LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe...

66
in collaborazione con Provincia di Ravenna Assessorato alla Cultura LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE INDAGINE SUGLI SPAZI E SERVIZI DI AGGREGAZIONE DEDICATI ALLA CREATIVITÀ GIOVANILE DELLA PROVINCIA DI RAVENNA REPORT DI RICERCA A cura di Erika Agresti, Annalisa Gambarrota, Doriana Togni, Alessandra Zattoni soc.coop.ar.l. Via Castellani, 25 – 48018 Faenza (RA) Tel e Fax: 0546 – 25025 E-mail: [email protected] www.ricercazione.com

Transcript of LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe...

Page 1: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

in collaborazione con

Provincia di Ravenna Assessorato alla Cultura

LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE

INDAGINE SUGLI SPAZI E SERVIZI DI AGGREGAZIONE DEDICATI ALLA CREATIVITÀ GIOVANILE DELLA PROVINCIA DI RAVENNA

REPORT DI RICERCA

A cura di Erika Agresti, Annalisa Gambarrota, Doriana Togni, Alessandra Zattoni

soc.coop.ar.l. Via Castellani, 25 – 48018 Faenza (RA)

Tel e Fax: 0546 – 25025 E-mail: [email protected]

www.ricercazione.com

Page 2: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie
Page 3: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

3

Presentazione

Per promuovere efficaci orientamenti nell’ambito delle politiche giovanili del territorio sono

indispensabili informazioni attente e mirate: bisogna innanzitutto conoscere esattamente la “realtà” delle

diverse forme aggregative, culturali e creative che i giovani esprimono sul territorio.

Considerare i giovani come produttori di cultura non può prescindere dall’analizzare i luoghi in cui è

possibile praticare ed esercitare la creatività. I luoghi in cui emerge l’espressione della creatività sono

spazi fisici che hanno assunto molteplici significati e che svolgono diverse funzioni.

L’osservazione di questi fenomeni legati alla condizione giovanile è, quindi, elemento significativo per

programmare interventi nel medio-lungo periodo e rappresenta un punto di vista privilegiato per chi

intende rivolgersi ai giovani con la consapevolezza che questi costituiscono una risorsa per la società.

Queste sono le riflessioni che hanno portato alla realizzazione di un progetto sugli spazi e servizi di

aggregazione/incontro dove i giovani si ritrovano per stare insieme e per esprimere le proprie abilità

creative.

Realizzato in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, il progetto ha prodotto una ampia

indagine che è stata condotta per la prima volta in modo sistematico su tutto il territorio provinciale ed

ha portato alla realizzazione di diversi materiali informativi.

Con l’obiettivo di fare conoscere ai giovani l’offerta di opportunità e servizi che possono incontrare

frequentando le strutture di aggregazione giovanili del territorio provinciale, sono state prodotte tre guide

contenenti informazioni agili e sintetiche: la prima presenta i centri giovani, le sale prove, i centri

polivalenti e gli studi di registrazione; la seconda censisce le scuole di musica, i corsi di musica, i gruppi

corali, i corpi bandistici e i gruppi spontanei che operano nella nostra provincia; la terza descrive le

strutture del territorio che i giovani utilizzano per svolgere attività di bricolage, cinema/video,danza,

ballo, fotografia, giochi, graffiti, informatica, letteratura e scrittura creativa, pittura, scultura, teatro,

ecc…

Il presente rapporto costituisce il resoconto conclusivo dell’attività svolta nel corso dell’indagine e dà

conto dell’ampio lavoro di indagine e di analisi svolto per fare conoscere ed emergere tutta una serie di

opportunità che in modo attivo enti pubblici, associazioni e privati propongono all’utenza giovanile, dando

voce alle opinioni e suggerimenti dei giovani, e definendo nell’insieme per la prima volta il panorama

variegato e interessante dell’universo della creatività giovanile ravennate.

Auspichiamo che l’intero progetto possa essere uno strumento utile di informazione, nonché di

stimolo e di riflessione per le prossime attività nell’ambito delle politiche per la gioventù.

Un doveroso ringraziamento, infine, alla Cooperativa Ricercazione di Faenza che ha curato la

realizzazione dell’indagine.

ll Presidente della Provincia

Francesco Giangrandi

L’Assessore alla Cultura

Massimo Ricci Maccarini

Page 4: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

4

Page 5: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

5

Indice

1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7

2. Le mappe degli spazi p. 10

2.1 Lo studio grafico

2.2 Le strutture e gli spazi

2.3 Le tipologie di spazi: fra aggregazione e creatività

3. Le mappe dei significati p. 26

3.1 Le osservazioni, i colloqui e le interviste

3.2 I focus group tematici

4. Le mappe delle relazioni p. 42

4.1 Primo focus group – Relazioni, Comunicazione, Territorio

4.2 Secondo focus group – Il mix di aggregazione e creatività

5. Riflessioni per ripensare gli spazi dedicati alla creatività giovanile:

dalle mappe degli spazi alla rete degli spazi

p. 61

6. Bibliografia p 66

Page 6: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

6

Page 7: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

7

1. Il progetto: le premesse e la metodologia

Il presente rapporto è il resoconto dell’attività svolta nell’ambito del progetto “Indagine

provinciale sugli spazi e servizi di aggregazione/incontro dedicati alla creatività giovanile”

promosso e finanziato dalla Provincia di Ravenna in collaborazione con la Regione Emilia

Romagna, con l’obiettivo di fare conoscere ai giovani l’offerta di opportunità e servizi che

possono incontrare frequentando le strutture di aggregazione giovanile presenti sul territorio

provinciale e di coinvolgere i giovani in questo progetto.

L’indagine sugli spazi e i servizi di aggregazione e incontro dedicati alla creatività giovanile

realizzata è stata costruita partendo da alcune premesse, frutto di riflessioni e considerazioni

maturate attraverso numerose esperienze di relazione e lavoro con e sui giovani.

Le parole chiave utilizzate sono state: creatività, spazi, partecipazione e territorio.

La creatività

La condizione giovanile è stato interpretata nel passato prevalentemente ponendo maggiore

attenzione al disagio giovanile, alle tematiche dell'esclusione e della conflittualità sociale,

spesso con un atteggiamento pessimistico e negativo nei confronti della cultura giovanile.

Oggi, viene messa in evidenza la necessità di porre attenzione al riconoscimento delle

potenzialità delle nuove generazioni riconoscendo i giovani come risorsa, piuttosto che come

problema, anche nell’ambito culturale: i giovani non sono solo destinatari o consumatori di

cultura, ma soggetti capaci di produrla.

La creatività è quindi un concetto chiave la cui esplorazione risulta particolarmente complessa

per i significati che le esperienze giovanili di creatività racchiudono sia a livello simbolico sia di

azione.

Per questo motivo l’indagine sulle pratiche creative giovanili ha inteso la creatività come:

• modalità di ricerca e sperimentazione di forme espressive, comunicative e artistiche;

• produzione culturale ma anche ri-elaborazione di forme, stili e contenuti culturali già

conosciuti;

• pratiche creative già codificate in generi definiti (la musica, il teatro, la danza…) ma anche

sintesi creative e contaminazioni di linguaggi che coinvolgono il corpo, la voce, le vecchie e

le nuove tecnologie, l’allestimento scenico ed espositivo.

Gli spazi

Considerare i giovani come produttori di cultura non può prescindere dall’analizzare i luoghi in

cui è possibile praticare ed esercitare la creatività. I luoghi in cui emerge l’espressione della

creatività sono spazi fisici che hanno assunto molteplici significati e che svolgono funzioni

diverse che vanno dalla valorizzazione del sé al consolidamento di competenze specifiche, dalla

soddisfazione dei bisogni di socialità, aggregazione e identità alla promozione di iniziative, dalla

diffusione di informazioni a spazi in cui semplicemente passare il tempo libero.

Page 8: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

8

Riflettere sugli spazi dedicati alla creatività giovanile comporta considerare che:

• questi luoghi sono definiti “da uno spazio fisico e da uno spazio sociale” ed entrambi

devono essere tenuti in considerazione per giungere ad una loro piena comprensione;

• i significati attribuiti a questi spazi dai ragazzi e dalle ragazze sono molteplici, come

molteplici sono le motivazioni e le caratteristiche dei giovani che li frequentano;

• l’universo giovanile cambia rapidamente ed è quindi fondamentale adottare una prospettiva

di analisi in grado di tenere in considerazione e registrare le continue trasformazioni sul

piano dei bisogni, delle aspettative e delle richieste rispetto agli spazi;

• in un contesto in cui cambiano continuamente sia gli stimoli e gli interessi che le offerte e le

risposte istituzionali e non, diventa fondamentale adottare come priorità l’attenzione alla

diffusione delle informazioni con le modalità e i mezzi più adeguati al pubblico a cui ci si

rivolge;

• affinché gli spazi già esistenti siano valorizzati appieno, è indispensabile che questi non

siano considerati come luoghi chiusi e isolati dagli altri, al contrario, è necessario

valorizzare tutte le potenzialità e opportunità di collegamento fra questi nell’ottica di una

rete di spazi presente sul territorio;

• molti giovani scelgono di elaborare, sperimentare e produrre linguaggi lontano dalle reti

istituzionali e dalla comunità adulta in una sorta di cornice di invisibilità; anche questi spazi

svolgono le funzioni sopra elencate e per questo motivo è importante conoscerli e ri-

conoscerli nell’ottica della costruzione di dialogo e confronto fra realtà diverse.

La partecipazione e il territorio

Considerare i giovani come risorsa implica porre attenzione alle domande soggettive

stimolando la partecipazione e il rapporto con le istituzioni che devono, a loro volta, rendersi in

grado di costruire modalità di relazione e comunicazione nuove sia nei confronti dei giovani sia

nei confronti delle altre istituzioni. È necessario che queste pratiche non restino isolate e

limitate alla durata di un progetto e diventa quindi necessario costruire e promuovere una

cultura sensibile e attenta alla creatività giovanile. È fondamentale cominciare ad avviare

percorsi di costruzione e implementazione di:

• forme di dialogo e ascolto attivo nei confronti dei giovani. Partire dall’analisi delle domande

dei ragazzi e delle ragazze può rendere autenticamente efficace la loro partecipazione e il

loro coinvolgimento seguendo il principio della responsabilità e il metodo dell'integrazione;

• modalità di relazione e comunicazione fra soggetti istituzionali diversi che valorizzino le

specificità degli ambiti di relazione e intervento di ognuno e, nello stesso tempo, siano

ispirate dai principi del lavoro di rete;

• promozione dell'interazione tra creatività giovanile e territorio, nell’ottica del “distretto

culturale” in cui alla individuazione e valorizzazione delle vocazioni e delle specificità dei

singoli territori rispetto alle espressioni creative giovanili si affianca una forte integrazione.

Page 9: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

9

È proprio quest’ultimo aspetto, la promozione dell’interazione fra la creatività giovanile e il

territorio, che può essere considerato la finalità ultima all’interno della quale si articolano gli

obiettivi specifici del progetto:

• far conoscere ai giovani le opportunità di spazi e servizi di aggregazione e incontro legati

alla creatività giovanile presenti nel territorio provinciale;

• coinvolgere attivamente i giovani nel progetto dando voce alle loro opinioni, suggerimenti e

proposte connesse alla fruizione degli spazi;

• valorizzare le collaborazioni in essere con i soggetti istituzionali per garantire una positiva

ricaduta su tutto il territorio provinciale e per favorire una riflessione generale condivisa e

propositiva rispetto a future attività di programmazione nell’ambito delle politiche per la

gioventù.

In relazione agli obiettivi appena illustrati è stata messa a punto una metodologia di indagine

che si fonda sui principi cardine della ricerca azione. Dal punto di vista metodologico si

sottolinea che:

• la finalità della presente ricerca non è semplicemente quella di descrivere e spiegare ma,

attraverso l’analisi, “di riattivare la realtà con una finalità di cambiamento”;

• l’analisi dovrà essere non solo condivisa ma anche individuata e “avvicinata” sia dai ragazzi

che frequentano i centri, sia dagli altri soggetti coinvolti nel progetto, in particolar modo i

referenti istituzionali e i committenti; la partecipazione e il coinvolgimento dell’oggetto

dell’azione di ricerca sono quindi una condizione necessaria;

• il gruppo di ricerca è stato sensibile e attento a far emergere i bisogni così come sono

definiti dagli oggetti di indagine ma anche porsi come soggetto attivo nella definizione delle

relazioni fra i soggetti coinvolti, in altre parole, dovrà tendere a condurli “da un

atteggiamento di risposta e di adattamento a comportamenti di progetto”;

• si privilegeranno metodi e tecniche di ricerca funzionali agli obiettivi che ci si pone e che

lascino spazio alla induzione e alla interpretazione.

Sono stati individuati tre nuclei di azioni - le mappe degli spazi, le mappe dei significati e le

mappe delle relazioni - concepiti come inter-dipendenti l’uno dall’altro e strettamente collegati

fra loro e, solo a fini espositivi, verranno illustrati in maniera approfondita separatamente.

Page 10: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

10

2. Le mappe degli spazi

La ricostruzione delle mappe degli spazi costituisce il primo nucleo di azioni ed è stata

realizzata attraverso un monitoraggio su tutto il territorio della provincia di Ravenna delle

strutture esistenti e operative dedicate alla creatività giovanile, delle opportunità offerte e dei

servizi proposti attraverso le stesse.

La rilevazione, più in particolare ha cercato di:

• individuare gli spazi su tutto il territorio provinciale e verranno quindi prese in

considerazione le realtà presenti nei comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di

Romagna, Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Cervia, Conselice, Cotignola,

Faenza, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda, Ravenna, Riolo Terme, Russi, Sant’Agata sul

Santerno, Solarolo;

• raccogliere informazioni relative agli spazi individuati: collocazione, modalità di

raggiungimento, orari, servizi offerti, attrezzature e strumentazioni disponibili, sale

disponibili, associazioni che vi hanno sede, progetti in corso e collaborazioni, responsabili e

operatori…;

• raccogliere informazioni relative alle caratteristiche della frequenza e del grado di

partecipazione: accessi, giorni, fasce orarie, strumentazioni più utilizzate, ecc.;

• raccogliere informazioni che consentano di individuare le tipologie di soggetti che accedono

agli spazi individuati: singoli, gruppi informali, gruppi formali e associazioni e in questo

caso quali. Si è cercato inoltre di tracciare i profili dei ragazzi e delle ragazze sotto l’aspetto

anagrafico e sociale (genere, età, titolo di studio, ecc.).

La rilevazione è stata effettuata attraverso una scheda appositamente predisposta e rivolta,

per la compilazione, ai gestori, agli operatori o ai referenti degli spazi individuati. Attraverso

questa scheda abbiamo cercato di tradurre operativamente i concetti relativi alla creatività

illustrati nella premessa. Innanzitutto, abbiamo approfondito il concetto di creatività agita,

cercando di esplicitare le pratiche, le attività concrete che possono essere realizzate all’interno

degli spazi e che definiscono quello spazio come luogo in cui si agisce la creatività. Abbiamo

individuato: feste, prestito materiali, concorsi, corsi, conferenze, seminari, cineforum,

laboratorio, mostre, esposizioni, spettacoli, esibizioni, tornei e il libero accesso per praticare

un’attività.

Il secondo concetto “tradotto” per la rilevazione è stato quello delle tipologie di pratiche

creative cercando di prevedere sia quelle più tradizionali e codificate, sia le sintesi fra differenti

linguaggi. Sono state individuate: musica, teatro, cinema, video, fotografia, pittura, scultura,

bricolage/decoupage, danza, ballo, pratiche sportive non tradizionali, letteratura (scrittura

creativa, poesia, ecc.), informatica, graffiti, giochi.

La seconda parte della scheda è stata costruita con l’obiettivo di raccogliere informazioni più

specifiche sia sulle caratteristiche fisiche degli spazi, sia sulle caratteristiche degli utenti con la

consapevolezza che gli spazi difficilmente hanno messo a punto ed a regime sistemi di raccolta

Page 11: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

11

dati e che, anche nei migliori dei casi, non ci sarebbe stata omogeneità nelle modalità di

rilevazione adottate. Non è stato possibile quindi effettuare delle elaborazioni statistiche, ma

abbiamo sperimentato uno strumento che può costituire un punto di partenza per indagini

future e che ha comunque consentito di individuare delle “tendenze” da approfondire

eventualmente in seguito.

La rilevazione degli spazi è stata la fase che ha comportato un impiego di energie non previsto

inizialmente. Con l’obiettivo di ricostruire il panorama nel modo più completo possibile sono

state seguite due strade: una “via breve”, seguita contattando le realtà pubbliche, visibili sui

siti e di cui era già nota l’esistenza; una “via lunga”, seguita contattando le associazioni,

soprattutto culturali, per individuare gli spazi in cui si trovano, le realtà in cui si svolgono

iniziative ed eventi per capire quali erano esattamente le tipologie di attività svolte, le realtà

individuate dalla raccolta di depliants, opuscoli e cartoline sul territorio, e le realtà che ci

venivano segnalate.

Questa modalità di ricerca ha fatto emergere di numerose realtà anche se non tutte facevano

riferimento specifico ad uno spazio e non tutti gli spazi individuati possedevano le

caratteristiche per essere poi inseriti nel depliant informativo. Tuttavia le informazioni raccolte

testimoniano la vivacità del tessuto culturale del territorio provinciale e costituiscono un

importante patrimonio di conoscenza che vale la pena valorizzare.

Come si è già detto, durante l’attività di ricerca si è entrati in contatto con numerose realtà per

ognuna delle quali è stato necessario valutare se inserirla o meno nel depliant informativo

Apparentemente, i criteri erano chiari – spazi dedicati alla creatività giovanile - ma nella loro

applicazione concreta sono emerse non poche difficoltà per cui è stato necessario confrontarsi

caso per caso. In particolare, sono stati esclusi gli spazi frequentati solo da persone sopra i

trenta anni ma sono stati inseriti i luoghi in cui la presenza dei giovani è rilevante anche se non

esclusiva; non sono stati inserti i luoghi in cui la creatività è solo fruita (locali pubblici, sale

mostre) o i luoghi in cui si esercita un’attività creativa solo a fini formativi o corsuali (scuole,

ecc.), ma sono stati inseriti gli spazi in cui si organizzano anche eventi o corsi, privilegiando i

luoghi in cui le pratiche sono numerose e diverse fra loro.

2.1 Lo studio grafico

Le informazioni raccolte in questa fase hanno costituito il punto di partenza per le fasi

successive dell’indagine e sono state utilizzate per la predisposizione di un materiale

informativo rivolto ai giovani che costituisce il terzo quaderno della collana “Strumenti”

realizzato in parte in continuità con la grafica adottata per le guide precedenti (1 e 2) ed in

parte inserendo elementi innovativi. In particolare, abbiamo cercato di privilegiare una

modalità comunicativa semplice ed essenziale attraverso l’uso di icone che fossero

particolarmente “accattivanti” per la popolazione giovanile.

Page 12: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

12

2.2 Le strutture e gli spazi

L’analisi delle schede relative agli spazi mappati ha consentito di ricostruire un panorama

generale delle caratteristiche degli spazi presenti sul territorio provinciale e degli utenti di

questi spazi.

Proponiamo di seguito una sintesi dei dati raccolti:

le strutture: la maggioranza degli spazi mappati è costituita da strutture pubbliche, in

particolar modo comunali, e in misura minore da strutture private: spazi di proprietà di singole

associazioni, circoli privati in alcuni casi parte di circuiti nazionali (es. circoli Arci), parrocchie.

la gestione: la modalità di gestione degli spazi è un tema particolarmente importante

soprattutto per le strutture pubbliche. Alla base dell’istituzione di spazi per i giovani da parte

delle amministrazioni è presente una tensione fra esigenze contrapposte: da una parte, il

desiderio di avere la possibilità di fare, di agire, di pensare ed esprimersi in autonomia e libertà

soprattutto nel tempo libero; dall’altra, l’esigenza di esercitare comunque un controllo e una

regolamentazione sulle loro attività.

La modalità con cui l’ente decide di gestire gli spazi è in qualche modo una risposta alla

necessità di conciliare questi due aspetti, non a caso una delle modalità più utilizzate è quella

dell’autogestione. In questo caso gli spazi sono affidati per la gestione, che comprende

principalmente la programmazione delle attività e delle iniziative e l’organizzazione dello

spazio, ad una o più associazioni. In alcuni casi, le associazioni sono pre-esistenti alla nascita

dello spazio, in altri si costituiscono ad hoc e lavorano volontariamente in accordo e “sotto la

supervisione” dell’ente.

Un’altra modalità è costituita dall’affidamento ad una società o ad una cooperativa della

gestione dello spazio; in questo caso, a differenza dell’auto-gestione che viene praticata a

titolo di volontariato, l’amministrazione appalta un servizio ad un soggetto terzo. A questo

proposito è importante sottolineare che spesso sono gli stessi soggetti che sono presenti con la

loro attività in diversi territori. In alcuni casi vengono riproposte le stesse attività e le stesse

modalità di conduzione e gestione; in altri, la medesima attività artistica viene sviluppata in

modo completamente differente in relazione alle richieste del territorio.

Una terza modalità è costituita dalla gestione diretta dello spazio da parte della

amministrazione, attraverso la presenza fisica di un operatore, con la collaborazione dei

ragazzi e delle ragazze che frequentano quel luogo.

Ci sono poi delle strutture pubbliche, quali le circoscrizioni e i rioni, di cui i giovani non sono gli

unici “abitanti” e che non svolgono attività esclusivamente per i giovani; in questi casi sono dei

gruppi ristretti di volontari che seguono tutti gli aspetti gestionali.

le attività: le attività che si svolgono nei centri mappati sono:

• musica;

• teatro,

• cinema e video;

• fotografia;

Page 13: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

13

• pittura;

• scultura;

• bricolage e decoupage;

• danza e ballo: fra cui emergono anche la break dance, l’hip hop e la danza del ventre;

• pratiche sportive non tradizionali: skateboarding, yoga, taichi e capoeira;

• letteratura: poesia, lettura e scrittura creativa;

• informatica;

• graffiti;

• giochi;

• fumetto.

