda. Per me unmodello è una persona che fa delle cose che vorreifare anch’io. Era una persona capace, competenteche ritenevo di successo perché aveva fatto un ope-razione di turn-around importante che aveva rilan-ciato il sistema Pirelli e aveva fatto delle innovazio-ni tecnologiche a livello di sistemi informativi, peresempio l’introduzione di SAP, infatti nel 1998 hofatto il progetto SAP in AEM, in contemporanea al-la quotazione in borsa.” Valentina Montanari

Oggi il mio modello è mio marito, un altro uomo. Abbiamo perso-nalità opposte ed entrambe forti. Pronti a difendere le nostre idee.Nel nostro rapporto vale la regola che suggeriamo durante i nostricorsi di formazione: non essere mai vittima e non guardare fuori co-me causa dei tuo problemi. Utilizziamo qualsiasi stress, discussione,conflitto tra noi affinché ognuno si analizzi e cresca. Senza accuse.

Poche donne della mia generazione possono dire di avere avutoesempi femminili che le abbiano ispirate o veri e propri mentori chele abbiano aiutate nella crescita professionale.

“Alle Olimpiadi della matematica e dell’informaticaho incontrato moltissimi ragazzi e ragazze in gam-ba. Ed è grazie a loro se adesso ho così tanti progettie ambizioni.” Matilde Padovano

La presenza di donne nel mondo accademico, della ricerca e azien-

105

Page 106: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

dale è stata negli ultimi vent’anni molto bassa. A quali esempi ac-cessibili hanno potuto riferirsi le donne adulte di oggi? I numeriparlano chiaro. La presenza femminile nella ricerca scientifica dimi-nuisce con l’avanzare della carriera: le donne rappresentano il 53%di chi arriva al diploma di laurea mentre solo il 28% dei ricercatori.(Rapporto “Unesco science report – Towards 2030).

Ci sono le talentuose, Rita Levi Montalcini, Margherita Hacko più recentemente Samantha Cristoforetti e Fabiola Giannotti. Esono un modello semplicemente per dire che no, non è vero chele donne non possano avere il pallino per le scienze. Un modellopuò anche essere Maryam Mirzakhani diventata la prima donna in78 anni insignita con il prestigioso Fields, considerato la più altaonorificenza in matematica. Sono anche modelli di genialità, il piùdelle volte non comparabili con la nostra normalità. Valgono moltoper affinare le nostre aspirazioni, per costruirsi le mete. I percorsili costruiamo con chi incontriamo, dalla scuola al lavoro. Possiamoriconoscerci in più di un modello. E magari, oggi è possibile, siadonne sia uomini. Ed è possibile anche cercarli in programmi dimentoring pensati apposta per accompagnare nelle scelte e nellascoperta delle regole del lavoro.

Il vantaggio delle nuove generazioni è che ci sono donne chehanno già sperimentato un modo femminile di affrontare le pro-fessioni e le carriere. In questo senso pure io sono diventata unamentore. Il ruolo non è dare risposte assolute, ma accompagnareattraverso l’ascolto e le domande a ragionare, a trovare le risposte ea costruirsi reti, personali e professionali.

Molte aziende ora investono in programmi strutturati di Men-toring. La mia azienda ad esempio ha disegnato programmi di men-toring per Ferrero, Heineken, ST Microelecronics, Coesia per ci-tarne alcune.

Anche le associazioni e i network per valorizzare la donna nelbusiness hanno attivato programmi di mentoring, ad esempio quel-

106

Page 107: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

li promossi da Valore D oppure da PWA [http://www.pwa-mi-lan.org/ oppure l’internazionale https://pwnglobal.net/] (in questoho contribuito come mentore negli anni passati).

C’è anche il reverse mentoring (cioè il “mentoring inverso”), co-me ha sperimentato Dell, in cui le donne in ruoli di middle-mana-gement sono mentor di manager più anziani. Il feedback dagli uo-mini è stato molto positivo. I mentee uomini si rendono conto chehanno molto da imparare sulle sfide che le donne devono affrontaresul posto di lavoro, soprattutto imparare a fare “la cosa giusta”.

Da segnalare negli Stati Uniti Million Women Mentors, una or-ganizzazione senza scopo di lucro che punta a ingaggiare un milionedi mentor STEM per aumentare l’interesse e la fiducia delle ragazzee delle donne a persistere e riuscire a programmi e carriere relative aSTEM. MWM è un’iniziativa di STEMconnector (un consorzio diistituzioni STEM) in collaborazione con oltre 60 partner che rag-giungono oltre 30 milioni di bambine e donne, più di 45 sponsor.

I benefici per il mentee (così si definisce chi entra in relazionecon una mentore o un mentore) sono:

1. Aumento dell’autostima2. Migliore comprensione della cultura e delle regole non scritte

dell’organizzazione3. Accesso a un network di contatti4. Aumento del controllo della propria carriera5. Miglioramento delle capacità relazionali interpersonali

“Mia nonna parlava sette lingue e dopo la morte dimio nonno, a 55 anni, ha deciso di iniziare a lavora-re e girare il mondo. Questa sua avventura, oltre adaffascinarmi, mi ha plasmato. Altro punto di riferi-mento il mio primo capo, un consulente irlandesegentile e mai stressato. Mi diceva: “Hai le capacitàper fare quello che vuoi nella vita”. Grazie a questa

107

Page 108: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

iniezione di autostima ho affrontato sfide enormi.”Francesca Fiore

C’è ancora la questione dell’autostima: secondo un’altra ricerca Mc-Kinsey del 2013 il “confidence gap” tra uomini e donne, cioè lafiducia di poter arrivare a posizioni di top management, è minimoall’inizio della carriera, diventa un solco quando si arriva alla posi-zione di senior manager. A questo punto l’86% degli uomini ha fi-ducia di poter arrivare a una posizione di top management, mentrelo crede solo il 69% delle donne.

Uomini, donne, scienziate, scienziatiGalleria dei nostri modelli

MARIA PAOLA TOSCHINon nego che ho sempre avuto la fissazione dell’emancipazione

femminile. Non nella forma che avevo sperimentato durante gli an-ni turbolenti del liceo, un femminismo che allora assumeva espres-sioni un po’ estreme ed esasperate. Il mio è stato un femminismod’azione che significa che non ho basato la mia aspirazione di eman-cipazione sulle parole ma sui fatti. Per questo mi sono sempre po-sta obiettivi ambiziosi, rendendomi talvolta la vita più difficile diquanto avrebbe potuto essere. E per questo mi sarebbe piaciuto co-noscere donne che avevano avuto le stesse aspirazioni e che maga-ri hanno dovuto combattere più di me per abbattere i pregiudiziche c’erano ancora nella generazione dei nostri genitori. Mi sareb-be piaciuto conoscere Oriana Fallaci, giornalista di guerra e appas-sionata scrittrice, oppure Marisa Belisario, altra figura carismaticadell’evoluzione femminile. Donne molto diverse che hanno opera-to in ambienti molti lontani ma animate dalla stessa passione e for-za. Ammetto di essermi ispirata più a figure maschili che femminili.Forse perché nel mondo dell’economia e della finanza all’inizio di

108

Page 109: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

figure femminili non ce n’erano proprio. Mi è capitato molto spes-so, soprattutto all’inizio della carriera, di trovarmi unica donna inriunioni di soli uomini. All’inizio è stato difficile, ma non mi sonomai sentita in soggezione. Da allora le donne hanno fatto moltastrada anche in questo settore. Oggi ci sono molte donne che lavo-rano in finanza, anche a livelli elevati. E oggi molti riconoscono al-le donne che lavorano in questo settore tradizionalmente maschileuna sensibilità e un garbo particolare. Le donne sono riuscite ad ac-crescere la loro credibilità perché sono molto attente ai fondamen-tali, si occupano maggiormente di ricerca, tendono ad essere braveoratrici, vedono la finanza come un mezzo di crescita del benesseresociale. La finanza è diventata più accessibile al largo pubblico an-che grazie alla presenza di figure femminili che ha reso le personemeno diffidenti verso questo mondo che è stato spesso al centro digrandi sconvolgimenti.

ELENA BISIOMi sarebbe piaciuto incontrare il patron di Esselunga, Bernardo

Caprotti: un esempio di innovazione e spirito imprenditoriale sem-pre al passo con i tempi. Ma avrei fatto due chiacchiere davanti aun tè con Winston Churchill e Margaret Thatcher non mi sarebbedispiaciuto. Il mio vero spirito guida è il mio istinto. È da lui che milascio guidare nelle scelte. Ci sono, però, alcune figure fondamen-tali che mi supportano, guidano e ispirano: sono i miei genitori. Aloro devo se sono la persona di oggi. Libera di agire e di intrapren-dere la strada che mi rende più felice nonostante gli ostacoli.

FEDERICA SALAAmmiro le persone in pace con loro stesse, avrei voluto conosce-

re il Dalai Lama per apprendere da lui la chiarezza del pensiero. Iosono sempre stata molto autonoma. Mai certa al cento per cento,ma ho sempre seguito l’istinto. I miei genitori sono stati un mo-dello: si fidano di me e delle scelte che prendo. Mi hanno lasciato

109

Page 110: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

la libertà di scegliere, di sbagliare e rimediare. Entrambi lavoratoridipendenti, mi hanno sostenuto in ogni decisione anche se lontanada “quello che avrebbero fatto loro”. Oggi quando qualcuno chiedeloro cosa fa tua figlia rispondono: “Ha avviato due startup”.

ELENA FAIETALa mia famiglia e i miei professori hanno avuto un grande ruolo

nel motivarmi e guidarmi. Mi ha ispirato anche un professore uni-versitario conosciuto a Dublino, diceva: “Non tutti siamo bravi intutto ma ognuno di noi è bravissimo in qualcosa”. Se potessi fareun salto nel passato o una corsa nel futuro, vorrei incontrare me.Vorrei dire alla Elena del passato di impegnarsi non 10, ma 100volte di più di quanto abbia fatto io negli ultimi anni. E vorrei farmiincoraggiare dalla Elena del futuro, del fatto che nulla è impossibilese ci crediamo davvero.

VALERIA BONILAURIAvrei voluto conoscere Maria Montessori perché è stata la prima

ad applicare il “learning by doing” come metodo educativo senzadare indicazioni di genere. Il suo pensiero identifica il “bambinocome essere completo, capace di sviluppare energie creative e pos-sessore di disposizioni morali”. Rispetto alla mia carriera, invece, mihanno ispirato non tanto una persona in particolare, ma un “board”composto dai miei genitori, le professoresse del liceo, le mie miglio-ri amiche: ognuno di loro conosce aspetti diversi di me. Poi sintesie decisione finale sono state mie.

DEBORA ROSCIANII miei modelli di riferimento sono Oriana Fallaci, figura pazze-

sca per il nostro mestiere, con momenti personali duri, una grandetenacia. Leggere della sua vita mi aiuta a non abbattermi e a rial-zarmi più in fretta. E poi Hillary Clinton. Ho una grande passioneper questa storia di donna, anche tanto controversa. Mi ha sempre

110

Page 111: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

affascinato per la sua tenacia e intelligenza, per l’impegno politicon dai 16 anni.

DANIELA MOLINARIVorrei aver conosciuto tantissimi personaggi del passato: da ap-

passionata di storia della scienza, ho l’imbarazzo della scelta. I primidue nomi che mi vengono in mente sono Marie Curie, una donnadavvero speciale, non solo per i suoi risultati scientifici e SophieGermain: cosa avrà provato a scrivere a Gauss fingendosi un uomo?La mia nonna materna mi ha mostrato con l’esempio cosa significhiinsegnare: mostrare con la pratica cosa bisogna fare permettendoall’alunno di provare e riprovare. Me lo ha trasmesso insegnandomia lavorare all’uncinetto, ma ha forse importanza cosa si insegna?

PAOLA SCHWIZERI miei genitori mi hanno trasferito il senso del dovere e di re-

sponsabilità. Amavano il loro lavoro e lo affrontavano con passionee profonda serietà. Il loro esempio di vita vissuta è stato determi-nante.

CLAUDIA SEGREA ispirare la mia carriera è stato Mark Mobius, storico gestore

e analista dei Mercati Emergenti. Un metodo di lavoro e di analisiimbattibile e innovativo e, soprattutto, un professionista umile, ge-neroso e sempre disponibile anche a confrontarsi con una “burbettaitaliana” alle prime armi.

GAELA BERNINITante persone hanno guidato e ispirato le diverse fasi della mia

carriera. Dalla Direttrice di Croce Rossa Internazionale a Ginevrache mi ha permesso, con disincanto, di scoprire i diversi volti del-lo sviluppo, al professore della London School of Economics chemi ha insegnato una logica ferrea applicata a problemi complessisino alla conciliazione (è possibile) tra professione e famiglia magi-

111

Page 112: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

stralmente condotta dalla mia supervisor di dottorato divenuta poiDirettrice di Dipartimento di Ingegneria gestionale. Oggi la miaPresidente per la sua visione. Se guardo al passato, invece, mi piacepensare che tra i miei modelli di rifermento ci sono due donne di-verse tra loro ma accomunate dall’eccellenza nel loro campo. RitaLevi Montalcini, per la totale dedizione alla ricerca, la tenacia nel la-voro e le intuizioni. Simone de Beauvoir, per la strada di libertà cheha saputo costruire indipendentemente dalle origini e sostenendo-ne con coraggio i costi. Una strada raccontata in libri emozionanti.

FRANCESCA DOMINICIPer la mia professione un modello di riferimento è stato John

Tukey, grande chimico, matematico e statistico statunitense. Svol-se un ruolo importante nello sviluppo della statistica di metà No-vecento. Oggi è mio marito, Giovanni Parmigiani, anche lui unostatistico.

ELIANA SALVIMolte persone mi hanno ispirato, molte altre mi hanno guida-

to e continuano a farlo. Sia donne sia uomini, quello che conta ècome affrontano i problemi. Il giusto approccio a superarli è l’inse-gnamento più grande che si possa ricevere. Come quello che arrivada Santa Maria Teresa di Calcutta. Una donna che ha donato la suavita completamente agli altri, sempre serena, sempre in pace con sestessa. Un mito.

MELISSA PERETTIAvrei voluto incontrare Picasso e il fotografo Robert Capa, che

tra l’altro erano amici. Immagino che passare una giornata con lorosarebbe stato molto divertente.

CRISTINA BOMBELLIMi affascinano le donne che hanno trovato il coraggio di tra-

sgredire e di cercare la loro strada: Marie Curie, per esempio, o an-

112

Page 113: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

che Maria Montessori. Una donna che ho recentemente scoperto(leggendo prima la sua biografia e poi la sua autobiografia che con-siglio) e che avrei voluto come amica è Beryl Markham, vissuta inAfrica e prima trasvolatrice in solitaria dell’Atlantico. Una straordi-naria role model.

MIRTA MICHILLITante persone, molto diverse tra loro, hanno giocato un ruolo

fondamentale nella costruzione della mia personalità prima e del-la mia carriera, poi. Mi viene in mente il gioco dei puntini dellasettimana enigmistica. Mano a mano che colleghi i punti tra loroprende forma la figura finale.

GAIA ELISA ROSSIAvrei voluto conoscere il mitico mago Silvan da bambino, per-

cepire la sua determinazione e capire il perché della sua scelta divita. Lui è stato un punto di riferimento. Come i miei genitori,che hanno avuto una storia legata all’arte, e molti maghi di tuttoil mondo, sempre pronti a consigliarmi quando ne ho bisogno. Einfine, fondamentali anche per la crescita intellettuale, i due circolia cui ormai sono iscritta da molti anni.

BENEDETTA ARESE LUCINILa prima persona che mi ha ispirato è mio padre, anche lui im-

prenditore internazionale. Mi ha insegnato che non bisogna giudi-care le persone da dove provengono ma da quello che sono riusci-ti a realizzare. Inoltre ha sempre lasciato che io e le mie sorelle ca-pissimo da sole la nostra strada, ma sempre appoggiando la nostravoglia di fare carriera. Essendo noi tutte donne, sono cresciuta inun ambiente che non ha mai avuto pregiudizi negativi sulle nostrecapacità.

GIOVANNA MARENAAmando così tanti ambiti avrei voluto organizzare delle cenette

113

Page 114: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

mettendo al tavolo persone diverse di ieri e di oggi come Einsteine la Montalcini Aung San Suu Kyi con Margaret Thatcher e Hil-lary Clinton e Nelson Mandela con Marthin Luter King e Gand-hi e poter ascoltare i loro dibattiti in religioso silenzio. Tanti dia-loghi, invece, da cui ho imparato quelli con la famiglia compostada ingegneri e medici che mi hanno passato il valore di coniugaresul lavoro, e nella vita, la passione al senso del dovere. Mio padreera ingegnere chimico e amava gli stabilimenti industriali e di se-ra provava a suonare la tromba in balcone per la gioia dei vicini.Mia mamma insegnava al Politecnico e discuteva negli anni 70 congiovani studenti impegnati. Mio nonno ha passato gran parte dellasua vita in giro per il mondo a dirigere i cantieri delle più grandidighe al mondo e la sua famiglia ha vissuto così “senza fissa dimora”permettendo a molte popolazioni di avere l’elettricità.

OLIMPIA DI VENUTASono stata affascinata dalla ricerca “scientifica” della fede di

Sant’Agostino. Per lui la fede è al termine della ricerca, non all’ini-zio. La sua vita è un progressivo e incessante studio della verità. Ela verità è il criterio di cui la ragione si serve per giudicare le cose.Non c’è stata una persona che mi abbia guidato in particolare. Tut-te quelle con cui ho avuto un rapporto di collaborazione mi hannoconsentito di conoscermi meglio e quindi mi hanno aiutato a capirequello che avrei davvero voluto fare. Un percorso, questo, ancorain corso.

FRANCESCA RIZZINon mi sono mai fatta guidare da nessuno, la guida l’ho sempre

mantenuta io. Mi sarebbe piaciuto conoscere Leonardo da Vinci,genio assoluto, inventore, pittore, ingegnere e scienziato. Personag-gio unico e irripetibile. Ammirare i suoi modellini al Museo dellaScienza di Milano è affascinante. Un uomo che non si è arreso difronte a mille tentativi falliti di tentare di far volare l’uomo con le

114

Page 115: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

ali, ma ci ha provato fino alla fine. Lo trovo meraviglioso. E ungrande esempio di determinazione.

ELISABETTA CUGNASCADiverse persone in diversi momenti sono diventati modelli a cui

mi riferivo. All’inizio mia madre e le mie zie: non hanno potutostudiare ma, essendo persone in gamba e intelligenti, si sono rim-boccate le maniche e hanno raggiunto risultati che altre donne dellaloro generazione, magari anche laureate, non sono state in gradodi ottenere.

RAFFAELLA PISANÒAvrei voluto conoscere una donna di successo, ma accessibile, vi-

cina alle problematiche quotidiane e “a portata di mano” che avessepotuto farmi da mentor. Ma non l’ho mai incontrata.

ROBERTA BERLINGHIERII junior che lavorano con me mi ispirano ogni giorno. Penso

sempre che devo essere per loro un modello e questo mi spinge alavorare sui miei difetti e le mie debolezze. Del passato avrei volutoincontrare Maria Callas, adoro la lirica, è uno dei pochi mondi dovela donna è protagonista, anche se spesso le tocca morire in cambiodi questa rilevanza

RICCARDA ZEZZAAvrei voluto pranzare almeno una volta al mese con Rita Levi

Montalcini. Ma anche senza averla conosciuta mi ha ispirato la suaresistenza.

CRISTINA NUNEZNon c’è stato nessuno che mi abbia mostrato chiaramente chi

volevo essere. Certo, mi sarebbe piaciuto conoscere, per prendereesempio, Mozart e Gandhi. In realtà non mi sentivo alla loro altez-za. All’inizio volevo essere attrice, m’immaginavo di essere una diva,

115

Page 116: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

come Marilyn. Ho studiato teatro, ma emotivamente non ce l’hofatta, e quindi mi sono messa a lavorare per mio marito, fotogra-fo. Da lui ho imparato, inconsapevolmente, la fotografia. Dopo laseparazione ho continuato per conto mio, guidata dal mio istinto.D’altronde dovevo inventarmi una professione in cui non c’eranomodelli esistenti.

ANNA ZATTONIMi hanno aiutato molte persone in diversi momenti, li defini-

rei tutti miei mentors. A partire da mio nonno, primario radiolo-go e un’eccellenza del mondo accademico scientifico che è stato unesempio di responsabilità e competenza nel suo lavoro. Mia mam-ma, che si è sposata a 19 anni e quando ne aveva 29 dopo due figlie,si è rimessa a studiare seguendo le orme del nonno. Poi alcuni ma-nager che ho incontrato nelle aziende. E Claudia Parzani, avvocatainternazionale che ha guidato Valore D, un modello di leadershipfemminile, generosa, coraggiosa ed energetica. Last but not leastmio marito, che mi accompagna e mi sostiene in ogni passo. E,guardando al futuro, mi piacerebbe incontrare le ragazze del pros-simo secolo e vedere tutto il talento che potranno esprimere.

CRISTINA ANGELILLOLa mia tesina delle superiori aveva come titolo “La scalata del-

le donne” ed era, appunto, un viaggio interdisciplinare sulle figurefemminili e sulla loro evoluzione. Madame Curie, l’unica donnafra i quattro vincitori di più di un Nobel, è stata quella che mi haaffascinato di più, forse perché l’unica che aveva fatto la differenzanel mondo scientifico. È stato dopo che ho conosciuto un’altra ico-na, Maria Montessori, che ho messo le basi della mia idea impren-ditoriale. A parte i modelli storici, mi ha ispirato Massimo, il miocompagno. Ero una di quelle persone nate e cresciute con l’idea del“posto fisso” e solo grazie a Massimo, e alla sua ambizione e intra-prendenza, ho abbandonato i miei schemi e fondato una startup.

116

Page 117: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Con la sua esperienza mi ha insegnato a essere più “incosciente”.Mi ha accompagnato sin dalle prime righe di codice e adesso è conme a tirare le redini di Marshmallow Games.

BARBARA FALCOMERMi piacerebbe incontrare Gesù e Buddha e fare uno stage da

Leonardo da Vinci. Riavvolgendo il nastro della mia carriera osservoche le scelte professionali sono state guidate dalla curiosità e dallapassione per la sfida. Poi ci sono stati incontri fondamentali perquanto mi hanno insegnato. A 25 anni mi sono trasferita a Romalasciando la casa editrice in cui lavoravo il mio futuro capo mi hatrasmesso una passione incredibile per il suo lavoro e mi ha fattointravedere quanto avrei potuto imparare.

SVEVA SEVERISe potessi tornare indietro nel tempo farei un’incursione nella

Grecia classica del V secolo a.c., per vedere all’opera i grandi pen-satori e artisti dell’epoca.

LUCIA BONANNIMolte persone mi hanno guidato. Qualche insegnante e qualche

giovane ricercatore universitario: li ho visti appassionati nello svol-gere il loro lavoro e prodigarsi per trasmettere questa passione. Poii miei diretti superiori, che mi hanno insegnato come muovermi emi hanno fatto capire cos’è un team. Mi ha ispirato e incoraggiatoanche mio marito, esperto di nuove tecnologie e in taluni casi an-ticipatore di cambiamenti.

MARINELLA SOLDISe avessi incontrato Nelson Mandela e David Bowie, quante idee

avrei portato a casa. Ma ho avuto comunque ottimi maestri e mae-stre. Una di queste Marjorie Scardino, ex Managing Director delgruppo Pearson editore del Financial Times e dell’Economist. L’hoconosciuta mentre ero all’INSEAD. Sveglia, profonda. Una texana

117

Page 118: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

doc eppure così femminile. Ho pensato: se una così ce l’ha fattarimanendo se stessa, tutto è possibile. Un’altra persona importanteper me è stato Jean Dreze, professore di Sviluppo economico dellaLondon School of Economics, che una volta mi ha detto di nonsacrificare mai quello che mi diceva il cuore nelle decisioni profes-sionali.

MIRIAM CRESTASono per me un esempio le figure femminili capaci di integrar-

si nelle organizzazioni emergendo con ruoli di responsabilità e riu-scendo, allo stesso tempo, a dialogare tra le esigenze e le emergenzedella macchina operativa e le passioni e aspirazioni personali. Sonostata fortunata perché ne ho incontrate diverse provenienti sia dacontesti aziendali, sia sociali e del no-profit, sia della politica.

LORENZA PIGOZZIMia madre, donna forte con un gran senso della famiglia e del

lavoro, mi ha insegnato a conciliare vita privata e lavoro, a nonarrendermi. E, soprattutto, a utilizzare più il verbo “dare” che non“ricevere”.

FRANCESCA PATELLANIMi piacerebbe incontrare donne che hanno combattuto in altri

momenti storici il pregiudizio di genere nel mondo del lavoro e sisono differenziate per la loro capacità di affermarsi e di innovare.Le antesignane delle discussioni odierne sull’inclusione della diver-sità negli ambienti di lavoro e nella società in generale. Un esempioin questo senso è Rita Levi Montalcini: ha difeso la parità di gene-re sostenendo che le donne costituiscono, al pari degli uomini, unimmenso serbatoio di potenzialità.

CHIARA BESSICi sono tante persone interessanti ai nostri giorni. Mi piacerebbe

conoscere Angela Merkel, non per i retroscena politici ma per la

118

Page 119: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

curiosità di conoscere la sua dimensione umana. Tanti colleghi eamici incontrati lungo la strada, tra questi la prima e unica capadonna che ho avuto a Londra, Lea, una forza della natura. Madre digemelli, determinata ma dolce, un esempio di successo in terminidi conciliazione vita-lavoro. Quando sei molto giovane un esempiosimile vale più di qualsiasi parola..

LINDA IERARDINella mia carriera ho avuto la fortuna di conoscere colleghe più

grandi di me e con tanta esperienza alle spalle, ormai sono le miemigliori amiche. Mi hanno insegnato a fare il mio lavoro con amore,mi hanno dato l’esempio e io ho cercato di prendere il meglio daloro. Una in particolare, da poco in pensione, mi ha regalato alcunidei suoi libri storici che tengo come testi sacri nell’armadio a scuola.È come averla con me in classe. Mi ispiro a lei, al suo essere maternae giusta, dolce e seria, per me un punto di riferimento.

IMMACOLATA GARZILLIHo spesso desiderato incontrare illustri personaggi, come Gaudì

o Einstein, per sapere “come” pensa un “visionario”.

ELENA SASSIIl mio professore di Italiano delle scuole medie è stato una guida

fondamentale: un uomo all’avanguardia mi ha sempre spinta a nonarrendermi, a seguire le mie passioni e soprattutto a lavorare sodoper poter arrivare ai risultati. Mi ha anche insegnato a non fermar-mi all’apparenza, a mantenere la curiosità e la voglia di scoprire,restando sempre fedele a me stessa e ai miei valori personali.

CAROLINA GIANARDIIl mio riferimento del passato è Frida Khalo, femminista anti-

tempo, icona indiscussa della cultura messicana del Novecento, fa-mosa per i suoi autoritratti. Se scorriamo la sua vita e leggiamo isuo scritti potremmo definirla in chiave contemporanea una “life

119

Page 120: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

coach”. Un esempio da seguire, come sono stati per me i miei ge-nitori, molto attivi nel mondo del lavoro, sociale e politico. Miamamma ha preso la sua prima laurea dopo i 50 anni e quest’anno(71 anni) si è iscritta a Scienze Politiche. Mi hanno spinto a seguirele mie passioni sostenendomi senza essere invasivi.

