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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 1 LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA Analisi prestazionale della 10000 m a punti e della 20000 m ad eliminazione Autore: Alessio Bianchini ABSTRACT Questo studio si propone di analizzare l’andamento delle gare di fondo svolte su circuiti stradali chiusi, con riferimento al Campionato Italiano corsa su strada tenutosi a Latina nel 2007. In particolare saranno analizzate le gare 10.000 m a punti e 20.000 m ad eliminazione in termini di velocità di percorrenza. Sarà inoltre illustrato il risultato della Match Analysis della 20.000 m ad eliminazione juniores maschile finalizzata alla definizione della strategia di gara adottata dai primi tre atleti classificati. Il project work è costituito da 3 parti. Nella parte introduttiva verrà presentato lo sport e gli aspetti che influiscono sulla prestazione. Nella parte centrale sarà illustrato il metodo d’indagine e l’analisi dei dati raccolti per lo studio, mentre nella parte finale verranno discussi i risultati e tratte le conclusioni.

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA Analisi prestazionale della 10000 m a punti e della 20000 m ad eliminazione Autore: Alessio Bianchini ABSTRACT Questo studio si propone di analizzare l’andamento delle gare di fondo svolte su circuiti stradali chiusi, con riferimento al Campionato Italiano corsa su strada tenutosi a Latina nel 2007. In particolare saranno analizzate le gare 10.000 m a punti e 20.000 m ad eliminazione in termini di velocità di percorrenza. Sarà inoltre illustrato il risultato della Match Analysis della 20.000 m ad eliminazione juniores maschile finalizzata alla definizione della strategia di gara adottata dai primi tre atleti classificati. Il project work è costituito da 3 parti. Nella parte introduttiva verrà presentato lo sport e gli aspetti che influiscono sulla prestazione. Nella parte centrale sarà illustrato il metodo d’indagine e l’analisi dei dati raccolti per lo studio, mentre nella parte finale verranno discussi i risultati e tratte le conclusioni.

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INDICE

CAPITOLO 1 INTRODUZIONE 3

CAPITOLO 2 PATTINAGGIO CORSA: ASPETTI GENERALI 4

2.1 LA TECNICA 4 1.2.1 SPINTA IN RETTILINEO 5 1.2.2 CARRELLAMENTO 7 1.2.3 PASSO INCROCIATO 7 1.2.4 SPACCATA 8 1.2.5 ASPETTI FISIOLOGICI CONNESSI ALL’ESECUZIONE DEL GESTO TECNICO 9 2.2 I CIRCUITI 11 2.2.1 PISTA PIANA 11 2.2.2 PISTA SOPRELEVATA 11 2.2.3 CIRCUITO STRADALE 11 2.3 I MATERIALI 12 2.3.1 RUOTE 12 2.2.2 TELAIO 13 2.2.3 SCARPA 13 2.4 GARA A PUNTI: REGOLAMENTO TECNICO F.I.H.P. 2 007 14 2.5 GARA AD ELIMINAZIONE: REGOLAMENTO TECNICO F. I.H.P. 2007 14

CAPITOLO 3 MATERIALE E METODO DI INDAGINE 15

CAPITOLO 4 CIRCUITO DI GARA 16

CAPITOLO 5 ANALISI DEI DATI 17

CAPITOLO 6 DISCUSSIONE DEI RISULTATI 24

6.1 GARA 10.000 M A PUNTI 24 6.2 GARA 20.000 M AD ELIMINAZIONE 25 6.3 CONFRONTO DEI DATI OTTENUTI CON QUELLI DISPONIBILI IN 26 LETTERATURA

CAPITOLO 7 CONCLUSIONI 28

CAPITOLO 8 RINGRAZIAMENTI 30

CAPITOLO 9 BIBLIOGRAFIA 31

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1. INTRODUZIONE Il pattinaggio corsa è uno sport complesso che richiede, oltre l’esecuzione ottimale del gesto tecnico, anche una notevole preparazione fisica e capacità tattica. La tattica riveste un ruolo determinante in tutte le gare, ad esclusione di quelle a cronometro sulle distanze di 200 m (strada) e 300 m (pista) in cui l’atleta deve saper fondere al meglio potenza e precisione nell’esecuzione del gesto tecnico. La tecnica è sicuramente l’aspetto più complesso di questo sport per motivi legati principalmente alla variabilità dei circuiti e delle condizioni di aderenza garantite dal fondo. Il pattinatore che vuole competere ad alto livello deve essere in grado di adattare velocemente la tecnica alla tipologia di percorso e all’aderenza garantita dal fondo ed inoltre, nelle gare in cui si corre in gruppo, deve essere in grado di sfruttare le situazioni a proprio vantaggio. Tutti questi aspetti di carattere tecnico/tattico collocano il pattinaggio corsa tra gli sport open skill in cui le abilità dell’atleta vengono messe in atto in un ambiente mutevole e dove è necessario adattare i movimenti in risposta alle proprietà “dinamiche” dell’ambiente. Nel pattinaggio corsa la gara di fondo più lunga è la maratona che, in dipendenza delle condizioni climatiche e del livello di preparazione dell’atleta può durare dai 60’ agli 80’ circa. Utilizzando la classificazione di Schnabel che individua 4 tipi di resistenza di lunga durata:

• I tipo: > 10’ ÷ 35’ • II tipo: > 35’ ÷ 90’ • III tipo: > 90’ ÷ 360’ • IV tipo: > 360’

è possibile collocare le gare 10.000 m a punti e 20.000 m ad eliminazione (disputate in circuito chiuso) tra le discipline di resistenza di lunga durata di I tipo mentre la maratona (disputata in circuito aperto) tra quelle di II tipo. Ponendo l’attenzione sulle competizioni di fondo che vengono disputate in circuito chiuso, occorre fare una netta distinzione tra gare ad eliminazione e gare a punti che richiedono per emergere differenti capacità. Le gare ad eliminazione generalmente vengono corse ad andatura media non elevata ed è raro che nella fase iniziale e centrale della competizione vengano prodotte importanti variazioni di andatura. Nella fase finale invece, ed in particolare all’ultimo giro, si raggiungono velocità molto elevate, confrontabili con quelle raggiunte nei giri lanciati delle gare su brevi distanze. Le gare a punti sono le più impegnative dal punto di vista fisico e oltre a richiedere un’ottima potenza aerobica necessitano di un buon funzionamento del metabolismo anaerobico per sostenere tutte le variazioni di andatura richieste per l’acquisizione dei punti in volata. In questo lavoro verrà proposta un’analisi delle gare di fondo su strada (10.000 m a punti; 20.000 m eliminazione) sulla base dei dati raccolti in occasione dei campionati italiani tenutisi a Latina nel mese di giugno 2007, al fine di contribuire a costruire un aggiornato modello di prestazione. E’ evidente che dalla analisi delle sole velocità non è possibile quantificare il reale impegno dell’atleta ma è però possibile trarre delle utili indicazioni sul target richiesto dalla competizione.

