Le età della felicità

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2 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA DOMENICA 15 MARZO 2015 Sommario corriere.it/lalettura L'inserto continua online con il «Club della Lettura»: una community esclusiva per condividere idee e opinioni Il dibattito delle idee di LORENZO MARONE L a felicità non è qualcosa di statico che sta lì e non cambia, che puoi afferrare a dieci anni come a ottanta o novanta. La felicità si mostra per quello che è, una sensazione duttile, che cresce, si tra- sforma e forse invecchia, proprio come facciamo noi. La felicità di un bambino nello scartare un gioco non può essere la stessa che prova un anziano nel ritrovare una vecchia foto. Quello che ci rende felici a trent’anni non avrà la forza di farlo a sessanta. L’inconsapevolezza giova- nile, la voglia di spaccare il mondo, il senso di on- nipotenza che rende quell’età unica e irripetibile non potrebbero sopravvivere al passare degli anni, e se accadesse vorrebbe dire che qualcosa è andato storto. Non esiste una sola felicità. Fino ai dieci anni la felicità è inventarsi un gioco Tuo nonno apre l’armadio e tu avverti il solito odore di naftalina che ti fa stare bene. Quando si gi- ra, ha in mano il volante di un’auto, uno vero, ti spiega, quello della sua vecchia Cinquecento, che si è fatto smontare apposta per te. Lo guardi strabilia- to, lui ride, ti dà un buffetto sulla guancia e se ne va, mentre tu rimani ad accarezzare il fantastico ogget- to grigio con il pulsante del clacson nero e rosso al centro. Devi provarlo: ti siedi sulla poltrona e lo ap- poggi alle ginocchia. Ora hai anche tu la tua Cin- quecento, gialla e col tettuccio apribile, come quel- la del padre del tuo migliore amico. Di là ti stanno chiamando, è ora di cenare. Dovranno aspettare, adesso sei impegnato. Inserisci la marcia, impugni il volante con entrambe le mani e parti a tutta velo- cità, tanto sulla tua strada non ci sono né semafori, né incroci. Ancora per un bel po’. A vent’anni la felicità è poter rincorrere la vita inconsapevoli Il rumore della Vespa copre la sua voce, mentre il vento ti sbatte in faccia il mare che ruggisce contro gli scogli. Il mento di lei è nell’incavo della tua spal- la, i suoi capelli ti svolazzano davanti agli occhi, le labbra ogni tanto si poggiano sul collo e le braccia ti avvolgono, anzi ti avvinghiano, una attorno al ba- cino, l’altra quasi aggrappata al torace. È come se la stessi portando sulle spalle, e ti stringe così forte che puoi sentirne il seno dietro le scapole. Fra poco vi fermerete sulla vostra panchina. Fra poco. Per adesso, invece, siete ancora qui, a sfidare l’aria, il vento e il mare, a rincorrere la vita, a ridere e a riempirvi i polmoni di questa strana brezza che una volta giunta nel petto provoca una specie di gorgoglio, come il bicarbonato che si scioglie nel- l’acqua. Forse vent’anni sono pochi per capire che quel gorgoglio è la felicità. Ma, in fondo, chi se ne frega. A trent’anni la felicità è un progetto Le stelle di questa notte d’estate punteggiano il cielo mentre voi quattro ve ne restate distesi sulla sabbia accanto al fuoco che borbotta assonnato. Gli altri sono andati a dormire, voi, invece, avete anco- ra voglia di sognare. Perché stasera è la notte in cui tutto è permesso, persino sperare che non passi mai. Ti accendi una sigaretta e ti perdi l’ennesima stella che graffia il cielo. Ma fa niente, perché state parlando di donne, di futuro e di passato, di pro- getti, e di quest’estate che presto finirà e vi renderà un po’ più grandi, forse un po’ più distanti. Per adesso, però, il sole non è ancora sorto e le stelle continuano a cadere. Perciò fai un tiro e cacci il fu- mo dal naso, mentre ridi per l’ennesima stupida battuta. A quarant’anni la felicità è qualcosa che resta La televisione proietta il solito cartone animato. Tua figlia è accanto a te, sul divano, gli occhi alla ti- vù e un gelato sciolto che le incornicia