PAOLA ANTONELLA MUNGOLe persone che vorrei conoscere sono tante, di estrazioni cultu-

rali ed epoche differenti, ma che con la loro genialità o il loro estrohanno lasciato un segno e tracciato un percorso: mi piacerebbe ca-pire come ognuno di loro ha vissuto il proprio contesto di tempo,spazio, cultura e arricchirmi con la loro esperienza e con il loro con-fronto. Tanto per citarne qualcuno: Leonardo da Vinci, Hegel, Ma-gritte, e donne come Coco Chanel, Isadora Duncan, Maria Callas.

DONATELLA BUSSODue donne che mi hanno molto influenzato, in modo particola-

re da piccolina, sono state Rita Levi Montalcini e Margherita Hack.Anche se poi ho scelto un campo di studio e di lavoro molto diver-so, mi hanno ispirata perché sono state donne pioniere in ambititipicamente maschili.

PAOLA ZUCCOLOTTOHo conosciuto persone meravigliose. Non potrei chiedere di me-

glio che incontrarle di nuovo.Devo la mia passione per la ricerca al professore di Statistica con

cui ho fatto la tesi di laurea e con cui ho poi lavorato fino al mo-mento in cui è andato in pensione, il professor Aride Mazzali. Miha contagiata con l’entusiasmo con cui affrontava il lavoro. Ammi-randolo mi è venuta voglia di seguire la sua stessa strada. Preziosi isuoi consigli e il suo sostegno. Ci vediamo meno frequentemente,ma ci lega una profonda amicizia.

BARBARA COMINELLI

120

Page 121: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Se potessi tornare indietro nel tempo vorrei aver conosciuto So-crate, Churchill e Coco Chanel. Non singolarmente, bensì tutti in-sieme per una settimana su un’isola deserta. Sarebbe un dream teamesplosivo.

ANNA PAOLA IONNAMi sono lasciata ispirare da quelli che hanno valorizzato meglio

le mie qualità, insegnandomi a saper cogliere, naturalmente laddoveesistenti, le qualità delle persone, e a valorizzarle. Un bravo capo sacogliere e valorizzare il talento dei propri collaboratori, consapevoleche il lavoro di squadra porta al successo di tutto il team. Purtropponon tutti la pensano così e distruggono valore.

LETIZIA VAIOLIHo un elenco sconfinato di matematici e filosofi che avrei volu-

to incontrare non solo sui libri. Almeno uno per secolo. Pitagora,Euclide, Platone, Fibonacci, Cartesio, Gauss, Cantor, Leibniz, Rie-mann... Vorrei vederli mentre studiano, guardarli nella loro quo-tidianità. La mente dei geni è affascinante e spesso nasconde con-dizioni di vita difficili. Se devo cercare un esempio concreto, è laprofessoressa con cui mi sono laureata. Nel periodo in cui redigevola mia tesi arrivavo da lei carica di materiale, passavo le giornatein biblioteca e raccoglievo tutto ciò che mi sembrava interessante.Qualche volta erano dati disorganizzati o poco omogenei e la profmi aiutava a gestirli in modo produttivo. Mi ha lasciata libera diesplorare e non mai detto: “Non si può fare”. In quel periodo hoassimilato senza saperlo la convinzione che si deve seguire il cuoreanche quando si fa un lavoro di testa.

PAOLA ELEFANTEMi piacerebbe aver conosciuto Maria Agnesi, donna di grande

erudizione e talento, con le idee chiarissime di cosa volesse dallavita. Un bell’esempio su cui immaginare il proprio futuro. Il mio

121

Page 122: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

insegnante di matematica al liceo è stato fondamentale per darmila motivazione iniziale. Dopo le mie scelte sono state guidate dallemie aspirazioni personali e professionali. Non c’è una sola figurache mi abbia ispirata, ma tante che hanno pian piano costruito lamia identità. Mio marito è tuttora un grande supporto nella miacarriera.

DINA RAVERAL’incontro con Marisa Bellisario ha profondamente e positiva-

mente indirizzato il mio percorso professionale. Marisa è stata perme un esempio e fonte d’ispirazione non solo manageriale, ma an-che personale.

GIOVANNA PALADINOHo avuto la fortuna di conoscere diversi premi Nobel dell’eco-

nomia e tantissimi validi ricercatori meno noti. In generale, mi so-no resa conto che quello che mi interessa è la capacità creativa dellepersone e questa non è direttamente proporzionale alla fama.

Non ho modelli di riferimento, purtroppo. Ho usato “purtrop-po” perché penso che averli semplifichi la vita. Io tendo a non crea-re miti. Ognuno è quello che è con punti di forza e debolezza. Lastrada la trovi da sola, quello che è importante è avere un obiettivo,possibilmente importante non solo per te.

MILA SPICOLAI miei genitori, indubbiamente, entrambi insegnanti mi hanno

davvero accompagnata. E i professori dalle medie all’università, nelbene e nel male, sono stati modelli di crescita. Ho avuto la fortuna diavere tanti maestri. E poi i libri. Sono sempre stata, e lo sono tuttora,una lettrice accanita. Per cui molti pensatori, scrittori, scienziati,personaggi, storie hanno inciso parecchio sulle mie scelte.

PAOLA BORRACCHINII miei amici sono stati un punto costante di riferimento e di

122

Page 123: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

confronto; il mio (ex) marito mi ha molto sostenuto e incoraggia-to. La carriera la devo ai miei superiori che mi hanno apprezzatoe valorizzato (non sempre, ma spesso). Se guardo nel passato, misarebbe piaciuto frequentare la scuola di Socrate.

ROBERTA TONIOLOVolevo assolutamente dimostrare che una donna può farcela an-

che fuori dalla scuola e poi l’informatica e la vita di azienda mi ap-passionavano. Il mondo dell’informatica offre tanti possibili lavori:dalla programmazione alla consulenza alla vendita al marketing, liho fatti tutti. Ho potuto muovermi trasversalmente tra diversi ruoliportandomi dietro un bagaglio di conoscenze significativo che miha permesso di fare ogni volta un nuovo passo di carriera. Ho spes-so trovato mentor e sponsor che hanno apprezzato il mio lavoro ela mia persistenza e quindi hanno supportato la mia carriera. Avreivoluto incontrare anche Leonardo: geniale nelle scienze ma anchenell’arte, una dote che avrei voluto possedere, ma ahimè...

CHIARA GABBII miei maestri nell’attività clinica e nella ricerca mi sono stati

di guida. I miei pazienti e i miei studenti sono stati e sono tuttorafonte di grande ispirazione e motivazione soprattutto nei momentidifficili. La mia famiglia e i miei affetti più cari sono da sempre unsupporto importante. Come singoli e come società siamo anche ilfrutto di chi ci ha preceduto. Non sento particolare interesse nelconoscere personaggi storici: i loro esempi e le loro parole vivonocon noi quotidianamente. Basta farci attenzione. Al contrario, vor-rei tanto conoscere personaggi futuri. Vorrei incontrare la primadonna che andrà su Marte e sogno di conoscere chi sarà capace disconfiggere certe malattie ora incurabili.

CARLA MILANIMarie Curie è stata per me un modello fenomenale nella scelta

123

Page 124: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

degli studi e del mio lavoro di ricercatrice, nei primi anni della miacarriera come fisico al Cern di Ginevra. Da piccola ho letto un li-bro che mi fu regalato da mia zia, “La storia di Madame Curie”,che ogni qualche anno rileggo ancora. È stato un modello anche inseguito, quando ho smesso di occuparmi di fisica e sono andata alavorare all’IBM, per la caparbietà, la determinazione, la capacitàdi essere una donna, una moglie fantastica e una mamma presentee importante.

ELENA GOOSPersone diverse mi hanno trasmesso la voglia di fare la differen-

za, di sperimentare luoghi, aziende e attività sempre nuove. Le per-sone che mi hanno veramente colpito però erano le più brillanti eal tempo stesso umili, capaci di raccogliere in modo efficace i con-tributi di tutti. Ho sempre cercato di assomigliare a loro.

PAOLA BOSSOHo avuto due maestri: il direttore generale dell’azienda dove ho

lavorato per molti anni e il fondatore di una boutique advisory rm.Avevano un tratto comune: la consapevole naturalezza nel propriosapere e ruolo che permetteva loro di dare generosamente a chiun-que volesse imparare, senza invidia, calcoli, timore di essere sopraf-fatti o superati.

ANNA TORRIERONon ho mai avuto un “mentore” o modelli di riferimento. Ho

invece imparato dal confronto di idee con altri matematici. Se po-tessi tornare indietro nel tempo, vorrei conoscere Leibniz, il “geniouniversale” che continua ad affascinarmi per la sua versatilità e perla vastità e complessità dei suoi interessi.

VALENTINA MONTANARIAvrei fatto con interesse un percorso di mentoring con Mari-

sa Bellisario che rappresentava il role-model delle donne manager.

124

Page 125: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Vorrei aver avuto la possibilità che hanno le giovani di oggi di fa-re questa esperienza. Adesso sono io ad essere la mentor di giovaniuniversitarie prossime alla laurea. Lo faccio perché credo nella lo-gica della restituzione, il concetto del “give-back”, del “far scende-re l’ascensore”. È importante soprattutto in questo periodo dove ilmercato di accesso al lavoro è difficile.

SARA NEGRIUno dei miei miti l’ho conosciuto, Tony Robbins, uno che, de-

vo ammettere, sa il fatto suo. Motivatore lo chiamano, incoraggia-tore, che lavoro sarà poi quello, mi chiedevo. E invece sono rima-sta sconvolta, rapita, stupita, impressionata. Tony ti insegna a rag-giungere i tuoi obiettivi, a perseguire i sogni, a migliorare ciò chenon ti piace nella tua vita, sa trasmetterti carica, energia e positività,sa aiutarti ad affrontare le tue paure e a puntare sempre in alto. Ecome non citare Newton, avrei proprio voluto vedere cadere quellamela sulla sua testa, provare a volare con Leonardo da Vinci e farequattro chiacchiere con il Manzoni che con le narrazioni delle peri-pezie di Renzo e Lucia ci ha tenuto tutti attenti sui banchi di scuola.

Nelle scelte mi hanno ispirato Franca Garzotto (Docente del Po-litecnico di Milano), per il coraggio di battersi contro tutti e di por-tare avanti le proprie idee; Alberto Leva (Docente del Politecnicodi Milano) per la costanza e la determinazione nella ricerca e i con-sigli di vita vissuta; Simona Nicolo e Emiliana Parenzi Colombo(insegnanti di musica classica), per l’amore della musica e la grintanel trasmetterla ai ragazzi; Graham Wood (Creative Director) per lacomprensione e per l’incentivo a dare sempre il meglio, crescendodi giorno in giorno, senza scoraggiarsi mai; Don Fabrizio, per l’ac-coglienza e l’accettazione dell’altro come un fratello; Andrea, un ca-ro amico, per l’insegnamento a divorare la vita e a vivere i trent’anni“ribelli, liberi e fuorilegge” (Orianna Fallaci) e a “evitare la morte apiccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sfor-

125

Page 126: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

zo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare” (PabloNeruda).

FRANCA GARZOTTODopo la laurea in Matematica, sono arrivata al Politecnico di

Milano per caso, rispondendo a un annuncio microscopico appesoalla bacheca della mia università. Si cercava un neolaureato per unprogetto EC in Intelligenza Artificiale. Con una tesi in logica ma-tematica, e senza aver mai neppure visto un calcolatore in vita mia,pensavo che nessuno mi avrebbe preso in considerazione. Invece lapersona che guidava allora il più importante gruppo di ricerca in AIin Italia mi ha dato fiducia e mi ha assunto in prova per tre mesi. Èa questa persona che devo il mio ingresso al Poli. Mio marito chefa il mio stesso mestiere mi ha insegnato il valore dell’onestà intel-lettuale, che non sempre si trova nella ricerca scientifica. I terapistie gli educatori con i quali mi confronto nella ricerca sulle tecnolo-gie per la disabilità infantile sono la mia voce critica. Con loro hoimparato che cosa significa lavorare con e per bambini con gravi ogravissimi deficit cognitivi.

MIRKA DANIELA GIACOLETTO PAPASSocrate è stato il mio mito. E poi ad accompagnarmi nella cresci-

ta ci sono stati il mio professore di matematica del liceo: per cinqueanni ci ha parlato di filosofia della matematica. Il direttore dell’As-sociazione industriali di Genova, Giuseppe Manzitti, il mio primolavoro: aveva visto tutto, capiva tutto e guardava con comprensionee pazienza alle intemperanze di una neo laureata alle prime armi mapresuntuosa. Un riferimento è stato anche il gran capo del mio pri-mo importante incarico da dirigente, Giuseppe Glisenti: un carat-teraccio, ma un grande manager con un senso totalizzante dell’eticapersonale e professionale.

ELENA FAVILLI

126

Page 127: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

I miei genitori, entrambi medici, sono stati i miei modelli.Da bambina vedevo mia madre studiare su grossi libri, oltre a

lavorare. È lei che mi ha trasmesso la passione per lo studio e perl’indipendenza professionale. Mio padre mi ha insegnato la passio-ne umile per il proprio lavoro, la dedizione quotidiana agli altri, ilrispetto dei più deboli. E se dovessi pensare qualcuno incontratosolo sui libri, penso a Frida Kahlo.

LAURA INDOLFIMi piacerebbe conoscere la mia pro-pro-pro nipote e vedere co-

me sarà il mondo e tutte le fantastiche scoperte che saranno la quo-tidianità per quel tempo.

127

Page 128: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 129: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Bambole, lego e poi la scrivaniaLa sfida agli stereotipi parte da lontano

Sandra Mori, avvocata e presidente Valore D

Ho due figlie, la grande, 18 anni, frequenta Ingegneria chimi-ca, studia e impara a utilizzare le conoscenze logico matematiche,chimiche e impiantistiche. La piccola, 14 anni, è iscritta all’Istitutotecnico agrario: una scuola dove le ragazze sono il 40 per cento edove ognuno ha una responsabilità completa. Per esempio occupar-si di una mucca. Non è che le femmine si occupano della mungitu-ra e i maschi dell’impianto. No, ognuno segue la sua mucca. Cosìcome nei campi: quando prenderanno la patente, ragazzi e ragazzecondurranno il loro trattore.

“Ho cresciuto le mie figlie e mio figlio senza pre-giudizi di genere: le ragazze hanno avuto Lego e bi-ciclette; al maschio ho insegnato a piangere. Tut-ti hanno avuto pupazzi, libri e sport; nessuno unabambola o un carro armato. Li sto educando in ba-se a valori comuni di onestà, condivisione (di one-ri e onori, bei voti e rifacimento letti), ambizione arealizzare le loro specifiche attitudini e inclinazioni,qualunque esse siano, ma dando sempre il massi-mo.” Jessica Spina

Le mie ragazze e le loro compagne appartengono a una generazio-ne che cresce su quelle strade che molte di noi stanno tracciando,dandosi il permesso di vivere pienamente la propria identità senza

129

Page 130: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

pensare troppo alle acrobazie che ancora dobbiamo fare. Le nostrescelte, che siano nella formazione, nella ricerca del lavoro, nel volereo meno percorrere una carriera, e anche nelle relazioni, nelle pas-sioni, stanno accompagnando i nostri figli, maschi e femmine, neiloro percorsi. Nel cercare quello che si vuole essere. Molte donne,come me, sono un esempio che noi non abbiamo avuto. E, proprioperché stiamo facendo cose che un tempo sembravano non femmi-nili, siamo un grimaldello per abbattere quel tetto di cristallo, me-tafora dei limiti che le donne non potevano superare.

“Ho iniziato a occuparmi di esclusione femminilenelle carriere molti anni fa, ed ero una voce isolata.Oggi diverse associazioni e aziende sviluppano pro-grammi per colmare la disparità. Non solo, ci sonoanche molti uomini alleati nel percorso di crescitacollettiva. Se guardiamo al passato di strada ne ab-biamo percorsa. Altra ne resta, ma siamo in ottimacompagnia.” Cristina Bombelli

Sicuramente il cristallo adesso è incrinato e forse se ne sono ancherotti dei pezzi. Lo vediamo, li abbiamo rotti noi. Il tetto, però, nonè ancora andato in frantumi. C’è ancora uno sbilanciamento traquello che le donne possono fare e quello che fanno gli uomini. Percolmarlo ci vorrà ancora qualche generazione. Questo, però, non ciesonera dal fare tutto quello che possiamo per accelerare il colmarsidi un divario che, in altre situazioni, sarebbe ovvio darsi da fare perriequilibrare. Oggi sembra ancora strano. Se avete un tavolo chezoppica, mica dite è brutto, è scomodo, non si può usare: metteteuna zeppa e lo bilanciate.

Gli ambiti in cui c’è ancora molto da fare sono diversi: socialie individuali. Il problema di fondo viene da come è impostata l’e-

130

Page 131: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

ducazione. Ho riguardato i nostri libri delle elementari, quelli dellemie figlie e quello di mia nipote che ha appena cominciato. Nonè cambiato molto. Parlando degli insiemi, per esempio, uno è rap-presentato dai martelli, i cacciavite e le pinze di papà e un altro da-gli arnesi da cucina di mamma. Quindi da una parte ci vuole checambino i libri. Eh sì, ancora. Pare ci vogliano grandi investimenti.E lì noi possiamo solo chiedere, insistere affinché un ministero dial’ordine di raccontare un mondo fatto di femmine e maschi con paricapacità e, quindi, opportunità. Ma la testa? La testa delle famiglieè molto più difficile da cambiare. Così ho guardato me stessa. Cheho fatto io? Ho vestito le mie figlie di rosa, le ho inondate di Barbie.E nessun martello. Sì, proprio, Sandra che da ragazzina andava inenduro e che continua pure ora, a 50anni. Io, che ho superato iltetto di cristallo e che, oltre a ricoprire un ruolo di vertice europeonella mia azienda, dirigo pure un’associazione di aziende, ValoreD,che si impegna proprio a supportare e far crescere la rappresentan-za dei talenti femminili nelle posizioni di vertice, attraverso azionitangibili e concrete.

“Partiamo dai genitori. Cominciamo a formare gliadulti. Sono loro, per primi, a ingabbiare i figli ele figlie negli stereotipi. Superarli? Per esempio,creando festival scientifici, hackathon, concorsi incui un driver di valutazione e vittoria sono l’etero-geneità del team. E poi nelle aziende, identificandole caratteristiche di ogni ruolo e tenendo conto dellespecificità sia maschili sia femminili, senza innalza-re uno dei due generi come must.” Valeria Bonilauri

Nella mia testa nonostante l’educazione superiore, il lavoro, la car-riera, c’è quella roba lì... E cos’è “quella roba lì”? Un immaginario

131

Page 132: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

femminile che ancora attinge a vecchi modelli. Duro da cambiare.Intendo gli stereotipi che fanno “immaginare” le donne meno ca-paci degli uomini e che sono alla base delle discriminazioni. Ecco,superare gli stereotipi e le disuguaglianze vuol dire fare un lavoroche parta il più presto possibile. E allora da una parte si cominciada subito, con i bambini e le bambine, dall’altra se vogliamo ac-celerare l’equilibrio tra i generi, dobbiamo dirlo alle persone. Noiche ci diamo da fare per farlo, più che parlare a chi è già sensibile,dobbiamo entrare in tutti quegli ambiti in cui tutte le donne e tut-ti gli uomini (non solo quelli che, come me, lavorano in azienda,hanno un accesso più immediato: i giornali popolari, le trasmissio-ni pomeridiane. E non con discorsi che elencano le discriminazionio insistono sulla necessità di superarle. Quello che funziona di piùnell’immaginario delle persone sono gli esempi. Le donne che han-no raggiunto ruoli impensabili un tempo si raccontino. E quelle chehanno competenze intervengano su temi che vadano oltre la curadella famiglia, il benessere, i sentimenti: quello che molti pensanoancora che siano “affari femminili” e basta. Facciamo in modo checi consultino su economia, politica, tecnologia... E magari senza ladomanda: “Quanto è stato difficile per te, in quanto donna?”. Cisiamo, sappiamo. Punto.

“Non credo che fare programmi specifici per le ra-gazze sia un’idea sensata, anche se ne avevo senti-to parlare in qualche ateneo. Fa sembrare le ragaz-ze siano meno intelligenti dei ragazzi e ci fa ritor-nare alla discriminazione che tanto abbiamo com-battuto e tutt’ora continuiamo a fronteggiare, an-che e soprattutto sul posto di lavoro. A me darebbefastidio. Il punto è l’autostima. A volte alle ragaz-ze manche, e siamo noi stesse a considerarci me-no capaci di affrontare problemi complessi. L’erra-

132

Page 133: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

ta percezione comune è che le materie STEM sianotroppo difficili. Vorrei lanciare da qui una proposta.Creiamo una piattaforma che permetta alle ragaz-ze interessate alle discipline tecnico - scientifiche diconnettersi con coloro che hanno già affrontato talistudi per potersi chiarire le idee e avere l’occasionedi chiedere supporto, se è il caso anche mentoring.”Sara Negro

Le discriminazioni vanno superate anche nel mondo del lavoro. Elì qualcosa sta succedendo, anche se in Italia lavorano solo il 47 percento delle donne. Per ogni singola posizione che si apre, quindi perogni singolo posto di lavoro, ci dovrebbe essere davvero una pariopportunità per uomini e donne di competere. In molte aziendeassociate a Valore D accade. E quando l’accesso è pari, le discrimi-nazioni nel percorso di carriera successivo si attenuano. Nulla di re-galato, intendiamoci. Nelle grandi aziende si è cominciato a presta-re attenzione alla parità di genere dopo che studi economici e sta-tistici hanno misurato che dove c’era portava benefici concreti, siain termini di organizzazione sia di produttività. Vale a dire: soldi.Parliamoci chiaro, queste aziende fanno più soldi. Se questa praticavenisse implementata da tutti i datori di lavoro sarebbe un passoavanti importante. Anche in questo caso, come nell’educazione, sa-rebbe interessante poter avere un intervento istituzionale in modoche l’esempio delle aziende più avanzate inneschi quel meccanismoper cui anche per le altre diventi una pratica normale.

“Talento e merito non hanno genere. Poi però dob-biamo colmare i gap nelle retribuzioni.” Melissa Pe-retti

133

Page 134: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

L’altro tema è quello degli avanzamenti di carriera. Una opportuni-tà che si scontra con l’altra parte delle nostre vite: i figli, la famiglia,gli amici, gli interessi personali. Il bilanciamento dei carichi fami-liari è lo scalino più difficile da affrontare. Il dramma, in realtà, nonsono le carriere, ma la divisione dei carichi familiari che nelle cultu-re dei Paesi latini pesano ancora quasi esclusivamente sulle donne.

Dobbiamo farcene una ragione, ci vorranno ancora un paio digenerazioni perché cambi davvero. Non sarà ancora con le nostrefiglie, anche se nelle coppie dei Millenials i valori e le dinamichefamiliari sono ben diversi da quelle dei babyboomer.

Ritorniamo, quindi, a quanto può influire la creazione degli im-maginari nella sfera educativa e privata. E il pensiero logico mate-matico e la formazione scientifica, oltre a dare maggiori opportu-nità di trovare un posto di lavoro, avvicina le ragazze a quello chefino a pochissimi anni fa era un mondo esclusivamente maschile.Quante più ragazze si avvicineranno a queste materie, tanto menole discriminazioni manterranno le fondamenta. Il confronto non èsui muscoli ma sul ragionamento. È solo una questione di tempo.

Le stemette si divertono molto. Lo sapevate?

ALESSANDRA ANTONETTIIn passato ci sono state donne coraggiose che hanno spianato la

strada. Oggi c’è bisogno di dimostrare con i fatti quello che valiamo.

ELENA BISIONon esiste “non essere portata” per qualcosa. E le STEM sono

opportunità in un campo in espansione, dove non ci sono donne.Quindi anche un’ottima opportunità per emergere. Le “Stemette”in Inghilterra sono ragazze appassionate di settori nei quali la pre-

134

Page 135: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

senza femminile è ancora scarsa. E siccome nel 2020 in Europa cisaranno circa 900 mila posti solo nel settore computer science, ra-gazze evitate qualsiasi espressione o comportamento che porti lefemmine a stare in difesa e a non mettersi in gioco.

FEDERICA SALARaccontiamo e mostriamo esempi di successo per dare alle ra-

gazze, come ai maschi, la possibilità di paragonarsi a standard diffe-renti. Dovremmo stimolarle all’ambizione, alla curiosità, a non ac-contentarsi del “comune”. Dovremmo insegnare alle giovani a nonvedere le scienze come complicate e inarrivabili, ma una via per di-ventare come qualcuno che conta. Altre donne che contano.

ELENA FAIETAAbbattiamo il mito delle “materie noiose e impossibili” mostran-

do quanto le STEM siano importanti e utili ma anche appassio-nanti e coinvolgenti. A volte le femmine si sentono escluse da unmondo che per molti anni è stato visto solo come maschile. È falso.Ragazzi e ragazze sotto molti aspetti sono diversissimi tra loro, manon possono essere diverse anche le opportunità. Quando riesconoa collaborare e mettere insieme le diversità, i risultati sono moltopiù sorprendenti di quelli che si otterrebbero lavorando da soli. Ra-gazze, non arrendetevi alla prima difficoltà. Non rinunciate. Ragio-nateci, vi renderete conto che posiamo farcela, anche alla grande.

MATILDE PADOVANOMi sono sempre chiesta perché ci sia un così grande squilibrio

di genere nelle STEM. Credo che ci siano due momenti che fannoallontanare le ragazze da queste materie. Il primo è durante l’infan-zia: basta confrontare i giochi e i cartoni progettati per le bambineper capire quello di cui sto parlando. In secondo luogo percepire lostereotipo “Le ragazze non sono brave come i maschi in matema-

135

Page 136: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

tica”, è dannosissimo. Probabilmente, tra noi giovani, nessuna cicrede veramente. È più nella testa di insegnanti e genitori.

DEBORA ROSCIANIFacciamo finta che gli stereotipi di genere non esistano. Smet-

tiamo di enfatizzare il dibattito. Se pensi che tutti ce l’hanno con te,poi finisci con crederci. E se pensi di essere discriminata in quantodonna perché lo dicono tutti, magari finisci per cadere nella trap-pola di non impegnarti abbastanza perché “tanto è così”. Lavoria-mo e dimostriamo di avere doti e capacità non inferiori.

DANIELA MOLINARIAttraverso la storia della scienza, mostro ai miei alunni e alle mie

alunne quanto i percorsi delle donne di scienza siano stati acciden-tati proprio per colpa degli stereotipi di genere. Invito le ragazzea non temere il confronto con l’altro sesso e a scegliere il percorsoche a loro sembra migliore. Invito tutti ad apprezzare la bravura,indipendentemente dal genere.

DIANA SARACENIPregiudizi e stereotipi? Ignoriamoli. Lo so, è comunque troppo

poco.

MONICA D’ASCENZOIniziamo a lavorare su noi stessi. Nessuno è immune dagli ste-

reotipi, soprattutto quelli inconsci. Se vogliamo che qualcosa cam-bi, dobbiamo iniziare a cambiare noi per primi. Solo questo ci per-metterà di crescere generazioni meno condizionate.

PAOLA SCHWIZERAnche in questo caso, i numeri danno un contributo. Misurare

il fenomeno del gender gap in azienda è una primo azione per ge-stirlo e per fare passi avanti nella cultura della diversity. Quanto èrilevante il gap salariale tra uomini e donne? Quanto divergono i

136

Page 137: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

tempi medi di carriera? Sono dati che molte aziende hanno iniziatoa rilevare e monitorare e che hanno stimolato l’adozione di condi-zioni organizzative per valorizzare il potenziale delle donne, a tuttovantaggio delle performance aziendali.

