Le misure ambientali adottate in Campania

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Inizia l’anno ed è ora di “fare i conti” con quello precedente … Anche per quanto riguarda l’ambiente è il momento di ve- rificare se le azioni intraprese per la lotta alle ecomafie pre- viste da protocolli d’intesa, proclami e progetti hanno dato i risultati sperati. Non si sono fatti attendere, allora, i bilanci delle attività relative al 2018 dei Carabinieri Fore- stali e dell’Esercito (nell’am- bito dell’operazione “Terra dei Fuochi”). I dati parlano chiaro: 71.835 controlli (più del 14% rispetto al 2017 e più del 26% rispetto al 2016) ef- fettuati nel 2018 dai Carabi- nieri Forestali in Campania, 3.049 gli illeciti amministra- tivi contestati (più del 45% ri- spetto al 2017 e più del 102% rispetto al 2016) per un im- porto di € 3.715.869,75 e 2.456 (più del 21% rispetto al 2016) le notizie di reato se- gnalate all’AG, con 834 seque- stri e 15 arresti (più del 50% rispetto al 2017 e più del 67% rispetto al 2016). Tra i risul- tati operativi più significativi il contrasto al bracconaggio di avifauna; si pensi che in un’unica azione di polizia giu- diziaria sono stati sequestrati oltre 1500 esemplari di avi- fauna selvatica, illegalmente catturati da soggetti dediti stabilmente al bracconaggio e destinati alla vendita per fi- nalità ornamentali, commer- ciali e alimentari nel Nord Italia. Molti anche gli stru- menti sequestrati per la cac- cia illegale: si tratta di dispositivi elettromagnetici che diffondevano il verso degli uccelli, richiami, stampi di plastica che riproducevano le sembianze dei volatili e che venivano disposti in zone in cui erano state piazzate trap- pole e reti. Il contrasto agli abbandoni, alle discariche e alla gestione illecita di rifiuti ha prodotto, poi, 626 notizie di reato (+46% rispetto al 2017 e più del doppio rispetto al 2016 +161%) nonché la con- testazione di 536 illeciti (+30% rispetto al 2017 e + 165% rispetto al 2016). M Martelli a pag.3 Le misure ambientali adottate in Campania di Luigi Stefano Sorvino Si manifesta oggi un crescente interesse dell’opinione pub- blica e dei media verso i diffusi fenomeni di inquinamento at- mosferico che affliggono di- versi centri urbani anche della Campania, con particolare ap- prensione per le potenziali ri- cadute sulla salute dei cittadini esposti. L’attenzione si focalizza sulla efficienza e qualità del servi- zio di monitoraggio atmosfe- rico, effettuato dall’Arpac istituzionalmente responsa- bile – in nome e per conto della Regione – della rileva- zione, gestione e valutazione dei dati e delle informazioni sulla qualità dell’aria. Talvolta, paradossalmente, la pur legittima preoccupazione degli utenti e delle associazioni anziché concentrarsi sulla complessa analisi delle cause e, soprattutto, sulla non facile ricerca delle soluzioni struttu- rali, sembra appuntarsi sulla presunta insufficienza o inade- guatezza della pur avanzata rete di monitoraggio – di cui si chiede la capillarizzazione – quasi che le centraline non fos- sero uno strumento di rileva- zione ma le responsabili delle criticità e del contenuto dei dati monitorati. Risulta così utile riepilogare i principi della materia per ra- gionare in modo non emotivo ma costruttivo e propositivo, anche chiarendo la fondamen- tale attività dell’Agenzia, svolta con impegno e scrupolo professionale dalle sue strut- ture tecniche, in un settore di sempre più essenziale rilievo per la tutela ambientale. L’inquinamento della matrice aria ha rappresentato la prima tematica su cui si è mi- surato il nascente diritto am- bientale, con l’antesignana legge “antismog” n. 615/1966, che definiva il fenomeno e le fi- nalità di protezione sanitaria della primigenia normativa, identificando le potenziali fonti inquinanti, con la previ- sione di una serie di strumenti e misure – all’epoca quasi del tutto inattuata – per formu- lare una risposta organica al- l’incipiente e poi sempre più pervasiva problematica. Nella successiva evoluzione, come in tutti i rami del diritto dell’ambiente, le azioni e poli- tiche di settore si sono svilup- pate in ambito europeo, tra l’altro con la “comunicazione per la strategia tematica del- l’ambiente urbano (2005)e la conseguente direttiva 2008/ 50/CE delle Istituzioni comu- nitarie, relativa alla “qualità dell’aria ambiente e per un’ area più pulita in Europa”, poi recepita in ambito nazionale dal D.Lgs 155/2010. Con il progresso tecnologico e delle conoscenze, si è accre- sciuto il numero delle so- stanze sottoposte al monito- raggio, con sempre maggiore attenzione alle c.d. polveri sottili ed ultrasottili (P.M.10 e P.M.2,5), “particulate matter”, in quanto gli studi scientifici hanno evidenziato quanto le frazioni più fini del particolato siano pericolose per la salute umana, investendo diretta- mente l’apparato respiratorio. continua a pag.2 L’inquinamento atmosferico ed il monitoraggio Arpac GREEN ECONOMY Gli studenti dell’istituto pro- fessionale di Megara, nei pressi di Atene, sono venuti a lezione in Italia per impa- rare come si gestiscono... a pag.6 EDITORIALE Forestali ed Esercito hanno reso noti i dati relativi alle azioni intraprese nel 2018 BIO-ARCHITETTURA ARTE & AMBIENTE Utilizzare un modello di economia circolare è per ogni Paese una scelta intel- ligente, conveniente e salu- tare. pagg.4 e 5 L’architetto palermitano Mario Cucinella (nato nel 1960), fondatore di Building Green Futures ed espo- nente di primo piano... a pag.12 Architettura e sostenibilità secondo Mario Cucinella L’Abbazia di San Lorenzo ad Septimum Una delle più grandi chiese di epoca longobarda in Campania L’Abbazia di San Lorenzo ad Septimum di Aversa con annesso monastero,vanta origini antichissime. Sorge in una località che già... Stabile a pag.15 ARPAC Studenti dalla Grecia in visita ai frantoi campani Un progetto educativo nell’ambito di Erasmus plus Economia circolare: una scelta intelligente e conveniente

Transcript of Le misure ambientali adottate in Campania

Inizia l’anno ed è ora di “farei conti” con quello precedente… Anche per quanto riguardal’ambiente è il momento di ve-rificare se le azioni intrapreseper la lotta alle ecomafie pre-viste da protocolli d’intesa,proclami e progetti hannodato i risultati sperati. Non sisono fatti attendere, allora, ibilanci delle attività relativeal 2018 dei Carabinieri Fore-stali e dell’Esercito (nell’am-bito dell’operazione “Terra deiFuochi”). I dati parlanochiaro: 71.835 controlli (piùdel 14% rispetto al 2017 e piùdel 26% rispetto al 2016) ef-fettuati nel 2018 dai Carabi-nieri Forestali in Campania,3.049 gli illeciti amministra-tivi contestati (più del 45% ri-spetto al 2017 e più del 102%rispetto al 2016) per un im-porto di € 3.715.869,75 e2.456 (più del 21% rispetto al2016) le notizie di reato se-gnalate all’AG, con 834 seque-stri e 15 arresti (più del 50%rispetto al 2017 e più del 67%rispetto al 2016). Tra i risul-tati operativi più significativiil contrasto al bracconaggio diavifauna; si pensi che inun’unica azione di polizia giu-diziaria sono stati sequestratioltre 1500 esemplari di avi-fauna selvatica, illegalmentecatturati da soggetti deditistabilmente al bracconaggio edestinati alla vendita per fi-nalità ornamentali, commer-ciali e alimentari nel NordItalia. Molti anche gli stru-menti sequestrati per la cac-cia illegale: si tratta didispositivi elettromagneticiche diffondevano il verso degliuccelli, richiami, stampi diplastica che riproducevano lesembianze dei volatili e chevenivano disposti in zone incui erano state piazzate trap-pole e reti. Il contrasto agliabbandoni, alle discariche ealla gestione illecita di rifiutiha prodotto, poi, 626 notiziedi reato (+46% rispetto al2017 e più del doppio rispettoal 2016 +161%) nonché la con-testazione di 536 illeciti(+30% rispetto al 2017 e +165% rispetto al 2016).

MMartelli a pag.3

Le misure ambientali adottate in Campania

di Luigi Stefano Sorvino

Si manifesta oggi un crescenteinteresse dell’opinione pub-blica e dei media verso i diffusifenomeni di inquinamento at-mosferico che affliggono di-versi centri urbani anche dellaCampania, con particolare ap-prensione per le potenziali ri-cadute sulla salute deicittadini esposti.L’attenzione si focalizza sullaefficienza e qualità del servi-zio di monitoraggio atmosfe-rico, effettuato dall’Arpacistituzionalmente responsa-bile – in nome e per contodella Regione – della rileva-zione, gestione e valutazionedei dati e delle informazionisulla qualità dell’aria.Talvolta, paradossalmente, lapur legittima preoccupazionedegli utenti e delle associazionianziché concentrarsi sullacomplessa analisi delle causee, soprattutto, sulla non facilericerca delle soluzioni struttu-rali, sembra appuntarsi sullapresunta insufficienza o inade-guatezza della pur avanzatarete di monitoraggio – di cui sichiede la capillarizzazione –quasi che le centraline non fos-sero uno strumento di rileva-zione ma le responsabili dellecriticità e del contenuto deidati monitorati.Risulta così utile riepilogare iprincipi della materia per ra-gionare in modo non emotivoma costruttivo e propositivo,anche chiarendo la fondamen-tale attività dell’Agenzia,svolta con impegno e scrupoloprofessionale dalle sue strut-ture tecniche, in un settore disempre più essenziale rilievoper la tutela ambientale.L’inquinamento della matricearia ha rappresentato laprima tematica su cui si è mi-surato il nascente diritto am-bientale, con l’antesignana

legge “antismog” n. 615/1966,che definiva il fenomeno e le fi-nalità di protezione sanitariadella primigenia normativa,identificando le potenzialifonti inquinanti, con la previ-sione di una serie di strumentie misure – all’epoca quasi deltutto inattuata – per formu-lare una risposta organica al-l’incipiente e poi sempre piùpervasiva problematica.Nella successiva evoluzione,come in tutti i rami del dirittodell’ambiente, le azioni e poli-tiche di settore si sono svilup-pate in ambito europeo, tral’altro con la “comunicazioneper la strategia tematica del-l’ambiente urbano (2005)” e laconseguente direttiva 2008/50/CE delle Istituzioni comu-nitarie, relativa alla “qualitàdell’aria ambiente e per un’area più pulita in Europa”, poirecepita in ambito nazionaledal D.Lgs 155/2010.Con il progresso tecnologico edelle conoscenze, si è accre-sciuto il numero delle so-stanze sottoposte al monito-raggio, con sempre maggioreattenzione alle c.d. polverisottili ed ultrasottili (P.M.10 eP.M.2,5), “particulate matter”,in quanto gli studi scientificihanno evidenziato quanto lefrazioni più fini del particolatosiano pericolose per la saluteumana, investendo diretta-mente l’apparato respiratorio.

continua a pag.2

L’inquinamento atmosferico ed il monitoraggio Arpac

GREEN ECONOMY

Gli studenti dell’istituto pro-fessionale di Megara, neipressi di Atene, sono venutia lezione in Italia per impa-rare come si gestiscono...

a pag.6

EDITORIALE

Forestali ed Esercito hanno reso noti i dati relativi alle azioni intraprese nel 2018

BIO-ARCHITETTURA

ARTE & AMBIENTE

Utilizzare un modello dieconomia circolare è perogni Paese una scelta intel-ligente, conveniente e salu-tare.

pagg.4 e 5

L’architetto palermitanoMario Cucinella (nato nel1960), fondatore di BuildingGreen Futures ed espo-nente di primo piano...

a pag.12

Architettura e sostenibilità secondo Mario Cucinella

L’Abbazia di San Lorenzo ad Septimum Una delle più grandi chiese di epoca longobarda in Campania

L’Abbazia di San Lorenzoad Septimum di Aversa conannesso monastero,vantaorigini antichissime. Sorgein una località che già...

