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FRANCO QUINZIANO Istituto Universitario di Lingue Moderne (IULM) - Milano Le Noches lúgubres e il modello cadalsiano della sensibilità «ilu- strada»: Tediato, «espíritu fuerte» e «corazón sensible» Corazón esfuérzate, o saldrás victorioso de tanto susto, cansancio, terror, espanto y dolor, o en breve dejarás de palpitar en ese miserable pecho. (J. Cadalso, Noches lúgubres) 1. Uomo colto, capace di cogliere con inconsueta lucidità i problemi del secolo; scrittore in cui affiora una personalità culturale e letteraria multiforme e complessa, José Cadalso ha dato origine a giudizi contrastanti che hanno spesso risentito di presupposti ideologici e che, di conseguenza, hanno con- dotto a distorte letture interpretative secondo prospettive sia romantiche che novan tottesche '. Nella sua differenziata produzione letteraria spiccano due opere: le Car- tas marruecas e le Noches lúgubres che, appunto, si sono rivelate emblematiche di tale molteplicità interpretativa. La seconda, in particolare, scritta fra il 1771 e il 1772, poco dopo la prematura scomparsa dell'amata, l'attrice M.Ignacia Ibáñez 2 , si è dimostrata uno dei testi più significativi e problema- 1 Cfr. R. Froldi, La conquista dell'America e Cadalso, in G. Bellini (a cura di), Studi di iberistica in memoria di A. Boscolo, Roma, Bulzoni, 1989, pp. 113-127. Si veda anche Id., Apuntaciones sobre el pensamiento de José Cadalso, in AA. W . , Coloquio internacional sobre ]. Cadalso (Bolonia, octubre de 1982), Abano Terme, Piovan, 1985, pp. 141-154; ivi pp. 141-142. 2 Come è noto le Noches lúgubres, anche se scritte molto probabilmente fra il 1771 e il 1772, furono pubblicate postume sul giornale «El Correo de Madrid» fra il dicembre 1789 e il gennaio 1790. La prima edizione (Barcelona, Sastres) apparve, insieme alla tragedia Don Sancho García, nel 1798. Tra le edizioni più recenti vanno segnalate quelle curate da J. Arce {Cartas marruecas-Noches lúgubres, Madrid, Cátedra, 1978; le Noches occupano le pp. 307-

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FRANCO QUINZIANOIstituto Universitario di Lingue Moderne (IULM) - Milano

Le Noches lúgubres e il modello cadalsiano della sensibilità «ilu-strada»: Tediato, «espíritu fuerte» e «corazón sensible»

Corazón esfuérzate, o saldrás victorioso de tanto susto,cansancio, terror, espanto y dolor, o en breve dejarás depalpitar en ese miserable pecho.

(J. Cadalso, Noches lúgubres)

1. Uomo colto, capace di cogliere con inconsueta lucidità i problemi delsecolo; scrittore in cui affiora una personalità culturale e letteraria multiformee complessa, José Cadalso ha dato origine a giudizi contrastanti che hannospesso risentito di presupposti ideologici e che, di conseguenza, hanno con-dotto a distorte letture interpretative secondo prospettive sia romantiche chenovan tottesche '.

Nella sua differenziata produzione letteraria spiccano due opere: le Car-tas marruecas e le Noches lúgubres che, appunto, si sono rivelate emblematichedi tale molteplicità interpretativa. La seconda, in particolare, scritta fra il1771 e il 1772, poco dopo la prematura scomparsa dell'amata, l'attriceM.Ignacia Ibáñez2, si è dimostrata uno dei testi più significativi e problema-

1 Cfr. R. Froldi, La conquista dell'America e Cadalso, in G. Bellini (a cura di), Studi diiberistica in memoria di A. Boscolo, Roma, Bulzoni, 1989, pp. 113-127. Si veda anche Id.,Apuntaciones sobre el pensamiento de José Cadalso, in AA. W. , Coloquio internacional sobre ].Cadalso (Bolonia, octubre de 1982), Abano Terme, Piovan, 1985, pp. 141-154; ivi pp. 141-142.

2 Come è noto le Noches lúgubres, anche se scritte molto probabilmente fra il 1771 eil 1772, furono pubblicate postume sul giornale «El Correo de Madrid» fra il dicembre 1789e il gennaio 1790. La prima edizione (Barcelona, Sastres) apparve, insieme alla tragedia DonSancho García, nel 1798. Tra le edizioni più recenti vanno segnalate quelle curate da J. Arce{Cartas marruecas-Noches lúgubres, Madrid, Cátedra, 1978; le Noches occupano le pp. 307-

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tici della seconda metà del Settecento. Le Noches costituiscono infatti un no-tevole esempio di testo aperto a una pluralità di valutazioni, essendo l'operache, più di ogni altra, ha suggerito interpretazioni discordanti sia sul pensierosia sulla collocazione artistica e stilistica cadalsiani. In tal senso, per esempio,la visione delle Noches come «realtà autobiografica» o come «anticipazione», senon addirittura «prima manifestazione» della fase romantica, costituiva, fino anon molto tempo fa, un luogo comune assai radicato. Tale interpretazione,ancor oggi non del tutto superata, riteneva che l'individualismo, la passione,il pessimismo e, soprattutto, lo stato d'animo del suo protagonista, Tediato,intesi come manifestazione di una nuova sensibilità e dell'io dell'autore,avrebbero successivamente aperto la strada al romanticismo spagnolo.