Dall’analisi delle schede emerge chiaramente come le attività principali che si svolgono negli

spazi mappati sono legate alla musica. È importante sottolineare che il lavoro realizzato è stato

un proseguimento del censimento sugli spazi dedicati alla musica1 e aveva come obiettivo la

mappatura dei luoghi dedicati ad altre attività creative. La musica è stata presa in

considerazione solo nel momento in cui non è l’unica attività praticata ma si accompagna

anche ad altre. É opportuno tenere presente che non è pensabile lavorare nell’ambito delle

pratiche creative “a compartimenti stagni” in quanto queste coinvolgono più linguaggi e quello

musicale è presente nella maggior parte dei casi, di conseguenza diventa particolarmente

difficile crearne un capitolo completamente distinto. Questa infatti, costituisce la pratica

creativa verso cui sono orientate la maggior parte delle attività degli spazi individuati fra cui:

feste, spettacoli, corsi, concorsi, conferenze e seminari, laboratori, prestito di materiali, mostre

ed esposizioni ed anche cineforum su temi legati alla musica.

L’attività creativa in secondo luogo più praticata negli spazi mappati è il teatro attraverso

spettacoli ed esibizioni, laboratori teatrali ma anche corsi, conferenze, feste, prestito materiali

e concorsi.

Per quanto riguarda invece le attività creative legate all’immagine, il cinema, la fotografia e il

fumetto sono le pratiche emerse dall’indagine. In particolare, le attività legate al cinema sono

costituite principalmente da rassegne cinematografiche e cineforum, prestito di materiali, corsi

e seminari, mentre sono più rare, per i motivi che spiegheremo in seguito, le attività di

laboratorio o di pratica.

Per la fotografia invece le attività prevalenti sono le mostre e le esibizioni e, più raramente, i

laboratori, i corsi e i concorsi. Il fumetto è una pratica creativa non ancora molto diffusa e la

cui pratica ha come riferimento più spesso singole persone piuttosto che degli spazi specifici; le

opportunità presenti sono ancora al livello di consumo culturale più che di produzione vera e

propria.

1 Collana Strumenti n. 1 e n. 2. “Tracce sonore. Guida agli spazi musicali della provincia di Ravenna”

Page 14: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

14

Le attività più vicine alle arti classiche (pittura e scultura) sono praticate soprattutto in forma

di laboratori e corsi a cui si affiancano esposizioni e concorsi; in misura minore il prestito di

materiali.

Le altre pratiche creative che trovano spazio nei luoghi mappati sono la danza e il ballo,

attraverso spettacoli, corsi, laboratori e feste ed i giochi intesi non solo come giochi di società

o da tavolo ma, in particolar modo, come giochi di ruolo in cui si è ritenuto vi sia anche una

rilevante dimensione creativa. Il coinvolgimento in questi giochi prevede infatti non solo la

partecipazione a tornei, ma anche laboratori per la realizzazione delle miniature, mostre ed

esposizioni, prestito di materiali e veri e propri corsi.

Fra le altre pratiche creative, che hanno una diffusione minore rispetto a quelle appena

descritte, ci sono quelle legate alla scrittura e alla lettura, ad esempio i laboratori e i corsi di

scrittura creativa o la lettura di poesie. Siamo di fronte ad attività che, come la pittura o il

decoupage, abbiamo definito “di confine” perché come tipologia di attività sono vicine sia alla

pratica creativa sia a qualcos’altro: allo sport nel caso dello skate e della capoeira, alla

produzione artistica vera e propria nel caso della pittura e della scultura, alla produzione

artigianale nel caso del decoupage o bricolage.

Un ultimo aspetto che abbiamo preso in considerazione è quello relativo ai graffiti che, nei

centri frequentati dai più giovani, comincia ad avere una certa diffusione soprattutto sotto

forma di laboratori o di attività finalizzate a “migliorare” l’aspetto delle pareti dei luoghi

frequentati.

le sale: gli spazi che abbiamo censito sono nella maggior parte dei casi costituiti da 2 o 3 sale.

I luoghi che hanno a disposizione anche fino a sei sale sono delle eccezioni nel panorama

esistente. Nei casi in cui le sale sono due o tre difficilmente hanno un uso specifico e sono

piuttosto destinate allo svolgimento di più attività. Le sale che sono destinate ad un uso

specifico sono quelle che contengono un’attrezzatura particolare (sala prove di musica, sala pc,

biblioteca) mentre quelle più grandi solitamente servono per svolgere attività con un’affluenza

maggiore (feste, spettacoli, concerti, esposizioni). Solo un spazio (Artificerie Almagià) è

costituito da un unico grande ambiente che risulta particolarmente funzionale alla realizzazione

di eventi e iniziative per un pubblico anche numeroso.

Le strutture più grandi hanno a disposizione anche spazi funzionali alla realizzazione delle

attività (magazzino, cucina) o che facilitano i momenti di aggregazione e incontro (bar o punto

ristoro, divani).

L’accesso alle sale è, nella maggior parte dei casi, libero nei momenti di apertura delle

strutture ad eccezione delle stanze con strumentazioni particolari in cui è generalmente

necessaria una prenotazione. Le sale sono spesso messe a disposizione non solo degli utenti

abituali ma anche a chi per vario motivo ne fa richiesta; in questo caso, gli spazi sono concessi

a volte ad uso gratuito ma più spesso a pagamento con costi che variano da spazio a spazio.

sistema di raccolta dei dati: uno degli obiettivi di questa indagine era quello di tracciare dei

profili degli utenti degli spazi dedicati alla creatività giovanile censiti. A questo scopo è stata

Page 15: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

15

inserita nella scheda di rilevazione una parte specifica per capire innanzi tutto l’origine dei dati

che ci venivano forniti e la loro tipologia. Dall’analisi delle schede, in un primo momento il

risultato appare confortante; infatti, alla domanda “Esiste un sistema di raccolta dei dati

relativi agli accessi?” la maggior parte delle risposte è positiva. Nel momento in cui abbiamo

verificato quale è il sistema utilizzato, abbiamo riscontrato una disomogeneità tale da non

consentire une elaborazione statistica dei dati. Le modalità di raccolta dei dati che ci sono state

segnalate fanno riferimento a:

• mailing list;

• registro delle presenze;

• tesseramento;

• iscritti ai corsi;

• visitatori di mostre e esposizioni.

In alcuni casi vengono quindi fornite indicazioni più sui soggetti che sono venuti in contatto,

anche solo in una singola occasione, con la struttura piuttosto che sui frequentatori abituali; in

altri i dati vengono raccolti solo in riferimento ad alcune attività specifiche che vengono svolte

nella struttura (accesso sala pc, sala prove); in altri ancora, come nel caso di spettacoli od

esibizioni, che costituiscono una delle attività più consistenti, risulta particolarmente

complicato anche solo ipotizzare un sistema di monitoraggio. Solo nelle strutture rivolte ai

ragazzi più giovani e in cui sono presenti gli operatori, sono “timidamente” presenti le forme

più sistematiche di raccolta dati.

Prevedendo nella fase di costruzione dello strumento che si sarebbe verificata la situazione

appena descritta, abbiamo predisposto la scheda in modo da rilevare le caratteristiche degli

utenti anche attraverso percentuali stimate che ci hanno permesso di individuare alcune

“tendenze”.

la frequenza: nella parte relativa alla individuazione delle caratteristiche della frequenza

abbiamo cercato di quantificare gli accessi secondo due diverse unità di tempo (giorno e anno),

le strumentazioni più utilizzate, i giorni e gli orari di maggiore affluenza. Il problema sopra

descritto si presenta in maniera evidente in questo caso. Sono difficilmente paragonabili infatti

il numero di accessi quotidiani in un centro di aggregazione, che si aggira sui 25/30, con il

numero di accessi di uno spazio che non è rivolto solo ai giovani, come il rione o la

circoscrizione, o il numero di accessi di uno spazio in cui si organizzano eventi di grandi

dimensioni.

Risulta più semplice il tema dei giorni e degli orari più frequentati, in cui possiamo distinguere

due categorie di strutture: quelle rivolte ai più giovani che ovviamente sono più frequentate

nel pomeriggio e durante la settimana, e quelle in cui l’età media è più alta che sono

maggiormente frequentati le sere del fine settimana.

modalità di accesso: abbiamo cercato di capire quali modalità di accesso agli spazi

prevalgono: individualmente come singoli, in gruppi informali o gruppi formali (ad esempio

associazioni, gruppi musicali). La tendenza che sembra prevalere è quella dell’accesso

Page 16: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

16

individuale, mentre l’accesso in gruppi informali e formali sono modalità meno utilizzate. Pur

sottolineando le osservazioni fatte in precedenza sulla disomogeneità delle fonti, la

distribuzione media risulta la seguente:

%

singoli 70

gruppi informali 20

gruppi formali 10

Totale 100

È importante sottolineare che le percentuali rappresentate sono delle medie e che costituiscono

un valido esempio di quello che gli statistici definiscono il paradosso di Trilussa, per cui se io

mangio un pollo e tu non mangi niente per la statistica abbiamo mangiato un mezzo pollo a

testa. Nel caso ad esempio dei gruppi informali, ci sono poche strutture che hanno segnalato

questa modalità ma con valori pari al 100%, di conseguenza anche se l’accesso di gruppi

formali non è presente nella maggior parte delle strutture la percentuale risulta pari al 10%.

i ragazzi e le ragazze: per quanto riguarda le caratteristiche dei giovani che frequentano gli

spazi mappati abbiamo preso in considerazione i seguenti aspetti: il genere, l’età, la

cittadinanza, il comune di provenienza, il titolo di studio e la condizione professionale.

Sulla differenza di genere, la media delle percentuali stimate raccolte mette in evidenza una

tendenza di sostanziale parità nell’accesso agli spazi.

%

femmine 49,7

maschi 50,3

Totale 100

Anche in questo però la media delle percentuali nasconde delle differenze fondamentali, il fatto

cioè che ci sono spazi in cui l’accesso è esclusivamente maschile ed altri in cui la presenza

femminile è decisamente superiore: ad esempio, le piste da skate sono frequentate

praticamente solo da ragazzi (1% vs 99%), mentre gli ambienti teatrali da una maggioranza

femminile.

Il discorso relativo all’età è più complesso perché i dati forniti, anche in termini di percentuali,

sono molto più scarsi e risulta difficile anche delineare una tendenza generale, così come per il

titolo di studio e la condizione professionale.

Più semplice è il discorso relativo alla cittadinanza, inserito per verificare se gli spazi dedicati

alla creatività presenti sul territorio cominciano ad essere un punto di riferimento anche per i

ragazzi stranieri. La risposta è evidentemente negativa, visto che in media solo il 7% dei

ragazzi che frequenta questi spazi è straniero e, come si vedrà nelle parti successive, si tratta

Page 17: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

17

soprattutto dei luoghi frequentati dagli adolescenti o in cui la dimensione aggregativa è molto

importante.

%

italiani 93

stranieri 7

Totale 100

Infine, abbiamo cercato di raccogliere informazioni sulla provenienza dei ragazzi che

frequentano gli spazi, quanto cioè questi sono frequentati da giovani che vengono dal comune

di riferimento o da altri comuni. L’idea era di verificare se esiste una tendenza alla mobilità su

un territorio più allargato per accedere ad opportunità legate alla creatività.

%

Dal comune 73

Da altri comuni 26

Totale 100

In questo caso, nonostante la provenienza dal comune sia nettamente superiore rispetto a

quella da altri comuni, è possibile individuare un minimo segnale di tendenza al movimento.

L’unica eccezione è ancora una volta costituita dalle piste da skate, che costituiscono

un’attrazione, per le caratteristiche specifiche che ognuna di questa ha anche per i ragazzi che

risiedono fuori dal territorio comunale in cui è inserita la pista stessa.

2.3 Le tipologie di spazi: fra aggregazione e creatività

Dai dati appena illustrati emerge chiaramente come sia particolarmente difficile fare delle

considerazioni generali sugli spazi dedicati alla creatività giovanile. I motivi per cui questi spazi

sono nati sono diversi, le funzioni che svolgono ed il ruolo che hanno in un dato territorio sono

distinti, e, di conseguenza, le motivazioni e le modalità di accesso sono molto differenti.

Ricostruire il quadro generale non è stato facile tanto che abbiamo pensato, come si vedrà

nella parte dedicata alle mappe delle relazioni, di confrontarci con i referenti istituzionali degli

spazi su questo tema.

Gli elementi che abbiamo sempre tenuto presente nella realizzazione dell’indagine, e presenti

in tutti gli spazi individuati, sono la creatività e l’aggregazione; la loro presenza però varia da

struttura a struttura, in alcuni è predominante la componente aggregativa e le pratiche

creative costituiscono uno strumento per consolidarla, in altri è predominante la componente

creativa e la dimensione aggregativa costituisce una conseguenza inevitabile ma non

necessariamente ricercata. Ogni tipologia di spazio si posiziona in un punto diverso lungo un

ipotetico continuum che ha questi due estremi.

Page 18: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

18

Proviamo ora a descrivere le tipologie di spazi individuate e come, letteralmente, si

posizionano rispetto a queste due dimensioni. Nel tentativo di dare una rappresentazione

grafica che fornisse una spiegazione più immediata delle tipologie di spazi, abbiamo collocato

su due assi la creatività e l’aggregazione all’interno dei quali posizionare le strutture censite.

aggregazione

creatività

Abbiamo proposto questa riflessione anche nel focus group con i referenti istituzionali e

proponiamo in questo contesto le tipologie di spazi individuati.

Spazi pubblici

Centri auto-gestiti

Nell’ambito delle politiche giovanili che vengono messe in atto dalle amministrazioni comunali,

uno strumento che viene ampiamente utilizzato è quello di mettere a disposizione degli spazi.

Anche all’interno delle strutture pubbliche le tipologie di spazi non sono omogenee e a fianco di

luoghi che si pongono come obiettivi principali la ricreazione, l’animazione e la promozione

della socializzazione, ma anche in alcuni casi vere e proprie attività di sostegno ed educative,

si trovano spazi dedicati alla promozione culturale in cui la modalità di gestione valorizza

pienamente la dimensione aggregativi in quanto sono luoghi in cui si sperimentano momenti di

autonomia, di costruzione dei proprie esperienze e di partecipazione di cittadinanza attiva.

Questi luoghi diventano così competitivi con altri spazi che sono caratterizzati da una

frequenza prevalentemente giovanile ma con un consumo culturale principalmente passivo.

Le scuole

In alcuni Comuni l’amministrazione ha creato spazi specifici dedicati all’arte, sono nate così le

“Scuole d’Arte”, luoghi attrezzati in cui personale specializzato propone corsi e laboratori. Ci

sono scuole di musica, scuole di scultura e pittura, ceramica e mosaico. Il mosaico, in

particolare risulta essere una tecnica particolarmente curata, quasi a continuare una tradizione

tipica del territorio. Alcune scuole d’arte sono riservate all’infanzia, altre si aprono a tutta la

popolazione; tuttavia, l’utenza nella fascia 14-30 anni non è molto numerosa.

Page 19: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

19

Rispetto ad altre realtà le scuole d’arte aperte a tutta la popolazione sono più centrate su corsi

e laboratori; sembrano essere luoghi in cui, seppure in gruppo, le attività vengono svolte in

modo individuale.

L’aspetto aggregativo in queste realtà non è centrale, ma la presenza di un luogo attrezzato e

comune è sicuramente uno stimolo indispensabile per la promozione di queste attività.

I centri di aggregazione

Il bisogno di aggregazione è un bisogno primario e le indagini condotte fino ad ora sul

sostegno sociale e su i suoi effetti dimostrano che gli individui che hanno una vita sociale più

ampia con la possibilità di incontrare altre persone e socializzare nella quotidianità,

testimoniano una maggiore soddisfazione legata alla qualità della vita, un minor rischio di

manifestare situazioni di disagio, una migliore gestione dello stress. Entrare in una rete sociale

significa poter ricevere e scambiare supporto emotivo, informativo, interpersonale e materiale.

Essere a contatto con altre persone attiva possibilità personali e permette una migliore

conoscenza di sé ed un più stretto legame con la realtà sociale di cui si è parte. Il sostegno

agisce nelle circostanze della vita quotidiana, ed è dimostrata un’azione diretta, detta main

effect, sul benessere personale (Cohen, Wills: 1985). Una continuità dell’azione del sostegno

favorisce lo sviluppo personale, l’acquisizione di appropriate modalità di adattamento, il

mantenimento della salute psicofisica (Francescato, Girelli: 1994).

Naturalmente esistono differenti modalità di stare insieme, di aggregarsi. Una forma di

aggregazione è certamente quella di una festa o di un evento, altra forma è quella di un

gruppo che organizza un’attività insieme o che si ritrova regolarmente, consolidando via via un

legame, talvolta anche di profonda fiducia. Entrambe le modalità sono importanti, certo è che

la seconda forma decritta, in cui la vicinanza è maggiore, ha un impatto più forte sulla vita dei

singoli. Non significa che le situazioni relazionali prevedano sempre un accordo o non

implichino il conflitto, anzi, tanto più marcata è la vicinanza tanto più forti sono gli scontri.

Tuttavia il sentirsi in relazione con altre persone rappresenta di per sé un evento positivo. Il

senso di appartenenza è uno dei bisogni riscontrati dallo stesso Maslow come fondamentali per

il benessere delle persone.

Pensiamo agli spazi in cui accanto ad una realtà aggregativa più persone si incontrano e si

confrontano anche a livello creativo: nelle situazioni di vicinanza le contaminazioni sono sì di

tipo artistico, ma in primo luogo sono di natura personale. Parlando con il gruppo MGM di

Faenza che si occupa di giochi di ruolo risulta che l’aggregazione è il primo movente che li

spinge ad organizzare le loro attività: “Poi ci si trova qui, si bevono due cose, o ci facciamo una

spaghettata”; “Ci sono delle sere in cui ci troviamo qui e dopo un po’ ci accorgiamo che sono

passate due ore, allora cosa facciamo, non cominciamo neanche a giocare”. Anche a Massa

Lombarda, al JYL, molti si avvicinano per stare con coetanei e, solo in un secondo momento, si

coinvolgono nelle attività creative.

Page 20: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

20

Comunque la prima spinta è quella di ritrovarsi; chi si impegna ad allestire ed offrire spazi,

soprattutto se la realtà è informale o autogestita, lo fa in un’ottica di promuovere l’incontro, lo

scambio tra persone. Questo avviene sia nei centri classicamente gestiti da giovani sia nei

luoghi curati e attrezzati da adulti o anziani che cercano di coinvolgere i giovani nella vita della

comunità. Le realtà in cui tutte le fasce di età si ritrovano a condividere gli stessi spazi, sono

più frequenti in zone periferiche o in paesi lontani dai servizi delle città. In questi casi le attività

artistiche e creative sono espressamente un pretesto, uno strumento per coinvolgere i giovani

in una situazione aggregativa.

In alcune situazioni l’aspetto aggregativo non si limita alla realtà locale, ma, quando l’attività

implica l’incontro di persone di altre zone, di altre Regioni, possono via via consolidarsi amicizie

a distanza. È questo il caso di chi coltiva una passione come il gioco di ruolo per cui la

partecipazione a tornei nazionali porta inevitabilmente ad incontrare persone con cui sviluppare

affinità ulteriori rispetto a quelle legate alle miniature ed ai dadi. Può quindi venire a crearsi

una rete nazionale di giocatori, che presuppone un continuo scambio a più livelli.

In alcuni casi l’aggregazione si struttura in una sorta di identità: a Lugo i ragazzi più giovani si

trovano a definirsi come un “Noi”, confinando idealmente al di fuori di quegli spazi tutti i “Loro”

possibili. In realtà abbiamo verificato che una volta entrati in relazione, la barriera noi/voi si è

pian piano dissolta e via via siamo stati accolti in quella che è la loro realtà, anche relazionale.

Tra i ragazzi che partecipano alla vita di quel gruppo c’è una tacita alleanza e la tendenza a

difendersi l’un l’altro da commenti esterni, in un’ottica di similarità ed appartenenza. Questo

atteggiamento potrebbe essere legato alla loro giovane età. L’importanza del gruppo,

dell’aggregazione, dello spazio condiviso per ragazzi in età dell’adolescenza è largamente

dimostrata sia dagli studi sullo sviluppo dell’identità, sia dall’esperienza degli educatori che

operano nei centri giovani. In un’età che in genere varia dagli undici ai diciotto anni i ragazzi si

riferiscono ai centri, sia per fare qualcosa che per stare insieme ai coetanei. Di fatto il bisogno

di aggregazione è spesso predominante rispetto a quello delle attività e le attività stesse

vengono proposte e promosse anche in risposta alle esigenze ed alle richieste dei ragazzi.

Fondamentale allora è la programmazione e la realizzazione di progetti in cui i processi

decisionali coinvolgono lo specifico gruppo, piuttosto che la programmazione di attività

standard e continuative. Lavorare con progetti a lungo termine è molto difficile, l’utenza varia,

talvolta in maniera imprevedibile, l’affluenza negli spazi è maggiormente influenzata da

questioni relazionali che dalle specifiche attività proposte.

Il lavoro degli operatori adulti, che in questo contesto svolgono anche una importante funzione

educativa, è centrato sul promuovere quelle che sono le idee, le abilità, le iniziative dei ragazzi

e di proporne altre ritenute importanti per quei ragazzi in quel momento.

In una situazione di apparente inattività i ragazzi imparano le regole dello stare insieme,

sviluppano il senso di appartenenza, l’attenzione al confronto ed alla riflessione. Quel limbo che

è spesso visto dal mondo adulto come perdita di tempo e inutile ozio è un momento

fondamentale per la messa in discussione di modelli, l’elaborazione di visioni proprie del mondo

Page 21: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

21

e la verifica dei valori che guidano le azioni. Il tempo sospeso è una caratteristica tipica di

questi spazi, che vedono alternati momenti di attività a momenti apparentemente vuoti.

