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LE PROCEDURE STANDARDIZZATE PER LA VALUTAZIONEDEI RISCHI: UNO STRUMENTO APPLICATIVO

di Rita Tazzioli e Edoardo Galatola

- in relazione al grado di evoluzione della tecnica,della prevenzione e della protezione o in funzionedi nuove richieste normative;

- a seguito di infortuni /incidenti significativi;- quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne

evidenzino la necessità;- secondo i criteri riportati nei Titoli Speciali della

legge.

A seguito di tale rielaborazione, le misure di preven-zione debbono essere aggiornate e il documento divalutazione dei rischi, in maniera completa o parziale,deve essere revisionato.

2. LA VALUTAZIONE DEI RISCHI PERAZIENDE SINO A 50 LAVORATORI

Fino al 31 dicembre 2012 i datori di lavoro che occu-pano fino a 10 lavoratori potranno autocertificarel’avvenuta valutazione dei rischi.Successivamente a tale data, dovranno effettuare lavalutazione dei rischi avvalendosi di procedure stan-dardizzate elaborate dalla Commissione consultivapermanente per la salute e sicurezza sul lavoro. Sono escluse le attività che comportano rischi partico-lari, come specificato all’articolo 31, comma 6, lette-re a), b), c), d) nonché g).Potranno altresì adottare la medesima procedura divalutazione dei rischi anche i datori di lavoro di azien-de sino a 50 dipendenti.Anche in questo caso sono escluse le attività specifi-cate all’articolo 31, comma 6, lettere a), b), c), d), f) eg) oltre che tutte quelle attività comportanti l’esposi-zione dei lavoratori a rischi chimici, biologici, daatmosfere esplosive, cancerogeni mutageni, connessiall’esposizione ad amianto.

3. LE PROCEDURE STANDARDIZZATEDI VALUTAZIONE DEI RISCHI

Ad oggi, la Commissione Consultiva permanente perla salute e la sicurezza sul lavoro ha approvato le pro-cedure standardizzate per la valutazione dei rischi,con provvedimento che è stato trasmesso allaConferenza Stato Regioni per l’acquisizione del rela-tivo parere e dovrà successivamente essere recepitocon decreto interministeriale.

20122012 3

1. LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

Il Datore di Lavoro effettua la valutazione dei rischi,con il coinvolgimento del responsabile del servizio diprevenzione e protezione e il medico competente, senominato e la consultazione del rappresentante deilavoratori per la sicurezza e, per loro tramite, deilavoratori stessi. Il documento di valutazione contiene: - una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per

la sicurezza e la salute durante l’attivitàlavorativa, nella quale siano specificati i criteriadottati per la valutazione stessa;

- l’indicazione delle misure di prevenzione e diprotezione attuate e dei dispositivi di protezioneindividuali adottati, a seguito della valutazione;

- il programma delle misure ritenute opportuneper garantire il miglioramento nel tempo deilivelli di sicurezza;

- l’individuazione delle procedure per l’attuazionedelle misure da realizzare, nonché dei ruolidell’organizzazione aziendale che vi debbonoprovvedere, a cui devono essere assegnatiunicamente soggetti in possesso di adeguatecompetenze e poteri;

- l’indicazione del nominativo del responsabile delservizio di prevenzione e protezione, delrappresentante dei lavoratori per la sicurezza odi quello territoriale e del medico competenteche ha partecipato alla valutazione del rischio;

- l’individuazione delle mansioni che eventualmenteespongono i lavoratori a rischi specifici cherichiedono una riconosciuta capacità professionale,specifica esperienza, adeguata formazione eaddestramento.

Il contenuto del documento deve altresì rispettare leindicazioni previste dalle specifiche norme sullavalutazione dei rischi contenute nei successivi tito-li del presente decreto (relativi ad attrezzature,ambienti, sostanze chimiche pericolose, agenti fisi-ci, biologici, etc.).

La valutazione e il documento viene rielaborata, nelrispetto delle modalità previste dalla normativa, inoccasione di:- modifiche del processo produttivo o

dell’organizzazione del lavoro significative aifini della salute e della sicurezza dei lavoratori;

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Si uniformeranno al provvedimento dal 1 gennaio2013 le micro imprese (sino a 10 lavoratori), per lequali valeva sinora il regime dell’autocertificazione, efacoltativamente quelle occupanti sino a 50 lavoratori(piccole imprese), in alternativa al regime di valuta-zione ordinaria ai sensi dell’art. 28.Come precedentemente detto, sono escluse da taledisposizione quelle aziende, sia micro che piccole che,per particolare condizione di rischio o dimensione,sono chiamate ad effettuare la valutazione dei rischisecondo la modalità indicata all’art. 28.Le esclusioni si applicano alle:

- aziende sino a 10 lavoratori, di cui all’articolo 31,comma 6:- lett. a) aziende industriali a rischio rilevante di

cui all’articolo 2 del decreto legislativo 17agosto 1999, n. 334, e successive modificazioni;

- lett. b) centrali termoelettriche;- lett. c) impianti ed installazioni nucleari di cui

agli articoli 7, 28 e 33 del decreto legislativo17marzo 1995, n. 230, e successive modificazioni;

- lett. d) aziende per la fabbricazione ed ildeposito separato di esplosivi, polveri emunizioni.