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2. PATTINAGGIO CORSA: ASPETTI GENERALI Le variabili che condizionano la prestazione sono molteplici e possono essere suddivise come segue:

- Tecnica - Preparazione fisica - Capacità psichiche - Capacità tattica - Tipologia campo di gara pista piana, pista soprelevata, circuito stradale - Tipologia fondo legno, cemento al quarzo, piastrelle di cemento,

conglomerato bituminoso, resine sintetiche. - Mezzo meccanico ruote, cuscinetti, telaio, scarpa.

2.1 La tecnica: Per tecnica sportiva si intende una procedura che permette di risolvere un determinato problema di movimento nel modo più razionale ed economico possibile. Quindi la tecnica di una disciplina sportiva corrisponde a quello che potremmo chiamare tipo ideale di movimento che, però, mantenendo gli indici caratteristici del movimento stesso può essere soggetto a cambiamenti, adattati alle particolarità individuali di chi lo esegue (stile personale) [Weinech, 2001]. A differenza degli schemi motori di base, nel pattinaggio in linea i fondamentali tecnici si esplicano su tre piani (sagittale, frontale e trasverso).

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2.1.1 Spinta in rettilineo La spinta è un movimento finalizzato alla trasformazione della forza muscolare degli arti inferiori in avanzamento. Gli arti superiori svolgono un ruolo di bilanciamento, utile alle alte velocità e nelle fasi di accelerazione. Dall’avvento del pattino in linea la tecnica di spinta in rettilineo ha subito una forte evoluzione connessa al progresso tecnologico del mezzo meccanico. Nel corso degli anni sono state individuate tre tecniche di spinta in rettilineo:

- Tecnica A: prove veloci - Tecnica B: prove di fondo - Tecnica C: prove di fondo

Le tre tecniche si differenziano per l’entità dello spostamento relativo sul piano frontale tra il baricentro del pattinatore e il pattino di appoggio. Gli elementi che caratterizzano la spinta sono:

- Ampiezza - Larghezza - Profondità

Pro

fondità

Larghezza

Ampiezza

Larghezza

Profondità

Ampiezza

L’arto di spinta deve produrre una forza scomponibile in due direzioni (dir. avanzamento, dir. perpendicolare all’avanzamento). Questa seconda componente produce la traslocazione del baricentro. La spinta su filo interno si conclude con l’atterraggio dell’altro arto che deve avvenire con il pattino allineato con la direzione di avanzamento. La corretta esecuzione del gesto prevede, in questa fase, che sull’arto di appoggio venga realizzato l’allineamento di 4 punti sul piano frontale (punta del piede, ginocchio, spina iliaca e testa dell’omero) e 3 punti sul sagittale (punta del piede, ginocchio, testa dell’omero).

Allineamento sul piano sagittale

Allineamento sul piano frontale Triangolo di spinta

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Tecnica A Tecnica B Tecnica C

Nella tecnica A l’atterraggio avviene dopo la completa estensione dell’arto di spinta. Lo scorrimento è rettilineo e la distanza (∆), tra la proiezione del baricentro sul piano orizzontale e il pattino in appoggio rimane costante e pari a zero durante tutta la fase. Nella tecnica B, dal momento dell’atterraggio il pattino percorre uno spazio maggiore di quello percorso nella tecnica A. L’appoggio è caratterizzato da una minima intrarotazione che consente l’adduzione dell’arto. La traiettoria del pattino è curvilinea e mai coincidente con quella del baricentro. La distanza ∆ risulta variabile durante tutta la fase di scorrimento ed è richiesto un tempo di completamento maggiore rispetto alla tecnica A. Terminato lo scorrimento il carrello del pattino deve essere aperto per iniziare la nuova fase di spinta. Nella tecnica A lo scorrimento e l’apertura sono caratterizzati da due segmenti rettilinei. Nella tecnica B il pattino compie una traiettoria con curvatura diversa da zero dal momento dell’appoggio fino allo stacco.

Nella tecnica C l’atterraggio avviene prima della completa estensione dell’arto di spinta, con il pattino nella direzione di avanzamento. Dal momento dell’atterraggio inizia una fase dinamica di trasferimento del carico caratterizzata dal completamento dell’estensione dell’arto di spinta e dall’estensione in adduzione dell’arto di appoggio. Questo secondo movimento viene completato dopo lo stacco dell’arto di spinta e comporta uno spostamento relativo ulteriore tra il centro di massa e il pattino d’appoggio in direzione perpendicolare all’avanzamento.

Tecnica A Tecnica B

Tecnica C Tecnica C Tecnica C

1

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Treadmill Treadmill Treadmill

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2.1.2 Carrellamento Il carrellamento è una fase non propulsiva finalizzata alla decelerazione in curva. Si ricorre a questo fondamentale quando si ha la necessità di contrastare la forza centrifuga derivante dalla percorrenza di una curva ad una velocità troppo elevata oppure per impostare una traiettoria o per realizzare un sorpasso. Il gesto tecnico è scandito da due fasi: 1) Ricerca di un carico equamente distribuito sui due pattini In questa fase l’atleta assume una posizione statica decelerante nella quale si riscontra una

forte contrazione isometrica dei quadricipiti. 2) Trasferimento di peso sulla gamba interna alla curva provocato dalla spinta di quella esterna Si tratta di una fase dinamica caratterizzata da un aumento dell’inclinazione dell’asse

corporeo. Il peso viene trasferito progressivamente sull’arto interno. 2.1.3 Passo incrociato Il passo incrociato è una fase propulsiva finalizzata all’incremento o al mantenimento della velocità in curva. Per eseguire questo fondamentale gli arti devono sviluppare alternativamente una forza superiore alla forza centrifuga prodotta dalla massa dell’atleta durante la percorrenza della curva. Qualora la velocità risultasse troppo elevata si rende necessaria l’esecuzione del carrellamento. E’ necessario ricercare la completa estensione dell’arto di spinta con tutte le ruote a contatto con il suolo. Durante le spinte alternate di destro e di sinistro si deve ricercare il contatto di un solo arto. Per ottenere una maggiore inclinazione dell’asse corporeo e per incrementare la velocità di percorrenza in curva è necessaria la completa estensione dell’arto interno alla curva.