Un altro elemento chiave, come riscontrato anche dall’osservazione al centro giovani di Lugo, è

la discussione sulle regole e sul loro senso; i ragazzi sembrano alla ricerca di un confine, un

riferimento che faccia da spartiacque tra ciò che è consentito e ciò che non lo è, nel complicato

gioco di imparare “come ci si comporta” senza perdere quella che si sente come la propria

individualità.

I ragazzi che frequentano i centri aggregativi sono in un momento di ricerca personale, che

presuppone in genere una vasta sperimentazione delle possibilità che sono loro offerte. Questi

sono i momenti in cui più spesso vengono proposti interventi di prevenzione e di promozione

alla salute perché, a volte, queste sperimentazioni implicano per i ragazzi anche dei rischi. È

importante in questo momento di vita che i ragazzi possano entrare in contatto con possibilità

diverse. Ricordiamo la realtà del JYL di Massa Lombarda, in cui ragazzi di diverse età

convivono ed i più giovani, crescendo, possono scegliere tra le varie attività che i ragazzi più

grandi stanno coltivando. Questo è un esempio positivo in cui la crescita non comporta

l’allontanamento dai luoghi aggregativi precedenti, ma semplicemente una differente modalità

di rapportarsi.

Può capitare poi che la passione di un educatore coinvolga anche i ragazzi che stanno ogni

giorno a contatto con lui. Succede quindi che quel centro cominci a caratterizzarsi, a diventare

un punto di riferimento per quella specifica attività. Così, a Cotignola, le conoscenze e le

competenze specifiche nell’ambito del fumetto dell’operatore ha portato ad approfondire

questa tecnica ed a seguire poi le idee dei ragazzi, accompagnando la loro richiesta di produrre

graffiti nei muri del Centro. La referente comunale parla di queste iniziative con un misto di

orgoglio e timore per queste pratiche talvolta eseguite in spazi non concessi.

A Lavezzola, nel Comune di Conselice, al Punto Giovani le proposte degli operatori hanno

portato a sviluppare diversi ambiti artistici, tra cui la pittura, la musica, l’utilizzo della

telecamera, ecc. Attualmente i ragazzi del Punto Giovani si impegnano nella produzione di un

film, che li coinvolge sia come attori e produttori della colonna sonora, che nella scelta degli

spazi in cui avverranno le riprese.

Spazi privati

Se nei centri cittadini l'organizzazione delle attività creative sembra essere maggiormente

appannaggio dell'amministrazione comunale, nei territori di dimensioni più piccole o nelle

frazioni, le risposte in termini di spazi sono difficilmente riservate esclusivamente ai giovani,

ma assumono una dimensione più inter-generazionale: gli spazi comuni divengono luogo di

incontro e vi accedono persone di tutte le età. A volte si tratta di un Circolo ANCeSCAO, a volte

di un Circolo ARCI, in altri casi è un edificio comunale non ulteriormente caratterizzato.

Il tipo di attività che si svolge ha come finalità principale quella aggregativa, tuttavia proprio

per promuovere l'aggregazione e per fornire possibilità ricreative questi spazi sono dotati

Page 22: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

22

anche di attrezzatura tecnica che rende possibile attività di tipo creativo. C'è attenzione al fare

insieme: si organizzano laboratori, si allestiscono spettacoli e concerti. Spesso alle attività

partecipano contemporaneamente ragazzi, adulti ed a volte anziani.

In altri contesti invece le attività sono organizzate in modo più mirato e anche gli spazi sono

riservati ad attività specifiche. Questi spazi sono in genere gestiti da adulti, a volte da

pensionati, impegnati nell'organizzazione degli spazi anche in risposta alle esigenza dei ragazzi

più giovani. Questi spazi sono gestiti in modo generalmente molto flessibile e adattabili allo

svolgimento di attività differenti, proprio in risposta alle richieste ed alle necessità che le

persone che lo abitano manifestano. Tutta la programmazione e la gestione delle attività, la

manutenzione, la cura delle strutture sono a carico di persone che lavorano in modo

volontario, quindi la possibilità di sviluppare e promuovere queste realtà è legata alla

disponibilità personale e non in tutti i territori è presente una eguale attività.

In alcuni casi le attività degli anziani e dei giovani sono meno interrelate, semplicemente si

svolgono nello stesso spazio.

I Circoli

La realtà dei Circoli è presente su tutto il territorio, sono situazioni di autogestione, in genere

affiliate a realtà più ampie quali l’ARCI, L’ANSPI, L’ANCeSCAO.

La modalità di gestione è sicuramente ciò che più li caratterizza: in genere tutte le attività

hanno scopo aggregativo, il lavoro interno è svolto in modo volontario. Per questo sono realtà

profondamente radicate nel territorio in cui si trovano. Le età dei partecipanti variano, in

genere i Circoli sono gestiti da chi ha più tempo e sceglie di dedicare molte delle proprie

energie alle attività comuni. In ogni spazio si forma un gruppo di lavoro forte, che organizza e

coordina le attività.

L’atteggiamento dei Circoli verso le realtà esterne è in genere molto accogliente, e la possibilità

di poter aprire i propri spazi ed incrementare le proprie attività è vissuta come positiva.

Talvolta gli spazi vengono affittati, altre volte per il loro utilizzo degli spazi è sufficiente un

rimborso spese.

Le attività che si svolgono in questi luoghi sono fortemente legate a quelle che sono le

esigenze di chi li frequenta: dalla tombola e briscola alla produzione e proiezione di video, dalla

ricerca storica inerente al proprio territorio, all’organizzazione di concerti ed eventi culturali. I

circoli assumono un importante valore sociale ed una funzione fortemente socializzante nei

piccoli centri nei quali gli abitanti non trovano altri spazi ed altre opportunità; i circoli allora

sono spesso organizzati da persone anziane e rappresentano un luogo per tutti. Talvolta in

piccole realtà sono compresenti ARCI ed ANSPI, in altre realtà invece una sola delle due

associazioni nazionali ha preso piede e propone attività. I circoli ANSPI si sviluppano talvolta in

prossimità o all’interno delle parrocchie.

Page 23: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

23

Alcuni luoghi gestiti da associazioni legate all’ANCeSCAO, nonostante svolgano

prevalentemente attività per anziani e siano gestiti interamente da persone di età avanzata,

allestiscono spazi e attrezzature ad utilizzo dei più giovani.

I Rioni: le esperienze di Faenza e Lugo

L’istituzione dei Rioni, nelle varie città è antichissima, ma solo con l’avvento dei liberi Comuni,

hanno acquistato importanza soprattutto come distretti militari. Il Rione prese generalmente il

nome della porta, che era affidata alla difesa degli abitanti circostanti in caso di assedio;

Faenza ne contava quattro: Rione di Porta da Ponte (poi Rione Giallo), Rione di Porta Imolese

(Rosso), Rione di Porta Ravegnana (Nero), Rione di Porta Montanara (Verde). Il Borgo

Durbecco (Rione Bianco) non faceva inizialmente parte di questa divisione in quartieri, ma la

sua origine risale a tempi piuttosto lontani.

Anche nei momenti di pace la popolazione non seppe rimanere inerte, sollecitata com’era dal

desiderio delle contese, delle giostre e dei tornei, ai quali la partecipazione del popolo in

funzione di attore e spettatore, fu sempre totale e appassionata.

Il fine puramente addestrativo, in preparazione di nuove battaglie, non è stata la motivazione

più importante alla promozione di queste attività: alla necessità militare ebbe sempre il

sopravvento la naturale tendenza popolare ad esibirsi, a cimentarsi in leale contesa, per cui

l’arte di torneare, unita all’abilità nel cavalcare, raggiunse forme di grande risonanza.

Nel territorio provinciale i Comuni che hanno sviluppato negli anni attività rionali e palii sono

Faenza e Lugo. Il Rione si caratterizza primariamente come centro aggregativo, di

appartenenza, in cui si svolgono attività in primo luogo finalizzate alla preparazione degli

eventi cittadini che invitano tutti i Rioni al confronto. La vita del Rione coinvolge persone di

tutte le età e spesso intere famiglie si trovano a condividere la preparazione agli eventi e le

forti emozioni che le attività competitive inevitabilmente provocano.

Le attività artistiche predominanti sono quindi quelle degli sbandieratori e quelle dei suonatori,

di tamburi e di chiarine (strumento a fiato). Attività che vengono tramandate tradizionalmente

da generazione a generazione e che costituiscono gli ambiti di sfida tra i rioni. È a volte

prevista la competizione per categorie di età, in cui i più giovani gareggiano tra loro.

L’impressione, contattando i referenti, è che i rioni si strutturino primariamente come situazioni

di ritrovo sociale e di condivisione di attività. Al loro interno infatti vengono regolarmente

organizzati eventi ricreativi a cui tutti sono invitati a partecipare.

A Faenza il Palio del Niballo riveste da sempre un’importanza centrale nella vita cittadina, che

coinvolge profondamente le persone che vi partecipano. In questo contesto due sono gli ambiti

di sfida: “la corsa” e “il torneo delle bandiere”. In quei giorni trova compimento il lavoro e la

preparazione di mesi e i rioni si animano ed accolgono nei loro spazi chi desidera festeggiare

con loro. Ogni rione si è costituito come associazione, e, negli edifici che occupa, accoglie

svariate attività culturali che riguardano sia la tradizione tramandata nei secoli, la storia della

città ed il folklore, sia la vita culturale attuale della città. I Rioni a Faenza possono essere in

Page 24: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

24

primo luogo spazi espositivi, in cui sono proposte, per esempio, mostre fotografiche, o mostre

numismatiche. In secondo luogo, rappresentano anche una risorsa cittadina di spazi per

conferenze, seminari, incontri culturali. In alcuni casi si sviluppa una sorta di biblioteca nella

quale è possibile accedere al prestito.

La storia dei rioni di Lugo è invece più recente. Il Palio nasce infatti nel 1968 quando

l’Associazione Pro Loco di Lugo provvide, fra le altre cose, alla creazione dei Rioni. Esisteva,

infatti, solo un Comitato per la tradizionale Festa del Ghetto che fu poi affiancato dai Comitati

per i Rioni Cento, Brozzi e Madonna delle Stuoie, creati dal nulla, tra molta indifferenza ed

incertezza. Questo consentì di istituire il "Palio della Caveja", gara originalissima tra i quattro

Rioni (giunta nel 1998 alla 30" Edizione), che costituiva il fulcro della Sagra Paesana.

Nell’anno 1992, i Rioni decidono di "staccarsi" dalla Pro-Loco e di costituire un’associazione

autonoma, coordinata da una figura neutra (il magistrato dei rioni) che media le controversie e

rappresenta i Rioni nei confronti dell’Amministrazione Municipale e della Cittadinanza.

La vita rionale lughese è in media meno sviluppata di quella del faentino. Accanto a realtà

molto organizzate e situate in edifici storici, vivono associazioni rionali meno attrezzate: i

luoghi sono spesso privati, di proprietà di qualcuno del rione che li cede per le attività, o sono

magazzini in cui non è possibile svolgere l’allenamento tradizionale degli sbandieratori né le

prove per gli strumenti. Gli allenamenti vengono allora svolti presso una palestra della città.

A Lugo gli ambiti di sfida del Palio della Caveja sono numerosi: si va dal palio vero e proprio,

agli sbandieratori, ai musici ed ai tiratori di fune.

I rioni sono in genere attrezzati con costumi d’epoca per il corteo storico, armi medioevali,

bandiere e strumenti. Quando le bandiere vengono costruite e gli strumenti accordati nei locali

del rione (nei rioni più attrezzati), questo diventa anche un laboratorio artigianale a

disposizione di chi appartiene a quella realtà. Contattando i referenti rionali si riscontra una

chiara disponibilità ad accogliere, eventualmente, altre realtà culturali, di fatto a Lugo

attualmente però i rioni stanno ospitando esclusivamente le attività che si svolgono al loro

interno.

Le parrocchie

Le parrocchie svolgono anch'esse un ruolo importante soprattutto nelle frazioni e nei piccoli

centri, tuttavia gli spazi sono in genere più connotati e riservati alle attività canoniche e la

parrocchia raramente riveste un ruolo paragonabile ad un circolo autogestito. In alcuni casi,

però, gli spazi parrocchiali più o meno attrezzati tecnicamente, sono utilizzati saltuariamente

da gruppi di persone che svolgono attività creative fino a realtà parrocchiali in cui molte delle

attività che vi si svolgono hanno una finalità prettamente creativa e gli spazi si trasformano

regolarmente in scuola di musica, sala di danza, contenitori di laboratori.

Page 25: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

25

Le arti solitarie

Contattando nel territorio persone che svolgono le diverse attività creative ci siamo accorte che

per alcune attività artistiche, nel momento della produzione, l’elemento aggregativo non è

indispensabile. Anzi, in alcuni casi l’atto creativo è un evento che ha bisogno di intimità, di

silenzio e solitudine. Una pittrice suggerisce “non potrei dipingere in un luogo in cui gira altra

gente. Quello che dipingo parla di me. E poi non posso lasciare la tela incustodita in uno spazio

pubblico: ho i miei pennelli, il mio cavalletto, i miei colori. Voglio ritrovarli come li ho lasciati”.

Anche un fumettista ci spiega che svolge l’attività a casa sua, e che solo quando il lavoro è

terminato cerca uno spazio pubblico in cui esporlo. Ma aggiunge “vorrei provare a

incrementare questa tecnica, vorrei incontrare ragazzi più giovani e proporre anche a loro

progetti grafici, ma purtroppo per queste cose non c’è attenzione”.

Un ragazzo che approfondisce scultura e pittura conserva gelosamente le sue opere a casa. Un

altro invece suggerisce che a Lugo c’è un atelier privato “e, non chiamarlo laboratorio!”, in cui

un “maestro” accoglie pittori più giovani, come in una scuola d’arte.

Parlando con un fotoamatore ravennate scopriamo che la federazione nazionale (FIAF) ha

difficoltà a raggiungere i giovani, e dice “i giovani bruciano tutti gli interessi, oggi utilizzano la

fotografia digitale, il foto ritocco, inviano il tutto per e-mail.” ed aggiunge che si riscontra un

approccio sempre più individuale, un grande interesse per le tecnologie ma una minore

disponibilità a socializzare, a trovarsi insieme; “per fare partecipare i giovani abbiamo dovuto

fare un concorso con le foto dei cellulari” dice rammaricato. Alcuni giovani d’altra parte stanno

creando dell’elaborazione dell’immagine un’impresa lavorativa.

Se la produzione di arti grafiche, della scultura richiedono forse effettivamente uno spazio

privato, tuttavia ci pare che non siano moltissimi i luoghi, gli spazi a disposizione di chi vuole

imparare queste arti. Come diceva il fumettista, forse potrebbero essere maggiori le occasioni,

le iniziative a favore di queste arti “minori”. Di fatto in alcuni comuni sono attive le scuole

d’arte, in altri comuni i servizi pubblici garantiscono ai bambini un primo approccio con

l’espressività e l’arte. Ma forse queste realtà potrebbero essere più diffuse, anche perché dove

viene investita energia si riscontra tra i ragazzi un successo interessante.

Page 26: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

26

3. Le mappe dei significati e dei bisogni

Il secondo nucleo di azioni è costituito da un’indagine fra i giovani frequentanti gli spazi e i

servizi di aggregazione e incontro dedicati alla creatività giovanile. In questa fase si è cercato

di ricostruite le mappe dei significati e dei bisogni espressi dai giovani.

Le indagini sugli spazi giovanili e su come questi vengono utilizzati hanno una tradizione lunga

di studi alle spalle, soprattutto all’interno di ricerche sulle culture e subculture giovanili, basti

pensare che uno dei primi studi in questo ambito risale al 1943; in Street corner society, W. F.

White sviluppa un’analisi dell’identità giovanile e delle culture dei gruppi informali attorno ai

significati attribuiti alla loro occupazione dello spazio pubblico.

La strada è stata per lungo tempo lo spazio fisico e sociale occupato dai giovani, oltre a quello

domestico e scolastico, non a caso per lungo tempo le ricerche e gli studi sono si sono

concentrate sullo studio delle sottoculture giovanili e sulla loro visibilità in questo contesto.

Nel momento in cui la prospettiva con cui ci si confronta con il mondo giovanile e con le sue

esigenze cambia e comincia a maturare l’esigenza di fornire delle risposte concrete a quello

che in molti casi appariva come un problema sociale, la creazione di spazi per i giovani si

presenta come una delle soluzioni possibili.

Gli spazi per i giovani sono un’esperienza che molti territori hanno conosciuto, conoscono

tuttora e su cui sono ancora in corso riflessioni, e in alcuni casi ripensamenti, sulle loro funzioni

e sul loro funzionamento. È impensabile oggi farlo senza coinvolgere e tenere in considerazione

i diretti interessati, ma con la consapevolezza che la lettura dei bisogni da sola non è

sufficiente e deve necessariamente essere accompagnata da una “interpretazione politica” dei

bisogni che emergono e da un “pensiero forte” sulle politiche giovanili.

Partendo da queste considerazioni abbiamo realizzato una ricerca di sfondo che ha consentito

di raccogliere informazioni rispetto alle problematiche connesse alla fruizione degli spazi, come

sono utilizzati e vissuti, i significati attribuiti, il grado di soddisfazione, le carenze, i

suggerimenti e le proposte.

3.1 Le osservazioni, i colloqui e le interviste

L’indagine sul campo è stata condotta privilegiando metodi etnografici quali l’osservazione, i

colloqui informali e le interviste di gruppo (allegato 2) che consentono non solo di raccogliere

informazioni ma anche di verificare il rapporto dei ragazzi con gli ambienti e gli spazi che

frequentano e, soprattutto, di stabilire con loro delle relazioni che costituiscono il primo passo

per costruire un percorso di coinvolgimento e partecipazione.

La motivazione per cui un determinato spazio è nato e continua ad esistere ne definisce alcune

caratteristiche: le motivazioni per cui si frequenta un centro di aggregazione giovanile, una

parrocchia o un rione sono profondamente diverse e diversi sono di conseguenza i bisogni che

vengono manifestati e i vissuti dei ragazzi e delle ragazze che frequentano questi luoghi.

Page 27: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

27

Per questo motivo, almeno in questa fase di descrizione dell’attività, verrà illustrato il lavoro

svolto sul campo nelle realtà individuate come più significative sia per tipologia di spazio sia

per tipologia di attività.

Per restare fedeli all’approccio etnografico adottato anche la descrizione sarà in parte affidata a

modalità più narrative; per ogni spazio si riportano alcune delle testimonianze raccolte.

Centro Giovani JYL – Jammin’ Young Lab – Massa Lombarda

Il Jyl di Massa Lombarda costituisce un punto di riferimento per i giovani del territorio. Per

questo motivo si è cercato di approfondire questa realtà intervistando sia il “referente storico”

di questo centro sia un gruppo di ragazzi che lo frequentano e che fanno parte del Comitato di

Gestione. Il Jyl, attraverso un percorso che parte nella metà degli anni Ottanta, è ora gestito

direttamente dal comune con la co-partecipazione di un comitato costituito dai ragazzi che

svolgono volontariamente la loro attività, collaborando intensamente con i referenti comunali

sia nella presentazione e realizzazione di progetti, ma anche nella gestione vera e propria dello

spazio.

Gli spazi erano vuoti, i ragazzi presenti erano lì appositamente per parlare con me. Il centro è disposto su

due piani, la superficie totale è sugli 800 metri quadri. Tutte le stanze sono aperte, al salone più grande

invece si accede solo con la chiave. X., che mi sta guidando attraverso gli spazi, mi spiega che questo è

l’unico spazio chiuso.

Al piano inferiore una grande sala sembra riservata all’accoglienza: divani disposti a quadrato permettono

una chiacchierata comoda. A fianco dei divani in una sorta di open space, la scrivania ed il computer

testimoniano un lavoro di ufficio.

Sullo stesso piano c’è una saletta con una televisione, il salone con palco e sedie, e gli spazi ad essi legati

(un angolo bar, un salottino). Il salone raccoglie su una parete protetta da plexiglass tantissime firme.

Sono riportati anche nomi di artisti (soprattutto comici) che si sono esibiti in passato e poi

successivamente sono diventati famosi. Qualche graffito sulle pareti.

Al piano di sopra c’è la sala prove, che è anche sala di registrazione, dove suonano gruppi di Massa

Lombarda, ma anche di Imola, di Medicina, di Bagnacavallo, ... Agli spazi del centro non accedono solo i

ragazzi del Comune di Massa Lombarda.

Sullo stesso piano un’altra sala prove, in cui è riposto anche un pianoforte. Era la sala jazz, ma siccome

jazz non lo fa più nessuno, questa stanza è attualmente utilizzata come magazzino. In un altro salottino

dalle pareti graffittate una creatura in cartapesta si sta asciugando; X. mi spiega che questo è lo spazio

abitualmente utilizzato da più giovani del centro per le attività di laboratorio, mentre altri loro coetanei

sono impegnati nel campetto sportivo adiacente con le partite di calcio. C’è attenzione a coinvolgere tutti,

ad offrire più possibilità, a leggere i segnali che i ragazzi manifestano, in un continuo e flessibile

adattamento dell'utilizzo degli spazi. Sempre al primo piano due stanze completamente libere, dalle

pareti bianche, sono adibite alle esposizioni ed alle mostre. Per molto tempo la cura delle esposizioni è

ridotta, ma da un anno e mezzo X. frequenta regolarmente il centro e sta promuovendo questo settore.