le labbra. Tu, invece, sei sdraiato, le gambe accavallate in una po- sizione scomoda, come di chi non ha intenzione di cedere al sonno. La pioggia inizia a tamburellare contro i vetri, e la voce di tua moglie sembra into- nare una canzone dal bagno. Socchiudi gli occhi un attimo, poi tua figlia allunga una mano verso la tua, allora ti giri e la guardi, ma lei è presa dal cartone e non sembra fare caso a te, forse neanche si è accor- ta che ora le sue piccole dita sono racchiuse nel tuo palmo. La pioggia cresce d’intensità e tua moglie continua a canticchiare un pezzo che adesso rico- nosci: è Futura, di Lucio Dalla. Serri la mano, chiu- di di nuovo gli occhi e ti lasci infine vincere dal son- no, senza nemmeno accorgerti che stai sorriden- do. A cinquant’anni la felicità è l’imprevisto che torna a sorprenderti Non volevi neanche venirci a questa festa, invece sei qui ad annoiarti, finché incroci gli occhi di una donna che ti guarda di sottecchi, mentre chiacchie- ra con altri, e allora d’improvviso ti vedi trasandato, con la cravatta allentata e i calzini un po’ scesi. Ti alzi e afferri un bicchiere di vino. Forse potresti av- vicinarti. Forse sei rosso in viso. Sei patetico. Tua moglie ti trascina in un’altra stanza, dove fingi di La Giornata della Felicità Con la motivazione che «la ricerca della felicità è un fondamentale obiettivo umano» (anche nella Costituzione degli Stati Uniti i diritti inalienabili dell’uomo «sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità») il 20 marzo di ogni anno è la Giornata Internazionale della Felicità. La ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea dell’Onu nel giugno 2012, dopo l’iniziativa del regno himalayano del Bhutan e la sua decisione di misurare il benessere nazionale con l’indice Gnh, Gross National Happiness, invece che con parametri soltanto economici L’autore Lorenzo Marone è nato a Napoli, dove vive, nel 1974. Dopo aver iniziato la carriera di avvocato, lascia la professione e vince numerosi premi con i suoi racconti inediti. Pubblica i libri Daria (La Gru) e Novanta (Tullio Pironti); a gennaio 2015 per Longanesi è uscito La tentazione di essere felici (pagine 268, 14,90) Bibliografia Sul tema, recentemente, sono apparsi il romanzo L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio di Haruki Murakami (traduzione Antonietta Pastore, Einaudi, pp. 272, 20), Un’idea di felicità di Luis Sepúlveda e Carlo Petrini (Guanda, pp. 168, € 13) e l’autobiografia La ricerca della felicità di Chris Gardner (Fandango, traduzione Chiara Piovan, pp. 351, 10) i Sentimenti La Costituzione Usa la invoca, l’Onu la celebra: ma il più evocato degli stati d’animo sfugge. Uno scrittore lo racconta Le età della felicità Amici? Amore? Progetti? O solo ricordi? Ciò che ci dà gioia a 20 o 30 anni non lo fa né prima né dopo (e non sarebbe sano) 4 Il dibattito delle idee L’Isis e le minacce a Roma I giorni della paura di EMANUELE TREVI Orizzonti 7 Neuroscienze La coscienza è figlia dei microbi di SANDRO MODEO 8 Comunicazione Il servizio che aumenta le emozioni delle email di ANTONIO SGOBBA 9 Visual data La libertà di stampa non è tutto, la libertà sì di GIUSEPPE SARCINA Caratteri 10 Conversazioni Erica Jong: «Solo le nonne possono salvare il mondo» di ENRICO ROTELLI 12 Recensioni: Laura Pariani I due viaggi di Dino Campana in Sud America e nell’anima di ERMANNO PACCAGNINI 13 Personaggi: Juliette Kahane La figlia dell’editore «porno» che pubblicò Nabokov di LIVIA MANERA 14 Le classifiche dei libri La pagella di ANTONIO D’ORRICO Sguardi 17 Fotografia Alec Soth: «I miei americani ballano da soli» di IRENE ALISON 19 Street artist I nipoti di Haring e Basquiat? Copiano e guardano al mercato di VINCENZO TRIONE Percorsi 20 L’intervista al regista James Ivory: «La mia stanza non ha più vista» di STEFANO BUCCI 22 Il racconto L’incompiuta sinfonia degli addii di TOMMY WIERINGA 23 Geometrie Tre lati non bastano al triangolo di Sascha Arango di RANIERI POLESE

