LE FASI DEL PENSIERO SIONISTICO ESPOSTE DA UN SIONISTA

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LE FASI DEL PENSIERO SIONISTICO ESPOSTE DA UN SIONISTA Author(s): Mosè Beilinson Reviewed work(s): Source: Oriente Moderno, Anno 2, Nr. 2 (15 Luglio 1922), pp. 65-80 Published by: Istituto per l'Oriente C. A. Nallino Stable URL: http://www.jstor.org/stable/25806944 . Accessed: 13/08/2012 15:50 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto per l'Oriente C. A. Nallino is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Oriente Moderno. http://www.jstor.org

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LE FASI DEL PENSIERO SIONISTICO ESPOSTE DA UN SIONISTAAuthor(s): Mosè BeilinsonReviewed work(s):Source: Oriente Moderno, Anno 2, Nr. 2 (15 Luglio 1922), pp. 65-80Published by: Istituto per l'Oriente C. A. NallinoStable URL: http://www.jstor.org/stable/25806944 .Accessed: 13/08/2012 15:50

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Anno II - Nr. 2. 15 Luglio 1922

ORIENTE MODERNO

RIVISTA MENSILE D' INFORMAZIONI E DI STUDI PER LA DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA

DELL' ORIENTE, SOPRA TUTTO MUSULMANO, PUBBLICATA A CURA

DELL'ISTITUTO PER L'ORIENTE. - Direzione: Piazza Venezia ii, Roma (i).

SEZIONE POLITICO-STORICA

L? FASI DEL PENSIERO SIONISTICO ESPOSTE DA UN SIONISTA

II punto di partenza del movimento sionistico e il riconoscimento dell'uniti na

zionale del popolo ebraico e delle funeste conseguenze che, per il suo stato attuale e

per il suo sviluppo avvenire, ha la sua situazione di minoranza in tutti i paesi. Tre di

queste conseguenze preoccupano soprattutto il pensiero ebraico: l'assimilazione alle ci

vilta non ebraiche da cui l'ebraismo e dappertutto circondato; l'inimicizia ch'esso in

contra presso le altre popolazioni e che va dal disprezzo alle persecuzioni cruente; e la

degenerazione morale e sociale di cui esso e vittima, sia per effetto della stessa sua

posizione di minoranza, che della anormale struttura sociale che ne deriva. II sionismo non ha quindi alcuna analogia colle correnti apologetiche che dominavano il pensiero ebraico durante l'era dell'emancipazione, ne colla religione, intesa nello stretto senso

sinagogale, ne colla filantropia. II problema ebraico quale e posto dal sionismo puo esser risolto quindi in due

modi soltanto: o con la dissoluzione degli Ebrei o con la loro concentrazione in un

dato paese. La prima soluzione vien rigettata dal sionismo, sia perche l'assimilazione

completa appare impossibik, o perche apparisce non desiderabile, in quanto produrrebbe la scomparsa degli specifici valori ebraici, sia per quel semplice istinto di conservazione

che domina tutti gli agglomerati sociali. La soluzione del problema ebraico che il sionismo

propone e propugna consisle nella concentrazione e nel risorgimento del popolo ebraico in

Palestina. Come vedremo in seguito, non tutti i teorici del movimento furon decisi fin

da principio nella scelta della Palestina. Ma il trasferimento sistematico, organizzato, cosciente di larghe folle ebraiche, in un paese completamente nuovo e abbandonato, o

quasi, presuppone un tale cambiamento radicale di tutta la vita, un tale sforzo e quindi

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un tale sacrificio, che potrebbe effettuarsi solo allorche avesse per base il legame reli

gioso, storico, nazionale, quasi indistruttibile, che lega il popolo d'Israele alia Palestina.

La ?palestinofilia ? e il tratto piu saliente di tutta la storia della dispersione ebraica.

Sino al principio del secolo xix sono frequenti i tentativi fatti dagli Ebrei di ricon

giungersi alia patria degli avi. Questi tentativi, di carattere per lo pii^ mistic'o-messianico> hanno poco di comune, nel contenuto e nei metodi, con il movimento attuale, ma gli danno quella organicita, che e garanzia di successo per ogni movimento politico e

sociale.

II secolo xix ci da gia una intera serie di uomini politici, di pensatori, di poetic ebrei e cristiani, che progettano il ritorno d'Israele in Palestina. II risveglio di questa idea fu dovuto tanto al fallimento evidente del tentativo di risolvere il problema ebraico

con l'emancipazione civile, quanto al risveglio generale del movimento nazionale che

contrassegna il secolo xix nell'Europa media ed occidentale. Fra i Cristiani il primo

posto nella schiera di precursor! del sionismo e occupato dagli Inglesi. Fra gli Ebrei hanno

lasciato una qualche traccia nel movimento attuale Beaconsfield, Salvador, Samuel David

Luzzatto, Graetz, Montefiore, Netter, Kalix'er. Quest'ultimo fondava nel 1861 il primo circolo sionistico a Francoforte, e sotto la sua influenza Y Alliance Israelite apriva (nel 1869) la prima scuola agricola ebraica in Palestina: ? Mikveh Israel)). Quasi completamente inosservata passo, al suo tempo, l'opera intitolata ? Roma e Gerusalemme ? (1862) del socialista tedesco Mose Hess, la quale con la sua vigorosa difesa della necessita

dello sviluppo specifico della civilta ebraica e colla sintesi felice degli element! nazio

nale, sociale e internazionale, s'avvicina per il suo contenuto ideologico al sionismo

attuale. Fra i precursor! del sionismo nell'Europa orientale occupano il primo posto il

romanziere e pubblicista Perez Smolenskin e M. Lilienblum. Ma in quel periodo l'ebraismo russo era troppo impegnato nella lotta per l'emancipazione, mentre che quello occiden

tal non aveva ancora vissuto tutte le delusioni che seguirono all'emancipazione. Soltanto nel 1882 si produce un rinvigorimento nel movimento sionistico fino ad

allora debole. ? Panno della recrudescenza delle persecuzioni in Russia, l'anno dei mas

sacri, che scoppiano qua e la in tutto l'lmpero e si prolungano per quasi tre anni fino

all'83, e della legislazione eccezionale contro gli Ebrei, abolita soltanto nel 1917. La

propaganda sionista si accentua e si allarga. II rabbino Mohilever crea nel 1882, a Var

savia, il primo circolo dei Choveve Sion (Amici di Sion). Poco dopo di questi circoli ne sorgono numerosi in diverse citta della Russia, della Rumenia ed anche della Ger

mania e dell'Inghilterra. Essi non hanno altro scopo che quello di favorire la coloniz

zazione ebraica della Palestina e la diffusione della lingua ebraica. Ma non sono ancora

collegati fra loro. II compito di accentrare il movimento, dandogli un chiaro indirizzo

politico, tocco al Dr. Leo Pinsker (1821-1894), il quale pubblicava nel 1882 un opu scolo intitolato: ?

Autoemancipazione )) (1), che, accolto dai circoli sionistici con gran

dissimo interessc, divenne in breve il loro credo.

Gli Ebrei non si possono assimilare, dice Pinsker, perche formano un elemento ete

rogeneo fra gli altri popoli. Questa situazione in ' cui si trovano produce l'inimicizia

incurabile dei vicini. Attendere la soluzione del problema dal progresso culturale o dal

(i) E stato pubblicato in traduzione italiana dalla casa editrice ? Israel ?, Firenze, 1922.