Mi spiega e mi racconta la difficoltà per un giovane artista di iniziare ad esporre, di proporsi. Nelle prime

esperienze di mostre gli artisti devono essere guidati ad organizzare, ad allestire, a coinvolgere il pubblico

per valorizzare e promuovere la mostra. Al JYL attualmente si mira a proporre il lavoro dei giovani, ma si

Page 28: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

28

vorrebbero anche coinvolgere artisti affermati in modo da dare risonanza a questo spazio e renderlo più

appetibile per le mostre. I vari settori artistici sono promossi da persone che si occupano in prima

persona di musica, o pittura, o cinema, e che trovano negli spazi una possibilità per coltivare la propria

passione e coinvolgere altre persone.

X. deve andare, è ormai tardi, si rende però disponibile a rispondere velocemente per alcune domande.

Gli chiedo da quanto frequenta il centro, come si è avvicinato e che ruolo ha.

X. circa tre anni e mezzo fa ha cominciato a frequentare il JYL come uno spazio aggregativo, per stare

con gli amici. Con il passare del tempo si è fatto sempre più coinvolgere fino a che ha deciso di far parte

del comitato di gestione. A quel punto ha scelto di investire anche più energie nelle attività e, seguendo

una sua passione personale, si è dedicato alla organizzazione di rassegne cinematografiche. Attualmente

il gruppo che si dedica al cinema in modo più consistente è formato da due persone.

Quando X. saluta definitivamente la chiacchierata si fa di gruppo. Y. mi spiega che il centro negli ultimi

anni è cambiato molto. Sono state fatte delle scelte è stata data una forma al lavoro del centro. Fino a

circa quattro anni fa l'accesso agli spazi era libero, meno organizzato, il sistema di regole meno chiaro e

succedeva che spesso i gruppi che utilizzavano le sale non rispettassero gli spazi, lasciassero in disordine.

Questo di fatto impediva le attività, “se per un concerto alla domenica pulivi il venerdì sera, quando

tornavi alla domenica mattina era già tutto sporco, era da rifare”. Proprio per permettere ai gruppi di

potere utilizzare gli spazi è stato necessario definire delle regole, tra cui la chiusura del salone con un

lucchetto. “All'inizio alcuni ragazzi si sono lamentati molto perché il salone era chiuso, sono state scelte

dure. Ma poi, con il passare del tempo anche loro si sono resi conto che era meglio così, anche per loro

erano a disposizione quegli spazi, bastava aprire il portone ed era subito possibile usarli”. Per

l'organizzazione delle attività il centro è principalmente auto-gestito, le pulizie, la gestione ordinaria dei

lavori è di pertinenza degli stessi ragazzi del JYL. L'organizzazione non è facile e richiede un'attenzione

costante.

Rispetto al rapporto con il territorio negli ultimi anni è stata data grande importanza alla cura delle

relazioni con la cittadinanza. In passato il JYL era un luogo esclusivamente giovanile e i ragazzi che

frequentavano avevano la tendenza un po' a chiudersi nelle proprie attività. La cittadinanza guardava

questo luogo con sospetto, o anche non ne considerava proprio l'esistenza. Il gruppo più attivo e che fa

parte del Comitato di Gestione negli ultimi tre anni ha cercato di aprire questi spazi anche ad altri,

giovani e non, invitandoli a venire a vedere come sono e cosa si fa, a svolgere attività internamente.

Sono state organizzate attività coinvolgenti anche per persone più adulte, in particolare una serie di

eventi “Anni '70” rivolte a genitori che erano giovani in quegli anni perché venissero al centro con i loro

figli e godessero di una serata in qualche modo inter-generazionale. Il successo di queste attività

permette una maggiore integrazione del centro nel territorio; recentemente è stata organizzata una festa

con la possibilità di un servizio di animazione per bambini in contemporanea, per agevolare le famiglie.

Prossimamente un'associazione di donne straniere organizzerà una festa negli stessi spazi. Anche per

promuovere questo delicato lavoro di rete ci si è dovuti sperimentare, provare strategie, con la

consapevolezza che alcune funzionano e altre no.

È necessaria una grande flessibilità per adattarsi a quelle che sono le richieste, le proposte, i continui

cambiamenti che caratterizzano l'eterogenea partecipazione del centro e della cittadinanza. Ma quando

faccio notare quanto flessibili debbano essere le loro attività per un attimo il gruppo sta in silenzio. Y.

sostiene come sia fondamentale un gruppo stabile che segue l’organizzazione, stabile anche negli anni,

che porti avanti un percorso che non sempre è quello che i frequentatori propongono. Si guarda con Z. e

Page 29: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

29

poi, un po' l'uno e un po' l'altro, raccontano di una rassegna teatrale che sembrava importante proporre

ma che nasceva dalla sola decisione del direttivo. Non ha avuto un grande successo ma è stata una

proposta comunque importante per fare vedere che esiste altro. Mentre mi spiegano questo, sottolineano

l'importanza di un gruppo che vede, pensa e decide, ascoltando le richieste ed i bisogni espressi del

territorio, ma con alla base un “pensiero” condiviso dal gruppo di lavoro.

Per quanto riguarda l’importanza della dimensione aggregativa e creativa Y. dice che secondo lei la

maggior parte dei frequentatori cerca una situazione aggregativa. Z. interviene e spiega che vede la

situazione differentemente. È vero che molti tra i ragazzi vengono qui per stare insieme soprattutto tra i

più giovani. Ma il senso del JYL sta nella sua natura creativa “nel momento in cui nessuno più veniva,

quello che ha tenuto in piedi tutto è stata la sala prove ed il gruppo della musica che organizzava qualche

concerto. Da lì si è ripartiti per rilanciare tutto, se non ci fossero stati non sarebbe stato possibile”, e

aggiunge “per fortuna l'amministrazione comunale ci credeva ed ha deciso di andare avanti con questo

posto, altrimenti si rischiava la chiusura ...”

Mi spiegano come per i più giovani si punti molto sull'offrire attività aggregative, fare insieme qualcosa,

dalla partita di calcio ai laboratori manuali. Poi, crescendo, i ragazzi contattano le varie realtà del centro e

via via scelgono l'attività in cui impegnare maggiormente le energie.

In tema di risorse del territorio per la creatività vengono differenziate due categorie: dai 15 ai 25 anni un

ragazzo che voglia promuovere un'attività creativa trova nelle proposte dell’amministrazione le vie e gli

strumenti per farlo. Dopo, però, nel momento in cui desidera specializzarsi, approfondire, allora ha

difficoltà a trovare spazi e strumentazioni adeguate. Si tratta per Z. di dare più rilevanza ad un aspetto

creativo non più solo amatoriale o ludico.

Le modalità con cui i ragazzi hanno accesso al centro sono comunque diverse, Y. è entrato per stare con

gli amici, poi ha deciso di occuparsi di cinema. Z. non è di queste parti e quando è arrivato qui ha cercato

uno spazio in cui poter coltivare la sua passione musicale. X. vive a Massa Lombarda, ma conosceva

appena quegli spazi, li aveva frequentati casualmente molti anni fa, ma non si era fermata perché il

gruppo non l'attraeva. Poi le cose sono cambiate, lavorandoci quotidianamente ne ha fatto uno spazio

anche suo ed ha deciso di fermarsi e valorizzare l'aspetto più in consonanza anche con le sue passioni.

Le strade attraverso cui si accede al JYL sono diverse, ma principalmente si cominciano a frequentare gli

spazi in occasione di eventi o iniziative, poi, chi è più interessato e si coinvolge via via e diventa

propositivo.

Le nuove idee nascono in parte dalla risposta ai bisogni espressi dai ragazzi che frequentano il centro. Se

qualcuno poi desidera proporre nuove attività viene valutato quanto questa attività sia fattibile, anche

compatibilmente con la disponibilità degli spazi. Y. rileva una scarsa propositività da parte dei giovani. Z.

riflette e nota come si stiano delineando due differenti modalità tra i ragazzi giovani: da una parte un

gruppo molto vivace e propositivo, dall'altra un gruppo più passivo che segue le proposte e meno si

organizza e portare avanti le proprie passioni.

Y. riflette sul cambiamento della popolazione giovanile nel Comune di Massa Lombarda. Sono sempre più

numerose la famiglie straniere che scelgono questo Comune come luogo di residenza, proiettandosi nel

futuro si chiede quanto il centro sarà condizionato dal cambiare dell'utenza. I ragazzi immigrati mostrano

delle difficoltà di inserimento, si chiede come affrontare questo cambiamento in prospettiva.

Page 30: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

30

Centro Giovani “Leo Commissari” - Lugo

Il centro “Leo Commissari” accoglie diverse attività rivolte ai giovani. Accanto ad una

situazione di classica aggregazione giovanile sono disponibili ampi spazi pensati appositamente

per la danza, la musica (fruita e suonata), laboratori artistici.

Il Centro Giovani di Lugo ha subito alcune trasformazioni nelle attività e nell'utenza nel corso

degli ultimi anni, sono numericamente aumentati gli accessi di ragazzi stranieri e di

provenienza dall'Italia meridionale. Via via il centro giovani si sta caratterizza come un luogo in

cui emergono anche situazioni di disagio e l'attività degli operatori si sposta in alcuni casi dalla

funzione di animazione e organizzazione delle attività ad quella di contenimento e di gestione

del gruppo.

Arriviamo e siamo accolti dagli operatori. I ragazzi sono sparsi per le sale, qualcuno gioca alla play

station, qualcun altro è impegnato ad ascoltare musica in una saletta semibuia. Apparentemente i ragazzi

non reagiscono alla presenza di altri adulti nel loro spazio. Con il passare dei minuti l'educatrice, ci guida

alla visita del “Leo Commissari”: al piano superiore due sale da ballo, una con grandi specchi alle pareti e

una sala recentemente graffittata. X. ci spiega che questo lavoro se lo sono gestiti i ragazzi del centro

aggregativo. Sono le sei e mezzo circa, il centro si va svuotando, le poche persone della sala da ballo

sono scese, chi giocava alla play station mette via il materiale e si appresta ad uscire. Rimane un

gruppetto di ragazzi, a cui X. aveva chiesto di partecipare all'incontro. I ragazzi sono un po' indecisi sul

da farsi, se andare o restare. Alla fine entrano. Ci sediamo attorno ad un tavolo.

La discussione è inizialmente un po' confusa, molto dispersiva tra battute e risate. I ragazzi sono tutti

molto giovani. L'incontro ha una durata di un'ora e mezza ed è di seguito riassunto:

● in prima battuta i ragazzi lamentano una mancanza di attività e di proposte da parte degli operatori. Il

rapporto con gli educatori risulta essere un argomento di grandissima importanza per i ragazzi. Cosa

gli educatori dicono, come si comportano, quale rapporto essi stessi abbiano con le regole. Gran parte

della loro discussione verte sugli adulti che condividono con loro i pomeriggi;

● un altro argomento di centrale importanza risulta essere la gestione delle regole. Da una posizione

assolutamente negativa rispetto alle regole poste dagli adulti via via nella discussione i ragazzi si sono

aperti sottolineando come in alcune occasioni sia accaduto che loro stessi non avessero rispettato gli

spazi ed era perciò giusto una qualche forma di tutela dei luoghi cui si sentono di appartenere. Il tema

delle regole rimane comunque centrale nella discussione e nel rapporto con gli educatori;

● i ragazzi sono molto concentrati a sottolineare quello che non si può fare e sembrano in questo

contesto meno pronti ad identificare quelle che sono le loro aree di interesse, quello che potrebbero

fare. Ci soffermiamo un po' a pensare quali potrebbero essere le attività di loro interesse, ma sembra

che sia ancora piuttosto importante per loro che qualcuno più adulto si ponga come organizzatore di

eventi ed attività a cui loro poi possano partecipare. J. suggerisce di dividersi in gruppetti specializzati

e ciascuno fa quello che desidera, lui vorrebbe suonare i bonghi; X. suggerisce di aprire liberamente i

luoghi anche nelle ore serali. Si propone di aprire la sala prove per i gruppi che lo richiedono, nasce la

questione di una insufficienza di risorse tra gli operatori per stare con loro in quegli spazi. Più avanti

nell'incontro emerge che alcuni ragazzi che frequentano il corso di break dance, hanno curato il

progetto per cui la sala al piano di sopra è graffittata;

Page 31: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

31

● un quarto elemento che è sorto dalla discussione riguarda il senso di appartenenza che lega i ragazzi a

quel luogo ed a quel gruppo: “sono quattro anni che io frequento questo centro, lo sento come mio”

dice Z. Tra di loro i ragazzi verso l'esterno tendono a difendersi l'un l'altro e quando percepiscono che

uno di loro è attaccato ribattono;

● infine, Y. rileva come i ragazzi siano esigentissimi nei confronti del luogo e degli operatori in termini di

attività e coerenza alle regole. Se è giusto essere esigenti occorre essere altrettanto disponibili e

collaborare in modo che le attività riescano al meglio.

I ragazzi sono a conoscenza della storia degli ultimi anni, ma già testimoniano un cambiamento

nell'utenza e nelle attività del centro. Durante la discussione più volte emerge l'argomento della “brutta

reputazione” del centro giovani sollecitato sia dai ragazzi sia dagli operatori e raccontano come si è

arrivati a questo punto. Ci sono alcune persone che frequentano il centro che “fanno del casino, si fa a

botte, ci sono le bande … ci sono gruppi che occupano il campetto e chi vuole giocare non può....”.

Z., racconta la storia del centro dal suo punto di vista: “io vengo al centro giovani da quattro anni, il

primo anno c'era un mucchio di gente ed il centro aveva una bella reputazione, c'era un mucchio di roba.

Da un giorno all'altro viene un gruppo di quindici ragazzi e hanno cominciato a fare del bordello e la gente

ha cominciato a dire: no io qui non ci vengo più, e del centro giovani è rimasto questo”.

La proposta dei ragazzi è quella di regolamentare l'entrata di tutti e definire chi può entrare e chi invece

non può.

Centro giovanile Spartaco – Ravenna

Centro Giovanile Autogestito “Spartaco” nasce dalla spinta aggregativa di un gruppo di giovani,

per la maggior parte studenti, con l’esigenza di avere un luogo a Ravenna in cui incontrarsi e

svolgere attività. A Ravenna erano già presente luoghi aggregativi per i giovani ma, alcuni in

particolare, erano situati fuori dal centro e difficilmente raggiungibili con mezzi pubblici o in

bicicletta e non soddisfavano le esigenze degli studenti o di chi non era dotato di un mezzo di

trasporto proprio. Lo Spartaco nasce così come spazio di aggregazione di studenti delle scuole

superiori ed universitari, con l’obiettivo di promuovere la cittadinanza attiva dei giovani,

valorizzarne le competenze e sostenere le forme di partecipazione culturale, sociale e politica

alla vita della città, favorire le forme di apprendimento non formale, facilitare la comunicazione

tra giovani ed istituzioni, ridurre i fattori di rischio ed emarginazione e arricchire la rete di punti

osservativi decentrati sulla condizione giovanile. Viene perciò rimessa in funzione l'ex scuola

materna di via Chiavica, in stato di abbandono da diverso tempo, sotto nuova forma. La

gestione è affidata all’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune in collaborazione con

gruppi di giovani che organizzano le attività della struttura come puro volontariato. La spinta

iniziale perciò è strettamente legata all’esigenza di un “posto fisico” ; la creatività subentra in

un secondo momento, inizialmente con lo scopo di abbellire il centro stesso, in particolare

utilizzando capacità e risorse dei frequentatori stessi del centro come i disegni dei writers nei

muri esterni e successivamente con diverse attività e gruppi strutturati.

Oltre al gruppo che gestisce il centro, inizialmente informale ora più organizzato, sono

numerosi i gruppi tematici e le associazioni che collaborano, propongono attività e partecipano

alla vita del centro. Alcuni nascono all’interno dello Spartaco come il GRAS (Gruppo Ravennate

Page 32: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

32

di Acquisto Solidale), altri già strutturati arrivano allo spazio come gruppo informale o come

associazioni, è questo il caso dell’ASSA (Associazione Studenti di Scienze Ambientali), di gruppi

musicali di studenti universitari, di associazioni di comunità straniere come i nigeriani e i

senegalesi.

Il centro è aperto a tutti, ad eccezione di particolari eventi in cui, per esigenze specifiche,

l’accesso è riservato. È il caso questo della festa delle donne organizzato in collaborazione con

la Casa delle Cultura di Ravenna e Città Meticcia in cui sono ammesse solo donne vista la

presenza di islamiche che altrimenti non avrebbero la possibilità di partecipare alla serata.

Il centro è frequentato prevalentemente da giovani residenti nel comune o studenti universitari

che frequentano corsi nella sede decentrata di Ravenna. Per specifici appuntamenti ed attività

il raggio si amplia fino al nord Italia ed anche con provenienze dall’estero.

Le attività del centro riguardano varie arti in particolare musica, con la partecipazione di diversi

gruppi della città e concerti organizzati con gruppi che provengono da altre realtà, sia regionali

che fuori regione, ma anche con concorsi, prestito materiali, conferenze e cineforum. Il teatro

ricopre un particolare ruolo con diversi gruppi che organizzano laboratori, corsi, mostre,

spettacoli ed esibizioni o che utilizzano gli spazi per le prove dei loro spettacoli. Altro filone

portato avanti all’interno della struttura riguarda il cinema e i video con organizzazione di corsi,

cineforum e proiezioni, questa attività in particolare vede alcuni frequentatori impegnati della

produzione video e non è escluso che potrebbero fare di questa passione il loro mestiere.

Il centro diventa spesso luogo di mostre ed esposizioni ospitando produzioni artistiche legate

alla fotografia, alla pittura ed al fumetto. Quest’ultimo rappresenta un filone particolarmente

coltivato grazie a conferenze, seminari ed soprattutto a “Komikazen: festival internazionale del

fumetto di realtà” che vede autori che lavorano con tecniche e stili diversi, invitati da una vasta

zona geografica come Stati Uniti (New York e Detroit) Spagna, Francia Algeria e Slovenia.

Komikazen è il primo festival di questo genere in Europa e desidera essere un luogo in cui non

solo il fumetto, ma anche il giornalismo, la narrativa e il cinema di realtà si incontrano e

dialogano.

Altre attività dello Spartaco sono legate a corsi di danza e di pratiche sportive non tradizionali

quali taichi e capoeira (arte marziale brasiliana) in collaborazioni con associazioni culturali del

territorio. Ampio spazio è dedicato anche al graffitismo, attività artistica altrimenti difficilmente

censibile, sia con laboratori strutturati che dedicando muri e spazi alla libera espressione.

Alcune di queste attività sono libere sia per quanto riguarda l’accesso, naturalmente legato agli

orari di apertura del centro, sia in quanto non necessitano di un’iscrizione; altre organizzate

sottoforma di corsi o laboratori a volte richiedono una prenotazione ed iscrizione, alcune di

queste sono a pagamento.

Il contatto con le associazioni del territorio è molto forte, vengono organizzate molte attività in

comune e soprattutto lo Spartaco mette a disposizione gli spazi a tutti coloro che ne facciano

richiesta naturalmente nel rispetto delle regole interne. Le proposte ed i contatti con altri

gruppi che chiedono di collaborare così come le nuove idee vengono analizzate in assemblea,

Page 33: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

33

solitamente la domenica dopo le pulizie del centro stesso. I ragazzi si dividono in gruppi di

lavoro sulla base degli interessi specifici quali cinema, musica, teatro etc., ed è proprio questo

lavoro da svolgere in comune e la condivisione degli obiettivi del centro che i ragazzi vedono

come loro punto di forza oltre al metodo di lavoro che vede il gruppo come fulcro

fondamentale. I ragazzi sostengono che fino a quando nel gruppo ci sono persone con la voglia

di fare, la spinta è forte e si ottengono buoni risultati. Al contrario, la debolezza sta proprio nel

numero di persone che partecipano all’organizzazione, con poche forze e poco tempo a

disposizione le risorse sono limitate e la quantità di attività si riduce. Altro punto debole sta nel

fatto di dover giustificare l’attività che viene svolta nel centro, far capire alla città il lavoro che

c’è dietro alle attività che vengono proposte. Il centro esiste già da alcuni anni e secondo i

ragazzi gli abitanti del territorio, i vicini, non solo non capiscono esattamente cosa sia, ma non

fanno nemmeno lo sforzo di andare a vedere che cosa viene fatto nel centro stesso. Con il

quartiere non ci sono grossi rapporti, c’è rispetto ma distacco: gli abitanti non si lamentano ma

non sono nemmeno coinvolti nonostante la città piano piano si stia accorgendo dell’esistenza

del centro. Alcuni cambiamenti si stanno verificando; inizialmente quella in cui è ubicato il

centro era una zona abbandonata, ora si sta rivitalizzando, nascono servizi, negozi e la città,

grazie alla nascita del centro, ha guadagnato una sala studio e una emeroteca.

Ponte Nuovo Skatepark - Ravenna

Il fenomeno dello skateboard è in continua evoluzione; alla fine degli anni '80 scoppia il boom

dello skateboard a livello mondiale e questo si ripercuote anche sui piccoli territori come quello

di Ravenna con richieste specifiche da parte dei giovani di strutture pubbliche per la pratica.

Dopo una decina d’anni, nei primi anni '90, questa disciplina ha un calo vertiginoso rischiando

l'estinzione. Dal 1995 la riscoperta dello skateboard costituisce una forte spinta alla pratica in

spazi della città come piazze, muretti di parcheggi e gradinate utilizzate come rampe di salto.

Da qui l’esigenza di uno spazio, di un punto di ritrovo che potesse ospitare una struttura

organizzata per accogliere i ragazzi che volevano praticare questa disciplina.

Viene inaugurato così nel 2003 un impianto finanziato dall'Assessorato alle Politiche Giovanili

del Comune di Ravenna, realizzato a cura della Polisportiva di Ponte Nuovo a seguito di diversi

incontri con appassionati di skate e l'Associazione Sportiva Oasi Skatepark. Inserito all’interno

dell’impianto sportivo è possibile accedere allo Skatepark tutti i giorni dalle 8 al tramonto,

l’utilizzo della pista è gratuito dietro un tesseramento UISP. La pista non prevede solo la

pratica libera dell’attività ma in periodi specifici dell’anno, normalmente tra maggio e ottobre,

vengono organizzate diverse gare. Le gare diventano un momento di confronto e soprattutto

forniscono la possibilità di trascorrere piacevoli giornate in un clima di totale relax e

divertimento.