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di Lorenzo MaroneCiò che ci dà gioia a 20 o 30 anni non lo fa né prima né dopo

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2 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA DOMENICA 15 MARZO 2015

Sommario

corriere.it/laletturaL'inserto continua online

con il «Club della Lettura»:una community esclusiva

per condividere idee e opinioni

���Il dibattito delle idee

di LORENZO MARONE

La felicità non è qualcosa di statico chesta lì e non cambia, che puoi afferrare adieci anni come a ottanta o novanta. Lafelicità si mostra per quello che è, unasensazione duttile, che cresce, si tra-sforma e forse invecchia, proprio comefacciamo noi. La felicità di un bambino

nello scartare un gioco non può essere la stessa cheprova un anziano nel ritrovare una vecchia foto.Quello che ci rende felici a trent’anni non avrà laforza di farlo a sessanta. L’inconsapevolezza giova-nile, la voglia di spaccare il mondo, il senso di on-nipotenza che rende quell’età unica e irripetibilenon potrebbero sopravvivere al passare degli anni,e se accadesse vorrebbe dire che qualcosa è andatostorto.

Non esiste una sola felicità.

Fino ai dieci anni la felicitàè inventarsi un gioco

Tuo nonno apre l’armadio e tu avverti il solitoodore di naftalina che ti fa stare bene. Quando si gi-ra, ha in mano il volante di un’auto, uno vero, ti spiega, quello della sua vecchia Cinquecento, che siè fatto smontare apposta per te. Lo guardi strabilia-to, lui ride, ti dà un buffetto sulla guancia e se ne va,mentre tu rimani ad accarezzare il fantastico ogget-to grigio con il pulsante del clacson nero e rosso alcentro. Devi provarlo: ti siedi sulla poltrona e lo ap-poggi alle ginocchia. Ora hai anche tu la tua Cin-quecento, gialla e col tettuccio apribile, come quel-la del padre del tuo migliore amico. Di là ti stannochiamando, è ora di cenare. Dovranno aspettare,adesso sei impegnato. Inserisci la marcia, impugniil volante con entrambe le mani e parti a tutta velo-cità, tanto sulla tua strada non ci sono né semafori,né incroci. Ancora per un bel po’.

A vent’anni la felicitàè poter rincorrere la vita inconsapevoli

Il rumore della Vespa copre la sua voce, mentre ilvento ti sbatte in faccia il mare che ruggisce controgli scogli. Il mento di lei è nell’incavo della tua spal-la, i suoi capelli ti svolazzano davanti agli occhi, lelabbra ogni tanto si poggiano sul collo e le bracciati avvolgono, anzi ti avvinghiano, una attorno al ba-cino, l’altra quasi aggrappata al torace. È come se lastessi portando sulle spalle, e ti stringe così forteche puoi sentirne il seno dietro le scapole. Fra pocovi fermerete sulla vostra panchina. Fra poco. Peradesso, invece, siete ancora qui, a sfidare l’aria, il vento e il mare, a rincorrere la vita, a ridere e ariempirvi i polmoni di questa strana brezza cheuna volta giunta nel petto provoca una specie di

gorgoglio, come il bicarbonato che si scioglie nel-l’acqua. Forse vent’anni sono pochi per capire chequel gorgoglio è la felicità. Ma, in fondo, chi se nefrega.

A trent’anni la felicitàè un progetto

Le stelle di questa notte d’estate punteggiano ilcielo mentre voi quattro ve ne restate distesi sullasabbia accanto al fuoco che borbotta assonnato. Glialtri sono andati a dormire, voi, invece, avete anco-ra voglia di sognare. Perché stasera è la notte in cuitutto è permesso, persino sperare che non passimai. Ti accendi una sigaretta e ti perdi l’ennesimastella che graffia il cielo. Ma fa niente, perché stateparlando di donne, di futuro e di passato, di pro-getti, e di quest’estate che presto finirà e vi renderàun po’ più grandi, forse un po’ più distanti. Peradesso, però, il sole non è ancora sorto e le stellecontinuano a cadere. Perciò fai un tiro e cacci il fu-mo dal naso, mentre ridi per l’ennesima stupida battuta.

A quarant’anni la felicitàè qualcosa che resta

La televisione proietta il solito cartone animato.Tua figlia è accanto a te, sul divano, gli occhi alla ti-vù e un gelato sciolto che le incornicia le labbra. Tu,invece, sei sdraiato, le gambe accavallate in una po-sizione scomoda, come di chi non ha intenzione dicedere al sonno. La pioggia inizia a tamburellarecontro i vetri, e la voce di tua moglie sembra into-nare una canzone dal bagno. Socchiudi gli occhi unattimo, poi tua figlia allunga una mano verso la tua,allora ti giri e la guardi, ma lei è presa dal cartone enon sembra fare caso a te, forse neanche si è accor-ta che ora le sue piccole dita sono racchiuse nel tuopalmo. La pioggia cresce d’intensità e tua moglie continua a canticchiare un pezzo che adesso rico-nosci: è Futura, di Lucio Dalla. Serri la mano, chiu-di di nuovo gli occhi e ti lasci infine vincere dal son-no, senza nemmeno accorgerti che stai sorriden-do.