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cosmopolitismo e un'utopia. Gli Ebrei non sono riconosciuti dagli altri popoli come

eguali, poiche ? il popolo ebraico ? non ha centro, ne punto di gravita, ne ha una sua

rappresentanza. Esso vive dappertutto, e in nessun luogo si trova a casa propria. Gli

Ebrei non sono piu una nazione nel vero e completo senso della parola; ?il mondo

vede in questo popolo lo spettro di un morto che erra fra i vivi ?. ? Per gli indigeni l'Ebreo e uno straniero, per quelli che hanno una gatria e un vagabondo, per i ricchi

un mendicante, per i poveri uno sfruttatore e un milionario, per i patrioti un senza

patria, per tutte le classi un concorrente odiato ?. Tutto cio perche ? noi non con

tiamo come nazione fra le altre nazioni, e non abbiamo voce nel consesso dei popoli,

neppure nelle cose che ci riguardano. La nostra patria e la terra straniera; la nostra

unita, la dispersione; la nostra solidarieta, rinimicizia generale; la nostra arma, l'umilta; la nostra difesa, la fuga; la nostra originalita, l'adattamento; il nostro avvenire, l'im

mediato domani?. Ne l'emancipazione, ne il progresso, ne la carita possono dare agli Ebrei la salvezza; da nessuno essi possono attendere aiuto se non da se stessi. La pa rola d'ordine e percio ? autoemancipazione ?; il metodo: concentrazione in un paese, deserto o semi-deserto, forse in qualche luogo dell'America, forse in Palestina. A tale

scopo deve essere convocato un congresso mondiale ebraico.

L'opuscolo produsse, come abbiamo detto, una grande impressione e dette al suo

autore una certa autorita, della quale egli approfitto per organizzare il movimento dei

Choveve Sicn. Nel 1884 fu convocata infatti a Kattoviz la prima conferenza degli Amici di Sion, nella quale Pinsker si presenta gia decisamente palestinofilo. Nel suo

discorso inaugurale egli constata che il ritorno degli Ebrei alia terra non puo avvenire

che in Palestina. In quella conferenza si fondava la ? Societa di soccorso agli agricol tori e artigiani ebrei in Palestina e in Siria?, nome un po' ambiguo che per6 si im

poneva, date le difficolta che venivano da parte del Governo russo, il quale infatti le

galizzo la societa soltanto nel '90 e dopo lunghe trattative. II programma della Societa

era la colonizzazione ebraica in Palestina. A presidente fu eletto Pinsker, che conservo

l'ufficio fino alia morte.

La prima colonia agricola ebraica fondata da elementi*immigrati risaliva al 1882 (1). L'idea sionistica aveva entusiasmato una parte della studentesca ebrea di Russia e di

Rumenia. Quei giovani, appartenenti in parte al ceto medio e agiato, una volta per

suasi che soltanto il ritorno in Palestina poteva salvare il loro popolo, si decisero sen

z'altro a dare il buon esempio e, abbandonando gli studii e la vita comoda, immigra rono in Palestina per diventarvi semplici operai agricoli. Erano alcune centinaia e si

chiamarono ? Bilu ? (dalle iniziali del verso biblico: Beth Ja'kob lechu we-nelechah -

? Casa di Giacobbe, orsu andiamo?). Giunti in Palestina dopo grandi difficolta opposte

tanto da parte del Governo russo quanto da quello turco, i nuclei dei Bilu costituirono

la prima colonia: ? Riscion le-Sion? presso Giaffa (30 giugno 1882). Pur non avendo

alcuna preparazione, pur non essendo abituati a quel clima e al lavoro, su terreni in

colti, senza case, senz'acqua potabile, minacciati dai Beduini, essi si misero coraggio

samente all'opera.

(i) Nel 1878 gli Ebrei palestinesi fondavano la colonia di Petach Tikwah, che oggi e una delle

piu fiorenti.

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In tali condizioni i pritni tentativi di colonizzazione, sia dei Bilu che della societa

di Pinsker, dettero resultati piuttosto scoraggianti. La difficolta del lavoro agricolo, la

scarsita dei mezzi finanziari, Fimpreparazione degli uomini, le continue vessazioni delle

amministrazioni, le gravi tasse del fisco turco, la poca sicurezza del paese, tutto ag

gravava Fopera dei pionieri. L'unico aiuto finanziario venne loro da Edmondo de Roth

schild, Funico dei finanzieri ebrei che abbia soccorso Fopera palestinese; ma passarono ancora molti anni prima che il movimento si consolidasse e le colonie potessero vivere

dei mezzi propri. Tale situazione non poteva non produrre un'impressione deprimente negli ambienti

sionistici. Essa offri anzi occasione alia produzione letteraria di uno scrittore, che ha

avuto poi un'influenza straordinaria su tutto il movimento palestinese, Asher Ginzberg. Sotto il pseudonimo di Ahad Haam, egli pubblicava nel 1889, ne^a rivista ebraica

?Hamelitz?, un articolo dal titolo: ? Non e questa la via?, in cui sottoponeva a se

vera critica il metodo dei Choveve Sion. QuelFarticolo fu seguito da numerosi altri, in cui si rispecchiava il pensiero chiaro, conseguente, logico del Ginzberg (1). Egli

distingue fra la condizione incerta in cui si trovano gli Ebrei, come individui e come

popolo, e quella che affligge Febraismo inteso come civilta. Per la prima, cioe per le

persecuzioni, per Fantisemitismo, ecc. Ahad Haam non sa additare il rimedio; comunque

sia, esso non si trova nelle colonie ebraiche di Palestina. Del resto le inferiority del

Findividuo ebreo lo interessano meno della degenerazione e della decadenza dello spi rito e della civilta ebraica. E fiecessario salvare prima di tutto e sopra tutto questo

spirito ebraico, il quale e piu prezioso degli Ebrei, presi come singoli individui. II mas

simo pericolo da scongiurare non e quindi Fantisemitismo, ma Fassimilazione; e nella

lotta contro questo pericolo la Palestina puo rendere servizi incomparabili. Come primo

passo si deve risvegliare negli Ebrei Famore per la Terra Santa; quindi, grazie agli sforzi comuni di tutti gli Ebrei del mondo, si deve creare in Palestina un ? centro

spirituale ?, che sia come una miniatura della societa ebraica normale e che non pre tenda neppur di risolvere tutto il complesso problema, ma di costituire soltanto un ri

fngio allo spirito ebraico, una fiaccola la cui luce si irradi in tutti i paesi della disper sione. Scuole, licei, universita, accademie scientifiche e letterarie, riviste e libri, mo

deste colonie agricole, la lingua ebraica come lingua parlata: ecco cio che la Palestina

puo dare alFebraismo. La crisi ebraica e soprattutto una crisi spirituale, prodotta dal

Fassimilazione e dalPemancipazione; gli Ebrei hanno perduto la fede in se, Pequilibrio

psichico dato dalla coscienza del valore delPebraismo; essi sono diventati schiavi spi ritualmente, e devono essere liberati spiritualmente. Questo, e non piu, dovrebbe es

s:re il compito del centro spirituale ebraico in Palestina (2).

(1) Questi articoli sono raccolti, sotto il titolo ? Al Parasciat DerachTm ? [?A1 bivio ?], in quattro volumi. Alcuni sono stati pubblicati nella versione italiana dalla casa editrice a Israel)), Firenze, 1922.

(2) Ahad Haam non si e limitato a far la critica del Sionismo dei Choveve e ad elaborare la teoria

d,*l ? centro spirituale?. Nei suoi articoli egli ha tentato di rispondere a tutti i problemi spirituali del

Tebraismo filosofico e religiose. Qui non poss:amo far altro che tracciare brevemente la sua concezione

palestinese, alia quale egli e rimasto fedele fino ad oggi, anche quando il movimento prendeva propor zioni ben pju ampie. Egli vive ora in Palestina. La sua influenza e stata grande anche come rinnova

tore dello stile ebraico.

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II Sionismo dei Chovev6, stretto fra difficolta quasi insormontabili, pareva languisse mentre la corrente culturale di Ahad Haam, il quale tentava perfino di creare un'or

ganizzazione propria, culturale e morale, minacciava di avere il sopravvento, allorche

dall'Europa occidental, dalla quale nessuno Favrebbe atteso, veniva un nuovo impulso al sionismo con la persona di Herzl. Teodoro Herzl nacque nel i860, a Budapest, da

famiglia agiata. Non ebbe alcuna educazione ebraica e crebbe lontano dall'ebraismo.