Stabile a pag.15

ARPAC

Studenti dalla Grecia in visita ai frantoi campaniUn progetto educativo nell’ambito di Erasmus plus

Economia circolare: una scelta intelligente e conveniente

Segue dalla prima

Si è approfondita la comples-sità tecnica del fenomeno, conun’articolata classificazionedelle fonti di inquinamento –tra naturali ed antropiche –collegate alle più svariatecause e tipologie di emissioni(connesse alla circolazione edal traffico urbano, agli im-pianti di riscaldamento, alleattività produttive, ecc.),mentre gli studi epidemiolo-gici hanno ribadito ed appro-fondito il nesso tra l’inqui-namento dell’aria ed il peg-gioramento delle condizionidi salute della popolazioneesposta soprattutto nellecittà.L’Arpa Campania è forte-mente impegnata sul tema,con le difficili peculiarità delterritorio regionale, che regi-stra significativi e ricorrentipunti critici non solo nell’areametropolitana (Napoli città esoprattutto da piazza Gari-baldi all’hinterland Acerrano-Nolano, con picchi traPomigliano d’Arco e San Vi-taliano), ma altresì nelle cittàinterne di Avellino e Bene-vento, anche a causa dellasfavorevole conformazionegeomorfologica a conca, con ilrelativo “effetto-catino” chefavorisce la formazione, con-centrazione ed accumulo dielementi inquinanti in rista-gno (con il fenomeno invernaledell’inversione termica). La rete di rilevazione dell’Ar-pac è oggi completa ed effi-ciente, ancorché suscettibile diopportuni potenziamenti eperfezionamenti, costituita daalcune decine di centralinefisse, localizzate in punti stra-tegici per l’intero territorio re-gionale integrata all’occor-renza dalle campagne straor-dinarie dei cinque laboratorimobili. Essa è in grado di of-frire, in conformità alla nor-mativa comunitaria enazionale, dati attendibili etempestivi che vengono co-stantemente resi accessibilial pubblico e posti a disposi-zione delle Amministrazionilocali, competenti ad adottarei provvedimenti necessari e lepolitiche d’intervento.La normativa prevede ap-punto che la rete di misura siasoggetta alla gestione e al con-trollo pubblico, assicurato inItalia dalle Agenzie regionali

per l’ambiente, garantendo unsistema di valutazione dellaqualità atmosferica con stan-dard elevati ed omogenei sul-l’intero territorio. Il sistema diacquisizione, trasmissione emessa a disposizione dei datideve rispondere a criteri di og-gettività e tempestività dellaconoscenza, secondo canoni diefficienza, efficacia ed econo-micità.Il presupposto del sistema divalutazione è costituito dallazonazione del territorio per ag-glomerati, individuati secondoappositi parametri, con misu-razione in siti fissi di campio-namento, indicatori ed altretecniche. L’attuale configura-zione della rete regionale dimonitoraggio, gestita dalla Di-rezione tecnica dell’Arpac è

stata oggetto di recente rivisi-tazione e potenziamento, ap-provata dalla RegioneCampania nel 2014, in attua-zione della normativa di set-tore e a valle della validazionedel Ministero dell’Ambiente,con i conformi pareri dell’Isprae dell’Enea. A fronte delle continue richie-ste di installazione di altrecentraline in molteplici puntidel territorio, è bene ricordareche la normativa vieta l’inutileeccesso di stazioni di monito-raggio – da dislocare in confor-mità ai criteri delle c.d. “tre E”( efficienza, efficacia ed econo-micità) – e per ogni sito la va-lutazione deve ritenersirappresentativa dell’interazona o agglomerato di riferi-mento. La rete Arpac restitui-

sce quindi rilevazioni puntualiin siti e con tecniche specifica-tamente determinate, secondooggettivi criteri di individua-zione, ed elabora previsionimodellistiche al fine di consen-tire una valutazione mediadell’esposizione della popola-zione alle emissioni inqui-nanti.Si tratta ora, da parte deglienti competenti, di interveniresulle cause attivando di voltain volta i piani e le misure ne-cessarie nei casi di supera-mento dei limiti e valoriconsentiti, inter agendo sulcomplesso insieme delle sor-genti di emissioni ovunque lo-calizzate, con azioni di areavasta concertate tra le varieAmministrazioni per il breve,medio e lungo periodo (se-guendo il modello europeo esecondo quanto sta iniziando asperimentarsi nella PianuraPadana). Gli interventi e politiche attivepossono essere le più svariate,con ordinanze interdittive eregolamenti impositivi maanche misure incentivanti e disensibilizzazione rispetto aglistili di vita, con interventi a fa-vore della mobilità urbana so-stenibile, della riconversionedel trasporto pubblico versomezzi a basso impatto, con lapromozione di forme alterna-tive di mobilità urbana (carsharing, car pooling, bike sha-ring).

Ed ancora occorre favorire ilrinnovo del parco circolante insenso ecologico, la maggioreosservanza del Codice dellastrada con l’attuazione deglistrumenti di piano da essoprevisti, politiche urbanistichedi delocalizzazione delle con-centrazioni insediative e voltea realizzare infrastruttureverdi, isole pedonali e zone atraffico limitato, piste cicla-bili, controlli sulle emissioniindustriali e sul sistema degliimpianti termici di climatizza-zione e riscaldamento. Perquesti ultimi è importantepromuovere politiche volte amigliorare l’efficienza energe-tica degli edifici, in modo daminimizzare l’uso degli im-pianti di riscaldamento, e sce-gliere le tecnologie più idonee,tenendo anche conto dell’im-portanza di minimizzare leemissioni di polveri sottili dariscaldamenti domestici, cherappresentano circa la metàdelle emissioni totali.C’è veramente molto da farenello sviluppo del ventaglio dimisure possibili, generali esettoriali, volte alla riduzionedell’inquinamento atmosfe-rico, da coniugare nella speci-ficità delle singole realtà localiper calibrarle in modo ade-guate alla portata della pro-blematica.

Il Commissario StraordinarioAvv. Luigi Stefano Sorvino

L’inquinamento atmosferico ed il monitoraggio ArpacIl territorio regionale registra significativi e ricorrenti punti critici non solo nell’area metropolitana

Anna Paparo

La piaga dell’inquinamentonon risparmia proprio nessuno.Così, l’Italia a causa dell’altotasso di avvelenamento del-l’ambiente e delle basse condi-zioni socio-economiche nonriesce a uscirne incolume, ag-giudicandosi il titolo di Paesedell'Ue col più alto numero diaree a rischio a causa dellosmog e ondate di calore in Eu-ropa. A dirlo è stato il primorapporto dell'Agenzia dell'Ueper l'ambiente (Eea) che mettein relazione indicatori sulla sa-lute, ambientali e socio-demo-grafici. Lo studio ha ben messo in evi-denza che le diseguaglianzeeconomiche e sociali aumen-tano l'impatto di inquinamento

atmosferico e acustico e delletemperature estreme, con ipaesi del Sud e dell'Est Europapiù vulnerabili. Inoltre, l’Agen-zia Ue ha rilevato che i mag-giori rischi per la salute dovutiall’inquinamento e ai cambia-menti climatici sono stati ri-

scontrati in quelle aree dove iredditi e il livello di istruzionesono inferiori alla media euro-pea e, d’altro canto, superiorisono i tassi di disoccupazione alungo termine e di anzianitàdella popolazione. Tra le cittàcon i più alti livelli di disoccu-

pazione e la più alta esposi-zione al particolato Pm10 ritro-viamo Torino, Stara Zagora(Bulgaria) e Nicosia (Cipro). Atutto ci si deve aggiungere chelo studio ha posto l’accento sulfatto che l'Italia rappresentiuno, oltre alla Grecia e alla Slo-vacchia, caratterizzato dalmaggior numero di territori incui i rischi ambientali si so-vrappongono ai fattori sociali eviceversa. Nella Penisola, in-fatti, si trova il maggior nu-mero di aree in Europa espostea tre tipi di inquinamento at-mosferico - da particolato, bios-sido di azoto e ozono - e alleondate di calore, con la pre-senza simultanea dei problemidi smog tipici delle aree urbanecon reddito pro-capite inferiorealla media europea (Pm10 e

ozono) e quelli delle regioni svi-luppate (biossido di azoto). Manon finisce qui. L’Eea ha notatoche le variabili socio-economi-che incidono, infine, anche sullacapacità di gestire fenomenimeteo estremi: l'invecchia-mento amplia le fasce vulnera-bili della popolazione, a cui vaaggiunto che la disponibilità direddito è determinante, peresempio, per isolare termica-mente il luogo dove si abita eun basso livello di istruzionepuò ridurre la consapevolezzasui comportamenti da adottarein caso di picchi di calore. Unmonito, quello che proviene dal-l’Unione Europea, che continuaa porre l’accento sui fenomenidell’inquinamento e dei cam-biamenti climatici che nonsmettono di far parlare di sé.

Giulia Martelli

Inizia l’anno ed è ora di “fare iconti” con quello precedente …Anche per quanto riguardal’ambiente è il momento di ve-rificare se le azioni intrapreseper la lotta alle ecomafie previ-ste da protocolli d’intesa, pro-clami e progetti hanno dato irisultati sperati. Non si sonofatti attendere, allora, i bilancidelle attività relative al 2018dei Carabinieri Forestali edell’Esercito (nell’ambito del-l’operazione “Terra dei Fuo-chi”). I dati parlano chiaro:71.835 controlli (più del 14% ri-spetto al 2017 e più del 26% ri-spetto al 2016) effettuati nel2018 dai Carabinieri Forestaliin Campania, 3.049 gli illecitiamministrativi contestati (piùdel 45% rispetto al 2017 e piùdel 102% rispetto al 2016) perun importo di € 3.715.869,75 e2.456 (più del 21% rispetto al2016) le notizie di reato segna-late all’AG, con 834 sequestri e15 arresti (più del 50% rispettoal 2017 e più del 67% rispettoal 2016). Tra i risultati opera-tivi più significativi il contrastoal bracconaggio di avifauna; sipensi che in un’unica azione dipolizia giudiziaria sono stati se-questrati oltre 1500 esemplaridi avifauna selvatica, illegal-mente catturati da soggetti de-

diti stabilmente al bracconag-gio e destinati alla vendita perfinalità ornamentali, commer-ciali e alimentari nel Nord Ita-lia. Molti anche gli strumentisequestrati per la caccia ille-gale: si tratta di dispositivi elet-tromagnetici che diffondevanoil verso degli uccelli, richiami,stampi di plastica che riprodu-cevano le sembianze dei volatilie che venivano disposti in zonein cui erano state piazzate trap-pole e reti.Il contrasto agli abbandoni, allediscariche e alla gestione ille-cita di rifiuti ha prodotto, poi,626 notizie di reato (+46% ri-spetto al 2017 e più del doppiorispetto al 2016 +161%) nonchéla contestazione di 536 illeciti(+30% rispetto al 2017 e +165% rispetto al 2016). Da se-gnalare l’accertamento, nell’-hinterland napoletano enolano, di decine di illeciti neitrasporti e nella gestione di ri-fiuti che hanno riguardato atti-vità del settore edile, quellededite a riparazioni meccani-che, autocarrozzerie, produ-zione di calzature e di infissi,risultate operare talvolta senzaalcuna autorizzazione.Illegalità diffusa anche nellagestione di siti di trattamento estoccaggio di rifiuti del caser-tano e in numerose aziendezootecniche, sia in provincia di

Caserta che di Salerno chesmaltivano i reflui bruti diret-tamente sul suolo o nelle acquesuperficiali ovvero in difformitàalla disciplina regionale sul-l’utilizzazione agronomica deglistessi. Tre gli arresti in fla-granza per combustione illecitadi rifiuti (San Tammaro, PalmaCampania), la fattispecie delit-tuosa introdotta nel 2014 percontrastare il fenomeno deiroghi tossici. I militari dell’eser-cito, dal canto loro, in quattroanni di attività hanno portato

alla luce 4.400 siti di sversa-mento e oltre 920 roghi e daquest’anno potranno avvalersiper migliorare il controllo delterritorio di nuove unità enuove attrezzature come dronicon un raggio d’azione di 10 kmche permetteranno la trasmis-sione di immagini video aereead una stazione di terra, ad unlaptop e ad un terminale videoremoto, sia in ambiente diurnoche notturno. Tutti questi nu-meri non resteranno però deidati isolati ma serviranno a

mettere in atto nuove strategiee nuovi progetti; per i ventottoComuni della provincia di Na-poli che rientrano nella zonadella Terra dei Fuochi è infatticominciato un ciclo di audizionipresso la Commissione Spe-ciale “Terra dei fuochi, bonifi-che, ecomafie” al fine diillustrare nuove metodologieper affrontare le emergenzeambientali raccogliendo ap-punto dati utili che sarannomessi a disposizione dei sindacicoinvolti.

Le misure ambientali adottate in Campania

Italia: paese europeo a maggior rischio smog

Forestali ed Esercito hanno reso noti i dati relativi alle azioni intraprese nel 2018

Anche la diseguaglianza economica tra le cause della cattiva salute del Bel paese

Fabiana Liguori

Utilizzare un modello di eco-nomia circolare è per ogniPaese una scelta intelligente,conveniente e salutare. Par-lare in Italia di questo settoreè diventato routine. Tante lechiacchiere e i “buoni propo-siti” ma nel concreto, siamoun Paese molto indietro puressendo ben consapevoli diquanto questo sistema, piùsostenibile e a basso impattoambientale, gioverebbe atutti: amministrazioni, terri-torio ed abitanti. L’economia circolare, infatti,crea anche investimenti, occu-pazione e benefici economici,ma nel Belpaese, purtroppo,nonostante siano tante le re-altà virtuose presenti, non siriesce a dare una svolta inquesta direzione perché ogniazione e iniziativa è ostaco-lata da un quadro legislativoinadeguato e contraddittorio. Lo studio di Legambiente eUniversità di Padova su indu-stria 4.0 e economia circolare,evidenzia come le aziende chehanno investito in questo mo-dello abbiano incrementato illivello occupazionale e comegli investimenti hanno por-tato ad un aumento del valoredel prodotto e a un migliora-mento della reputazione del-l’impresa. Queste realtà sonofiore all’occhiello del Paesema invece di essere sostenutee valorizzate vengono spessolasciate sole, senza una poli-tica industriale a livello na-zionale che punti sul settore.Il 2018 è stato l’anno dell’ap-provazione del pacchetto eu-ropeo sull’economia circolare,con cui sono stati introdottiobiettivi di preparazione, riu-tilizzo e riciclaggio dei rifiuti:50% al 2020, 60% al 2030 e65% al 2035. In Italia, la per-centuale di preparazione peril riutilizzo e il riciclaggio siattesta al 43,9%, conside-rando tutte le frazioni conte-nute nei rifiuti urbani. Apesare la mancanza diun’adeguata rete impianti-stica a supporto di queste ope-razioni. Una delle conseguenze è il

trasferimento dei rifiuti rac-colti in altre regioni o al-l’estero. Senza urgenti e adeguati in-terventi da parte del Governosi rischia l’intasamento delsistema, con impianti e siti distoccaggio pieni di materialeche non trova destinazione e,come sta già accadendo, l’in-trusione dell’illegalità nel si-stema. Legambiente, da sempre im-

pegnata nel diffondere lebuone pratiche per il cittadinoe l’ambiente, si mobilita an-cora una volta per cercare dicambiare le cose presentandoal Governo e al Parlamentodieci azioni da mettere in attoper rimuovere quelle barrierenon tecnologiche che frenanolo sviluppo di un sano modellodi economia circolare:1. Più riciclo con l'End ofwaste

Approvare subito una normasemplice ed efficace sull'Endof waste (Eow) per aumentareil riciclo dei rifiuti urbani especiali e superare la crisiaperta con la sentenza delConsiglio di Stato che ha cen-tralizzato le competenze alloStato. Il riciclo dei rifiuti va sempli-ficato al massimo.È urgente anche che il mini-stero dell'Ambiente emani

una circolare per tutte le Re-gioni per confermare che laproduzione del biometano dadigestione anaerobica non hanulla a che fare con la norma-tiva Eow. Per velocizzare l'iter di defini-zione e condivisione dei de-creti Eow serve costituire unatask force al Ministero del-l'Ambiente che si occupiesclusivamente di questo.

