Le nuove frontiere del turismo in Basilicata. Il cineturismo e il caso di Basilicata coast to coast

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L’indagine sul cineturismo, inteso come quel fenomeno che nasce dal desiderio di visitare i luoghi del cinema, conferma il ruolo del cinema come strumento di promozione di un territorio, soprattutto se poco conosciuto. I ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei, Angelo Bencivenga, Delio Colangelo, Livio Chiarullo e Annalisa Percoco, sono gli autori di un rapporto sul cineturismo in Basilicata, risultato dello studio sul turismo sostenibile come opportunità di sviluppo locale svolto dal gruppo di ricerca FEEM Special Projects di Viggiano, in Basilicata.

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Rapporto delle attività di ricerca relative al progetto

Settembre 2011

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La Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) è un’istituzione non-partisan e non-profit che svolge attività di ricerca nel campo dello sviluppo sostenibile e della governance globale. Riconosciuta dal Presidente della Repubblica nel 1989 e operativa dal 1990, la Fondazione è diventata un’istituzione leader nel campo della ricerca, in grado di fornire analisi puntuali e obiettive su un’ampia gamma di temi ambientali, energetici e di economia globale. © FEEM - Documento redatto dal gruppo di ricerca "turismo sostenibile" della Fondazione Eni Enrico Mattei (Angelo Bencivenga, Delio Colangelo, Annalisa Percoco) e coordinato da Livio Chiarullo [email protected], coordinatore delle attività di ricerca della sede FEEM di Viggiano. Fondazione Eni Enrico Mattei Via del convento 16, 85059 Viggiano (Pz) - Italia tel/fax: +39 0975.350729 email: [email protected] web: www.feem.it Sede legale: Corso Magenta 63, 20123 Milano - Italia

INDICE

ABSTRACT 2

INTRODUZIONE 3

CAPITOLO 1. 5 BASILICATA COAST TO COAST: RUOLO DEL PAESAGGIO E OPPORTUNITÁ PER IL CINETURISMO 1.1.Basilicata coast to coast: il film 5 1.2.Basilicata coast to coast: il paesaggio 5 1.3.Basilicata coast to coast: l’analisi cineturistica 8 CAPITOLO 2. 12 L’ANALISI SUL CAMPO: L’EFFETTO TURISTICO DI BASILICATA COAST TO COAST 2.1.Obiettivi e metodologia 12 2.2.Il campione 13 2.3.La genesi del film 14 2.4.Le opportunità del cineturismo per l’immagine della Basilicata 14 2.5.Le opportunità del cineturismo per l’economia locale 15 2.6.Basilicata coast to coast: le iniziative collegate al film 17 2.7.Le opinioni dei turisti 20

NOTE CONCLUSIVE 21

NOTA BIBLIOGRAFICA E SITOGRAFICA 23

Rapporto di ricerca FEEM − L’effetto “Basilicata coast to coast” sul turismo in Basilicata

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ABSTRACT Il cineturismo, inteso come quel fenomeno che nasce dal desiderio di visitare i luoghi del cinema, è stato oggetto, negli ultimi anni, di un’attenzione sempre maggiore. È indubbio che, come dimostrato da alcuni studi sul settore, il cinema possa rappresentare un ottimo strumento di promozione del territorio grazie, soprattutto, alla maggiore visibilità garantita dal grande schermo.

Questo documento presenta i risultati di una ricerca sul campo svolta con l’obiettivo di analizzare gli effetti sul turismo in Basilicata prodotti dal film “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo, reduce da un buon successo al botteghino e vincitore di alcuni importanti premi nazionali. Il film, caratterizzato da un’anima drammaturgica, prettamente cinematografica, e da un’anima più promozionale, con finalità esplicitamente di marketing turistico, può essere considerato un buon esempio di product placement territoriale.

La ricerca, analizzando la genesi del progetto cinematografico, il budget speso, gli impatti “registrati” dagli operatori turistici locali e le opinioni dei turisti attratti in Basilicata dall’effetto “Basilicata Coast to Coast”, mette in evidenza le potenzialità cineturistiche, espresse e inespresse, della pellicola e fa emergere il ruolo che potrebbe essere svolto da una Film Commission regionale, unica in grado di garantire un dialogo tra produzione e territorio e, quindi, rendere effettive le opportunità che le produzioni cinematografiche potrebbero portare in un territorio ricco di paesaggi scenici come la Basilicata.

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INTRODUZIONE A partire dal secondo dopoguerra, in Basilicata sono stati girati più di quaranta lungometraggi riconducibili ai generi cinematografici più disparati, dal realismo all’horror, dal melodramma alla commedia.

Michele Placido, mentre la zona del Vulture Melfese, nella parte più a nord della regione, è ritratto mirabilmente da Gabriele Salvatores nel suo “Io non ho Paura”.

I film girati in Basilicata Passannante di Sergio Colabona, 2011 Un giorno della vita di Giuseppe Papasso, 2011 Basilicata Coast to Coast di Rocco Papaleo, 2010 Mineurs di Fulvio Wetzl, 2007 The Nativity Story di Catherine Hardwicke, 2006 The Omen Il presagio di John Moore, 2006 Il Rabdomante di Fabrizio Cattani, 2005 The Passion of the Christ di Mel Gibson, 2003 Io non ho paura di Gabriele Salvatores, 2002 Ogni lasciato è perso di Piero Chiambretti 2000 Terra Bruciata di Fabio Segatori, 1999 Del perduto Amore di Michele Placido, 1998 L’ Uomo delle Stelle di Giuseppe Tornatore, 1995 Il sole anche di notte di Paolo e Vittorio Taviani, 1990 King David di Bruce Beresford, 1985 Tre Fratelli di Francesco Rosi, 1981 Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, 1979 Volontari per destinazione ignota di Alberto Negrin, 1978 L’Albero di Guernica di Fernando Arrabal, 1975 Qui comincia l’avventura di Carlo di Palma, 1975

Il tempo dell’inizio di Luigi Di Gianni, 1974 Allonsanfan di Paolo e Vittorio Taviani, 1974 Anno Uno di Roberto Rossellini, 1974 Il decamerone nero di Piero Vivarelli, 1972 Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci, 1972 C’era una Volta di Francesco Rosi, 1967 Made in Italy di Nanni Loy, 1965 Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, 1964 Il Demonio di Brunello Rondi, 1963 Gli anni Ruggenti di Luigi Zampa, 1962 La Vedovella di Silvio Siani, 1962 Italia ’61 di Jan Lenica, 1961 Viva l’Italia! di Roberto Rossellini, 1961 A porte chiuse di Dino Risi, 1960 La nonna Sabella di Dino Risi, 1957 La Lupa di Alberto Lattuada, 1953 Le due sorelle di Mario Volpe, 1950 Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato di C. Lizzani, 1949

Fonte: Ciak si Viaggia, APT Basilicata (2011)

La scelta delle produzioni si è concentrata soprattutto su Matera, vera città lucana del cinema grazie alla presenza dei Sassi (dal 1993 patrimonio Unisco), utilizzata come parte di un racconto più complesso o come unica location. Si passa, quindi, dalle brevi apparizioni all’interno di commedie come “Anni Ruggenti” di Luigi Zampa, “Made in Italy” di Nanni Loy, di opere storiche come “Allonsanfan” dei fratelli Taviani, a produzioni come “Il Rabdomante”, in cui la cittadina fa da sfondo all’intera vicenda, alle rappresentazioni di argomento religioso come “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini e le recenti “The Passion”di Mel Gibson e “The Nativity Story” di Hardwikie. Una certa visibilità, soprattutto a partire dagli anni ’60, è stata data anche ad altre località della Basilicata quali Maratea (sulla costa tirrenica) dove vengono girate alcune scene di “La Vedovella” di Siani e di “A Porte Chiuse” di Dino Risi, o al paese fantasma di Craco che, grazie alla sua suggestiva atmosfera di paese abbandonato, ha consentito al regista Francesco Rosi di rappresentare la Basilicata degli anni ’30 di “Cristo si è fermato a Eboli”. Il comune di Irsina, invece, fa da sfondo alle vicende del film “Del Perduto Amore” di

In generale possiamo dire che il paesaggio lucano è stato rappresentato con alterna fortuna e seguendo sostanzialmente le tendenze del cinema italiano nel corso degli anni: lo sguardo realista degli anni ’50 è stato sostituito da toni leggeri e spesso superficiali della commedia degli anni ’60 per poi riscoprire un’attenzione verso il paesaggio dalla fine degli anni ’70 e l’occhio sulla provincia degli anni ’90.

Da un punto di vista cineturistico è solo a partire da “The Passion”, il film di Mel Gibson sulla passione di Cristo, uscito nel 2004 e girato in buona parte nei Sassi di Matera, che si è cominciato a riflettere sugli effetti che il cinema potrebbe avere nella promozione, non solo turistica, della Regione. L’elevato numero di visitatori e la visibilità internazionale di cui ha beneficiato la città di Matera (si è stimato nell’anno successivo all’uscita del film un aumento del 144% di turisti stranieri1 e negli anni successivi un incremento consistente delle

1 Dati forniti da Ape (Associazione Produttori Esecutivi) e ripresi in Provenzano (2007) p. 260.

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strutture ricettive2) mettono in evidenza, infatti, le opportunità che il cinema può offrire al territorio.

Si tratta comunque di un effetto quasi “spontaneo”, legato alla popolarità del regista e al successo del film, più che ad un effetto legato a iniziative e azioni appositamente studiate per promuovere turisticamente Matera e la Basilicata.

