LE DONNE ODIAVANO IL JAZZ - Fedeltà del Suono · 2019-02-14 · E via andare con Sonny Rollins e...

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Così diceva Paolo Conte, ma se queste Sirocco 1 sono femmina allora il giudizio è da ri- vedere e il Paolo Nazionale dovrà ricredersi. Questa è una storia di ensemble con pochi strumenti e molta musica, in salsa francese come ultimamente capita... 30 fDs 266 Il regno degli Ascolti di Dimitri santini DIffusorI booksHeLf ATOHM sIrocco 1 LE DONNE ODIAVANO IL JAZZ

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Così diceva Paolo Conte, ma se queste Sirocco 1 sono femmina allora il giudizio è da ri-vedere e il Paolo Nazionale dovrà ricredersi. Questa è una storia di ensemble con pochistrumenti e molta musica, in salsa francese come ultimamente capita...

30 fDs 266 ▼ il regno degli Ascolti

di Dimitri santini

Diffusori bookshelfATOHM sirocco 1

LE DONNE ODIAVANO

IL JAZZ

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Pare davvero che i francesi faccia-no a gara con gli inglesi per ave-re più prodotti hi-fi sulle pagine

della stampa. Magari è solo una miaimpressione, la Francia è sempre stataterra di buoni ingegneri in campo au-dio e forse me ne stanno semplicementecapitando molte fra le mani, di elet-troniche transalpine.Tornando al titolo non sono un gran-de esperto di jazz e per fortuna ho spo-sato una donna che invece lo tolleraampiamente e, a tratti, lo gradisce; a mepiace soprattutto live, ma ultimamen-te mi sto avvicinando al mondo con deiclassici che non possono mancare su-gli scaffali di qualcuno a cui piace lamusica.Per quanto riguarda le ottime Atohmconfesso che non conoscevo il marchioe non avevo mai ascoltato nulla conquesta firma, ma il Direttore me le hainfilate nel bagagliaio dicendomi chemi sarebbero piaciute – e aveva ragio-ne. In particolare si sono distinte conil jazz e di questo soprattutto parla iltest: non perché voglia rendere vita fa-cile a questi bookshelf (io non rendomai vita facile e vengo addirittura ad-ditato come severo…) ma perché il sen-so di una prova è quello di avvicinareil lettore ad un oggetto che potrà sod-disfare i suoi gusti. Quindi se vi piace

il jazz potrebbero piacervi le Sirocco 1e se l’appetito vien mangiando maga-ri anche le sorelle più grandi. Bando alleciance, si vada ad iniziare...

DESCRIZIONEMi piace questa frase, la uso spesso:“Odi et Amo” ma più “Amo” in que-sto caso. Nel senso che “nude” sonoproprio belle (la finitura Rosewood tra

l’altro ha una bellissima colorazione)ma quelle griglie non mi sono piaciu-te. I designer francesi di Pin, ridente cit-tadina della Borgogna, si sono ispira-ti forse all’estetica dei loro castelli e han-no prodotto qualcosa che a mio pare-

re potevano risparmiarsi e che va benesul monogramma di famiglia si e no.Peccato, perché in realtà complessiva-mente sono un bel vedere, equilibratee ben disegnate, con unico vezzo unamodanatura sul lato superiore cheprosegue sul frontale “tagliando” indue il tweeter. I materiali sembrano ot-timi e la precisione di lavorazione an-che; bella anche la base di diverso co-lore, che oltre ad avere una funzione an-tirisonante è anche esteticamente mol-to valida e dà un senso di stabilità. Alposteriore c’è una vaschetta con bin-ding post biwiring davvero al di sopradella categoria di prezzo, come un po’tutto in questi diffusori. Anche il pesoè notevole e il condotto reflex moltoben raccordato e pulito: davvero nonho difficoltà a dire che siano fra i me-glio fatti nella pletora di diffusori sot-to i 1.000 euro.

TECNICAOggi come oggi sembra che la lotta frai costruttori sia centrata sui fonda-mentali accorgimenti tecnologici chepermettono di migliorare parametri es-senziali come la rotazione di fase, la di-storsione dovuta alle diffrazioni equant’altro, ma ho l’impressione che cela stiamo giocando su piccole cose. Conl’evoluzione dei materiali e dei simu-

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(...) queste Atohmsono da provare e rap-presentano un primopasso importante versol’alta fedeltà; rimar-ranno a lungo sugli standvedendo andar via dacasa vostra altre elettro-niche prima di essererimpiazzate.