segue a pag.5

Economia circolare: una sceltaintelligente e conveniente

Le proposte di Legambiente al Governo per l’adozione di un sistema più sostenibile

2. Rifiuti zero, impiantimilleCompletare il sistema im-piantistico per il riciclo e ilriuso dei rifiuti, urbani e spe-ciali, rendendo autosuffi-ciente ogni regione.Serve approvare una normasul dibattito pubblico per au-mentare il consenso e facili-tare la realizzazione degliimpianti industriali per l'eco-nomia circolare italiana.Nel Centro Sud Italia è ur-gente realizzare almeno unimpianto di compostaggio e didigestione anaerobica conproduzione di biometano perogni provincia. Serve anche autorizzare al-meno una discarica per re-gione per smaltire i rifiuticontenenti amianto, anchealla luce della ripartenza del-l'extra bonus per sostituire leonduline in cemento amiantocon i pannelli fotovoltaici gra-zie al decreto incentivi diprossima emanazione.3. L'apertura al mercatonon migliora le perfor-mance dei sistemi consor-tiliDa tempo si paventa un'aper-tura al mercato di alcune fi-liere di gestione dei rifiuti peraumentare le performancedel sistema. I dati delle pre-cedenti esperienze in questosenso (dalle pile ai rifiuti daapparecchiature elettriche edelettroniche) dimostrano chela concorrenza porta i sistemiconsortili a privilegiare i ri-fiuti più semplici da racco-gliere e quindi con costiminori, sfavorendo evidente-mente le aree più difficili daraggiungere. L'Italia nondeve più ripetere lo stesso er-rore.4. Tariffa puntuale obbli-gatoria per ridurre e pre-venire la produzione deirifiutiLe statistiche sul ciclo dei ri-fiuti in Italia confermano datempo che solo con i sistemi

di tariffazione puntuale chefanno pagare meno le utenze,domestiche e non, che produ-cono minori quantità di ri-fiuti. Serve approvare unanorma che obblighi i Comuniitaliani ad abbandonare il si-stema di tariffazione norma-lizzata passando a quellapuntuale basato su sistemi diraccolta domiciliare, sul mo-dello di quanto già fatto conlegge regionale in Emilia Ro-magna o Lazio.5. Una nuova ecotassa indiscarica sui quantitativipro capite di secco resi-duo smaltitoOccorre approvare una normache modifichi il tributo spe-ciale per il conferimento in di-scarica. Con il collegatoambientale approvato allafine del 2015 sono previstisconti progressivi per le am-ministrazioni locali che supe-rano la soglia minima del65% di raccolta differenziatama tutto questo non è più suf-ficiente. Le Regioni devonoessere obbligate a modulare iltributo attraverso premialitàin funzione del secco residuopro capite avviato a smalti-

mento con l’obiettivo di ri-durre il rifiuto indifferenziatoin favore di riciclo, preven-zione e riuso dei materiali.6. Appalti più verdiBisogna mettere in campouna task force per controllaree obbligare tutte le stazioniappaltanti al rispetto dell'usodei Criteri Ambientali Mi-nimi nelle gare al fine di pro-muovere il Green publicprocurement e creare unmercato interno dei prodottirealizzati dal riciclo dei ri-fiuti, anche per fronteggiarel’emergenza causata dallachiusura delle frontiere ci-nese alle importazioni di ri-fiuti.7. Approvare i disegni dilegge 'Salvamare' e sul ‘fi-shing for litter’È impellente approvare il di-segno di legge “Salvamare”sulla plastica monouso predi-sposto dal ministro SergioCosta, unificandone i conte-nuti con il progetto di leggesul “Fishing for litter” perpermettere ai pescatori difare gli spazzini del mare. Èfondamentale approvare defi-nitivamente le due leggiprima della prossima estateper mantenere la leadershipnormativa dell’Italia nel con-trastare il marine litter chesoffoca mari, fiumi e laghi. 8. Meno plastica monousoper l’ortofrutta nei super-mercatiServe emanare una circolaredel ministero della Salute persbloccare l'uso delle retineriutilizzabili per l'acquistodell'ortofrutta nei supermer-cati, così come avviene già indiversi Paesi europei e comegià fanno due aziende in Ita-lia (tra queste Ecor Natu-raSì). Non ci sono normativeigienico-alimentari europeeche obbligano l’uso dei sac-chetti monouso e che vietano

l’uso dei sacchetti riutilizza-bili.9. Più controlli per com-battere la concorrenzaslealeBisogna garantire subito unsistema efficace di controllilungo tutta la filiera dei ri-fiuti, urbani e speciali, percontrastare mercati e trafficiilleciti (ad esempio per quantoriguarda gli smaltimenti ille-gali degli pneumatici fuori usoè fondamentale contrastare lavendita in nero di quellinuovi). Per superare il pro-blema cronico del Paese concontrolli ambientali a macchiadi leopardo, è decisivo che ilministero dell’Ambiente con-cluda il lavoro iniziato conl’approvazione trasversale inParlamento della legge 132.Se vogliamo tutelare l’am-biente, la salute dei cittadini,le attività delle imprese ri-spettose della legge che subi-scono la concorrenza sleale daparte di quelle che scaricanosulla collettività i costi am-bientali delle loro produzioni,serve rendere capillare, ade-guato e omogeneo sul territo-rio nazionale il sistema deicontrolli pubblici sull’am-

biente. Serve arrivare subitoall’approvazione dei decretiattuativi della legge 132. 10. Promuovere l’innova-zione di prodotto e pro-cessoIn ultimo è necessario co-struire un sistema premianteper l’innovazione di processoper rendere più convenientile nuove tecnologie di riciclodi materiali oggi difficilmentericiclabili e per l’innovazionedi prodotto per ridurre forte-mente la vendita sul mercatodi prodotti performanti mache possono essere avviatisolo a recupero energetico o idiscarica. Per incentivare adesempio il riciclo delle plasti-che più costose da avviare arecupero di materia è fonda-mentale prevedere agevola-zioni fiscali per aziende eprodotti che utilizzano unaquota minima di polimeri ri-ciclati, come da proposta delTavolo per il riciclo di qualità,istituito da FederazioneGomma-Plastica e di cuifanno parte anche IPPR (Isti-tuto per la Promozione dellePlastiche da Riciclo), Conai,Corepla, ISPRA, ENEA e Le-gambiente.

segue da pagina 4

Gli studenti dell’istituto profes-sionale di Megara, nei pressi diAtene, sono venuti a lezione inItalia per imparare come si ge-stiscono i residui della molituradelle olive, i cosiddetti refluioleari. Partner di questo pro-getto didattico è stata l’ArpaCampania, contattata dalla “fa-cilitatrice” Melina Elena Stylia-nou che segue per alcune scuolegreche i progetti Erasmus plusdestinati agli istituti superiori.Diciotto studenti dell’indirizzomeccanico, elettrotecnico e

agronomico, accompagnati dadue insegnanti, sono stati im-pegnati in un percorso educa-tivo dall’11 al 15 febbraio. Ilprogetto, incentrato sui tratta-menti integrali e gli utilizzi col-laterali dei residui derivantidalla produzione di olio d’oliva,si è articolato in tre giornated’aula che si sono svolte nellasede della Fondazione Menna aSalerno, e in due giorni di atti-vità sul campo, con visite allesedi di Coldiretti Salerno, Pro-faAgri Salerno e Legambiente

Paestum e a diverse realtà pro-duttive. Tra queste, lo stabili-mento Olio Dante a Monte-sarchio, in provincia di Bene-vento, il frantoio Serra Marinaa Laureana Cilento e il sansifi-cio Sios a Battipaglia, entrambiin provincia di Salerno. Perl’Agenzia, sono stati impegnaticome docenti Claudio Marro(responsabile della UOC Moni-toraggi e controlli) e PasqualeFalco (UO Rifiuti e uso delsuolo). Ai giovani ospiti greci,tra l’altro, è stata illustrata l’at-tività di Arpac in materia dicontrolli sul corretto utilizzo deireflui oleari. Tra gli argomentidel percorso educativo, l’analisidei risultati del Piano di moni-toraggio ambientale dei suoli edelle acque superficiali interes-sati all’utilizzazione agrono-mica dei reflui prodotti daifrantoi oleari, attività svoltadal 2007 al 2010, e inoltre l’in-dividuazione delle aree agricoledella Campania idonee allospandimento delle acque di ve-getazione dei frantoi oleari.

La Regione Campania ha isti-tuito, con delibera di Giunta,l’Osservatorio regionale del-l’agricoltura di precisione. Tragli obiettivi del nuovo organi-smo, previsto dalla legge regio-nale n. 15/2018 e a cui potràcollaborare anche l’Arpa Cam-pania, c’è la promozione diun’agricoltura sostenibile dalpunto di vista ambientale.«L’Osservatorio – ha dichiaratoFranco Alfieri, capo della se-greteria del presidente dellaGiunta regionale Vincenzo DeLuca – è uno strumento opera-tivo con cui diamo attuazionealla normativa regionale inmateria di agricoltura di preci-sione. Il nostro obiettivo è favo-rire e promuovere modelli diagricoltura virtuosi per la pro-tezione della funzionalità deisuoli, per l’innovazione e la so-stenibilità, per un uso effi-ciente delle risorse naturali,per la tutela delle risorse idri-che e la riduzione dell’impattoambientale delle produzioni».L’Osservatorio avrà sedepresso l’Assessorato all’Agricol-

tura e, come specifica Alfieri,«sarà la struttura di riferi-mento a livello regionale cuicompeterà l’individuazionedelle tecnologie disponibili edel loro migliore utilizzo inbase alle colture prevalenti,oltre a fungere da centro di rac-colta dati sulla superficie agri-

cola regionale utilizzata al finedi indicare gli strumenti regio-nali per il finanziamento dellepratiche più innovative e soste-nibili». Con decreto del presidentedella Giunta regionale sarannodefiniti la composizione e ilfunzionamento dell’Osservato-

rio previo parere della Com-missione consiliare compe-tente. A tal fine, la direzionegenerale delle Politiche agri-cole, alimentari e forestali hacondotto una manifestazione diinteresse sul territorio regio-nale per individuare gli enti ele organizzazioni con specifiche

competenze in materia di agri-coltura di precisione che inten-dono far parte del nuovoorganismo. Hanno manifestato interessead entrare nell’Osservatoriol’università di Napoli FedericoII – dipartimento di Agraria,l’università di Salerno, l’uni-versità del Sannio, l’universitàdella Campania Luigi Vanvi-telli – Dipartimento di Scienzee Tecnologie Ambientali Biolo-giche e Farmaceutiche, l’uni-versità di Napoli Parthenope –dipartimento di Scienze e tec-nologie, il Consiglio nazionaledelle ricerche – Istituto per i si-stemi agricoli e forestali delMediterraneo (Cnr Isafom), ilConsiglio per la ricerca in agri-coltura e l’analisi dell’economiaagraria – Orticoltura, frutticol-tura agrumicoltura (Crea Ofa),l’Istituto zooprofilattico speri-mentale del Mezzogiorno, ilCentro per la ricerca applicatain agricoltura (Craa), l’ArpaCampania e le organizzazioniagricole Coldiretti, Confagricol-tura, Cia e Copagri.

Promuovere l’agricoltura di precisioneLa Regione istituisce un Osservatorio

Studenti dalla Grecia in visita ai frantoi campaniUn progetto educativo nell’ambito di Erasmus plus con la collaborazione di Arpac

Anna Gaudioso

Molto più di un semplice spazio verde.La Biblioteca degli Alberi è un “giar-dino botanico contemporaneo”, costatocirca il triplo di un normale parco pub-blico milanese. Un’area così mancavaalla città meneghina, che vanta altri

due parchi ben strutturati. La biblio-teca verde di Milano, inaugurata allafine del 2018, si presenta con una geo-metria varia, tra percorsi lineari,campi poligonali e stanze arboree cir-colari, ma la cosa più attraente è lacondivisione, perché il parco è a dispo-sizione di tutti, non ci sono recinzioniné orari di chiusura. C’è però un'illu-minazione studiata per enfatizzarnela bellezza degli spazi nell’arco delleventiquattro ore. L’ideatore di tuttociò è Piet Oudolf, uno dei più impor-tanti paesaggisti contemporanei,ideatore, tra l’altro, dei Lurja Gardendel Millennium Park a Chicago e diHigh Line a New York.Percorrendo lo spazio verde si incon-trano giardini “spontanei” realizzaticon piante erbacee perenni, grandi as-senti le varietà annuali. Il parco citta-dino, terzo per estensione, ospita 450alberi di 19 specie arboree diverseprovenienti da tutto il mondo e ben90mila piante tra siepi, arbusti, ram-picanti, varietà acquatiche e essenzeerbacee perenni. L’architetto olandesePetra Blaisse, che è l’anima creativadel progetto, in un'intervista ha dettoche «ogni giardino è un messaggio».«Penso – ha aggiunto – che storica-mente un giardino rappresenti la cul-tura, la città. Il desiderio dicollaborare gli uni con gli altri in Eu-ropa e nel resto del mondo è simboleg-giato dalle piante e dagli alberi cheabbiamo scelto». Qualcuno lo ha già definito “il nuovogiardino botanico di Milano” data lasua biodiversità: frassino, piopponero, storace americano, ginkgo bi-

loba, betulla dell’Himalaya, pino nero,pioppo bianco, corniolo, bambù sonosolo alcune delle specie che si possonoammirare percorrendo i diversi sen-tieri. La Biblioteca degli Alberi con isuoi 9,5 ettari di estensione, proget-tata dallo studio olandese Inside Out-side/Petra Blaisse di Amsterdam, sipresenta in chiave moderna, con l’ideadel giardino romantico, con impor-tanti collezioni di alberi, una vegeta-zione ricca e variegata, un’ampiagamma di spazi utilizzabili per le piùsvariate funzioni. I percorsi lineari sisnodano per tutto il parco, mettendoin relazione aree interne ed esterne; icampi irregolari sono giardini orna-

mentali e architettonici, caratterizzatida prati o piccole piazze dagli usi sva-riati; le foreste circolari racchiudonogruppi di alberi a formare spazi in-terni in cui sostare o organizzareeventi. L’augurio che ci facciamo è chetutte le città possano realizzare unabiblioteca degli alberi, per arricchire inostri territori di ambienti sani e bellialla vista, piante utili per la nostra sa-lute e per garantire una giusta biodi-versità. Una costante lezione dieducazione ambientale a portata dibambini e di adulti, una fonte natu-rale di sapere a portata di tutti.