Uno dei primi a delineare l'immagine di un Cadalso «romantico» fu M.Menéndez Pelayo che, sul finire del XIX secolo, definì il poeta-soldato come«el primer romàntico en acción en sus amores, en sus aventuras y en su glo-riosa muerte»3. A ulteriore conferma di ciò vennero messi in risalto altri aspet-ti delle Noches, tra cui la scenografia sepolcrale e notturna e il tono intimisticoe malinconico. In tale prospettiva, E. Helman definì Cadalso «un romanticoantes del romanticismo»4. Sulla scia di questa lettura che, nonostante non fos-se più sorretta dalla totale identificazione fra autore e personaggio, riconduce-va comunque alle Noches in chiave romantica, più recentemente si è ancheparlato di temperamento, di estallido e di soplo romántico5. Fino ad arrivare aRussell P. Sebold, per il quale Cadalso, avendo sperimentato «precocemente» il«panteismo egocentrico» e il «pessimismo cosmico», sarebbe stato il primo au-tore spagnolo a scrivere secondo la «cosmologia romantica»6: in questo modo,

348), da cui provengono le citazioni del testo qui riportate e d'ora in poi indicate come NL,e da M. Camarero {Autobiografía-Noches lúgubres, Madrid, Castalia, 1988). È stata recente-mente pubblicata l'edizione italiana con testo a fronte curata da R. Crisafio-F. Quinziano,Notti lugubri, Milano, Arcipelago, 1995.

3 Historia de las ideas estéticas en Españi, Santander, Aldus, 1940, III.p. 296.4 Introducción alla sua edizione delle Noches lúgubres, Madrid, Taurus; 1968, pp.9-67;

ivi. p. 9.5 Cfr. rispettivamente M.Embeita, Cadalso y el acto autobiográfico, in «Cuadernos His-

panoamericanos», 389 (1982), pp. 322-326; ivi. p.324, J.LAlborg, Historia de la literaturaespañola, Madrid, Gredos, IV, 1972, p.759, e Cfr. J.Paredes Núñez, Cadalso y Goya, inAA.W., Hombre de bien. Estudios sobre la vida y la obra de Cadalso, Universidad de Granada,1982, pp. 92-109; ivi p. 100.

6 Cfr. Cadalso: el primer romántico "europeo" de España, Madrid, Gredos, 1974, p. 12 ep. 268.

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il nostro poeta s'imponeva addirittura come «el primer romántico europeo deEspaña [...] tanto en su vida como en sus escritos»7.

Il travisamento di cui sono state oggetto le Noches trova una primaspiegazione soprattutto nei continui cambiamenti che, per adeguarlo al«gusto romantico» e garantirne così il successo, subì il testo durante l'Ot-tocento connotandolo sempre più come «espressione autobiografica» s: es-sa, anche se trova spunto da un'esperienza realmente vissuta, resta a nostroavviso soprattutto finzione e non manifestazione della realtà esistenzialedell'autore.

Come è noto, la visione di un Cadalso che gettava in Spagna le basi del ro-manticismo non ha riguardato soltanto le Noches. A questo proposito, si è sotto-lineato come le opere cadalsiane non siano sempre state lette nel loro contesto ':esse, in effetti, vennero spesso considerate come un grande specchio in cui si ri-fletteva, drammaticamente, il conflitto spirituale, ovvero la «angustiada vivencia»e il «fastidio universal» dell'autore. Non stupisce che in tale prospettiva si sia vo-luto ravvisare, all'interno delle opere di Cadalso, una sorta di «egocentrismo»,

7 Ibid., p.265.8 Le continue modifiche decise dagli editori durante l'Ottocento finirono infatti per

snaturare il testo: la conclusione apocrifa della Tenera noche (inclusa per la prima voltanell'edizione di Repullés, 1815), una Cuarta noche, anch'essa apocrifa, e un Epilogo aggiunto,anni più tardi, nell'ed. di Fonseca del 1848 (e riportato recentemente da M.Camarero nellasua ed. delle Noches, op.cit., pp. 172-173) in cui venne accentuata la scenografìa notturna,sorretta da lampi e tuoni, di moda in quegli anni, danno conferma delle diverse contraflàzio-ni subite dal testo. Sulle Noches come successo editoriale legato alla moda romantica dell'Ot-tocento, si vedano M. Camarero, Las«Noches lúgubres»: historia de un texto editorial, in «Cua-dernos Hispanoamericanos», 389, op.cit., pp.331-343, e J. Dowling, Las «Noches lúgubres» deCadalso y la juventud romántica del Ochocientos, in A.A.V.V., Coloquio internacional..., op.cit.,pp. 105-124. Per quanto riguarda le Noches come «realtà autobiografica», sorretta dalla totaleidentificazione autore-Tediato, era ormai evidente che l'anonima Carta de un amigo e laCuarta noche apocrifa, entrambe pubblicate nel 1822, avevano confuso il testo con la vita del-lo stesso autore, dando l'avvio alla «leggenda» di un Cadalso desenterrador. Nasceva così unoriginale processo di avida hecha literatura» (Cfr. J. Arce, Introducción alla sua ed. delle No-ches,pp. 44-46) che venne suffragato attraverso un'innumerevole serie di plagi e imitazionidelle Noches. Del resto, un'ulteriore conferma di questa interpretazione dell'opera come «bio-grafìa cadalsiana» si ebbe quando nell'edizione di J. M. Marés (Madrid, 1847) si operò la scel-ta di aggiungere un sottotitolo molto significativo: Historia de los amores del coronel don JoséCadalso; sottotitolo che, anni più tardi (J. M. Marés, Madrid 1867), arrivò perfino a sostitui-re il titolo originale.