Con “Basilicata coast to coast”, si compie un primo esperimento di promozione “mirata” del territorio. Nonostante la mancanza di un Ente che faccia da collante tra necessità della produzione e opportunità per il territorio, il film di Papaleo, grazie ad una co-pianificazione del prodotto audiovisivo (che ha coinvolto soggetti pubblici e privati) è riuscito ad innescare una serie di micro iniziative che, come si vedrà nelle pagine successive, hanno portato benefici alla Regione soprattutto in termini di promozione del “prodotto” Basilicata, dando visibilità a un territorio in gran parte ancora poco noto nel panorama turistico nazionale. Un’azione di “posizionamento”, anche geografico, resa possibile proprio dall’attivo contributo dato dagli attori locali (in particolare Regione Basilicata e Gruppi di Azione Locale) nella definizione della sceneggiatura e dei valori/risorse da far emergere nel film e nell’individuazione delle location da utilizzare.

Il primo passo di questa ricerca è stato finalizzato alla valutazione delle potenzialità cineturistiche del film “Basilicata coast to coast”, analizzando, in particolare, il modo in cui struttura narrativa e promozione del territorio sono state combinate. Successivamente si sono analizzati i benefici in termini turistici (e quindi anche economici) attribuibili a “Basilicata coast to coast”. Parallelamente una ricognizione e un’analisi delle iniziative connesse al film, e messe in campo da attori sia pubblici che privati, ha permesso di far emergere quali opportunità sono state colte e quali invece no. L’ultima fase dell’indagine ha coinvolto direttamente i turisti, indotti dal grande schermo ad attraversare, coast to coast, la terra lucana, al fine di indagare sulla motivazione al viaggio e sulle aspettative che la visione del film ha suscitato.

Dall’indagine svolta emerge come le potenzialità della pellicola di Papaleo non siano state ancora

2 Secondo un’analisi empirica compiuta da De Falco (2007), si è passati complessivamente dai 685 posti letto del 1999 ai 1460 del 2006.

messe tutte a valore. Il presente studio cerca quindi di evidenziare i punti di debolezza della strategia fino ad ora messa in atto e, allo stesso tempo, le azioni vincenti che hanno colto l’opportunità data dal film per rilanciare un territorio, un prodotto, una location. Queste indicazioni potrebbero dare un contributo per delineare policy e future azioni da implementare per permettere a questa produzione di espletare tutta la sua forza promozionale. Infatti, affinché l’effetto cineturistico duri nel tempo, e non viva solo della visibilità momentanea determinata dall’uscita nelle sale del film, è necessario mettere in campo strumenti adeguati di marketing, azioni specifiche di promozione, un’offerta integrata che a partire dal film riesca a innescare processi virtuosi con ripercussioni su tutta l’economia locale.

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CAPITOLO 1 BASILICATA COAST TO COAST: RUOLO DEL PAESAGGIO E OPPORTUNITÁ PER IL CINETURISMO

1.1 Basilicata coast to coast: il film

“Basilicata coast to coast” è la storia di un viaggio in terra lucana. Quattro amici, riuniti dalla passione per la musica, decidono di partire a piedi da Maratea, località balneare della Basilicata sul versante tirrenico, per raggiungere il “Festival di teatro canzone” di Scanzano (sul versante ionico della regione). Alla testa di quest’armata brancaleone c’è Nicola Palmieri, professore di matematica con velleità artistiche, seguito da Salvatore Chiarelli, ex studente di medicina, Franco Cardillo, artigiano ammutolito da un amore infranto e Rocco Santamaria, volto noto locale. A loro si aggiunge Tropea Limongi, giornalista di una rivista parrocchiale costretta a seguirli per filmare l’impresa. Il tragitto è costellato di incontri, disavventure, musica, tradizione culinaria locale e paesaggi mozzafiato che renderanno unica questa loro esperienza. Il viaggio è l’occasione per fare un bilancio della propria vita, riscoprire motivazioni e archiviare brutte esperienze perché: «la vita è un viaggio troppo corto, se non lo si allunga» (Basilicata coast to coast).

1.2 Basilicata coast to coast: il paesaggio

Un modo per spiegare il successo di “Basilicata coast to coast” può essere quello di considerare la riuscita compenetrazione tra storia e paesaggio presente nel film. In generale, la critica cinematografica ha apprezzato il tentativo di Rocco Papaleo di raccontare una storia semplice e, contemporaneamente, di presentare un’immagine seduttiva della Basilicata. Tutto il film si muove seguendo questi due obiettivi e, in questo senso, sarebbe riduttivo considerarlo

La locandina del film

Regia: Rocco Papaleo (opera prima) Anno di priduzione: 2010; Paese: Italia Durata: 105'; Uscita in sala: 09/04/2010 Tipologia: lungometraggio; Genere: commedia Produzione: Paco Cinematografica S.r.l., Eagle Pictures, Ipotesi Cinema Formato di proiezione: 35mm, colore Cast artistico: Alessandro Gassman (Rocco Santamaria); Paolo Briguglia (Salvatore Chiarelli); Giovanna Mezzogiorno (Tropea Limongi); Max Gazzè (Franco Cardillo); Rocco Papaleo (Nicola Palmieri); Claudia Potenza (Maria Teresa); Michela Andreozzi (Lucia); Antonio Gerardi (Carmine Crocco); Augusto Fornari (Press Agent); Gaetano Amato (Onorevole Limongi) Cast tecnico: soggetto e sceneggiatura: Rocco Papaleo, Valter Lupo; musiche: Gimmi Cantucci; costumi: Claudio Cordaro; scenografia: Sonia Peng, Elio Maiello; fotografia:Fabio Olmi; suono:Francesco Liotard, Tommaso Conti; casting, aiuto regista: Livio Bordone; produttore:Isabella Cocuzza, Arturo Paglia; organizzatore Generale:Massimo Monachini; segretaria d’edizione: Viviana Grimaldi; direttore di produzione: Francesco Ruggeri

Sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC)

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soltanto un veicolo di promozione turistica3 così come è difficile separare la storia dall’aspetto paesaggistico. Se, quindi, da un punto di vista estetico viene riconosciuto a esso soltanto la semplicità della struttura, una certa freschezza e un buon umorismo4, dal punto di vista cineturistico rappresenta un’opera interessante e aperta a una complessità di riflessioni.

Un primo aspetto da considerare è quello della sceneggiatura. Non sempre infatti un luogo è di ispirazione per la scrittura del film. In questo caso, invece, vi è una scelta netta, sin dal titolo, di fare della Basilicata non solo il centro della narrazione, ma anche il punto di partenza da cui procedere nell’articolazione della storia e dei personaggi. Possiamo dire che l’elaborazione di una struttura narrativa semplice, l’utilizzo di un intreccio già presente nella storia del cinema (un gruppo di amici decide di fare un viaggio per ritrovare se stessi) sono funzionali all’esigenza di lasciare degli spazi di visibilità per il paesaggio. In questo senso, la sceneggiatura, pur seguendo sapientemente i fili dei suoi cinque personaggi e destinando ad ognuno il proprio spazio per l’approfondimento psicologico, lascia anche degli intervalli liberi in cui la regia interviene modulando musica e paesaggio. Non si tratta, quindi, semplicemente di alternare le vicende dei protagonisti con cartoline dalla Basilicata, ma di inserire momenti di interruzione narrativa per consentire la creazione di una “atmosfera lucana”. In tal senso i momenti musicali non possono essere considerate delle pause evasive, ma concorrono alla rappresentazione dei personaggi e delle loro vicende. Bisogna anche tener presente che il paesaggio presentato dal film è del tipo “simbolico/metaforico”5: esso ha un ruolo fondamentale nella storia in quanto diviene riflesso della psicologia e dello stato d’animo dei protagonisti. In altre parole, il

3 “Papaleo fa un film che ci fa scoprire poco a poco il paesaggio ma la sua non è una cartolina «calcolata» per esigenze turistiche o da film commission” (Cristina Piccino, Il Manifesto), “Basilicata coast to coast non è uno spot alla regione, ma è una commedia musicale, sempre più rara nel panorama cinematografico italiano, nonché un atipico road-movie che la omaggia e la valorizza” (Antonio Valerio Spena, Close Up), 4 “Film vitale, simpatico, con qualcosa di prolisso e didascalico, ma pieno di una genuina voglia di cinema e racconto” (Maurizio Porro, Il Corriere della Sera), “un piccolo film che trova con spontaneità una sua intonata forma artistica” (Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa). 5 Prendiamo come riferimento la suddivisione del paesaggio cinematografico, operata da Provenzano (2007), in cinque differenti tipologie: paesaggio invisibile, paesaggio sfondo, paesaggio spazio, paesaggio luogo, paesaggio simbolico/metaforico.

paesaggio assume il ruolo di coprotagonista della vicenda e più che riferirsi alla reale condizione della terra lucana, assume tutte le sfumature della condizione esistenziale dei personaggi.

Lo stesso Papaleo ha più volte ribadito6 come il suo intento non fosse quello di rappresentare una Basilicata autentica quanto piuttosto descrivere un luogo interiore legato alla sua infanzia e, aggiungiamo noi, alle vicende dei personaggi. Il viaggio che compiono i protagonisti è innanzitutto un percorso personale che li conduce, pur nella sconfitta e nella delusione finale (il gruppo non riuscirà a raggiungere la meta in tempo per il Festival), a scoprire i loro punti di forza7. Nicola, il professore insoddisfatto, riscopre la gioia della dimensione familiare, Rocco, l’attore senza lavoro, capisce che deve cambiare strada, Salvatore decide di laurearsi, Franco ritrova la parola grazie all’amore e Tropea scopre la passione per la cinepresa. E la Basilicata rappresentata è il luogo dell’anima in cui avviene questo percorso. In tal senso, la riproposizione di un paesaggio lucano arcaico e quasi disabitato, più che perpetuare un comune stereotipo, è funzionale a produrre una dimensione quasi onirica in cui essi si muovono.