(foto da www.artribune.com di Lucilla Loiotile)

Biblioteca degli alberi, un nuovo parco per Milano

Arpa CAMPANIA AMBIENTE del 15 febbraio 2019 - Anno XV, N.3Edizione chiusa dalla redazione il 15 febbraio 2018

DIRETTORE EDITORIALELLuigi Stefano SorvinoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. De Capua, G. De Crescenzo,A. Esposito, R. Funaro, B. Giordano, G. Lof-fredo, R. Maisto, A. Palumbo, A. Paparo, T.Pollice, A. StabileSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Il nuovo spazio verde ha anche finalità didattiche: «ogni giardino è un messaggio», ha spiegato l’ideatore

Gennaro Loffredo

Tante volte in autunno ci siamotrovati di fronte a violente on-date di maltempo o alluvionicatastrofiche che hanno flagel-lato i nostri territori, in partico-lare delle regioni meridionaliitaliane. L’intensità di tali feno-meni era legata alla particolareenergia scaturita dalle acquecalde del mar Mediterraneo,grazie al calore accumulato neiprecedenti mesi estivi. Duranteil passaggio di una perturba-zione, infatti, l’energia termicapresente sul mare viene con-vertita in energia meccanica(vento, pioggia, grandine) edelettrica (fulmini). Più il marerisulta caldo, più c’è energia ingioco e più i fronti in arrivo dal-l’Oceano Atlantico acquistanopotenza. Il mare raggiunge, ge-neralmente, il picco massimoannuale di temperatura super-ficiale nei mesi di settembre edottobre. Ma come mai i valoritermici delle acque marine ri-sultano più alte in questi mesie non nel periodo più caldodell’anno? La risposta è sem-plice. Il mare ha una capacitàtermica maggiore rispetto allaterraferma. Il calore immagaz-zinato nei mesi estivi si liberamolto lentamente e solo allafine della stagione invernale ilmare raggiunge la temperaturapiù bassa. Nei mesi di Dicem-bre e Gennaio le temperaturesuperficiali marine sono ancoraabbastanza miti e conservano,in parte, ancora il calore imma-gazzinato durante il semestreestivo. Di conseguenza il mareesercita un’azione mitigatricedi tutte quelle aree costiere, lequali tenderanno ad avere unclima molto più mite rispettoalle aree più interne. Il rovescio della medaglia, però,si manifesta tra la fine di feb-braio e l’inizio di Marzo. Du-rante questo periodo il mareraggiunge il picco del freddo. Ilmar Tirreno tocca temperaturesuperficiali intorno ai 14-15°Cgradi, passando ai 12-13°C delMar Ligure fino ai 9-10°Cdell’Adriatico settentrionale. Inquesto caso l’energia accumu-lata nei mesi precedenti tendedrasticamente a dissiparsi eman mano che la stagioneavanza, i temporali sul maredivengono via via piu’ rari edisolati.

Riducendosi drasticamente ilcontributo di calore preso dalmare, si può capire come per-che tra la fine dell’inverno e laprimavera, i fenomeni meteo-rologici non raggiungono più(o quasi) le intensità dei mesiautunnali, tranne in casi ecce-zionali. Il mare, soprattutto trala primavera e l’inizio del-l’estate tende ad avere un po-tere stabilizzante, proprio acausa della sua minore tempe-ratura rispetto alla terraferma.Naturalmente, durante questafase stagionale, la temperatura

dell’acqua risulta alquantobassa e questo si ripercuote,ancora una volta, sul climadelle zone costiere, che a lorovolta sono raggiunte da grade-voli e rinfrescanti brezze ma-rine. Le ondate di caloresaranno così smorzate, almenoinizialmente, dalle acque fre-sche ereditate nei mesi piùfreddi dell’anno. Il mare è,quindi, come un serbatoio cheimmagazzina energia in estate,la rilascia in autunno e la sca-rica del tutto in questo periododi fine inverno.

Il mare è comeun serbatoio di calore

Un articolo pubblicato il 15gennaio sul quotidiano ingleseThe Guardian (passato ovvia-mente inosservato nei nostriorgani di disinformazione,concentrati su ben altri pro-blemi) dovrebbe farci molto ri-flettere. L’articolo riportava irisultati del viaggio fattol’anno scorso dallo scienziatoBrad Lister nella foresta plu-viale portoricana di Sierra deLuquillo, a 35 anni dalla suaprima esplorazione. Ebbenecon molta sorpresa Lister hascoperto che in quel remotoangolo del mondo il 98% degliinsetti terrestri era scom-parso. Questo è terribile e molto,molto inquietante perché,

come noto, gli insetti sono allabase della catena alimentare equindi nella foresta anche lerane e gli uccelli sono dimi-nuiti di circa il 50-65%. La notizia è tanto più sconcer-tante se si pensa che i datisono relativi ad un’area pro-tetta. Possiamo facilmentepensare che dove la naturanon è protetta la situazionesia ben più grave. Del resto,anche in Europa, ad esempio,le farfalle sono diminuite del50% in 20 anni (periodo dal1990 al 2011) e persino nelleriserve naturali tedesche in 25anni gli insetti volanti sonocrollati del 75%. Ma qual è lacausa di questa drastica dimi-nuzione?Sicuramente le alte-

razioni degli ecosistemi ed ilriscaldamento climatico. Sem-pre Brad Lister ricorda chenella foresta pluviale il nu-mero di periodi caldi, con tem-perature superiori a 29 gradicentigradi è aumentato enor-memente: si è passati da zeronegli anni 70 fino a qualcosacome il 44% dei giorni nostri.Il filosofo inglese TimothyMorton definisce il riscalda-mento globale un “iperog-getto”, ossia un oggetto chesfugge alla nostra reale perce-zione, ma in cui trascorriamola nostra vita. Anzi, il riscaldamento globaleè l’iperoggetto per eccellenza.Un iperoggetto di cui non com-prendiamo la valenza e la gra-

vità. Quindi ci comportiamocome se non esistesse. Ri-guarda tutti gli esseri umanida vicino, è connesso a tutte lenostre attività e agli oggetticon cui abbiamo a che fare, ep-pure è percepito come lonta-nissimo. Morton ne trae laconclusione che la fine delmondo almeno per l’uomo siagià iniziata. Del resto, la storia dimostrache le estinzioni non avven-gono sempre per un eventoimprovviso (il meteorite deidinosauri), ma si consumanonel tempo. Avrà ragione lui?Chissà, forse sì, a giudicare daquello che accade in una sper-duta foresta pluviale di PortoRico. B.G.

Cambiamento climatico e moria di insetti

Da alcuni studi emerge che gli oceani sono più caldi ri-spetto ad ogni altro periodo storico del passato. Infatti,hanno assorbito più del 90% del calore rilasciato dai gasserra emessi dalle attività umane, rallentando il riscal-damento dell’atmosfera, e causando molte altre spiace-voli alterazioni al clima terrestre. L’aumento dellaquantità di calore negli oceani può determinare ondemaggiori, mentre un aumento della temperatura del-l’acqua superficiale alimenta temporali più violenti, fa-cendo aumentare i danni causati dai cicloni e dalletempeste tropicali che distruggono l’habitat sottoma-rino e ha impatti negativi sulle risorse ittiche. In An-tartide la calotta polare si sta sciogliendo ad unavelocità sei volte superiore a quella del periodo 1979-1990, un aumento in parte dovuto a l’acqua più caldache oggi bagna la piattaforma continentale, nell’ultimodecennio invece, le misurazioni del contenuto di caloredell’oceano sono state migliorate da sensori galleg-gianti, chiamati Argo floats, che sono stati rilasciatinegli oceani, questi sensori autonomi registrano a in-tervalli regolari la temperatura nei 2000 mt superficialidella colonna d’acqua ed hanno migliorato la qualità deidati a disposizione dei ricercatori per lo studio del calorecontenuto in essi. In altre parole, gli oceani agisconocome un gigantesco tampone termico che ci protegge dalsentire direttamente tutto il calore del cambiamento cli-matico. Nel 2018 l’intero strato superficiale degli oceani,dalla superficie fino a 2000 metri di profondità, è risul-tato più caldo di tutti gli anni precedenti, questo piccoloaumento di temperatura è stato sufficiente per deter-minare un aumento di 3 mm del livello medio del mare,semplicemente perché l’acqua calda occupa più spazio,ed ora stiamo pagando percependo gli effetti cumulatividel calore in modo più acuto. Dobbiamo fare il possibileper ridurre le emissioni e riuscire a preservare il climache abbiamo, risparmieremo così un potenziale e logo-rante riscaldamento futuro. R.M.

Gli oceani sonosempre più caldi

La “scorta” immagazzinata ad agosto viene rilasciata a fine inverno

Fonte grafico temperatura mare "www.meteoscienza.it"

In Cina nasce l’orto botanico virtuale

Nasce in Cina il primo orto bo-tanico virtuale, che con i suoi761 campioni e le sue trecentocinquanta mappe genetichedelle piante si impone diven-tando il più grande al mondo.Raccogliendo i tantissimi esem-plari dell’Orto botanico cinesedi Ruili, che si trova inun'area subtropicale vicino alconfine con la Birmania, lasua versione virtuale, pubbli-cata sulla rivista GigaScience,

si deve alla Banca GeneticaNazionale (Bgi) della Cina edè il frutto della ricerca coordi-nata da Huan Liu. Ad oggi glistudiosi hanno sequenziato ilgenoma di ben trecentocin-quanta piante terrestri (circail triplo di quelli finora dispo-nibili), ma l'obiettivo princi-pale di questo rivoluzionarioprogetto è quello di arrivare adiecimila per capire l'evolu-zione dei principali rami del-

l'albero della vita ed averel'intero giardino botanico informato digitale. I ricercatori cinesi hanno,così, raccolto e sequenziatocirca settecentosessantunocampioni, che rappresentanoseicentoottantanove specie dipiante di centotrentasette fa-miglie e quarantanove ordini.Insomma, ci troviamo difronte a numeri molto alti. InCina questo Orto botaniconasce con l’unico e principalescopo di tutelare le specie ve-getali cinesi a rischio di estin-zione e, pertanto, rappresentail primo tentativo scientifico esistematico al mondo di digi-talizzare un intero orto bota-nico basandosi sui datigenetici e le informazioni rac-colte dai campioni. Fondatanel 2002, questa particolare einnovativa struttura ospita alsuo interno oltre mille e due-cento specie di piante native epuò essere esplorata anchecon tour virtuali su internet. Iricercatori, impegnati in que-sta bellissima esperienza,hanno prodotto cinquantaquattro terabyte di dati se-quenziati, comprensivi delDna, l'identificazione delle

specie, le immagini digitaliz-zate dei campioni, oltre a unerbario da conservare nellaNuova banca genetica nazio-nale cinese a Shenzhen. Finora, dei settecento sessan-tuno campioni, le sequenze e idati degli organelli cellulari incui avviene la fotosintesi (clo-roplasti) hanno permesso diidentificare ben duecentocin-quantasette specie e cinque-centoquattro famiglie di

piante. "La descrizione gene-tica – commenta entusiastaLiu - ci darà la possibilità diraccogliere dati importanti esarà, quindi, utile nei futuristudi sull'ecologia e sulla bio-diversità a livello molecolare".La natura non smette mai distupire e fornisce semprenuovi spunti alla ricercascientifica per la scoperta dinuovi fantastici tesori.

A.P.

Bruno Giordano

Ha fatto molto scalpore la notizia, lan-ciata dal settimanale In a Bottle in unfocus sul tema del riciclo e dell’econo-mia circolare, di una macchina a bassatecnologia capace di convertire i rifiutidi plastica in carburante diesel e ben-zina, capace di aiutare a combatterel’inquinamento e fornire carburante acomunità remote nei paesi in via disviluppo. Scalpore anche perché gliideatori non sono proprio ortodossi delmondo scientifico, essi sono l’attorefrancese Samuel Le Bihan e lo scien-ziato autodidatta Cristofer Costes.L’idea è quella di incoraggiare la rac-colta dei rifiuti prima che finiscanonegli oceani attraverso un reattorechiuso capace di generare carburante.Per tre anni e mezzo Le Bihan ha fi-nanziato lo sviluppo della macchinagrezza - soprannominata Chrysalis -in un hangar a Puget-Theniers, sullecolline alle spalle della città di Nizza.

Il suo partner è lo scienziato autodi-datta di 35 anni Costes. I granuli diplastica vengono immessi in un reat-tore chiuso, dove vengono scomposti a450 gradi centigradi per produrre die-sel, benzina e un residuo di carbonioche può essere utilizzato nei pastelli.«Un chilo di plastica può produrre unlitro di liquido, che è possibile filtraretra diesel e benzina, ha affermato Co-stes. Con 50.000 euro di finanzia-mento aggiuntivo da parte delleautorità locali, i due prevedono dicreare un prototipo più grande ingrado di convertire 50 kg di plastica incarburante ogni 80 minuti. Sorprende e colpisce come tutti, inparte col personale impegno, in partecercando di ideare e realizzare stru-menti che contrastano l’inquinamento,sentano e percepiscano come gravetutto ciò che ruota intorno al riciclodelle plastiche tanto da avvertire il bi-sogno di dare comunque il proprio con-tributo.