Quella di Ponte Nuovo non è l’unico spazio dedicato allo skateboard a Ravenna, le altre realtà

si sono sviluppate su tutto il territorio in forma privata, con diverse caratteristiche.

Page 34: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

34

Un notevole impulso allo sviluppo dello skate in provincia è dovuto sicuramente alla presenza

di uno dei più noti skaters a livello mondiale, che ha creato uno spazio dedicato allo skate nella

zona in cui risiede, a Conventello. La pista, denominata Marianna Skatepark, oltre ad essere

zona di allenamento per il campione, è aperta tutti i giorni agli skaters e vede una presenza

annuale di circa 500 persone tra italiani e stranieri. Per gli allenamenti è stato costruito,

sempre nel territorio provinciale, uno dei vert più grandi del mondo, alto 5 metri e largo 24

metri nel quale si organizzano contest su invito di grande importanza. Altro progetto su cui

stanno lavorando è costruire uno skatepark al coperto che possa ospitare contest di livello

europeo e mondiale. Una pista al coperto è già presente sul territorio ravennate, a

Bagnacavallo, all’interno del bar Ramenghi. Aperta nel dicembre scorso la pista fornisce la

possibilità agli skaters di esercitarsi anche quando il tempo non permette di utilizzare le piste

all’aperto; naturalmente la frequenza è inferiore rispetto alle altre piste anche per le

dimensioni della rampa stessa.

Altra pista molto importante del territorio è l’Oasi Skatepark a Marina di Ravenna presso la

Taverna Bukowski, aperta solo nel periodo estivo, che ospita una delle maggiori manifestazioni

italiane lo “Slam trick”. Questo evento di skateboard si svolge nell’arco di tre giornate, è aperto

a tutti, senza limiti di età, bravura o sponsorizzazione e vede la partecipazione di alcuni skaters

tra i migliori in ambito mondiale con le maggiori rappresentanze italiane ed europee. Centrale

per questo evento è lo stare insieme, socializzare, divertirsi offrendo un ottimo spettacolo,

quello della cultura di strada e promuovere la disciplina dello skateboarding, considerato per i

praticanti non uno sport ma uno stile di vita, una occupazione positiva del tempo libero.

Grazie anche alle varie possibilità e spazi dedicati, la pratica dello skate a Ravenna è oggi

molto diffusa, numerosi giovani tra 10 e 30 anni frequentano le diverse pista dislocate sul

territorio. Fatta eccezione per i minorenni, i frequentatori non provengono solo dalla provincia

ma, viste la scarse possibilità che offrono altri territori, gli skatepark della zona raccolgono

skaters dalle province vicine e non solo, gli appassionati dell’attività percorrono spesso

centinaia di chilometri per raggiungere le piste che hanno rampe con particolari caratteristiche.

Non esistono veri e propri corsi o laboratori per questo tipo di attività ma sono i ragazzi più

bravi a mostrare ai più giovani come allenarsi ed affrontare le rampe. La pratica di questa

attività creativa è fortemente maschile, la presenza femminile si aggira intorno all’1%.

Alcune testimonianze raccolte negli spazi faentini

È difficile riuscire ad entrare nel mondo della vita culturale faentina. “Le attività sono promosse da gruppi,

da associazioni chiuse, di difficile accesso”. Orientandosi tra le diverse associazioni questa era lo spazio

che lasciava più libertà di creare opportunità nuove: “in genere il mondo creativo appare piuttosto

cristallizzato, i gruppi si ritrovano a fare le stesse cose, con le stesse persone”. Questo atteggiamento di

chiusura caratterizza un po' tutta la provincia “i giovani non amano spostarsi, preferiscono rimanere lì

dove sono, andare negli stessi locali, fare le stesse cose, frequentare le stesse persone. Pochi si

informano sulle attività nelle città vicine ed ancor meno sono disposti a muoversi”. L'osservazione

dell’intervistata, che da soli pochi anni vive in questa zona, fotografa un mondo creativo piuttosto statico

Page 35: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

35

e non molto disponibile allo scambio con realtà vicine; ma anche più propenso a farsi guidare in attività

già strutturate da altri che ad attingere dalla propria personale creatività alla ricerca del “nuovo”.

Nel momento in cui una persona decide di promuovere un'attività creativa incontra numerosi ostacoli. In

primo luogo la persona fisica non è affatto considerata e gli enti che possono promuovere un evento

richiedono sempre di interloquire con un'associazione formalizzata. Inoltre, anche nella creazione di una

nuova associazione e nella gestione burocratica che porta alla possibilità di realizzare qualche evento, si

incontrano innumerevoli difficoltà e gli organizzatori in tutto questo lavoro sono soli, poco aiutati o guidati

dal Comune o da altre figure del territorio. In terzo luogo, sembra che la cultura in sé non sia sempre

vissuta come un motivo sufficientemente importante per un investimento economico da parte

dell'amministrazione e degli sponsor, ma che il ricavato di ogni evento debba essere devoluto a qualche

iniziativa del Sociale: beneficenza, promozione progetti sociali, ecc. Il ricavato di un concerto potrebbe

essere piuttosto investito per promuovere la creatività, con progetti, con materiali, ed invece questo non

è sempre possibile.

Un'altra difficoltà nell'organizzare eventi è legata agli spazi: “ho notato che ci sono molti spazi comunali

che sono o inutilizzati, o utilizzati da realtà particolari: noi abbiamo chiesto la possibilità di fare questa

manifestazione musicale nel parco, e l’abbiamo fatta. Però ci sono all'interno di questo luogo delle sale

che difficilmente si riescono ad utilizzare. Per noi che non siamo del quartiere già c'è un primo ostacolo:

gli abitanti del quartiere che non le utilizzano ma dicono “sono nostre”. Essendo poi date in gestione ad

altre attività dal Comune non possono in teoria essere ridestinate, solo che sono inutilizzate. Gli spazi ci

sono ma non si riesce ad utilizzarli. Non c'è l'apertura a condividerle. Magari sono utilizzati solo una sera

alla settimana ma poi sono negati ad altre persone che ne fanno richiesta. È un po' la questione anche del

Centro Sociale”.

Un'altra difficoltà a proporre cose nuove sembra nascere dalla gestione quasi predestinata delle risorse.

“a Faenza ci sono secondo me alcuni blocchi che gestiscono ambiti creativi differenti ed hanno

‘monopolizzato’ le attività. Per quanto riguarda il teatro, c'è il Teatro Masini che fa attività anche con le

scuole, per quanto riguarda la musica è molto presente il MEI”. Questa situazione tende a rendere minore

la possibilità di partecipare alla vita culturale dei gruppi più piccoli. Il Comune ha sposato il progetto; il

referente è il Presidente di Luogo Comune.

Questo spazio è prezioso per chi desidera sperimentare cose differenti o proporre attività creative, mostre

che valorizzino anche le differenze, gli scambi culturali. “Chi desidera esporre trova uno spazio. Per

esempio è stata recentemente fatta una mostra sulle ceramiche della Costa d'Avorio, una associazione ci

ha contattato ed ha chiesto se poteva esporre. È stato interessante in una città per cui la ceramica è così

importante, come per Faenza, ospitare altri stili ed altri modi”.

Essendo gestito in modo volontario non è possibile dare continuità agli eventi, fino all'anno scorso non

c'era neanche una continuità settimanale, “quest'anno, da quando abbiamo riaperto, tutti i venerdì c'è un

evento però non si riesce mai ad avere più di due eventi alla settimana perché il lavoro è molto e gestito

interamente da volontari. Se ci fosse la possibilità di essere aperti come un locale normale, forse questo

potrebbe avere un impatto buono”.

Page 36: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

36

“Secondo me l'aspetto aggregativo c'è indubbiamente, lo vediamo nell'afflusso delle serate in cui ci sono

le feste; l'aspetto creativo è più legato a chi organizza le cose. Chi fruisce vive meno la parte creativa.

Anche per i soci però l'aggregazione è un elemento importante, ci sono forti legami di amicizia tra le

persone.”

Gruppo MGM - Dopolavoro Ferroviario – Faenza

M.G.M., Maghi Guerrieri e Menestrelli, dal 1994 a Faenza è il punto di riferimento per giocare,

incontrarsi, divertirsi non solo con ambientazioni Fantasy. Nei locali messi a disposizione dal

D.L.F. di Faenza svolgono diverse attività, Giochi di Ruolo, Board Game (Giochi da Tavolo) e

War Game (Battaglie in scala) dalle ambientazioni più disparate, Giochi dal Vivo (sia Fantasy

che Horror), Warhammer (fantasy o 40.000). L'età dei componenti del club varia dai 15 anni ai

35, dando modo così di sfruttare l'esuberanza dei giovani e le conoscenze di quelli che lo sono

meno; questo connubio porta il club ad avere conoscenze e attività che spaziano su tutto il

fronte ludico presente in Italia. Durante l'anno si organizzano tornei interni o veri e propri

campionati che proseguono per tutto l'anno. Culmine della stagione è la manifestazione "Fiera

del Gioco" che raccoglie tutti i membri dell'associazione e partecipanti provenienti da molte

parti d'Italia. Il club è molto attivo anche in altri contesti, infatti sono molti i partecipanti a

tornei che hanno luogo in tutta Italia.

Il Dopolavoro Ferroviario occupa un ampio edificio su due piani con disponibilità di numerose stanze,

alcune anche molto ampie, fino a 20 metri di lunghezza. In questa realtà convivono moltissime

associazioni e moltissime attività, che gestiscono autonomamente delle stanze.

All'entrata un bar accoglie i visitatori, segue poi una enorme stanza alla fine della quale se ne apre

un'altra. Con i ragazzi del MGM ci fermiamo proprio in questo spazio, tavolini da magione esagonali e

rotondi, grande finestra luminosa, spazio silenzioso. Solo più tardi un gruppo di anziani occupa un

tavolino per le partite di briscola. Il centro è animato, soprattutto da persone anziane.

Il Dopolavoro dispone di un accogliente spazio esterno, molto utilizzato nel periodo estivo per le attività

delle associazioni. Nel mostrarci la loro sede i ragazzi dell’MGM ci guidano tra i corridoi del dopolavoro

ferroviario, facendoci notare come siano presenti barriere architettoniche che non permettono a tutti di

accedere. Al piano superiore si apre uno spazio altrettanto vasto con una sala televisione che assomiglia

più ad un luogo di conferenze, una sala biliardo con tavoli di due diversi tipi, varie porte con insegne tutte

diverse che indicano la presenza di svariate associazioni estremamente eterogenee. Arriviamo finalmente

alla porta dell’associazione. Lo spazio non è ampio ma pieno di giochi, scenografie ed animazioni. I

ragazzi stanno raccogliendo computer vecchi da risistemare per potere attrezzare un internet caffè al

piano di sotto. La stanza ed il suo contenuto sono evidentemente gestiti con cura e funzionalità.

L'incontro tra MGM e il Dopolavoro ferroviario è avvenuto nel 1994. Il gruppo MGM aveva già

sperimentato altri spazi, pubblici e domestici. Quello che ha determinato il loro radicamento al

Dopolavoro è stato soprattutto l'atteggiamento accogliente da parte di quello che era allora il presidente,

e la possibilità di avere uno spazio proprio di cui custodire le chiavi. Ricordano ancora la frase

determinate: “questa è la chiave della porta”. Avere uno spazio proprio ha permesso loro di produrre e

conservare materiale necessario ai giochi, di raccogliere numerosissimi giochi da tavolo, di avere uno

spazio sentito come “proprio”.

Page 37: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

37

L'incontro è avvenuto nel contesto di una manifestazione comunale chiamata “Tempo Giovani”, durante

l'allestimento di stand i ragazzi hanno conosciuto il Presidente del Dopolavoro che li ha invitati. Da quel

momento la loro attività nello spazio si è sempre più consolidata in quel luogo e i ragazzi del MGM hanno

sempre più sentito di appartenere a quello spazio.

Uno di loro fa ora parte del direttivo del circolo e lo rappresenta talvolta anche a livello istituzionale.

Dal 1995 e il 1997 il gruppo, proprio al Dopolavoro ha organizzato per tre anni di seguito la

manifestazione “Faenza Ludica” che consisteva nell'edizione di tornei paralleli relativi a numerosi giochi:

carte, risiko, giochi di ruolo, giochi in rete ... da quel momento lo spazio si è andato sempre più

caratterizzando e così in zona tutti sanno che il MGM ha come sede quella del Dopolavoro Ferroviario.

Come da tradizione quest'anno si tiene a Faenza il 6° Torneo Nazionale a Squadre, interamente

organizzato da questo gruppo, che coinvolge persone provenienti da tutta Italia. Mentre ci parlano

dell'evento sorge naturale un'espressione di orgoglio, come di chi si guarda dietro e vede quanta strada

ha fatto. “Io sono qui da dodici anni ...” spiega il Presidente.

In genere le associazioni del Dopolavoro collaborano per eventi che riguardano l'intera struttura, per altre

cose si tende a fare attività separate; tuttavia a volte è inevitabile che qualcuno invada lo spazio altrui. In

genere, ci dicono, la collaborazione nella organizzazione e nel lavoro non è molto ampia e sono le stesse

solite persone a gestire gli impegni più grossi, ma quando ne parlano i ragazzi lo fanno utilizzando una

serena ironia.

I ragazzi ci parlano di quello che è il loro rapporto con il territorio, il Dopolavoro è una realtà complessa.

Del resto però il presidente di questo gruppo mai ufficializzato come associazione, è parte attiva

dell'organizzazione di diversi degli eventi del Circolo. Mi parla per esempio della Fiera di San Rocco.

Il tipo di relazioni con Faenza sono in primo luogo relazioni personali. Conoscendo persone si definiscono

reti e collaborazioni. Il Comune si avvale talvolta del contributo di MGM per l'organizzazione di iniziative

ludiche, come la “Fiera del gioco”. Il gruppo MGM presta spesso il suo materiale, i tavoli, le ambientazioni

per tornei organizzati da altri gruppi che pur giocando regolarmente sono meno attrezzati.

Parlando invece del territorio provinciale, tra gli appassionati di gioco di ruolo il dopolavoro è

conosciutissimo e da Russi, da Ravenna, vengono ragazzi al venerdì sera per stare insieme a loro e

giocare.

Un'intenzione del direttivo di MGM è quella di coinvolgere ragazzi più giovani, organizzando

manifestazioni, seguendoli nei giochi. Un socio ha aperto un negozio, il “Peter Pan” e accompagna i suoi

giovani clienti nei primi rudimenti dei giochi. L'età in cui si comincia a giocare è quella dei 14-15 anni. Il

gioco prevede l'utilizzo di regolamenti e storie corpose che necessitano di una certa maturità per essere

digerite.

Rispetto alla creatività, l’aggregazione è importantissima, si definisce una percentuale, è l'80%. Una volta

insieme il gioco è importante ma è ancora più importante il trovarsi insieme, organizzare momenti

comuni, mangiare, bere, chiacchierare. Ogni tanto vengono organizzati pranzi, “spaghettate”.

Nei tornei nazionali, poi, si conoscono persone di tutta Italia e capita che con qualcuno nasca un'amicizia

più stretta. L'aggregazione quindi non è solo limitata al territorio faentino ma assume una dimensione più

ampia.

Parlando di aggregazione i ragazzi sottolineano la necessità di essere in tanti a fare le cose:

l'organizzazione di eventi richiede uno sforzo congiunto, una persona da sola non è in grado di sostenere

tutto il lavoro. “Possiamo fare determinate cose solo trovando la forza nel gruppo”, “Quando eravamo

Page 38: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

38

separati, ciascuno a giocare a casa propria o degli amici, tutti pensavamo di fare delle cose insieme ma

c'è bisogno di un gruppo per realizzarle”.

L'acceso al Dopolavoro è riservato ai soci del circolo. In pratica, se qualcuno desidera osservare le attività

in un primo momento l'accesso è libero. Se però la sua presenza diventa regolare gli viene chiesto di

tesserarsi. Per quanto riguarda invece la tessere MGM, sarebbe necessaria per partecipare alle attività del

gruppo, ma la regola è la stessa, inizialmente non è richiesta l'iscrizione al gruppo, ma se la persona

gioca regolarmente con gli altri allora è invitata a tesserarsi. La quota è di 5 Euro.

La spesa maggiore è invece quella sostenuta per acquistare il materiale da gioco, un investimento di circa

1.000 Euro a persona.

Il gruppo è formato da una ventina di persone, quando si trovano in compagnia arrivano ad una

cinquantina. L'età varia dai 15 ai 43 anni, la media è sui 25/27 anni.

MGM non è un'associazione: è un gruppo che si è dato un regolamento interno, con delle cariche ma non

è mai arrivato a redigere uno statuto ufficializzato.

Moltissimi ragazzi giocano ai giochi di ruolo, ma i giochi vengono portati avanti in sede domestica, in

genere pochi scelgono di socializzare la propri attività e si gioca per anni con gli stessi compagni. Questo

dai ragazzi del MGM è visto un po' come un problema, loro al contrario desidererebbero che questo gioco

divenisse più una modalità di incontro e di scambio.

3.2 I focus group tematici

Nell’ultima fase dell’indagine abbiamo cercato di creare occasioni di approfondimento sulle

realtà emerse come particolarmente significative puntando sul coinvolgimento dei ragazzi e

delle ragazze incontrati nelle fasi precedenti con la convinzione che potessero offrire un

contributo più partecipato rispetto alla pratica creativa in cui sono direttamente coinvolti. Si è

cercato di organizzare degli incontri tematici, ovvero specifici per linguaggi creativi, con

l’obiettivo di affrontare con i ragazzi in maniera sistematica i principali risultati emersi dalle

rilevazioni sul campo. I tre temi dei focus individuati sono stati:

• teatro,

• arti visive e immagine,

• pratiche creative underground (graffiti, break dance, skate, fumetti).

Abbiamo quindi organizzato degli incontri contattando le persone che avevamo incontrato e

che si erano dimostrate particolarmente interessate e sensibili a questo argomento. Purtroppo

fin dall’inizio di questa fase di lavoro, le difficoltà sono state numerose e possono essere così

sintetizzate:

• difficoltà organizzative: le persone contattate sono tutte estremamente impegnate e con

esigenze diverse ed è praticamente impossibile individuare momenti in cui si conciliano le

diverse disponibilità di tempo;

• difficoltà ad individuare le realtà da coinvolgere: in alcuni ambiti, come ad esempio il

teatro, i livelli in cui si svolgono le attività sono così diversi che il fatto di essere coinvolti

nelle stessa pratica creativa non costituisce più un tema comune di discussione. In questo

caso specifico non è stato possibile organizzare il focus.

Page 39: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

39

Se la fase organizzativa è stata complicata, i momenti di realizzazione vera e propria sono stati

invece sconfortanti, nel senso che gli incontri sono stati “disertati” le persone che avevano

garantito la loro partecipazione per i motivi più disparati non si sono presentate.

Gli incontri proposti ai ragazzi non hanno quindi riscontrato partecipazione, confermando

alcune osservazioni emerse durante un’intervista, che sottolineano una forte concentrazione

sulle proprie specifiche attività piuttosto che un atteggiamento di confronto e scambio con

realtà simili.

Sia all’incontro sulle pratiche creative underground, sia a quello sulle arti visive e l’immagine,

si è presentata una sola delle persone contattate e si è colta allora l’occasione per realizzare

delle interviste.

Breaking (o break dance) e writings

È a partire degli anni Novanta che anche la break dance ha cominciato ad essere una pratica

diffusa fra i ragazzi, soprattutto maschi, nel territorio provinciale. La break dance (molto più

spesso definita come breaking) è un ballo acrobatico strettamente connesso alla cultura hip

hop. Il termine che designa questo tipo di cultura è da intendersi come comprensivo di un

sistema di valori assai flessibile capace di contenere, nel suo sviluppo, prassi e competenze

molto diverse tra loro. Sorto come espressione della cultura di strada, l'hip-hop si sviluppa

principalmente attraverso tre diversi momenti artistici: la musica rap, la break dance e la

Aerosol Art (graffitismo).

In particolare, le origini della break dance (ovvero, quando è iniziato e il luogo esatto da cui

proviene) sono abbastanza incerte in quanto ha avuto tantissime influenze nel corso della sua

storia. In generale, per convenzione, la sua nascita viene stabilita intorno alla fine degli anni

'60 - prima metà degli anni '70, a New York.

L'origine del termine breaking è, invece, abbastanza chiara. La diffusione del dj-ing aveva

portato alla creazione di una particolare tecnica detta cutting. Questa consisteva nell'utilizzare

due dischi uguali che contenessero un break di sole percussioni e, passando da un disco

all'altro, dare l'impressione che questo break si prolungasse. Quello era il momento in cui i

breakers o b-boy iniziavano le danze.

Originariamente vicina al rap per contenuti e ispirazione, la break dance è nata quindi come

danza metropolitana eseguita per le strade da neri e portoricani. Accompagnata dalla break

music, la break dance è una danza da marciapiede di carattere acrobatico che richiede

movenze sincopate e articolazioni snodate.

Ulteriore manifestazione del fenomeno hip-hop è la Aerosol Art, espressione artistica

trasgressiva realizzata da gruppi giovanili metropolitani. L'intervento sui muri della città e sui

treni della metropolitana con scritte e decorazioni eseguite con bombolette spray si pone come

espressione diretta di una creatività che si sottrae alle mediazioni imposte dalle forme

artistiche tradizionali. La lamiera delle carrozze e il cemento degli edifici sostituiscono le tele,

nel segno della costante ricerca di visibilità che è sinonimo di rivendicazione della propria

Page 40: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

40

identità culturale. L’autore di graffiti (writer) traccia la propria firma (tag) in maniera ripetuta

nel segno di una delimitazione territoriale, ma diventa anche creatore artistico, ideatore di

modelli figurativi complessi.