CLAUDIA SEGRELe ragazze e le donne adulte dovrebbero diventare capaci di fare

la differenza mantenendo equilibrio ed empatia. Senza fare il versoai modi di comportarsi carismatici e misogini, o sopra le righe, dialcuni uomini.

GAELA BERNINIIniziamo dall’educazione dei nostri figli, soprattutto i maschi,

affinché non si senta più dire “questo è compito da donna” maperché ciascuno e ciascuna possa scegliere in funzione dei propritalenti e delle proprie ambizioni. All’insegna della libertà.

FRANCESCA DOMINICIÈ una battaglia giornaliera. Cerco di dare l’opportunità a tutti

di esprimere le proprie opinioni e di essere valutati per quello chesanno offrire. Indipendentemente da sesso, colore della pelle, sexualorientation.

ELIANA SALVIIl successo è di chi non ha paura e dimostra che, con l’impegno

e il lavoro, chiunque può fare qualsiasi tipo di lavoro, sempre chenon sia esclusivamente basato sulla forza fisica. Lì non tutte donnepossono cimentarsi. Ma la tecnologia ha anche superato, in certimestieri, il bisogno della forza fisica.

MIRTA MICHILLIProponiamo figure positive. Le ragazze hanno bisogno di incon-

trarsi e confrontarsi con persone reali, anche giovani e giovanissi-me donne, più vicine come età. E servono più occasioni, laboratori,

137

Page 138: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

workshop, hackathon durante i quali le ragazze acquisiscono sicu-rezza nelle proprie capacità e competenze. Ingredienti per sceglierecon libertà il proprio futuro.

GAIA ELISA ROSSIDa piccola quando mi dicevano che le donne non potevano fare

magia ci rimanevo male. Poi, però, ho incontrato persone che mihanno incoraggiata a fare sempre meglio per dimostrare che so faremagia e molto altro.

CLAUDIA PINGUESpesso siamo proprio noi stesse il primo abilitatore degli stereo-

tipi di genere. Occorre sostenere, formare e sensibilizzare soprattut-to noi donne.

BENEDETTA ARESE LUCINIQuando ho potuto scegliere il team di persone con cui collabo-

rare ho ambito a un numero equivalente di uomini e donne. La di-versità serve a tutti, magari prendiamoci anche giro sugli stereotipi:aiuta a sdrammatizzare e a evitare che vengano usati per giudicareuna persona.

GIOVANNA MARENAEssere professionali e autorevoli aiuta a gestire responsabilità e

potere senza sensi di colpa. Magari non rinunciamo ad alcune ca-ratteristiche legate all’intelligenza emotiva, relazionale e a un sensodi “caring”. Guardiamo le donne straniere, alcune sono esempi an-che nella gestione della maternità da vivere come momento impor-tante e non cesura o contrapposizione al lavoro.

OLIMPIA DI VENUTAEduchiamo sia i maschi sia le femmine a credere in se stessi.Le ragazze, in particolare, dovrebbero imparare a non porsi limi-

138

Page 139: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

ti. Abituarsi a chiedere e pretendere. E questo è un compito nostro,come genitori e donne che ricoprono ruoli e incarichi influenti.

FRANCESCA RIZZIVedo tanti genitori crescere con approcci diversi i figli maschi

e le figlie femmine. Spesso è fatto in modo inconscio, ma vedo lemadri proteggere e viziare in misura maggiore i bambini rispettoalle bambine. Iniziamo da lì, abituando i nostri ragazzi e le nostreragazze a percepirsi, comportarsi e sentirsi trattati nello stesso mo-do, anche in casa.

DIANA PALOMBAChe fare per abbattere gli stereotipi? Non smettere mai di rom-

pere le scatole. Parlarne. In famiglia e pubblicamente, con conve-gni, presentazioni di libri, circoli, associazioni.

ELISABETTA CUGNASCAEducare, educare, educare: n da piccoli. Mi riferisco a tutti gli

stereotipi, non solo a quelli di genere ma anche di razza o di religio-ne. Su quelli di razza e religione influisce la maturità e le esperienzedi ognuno. Rispetto agli stereotipi di genere, conta quanto accadein casa, ogni giorno. Vedere la mamma che cerca di conciliare lavo-ro e famiglia abitua a un’idea ben diversa dal vedere madre e padreche si dividono i lavori domestici. Non ci sono “cose da maschi” e“cose da femmina”. Sperimentiamolo sin da piccoli, con la ragazzi-na che appende un quadro e un maschio cha dà una mano a rifarei letti o sparecchiare la tavola.

RAFFAELLA PISANÒLe donne dovrebbero essere meno task driven e più network

oriented, avere il coraggio di candidarsi per una posizione anchequando credono di poterla ricoprire solo al 60%. Per farlo dobbia-mo tutte tentare almeno di essere meno perfezioniste.

139

Page 140: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

ROBERTA BERLINGHIERICominciamo a coinvolgere gli uomini: mariti, figli, colleghi...

RICCARDA ZEZZALe discriminazioni si superano spiegandone la natura, togliendo

i pregiudizi di genere dall’area grigia del non detto e dell’implicito.Cominciamo a smascherarli e disinnescarli con determinazione eironia, quando si può.

MARINA BROGII modelli femminili positivi ci sono. Bene, raccontiamoli, valo-

rizziamoli. E non lasciamoci trascinare da chi parla male di donneche hanno avuto successo. È più frequente di quanto si creda, so-prattutto quando se si tratta di donne giovani e belle oltre che in-telligenti.

CRISTINA NUNEZIl mio pensiero è alquanto sovversivo. Non credo nell’uguaglian-

za totale tra i sessi. Abbiamo competenze che tra gli uomini scarseg-giano. Negli ultimi tempi, però, vogliamo dimostrare che abbiamoanche tutte le competenze prettamente maschili. Va benissimo, citocca allora dimostrare il nostro valore. L’uguaglianza totale va cer-cata per i diritti. In una società la cui priorità è la crescita economicaa scapito dei bisogni reali degli esseri umani, anche a noi tocca im-parare bene le matematiche, e avere pieno accesso alle professionirelative. Non trascuriamo, però, l’intelligenza emotiva. Ne ha biso-gno la società per essere più umana, più comprensiva, più empatica.Le emozioni sono segnali che indicano bisogni non coperti. Nel-le scuole spesso manca. L’educazione alle emozioni e all’interioritàumana consentirebbero di capirci, conoscerci, accettarci per comesiamo, invece di far fuori tutto ciò che non è coraggio, volontà diferro, successo, felicità, etichettandoli come problematici, malattiamentale o fallimento. La scultura capitalista, inventata e guidata da-

140

Page 141: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

gli uomini, ha enormi mancanze. Adesso, noi donne abbiamo tuttociò che serve per guidare. Non possiamo più tirarci indietro.

ANNA ZATTONINegli ultimi anni c’è stata un’attenzione crescente al tema de-

gli stereotipi di genere. Persino la pubblicità ha intercettato questotrend lanciando campagne di sensibilizzazione per creare consape-volezza e proporre modelli diversi. La campagna #Sharetheload diAriel o quella di Pubblicità Progresso “Punto su di Te”, per citarequalche esempio. Valore D supporta varie iniziative per avvicinarele ragazze alle discipline STEM (Science, Technology, Engineering,Mathematics).

BARBARA FALCOMERChi ha la mia età dovrebbe fare spallucce e andare avanti senza

curarsi degli stereotipi. Abbiamo un’altra sfida ora: crescere i nostrifigli senza pregiudizi e far loro amare la matematica, la musica e lanatura, un’unica entità che costituisce ancoraggi forti in un mondosempre più instabile.

SVEVA SEVERINon facciamo dei pregiudizi un alibi per non provarci. Comin-

ciamo noi a dimostrare che “si può”.

LUCIA BONANNIPartiamo dalle nostre famiglie, in modo che seguano le nostre

figlie e i nostri figli seguano le proprie attitudini e gusti in manieraindipendente dal genere. Molto è cambiato, non tutto. Le ragazzevanno ancora sostenute nello studio delle materie scientifiche e tec-nologiche. Soprattutto a essere perseveranti nel percorso per arriva-re ai loro obiettivi. Spesso non è breve.

MARINELLA SOLDIMi piacerebbe considerare concluso il dibattito sul tema. In

141

Page 142: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

azienda preferisco parlare di merito, non di quote di genere. Lachiave per scardinare gli stereotipi è nella meritocrazia, si tratta divalorizzare i ruoli e quello che le persone sanno fare. Alcune aziendelo fanno.

MIRIAM CRESTALe ragazze oggi vivono una situazione più complessa e precaria

di quella in cui si trovava la mia generazione. Io avevo molto chiarocome la carriera fosse l’esito di uno sforzo personale tutt’altro chescontato e che potesse anche mettere in discussione i progetti pri-vati. Il contesto culturale era ottimista, si pensava che gli esiti delleazioni intraprese dalle donne delle generazioni precedenti avrebbe-ro portato i loro frutti. La realtà in Italia, invece, presenta ancoramolte lacune e fatica a integrare nella vita organizzativa le donneper questioni socio-culturali più che legislative. Voglio dire le leggici sarebbero. Le teste delle persone meno. E allora, è importanteosare e intraprendere percorsi meno esplorati, pensando ad ambiticome la scienza e le tecnologie dove esisteranno più opportunità dioccupazione e di carriera. Il tetto di cristallo si abbatte anche conscelte diverse.

LORENZA PIGOZZIContro le discriminazioni si può fare poco se non dimostrare

attivamente e praticamente che non esistono differenze di genere oalmeno non lasciare che condizionino la vita lavorativa e familiare.Come? Iniziando dalle scuole elementari e con i giovani. Con i mieidue figli (maschi) lo faccio.

ELENA FAVILLIParliamone di più. C’è sempre un certo fastidio nel parlare degli

stereotipi di genere perché sono profondamente radicati in tutti isettori della nostra società e parlarne significa mettere in discussionelo status quo. Nel mio settore poi, i media per bambini, è davvero

142

Page 143: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

urgente occuparsene perché libri e giocattoli son ancora imbevutidi retoriche di genere stantie, che fanno male sia ai maschi sia allefemmine. Le ricerche più recenti dicono che, tra tutti i libri perbambini pubblicati dal 1900 al 2000, i personaggi maschili sonoil doppio di quelli femminili. E anche quando i personaggi sonoanimali, solo nel 7,5% dei casi sono di sesso femminile. Proprioper porre un argine a queste abitudini distorte abbiamo lanciato“Good Night Stories For Rebel Girls” una raccolta di 100 storieillustrate su donne straordinarie – da Elisabetta I a Serena Williams.Stiamo pubblicando libri per bambini con protagoniste femminiliforti. Siamo partiti con le storie della buonanotte perché non c’èmomento migliore per ispirare una bambina a sognare in grande.Potranno farlo anche i maschietti.

FRANCESCA PATELLANIOggi credo che si possa parlare più di problematiche legate all’in-

clusione della diversità che di stereotipi di genere. Le scuole dovreb-bero proporre incontri con esempi di manager, donne e uomini,che hanno avuto successo sia nell’affermarsi sia nell’includere diver-sità nei loro ruoli. La loro testimonianza è un valido punto di par-tenza per dare voce al valore della diversità e offrire soprattutto alleragazze ispirazione per il loro futuro. Ogni giorno sono impegnataa promuovere programmi per la valorizzazione di tutte le diversità,con l’obiettivo di creare un ambiente che permetta a ogni personadi affermarsi, valorizzando le proprie capacità e competenze. Chesono uniche per ognuno di noi.

LINDA IERARDICome insegnante cerco di spronare le bambine tanto quanto i

bambini, non faccio distinzioni, incoraggio tutti. Del resto io stessami sono impegnata in ambiti tipicamente maschili quali la mate-matica e le tecnologie. Già a due anni rivendicavo con fermezza ilmio essere femmina e il mio diritto di opinione di fronte ai miei cu-

143

Page 144: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

gini maschi. Sin da piccolina ho sempre odiato gli stereotipi, spessorinfacciavo a mia madre di non avermi concepita come un maschio.Poi tenacemente aggiungevo che nella vita mi sarei sempre battutaper fare onore alle donne.

IMMACOLATA GARZILLICosa serve? Serve favorire l’autostima delle ragazze perché, spes-

so, i risultati si fanno attendere e, senza il valido sostegno della fi-ducia in se stesse, ci si ferma alle prime difficoltà. Che hanno tutti.Del resto lo studio delle materie scientifiche ha, all’inizio, le stessedifficoltà di una maratona o di una lezione di danza. Se lo si vuole,si può fare.

ELENA SASSIHo una figlia che frequenta l’ultimo anno del Liceo scientifico.

Le ho sempre suggerito di pensare con la propria testa, di essere cu-riosa, di ragionare in modo autonomo, senza porsi barriere mentali.Nulla può e deve frenare la voglia di fare, di costruire, di crederenelle proprie potenzialità. Essere donna, secondo me, è avere unamarcia in più: intuizione e sensibilità ci avvantaggiano sugli uomini.

CAROLINA GIANARDINon accettarli e combatterli con l’educazione e parlandone aper-

tamente. E per questo che con 12 amiche nel 2013 abbiamo fon-dato PWN Rome, associazione no profit che sostiene lo sviluppoprofessionale femminile attraverso il networking e un programmadi mentoring.

PAOLA ANTONELLA MUNGOCresciamo figlie e figli insegnando il valore. E mostrando che

è una questione di talenti e attitudini e non un tema di genere.Sin dalla scuola si tratta di premiare chi lo merita, promuovere iltalento, proporre più esempi di successo al femminile negli studi

144

Page 145: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

oltre che nel lavoro. Incoraggiamo le ragazze ad avere più fiducia inse stesse e a perseguire le proprie ambizioni.

DONATELLA BUSSOCredo che sia importante l’esempio e cerco, quindi, nel mio me-

stiere principale, quello del docente all’università, di dimostrare inprima persona come si possano superare gli stereotipi e come tuttipossano raggiungere i propri obiettivi.

PAOLA ZUCCOLOTTOGli stereotipi di genere sono seriamente radicati nella cultura

di massa. Potrebbero essere cancellati solo con l’azione energica ditanti uomini e tante donne che volessero con forza mostrare di esse-re diversi dall’immagine precostituita. Molti nell’immagine preco-stituita, tutto sommato, si riconoscono, ci si accomodano. E allorala battaglia diventa difficile. Come per gli adulti anche per i ragazzie le ragazze, che ancora sono alla ricerca di capire il loro posto nelmondo, il modello più diffuso può essere rassicurante. È compitodi chi si occupa dell’educazione, a casa, a scuola, nello sport, farcapire che ogni individuo ha i suoi limiti e le sue potenzialità.

IRENE ENRIQUESMi occupo di editoria scolastica e ho chiara la nostra responsabi-

lità. Da parte mia si esprime con dividendo il tema con gli autori, leautrici e con le redazioni, senza abbassare la guardia. Recentementepubblichiamo molti esercizi di matematica e realtà. Mi sono accor-ta che negli esercizi i ragazzi si allenavano e le ragazze vendevanoborsette, le nonne facevano la marmellata e i nonni lasciavano ere-dità, i ragazzi viaggiavano e le ragazze prendevano il sole. Nell’ul-timo testo uscito non mancano le maratonete e le donne con unconto in banca.

ANNA PAOLA IONNA

145

Page 146: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Ragazze, andate avanti per la vostra strada. Nel lungo periodopaga sempre.

LETIZIA VAIOLILe ragazze hanno le stesse capacità dei ragazzi, spesso si fanno

più problemi. Non sono poche quelle che pensano di non essereall’altezza delle opportunità che incontrano. Mi ricolgo a chi vuoleveramente sconfiggere le discriminazioni: diamo l’esempio, preten-diamo da noi stesse quello che si vorrebbe ottenere dagli altri.

MARIA PAOLA TOSCHIPenso che sul tema delle barriere, delle discriminazioni, della di-

sparità sia vitale l’atteggiamento proprio delle donne che dovrebbe-ro continuare a impegnarsi. Mi capita spesso di vedere amiche, col-leghe e compagne che non sembrano per nulla sensibili ad abbatte-re gli stereotipi. Oppure dicono a parole di essere sensibili ma neifatti non sembrano dimostrarlo. Mi piace pensare un mondo doveogni individuo è un essere libero, indipendente e autosufficiente.E l’indipendenza economica è il primo passo. Non è un dettaglio.Rende liberi anche mentalmente e aiuta a costruire rapporti su basiparitarie.

PAOLA ELEFANTEAnche un singolo genitore può fare la differenza con le sue figlie,

leggendo libri o incoraggiando attività e hobby senza porre limiti.Vale per le figlie, e anche per i figli. Gli stereotipi non fanno benea nessuno.

GIGLIOLA STAFFILANITroppo spesso le ragazze rinunciano a fare matematica seriamen-

te perché temono di essere percepite come secchione e non “fun”.Essere ragazze intelligenti, avere una passione astratta non facilmen-te capita, divertirsi a far “tornare i conti”, può non attrarre un nu-

146

Page 147: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

mero molto grande di ragazzi, questo è forse vero, ma attrae quellicon cui magari vale veramente la pena di uscire.

DINA RAVERAIntanto prendiamone consapevolezza. Gli stereotipi ci sono, co-

noscerli aiuta a orientare politiche di gestione delle risorse non soloin tema di disparità di genere, ma più in generale nella gestione dellacosiddetta “diversity”. Potrebbe essere utile proporre agli studentimodelli femminili di successo nel mondo del lavoro organizzandoincontri con donne che hanno posizioni di vertice nell’aziende, so-prattutto dei settori tecnologici.

GIOVANNA PALADINONon è semplice combattere i pregiudizi. Andrebbe chiarito che

sono un’involuzione. Le adolescenti spesso si fanno irretire da mo-delli, proposti anche attraverso i social, che non le spingono a mi-gliorarsi ma a rispondere alle esigenze e ai bisogni di altri. Bisogne-rebbe insegnare alle ragazze a farsi valere, come dicono gli inglesi“stand up for yourself”.

MILA SPICOLANon è facile “rompere” uno stereotipo, perché è una forma scle-

rotizzata di pregiudizio. Diceva Einstein: “È più facile spezzare unatomo che un pregiudizio”. Gli stereotipi non si abbattono, sonofortissimi, però li si può assumere nel loro carattere dinamico, di-cono gli psicologi: identificarli, conoscerli, governarli. E allora sìche se ne limitano le conseguenze. Tutto questo lo si fa con un’o-pera artigianale e potente quale è quella dell’educazione dei piccolie delle piccole. E, facendolo, si educano anche gli adulti. Lo si puòfare nelle famiglie. Lo si fa meglio a scuola, per le conseguenze so-cializzanti che tale educazione può avere.

PAOLA BORRACCHINIPensare sempre che si hanno solo figlie femmine e pensare a

147

Page 148: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

quello che vorremmo succedesse professionalmente e nella vita allenostre figlie. Io ho due figli maschi.

FRANCESCA FIOREIn seconda media mia figlia Claudia si era convinta di non capire

la matematica e quasi rifiutava di studiarla. Poi è arrivata una nuovainsegnante e lei si è appassionata. Ecco i falsi miti vanno combattutisin dalla scuola primaria.

CHIARA GABBIGli stereotipi di genere più difficili da combattere sono quelli

che abbiamo dentro di noi, con noi stessi, a volte anche senza accor-gercene. Penso che la chiave per combatterli sia “essere ed esserci”.Essere significa consapevolezza di noi stessi, di quello che siamo,della bellezza che è in noi, del capolavoro che rappresentiamo comesingoli nella nostra identità. Esserci vuol dire presenza. Soprattuttonegli ambienti professionali in cui ci sono prevalenze di un generee forti stereotipi, è fondamentale che chi è “da solo” non si sentamai “solo”. Esserci è consapevolezza dell’altro.

ELENA PANIZZANell’immaginario comune lo studio delle materie scientifiche

porta a una carriera da nerds. In realtà lo studio delle materie scien-tifiche (STEM) apre alla creatività, all’invenzione, all’ingegno. E aguadagni più elevati, che non guasta. C’è sicuramente pregiudizioculturale rispetto allo studio delle discipline STEM, molto più ac-centuato nel caso delle donne. Lo dimostrano, per esempio, i datirelativi alla presenza femminile nello studio di Scienze e Ingegne-ria negli USA: nel 1966 solo l’8% di coloro che conseguivano undottorato erano donne, mentre nel 2010 già erano il 40.9%. Neicasi di Laurea e Master oramai si tratta della metà della popolazio-ne. L’aumento della presenza femminile in questi campi di studioè dovuto all’evoluzione culturale: non risulta infatti che negli ulti-

148

Page 149: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

mi 50 anni sia cambiato qualcosa a livello neuronale nel cervellodelle donne americane. “Do cool things”: è così che iniziative comeRedooc, che avvicinano i giovani alla matematica e alle disciplinetecnico-scientifiche usando il loro linguaggio, possono ispirare legiovani studentesse e i giovani studenti a intraprendere la carrierascientifica, per cambiare il mondo.

CARLA MILANIDa donna dico che è importante gestire in modo naturale, sen-

za ostentazioni, la propria attività lavorativa anche in un ambienteprevalentemente maschile; non scimmiottare comportamenti ma-scolini perché questo è innaturale e falsamente paritario.

ELENA GOOSSolo cambiando atteggiamento, noi per prime, smonteremo gli

stereotipi. Si tratta di darsi da fare sul serio, aiutare chi è in difficoltàe lottare contro i sensi di colpa verso tutto e tutti, la vera zavorradi noi donne.

PAOLA BOSSOHo smesso di fare qualcosa. Un tempo credevo che gli stereotipi

di genere non esistessero e che bastava essere brava. Poi ho pensatoche bisognava essere non solo brava ma bravissima. Successivamen-te ho aggiunto che occorreva essere bravissima e simpatica, offrireaiuto ed evitare di dare ombra. A questo punto della vita mi riescedifficile elaborare o suggerire una tattica o anche solo un suggeri-mento.

ANNA TORRIEROGli stereotipi di genere si combattono con l’esempio e l’impegno

quotidiano, dimostrando che quello che conta realmente e che fa ladifferenza tra le persone è la professionalità, la serietà, la correttezzae la trasparenza nei rapporti umani e di lavoro.

149

Page 150: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

VALENTINA GIORDANOProvo sempre un’enorme soddisfazione quando sento donne più

grandi o più giovani di me che affrontano il cambiamento con co-raggio o intraprendono il loro primo viaggio da sole, perché in qual-che modo, con un racconto, con una foto, con la mia esperienzapersonale, le ho ispirate. Mi piace l’idea che chi pensa si debba cam-biare, si ponga come esempio, per le generazioni a venire e per uo-mini e donne della nostra età.

VALENTINA MONTANARIEssere se stesse e valorizzare il merito negli altri evitando bias

legati al genere. Bisogna valorizzare il merito, non guardare se ilbravo è uomo o donna.

GIOVANNA BOGGIO ROBUTTICi sembra di non fare mai abbastanza perché le aspettative ver-

so noi stesse sono alte. Se abbassassimo l’asticella e ci guardassimointorno, valutando in modo oggettivo quello che facciamo in unagiornata rispetto a un uomo, sarebbe più semplice aumentare la no-stra autostima.

MIRKA DANIELA GIACOLETTO PAPASSo di avere conquistato, per capacità mia e benevolenza della

fortuna, condizioni di vita privilegiate e sento come dovere metterequesta condizione a disposizione di una battaglia continua per ilrispetto dei diritti e delle persone. Gli stereotipi vanno denunciati,contrastandoli in tutte le manifestazioni professionali e personali incui po’ avere una certa influenza. Non credo molto nelle manifesta-zioni o nei manifesti, anche se ammiro chi dedica tempo ed ener-gie a questi strumenti. Per quanto mi riguarda, ho applicato, nel-la gestione delle mie responsabilità aziendali e sociali, una culturadella parità sostanziale: assumendo persone, offrendo occasioni di

150

Page 151: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

formazione e crescita, lanciando messaggi forti negli ambienti chefrequento.

LAURA INDOLFIMolti stereotipi di genere nascono dall’impossibilità di immagi-

nare di fare qualcosa che non si è mai visto fare alle donne. Vi fac-cio un esempio: alle riunioni con gli investitori sono novanta voltasu cento l’unica donna. Mi piace credere che, condividendo la miaavventura di imprenditrice e CEO, io possa incitare altre donne eragazze a pensare: “Be’, se può farlo lei, posso farlo anche io”. C’èstato un bel TED Talk l’anno scorso a Vancouver sul tema. Unafrase mi ha particolarmente colpito: “Insegniamo ai bambini a esse-re coraggiosi e alle bambine a essere perfette. Dovremmo insegnarepure alle bambine a essere coraggiose e a sperimentare cose nuove,anche se si sporcano col fango o si fanno male”.

151

Page 152: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 153: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Una scorciatoia per l’infinitoPer i calcoli ci sono le macchine a noi toccano le idee

Ilaria Capua, dirigente del Centro di Eccellenza “One Health” Uni-versità della Florida

D’accordo è un po’ spinosa. Lo è stata anche per me. Io, pe-rò, sono partita da una constatazione: la matematica si può com-prendere, sentire, vedere. Come la musica. Vi piace o non vi pia-ce, non importa, ci sono modi per capirla. Comprenderla è utile.Anzi, adesso è un obbligo. La matematica governa tutto. È l’unicavera scienza (ve lo dico da scienziata). Governa la chimica, la fisi-ca, senza matematica le scienze naturali non possono funzionare.La matematica funziona fine a se stessa. Per questo è infinita. E hainfinite applicazione. Conoscerla equivale a parlare un linguaggiouniversale che possiamo usare in qualsiasi dimensione ci si vogliaesprimere. Vogliamo parlare di giardinaggio? Le fioriture seguonotempi, cicli, ritmi: sono successioni di numeri. Vogliamo parlaredi geografia? Mari, monti e colline hanno forme geometriche a piùdimensioni. E ancora, vogliamo dipingere? L’arte fa i conti con laprospettiva, anche quando si vuole trasgredirla. La consapevolezzache si debba imparare altre lingue è ormai radicata nella testa digenitori, docenti, ragazze e ragazzi. Quella che la matematica sia unlinguaggio che assume sempre più rilevanza, invece, è ancora pocodiffusa. Mettiamola così, se proprio non ce la fate, prendetela comeuna medicina.

Alcune e alcuni di noi hanno un’innata facilità a comprendere lamatematica. È un dono di natura, come quello di sentire la musica,come la propensione alla danza, al ritmo. Culturalmente la danzaè per femmine (c’è voluto un lm come Billy Elliot ad affrontare il

153

Page 154: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

tema della discriminazione sociale che subiscono i ragazzi cui piacela danza classica) e matematica e fisica sono da maschi. Invece siamaschi sia femmine hanno il bernoccolo della matematica, così co-me possono averlo per la danza classica.

Sono sicura che a tante ragazze e ragazzi nel vedere una scena ovivere una situazione, qualunque essa sia, parte un pensiero mate-matico. Per esempio, facciamo un conto al cinema: quanti saremoin sala PER quanto costa il biglietto PER numero di spettacoli, ci dàl’indicazione di quanto entra in cassa per quello spettacolo. Anchese bisogna vedere che giorno della settimana è, perché il sabato e ladomenica c’è più gente. Se il Frecciargento Roma-Padova ha quasisempre 15 minuti di ritardo ne accumula 5 per fermata o ci sonodelle tratte a rischio maggiore di accumulo ritardo?

Partono da soli, pensieri autogenerati involontari.A me capitava con le targhe delle macchine: se ha nostra mac-

china è targata Roma G3 4782 ed è del 73 (avevo 7 anni) e nel’75 eravamo arrivati a Roma G5 1467 quante macchine erano stateimmatricolate in provincia di Roma in quei due anni?