Ideata una macchina capace di convertire i rifiuti di plastica in carburante

Ad oggi gli studiosi hanno sequenziato il genoma di ben trecentocinquanta piante terrestri

Alessia Esposito

Cresce sempre di più il nu-mero dei pendolari italiani;cresce, però, anche il divariodei servizi di trasporto pub-blico tra le regioni del nostroPaese. È la fotografia scattatadal decimo rapporto “Pendo-laria”, l’indagine annuale diLegambiente sullo stato dellamobilità collettiva in Italia.Sono 5,59 milioni gli utentidel trasporto pubblico: 2 mi-lioni e 874 mila persone uti-lizzano quotidianamente ilservizio ferroviario regionalee 2 milioni e 716mila sono co-loro che usufruiscono dellarete metropolitana, presentein sette città italiane.Ma se la domanda aumenta,in alcune regioni diminui-scono chilometri di linee e illivello dei servizi. Se tra Fi-renze e Bologna ci sono “162treni che sfrecciano a 300km/h nei due sensi di marciaogni giorno (erano 152 loscorso anno, 142 due anni fa,mentre erano solo 18 gli Eu-rostar nel 2002)”, in moltealtre zone del Paese abbiamoconvogli vecchi. Sulla Roma-Lido di Ostia e sulla lineacampana della Circumvesu-viana sono quasi sessanta-mila gli utenti che hannorinunciato al servizio percolpa di tagli e degrado.Nove regioni e due provinceautonome fanno registrare unaumento dei passeggeri, dieciinvece segnano il trend nega-tivo. Cresce in Lombardia,Alto Adige, Emilia Romagna,

Puglia; grande successo dellametropolitana di Milano e deitram a Firenze e Bergamo. InPiemonte si è invece regi-strata la soppressione di al-cune linee che ha comportatouna contrazione del 4,4 % deipasseggeri. Significativa-mente in difficoltà la Sicilia(con 37.600 utenti dei mezzipubblici a partire dai 50.300del 2009) e la Campania che

passa da 413.600 viaggiatoria 308.500, pur se con una in-versione di tendenza negli ul-timi anni.Per quanto riguarda l’età deitreni, c’è una positiva ridu-zione dai 17,2 di un anno fa ai16,8 anni rispetto al 2017, maprincipalmente nell’Italiacentro-settentrionale, mentrerimane indietro il meridionecon un’età media di 19,2 anni.

Investimenti regionali e diTrenitalia tuttavia promet-tono di migliorare la situa-zione con l’ingresso di nuovitreni anche grazie alle politi-che della scorsa legislatura. Dichiara Edoardo Zanchini,vice presidente di Legam-biente: “Sono tanti i segnalipositivi dalle città e dalle Re-gioni che mostrano una dispo-nibilità delle persone a usare

treni e trasporto pubblico lo-cale, confermata da tutte leindagini. […] I risultati pro-dotti dagli investimenti dimo-strano che si può davveromigliorare la vita delle per-sone, riducendo l’inquina-mento e le emissioni di gasserra generate dai trasporti,ma occorre avere una chiaraidea dei problemi da affron-tare, per allargare il cambia-mento a ogni parte d’Italia. Sesi vuole davvero migliorare lasituazione per i pendolari, gliambiti di intervento sonoquattro: aumentare le risorse,coordinare e controllarequanto avviene sulla rete,cambiare le priorità infra-strutturali e fermare il tagliodelle cosiddette linee seconda-rie.”Il paradosso è che se l’Italia siè dotata di nuove linee ad altavelocità per 1.213 chilometri,sono state eliminati 1.120 kmdi altre linee e ci sono statesospensioni per altri 321 kmcon la conseguenza che alcunezone sono praticamente senzacollegamenti ferroviari.Sulle manovre dell’attuale go-verno, Zanchini, commenta:“Ad oggi non si è capito qualeidea abbia il governo per il ri-lancio dell’offerta per i pendo-lari e per il trasporto pubblicolocale. Si fa un gran parlare diTav, ma il rischio è che comenelle precedenti legislaturevadano avanti solo le auto-strade, mentre le opere cheservono ai pendolari riman-gono ferme, rinviate e incom-piute”.

Pendolaria 2018: il rapporto sui mezzi pubbliciUn’Italia a due velocità con grandi differenze tra le regioni. Male la Campania

Tina Pollice

La mozzarella di bufala cam-pana DOP prodotta dal casei-ficio gestito dalla CooperativaSociale “Le Terre di DonPeppe Diana - Libera Terra”è stata presentata allo standNovamont al MARCA di Bo-logna nel suo nuovo packa-ging in MATER-BI, labioplastica biodegradabile ecompostabile di Novamontche può essere smaltita as-sieme agli scarti alimentari,realizzato in collaborazionecon Cooperativa Ventuno,fondata da familiari di vit-time della criminalità orga-nizzata e impegnata da anninella tutela dell’ambiente edella legalità della provinciadi Caserta, anche attraversola promozione dell’uso di im-ballaggi biodegradabili e com-postabili a norma di legge.Con una produzione annuaintorno alle 5 mila tonnellate,la mozzarella di bufala cam-

pana DOP è il più importanteprodotto di origine protettadel Mezzogiorno. La sua filiera rappresentauna voce importante del PILcampano con circa 15 mila oc-cupati e un fatturato intornoai 600 milioni di euro. Labusta presentata al MARCAdi Bologna è stata realizzatain MATER-BI, bioplasticabiodegradabile e compostabilesecondo lo standard UNI13432, ottenuta grazie a tec-nologie proprietarie Nova-mont nel campo degli amidi,delle cellulose, degli oli vege-tali e delle loro combinazionied è totalmente conforme allenorme della legge 123/2017sugli imballaggi primari ali-mentari, con un contenuto dimateria prima rinnovabile dialmeno il 40% certificato EN16640 e piena compliance alledisposizioni in tema di con-tatto con gli alimenti. Le componenti essenziali perla produzione delle bioplasti-che MATER-BI sono amido dimais e oli vegetali, non modi-ficati geneticamente e colti-vati in Europa con praticheagricole di tipo tradizionale,creando filiere integrate chevanno ben oltre le bioplasti-che stesse, in sinergia con ilcibo e con la qualità dei terri-tori attraverso l’applicazionedi una continua innovazione.

I prodotti compostabili realiz-zati in MATER-BI rappresen-tano soluzioni capaci dichiudere il cerchio dell’econo-mia, perché nascono dallaterra e ritornano alla terra.Evitano infatti lo smalti-mento in discarica e contri-buiscono alla creazione dicompost di qualità, un alleatoimportantissimo per combat-tere la desertificazione e l’ero-sione dei suoli. Sono prodotti in grado dicreare valore diffuso lungotutta la filiera, trasformandoproblemi locali in imperdibiliopportunità di cambiamento edi sviluppo. L’utilizzo di sistemi innova-tivi e sostenibili, proprio apartire dagli imballaggi, rap-presenta un segnale concretodi attenzione e cura dell’am-biente che completa il profilodi eccellenza di un prodottocome la mozzarella di bufalacampana DOP. Il caseificio gestito dalla Coo-perativa Sociale “Le Terre diDon Peppe Diana” di CastelVolturno è la prima ed unicaazienda della Campania cheaderisce al Consorzio LiberaTerra Mediterraneo, il sodali-zio di Cooperative Sociali nateper l’utilizzo sociale dei beniconfiscati alla criminalità or-ganizzata attraverso la crea-zione di imprese sociali.

Bioplastica anche per le mozzarelle della legalità

La lotta alla plastica monouso vede da quest’annocoinvolto anche il mondo universitario. La campa-gna promossa da Marevivo #StopSingleUsePlasticè stata estesa anche agli Atenei italiani, in virtù diun Protocollo d’Intesa firmato congiuntamente daMarevivo, Conferenza dei Rettori delle UniversitàItaliane (CRUI) e Consorzio Nazionale Interuniver-sitario per le Scienze del Mare (CoNISMa), e sigil-lato dal sottosegretario di Stato all’Ambiente on.Salvatore Micillo, con delega, tra le altre, alla tuteladel mare e all’educazione ambientale. L’obiettivodel Protocollo è quello di impegnarsi in un reciprocorapporto di collaborazione, finalizzato alla sensibi-lizzazione e all’educazione alla tutela dell’ambiente,che possa favorire l’eliminazione della plastica mo-nouso nelle università. Tra le misure previste: l’in-stallazione di dispenser di acqua senza bicchieri diplastica nelle aree pubbliche, all’interno dei Dipar-timenti e degli Uffici Centrali e la relativa distribu-zione di borracce personalizzate e l’installazione dimacchine del caffè con bicchieri di carta e con l’op-zione “senza erogazione del bicchiere”, per incenti-vare l’uso di tazze personali. Per quanto riguarda,invece, i servizi di ristorazione universitaria, ad es-sere favoriti nelle gare d’appalto saranno coloro cheavranno abbandonato l’utilizzo della plastica mo-nouso, contribuendo così alla riduzione dei rifiuti diplastica negli atenei. Come spiegato da Sauro Lon-ghi, Magnifico Rettore dell’Università Politecnicadelle Marche, per le università è un’occasione im-portante da cogliere al volo per sensibilizzare i gio-vani su una tematica che in futuro li coinvolgerà inprima persona. “La plastica è, e sarà sempre di più,un problema planetario – ha commentato il Presi-dente di Marevivo, Rosalba Giugni – se non vieneaffrontato con urgenza e determinazione, visto chequesto materiale indistruttibile è ormai entratonella catena alimentare con i rischi che ne possonoconseguire per l’uomo”. Soddisfatto anche il sotto-segretario Micillo, per il quale la campagna uniscetre temi importanti su cui il Ministero dell’Am-biente sta lavorando dall’insediamento dell’attualeGoverno: la riduzione della plastica monouso, la sal-vaguardia del mare e l’educazione ambientale. “Unulteriore passo in avanti per l’ambiente – ha com-mentato Micillo – in linea con la Strategia Europeasulla plastica e con i risultati raggiunti in questimesi dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, dallasfida #PlasticFree, realizzata a costo zero al Mini-stero dell’Ambiente e poi raccolta con successo danumerose amministrazioni pubbliche da Nord aSud del Paese, al divieto già in vigore dei cotton-fiocnon biodegradabili e all’uso di microplastiche nei co-smetici effettivo dal prossimo anno, al disegno dilegge Salvamare, finalizzato a promuovere il recu-pero dei rifiuti in mare, e infine al Protocollo d’In-tesa col MIUR per diffondere l’educazioneambientale nelle scuole”. (dal web)

Stop alla plasticanelle Università

Il nuovo materiale fatto di amido di mais e oli vegetali

Antonio Palumbo

L’architetto palermitanoMario Cucinella (nato nel1960), fondatore di BuildingGreen Futures ed esponentedi primo piano dell’architet-tura italiana ed internazio-nale, sin dagli inizi dellapropria attività è stato un con-vinto sostenitore della rigene-razione urbana e del costruireecosostenibile, quand’anche sitrattasse della realizzazionedi grandi strutture: così in-fatti è stato, ad esempio, perla Stazione della Metropoli-tana Villejuif Léo Lagrange diParigi, per il Sino-Italian Eco-logical and Energy EfficientBuilding dell’Università diTsinghua in Cina, per il Ma-sterplan di riqualificazionedell’ex Manifattura dei tabac-chi collocata nell’area est diNapoli.Cresciuto professionalmente aGenova, dove ha fatto partedel team di Renzo Piano, la-vora adesso a Bologna e a Pa-rigi, dove ha sede il suo studioMCA Mario Cucinella Archi-tects. Nel 2009 e nel 2011 si èaggiudicato il Premio MIPIMnella categoria “green buil-ding” con il Centre for Sustai-nable Energy Technologies(CSET) realizzato a Ningo, inCina, e con la Sede italianacentrale della 3M a Milano.Sensibilità, creatività e soste-nibilità sono i temi che, sindagli inizi della carriera,hanno caratterizzato il lavorodell’architetto palermitano:nell’impostazione operativa diCucinella, la tecnologia, il pro-cesso costruttivo, la staticadegli edifici, così come la loroingegneria impiantistica, sitraducono in forme compiutee capaci di dialogare conl’uomo e con i suoi contesti divita, comunicando, in uno, ilfunzionamento di sistemi che,nel loro complesso, oltre a ren-dere immediatamente espli-citi le soluzioni adottate edogni dettaglio tecnologico,esprimono un chiaro processocostruttivo ed infondono ca-rattere ed identità alle archi-tetture che vanno a costituire.Anche l’impegno sociale diCucinella è noto, specie allor-ché ci si riferisce all’esigenza,sempre più avvertita, di co-niugare le esigenze abitativedella gente comune con i temi

del costruire ecosostenibile.Parlando delle case del pros-simo futuro, infatti, Mario Cu-cinella ci illustra conchiarezza quale sia, dal suopunto di vista, il connubio daperseguire, a metà strada trabellezza e sostenibilità: laCasa 100K, per esempio, ri-sponde ad una domandamolto semplice di accesso allaresidenza da parte di milionidi persone che oggi non di-spongono più delle risorse fi-nanziarie necessarie peracquistare una casa in gradodi soddisfare contemporanea-mente i 3 requisiti relativi allaconvenienza economica, al ri-sparmio energetico e al carat-tere sociale. Come ci ricorda lo

stesso Cucinella: «Si tratta diuna casa low cost a zero emis-sioni da 100 metri quadrati,che costa 1000 euro al metroquadrato (ovvero, 100milaeuro), costruita “su misura”sfruttando i vantaggi dellaprefabbricazione industriale,dell’uso di materiali innova-tivi e dello sfruttamento dienergie da fonti rinnovabili. Èuna casa a emissioni zero ca-pace di andare incontro alleesigenze di una ampia fasciasociale. Il segreto è una tecno-logia costruttiva che utilizzamoduli strutturali leggeri, congrande flessibilità composi-tiva degli spazi interni e dellefacciate, un sistema di tampo-namenti a elevato isolamento

termico e pannelli solari e fo-tovoltaici perfettamente inte-grati per la produzione diacqua calda sanitaria ed elet-tricità». È una risposta adun’esigenza urgente e pres-sante del mercato che, attual-mente e soprattutto in Italia,non è ancora seriamentepresa in considerazione daStato, Regioni e Comuni, iquali sembrano aver del tuttoderubricato le questioni rela-tive alla realizzazione di edili-zia popolare di nuovagenerazione. La vera sfida, intal senso, resta quella di com-binare la qualità a basso costocon le energie rinnovabili, im-pegnandosi finalmente a rea-lizzare il nuovo patrimonio

edilizio in modo che esso rap-presenti una delle soluzioniconcrete del problema energe-tico dei nostri giorni.Come ci ricorda ancora Cuci-nella: «Nell’epoca attuale, ilproblema non è più quello diproporre formule magiche madi fare semplicemente qual-cosa per vivere meglio, per co-struire edifici che faccianovivere tutti meglio e che, so-prattutto, siano in grado di ri-spettare l’ambiente, perché,tanto nell’ambito della loro fi-liera produttiva quanto inquello del loro ciclo di vita,sono “responsabili” delle emis-sioni che producono e dellaqualità della vita delle per-sone che ci abitano».