9 Cfr. R. Froldi, La conquista dell'America, op. cit., p.l 13.

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caratterizzato da un processo di identificazione dell'autore sia con la natura (No-ches lúgubres) sia con la Spagna (Cartas marruecas)10.

Emergeva quindi un Cadalso che si discostava dal modello di scrittoreilustrado e hombre de bien che caratterizzò il secolo e di cui anche le Noches, anostro avviso, così come le Cartas e, più in generale, l'insieme della sua pro-duzione letteraria, sembrano invece fornire conferma. Questo modo di acco-starsi al testo, accentuandone il carattere personale, soggettivo ed emotivo, e,di conseguenza, all'autore, rischia contemporaneamente di limitare il primo,e di allontanarci dal secondo, dando luogo a non pochi problemi ermeneuti-ci. Anche se siamo fermamente convinti dell'ambiguità " e della pluralità diaspetti che contraddistinsero rispettivamente la personalità e l'opera di Cadal-so, è comunque errato voler affrontare il complesso mondo dello scrittore an-daluso tentando sistematicamente di stabilire un rapporto fra autore e perso-naggio. Questo tipo di lettura ha spesso sottovalutato, se non addirittura tra-lasciato, aspetti altrettanto cruciali quali l'educazione, la formazione personalee letteraria e, sostanzialmente, quel contesto socio-culturale in cui l'autorevisse e compose le sue opere e che rimanda all'intersecarsi di tendenze che ca-ratterizzò gli ultimi decenni del Settecento.

2. Cadalso va collocato nella fase di rinnovamento culturale e letterarioche investì la Spagna tardo ilustrada degli ultimi decenni del secolo. Egli restasoprattutto esponente di rilievo del pensiero illuminista che, sulla spinta deinovadores del primo Settecento, si affermò nella seconda metà del secolo,quando gli intellettuali ilustrados uscirono dallo «stato di minorità» di cui par-lava I. Kant, conquistando, anche in Spagna, la capacità «di valersi del propriointelletto» 12. Essi si resero consapevoli del fatto che tale rottura liberatoria,

10 Cfr. Russell P. Sebold, op.cit., p.270. Sul carattere «personale» e «soggettivo» delleCartas, cfr. anche J.B. Hughes, José Cadalso y las «Cartas marruecas», Madrid, Tecnos, 1969;in particolare pp.21-40, Russell P.Sebold, op.cit., pp. 213-237, e E.Helman, Cadalso y Goya:sobre caprichos y monstruos, in Id., Jovellanos y Goya, Madrid, Gredos, 1970, pp.125-155; ivipp. 149-150.

11 In realtà l'ambiguità cadalsiana va ricondotta alla fase di transizione in cui visse ilpoeta, il quale dovette tener conto della drammatica «tensión dialéctica desde la cual tuvoque escribir», L.García Montero, De Cadalso y sus ambigüedades, in A.A.V.V., Hombre debien..., op.cit.,pp.59-7S; ivi p.65.

12 I. Kant, Risposta alla domanda: che cose l'illuminismo ?, in Id., Scritti politici e di filo-sofia dellastoria e del diritto, Torino, Utet, 1965 [2° ed.],p. 141.

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operata nei confronti del passato e della tradizione, scaturiva principalmentedal predominio assunto dalla ragione quale fonte di conoscenza e di verità.

Detto ciò, occorre però sottolineare che la cultura e la letteratura dell'ul-timo Settecento non possono essere spiegate soltanto dalla fiducia razionali-stica, aspetto centrale ma non assoluto nel pensiero di quegli anni. Contem-poraneamente ad essa venne prospettandosi una tendenza che, avendo comepremessa il sensismo di base lockiano, denotava la nascita di una nuova «sen-sibilità virtuosa», controllata dalla ragione. In questa fase vanno appunto col-locate le Noches, e Tediato, con il suo pessimismo, il suo comportamento e lesue riflessioni, si propose quale modello di questa nuova sensibilità; modelloche in seguito avrebbe offerto i più alti risultati in autori come G. M. Jovel-lanos e J. Meléndez Valdés.

È evidente che l'insistenza nel considerare Cadalso il primo esempio di«panteísmo egocéntrico en la poesía española»13 e nell'assegnare alle Noches ilruolo di «primer manifiesto en prosa de los principios y las técnicas románti-cos» 14, anche se può offrire suggestivi spunti critici, sembra confermare comequesta «nuova sensibilità», propria della cultura della seconda metà delXVIII secolo, sia stata erroneamente scambiata per il «sentimentalismo» e il«dolore cosmico» dei romantici. Si è forse mancato di rilevare con sufficientechiarezza che la capacità di esprimere i sentimenti, unitamente al tono ma-linconico e alla vena pessimistica, non costituì in alcun modo un patrimonioesclusivo della nuova estetica artistica e letteraria romantica. Anzi, tale capa-cità, assecondata dalla ragione, si rivelò una componente di rilievo nella fasetardiva del periodo ilustrado che, appunto, andò delineando come tratto di-stintivo tale dualismo.

Sono ormai noti i problemi derivati dal tentativo di individuare le diversecorrenti letterarie che hanno convissuto in una fase così complessa qual è quel-

13 Sebold P. Russell, Enlightenment philosophy and thè emergence of Spartisti romanticism,in A. Owen Aldrige ed., The Ibero-American Enlightenment, University of Illinois Press, Urba-na, Chicago and London,1971,pp.l 11-140. Ora incluso anche in Id., Trayectoria del roman-ticismo español, Barcelona, Crítica, 1983. Per l'ispanista americano, ciò veniva determinato so-prattutto dall'anacreontica A la muerte de Filis, da lui considerata come il primo «Manifestoromantico».