Gli arti superiori si muovono entrambi e accompagnano la fase propulsiva degli arti inferiori.

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2.1.4 Spaccata Questo gesto tecnico non è classificato tra i fondamentali del pattinaggio in linea ma è facilmente riscontrabile in quasi tutte le gare, in fase di arrivo oppure al raggiungimento di un traguardo intermedio. Il fine è quello di portare più avanti possibile la prima ruota del pattino che è la parte dell’atleta che viene considerata sulla linea d’arrivo.

E’ un gesto molto impegnativo che richiede una notevole capacità di allungamento dei distretti muscolari interessati, in una fase in cui tutta la muscolatura degli arti inferiori è soggetta ad un notevole stress. L’esecuzione ottimale richiederebbe il contatto a terra di tutte le ruote del pattino avanzato.

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Aspetti fisiologici connessi all’esecuzione del gesto tecnico In questo paragrafo non si vuole fare una trattazione sulla fisiologia del pattinatore, argomento di competenza medica, ma solo una serie di considerazioni tecniche suffragate da studi scientifici. L’esito di una competizione di pattinaggio corsa è fortemente condizionato dall’efficienza dei sistemi di produzione energetica (aerobico e anaerobico) e la tecnica può influenzare questi due aspetti . A tal proposito sono stati effettuati studi (Rundell, 1996) che hanno confermato l’importanza della posizione assunta dal pattinatore sul consumo energetico. I risultati di questa sperimentazione eseguita in laboratorio al Treadmill evidenziano che, con la posizione definita dagli statunitensi Low Sitting (LS), si ha una riduzione di circa il 10% del massimo consumo di ossigeno (VO2 max), una maggior produzione di acido lattico (circa doppia) ai carichi sottomassimali, un minor tempo di esaurimento muscolare e a parità di consumo di ossigeno una maggiore frequenza cardiaca, imputabile alla componente statica muscolare necessaria al mantenimento della posizione. E’ stato dimostrato che durante la contrazione muscolare isometrica si verifica un aumento delle resistenze vascolari periferiche, una riduzione del ritorno venoso e conseguentemente della portata cardiaca. Tutto questo porterebbe ad una riduzione del flusso ematico agli arti inferiori, una riduzione della distribuzione e utilizzazione dell’ossigeno con un conseguente maggior reclutamento delle fibre muscolari glicolitiche [4].

Risulta evidente, quindi, quanto sia importante in una gara di fondo l’ottimizzazione della spesa energetica che non può prescindere dalla componente tecnico-tattica. Quando si parla di tattica nel pattinaggio ci si riferisce essenzialmente alla capacità dell’atleta di saper correre in gruppo. Questo si traduce nella capacità di saper conquistare le posizioni ottimali e

Posizione LS (Low Sitting) Posizione US (Upright Sitting)

97°

120°

55°- 60°

105°- 110°

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mantenerle con il minimo dispendio energetico e scegliere il momento opportuno per portare eventuali attacchi. In generale la previsione della tattica di gara è possibile quando si conoscono alla perfezione i valori messi in campo dagli avversari. Spesso non è possibile fare previsioni attendibili e quindi spetta all’atleta trovare in tempo reale soluzioni ottimali per il raggiungimento della massima prestazione . Le gare a punti sono le gare più dispendiose perché richiedono continue variazioni di andatura e velocità medie elevate, per il mantenimento delle quali risulta indispensabile per l’atleta riuscire a garantirsi ogni giro una adeguata fase di recupero caratterizzata da una posizione meno seduta (Upright Sitting). Tipicamente, nelle gare in pista, il recupero avviene subito dopo la linea d’arrivo, al termine della volata. Questa fase di decelerazione, in genere, è consentita solo agli atleti nelle primissime posizioni del gruppo perché chi si trova nelle retrovie, se non vuole perdere contatto con i primi è costretto in questa fase a sfruttare la decelerazione di questi ultimi per guadagnare posizioni più avanzate e magari tentare di rilanciare una eventuale volata. Superata la zona di recupero l’atleta che si trova in testa deve necessariamente adottare la posizione LS per ridurre al minimo la resistenza prodotta dall’aria, chi occupa una posizione centrale nel gruppo può, sfruttando la scia degli avversari e gli inevitabili piccoli contatti di chi segue avanzare in scorrimento e assumere una posizione meno seduta sollevando le spalle.

Studi effettuati sul campo con gare simulate hanno dimostrato che l’effetto scia produce una importante riduzione della frequenza cardiaca [5].

tipica zona di recupero

linea d’arrivo

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2.3 I circuiti: 2.3.1 Pista piana Le piste piane possono avere le seguenti dimensioni:

- 20 x 40 → sviluppo giro: 80 m - 25 x 50 → sviluppo giro: 80/100 m - 30 x 60 → sviluppo giro: 80/100 m

Il fondo può essere in parquet, cemento al quarzo elicotterato o in piastrelle di cemento. Negli Stati Uniti si corre prevalentemente su fondi in parquet appositamente trattati con particolari vernici che consentono una notevole aderenza. In Italia fino a febbraio 2007 le gare su pista piana si sono tenute su fondi che non avevano subito alcun trattamento preventivo per migliorarne l’aderenza. In occasione del trofeo nazionale Bruno Tiezzi 2007 per le categorie giovanissimi ed esordienti l’organizzazione ha effettuato un trattamento superficiale su un fondo in cemento al quarzo con una particolare vernice che ha migliorato l’aderenza e ridotto il numero di cadute. 2.3.2 Pista soprelevata Le piste soprelevate esistenti in Italia hanno uno sviluppo, misurato a 30 cm dalla corda, variabile da 150 a 220 m (Pista di Rieti) con raccordi circolari che possono essere a sezione parabolica o piana. Il fondo può essere in cemento al quarzo elicotterato oppure in piastrelle di cemento. Il regolamento internazionale fissa dei limiti sulle dimensioni delle piste che non possono avere uno sviluppo minore di 125 m e maggiore di 250 m. La larghezza minima deve essere di almeno 5 m. Dal 1° Gennaio 2003, le piste di nuova costruzione devono essere realizzate secondo lo standard approvato dal C.I.C. affinché possano essere utilizzate per manifestazioni internazionali. Queste piste devono avere uno sviluppo di 200 m e una larghezza di 6 m. Non ci sono prescrizioni riguardo il materiale costituente la superficie della pista. L’unica prescrizione è sulla regolarità della superficie e sulla garanzia di adesione. 2.3.3 Circuito stradale I circuiti stradali devono essere asimmetrici, possedere una larghezza minima di 6 m e sviluppo minimo di 250 m. Il fondo è in conglomerato bituminoso.