ARCHITETTURA E SOSTENIBILITÀ SECONDO MARIO CUCINELLA

Rosario Maisto

Tumori allo stadio avanzato,una ricerca suggerisce unmodo per identificare quelliche hanno maggiori probabi-lità di rispondere alle terapieche scatenano una rispostaimmunitaria, infatti, i datipubblicati indicano che i tu-mori con un gran numero dimutazioni del DNA hannomaggiori probabilità di ri-spondere alle immunoterapierispetto agli altri, garantendouna maggiore sopravvivenzaa chi riceve quelle terapie. Questa nuova frontiera incampo medico, cerca un modoper selezionare le persone,una minoranza dei pazientiche hanno maggiori probabi-lità di rispondere alle immu-noterapie, in modo darisparmiare ad altri gli effetticollaterali dei trattamenti,perché queste terapie possonoincludere insufficienza renalee problemi polmonari, ma ilsistema immunitario è com-plicato ed è difficile determi-nare che cosa rende untumore vulnerabile alla tera-pia, permettendo a un altro diresistervi.

Lo sviluppo dei farmaci ap-punto, consiste nel cercarelinee guida importanti ma re-lativamente semplici, che sfi-dano la biologia, un'ipotesi èche quanto più un tumore ègeneticamente diverso da untessuto normale, tanto più èprobabile che il sistema im-munitario lo riconosca e lo eli-mini, di fatto, i ricercatorihanno esaminato dieci diversitipi di cancro, tra cui il mela-noma e il cancro del seno, ana-lizzando i dati relativi allasequenza di DNA di tumoriallo stadio avanzato di per-sone curate con immunotera-pie a base di inibitori deicheckpoint, cioè sostanze chedisattivano il “blocco” che al-cuni tipi di tumore riescono aimporre all'attività del si-stema immunitario, hanno poianalizzato anche le sequenzedi tumori avanzati di personeche non avevano ricevuto ini-bitori dei checkpoint. Il risultato, è che nella mag-gior parte di questi tumori aun maggior numero di muta-zioni era associata una mag-giore probabilità di rispondereagli inibitori dei checkpoint,quindi si ha una maggiore so-

pravvivenza di pazienti in unagamma ampia di tumorianche affrontati con varie te-rapie standard. I dati hanno anche mostratoche il numero di mutazioni cheprevedono una buona rispostaall'immunoterapia variano daun tipo di cancro all'altro, vo-lendo usare questo approccionei test clinici, i ricercatori do-

vrebbero fissare una soglia dimutazione per ogni tipo dicancro. Alcune aziende farmaceutichehanno iniziato a includeresulle loro immunoterapie deitest che misurano il numero dimutazioni in un tumore, i ri-sultati però sono stati contra-stanti. Naturalmente, c'èancora del lavoro da fare, il

loro uso nella pratica clinicarappresenta una sfida chestanno testando man manoper riuscire a debellare que-sto male dall'interno con la ri-sposta immunologica dellostesso, facendo così, si aiutaanche psicologicamentei pa-zienti aggirando il calvario acui sono purtroppo sottopostiinevitabilmente.

L’immunoterapia per combattere i tumori

Ilaria Buonfanti

Romeo Durscher, dirigentedell’azienda cinese Dji (uno deimaggiori produttori di dronidel mondo) ha affermato chenel giro di 3-5 anni i droni sa-ranno come gli smartphone,cioè diventeranno dispositivipersonali da utilizzare nellavita di tutti i giorni.Un pochino azzardata questaprevisione ma sicuramentenessuno discute sull’utilità diquesti dispositivi che, dotati difotocamera, telecamere, sen-sori di calore e di gas forni-scono dati di ogni genere inmodo preciso e repentino. Idroni, utilizzati da Amazon perconsegnare piccoli pacchi e daDomino’s per portare pizze adomicilio possono però cau-sare, in zone isolate dove regnasovrana la fauna selvatica, ar-recare disturbi più o meno

gravi alla stessa. Usati spesso per raccoglieredati sulla conservazione dellespecie, per valutare lo stato disalute ambientale oppure i li-velli di inquinamento non sipuò ignorare il fatto che, inpresenza di un drone, gli ani-mali modificano il proprio com-portamento mostrando spessosegnali di insofferenza, paurae stress. Come si potrebbe

porre rimedio?All’università del Minnesotahanno sviluppato un progettodi ricerca che vede come prota-gonisti gli orsi neri o baribal.Ad alcuni individui in cattivitàè stato applicato un impiantodi biologger cardiaco per misu-rare costantemente la fre-quenza cardiaca. Il biologger fornisce anche in-formazioni sull’ambiente circo-

stante, le coordinate GPS, lavelocità alla quale si sposta,ecc. Durante i primi giorni, i cin-que orsi oggetti dell’esperi-mento hanno mostrato unaumento notevole della fre-quenza cardiaca, fino a quattrovolte superiore alla norma ma,con il procedere dei giorni e lacostante presenza di piccolidroni, gli orsi si sono gradual-mente tranquillizzati e la lorofrequenza ha poi raggiunto li-velli nella norma. Questo esperimento ha dimo-strato che gli orsi si sono as-suefatti, percependo lapresenza dei droni non piùcome segnale di pericolo e mo-strando quindi alta tollerabi-lità. I ricercatori inoltre hanno ar-restato i voli per ben 118giorni, per poi riprenderli.Anche in questo casi gli orsi

hanno dimostrato massimatolleranza e tranquillità pro-vando che l’assuefazione duranel tempo. I ricercatori, però,hanno sottolineato come iltasso di assuefazione dipendaprobabilmente dalla specie. Ingenerale gli orsi tendono adavere contatti frequenti con lepersone, mostrando menopaura dopo esposizioni ripe-tute: potrebbero essere predi-sposti, perciò, a diventaretolleranti verso nuovi disturbi.È possibile che altri animalisiano meno inclini ad abi-tuarsi. Sulla base degli inco-raggianti risultati ottenuti, iricercatori hanno dichiaratoche l’uso dei droni per attivitàdi salvaguardia ambientale,come ad esempio il pattuglia-mento anti-bracconaggio, puòportare benefici senza conse-guenze ad alto stress per glianimali.

Una nuova ricerca in campo medico per evitare gli effetti collaterali dei trattamenti

I droni e gli animali: un rapporto complicatoCreare assuefazione al rumore prodotto potrebbe risolvere il problema dello stress degli orsi

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

La nostra terra è stata segnata, dacirca tremila anni, da uomini e donneche l’hanno resa grande. Storia, teatro,pittura, scultura, musica, architettura,letteratura… I settori nei quali Napo-letani e Campani sono diventati famosie hanno rese famose Napoli e la Cam-pania sono numerosissimi. Conti-nuiamo il nostro piccolo viaggio traNapoletani e Campani famosi. Raffaele Sacco nacque a Feroleto Piano(in Calabria), il 14 agosto del 1792.Morì a Napoli nel 1872. Il padre era ot-tico e aprì a Napoli una bottega nellazona del Borgo Loreto e raccolse già neiprimi anni di attività dei grandi suc-cessi nella costruzione di lenti e can-nocchiale unendo le capacità tecnichealle conoscenze scientifiche (Il Gior-nale delle Due Sicilie, 1816). Diventòallievo del fisico Antonio Barba all’Uni-versità di Napoli approfondendo la co-noscenza delle tecniche per lacostruzione dei microscopi. Ottenuti ititoli universitari, continuò con suc-cesso il suo lavoro nella nuova bottegain via della Quercia, attuale via Capi-telli e attuale sede della ditta Sacco nelcentro antico di Napoli insieme allamoglie (non ebbe figli).Nel 1830 il Reale Istituto di Incorag-giamento (preziosa istituzione per lavalorizzazione di tecnologia e produt-tività del tempo) gli conferì una meda-glia per una invenzione che lo resefamoso nel Regno delle Due Sicilie, inItalia e all'estero: l'aletoscopio. Era unostrumento importante "per lo scovri-mento di tutte le falsità, che potreb-

bero aver luogo sopra bolli, suggelli,firme, caratteri, ed altro", una sorta di"microscopio finalizzato e settoriale"(prezioso per giudici e periti, ebbe la"privativa"-brevetto esclusivo da Fran-cesco I di Borbone). Sacco realizzòanche altri strumenti di precisione eall'avanguardia: telescopi, cannoc-chiale e binocoli con diverse lenti. Nel 1834 ebbe un’altra medaglia d’oro,sempre dall’Istituto d’incoraggia-mento, per il perfezionamento del "te-lemetro" (avveniristico strumento perla misurazione a distanza degli oggetti,

strumento simile a quello utilizzatonelle app dei nostri smartphone!). La tecnologia e la scienza ottica, però,erano due delle passioni coltivate daSacco: amava anche la letteratura e lapoesia (in lingua italiana e in linguanapoletana). Diventò presto un riferi-mento fisso dei salotti napoletani perla sua capacità di comporre poesie im-provvisate sui temi più disparati e fumembro apprezzatissimo di diverse ac-cademie letterarie non solo napole-tane: tra esse quella "Cattolico-Teandrofila" fondata nel 1822 e presie-duta dal cardinale Luigi Ruffo diScilla, arcivescovo di Napoli (Sacco eraprofondamente cattolico e l'accademiaaveva tra i suoi scopi le "battaglie" con-tro l'ateismo). Si trattava (come per glialtri temi) di componimenti semplicima sentiti ed efficaci (in particolarequelli dedicati a Cristo). Tra le poesie napoletane (mai raccolte,purtroppo, in maniera organica e ana-litica) si ricordano La vita de ll’ommo,La palombella d’oro e Ammore e pa-cienza; tra le canzoni spiccano La bu-sciarda, Lo spantecato sotto lo barconede Menechella, Lo retuorno de lo car-dillo e soprattutto la celeberrima Tevoglio bene assaie, probabilmentescritta (come ricorda una lapide collo-cata presso l'attuale Ottica Sacco aSpaccanapoli) nel 1835 e musicata daGaetano Donizetti. Diventò presto unadelle canzoni più famose della storiadella canzone napoletana ed ebbe unsuccesso straordinario al punto da farnascere anche tante "imitazioni" e pa-rodie.

Grandi Napoletani, grandi Campani

Raffaele Sacco e la canzone d’autoreTTe Voglio Bene Assaje

'Nzomma songh'io lo fauzo? Appila, sié' maesta:

Ca ll'arta toja è chesta Lo dico 'mmeretá. Io jastemmá vorría

lo juorno che t'amaje!

Io te voglio bene assaje... e tu nun pienze a me!

Pecché quanno mme vide, te 'ngrife comm'a gatto? Nenné', che t'aggio fatto, ca nun mme puó' vedé?! Io t'aggio amato tanto...

Si t'amo tu lo ssaje!

Io te voglio bene assaje... e tu non pienze a me!

La notte tutti dormono, ma io che vuó' durmire?! Penzanno a nénna mia,

mme sento ascevolí! Li quarte d'ora sonano a uno, a duje, a tre...

Io te voglio bene assaje... e tu non pienze a me!

Recòrdate lo juorno ca stive a me becino, e te scorréano, 'nzino, le llacreme, accossí!...

Deciste a me: "Non chiagnere, ca tu lo mio sarraje..."

Io te voglio bene assaje... e tu non pienze a me!

Guárdame 'nfaccia e vide comme sòngo arredutto: Sicco, peliento e brutto,

nennélla mia, pe' te! Cusuto a filo duppio,

co' te mme vedarraje...

Io te voglio bene assaje... e tu non pienze a me!

Saccio ca non vuó' scennere la grada quanno è scuro...

Vatténne muro muro, appòjate 'ncuoll'a me...

Tu, n'ommo comm'a chisto, addó' lo trovarraje?

Io te voglio bene asssaje... e tu non pienze a me!

Quanno só' fattocennere,

tanno mme chiagnarraje... Tanno addimmannarraje: Nennillo mio addó' è?! La fossa mia tu arape e llá mme trovarraje...

Io te voglio bene assaje... e tu non pienze a me!

Antonio Stabile

L’Abbazia di San Lorenzo adSeptimum di Aversa con an-nesso monastero,vanta ori-gini antichissime. Sorge inuna località che già in epocaantica rivestiva grande inte-resse: al settimo miglio dellacittà sull’antico percorso dellavia Consolare Campana checongiungeva Capua a Poz-zuoli. Qui fu edificato un pic-colo monastero benedettinocon il patrocinio dei principilongobardi di Capua, Aloara edi suo figlio Landenulfo. Ladata della fondazione dellachiesa, che è la più antica diAversa, si attesta intorno alsecolo X ed è una delle piùgrandi chiese edificate inepoca longobarda in Campa-nia. In epoca normanna (XI-XII secolo) l’abbazia diS.Lorenzo assunse un granderilievo nel rappresentare ilpolo monastico nella proto-contea di Aversa, elevata asede episcopale da papaLeone IX nel 1054. L’abbaziae la cattedrale dedicata aS.Paolo, condivisero i trattidel monachesimo benedet-tino, infatti alla fine del XI se-colo i normanni Guitmondo eGuarino, fratelli e monaci be-nedettini, si ritrovarono a es-sere rispettivamente vescovodi Aversa e abate di S.Lo-renzo. Durante questo pe-riodo il monastero diS.Lorenzo virtù di donazionisignorili ebbe disponibilità divasti possedimenti estesi benoltre la Campania, con privi-

legi ad hoc da Papa UrbanoII, che lo resero indipendentedall’episcopio aversano, alpunto da crescere in impor-tanza sino a divenire unadelle più importanti abbaziedell’Italia meridionale. Origi-nariamente la chiesa era ca-ratterizzata da un impiantodi tipo cassinese, formato datre navate terminanti con ab-sidi semicircolari, una criptae da un portico antistante lafacciata. Nel 1090 per voleredell’abate Matteo, un tal ma-stro Bernardo realizzò il mae-stoso portale della facciata,sorretto da due colonnestriate a spira che poggiano

su due leoni accosciati, allacui sommità sono collocatedue teste taurine sporgentidai capitelli e sul vertice deltimpano un aquila simbolo al-lusivo a S.Benedetto. A causadel terremoto del 1456 crollòl’antico campanile a destradella facciata, la parte supe-riore dell’abside e il vano delcoro. Andarono distrutti granparte del pavimento in mo-saico, le decorazione pittori-che e gli arredi. La chiesarimase in abbandono fino agliinizi del XVI secolo quandoincominciarono i lavori di re-stauro che diedero l’attualeimpronta barocca grazie al-

l’intervento di Andrea Malin-conico. Fu costruito il nuovocampanile, la sagrestia enuove cappelle laterali arric-chite da preziosi dipinti diMarco Pino da Siena, Seba-stiano Conca e di FrancescoMura. Nel 1995 fu effettuatoun nuovo lavoro di consolida-mento e restauro dell’interocomplesso, vennero inoltre ri-portati ha riportato alla luceelementi medievali dellachiesa. Le parti più antiche evisibili sono: il piccolo chio-stro, a tre luci per lato su pi-lastri in piperno, con resti diun pozzo adornato da unacoppia di colonne e archi-

trave, forse fine del’400 e iprimi del’500. Il grande chio-stro rinascimentale, a due or-dini su nove arcate per lato,poggianti su colonne gli am-bienti attigui (lo scalone,lagrande sala) conservano note-voli resti architettonici deltardo manieristici. Il mona-stero fu soppresso nel 1807 edivenne prima un pensionatoper fanciulle nobili (patroci-nato da Carolina Murat), poinel 1818 orfanotrofio militare,e successivamente scuola tec-nica, attualmente l’edificioospita la Facoltà di Architet-tura della Seconda Universitàdi Napoli.