A cinquant’anni la felicitàè l’imprevisto che torna a sorprenderti

Non volevi neanche venirci a questa festa, invecesei qui ad annoiarti, finché incroci gli occhi di unadonna che ti guarda di sottecchi, mentre chiacchie-ra con altri, e allora d’improvviso ti vedi trasandato,con la cravatta allentata e i calzini un po’ scesi. Tialzi e afferri un bicchiere di vino. Forse potresti av-vicinarti. Forse sei rosso in viso. Sei patetico. Tuamoglie ti trascina in un’altra stanza, dove fingi di

La Giornata della FelicitàCon la motivazione che «la

ricerca della felicità è unfondamentale obiettivo

umano» (anche nellaCostituzione degli Stati Uniti i

diritti inalienabili dell’uomo«sono la Vita, la Libertà, e il

perseguimento della Felicità»)il 20 marzo di ogni anno è la

Giornata Internazionale dellaFelicità. La ricorrenza è stata

istituita dall’Assembleadell’Onu nel giugno 2012,dopo l’iniziativa del regno

himalayano del Bhutan e lasua decisione di misurare il

benessere nazionale conl’indice Gnh, Gross National

Happiness, invece che conparametri soltanto economici

L’autoreLorenzo Marone è nato a

Napoli, dove vive, nel 1974.Dopo aver iniziato la carriera diavvocato, lascia la professione

e vince numerosi premi con isuoi racconti inediti. Pubblica i

libri Daria (La Gru) e Novanta(Tullio Pironti); a gennaio 2015

per Longanesi è uscitoLa tentazione di essere felici

(pagine 268, � 14,90)Bibliografia

Sul tema, recentemente, sonoapparsi il romanzo L’incoloreTazaki Tsukuru e i suoi anni di

pellegrinaggio di HarukiMurakami (traduzione

Antonietta Pastore, Einaudi,pp. 272, � 20), Un’idea di

felicità di Luis Sepúlveda eCarlo Petrini (Guanda, pp. 168,

€ 13) e l’autobiografiaLa ricerca della felicità

di Chris Gardner (Fandango,traduzione Chiara Piovan,

pp. 351, � 10)

i

Sentimenti La Costituzione Usa la invoca, l’Onu la celebra: ma il più evocato degli stati d’animo sfugge. Uno scrittore lo racconta

Le età della

felicitàAmici? Amore? Progetti? O solo ricordi?Ciò che ci dà gioia a 20 o 30 anni non lo fa

né prima né dopo (e non sarebbe sano)

4 Il dibattito delle ideeL’Isis e le minacce a RomaI giorni della pauradi EMANUELE TREVI

Orizzonti

7 NeuroscienzeLa coscienza è figlia dei microbidi SANDRO MODEO

8 ComunicazioneIl servizio che aumenta le emozioni delle emaildi ANTONIO SGOBBA

9 Visual dataLa libertà di stampa non è tutto, la libertà sìdi GIUSEPPE SARCINA

Caratteri

10 ConversazioniErica Jong: «Solo le nonnepossono salvare il mondo»di ENRICO ROTELLI

12 Recensioni: Laura ParianiI due viaggi di Dino Campanain Sud America e nell’animadi ERMANNO PACCAGNINI

13 Personaggi: Juliette KahaneLa figlia dell’editore «porno»che pubblicò Nabokov di LIVIA MANERA

14 Le classifiche dei libriLa pagelladi ANTONIO D’ORRICO

Sguardi

17 FotografiaAlec Soth: «I miei americaniballano da soli»di IRENE ALISON

19 Street artistI nipoti di Haring e Basquiat?Copiano e guardano al mercatodi VINCENZO TRIONE

Percorsi

20 L’intervista al registaJames Ivory: «La mia stanzanon ha più vista»di STEFANO BUCCI

22 Il raccontoL’incompiuta sinfoniadegli addiidi TOMMY WIERINGA

23 GeometrieTre lati non bastano al triangolo di Sascha Arangodi RANIERI POLESE

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DOMENICA 15 MARZO 2015 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 3