Ed è proprio nel gioco di rispecchiamenti tra personaggi e paesaggio che la musica rappresenta un collante fondamentale. La scrittura filmica utilizza in parte lo schema del road movie e in parte quello della commedia musicale per sintetizzarli in un walking movie musicale strutturato in capitoli ben definiti. Ogni capitolo, o tappa del percorso, da un punto di vista della storia, contribuisce a portare avanti uno o più fili della narrazione, ad approfondire la psicologia ora dell’uno ora dell’altro personaggio.

6 “È la regione che avevo in testa io, non quella reale, segnata dalla cultura beat e dai ricordi di bambino. È la Basilicata del mio cugino più grande che faceva la messa con chitarra elettrica e batteria sull'altare, in una sorta di contro gospel. Erano gli anni '70 di Easy Rider, era il sud di certe pulsioni. Questo è un omaggio verso la terra, non solo verso la mia terra” (intervista a Rocco Papaleo del 10 aprile 2010, “Basilicata coast to coast Un film «vetrina» sul paesaggio lucano” di Massimo Brancati, Gazzetta del Mezzogiorno). 7 Emblematica è la frase pronunciata alla fine del film da Rocco Santamaria (Gassman): “Forse non abbiamo capito chi siamo ma, almeno, abbiamo capito cosa non siamo”.

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Fig.1 Una scena del film “Basilicata coast to coast”: Nicola, Rocco, Franco e

Salvatore suonano ammirando il panorama

Da un punto di vista paesaggistico, e quindi di promozione del territorio, il film dà indicazioni ben precise sul luogo in cui ci si trova legando a esso prodotti tipici e tradizioni8. Al termine di ogni tappa, la musica è il momento di sintesi dei due aspetti rivelandosi essenziale al fine di stringere il rapporto tra personaggi e paesaggio9. Tale struttura, che in alcuni casi appesantisce il racconto (una sorta di doppia velocità: il continuo “camminare” delle vicende e rallentare delle parti musicate), è piuttosto anomala per una commedia che, per definizione, deve mantenere alto il ritmo della narrazione; tuttavia, essa va inquadrata nell’esigenza di mantenere unite le due anime del film, quella narrativa e quella promozionale.10

Da un punto di vista stilistico, il film è girato in modo da riflettere l’impostazione della

8 I luoghi citati esplicitamente nel film sono: Maratea, Trecchina, Lauria, Latronico, Tramutola, diga del Pertusillo, Aliano, Craco, Scanzano. I prodotti tipici esplicitamente citati: pane e frittata, peperone crusco, fagioli di Sarconi, gnumaridd, vino Aglianico del Vulture. 9 Così la pianificazione del viaggio si chiude con la canzone “L’Americano” cantata nei rispettivi luoghi di partenza dei personaggi; “Pane e Frittata” alla prima sosta del viaggio; “Alba/Tramonto” e “Mariateresa” durante la sosta a Tramutola e l’arrivo di un nuovo personaggio; dopo la diga del Pertusillo la canzone “Il Calore” interpretata da Tropea segna il suo definitivo ingresso nel gruppo; “Basilicata is on my Mind” a Scanzano dopo la delusione del festival mancato. 10 E ciò può aver tratto in inganno la alcuni critici che nel commentare il film hanno usato espressioni quali : “Bislacca, fragile e tutto sommato noiosa commediola on the road dell’esordiente Rocco Papaleo. Una sconclusionata sciocchezzuola a passo di lumaca, che fa faticosamente sorridere nell’imbarazzante mancanza d’umorismo” (Bertarelli, Il Giornale).

sceneggiatura. Personaggi e paesaggio sono rispettivamente inquadrati attraverso primi piani e campi lunghi. Nei momenti in cui si privilegia l’intreccio, la macchina da presa si posiziona sui volti dei personaggi così da catturarne gli stati d’animo, le emozioni; durante il percorso, invece, essi rappresentano solo una fugace apparizione all’interno delle panoramiche sul paesaggio lucano. Se, come abbiamo detto, la musica è sempre il momento di conclusione e sintesi parziale all’interno del film, bisogna aggiungere che il paesaggio rappresenta quello iniziale. Ogni tappa viene contestualizzata attraverso alcune riprese del paesaggio e la macchina da presa mostra una mobilità maggiore in questo secondo caso, cercando di coinvolgere lo spettatore nella realtà rappresentata. Bisogna considerare anche che il paesaggio, aprendo la sequenza, in genere anticipa e riflette ciò che sta succedendo ai protagonisti. Così, ad esempio, il carrello sul percorso verso Trecchina ha i colori accesi delle “migliori intenzioni”, lo specchio d’acqua luccicante della diga del Pertusillo prelude alla storia d’amore tra Tropea e Franco, il paesaggio arido e avvolto dalla nebbia dei calanchi di Aliano risente dell’abbandono di Rocco. Un’ultima considerazione va fatta in merito al doppio sguardo presente nel film. Infatti il punto di vista oggettivo della macchina da presa viene spesso accompagnato da quello soggettivo della telecamera di Tropea, che scopre la passione per le riprese, proprio nel corso di questo viaggio. L’incursione di immagini girate in modo amatoriale all’interno del film offre una sorta di guida non convenzionale della Basilicata.

Fig. 2 Una scena del film “Basilicata coast

to coast”: Tropea filma il viaggio.

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E’ possibile ipotizzare che lo sguardo di Tropea attraverso la telecamera simbolizzi lo sguardo dello spettatore che all’inizio con un po’ di diffidenza e poi con maggiore convinzione, entra all’interno della storia.

Durante il viaggio, i personaggi davanti alla telecamera della giornalista raccontano qualcosa del posto in cui si trovano, accostando alle informazioni sul territorio aneddoti e notizie personali. È dunque un momento in cui si rafforza il rapporto tra paesaggio e storia, riaffermando un principio fondamentale ai fini del nostro discorso sul cineturismo: l’interesse per un luogo nasce se vi è compenetrazione tra l’aspetto narrativo e quello paesaggistico.

1.3 Basilicata coast to coast: l’analisi cineturistica

Dal punto di vista cineturistico, “Basilicata coast to coast” è un film molto interessante in quanto riesce a condensare tutta una serie di elementi volti a tenere alta l’attenzione sulla terra lucana senza però pregiudicare lo svolgimento del film. Sin dal titolo si comprende come vi sia l’intenzione di compiere un’operazione di branding attribuendo alla Regione una filosofia di vita. Inserire, infatti, la parola Basilicata all’interno del titolo del film vuol dire associare le vicende dei protagonisti al territorio nel quale avvengono. In questo modo lo spazio scenico in cui è ambientata la storia non è un semplice sfondo ma appare sin da subito come fortemente caratterizzato e portatore di valori ben precisi. La Basilicata è il luogo in cui avviene un viaggio, da costa a costa, in cui si incontrano delle persone, si mette a nudo il proprio sé.

Rilevante, da un punto di vista cineturistico, è la prima scena che risponde anche ad un’esigenza pratica: collocare geograficamente una regione ancora poco conosciuta. A partire da una prospettiva “extra terrestre”, la cinepresa inquadra la Regione su una mappa geografica dell’Italia e vi entra letteralmente, come a sottolineare che il viaggio metaforico è supportato da una presenza reale.

«La Basilicata esiste» sottolinea Papaleo all’inizio del film, e il viaggio che i personaggi si accingono a compiere può essere rintracciato e ripercorso seguendo la precisa indicazione delle tappe.

L’uso della musica, l’immagine di una terra quasi disabitata, l’inserimento di personaggi portatori

di valori11 concorrono alla creazione di quella che abbiamo chiamato l’ “atmosfera lucana”.

Fig. 3 Una scena del film “Basilicata coast

to coast”: l’itinerario del viaggio

Durante il film si respira quest’atmosfera che non è altro che il tentativo di costituzione del brand Basilicata che ha nell’esaltazione di una vita autentica e lontana dalla frenesia moderna, in rapporti umani sinceri e nel coinvolgimento mistico generato da paesaggi fuori dal tempo, i suoi punti di forza. È chiaro che la rappresentazione di una Basilicata trasognata e romantica può essere una risorsa preziosa in termini di “iconizzazione” del territorio e, quindi, di promozione turistica12.

Casi di successo internazionali (ad esempio, la Nuova Zelanda che viene associata alla Terra di Mezzo del film “Il Signore degli Anelli”) dimostrano che il cineturista è spesso spinto dal desiderio di ritrovare l’atmosfera magica del film, allontanarsi dalla routine e dallo stress quotidiano per compiere un’esperienza nuova. L’uso di un paesaggio simbolico/metaforico all’interno del film ha spesso il vantaggio di

11 La ragazza di Tramutola che si unisce al gruppo è simbolo della voglia di libertà e di una filosofia di vita basata sul carpe diem di oraziana memoria; il contadino che li ospita esprime il distacco da una certa deriva culturale e l’attaccamento a valori profondi (la sera non guarda la tv, ma la moglie). 12 È importante sottolineare come la rappresentazione di una Basilicata romantica sia in linea con gli obiettivi dell’Azienda di Promozione Turistica lucana impegnata nell’incentivare un turismo di qualità, legato anche all’aspetto naturalistico e gastronomico della regione. Non è un caso che Rocco Papaleo sia stato il testimonial dell’esposizione curata dall’APT presso la BiT 2011 (Borsa internazionale del turismo).