Impianto di Cali (Colombia)

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2.4 I materiali 2.4.1 Ruote Le ruote in poliuretano insieme al fondo rivestono un ruolo cruciale perché dalla combinazione ottimale dei due scaturisce l’aderenza, fattore determinante per l’esecuzione delle spinte. Le caratteristiche principali del poliuretano sono:

• Elevata resistenza ad usura. • Elevata resistenza meccanica. • Elevata resistenza ad agenti atmosferici. • Elevato effetto smorzante ed acustico. • Elevata resistenza al taglio.

Sono 4 gli aspetti importanti che caratterizzano la ruota:

1. Durezza 2. Resilienza 3. Diametro 4. Profilo

La “durezza” rappresenta la rigidezza della ruota. E’ un paramero che viene certificato dai produttori con una scala di gradazione definita “shore A”. La scala di durezza per le ruote dei pattini da corsa presenta un range variabile da 78 a 87 shore A, crescente al diminuire della deformabilità. Solo negli Stati Uniti, nelle gare indoor, grazie al trattamento superficiale della pista definito “Roll-On”, con cui viene migliorata l’aderenza, è possibile impiegare ruote con durezze variabili da 87 a 92 shore A. Le ruote “dure” sono più scorrevoli in quanto meno deformabili. L’aumento della temperatura produce una diminuzione della durezza del poliuretano. Questo aspetto fa intuire perché la temperatura della pista è importante ai fini dell’aderenza. La resilienza è la capacità di rimbalzo di un elastomero. Nel caso di elastomeri convenzionali essa è in diretta relazione alla durezza. Non è così con il poliuretano dove la resilienza può variare indipendentemente dalla durezza. In utilizzazioni dove prevale la necessità di resistere ai colpi viene normalmente utilizzata una resilienza del 10-40%, per casi dove esistono vibrazioni con frequenze molto elevate la resilienza richiesta è del 40-60%. La macro-rugosità dello strato di usura in conglomerato bituminoso, nelle competizioni su strada, è la causa di fastidiose vibrazioni che possono produrre affaticamento precoce a livello degli arti inferiori e della schiena. Per ridurre al minimo questi effetti è opportuno utilizzare ruote che abbiano un opportuno indice di resilienza. Spesso sui campi di gara si vedono atleti e allenatori che per effettuare una valutazione rapida della resilienza fanno cadere dalla stessa altezza ruote della stessa durezza; quella con l’altezza di rimbalzo maggiore è la più resiliente e quindi la più adatta ad assorbire le vibrazioni. Il complesso costituito dalla ruota e da 2 cuscinetti distanziati è vincolato al telaio attraverso un perno di alluminio. Ai fini del rotolamento, i cuscinetti rivestono un ruolo fondamentale.

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40

50

60

70

80

90

100

-20 0 20 40 60 80 100

temperatura (°C)

Dur

ezza

(S

hore

A)

55A

60A

65A

70A

75A

80A

85A

90A

95A

In Italia il regolamento tecnico 2007 obbliga gli atleti delle categorie Giovanissimi-Esordienti (8-11 anni) ad utilizzare il diametro 80 mm. La categoria Ragazzi (12-13 anni) massimo 90 mm, mentre dalla categoria Allievi (14-15 anni) è consentito il diametro 100 mm. Nelle maratone è consentito l’utilizzo di ruote con diametro di 110 mm. Il vincolo regolamentare sul diametro massimo delle ruote utilizzabile dalle diverse categorie è in continua evoluzione ed è strettamente connesso all’evoluzione tecnologica del mezzo meccanico. 2.4.2 Telaio Il telaio è il collegamento tra la scarpa e le rispettive 4 ruote, può essere realizzato in alluminio oppure in carbonio. In commercio ce ne sono di varia lunghezza funzione del diametro delle ruote. Anche per i telai esistono dei vincoli regolamentari per le categorie giovanili. 2.4.3 Scarpa La scarpa è costituita da una parte in carbonio, definita conchiglia, e un rivestimento. La conchiglia deve essere rigida per consentire all'atleta di trasmettere al suolo tutta la forza propulsiva che egli riesce a sviluppare. Gli elementi caratteristici del rivestimento sono: 1 - Tomaia (rivestimento esterno). 2 - Fodera (rivestimento interno). 3 - Imbottitura (costituita da uno strato in neoprene o EVA). Per avere una distribuzione uniforme del carico tra avampiede e retropiede è previsto un dislivello tra tacco e punta di circa 1,2 cm. I fori di attacco al telaio sono predisposti a distanze diverse in base alla tipologia che deve essere montata dall'atleta.

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2.5 Gara a punti: regolamento tecnico F.I.H.P. 2007 Si tratta di una gara in linea in cui è prevista l’assegnazione di punti ad ogni passaggio prestabilito. Al traguardo finale viene assegnato comunque un punteggio superiore. Vengono assegnati i punteggi:

- ad ogni giro, escluso il primo passaggio, se su percorso stradale; - a giri alterni, se su pista, e dopo almeno due passaggi sulla linea del traguardo.

L’attribuzione dei punteggi avviene nel modo seguente:

- ad ogni passaggio prestabilito: 2 punti al primo 1 punto al secondo

- all’arrivo:

3 punti al primo 2 punti al secondo 1 punto al terzo

La classifica finale viene redatta tenendo conto della somma dei punteggi acquisiti da ogni atleta. Viene dichiarato vincitore il concorrente che ha totalizzato il maggior punteggio. In caso di parità di punteggio tra due o più atleti è dichiarato vincitore l’atleta che ha acquisito il miglior piazzamento all’arrivo. Coloro i quali non totalizzano alcun punteggio vengono classificati dopo gli atleti con punteggio, seguendo l’ordine di arrivo della gara. Gli atleti ritirati, doppiati e/o estromessi dalla gara dalla Giuria, perdono i punteggi eventualmente acquisiti e, esclusi gli squalificati, vengono classificati nell’ordine inverso alla loro uscita dalla gara. La gara termina dopo che il primo atleta a pieni giri l’ha ultimata. Tutti gli atleti doppiati e rimasti in gara vengono fermati e classificati nell’ordine.