Studio legge,- ma, non potendo per la sua qualita di ebreo far carriera nella magistra

tura, si dedico completamente a quella che quasi fin dalla infanzia sentiva essere la sua

vocazione : al giornalismo ed al teatro. E fu fortunato: i suoi articoli furono bene ac

colti, alcune delle sue commedie ottennero un buon successo. Nel 1893 ^u inviato a

Parigi quale corrispondente del massimo giornale vierinese, la ? Neue Freie Presse ?.

Rimase a Parigi fino al 1896 e, ritornato a Vienna, prese il posto di redattore della

rubrica letteraria nello stesso giornale, posto che occupo fino alia morte. Le sue cor

rispondenze da Parigi furono raccolte in un volume intitolato: ? Palais Bourbon ?; i

suoi feuilhtons formarono altri due volumi. L'opera giornalistica di Herzl si segnala per un fine gusto, per acume, per conoscenza degli uomini, per buona cultura, ma nulla

rivela in essa il futuro organizzatore e agitatore appassionato. Se non fosse avvenuta

in lui una trasformazione, sicuramente egli non avrebbe lasciato alcuna traccia duratura

in alcun campo della vita pubblica.

Questa trasformazione fu inaspettata, tanto per lui, quanto per l'ambiente che lo

qircondava. Va notato che, se si eccettuano due o tre piccoli fatti in cui Herzl dimostro

un certo sdegno per Fantisemitismo che cresceva negli Stati dell'Europa centrale, il suo at

teggiamento verso gli Ebrei era quello dell'indifferenza completa: il problema ebraico per lui non esisteva. II caso voile pero che il suo soggiorno a Parigi coincidesse col pro cesso Dreyfus e che le sue funzioni di giornalista lo conducessero nell'aula del tribunale

e nella piazza, sicche il grido: ? abbasso gli Ebrei ? gli risuono per piu mesi negli orecchi. II fatto che Fantisemitismo piu cieco avesse potuto con tanta facilita impadro nirsi della Francia democratica e repubblicana, della Francia dell'89, t che nb le rivo

luzioni, ne le leggi, ne la civilta raffinata fossero state capaci di creare Fuguaglianza effet

tiva degli Ebrei, fu per lui una scossa tremenda, una delusione che trasform6 completamente tutta la sua vita. Egli se ne risenti come di un'offesa personale e vi reagi con una

orgogliosa ribellione. II processo Dreyfus pose dinanzi a lui il problema ebraico, e questa

origine del suo sionismo imprime il suo suggello in tutta la sua opera e spiega la sua

forza e la sua debolezza.

Una volta postosi il problema, egli voile subito risolverlo, e, con una semplicita che ha insieme qualche cosa di geniale e di ingenuo, credette non solo di trovare la

soluzione, ma anche di indicarne i metodi piu giusti, sicche l'effettuazione del piano non doveva tardare. Non conosceva ne le condizioni in cui si trovavano gli Ebrei ne

i tentativi precedentemente fatti per risolvere il problema. II suo ragionamento e sem

plice: dovunque gli Ebrei si trovano, essi sono circondati dall'odio e dal disprezzo; Fanti

semitismo e inestinguibile la dove gli Ebrei vivono in larghe masse; esse non possono

liberarsene colFemigrazione perche se lo portano con se nei paesi in cui si trasferiscono,

provocandolo anzi \k dove non e ancora sviluppato. Quantunque le ragioni delFantise

mitismo siano talvolta di natura sociale e religiosa, il problema e essenzialmente nazio

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nale. Esso non puo essere risolto che con la creazione di uno Stato ebraico, in qualunque

luogo della terra, preferibilmente in Palestina o nelPArgentina. L'antisemitismo costituisce

per gli Ebrei una sciagura cosi grande che si deve supporre che tutto rebraistno, con

la sua borghesia e la sua finanza a capo, appoggiera il piano. E poiche il problema ebraico e oltre a tutto- ragione di grandi mali anche per i paesi che ne sono afflitti,

anche gli antisemiti devono contribuire alia sua soluzione ragionevole. La creazione

dello Stato ebraico ha come presupposto il consenso delle Potenze mondiali, poiche il

problema ebraico e un problema internazionale. Lo Stato ebraico deve ricostituirsi per mezzo della Society of Jews quale organo politico, e della Jewish Company quale organo amministrativo e finanziario. Questi istituti dovrebbero ottenere dai rispettivi Governi

un charier, una carta di autonomia politica e di libera colonizzazione, e trasportare gra dualmente nella nuova terra" gli immigranti ebrei, liquidando il loro patrimonio nei

paesi da loro abbandonati, in modo pero da non creare lacune molto sensibili nella loro

economia (i). II consorzio sociale che sorgera nella nuova patria ebraica sara basato

sulla tolleranza religiosa e culturale, accogliera. tutte le civilta e tutte le lingue dei paesi da cui gli Ebrei verranno, finche una o Paltra delle civilta europee non vinca nella libera

concorrenza che verri cosi a crearsi, e sara inspirato ai principii del piii largo libera

lismo economico.

Tali press'a poco sono le idee direttive delPopuscolo ? Lo Stato ebraico ? (2)

scritto da Herzl nel 1895, ^n fretta, nell'eccitazione del momento, con la tensione mas

sima di tutte le sue forze psichiche. Piu tardi, nella sua autobiografia (1898) egli racconta: ? Non mi ricordo di avere mai scritto nulla in uno stato d'animo cosi sublime

come quando scrissi quel libro. Heine dice di aver sentito sopra il suo capo il fremito

di ali di un'aquila quando componeva certi suoi versi. Anche io credetti a qualche cosa

che s'agitasse sopra il mio capo quando scrivevo quel libro. Vi lavoravo ogni giorno fino ad esaurirmi ?.

Fin da principio Herzl porto nel movimento una forza di passione insolita, la

quale, insieme *ad una capacita organizzatrice e ad una fede illimitata nella forza dell'idea,

gli permise di mettersi a capo del movimento e di guidarlo in queirultimo decennio

che ancor gli rimaneva della *sua vita. In principio egli non pensava ad assumere questa

posizione direttiva; cercava piuttosto a chi potesse sottoporre il suo piano perche fosse

effettuato. Si rivolse prima di tutto a un grande filantropo ebreo, il barone Hirsch, che

si interessava con grande spirito di cariti della sorte degli Ebrei dell'Europa orientale, tentando di creare colonie agricole ebraiche nell' Argentina e investendo nell'impresa pa recchi milioni di franchi. Herzl lo ando a trovare nel maggio del '95, critico francamente il

sistema filantropico cosi po<;o sistematico dell'opera di Hirsch, ed accenno al suo piano. Ma

Taccoglienza fu fredda; la reciproca incomprensione fra il ricco filantropo e Taudace giorna lista fu tale che Herzl non arrivo neppure a spiegargli tutto il suo progetto; cosa che

fece poi, con altrettanto insuccesso, per iscritto. Piu tardi si accorgera che questa fi

(1) La teoria del charter fu ispirata a Herzl probabilmente dall'esempio di quelle societa (come

per es. la Societa per PIndia orientate), alle quali in passato il Governo inglese e anche quello olandese

concedevano, in cambio di determinati compensi, il diritto dello sfruttamento di territori abbandonati o

arretrati.

(2) Nella traduzione italiana, ediz. Carabba, Lanciano, 1918.