Ecco, secondo me quando il cervello si attiva da solo e insegue sestesso bisogna ascoltarlo. Accarezzare questi pensieri, soffermarcisi,guardarli, sentirli, lasciarli rotolare o meglio ancora giocarci. Anchese sono considerati pensieri da maschio.

Non abbiate paura, soprattutto voi ragazze, di ascoltare l’equa-zione che si genera da sola nei momenti più improbabili (quanticapelli ho in testa e che percentuale rimane impigliata nella spaz-zola...).

Imparate ad accarezzare e, perché no, a pettinare (i famosi cen-to colpi di spazzola...) la vena matematica che è in voi. Giocateci,divertitevi e vedete se i pensieri che si autogenerano continuano edemozionano.

La matematica è senso dello spazio, del tempo, della dimensione.Ed è il senso dell’espansione e quello del limite. Guardiamo le no-stre vite. Banalmente, un giorno sorridiamo, un altro siamo in crisi

154

Page 155: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

e poi c’è il picco di una cosa ben riuscita e la caduta di un fallimen-to: è una curva sinusoidale. Vederla questa curva, anche nella nostraepoca in cui vogliamo bruciare le tappe, ci dà l’idea dell’insieme deimomenti che si susseguono e riprendono. La luce c’è. Ogni perso-na costruisce la strada per arrivarci, certo non a costo zero, su unterreno ad andamento accidentato.

“Quasi nessuno ha seguito una strada lineare e sba-gliare fa parte del gioco.” Giovanna Paladino

“I traguardi sono fatti da passaggi più o meno lun-ghi, da esperienze diversificate e da cambi di rotta.Forse imparare a realizzarsi sul percorso e sui sin-goli passaggi può portare alla vera realizzazione cheè anche il percorso stesso, fuori ma anche dentro disé.” Giovanna Marena

In ogni caso, e al di là della disciplina che appassiona (oggi gli ado-lescenti si riconoscono nell’intrippa), ragazze e ragazzi, il mio mottoè sintetico: osate. Agite fuori dagli schemi, è una ribellione sana.Non è vero che studiare matematica o fisica sia da sfigati. In realtàpiù che una ribellione è una forma di rispetto che dovete a voi stessie al talento che è in voi. Insomma, avete il pallino della matematicao della fisica? Seguitelo.

“Ragazze, se anche sbagliate o cadete, o credete dinon esservi realizzate, pensate che questo è solo iltrampolino di lancio per qualcosa di più grande, chesono certa arriverà, con impegno, costanza e de-

155

Page 156: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

terminazione. Essere intelligenti non significa noncommettere errori, significa essere in grado di trar-ne profitto. Le cadute, gli errori, i pianti sono baga-gli che ci portiamo nel nostro percorso. Mai avererimpianti, se è andata bene è meraviglioso, se è an-data male è esperienza.” Sara Negro

“Quello che fa la differenza è la fame di fare, di ot-tenere, e almeno di provare.A maggior ragione perché giovani e con il futurodavanti, andiamo a prendere quello che riteniamodi meritarci.” Elena Bisio

Se il pallino è lento, leggete libri di matematica, ce ne sono di di-vertenti, vi torneranno utili. Frequentate i campus estivi di coding edi robotica: giocando troverete quello che entra in sintonia con voi.

Non si tratta di sapere tutto o di risolvere una funzione a memo-ria. Quello che importa è appropriarsi di quanto serve per orientar-si. Io, che ho avuto un’insegnante che mi ha perseguitato, mi stufodel calcolo numerico. Uso la matematica come ragionamento, nellaricerca so come si raggiunge un risultato ma lascio andare il detta-glio o, se volete, chiedo agli specialisti di trovare il metodo per dar-mi le informazioni di cui ho bisogno. I calcoli poi li fanno le mac-chine. Ma ricordiamoci, se la macchina ci dà la risposta sbagliatanon è colpa della macchina. La macchina fa cosa gli dici di fare,non quello che tu vuoi che faccia.

La matematica serve, lo abbiamo detto, e dobbiamo impararla.In ogni caso non perdiamo di vista le nostre passioni. Ad alcunesarà più chiaro da subito, qual è la passione che le anima; altri sco-priranno dopo, con un più lungo e approfondito lavoro interiore,

156

Page 157: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

che cosa interessa. Ma scegliere e seguire la propria vocazione (cheva trovata, s’intende) fa la differenza. E allora non importa se la di-sciplina che ci attrae e ci interessa venga ritenuta o not cool daglialtri; davvero cool è trovare e soprattutto seguire la propria strada.Anche se non è considerata cool dal vostro gruppo di riferimento.

Che sia balletto o algebra poco importa, seguite quello che ave-te dentro, solo così potrete incanalare le forze ed essere gratificatepersonalmente e professionalmente.

“Mai lasciare che qualcuno vi dica: non sei adattoper questo o quello. Alla fine scegliamo sempre lanostra strada e troviamo qualcuno che sarà tifosodella nostra vita.” Maria Grazia Fugini

Infine. In nessun campo, tantomeno nelle materie scientifiche e nel-la ricerca, si devono erigere barriere di genere: solo dallo scambio edal confronto delle diversità, che portano con sé una prospettiva piùampia, si ottengono risultati nuovi e migliori. Che, nel campo dellaricerca (come nel balletto) hanno come destinazione finale – ed èquesta la loro magia – il benessere del pianeta e dei suoi abitanti.

Ricordiamoci Michael Jordan:“Nella vita ho fallito molte volte ed è per questo che allafine ho vinto tutto”

PAOLA ZUCCOLOTTOMi piace una frase di Michael Jordan: “Avrò segnato undici vol-

te canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno didieci secondi dalla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più dinovemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Trentasei volte i mieicompagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Nel-

157

Page 158: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

la vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vin-to tutto”. Quindi, take it easy. Affrontiamo le cose con impegnoe tranquillità, senza mollare ma neppure pretendere troppo da sestesse. La vita, a volte, è strana e può capitare che la strada giusta siincontri dopo aver preso una decisione imperfetta. Così è successo ame. E poi non esiste una sola strada giusta: se avessi fatto altre sceltepotrei anche trovarmi a fare qualcosa di diverso e comunque mol-to soddisfacente. Oppure addirittura potrei fare le stesse cose maessendoci arrivata per una strada diversa. Insomma, c’è un mondodi possibilità, bisogna fare le proprie scelte nel modo più ponderatopossibile, ma sempre con serenità. Un passo per volta, ricordandoche la vita si costruisce con tanti piccoli passi. E inciampare ognitanto non è la fine del mondo.

MATILDE PADOVANOIl problema più grande è che molti dei miei coetanei non sanno

in COSA realizzarsi. Prendiamo come esempio la scelta dell’univer-sità. Qui in Italia è frequente ritrovarsi a luglio, finito l’esame dimaturità, a dover scegliere la facoltà. Una decisione così importantenon può essere presa all’ultimo. Come uscirne? Ve lo dico con unametafora: La vita è come un videogioco. Chi comprerebbe un vi-deogioco in cui non ci sono obiettivi da realizzare? Nessuno. Alloraperché dovremmo vivere senza fissarci un obiettivo o un sogno?

SARA NEGROSe ben mi ricordo da una vaga reminiscenza delle lezioni di gre-

co, i nostri antenati già parlavano di physis e techne, ossia di capa-cità che abbiamo per natura e quelle che invece sono generate dallostudio e dalla continua applicazione. Tradotto in pratica: per quan-to alcune peculiarità umane, fisiche e non, siano insite in noi sindalla nascita, pressoché tutto può essere imparato, con una buonadose di volontà, intelligenza e dedizione. Ne consegue che il “nonesser portata” non esiste e non ha alcun senso. Tutti possiamo im-

158

Page 159: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

parare ciò che vogliamo. Non importa se ci sargono le paure. Cel’ho anche io. Ho paura di guardarmi indietro e non aver realizzatociò che avrei voluto, di non sentirmi importante, di non avere suc-cesso, di essere meno degli “altri”. Ho paura di guardare avanti enon vedere niente di speciale. Ho paura di guardare a fianco a me evedere che altre persone hanno avuto più successo.

Da seguace e fan di Apple e delle startup tecnologiche di Cuper-tino, ne abbraccio anche la mentalità. Il fallimento non è un erro-re, è solo l’inizio di qualcosa di nuovo. La vita riserva sempre dellesorprese, “in n dei conti, non temete i momenti difficili, il meglioscaturisce da lì” (Rita Levi Montalcini).

GIOVANNA BOGGIO ROBUTTIImpegnarsi tantissimo, essere curiose e non porsi limiti. Pensare

creativamente, non avere paura di uscire dagli schemi e non rinun-ciare mai a fare ciò in cui crediamo. E soprattutto, vorrei dire allegiovani generazioni, maschi o femmine che siano, di non sacrificarele cose veramente importanti della vita per il lavoro, anche se questoha un ruolo molto importante per la nostra realizzazione. Bisognatrovare una mediazione, ricordando che quello che conta veramen-te sono le persone, non la carriera.

ELENA BISIOAvere paura e timore è più che normale, io ne ho tutti i giorni.

Tra avere timore di non realizzarsi e farcela, e la comodità di farsiscudo di questo pensiero la linea è molto sottile. Forse sono trop-po drastica? Possibile, ma sulla mia pelle e per mia esperienza hoimparato che se vuoi ottenere qualcosa devi andartelo a prendere.Nulla ti viene regalato. Quindi, ragazze (e ragazzi) tiriamo fuori unpo’ di coraggio.

FEDERICA SALAIl peggiore fallimento è non avercela fatta per la paura del rischio.

159

Page 160: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Rischiare è bello. Ognuno di noi ha in media 80 anni di vita: comesi può pensare di viverla nella media? Di non dare la possibilità ainostri sogni di realizzarsi, magari solo per paura di non riuscire.Impensabile, almeno per la Federica di oggi.

ELENA FAIETAL’incerto spaventa. La paura può esser “bella”, spronarci a im-

pegnarci per il raggiungere i nostri obiettivi e le nostre mete. Nondeve essere una paura che ci blocca. Questo può accadere solo seabbandoniamo la triste mentalità con la quale siamo cresciuti: chetutto è impossibile, che le cose belle non sono per noi, che il meritonon è riconosciuto e che impegnarsi non serve. Il lavoro duro ripagasempre, e sono certa che se ci impegniamo al 200% (ma dobbiamofarlo davvero e da subito) in quello che crediamo, ci realizzeremosicuramente e riusciremo in tutto ciò che ci prefiggiamo.

VALERIA BONILAURIBisognerebbe capire prima di tutto cosa intendono per “realiz-

zarsi”, e soprattutto se essere realizzati è un “sentimento” internooppure uno stato/condizionamento sociale. Il mio consiglio è co-munque “be passionated”: se non ti appassioni in quello che fai afatica troverai una realizzazione personale.

DEBORA ROSCIANII ragazzi dovrebbero tapparsi le orecchie quando i genitori dico-

no che oggi è difficile realizzarsi. Hanno le zavorre in casa, non li sideve scoraggiare perché è anche nostra responsabilità se oggi si tro-vano catapultati in un mondo radicalmente diverso da quello in cuihanno vissuto i loro genitori. Di questi genitori mi colpisce l’atteg-giamento. Un giorno in radio ci chiama un signore in lacrime, cheracconta che suo figlio, 26enne, laureato a pieni voti, tanto bravo estimato, non era stato assunto in Prefettura dopo la stage. Io gli ho

160

Page 161: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

detto: “Ma davvero si augura che la vita di suo figlio finisca in unaPrefettura a Milano?”. Il mio consiglio è farsi cittadini del mondo.

PAOLA SCHWIZERI giovani hanno oggi strumenti incredibili per informarsi, capi-

re i fenomeni che li circondano e gestire relazioni. Se imparano ausarli in modo profittevole, e non per “perdere tempo”, possonoraggiungere in tempi rapidi traguardi inarrivabili per le precedentigenerazioni.

CLAUDIA SEGREDistinguersi scegliendo la strada più difficile esattamente come

fa un imprenditore quando analizza il posizionamento di mercatodel suo prodotto, scegliere una nicchia di specializzazione più dif-ficile e meno battuta è la cosa migliore.

FRANCESCA DOMINICIBisogna prendere rischi, avere il coraggio di andare all’estero,

studiare e studiare, cercare di mirare a obbiettivi di lungo periodoe non a una gratificazione istantanea.

ELIANA SALVIHo paura anch’io, dentro di me, tutti i giorni. Non lo dico spes-

so, lo tengo per me. Abbiamo paura di aver intrapreso il percorsosbagliato, paura di non raggiungere i nostri obiettivi, paura di falli-re. Per superare questi momenti, faccio un bel respiro, non pensoal passato e penso che c’è una soluzione per ogni problema o erroreche si commette.

MELISSA PERETTICrederci e avere coraggio. Combattere con forza la cultura dell’a-

libi. Non dimenticarsi mai di essere se stessi. E prendere gli erroricome dei grandi regali.

161

Page 162: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

CRISTINA BOMBELLILa passione non si contiene e le persone che hanno seguito i pro-

pri interessi hanno sempre raggiunto posizioni interessanti. Quin-di che serve per affrontare il futuro? Seguire le proprie attitudini,“assaggiare” diversi contenuti, frequentare differenti gruppi, capirecosa ci fa “brillare gli occhi”.

MIRTA MICHILLIPartire dai sogni e dalle passioni. Il mercato del lavoro è cam-

biato. Le professioni basate sulla routine sono in via di estinzione.Mentre sono in forte crescita i lavori che richiedono creatività. Ilpunto di partenza può essere proprio una passione personale, la mu-sica, l’informatica, lo sport, la moda... E poi la capacità di trasfor-mare un’idea in un progetto. Non bisogna avere paura di mettersiin gioco: il lavoro può essere anche inventato.

GAIA ELISA ROSSICome gli animali fiutano, inseguono e catturano una preda, così

noi dobbiamo fare con i nostri sogni.

BENEDETTA ARESE LUCININon si deve scegliere subito cosa fare per realizzarsi, il mondo del

lavoro è cambiato, e va bene sentirsi sempre in cerca di “cosa si vuolfare da grandi”. Le possibilità di realizzarsi bisogna crearsele da soli.

ELENA FAVILLIStudiate. La scuola e l’università sono lo strumento più potente

che avete per costruire il futuro. E in Italia abbiamo la fortuna diaverle gratis o quasi). Vivendo negli Stati Uniti vedo ogni giornoquanto sia più difficile per persone che non vengono da famigliericche avere accesso a un’educazione di alto livello. Noi, invece, ab-biamo la possibilità di frequentare scuole, licei e atenei di altissimolivello senza accumulare debiti. È una ricchezza enorme, di cui dob-biamo essere consapevoli, e sfruttare al massimo. Nel mio caso, per

162

Page 163: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

esempio, tra le mille cose che mi ha dato l’Università di Bolognac’è stata anche una borsa di studio per un intero anno accademicoa Berkeley, in California. È stata l’esperienza che mi ha cambiato lavita, uno spartiacque. E non avrei potuto farlo senza il programmaOverseas dell’università.

OLIMPIA DI VENUTACome ha ricordato Papa Francesco, la felicità non è un app che

si acquista, ma una ricerca progressiva in cui mettersi in discussione,sperimentarsi al massimo. Se un giovane non è capace di sognare ègià andato in pensione.

FRANCESCA RIZZINella vita, come nella matematica, le possibilità sono infinite,

anche se non semplici da realizzare. Attenzione a non provarci so-lo perché gli altri hanno detto che è impossibile o perché non cel’hanno fatta loro. Occorrono testa, cuore e un pizzico di coraggio.

ELISABETTA CUGNASCAMi sarebbe piaciuto studiare storia ma sono contenta di aver

scelto economia. La storia non è diventata il mio lavoro ma è rimastala mia passione. È una questione di bilanciamenti per arrivare algiusto compromesso fra quello che si vorrebbe fare e quello che sipuò fare.

ALESSANDRA ANTONETTIIn America dicono fail fast perché credono che prima di poter

raggiungere un risultato bisogna provarci e fallire più volte per poterimparare dai propri errori e migliorare.

RAFFAELLA PISANÒInvestire su tante esperienze, pur sapendo che non necessaria-

mente daranno un ritorno immediato.

163

Page 164: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

ROBERTA BERLINGHIERINon fingere di essere ciò che non si è.

JESSICA SPINALa fortuna aiuta gli audaci, chi si impegna, chi rischia, chi lavora

duramente per la propria affermazione umana e professionale. Conun programmato calcolo e un pizzico di sana follia.

RICCARDA ZEZZANon occorre essere geni per portare al mondo qualcosa di utile

e nuovo: rimboccatevi le maniche e fatevi sotto, è più interessante(e divertente) che stare a guardare.

MARINA BROGIImpegnarsi e non farsi spaventare dalla meta, che può anche ap-

parire lontana o irraggiungibile. Qualunque viaggio comincia conil primo passo.

CRISTINA NUNEZE qui, sarò sovversiva. Certo, siamo in un’epoca di enorme soli-

tudine. Mai come adesso siamo stati così soli riguardo a ciò che fa-remo della nostra vita. Una volta, si faceva come il padre, i genitori,i parenti. Adesso, bombardati come siamo di modelli di successo,siamo spinti a scegliere la nostra strada, diversa da quella dei geni-tori, e dobbiamo riuscirci con successo. Nessuno ci può veramenteaiutare in questa scelta. Siamo soli davanti alla paura del fallimento.La paura è normale e direi persino necessaria. La paura ci provocadolore, e il dolore ci spinge a cercare dentro di noi. La nostra stradasi trova dentro di noi, quindi va benissimo. Il mio consiglio è diascoltarci in profondità, studiare quella paura, quel dolore, e maga-ri documentarla, con la fotografia, il video, la scrittura, per poterlastudiare meglio, perché si tratta di uno stato prezioso, creativo, chenasconde un grande potenziale. Se poniamo attenzione su queste

164

Page 165: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

emozioni difficili e cerchiamo di trovarne il senso, dopo un po’ pas-sano, lasciando spazio alla motivazione, all’energia e alla passione.

ANNA ZATTONIParlando con molti giovani mi rendo conto della grande ansia

che li attanaglia, la paura di fare scelte sbagliate come se non si po-tesse tornare indietro. Ho incontrato una giovane di recente, 21anni, ultimo anno della triennale, fluente in 5 lingue, già con dueesperienze di stage ma spaventata dalla scelta dell’indirizzo speciali-stico. Le ho semplicemente parlato della mia storia, sono Ingegneremeccanico e ora dirigo l’associazione Valore D e sono felice. Credoche i ragazzi oggi debbano essere lasciati liberi di scegliere e sbaglia-re, altrimenti come crescono?

BARBARA FALCOMERCi si può realizzare, o almeno provarci, solo se ci si conosce e

se i propri obiettivi sono chiari. Forza, quindi, con la curiosità perconoscere e sperimentare il più possibile, viaggiare e “sporcarsi” lemani facendo lavoretti e meglio ancora volontariato. Serve a cono-scere se stessi e a partecipare al proprio destino in maniera consa-pevole.

SVEVA SEVERIAvere fiducia in se stessi e non permettere a nessuno di decidere

per te.

MARINELLA SOLDILa realizzazione personale evolve e si ridefinisce nel tempo, quin-

di non si dovrebbe trascurare mai il “qui e ora”. Si tratta quindi diessere pronte a cogliere, e a creare, tutte le opportunità per la propriarealizzazione e per costruire il proprio futuro. Essere umili, curiosee consapevoli che dai piccoli passi nascono spesso grandi progetti.

LORENZA PIGOZZI

165

Page 166: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Non ho la formula magica ma consiglierei di partire con l’amarela vita sopra ogni cosa, non arrendersi mai, seguire sogni e passioni.Il tutto mescolato con un percorso di studi valido, con dedizione eimpegno. E un pizzico di follia (stay hungry, stay foolish).

FRANCESCA PATELLANIAlle giovani e ai giovani suggerisco di orientarsi verso un percor-

so pensando non solo alle attitudini ma anche ai successivi sbocchiprofessionali, di concentrarsi nello sviluppo non solo delle compe-tenze tecniche ma anche di quelle competenze più soft, sono fonda-mentali per la crescita professionale. Intendo intelligenza emotiva,capacità di ascolto e relazionali. È importante anche scegliere un’a-zienda di cui si condividono i valori e continuare a coltivare i propriinteressi come elemento di nutrimento della propria personalità.

CHIARA BESSIPuntare su aziende che investono in formazione ed esperienze

lavorative diverse.

LINDA IERARDISe vuoi, puoi. Questo dico sempre alle mie alunne e ai miei alun-

ni. La volontà porta in sé una forza indistruttibile e generatrice sen-za pari. Se si vuole realmente qualcosa, bisogna crederci e lottare peraverla. Certo, nulla è facile e questo costa impegno e fatica, ma allafine i risultati arrivano. Io ne sono la conferma, dopo tanti percorsiincerti, ho trovato la mia strada dove meno me lo aspettavo, manon mi sono mai arresa. E ora sono felice di quella che sono e diquello che faccio.

IMMACOLATA GARZILLINiente pudori. Se una cosa sembra bella, va fatta anche solo per-

ché la si trova bella: più si è appassionati a qualcosa, più la si studiae più la si studia, più la si ama, si investe sulle proprie capacità e iltempo dello studio diventa tempo dedicato a se stessi. Se affrontato

166

Page 167: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

con passione, nessuno studio è inutile e, anche quando non si riescea realizzare il piano iniziale, lo studio porta sempre un passetto piùin là che, con un po’ di creatività, serve per realizzare qualcos’altro.

ELENA SASSIImparare dai più bravi. Non è ovvio. Occorre umiltà. Ce l’avete

il coraggio? E poi studiare e lavorare con metodo e passione, le op-portunità non mancano e le esperienze internazionali sono dietrol’angolo. Importante è essere flessibili e avere un approccio costrut-tivo e aperto.

CAROLINA GIANARDISe all’inizio sono soprattutto le nostre capacità e la voglia di fare

a determinare il nostro successo, nel tempo sono le relazioni svilup-pate che continuano a dare benzina alla nostra crescita professio-nale e personale. E allora che fare? Tenere sempre aperta una fine-stra sul mondo fuori dal proprio lavoro. Seguire le proprie passionicoltivando relazioni con persone che si stimano. Mai pensare che ilnostro successo è solo merito nostro.

PAOLA ANTONELLA MUNGOPuò sembrare “desueto” ma seguire le proprie passioni è fonda-

mentale. Consente di affrontare le sfide con carica ed energia, per-mette di dare valore aggiunto a ciò che fai e di fare la vera differenza.E poi è una carica contagiosa. Serve anche tanto coraggio perchéle opportunità difficilmente capitano, spesso vanno create, cercate,senza timore e senza arrendersi. Coraggio, infatti, vuol dire anchemettersi in gioco per affrontare nuove sfide, nuovi percorsi sapendogestire l’eventuale fallimento: solo chi non si muove, non corre ilrischio di sbagliare.

IRENE ENRIQUESEssere in contatto con se stessi: conoscersi, fare del proprio me-

glio. Essere aperti agli altri: avere fiducia, essere curiosi, in caso di

167

Page 168: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

bisogno chiedere consiglio e aiuto. Cercare le soluzioni e non lecolpe. E imparare a programmare.

BARBARA RAVERACogliere tutte le occasioni e farle bene: nella scuola, nelle piccole

collaborazioni lavorative, in eventuali attività di volontariato e ingenerale con le persone con cui si viene a contatto. Il passaparola tracoloro che hanno avuto modo di apprezzare il tuo atteggiamentoverso qualsiasi cosa ti sia stato chiesto di fare ti aiuterà a creartiopportunità anche nel lavoro.

BARBARA COMINELLIUn sogno, un piano e una deadline. Il sogno e la passione per

ciò che si fa sono l’ingrediente chiave: non rinunciate alle vostrepassioni, pensate in grande, siate ambiziosi, prendete rischi e andateoltre la vostra comfort zone, non abbiate paura di fallire, non senzaaver lottato, senza averci provato. Avrete i prossimi 50 anni dellavostra vita per la saggezza tranquilla, l’aurea mediocritas, la virtùche sta nel mezzo. Prima, però, provateci e non mollate. Il mon-do è vostro. Ricordate che per raggiungere il sogno serve un pianoconcreto (seppur flessibile) e fissarsi le scadenze. Niente avverrà percaso né senza grande impegno, dedizione, sacrificio, duro lavoro ele giuste scelte. E siate resilienti e pronti ad affrontare un percorsoche avrà anche ostacoli e fallimenti: si tratta di una maratona, nondi uno sprint.

LETIZIA VAIOLILa società è cambiata e noi vediamo la realizzazione personale

come un diritto irrinunciabile. Consiglio di lottare per mantenerevivo il sogno che ciascuno porta dentro di sé. Non si può pensa-re di realizzarsi senza investire tempo ed energia, bisogna sceglierela propria strada e proteggere la fiaccola che teniamo accesa per ilviaggio. Avere le idee chiare sulla direzione aiuta ad affrontare le

168

Page 169: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

difficoltà. Bisogna tenere gli occhi aperti ed essere pronti a salire suitreni in corsa. Qualche volta accadono circostanze inaspettate chevanno colte al volo, sono le cose belle della vita.

MARIA PAOLA TOSCHIPenso che ci sia troppo pessimismo. Sono convinta che ci siano

professioni e occasioni di lavoro e affermazione che una volta nonesistevano proprio. In compenso, ora, i giovani hanno possibilitàche noi non immaginavamo neanche. Studiare all’estero e viaggiareè molto più facile e meno costoso. La concorrenza è tanta e, quindi,c’è bisogno di maggiore determinazione rispetto a quella che basta-va in passato.

PAOLA ELEFANTEÈ normale non sapere cosa si vuole in certi momenti della vita.

Penso che il sistema universitario italiano offra poche opportunitàper schiarirsi le idee, è poco connesso al mondo del lavoro e allasua evoluzione (fanno eccezione pochi atenei). Invito le giovani ei giovani ad avere iniziativa e ad aprirsi al mondo. Contattate pro-fessionisti che hanno impieghi che vi ispirano, parlate con loro ecercate di capire quali siano davvero le opportunità là fuori, fatevidare consigli pratici per il vostro percorso di studi. Il mio consiglioè unisex, forse le ragazze hanno solo più bisogno di sentirselo dire:seguite le vostre aspirazioni e siate determinate.

DINA RAVERANon “mollare” al primo ostacolo. I fallimenti e i cambi di per-

corso fanno parte del processo “evolutivo” personale e professiona-le. Sono fonte di ispirazione non di frustrazione e lassismo. Quindicostruiamoci ogni giorno il nostro sogno.

GIOVANNA PALADINOCapisco ma non condivido l’atteggiamento di chi si blocca per

i timori. Parte di questa paura è da attribuire ai genitori che non

169

Page 170: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

aiutano a crescere autonomamente. Mettiamo le cose nella giustaprospettiva: oggi non è peggio di ieri. In Italia, gli anni ’70 e ’80erano gli “anni di piombo”, si viveva una forte crisi economica ele famiglie faticavano a quadrare i conti. Le opportunità ora sonomaggiori. Troviamole individuando i propri talenti. Se l’autostimanon aiuta, chiediamo aiuto a un professore, a un amico a una per-sona che, senza sconti, ci accompagni in questo che è il primo passoper la maturità.