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“impressionare” lo spettatore ma rischia, allo stesso tempo, di creare uno scollamento dalla realtà e di presentare un territorio privo della sua reale identità13. In “Basilicata coast to coast”, invece, vi è l’intenzione di ancorare la terra immaginaria a quella reale. Se da una parte la Basilicata rappresentata nel film è un luogo dell’anima che non tiene conto della sua attuale situazione sociale e politica, dall’altra vi sono continui richiami a luoghi reali, a prodotti tipici e alle tradizioni locali.

Fig. 4 Una scena del film “Basilicata coast to coast”: un brindisi alla memoria di Carlo

Levi con il vino Aglianico del Vulture.

All’interno del film può essere rintracciato un efficace uso del product placement14 come quando gli “gnumaridd”15 si rivelano un’attrazione a cui,

13A titolo esemplificativo basti pensare a “Io non ho paura” un altro film girato in Basilicata che usa il paesaggio “simbolico/metaforico”. La vicenda del piccolo Michele, raccontata da Gabriele Salvatores, si svolge tutta all’interno di immensi campi di grano che riflettono chiaramente il percorso di maturazione del protagonista. Questi campi di grano godono, da un punto di vista registico, di tutte le angolazioni visive (dalla panoramica al dettaglio) e affascinano lo spettatore lasciando sicuramente un segno nella sua memoria, ma non sono riconoscibili né si legano in modo specifico alla Basilicata. Alla notevole visibilità, quindi, fa da contrappeso la difficile riconoscibilità del paesaggio, privato della sua identità e caratterizzato come un luogo non precisato del sud d’Italia. 14 Balasubramanian (1994) definisce il product placement come una forma di influenzamento dell’audience attraverso l’inserimento, a titolo oneroso e in modo pianificato e discreto, di un prodotto di marca all’interno di un film o di un programma televisivo. Si tratta di strategie aziendali dirette ad influenzare il pubblico per scopi commerciali ma che non palesano tale scopo come avviene invece nella pubblicità. 15 Involtini preparati con le interiora di agnello e arrostiti alla brace.

nonostante la missione ascetica dei protagonisti, non è possibile resistere, o quando l’ “Aglianico del Vulture”16 è usato per brindare alla memoria di Carlo Levi17 o, ancora, quando la visione della Madonna del Sacro Monte di Viggiano fa capire a Rocco l’importanza dell’“altra processione” (il suo gruppo di amici in viaggio) che ha abbandonato.

In altre parole, prodotti e tradizioni sono inseriti all’interno del racconto con una doppia valenza: da un lato legano il paesaggio metaforico a quello reale e dall’altra assolvono all’esigenza di caratterizzare e promuovere il territorio.

Il product placement avviene a livello già di sceneggiatura, amalgamando i prodotti alla storia in modo che essi non risultino esterni alla narrazione ma diventino un pretesto per una scena umoristica o per la riflessione di un personaggio (plot placement). Se analizziamo l’effetto sulla destinazione e quindi il destination placement appare interessante la scelta operata da Papaleo di un percorso non convenzionale che lascia fuori Matera, celebrata da altri film, a favore di una zona interna e meno conosciuta della Basilicata. Durante il film vengono attraversati paesi come Trecchina, Lauria, Tramutola, Latronico che godono di scarsa visibilità turistica a livello nazionale ma anche locale e sono pressocchè assenti nella filmografia lucana. Ponendo la cinepresa in quei luoghi, è evidente che “Basilicata coast to coast” voglia far propria la più importante chance del cineturismo ovvero quella di incentivare la creazione di una destinazione turistica anche attraverso la visibilità prodotta dal grande schermo.

Più in generale, possiamo dire che tutto il film concorre alla formazione di quel vicarious consumption18 che è uno dei più importanti fattori di spinta del cineturismo. Attraverso il racconto del viaggio, lo spettatore acquisisce una serie di

16 Vino doc del vitigno Aglianico, prodotto nella zona del Vulture. 17 È interessante notare come il vino usato nel film di Papaleo per ricordare Carlo Levi sia, nel film di Francesco Rosi “Cristo si è fermato a Eboli”, il primo modo in cui Levi/Volontè si avvicina alla terra in cui è stato confinato ed è ciò che offre alla prima persona che gli racconta la condizione di vita nel meridione. 18 Con il termine vicarious consumpition ci si riferisce al senso di familiarità che si ha con una destinazione già “consumata” indirettamente grazie a un film e che rende tale location turisticamente più appetibile di altre (Schofield 1996, Macionis 2004). La promozione “estetica” consente di entrare subito all’interno delle location, riducendo sensibilmente la preoccupazione legata alla scoperta di un luogo ignoto (Fagiani 2009).

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informazioni sul territorio, sulle sue tradizioni e quindi una preconoscenza delle località riprese nel film. In questo senso, il cinema è capace di creare nello spettatore un senso di familiarità con i luoghi visti riducendo sensibilmente le possibili preoccupazioni del turista relative al viaggio in una destinazione che non conosce. Se, infatti, il film di Papaleo è stato sovente criticato dai suoi conterranei in quanto non mostrerebbe abbastanza la Basilicata o non ne promuoverebbe la sua condizione reale, è proprio perché non si è considerato che la promozione di un territorio non è direttamente proporzionale alla durata dell’esposizione e che la narrazione dell’autenticità di un luogo non è il primo obiettivo del film. Nel caso di “The Passion”19, ad esempio, il paesaggio materano utilizzato per riproporre la Gerusalemme di un tempo, anche se visibile solo in alcune scene del film, si carica comunque di un valore quasi “sacro”, assumendo un posto rilevante all’interno della storia e, di conseguenza, una valenza attrattiva notevole. Il film mostra da un lato come anche un’esposizione ridotta, ma ben legata alla storia e ai suoi protagonisti, possa avere un impatto significativo sull’immaginario dello spettatore e, dall’altro, come ciò che conta non è tanto fotografare la realtà quanto piuttosto fornire un input per visitarla. C’è, in più, da considerare che un film non può mai rispondere esclusivamente alle esigenze di promozione turistica, ma la sua funzione può essere solo quella di incentivare la scelta turistica. Sarà poi, compito degli enti locali saper utilizzare la “fascinazione” cinematografica per diffondere una conoscenza autentica del territorio.

Per comprendere meglio che tipo di impatto il film abbia avuto sulla “visibilità” della regione Basilicata riportiamo qui di seguito i numeri relativi alla diffusione del film e ai premi di cui è stato insignito.

19 Il film racconta le ultime dodici ore della vita di Gesù Cristo, dall’episodio dell’orto degli ulivi fino alla crocefissione e alla resurrezione. Tratto dai quattro vangeli, gli interni sono stati girati negli studi di Cinecittà mentre per gli esterni sono state utilizzate le location di Matera e di Craco Vecchia, città fantasma sempre in provincia di Matera.

I numeri di “Basilicata coast to cosat” Uscita nelle sale: 215 copie Spettatori: 502.560 (dato stimato considerando il costo medio del biglietto e l’incasso registrato dal film) Partecipazioni a festival e rassegne: 78 Premi vinti: 35 Nomination: 20 2 Nastri d'Argento: miglior regista esordiente e migliore colonna sonora 3 David di Donatello: miglior regista esordiente, migliore canzone originale a Max Gazzè, miglior musicista a Rita Marcotulli e Rocco Papaleo, nomination per miglior film 2010 Globo d’oro come migliore opera prima Ciak d’oro per la migliore colonna sonora a Rocco Papaleo, Max Gazzé e Rita Marcotulli Film inserito nella lista dei 10 film per rappresentare l'Italia all'Oscar Uscita dvd il 25/08/2010 Uscita dvd con Sorrisi e Canzoni 21/09/2010

Dal punto di vista della visibilità del film a livello nazionale e internazionale, bisogna sottolineare che “Basilicata coast to coast” ha riscosso un buon successo ed è stato distribuito in tutta Italia in circa 215 copie, figurando nella classifica dei 20 film italiani di maggiore incasso nel 201020. È importante notare che anche l’ambiente cinematografico ha dimostrato interesse verso il film di Papaleo premiandolo in due delle principali competizioni italiane: Nastro d’Argento21 e David di Donatello22 come miglior regista esordiente. “Basilicata coast to coast”, inserito anche nella lista dei dieci film in corsa per rappresentare l’Italia agli Oscar, ha quindi goduto di buona visibilità mediatica grazie alla partecipazione a questi premi riattivata, poi, dalla sua diffusione sui canali di Sky Cinema. La prima tv, avvenuta il 21 aprile 2011, ha registrato circa 241.000 spettatori, una buona audience se confrontata con gli ascolti medi della piattaforma satellitare23. Il film è stato immesso nel circuito homevideo attraverso l’uscita di due dvd, una in versione classica

20 “I dati del cinema italiano. Anno solare 2010” redatto dall’Anica. 21 Premio assegnato dal Sindacato Nazionale Giornalisti cinematografici ai film dell’anno. 22 Premio assegnato dall’Accademia del Cinema Italiano ai film dell’anno. 23 Bisogna considerare che i numeri di Sky non sono quelli da tv generalista e che la diffusione del film in diversi giorni e in tutte le fasce orarie ridimensiona sensibilmente l’effetto della prima tv. In media, un film di grande successo alla sua prima visione raggiunge su Sky al massimo il mezzo milione di spettatori.

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(allegato anche alla rivista “TV, Sorrisi e Canzoni”) e l’altro in blu-ray. Nelle prime due settimane della sua uscita, il dvd prodotto dalla Eagle Pictures è stato tra i dieci dvd più venduti in Italia.