14 Ibid. Più recentemente, Sebold ha nuovamente confermato questa sua interpretazio-ne ritenendo che nelle Noches «se encuentran por primera vez la cosmovisión y buena partede la temática del romanticismo», De ilustrados y románticos, Madrid, Ediciones El MuseoUniversal, 1992, p. 29.

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la compresa tra gli ultimi decenni del Settecento e primi anni dell'Ottocento.In tal senso alcune definizioni talvolta non hanno tenuto conto del contestosocio-culturale, non agevolando di certo la comprensione delle diverse moda-lità letterarie proprie di questo periodo di transizione che hanno rispecchiato lavarietà di atteggiamenti e di stili presenti in uno stesso autore. Dopo i contri-buti illuminanti di J. Arce, R. Froldi e J.M. Caso González ", non riteniamosia qui necessario ampliare il discorso. Ciò che va sostanzialmente evidenziatoè che l'esaltazione del sentimento, derivante da una nuova sensibilità in equili-brio con la ragione costituì una componente non trascurabile all'interno delpensiero tardo ilustrador, «en un mundo de base racionalista - osserva J. Arce -empieza a ponerse de moda la sensibilidad, el hombre sensible» 16.

Occorre,infatti, riportare l'emergere di questa «nuova sensibilità» allasfera del pensiero e della cultura ilustrada riassegnandole l'importanza che eb-be all'interno della letteratura della seconda metà del Settecento17.

In tal senso, va innanzitutto riconosciuto il debito da essa maturato neiconfronti della filosofia sensista europea,e in particolare, del pensiero empiristadi Locke, che si propose di spiegare il mondo esterno e la conoscenza umana

15 Con alcune sfumature i citati studiosi hanno messo in risalto soprattutto gli equivo-ci provocati da un uso incoerente e arbitrario del concetto di «preromanticismo», inteso o co-me anticipazione o — addirittura - come prima fase del movimento romantico. In un ulterio-re sforzo di precisazione del termine, essi negarono al preromanticismo la condizione di cate-goria storica e di periodo letterario autonomo, riconducendo.giustamente, molti dei suoi con-tenuti alla letteratura ilustrada. Cfr. J.Arce, Rococó, neoclasicismo y prerromanticismo en la poe-sia española del sigio XVIII, in El padre Feijoo y su sigio, II, Cátedra Feijoo, Oviedo, 1966,pp.447-477," Id., La poesia del siglo ilustrado, Madrid, Alhambra, 1981, pp. 17-35 e pp.420-431; K.Fro\di,¿Literatura prerromántica» o literatura «ilustrada»?, in II Simposio sobre el PadreFeijoo y su siglo (Oviedo 28 de setiembre-3 de octubre de 1976), Cátedra Feijoo, Oviedo, 1983,pp.477-482, e J.Caso González, Temas y problemas de la literatura dieciochesca., in Id., Ilustra-ción y Neoclasicismo, voi. IV della Historia y crítica de la literatura española (al cuidado de F.Rico), op.cit., pp. 9-27. Per una sintesi aggiornata dei problemi interpretativi legati ai diversistili e correnti settecenteschi,anche se con particolare riferimento alla lirica, si rimanda allostudio introduttivo di R.Reyes, in Id., Poesía española del sigio XVIII, Madrid, Cátedra, 1988,pp. 11-48; soprattutto pp. 37-48.

16 La poesia del sigio..., op.cit., p. 377.17 A questo proposito, oltre ai citati articoli di R.Froldi, vanno ricordati i preziosi con-

tributi di J.A.Maravall, La estimación de la sensibilidad en la cultura de la Ilustración, Madrid,Instituto de España, 1979, e E.M.Kahliuto Rudat, «Lo prerromántico». Una variante neoclási-ca en la estética y literaturas españolasen «Iberoromania», 15(1982), pp. 47-69.

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attraverso la percezione sensibile («Veder, toccar, udir, gustar, sentire», affermaV. Alfieri in un suo sonetto) e che tanto seguito ebbe tra gli scrittori spagnoli18.L'empirismo lockiano, con la sua fiducia nella conoscenza sensibile, costituì, ineffetti, il seme di questa ritrovata sensibilità. A conferma di ciò, il giornale ma-drileño «El Censor» notava che «ya no hay que saber sino lo que se vé, lo quese huele, lo que se oye, lo que se gusta, y lo que se palpa; lo que han visto, olí-do, oído, gustado o palpado por otros hombres» ". Sensismo che, non va di-menticato, emerge in modo marcato anche dalla lirica settecentesca, conviven-do con l'ambiente frivolo e raffinato della tendenza «rococò» di tono bucolico:

«¡cuántas horas pasé con los sentidosen tan sabrosos metros embebidos!» 20

scrive il poeta gaditano, a riprova di questa riscoperta dei sensi. Non c'è dasorprendersi se alcuni versi prima Cadalso, evidenziando l'apporto ricevutodalla tradizione classica, greco-latina e del Sigio de Oro spagnolo, riesca a ma-nifestare anche i suoi sentimenti, il dolore e l'afflizione:

«Entonces, por remedio en mi tristeza,de Ovidio y Garcilaso la ternezaleí mil veces, y otros tantos gozostemplaron mi dolor y mis sollozos»11.

Questi versi confermano come lo scrittore andaluso non si sia mossosoltanto sul terreno della ragione, ma abbia accompagnato la sua riflessionealla sensibilità, approdando ad essa attraverso un percorso che prende avviodalla fiducia nella rappresentazione dell'esperienza sensibile.