MILA SPICOLAC’è una citazione che era in bocca di tanti grandi: “La paura più

grande è quella di avere paura”. Spesso le paure bloccano i giova-ni, frenano attitudini e aspirazioni, ma spesso sono paure indottedal contesto sociale e dagli adulti di riferimento. Non se lo posso-no permettere, perché hanno una vita di sfide davanti a loro. Dadove si inizia dunque? Dicendo che la battaglia più grande è neiconfronti di se stessi, se ci si concentra su quella sfida il “là fuori” siridimensiona, perché le motivazioni se si riferiscono a se stessi sonomolto ma molto più granitiche. Il punto è abituarsi a combattere esuperare i propri limiti, non quelli che altri hanno messo. E poi cisono una serie di “assoluti”: studiare tantissimo, informarsi tantis-simo e fornirsi di coraggio e sorriso.

FRANCESCA FIOREImparate a imparare, viaggiate per usare le lingue che avete stu-

diato e abbiate coraggio di continuare a cambiare.

SIMONETTA DI PIPPOIl merito non ha genere, ed è basato su competenza, determina-

zione, perseveranza. Non pensate mai che si possa ottenere ciò chesi desidera con facilità, questo vale solo per l’effimero, e nemmenopoi tanto. Ascoltate i pareri di tutti, ma fate di testa vostra, e seguiteil vostro istinto. La vostra forza risiede in voi, e quando avrete biso-

170

Page 171: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

gno di far ricorso a tutte le vostre energie, fatelo perché quello checonta siete voi. Piedi per terra, umiltà e determinazione. Il futuroè vostro.

SIMONA PASEROInnamoratevi della matematica perché è divertente ed è la ma-

teria più utile per tutta la vostra vita.

RAFFAELLA COLASURDOLe mie figlie spesso mi chiedono quale sia, secondo me, la ma-

teria più importante... Mi dicono: “Mamma, è più importante ma-tematica o inglese, italiano o geografia, e così via...”. Quello che misento di consigliare ai ragazzi è quello che rispondo alle mie bam-bine: “Non c’è una materia più o meno importante. Per scoprire acosa si è più predisposti o cosa piace di più per indirizzare le propriescelte future, è importante non trascurare nulla”.

BARBARA RITA BARRICELLICercate sempre di capire qual è l’uso concreto di quello che state

studiando e scoprirete che la matematica è ovunque intorno a noie che può essere addirittura divertente studiarla! E se proprio nonla capite non scoraggiatevi e create dei gruppi di studio. Quando siè soli sembra tutto più difficile!

ROBERTA CASTELLIMettete entusiasmo in tutte le cose che fate! Dedicatevi alla ma-

tematica e imparate a gustarla: ora avete tutto il tempo di vedere eapprofondire anche la parte astratta, affascinante della matematica.Godetevela! Poi avrete tutta la vita per vederla in concreto, calatanel quotidiano.

GIULIA POLILi incoraggio a confrontarsi tra compagni su come gli altri arri-

vano alla soluzione dei problemi, ogni tanto saltano fuori i fantasisti

171

Page 172: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

della matematica che adottano approcci (giusti) originali! Una tec-nica per guardare alle cose in prospettiva è appendersi in camera ilposter di Einstein con la famosa citazione “Do not worry about yourdifficulties in Mathematics. I can assure you mine are still greater.”

DANIELA MORELLINon cambiate classe quando un insegnante non funziona per

voi, tante ne troverete nella vita di persone che non funzionano pervoi, mica potete cambiarle tutte.

MONICA REGAZZIForse più che agli studenti mi rivolgerei agli insegnanti. Educate

i nostri ragazzi ad amare questa materia. Se insegnare è ciò che iprofessori danno agli studenti, educare è ciò che questi ultimi trag-gono dai nostri insegnamenti.

ALICE VATTAConsigli per i ragazzi, mamma mia mi sento nonna papera, ma

penso sinceramente: fate, studiate, provate, sbagliate, rifate, tutte leesperienze aggiungono qualcosa, non perdete tempo, leggete libridi non opinioni da due righe, e mantenete il contatto con la realtàin 3D se potete.

Un libro su tutti, “Storia della filosofia occidentale” di BertrandRussell, oltre le materie umanistiche e scientifiche, per comprende-re chi siamo... e dove andiamo, decidetelo voi ragazzi!

RAFFAELLA VISCARDIA mia figlia quando era piccola dicevo sempre che la matematica

era magica, perché era l’unico linguaggio universale che tutte le per-sone nel mondo potevano “parlare”. I numeri erano il nostro gioco.La percezione di artificiale astrattezza che rende la matematica osti-ca ai ragazzi è indotta da metodologie di insegnamento antiquate.

ALESSANDRA LOSITO

172

Page 173: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

La maestra dell’asilo di mia figlia disse: “L’infanzia è come unozaino che l’adulto porta sulle spalle: se lo riempiamo di cose belle dagrandi si potranno avere tutti gli strumenti per affrontare la vita”.È una metafora efficace per dire: diamo ai nostri bambini amore,esperienze positive, stimoli e contenuti, anche di matematica!

FRANCESCA SANZONon credete a chi vi dice che le cose si fanno in un solo modo:

usate i tantissimi strumenti che avete a disposizione grazie alla Retee alle tecnologie digitali per mettere in gioco la vostra creatività enon rinunciate MAI al vostro pensiero laterale, ovvero alla capacitàdi arrivare alle cose secondo strade non sempre convenzionali mache valorizzano il vostro talento. Cercare soluzioni (e non necessa-riamente trovarle) è la dote che vi renderà capaci, nella vita, di af-frontare qualsiasi situazione, personale e professionale.

LAURA LUNGOCercate la matematica dentro le cose del vostro mondo, nella

musica, nel cielo, nel tempo, nella città, nel corpo, nelle parole, neicomportamenti. Li capirete meglio e vi divertirete.

CHIARA MAFFIOLETTINon perdere tempo e imparare quanto più possibile senza cerca-

re scorciatoie. Magari è più complicato al momento ma utilissimoper il futuro: è matematicamente certo.

FRANCA GARZOTTOL’arena dei giovani è il pianeta, pieno di problemi in attesa di

qualcuno che cerchi di risolverli. Da qualche parte c’è una situazio-ne in cui talenti, anche quelli non codificati dal sistema scolastico,sono preziosi. Thomas Mann diceva che il genio è almeno 15 ore dilavoro al giorno. Infine, a tutti suggerisco di capitalizzare la propriaintelligenza emotiva: le emozioni a volte sono un freno e una com-

173

Page 174: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

plessità da gestire, ma ci permettono di vedere sfumature e aspettiche la razionalità non coglie.

ELENA GOOSIl concetto di realizzazione personale è ampio e sfaccettato. Se

ipotizziamo che la realizzazione personale passa, almeno in parte,dal raggiungimento dell’indipendenza economica, va tenuto contoche il mondo cambia velocemente. Prepariamoci. Fin dal liceo servecapire quale direzione prenderanno i macro trend per ritagliarsi unposto in questa sempre nuova fluida realtà.

LUISA BAGNOLISi pensa che la paura più grande delle giovani generazioni sia

non riuscire a realizzarsi. Io non sono d’accordo. O meglio, loronon dicono ciò che noi intendiamo. Hanno paura di non trovarsi,di non trovare chi sono. E grazie a questa paura, quindi consapevo-lezza, si troveranno più di noi.

PAOLA BONOMOStudiare e vivere all’estero; non disdegnare nessuna esperienza

di lavoro, cogliere le opportunità di ogni situazione; avere un rap-porto professionale e maturo con le aziende, anche solo in come sipresenta e si accompagna il curriculum. Se una cosa non funziona,è inutile intestardirsi a fare quella stessa cosa. Meglio trovare e se-guire i capi che vogliono far crescere. Se non si incontrano, vannocercati. E infine “Get on a rocket ship [...]. If you’re offered a seat ona rocket ship, don’t ask what seat. Just get on” (il consiglio che EricSchmidt diede a una giovane Sheryl Sandberg).

ANNA TORRIEROÈ importante che i giovani seguano sempre le proprie aspirazio-

ni e il resto verrà da sé. Suggerisco poi di cogliere qualsiasi oppor-tunità per passare un periodo, più o meno lungo, all’estero non so-lo per migliorare le conoscenze linguistiche, indispensabili nell’era

174

Page 175: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

della globalizzazione, ma soprattutto per arricchirsi con esperienzedi studio e di lavoro in ambienti culturalmente diversi.

VALENTINA GIORDANOPer far crescere il futuro occorre coltivare la pazienza, ma anche il

giusto atteggiamento. Ci aiuta guardare oltre l’idea di realizzazioneche la società imporrebbe e fare scelte più in linea con il propriosentire. Manteniamo una mente da principiante. Insegna SuzukiRoshi, grande Maestro Zen: “Nella mente del principiante ci sonomolte possibilità, in quella dell’esperto poche”.

VALENTINA MONTANARIStudiare e studiare bene senza ossessioni di stage e di lavori du-

rante il percorso di studi, altrimenti si fa male un percorso che hauna unicità per la vita.

Non bisogna farsi prendere dall’ansia di entrare subito nel mer-cato del lavoro perché oggi l’università è cambiata rispetto ai mieitempi. È più aperta all’esperienziale quindi stage, frequentazioni diaziende. Questo mix va bene, non facciamola, però, diventare ansiadi trovare una collocazione a scapito dello studio. Il mercato del la-voro è difficile, è vero, e proprio per questo ci servono più strumen-ti, tecnici ed emotivi, per affrontarlo. Il momento dell’università,però, è un periodo unico, non torna. Bisogna goderselo a pieno perprenderne al massimo i frutti.

MIRKA DANIELA GIACOLETTO PAPASLa paura è segno di umiltà, che è una grande dote oggi poco

praticata. L’importante è non lasciarsi paralizzare dalla paura: nonessere timidi, analizzare bene le proprie capacità e i propri limiti,difendere con fierezza le capacità e non nascondere i limiti, cercan-do di porvi rimedio. Avere fiducia negli altri (con giudizio).

LAURA INDOLFIProvengo da una famiglia di avvocati, che sono rimasti sciocca-

175

Page 176: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

ti quando decisi di fare ingegneria, ma papà mi disse: “Lavorerail’80% del tuo tempo, meglio che scegli qualcosa che ti piace fare”...e così è stato

176

Page 177: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Il successo? È una questione personaleÈ diventare la persona che c’è dentro di noi

Maria Silvia Sacchi, giornalista economicaCorriere della Sera e La27ora

Se si guarda il dizionario il primo significato della parola “suc-cesso” è quello di aver avuto una buona riuscita, un esito favorevo-le, in ciò in cui ci si è messi alla prova. Se al singolare e precedutadall’articolo determinativo – ricorda la Treccani – implica ancheil riconoscimento dei propri meriti da parte di terzi: noi abbiamofatto bene e altri ci dicono che è vero.

Con il passare del tempo, più che una sfida a se stessi sull’ambi-to che abbiamo cercato, il successo si è sempre più legato alla vali-dazione esterna delle nostre azioni (positive o negative è diventatoquasi indifferente). E si esplicita attraverso il denaro (è ricco, quin-di ha successo) e/o attraverso l’essere conosciuti (è famoso, quindiha successo). Nell’attuale società dell’immagine, si può dire che ladominante sia divenuta proprio la visibilità.

“Siamo passati dai reality ai talent show ma il tema di fondorimane lo stesso: esistere nell’apparire. Per questo motivo la madreche interpreto, disperata perché la figlia non aderisce al modello dalei desiderato, urla “ma cosa ti costava almeno tentare di avere unpo’ di successo?” racconta Annina Pedrini, attrice che ha portato inteatro un testo che racconta le proiezioni di una madre sulla figlia.

Un’abbondanza di modelli negativi, contrapposto alla carenzadi modelli positivi, che fa riflettere Andrew Halls, presidente delKing’s College Wimbledon, una delle più prestigiose scuole di Lon-dra e del Regno Unito, fino a poco tempo fa riservata ai ragazzi e

177

Page 178: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

che dal 2010 ha aperto il suo 6th form (corrispondente ai nostridue ultimi anni del liceo) anche alle ragazze. E, infatti, Halls staconcentrandosi proprio sul tema dell’accesso alle materie STEM daparte delle ragazze per riequilibrare nel Paese una situazione gene-rale che altrimenti porta le giovani donne lontane dal mondo dellavoro. “Anche i ragazzi – dice – ricevono spesso modelli negativi,ma mai così diametralmente opposti a ciò che è richiesto dal mon-do del lavoro.” E questo, secondo il preside, è particolarmente ne-gativo per chi non ha nemmeno in famiglia qualcuno che faccia da“contraltare” ai modelli imposti dalla società.

Citiamo Halls intanto per dire che il tema delle STEM non ri-guarda solo l’Italia. In secondo luogo perché Londra è consideratala patria dell’inclusione, nonostante Brexit. Infine, perché il presidedel King’s College di Wimbledon è diventato fortemente operativo:di recente ha chiesto ai colleghi delle altre scuole inglesi di renderepubblici i numeri di quante ragazze e quanti ragazzi studiano ma-terie STEM. “Se riusciremo a farlo, scopriremo che su 10 studenti,sono una o due ragazze studiano queste discipline.”

In attesa dei dati dai colleghi inglesi, qualche risposta sul succes-so arriva dalle donne che hanno permesso di scrivere questo libro.Come si vedrà nelle risposte che seguono, prevale tra di loro l’ideadel successo come riuscita personale, più che come riconoscimentoesteriore.

Per Cristina Bombelli, una vita spesa nello studiare e nell’inse-gnare, concretamente, nelle imprese cosa significa diversità e inclu-sione, il successo è “arrivare alla mia età e non avere rimpianti. Sa-pere di avere fatto quanto era nella mia possibilità per seguire, ap-punto, le mie aspirazioni; avere una base solida di onestà tanto daguardarsi allo specchio senza vergogna; avere avuto la fortuna di unmarito che mi ha supportata e due figli che stanno trovando la lorostrada; avere incontrato tantissime persone in gamba. Addormen-tarsi la sera con un sorriso”.

178

Page 179: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Non ama, invece, la parola successo Francesca Rizzi, “perchéporta con sé troppi stereotipi. Successo per me è libertà di poterscegliere e fare ciò che ti piace, come ti piace ed essere apprezzatie ringraziati per questo”.

Sempre più modelli positivi cercasi.

Che cosa è secondo noi

ANNINA PEDRINIPer me il successo è prima di tutto avere la possibilità di espri-

mere, attraverso il teatro, sentimenti ed emozioni e trasformarli inun atto condiviso con il pubblico.

Con questo spirito ho frequentato gli anni di accademia al “Pic-colo Teatro” di Milano. Non avevo mai associato al successo le pa-role “fama” e “visibilità”, ma continuità di lavoro. Le professioniteatrali sono sempre state, per definizione, molto frammentarie eprecarie, e la possibilità di creare nuove opportunità alla propriaricerca espressiva ha sempre rappresentato lo scoglio più arduo dasuperare.

Negli anni, da attrice mi sono trasformata in Imprend-attrice,come qualcuno mi ha definito. Sono partner di una società che da35 anni promuove la formazione teatrale a tutte le fasce di età e chetrasferisce alla scena aziendale il portato metaforico e metodologicoche il teatro ha in sé. Parliamo di comunicazione, di team building,empowerment ecc. Naturalmente ho dovuto arricchire di senso iltermine “successo” dovendomi confrontare quotidianamente conuna realtà produttiva che necessita non solo di creatività.

VALENTINA MONTANARIEssere di successo vuol dire essere guardati, osservati e quindi

significa imprimere un’immagine che si trasformi in una presenza.Per me è fare cose utili per il micro-cosmo in cui sono, l’aziendao la società in senso più ampio, e rappresentare un role-model. Io

179

Page 180: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

ritengo di raggiungerlo ogni volta che è riconosciuta la mia credi-bilità e capacità, di coagulare un pensiero. E quando io stessa miriconosco di avere un’assertività complessiva.

ANNA TORRIEROIl mio successo si concretizza ogni volta che realizzo un obbiet-

tivo che ha valore per me e che mi fa vivere con piena soddisfazioneed entusiasmo.

PAOLA BOSSOLa stima delle persone con cui lavoro e di quelle per cui ho lavo-

rato mi danno la misura del successo. A me il compito di concre-tizzare questa stima in un percorso sensato di carriera e di vita.

PAOLA BONOMOIl successo è diventare la persona che c’è dentro di me.

LUISA BAGNOLITrovare la propria missione di vita il prima possibile.

ELENA GOOSÈ la capacità di godersi quello che si ho raggiunto con uno sguar-

do comunque rivolto al futuro.

MARA CAVERNIEssere soddisfatta e contenta di tutto quello che ho fatto, senza

rimpianti.

CARLA MILANINon avere nulla da rimproverarmi alla sera quando vado a letto,

non rinunciare a nessuna occasione, avere raggiunto i miei obiettivi,piccoli o grandi che siano, senza aver mancato di rispetto a nessuno.

LAURA INDOLFI

180

Page 181: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Arrivare a fine giornata stanca ma con la consapevolezza di averspeso il mio tempo facendo quello che mi piace e con la speranzadi riuscire un giorno a contribuire alla cura di persone affette damalattie devastanti, come il cancro, con il mio lavoro.

FRANCA GARZOTTOQuando lavoro e provo piacere intellettuale, quando quello che

faccio soddisfa la mia curiosità. E poi è successo ogni volta che in-vento quello che posso o devo fare. È un grande successo quandoquesto ha anche un impatto sociale e porta gioia a chi ne ha bisogno.

FEDERICA SALAIl successo è svegliarsi la mattina con la voglia di “mangiarmi la

giornata”.Utilizzare i risultati del mio lavoro per soddisfare le mie passioni.

Trovare una persona con cui condividerlo.

ELENA FAIETA“Il successo è il viaggio non la destinazione”... proprio così: per

me il successo è un prodotto. La moltiplicazione di tanti fattori:l’impegno, lo studio, le notti in bianco passate sui libri, il lavoraresodo, i sacrifici e ancora impegno, impegno, impegno.

MATILDE PADOVANORealizzare i miei obiettivi, e una volta fatto, pormene nuovi.

VALERIA BONILAURIIl mio successo? La mia forma mentis da ingegnera. Ho seguito

il mio istinto, spesso anche contro il volere dei miei familiari: misono trasferita a Roma da Milano per lavoro (non si offendano iromani, ma per un milanese è come cambiare stato), ho scelto unpercorso in una no-profit che si occupa di education (rispetto allalaurea in ingegneria non è un passo immediatamente logico), ma...ogni giorno mi appassiona.

181

Page 182: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

DEBORA ROSCIANIAndare a letto la sera contenta, sicura di fare un lavoro con spi-

rito di servizio.

DANIELA MOLINARIIl successo è la serenità che nasce dalla consapevolezza di aver

fatto del proprio meglio in qualsiasi situazione.

DIANA SARACENIFare quello che mi rende felice, senza troppi compromessi.

CLAUDIA SEGREPersi mio padre che ero molto piccola e un giorno gli promisi

che avrei raggiunto il funzionariato e poi la dirigenza entro i 40 an-ni, facendo tesoro dei suoi insegnamenti e di quanto mi aveva inse-gnato con mia mamma: determinazione, costanza, curiosità, etica eforza d’animo. Ma dopo aver vissuto dal 1986 a oggi momenti chehanno contraddistinto la nostra industria finanziaria così diversi edestremi, sino all’attuale drammatico stato di crisi, ho capito che ilvero successo è ritrovare colleghi che hanno un buon ricordo di me,mi stimano anche dopo lunghe discissioni perché hanno visto, oltreil genere, il mio impegno.

GAELA BERNINIFare ciò che mi appassiona e al quale assegno un significato.

FRANCESCA DOMINICIIl successo per me è lavorare quotidianamente con i giovani. In-

segnare non solo la matematica e la statistica, ma anche tutte le abi-lità necessarie a usare la loro conoscenza accademica, le loro passio-ni, e i loro desideri di realizzarsi e per risolvere problemi importantidella società. Il loro successo diventa il mio successo.

ELIANA SALVI

182

Page 183: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Per me il successo è non avere rancori, non pensare negativo,guardare avanti sempre con il sorriso.

MELISSA PERETTIRimanere in equilibrio e mantenere la mia identità in ogni si-

tuazione, possibilmente riuscendo a dare il meglio di me, insiemea persone che stimo e con cui mi diverto.

CRISTINA BOMBELLIHo un elenco di ingredienti del successo: arrivare alla mia età

e non avere rimpianti. Sapere di avere fatto quanto era nella miapossibilità per seguire, appunto, le mie aspirazioni; avere una basesolida di onestà tanto da guardarsi allo specchio senza vergogna;avere avuto la fortuna di un marito che mi ha supportata e duefigli che stanno trovando la loro strada; avere incontrato tantissimepersone in gamba. Addormentarsi la sera con un sorriso.

MIRTA MICHILLILa libertà di realizzare quello che desidero.

CLAUDIA PINGUEIl successo? Un’aspirazione verso cui tendere.

BENEDETTA ARESE LUCINIIl mio entusiasmo è successo. Ed è successo quando contagia

altre persone.

GIOVANNA MARENAIl successo credo non si raggiunga mai veramente. Ma questo è

il bello.

OLIMPIA DI VENUTADormire il sonno del giusto e svegliarmi con il sorriso sulle lab-

bra, magari canticchiando.

183

Page 184: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

FRANCESCA RIZZISuccesso è una parola che non amo molto perché porta con sé

troppi stereotipi. Per me è libertà di scegliere e fare ciò che mi piace,come mi piace essere apprezzata e ringraziata.

DIANA PALOMBARiuscire a fare quello che mi piace e svegliarmi contenta la mat-

tina.

ELISABETTA CUGNASCAPoter fare quello che mi piace fare con le persone che mi sono

care.

ALESSANDRA ANTONETTINon credo in formule standard oppure a ricette del successo da

seguire, credo che l’unica strada percorribile sia seguire il proprioistinto per potersi sentire realizzate e appagate.

ALESSIA SORGATOParticipio passato del verbo succedere. Io preferisco il futuro:

succederà.

RAFFAELLA PISANÒAvere una famiglia unita in cui entrambi i genitori siano realiz-

zati professionalmente e rappresentino un punto di riferimento so-lido per i figli

JESSICA SPINAIl successo per me è stato realizzare pienamente entrambi i filo-

ni di vita, professionale e familiare (ricordate? Complementarietà,umanistico e scientifico, in & out). Ho sposato un uomo che hacreduto in un progetto comune di lavoro, casa e famiglia, è semprestato orgoglioso dei miei successi lavorativi e ha condiviso l’accudi-mento dei figli e gli oneri familiari. Proprio tutti.

184

Page 185: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

RICCARDA ZEZZAScoprire il proprio senso della possibilità e vivere ogni giorno

pienamente, con gentilezza e cura, senza paura, inventando, so-gnando e facendo

MARINA BROGISvegliarmi la mattina con la voglia di fare.

CRISTINA NUNEZLasciare traccia, in modo che altri portino avanti il lavoro che

ho fatto.

ANNA ZATTONIUn equilibrio instabile, perché in continua evoluzione, tra pas-

sioni, capacità e risultati.

CRISTINA ANGELILLOSono riuscita a trasformare le mie passioni in lavoro ed è per

questo che ogni giorno per me è una scoperta. C’è una celebre fraseche dice “fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno dellatua vita”, se continuo così non lavorerò mai più. Ecco cosa credosia il successo.

BARBARA FALCOMERPoter unire lavoro e passioni personali, per essere una persona

felice.

SVEVA SEVERIEssere oggi come mi vedevo da grande (a 360° gradi)

MARINELLA SOLDIEssere in grado di creare cambiamenti positivi. Essere fiera di

come impiego il mio tempo.

185

Page 186: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

MIRIAM CRESTAIniziare una nuova giornata pensando alle persone che possono

essere felici grazie agli esiti delle mie scelte organizzative e aziendali.

ELENA FAVILLIFare quello che mi piace, con persone più brave di me.

CHIARA BESSISicuramente fare un lavoro che mi diverte.

LINDA IERARDIIl successo è la conquista di alzarmi la mattina grata di avere una

vita ricca di amore e passione.

IMMACOLATA GARZILLIConcordo con Churchill: “Il successo è l’abilità di passare da un

fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”.

ELENA SASSIAll’inizio della carriera il successo era per me ottenere risultati

professionali importanti e in breve tempo, dedicando tutta me stes-sa al lavoro. Dopo la maternità ho scoperto il successo di vivere almeglio anche tutto quello che non è strettamente lavorativo: leg-gere, sperimentare, continuare a mettermi alla prova, anche nellasfida più lunga e appagante della vita che è essere genitore.

CAROLINA GIANARDIEssere parte attiva dei cambiamenti in ogni campo.

PAOLA ANTONELLA MUNGONon credo che esista una definizione di successo univoca valida

per tutti e per ogni stagione. Per me, è la possibilità di fare ciò cheti appassiona sentendosi bene nei propri vestiti.

186

Page 187: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

PAOLA ZUCCOLOTTOVredo che per avere successo si debba prima di tutto fare ciò che

si ama. Farlo bene è una conseguenza della passione che ci si mettee a quel punto i riconoscimenti arriveranno. Magari non subito,magari non sempre, ma arriveranno. Quando si fa ciò che si ama,anche aspettare non è un gran problema.

IRENE ENRIQUESCi sono soddisfazioni e delusioni, giorni felici e giorni tristi. Le

cose cambiano, il fluire è interessante.

BARBARA COMINELLIIl successo per me è una formula fatta di diversi elementi, il cui

peso relativo è cambiato nel corso della mia vita. Oggi successo perme è piena identificazione con le responsabilità associate al mio la-voro e la soddisfazione per l’impatto positivo che riesco ad avere,una situazione familiare molto felice e una vita ricca di amicizie einteressi.

LETIZIA VAIOLICome tutti, anche io ho avuto incertezze e treni in corsa. Se devo

scegliere chiudo gli occhi e penso alle varie possibilità. Di solitoseguo quella che mi fa sorridere.

MARIA PAOLA TOSCHIRiuscire a essere soddisfatta. Quando esco dall’ufficio dopo una

giornata intensa ma proficua, mi sento contenta. Questo conta perme e mi ha aiutato anche in momenti difficili. Non sempre tuttogira per il verso giusto. Successo è anche gestire il mio ruolo pro-fessionale insieme a quello di mamma e di moglie. Volevo propriodimostrare con il mio esempio che fare un lavoro serio non significarinunciare a fare la mamma.

GIOVANNA PALADINO

187

Page 188: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Condividere il mio percorso di vita con persone che mi piaccio-no e fare un lavoro ben retribuito che mi obblighi a imparare tuttii giorni qualcosa di nuovo e interessante.

MILA SPICOLAI miei primi 40 anni sono stati una sequela di mete persona-

li raggiunte. Dai 40 anni in poi invece mi sono messa in testa diraggiungere obiettivi per gli altri, per gli studenti e le studentesseitaliane. Ho deciso di diventare insegnante, prima non lo ero, permolti era un passo indietro, per me una scelta consapevole e felice,ho deciso di fare politica, per loro, gli studenti e le studentesse ita-liani. Sono loro il mio successo. Con un po’ di coraggio e col sorrisoqualcosa la porterò a casa. Intanto occuparmi di piano nazionalescuola digitale e politiche di genere a scuola mi sembra una bellis-sima sfida che potrebbe tramutarsi in un grande successo.

ROBERTA TONIOLOTre cose: fare quello che mi piace, essere riconosciuta per quello

che faccio, essere retribuita equamente per quello che produco.

FRANCESCA FIORELa mia definizione di successo è cambiata più volte nel tempo.

All’inizio era il successo nel lavoro, anticipare le tappe del percorsodi crescita. Poi, il successo è diventato il riconoscimento pubblico,le interviste e i premi, diventare modello per giovani manager inazienda. Oggi il mio successo è discreto: si manifesta aiutando amicie conoscenti a realizzare la loro idea e crescendo quattro figlie chepensano di poter conquistare il mondo.