In Italia e nella provincia italiana la cultura hip hop approda in Italia ovviamente con qualche

anno di ritardo ma è in lenta e costante espansione. In particolare, sul territorio provinciale è

partire dal 1993 che alcune persone, mosse da una passione personale nei confronti della

cultura hip hop in generale e più in particolare verso la break dance, cominciano a conoscersi,

entrare in relazione e a costituire un gruppo più strutturato, una vera e propria rete.

Dall’unione di ballerini provenienti da esperienze e realtà diverse con la volontà comune di

diffondere l’essenza della hip hop culture, nasce nel 1998 uno dei gruppi, “Break the funk”, che

costituisce in questo ambito non solo il punto di riferimento per il territorio ma anche una

esperienza di eccellenza nel panorama dei contest nazionali e delle battles mondiali.

È evidente che per la cultura in cui si inseriscono sia la break dance sia il writing il luogo

deputato alla pratica è la strada e solo recentemente sono stati portati all’interno di spazi

frequentati da giovani. In particolare, per quanto riguarda la break dance è un ballo

fortemente individuale il cui “motore” fondamentale è costituito dal confronto, dal mettersi in

crisi ed in discussione. È in qualche modo estranea alla logica della lezione e del corso

tradizionale, anche se recentemente se ne sono diffusi parecchi, e più vicina forse alla modalità

dell’allenarsi insieme. Non ci sono quindi degli spazi di riferimento identificati con precisione, è

una danza, se così la vogliamo definire, “nomade” che non ha bisogno di un luogo particolare

per essere agita ma che necessita piuttosto di un atteggiamento interiore.

Per quanto riguarda i graffiti abbiamo, come emerge anche dal depliant, individuato alcuni

spazi che realizzano laboratori o ospitano esposizioni. È importante sottolineare che queste

opportunità risultano particolarmente gradite ai giovani writers, che possono dedicarsi alla

realizzazione di un progetto con tutta tranquillità, con pareti disponibili e con materiali pagati,

ma queste non costituiscono una alternativa alla “pratica” esterna. Nell’ambito di un concorso,

di una committenza specifica o all’interno di un centro si sperimenta il “bello di farlo con

comodità” ma non esclude il farlo fuori, proprio perché è questa la molla, l’in-put creativo di

questa pratica.

Arti visive e immagini

Nel territorio provinciale c’è un area, quella di Fusignano e di Alfonsine, in cui sono state

sviluppate in modo particolare le arti audiovisive. La specializzazione nasce

dall’approfondimento di questa tecnica da parte di un gruppo di ragazzi che ha saputo poi

trasformare una passione in un’attività imprenditoriale. La proposta sempre più frequente di

laboratori per i ragazzi, la promozione di eventi pubblici, ha stimolato anche nei più giovani la

passione per la telecamera e, dalle scuole medie ai centri estivi, è diventata tradizione

produrre video da proporre poi al concorso estivo organizzato dal Comune.

Page 41: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

41

I tecnici sottolineano come sarebbe importante proporre questa possibilità anche ad altre

realtà. Uno di loro suggerisce di coinvolgere le Scuole Medie con la produzione di video, l’altro

aggiunge che sarebbe utile incontrare i ragazzi delle superiori per iniziare ad utilizzare le

attrezzature per il montaggio.

Sul territorio ravennate le strutture dedicate a queste arti sono numericamente molto poche, e

l’unica possibilità di lavorare al montaggio dei prodotti, l’unico luogo in cui sono presenti le

attrezzature, è la Biblioteca di Alfonsine. Fino a qualche anno fa le attrezzature erano dentro al

Centro Gulliver, ad ora invece sono state trasferite. Il supporto tecnologico per la produzione

dei video è molto complicato e per l’utilizzo è necessario che gli utenti siano guidati da un

esperto. La tecnologia va appresa, le informazioni vanno diffuse, solo così sarà possibile per

più persone accedervi. Per questo gli operatori del settore che abbiamo contattato considerano

fondamentale un’attenzione all’alfabetizzazione tecnologica rivolta ai più giovani.

Chiaramente un Comune che volesse investire in questo ambito dovrebbe continuamente

aggiornare le attrezzature, dal momento che il progresso tecnologico è velocissimo. Questa è

un’arte costosa ma estremamente attuale.

Parlando delle attività promosse per i giovani, gli operatori rilevano la tendenza delle strutture

pubbliche a chiamare tecnici esterni per progetti specifici, piuttosto che svilupparli in

autonomia al loro interno. Questo significa che le strutture non investono in tecnologia propria

e non acquisiscono un know how.

Page 42: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

42

4. Le mappe delle relazioni

Il lavoro realizzato nelle fasi precedenti è stato fondamentale per fornire indicazioni e ipotesi

per l’individuazione di mappe delle relazioni che consentano e facilitino sia un migliore

orientamento della comunicazione fra i soggetti coinvolti nell’indagine, sia un migliore

coordinamento.

Poiché il lavoro di ricerca consente di avvicinare l’universo giovanile e di avviare percorsi volti

al coinvolgimento e alla partecipazione dei ragazzi, si è ritenuto fondamentale individuare

alcuni momenti specificatamente rivolti ai referenti istituzionali del territorio. A questo scopo

sono stati realizzati due incontri a cui sono stati invitati a partecipare tutti i referenti

istituzionali dei comuni del territorio provinciale, organizzati non solo come momenti in cui

fornire informazioni ma anche come veri e propri momenti di lavoro.

La metodologia proposta per la conduzione e lo svolgimento di tali incontri fa riferimento alla

tecnica del focus group (f.g.).

Il focus group é una tecnica di rilevazione per la ricerca sociale, basata sulla discussione tra un

piccolo gruppo di persone, alla presenza di uno o più moderatori, focalizzato su un argomento

che si vuole indagare in profondità.

In particolare, l’attenzione è stata volta all’interazione tra i membri del gruppo, che costituisce

l’elemento peculiare di questa tecnica di rilevazione, e all’esposizione dei loro contributi sul

tema d’indagine.

La partecipazione ai due incontri così strutturati dei soggetti individuati per l’occasione é stata

particolarmente alta e caratterizzata dall’interesse comune dei partecipanti per la soddisfazione

di collaborare e di dare un proprio contributo ad una ricerca sociale che li vede coinvolti per il

ruolo ricoperto inerente il tema d’indagine.

All’interno del f.g. é stato utilizzato il brainstorming, una delle numerose tecniche di gruppo

sviluppate per facilitare la creatività e la produzione di nuove idee, orientandolo tuttavia al

confronto interpersonale su temi proposti dal mediatore che sollecitava gli interventi.

4.1 Primo focus group – Relazioni, Comunicazione, Territorio

All’avvio della ricerca è stato convocato un gruppo di persone che potessero apportare preziosi

contributi alla ricerca per il proprio ruolo ricoperto nell’ambito delle politiche giovanili del

comune di appartenenza.

Lo svolgimento del f.g. è avvenuto in due step:

• una prima fase informativa, in cui i soggetti coinvolti sono venuti a conoscenza del progetto

di ricerca che si stava avviando, condividendone le finalità, gli obiettivi e le azioni previste;

• una seconda fase operativa, che ha coinvolto ogni partecipante ad attivarsi rispetto a:

• fornire informazioni sulla presenza di luoghi di aggregazione giovanile nel proprio

territorio, contribuendo in modo essenziale all’avvio della fase della mappatura dei

luoghi dedicati alla creatività giovanile nei territori della provincia di Ravenna;

Page 43: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

43

• cogliere le diverse prospettive rispetto ad una serie di parole-stimolo inerenti il tema

delle relazioni proposte dal mediatore del f.g., con l’obiettivo di far emergere i punti

focali della “mappa delle relazioni”.

Le tematiche su cui si il gruppo è andato a confrontarsi, vertono su tre parole-stimolo:

• relazioni

• comunicazione

• territorio

Le riflessioni su ogni parola indicata sono state raccolte dapprima individualmente tramite

l’ausilio di post-it e poi riportate al gruppo con le relative spiegazioni da parte di ogni soggetto.

L’obiettivo di questo sistema di lavoro, che consiste principalmente nel riflettere ed esprimersi

in autonomia, senza farsi influenzare dalle riflessioni altrui, consente di dare spazio ad una

propria interpretazione di una tematica che coinvolge ognuno dei partecipanti in prima

persona, e di condividerne pensieri, esperienze e strategie di miglioramento.

Le Relazioni

Il tema delle relazioni è stato preso in considerazione dai partecipanti partendo da diversi punti

di vista: le dinamiche relazionali che scaturiscono tra i ragazzi all’interno dei centri giovanili; i

rapporti tra operatori, istituzioni e i giovani, tra generi creativi, tra i giovani e chi progetta per

loro.

Ciò che entra in gioco negli aspetti relazionali delle politiche giovanili, sono sicuramente i

fattori amicali e delle conoscenze, che consentono a un giovane di avvicinarsi o meno ai centri

di aggregazione giovanile. A ciò contribuisce tuttavia anche il fattore metodologico, ossia le

modalità operative proposte ai giovani per far emergere la propria identità.

Il tema della relazione diventa particolarmente sentito quando si pone l’attenzione all’ingresso

nel panorama delle politiche giovanili di nuove tipologie di utenti: stranieri immigrati, di prima

o seconda generazione, portatori di culture, linguaggi, comportamenti, approcci ed esigenze

diverse da quelle a cui il territorio era abituato ad affrontare.

Il rapporto giovane-adulto resta comunque difficile e rende inevitabile il conflitto

generazionale, che si scontra sul piano dei nuovi bisogni, dei nuovi linguaggi e generi creativi.

Comprendere il nuovo che emerge sembra allora essere una delle via di uscita di questa

empasse, che ostacola il rapporto tra giovani e gli addetti ai lavori.

Page 44: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

44

Le Relazioni

Accoglienza Fare e sapere sono elementi indispensabili per la relazione

Amicizia Problematiche

Problema immigrazione: relazione con giovani

immigrati, cosa proporre?

Conoscenza

Dal conflitto allo scambio reciproco

Attenzione alle nuove

contaminazioni di generi creativi

Fiducia per difficoltà

tempistiche

Fiducia Obiettivi diversi ma anche comuni

Associazioni di volontariato,

culturali, sportive, ecc.

Gruppi “istituzionali” di

adolescenti

Gruppi informali di adolescenti

Rappresentanze: dei genitori della scuola dell’associazionismo

Gruppi significativi del territorio

Page 45: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

45

Amicizia

Le relazioni all’interno dei centri sono impostate sull’amicizia: é il primo punto di riferimento grazie al

quale i ragazzi si avvicinano ai centri, ma proprio sulla base dell’amicizia sorgono le problematiche; alcuni

vengono allontanati dal gruppo frequentatore perché non appartenenti alla propria cerchia amicale.

Accoglienza

È importante favorire gli aspetti relativi ad un ambiente accogliente, al cui interno le dinamiche di gruppo

sono fondamentali: per entrare nei luoghi giovanili spesso è necessario un passepartout, che può essere

un amico, ma anche l’educatore stesso, oppure la conoscenza delle attività che vengono svolte; in questo

caso il laboratorio viene considerato come esperienza di relazione importante, poiché in questo contesto

ci si conosce e si fa esperienza. La metodologia utilizzata quindi consente ai ragazzi di far emergere la

propria identità.

Nuovi utenti, nuovi bisogni

La presenza di una percentuale considerevole di adolescenti immigrati spinge a riflettere sul fatto che le

azioni messe in campo per i ragazzi italiani non sempre funzionano anche per i giovani stranieri. Forse la

presenza o meno sul territorio di una scuola islamica molto forte a volte può osteggiare i tentativi di

aggancio con i ragazzi. Si avverte dunque la difficoltà e allo stesso tempo la necessità di superare questa

empasse che blocca gli addetti ai lavori in questa direzione.

Il tema della relazione diventa dunque importante per coinvolgere queste nuove fasce di popolazione

giovanile: come impostare la relazione e come gestire la comunicazione?

Bisogni, linguaggi e modi di agire

Problematiche dovute alle differenze di età fra i giovani e i rappresentanti delle amministrazioni locali; c’è

soprattutto una diversità nei linguaggi che poi porta a una difficoltà ad esprimere da una parte e a capire

dall’altra ciò che sono i bisogni di queste categorie. Il modo di agire di un’amministrazione viene poco

compreso da chi, agendo a livello giovanile, può vedere dentro alcuni meccanismi una volontà non

collaborativa proprio a causa della diversità comunicativa, generazionale e comportamentale.

Dal conflitto allo scambio reciproco

Il rapporto giovane-adulto è difficile e rende inevitabile il conflitto generazionale: vi sono molti spazi che

conoscono situazioni conflittuali, ma anche realtà territoriali in cui si avverte uno scambio aperto e

allargato con i giovani.

I tempi dei giovani

Evidente il gap, difficile da colmare, tra i tempi dei giovani e i tempi delle istituzioni: la relazione tra le

due parti spesso si rompe perché i ragazzi vogliono le cose subito, mentre le istituzioni hanno tempi di

risposta più lunghi. Per coinvolgere i giovani bisogna conoscerli: quanto maggiore è la conoscenza e la

fiducia, più si riescono a mantenere buone relazioni che rischiano altrimenti di interrompersi.

Contaminazioni dei generi creativi

La tematica dei generi creativi è elemento interessante da studiare per cercare di capire il nuovo che

emerge e come sta variando il mondo della creatività.

Page 46: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

46

Fiducia, obiettivi diversi e comuni

Presupposto della relazione è la fiducia: è grazie ad essa che nei progetti, nelle attività, nelle discussioni i

diversi obiettivi possono trovare punti di comunione. Questa della fiducia è una caratteristica che

dovrebbe essere presente nel proprio modo di lavorare, ma anche nel rapporto con i ragazzi.

Le tipologie di gruppo

Quando si vogliono realizzare una serie di iniziative che coinvolgono i giovani, è necessario pensare alle

relazioni che scaturiscono dall’interazione fra tutti i soggetti presenti in un territorio: gruppi informali e

gruppi istituzionali di adolescenti; associazioni culturali, sportive e di volontariato; rappresentanti dei

genitori, della scuola e dell’associazionismo, gruppi significativi del territorio.

La comunicazione

La comunicazione emerge come tecnica ineluttabile di interazione fra i giovani e i diversi agenti

con cui entrano in contatto: gli operatori dei centri, l’amministrazione pubblica, il territorio, gli

adulti, i genitori, gli anziani. Una delle esigenze maggiori delle amministrazioni è proprio quella

di trovare dei modi e canali di comunicazione che evitino di far apparire l’istituzione come un

ostacolo piuttosto che un’opportunità.

In particolare, è proprio in termini comunicativi che si avverte in modo preponderante il gap

generazionale, che sembra ostacolare il dialogo tra le due parti giovane-adulto, e che spesso

decide della natura dei rapporti che vanno poi ad instaurarsi tra di loro.

Si riconosce ormai che le parti entrano più spesso in contrasto sul nodo delle richieste/esigenze

– risposte/esigenze: le regole e i limiti con cui il territorio (sia esso di volta in volta

rappresentato dai centri, dalle amministrazioni, dalle famiglie, dagli adulti, dagli anziani)

risponde alle richieste dei giovani, non collimano con i bisogni espressi o nascosti dei giovani.

Ad accentuare il contrasto spesso interviene il fattore tempo: la dicotomia tra tempi

“dinosaurici” e tempi da “scheggia” citata più volte dai partecipanti al f.g., identificano

palesemente le diverse esigenze in termini di tempo delle due parti in gioco.

Nel circolo vizioso che tali elementi rischiano di creare nelle modalità di approccio alle

tematiche giovanili, si inserisce un’esigenza emergente e sempre più pressante da parte degli

operatori che interagiscono con i giovani: la ricerca di un contatto comunicativo con i genitori,

che, giocando un ruolo determinante nella componente decisionale dei giovani adolescenti,

dovrebbero avvicinarsi al mondo giovanile, viverlo e parteciparvi.

Page 47: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

47

I tempi della comunicazione: linguaggi, identità, azioni

Spesso dall’esterno si manifesta un approccio morboso e negativo nei confronti dei diversi linguaggi

culturali utilizzati dai ragazzi per comunicare: linguaggi che i giovani invece conoscono bene e su cui sono

estremamente preparati. Uno sforzo da fare è proprio quello di comprenderli e valorizzarli.

Un altro momento chiave della comunicazione è rappresentato dal rapporto operatore-giovani: capire da

parte dell’operatore che non si può comunicare con tutti allo stesso modo ma bisogna anche comprendere

le dinamiche che sono in atto e considerare le posizioni personali dei ragazzi con cui si entra in relazione.

Infine, un aspetto determinante è legato ai tempi di attesa e di comunicazione. Questo è anche riferito

alle diversità dei tempi dell’amministrazione che sono “dinosaurici” in confronto ai tempi dei ragazzi che

invece sono come “schegge”, sia dal punto di vista operativo, sia organizzativo.

Anello di congiunzione

La comunicazione consiste nello studiare una serie di accorgimenti e pratiche che si possono imparare ad

attuare per capire quanto è importante il territorio nelle relazioni: ossia comprendere quali risorse nel

territorio possono essere utilizzate dai centri giovanili. In questo rapporto la comunicazione si inserisce

quale passaggio intermedio tra questi due punti.

Ascoltare

Adattamento e libertà

Nel rapporto con i ragazzi è difficile cambiare la propria opinione: spesso si tende a far dire ai ragazzi

quello che gli adulto vogliono sentire, invece bisognerebbe lasciar spazio alla creatività dei giovani per far

nascere e crescere le loro idee.

Giovani e genitori

È forte l’influenza dei genitori e soprattutto la loro diffidenza verso i luoghi di ritrovo giovanile, in quanto

non conoscendo la realtà dei centri giovani e non potendovi partecipare in prima persona, vengono visti

male. A volte vengono considerati come una valvola di sfogo e, in tali casi, sono gli stessi genitori a

rivolgersi al centro per supportare il figlio nelle sue difficoltà scolastiche ma non solo.

La comunicazione relativa ai luoghi di ritrovo e alle attività che vi si svolgono, deve essere rivolta anche

ai genitori, soprattutto per la fascia di età dai 12 ai 15 anni, in cui giocano ancora un ruolo determinante

nell’aspetto decisionale. Pertanto dovrebbe essere ulteriormente approfondito l’aspetto comunicativo con i

genitori, educarli ad avvicinarsi al mondo dei giovane, a viverlo e a parteciparvi.

Punto dolente: come fare a far sì che il genitore parli con l’operatore, e allo stesso tempo che ciò venga

accettato dai ragazzi, e viceversa? La difficoltà più grossa consiste nell’avvicinare gli adulti ai ragazzi,

manca l’anello di congiunzione, per cui bisognerebbe indagare la relazione fra giovani e adulti, ma anche

fra giovani e anziani. Un tempo esisteva uno scambio tra giovane e anziano che passava attraverso il

racconto esperienziale, adesso si ha la sensazione che non ci sia più la propensione ad accettare i giovani

da parte degli stessi anziani.

Page 48: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

48

La Comunicazione

Capirsi: I bisogni Il linguaggio I modi di agire

Il metodo migliore per attuare quanto alle relazioni e al

territorio

Libertà

Ascoltare

Capire i vari linguaggi Le dinamiche di gruppo Rispetto dei tempi o del

tempo comunicativo

Ingerenze familiari

Capacità di adattarsi

Comunicazione non istituzionale

Istituzione come imposizione

Page 49: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

49

Comunicazione “non istituzionale”

È importante individuare diversi canali di comunicazione che agevolino il rapporto tra l’amministrazione

comunale e i soggetti “non ufficiali”, poiché l’intervento dell’amministrazione nei confronti di iniziative che

possono essere messe in campo da giovani tende spesso ad essere visto dagli stessi ragazzi come una

imposizione. L’amministrazione comunale non ha molto appeal nei confronti del mondo giovanile: per

evitare di apparire “dinosauri” rispetto a questo mondo che è così veloce e mutevole, bisognerebbe

trovare dei modi e canali di comunicazione che evitino di far apparire l’istituzione come un ostacolo

piuttosto che un’opportunità. “Quando si viene contattati da un gruppo di ragazzini che vogliono fare un

concerto di piazza, e gli si ricorda dei permessi e delle attrezzature necessarie, si viene avvertiti come

‘quello che mette degli ostacoli’”.

Il territorio

L’esigenza che emerge dalle riflessioni sul territorio è quella di leggere il territorio sotto

un’unica veste: ossia come un’entità composita di elementi variegati (giovani, istituzioni

private e pubbliche, associazioni, famiglie, oratori, centri di aggregazione, ecc.) che vanno a

costituire una rete di opportunità per i giovani.

Per perseguire tale scopo, occorre che le diverse componenti vengano coordinate secondo una

regola di reciprocità: i giovani hanno un loro modo di vedere il territorio, paese e centro, che è

diverso da quello delle istituzioni, che è diverso ancora da quello inteso dalle famiglie e dalle

associazioni. Ciò che risulta difficile è condividere le diverse visioni e coordinare i diversi attori

per creare un unico territorio omogeneo.

Ciò nonostante, l’insieme dei suoi componenti, pur appartenenti a categorie diverse, e con

visioni diverse sul concetto di territorio, in realtà risultano uniti dalla comune difficoltà di

riuscire a trovare canali di comunicazione con giovani: ecco allora che il territorio viene inteso

anche come elemento primario della comunicazione. A ciò si collegano i concetti di

partecipazione giovanile e partecipazione istituzionale così emergenti:

• i processi e i percorsi decisionali devono essere attuati dai ragazzi stessi, oggetti e soggetti

al contempo di tali processi e percorsi;

• é necessario coinvolgere maggiormente le istituzioni scolastiche nelle politiche giovanili,

fermo restando il coordinamento da parte dell’ente locale; le scuole infatti rappresentano

un canale fondamentale per raggiungere i genitori, e avvicinare i ragazzi ai centri di

aggregazione.