18 Cfr. F.Sánchez-Blanco, La filosofia sensista y el sueño de la razón romántica, in «Cua-dernos Hispanoamericanos»,381 (1982),pp.509-521 e Id., Europa y el pensamiento español delsiglo XVIII, Madrid, Alianza, 1991, in particolare pp. 199-227.

19 «El Censor», discurso 36, t.II, 1781, p.570, cit. in ESdnchez-Blanco.Europa y el pensa-miento..., op.cit.,p.219-

20 J. Cadalso, Refiere el autor los motivos que tuvo para aplicarse a la poesía..., in R.Reyesed., Poesía española..., op.cit., pp.137-141; ivi. p. 138. La sottolineatura è nostra. Sul sensismolirico in Cadalso, cfr. J.Arce, La poesia elei sigio..., op.cit., pp. 238-250 e J.M.Caso González,Cadalso y la poética rococó, in AAW, Coloquio internacional..,op.cit.,pp.49-62.

21 J.Cadalso, Refiere el autor los motivos..., op.cit., p.138. La sottolineatura è nostra.

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3. Gli elementi del binomio intelletto-sentimento, talvolta in drammaticaopposizione, talaltra posti in un dialettico sforzo conciliatore22, sono, dunque,entrambi coesistenti nella nuova sensibilità artistica che caratterizzò alcuni tra ipiù innovativi scrittori del periodo ilustrado. Non va dimenticato che tale bino-mio riuscì a svilupparsi con maggiore determinazione verso la fine del Settecen-to, soprattutto dagli anni Settanta in poi, definendo un singolare momento ditransizione contrassegnato anche dall'emergere di un nuovo umanitarismo.Questo, poggiando sulla ricerca della virtud — parola chiave all'interno del pen-siero del XVIII secolo - come sinonimo di verità, di amicizia e di fratellanza fragli uomini venne ad assecondare questa nuova sensibilidad che contraddistinguela nuova mentalità e la dimensione morale dell'uomo di fine Settecento:

«...el ruido de la puerta estremece lo sensible de mi corazón, no obstante lo fuer-te de mi espíritu» (NL, 338). (Il corsivo è nostro)

sottolinea Tediato, consideratosi uomo bueno e justo (NL,337) nella Segundanoche, di fronte alla sorte avversa rappresentata dall'ingiustizia del carcere.

Anche Meléndez Valdés, nella sua Oda XXXI, si appella al «corazón sen-sible» 2i. Del resto tale novità, di derivazione rousseauiana - «ho letto megliodi te nel tuo cuore troppo sensibile», dice Claire a Julie nella NouvelleHéloi'se(l760) (I,lettera XXX) - fu colta anche da Jovellanos che, nella suaepistola A Bermudo (1807), consigliava:

«ilustra tu razón... y purifica tu corazón»24.

In tal senso, M. J. Quintana, testimone privilegiato di quella fase ditransizione, osserva come l'uomo di fine secolo, 1' «homme sensible», concilias-se il «corazón más afectuoso y sensible» e la «razón más fuerte y despejada» 25;

22 J. Arce, La poesía del siglo..., op.cit., p.31.23 «¡ Oh, qué don tan funesto/ es, Fabio mío, un corazón sensible», Oda XXXI. A mi ami-

go don Manuel María Cambronera..., in L. A.Cueto, Poetas líricos del siglo XVIII, Madrid,BAE, LXIII, II, 1952, p.l97.La sottolineatura è nostra.

24 Cfr. Epístola A Bermudo, in G.M.Jovellanos, Obras, ed. C.Nocedal, Madrid^Atlas,BAE, XLVI, p.44. Sulla presenza della nuova sensibilità in Jovellanos, si veda anche J.Arce,Jovellanos y la sensibilidad prerromántica,in «Boletín de la Biblioteca Menéndez Pelayo», XXX-VI (I960), pp.163-167, e Id., La poesia del sigio...,op.cit.,pp.377-383.

25 MJ.Quintana, Dedicatoria a José Somoza., in Poesías selectas castellanas desde el tiempode Juan de Mena hasta nuestros días, Madrid, 1830, Voi. IV; citato in J.Arce, La poesía del si-

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modello che combacia perfettamente con la visione del filosofo sensibile, ri-spettoso delle norme di bene comune ed esempio di uomo virtuoso26.

I contenuti e l'estetica della nuova sensibilità cadalsiana fanno soprattut-to riferimento a una dimensione etico-morale. Il corazón, evocato nelle No-ches per ben tredici volte, è l'organo in cui viene racchiusa questa nuova sen-sibilità - «àme sensible» - e allo stesso tempo diventa sede della bontà deisentimenti; delineandosi quindi, come sfera della sensibilità virtuosa e mora-le. Esso ormai si prospetta come metonimia dei sentimenti amorosi, sinoni-mo di virtù, di benevolenza, di sincerità, di verità e sede dell'intelligenza in-tuitiva27, come esclama Tediato:

«mejor que tu boca me lo dice el corazón» (NL,318).

La filosofia sensista diveniva così anatomia della mente e del cuoreumano 28. Alla forza delle idee e del pensiero- «mente despejada» affermaQuintana, «espíritu fuerte» rileva Cadalso - e all'espressione di una filosofìaumanitaria, venne dunque affiancata una nuova sensibilità, «corazón afectuo-so y sensible», di cui Cadalso, soprattutto con le sue Noches, si è rivelato unautorevole interprete.