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nanza era, nel campo ebraico, Tavversaria piu tenace delle sue idee; che non solo non

gli dara denaro, ma ostacolera ogni suo passo. Fin dal 1897 egu scriveva: ? Questi finanzieri internazionali sono abbastanza ricchi per facilitare l'opera; non lo sono tanto

da impedirla. Se possono comprare tutto, non possono pero comprare la misera ma

teria di cui e fatta la penna di uno scrittore indipendente... Essi non soffocherarmo mai

un movimento popolare di proporzioni come il nostro ?. Piu tardi (nel 1901), quando

gli parra d'aver quasi raggiunto la meta e di aver fallito solo per mancanza di denaro, scrivera ad un suo amico: ? Sono sfinito per il gran correre. Non sono stato neppure ascoltato dalla canaglia che detiene il denaro. Deve piovere pece e zolfo perche queste

pietre s'inteneriscano. ? inaudito; fra cinquant'anni si sputera sulla tomba di questa

gente, quando si sapra che tutto era quasi fatto e che non mancava che il miserabile

denaro ?.

Un'altra delusione, meno grave, aspettava Herzl, riguardo all'atteggiamento degli Ebrei occidentals II suo pensiero gli pareva cosi semplice e logico che non dubitava

del loro appoggio. Invece il fatto solo ch'egli aveva osato parlare ad alta voce e senza

veli sul problema ebraico, ed aveva descritto francamente lo stato di disagio in cui si

trovava per causa dell'antisemitismo anche l'Ebreo occidentale, il quale aveva creduto

fino allora che il miglior metodo per combattere quel fenomeno consistesse nel ta

cerne, lo fecero apparire ai suoi fratelli occidentali come uno squilibrato, come un

uomo dalla fantasia pericolosa. Quando egli lancio l'idea del Congresso mondiale sioni

stico (primo nucleo della sua Society of Jews) la stampa ebraica cominci6 contro di

lui una vera campagna; la comunita di Monaco, dov'egli voleva convocare il congresso,

protesto con veemenza, sicche i sionisti dovettero adunarsi in un'altra citta, a Basilea; i rabbini tedeschi pubblicavano una protesta solenne contro le ? mene sioniste ?. Piti

tardi pure la campagna denigratoria dell'assimilazione continuo, durante tutta l'attivita

di Herzl, contro ogni sua impresa. Go che doveva sorprendere piu di tutto Herzl, fu il fatto che neppure da parte

dei Choveve Sion ricevette un appoggio incondizionato. Anche contro di loro dovette

sostenere una fiera lotta prima di trionfare. IL programma e la tattica di quei circoli

era la lenta colonizzazione, quasi di contrabbando. Herzl invece affermava il carattere

^ssenzialmente politico e internazionale del problema, sosteneva la necessita di una di

scussione pubblica con Y interessamento delle piu larghe e piu alte sfere della politica eu~

ropea, la necessita di una organizzazione vasta e interterritoriale, ed insisteva, - ed era

questo il punto in cui si allontanava piu radicalmente dai Ch. S. e su cui si doveva

poi impegnare la lotta nel seno deH'organizzazione sionistica, - sulla necessita assoluta

di ottenere il charter prima di iniziare qualsiasi lavoro in Palestina. (Abbiamo visto che

nello ? Stato ebraico ? Herzl non sapeva ancora decidersi fra Palestina e Argentina; bastarono pochi contatti con la realta ebraica per persuaderlo che una vasta organizza zione ebraica era possibile solo su base palestinese). Rispetto al lavoro pratico in Pa

lestina, che i Ch. S. svolgevano con tante difficolta. ma anche con tanta fede, il suo

programma era esplicito: nessun centesimo doveva essere impiegato in Palestina, nessun

immigrante inviato cola, senza che prima vi fossero create le condizioni politiche favo

revoli alia colonizzazione ebraica. Tale programma implicava la cessazione di tutto il

lavoro dei Ch. S., e quindi la loro opposizione era piu che naturale. La maggior parte

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dei Ch. S. si associo pero ben presto all'iniziativa di Herzl, mettendosi a sua disposi zione, cosicche nell'agosto del 1897 pote essere convocato a Basilea il prirao congresso sionistico che sanztono il piano di Herzl e ne voto il programma. Secondo il Programma di Basilea scopo del sionismo e ? di creare in Palestina una Sede nazionale per il po

polo ebraico, garantita dal diritto pubblico ?.

Era il primo tentativo, dopo la distruzione dello Stato palestinese, di Formare una

rappresentanza del popolo ebraico. Come espressione della volonta nazionale era com

pletamente riuscito, perche al Congresso erano rappresentate grandi masse ebraiche di

di tutto il mondo, per lo piu dell'Europa orientale. Da quel momento Herzl non pote

piu sentirsi isolato come quando scriveva. il suo opuscolo. Nelle folle ebraiche, dove il

suo nome divenne subito popolarissimo, dove si guardava a lui come al vero redentore

(a cio contribuirono in sommo grado anche le sue qualita personali fisiche e morali),

egli trovo quell'appoggio che non gli avevano dato ne i finanzieri, ne gli Ebrei assi

milati.

A Basilea furono pure gettate le basi dell'Organizzazione permanente. ? sionista

colui che accetta il programma di Basilea e paga la tessera delForganizzazione (scekel). I Sionisti di un dato territorio vengono raccolti prima in gruppi locali, poi provincial^

poi territoriali. Essi eleggono i loro delegati al Congresso che si raduna ogni anno (piu tardi ogni due anni). II Congresso elegge il Presidente dell'Organizzazione (Herzl fu

Presidente fino alia morte) e il Grande Comitato d'Azione, che si raduna ogni tre mesi

per controllare il lavoro del Piccolo Comitato d'Azione, il quale viene eletto esso pure dal Congresso e guida la politica sotto la presidenza del Presidente dell'Organizzazione. Piu tardi, con la creazione degli Istituti relativi, il Congresso eleggeva pure i direttori

della Banca Ebraica {Jewish Colonial Trust) e del Fondo Nazionale Ebraico. Negli anni

in cui non vien convocato il Congresso, si raduna la conferenza annuale composta dei

rappresentanti delle federazioni territoriali; essa ha gli stessi diritti del Congresso, eccet

tuato quello della riforma dello statuto. Questo sistema e, salvo piccole modificazioni> in vigore anche oggi (il Piccolo Comitato d'Azione si chiama adesso Esecutivo).

Formata 1'organizzazione, Herzl si mise all'opera con raddoppiata energia. Ancor

prima della convocazione del Congresso fu da lui fondato il primo organo del sionismor il settirnanale ? Die Welt ?, che doveva poi diventare l'organo delForganizzazione e che cessd le pubblicazioni nell'agosto 1914 (1). Bisognava entrare in contatto coi Governi, spe cialmente con quello turco. Tutto l'atteggiamento di Herzl verso la Turchia fu ispirato ad una assoluta lealta: non volendo istituire un vero Stato Ebraico in Palestina, ma desi derando solo colonizzare questa con garanzie giuridiche, egli non penso mai al distacco della Palestina dall'Impero ottomano, ma al charter ch'egli capiva di non poter ottenere

per semplice grazia del Sultano. Egli immaginava di compensare la Turchia, accomodando con una data somma le sue finanze dissestate. Bisognava avere quindi forti mezzi

finanziari; e siccome i finanzieri ebrei avevano rifiutato il loro appoggio, era necessario trovare il denaro per altre vie, fondando una Banca propria e rivolgendosi a questo scopo ai piu larghi strati ebraici, al ceto medio. Dopo grandi difficolta, pro

(1) ? Die Welt? fu al suo tempo l'unico organo sionista. Oggi esistono circa 160 giornali e ri

viste sioniste in 20 lingue diverse.

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?

dotte in parte dal nome stesso della Banca che si chiamo ?Jewish Colonial Trust??

questa fu aperta con la sua sede a Londra, con un capitale di 250,000 Lst. (giunte attualmente a 365,000). II capitale della Banca pero si rivelo presto insufficiente, si

che fu fondato un altro istituto alimentato da offerte volontarie, il quale presto divenne

uno degli istituti piu popolari dell'Organizzazione: il Fondo Nazionale Ebraico, che> dall'anno della sua fondazione (1901) sino alia fine del 1921, raccoglieva circa 900,000 Lst.