L’Abbazia di San Lorenzo ad SeptimumAd Aversa una delle più grandi chiese edificate in epoca longobarda in Campania

Rosa Funaro

A volte, anche dall’Italia arri-vano buone nuove nel settoredella spazzatura. Nel 2018 ilConsorzio Ecolamp ha raccolto3.868 le tonnellate di rifiutiRaee (apparecchiature elettri-che ed elettroniche), regi-strando un incremento del17% rispetto al 2017. Il 55%della raccolta è costituito dapiccoli elettrodomestici, elet-tronica di consumo e apparec-chi di illuminazione (R4),mentre il restante 45% da sor-genti luminose esauste (R5). IlConsorzio segnala che nelloscorso anno è cresciuta del37% la raccolta dei piccoli elet-trodomestici giunti a fine vita. In totale sono state 2.135 letonnellate di lampade, rasoielettrici, frullatori e smar-

tphone conferiti. Ma da dovearriva tutto il materiale?2.104 tonnellate sono stateraccolte attraverso i centri diconferimento serviti dal con-sorzio e presenti su tutto il ter-ritorio nazionale, mentre 31tonnellate provengono dai ser-vizi messi a disposizione daEcolamp per professionisti eoperatori del settore.Per quanto riguarda le lampa-dine avviate dal consorzio aimpianti di trattamento spe-cializzati, 706 tonnellate arri-vano dai servizi volontariofferti dal Consorzio a instal-latori e altri utenti professio-nali, mentre 1.027 sono letonnellate raccolte lo scorsoanno dai privati cittadini. Sitratta complessivamente di1.733 tonnellate, pari a oltre14 milioni di sorgenti lumi-

nose avviate a corretto riciclo.Il 65% della raccolta di lampa-dine si concentra in cinque re-gioni italiane per un totale di1.124 tonnellate. Al primoposto si conferma la Lombar-dia con 460 tonnellate, seguitada Veneto (215), Emilia Roma-gna (165), Toscana (156) e Pie-monte (128). Nello specifico,per quanto riguarda le sor-genti luminose correttamentericiclate, la Campania salealla settima posizione nellaclassifica nazionale con 76 ton-nellate raccolte (+28,8% ri-spetto all’anno precedente).Napoli, prima provincia delSud Italia, rimane stabile a31 tonnellate, mentre salgonoCaserta, che passa da 13 a 29tonnellate, e Salerno che rag-giunge le 12 tonnellate, tre inpiù dell’anno scorso.

In Italia raccolte dal Consorzio Ecolamp oltre quattordici milioni di lampadine

Raee: i dati dei conferimenti nel 2018

Fare il bucato rispettando l’ambienteProdurre in casa detersivi di uso comune è semplice, divertente ed economico

Quanti detersivi abbiamo incasa nostra? Ognuno di noi si-curamente ha un detersivo peri piatti, uno per la lavastoviglie,uno per la lavatrice, uno per levarie tipologie di bucato, am-morbidente, anticalcare, pro-dotto per i vetri, per il forno, peri pavimenti, ecc. Insomma, ab-biamo un prodotto specifico perqualsiasi cosa. E su quanti diquesti compare sul retro un“simpatico” simbolo di pericolo?Su tutti purtroppo. Questo si-gnifica che quel prodotto è no-civo per noi e per l’ambiente.Ciò che rende i detersivi inqui-nanti e nocivi sono i fosfati con-tenuti, i quali una voltascaricati in mare, favoriscono ilproliferare delle alghe che sot-traggono ossigeno all’acqua cre-ando un ambiente inospitaleper i pesci e gli altri animali ac-quatici. Inoltre, i tensioattivichimici, provocano un notevoledanno ambientale a causa deiprodotti petrolchimici presentie ai metalli pesanti contenuti. Fortunatamente oggi è possi-bile trovare nei supermercatilinee di prodotti green, a prezzianche ragionevoli, ad esempioWinni’s Naturel, W5 eco, L’Al-bero Verde, Green Emotion,èECO, e tanti altri. Ma alcunidetersivi di uso comune si pos-sono produrre facilmente anchein casa. I.B.

Detersivo per lavatriceal bicarbonato e saponedi Marsiglia:

Ingredienti:1 tazza di bicarbonato disodio1 tazza di soda (si tratta dicarbonato di sodio, da nonconfondere assolutamentecon la soda caustica!!)30 ml di sapone di Marsi-glia liquido10 gocce di olio essenziale avostra sceltaPreparazione: mescolarebene all’interno di un vec-chio flacone di detersivo li-quido (o di ammorbidente)la soda e il bicarbonato conil sapone di Marsiglia. Suc-cessivamente, una volta chequesti si saranno amalga-mati bene, aggiungere 10gocce del vostro olio essen-ziale preferito.

Detersivo naturale perlana e capi delicati:

Ingredienti:100 gr di sapone di Marsi-glia grattugiatoUn cucchiaino di lanolinaanidra (acquistabile in far-macia)Un cucchiaio di olio di olivaUn cucchiaio di glicerina(anche questa reperibile infarmacia)3 litri di acqua calda distil-lataProcedimento:Mettete il sapone di Marsi-glia in una pentola ricopertodi acqua calda (ne servi-ranno circa 2 litri), ponetesul fornello e fate scioglieremescolando con un cuc-chiaio. Contemporanea-mente mettete la lanolina inun pentolino a parte e scio-gliete anche questa a fuocobasso; poi aggiungete l’oliodi oliva e la glicerina. Dopoche si è sciolta, versate lamiscela grassa di olio e gli-cerina nella pentola con ilsapone, aggiungete 1 dl diacqua calda e frullate con ilmixer a immersione. Raggiunta la consistenzagelatinosa, il detersivo èpraticamente pronto e po-tete travasarlo.

Cristina Abbrunzo

In Italia vivono più di 60 mi-lioni di animali domestici ed èuno dei Paesi piu’ “pet frien-dly” al mondo. Terzo in classifica per la preci-sione, preceduto solo da StatiUniti e Polonia. Lo rivela ilRapporto Assalco – Zoomark2018, compendio annuale sulmondo dei pet, curato da As-salco (Associazione Nazionaletra le Imprese per l’Alimenta-zione e la Cura degli Animalida Compagnia) e da ZoomarkInternational. Tale Rapporto documenta lacrescente importanza del ruolodegli animali da compagnia inItalia, restituendoci la fotogra-fia di un Paese che denota unasempre più spiccata sensibilitàrispetto al ruolo sociale dei pet,radicata al punto da tradursiin richieste di un maggiore ri-conoscimento anche a livellogiuridico ed economico. Seppur il sentire comune nonabbia ancora trovato unapiena traduzione nello svi-luppo di norme, strutture e si-stemi, l’attenzione per questitemi è alta. Sia da parte delleistituzioni e delle diverse partipolitiche, sia degli enti e asso-ciazioni più autorevoli.Numerose le richieste avan-zate anche attraverso disegnidi legge, come quelle relativealla tutela dei pet, alle agevo-lazioni economiche, al temadell’impignorabilità e dell’af-fido, al miglioramento dellavita quotidiana, all’introdu-zione di un’Anagrafe Nazio-

nale, al riconoscimento deglianimali da compagnia comeesseri senzienti nella Costitu-zione ecc.Insomma, siamo sempre piùaffezionati ai nostri pets, cheormai sono diventati dei mem-bri delle nostre famiglie a tuttigli effetti. Stiamo con loro piùtempo possibile e non li la-sciamo mai soli, nemmenoquando andiamo in vacanza. Peccato dover andare al lavorosenza di loro…Molteplici sono gli studi scien-tifici che dimostrano quantofaccia bene lavorare con il pro-prio cane: come segnalato dalbritannico The Guardian, i ri-cercatori della Virginia Com-monwealth University hannostudiato i livelli di stress deidipendenti di un'azienda ma-nifatturiera che hanno portatoi cani a lavorare e l’esito ha ri-velato che gli impiegati amantidei cani hanno riferito di sen-tirsi significativamente menostressati rispetto a quelli chenon accompagnati da fido.Si respira un clima più serenoe aumenta anche la produtti-vità, i dipendenti hanno inmedia un umore migliore conun cane o un gatto affianco e siregistra spesso anche un incre-mento di attività fisica.Quando ci sono cani in ufficioc’è meno stress e si tende astare in ufficio più a lungo,cala il tasso di assenteismo e lospirito di squadra ne esce rin-forzato. Ma cosa dice il legisla-tore a proposito della presenzadegli animali domestici sulluogo di lavoro? Ebbene, in re-

altà, non esiste nessuna leggesui cani e sui gatti in ufficio. Èa discrezione di ogni singolaazienda. Ma mentre all’esterola possibilità di poter portare ipropri cani in ufficio inizia adiventare un’abitudine semprepiù diffusa - negli Stati Uniti 1azienda su 5 è pet friendly - nelBel Paese sembrano esserciancora diverse barriere, ritardie resistenze. Tuttavia si av-verte che il vento sta cam-biando finalmente anche qui e,di mese in mese, spuntanonuove iniziative e sono sempredi più le aziende in cui i dipen-denti, un giorno a settimana oin particolari occasioni, pos-sono portare in ufficio anche ilproprio cane o gatto. Non

siamo certamente ai livellidegli Stati Uniti, ma le pro-spettive sono buone.Ci sono varie piccole aziendeche si sono lanciate nella spe-rimentazione, ma non man-cano anche alcune notemultinazionali che nelle sediitaliane accolgono cani e gatti,come Zynga, Amazon e Google,nella sua sede milanese.Anche alla Nintendo Italia,con sede a Vimercate (MB)sono ammessi i cani.L’azienda, in particolare, halanciato i cosiddetti “Pet Fri-day” ossia i venerdì aperti aicani in cui tutti i dipendentipossono portare con sé il pro-prio animale domestico. C’è poi Purina, la nota aziendache produce alimenti per ani-mali, che da qualche anno haavviato Pets@work, l’iniziativache valorizza la relazione frapersone e animali domesticianche sul posto di lavoro. Agliospiti a quattro zampe è statadedicata anche la costruzionedi una piccola area tutta perloro. E nella sede di Mars Ita-lia, ad Assago, una volta almese, si svolge il “Pet friendlyday”, una giornata in cui tuttii dipendenti possono portarecon sè in ufficio il proprioamico a quattro zampe.Visti i benefici, è bene anchedire che i cani in ufficio non sipossono portare in modo indi-scriminato, così come ci pare, ènecessario un codice di con-dotta. Ogni azienda può creareil proprio, anche a secondadegli ambienti in cui si lavora,

ma ci sono delle regole chesono comuni. Per poter portareil proprio cane in azienda ilproprietario deve: aver conse-guito il patentino del BuonConduttore Cinofilo ricono-sciuto dall’Enci, presentare ilcertificato di buona salute delcane, possedere polizza assicu-rativa che copra eventualidanni a terzi/cose causati dalcane. Il cane deve essere in re-gola con la normale profilassivaccinale e antirabbica e pos-sedere il regolare microchip edessere registrato all’anagrafecanina. È necessario anche de-finire cosa accade se un ani-male si mostra aggressivo. Ipadroni devono assicurare ipropri cani ed educarli in modoche non arrechino disturbo aicolleghi e a loro stessi.Ad oggi, i responsabili delle ri-sorse umane delle diverseaziende, già certificano i mi-glioramenti registrati laddovele politiche pet friendly sonostate adottate.La futura classe dirigente èdunque fortemente orientataverso la condivisione deglispazi di lavoro con gli animalidomestici e proprio per questoè prevedibile che le aziende piùinnovative valuteranno il temacon grande attenzione, senzaderubricarlo a livello di simpa-tica iniziativa, come ancoraoggi viene vista dai più scettici.Perchè si sa da sempre il caneè considerato il migliore amicodell’uomo, chissà che non di-venti sempre piu’ anche un ot-timo collega.