• tra i compiti dell’amministrazione vi dovrebbe essere quello di favorire la comunicazione nel

territorio e di creare consenso diffuso sulle iniziative realizzate dai ragazzi, auspicando il

sostegno di tutti i soggetti presenti nel territorio.

Consenso, visibilità, partecipazione sembrano essere le parole che più si associano alla

tematica “territorio”.

Page 50: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

50

Il Territorio

Spazi non imposti

Serve maggiore comunicazione sul

territorio

Aprirsi al territorio: il territorio ha responsabilità per la riuscita di un progetto giovanile. Un centro giovani è parte del territorio

Difficile coordinamento

Territorio istituzionale Territorio socio-culturale Territorio dei giovani

Partecipazione istituzionale

Visione d’insieme Ottimizzazione delle risorse

Grande apertura ma a volte ci sono paletti

Page 51: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

51

Aprirsi al territorio - Visione d’insieme e risorse

Spesso le amministrazioni richiedono che le attività svolte siano ben visibili nel territorio, in modo che

tutti possano sostenerle piuttosto che criticarle. Questo é un passo che i ragazzi potrebbero fare ma forse

è troppo chiedergli di occuparsi anche degli altri considerando che già é difficoltoso per loro occuparsi

delle proprie cose. È anche vero che il territorio ha una grossa responsabilità quando c’è un progetto in

atto per i giovani: compito dell’amministrazione comunale é non solo quello sicuramente di evitare delle

situazioni negative, ma anche di favorire la comunicazione dei progetto che si vogliono attuare. Quando

l’amministrazione comunale riesce a far comprendere alle istituzioni locali che un progetto viene

realizzato con il sostegno di tutti i soggetti presenti sul territorio, allora è più facile che il risultato sia

positivo.

Per tale motivo bisognerebbe adoperarsi per collegare i luoghi aggregativi informali e formali (comunali,

oratori, scuole - strumento indispensabile per arrivare ai genitori), e mettere in atto degli strumenti

perché queste realtà si confrontino.

Spazi non imposti

Ciò che si crea sulla carta a volte rischia di cadere nel vuoto: bisogni alla base dei progetti devono essere

rilevati, accertati e affrontati, altrimenti si rischia di costruire realtà che non verranno mai utilizzate.

Comunicazione territoriale

Leggere il territorio come una rete di opportunità, ma anche come un insieme di enti, istituzioni private e

pubbliche, unite dalla comune difficoltà di riuscire a trovare canali di comunicazione con giovani. Il

territorio deve essere l’elemento primario della comunicazione.

I tempi del coordinamento

Sul territorio si vedono molte iniziative e un gran fermento culturale, che spesso rimangono isolate le une

dalle altre, con l’evidente rischio di veder diminuire le potenzialità e le occasioni di crescita. D’altra parte,

l’agire autonomamente ha il pregio di mettere in atto azioni semplici e rapide che riescono ad ottenere

dei riscontri immediati, aspetti questi che non sarebbe possibile riscontrare nei casi in cui si voglia

mettere in rete e coordinare diversi soggetti, istituzionali e non, che comporterebbe tempi inevitabilmente

più lunghi.

Ambiti territoriali

Il territorio va visto come una entità composta da diversi elementi che vanno coordinati secondo la regola

della reciprocità: i giovani hanno un loro modo di vedere il territorio, il paese e il centro, diverso da quello

delle istituzioni, delle famiglie e delle associazioni. Occorre tentare di coordinare queste diverse

componenti per creare dei punti di comuni su cui confrontarsi.

Partecipazione istituzionale

È determinante per gli enti locali cercare di coordinare i tipi di attività organizzate dai centri di

aggregazione e di collegarsi sempre più alla scuola, cosa che attualmente viene trascurata. Oltre ad

incentivare l’istituzione dei consigli comunali dei ragazzi, occorre cercare di sensibilizzare i genitori

tramite la scuola per coinvolgerli e renderli maggiormente consapevoli del ruolo dei centri di

Page 52: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

52

aggregazione. Sarebbe dunque importante coinvolgere le istituzioni scolastiche nelle politiche giovanili,

fermo restando il coordinamento da parte dell’ente locale.

Aperture e chiusure

Quando si organizzano iniziative giovanili spesso accade che chi le decide non appartenga di fatto alle

fasce di età giovanili, con il rischio che le attività destinate ai giovani vengano decise e programmate da

adulti. Occorre invece grande apertura ma partendo dai ragazzi. È in questo che si esplica il concetto di

partecipazione giovanile, in cui appare evidente che i processi e i percorsi decisionali debbano essere

attuati dai ragazzi.

Dimensioni territoriali, conflitti e nuovi bisogni

Parlando di territorio, emergono in modo evidente le differenze. Nei comuni piccoli il territorio viene visto

spesso come limite: il momento di crescita è rappresentato dall’uscita dal territorio, per l’adolescente

avere il motorino e potersi spostare da una città all’altra è un momento di crescita. Bisogna essere

consapevoli che, pur proponendo attività rivolte ai giovani nel proprio comune, i ragazzi potrebbero

ricercare altre opportunità nei territori vicini.

La non accettazione di quello che viene proposto ai giovani da scuola, famiglia o amministrazione,

rappresenta un momento importante del processo fisiologico di crescita, significa diventare grandi.

Spesso gli interventi dei comuni vengono erroneamente realizzati allo scopo di risolvere un problema, e

non considerati invece come un’opportunità in più da dare ai ragazzi. Ad esempi, l’istituzione di un centro

aggregativo comunale non dovrebbe essere pensato per sostituire altre realtà esistenti e ormai

consolidate, ma si dovrebbe porre come un’opportunità in più: è su questo aspetto che ‘bisogna battere il

chiodo’.

Un’esperienza può anche fallire ma un’altra potrebbe funzionare: questo é difficile farlo accettare ai

responsabili dei settori giovanili. Ci deve essere un continuo adattamento dell’offerta ai giovani, poiché è

un’età talmente “corta”, che di anno in anno si ribaltano le richieste: quello che andava bene l’anno prima

non è adeguato all’oggi e sarà ormai “vecchio” l’anno dopo. Ecco allora che chi organizza le azioni e gli

eventi giovanili deve essere capace di ascoltare i nuovi bisogni ma soprattutto realizzarli in tempi brevi: “i

centri e le attività per i giovani dovrebbero essere “camaleontici”, cambiare vestito ogni anno”.

In conclusione

Dal focus group emerge la consapevolezza che la mappa delle relazioni nelle tematiche

giovanili sia complessa e coinvolga diversi attori e diversi approcci, tanto che il mondo

giovanile viene considerato uno dei più complicati da affrontare, e per tale motivo dovrebbe

costituire una competenza trasversale a tutti gli altri settori.

Il fattore tempo e il fattore comunicazione ritornano in tutte e tre le tematiche proposte come

stimolo e, non a caso si tratta proprio di quei fattori a cui in definitiva i partecipanti al f.g.

riconducono i bisogni emergenti dei giovani adolescenti contemporanei.

Tra questi infatti, il tempo è una variabile determinante in tutti gli aspetti di un mondo

giovanile così veloce e mutevole: si cresce in fretta a questa età, di anno in anno cambiano le

richieste, ciò che va bene un anno non è detto che, con le stesse modalità, funzioni l’anno

seguente. Ecco allora che chi organizza con i giovani le azioni e gli eventi a loro dedicati, deve

Page 53: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

53

essere capace di ascoltare i nuovi bisogni ma soprattutto soddisfarli in modo semplice, rapido e

in tempi stretti, poiché i giovani necessitano di riscontri immediati: così come loro, anche i

progetti per i giovani devono essere “camaleontici e cambiare vestito ogni anno”.

Allo stesso modo, la comunicazione diventa il canale per entrare in relazione con gli altri ma

soprattutto per affermare la propria identità. I mezzi con cui i giovani comunicano sono tanti,

ma bisognerebbe lasciar spazio alla loro creatività per far nascere e crescere le loro idee,

emozioni, opportunità. Uno sforzo da fare è proprio quello non solo di comprendere ma di

valorizzare i diversi stili e linguaggi comunicativi utilizzati dai ragazzi per raccontarsi, modalità

comunicative che i ragazzi conoscono molto bene e su cui sono estremamente preparati.

Fiducia, accoglienza dei bisogni, rispetto dei tempi e dei nuovi linguaggi, obiettivi comuni,

scambio di risorse ed esperienze, coinvolgimento di tutti gli attori, i giovani in primis: questi

sono alcuni dei punti focali che in definitiva possono costituire una ipotetica mappa delle

relazioni.

Più in generale, ciò che contribuisce a crearla sono le modalità con cui si individuano: gli attori

coinvolti, le azioni messe in atto, la metodologia utilizzata, i luoghi di svolgimento, i tempi di

realizzazione, le motivazioni che spingono a metterla in atto.

Ciò che non cambia, è il fulcro della rete delle relazioni: i giovani, che in quanto tali sono al

contempo i promotori, gli attori e i destinatari delle politiche loro rivolte e dalle cui esigenze

non si può prescindere.

Page 54: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

54

Giovani

COSA Le azioni

centri

progetti eventi

iniziative

DOVE I luoghi formali e informali

accoglienza, ambientazione,

collocazione geografica

QUANDO

i tempi dei giovani

CHI Gli attori del territorio

Giovani

famiglie, adulti, anziani, centri giovanili, amministrazioni pubbliche, scuole,

associazioni, parrocchie, privato sociale

COME La metodologia e gli strumenti

• Operativa, organizzativa,

comunicativa, relazionale • Processi e percorsi decisionali

PERCHÈ La rilevazione del bisogno

identità, creatività,

aggregazione, visibilità, consenso, partecipazione,

opportunità

Page 55: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

55

4.2 Secondo focus group – Il mix di aggregazione e creatività

A conclusione della mappatura e della ricerca, è stato convocato nuovamente il gruppo di

lavoro inizialmente costituito da rappresentanti e operatori delle amministrazioni comunali del

territorio provinciale competenti per il settore delle politiche giovanili.

L’incontro si è concentrato sulla condivisione delle informazioni raccolte durante la ricerca sugli

spazi giovanili e sul contributo che ogni partecipante ha portato in riferimento ad alcuni aspetti

chiave che erano stati posti come determinanti per individuare gli spazi dedicati alla creatività

giovanile. Le parole chiave su cui si è dibattuto in questa fase, sono state:

• spazio

• aggregazione

• creatività

Ragionando sugli spazi, si è cercato di comprendere le strutture individuate rispetto alle

caratteristiche di aggregazione e creatività, e come queste si condizionano tra loro. È emerso

che esistono realtà simili ma non c’è una realtà uguale all’altra, proprio perché le componenti

di aggregazione e creatività si mescolano tutte le volte in maniera e in percentuali diverse.

Da una parte questo è positivo poiché ogni spazio ha una sua identità specifica, che é legata

anche alle esigenze del territorio; dall’altra rende più difficile individuare delle linee che

possono essere adeguate o utilizzate per i diversi utenti.

Lo scopo perseguito nel focus goup è stato cercare di capire se ci sono effettivamente degli

spazi simili, e quali sono gli elementi che influenzano il mix tra creatività e aggregazione: ossia

cosa rende uno spazio centrato più sull’aggregazione oppure più sull’attività creativa.

Dal lavoro di ricerca è emersa una lettura di questo mix, che in occasione del f.g. si è cercato

di condividere e verificare con il gruppo.

A tal fine, é stato richiesto inizialmente ad ogni partecipante di collocare fisicamente, usando lo

strumento dei post-it, le strutture da essi conosciuti nel proprio territorio, su un grafico pre-

impostato sulle dimensioni di Aggregazione e di Creatività. In tal modo risultano

immediatamente evidenti alcuni luoghi segnalati che vengono caratterizzati dal diverso mix

delle due dimensioni indicate.

Si è poi passati a stimolare il confronto tra i presenti sulla base di alcune chiavi di lettura loro

proposte per spiegare le dinamiche che intervengono nell’identificazione di un luogo giovanile

orientato all’aggregazione e alla creatività.

Infine, è stata ipotizzata una linea guida di lavoro comune finalizzata alla messa in rete delle

conoscenze e degli obiettivi dei soggetti che operano a contatto con i giovani.

Lo schema che segue è stato ricostruito sulla base del lavoro svolto durante il focus group.

Questo è il motivo per cui sono presenti solo alcuni spazi, quelli di cui erano presenti i

referenti.

Page 56: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

56

+ - Rioni - Tric Troc - Kapolinea - Gai

- Impianti sportivi - Centro Giovani Alamo

- Skatepark - Valtorto - Spartaco

- Almagià

- Scuola arte e mestieri

- Scuola d’Arte

- Biblioteca arte e mestieri

- Il Cerchio

- Centro di Ricerca Espressiva Vecchio Macello

- Seminterrato Biblioteca comunale Castel Bolognese

A G G R E G A Z I O N E

-

- C R E A T I V I T À + Alcune chiavi di lettura: la lettura dei bisogni, l’interpretazione politica, la tipologia di

gestione

In base a quali criteri in un territorio c’è una tipologia di struttura e non un’altra? E ciò che

viene fatto in un territorio risponde a quello che sono i bisogni emergenti?

Una delle chiavi di lettura che possono aiutare a rispondere a tali interrogativi é la rilevazione

del bisogno.

Sotto questo aspetto, vi sono realtà che si stanno trasformando per rispondere ai nuovi

bisogni: si assiste dunque a situazioni in cui se il bisogno primario è più legato

all’aggregazione, allora la creatività diventa uno strumento per fare aggregazione; oppure se la

richiesta è più forte sulla possibilità di fare creatività, allora l’aggregazione ne diventa

semplicemente un risvolto conseguente.

Da un altro punto di vista, accade che chi vuole praticare un certo tipo di attività creativa, ad

esempio musica, ha la possibilità di scegliere tra un discreto numero di spazi a disposizione per

tale specifico scopo; mentre chi vuole dedicarsi ad altre attività freatiche, come ad esempio

video, riesce a trovare pochissimi luoghi in cui praticarle. Allo stesso modo accade che chi ha

spazi a disposizione per incontrarsi e socializzare, non ha la possibilità di praticare attività

creative specifiche.

Le richieste sono quindi tante e diverse: a volte si inseriscono a metà strada tra aggregazione

e creatività, a volte propendono più per una parte e a volte più per l’altra.

Per tale motivo sorge spontaneo chiedersi se è messa in atto una lettura sistematica del

bisogno da parte dei centri rispetto a quello che viene offerto; oppure se i centri e i luoghi

operino in un dato modo, indipendentemente dalle richieste, perché trattasi di modelli o idee

già sperimentati con buoni esiti; oppure ancora se c’è la possibilità che si verifichino entrambe

le condizioni.

Page 57: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

57

Un’altra domanda su cui riflettere mira a rilevare se la metodologia adottata nei centri, se volta

più all’aggregazione o alla creatività, consente o meno ai ragazzi frequentatori del centro di

ritagliarsi un ruolo che li spinga ad auto-promuoversi e a portare avanti un certo tipo di attività

piuttosto che un’altra.

Uno dei dati emersi dalla ricerca evidenzia infatti che negli spazi in cui la gestione è stata

affidata ai ragazzi, o in autonomia o incentivandoli con la partecipazione attiva, si sono

verificate risposte importanti dai ragazzi e un’acquisizione di competenze che li ha portati ad

intraprendere dei percorsi individuali e anche professionali: hanno sviluppato una forte auto-

imprenditorialità, hanno seguito le loro passioni e le hanno trasformate in professione. In

alcuni centri questo fenomeno è più evidente che in altri.

Su tutto questo ci si interroga per riuscire a comprendere se il mix delle dimensioni tra

aggregazione e creatività si inserisce in una cornice con criteri ben definiti o se invece la scelta

sull’una o l’altra dimensione è semplicemente casuale.

In alcuni casi, si evidenzia che l’età media dei frequentatori dei centri giovanili influenza in

qualche modo la modalità di gestione del centro stesso: più aumenta l’età e più si utilizzano

varie forme di auto-gestione e auto-organizzazione. Un esempio è dato dai centri creativi nati

inizialmente come spazi liberi finalizzati all’aggregazione e alla relazione, sono cresciuti e

trasformati grazie al fattore umano, ossia una persona che ha dato una svolta, facendo sì che

tali centri diventassero un punto di riferimento di espressione creativa del proprio territorio,

con il supporto degli enti locali: è questo il caso del Centro Giovani Alamo di Cotignola, che si

trova ora ad affrontare la questione del ricambio generazionale degli operatori e dei

frequentatori (il target di utenti è passato dai 18 anni ai 20 anni), che potrebbe risolversi a

favore dell’adozione di una forma simile all’auto-gestione. Uno dei punti di forza del centro è la

pratica continuata della rilevazione dei bisogni effettuata sia con i ragazzi che con i genitori.

Anche la dimensione geografica del territorio a volte risulta decisiva per la destinazione d’uso

degli spazi: nei territori piccoli in cui le strutture sono piccole o meno organizzate oppure

semplicemente lasciate alla libera iniziativa di gruppi informali, capita spesso che le parrocchie

si siano fatte cariche del bisogno emergente e si siano trasformate in spazi che si frequentano

non solo per andare in parrocchia e non solo da chi vuole andare in parrocchia, ma anche per

fare attività creative che non trovano spazio in nessun altro luogo. Anche in tali realtà il fattore

umano (il parroco) risulta decisivo per le modalità e finalità d’uso di un luogo.

Ma mentre questa tipologia di luoghi nasce principalmente per rispondere al bisogno primario

di contenere i giovani adolescenti, nel caso dei centri di aggregazione giovanile puri la finalità é

anch’essa a contenere, ma si utilizzano per tale scopo gli operatori e la creatività. Centri invece

come Almagià e Valtorto, pur accogliendo fasce giovanili, appartengono ad un altro modo di

vivere l’aggregazione giovanile, così come il Centro Giovani di Massalombarda è diverso da

quello di Lugo.

Un’altra variabile da tenere in considerazione quando si parla dei centri giovanili è la

metamorfosi che questi subiscono nel corso del tempo: ne è un esempio il Centro Giovani di

Page 58: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

58

Lugo. Sviluppatosi come luogo deputato alla valorizzazione della creatività in particolare

musicale, nel giro di pochi anni ha assistito ad un cambiamento dei ragazzi, e non solo in

termini di età e di provenienza geografica, tale da spingere gli operatori ad impegnarsi

attivamente nel controllo dei ragazzi, a variare la proposta di attività; inevitabilmente la finalità

del centro si sta spostando sempre più sul piano del centro di aggregazione: ciò implica

difficoltà di altro tipo, con esigenze di natura diversa e con utenti differenti, da fronteggiare

con strumenti diversi.

Anche lo Spartaco, così come il Valtorto, avvertono una situazione che è in via di

cambiamento, derivante in particolare dalle richieste sempre più frequenti da parte di

associazioni legate all’immigrazione per usufruire di spazi per le loro attività.

Il dato significativo che emerge da tali esperienze é che i centri giovani stanno affrontando in

qualche modo le dinamiche messe in campo dall’immigrazione giovanile: gli eventi culturali

possono costituire un aggancio molto forte per tali nuove fasce di utenti.

Risulta evidente allora come la lettura dei bisogni colta nel divenire sia fondamentale per la

sopravvivenza dei centri dedicati ai giovani e in particolare alla loro creatività, perché alla

crescita di un determinato bisogno, occorre dare una risposta adeguata e tempestiva: non si

può pensare di predisporre spazi per svolgere particolari attività creative quando i fattori

determinanti di quel luogo diventano altri, e di tutt’altro genere.

Secondo questi presupposti, la gestione dei centri diventa difficile e si rivela essere

effettivamente una variabile che incide in maniera profonda nel perseguimento degli obiettivi

inizialmente posti.

Incide prima la gestione o la modalità di gestione è una risposta ai bisogni rilevati? La modalità

di gestione influenza ciò che si va a fare all’interno dei centri, o le attività che metto in atto

sono una conseguenza? Così per esempio, se in un dato luogo il bisogno é legato

all’aggregazione, i ragazzi sono giovani adolescenti e la presenza di ragazzi stranieri è forte,

magari l’auto-gestione potrebbe non essere la scelta giusta. Diversamente, se si vuole puntare

sul coinvolgimento e la partecipazione dei ragazzi perché ritenuti strumenti che permettono di

realizzare attività specifiche, allora l’auto-gestione potrebbe essere una forma adeguata a

rispondere a tali esigenze. Anche in questi casi dunque le modalità di gestione dipendono dalle

finalità e dalle esigenze che si vengono a creare in un dato momento in un dato luogo.

In riferimento all’auto-gestione, il forte coinvolgimento e responsabilizzazione dei ragazzi da un

lato e la continua legittimazione da parte delle istituzioni locali si rivelano essere i punti di forza

che caratterizzano tale modalità di gestione. Ne è un esempio il Centro Giovani di

Massalombarda che adotta come buona pratica forte il continuo coinvolgimento dei ragazzi,

mettendoli nella condizione di sviluppare le loro capacità di partecipazione e auto-

imprenditorialità, che sono stati in grado di passare ai più piccoli tramite il continuo passaggio

di consegne dai più grandi ai più piccoli.

Page 59: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

59

Alle variabili riportate (lettura dei bisogni e gestione) se ne aggiunge un’altra: l’interpretazione

politica che viene data alla lettura dei bisogni, da cui discendono poi le risposte che vengono

fornite attraverso il livello gestionale dei centri giovanili. Risulta pertanto che la modalità di

gestione dello spazio dipende dalla linea politica? E se così fosse, le amministrazioni sono in

grado di avere questa sensibilità nel cogliere in divenire i cambiamenti?

