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Le nuove sfide educative nel mondo della globalizzazione e della società della conoscenza: tra precarietà e opportunità Prof. Remo Morzenti Pellegrini Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo Bergamo, 5 dicembre 2017

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Le nuove sfide educative nel mondo della globalizzazione e della società della conoscenza:

tra precarietà e opportunità

Prof. Remo Morzenti Pellegrini

Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo

Bergamo, 5 dicembre 2017

Prof. Remo Morzenti Pellegrini

2 Siamo stati educati per un altro mondo

5 dicembre 2017

• Il mondo è cambiato negli ultimi 25 anni

• Il mondo è cambiato a una velocità incredibile

• La globalizzazione

• La tecnologia

• Gli Stati nazionali non esistono più • Le grandi leggi, sui grandi temi, le fa Bruxelles

• L’economia è stabilita dalla finanza e non più solo dal lavoro

• Cina: 1,4 miliardi di abitanti

• Pechino: 25 milioni di abitanti

• Al mondo una persona su 5 è cinese. • circa il doppio di quella europea

• circa 4 volte di quella USA

Globalizzazione e paesi emergenti

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Alcuni «Popular beliefs»

• Le Università sono troppe

• I laureati sono troppi

• Ci sono troppi aeroporti

• La sanità costa sempre di più per colpa dell’invecchiamento

• Le future generazioni vivranno peggio dei loro genitori

E ora che fare? Sfuggire ai luoghi comuni

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• Le Università sono troppe?

• Proviamo ad entrare nel merito:

• rispetto a chi (Germania, Francia, …)?

• in quali discipline?

• quali Università sono di troppo? quelle piccole? quelle con i bilanci traballanti? Le cd. «non virtuose»?

• Come si procede?

• Forse è meglio stabilire delle regole che tutti devono rispettare.

Vero o falso: né vero, né falso

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Si parla di fuga di cervelli con estrema preoccupazione

• dei 30.000 giovani che espatriano ogni anno, i laureati sono circa 8.000, quindi?

• È sufficiente questo dato per creare tanto allarmismo?

• Il problema non è forse l’alto numero di giovani laureati che che va, bensì il basso numero di ragazzi laureati che viene in Italia.

• Non esistono solo cervelli in fuga ma forse «esportati»

Fonte: Le mutazioni del signor Rossi. Gli italiani tra mito e realtà; Nando Pagnoncelli 2015

Esempio di luoghi comuni (1/2)

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Affermazione:

• Ci sono troppi laureati!

Quesito:

• Dove e rispetto a chi?

Esempi di luoghi comuni (2/2)

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• Sfuggire ai luoghi comuni,

• pensare, documentarsi,

• dibattere fino a scoprire se c’è genuinità o fanatismo,

• se c’è bontà o rancore,

• se si pensa alla collettività o solo a sé stessi,

• se si agisce per costruire o semplicemente per distruggere.

E ora che fare? Basta luoghi comuni!

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• Bassa natalità, società che invecchia, • Secondo l’ISTAT un saldo tanto negativo tra le nascite ed i

decessi non si registrava dal biennio 1917-1918.

• Quando il Paese era impegnato nel Primo conflitto mondiale che ci costò la folle cifra di 1.240.000 morti.

• Cambiano gli equilibri mondiali, il baricentro economico, demografico, culturale… • I cambiamenti ci sono sempre stati, ma a questa velocità?

Siamo in un "inverno demografico"

Prof. Remo Morzenti Pellegrini 5 dicembre 2017

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• Il tempo e la demografia

• Il tempo di risposta

• Anche il brain drain è una questione di tempo

• Tempo di attesa della promozione, dello svolgimento e del risultato di una selezione

Le generazioni e il tempo

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0 500.000 1.000.000

0

6

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60

66

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84

90

96

Popolazione Italiana per età (1-gen-2016)

Fonte: Rielaborazione su dati ISTAT

Nascite 1964 2014

Italia 1,016,120 496,627

Regno Unito 1,014,672 776,400

• Le nuove tecnologie sono il regno dell’immediatezza e dell’istantaneità. • Sono lo spazio dell’impazienza, sono tali per cui la mano

arriva prima del pensiero, l’amicizia prima della conoscenza, il tutto subito prima della fatica del creare.

• Siamo più veloci nel fare le cose ma non necessariamente siamo più bravi nell’immaginare il futuro

• Quello che prima avveniva nelle piazze delle città, ora avviene nella rete……..