Da principio il denaro del F. N. doveva servire, come quello della Banca, ad ottenere

il charter e all'opera di colonizzazione in grande che doveva seguirne; la destinazione del

capitale del F. N. fu pero piu tardi, come vedremo, modificata. Lo stesso accadeva

pure alia Banca, la quale perdette il suo carattere primitivo specialmente con la fonda

zione di una sua filiale in Palestina (FAnglo-Palestine Company). Col primo Congresso si ini^ia la seconda fase del movimento sionistico che potrebbe

chiamarsi, - in contrapposto a quella coloni^atrice,

- politica, o, come dicevano con un

po' d'ironia gli avversari del metodo herzliano, diplomatica. Accanto al lavoro d'orga

nizzazione, a quello finanziario, letterario (1), giornalistico (2), si svolge Fazione poli tica a cui Herzl dedica le sue migliori energie e in cui ripone le sue piu grandi spe ranze. Per circa sei anni, dal 1897 a^ I9?3? eSu* entra in contatto ed in trattative con

tutti i fattori politici che gli sembrano in grado di aiutarlo nella sua opera. Gli uomini

di Stato inglesi, con Chamberlain a capo, il Granduca di Baden, il Kaiser Guglielmo,, il Re Vittorio Emanuele III, il Papa Leone XIII, e soprattutto il Sultano Abd ul-Hamid II

sono da lui ripetutamente avvicinati; col Sultano egli inizia lunghe trattative che tal

volta gli parvero essere mature per il conseguimento del suo scopo. Opera dif

ficile, snervante, che lo fa oscillare fra le speranze piu rosee e la disperazione, che eccita

tutto il campo ebraico il quale attende di giorno in giorno la buona novella del

riscatto, che ripone continuamente il problema alPordine del giorno delle discussioni

nella stampa e nei Parlamenti, ma che, in quel senso pratico voluto da Herzl, nel senso

del charter, non da alcun frutto positivo. 11 resultato delle trattative col Sultano fu la

proposta, fatta dalla Turchia, di istituire colonie agricole sparse in tutto PImpero eccet

tuata la Palestina : proposta che Herzl naturalmente non poteva accettare.

GPinsuccessi diplomatici di Herzl produssero una delusione sempre maggiore fra

le masse ebraiche che avevano accolto il progetto di Herzl con speranze eccessive.

Intanto ogni lavoro pratico in Palestina era cessato; in Rumenia e in Russia la situa

zione degli Ebrei diveniva sempre piu grave, e soprattutto in Russia, dove il massacro

di Kiscinew apriva nel 1903 una nuova serie di sanguinose persecuzioni. In una sua

visita fatta a Pietroburgo al ministro degli Interni, Plehwe, Herzl tent6, invano, di

ottenere un miglioramento alia situazione degli Ebrei di quel paese. In quel periodo perveniva dal Governo inglese alPOrganizzazione sionista la pro

posta di concessione della colonia delPUganda nelPAfrica orientale ; POrganizzazione avrebbe avuto la possibility di compiere un lavoro sistematico e le colonie ebraiche

avrebbero ottenuto Pautonomia amministrativa e culturale, cioe una specie di charter.

(1) Nel 1900 esce un romanzo di propaganda scritto da Herzl: ?I1 vccchio nuovo paese?.

(2) Gli articoli di Herzl intorno al sionismo sono raccolti nel volume dal titolo : Sionistische SchrifUn^

Berlino, Judischer Verlag, 1921. Attualmente la stessa casa editrice sta pubblicando in 3 volumi il suo

diario.

Page 11: LE FASI DEL PENSIERO SIONISTICO ESPOSTE DA UN SIONISTA

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?

Una proposta analoga era gia stata fatta dalla Gran Bretagna un anno prima per il

territorio di el-'Arlsh; ma le trattative non avevano condotto a risultati soddisfacenti, a causa dell'opposizione del Governo egiziano il quale non credeva di poter concedere

Tacqua del Nilo necessaria alPirrigazione della colonia. La situazione in cui si trovava

l'Organizzazione sionistica indusse Herzl ad accettare la proposta. Gli sembrava che un'of

ferta cosi benevola di uno Stato delPimportanza delPInghilterra non si dovesse respingere senz'altro. Se anche non avesse potuto in definitiva essere accolta, avrebbe potuto ser

vire piu tardi come di ponte alle trattative per la Palestina ed avrebbe accresciuto in

ogni modo Fimportanza e Pinfluenza del movimento, tanto presso il mondo ebraico

quanto presso quello non ebraico. Inoltre le gravi condizioni degli Ebrei in Russia, che

andavano sempre piu peggiorando e che Herzl aveva potuto personalmente osservare in una

sua visita recente, lo avevano profondamente scosso ; non gli pareva possibile che uomini

potessero vivere in condizioni di tanta miseria ne che il sionismo d'altra parte potesse rimanere freddo dinanzi a quelle sofferenze. Percio propose al VI Congresso sionistico, radunatosi nel 1903 a Basilea, di accettare la proposta inglese e di inviare in Uganda una Commissione di studio, pur rimanendo pero fedele al programma di Basilea e

considerando P Uganda soltanto come una scuola di preparazione e di esperienza agri cola e statale, e come un temporaneo rifugio per gli Ebrei delPOriente europeo. Come

prova della fedelti del sionismo alPideale palestinese si doveva inviare contemporanea mente una Commissione di studio in Palestina. II VI Congresso divenne per causa di

quella proposta teatro di gravi lotte che minacciarono quasi di disgregare il movimento.

Herzl fu appoggiato spprattutto dai sionisti occidental^ con Max Nordau e Israel Zan

gwill a capo; fu avversato soprattutto dai sionisti russi (quelli stessi a cui favore egli credeva di agire aUorche proponeva loro il rifugio d'Uganda). Dopo discussioni appas sionate la proposta di Herzl fu accolta.

La vera opposizione comincid pero dopo la chiusura del Congresso, allorche dalla

Palestina accorse uno dei capi piu energici e piu fedeli^alP ideale sionistico : Menachem

Ussishkin (attualmente Presidente di quella parte delP Esecutivo sionistico che risiede in Palestina), il quale organizzo P opposizione e minaccio la scissione, qualora la pro

posta delP Uganda non fosse ritirata. Herzl stesso parve accorgersi delPerrore in cui -era caduto e si mostr6 propenso ad eliminare la causa del conflitto ; in ogni modo

fece tutto il possibile per placare Popposizione. II risultato della lotta egli non lo vide

per6 piu, poiche il 3 luglio 1904 cessava di vivere.

Col VII Congresso, raccoltosi nel 190} a Basilea, il sionismo entra in una nuova

Jase che si potrebhe chiamare la fase sintetica. Abbiamo veduto che i Choveve Sion

erano entrati nell'organizzazione non senza una qualche opposizione, e si puo dire che,

pur consentendo a Herzl di agire nel nome di tutto il sionismo, non avevano mai

abbandonato le loro idee sostanziali che avevano soltanto integrate con quelle di Herzl.