- aziende sino a 50 lavoratori:- aziende di cui all’articolo 31, comma 6, lettere a,

b, c, d) (indicate sopra);- aziende in cui si svolgono attività che espongono i

lavoratori a rischi chimici, biologici, da atmosfereesplosive, cancerogeni, mutageni, connessi allaesposizione all’amianto (art.29 comma 7).

Scopo della procedura standardizzata è quello di indi-care il modello di riferimento sulla base del qualeeffettuare la valutazione dei rischi e il suo aggiorna-mento, al fine di individuare le adeguate misure diprevenzione e di protezione ed elaborare il program-ma delle misure atte a garantire il miglioramento neltempo dei livelli di salute e sicurezza.I passi da seguire per la valutazione dei rischi sono quattro:1. descrizione dell’azienda, del ciclo lavorativo e delle

mansioni;2. identificazione dei pericoli presenti in azienda ;3. valutazione dei rischi associati ai pericoli identificati

e individuazione delle misure di prevenzione eprotezione attuate;

4. definizione del programma di miglioramento deilivelli di salute e sicurezza.

3.1 DESCRIZIONE DELL’AZIENDE, DEL CICLO LAVORATIVO EDELLE MANSIONI

Lo standard metodologico specifica le informazioniminime necessarie a caratterizzare l’azienda e l’unitàlavorativa:- dati generali;- funzioni costituenti il sistema aziendale della

sicurezza;- descrizione delle lavorazioni aziendali e delle

mansioni.

A tal fine, vengono identificati i cicli lavorativi checoncorrono alla attività e di ciascun ciclo lavorativo sene identificano e descrivono le fasi, introducendo leseguenti informazioni:

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Ciclo lavorativo/attività:________________________________

1 2 3 4 5 6

Fasi del ciclo

lavorativo/ attivitàDescrizione Fasi

Area/ Reparto/

Luogo di lavoro

Attrezzature di

lavoro – macchi-

ne, apparecchi,

utensili, ed

impianti (di produ-

zione e servizio)

Materie prime, semi-

lavorati e sostanze

impiegati e prodotti.

Scarti di lavorazione

Mansioni/

Postazioni

Le attrezzature di lavoro devono essere elencate eclassificate per tipologia (macchine, impianti,apparecchiature, utensili). I materiali vengono aloro volta identificati e classificati come materiaprime, semilavorati, prodotti finiti, sostanze chimi-che, scarti di lavorazione.

Una stessa figura (mansione) può lavorare su piùpostazioni, reparti, cicli lavorativi. La valutazionecomplessiva della mansione terrà conto quindi ditutte i cicli lavorativi e relative fasi in cui la man-sione è impegnata.

3.2 IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI IN AZIENDA

Lo standard metodologico richiede l’identificazionedei pericoli a livello aziendale.Le famiglie comprendono i pericoli associati adambienti di lavoro (impianti, attrezzature, agenti chi-mici, fisici e biologici, oltre che a fattori di rischio tra-sversali (es. lo stress lavoro-correlato, condizioni dilavoro particolari, etc.). A ciascuna famiglia sono associati i possibili pericoli edelencate le possibili criticità. La procedura supporta iltecnico nella valutazione, identificando le norme diriferimento. A titolo esemplificativo, per gli ambienticonfinati o a sospetto rischio di inquinamento:

PROCEDURE

STANDARD

IZZATE

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3.3 VALUTAZIONE DEI RISCHI ED INDIVIDUA-ZIONE DELLE MISURE ATTUATE

Successivamente alla fase di identificazione dei peri-coli, viene proposto un facsimile di griglia da utilizza-re per la valutazione dei rischi e il programma dimiglioramento.

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1 Se necessario inserire la fase del ciclo lavorativo/attività

Ambienti confinati

o a sospetto

rischio di inquina-

mento

Vasche, canalizzazio-

ni, tubazioni, serbatoi,

recipienti, silos. Pozzi

neri, fogne, camini,

fosse, gallerie, caldaie

e simili. Scavi

- D.Lgs. 81/08 s.m.i.

(Allegato IV punto 3,

4; Titolo XI ; artt. 66 e

121) - DM 10/03/98 -

D. Lgs 8/3/200 n. 139,

art. 15 - DPR

177/2011

• Caduta in profondità

• Problematiche di primo soccor

so e gestione dell’emergenza

• Insufficienza di ossigeno

• Atmosfere irrespirabili

• Incendio ed esplosione

• Contatto con fluidi pericolosi

• Urto con elementi strutturali

• Seppellimento

Valutazione dei rischi e misure attuate Programma di miglioramento

1 2 3 4 5 6 7 8

N.