La velocità

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Le nuove «patologie»

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Secondo uno studio condotto su 24

automobilisti a Londra, l'uso del

GPS inibisce l'aumento dell'attività

dell'ippocampo e della corteccia

prefrontale, che regolano

l'orientamento e i processi

decisionali

• Siamo un continuo «Pronto Soccorso» e perdiamo di vista i trend di lungo termine e il pensiero strategico

• Abbiate il coraggio di fermarvi, respirare e pianificare

• Abbiate il coraggio di non rispettare ciò che avevate pianificato

L’emergenzialità: i giovani?

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• Un bambino che ha appena iniziato la prima elementare raggiungerà la laurea nel 2033, al più presto…

• La capacità più importante è quella di imparare

• L’importanza del metodo

Le skills del 2020

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Evoluzione del numero di immatricolati per disciplina

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Gruppi disciplinari 2008/09 2009/10 2010/11 2011/12 2012/13 2013/14 2014/15 Δ %

ECONOMICO-STATISTICO 45.348 43.374 41.922 40.654 36.347 35.800 36.060 -20,48%

INGEGNERIA 33.447 34.983 34.755 35.491 34.316 34.110 35.052 4,80%

MEDICINA** 25.613 26.449 26.049 24.554 22.121 23.241 26.262 2,53%

SOCIO-POLITICO 29.554 29.814 27.873 26.669 22.744 23.900 24.667 -16,54%

LEGGE 30.565 32.085 32.055 30.355 25.177 23.240 20.780 -32,01%

LINGUISTICA 17.645 17.185 16.711 17.539 18.071 18.957 19.585 10,99%

LETTERATURA 23.191 21.123 19.010 19.208 16.248 16.428 17.005 -26,67%

TOTALE 295.518 294.724 288.286 279.025 253.848 252.457 255.294 -13,61%

Fonte: Gruppo HERe su dati MIUR Note: We consider those sectors having at least 15,000 enrolling students in 2014/2015

**Courses with a limited number of available places

Non lo possiamo sapere perché quel lavoro non è stato ancora inventato e la vera differenza la faranno la conoscenza e la competenza, ma anche la passione e il coraggio di seguire le proprie aspirazioni.

Il 65 % dei ragazzi che sono oggi a scuola, infatti, farà un mestiere che non è stato ancora inventato.

Molti giovani italiani, al contrario dei colleghi statunitensi che da bambini sanno già che cambieranno in media dai cinque ai sette lavori, sono ancora alla ricerca di uno spazio di comfort che gli possa garantire un impiego stabile.

Secondo la London School of Economics, il 56 % dei lavori rischia di sparire in Italia entro due decenni.

Il lavoro di domani?

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I genitori si preoccupano di scegliere la scuola migliore p e r i loro figli, ma è più importante sapere chi sarà il loro insegnante.

Nel 1992 l'economista Eric Hanushek analizzò migliaia di dati sull'efficacia degli insegnanti e arrivò a una conclusione impressionante: uno studente nella classe di un insegnante particolarmente inefficace - nel 5 % più basso della classifica - impara in media la metà del programma di un anno scolastico; al contrario nella classe di un insegnante molto efficace - nel 5 % più alto – imparerebbe l'equivalente di 1 anno e mezzo di programma. In altri termini la differenza tra un insegnante buono e uno mediocre vale 1 anno intero di istruzione.

La soluzione proposta dall'economista americano al problema di come migliorare gli standard educativi era di una semplicità disarmante: licenziare il 10 % peggiore degli insegnanti e sostituirlo con un gruppo di colleghi migliori.

La scuola di domani?*

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Le aziende chiedono, infatti, giovani diplomati e laureati che sappiano tradurre le buone competenze teoriche in contesti concreti di lavoro. La disoccupazione giovanile, quindi, non è solo legata ai cicli economici ma anche a una significativa distanza tra domanda e offerta di professionalità, che deriva da un persistente scarso dialogo tra il sistema educativo e il tessuto produttivo.

Serve un nuovo sistema formativo, nel quale siano valorizzate le attitudini e le aspirazioni dei giovani, che a volte sono mortificate da un percorso scolastico dove non sempre si stimola la responsabilità dei giovani e dove i bisogni degli studenti non sono affatto considerati.

La scuola di domani?*

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Investire sulla formazione di qualità, quindi, significa offrire al paese quelle forme di politica industriale di cui h a bisogno.