In alcuni territori i centri e i comitati di gestione si sono trasformati in associazioni allo scopo di

poter ottenere il supporto comunale per la gestione di alcuni centri, che altrimenti sarebbero

stati occupati oppure auto-gestiti. Il livello di investimento delle amministrazioni nelle politiche

giovanili spesso decide infatti dello sviluppo dei centri.

Si tratta dunque di adottare linee politiche orientate a valorizzare i luoghi che si ritengono più

necessari per rispondere ai bisogni giovanili emergenti; laddove infatti c’è una linea politica

incisiva, si riscontrano risposte positive sul territorio: si sviluppano centri e punti giovanili vivi,

che diventano punti di riferimento importanti per il territorio

Le linee guida per la costruzione della mappa delle relazioni

Dalla ricerca emerge che l’informazione tra i centri, sia quelli che svolgono attività simili sia

quelli che sono molto diversi tra loro, è carente e la prospettiva di agire in un’ottica di rete si

rivela debole: tra le amministrazioni ci sono luoghi istituzionali che dovrebbero essere adibiti a

questo, ma occorre verificare se si tratta di luoghi formali in cui l’attenzione viene posta su

punti di discussione opportuni.

Fra i centri stessi c’è poca comunicazione: durante la ricerca si sono rilevati spazi che non si sa

a chi affidarli, altri luoghi che sono destinati esclusivamente a un determinato gruppo di

persone, mentre vi sono gruppi che non sanno dove andare.

La questione forse non sta tanto nel non riuscire a mettere a disposizione degli spazi comunali

a chi li richiede, ma piuttosto che le persone sappiano che esistono più spazi e più realtà da

poter contattare e con cui poter lavorare anche insieme. Si sente infatti la necessità di avere

dei punti di riferimento per svolgere le proprie attività creative.

Per pianificare una mappa delle relazioni, occorre dunque far crescere il bisogno di agire in

un’ottica diversa, così come altre realtà territoriali hanno fatto. Una città che ha lavorato molto

e bene sulle tematiche giovanili è Torino, che ha usato il connubio creatività e aggregazione

per stimolare un intenso lavoro di rete tra i luoghi giovanili: tutti i centri vengono promossi

sotto una unica dicitura “centri del protagonismo giovanile”, e ogni centro promuove tutti gli

altri.

Nel territorio provinciale ravennate le modalità di costruzione della rete sembrerebbero ancora

ad un punto fermo, ma ciò è dovuto probabilmente al fatto che non sono esplicitati ancora i

vantaggi che questa modalità di lavoro può portare ai centri giovanili.

Le relazioni vanno dapprima costruite con il coinvolgimento attivo dei referenti dei centri

giovani, perché deve essere chiara la dichiarazione di intenti e di volontà di agire in questo

senso: fra i centri possono attuarsi delle collaborazioni e delle progettazioni condivise, con

Page 60: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

60

l’unione delle risorse. Fare le cose insieme significa tante cose: sostenere e condividere

economicamente un progetto; fare degli scambi fra i centri; fare delle iniziative in un centro

che non è il proprio, ecc. Tutto si riconduce alla questione delle buone prassi: non è detto che

tutti facciano le stesse cose, poiché ognuno ha lo spazio per riadattarle e rielaborarle, con il

vantaggio che le idee si moltiplicano mettendo insieme le varie realtà.

L’idea dell’amministrazione provinciale è di raccogliere le esigenze dei centri giovanili che

abbiano un respiro provinciale. Lavorare nella direzione della rete può essere una proposta da

sottoporle, se ovviamente si evidenzia fortemente la volontà e il sostegno proveniente dal

basso: ciò che si richiede infatti ai protagonisti delle politiche giovanili è l’acquisizione o lo

sviluppo di un forte orientamento culturale al lavoro di rete.

Tra le ipotesi riportate per cominciare a ragionare in quest’ottica, si ricorda l’opportunità di

accedere ai bandi di finanziamento per le azioni di buone prassi nelle politiche giovanili. A tal

fine una proposta potrebbe consistere nel raccogliere le buone pratiche messe in atto da ogni

centro giovanile: ci si conosce, si crea un sistema per cui l’informazione giri più facilmente, e si

manifesta la voglia di mettersi insieme a progettare e realizzare insieme delle iniziative

comuni, che siano durevoli nel tempo.

Il lavoro di rete é un po’ questo, ma se manca la cultura allora occorre trovare il modo di farla

crescere. Sono percorsi lunghi che coinvolgono più livelli, ma è l’ottica in cui ci si muove in tutti

i settori e piani, e non solo per i giovani. Il lavoro di rete deve essere visto come una

opportunità che consente a realtà diverse ma simili di cogliere possibilità di sviluppo concrete.

I primi segnali di motivazione verso questa ottica sono già presenti nel gruppo coinvolto nei

focus group: si ragiona infatti sulle possibilità di organizzare incontri di formazione–

informazione itineranti per gli operatori con l’intervento di soggetti che in altre parti di Italia

hanno messo in atto dei progetti di rete in campo giovanile. Da qui, la conoscenza reciproca e

l’avvicinamento tra i vari soggetti che operano nelle politiche giovanili (da realizzare anche

tramite chat line e forum telematici) per poi arrivare a costituire dei gruppi operativi settoriali

che danno vita ad azioni, iniziative e progetti di più ampio respiro, che coinvolgano l’intero

territoriale provinciale.

Nella composizione dei gruppi operativi entra in gioco la modalità di costituzione, che non può

fondarsi sulla scelta a tavolino che cade dall’alto, ma devono essere le stesse persone,

motivate e competenti, a scegliere di entrare a far parte di un gruppo di lavoro che lavori su

precisi obiettivi; un gruppo di lavoro con referenti giovani, anche assidui frequentatori dei

centri, che operino attivamente può solo far crescere. Occorre in tal caso fare un duro lavoro di

rilevazione delle motivazioni a monte.

Bypassare tale passaggio fondamentale avrebbe l’effetto, già tristemente conosciuto, di creare

dei gruppi di lavoro, che gruppi nel vero senso del termine non sono, e che non funzionano per

diversi motivi: non sono partecipati, sono vissuti male, intervengono persone nominate

dall’alto privi di esperienza nelle tematiche di discussione, vengono coinvolti funzionari che non

hanno né tempo né motivazione verso le tematiche e gli obiettivi da perseguire nel gruppo.

Page 61: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

61

5. Riflessioni per ripensare gli spazi dedicati alla creatività giovanile:

dalle mappe degli spazi alla rete degli spazi

Il lavoro di ricerca realizzato ha messo in evidenza come il territorio della provincia di Ravenna

sia un territorio in cui la creatività e l’aggregazione giovanile abbiano in molti casi “trovato

casa” o, meglio, un luogo, uno spazio. Le realtà individuate sono molto diverse fra loro, hanno

percorsi e storie a volte talmente differenti che ci hanno fatto sorgere il dubbio se avesse

senso che fossero presentate nello stesso contesto. La risposta, è evidente dal dèpliant

realizzato, è stata positiva, in quanto abbiamo ritenuto che l’informazione dovesse riguardare

tutte le tipologie di spazio e non solo alcune in particolare. Inevitabilmente questa diversità

diventa evidente nelle caratteristiche dei giovani che frequentano un determinato spazio, nei

bisogni che esprimono e nelle richieste che, in maniera più o meno esplicita, manifestano. Ma

non solo, anche le risposte o le soluzioni ai problemi che emergono sono diverse. Questo rende

particolarmente difficile suggerire linee di lavoro o proposte che possano funzionare per tutte

le realtà, a meno che non si cambi prospettiva. Pensare al singolo spazio, ad un luogo specifico

con una situazione particolare e ben identificata è importante ma non più sufficiente. Il lavoro

sul campo ha fatto chiaramente emergere come sia sempre più necessario ripensare gli spazi

dell’aggregazione e della creatività giovanile in un’ottica di rete, in cui da un parte vengono

valorizzate le identità e le peculiarità delle diverse realtà, dall’altra si costruisce in maniera

condivisa un percorso verso obiettivi comuni.

L’idea di una rete degli spazi dedicati alla creatività è emersa in diversi momenti del lavoro di

ricerca. In alcuni casi è stato evidente come questa prospettiva sia completamente assente, e

ne sono un esempio il fallimento dei focus group tematici, ma anche la scarsa conoscenza delle

realtà esistenti e il fatto che lo svolgere questo lavoro ha reso il gruppo di ricerca un punto di

riferimento per alcuni degli spazi che hanno avanzato a noi delle richieste precise.

In alcune realtà è invece timidamente emersa una certa sensibilità all’idea del lavoro di rete,

come ad esempio nei focus group con i referenti istituzionali.

Sembra che ancora non sia percepito il bisogno di adottare una modalità di lavoro di rete e

sono ancora molto evidenti le difficoltà iniziali legate alla condivisione della necessità di

costruire una cultura di rete degli spazi. Attualmente sembra che nelle situazioni incontrate

non sia ancora chiaro il bisogno né la motivazione ad un tipo di lavoro che prevede la

condivisione di competenze, strumentazioni, azioni ed attività.

Tuttavia il lavoro di rete non può essere imposto o “calato” dall’alto, il lavoro di rete fra gli

spazi dedicati alla creatività giovanile e fra le diverse organizzazioni coinvolte deve essere

prima di tutto una scelta2. Decidere di costruire dei legami in un contesto caratterizzato dalla

diversità è una scelta, ed è una scelta strategica perché crea nuove opportunità, strumenti ed

occasioni per conoscere e farsi conoscere, pubblicizzare le iniziative presenti su tutto il

2 Osservatorio del mondo giovanile città di Torino (a cura di), 2004, La condizione giovanile a Torino. Rapporto 2002-2003, Torino.

Page 62: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

62

territorio, raccogliere le esigenze formative e lo sviluppo di percorsi ad esse collegate, mettere

in comune le risorse.

La prospettiva di una rete degli spazi dedicati alla creatività giovanile non implica “mettere

tutto in comune” o “condividere tutto”, ma valorizzare, consolidare e potenziare l’identità di

ogni singola realtà e le proprie peculiarità attraverso lo sviluppo del legame con il territorio di

riferimento e l’adozione di “una strutturazione flessibile dei confini esterni”3.

È inevitabile che il passaggio dalle mappe degli spazi alla rete degli spazi sia un percorso

graduale, costruito nel tempo in cui sono però fondamentali alcuni elementi quali la diffusione

delle informazioni e delle conoscenze, la messa a disposizione e lo scambio delle competenze,

l’elaborazione di un metodo di lavoro comune, la costruzione di progetti comuni e la

condivisione di criteri e regole circa il funzionamento della rete.

La costruzione di una rete di relazioni non può prescindere dal coinvolgimento di diversi

soggetti presenti sul territorio: non solo i servizi per i giovani ma anche le associazioni, le

agenzie formative e il mondo delle imprese. Inoltre poiché il tema del confronto e del lavoro

verte sui giovani, i loro spazi e le loro pratiche creative, è necessario prevedere un loro ruolo e

riflettere assieme su quale questo possa essere.

Diventa necessario quindi impegnarsi a costruire azioni concrete che indichino e sperimentino

la strada da seguire per arrivare alla costruzione di una rete degli spazi. Di seguito si riportano

alcuni suggerimenti messi in evidenza dal lavoro di ricerca.

Il legame con il territorio

Il tema del legame fra i giovani che frequentano gli spazi dedicati alla creatività giovanile con il

territorio e i suoi abitanti è più volte emerso durante il lavoro di ricerca. Spesso di questi luoghi

e delle attività che vi si svolgono esiste una percezione confusa, se non addirittura errata, per

cui vengono identificati come veri e propri luoghi di devianza e marginalità. D’altra parte, solo

un profondo radicamento territoriale può consentire a questi spazi di sviluppare al meglio le

loro opportunità e diventare luoghi riconosciuti come propri dai ragazzi che vivono un

quartiere, o un paese, e come luoghi competitivi con altri di frequenza giovanile. È

fondamentale che i ragazzi assumano il proprio territorio come punto di riferimento essenziale

per la propria crescita e formazione e acquisiscano la capacità di abitare il proprio territorio con

protagonismo e fiducia. Ciò richiede che quanti sul territorio hanno responsabilità educative o

lavorano a contatto con i ragazzi si attrezzino per “leggere” il bisogno di ascolto, di

accompagnamento e di protagonismo che proviene dai giovani.

È importante utilizzare le attività che vengono realizzate come strumento per promuovere

l’interazione tra creatività giovanile e territorio e impiegare la produzione culturale per la

qualificazione del tessuto urbano.

3 Ibidem

Page 63: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

63

La distribuzione delle risorse

Nel corso del lavoro, nei momenti di osservazione degli spazi e nelle interviste con i testimoni

significativi, è emerso che molti Comuni, soprattutto i più grandi, (Ravenna, Lugo, Faenza)

privilegiano realtà già consolidate, piuttosto strutturate e ben avviate, rispetto a realtà di

dimensioni più piccole o di più recente costituzione. Valorizzare le realtà nascenti è, secondo i

testimoni intervistati, uno strumento di grande forza propulsiva e generatrice nell’ambito della

creatività. In primo luogo, è dai nuovi gruppi che provengono idee nuove, avanguardie e

innovazione espressiva. In secondo luogo, nei piccoli gruppi o nelle realtà di dimensioni

limitate, la partecipazione è altissima e promuovere le loro attività significa fornire una palestra

di sperimentazione di cittadinanza e partecipazione anche politica. I nuovi gruppi in genere

nascono con molto entusiasmo e altissima motivazione ed hanno una grande capacità di

coinvolgere altre persone nelle attività che svolgono.

Riconoscere un linguaggio giovanile nuovo contribuisce anche a ridurre quella distanza

comunicativa tra istituzioni e ragazzi che è stata messa in evidenza nei focus group.

Valorizzare realtà esistenti

La valorizzazione delle realtà esistenti sul territorio è sicuramente un aspetto da non trascurare

nell’ottica della costruzione di una rete degli spazi. A fronte di alcune realtà che

territorialmente sono ampiamente sviluppate e riconosciute come quelle del teatro a Ravenna,

sono presenti esperienze di eccellenza, ad esempio nell’ambito della break dance, dei giochi di

ruolo, dello skate, della danza, rinomate ed apprezzate a livello nazionale ed internazionale che

spesso non sono altrettanto conosciute sul territorio, se non all’interno di un contesto specifico.

Rendere visibile questo capitale costruito negli anni rappresenta una risorsa importante di

promozione e di coinvolgimento del mondo giovanile.

La partecipazione e il protagonismo

Il ruolo dei ragazzi e delle ragazze che frequentano gli spazi dedicati alla creatività giovanile

non può essere marginale, sono loro che animano i centri, che organizzano le attività e che le

vivono in prima persona.

La loro partecipazione si esplica anzitutto come modalità decisionale attraverso l’attribuzione di

ruoli di potere decisionali ai giovani stessi. Il percorso di apprendimento di queste pratiche non

è lineare: l’assunzione di responsabilità decisionali rilevanti provoca nei soggetti coinvolti

momenti di forti tensioni o incertezze, comunque ricompensate dall’acquisizione di una chance

di crescita della propria autonomia personale. I momenti e le occasioni di gestire un potere che

viene loro delegato sono strumenti fondamentali per promuovere la loro auto-determinazione e

la loro responsabilità civica reale ed effettiva. Ma non solo, la possibilità reale di partecipare ai

processi decisionali e gestionali dello spazio o, in alcuni casi, limitatamente ad un progetto,

costituisce una buona palestra, in quanto consente di sperimentarsi e di imparare all’interno di

percorsi non irreversibili, con una sorta di rete di protezione e la partecipazione diventa un

Page 64: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

64

percorso formativo e orientativo che, partendo da attività ludiche e aggregative, sfocia

progressivamente in una scelta di impegno.

Non è un caso che i giovani che hanno conosciuto queste esperienze hanno saputo tradurle e

applicarle anche al di fuori dei contesti creativi e aggregativi, nei loro percorsi professionali e

nella vita civile e sociale.

Per evitare che la partecipazione si trasformi in una sorta di gioco manipolativo, che colloca i

giovani in posizione di responsabilità, nei quali sono però privi di effettivo diritti decisionali, è

indispensabile che fin dalla fase progettuale si tenga conto di una re-distribuzione dei poteri,

nelle possibilità decisionali rispetto alla gestione finanziaria, nel diritto di veto rispetto alle

decisioni degli adulti, nella promozione di progetti, ecc. Questo diventa possibile solo

incentivando il senso di appartenenza e fornendo la possibilità di identificarsi con la mission del

progetto.

Investire nella tecnologia

Una tendenza riscontrata durante il lavoro di ricerca è che mentre alcune pratiche creative

hanno bisogno di attrezzature minime per il loro svolgimento, altre necessitano di

strumentazioni particolari, tecnologie specifiche, e costose, e competenze adeguate. Gli spazi

pubblici per far fronte a queste richieste spesso si avvalgono di soggetti esterni, di operatori

che possono fornire sia la strumentazione sia le competenze necessarie.

Se da una parte questa modalità consente un risparmio delle già limitate risorse, dall’altra i

ragazzi sottolineano come “si impoveriscano” gli spazi e non si fornisca l’opportunità di

sviluppare interessi e capacità.

La promozione, ad esempio, delle pratiche creative legate all’immagine e all’audiovisivo,

prevede anche che i ragazzi possano sperimentarsi nell’uso di una telecamera o nel montaggio

di un video. Questo approccio, che darebbe l’opportunità ai giovani di appropriarsi veramente

di queste “arti”, estremamente attuali e spendibili in molti modi, richiede tuttavia un

investimento economico notevole, anche perché nel momento in cui si parla di tecnologia non

si può dimenticare che questa è in continua e rapida evoluzione e necessita quindi di continui

aggiornamenti delle strumentazioni.

È chiaro che non è pensabile che ogni territorio si impegni in uno sforzo economico di questo

tipo e che tutti i territori abbiano una strumentazione completa per ogni tipologia di attività. Si

potrebbe però riflettere sulla opportunità di facilitare la nascita di alcuni spazi specializzati,

nell’ottica, già citata, del distretto culturale.

La prospettiva della rete degli spazi dedicati alla creatività giovanile si pone allora quasi come

una pre-condizione che comporta l’abbandono di una visione frammentaria, a volte frutto del

caso e della improvvisazione, delle politiche giovanili del tempo libero, a favore di una visione

più generale e di un coordinamento fra le progettualità locali e fra queste e il livello di

“impulso” e di “governo” della Provincia.

Page 65: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

65

Sapere leggere i cambiamenti

Poiché il mondo giovanile è, per sua natura, in continua trasformazione e poiché anche i singoli

territori, per quanto visti proprio dai giovani come immobili e statici, siano invece attualmente

soggetti a rapidi cambiamenti, è necessario avere gli strumenti per coglierli in maniera

“immediata”. Non si tratta solo di impostare un sistema di monitoraggio e rilevazione

permanente, che pure è necessario, per raccogliere informazioni, ma anche di costruire un

sistema di “campanelli di allarme”, tenendo conto sia delle specificità territoriali ma anche della

cornice più vasta in cui si inseriscono.

Gli strumenti costruiti per la presente rilevazione possono costituire un punto di partenza in

questo senso così come i dati raccolti potranno essere impiegati per l’aggiornamento delle

banche dati esistenti.

La continuità

Il lavoro realizzato, grazie alla metodologia adottata, ha attivato delle relazioni ed ha rilevato

come alcune realtà siano non solo particolarmente sensibili e attente ai temi oggetto di

indagine ma anche disponibili ad un maggiore coinvolgimento e ad una maggiore

partecipazione se il lavoro fatto fino ad ora non rimane fine a se stesso. La continuità diventa

un elemento fondamentale per due motivi: in primo luogo, perché i tempi necessari alla

costruzione di relazioni, che costituiscono la modalità con cui si collegano i nodi della rete, non

sono brevi basandosi sulla conoscenza e sulla fiducia reciproca. In secondo luogo, perché i

tempi necessari ad attivare cambiamenti culturali sono lunghi, a maggior ragione in questo

caso in cui i cambiamenti sono attesi su due livelli diversi: il primo livello riguarda soprattutto

la cultura delle istituzioni, mentre il secondo riguarda il rapporto con le opportunità del

territorio dei ragazzi e delle ragazze che lo abitano.

La diffusione delle informazioni

Inevitabilmente, la prospettiva di costruire una rete degli spazi non può prescindere da una

reale e continua diffusione delle informazioni. Svolgendo il lavoro di ricerca siamo venute a

conoscenza di risorse sul territorio che sono solo parzialmente utilizzate e di realtà che sono

alla ricerca di spazi adeguati e di strumentazioni; la realizzazione del depliant informativo è

un’azione fondamentale nel momento in cui costituisce non un punto di arrivo ma di partenza.

Page 66: LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE...1. Il progetto: le premesse e la metodologia p. 7 2. Le mappe degli spazi p. 10 2.1 Lo studio grafico 2.2 Le strutture e gli spazi 2.3 Le tipologie

66

6. Bibliografia

Caccialanza M., Di Massa M., Torti M. T. (a cura di), 1994, L’officina dei sogni, Costa & Nolan,

Genova.

Cooperativa RicercAzione, 2003, Parchi urbani. Urban Sound. Metodologie di approccio ai

gruppi di giovani nei parchi urbani di Faenza, report finale di ricerca.

Corrao S., 2000-2002, Il Focus Goup, Laboratorio Sociologico, FrancoAngeli, Milano.

Francescano D., Girelli G., 1994, Fondamenti di psicologia di Comunità, NIS, Roma.

Minardi E., Cifiello S. (a cura di), 2005, Ricercazione. Teoria e metodo del lavoro sociologico,

FrancoAngeli, Milano.

Osservatorio del mondo giovanile città di Torino (a cura di), 2004, La condizione giovanile a

Torino. Rapporto 2002-2003, Torino.

Dvd

Skateboarding video III volume, L’enciclopedia a rotelle

Skate Harder, 10-11-12 giugno 2005 Marina di Ravenna – Mezzano, Slam Trick