2.6 Gara ad eliminazione: regolamento tecnico F.I.H.P 2007 Si tratta di una gara in linea, a cui può prendere parte un numero massimo di 50 atleti, che prevede l’eliminazione diretta, a cadenza regolare di uno o più atleti al passaggio sulla linea del traguardo. Prima della partenza vengono rese note le modalità delle eliminazioni. Si considera pertanto da eliminare l’ultimo atleta che transita sulla linea del traguardo con la parte più avanzata del pattino anteriore, purché almeno una sua qualsiasi parte sia a contatto con il suolo. Se il numero di partecipanti è inferiore a 16, la gara viene effettuata a punti mantenendo inalterata la distanza. Le modalità di eliminazione si distinguono tra pista e strada:

- su pista: la prima eliminazione deve avvenire dopo un minimo di tre giri e l’ultima a due giri dall’arrivo; l’eliminazione può avvenire ogni due o più giri (ma sempre con la stessa cadenza);

- su strada

la prima eliminazione deve avvenire dopo un minimo di tre giri e l’ultima ad un giro dall’arrivo; l’eliminazione può avvenire ad ogni giro o più giri (ma sempre con la stessa cadenza);

- sia su pista che su strada, devono disputare la volata al traguardo finale solo 5 atleti.

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3. MATERIALE E METODO DI INDAGINE Per realizzare questo studio è stato utilizzato come strumento un cronometro manuale DIGI con 2000 memorie. Sono stati registrati i tempi parziali delle seguenti gare: - 500 m sprint (finale) JF - 500 m sprint (finale) JM - 500 m sprint (finale) SF - 500 m sprint (finale) SM - 10.000 m a punti JF - 10.000 m a punti SF - 10.000 m a punti SM - 20.000 m eliminazione JF - 20.000 m eliminazione JM - 20.000 m eliminazione SF - 20.000 m eliminazione SM in occasione dei Campionati Italiani corsa su strada tenutisi a Latina nel mese di giugno 2007. Con i dati a disposizione è stato possibile calcolare le velocità al fine di ricostruire l’andamento delle velocità in funzione del numero di giri. I tempi delle gare sprint sono stati rilevati per valutare la velocità media raggiunta nel giro lanciato per poi confrontarla con le velocità medie dei vari giri delle gare a punti e di quelle ad eliminazione. Il tempo sul giro rilevato è relativo alla testa della corsa. Eseguendo la match analysis della gara 20.000 m ad eliminazione della categoria Juniores maschile è stata studiata la gestione tattica dei primi tre atleti classificati.

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 16

4. CIRCUITO DI GARA

Planimetria tratta dal sito ufficiale della manifestazione Nell’immagine è riportata la planimetria di Piazza del Popolo a Latina dove si sono svolte le gare. Con il colore rosso è stata evidenziata la corda che misura 275 m, come riportato nel Comunicato Ufficiale N°31/07 del 25 Maggio 2007. La linea verde rappresenta la partenza delle gare 10.000 m e 20.000 m, mentre in fucsia la linea di partenza della gara 500 m sprint. Nella planimetria sono riportati anche i giri da percorrere per coprire le varie distanze. E’ interessante notare che per coprire 10.000 m si sarebbero dovuti percorrere 36 giri + 100 m mentre in realtà gli atleti hanno percorso 40 giri più la distanza tra la linea di partenza (in verde) e quella di arrivo, situate entrambe sul rettilineo d’arrivo (1.000 m in più). Discorso analogo per la gara 20.000 m eliminazione per la quale sono stati percorsi 80 giri coprendo la distanza di 22.000 m (2.000 m in più). I dati che seguiranno sono relativi a ciò che effettivamente è successo in gara.

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 17

5. ANALISI DEI DATI

10.000 punti JF

30,00

35,00

40,00

45,00

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40

giro

velo

cità

[Km

/h]

Grafico 1: Andamento della gara 10.000 m a punti (cat. JF) con interpolazione lineare

10.000 punti SF

35,00

40,00

45,00

50,00

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40

giro

velo

cità

[Km

/h]

Grafico 2: Andamento della gara 10.000 m a punti (cat. SF) con interpolazione lineare

10.000 punti SM

35,00

40,00

45,00

50,00

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40

giro

velo

cità

[Km

/h]

Grafico 3: Andamento di gara 10.000 m a punti (cat. SM) con interpolazione lineare

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 18

10.000 punti Seniores - confronto tra uomini e donn e

35,00

40,00

45,00

50,00

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40

giro

velo

cità

[Km

/h]

Grafico 4: Confronto tra gli andamenti di gara uomini/donne cat. Seniores

20.000 eliminazione Seniores - confronto tra uomini e donne

30,00

35,00

40,00

45,00

50,00

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79

giro

velo

cità

[Km

/h]

Grafico 5: Confronto tra gli andamenti di gara uomini/donne cat. Seniores

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 19

10.000 punti / 20.000 eliminazione JF

30,00

35,00

40,00

45,00

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79

giro

velo

cità

[Km

/h]

Grafico 6: Confronto tra gli andamenti di gara (cat. JF)

10.000 punti / 20.000 eliminazione SF

30,00

35,00

40,00

45,00

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79

giro

velo

cità

[Km

/h]

Grafico 7: Confronto tra gli andamenti di gara (cat. SF)

10.000 punti / 20.000 eliminazione SM

35,00

40,00

45,00

50,00

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79

giro

velo

cità

[Km

/h]

Grafico 8: Confronto tra gli andamenti di gara (cat. SM)

fuga del vincitore

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 20

10.000 punti JF

65,0

70,0

75,0

80,0

85,0

90,0

95,0

100,0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40

giro

V/V

500

[%]

Grafico 9: 10.000 m a punti - Rapporto percentuale tra la velocità del giro e la velocità del giro lanciato della finale della 500 m sprint (cat. JF)

20.000 eliminazione JF

65,0

70,0

75,0

80,0

85,0

90,0

95,0

100,0

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79

giro

V/V

500

[%]

Grafico 10: 20.000 m a eliminazione - Rapporto percentuale tra la velocità del giro e la velocità del giro lanciato della finale della 500 m sprint (cat. JF)