Perché investire in modo serio sulla formazione significa fare politica industriale e scommettere sul futuro, prima che le nuove tecnologie, la robotica e le bioscienze spazzino definitivamente gli ultimi lavori ripetitivi che ancora caratterizzano una larga fascia della popolazione italiana.

Del resto i dieci lavori che nel 2004 erano considerati i più redditizi dalla Net Economy americana oggi sono scomparsi e tutti gli outlook finanziari ci dicono che sempre di più nel futuro si affermeranno professioni in grado di risolvere problematiche complesse e analizzare situazioni di rischio.

*Mettere la scuola al lavoro, S. Cianciotta, Il Foglio, 10 gennaio 2017

Verso un nuovo sistema formativo di qualità*

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Generazione Erasmus: quasi 4 milioni!

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La sola Ryanair

trasporta 100 milioni

di passeggeri all’anno

La generazione low-cost

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• Il mondo ha fatto esperienza di un lungo periodo di crescita nella disponibilità di risorse.

• Oggi invece la disponibilità di risorse è decrescente: • Non possiamo usare i vecchi modelli di analisi

• Non possiamo più proporre vecchie soluzioni

• Non possiamo rifiutare la realtà

• Dobbiamo cambiare le regole di ingaggio e l’organizzazione per evitare obiettivi velleitari e inganni

La conoscenza del mondo di oggi

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L’Italia ha una grande necessità di crescere e di trovare un proprio percorso di sviluppo. Siamo cresciuti sino ad ora meno delle altre economie avanzate.

I due pericoli di oggi sono insiti nello sprofondare dell’azione combinata dell’enorme debito pubblico e dall’accentuato invecchiamento demografico.

Per un nuovo sviluppo competitivo abbiamo bisogno soprattutto di nuove generazioni ben preparate, inserite nel mondo produttivo, soprattutto nei settori dinamici e innovativi.

Per un nuovo sviluppo………

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• L’educazione oggi (una brutta ma efficace metafora del filosofo Bauman)

I MISSILI INTELLIGENTI, A DIFFERENZA DEI LORO CUGINI BALISTICI PIÙ ANZIANI, IMPARANO

DURANTE IL TRAGITTO. PERTANTO ALL’INIZIO DEVONO ESSERE MUNITI DELL’ABILITÀ DI

IMPARARE, E DI IMPARARE IN FRETTA

L’educazione e i giovani 1/2

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• Le nuove generazioni non possono farsi carico di tutti i rischi.

• L’allungamento della vita media ha creato per la prima volta «l’attesa del Principe Carlo». Egli potrebbe divenire Re all’età a cui il Re di Spagna ha abdicato.

• Ai giovani dobbiamo concedere qualche «priority»: una buona educazione e un costo del lavoro ridotto a parità di retribuzione

L’educazione e i giovani 2/2

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Alla luce delle riflessioni precedenti, cosa deve fare l’Università nella società odierna?

• Università come fattore abilitante per lo sviluppo dell’Europa moderna

• Università come istituzione che si prende cura dei luoghi remoti

• Università come luogo di valorizzazione delle differenze

• Università come luogo dell’equilibrio, come ecosistema

• Università come mitigatore delle tendenze verso la Dual Society o la «Free-Lunch» Society

Riflettendo sull’Università

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Le grandi sfide dell’Università di oggi:

• La prospettiva storica: dall’élite all’Università di massa

• I confini aperti: la competizione globale per i talenti

• I competitor vecchi e nuovi su scala mondiale

• L’Italia dell’ultimo decennio: fragilità e resilienza

L’Università e le grandi sfide di oggi

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Finanziamento

pubbilco

all’università per cittadino €

Perdita in gioco

d’azzardo per cittadino €

Ratio

(Lost in gambling/ HE public funding)

Grecia 18 161 8.93

Italia 109 311 2.85

Regno Unito 156 251 1.61

Spagna 157 212 1.35

Irlanda 270 311 1.15

Paesi Bassi 194 147 0.76

Austria 257 159 0.62

Francia 303 161 0.53

Germania 304 143 0.47

Svezia 660 259 0.39

Norvegia 731 271 0.37

Il finanziamento pubblico all’università e il gioco d’azzardo

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Gambling loss per citizen = Total gambling loss 2013/ population 2011

HE public funding per citizen = Funding 2012/population 2011

• Si discute molto oggi sul ruolo dell’Università in un’epoca come la nostra, assolutamente complessa e di transizione. E lo si fa partendo proprio dal modello di alta formazione proposto da von Humboldt.