CHIARA GABBIIl successo è realizzare quello per cui siamo stati creati. Credo che

ciascuno sia in questa in vita per una ragione, per una “missione”.Cercarla, capirla e realizzarla al meglio, è il successo per me.

188

Page 189: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

MONICA DASCENZORiuscire a rendere reali le intuizioni, di qualunque natura siano.

MIRKA DANIELA GIACOLETTO PAPASIl successo è constatare che quello che faccio e penso lascia una

traccia. Oppure che ho lasciato, o insegnato, qualcosa di utile allepersone che hanno lavorato con me (e sono tante!) o con cui sonostata in contatto. E se poi me lo riconoscono, è una festa.

ANNA TESTAFare un lavoro che possa cambiare il mondo. E, nel mio piccolo,

credo di esserci riuscita.

GIOVANNA BOGGIO ROBUTTILa sensazione meravigliosa di fare ciò che mi piace e di constatare

che il mio lavoro è utile e apprezzato. Questo per me è veramenteil massimo del successo.

SARA NEGROAccettarsi nel profondo, per quello che si è, saper gioire di ciò

che si ha, saper apprezzare ciò che la vita ci dona ogni giorno, sapersireinventare, adattandosi alle diverse situazioni che la vita ci ponedavanti. Saper essere felici.

VALENTINA GIORDANOVivere la vita con pienezza e autenticità. Un respiro alla volta.

189

Page 190: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 191: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Come non accontentarsi?C’è la legge del desiderio

Francesco Morace, sociologo, Presidente Future Concept Lab

La sintesi-appello che emerge spontanea dalla lettura delle frasiprescelte da donne di tutte le età, si alza potente come un unicogrido: non siamo disposte ad accontentarci! “Non si può fare, Si èsempre fatto così, Non ce la farai mai, Ma chi te lo fa fare”... Sonoqueste le espressioni e i luoghi comuni che le donne detestano enon sono più disposte ad accettare. La capacità tutta al femminiledi essere determinate, di non arrendersi mai, di non accettare lostatus quo o i compromessi, viene segnalata con una precisione eprofondità che sorprende e apre il cuore. In un periodo di crisi cosìprolungata, il punto di vista del femminile privilegia al contrariouna rinnovata energia, affronta la sfida dei grandi valori e i com-portamenti all’insegna dell’innovazione. Desiderano, prima di ognialtra cosa, diventare protagoniste del cambiamento e per questo es-sere riconosciute, sentendosi uniche con il loro carattere e le lorospecificità. Nelle nostre analisi sociologiche presenti ad esempio nellibro ConsumAutori. I nuovi nuclei generazionali si distinguono adesempio le Singular Women, donne con forte carattere, protagoni-ste nella vita contemporanea, capaci di dialogare con figli digitali,con genitori bisognosi di cura, con colleghi stressati dalla crisi, coninterlocutori impegnati nel sociale e sui diritti civili.

“Di frasi che non sopporto ce ne sono tante: “Nonsono portato”, “Non mi piace”, “Non ho voglia”.Tutte quelle che denotano incapacità di mettersi in

191

Page 192: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

discussione, mancanza di volontà e arrendevolez-za.” Olimpia Di Venuta

Ciò significa per il mondo femminile lasciare sullo sfondo la logi-ca della pura rivendicazione che per cinquant’anni ha caratterizza-to le peraltro sacrosante battaglie sui diritti (rigenerate in Usa dallaposizione misogina di Trump) per scalare la piramide dei progettidi vita e del coraggio che oggi ne rappresenta l’evoluzione. Possia-mo definirlo l’existenz maximum. Massima intensità di esperienzanella vita, ma anche affermazione di un proprio punto di vista ecompetenza professionale. Le donne stanno imparando ad esempioa riempire di contenuti biografici e di propri talenti anche lo spa-zio della Rete: le blogger più seguite, le opinon leader più ascoltate,sono tutte donne. I loro comportamenti quotidiani riguardano leoccasioni di vita che vengono re-interpretate al loro massimo po-tenziale, in modo libero e creativo. Il loro vissuto quotidiano con-duce a una integrazione completa e definitiva tra funzione e forma,tra etica ed estetica, inseguendo nuove pratiche di vita, espressionidel saper fare.

“Non sopporto due domande: “Come fai con il la-voro” (sottinteso per via delle bambine) e “Comefai con le bambine” (sottointeso per via del lavoro).Hanno il potere di irritarmi: nessuno si sognerebbedi farle a un uomo.” Chiara Bessi

Le donne hanno capito ad esempio che nel futuro del lavoro edell’imprenditorialità emergono nuovi fattori rilevanti: la passione,il talento e la maestria che si saldano per dar vita a qualità eccellenti

192

Page 193: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

ed esperienze memorabili, diventando piattaforme progettuali peruna migliore qualità della vita.

Un mondo animato dall’utopia e dal desiderio, due dimensioniche si coniugano bene con l’existenz maximum, perché come LuceIrigaray – protagonista da decenni del pensiero femminile avanzato– afferma nel suo libro L’elogio del toccare: “Il desiderio è una fontedi energia naturale di cui il nostro corpo ha bisogno per crescere efiorire. È come un sole interiore che si manifesta e siirradia attraver-so il nostro corpo: per mantenere e portare a compimento la nostravita dobbiamo coltivarlo...”.

“Non mi piace sentirmi dire: “Smettila di cercare al-ternative”. In ogni situazione, anche le più banali,cerco sempre di vedere se ci sono modi diversi difare qualcosa. La domanda funziona bene nel con-testo della ricerca scientifica, ma applicata alla vitaquotidiana ammetto che possa essere stressante.”Franca Garzotto

Ciò che per le donne conta davvero è dunque la vita vera, le passioniinaspettate, gli affetti profondi da condividere e alimentare, i gustie le passioni personali che superano in importanza lo status sociale.Alla domanda sulle frasi che orientano la propria vita una donnaha scritto:

“Mi ripeto spesso che le passioni vanno asseconda-te, perché alla fine rimarranno solo quelle e daran-no senso a tutto.” Letizia Vaioli

193

Page 194: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

In conclusione mi piace sottolineare un elemento ulteriore, inaspet-tato: il maximum della condizione esistenziale per alcune donne ènutrito dalle idee, proprio come in un romanzo di fantascienza, enel futuro potrà trovare la sua espressione più piena. Due citazio-ni finali per dare voce a un valore che normalmente consideriamosquisitamente maschile, nel campo delle idee: “Sii meno curiosadella gente e più curiosa delle idee: nella vita non c’è nulla da teme-re, solo da capire”.

Una frase di Eleanor Roosevelt: “Grandi menti parlano di idee,menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone”.

Perché il radical change sta in un dettaglio che fa la differenza: leidee non saranno – come è sempre avvenuto – di pochi, ma condi-vise tra tanti. E mi sento di prevedere che le donne saranno il mo-tore primo di questo cambiamento epocale.

““Ad Maiora”, “Avanti tutta a testa alta”. Non amoguardarmi indietro ma conservo memoria degli er-rori, dei passi falsi e delle cadute, ma soprattuttodel dolore per trasformarlo in energia positiva e inazione.” Claudia Segre

È impossibile: le frasi che le donne odianoEcco i perché

Le frasi che le donne odiano si ripetono, secche, perentorie, ine-quivocabili: “È una cosa da donna”, “Non è di mia competenza”,“Non ho voglia”, “Non ce la farai mai”, “L’abbiamo già fatto e nonfunziona”, “È andata così”, “Non si può fare, mi mancano alcunielementi per esprimere una posizione”, “Si fa così perché si è sempre

194

Page 195: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

fatto così”, “È troppo difficile, non si può fare”, “Va bene. Senz’al-tro, lo farò domani”, “Non si fa così” a cui corrisponde un “Si èsempre fatto così”.

MATILDE PADOVANO“Le ragazze non sono brave come i maschi in matematica e in-

formatica.” È una ferita nell’orgoglio.

ELENA BISIOUna frase che non solo non sopporto, ma che mi fa molto al-

terare è “impossibile”. Quante volte si sente dire “mi dispiace maquesta cosa non si può fare perché è impossibile”. Ma anche “nonce la farai mai”, oppure “non ce la faremo mai”. Ecco questa fraserappresenta uno status psicologico totalmente negativo. Per chi lopensa, ma anche poi per chi indirettamente lo subisce. Quando miviene detta questa parola, scatta qualcosa in me. Nulla è impossibilefino a quando non ci hai provato e hai la dimostrazione lampanteche effettivamente non si può fare. Ma sino a quel momento nonlo puoi sapere se non provandoci.

FEDERICA SALA“È sempre stato così” è una frase che non mi piace. Non sop-

porto chi agisce sempre nello stesso modo aspettandosi un risultatodiverso.

ELENA FAIETAUna frase che non sopporto affatto è: “Non sai farlo”. Non c’è

niente che detesti di più del sentirmelo dire. Come dice sempreuna mia professoressa: “È difficile tutto quello che non si conosce”,quindi se davvero vogliamo imparare qualcosa, basta rimboccarsi lemaniche e mettercela tutta.

DANIELA MOLINARI“Non riesco!” La usavo da piccola, quando non volevo fare qual-

195

Page 196: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

cosa e sono quindi consapevole che si usa in questa accezione. Sipuò riuscire a fare tutto, basta volerlo.

CLAUDIA SEGRE“Signorina, mi passa il suo Responsabile.” Non sopporto gli ste-

reotipi di genere.

ELIANA SALVI“Basta crederci”: penso confonda, soprattutto i giovani. Il cre-

derci è fondamentale, ma ci vuole ben altro per realizzare i pro-pri sogni. Tanta determinazione, fatica, pazienza, continuo studio,continuo mettersi in gioco e tanto aiuto esterno.

CRISTINA BOMBELLI“È una questione culturale”, detta di solito scuotendo la testa,

che prelude a: quindi non si può fare nulla.

MIRTA MICHILLI“Non si può fare.” E faccio fatica a lavorare con le persone che

vedono solo ostacoli.

GAIA ELISA ROSSI“Aspetto con ansia il mio futuro” perché passando il tempo a

fantasticare si finisce per non vivere il presente. Secondo me se unsogno è così importante bisogna rimboccarsi le maniche e lavoraretanto.

BENEDETTA ARESE LUCINI“Non si può fare.” Quando le persone non provano a trovare una

soluzione e usano questa frase invece che pensare fuori dai canonitradizionali a cosa può essere la soluzione.

FRANCESCA RIZZI“Non si può fare.” Non la sopporto quando non è accompagnata

196

Page 197: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

da nessuna motivazione. Non si può fare perché non è mai statofatto prima, perché fino adesso abbiamo fatto in un altro modo. Equindi? Dall’invenzione della ruota in avanti la storia ci dimostrache c’è sempre un modo diverso, nuovo, migliore per fare le cose.Altrimenti saremmo ancora fermi alla preistoria.

ELISABETTA CUGNASCA“Non ce la puoi fare, rinuncia.” Me la sono sentita ripetere in

due diversi momenti della mia vita. Durante l’università dopo lebocciature agli esami di matematica: chi me la diceva era preoccu-pato per me perché mi vedeva giù di morale e quindi mi suggeri-va di passare a Lingue dove avrei fatto molto meno fatica. Era nbuona fede ma per me era controproducente. Me l’hanno ripetutavent’anni dopo, quando ho avuto un problema di salute. E, in que-sto caso, l’impatto negativo sarebbe stato decisamente maggiore seavessi ascoltato chi me la diceva.

ALESSANDRA ANTONETTI“È impossibile...”, “Non ci riesco...”. Non credo ci sia qualcosa

che non siamo in grado di fare. Molte volte è difficile raggiungerei propri obiettivi, ma bisogna sempre crederci altrimenti si perdein partenza.

CRISTINA NUNEZ“ink positive.”

ANNA ZATTONICerco di non direi mai “Non ho il tempo per” perché il tempo

libero non esiste, ma se si considera qualcosa come davvero priori-tario il tempo può essere liberato.

LUCIA BONANNI“Ma chi te lo fa fare?”

197

Page 198: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

LINDA IERARDI“Il ragazzo è capace ma non si impegna.” A mio parere rappre-

senta una sconfitta per l’insegnante, il nostro ruolo è quello di gui-dare i bambini e le bambine a esprimersi al meglio, siamo noi adoverli spronare e guidare verso la loro strada, così piccoli non so-no ancora in grado di capirlo da soli, noi abbiamo il dovere di in-coraggiarli a mettersi in gioco su più campi, stimolando le diverseintelligenze, affinché ognuno riconosca quella in cui riesce meglioe che più lo appassiona.

ELENA SASSI“Abbiamo sempre fatto così”, restare immobili e non aperti al

cambiamento ritengo sia un approccio negativo in qualsiasi ambito.

CAROLINA GIANARDI“Sì, dopo.” Vuole dire che non succederà mai.

DONATELLA BUSSODi fronte a proposte di cambiamento (in vari ambiti) non sop-

porto la frase: “Non è possibile cambiare perché il modo che ab-biamo sempre seguito è il migliore”. È sempre possibile cambiare emigliorare, mettendoci costantemente in gioco.

IRENE ENRIQUES“Non è colpa mia.” Non mi piace neppure: “È colpa mia”. La

peggiore da sopportare, a essere onesta, è: “È colpa tua”.

BARBARA RAVERA“Il problema è...” Nel lavoro, non si affrontano gli imprevisti

come problemi che ostacolano, ma come soluzioni alternative daindividuare.

ANNA PAOLA IONNASentire l’affermazione “Invidio quella persona”, l’invidia è un

198

Page 199: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

sentimento che non accetto. È giusto e doveroso confrontarsi congli altri ma per trarne spunti di miglioramento non per alimentaresentimenti negativi.

LETIZIA VAIOLINon sopporto quando sento dire che i ragazzi di oggi sono peg-

giori di quelli di una volta, come se fosse cambiato il corredo gene-tico. I ragazzi sono meravigliosi, qualche volta sono un po’ smarritima hanno un mondo dentro che non può e non deve essere ignora-to, sarebbe un grande spreco di energia. Ogni studente è un univer-so a sé che va ascoltato, orientato e incoraggiato. È necessario averela voglia di entrare anima e corpo nel mondo dei giovani altrimentisi genera un gap e si interrompe la comunicazione. Non si può in-vitare i ragazzi a buttarsi con entusiasmo nelle cose della vita e farlomentre si sta immobili al di là di una cattedra. Questo è uno deimotivi per cui ho aperto la pagina di Buongiorno Matematica suFacebook, volevo mettermi in gioco su un terreno che loro sentonoproprio; volevo che il messaggio fosse “Buttatevi anche voi perchésenza coraggio non c’è vittoria”.

DINA RAVERA“È impossibile.” Penso che dirlo sia arrendersi subito, senza

neanche aver sperimentato possibili soluzioni.

GIOVANNA PALADINOMi danno molto fastidio le persone che di fronte a un ostacolo

o alla necessità di affrontare un cambiamento iniziano con la frase:“Non si può fare”. A me piace pensare che “se po’ fa’”, come diconoa Roma.

FRANCESCA FIORE“Ogni lasciata è persa.” In pratica tempo e destino governano

la nostra vita.

199

Page 200: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

SARA NEGRO“Lo facciamo dopo.” Odio procrastinare.

GIOVANNA BOGGIO ROBUTTI“È colpa di...”, non tollero quelli che invece di cercare i rimedi

ai problemi cercano le colpe. Un atteggiamento passivo che portasolo a inutili sprechi di energie e di tempo.

MIRKA DANIELA GIACOLETTO PAPAS“È il regolamento.” Quando te la snocciolano prima di verifica-

re, prima ancora di capire il problema.

ELENA GOOSIn dialetto triestino la classica frase decadente del “No se pol”,

ovvero non ci provare nemmeno, tanto non si può.

CHIARA MILANI“Non è compito mio”: in tutti gli ambienti si cerca di fare lo sca-

ricabarile, di non assumersi le proprie responsabilità, di rimandarea qualcun altro. La conseguenza è che i problemi non si risolvono,vengono rimbalzati.

VALENTINA GIORDANO“Come sarei felice se...” o anche “Sarò felice quando...”. Se sia-

mo sempre tesi verso ciò che ci manca, verso un momento diversoda quello presente, rischiamo di non cogliere la bellezza e l’abbon-danza che è già presente qui e ora nelle nostre vite. La felicità è piùaccessibile quando impariamo a rilassarci con la vita così com’è.

ELENA FAVILLICe ne sono tante. Quand’ero ragazzina non sopportavo che mi

chiedessero “Allora, quando lo trovi un fidanzato?”. Oggi non sop-porto chi mi dice, “Basta con questo femminismo!”, come se impe-

200

Page 201: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

gnarsi per l’uguaglianza tra i sessi fosse una cosa noiosa di cui nonci dovremmo più occupare.

Cosa dico a me stessa?“L’elefante si mangia a fette”

Le frasi che le donne ripetono a se stesse sono un mantra dellaforza di volontà: “Non mollare, lotta”, “Ce la puoi fare”. Mi piacedarmi del tu., “Porta pazienza”, Ripeto a me stessa: “Dai su, forza ecoraggio!”, “Devo riuscirci. Lo possiamo fare”, “Oggi, non doma-ni”, “Qualsiasi sia il problema, io sono più testarda”, “Nihil difficilevolenti”, “Volere è potere”, “Why not?”, “Impariamo a farlo”, “La-voriamoci insieme”, “Coraggio, cominciamo”, “Never give up!”.

CRISTINA BOMBELLI“L’elefante si mangia a fette.” Quando i miei collaboratori mi

guardano sconsolati.

ELENA BISIOUna frase che ho fatto mia e che molto spesso ripeto soprattutto

a me stessa per supportarmi e incoraggiarmi è “Combattere sempre,mollare mai” perché sta tutto nella perseveranza, nel non arrendersi,nel continuare ad andare avanti nonostante tutto quello che possaaccadere. E forse è proprio questo il bello.

FEDERICA SALA“Sii instancabilmente curiosa e affamata.”

ELENA FAIETA“Ce la farò, niente è impossibile” e me la ripeto davvero spessis-

simo, qualsiasi cosa stia facendo, perché anche se ci credo non si samai. Tanto vale convincersene ogni giorno di più!

MATILDE PADOVANO

201

Page 202: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

“Niente è impossibile se si lavora sodo.”

VALERIA BONILAURI“Ci vuole audacia e una macchina.” Per qualsiasi progetto ci vo-

gliono spirito d’iniziativa e mezzi per realizzarlo.

DEBORA ROSCIANILasciare il passato nel passato. È il titolo di un libro di una psico-

terapeuta americana che mi ha insegnato a lasciare andare le cose.Sono una che tende a guardare avanti.

DANIELA MOLINARI“Ce la posso fare”, lo ripeto a me stessa, quando mi sembra che

l’obiettivo sia più alto delle mie capacità. “Ce la puoi fare”, lo ripetoalle mia alunne ai miei alunni, quando mi accorgo che hanno bi-sogno di un incoraggiamento, perché nessun ostacolo è realmenteinsormontabile.

PAOLA SCHWIZERAlle mie figlie dico sempre che “educazione e rispetto per gli altri

e per le loro opinioni, aiutano a gestire relazioni di successo”.

ELIANA SALVI“Tentar non nuoce.” Mai avere paura di prendere una porta in

faccia o un “no”. Anzi, sono proprio quelli che ci aiutano ad aggiu-stare il tiro e a capire cosa non va in noi o nel nostro modo di lavo-rare e comunicare. Buttarsi sempre!

GAIA ELISA ROSSI“Concentrazione e organizzazione.” Concentrazione perché si

deve sempre prestare attenzione a quello che si sta facendo senzaperdersi nelle mille cose che ci si presentano davanti. E di cose dafare ce ne sono tante ogni giorno. Organizzazione perché è facilis-

202

Page 203: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

simo arrivare alla fine della giornata con un nulla di fatto e aversprecato un sacco di tempo.

BENEDETTA ARESE LUCINI“Go for it!” Mi trovo meglio con il vocabolario inglese, ho sem-

pre pensato che se le persone con cui ho lavorato mi proponevanodei progetti, lasciavo a loro implementarli. Questo atteggiamentodi assegnare responsabilità mi ha permesso di lavorare al meglio conil mio team e di dare alle persone la possibilità di crescere senza averpaura di prendersi responsabilità.

GIOVANNA MARENA“Ogni nuovo giorno rappresenta una sfida da affrontare e un

regalo da cogliere.”

FRANCESCA RIZZI“Tante cose da fare e troppo poco tempo.” Se fosse possibile le

mie giornate dovrebbero durare 48 ore.

ELISABETTA CUGNASCA“Never, never, never give up.” È di Winston Churchill, l’ho sco-

perta studiando la II Guerra Mondiale al liceo, per fortuna.

RAFFAELLA PISANÒ“Se ho visto così lontano è perché sono salito sulle spalle dei

Giganti”, Isaac Newton.

ROBERTA BERLINGHIERI“Sfrutta i tuoi talenti.”

RICCARDA ZEZZA“L’immaginazione può portarci ovunque.” Rubata a Einstein.

MARINA BROGI

203

Page 204: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

“Dove c’è una volontà, c’è una via.” In inglese: “Where there’sa will there’s a way”.

CRISTINA NUNEZ“Convertire merda in diamanti.”

SVEVA SEVERI“Tutto passa” (nel bene e nel male).

LUCIA BONANNI“Meglio ragionare con la propria testa.”

CHIARA BESSI“La vita è una lunga corsa, a volte sei un po’ più avanti, altre

volte arranchi, ma prima di tutto è una gara con se stessi.”

LINDA IERARDIUna frase attribuita a Socrate: “Il sapere rende liberi, è l’igno-

ranza che rende prigionieri”. Credo fortemente nella potenza del-la cultura. Solo la conoscenza ci rende uomini e donne liberi dalleschiavitù generate dall’ignoranza.

IMMACOLATA GARZILLIPiù che ripetere la leggo da un Post-it che pescai qualche anno

fa a una festa di Natale e che attacco al monitor del computer ognivolta che cambio ufficio. È di Marie Curie ma ci ho messo un po’per capirla: “Sii meno curiosa della gente e più curiosa delle idee:nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire”.

ELENA SASSI“Leggi, rileggi e respira.”

CAROLINA GIANARDI“C’è sempre un lato positivo in ogni cosa e dobbiamo cercarlo.”

204

Page 205: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

PAOLA ANTONELLA MUNGOIn realtà sono due, ugualmente importanti per me: “Longe pro-

spicio” e “Memento audere semper”.

DONATELLA BUSSOQuando qualcuno mi dice: “C’è un problema”, io sono solita

rispondere: “Bene: se c’è un problema, significa che c’è una solu-zione”.

PAOLA ZUCCOLOTTOMi piace molto una frase che ho letto, attribuita a Marcel Proust,

e che ho riportato anche all’inizio di un mio libro: “Il vero viaggiodi scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuoviocchi”. Questo approccio è il mio faro guida quando faccio ricerca,ma spesso lo applico anche nella vita: le bellezze più straordinariesono lì, nel bel mezzo di ciò che crediamo di conoscere, l’unica cosache dobbiamo fare è avere gli occhi giusti per vederle. E così ripe-to spesso che bisogna provare a dimenticare gli assunti, i pregiudi-zi, le convenzioni, mettere in dubbio le certezze. È un’operazionedifficile, ma nel momento in cui si riesce a rimuovere qualcosa da-to ingiustamente per scontato, tutta la struttura fondata su ciò cheabbiamo rimosso crolla e una nuova realtà si apre ai nostri occhi.Ogni volta che ci riesco lo trovo sorprendente.

BARBARA RAVERA“Forza e coraggio, che la vita è un passaggio!” Ispirata dalla mia

nonna novantenne che la ripeteva ogni volta in cui si presentavaqualche difficoltà.

ANNA PAOLA IONNA“Coraggio, andiamo avanti.”

MARIA PAOLA TOSCHI

205

Page 206: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

“Oggi il mondo è molto migliore di una volta. Il progresso so-ciale avanza anche se in maniera lenta e non lineare.”

PAOLA ELEFANTE“Where there’s a will, there’s a way”, cioè se vuoi qualcosa, trovi

sempre il modo di ottenerla.

DINA RAVERA“Tutti assieme ce la faremo.” È il mio mantra, la filosofia che

adotto sia nella vita personale e familiare sia in quella aziendale. Do-ve credo che la “forza del Team” sia il vero vantaggio competitivo.

GIOVANNA PALADINOSono due le frasi che ripeto spesso a me stessa quando sono in

difficoltà: “Non mollare” e “Tutto passa”, anche il dolore.

MILA SPICOLAUna frase di Eleanor Roosvelt: “Grandi menti parlano di idee,

menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone”.

FRANCESCA FIORE“Se vuoi, puoi”, mi trasmette grande energia e rende tutto pos-

sibile grazie alla forza di volontà.

CHIARA GABBI“Se puoi sognarlo, puoi farlo.” È una frase di Walt Disney.

LAURA INDOLFI“Va bene sbagliare, se almeno impari qualcosa.”

SARA NEGRO“Plan the work, work the plan” visto che vivo in terra straniera,

“dobbiamo pianificar!” quando sono in Italia: una buona pianifica-zione è il segreto del successo. Un’altra frase che non ripeto spesso

206

Page 207: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

ma mi piace ricordare per spronarmi a rialzarmi nei momenti piùdifficili, retaggio proprio di un docente di matematica, è: “Provareper credere, credere per combattere, combattere per vincere, o vin-cere o vincere”. Poi come non citare “Quando si chiude una porta,si apre un portone”.

GIOVANNA BOGGIO ROBUTTINe ho due: “Nessun problema” e “Ci penso io”. Sono nata a

Milano e ho il problem solving nel DNA. So che per ogni problemac’è sempre più di una soluzione e mi viene istintivo mettermi subitoin azione per trovarla.

ANNA TORRIEROÈ una frase di Tommaso Moro che ispira le mie azioni quotidia-

ne e che mi piace ripetere a chi si scoraggia di fronte alle difficoltà:“Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambia-re, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non pos-so cambiare, che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperledistinguere”.

FRANCA GARZOTTOCe ne sono due. Una è: “Se invece di questo provassimo que-

st’altro?”. L’altra è una frase attribuita a Galileo Galilei: “Dietro aogni problema c’è una opportunità”.

PAOLA BOSSO“Ti auguro il dono del discernimento.”

LUISA BAGNOLI“Statisticamente...”

ELENA GOOS“Sono una persona fortunata che ha avuto dei doni ed ha saputo

farne tesoro, goderseli e metterli a frutto.”

207

Page 208: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

VALENTINA MONTANARI“Usiamo la logica e analizziamo il problema.”

VALENTINA GIORDANO“Fail again, fail better.” Sbagliare è fondamentale nel processo

di apprendimento e cambiamento e grazie ai nostri errori possiamomodificare la visione di noi stessi e la nostra idea del mondo. ScriveKathryn Schulz, autrice di un bellissimo libro che s’intitola BeingWrong: Adventures in the Margin of Error: “Per quanto i nostri er-rori possano disorientarci, essere difficili o renderci più umili, insostanza è la nostra capacità di sbagliare, non di avere ragione, chepuò insegnarci chi siamo”.

CHIARA MAFFIOLETTI“Se ti impegni puoi raggiungere i tuoi obiettivi. E, male che va-

da, alla fine ti ritrovi comunque migliorata.” Un po’ come succe-de con gli esercizi di matematica, pensandoci. Ricordo che quandotentavo di risolverli, impiegando tempo e attenzione, se alla finenon arrivavo alla soluzione mi sentivo demotivata e delusa. Ma poici riprovavo. E, alla fine, quando li risolvevo, la soddisfazione eragrande. Allora non lo sapevo, ma è una buona metafora di vita.