Con la scomparsa del duce che dominava il movimento grazie alle sue qualita ecce

zionali, col fallimento della sua politica divenuto palese anche durante la sua vita ma

rivelatosi con indubbia chiarezza dopo la sua morte, Popposizione si ridesto, e il sio nismo si divise in due grandi correnti, le quali furono comunemente chiamate ? po litica ? e ? pratica?. La corrente politica, fedele ai principi herzliani, sosteneva la ne

cessita di lottare anche in avvenire per il riconoscimento politico delle aspirazioni

Page 12: LE FASI DEL PENSIERO SIONISTICO ESPOSTE DA UN SIONISTA

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?

ebraiche, era contraria ad ogni lavoro immediate* in Palestina, era proclive a cercare

nil ? rifugio ? neir Uganda o in qualunque altro paese. La corrente pratica invece, pur accettando l'impostazione pubblica e internazionale che al problema aveva dato Herzl,

pur riconoscendo come suo merito inestimabile la creazione dell'Organizzazione sionistica

e pur ritenendo necessario di ottenere il charter, sosteneva nondimeno che Herzl aveva

condotto il movimento in un vicolo cieco, riponendo tutte te sue speranze nella buona

volonta dei Governi. In questa tatties i pratici vedevano un deviamento dalPidea maestra

dei Choveve Sion, dalPautoemancipazione; le folle non erano chiamate all'opera e

dovevano aspettare soltanto la vittoria di Herzl. Cera poi una certa inorganicita nella

concezione di Herzl, il quale credeva di poter creare una nuova collettivita con un de

creto, sia del Sultano, sia dell'Organizzazione sionistica; i sionisti pratici, i discepoli di

Ahad Haam e di Pinsker, sentivano invece che la nuova societa ebraica poteva sorgere solo dal basso, merce gl'infiniti sforzi delle folle stesse, col lavoro tenace e talvolta

insignificante della vita quotidiana. La differenza fra ? pratici ? e ? politici ? era ancora

piu profonda per quanto si riferiva alia concezione stessa del movimento. Per i politici esso non aveva altro scopo che creare un sicuro rifugio agli Ebrei perseguitati; per i

pratici esso doveva necessariamente abbracciare tutta la vita ebraica, anche nei paesi della dispersione, nel senso di un generale rinascimento sociale e culturale. Essi propu

gnavano percio un lavoro attivo di organizzazione e di nazionalizzazione anche nei

paesi della diaspora, un energico indirizzo nazionale nel lavoro palestinese, ecc. Dato

cib, non potevano non essere avversi ad ogni ? rifugio temporaneo ?, da cui non po teva sorgere alcuno stimolo a quella rinascita che essi auspicavano. Questa diversita

fra le concezioni sionistiche dei pratici e dei politici era conseguenza naturale delle

diverse fonti, da cui per essi derivava il sionismo : per i primi il sionismo era so

prattutto una reazione contro l'assimilazione e l'anelito ad una vita socialmente normale;

per i secondi, era la reazione contro 1' antisemitismo e l'anelito ad una vita che non offen

desse piu l'orgoglio individuale. Due fenomeni avevano dato, nel periodo post-herzliano, un vigore straordinario alia corrente pratica: il risveglio della vita sociale e politica

dell'Europa orientale colla rivoluzione russa del 1905, il quale aveva posto il sionismo

dinanzi a nuovi compiti, e la democratizzazione del" movimento che gli aveva fatto

sentire Pinflusso delle idee democratiche e sociali.

Al tempo del VII Congresso questa diversita fra' pratici e politici non era ancora

abbastanza accentuata, n? i pratici erano abbastanza forti per conquistare la direzione

del movimento. II programma con cui essi eran venuti al Congresso (cio& la ripresa

dell'opera palestinese, il rigetto della proposta ugandista e la riaffermazione del carattere

palestinese del movimento) fu accolto solo nella seconda parte, e cio tanto piu facil

mente in quanto che la missione inviata nell'Uganda era tornata con un response ne

gativo: il paese non era adatto alia colonizzazione. Ma neppure questa mezza vittoria

fu ottenuta senza lotta; ed una parte dei sionisti, con Israel Zangwill a capo, abban

donava il movimento e creava un' organizzazione propria, la ?Jewish Territorial As

sociation ? che ebbe assai scarso seguito e non vive oggi che di nome. Come suc

cessor di Herzl fu eletto il suo amico e discepolo fedele, David Wolfssohn.

Solo r VIII Congresso (1907), che ebbe la sua impronta da vigorosi discorsi di

Chaim Weizmann (attualmente Presidente delPOrganizzazione), segno una svolta de

Page 13: LE FASI DEL PENSIERO SIONISTICO ESPOSTE DA UN SIONISTA

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-

cisiva nella direzione del movimento, in quanto vi fu deciso di riprendere il lavora

palestinese. A questo scopo fu creato PUfficio sionistico di Palestina (ch'ebbe a capo Arturo Ruppin, attuale membro dell' Esecutivo palestinese), furono fondate la scuola

agricola di Giaffa, la societa per la costruzione di case, la societa per l'acquisto dei

terreni (Palestine Land Development Co.), fu deciso che il Fondo Nazionale non do

vesse piu limitarsi ad accumulare il denaro, ma potesse spenderlo nelle opere di co

lonizzazione. Da questo momento comincia un' attivita sionistica in Palestina, che pro

segue con alternato successo, ma che crea le basi fattive e positive della nuova societa

ebraica palestinese. Nel 1905 fu fondato a Giaffa il ginnasio ebraico (i), nel 1906 a

Gerusaiemme la scuola d'arti e mestieri ? Bezalel ?, e dal 1908 in poi tutta una serie

di nuove colonie; nello stesso 1908 sorge la prima di quelle cooperative agricole di

produzione che dovevano poi avere un'enorme importanza per lo sviluppo del paese.

Questo lavoro pratico dei sionisti, accompagnato da un risveglio straordinario

nella vita e nella cultura nazionale in Palestina e nei paesi della dispersione, ha con

dotto negli ultimi 10 o 12 anni ai seguenti risultati: la Palestina e diventata il paese in cui gli Ebrei formano la piu forte minoranza rispetto a qualunque altro paese del

mondo (e cioe dal 18 al 20 per cento), il paese dove fra gli Ebrei la percentuale degli

operai occupati in lavori produttivi, specialmente nelP agricoltura, e piu alta che in

qualunque altra terra (cio che ha offerto la prova che gli Ebrei possono effettivamente

diventare veri agricoltori) (2); si e dimostrato che per Pideale nazionale gli Ebrei sono

pronti a fare i massimi sacrifici, ma che essi li sopportano soltanto per la Palestina ;

il rinascimento della lingua ebraica e diventato un fatto; e stata provata la capacita

degli Ebrei a reggersi da se; essi si sono rivelati Punico elemento capace e pronto a

colonizzare il paese, a svilupparlo economicamente e culturalmente; Pimmigrazione ebraica ha elevato il valore della terra, ha contribuito ad accrescere i centri urbani e

a risanare il paese; ha recato molti vantaggi alia popolazione indigena o indiretta

mente, elevandone il tenore di vita, o direttamente, offrendo nuove occasioni al lavoro>

aprendo nuovi mercati, migliorando i metodi del lavoro, ecc.

Questi risultati, oltre al loro valore immediato, hanno avuto per il sionismo una

portata immensa nel senso che sono stati un esperimento riuscito e hanno dimostrato

la buona volonta, tanto nei confronti degli Ebrei stessi, quanto agli occhi del mondo

da cui dipende in gran parte la sorte futura della. Palestina. Inoltre lo sviluppo della

colonia ebraica di Palestina ha avuto un' importanza massima per Pebraismo della di

spersione, soprattutto in due sensi: nel senso della nazionaiizzazione (specialmente per

quanto riguarda la lingua ebraica) e nel senso dell'impulso all' attivita produttiva. II

passaggio dalle professioni inrellettuali e dal mestiere d'intermediari al lavoro produt tivo e diventato uno dei tratti dominanti della attuale vita ebraica, a cui si deve se

e sorta nella diaspora una corrente delle piu promettenti nell'ebraismo, quella dei pio nieri (chalu%im), che, rinnovando in dimensioni maggiori la tradizione dei ? Bilu ? e

lasciando talvolta una posizione sociale molto piu elevata, si rivolgono alia terra e at

lavoro fisico per cooperare, insieme al rinascimento nazionale, a quello sociale. La corrente e fortissima in tutto P Oriente europeo, e se da una parte offre un materiale

(1) Nel 1921 v'erano in Palestina 135 scuole ebraiche con 566 maestri e circa 15,000 scolari.