10.000 punti SF

65,0

70,0

75,0

80,0

85,0

90,0

95,0

100,0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40

giro

V/V

500

[%]

Grafico 11: 10.000 m a punti - Rapporto percentuale tra la velocità del giro e la velocità del giro lanciato della finale della 500 m sprint (cat. SF)

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 21

20.000 eliminazione SF

65,0

70,0

75,0

80,0

85,0

90,0

95,0

100,0

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79

giro

V/V

500

[%]

Grafico 12: 20.000 m a eliminazione - Rapporto percentuale tra la velocità del giro e la velocità del giro lanciato della finale della 500 m sprint (cat. SF)

10.000 punti SM

65,0

70,0

75,0

80,0

85,0

90,0

95,0

100,0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40

giro

V/V

500

[%]

Grafico 13: 10.000 m a punti - Rapporto percentuale tra la velocità del giro e la velocità del giro lanciato della finale della 500 m sprint (cat. SM)

20.000 eliminazione SM

65,0

70,0

75,0

80,0

85,0

90,0

95,0

100,0

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79

giro

V/V

500

[%]

Grafico 14: 20.000 m a eliminazione - Rapporto percentuale tra la velocità del giro e la velocità del giro lanciato della finale della 500 m sprint (cat. SM)

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 22

20.000 eliminazione JM

70,0

75,0

80,0

85,0

90,0

95,0

100,0

105,0

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79

giro

V/V

500[

%]

Grafico 15: 20.000 m a eliminazione - Rapporto percentuale tra la velocità del giro e la velocità del giro lanciato della finale della 500 m sprint (cat. JM)

20.000 eliminazione JM

35,0

40,0

45,0

50,0

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79

giro

velo

cità

[Km

/h]

Grafico 16: Andamento della gara 20.000 m a eliminazione (cat. JM) con interpolazione lineare

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 23

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

0 10 20 30 40 50 60 70 80

giroP

osiz

ione

nel

gru

ppo

Primo classificato Secondo classificato Terzo classificato

Grafico 17: 20.000 m a eliminazione - Confronto tattico tra i primi tre atleti classificati (cat. JM)

0

5

10

15

20

25

30

35

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

Posizione nel gruppo

n° g

iri/n

° giri

tot.

[%]

1° class. 2° class. 3° class.

Grafico 18: 20.000 m a eliminazione - Confronto tattico tra i primi tre atleti classificati (cat. JM )

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 24

6. DISCUSSIONE DEI RISULTATI I dati raccolti hanno evidenziato un aspetto tipico di questo sport ovvero il fatto che in una gara di fondo possono essere raggiunte delle velocità di punta superiori rispetto ad una gara di velocità quale è la 500 m sprint. La gara sprint è una gara di velocità prolungata (tempo di percorrenza variabile da 39”60 [WR] a 48”- 49”) dove vengono espresse elevate velocità e dove la componente tattica assume grande importanza; per questa ultima ragione è difficile da essa riuscire a valutare con esattezza la massima velocità esprimibile sul giro lanciato. In assenza di altri strumenti può comunque costituire un valido supporto come termine di confronto. 6.1 Gara 10.000 m a punti Utilizzando la velocità del giro lanciato della 500 m sprint (V500) come parametro di confronto, emerge che, per tutte le categorie esaminate, la velocità media di percorrenza della 10.000 m è superiore all’80% della velocità registrata nel giro lanciato (gli ultimi 275 metri) della finale della 500 m sprint della rispettiva categoria JF: 37,1 Km/h = 81% V500 SF: 39,0 Km/h = 86% V500 SM: 42,9 Km/h = 82% V500 Si è riscontrato, inoltre, che per tutte le categorie esaminate la velocità tende a calare all’aumentare del numero di giri e quindi della distanza percorsa. Le velocità massime per le JF e SF sono state riscontrate nei primi giri mentre i SM al trentanovesimo giro. JF: 40,8 Km/h = 89% V500 (secondo giro) SF: 41,3 Km/h = 90,5% V500 (quarto giro) SM: 47,7 Km/h = 91,7% V500 (giro 39 di 40) Per quanto concerne la categoria SM occorre aggiungere che già al 9° giro la testa della corsa ha fatto registrare un picco di 46,9 Km/h. La velocità più bassa per la categoria JF è stata di 34,2 Km/h (26° giro), per le SF di 35,7 Km/h (27° giro), per i SM di 39,5 Km/h (20° giro). Il dato che emerge è che, in questa gara, gli atleti in testa al gruppo, in tutte le categorie esaminate, hanno percorso il giro più veloce ad una velocità prossima al 90% di quella della finale della 500 m sprint. Questo aspetto rappresenta il punto chiave del modello di prestazione di questa gara che richiede la capacità di sostenere andature medie piuttosto elevate e cambi di velocità (brusche accelerazioni) per aggiudicarsi in volata i traguardi a punti. Su strada i punti vengono assegnati ad ogni giro, ad esclusione del primo; la dinamica delle volate è molto complessa e il cambio di ritmo non avviene con una cadenza regolare, come si può constatare dai grafici. L’atleta che intende aggiudicarsi la gara non farà tutte le volate ma concentrerà le sue energie soltanto su alcune di esse dove ritiene di avere la possibilità di conquistare i punti, cercando nei restanti giri di conquistare e mantenere posizioni favorevoli nel gruppo che gli consentano di assumere una posizione meno seduta, grazie all’effetto scia. Ovviamente, maggiore è il numero di volate vinte, maggiore sarà il punteggio acquisito e comunque, anche se l’atleta ritiene opportuno non eseguire la volata, deve fare molta attenzione a non perdere il contatto con la testa della corsa. Trattandosi di una gara a punti è fondamentale per ogni atleta tenere il conto dei punti acquisiti, da se stesso e dagli avversari; in questi ultimi anni gli allenatori fanno sempre di più ricorso ai radio trasmettitori con auricolare per guidare l’atleta durante la gara.