La longevity24 di “Basilicata coast to coast” ha potuto contare anche sulla programmazione audiovisiva degli aeromobili dell’Alitalia: nel periodo novembre- gennaio 2011 il film è stato proiettato nella sezione cinematografica denominata “Made in Italy”, sugli aerei B777, A330E, A330 e B767 classe Magnifica (inserito in una selezione di grandi titoli tra cui “Benvenuti al Sud”, “La prima cosa bella”, “Mine vaganti”, “La Passione”, “8 e ½”) e sugli aeromobili A320 e dei B767, classe economica.

Quanto alla sua esposizione internazionale, il film ha partecipato a Festival di cinema in tutto il mondo ricevendo numerosi riconoscimenti oltre che essere presentato, quale strumento di promozione del territorio lucano, in alcuni istituti italiani di cultura all’estero, tra cui quello di Parigi. Il film di Papaleo è stato inserito all’interno delle manifestazioni “Incontri con il Cinema Italiano” e “Incontri con Regioni e Città Italiane nel Principato di Monaco”, promosse, in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, dall’Ambasciata d'Italia nel Principato di Monaco, in collaborazione con l’associazione Monaco-Italie e con il Comites (comitati degli italiani presenti all’estero). La proiezione, avvenuta l’11 febbraio 2011, è stata anticipata da un aperitivo di benvenuto con degustazione di prodotti tipici e vini della Regione Basilicata organizzato dal Dipartimento Agricoltura della Regione.

Simile iniziativa si è svolta il 26 aprile 2011 a Mar del Plata, nella provincia di Buenos Aires in Argentina, sempre in occasione del 150° anniversario dell'Unita dell'Italia.

La proiezione della pellicola e l’attenzione sulla Basilicata è proseguita anche all’interno di altre iniziative non strettamente cinematografiche. Tra queste ricordiamo la tavola rotonda “L'esperienza lucana del distretto tecnologico dell’osservazione della terra”quella organizzata a Bruxelles dalla Regione Basilicata, al termine della quale è stato proiettato, con sottotitoli in inglese, il film del regista lucano.

24 La longevity di un film riguarda la lunga coda del prodotto audiovisivo che non esaurisce la sua visibilità con l’uscita in sala, ma gode anche delle proiezioni di festival e rassegne, del circuito homevideo, streaming e pay per view (si veda Beeton 2005).

La reiterata attenzione sulla destinazione Basilicata passa anche attraverso altre forme mediatiche non strettamente visive ma sempre stimolate dal film. Ad esempio il 2 aprile 2011 è stato pubblicato sul sito Web TG COM, nella sezione viaggi on the road, un articolo redazionale dal titolo “Basilicata coast to coast - un itinerario tra i paesaggi lucani ispirato al film di Rocco Papaleo” , che descrive i diversi luoghi della Basilicata prendendo spunto dall’itinerario del film.

La “longevità” che il film garantisce all’immagine di una location è testimoniata dall’interesse mostrato da alcune riviste di viaggi e turismo per il territorio lucano. Seguendo il tragitto delineato in “Basilicata coast to coast” nel mese di maggio 2011 sono stati organizzati dall’Agenzia di Promozione Territoriale (APT) della Basilicata tre press tour per “Riders italian magazine”, “Itinerari e luoghi” e “Plain air”.

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CAPITOLO 2 L’ANALISI SUL CAMPO: L’EFFETTO TURISTICO DI BASILICATA COAST TO COAST

2.1 Obiettivi e metodologia dell’indagine

La ricerca sul campo svolta nel periodo compreso tra novembre 2010 e aprile 2011 è stata condotta con l’obiettivo generale, di indagare sul rapporto tra cinema e turismo in Basilicata, analizzando, nello specifico, gli effetti che il film “Basilicata coast to coast” ha avuto sul turismo locale.

Per approfondire le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del film e per comprendere meglio la genesi di questo movie tour in Basilicata, l’indagine è stata avviata con alcune interviste semi strutturate che hanno coinvolto Enti e Istituzioni che hanno creduto nelle potenzialità del film e, quindi, sostenuto anche economicamente la produzione. Parallelamente, per indagare le ripercussioni sul territorio riconducibili al film, è stato somministrato un questionario telefonico a tutti gli operatori turistici presenti nelle location utilizzate dal film. Questi due momenti dell’indagine hanno anche permesso di effettuare una mappatura delle iniziative attivate da istituzioni pubbliche e da privati proprio per utilizzare la popolarità del film “Basilicata coast to coast”, anche per fini turistici. L’analisi sul campo è stata completata dalla rilevazione delle opinioni di alcuni turisti che, dopo aver visto il film (accogliendo spesso le proposte di viaggio di tour operator nazionali), hanno deciso di visitare la Basilicata nel corso dell’estate 2011.

Le interviste semi strutturate rivolte alle Istituzioni locali avevano l'obiettivo di raccogliere in modo non standardizzato una serie di informazioni relative alla genesi del film di Papaleo e alle sue ripercussioni sull’immagine, e quindi sulla promozione anche turistica, della regione. La tecnica dell’intervista semi strutturata25, lasciando all'intervistato ampia autonomia nella discussione, ha permesso di raccogliere anche informazioni aggiuntive a

25 Corbetta (2003) la definisce come «una conversazione avente finalità di tipo conoscitivo, provocata e guidata dall'intervistatore, sulla base di uno schema flessibile di interrogazione»

quelle espressamente richieste arricchendo il quadro conoscitivo della ricerca di una serie di dati inizialmente non presi in esame. L'intervista è stata articolata in 4 sezioni: le prime domande avevano l’obiettivo di capire come fosse nata la collaborazione tra le istituzioni e la produzione e se le prime avessero giocato un ruolo attivo in tale progetto; la seconda era orientata a comprendere il perché del loro coinvolgimento e, in particolare, quali fossero state le motivazioni alla base del sostegno, anche economico, dato al film; la terza sezione chiedeva all’intervistato una valutazione del film in termini di impatto turistico sul territorio. L’ultima sezione cercava di capite se e in che termini la produzione o gli sviluppi turistici legati al film avessero avuto impatti sulla comunità locale.

Il questionario telefonico, utilizzato per contattare gli operatori turistici dell’area, è stato scelto sia per ovviare ai problemi relativi al raggiungimento fisico degli intervistati (la rilevazione è avvenuta in un periodo di bassa stagione che coincide di frequente con il periodo di chiusura di alcune strutture), sia per le minori resistenze alla concessione dell’intervista che solitamente si riscontrano con questo tipo di contatto (Corbetta, 2003). Il questionario è stato strutturato con 12 domande prevalentemente a risposta chiusa divise in tre sezioni. La prima invitava l’intervistato a esprimere la propria opinione sul cineturismo quale possibile strumento di promozione della Basilicata e a indicare gli strumenti più efficaci per favorire un utilizzo delle location della regione per fini cinematografici. La seconda parte indagava sugli effetti turistici prodotti dal film ”Basilicata coast to coast”, sia in termini di immagine e conoscenza del territorio, sia in termini di flussi e quindi anche di ricavi per l’economia locale. Le ultime domande di questa sezione facevano emergere le eventuali azioni messe in atto dagli operatori turistici locali per promuovere il proprio territorio e la propria attività/prodotto sfruttando la popolarità del film “Basilicata coast to coast”.

L’ultima fase dell’indagine ha coinvolto i turisti arrivati in Basilicata sulla scia del successo di “Basilicata coast to coast”. È stato loro proposto un questionario a risposta aperta che li invitava ad esprimersi sulle aspettative che avevano prima di intraprendere il viaggio, sull’immagine della Basilicata che il film aveva trasmesso loro (e sulla rispondenza di questa con la realtà che avevano “vissuto” durante il viaggio), sul grado di soddisfazione e sui punti di forza e di debolezza dell’offerta turistica lucana.

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2.2 Il campione

Fig. 5: I comuni ripresi nel film

Per la prima fase dell’indagine, svolta tramite interviste faccia a faccia, sono stati coinvolti esponenti dell’APT Basilicata, rappresentati della Regione (che ha finanziato con circa 300.000 euro le attività di promozione e commercializzazione del film utilizzando fondi Fesr26), i responsabili di 2 Gruppi di Azione Locale (GAL Akiris e GAL Basento Camastra) della Basilicata (che hanno contribuito alla definizione del percorso e delle tappe del viaggio intrapreso dai protagonisti del film), alcuni esponenti dei comuni utilizzati come set per il film.

Per l’indagine telefonica, invece, sono stati contattati tutti gli operatori turistici presenti nei comuni utilizzati come set (o comunque citati)

26 Il FESR è il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Esso finanzia gli investimenti produttivi che rendono possibile la creazione ed il mantenimento dell’occupazione, la realizzazione delle infrastrutture, le iniziative di sviluppo locale e le attività delle piccole e medie imprese, la ricerca e lo sviluppo tecnologico, la tutela dell’ambiente e finanzia attività nel settore trasporti, ricerca ed innovazione, recupero urbano e riconversione industriale, turismo.

per il film. In particolare sono stati intervistati gli operatori della ricettività (hotel, bed and breakfast, agriturismi), i titolari di attività ristorative, e gli intermediari del turismo (agenzie di viaggi e tour operator).

Il 65% del nostro campione è stato costituito da titolari di hotel e ristoranti (strutture turistiche maggiormente presenti nell’area). Più del 60% dei questionari è stato somministrato ad operatori di Maratea, sulla costa tirrenica e Scanzano sulla costa ionica (rispettivamente il punto di partenza e il punto di arrivo del gruppo di Basilicata cost to coast), comuni già interessati da flussi turistici e, per questo, dotate di un numero maggiore di servizi legati a questo settore.