(2) La proprieta agricola ebraica in Palestina nel 1921 era di circa 60,000 ettari.

Page 14: LE FASI DEL PENSIERO SIONISTICO ESPOSTE DA UN SIONISTA

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?

nmano molto eletto alia Palestina, conduce pure alia elaborazione di nuove forme della

vita sociale, specialmente sotto forma di gruppi operai di cooperative di produzione,

agricole e industriali (kvu^pth fl13FQp), che occupano attualmente uno dei posti mi

gliori nella colonizzazione palestinese. Accanto al lavoro pratico si svolse negli ultimi anni anteriori alia guerra anche

il lavoro politico, quantunque con minore energia e vigore di quello che avesse fatto

Herzl. Anche i tempi erano mutati, poiche il cambiamento di regime in Turchia e le

guerre che l'Impero Ottomano dovette sostenere avevano reso piii oscuro 1' orizzonte

politico. Una vera ripresa delPattivita politica si e avuta soltanto con la guerra mon

diale, quando la sorte della Palestina fu nelle mani dell' Intesa. L' appoggio piu

energico il sionismo lo trovo nell'Inghilterra che, come abbiamo visto, aveva manife

stato il suo interesse per il movimento a parecchie riprese negli anni antecedenti.

Balfour non ha fatto che continuare la tradizione degli uomini di Stato inglesi per

quasi tutto- il secolo xix. L'appoggio inglese si e concretato, come e noto, nella di

chiarazione del 2 novembre 1917, a cui si associarono i Governi italiano e francese

e, qualche settimana fa, il Governo e il Senato americano (1). Nel 1916 esisteva gia

riguardo alia Palestina, un accordo franco-inglese, il cosi detto accordo Sykes-Picot (2), -che prevedeva la divisione della Palestina fra l'lnghilterra e la Francia. Con le di

chiarazioni filosioniste delPIntesa, questo accordo fu annullato, e, secondo il trattato di

Sevres, la sovranita sulla Palestina spetta alia Societa delle Nazioni, la quale affida il

mandato d'amministrare il paese alia Gran Bretagna perche faciliti l'istituzione in Pa

lestina della Sede nazionale ebraica, vegliando che non siano lesi gli interessi nb degli

mdigeni ne delle grandi religioni legate alia Terra Santa. II progetto di mandato pre sentato dal Governo inglese alia Societa delle Nazioni prevede l'istituzione di un'Agenzia Ebraica che collaboreri, a lato dell' amministrazione palestinese, alia colonizzazione del

paese, e di una Commissione dei rappresentanti di tutte le religioni interessate la quale curera e sorvegliera i Luoghi Sacri. La questione e tutt' ora pendente davanti alia So

cieta delle Nazioni (3). II primo incontro dei sionisti dopo la guerra ebbe luogo nella conferenza di Londra

del luglio 1920. Essa conferm6 l'opera svolta durante la guerra dai capi del movimento, Weizmann e Sokolow, istitui un Fondo di ricostruzione (Keren Hajesod), piu tardi con

fermato dal XII Congresso, ed elesse un Esecutivo composto di Weizmann, Brandeis e

Sokolow. II vero Congresso pote essere tenuto solo a Carlsbad, nel settembre 1921 (4). La lunga strada percorsa dall'Organizzazione sionistica, l'esperienza fatta negli ultimi

15 anni, le difficolta superate durante i primi anni dell'occupazione militare inglese,

quelle che essa incontra tuttora nel paese e fuori, hanno modificato fortemente il ,suo

primitivo contenuto. // tnoto sionistico non e piu nl la piccola quasi nascosta corrente co

loriiTjatrice che era sotto i Choveve Sim, ne quel moto essen^ialmente e quasi esclusivamente

politico che era sotto Her^l. E un movimento di generale rinascita spirituale e sociale del

(1) Vedi sotto, nella rubrica ? Palestina ?.

(2) Vedi Oriente Moderno, vol.1 (1921-1922), 198. (3) Intorno alia parte ufficiale deiropera sionistica durante la Conferenza della Pace, aH'ammi

nistrazione di H.Samuel e al Mandato, v. Amedeo Giannini in Oriente Moderno, vol. I, pag. 257-272.

(4) V. Oriente Modemo, vol. I, pp. 350-356.

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-

popolo ebraico. Nell'organizzazione agiscono parecchie correnti: l'ala destra (il cosi'detta

Misrachi) formata dagli Ebrei fedeli alia legge che vorrebbero attuata in tutta Popera sionistica Posservanza della tradizione religiosa ebraica; l'ala sinistra formata dai socia

list! (Poale Sion) e dagli elementi loro affini (Hapoel Hazair), che propugnano soprat tutto il principio cooperativista nella ricostruzione palestinese; il centro, incline piuttosto a favorire l'iniziativa privata basata sui principi capitalistici. Qualunque siano pero i dis

sidi interni dell'organizzazione, i principi fondamentali del programma palestinese sono

comuni a tutti i sionisti. Questi principi possono riassumersi press'a poco nel modo

seguente:

i. I sionisti non pretendono di trasformare la Palestina in uno Stato ebraico. Come

abbiamo visto, anche Herzl uso Pespressione ? Stato ? non in senso di un territorio del

tutto indipendente politicamente, tant'e vero che nbn parlo mai di sottrarre la Palestina

alia sovranita del Sultano e non voleva ottenere altro che una carta con cui si conce

desse agli Ebrei liberta di lavoro e autonomia. Lo Stato ebraico in Palestina b estraneo

alia mentalita di quella corrente che tiene le redini del movimento dal 1908 in poi. La

corrente politica b oggi quasi completamente scomparsa (1). Domina la concezione per cui gli Ebrei non devono chiedere che la facolta. di colonizzare la Palestina secondo le

capacita economiche del paese e i propri mezzi finanziari, senza spossessare o danneg

giare alcuno. Cio ch'e possibilissimo se si pensa che sopra una superficie di 29,000 kmq. la Palestina ha 600,000 abitanti e che solo il 50 per cento del terreno coltivabile e

oggi coltivato (e per giunta con metodi arretrati), mentre anche il terreno oggi sterile

puo trasformarsi in coltivabile, cio che gl: Ebrei sono gia riusciti a fare in una parte.

Bisogna notare anche che finora, nei 40 . anni di vita della colonizzazione ebraica mo

derna, nessun abitante del paese fu mai espropriato (2). Le buone relazioni cogli Arabi formano la preoccupazione massima dei sionisti, i

quali comprendono Pimpossibilita di vivere in un paese in mezzo all'inimicizia degli abitanti e, per riflesso, anche dei vicini, non essendo la Palestina che una isoletta nel mare arabo. ? noto Patteggiamento che riguardo al problema araba ha assunto 1'ul

timo Congresso sionista (3). Ancora piu esplicito e stato il capo del movimento, Weiz

mann, nel suo discorso a Oxford (febbraio 1922): ? Come in Isvizzera vi sono tre civilta

che lavorano Puna a fianco dell'altra; come nei tempi passati gli Ebrei e gli Arabi vis sero insieme e lavorarono insieme allorche PEuropa era ancora immersa nell'oscurita, cosi avverra pure adesso in Palestina, e Israele e Ismaele s'intenderanno e collabore ranno pacificamente ?. L'accordo fra Ebrei e Arabi b tanto piu desiderato dai sionisti in

(1) II suo rappresentante piu genuino era Israel Zangwill che, in parte anche per queste diver

genze, e uscito da 17 anni dall'organizzazione. Non e quindi esatto chiamare Zangwill un sionista rap

presentativo, come fa il Giannini nell'articolo citato.