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 25

Osservando i grafici 1, 2, 3 che riportano l’andamento della gara, si può notare che il primo giro è uno dei più lenti; questo aspetto è da imputare al fatto che nel primo giro la lotta per conquistare le posizioni migliori nel gruppo è più serrata. 6.2 Gara 20.000 m a eliminazione Nella gara ad eliminazione, dove la distanza raddoppia rispetto alla 10.000 m a punti, si ha una diminuzione di velocità media compresa tra il 4 e il 5%. Le volate intermedie per l’eliminazione non comportano il raggiungimento di elevate velocità della testa della corsa. Mantenendo come riferimento la velocità di percorrenza della finale della 500 m sprint delle varie categorie è possibile eseguire una valutazione sull’impegno richiesto, in termini di velocità media, nella 20.000 m ad eliminazione: JF: 35,0 Km/h = 77% V500 JM: 39,4 Km/h = 81% V500 SF: 36,5 Km/h = 80% V500 SM: 40,8 Km/h = 78% V500 I grafici 6, 7, 8 riportano il confronto tra gli andamenti delle due gare oggetto di studio per le categorie JF, SF e SM ed evidenziano come la 20.000 m ad eliminazione risulti decisamente meno impegnativa della 10.000 m a punti. Il ritmo di gara è più contenuto e i giri iniziali sono meno veloci (Jf 78% V500, Jm 83 % V500, Sf 76% V500, Sm 75% V500). Trattandosi di una gara in linea nei giri finali si riscontrano le velocità più elevate: JF: 44,2 Km/h = 97% V500 (ultimo giro) JM: 49,4 Km/h = 100,8% V500 (ultimo giro) SF: 42,9 Km/h = 94% V500 (ultimo giro) SM: 49,0 Km/h = 94,3% V500 (giro 67 di 80) Nella categoria Juniores femminile, la stessa atleta si è aggiudicata sia la 20.000 m ad eliminazione che la 500 m sprint battendo la vincitrice della 200 m cronometro dalla quale, in questa gara, aveva preso un distacco di 1” 62. Nella categoria Senior maschi i primi tre della gara 200 m a cronometro non si sono qualificati per la finale a 4 della 500 m sprint. Il vincitore della 200 m cronometro, grandissimo velocista e primatista mondiale (200 crono strada e 300 crono pista), si è piazzato solo al 13° posto nella gara vinta da un altro atleta della Nazionale che nel 2004, ai mondiali di L’Aquila su pista vinse, nella categoria Juniores, la 15.000 m ad eliminazione. Interessante notare che nella categoria Juniores maschile l’ultimo giro viene percorso ad una velocità superiore rispetto a quella del giro lanciato della finale della 500 m sprint della stessa categoria (grafico 15). In questa gara risulta ancora più interessante la tattica condotta dal vincitore che sin dal primo giro, con estrema disinvoltura, si è posizionato nel gruppo di testa, occupando prevalentemente posizioni variabili dalla terza alla settima (grafico 18), alle spalle dei concorrenti che riteneva i più accreditati per la lotta finale ed in particolare all’atleta che poi è giunto secondo al traguardo finale, restandogli incollato per 67 giri e, allo stesso tempo, prestando particolare attenzione ad un altro atleta che poi si è piazzato al terzo posto. Come si può notare (grafico 17) non si è mai scoperto, non ha mai tirato il gruppo, a differenza invece del 2° e del 3° classificato, che invece hanno rispettivamente tenuto la testa della corsa per il 7,5% e il 28,8% della distanza totale.

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LE GARE DI FONDO NEL PATTINAGGIO CORSA SU STRADA ALESSIO BIANCHINI 26

In considerazione del vantaggio prodotto dall’effetto scia è evidente che la tattica del vincitore è stata la più intelligente e come tale ha prodotto i suoi frutti. 6.3 Confronto dei dati ottenuti con quelli disponibili in letteratura L’analisi dei dati riportati nei paragrafi precedenti costituisce una fotografia del livello di prestazione messo in campo dai migliori atleti italiani in una manifestazione di rilievo sotto diversi punti di vista, in quanto, oltre ad essere in palio il titolo Italiano, per i migliori era determinante per la convocazione ai Campionati Europei e Mondiali. In questi ultimi anni, in campo mondiale, il livello di competizione si è innalzato considerevolmente a seguito dell’evoluzione tecnica di alcuni grandi paesi. Questo aspetto, unito all’evoluzione del mezzo meccanico, ha prodotto un innalzamento globale del livello prestativo con ripercussioni dirette nelle competizioni di carattere nazionale. Confrontando l’andamento delle velocità riscontrate nel 1997, in occasione del Campionato Mondiale di “Mar del Plata” in Argentina [6], con quelle riportate in questo studio è facile constatare quanto precedentemente affermato.

10.000 m a punti / 20.000 m eliminazione SM (Campionato Mondiale Argentina 1997)

30,00

35,00

40,00

45,00

50,00

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73

giro

velo

cità

[Km

/h]

20000 eliminazione 10000 punti Lineare (20000 eliminazione) Lineare (10000 punti)

Grafico 19: Andamenti di gara Campionato Mondiale 1997 (cat. SM) (elaborazione di A. Bianchini) e velocità massime delle gare di Latina 2007

Dall’analisi degli andamenti della 10.000 m e della 20.000 m categoria SM del mondiale argentino, si evincono delle analogie con quanto riscontrato dall’analisi del campionato Italiano di Latina, ovvero che nella 10.000 m il picco di velocità si raggiunge nei primi giri mentre nella 20.000 m all’ultimo e che tali velocità sono confrontabili con quelle registrate nel giro lanciato della finale della 500 m (nel 1997 era definita 500 m in linea). Nel caso del mondiale argentino però il giro più

Vmax 20.000 Latina 2007

Vmax 10.000 Latina 2007

99,9 % V500 99,5 % V500

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veloce della 10.000 m è stato leggermente migliore di quello della 20.000 m, al contrario di quanto è accaduto a Latina. Nella 10.000 m la velocità tende a calare all’aumentare del numero di giri e il rapporto Vmedia/V500 è del 87,6 % mentre nella 20.000 m, dove invece la velocità tende ad aumentare giro dopo giro, il rapporto Vmedia/V500 è del 83,8 %. Per effettuare un confronto tra le massime velocità raggiunte nel 1997 e quelle raggiunte nel 2007, nel grafico 19 sono state riportate le massime velocità raggiunte nelle stesse gare nel 2007. E’ ovvio che ogni gara fa storia a sé e quindi non è possibile trarre da essa delle conclusioni assolute ma una differenza di velocità media di circa 6 Km/h sia nella 10.000 m a punti (36,5 Km/h [Argentina 1997] vs. 42,9 Km/h [Latina 2007]) che nella 20.000 m ad eliminazione (34,88 Km/h [Argentina 1997] vs. 40,80 Km/h [Latina 2007]) nella categoria Seniores maschile può rappresentare un’indicazione abbastanza esaustiva dell’evoluzione che ha subito questo sport sotto l’aspetto tecnico, della preparazione fisica e dei materiali.