I turisti arrivati in Basilicata attraverso alcuni tour operator nazionali specializzati nel segmento della vacanza a piedi e del turismo responsabile, sono stati contattati via mail o incontrati direttamente alla fine del loro viaggio. Si tratta di persone con un’ età media di 40/50

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anni, istruzione medio-alta, per lo più liberi professionisti provenienti dal Centro-Nord27.

2.3 La genesi del film

Le informazioni raccolte dalle interviste faccia a faccia fanno emergere come il film abbia beneficiato, nella fase di ideazione, di un importante supporto da parte di alcuni GAL lucani e di vari organi della Regione. E’ possibile ipotizzare che la profonda conoscenza del territorio e delle sue risorse posseduta da questi Enti abbia permesso al film di divenire reale strumento di promozione del territorio, descritto nelle sue caratteristiche paesaggistiche, storico-culturali ed enogastronomiche. I GAL28, in particolare, hanno aderito al progetto sia perché «ritengono il cinema un efficace mezzo di promozione del territorio, uno strumento molto più incisivo di altre iniziative attuate in passato, che rappresenta fedelmente quelle che sono le qualità/tipicità del territorio della Basilicata29», sia perché l’immagine della Basilicata che emerge dal film è in linea con l’idea del GAL, cioè «una Basilicata caratterizzata da un modo di vita alternativo, autentico e lento, un’immagine rivolta ad un target turistico in grado di apprezzare la ruralità di tali aree interne della regione30».

Dalle testimonianze raccolte, emerge, quindi, un film che non solo parla della Basilicata ma che accoglie e fa proprie le voci del territorio, facendo emergere specificità riconosciute come tali anche dagli abitanti e dagli operatori dell’area31.

Anche l’Ente regionale ha colto le potenzialità promozionali del film decidendo di contribuire economicamente al progetto, inserito tra le azioni di marketing territoriale. «La promozione della Basilicata tramite una pellicola cinematografica è molto più efficace di un semplice spot, che spesso può apparire come autoreferenziale e quindi con minore credibilità

27 Si precisa che i due tour operator nazionali (Walden -Viaggi Solidali e Via dei Canti), promotori dell’iniziativa, hanno le loro sedi nell’area centro nord dell’Italia. 28 Tutti i sei GAL della Basilicata hanno contribuito anche finanziariamente alla realizzazione del film. 29 Intervista a Domenico Romaniello, Gal Basento Calastra, del 16 dicembre 2010 30 Intervista a Ennio Di Lorenzo, Gal Akiris, del 2 dicembre 2010 31 Emblematico a tal proposito è il cambio di percorso che Papaleo inizialmente aveva pensato per i suoi protagonisti e che invece subisce delle variazioni proprio dopo aver ascoltato suggerimenti e indicazioni provenienti da alcuni GAL.

da parte dell’audience32». Gli obiettivi erano, da un lato quello di avviare un posizionamento della Basilicata nel mercato del turismo rurale33, presentata come destinazione immersa nel verde e caratterizzata da valori e tradizioni ancora radicate al territorio e, dall’altro quello di fornire precise indicazioni geografiche e toponomastiche relative a questa regione non ben identificabile dell’Italia («… sì, la Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi» (Basilicata coast to coast, 2010). Il film quindi «ha rappresentato una ghiotta occasione per il solo fatto di avere il nome Basilicata nel titolo che è girato in tutta Italia, nelle maggiori città della penisola34».

2.4 Le opportunità del cineturismo per l’immagine della Basilicata

In generale il grande schermo è considerato dalla quasi totalità degli operatori turistici coinvolti tramite il questionario come una particolare tipologia di marketing territoriale che permetterebbe di diffondere maggiormente l'immagine e la conoscenza della Basilicata.

Alla domanda “ritiene che l’attività cinematografica possa rappresentare una forma di promozione del territorio” la quasi totalità (il 96,4%) degli intervistati dichiara che l'attività cinematografica effettivamente può rappresentare una forma di promozione del territorio della Basilicata. Il cinema è considerato, in particolare, un ottimo strumento per promuovere territori poco conosciuti a cui spesso vengono associati, grazie alla narrazione cinematografica, significati simbolici che ne amplificano le specificità e suscitano una forte curiosità nello spettatore.

Quasi il 70% degli intervistati ritiene che il film “Basilicata coast to coast” abbia influito positivamente sul turismo locale mostrando i colori e i paesaggi dell'area e, allo stesso tempo, facendo emergere le specificità identitarie di un

32 Del coinvolgimento dell’Ente regionale se ne è parlato con l’ufficio “Autorità di Gestione del PO FESR Basilicata”. L’interessamento alla pellicola di Papaleo è nato in seguito alla richiesta di finanziamento avanzata dalla casa produttrice, la Paco Cinematografica. Intervista, svolta il 21 marzo 2011, ha coinvolto Raffaele Paciello. 33Il Piano Turistico Regionale del 2009 parla della strategia diretta a trasformare la scarsa notorietà e visibilità internazionale e nazionale della regione Basilicata da punto di debolezza in un punto di forza. 34 Intervista a Giampiero Perri, APT Basilicata, del 10 maggio 2011

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territorio ancora turisticamente poco conosciuto.

Relativamente all'effetto generato sul territorio dalla realizzazione e successiva distribuzione del film, gli intervistati dichiarano che l'impatto principale è legato alla diffusione dell'immagine e alla maggiore conoscenza del territorio (40%), seguito da un effetto sull'economia locale e dall'incremento dei flussi turistici. Secondo gli intervistati, quindi, uno dei principali meriti del film è quello di aver favorito la conoscenza della Basilicata e del suo patrimonio naturalistico e storico-culturale

Fig. 6: Settori su cui il film BCTC

ha avuto impatti

Opinione diffusa è che iniziative come questa debbano essere incentivate soprattutto per generare curiosità e dare visibilità alle zone interne della regione, turisticamente ancora in una fase esplorativa (Butler, 1980) ma dotate di un importante patrimonio da mettere a valore.

Anche dalle interviste ai GAL e alle Istituzioni locali emerge la convinzione che il cinema possa rappresentare uno strumento innovativo in grado di diffondere la conoscenza del territorio. Si pone l’accento, in particolare, sulle potenzialità legate alla velocità e alla diffusione che i prodotti cinematografici e i differenti modi di fruizione garantiscono all’immagine di un territorio. «Il film è uscito in 202 sale di molte città italiane ed è stato visto da circa 700.000 spettatori, per non contare poi della diffusione

attraverso i cinema all’aperto, della versione DVD della Eagles Pictures, dei DVD noleggiati, della distribuzione nel circuito SKY Cinema e della prossima uscita su Mediaset35». Si evidenzia così una delle potenzialità dei prodotti audiovisivi: la longevity, ovvero la capacità di reiterare nel tempo e nello spazio l’immagine di un territorio e quindi la promozione anche turistica dello stesso.

Interessante è anche il confronto con altri film che hanno “portato” la Basilicata sul grande schermo. Opinione condivisa da molti è che a differenza di altre produzioni cinematografiche che hanno usato la Basilicata per rappresentare altri luoghi (ad esempio “The Passion” in cui la città di Matera è utilizzata per “parlare” della Palestina), il film di Papaleo, mettendo il territorio lucano al centro della narrazione (indicando anche le località e i prodotti tipici), garantisce al territorio una maggiore visibilità anche turistica.

L’immagine della Basilicata che emerge dal film, tuttavia, non è paragonabile a quella di una cartolina o di un manifesto, statica e fedelmente legata alla realtà. La storia, le vicende dei personaggi, le inquadrature, le musiche arricchiscono il territorio di elementi, non tangibili ma percepiti dallo spettatore, che contribuiscono a presentare la Basilicata come «una regione trasognata, sospesa tra la conservazione della sua autenticità e l'ansia di modernità»36.

2.5 Le opportunità del cineturismo per l’economia locale

Per quanto riguarda gli impatti sul turismo locale legati alla curiosità e al desiderio suscitati dalla visione di “Basilicata coast to coast” non è facile dare delle indicazioni precise (come si è detto in precedenza non è possibile individuare nella motivazione al viaggio la rilevanza della componente cineturistica rispetto alle altre). Dall’indagine tuttavia emerge che poco meno del 50% degli operatori turistici coinvolti ha registrato nella propria attività lavorativa un incremento di turisti. Nello specifico tale incremento è stato inferiore al 10% per il 30% degli operatori, tra il 10% e il 20% per il 58% e compreso tra il 30% ed il 50% per il restante 12%.

35 Intervista a Domenico Romaniello, Gal Basento Calastra, del 16 dicembre 2010 36 Intervista a Giampiero Perri, APT Basilicata, del 10 maggio 2011

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«Ho visto arrivare nel mio ristorante gente proveniente da Maratea che aveva effettuato il

percorso del film in camper, in macchina, addirittura in bicicletta e a piedi. Grazie al film,

Fig. 7: Incremento dei turisti collegabili al film BCTC

anche località meno note della Basilicata, come Scanzano Ionico, hanno potuto beneficiare di una visibilità mai avuta prima, con ripercussioni positive per gran parte degli operatori locali37».

Due domande del questionario cercavano di verificare se la maggiore visibilità della Basilicata e il maggior numero di visitatori riconducibili alla diffusione del film avessero anche contribuito ad accrescere il fatturato delle aziende presenti nei territori interessati dalle riprese. Il 65% dichiara di non aver avuto un incremento dei ricavi. Dei restanti, il 58% ha registrato un aumento inferiore al 10%, il 32% ha avuto una crescita compresa tra il 10 e il 20%, il restante 10% dichiara di aver registrato un incremento dei ricavi superiore al 20%.