CARLA MILANILa prendo a prestito da Roul Follereau: “Non esistono sogni

troppo grandi”. Mi incita ad andare avanti, a spostare l’asticellasempre più in alto rispetto a quello che ti sembra sensato, a pensarein grande, a superare i problemi.

ELENA FAVILLI“We should all be feminists.” Da quando ho ascoltato il discorso

di Chimamanda Ngozi Adichie, ho capito che è la cosa più impor-tante che ci dobbiamo costantemente ripetere.

BARBARA COMINELLI

208

Page 209: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

“Pensa e agisci come se l’azienda fosse tua.” Lo dico anche aicollaboratori junior. Il senso di responsabilità e di “ownership” èfondamentale a tutti i livelli ed è importante che tutti siano con-sapevoli che, con il proprio contributo, stanno contribuendo a unobiettivo collettivo più grande. Una storia che mi piace raccontareè quella della ricostruzione della cattedrale di Saint Paul, dopo ilgrande incendio di Londra del 1666, che la rase al suolo. L’architet-to incaricato della ricostruzione, Sir Christopher Wren, un giornoispezionando il cantiere incontra un operaio che sta tagliando dellepietre e gli chiede: “Cosa stai facendo”? L’operaio risponde “sto ta-gliando pietre”. Poco più in là Wren incontra un secondo operaio echiede anche a lui “cosa stai facendo?”, “mi guadagno lo stipendio”risponde l’uomo.

Infine incontra un terzo operaio e pone la stessa domanda: “Cosastai facendo?”, ottenendo la seguente risposta: “Sto contribuendoa costruire una magnifica cattedrale, che sarà un simbolo per tuttii londinesi di come la città Londra può risorgere dopo il terribileincendio”.

È una storia semplice, ma il punto è fondamentale: quando sicapisce e si interiorizza la big picture, si comprende quanto sia fon-damentale il proprio contributo individuale all’interno del disegnocomplessivo, acquisendo consapevolezza e orgoglio del proprio ruo-lo, capendo che il proprio “mattoncino” è fondamentale per co-struire una magnifica cattedrale. Questa attitudine fa la differenza,in azienda ma anche nella società.

IRENE ENRIQUESNessuna di cui sia consapevole. In generale ho paura di ripeter-

mi. Quando mi accorgo che succede, penso che sto invecchiando.

209

Page 210: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 211: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Una conversazione su matematica e dintorni con Do-natella Girardini e Aurora, 8 anni

Cosa era/è per te la matematica quando andavi a scuola?D: Non sono mai stata una di molte parole, purtroppo o per

fortuna. Non sono mai stata la Cicerona (anche in senso figurato...)delle situazioni. Con la matematica potevo esprimermi in modosintetico e preciso. Venivo premiata per il risultato e non per ladialettica. Quindi per me la matematica era un modo di essere mestessa.

A: È specialissima, alla mamma e al papà piace tanto. All’inizionon mi sembrava tanto utile, ma poi ho iniziato a fare i giochi del-la settimana enigmistica della mamma, quelli dei numerini e tantialtri. Li riesco a fare, sono soddisfatta.

Quando pensi ai tuoi insegnanti di matematica pensi a...D: Incredibilmente bravi, tutti. Sono stata molto fortunata. Mi

hanno insegnato che la matematica è rigore ma anche creatività eoriginalità. Quando al Poli ho studiato gli spazi non reali, ho capitoche la matematica è tutt’altro che tutta definita e circoscritta.

A: Penso sempre a fare le divisioni bene...

Cosa è per te la matematica adesso?D: Regola il mondo. Sono una fanatica della simmetria che di

fatto regola la natura (a livello macro e micro...). Alle mie figlie

211

Page 212: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

dico: “Se sapete la matematica vi districate in ogni situazione”, oltrea tirar sempre fuori dal cilindro citazioni di Leonardo da Vinci...

A: Sì, ce lo dice anche troppo, anche nelle poesie riesce a tirarfuori la simmetria.

Hai mai letto un libro di matematica?D: Sì, mi ricordo l’ultimo, un mappazzone sulla storia dell’alge-

bra. Non lo cito, chiaramente non lo consiglio.A: Sì, quello delle operazioni, ricordi? C’era la mamma che versa

l’aranciata a tre amici con 3 bicchieri diversi. Quello col bicchierelargo-largo e basso-basso piangeva perché aveva meno aranciata de-gli altri con i bicchieri alti-alti e stretti... Ma la mamma aveva fattouno scherzetto, perché poi l’aranciata era uguale (N.d.R.: il volumeera lo stesso in tutti i 3 casi).

Quando è stata l’ultima volta che hai usato la matematica nellavita quotidiana? E nel lavoro?

D: Be’ col lavoro che faccio... sempre. Nella vita quotidiana: ieriabbiamo calcolato quanto avrebbero pagato i libri delle vacanze lequarte classi con uno sconto del 10% e in due tranche di pagamento

.A: Quando ho fatto la torta con la nonna e ho misurato i grammi

di farina e di fecola che dovevano essere mezzo kilo.

Cosa consigli?D: Divertitevi con la matematica, la logica, la geometria. Sco-

pritela nella natura. È l’unico modo per interiorizzare la materia.A: La mamma dice che ti devi concentrare, essere precisa e pen-

sare alle soluzioni e far funzionare la zucca!

212

Page 213: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le donne (44%) riunciano più degli uomini (19%)Caccia ai luoghi comuni invisibili

Monica Parrella, direttrice Dipartimento per le Pari Opportunità

Nel suo Elogio dell’imperfezione Rita Levi Montalcini scrivevache suo padre era contrario a farle intraprendere gli studi in Medi-cina, perché due delle sue sorelle, laureate in lettere e in matematica,“avevano avuto gravi difficoltà a proseguire gli studi e a conciliarlicon gli obblighi della vita coniugale”. “Bisogna riconoscere” – ag-giungeva la premio Nobel – “che quasi un secolo dopo permangonole stesse difficoltà e il problema è ben lontano dall’essere risolto.”

L’osservazione trova riscontro nelle indagini statistiche. Ancoraoggi molte ragazze e molte donne orientano le proprie scelte di for-mazione e di carriera in base a esigenze familiari.

Dalla ricerca realizzata dall’ISTAT per il Dipartimento per lepari opportunità “Stereotipi, rinunce e discriminazioni di genere(2013)” si evince che rinunciare a opportunità o adottare com-portamenti autolimitanti per ragioni familiari è infatti decisa-mente più frequente fra le donne (44,1% a fronte del 19,9% de-gli uomini). La rinuncia più frequente è quella a iniziare o a cercareun lavoro (30,9% delle donne a fronte del 12,7% degli uomini).

Il fenomeno si collega principalmente alla presenza di stereotipidi genere che influenzano le scelte delle bambine n dai primi anni.

Uno degli stereotipi più diffusi è quello di una presunta scar-sa attitudine delle studentesse verso le discipline STEM (Science,Technology, Engineering, Mathematics) che conduce a un divario di

213

Page 214: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

genere in questi ambiti nel percorso di studi e nelle scelte universi-tarie e professionali.

Molto spesso lo stereotipo è “implicito”, come evidenziato dallaricerca How stereotypes impair women’s careers in science condotta daErnesto Reuben, Paola Sapienza e Luigi Zingales.

Il test aritmetico implicit association test dimostra che sia gli uo-mini che le donne discriminano la carriera delle donne nel camposcientifico senza rendersi neppure conto di farlo. La ricerca dimo-stra inoltre empiricamente che a parità di risultati gli uomini ten-dono a sovrastimare la propria prestazione mentre al contrario ledonne a sottostimarla. Questo atteggiamento si ripercuote negati-vamente sulle scelte del datore di lavoro nei processi selettivi maancor prima sulle scelte delle donne che rinunciano agli studi neisettori scientifici ovvero rinunciano a proseguirli.

Secondo il Gender Gap Index Report 2016 del World EconomicForum (indagine condotta su 144 Paesi nel Mondo) nonostantequalche variazione regionale, oggi, a livello globale, uomini e donneche entrano nella forza lavoro hanno quasi livelli identici di titolidi studio.

Si raggiunge la parità di genere nell’istruzione primaria e secon-daria, ma già il tasso di iscrizione all’istruzione superiore delle ra-gazze supera in realtà in molti paesi quella dei ragazzi. Inoltre, conoltre 4 milioni di giovani donne laureate ogni anno si sta inverten-do il divario nell’ambito dell’istruzione terziaria a livello mondiale.

A livello nazionale la tendenza è confermata anche dall’ulti-mo Rapporto sul Benessere equo e sostenibile del 2016 realizzatodall’ISTAT con riferimento all’anno 2015, secondo il quale la quo-ta di donne 30-34enni con un titolo universitario è più alta di 10,8punti percentuali rispetto a quella degli uomini (il differenziale eradi 5,6 punti percentuali nel 2004).

214

Page 215: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Se però le donne hanno acquisito sempre più competenze e co-noscenze caratterizzandosi come “sesso forte” nell’istruzione uni-versitaria, l’area in cui le donne continuano a permanere sistemati-camente sottorappresentate sono le materie STEM.

Secondo dati del World Economic Forum, in Italia, nonostan-te la partecipazione delle donne nei percorsi di istruzione di terzolivello sia superiore rispetto a quella dei colleghi uomini, nelle ma-terie STEM si laurea circa il 15% delle ragazze contro circa il 30%dei ragazzi.

In particolare, guardando ai dati dell’anno accademico2014/2015, emergono rilevanti differenze di genere tra le aree distudio. La presenza delle donne è massiccia nell’area Umanistica(75%), mentre diminuisce man mano che si passa ad ambiti di ca-rattere più scientifico o tecnico, raggiungendo il minimo nell’areadi “Ingegneria e Tecnologia” (31%).

Andando a esaminare più nel dettaglio la situazione italiana, par-tendo dalle scuole superiori, sul totale degli iscritti al 1° anno dellescuole secondarie di secondo grado, gli istituti tecnici – settore tec-nologico – vedono la percentuale più bassa di presenze femminili,pari solo al 16,3% (Fonte Servizio statistico MIUR – 2016).

I divari non cambiano se si guarda al mondo del lavoro, nonsolo in Italia.

In Europa, nel settore digitale, ad esempio, soltanto il 19% deimanager sono donne, rispetto alla media del 45% degli altri setto-ri e anche in un settore in forte espansione come quello delle app,sono donne solo il 9% degli sviluppatori (dati 2015 ITU Interna-tional Telecommunication Union, agenzia delle Nazioni Unite chesi occupa di ICT).

215

Page 216: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Alcune tendenze positive stanno però emergendo. Secondo i da-ti dell’Istituto per la Ricerca Sociale e dell’Università Cattolica diMilano del novembre 2016, la presenza femminile tra scienziati eingegneri italiani è infatti in crescita (+11% tra gli anni 2008 e 2011tra le donne vs + 3.3% tra gli uomini), anche se l’incidenza delledonne in questi settori sulla forza lavoro è ancora la metà di quellamaschile.

Inoltre, se è vero che sono donne soltanto un terzo dei ricerca-tori nell’area UE a 28 Stati, in Italia e in Europa la crescita dellericercatrici tra il 2005 e il 2011 è stata maggiore di quella maschile(+ 4,8% vs +3,3% EU28; +4,5% vs 2,5% Italia)

I dati generali, nonostante gli spiragli di miglioramento degli ul-timi anni, oltre a raccontare un divario di genere nella formazionetecnica, scientifica e tecnologica, evidenziano le difficoltà che han-no e che probabilmente continueranno ad avere le donne nell’ac-cesso al mondo del lavoro, considerato che le carriere tecniche escientifiche costituiscono e costituiranno sempre di più in futuroun importante bacino di opportunità professionali.

Promuovere azioni positive per contrastare gli stereotipi di ge-nere e la segregazione delle donne n dall’infanzia affinché le donnenon si trovino prive delle competenze necessarie per affrontare ilmondo del lavoro assume dunque dimensione strategica.

Il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza delConsiglio dei ministri ha da tempo avviato, in collaborazione conil Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, iniziative volte apromuovere le pari opportunità e a contrastare gli stereotipi di ge-nere nei percorsi scolastici.

In particolare, nel 2016 è stata lanciata l’iniziativa “Il Mese delleStem – Le studentesse vogliono contare!”, dedicando un mese a

216

Page 217: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

eventi realizzati nelle scuole anche in collaborazione con enti pub-blici e privati, fondazioni, università e associazioni, con lo scopo disensibilizzare i docenti sul tema e di incoraggiare le studentesse adapprofondire le tematiche STEM.

La nuova iniziativa del Dipartimento “In estate si imparano leSTEM”, diretta alle scuole per la realizzazione nel 2017 di Campiestivi di scienze, matematica, informatica e coding rivolti prevalen-temente alle studentesse delle scuole elementari e medie ha lo scopodi incentivare le istituzioni scolastiche a tenere aperti i propri localidurante il periodo estivo, almeno per due settimane, progettandopercorsi di approfondimento su matematica, cultura scientifica etecnologica, informatica e coding, anche in collaborazione con entipubblici e privati, fondazioni, associazioni e imprese.

È necessario promuovere una cultura differente, basata sul me-rito e sulle competenze che possa favorire la selezione e la crescitadelle opportunità per le studentesse e per gli studenti nei settoritecnici sulla base dei risultati e delle competenze.

Inclusione, merito e fiducia devono essere elementi fondanti diun nuovo rapporto fra le nuove generazioni di donne e gli ambititecnici-scientifici.

Sotto questo profilo può assumere un ruolo estremamente rile-vante anche il racconto delle esperienze di chi è riuscita a farsi stradanei settori STEM.

Per accrescere la fiducia delle ragazze e convincerle che ce la pos-sono fare nulla probabilmente è più convincente di una scienziata,di una ingegnera, di una matematica, di una programmatrice pie-namente realizzata nella professione e nella vita. Occorre far cono-scere alle ragazze le role model.

217

Page 218: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 219: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

La statistica racconta la vitaE tutto cominciò con un parallelepipedo

Linda Laura Sabbadini, ISTAT

I numeri, per me, sono sempre stati magici. Una grande passio-ne. Una passione che nasce da quando ero piccola, ma che ha fattoun salto di qualità, quando sono andata alla Scuola Media InferioreTorquato Tasso a Roma. Sezione di tedesco. Mi ci avevano man-dato mia mamma e mia nonna, perché in quella, insegnava ma-tematica, una grande donna, Emma Castelnuovo. Una vera scien-ziata che rendeva semplice ciò che è difficile. Donna determinata,grande mente, sosteneva che tutti potevano capire profondamentela matematica, che la matematica è esperienza di vita, non calcolicomplicati, che possono essere risolti tranquillamente con le calco-latrici, ci ripeteva, ma logica, intuizione, creatività. Pensate, nessu-no nella mia classe aveva l’insufficienza. Era una gioia la lezione dimatematica. E soprattutto un processo di ricerca continuo. Nonesistevano cose da imparare a memoria. Tutto doveva essere basatosul ragionamento. Lei era una insegnante con la I maiuscola, unvero e proprio faro. Ad esempio, con lei non si studiavano mecca-nicamente le caratteristiche dei parallelogrammi, ma si scoprivano apartire da semplici barrette mobili. Con queste barrette formavi unquadrato, davi una semplice botta laterale, si formava un rombo ecosì giocando cominciavi a intuire che cosa avevano in comune unquadrato e un rombo, lunghezza dei lati uguale, lati paralleli e cosìvia. Prendevi un rettangolo fatto di barrette e costruivi così la fami-glia dei parallelogrammi e ne individuavi tu le proprietà attraversoil gioco, la creatività, la logica. Eravamo protagonisti nel processo diconoscenza della matematica. Non ci spaventavamo, ci incuriosiva-mo e ricercavamo. Ho sempre vissuto questa esperienza come un

219

Page 220: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

grande privilegio. Sono realmente convinta che se tutti nel nostroPaese avessero approcciato la matematica con il metodo di EmmaCastelnuovo, avremmo un vantaggio competitivo importante.

E invece purtroppo le statistiche dicono che abbiamo grossi pro-blemi nella popolazione proprio nelle competenze in matematica.Ritengo che realmente il ‘blocco’ verso la matematica da parte ditante persone, sia frutto dell’impossibilità di viverla adeguatamen-te come una esperienza creativa, n da piccoli. Avrete certamentecapito perché per me è stata una grande passione. E si è combinatacon un’altra passione che mi ha accompagnato nella vita, quella peril sociale, l’ambiente e la condizione delle donne. La matematica,e in particolare la sua applicazione in statistica, è uno strumentofondamentale per capire la situazione sociale e ambientale del no-stro Paese, le differenze e le disuguaglianze tra uomini e donne, traricchi e poveri, tra le diverse generazioni. Se non avessimo gli stru-menti matematici e statistici non potremmo capire adeguatamen-te che cosa sta succedendo, che cosa è possibile fare per migliorarela situazione e se quello che abbiamo fatto ci ha permesso di rag-giungere gli obiettivi prefissati. Vediamo, ad esempio, l’importanzadelle statistiche di genere. Non si tratta solo di avere dati o meglioindicatori differenziati per uomini e donne, ma indicatori sensibilial genere, cioè volti a capire anche la natura delle disuguaglianze. Seanalizziamo il tasso di occupazione, cioè la percentuale tra le donnedi quelle che lavorano, e lo compariamo con il tasso degli uomini, ciaccorgiamo che meno della metà delle donne lavora e ciò non suc-cede per gli uomini, che hanno un tasso di occupazione molto piùalto. Ma se andiamo più a fondo nell’analisi statistica ci accorgiamoche le donne “single” hanno un tasso di occupazione molto similea quello degli uomini, mentre la situazione di uomini e donne di-verge al crescere del numero dei figli. Se poi analizziamo il numerodi ore di lavoro familiare degli uomini e delle donne ci accorgiamoche le lavoratrici sono molto più sovraccariche di lavoro familiaredegli uomini. Mettendo insieme questi risultati e analizzandoli sta-

220

Page 221: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

tisticamente arriviamo a dire che è proprio il ruolo in famiglia, cherende difficile alle donne mantenere un lavoro, quando ce l’hannoo trovarlo. Questa è la forza della statistica, rendere numeri appa-rentemente neutri, esplicativi della vita quotidiana delle persone edella loro qualità di vita, e delle disuguaglianze. Cito spesso un altroesempio. Per tanti anni non si è parlato di violenza contro le donne,né questa veniva misurata, e così tutti si sentivano autorizzati a direla propria in merito. Per esempio, era molto diffusa l’idea che la vio-lenza fosse quella dello straniero sconosciuto, ai danni della donnaitaliana. L’Istat fece una indagine statistica innovativa per il nostroPaese, io dirigevo allora la direzione che l’ha condotta, riuscendo astimare anche il sommerso della violenza. I dati hanno dimostratoche non è così. La maggioranza dei casi di violenza, compresa quellasommersa è opera non solo di italiani, ma più spesso del partner, siaesso marito, fidanzato o ex. I numeri hanno invalidato gli stereotipied evidenziato la reale radice del fenomeno della violenza contro ledonne: il desiderio di possesso e dominio da parte maschile. Capiteora perché queste due passioni, quella per i numeri e la matematicae quella per il sociale, l’ambiente e la condizione delle donne si so-no strettamente coniugati nella mia attività ed esperienza? Capiteperché ho dedicato la vita a costruire i numeri per capire la realtàsociale, di genere e ambientale del Paese, dirigendo il settore socia-le e ambientale dell’Istat e cercando di rendere questi numeri frui-bili per tutti? Perché per capire la società, per individuare le disu-guaglianze, per dare visibilità agli invisibili (bambini, giovani, an-ziani, donne, disabili, homeless, persone lgbt..) nella società, biso-gna saper progettare indagini statistiche, con campioni rappresen-tativi della popolazione, con tecniche di indagine adeguate, e saperanalizzare i dati raccolti e disponibili anche da altre fonti. I numeriservono, e molto. Senza di essi e senza una loro adeguata lettura, larealtà non può essere conosciuta in profondità, né possono esserescelte le misure sociali e politiche più adeguate. L’uso della mate-matica aiuta nell’esercizio della democrazia. Non lasciatevi scorag-

221

Page 222: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

giare dal ‘blocco della matematica’. Cercate di superarlo esercitandologica, intuizione, creatività. La vostra vita ne risulterà miglioratain tutti i sensi. Provare per credere.

222

Page 223: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Dati sulle Lauree STEM: performance Universitarie edati occupazionali

Sara Binassi, Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea

I XVIII Rapporti 2016 sul Profilo e sulla Condizione Occupazio-nale dei laureati, elaborati dal Consorzio Interuniversitario AlmaLau-rea, consentono di valutare le scelte occupazionali dei laureati in disci-pline scientifiche STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matema-tica). Quali sono le performance universitarie? E quali gli esiti occupa-zionali? Lavorano? A quali condizioni?

Nel presente contributo l’attenzione sarà posta in particolare ailaureati STEM dei percorsi disciplinari in architettura, chimico-far-maceutico, economico-statistico, geo-biologico, ingegneria e scien-tifico. L’analisi è di tipo comparativo: le performance universitariee gli esiti occupazionali dei laureati in ambito tecnico-scientificosono osservate ponendo l’attenzione sulle principali differenze pergenere e per gruppo disciplinare.

1. Performance universitarie

Il Rapporto 2016 sul Profilo ha coinvolto oltre 68.000 laureatidi primo e secondo livello (magistrali biennali e magistrali a ciclounico), che hanno conseguito nell’anno 2015 un titolo STEM eintervistati alla vigilia della laurea.

I dati sul Profilo mettono già in evidenza la diversa composizioneper genere: tra i laureati STEM è più elevata infatti la componentemaschile, che raggiunge il 59%, contro il 41% di quella femminile,in particolare tra i gruppi ingegneria e scientifico dove supera il65%, sempre a favore degli uomini. Si osserva invece un’inversione

223

Page 224: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

di tendenza nei gruppi architettura, chimico-farmaceutico e geo-biologico, dove sono le donne ad avere un’incidenza maggiore.

I principali indicatori di riuscita degli studi universitari vedonoinoltre le donne STEM in una situazione di vantaggio rispetto aicolleghi: sono infatti caratterizzate da un voto medio di laurea piùalto (103 su 110, contro 101 degli uomini) e da una migliore col-locazione in termini di regolarità negli studi (tra le donne il 42%ha concluso gli studi nei tempi previsti contro il 39% degli uomi-ni). Tuttavia se è vero che le donne raggiungono risultati migliori,come si è visto, soprattutto in termini di voto di laurea e regolaritànegli studi, sono però penalizzate sul mercato del lavoro.

2. Condizione occupazionale

Il Rapporto sulla Condizione Occupazionale ha riguardato ol-tre 22.000 laureati STEM di secondo livello (magistrali biennali emagistrali a ciclo unico) del 2010 e intervistati nel 2015 a cinqueanni dal titolo.

In generale i laureati provenienti da lauree tecnico-scientificheSTEM evidenziano buone performance alla prova del mercato dellavoro. Tuttavia esistono profonde differenze a livello di genere chevedono le donne risentire di un più contenuto tasso di occupazione,una minore stabilità nel lavoro e retribuzioni inferiori rispetto aicolleghi uomini.

A cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupa-zione è complessivamente pari all’88%, valore che aumenta con-siderevolmente tra gli uomini (92% contro l’83% delle colleghe).Maggiori performance occupazionali si osservano tra gli ingegneri(94%), al contrario il gruppo geo-biologico si colloca a fondo scalacon un tasso di occupazione pari al 76%. Il vantaggio occupazionaleper la componente maschile si conferma anche a livello di gruppo

224

Page 225: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

disciplinare sebbene con intensità diversa: mentre per i gruppi chi-mico-farmaceutico ed economico-statistico il divario è pari a 1 e 2punti, rispettivamente, a favore degli uomini, per lo scientifico e ilgeo-biologico il divario supera gli 8 punti percentuali. I laureati inarchitettura si posizionano a un livello intermedio con un divariodi 6 punti percentuali, sempre a favore della componente maschile.

La stabilità lavorativa (attività autonome effettive e alle dipen-denze a tempo indeterminato) riguarda il 78% dei laureati in am-bito tecnico-scientifico, quota che sale sensibilmente tra i laureatidel gruppo ingegneria. Ancora una volta il vantaggio è a favore dellacomponente maschile (è stabile l’82% degli uomini; per le donnela percentuale si ferma al 72%); il divario si conferma elevato neigruppi chimico-farmaceutico e scientifico. La medesima tendenzaè inoltre confermata nella quota di occupati con contratto a tem-po indeterminato (61 contro 43%, rispettivamente per uomini edonne).

Il lavoro non standard (in prevalenza contratti a tempo deter-minato) caratterizza l’11% degli occupati in lauree STEM, diffusoprevalentemente tra le donne. Tale risultato è legato, come si vedràmeglio in seguito, anche alle scelte professionali.

A cinque anni, i laureati in discipline tecnico-scientifiche dichia-rano di percepire una retribuzione mensile netta pari a 1.527 eu-ro, ma il divario uomini-donne permane elevato (+27%, a favoredei primi): 1.657 euro percepiti dagli uomini contro 1.308 eurodelle colleghe. Il differenziale si conferma elevato in tutti i gruppidisciplinari, in particolare nei gruppi scientifico e architettura dovesupera il 20% e nei gruppi chimico-farmaceutico, economico-sta-tistico e geo-biologico dove sfiora il 13%.

Le retribuzioni rilevate e l’elevato differenziale di genere sono inparte dovuti a una quota importante di laureati occupati a tempoparziale, attività che caratterizza in misura maggiore le donne, tra

225

Page 226: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

le quali si raggiunge il 15% (è il 5% tra gli uomini). Nel dettaglio,la percentuale di donne occupate part-time raggiunge il 26% nelgruppo geo-biologico e il 18% nel gruppo architettura.

Isolando, più opportunamente, coloro che hanno iniziato l’at-tuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno ildifferenziale retributivo tende a diminuire, sebbene permanga ele-vato e sempre a favore degli uomini in tutti i percorsi disciplinari:nel complesso pari a +20%, corrisponde a una retribuzione di 1.686euro tra gli uomini e 1.408 euro tra le donne.

Rivolgendo l’attenzione al settore di attività, a cinque anni dallalaurea, i laureati di secondo livello in ambito tecnico-scientifico so-no occupati più frequentemente nel settore privato (89%); il 10%è occupato nel settore pubblico – a netta prevalenza femminile –mentre il settore non profit assorbe l’1% dei casi.

A livello complessivo il 55% dei laureati di secondo livelloSTEM è occupato nel settore dei servizi e sono soprattutto le don-ne a posizionarsi in questo ambito di attività. Più nel dettaglio, il18% è occupato nel ramo delle consulenze, seguito dal settore in-formatico (9%) e istruzione e ricerca che accoglie l’8% dei laureatiSTEM. Sono soprattutto le donne a posizionarsi nell’ambito dellaconsulenza e dell’istruzione e ricerca; in prevalenza gli uomini nelramo informatico.

L’industria assorbe, nel suo complesso, il 43% degli occupati,prevalentemente uomini, occupati principalmente nei rami dellaprogettazione edilizia (13%), della metalmeccanica e meccanica diprecisione (12%) e della chimica ed energia (10%).

Per valutare la corrispondenza tra studi compiuti e professionesvolta è stato costruito un indicatore di efficacia della laurea, checombina richiesta formale del titolo per l’esercizio del proprio la-voro e utilizzo, nel lavoro svolto, delle competenze apprese durantel’università.