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7. CONCLUSIONI I risultati che emergono da questo studio forniscono un quadro attuale del target prestazionale richiesto per competere a livello nazionale nelle gare di fondo. In considerazione della tipologia di competizioni previste nel programma gare del pattinaggio corsa, risulta evidente come in questo sport l’aspetto tecnico/tattico, che nel gergo viene definito “il saper correre”, costituisca una grossa fetta del risultato finale. Il pattinatore che riesce ad emergere nelle gare di fondo possiede, in generale, delle abilità tecnico/tattiche superiori al velocista puro e questo spiega il perché lo stesso atleta può aggiudicarsi sia la 500 m sprint che la 20.000 m ad eliminazione. Infatti, un buon pattinatore fondista oltre a possedere la capacità di raggiungere elevate velocità di punta, è abituato a gareggiare in gruppo in condizioni assai difficili, sviluppando una superiore abilità nella gestione tattica della gara che assume un ruolo determinante nella 500 m sprint, dove il numero di atleti alla partenza può variare da 4 a 5. La 10.000 m a punti è senza dubbio la gara più impegnativa perché oltre ad ottime abilità tecnico/tattiche richiede anche una notevole preparazione fisica per sostenere i ripetuti cambi di andatura. I grafici riportati in questo studio hanno evidenziato il notevole impegno fisico richiesto, in particolar modo, nei primi giri in cui si registrano le velocità maggiori. La tendenza della velocità riscontrata in tutte le gare su 10.000 m a punti delle categorie esaminate, anche se suffragata dall’andamento registrato, per la categoria SM, in occasione del campionato del Mondo di Mar del Plata, non deve portare a conclusioni univoche. La Match Analysis della gara 10.000 m a punti, categoria SF, del mondiale di Anyang del 2006 [7] ha evidenziato una tendenza opposta.

10.000 punti SF (Campionato Mondiale Anyang 2006)Sviluppo Circuito: 400 m

30,00

35,00

40,00

45,00

50,00

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25

giro

velo

cità

[Km

/h]

Fuga KOR - Sook Woo Fuga ARG - Posada Gruppo Lineare (Gruppo)

Occorre però aggiungere che nel 2006 il regolamento della gara a punti prevedeva l’assegnazione dei punti con la seguente modalità: - ad ogni traguardo intermedio: 1 punto al primo - traguardo finale: 3 punti al primo, 2 al secondo, 1 al terzo

Traguardo della fuga senza acquisizione di punti GER - Gegner

COL - Vivas

ARG - Posada

NZL - Begg

NZL - Begg

ARG - Posada

NZL - Begg

COL - Holguin

COL - Holguin

KOR - Chae Yi

COL - Holguin

ARG - Posada

KOR - Sook Woo COL - Holguin

COL - Holguin

ARG - Posada

10.000 punti SF (Campionato Mondiale Anyang 2006)

Sviluppo Circuito: 400 m

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Con questa modalità di assegnazione, il traguardo finale può decidere la gara, e quindi non è prudente consumare troppe energie nelle fasi iniziali. Questo aspetto spiegherebbe la tendenza del parametro velocità ad aumentare con il numero di giri. In questa gara ci sono stati due tentativi di fuga, uno condotto dalla coppia della nazionale argentina, capitanata da Silvina Posada e uno, più consistente, condotto dalla atleta coreana Hyo Sook Woo. Con questa modalità di assegnazione dei punti, la tattica della fuga ha dimostrato di poter produrre dei benefici, soprattutto se il capitano è assistito costantemente dal gregario, come è successo per la coppia argentina. La fuga solitaria, di circa 3 Km, condotta dalla coreana, oltre ad evidenziare le notevoli qualità fisiche dell’atleta ha messo in luce l’importanza della funzione del gregario che, in questa occasione, avrebbe potuto aiutarla a contenere il calo di velocità con l’avanzare dello spazio percorso, e quindi di acquisire ulteriori punti. Il gruppo delle SF, nella gara di Anyang, ha viaggiato ad una velocità media di 37,3 Km/h contro i 39 Km/h registrati nella manifestazione di Latina. Da questo dato, si potrebbe evincere che in competizioni nazionali si gioca maggiormente sulla componente fisica e meno su quella tattica oppure che l’attuale regolamento di assegnazione dei punteggi, a differenza di quello del 2006, richiede una gestione di gara meno conservativa nelle fasi iniziali. Da sottolineare ancora che la gara di Anyang si è svolta su un circuito di 400 m contro i 275 m del circuito di Latina; questo aspetto può influire sulle velocità poiché ad un maggior numero di curve corrisponde in genere un maggior numero di accelerazioni e quindi una velocità media più elevata. L’esempio della gara di Anyang, riportato in conclusione di questo lavoro, è stato scelto per fissare l’attenzione sull’importanza strategica assunta dai regolamenti nell’evoluzione di una competizione come la 10.000 m a punti e come questo aspetto si possa ripercuotere sul modello prestativo. E’ comunque da rimarcare come negli ultimi 10 anni il pattinaggio corsa abbia compiuto un netto balzo in avanti in termini prestazionali grazie anche all’attenzione che si sta ponendo nella cura della tecnica esecutiva ed alla accresciuta qualità del mezzo meccanico.

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8. RINGRAZIAMENTI Un ringraziamento particolare va:

1. alla Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio che mi ha fornito il materiale video; 2. alla Roma 7 Pattinaggio che ha investito e continua ad investire sulla mia formazione.

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9. BIBLIOGRAFIA [1] Weinech J. – L’allenamento ottimale, Calzetti – Mariucci Editori, Perugia, 2001 [2] F.I.H.P. – Norme Tecniche per l’attività agonistica/amatoriale corsa 2007 [3] International Speed Skating Comitee C. I. C. – SPORT REGULATIONS 2007 [4] Sarto P. – Aspetti di fisiologia applicata al pattinatore (Atti del 3° Corso

internazionale per allenatori, Riccione, 1998)

[5] Marini C. – Preparazione e gestione dell’atleta di alto livello (Atti del Corso tecnico internazionale di aggiornamento per allenatori, Roma, 2007)

[6] F.I.H.P. – Campionato del Mondo Mar del Plata 1997 (VHS) [7] F.I.H.P. – Campionato del Mondo Anyang 2006 - cat. seniores strada (DVD)