Nonostante ciò, questa manifestazione di una sensibilità che comincia aprofilarsi non deve assolutamente essere confusa con l'introduzione di unanuova metafisica fondata sull'esaltazione dell'io e sul ruolo del poeta diventatocoscienza e centro dell'universo; aspetti, questi, assenti in Cadalso. In lui non sirintracciano né l'elemento «pittoresco» né un innovativo sentimento della na-tura, che resta ancora soprattutto improntato al classicismo bucolico di Orazio,

glo..., op.cit., p. 440. Si veda anche la sua Oda En la muerte de un amigo in cui, dopo aversviluppato il componimento sulla tipica scenografia sepolcrale, il poeta si rivolge «Al hombresensible, al fiel amigo, al exaltado patriota...»; in M.J.Quintana, Poesías, edición, prólogo ynotas de A.Cortés, Madrid, Espasa-Calpe, 1958, p.143.

26 «Un erudito y crítico de entonces ̂ Juan Sempere y Guarinos/ asignó tres caracteres alfilósofa: ser ilustrado, humano y virtuoso; es decir, culto, sensible y cumplidor de las normas delbien», ricorda J.Arce, La poesía del siglo..., op.cit., p.316. Sul modello cadalsiano di «hombrede bien», cfr. J.Arce, Introducción alla sua ed. delle Cartas marruecas-Noches lúgubres,op.cit.,pp. 35-38, Russell P. Sebold, Cadalso, el primer romántico..., op.cit.,pp. 203-213, e, so-prattutto, R.Froldi, Apuntaciones sobre el pensamiento...,op.cit.; in particolare pp. 144-148.

27 Cfr. I. Vázquez de Castro, Hacia un nuevo sentido de lo sublime: un aspecto del léxico deCadalso, in A.A. V.V., Coloquio internacional..., op. cit., pp. 317-345; in particolare pp. 329-335.

28 Cfr.F.Sánchez-Blanco, Europa y el pensamiento..., op. cit., p. 214.

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Anacreonte e Garcilaso29, e neppure può considerarsi Tediato espressione del«dolore cosmico» del poeta come se egli fosse al centro di uno sconsolato «do-lore universale». A questo proposito è stato giustamente notato come l'esalta-zione dei sentimenti, manifestata in modo enfatico, non abbia afratto gettato lebasi della fase romantica - che in Spagna andò peraltro delineandosi in epocatardiva - ma vada piuttosto ricondotta a una modalità letteraria «culminante»,ma comunque propria della letteratura ilustrada e che riconosce appunto nelleNoches, come modello di prosa poetica, una sua prima e significativa espressio-ne30. Non a caso, da uomo ilustrado, lo scrittore andaluso opera un richiamoalla forza della ragione, contrapponendo consapevolmente a questa sensibilitàla «fuerza del espíritu», come dimostra l'interrogativo posto da Tediato:

«¿Qué es la razón humana si no sirve para vencer a todos los objetos y aun asus mismas flaquezas?» (NL, 320).

Con ciò Cadalso conferma il controllo razionale dei sentimenti e,con-temporaneamente, sottolinea il primato della ragione nella conoscenza uma-na. Fiducia nella ragione, come principio e strumento capace di spiegare e diriordinare la realtà, che torna a imporsi quando Tediato, in risposta a fanta-smi e ombre frutto dell'immaginazione di Lorenzo, ammonisce: «¡ Necio! Loque te espanta es tu misma sombra con la mía, que nacen de la postura denuestros cuerpos respecto de aquélla lampara» (NL, 314).

Tediato, che non crede ai «fantasmas» e «monstruos» che, egli sottolinea,«nunca [...] he hallado» (NL, 314), è assolutamente convinto che la riflessio-ne possa sconfiggere ogni fantasia e immaginazione umana. Essi sono soloespressione di una «fantasía llena de tristeza» e «fecunda sólo en quimeras.ilu-siones y objetos de terror!» (NL, 315), confermando così il potere della ra-gione e affidandosi, contemporaneamente, all'esperienza dei sensi.

29 Cfr. F.Bermúdez-Cañete, Cadalso y la naturaleza, in A.A.V.V., Hombre de bien...,op.cit., pp.13-38.

30 Cfr. J. Arce, La poesia..., op. cit., pp. 449-450. L'ispanista, sottolineando le novitàdelle Noches, osservò infatti che l'opera caldasiana, oltre a essere portatrice di una nuova sensi-bilità «virtuosa», attraverso il suo stile retorico ed enfatico atto a suscitare la commozione,sancì anche «la introducción del estilo prerromántico en España» (ibid); stile che però, rilevaArce, non preannunciava affatto una nuova fase letteraria, bensì esprimeva una corrente otendenza che rimanda alla letteratura della «ilustración madura» (ibid., p. 426).

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4. È ormai noto come Tediato, seguendo una moda del tempo che inseguito sfociò in una «verdadera explosión de lágrimas»31, riesca a esaltare inmodo iperbolico i propri sentimenti. Cadalso offre innumerevoli esempi ditale esternazione enfatica, come quando Tediato, nel monologo che apre laSegunda noche, dichiara: «Llorar, gemir, delirar... [...], las mejillas bañadas enlágrimas» (NL, 330).

Il personaggio cadalsiano estende però il proprio dolore alle sofferenzedi tutti gli uomini, ormai consapevole del fatto che la fortuna avversa e il de-stino tragico perseguitano anche il suo amico e cosciente, quindi, di non es-sere più l'unico uomo «a quien sus rayos [del sol] no consuelan» (NL, 329).In Tediato tale mutamento, avviatosi già nel carcere della Segunda noche, sicompie tra la fine di quella stessa notte e il soliloquio che apre la Tercera no-che, al termine di un percorso che, osserva Glendinning32, muovendosi «de loparticular» approda «a lo generai»:

«Ven: hallarás en mí un desdichado que padece no sólo sus infortunios pro-pios, sino los de todos los infelices a quienes conoce, mirándolos a todos comohermanos» (NL, 346).