ANDARE A LAVORO CON FIDODa migliore amico dell’uomo a collega. Aumentano anche in Italia gli uffici pet friendly

Felicia De Capua

Il Consiglio di Stato, sez. III,con la recente sentenza n. 216del 9 gennaio scorso, chiarisceche in sede giurisdizionalel’omessa notifica del ricorso diaccesso agli atti ai controinte-ressati non determina la conse-guente inammissibilità delricorso stesso, qualora l’ammi-nistrazione destinataria dellarichiesta non abbia valutato, insede procedimentale, la parte-cipazione di altri soggetti.Ad una contraria conclusione siopporrebbe, in primis, la buonafede dell’impugnante che nonha provveduto a notificare adalcuno oltre che all’ammini-strazione, “conformandosi” allavalutazione resa da quest’ul-tima, secondo cui non esiste-vano posizioni di contro-interesse, tanto da non averecomunicato a nessuno l’avve-nuta presentazione della do-manda di accesso. La decisione in esame è gui-data dalla previsione dell’art.3, comma 1, del d.P.R. 12 aprile2006 n. 184: “(…) la pubblicaamministrazione cui è indiriz-zata la richiesta di accesso, seindividua soggetti controinte-ressati, di cui all’articolo 22,

comma 1, lettera c), della legge,è tenuta a dare comunicazioneagli stessi (…)”. Di conse-guenza, se nel procedimentoavviato dall’istanza di accessoai documenti, l’amministra-zione individua un controinte-ressato, a costui dovrà esserenotificato l’eventuale ricorsoproposto dall’istante avverso ilprovvedimento di diniego al-

l’accesso (ovvero avverso il si-lenzio). Per converso, nel caso in cuil’amministrazione non abbia insede procedimentale indivi-duato alcuna posizione di con-trointeresse, l’istante non saràtenuto a notificare il ricorso adalcun controinteressato (così,Cons. giust. amm. Sicilia sez.giurisd. 16 marzo 2017 n. 104,

Cons. Stato, sez. VI, 8 febbraio2012, n. 677; sez. VI, 30 luglio2010, n. 5062; sez. IV, 26 ago-sto 2014, n. 4308; sez. III, 16maggio 2011, n. 2968). In so-stanza, in base al consolidatoorientamento giurispruden-ziale, i soggetti che in fase diprocedimento potrebbero su-bire un pregiudizio dall’accogli-mento della istanza di accesso,

acquisirebbero la qualifica dicontrointeressati nel caso diimpugnazione del provvedi-mento di diniego. Al contempo i giudici di Pa-lazzo Spada precisano chedetto “parallelismo” non può,tuttavia, indurre a ritenere chela mancata previsione dell’am-ministrazione di una posizionedi controinteresse, implichi lafacoltà, o addirittura la legitti-mità, di riportare siffatta posi-zione anche in sedegiurisdizionale. La giurispru-denza ha previsto, infatti, cheil giudice adito, ove ravvisi po-sizioni di controinteresse, siatenuto anche ex officio, a ot-temperare all’obbligo di cuiall’art. 116 c.p.a., imponendo lanotifica del ricorso alla partecontrointeressata. In caso contrario, non si rispet-terebbe la natura sostanzialeed autonoma della posizione dicontrointeresse, ma si rimette-rebbe la effettività della tuteladi tale posizione alla mera“scelta” dell’amministrazioneche, omettendo di ottemperareagli obblighi previsti dal citatoart. 3 del d.P.R. 12 aprile 2006,n. 184, escluderebbe definitiva-mente dalla tutela giudiziale ilcontrointeressato sostanziale.

RIFIUTIIn tema di emergenza rifiuti,deve ritenersi manifesta-mente infondata la questionedi legittimità costituzionaledell'art. 6, D.L. 6 novembre2008, n. 172 per violazionedell'art. 3 Cost., poiché nonlede i principi di uguaglianzae ragionevolezza la scelta nor-mativa del legislatore di diffe-renziare, con la previsione diuna disciplina eccezionale etemporanea, l'applicazionedella norma penale, appa-rendo oggettivamente piùgrave la violazione della disci-plina normativa dei rifiutinelle zone ove vige lo stato diemergenza rispetto alle altrezone del territorio nazionaledove l'emergenza non sussistao sia cessata. Parimenti mani-festamente infondato è l'ulte-riore profilo di violazione del

principio della riserva dilegge, ex. art. 25 Cost., in ma-teria penale poiché la durataed estensione dello stato diemergenza costituisce merofatto presupposto da cui di-pende l'applicazione dellalegge penale di cui all'art. 6del citato decreto e non è ele-

mento costitutivo del reato. Lostato di emergenza costituisceil necessario presupposto difatto per l'adozione di normederogatorie alle ordinarie di-sposizioni legislative che giu-stificano un trattamentodifferenziato e non è elementonormativo della fattispecie che

ne delimita l'ambito di appli-cazione. Ed invero, la fattispe-cie penale è prevista dall'art. 6del d.l. n. 172 del 2008, conv.dalla legge n. 210 del 2018 chepunisce, quanto alla condottatipica, le condotte ivi descritteche riprendono in larga mi-sura quelle condotte già ri-comprese nell'art. 256 delD.Lgs n. 152 de 2006, condotteche se poste in essere nei ter-ritori dove vige la dichiara-zione dello stato di emergenzanel settore dei rifiuti, sono pu-nite più severamente. La dichiarazione dello stato diemergenza, a sua volta, trovai suoi presupposti nella leggen. 252 del 1992 che attribuisceal DPCM la competenza a de-terminare la durata del mede-simo e l'ambito spaziale invige, cosicché l'atto divieneelemento integrativo della fat-

tispecie penale costituendoneun presupposto di fatto dalquale dipende l'applicazionedell'art. 6 del d.l. 172 del 2008.Per il diniego o il riconosci-mento della causa di non pu-nibilità, si evidenzia che lastessa non rileva sullo stato diincensuratezza atteso che i pa-rametri di valutazione di cuiall'art. 131-bis cod. pen. hannonatura e struttura oggettiva,ed operano su un piano di-verso da quelli sulla persona-lità del reo. Nella specie, lasentenza ha ben argomentatola gravità della condotta postain essere dal ricorrente e l'al-larme sociale derivato anchedal fatto che scaricava i rifiutisu terreni altrui. Corte di Cas-sazione Penale, Sez. 3a24/01/2019 (Ud. 24/10/2018),Sentenza n.3582.

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Accesso agli atti: il caso della mancataindividuazione dei controinteressati

L’istante può in alcuni casi omettere la notifica del ricorso ai terzi

A TUTTI GLI UOMINI: LE DONNE ESISTONO, NON SI IGNORANO “L'umanità non è l'insieme degli esseri umani, ma sono gli esseri umani che vivono insieme”

Andrea Tafuro

Si è celebrata l’11 febbraio laGiornata Internazionale delleDonne e delle Ragazze nellaScienza, istituita dall’Assem-blea Generale delle NazioniUnite. La giornata si propone diriflettere e porre in essere tuttigli strumenti tesi ad eliminarestereotipi e pregiudizi che ren-dono le carriere femminili unpercorso a ostacoli. La parolache mi viene in mente è: alle-anza… alleanze: termini che inquesti nostri tempi fanno pen-sare a tresche politiche, ad ap-poggi incrociati per difenderemanovre e interessi, ai clan ma-fiosi, alleanze di branco: ven-gono in mente le bande violente,che si alleano e si combattono.Ci sono però altri ambiti neiquali si usano questi stessi ter-mini, qui i contenuti e i modicambiano completamente.Dimmi con chi ti allei e ti diròchi sei. Negli ultimi due secoliabbiamo prestato attenzionealla voce dei popoli che hannorovesciato lo Stato assoluto, aiproletari che hanno difeso i pro-pri diritti. Concentriamoci oltree analizziamo l’azione collettivache mette al centro dei propricomportamenti la proclama-zione della libertà di soggetticreatori e liberatori di se stessi.Voglio far miei gli studi di Alain

Touraine, sociologo militante,che suggerisce di considerarecome obiettivo delle società mo-derne la lotta contro il predomi-nio del mercato e contro i poteriautoritari. Il movimento che piùlo interessa è quello delle donne.Tale movimento sta portandoalla trasformazione del campoculturale, creando un nuovocontesto conflittuale, sottratto aigruppi dominanti. Le donne,come attrici collettive, creano laposta in gioco e il campo cultu-rale del conflitto con altri attorisociali. Nella deriva etico/socialedove ci ha trascinati la globaliz-zazione, le donne confermano lapropria identità e le proprie ri-vendicazioni. In altre parole, co-struiscono se stesse, riparanociò che è stato smembrato dal-l’esposizione alla deriva delleforze del mercato. Nonostante ciò la società insistenel negare il rispetto alle donne,penso ad alcuni anni fa e ai trecaporali del 33esimo reggimentoAcqui indagati per lo stupro diPizzoli (L’Aquila), furono riam-messi in servizio. Cito dalla cro-naca, è la vittima Rosa aparlare: “Quello non può esserestato, come lo definisce il difen-sore di Tuccia, un atto amorosoconsensuale … a meno che ionon gli abbia chiesto di ucci-dermi non può essere atto amo-roso. Non so con cosa lo ha fatto,

una mano non può fare questo,ma il medico legale ha detto chela mano può entrare fino al go-mito. Non so.”La fede nell’onnipotenza dellaglobalizzazione ha generatol’idea che le vittime possano solomettere in luce le contraddizionidel sistema, mentre ricadrebbesugli intellettuali e i militantipolitici la responsabilità d’indi-care la strada da seguire control’offensiva del capitale. Le donnestanno dimostrando il contrario,l’azione è possibile e approda a

trasformazioni efficaci sull’as-setto sociale. E’ possibile uscireda una posizione difensiva da-vanti all’esclusione, a patto di ri-conoscersi in quanto soggettiche si richiamano a principi ca-paci di coagulare attorno a séampie forze. Affidarsi a ideologinon è più indispensabile perraggiungere i propri interessi emigliorare la propria condi-zione. Nell’epoca presente ledonne sono soggetti che rivendi-cano identità e diritti culturali.Touraine scrive: “Il mondo delledonne non vuol dire come vivonole donne. Vuol dire il mondo ingenerale qual è creato e immagi-nato su iniziativa delle donne.C’era un mondo al maschile, orac’è un mondo orientato al fem-minile. Cosa vuol dire? In sensogenerale che siamo tutti passatiin Europa da una società che eraorientata verso la conquista a uncultura orientata verso l’interio-rità, cioè l’individuo, la cono-scenza di sé”. Il senso dato dalledonne a questo rivolgersi versose stessi non è il piacere o il con-sumo. Oggi la sola grande ideapossibile nella nostra società diconquista è di reintegrare ciòche è stato diviso, di riunire ciòche è stato polarizzato. Alledonne, interessa ricostruire unasocietà più umana e integrata eche non si basi sulla logica dellamacchina a vapore. Il grandeprogetto portato avanti dalledonne nel mondo occidentale è,dopo aver scomposto la natura,cercare di capire come ricom-porla. Ma non c'è una visionedelle donne e una degli uomini,è una visione generale. Gli uo-mini non parlano più molto,hanno ancora il potere, il de-

naro, ma sul senso della culturasono le donne che parlano dipiù, e gli uomini sono in genered’accordo, non sono contro. Si di-ceva: finalmente le donne sonodiventate eguali agli uomini.No, è il contrario: sono progres-sivamente gli uomini che si av-vicinano al modello culturaleelaborato dalle donne. Che belleparole ho scritto per le donne...A Bologna, anni fa, un cittadinoislamico ha sentito impuro ilproprio rapporto con una donnacristiana e ha tentato di decapi-tarla, la donna, un’ucraina di 45anni, se la scampa, rischia di ri-trovarsi paraplegica. E’ il casoforse di mandare le religioni inanalisi, l’ipocrisia mercantile harepresso il concetto di purezza enon è stato certo colpa delle ra-gazze. Sarà che il maschio con-sidera atto da punire l’impuritàdella femmina...per la suascarsa prestazione? In questoventunesimo secolo siamo an-cora a parlare e a scontrarci sulpuro e l’impuro. Vedo molta gente in giro con-dannata al masochismo celiba-tario istantaneamente pronta achiedere cerimonie riparatrici.E poi non ho capito, non possopregare nella mia fede cattolica,perchè lo Spirito illumini i cuoridei miei Padri, per farli cam-biare idea e affermare che la di-versità di genere è un valore eun bene assoluto da difendere.C’è chi lavora alacremente percostruire un mondo senza ferite,tutto levigato, dove un’indiffe-renza generalizzata renderàtutti soli e insignificanti. Prefe-risco le mie tare, ringrazio miopadre che mi ha insegnato a ve-derle.

ROSALIND: STORIE DA RICORDARE

Quando, nel 1962, Watson, Crick e Wilkins ricevettero il premioNobel per la medicina grazie alla scoperta della struttura deldna, non si udì mezza parola su di lei. Se il comitato non la in-cluse, fu perché i tre moschettieri della doppia elica si guarda-rono bene dal ricordare il fondamentale apporto che le ricerchedella scienziata avevano dato alla individuazione della strutturatridimensionale degli acidi nucleici costituiti da lunghe catenemolecolari avvolte a elica. Lei, non avrebbe potuto lamentarsi:cristallografa professionista, Rosalind Franklin era morta, il 16aprile 1958, di tumore a 37 anni, probabilmente anche a causadelle radiazioni a cui i suoi studi l’avevano lungamente esposta.Nata nel 1920, Franklin studiò a Cambridge, iniziando la suacarriera di ricercatrice a Parigi e continuandola poi al Kings Col-lege di Londra. Fu qui che le sue foto del dna, viste all’insaputadella donna, folgorarono Watson, che in esse riconobbe la raffi-gurazione della doppia elica. Nel 1952 infatti, utilizzando unamacchina da lei modificata, Franklin aveva ottenuto la foto deldna nella sua forma b. Attraverso l’analisi del suo epistolario edelle interviste ai protagonisti minori della vicenda, è emersoche sia stata proprio lei la vera scopritrice della morfologia a elicadel dna. Nel tempo, però, il suo apporto cominciò a emergere. In-fatti quando, dopo la vincita del Nobel, Watson scrisse The Dou-ble Helix e non poté non citarla. Ma lo fece minimizzandone ilpiù possibile l’apporto, denigrandola come donna e come scien-ziata. Tanta misoginia, determinò un cambio di editore, la Har-vard University Press, dopo che ne era circolata una primabozza, rescisse il contratto, perchè il testo offendeva colei che nonera più in grado di difendersi. é l’ennesima testimonianza dicome l’apporto femminile venga minimizzato dalla società.

AApproda per la prima volta in Italiail fantastico spettacolo "CirCuba",che mescola danza, folklore e articircensi su diversi ritmi e melodie:rumba, merengue, cha cha cha esalsa. L’evento rappresenta un veroe proprio invito alla gioia, un rime-dio contro l'oscurità. Per l’occa-sione, sono stati selezionati circacinquanta artisti dalla più famosascuola di circo a L’Avana. Ad esibirsi,infatti, non saranno i soliti clown,semplici giocolieri o trapezisti “spe-ricolati”, ma un gruppo di talenti chedarà vita a un vero e proprio showcarico di fascino, calore, musicalitàe bravura artistica.

CirCuba: un invito alla gioiaDal 14 febbraio al 24 marzo a Napoli la magia del circo incontra la musica e i ritmi latini