(2) Ultimamente il Fondo Nazionale Ebraico che s'occupa dell'acquisto dei terreni ha stabilito

norme nuovissime per POnente. Di solito si evita di comprar terreni gia affittati; se per6 si presenta la necessita di comprare un qualche latifondo su cui ci sono pochi fittavoli, oltre al contratto stesso col

proprietario si conclude pure un altro accordo, che non e per nulla obbligatorio, coi fittavoli, secondo il

quale essi hanno diritto di conservare il terreno per altri sei anni, trascorsi i quali, possono comprare il loro pezzo di terra al prezzo pagato per esso dal F. N., il quale ne diviene proprietario definitivo sola

nel caso che il fittavolo, dopo sei anni, non faccia uso del suo privilegid.

(3) V. Oriente Modemo, vol. I, pp. 354-356.

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?

quarito che per molti di essi il ritorno degli Ebrei' in Palestina ha, oltre un significato nazionale e sociale, ancora un profondo significato spirituale: quello del ritorno all'Oriente,. dell'unione fra Oriente ed Occidente. Questo accordo non potra raggiungersi che sulla

base del comune lavoro quotidiano, dell' intesa cogli element! pfoduttivi della popolazione araba.

Le ultime notizie della Palestina dimostrano che quest'intesa arabo-ebraica e gia in

atto e, quantunque non siano da escludersi altri effetti dell'agitazione antiebraica, b con

vinzione dei sionisti che infine si giungera ad un accordo completo e duraturo cogli

Arabi, sul luogo stesso.

2. II secondo principio fondamentale del programma sionista b quello del lavoro

ebraico. Una nuova societa ebraica non puo sorgere in Palestina, paese eminenfemente

agricolo, se la struttura sociale delPebraismo della dispersione verra trasportata tale e quale in Palestina. La premessa del successo sionistico e che gli Ebrei si dedichino a tutte le

forme di lavoro e specialmente a quello agricolo. II problema della trasformazione so

ciale deU'ebraismo e diventato percio uno dei piu importanti problemi del sionismo.

Finora la societa ebraica in Palestina si sviluppa nelle linee desiderate dal sionismo, e

il movimento dei pionieri, di cui abbiamo gia parlato, e garanzia che il nuovo materiale

umano che immigrera nel paese, completer! le fila degli elementi produttivi deU'ebraismo

di Palestina.

3. II finanziamento della colonizzazione con tutti i lavori necessari (case, strade^

scuole, lavori pubblici, irrigazione e elettrificazione ecc.) deve essere fatto dagli Ebrei

stessi e non ne debbono soffirire ne il contribuente inglese ne quello indigeno. A questo

scopo serve il Fondo di Ricostruzione il quale ha gia procurato lavoro a circa 25,000

immigranti ebrei immigrati negli ultimi tre anni. ? In questi ultimi anni si sono spesi

quattro milioni di lire sterline per la ricostruzione del paese, in un tempo di rovine

politiche ed economiche per la maggior parte degli Ebrei. Abbiamo affidato all'aratro

tanta terra quanta era necessaria per due mila coloni. Abbiamo costruito 50 miglia di

strade, due o tre piccole ferrovie, nuove linee telegrafiche e telefoniche, nuovi ponti, e

dato sviluppo alle provincie arretrate. Abbiamo piantato 750 mila nuovi alberi; altri due

milioni di piante sono nei vivai. II nostro sistema d'educazione abbraccia 137 scuole di

vario tipo, in cui 500 maestri istruiscono 15 mila ragazzi. Per 1'istruzione spendiama 100 mila lire st. all'anno. La spesa del Governo palestinese per l'educazione di tutta la

popolazione non ebraica e stata molto piu bassa. In opere sanitarie e in soccorsi medici

spendiamo 100 mila lire st. all'anno, e ne traggono beneficio in egual misura tutti gli abitanti della Palestina. Tutto cio abbiam fatto senza turbare gl'interessi legittimi dei

resto della popolazione. Quello che era un paese addormentato, ora risorge? (1).

4. II problema dei Luoghi Santi continua a preoccupare il sionismo^ data special mente l'avversione che il movimento incontra da parte dei ckcoli influenti cattolici. I

principi a cui il sionismo si inspira in tale questione sono noti (2). Gli Ebrei sono in

teressati a rivendicare solo due monumenti: la Tomba di Rachele e il Muro dei Lamenti> alia cui proprieta nessun altro accampa diritti. La colonizzazione ebraica non ha dato finora^

(1) Dal discorso del Weizmann a Leeds (giugno 1922). (2) V. mWOrie'nte Modemo, vol. I, p. 354, le dichiarazioni del Sokolow nell'ultimo Congresso^

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non puo dare neppur in avvenire, alcuna occasione d'offesa al sentimento religioso cristiano o musulmano. ? interesse del sionismo che tutti gli elementi cristiani e mu

sulmani interessati nella questione si mettano d'accordo; i sionisti accetteranno quella qualunque soluzione del problema che da tale accordo derivera.

5. Nel sionismo permane la volonta di creare in Palestina la sede nazionale, il centro nazionale ebraico, il che vuol dire che la lingua ebraica deve definitivamente af

fermare la sua posizione attuale, sostituendo presso gli Ebrei le lingue dei paesi da cui

provengono; che le scuole ebraiche devono essere organizzate nello spirito ebraico (cio che non vuol dire sempre spirito tradizionale religioso); che i libri, le riviste, i giornali, Parte, il teatro, ecc. della popolazione ebraica di Palestina devono recare un'impronta ebraica, e non solo in senso linguistico. Come gia notammo, i sionisti possono da questo lato essere soddisfatti dello stato di cose oggi attuatosi in Palestina, la quale e gia di ventata di fatto, in parte, il centro nazionale ebraico; si tratta solo di consolidare ora,

quantitativamente e qualitativamente, le posizioni gia conquistate, di trasformare quello che oggi e piuttosto una pianta da serra in un albero dalle salde radici. Un nuovo peri colo s'intravvede certo sulPorizzonte, ed e il processo di anglicizzazione. I sionisti con

fidano pero che la loro rinascente civilta ebraica sara capace di eliminare anche questo pericolo.

Nessun sionista considera la ratifica del mandato e con esso Passetto politico defi nitive della Palestina come la fine del movimento, come proclamazione della Sede ebraica. II mandato verra a significare soltanto la possibilita di lavoro, il permesso per gli Ebrei di portare le loro braccia nel paese deserto di Palestina. Solo da questo momento

cominciera la vera opera, il vero cimento ebraico. Anche internamente il movimento en trera in una nuova fase. I suoi stimoli sono stati finora: religione, antisemitismo, peri colo delPassimilazione, anelito al rinnovamento sociale. Tutti questi moventi furono fino dalP inizio gli alleati del lavoro costruttivo. Dal momento in cui il centro di gravita del movimento sara trasportato sui campi della Palestina, sa*a inevitabile la loro differenzia zione e la salutare lotta di chiarificazione. E lecito prevedere che nel corso dei prossimi anni, se sara veramente data ai sionisti la possibilita di lavorare, il movimento si tra sformera in qualche cosa di nuovo, come si e trasformato nel corso degli ultimi 40 anni da Pinsker ed Ahad Haam a Herzl e da Herzl a Weizmann.

Mose Beilinson.

CRONACA E DOCUMENTI

Riassuoto della situazione(I) Turchia. ? II 7 giugno alcune navi appar

tenenti alia squadra ellenica del Mar Nero si reca

rono a Samsun, dove si trovavano, in prossimita della costa, grandi depositi di munizioni e di esplo

sivi, essendo quella localita un centro di approv

vigionamento marittimo dei kemalisti sul Mar Nero,

(i) Al i? luglio 1922.

e ingiunsero al Governatore turco di procedere alia

distruzione del materiale di guerra. Avendo questi

risposto con un rifiuto, dichiarando che la citta-non

era fortificata, il comandante della flotta greca, scadute le quattro ore concesse, inizi6 un violento

bombardamento, che dur6 due ore. Rimasero di

strutti il Konak del Governatore, il palazzo della

Prefettura, la dogana, le banchine di approdo e i

depositi di munizioni e di esplosivi.