Tediato, quindi, da una dimensione affettiva personale si sposta ora sulpiano dei valori universali. Contemporaneamente preannuncia una mutazio-ne in Lorenzo: una tediatización}} del personaggio che, a nostro avviso, giun-ge a conclusione soltanto nel suo ultimo dialogo, quando, appropriandosidello scetticismo e del pessimismo di Tediato, egli è conscio di essere insegui-to dalla sfortuna e di trovarsi «con tantas nuevas desgracias» nella sua «míserafamilia» (NL, 347). Ora anche Lorenzo, come già era avvenuto in Tediato,da personaggio è diventato coscienza, confermandosi anch'egli come punto divista dell'autore.

31 Ibid., p. 33.32 Cfr. N. Glendinning, Prólogo alla sua ed. delle Noches lúgubres, Madrid, Espasa-Cal-

pe, 1961, pp. VII-LXXVI; ivi. pp.LXV, e Id., Vida y obra de Cadalso, Madrid, Gredos, 1962,pp. 74-82.

33 Cfr. M.Ca.mmero,Introducción alla sua ed. delle Noches..., op. cit., p.l63,n.4O. E.Hel-man(Introducción alla sua ed. delle Noches, op. cit., p.48) aveva già osservato la «tediatización»di Lorenzo nella citata conclusione apocrifa della Tercera noche che venne aggiunta nel 1815.N.Glendinning (Prólogo alla sua ed. delle Noches..., op.cit., p. XLIV, n.57) sottolineò invecegiustamente che, in realtà, tale processo si era già avviato nella fase finale della Segunda noche.

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Tediato esprime la coscienza infelice dell'individuo e manifesta compas-sione e solidarietà nei confronti altrui, ormai consapevole che «todos llora-mos... todos enfermamos... todos morimos» (NL, 347). Consapevolezza, che,sorretta da una marcata tendenza e al pessimismo, opera come corollario del-le delusioni che investono l'uomo di fine Settecento («acompañar con tu risala risa universal, que es eco de los llantos de un mísero», osserva Tediato;NL, 331) e che sembrano preannunciare un mutamento nella sua mentalitàin cui «el llanto compasivo, la queja amarga, la condena desesperada va susti-tuyendo progresivamente entre los ilustrados a la risa primitiva a medida quedisminuye la esperanza de realizar la utopía de las Luces»34.

Le delusioni accostano Tediato a un nuovo umanitarismo in cui l'ideadi uguaglianza fra gli uomini appare però determinata da una posizione eti-co-morale piuttosto che politica o sociale. Certo, nelle Noches si riscontranoechi di protesta e di critica nei confronti delle gerarchle dello stato, dellaChiesa, del potere repressivo e giudiziario, tanto che alcuni studiosi hannoindividuato atteggiamenti simili fra il Tediato cadalsiano, il Saint-Preux rous-seauiano e il Werther di Goethe ".

È stata anche sottolineata la presenza del Beccaria (Dei delitti e delle pe-ne-, 1764) nelle riflessioni che occupano la Segunda noche nel carcere36. An-che se non in modo così evidente come nel dramma sentimentale El delin-cuente honrado (1774) di Jovellanos 37, sono in effetti rintracciabili alcuneanalogie soprattutto per quanto riguarda la critica rivolta al mondo dellaprigione, descritta come «sepulcro de vivos» e «morada de horror» (NL,

34 E Sánchez-Blanco, Europa y el pensamiento..., op. cit., p. 197. Si veda anche E. Kahi-luoto Rudat, Artificio, afecto y equilibrio clasico: ubicación estética de la obra de Cadalso, in Co-loquio internacional..., op. cit., pp. 193-210; ivi. pp. 206-207.

35 Cfr. Russell P. Sebold, Cadalso: el primer romántico..., op. cit., pp.150-153 e p. 269.Su questo aspetto si veda anche N.Glendinning, Sobre la interpretación de las Noches lúgubres,in «Revista de Literatura», XLIV(1982), pp. 131-139.

36 È probabile che Cadalso, il quale conosceva molto bene la lingua italiana, avesse let-to il testo del Beccaria ben prima del 1774, anno in cui, dopo aver superato gli ostacoli postidalla censura, ne fu pubblicata la traduzione spagnola. Il possibile influsso dello scrittore mi-lanese su Cadalso fu rilevato da E.He\man(Introducción alla sua edizione delle Noches..., op.cit., p. 47-48); questa tesi venne tuttavia contestata da N. Glendinning (Prólogo alla sua edi-zione delle Noches..., op. cit., pp. LIV-LV).

37 Cfr. J. M.Caso González, El delincuente honrado: drama sentimental, in La poética deJovellanos, Madrid, Prensa Española, 1972, pp. 202-234.