37 Intervista a Franco Lupoli, ristoratore di Scanzano Jonico, del 23 marzo 2011

Le strutture che dichiarano di aver avuto un aumento dei propri ricavi sono gli hotel, i ristoranti e gli agriturismi che complessivamente rappresentano circa il 90% di coloro che affermano di aver avuto vantaggi anche economici dalla realizzazione e diffusione del film. Conferma della capacità del cinema di generare effetti economici viene anche da un operatore del settore ricettivo di Maratea la cui struttura è stata utilizzata dalla troupe durante la permanenza in Basilicata «ho ospitato per circa 60 giorni la troupe nella mia struttura con un incremento di fatturato di circa 60.000 €», dato significativo se letto anche in relazione al periodo di bassa stagione in cui si sono svolte le riprese e durante il quale la maggior parte delle strutture turistiche dell’area registrano poche presenza o in alcuni casi sono del tutto chiuse.

Maratea, Scanzano Jonico e Trecchina sono i comuni nei quali si concentra il maggior numero di operatori che hanno registrato sia un aumento dei flussi sia un incremento dei ricavi.

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Questo dato si spiega anche con la maggiore visibilità turistica delle due località costiere (Maratea e Scanzano Jonico).

Anche i responsabili di Enti e Istituzioni locali, intervistati nella prima fase dell’indagine sul campo, confermano un incremento degli arrivi in Basilicata sollecitati dal film. «Esiste una domanda che sta interessando la Basilicata proprio sulla scia della curiosità suscitata dalla visione del film. Ne sono esempi i pacchetti turistici venduti dai Tour Operator e la richiesta da parte di testate giornalistiche (nazionali e internazionali) di ripercorrere l'itinerario “coast to coast”38».

2.6 Basilicata coast to coast: le iniziative collegate al film

Un’ulteriore azione svolta nel corso dell’indagine è stata quella di ricercare e mappare le varie iniziative, provenienti sia dal pubblico che dai privati, nate sulla scia del film e che rappresentano azioni dirette a sfruttare la visibilità del territorio e la curiosità negli spettatori create dal film.

Come constata Di Cesare (2007), infatti, il cinema rappresenta una motivazione forte al viaggio nella prima fase del processo di scelta della destinazione, la nascita del desiderio di vistare la location, per poi diventare meno incisiva nella fase di conclusione, quella in cui avviane l’effettivo acquisto. La destinazione, quindi, deve essere in grado di spingere il turista a portare a termine tale processo e deve farlo predisponendo un prodotto adeguato alle sue esigenze/aspettative, che abbia un giusto prezzo, che sia facilmente acquistabile e che venga promosso e comunicato in modo efficace.

Per promuovere la pellicola e il territorio raccontato dal film e, allo stesso tempo, per saldare con maggiore intensità la rappresentazione cinematografica alle reali specificità della Basilicata sono state adottate differenti strategie di marketing. In occasione dell’uscita del film nelle sale italiane (9 aprile 2010), ad esempio, è stato indetto un concorso “Vedi il film e vinci un viaggio” il cui premio era un viaggio in Basilicata, promosso e sponsorizzato dall’APT regionale, dalla Shell e dalla Total. Si tratta di un’interessante azione promozionale finalizzata a trasformare la motivazione nata nello spettatore dalla visione

38 Intervista a Giampiero Perri, APT Basilicata, del 10 maggio 2011

della pellicola in una visita concreta alla Regione, un’azione diretta a rafforzare il legame tra film e territorio.

Altra iniziativa istituzionale, messa in atto sempre con l’obiettivo di sfruttare il cinema come nuovo strumento di marketing turistico è stata la conferenza stampa tenutasi alla Borsa Internazionale del Turismo (BIT) del 2011 dal titolo “Cinema in Basilicata e nuove forme di narrazione”.

Fig. 8: La locandina della conferenza stampa della BIT 2011

Anche questo evento ha cercato di rimarcare il legame tra produzione cinematografica e territorio. Tra gli ospiti intervenuti alla conferenza stampa di inaugurazione, infatti, anche due dei protagonisti del film (Rocco Papaleo e Antonio Gerardi) a cui è stato affidato il compito, in qualità di testimonial della regione, di promuovere in modo originale e meno formale, la Basilicata e le sue risorse.

In occasione della BIT 2011 è stato anche presentato l’aggiornamento alla guida “Ciak si viaggia! Location cinematografiche in Basilicata” curata dall’APT regionale e contenente anche una scheda del film e delle location interessate da “Basilicata coast to coast”

Altro strumento di marketing territoriale legato ai film sono le movie map che propongono tour che seguono le location dei film. Anche per “Basilicata coast to coast” è stato predisposto

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tale strumento, inserito tuttavia solo nella seconda edizione del DVD, messo in commercio in un cofanetto contenente anche il “Post scriptum”, un filmato promozionale, di circa 20 minuti, girato da Palaleo sulla Basilicata.

Originale e, soprattutto non legato ad un intervento pubblico, è stato “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d’epoca” ideato da un imprenditore lucano di Scanzano Jonico: «All’evento svoltosi il 24 ottobre 2010, hanno aderito inizialmente in 50 ma lungo il percorso di 135 km (partenza da Maratea, sulla costa tirrenica e arrivo a Scanzano, sul versante jonico) molte altre auto d’epoca si sono aggregate alla lunga carovana39». A conclusione della passeggiata motoristica a tutti i partecipanti è stata consegnata una targa a ricordo dell’evento e un cesto di prodotti tipici del territorio contenente anche una bottiglia di vino locale, appositamente imbottigliata per l’occasione (l’etichetta riporta le immagini di alcuni comuni toccati dal tour: Maratea, Val sinni, Montalbano Jonico, Scanzano). Ancora una volta il binomio cinema e turismo entra appieno nelle dinamiche di sviluppo e di promozione del territorio e delle sue risorse.

Fig. 9: Prodotti etichettati “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d’epoca”

Ma le iniziative maggiormente rilevanti ai fini del nostro studio sono state quelle legate alla creazione di veri e propri pacchetti turistici. Sulla scia del film, infatti, alcuni tour operator di portata nazionale e specializzati in viaggi a piedi hanno ideato e commercializzato delle proposte

39 Intervista a Franco Lupoli, ristoratore di Scanzano Jonico, del 23 marzo 2011

per turisti interessati a vedere da vicino i luogo narrati dalla pellicola di Papaleo. “Walden - Viaggi a piedi” in collaborazione con “Viaggi Solidali”40 ha proposto “Basilicata coast to coast. Dal Tirreno allo Ionio, sulle tracce delle suggestioni dell’omonimo film, per un viaggio senza programma in una terra da scoprire.” Il viaggio svoltosi dal 2 al 12 giugno 2011 con partenza da Maratea (costa tirrenica) e destinazione a Policoro (costa ionica), è stato intrapreso da 12 camminatori desiderosi di scoprire a piedi la regione e le sue risorse. «Sono sempre alla ricerca di nuove proposte, idee, e questa offertami dal film di Papaleo era perfetta. Non potevo lasciarmi sfuggire un’occasione così ghiotta. Conoscevo poco la Basilicata e grazie al film ne ho apprezzato le specificità e, soprattutto, ho potuto strutturare un viaggio a piedi che in parte riprende quello fatto dal gruppo della storia di Papaleo41».

Fig. 10: Il viaggio Basilicata coast to coast di Walden e Viaggi Solidali

Un altro pacchetto turistico è stato organizzato e proposto da “Le Vie dei Canti”. Il tour, che già nel titolo cita esplicitamente il film di Rocco Papaleo, è presentato come «un appassionante viaggio laico di paese in paese nel meridione d’Italia» e viene inserito tra le novità all’interno del catalogo del tour operator.

40 Walden viaggi a piedi e Viaggi solidali sono tour operator specializzati nel turismo responsabile, entrambi sono iscritti a AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile). 41 Intervista a Alessandro Vergari, Walden – viaggi a piedi, del 4 maggio 2011

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Fig 11: Il viaggio Basilicata coast to coast di Le vie dei Canti

«Un viaggio a piedi nei luoghi del film di Rocco Papaleo, e lungo le coste tirreniche e ioniche alla ricerca dei paesaggi naturali e agricoli da scoprire a 3 km l’ora» è invece la proposta di CamminAmare, associazione di promozione sociale specializzata nell’organizzazione di viaggi a piedi. Un percorso di 11 tappe in 16 giorni, in programma ad ottobre 2011 impostato sulla gratuità e sull’ospitalità privata e finalizzato a conoscere, a “velocità bassa” la Basilicata, il suo popolo, le sue tradizioni.

Fig. 12: Il viaggio Basilicata coast to coast di CamminAmare

2.7 Le opinioni dei turisti

L’ultima parte della nostra indagine ha coinvolto alcuni viaggiatori che hanno scelto la Basilicata come destinazione, a seguito della visione del film e su sollecitazione di pacchetti turistici meno usuali promossi da alcuni tour operator nazionali.

Alcuni turisti sono stati incontrati direttamente durante il loro viaggio a piedi in Basilicata altri, invece, contattati tramite mail. Questa fase ha permesso di indagare sull’immagine e sul livello di conoscenza della Basilicata che ciascun partecipante aveva prima della visione del film (e su come il film di Papaleo abbia eventualmente influito nel modificarla), sulle motivazioni che hanno spinto a prendere parte al viaggio itinerante, e infine sulle aspettative che ciascuno aveva quando ha deciso di intraprendere il tour.

Gran parte degli intervistati aveva, prima della visione del film, una conoscenza della Basilicata molto limitata, e spesso legata esclusivamente alla città di Matera. Alcuni degli intervistati non conoscevano affatto questo territorio («Non avevo nessuna idea di cosa potesse offrire», «La conoscevo poco, la consideravo simile ad altre regioni del Sud »). Tale situazione è confermata anche da uno degli organizzatori: «Per me la

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Basilicata era, come si dice anche nel film, un buco nero nella geografia dell'Italia. Si legge molto poco della regione, e oltre a Maratea e a Matera, si conoscono pochissimo le sue ricchezze culturali e naturalistiche42».