226

Page 227: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

A cinque anni dal titolo, le lauree STEM sono efficaci o moltoefficaci per il 63% degli occupati, in particolare per il gruppo ar-chitettura (74%). Il 29% lo ritiene abbastanza efficace e un restante8% lo ritiene poco o per nulla efficace.

Sono le donne a mostrare un livello di efficacia del proprio titolonel lavoro svolto lievemente maggiore rispetto a quanto dichiaratodagli uomini (64 contro 62%, rispettivamente), ma la situazionecambia a seconda del percorso disciplinare. Le donne ritengono lapropria laurea efficace o molto efficace in particolare se provengonodal gruppo chimico-farmaceutico e geo-biologico (+7 e +5 puntipercentuali, rispettivamente); al contrario la tendenza si capovolgea favore degli uomini nel gruppo economico-statistico, dove il dif-ferenziale raggiunge ben 19 punti percentuali (61% degli uominicontro il 42% delle colleghe).

Infografiche

227

Page 228: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

228

Page 229: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

229

Page 230: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 231: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Non solo più STEM, ma anche più fiducia in se stes-se.Se impari ad affrontare la matematica, allora puoi af-frontare tutto!

Intervista a Roger Abravanel, Director Emeritus Mckinsey & Co., au-tore di Meritocrazia

D. È vero che le donne non sono portate per la matematica e per lematerie scientifiche in generale?

R. Studi scientifici evidenziano come non sembrano esistere dif-ferenze genetiche, cosa confermata dal fatto che in 20 anni le cosesono cambiate moltissimo, in meglio. E i geni non mutano in 20anni.

Mi sono iscritto a Ingegneria al Politecnico di Milano nel 1963.Eravamo 1500 matricole, di cui 3 donne. Oggi sono nell’AdvisoryBoard del Politecnico e le ragazze sono circa il 40%. Molto è cam-biato. La ragione del ritardo è storico – culturale, come ho illustratonel mio primo libro Meritocrazia. Nelle famiglie i maschi venivanoindirizzati verso facoltà “dure”, come economia e ingegneria e lefemmine verso quelle più soft, lettere, storia dell’arte e architettura.Per fortuna le cose stanno cambiando.

D. Le donne italiane dovrebbero riscoprire ancora di più le STEM?R. Da un punto di vista occupazionale è meglio che scoprano la

E (Engineering) di STEM, perché la S (Science), T (Technology) ela M (Mathematics) da noi non sono garanzie di occupazione, comeho spiegato nel mio quarto saggio La ricreazione è finita. Sceglierela scuola, trovare il lavoro. In Italia siamo poco presenti nei settoridi punta della tecnologia, i nostri settori sono il lusso e il food, nonil software e la farmaceutica.

231

Page 232: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

In Italia ingegneria ha il tasso di occupazione più alto in assoluto(circa 96% ad 1 anno dalla Laurea) perché è garanzia di un mododi essere e di pensare, di senso di responsabilità e capacità cogniti-ve, non di conoscenze specifiche. Non conta ciò che si sa, ma chepersona si è. Laurearsi in ingegneria nella migliore facoltà d’Italiadice molto ai datori di lavoro, non solo che si sa progettare ponti oimpianti chimici. Per questo i laureati in ingegneria matematica delPolitecnico di Milano trovano più facilmente lavoro di quelli lau-reati in matematica. Da noi S (Science), T (Technology) e M (Ma-thematics) aprono solo la strada della ricerca e dell’insegnamento,le università si “autoalimentano”, ma più di tanto non possono as-sumere e un laureato in fisica o matematica con difficoltà si ricon-verte a un lavoro aziendale.

D. Come si creano le competenze ricercate nel mondo del lavoro?R. Non bastano più solo le competenze “verticali” tradizionali

insegnate a scuola (saper progettare a ingegneria, conoscere la par-tita doppia a ragioneria) servono sempre di più le competenze soft“orizzontali” (etica del lavoro, senso di responsabilità, problem sol-ving, capacità di comunicare, teamwork, empatia), come ho rac-contato nel saggio La ricreazione è finita e riassunto con l’immaginedella T al TEDxRoncade.

Non è importante cosa studi, ma come studi: tradurre una ver-sione dal latino non è dissimile dal fare uno studio di funzione intermini delle capacità cognitive e se lo fai assieme ad altri devi saperelavorare in team. Studiare ingegneria al Politecnico è come studia-re Storia a Oxford. Non sono importanti i contenuti che impari, èimportante il tipo di persona che ti fanno diventare.

Quindi è importante scegliere, guidati dalla propria passione enon da quella dei genitori, una buona scuola con bravi docenti,come ho scritto nel mio ultimo libro La ricreazione è finita. Sceglierela scuola, trovare il lavoro.

Le donne devono scegliere cosa fare in funzione di cosa piace e

232

Page 233: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

non del fatto che sono donne. E se hanno passione per la scienzao la matematica, devono seguire questa passione e non diventarestoriche dell’arte perché sono facoltà femminili. A parità di passio-ne poi, le materie STEM aiutano a imparare a usare la testa e a ra-gionare (capacita cognitive) che sono competenze utili sul lavoro enella vita. I docenti bravi sono quelli capaci a vincere le paure pri-mordiali. Io stesso sono un esempio di quanto un bravo docentepossa cambiare il destino di un alunno. Non capivo molto di ma-tematica, ma in quinta elementare la maestra Spadea, me la ricordoancora, in un anno mi ha fatto diventare tra i primi della classe.

D. Tu sei sempre stato un grande sostenitore della leadership al fem-minile.

R. Nei team McKinsey chiedevo sempre di avere una donna,perché hanno sensibilità particolari, sanno leggere oltre alle parolei significati nascosti di frasi e comportamenti.

Nel libro Meritocrazia sono stato il primo a parlare di “Donnenei CdA” perché amo le aziende e conosco il contributo potenzialeche le donne possono offrire alle aziende e all’economia nel suocomplesso.

Le cosiddette soft skill sono ricercate nel mondo del lavoro per-ché l’economia di servizi richiede capacità interpersonali, pretta-mente femminili. Già adesso il 75% del tempo lavorativo è speso ininterazioni e in 30 anni le capacità cognitive dei computer sarannosuperiori alle nostre.

Per questo l’Economist ha detto che in questo secolo il sessodebole sono diventati i maschi.

Il mondo del lavoro del 21° secolo è il mondo delle donne perchéle soft skill diventano chiave e le donne sono particolarmente dotatein questo senso. Basta andare al check-in di un aeroporto o di unalbergo per capirlo.

D. Perché le donne non sfruttano questo potenziale?

233

Page 234: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

R. Perché molte si “chiamano fuori”, hanno ancora poca fiduciain se stesse. Ma sta cambiando moltissimo, da quando ho scrittoMeritocrazia, ho visto cambiamenti epocali. L’Italia sta cambiando,anche se la società femminile sta cambiando più velocemente delsistema perché le donne non sono ancora arrivate alla leadership delPaese: ci sono ancora troppo poche donne amministratrici delegateo imprenditrici. L’Italia cambierà davvero quando ci saranno tantedonne al vertice, non solo dell’economia, ma anche della politica,per meritocrazia.

D. Le donne possono accelerare il cambiamento?La differenza sta nel credere nel cambiamento. Le donne che ca-

piscono che la matematica è importante per fare qualunque cosanella vita, personale e professionale, fanno il primo passo per averepiù fiducia in loro stesse. Se le donne imparano a non arrendersi difronte alle difficoltà, nello studio della matematica come nel lavo-ro, riusciranno a emergere e a cambiare l’Italia. Devono imparare acrederci. Questa è una storia vecchia come il mondo, ben raccon-tata nel libro Davide e Golia. Perché i piccoli sono più forti dei grandi.

Questo è il loro momento, devono mostrare coraggio, devonosmettere di chiamarsi fuori e mostrare di crederci.

234

Page 235: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

I libri che fanno innamorare della matematica

Chiara Burberi

Se un’amica mi chiede “cosa mi consigli di leggere per capire lamatematica?” o “che libro mi consigli per mia/o figlia/o?” di solitole rispondo raccontandole qualche aneddoto su come ho coltivatoio negli anni la mia passione per il meraviglioso mondo dei numerie della logica.

Flatlandia. Racconto fantastico a più dimensioni di Edwin A. Ab-bott è stato il mio primo acquisto consapevole di libro non scola-stico. È stato il secondo libro che ho regalato a mio marito, sicurache lo avrei letto per prima io.

Il mago dei numeri. Un libro da leggere prima di addormentarsi,dedicato a chi ha paura della matematica di Hans M. Enzensberger.L’ho conosciuto (con la copertina indimenticabile dell’edizione Ei-naudi) per la prima volta un sabato sera, durante una cena con ami-ci di Università che per primi avevano avuto un bimbo, allevato nda subito ai numeri (oggi studia a Pisa).

Math Doesn’t Suck: How to Survive Middle-School Math WithoutLosing Your Mind or Breaking a Nail di Danica McKellar. Una ri-velazione! Un’amica che lavora in una casa editrice anni fa me lofece leggere chiedendomi consiglio: “Secondo te andrebbe tradottoe pubblicato in Italia?”. Se cercate la versione italiana, rassegnatevi:purtroppo non esiste.

Apologia di un matematico di Godfrey H. Hardy. Una storia qua-si romantica di ambizione e passione.

235

Page 236: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Sono il numero 1. Come mi sono divertito a diventare bravo in ma-tematica! di Anna Cerasoli. Un regalo obbligato per tutte le mammealle prese con figli/e alle Elementari di fronte ai primi “muri bian-chi”. L’unico libro matematico che i miei figli non hanno amato,sospetto per il titolo altisonante.

Assurda aritmetica. Maledetta matematica di Kjartan Poskitt. Sta-vo cercando un libro che non prendesse troppo sul serio la matema-tica. Pensavo non esistesse... invece c’è! Ed è uno di una lunga serie.

Se 2+2 non fa 4. La matematica spiegata a tutti di Kjartan Poskitt.Questo libro mi ha introdotto, primo tra tanti, al mio ideale dimatematica pop, di matematica quotidiana.

Da zero a infinito. Fascino e storia dei numeri di Constance Reid.L’ho adorato, l’ho letto almeno un paio di volte: lei, per sua stessaammissione, non sa assolutamente nulla di matematica. Magnifico!La sento complice della mia avventura con redooc.com

Il meraviglioso mondo dei numeri di Alex Bello. Non lo conoscete?Impossibile! Dovete rimediare subito.

Quanti calzini fanno un paio? Le sorprese della matematica nellavita di tutti i giorni di Rob Eastaway. Me lo ha consigliato unodei miei grandi mentor proprio all’inizio della mia avventura inredooc.com. Lo consiglio a tutti quelli che hanno voglia di scoprireche la logica è una delle parti migliori della matematica. Irresistibile.

Dio è un matematico. La scoperta delle formule nascoste dell’uni-verso di Mario Livio. Una lente unica sulla Natura.

Il museo dei numeri. Un avventuroso viaggio nel mondo della ma-tematica per smettere di temerla e imparare ad amarla di Piergiorgio

236

Page 237: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Odifreddi. Una wunderkammer matematica che dovrebbe essererealizzata. L’Italia se lo merita!

L’istinto matematico. Perché sei anche tu un genio dei numeri diKeith Devlin ha confermato scientificamente tutte le mie convin-zioni intuitive: “Nessuno nasce negato! La matematica è come losport, basta allenarsi”.

Il pallino della matematica. Scoprire il genio dei numeri che è innoi di Stanislas Dehaene. Vedi sopra.

La matematica dei Pink Floyd di Paolo Alessandrini. Un graziespeciale per avermi fatto scoprire l’arte dei Pink Floyd.

Storia umana della matematica di Chiara Valerio, più che unastoria, sembra un’epopea, dal ritmo serrato e apparentemente con-fuso.

Questa è la sintesi delle tappe principali del mio percorso, cheormai si dirama in mille rivoli... che vi lascio scoprire.

De Agostini Scuola per le competenze digitali e STEMDe Agostini Scuola sostiene l’innovazione nel campo Education

con proposte editoriali e formative dedicate alle materie STEM.L’obiettivo è contribuire allo sviluppo e al rafforzamento di indi-spensabili competenze digitali e Stem, che sono ormai alla base del-la crescita culturale e professionale delle nuove generazioni.

Ai bambini e ai ragazzi sono dedicate pubblicazioni cartacee edigitali per imparare il coding, agli insegnanti e ai educatori guideintroduttive e operative corredate da attività pronte basate sul me-todo del learning by doing e dello storytelling.

Scienze, matematica, informatica e tecnologia sono gli ambiti su

237

Page 238: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

cui si concentra l’ampia offerta formativa gratuita e a pagamento diDe Agostini Scuola.

Guida Coding di L. Ferraresso, E. Colombini, G. Bonanome,De Agostini.

Coding. Programmare è un gioco di A. Ferraresso, L. Ferraresso,E. Colombini, G. Bonanome, De Agostini.

Coding a scuola di A. Pian, DeA Scuola.Per sapere di più su pubblicazioni e servizi visita deascuo-

la.it/per_le_stem.

http://libromania.net/it/blog/post/90/libri-che-fanno-innamorare-della-matematica

238

Page 239: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

I libri di matematica da leggere n da bambini

Chiara Burberi

La lista che segue non ha nessuna pretesa di completezza, ma èun ottimo inizio per scoprire i mille aspetti della matematica pertutti. Ho provato a presentare i libri in ordine di età e curiositàcrescente.

In pratica, è una lista della spesa quando si è a corto di idee regalointelligenti.

Il bambino che inventò lo zero di Amedeo Fenniello, editori La-Terza, 2014.

Ce li hai i numeri? di Kristin Dahl, Editoriale Scienza, 2001.

Eugenia l’ingenosa di Anne Wilsdorf, Sinnos, 2016.

Tutti in cerchio di Anna Cerasoli, Feltrinelli KIDS, 2012.

Tutti in festa con pi greco di Anna Cerasoliì, Editoriale Scienza,2015.

Gatti neri gatti bianchi di Anna Cerasoli, Editoriale Scienza,2016.

La geometria del faraone di Anna Cerasoli, Emme Edizioni,2013.

La grande invenzione di bubal di Anna Cerasoli, Emme Edizioni,2012.

239

Page 240: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

I magnifici 10 di Anna Cerasoli, Editoriale Scienza, 2011.

Sono il numero 1. Come mi sono divertito a diventare bravo inmatematica! di Anna Cerasoli, Feltrinelli KIDS, 2009.

Mister Quadrato. A spasso nel mondo della geometria di Anna Ce-rasoli, Editoriale Scienza, 2016.

Matematica amica di Anna Cerasoli, Feltrinelli KIDS, 2016.

È matematico! di Anna Cerasoli, Emme Edizioni, 2014.

Matemago di Anna Cerasoli, Feltrinelli KIDS, 2014.

Le avventure del signor 1 di Anna Cerasoli, Emme Edizioni,2011.

È logico! di Anna Cerasoli, Emme Edizioni, 2015.

Io conto di Anna Cerasoli, Feltrinelli KIDS, 2010.

L’insieme fa la forza. Insiemi e logica di Anna Cerasoli, EditorialeScienza, 2013.

10+ Il genio sei tu! di Anna Cerasoli, Emme Edizioni, 2010.

Robotica creativa di Elena Parodi, Quinta di Copertina, 2011.

Il libro della scienza di M. Dominici, Gribaudo, 2016.

Perché diamo i numeri e tante altre domande sulla matematica diFederico Taddia, Editoriale Scienza, 2012.

La sorpresa dei numeri di Anna Cerasoli, Sperling & Kupfer,2003.

240

Page 241: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Il mago dei numeri di Hans M. Henzensberger, Einaudi ragazzi,2014.

Quanti calzini fanno un paio? di Rob Eastaway, edizioni Dedalo,2008.

Quadrati in matematica, scienza e natura di Catherine SheldricRoss, Editoriale Scienza, 2000.

Cerchi in matematica, scienza e natura di Catherine SheldricRoss, Editoriale Scienza, 1992.

Triangoli in matematica, scienza e natura di Catherine SheldricRoss, Editoriale Scienza, 1994.

Assurda aritmetica. Maledetta matematica di Kjartan Poskitt, Sa-lani, 2011.

Isaac Newton e la sua mela di Kjartan Poskitt, Salani, 2002.

Catastrofici calcoli di Kjartan Poskitt, Salani, 2011.

Ipotenuse, incognite, potenze e altri misteriosi misfatti della mate-matica di Kjartan Poskitt, Salani, 2000.

Se 2+ 2 non fa 4 – la matematica spiegata per tutti di KjartanPoskitt, DeAgostini, 2010.

La trottola di Sofia – Sofia Kovalevskaja si racconta di Vichi deMarchi, Editoriale Scienza, 2014.

Numeri e poesia – Storia e storie di Ada Byron di Simona Poido-mani, Editoriale Scienza, 2009.

La matematica quotidiana di Giorgio Bolondi, Mimesis, 2005.

241

Page 242: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Giochi matematici – Trucchi formule e magie per capire la mate-matica di Ennio Peres, Editori Riuniti, 1986.

La forza dell’atomo – Lisa Meitner si racconta di Simona Cerrato,Editoriale Scienza, 2004.

Radioattività in famiglia – Storia e Storie di Marie e Irene Curiedi Simona Cerrato, Editoriale Scienza, 2003.

Women in science – 50 fearless pioneers who changed the world diRachel Ignotofsky, Wren & Rook, 2017.

Appunti di Aritmetica di Rita Bartole e Marco Quaglino, Fab-brica dei Segni, 2012.

Girls get Curves: Geometry takes shape di Danica mcKellar, Plu-me, 2012.

Maths doesn’t suck di Danica mcKellar, Penguin Books, 2007.

Kiss my math: showing Pre-algebra who’s the boss di Danica mc-Kellar, Hudson Street Press, 2008.

Apologia di un matematico di Godfrey H. Hadry, Garzanti,2002.

Il meraviglioso mondo dei numeri di Alex Bello, Einaudi, 2013.

Dio è un matematico. La scoperta delle formule nascoste dell’uni-verso di Mario Livio, Rizzoli, 2010.

Il museo dei numeri. Un avventuroso viaggio nel mondo della ma-tematica per smettere di temerla e imparare ad amarla di PiergiorgioOdifreddi, Rizzoli, 2016.

242

Page 243: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Abbasso Euclide di Piergiorgio Odifreddi, Mondadori, 2013.

Una via in fuga di Piergiorgio Odifreddi, Mondadori, 2011.

La matematica in cucina di Enrico Giusti, Bollati Boringhieri,2004

Il pallino della matematica – Scoprire il genio dei numeri che è innoi di Stanislas Dehaene, Raffaello Cortina Editore, 2010.

L’istinto matematico – Perché sei anche tu un genio dei numeri diKeith Devlin, Raffaello Cortina Editore, 2007.

Secrets of mental math – foreword by bill nye the science guy diArthur Benjamin e Michael Shermen, Three rivers press, 2006.

La sezione aurea di Mario Livio, Mondolibri, 2002.

Quando le rette diventano curve di Joan Gomez Urgelles, MondoMatematico, 2010.

Matematici, spie e pirati informatici di Joan Gomez Urgelles,Mondo Matematico, 2010.

Mai più paura della matematica di Giovanni Filocamo, Kowal-ski, 2009.

Il matematico curioso di Giovanni Filocamo, Kowalski, 2010.

C’è spazio per tutti di Piergiorgio Odifreddi, Mondadori, 2010.

Il libro dei giochi e dei passatempi di Maria Luisa Gennaro, DeVecchi Editori, 1973.

Il grande gioco dei numeri di Federico Peiretti, Longanesi, 2013.

243

Page 244: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

Matematica in relax di Maurizio Codogno, Vallardi, 2011.

Come la matematica può salvarti la vita di James D. Stein, New-ton Compton Editori, 2013.

Storia umana della matematica di Chiara Valerio, Einaudi, 2016.

Almanacco del giorno prima di Chiara Valerio, Einaudi, 2014.

Flatlandia. Racconto fantastico a più dimensioni di Edwin A. Ab-bott, Gli Adelphi, 2003.

Da zero a infinito. Fascino e storia dei numeri di Constance Reid,Dedalo, 2009.

Il linguaggio della matematica. Rendere visibile l’invisibile di KeithDevlin, Bollati Boringhieri, 2014.

Dove va la matematica di Keith Devlin, Bollati Boringhieri,2013.

Il matematico e il detective. Come i numeri possono risolvere uncaso poliziesco di Keith Devlin, Longanesi, 2008.

I numeri magici di Fibonacci. L’avventurosa scoperta che cambiòla storia della matematica di Keith Devlin, Rizzoli, 2013.

Il gene della matematica di Keith Devlin, Longanesi, 2002.

Matematicaterapia. Come la matematica può semplificarti la vitadi Ennio Peres, Salani, 2015.

Concetto pitagorico. Le basi matematiche della musica di EnnioPeres, Iacobelli Editore, 2007.

244

Page 245: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Matematica. Corso di sopravvivenza di Ennio Peres, TEA, 2002.

La scienza che ci spiega come funziona il mondo di Ennio Peres,Ponte alle grazie, 2015.

Un mondo di coincidenze di Ennio Peres, Ponte alle grazie, 2010.

Piccola storia del calcolo infinitesimale dall’antichità al Novecentodi Enrico Giusti, Ist. Editoriali e Poligrafici, 2007.

Il matematico curioso: Dalla geometria del calcio all’algoritmo deitacchi a spillo di Giovanni Filocamo, Feltrinelli, 2013.

Il matematico continua a curiosare. Dall’algebra della pizza allaformula del cacciavite di Giovanni Filocamo, Kowalski, 2013.

Il mistero del più di Giovanni Filocamo, Manni, 2007.

Matematica in pausa caffè di Maurizio Codogno, Codice, 2014.

Matematica in pausa pranzo di Maurizio Codogno, Codice,2016.

La matematica non è un’opinione. Ma è il modo più facile per ca-pire il mondo di James D. Stein, Newton Compton Editori, 2010.

Divertimento geometrico. Le origini geometriche della logica da Eu-clide a Hilbert di Piergiorgio Odifreddi, Bollati Boringhieri, 2003.

La matematica del 900. Dagli insiemi alla complessità di Piergior-gio Odifreddi, Einaudi, 2000.

L’equazione impossibile. Come un genio della matematica ha sco-perto il linguaggio della simmetria di Mario Livio, Rizzoli, 2006.

245

Page 246: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

La matematica nel pallone di Paolo Alessandrini, 40K Unofficial.

La matematica dei Pink Floyd di Paolo Alessandrini, 40K Unof-ficial.

http://libromania.net/it/blog/post/92/libri-di-matematica-da-leggere-n-da-bambini

246

Page 247: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

I lm che fanno innamorare della matematica

Chiara Burberi

La lista che segue non ha nessuna pretesa di completezza, ma èun ottimo inizio per scoprire i mille aspetti della matematica ancheal cinema.

Genius – National Geographic Channel. Brian Grazer, Ron Ho-ward, 10 episodi in uscita nel 2017.

e Accountant di Gavin O’Connor, USA, 2016.

Il diritto di contare di Theodore Melfi, USA, 2016. Basato sullibro Hidden Figures.

Passenger di Morten Tyldum, USA, 2016.

Sopravvissuto – e Martian di Ridley Scott, USA, 2015.

Interstellar di Christopher Nolan, USA, 2015.

L’uomo che vide l’infinito (e Man Who Knew Infinity) di MattBrown, UK, 2015.

e Imitation Game Morten Tyldum, USA, 2014.

La Teoria del Tutto (e Theory of everything) di James Marsh,UK, 2014.

X+Y (A Brilliant Young Mind) di Morgan Matthews, UK, 2014.

247

Page 248: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Chiara Burberi e Luisa Pronzato

I numeri dell’amore (An Invisible Sign) di Marilyn Afrelo, USA,2010.

Agora (Agorà) di Alejandro Amenàbar, Spagna, 2009.

21 di Robert Luketic, USA, 2008.

Oxford murders – teorema di un delitto di Álex de la Iglesia, Spa-gna-UK-Francia, 2008.

Il mio amico Einstein (Einstein and Eddington) lm TV direttoda Philip Martin e scritto da Peter Moffat, UK-USA, 2008.

Number 23 di Joel Schumacher, USA, 2007.

Zodiac di David Fincher, USA, 2007.

Proof – la prova di John Madden, USA, 2005.

Dopo mezzanotte di Davide Ferrario, Italia, 2004.

A beautiful mind di Ron Howard, USA, 2001.

Enigma di Michael Apted, Gran Bretagna-Germania, 2001.

e bank – il nemico pubblico n. 1 di Robert Connolly, Austra-lia-Italia, 2001.

Memento di Christopher Nolan, USA, 2000.

Pi Greco – il teorema del delirio di Darren Aronofsky, USA, 1998.

Genio ribelle di Gus Van Sant, USA, 1997.

CUBE – Il cubo di Vincenzo Natali, Canada, 1997.

248

Page 249: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Le ragazze con il pallino per la matematica

Moebius di Gustavo R. Mosquera, Argentina, 1996.

Manhattan in cifre di Amir Naderi, USA, 1993.

Morte di un matematico napoletano di Mario Martone, Italia,1992.

Il mio piccolo genio di Jodie Foster, USA, 1991.

I ragazzi di Panisperna di Gianni Amelio, Italia, 1990.

Rain man – l’uomo della pioggia di Barry Levinson, USA, 1988.

Giochi nell’acqua di Peter Greenaway, Gran Bretagna, 1988.

Flatlandia di Michele Emmer, Italia, 1982.

Il piccolo Archimede di Gianni Amelio, Italia, 1979.

Cartesius di Roberto Rossellini, Italia, 1973.

Blaise Pascal di Roberto Rossellini, Italia, 1972.

http://libromania.net/it/blog/post/91/lm-che-fanno-innamorare-della-matematica

249

Page 250: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 251: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

Indice

Le ragazze con il pallino per la matematica

Quando lady Byron “rapì” la figlia Così nacque la ma-dre dei computer 11Le astronaute mancate e altre silenziose Un libro di ma-tematica contro i super uomini 19I numeri nella cassetta degli attrezzi per la vita I perchédi questo libro dedicato alle donne. E agli uomini 25Filosofia, greco antico e saper fare la spesa. Perché lanostra vita è fatta di logica 37I balzi di mia madre quando cambiavo strada. Ma èstata un modello, tutte devono averne uno. L’impor-tanza degli esempi 101Bambole, lego e poi la scrivania La sfida agli stereotipiparte da lontano 129Una scorciatoia per l’infinito Per i calcoli ci sono lemacchine a noi toccano le idee 153Il successo? È una questione personale È diventare lapersona che c’è dentro di noi 177Come non accontentarsi? C’è la legge del desiderio 191Una conversazione su matematica e dintorni con Do-natella Girardini e Aurora, 8 anni 211Le donne (44%) riunciano più degli uomini (19%)Caccia ai luoghi comuni invisibili 213La statistica racconta la vita E tutto cominciò con unparallelepipedo 219Dati sulle Lauree STEM: performance Universitarie edati occupazionali 223Non solo più STEM, ma anche più fiducia in se stes-se. Se impari ad affrontare la matematica, allora puoiaffrontare tutto! 231

Page 252: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite

I libri che fanno innamorare della matematica 235I libri di matematica da leggere n da bambini 239I lm che fanno innamorare della matematica 247

Page 253: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 254: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite
Page 255: Le ragazze con il pallino per la matematicas3a.deascuola.it.s3.amazonaws.com/rp/9788899797706.pdf · Ogni somiglianza a luoghi o eventi reali o a persone realmente esistenti o esistite