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335), e la condanna nei confronti di ogni strumento di tortura avanzata daTediato. A ciò vanno aggiunte le brevi allusioni al tema del «lusso» («pocacantidad [de dinero], sí, es útil [...], pero mucha es dañosa», sottolinea Te-diato; NL, 317), e alla conquista spagnola dell'America38, luoghi comuni neldibattito e nelle polemiche del secolo, che però non sembrano avere svoltoun ruolo determinante nel testo. D'altro canto, a conferma delle posizioniambigue che scaturiscono dal suo consueto gioco prospettico, Cadalso nonsempre elaborò tali nuclei tematici seguendo un medesimo approccio, con-vinto che «todas las cosas son buenas por un lado y malas por otro, comolas medallas que tienen derecho y revés»39. Tuttavia, tale atteggiamento anti-gerarchico e per certi aspetti anticonvenzionale, così come si manifesta inTediato, non diventa mai un atto di protesta organizzata nei confronti dellostatus politico e sociale del tempo né, tanto meno, si colloca in una prospet-tiva di radicale cambiamento della società in cui il poeta visse e che, tuttosommato,non smise mai di rispettare40.

Tediato, modello del filosofo pervaso da un innovativo umanitarismo, siribella all'ingiustizia:

«Haz lo que quieras; no abriré mis labios. Pero la voz de mi corazón..., aquellavoz que penetra el firmamento ¿ cómo me privarás de ella?» (NL, 336).

Egli, partendo dal suo individualismo e dalla sua solitudine, dovrà farfronte al destino avverso che lo colpisce affermando la propria indipendenzanei confronti di un universo fisico, sociale e morale41; universo che si manife-sta in modo ingiusto e disordinato, dove «todo se inunda en llanto» (NL,309) e che, come la notte che ci accompagna, si rivela «imagen del caos deque salimos» (NL, 331). Il protagonista delle Noches è però consapevole chenessuno ormai potrà più privarlo di questa sua nuova sensibilità («la voz demi corazón») e ad essa si affida, convinto che soltanto questa nuova «interior

38 Sul tema del «lusso» in Cadalso, cfr. A.Derozier, La cuestión del «lujo» en las «CartasMarruecas» de José Cadalso, in «Studi Ispanici»,1977,pp.95-l 12. Riguardo al tema americano,cfr. R.Froldi, La conquista dell'America..., op.cit.,e M.Fabbri, Don José Cadalso, relator de las«Cartas marruecas», in Coloquio internacional..., op.cit., pp. 125-140; ivi. pp.136-7.

39 J. Cadalso, Cartas marruecas, op. cit, p.125.40 Cfr. N.Glendinning, Ideas políticas y religiosas de Cadalso, in «Cuadernos Hispanoa-

mericanos», 389, 0/>.«'í.,pp.247-268.41 Cfr. I. Vázquez de Castro, op.cit.,p.3\8.

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sensatio» riuscirà a sconfiggere il terrore, la paura e il dolore (NL, 340). Essaviene ora ostentata come conquista, come pratica ed azione di vita virtuosa,divenendo componente di rilievo nella mentalità ilustrada di fine Settecento,e lasciando intravedere l'ideale dell' «uomo sensibile» in cui, se la sensibilità èil principio della coscienza, la coscienza è il principio della virtù.

5. Cadalso, quindi, con le sue Noches si conferma esempio notevole dihombre de bien, fedele ai presupposti della cultura ilustrada e dominato dauna costante esigenza etico-morale. Egli, attraverso l'antitetica relazione dia-logica fra Tediato e Lorenzo in cui si intravede il tono didattico proprio delsecolo, sviluppò una serie di riflessioni che rispecchiano l'insieme dei valori edei fulcri tematici propri della cultura e del pensiero di questa fase di transi-zione ed entro i cui orizzonti Cadalso sempre si mosse, investendo anche te-mi universali quali il destino dell'uomo e la condizione umana. Tutto ciò as-secondato dalla forza della nuova «sensibilità virtuosa», di cui Tediato si fainterprete e che, oltre a emergere come la novità più significativa, come l'ele-mento portante del testo, venne caratterizzando l'uomo dotato di corazónquale sede di bontà e virtù.

In Tediato, però, non si compie la trasformazione che dall'uomo ilustra-do porta all'eroe romantico. Egli resta soprattutto l'uomo malinconico, justo ebueno, in cui convivono, in equilibrio, ragione e sentimenti e che, dialogandocon se stesso e con gli altri sulla natura umana, getta le fondamenta moralisulle quali costruire una vita virtuosa, confermando con ciò il modellodell'uomo sensibile di fine Settecento alla costante ricerca del bene comune edella virtù.

L'umanità di tali sentimenti, e insieme l'atteggiamento critico, riforma-tore, pessimista e scettico che contraddistinse lo scrittore andaluso, sono tuttiaspetti rilevanti del suo pensiero e, come notò M. Fabbri42, sono appuntoquelli che lo definiscono, ideologicamente, come ilustrado e, moralmente, co-me hombre de bien.

Dopotutto, come evidenziò il suo amico Meléndez Valdés, Cadalso eraorientato, quasi fosse la sua idea dominante, a «buscar en el hombre al hom-bre mismo» 43. In questa sua ricerca, il personaggio cadalsiano, conscio del

42 Cfr. op. ciu, pp. 139-140.43 Carta a Salvador de Mena (marzo 1782), in E Ximénez de Sandoval, Quince cartas

inéditas del coronel Cadalso, in «Hispanófila», IV, I960, pp. 21-45.

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fatto che «ya no se mira el hombre como hermano de los otros» (NL, 323),con la sensibilità del «corazón», intesa come sfera di bontà virtuosa, troveràsoltanto un mondo caotico, disordinato dove sembrano regnare ovunque l'or-rore, il dolore e la miseria umana, e in cui la hombría de bien, sorretta soprat-tutto dall'amicizia, «virtud que haría feliz a todo el género humano» (NL,324), emerge come unica ancora di salvezza nel «corto trecho que hay de lacuna al sepulcro» (NL, 318).

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