• Per riassumere molto brevemente, von Humboldt proponeva un‘Università che doveva “smarcarsi” dall’impostazione tradizionale formatasi nel Medioevo, dove l’educazione universitaria era riservata soprattutto a élites di intellettuali appartenenti al clero o all’aristocrazia, per diventare invece la prerogativa di tutti coloro che aspirassero ad assumere responsabilità pubbliche sotto l’egida della ragione.

• L’idea di connettere educazione e ricerca, o meglio di educare attraverso la ricerca, nasceva proprio con l’obiettivo di sviluppare una cultura civica illuminata guidata esclusivamente dalla ragione.

Von Humboldt e l’Università di oggi

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• L’Università doveva essere libera e autonoma, dedicata a promuovere la scienza e il sapere, ma soprattutto a sostenere la Bildung di ogni studente, la formazione cioè dell’identità personale dei giovani, formazione che il governo stesso era chiamato a favorire, senza però poter interferire direttamente nei programmi accademici.

• Questo ideale di università – non a caso si parla di “idea” di Humboldt se non addirittura di “mito” humboldtiano – appare oggi messo in crisi dal nuovo ruolo richiesto agli Atenei.

• Un ruolo, che sul modello delle Università statunitensi, richiede una maggiore attenzione al contesto economico in cui le Università sono collocate e, di conseguenza, predilige percorsi formativi impostati sulla professionalizzazione anziché sulla ricerca “pura” e sull’educazione della persona privilegiate da von Humboldt.

L’Università e la scuola di oggi

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Quello che mi preme sottolineare però, senza volutamente indugiare oltre in questa riflessione, è la richiesta, sempre più urgente e sentita da parte non solo del mondo accademico, ma anche di quello civile ed economico, di un’Università attrezzata invece per farsi carico di nuove idee capaci di educare i cittadini – educarli alla ricerca, educarli alla conoscenza, educarli alla professione – nell’ottica di un beneficio comune e condiviso per l’intera società.

Educare i cittadini………

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• Crisi dei percorsi tradizionali

• Il valore aggiunto è la trasversalità

• In un’Università generalista convivono molte “anime” diverse che dialogano e si arricchiscono vicendevolmente

• Ciò che in passato veniva considerato uno svantaggio, è ora uno strumento di comprensione della complessità

• Scoperte area medica

• I “recinti” disciplinari

• Responsabilità sociale/accademica

L’Università e il sapere di oggi……..

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Una delle più belle parabole sulla cultura che io conosca l’ho letta in un libro di George Steiner.

• Nell’Unione Sovietica di Breznev un’insegnante d’inglese era finita in carcere – senza luce, senza carta né matita – in seguito a una denuncia assurda.

• La professoressa sapeva a memoria i più di trentamila versi del Don Juan di Lord Byron. Quando uscì di prigione aveva perso la vista, ma dettò la traduzione cui durante la reclusione si era dedicata mentalmente. Oggi è considerata la migliore traduzione russa di Byron.

Perché parlare dell’importanza della cultura oggi?

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Senza illusioni,

consapevoli delle difficoltà,

facciamo prevalere la curiosità per l’orizzonte

allo scetticismo del presente

Il presente e l’orizzonte

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Dipinto di Jean Léon Huens (1921-1982) che raffigura Galilei

mentre spiega la topografia lunare a due cardinali.

“Travolgiamo le ragazze e i ragazzi delle nuove generazioni con un sapere preconfezionato e predigerito che ancora si sviluppa in capitoli, paragrafi, date e note. Un sapere che nemmeno noi siamo mai riusciti a digerire ma che proiettato sui nostri figli dovrebbe garantire loro un futuro sicuro. La scuola non può essere una discarica del sapere: deve diventare sempre più un laboratorio di ricerca. Lo studio richiede impegno e fatica (con il telefonino spento), mai sofferenza e disagio. Passione e curiosità sono le condizioni per seguire un corso di studi e valorizzare le potenzialità degli

studenti. La valutazione scolastica, in troppi casi, si presenta ancora come il risultato di una media matematica assurda, spesso imbrigliata in

quote decimali insensate e mortificanti. Se è vero, e lo abbiamo verificato spesso nel nostro percorso scolastico, che gli insegnanti straordinari

possono cambiarci la vita, diamoci da fare. Conserviamoli e riconosciamoli come dono prezioso delle stelle”.

Francesco dell’Oro, Corriere della sera, 3 dicembre 2017