Il film ha dato a tutti la possibilità di apprezzare in particolare le risorse naturalistiche e le caratteristiche di alcuni borghi della regione («Mi è sembrata una terra selvaggia e interessante». «Una terra rigogliosa e verde, una terra dove il tempo si ferma». «Terra dai paesaggi molto suggestivi»). La Basilicata richiama nell’immaginario di molti l’idea di un luogo ancora preservato, dove poter vivere in maniera semplice, una terra poco conosciuta ma che, proprio per questo, riserva al viaggiatore inattese possibilità ancora tutte da esplorare. In questo senso, la dimensione romantica e naturalistica espressa dal film di Papaleo sembra abbia stimolato la curiosità turistica e promosso un’immagine “trasognata”, ma comunque veritiera, della regione. La Basilicata colpisce per la sua tranquillità e per la lontananza dalla frenesia moderna, evidenziata anche dal film. «E' una regione che mi ha incuriosito e che valeva la pena di vedere, proprio perché ancora non è stata scoperta, catalogata, omologata, omogeneizzata43». La decisione di esplorare questa regione attraverso il cammino è legata in particolare alla convinzione che la strada a piedi permetta di fare “esperienza di un territorio” e quindi di percepire con maggior forza e intensità, i luoghi, gli ambienti, la natura e le persone che si incontrano. Tutti gli intervistati concordano nel considerare le loro aspettative più che soddisfatte («Ho trovato molta accoglienza, disponibilità e pulizia. Anche per la sicurezza non abbiamo avuto problemi». «Forse molto di più di quello che pensavo». «Le mie aspettative sono state soddisfatte») e individuano nell’ospitalità, nel paesaggio e nel buon cibo i punti di forza del territorio lucano. Allo stesso tempo, però, gli intervistati evidenziano la necessità di migliorare l’offerta turistica sia sfruttando maggiormente il patrimonio naturalistico della regione («occorre una maggiore manutenzione e un miglioramento della segnaletica relativa alla rete sentieristica». «Tracciare o segnare percorsi tematici da fare a cavallo, mountain bike, a piedi permetterebbe di apprezzare maggiormente questo territorio») sia promuovendo in modo integrato le risorse locali,

42 Intervista a Alessandro Vergari, Walden – viaggi a piedi, del 4 maggio 2011 43 Intervista a Alessandro Vergari, Walden – viaggi a piedi, del 4 maggio 2011

sostenendo e incentivando l’iniziativa privata («Sarebbe utile per gli operatori locali mettersi in rete in modo da unire i vari settori: gastronomia, ristorazione, alloggi, escursionismo e offrire così ai turisti prodotti più strutturati». «Ho trovato poche iniziative imprenditoriali legate a Basilicata coast to coast, occorre promuoverne altre. Ne vale la pena»).

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NOTE CONCLUSIVE

L’indagine sul campo conferma il ruolo che il cinema può avere nella promozione dell’immagine di un territorio, soprattutto se poco conosciuto come la Basilicata. Si tratta infatti di una regione che risulta turisticamente ancora tra le meno note d’Italia (nonostante il ricco patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico-culturale di cui dispone) e nella quale il settore turistico risulta ancora in una fase pioneristica.

Rispetto all’impatto sui flussi turistici l’indagine fa registrare dei dati che possono essere considerati mediamente soddisfacenti. Questo conferma la complessità del processo che porta un turista in una destinazione dopo averla vista sullo schermo e soprattutto dimostra che non si tratta di un processo che avviene in modo automatico. Come abbiamo detto nei paragrafi precedenti, affinché la motivazione a visitare una destinazione si concretizzi in una visita effettiva, è indispensabile che il management della destinazione non trascuri tutte quelle fasi necessarie a soddisfare la domanda. La creazione di un prodotto specifico, l’adeguata comunicazione del prodotto al target, la definizione di un giusto prezzo, la commercializzazione del prodotto sono tappe indispensabili per poter trasformare delle potenzialità turistiche in reali occasioni economiche per un territorio.

Lo scarso incremento di turisti registrato dagli operatori intervistati può spiegarsi proprio con l’assenza di prodotti a tema legati al film “Basilicata coast to coast”. L’indagine ha messo in evidenza che, se si esclude l’evento “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d’epoca” nessun altra iniziativa di rilievo è stata messa in atto dagli imprenditori e dalle istituzioni locali.

Secondo il concetto di marketing, una destinazione dovrebbe tentare di fornire prodotti capaci da un lato di soddisfare i bisogni dei clienti attraverso un insieme coordinato di servizi, prodotti e attività e, dall’altro di raggiungere i propri obiettivi di miglioramento economico (Ajay, Kolhy, Bernard, Yaworsky, 1990).

Sulla base di quanto è stato osservato in questo lavoro, il cinema è un importante strumento di promozione del territorio in sintonia anche con la tendenza in atto nel settore turistico, alla ricerca di nuove destinazioni e di prodotti innovativi (Plan desarrollo turistico de Sevilla, 2009). Tuttavia il cinema rappresenta una

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motivazione forte nella prima fase del processo di acquisto del turista (nascita del desiderio di visitare la location) ma poi diventa meno incisiva nelle fasi di conclusione del processo (l’acquisto). Ne consegue, quindi, che la destinazione deve essere in grado di spingere il turista a concretizzare tale processo in modo rapido fornendo informazioni utili e dettagliate. Uno degli strumenti utilizzabili per tale scopo è il Web. In questo senso, la mancanza di film site che fornisca dati e notizie sulla Basilicata quale set cinematografico, sulle produzioni realizzate e sulle relative location rende più difficile orientare l’interesse cineturistico verso la terra lucana. Per quanto riguarda “Basilicata coast to coast”, in particolare, il sito web dedicato (www.basilicatacoasttocoast.it) non presenta alcun link o informazioni sulle location utilizzate come set per le riprese.

Come abbiamo visto, il film “Basilicata coast to coast” è stato pensato anche per stimolare la curiosità verso questa regione, fornendo un percorso facilmente rintracciabile (grazie alle puntuali indicazioni geografiche), effettuando un’importante azione di product placement dei prodotti tipici, facendo emergere nel corso della narrazione alcuni elementi caratterizzanti l’identità locale. Tuttavia l’unica movie map del film, non è presente in tutte le edizioni del DVD (quello commercializzato sul mercato subito dopo il film e quello distribuito attraverso i periodici44 ne sono privi) e non contiene riferimenti a strutture ricettive, ristorative presenti nelle location oggetto del film.

Anche altri prodotti dedicati al cineturista come ad esempio gli itinerari georeferenziati fruibili tramite smarthphone che guidano l’appassionato del cinema lungo le location dei film45, sono assenti.

Quelli appena citati sono esempi di azioni che una destinazione dovrebbe mettere in campo per cavalcare il fenomeno del cineturismo, tuttavia per la realizzazione di un prodotto cineturistico efficace la sfida si gioca anche a un livello superiore, a livello di strategia. I responsabili della destinazione, infatti, dovrebbero attuare mirate strategie di destination management finalizzate proprio ad incrementare il movimento

44 Il DVD di Basilicata coast to coast è stato distribuito in allegato al numero di TV Sorrisi e canzoni. 45 Come ad esempio accade su visitbritain.com, il sito dell’ente turistico britannico, dove è possibile scaricare gratuitamente l’iphone movie app per scoprire tutte le location utilizzate nei film girati in Gran Bretagna.

turistico e quindi anche i benefici economici ad esso connessi.

Nel caso di “Basilicata coast to coast” da una parte vi è stata un’importante strategia di promozione cinematografica del territorio, in cui i Gal e la Regione sono intervenuti direttamente sia nella definizione delle location che attraverso il sostegno economico, dall’altra è mancato l’accompagnamento del film lungo il suo intero arco vitale. Così all’incremento di visibilità della Basilicata sul territorio nazionale, determinato dal successo del film e anche da alcune iniziative organizzate dall’APT Basilicata, non ha fatto seguito un’altrettanto dinamica evoluzione dell’offerta che avrebbe dovuto attivarsi per creare prodotti in linea con questa domanda turistica di nicchia. È mancata, quindi, un’efficace iniziativa privata volta a cogliere le opportunità offerte sia dal film, sia dalle azioni promozionali della pellicola garantite da alcune iniziative pubbliche.

È tuttavia opportuno evidenziare come, essendo il fenomeno cineturistico ancora sconosciuto a molto operatori locali, il territorio per poter essere pro-attivo ad una domanda di questo particolare settore turistico, debba essere preventivamente coinvolto e aiutato a comprendere la portata del fenomeno e a mettere in atto le necessarie iniziative per coglierne i benefici.

Sui limiti della strategia integrata (pubblico/privato), di un’adeguata reattività del privato e di un coordinamento tra gli enti locali ha sicuramente influito l’assenza di una film commission regionale46 sulla cui costituzione ci si confronta da alcuni anni e di cui “Basilicata coast to coast” ne ha riproposto l’urgenza.

46 Basti pensare al ruolo che ha svolto la Santa Barbara Film Commission con “Sideways”, un film girato in California che ha una struttura molto simile a “Basilicata coast to coast”. La film commission ha seguito l’intero arco di vita della pellicola concertando con la produzione la scelta delle location, organizzando eventi promozionali, coinvolgendo gli operatori turistici e favorendo la creazione di pacchetti turistici a tema (si veda Rocco 2006).

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