Area/

Reparto

/Luogo di

lavoro

Mansioni/

Postazioni

Pericoli

che deter-

minano

rischi per

la salute e

sicurezza1

Eventuali

strumenti

di supporto

Misure

attuate

Misure di

migliora-

mento da

adottare /

Tipologie

di Misure

Prev./Prot.

Incaricati

della rea-

lizzazione

Data di

attuazione

delle misu-

re di

migliora-

mento

È richiesta l’analisi di tutti i pericoli precedentementeidentificati, specificando le misure già attuate (dicarattere tecnico e/o organizzativo, quale misure diprevenzione o protezione) e le misure di miglioramen-to che si ritiene di dover adottare.

La metodologia non propone una metodologia semi-qualitativa per la valutazione dei rischi, ma la valuta-zione deve comunque essere completa, riferita ad ognipericolo ed a ogni fase del ciclo lavorativo.

Gli interventi di miglioramento potranno riferirsi agliambienti (luoghi di lavoro, impianti, macchine, etc.)nel loro complesso come anche a mansioni (o fasi)specifiche. Ad esempio l’integrazione di un dispositi-vo di protezione individuale o un addestramento suuna particolare attività.

Nella valutazione non si dovranno tralasciare anche leattività di tipo non routinario, quali la manutenzione,la pulizia o le condizioni di emergenza.

3.4 PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO DELLEMISURE DA ATTUARE

Il programma di miglioramento deve specificare lafunzione aziendale incaricata della sua realizzazione ela data entro la quale viene pianificato l’intervento.

LA METODOLOGIA MOSES PMI La metodologia MOSES PMI, che è contenuta nelsoftware omonimo, segue le procedure standardizzateper la valutazione dei rischi ai sensi del D.Lgs. 81/08art. 29 c. 5 nelle micro e piccole imprese.La metodologia MOSES PMI può essere sintetizzatanel seguente schema logico: descrizione dell’azienda, del ciclo lavorativo e delle

mansioni;identificazione dei pericoli presenti in azienda;valutazione dei rischi associati ai pericoli identificati

e individuazione delle misure di prevenzione e pro-tezione attuate;

definizione del programma di miglioramento deilivelli di salute e sicurezza.

PROCEDURE

STANDARD

IZZATE

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Il software è progettato per fornire all’utente un facileaccesso ai dati in fase di input, editing e consultazio-ne. Nei paragrafi successivi è descritta in modo sinte-tico la struttura generale del software e la descrizionedelle singole fasi di applicazione.

Nel software MOSES PMI PRO sono precaricatinumerosi settori (abbigliamento, acconciatori, agri-coltura, alberghi, allevamenti, autocarrozzerie, autori-paratori, cantine, caseifici, concerie, distributori dicarburante, estetiste, facchinaggio/magazzini, farma-cie, falegnami, fabbri, floro-vivaisti, idraulici/termo-sanitari, imprese pulizia, laboratori analisi, laboratoriradiologici, laboratorio restauro, lavanderie, lavora-zioni lapidee, macellazione, giardinieri, negozi ali-

mentari e non, ristorazione, panifici, piscicoltura, ter-ziario, intonacatori e pittori edili, tipografia ….).

Fase A) - COMPILAZIONE DELL’ANAGRAFI-CA AZIENDALE

Descrizione dell’azienda, elencazione di reparti, man-sioni, materiali, attrezzature di lavoro e relativedescrizioni.I dati vengono introdotti una sola volta a livello diazienda (unità lavorativa). Sarà possibile nelle fasisuccessive associare i dati introdotti alle specifichelavorazioni, per proseguire quindi con l’identificazio-ne dei pericoli e la valutazione dei rischi.

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PROCEDURE

STANDARD

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Fase B) - LAVORAZIONI AZIENDALIDefinizione dei cicli e delle relativi fasi di lavoro e correlazione con l’anagrafica aziendale precedentementeintrodotta.

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Fase C) - IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLIIdentificazione dei pericoli associati alle lavorazioni. Come previsto dalla Procedura, l’identificazione avvienea livello aziendale. Sarà possibile nella fase successiva di valutazione dei rischi associare i dati introdotti sino-ra per effettuare una valutazione dei rischi relativa ad ogni fase, mansione, pericolo.

Fase D) - VALUTAZIONE DEI RISCHI E PROGRAMMA

Valutazione dei rischi associati ai pericoli identificati e individuazione delle misure di prevenzione e prote-zione attuate.Definizione del programma di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza. A titolo esemplificativo, viene descritta nel capitolo successivo la strutturazione di una valutazione secondo lametodologia Moses PMI.

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