ascoltare le conversazioni e ti guardi intorno percercarla. Hai già il cappotto addosso quando la ri-vedi in cucina; stavolta abbozzi un sorriso, ma è unsorriso amaro, come il gusto che hai in bocca quan-do ti ritrovi per le scale, a pensare che sei stato pro-prio uno stronzo a non avvicinarla. Poi siete già inauto e il tuo piccolo flirt è lontano. Solo quel gustoamaro resta a farti compagnia per tutta la notte. Ep-pure la mattina dopo in auto, mentre vai al lavoro,inserisci un cd. Affanculo il notiziario! A volte bastasolo uno sguardo per tornare a farti respirare la fe-licità.

A sessant’anni la felicitàè la certezza di quel che ti circonda

Non ti piacciono i giochi di Natale, però ti toccaprendere una cartella e partecipare alla tombolata.Accanto hai tua figlia di sedici anni e dall’altro latotua madre, che di anni, invece, ne ha ottantatré.Tua moglie è di fronte a te, ogni tanto sorride e silascia andare a uno sbadiglio. Chissà se è felice.«Pa’, guarda che il settantasette ce l’hai», ti sta di-cendo tua figlia. È vero, solo che stavi pensando aquanto ti piace quella fossetta che si forma sullo zi-gomo di tua moglie quando sorride. Che poi è lastessa che ritrovi spesso sul volto di tua figlia. «Ne-vica!», urla tuo figlio, il ciuffo scompigliato e lo sguardo sicuro. Correte tutti alla finestra, trannetua madre che resta con la testa china sulla cartelladei numeri e Pippo, il vecchio Labrador, che russasul tappeto mentre la neve continua a cadere silen-ziosa. A una certa età la felicità deve fare rumore sevuole farsi ascoltare.

A settant’anni la felicitàè sorridere davanti a un album di ricordi

Ieri un amico ti ha mandato un’email con una fo-to. L’hai aperta e ti sei trovato davanti l’immagine disei ragazzi distesi sui banchi di scuola, che guarda-no allegri l’obbiettivo. Ognuno è attorcigliato a chigli è accanto: il braccio su una spalla, la mano su unpetto, il gomito su una coscia, una testa fra le gi-nocchia. E in mezzo a tutti questi arti, fiorisconosorrisi e occhi carichi di luce. Hai sorriso anche tu,mentre il volto si arricciava in una smorfia. Ognitanto il sabato pomeriggio incontri due di quei seiragazzi che si volevano bene; vi sorridete, ma nonvi toccate più, a stento una pacca sulla spalla e via.Però sei felice lo stesso per questo regalo, così ri-spondi al tuo amico, felice che quel giorno di tantianni fa qualcuno pensò di fermare per sempre ilmomento. Felice di averlo vissuto. Felice di poterloricordare. Felice.

Da ottanta in poi la felicitàè l’accettazione di ciò che sei stato

Quando apri gli occhi, vedi tuo nipote che ride ingroppa al padre, mentre imboccano il corridoioper raggiungere la cucina dove ci sono tua moglie etua figlia. Ti sistemi il plaid e metti un documenta-rio sugli elefanti. Chissà come fanno a camparecent’anni senza stancarsi, pensi, prima che il sonnovenga a farti visita di nuovo. Quando ti risvegli, c’èun varietà alla tivù, tuo nipote con la testa appog-giata sulle gambe del padre che riposa, la frontesulla spalla di tua moglie addormentata sul brac-ciolo del divano. Tua figlia, invece, sorride e ti af-ferra la mano ossuta e piena di macchie. Poi torna aguardare lo schermo, cosa che tenti di fare anchetu, finché ti appisoli di nuovo, la tua mano nellasua, come tanto tempo prima. E anche stavolta sor-ridi, come quarant’anni fa. Di questo non ti seistancato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ILLUSTRAZIONE DI SR. GARCÍA

Un viaggio lungo, quello del tè. Dal porto di Canton ci volevano 110 giorni perché le navi cariche delle foglioline verdi raggiungessero ilRegno Unito. Le Indiamen vennero sostituite a partire dal 1834 dai Clipper, più piccoli e

veloci. Impiegavano novantacinque giorni. Mandarono in pensione le vecchie signore perché era caduto il monopolio della East India Company, dopo oltre 200 anni. Velocità e mercato, spesso vanno di pari passo.

Le rotte sempre più veloci del tè

{Cambusadi Nicola Saldutti