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latori i driver oggi sono sicuramentemolto performanti e gli ingegneri lot-tano per normalizzare, linearizzare,ripulire: in Atohm però credo chequalcuno le abbia anche ascoltate, que-ste Sirocco, perché non di sola inge-gneria vive l’audio. Le soluzioni tec-niche adottate sono piuttosto conven-zionali, a partire dalle tipologie di dri-ver. Alcuni accorgimenti sul tweeterpermettono una migliore dispersionefuori asse (si è lavorato sul frontale) ela geometria di costruzione crea unapiccola “gola” che si avvicina ad un ca-ricamento a tromba, aumentando lasensibilità di emissione di parecchio.Nel midrange invece è montato unanello di rame che minimizza le cor-renti induttive migliorando la distor-sione.Ma dove hanno lavorato di più inAtohm è sul filtro, che possiede delle(non meglio specificate) celle di ritar-do che permettono di riallineare i tem-pi di emissione dei due altoparlanti. Se-condo i francesi i filtri convenzionali la-vorano solo sulla fase e addirittura au-menterebbero questo “delay” in cor-rispondenza delle frequenze di roll-offdei trasduttori. In questo modo, inve-ce, si possono usare filtri più semplicidel primo ordine, cosa che permette diridurre ulteriormente la rotazione difase.

ASCOLTOPremetto che ho condotto tutto il test,come quasi buona parte dei miei ascol-ti, con le mascherine su, nonostantenon mi piacciano per nulla. Questo permoderare, seppure in parte, il caratte-re dei tweeter che forse beneficiano unpo’ troppo del loro piccolo caricamen-to. In verità con certe registrazioni piùmorbide in gamma alta tale accorgi-mento non è necessario e si può gode-re dell’aspetto molto bello di questi duediffusori, ma il gusto moderno dellenuove incisioni e dei nuovi remasterpecca, ahimè, di eccessiva enfasi pro-prio lassù dove tutto finisce per stri-dere… Il Direttore dice sempre chesono troppo severo nei confronti di quelche provo, ma ogni prodotto ha i suoilimiti e io sento il dovere di sgombra-re il campo da incomprensioni; se peròleggete la prima riga delle conclusionisi capisce che ho passato delle belle set-timane con le francesine a suonar mu-sica.Torniamo al titolo: Chet Baker ne ha fat-ta di roba, ma io banalmente mi sonomesso ad ascoltare “Tenderly” perché èun’opera straordinaria e anche perchéchi legge ne conoscerà vita morte e mi-

racoli. È bello far conoscere artisti e al-bum nuovi, ma fare riferimento a unbrano conosciuto può rendere una di-samina più corretta su certi aspetti.Il disco inizia soft, sembra addiritturaun po’ compresso in Sad Walk, ma ci sirende immediatamente conto che è ametà fra il realismo del live e il bassoprofilo della registrazione originale(1956). Però c’è una trasparenza ditutto rispetto e l’ascolto è molto godi-bile. Nella seconda traccia, Tasty Pud-ding, il sax è sicuramente lo strumen-to meglio reso e anche la scena è buo-na. Faccio un piccolo appunto allagamma bassa, a causa di qualche leg-gera difficoltà nel gestire il contrabbassopizzicato quando si allunga troppo, main ogni caso le note gravi sono belle cor-pose. Già da questi primi appuntiscritti sul taccuino avevo maturatol’idea che le Sirocco 1 si trovano benecol jazz: il piano è stoppato come è ti-

pico delle incisioni dell’epoca ed èbello sentire il feltro dei martelletti. Sto ascoltando una delle migliori ri-produzioni di sempre di questo mio di-sco e lo sto facendo con diffusori che co-stano meno di 1000 euro… I piccoli ine-vitabili difetti non tolgono nulla al li-rismo del grande Chet e all’emozioneche naturalmente porta con sé. Devodire che quando la tromba è più squil-lante la resa è senza dubbio moltobuona, la preferisco alla sordina di cer-ti autori, ma Baker difficilmente urlanell’ottone… Piuttosto ci soffia piano,ma in Tenderly alterna passaggi più de-cisi al solito pacato incedere ed ecco cheanche la scena si apre maggiormente elo spazzolato si fa un po’ più avanti. Ini-zio a capire anche perché il mio giudi-zio finale sarà positivo: questi bookshelfhanno musicalità. In Alone Togetherne danno un buon saggio, rendendoomogeneo il piccolo ensemble ed estra-endone il succo in maniera morbida mametodica. Chiudo con questo album ci-

tando il pezzo Chet, che mi sembra unpo’ un ossimoro: è il più brioso dellaraccolta, ma l’autore di cui porta ilnome non era certo conosciuto per lasua allegria… In realtà il brano fuscritto da Pierre Michelot, ma va ascol-tato perché la sua brillantezza mette inevidenza le buone doti in gamma altadelle Atohm, squillanti ma ben equili-brate.E via andare con Sonny Rollins e con“Saxophone Colossus” nella riedizioneNot Now Music dell’originale produ-zione del 1956 di Prestige Records. Untitolo davvero pretenzioso se non ad-dirittura spaccone: un disco iconico ri-masterizzato ottimamente, considera-to universalmente il capolavoro diS.R. e un masterpiece del jazz in gene-rale; un CD indubbiamente migliore,dal punto di vista audio, di quello ap-pena ascoltato. Già da S. Thomas si ag-giunge, alle già citate doti di traspa-renza e musicalità, un’altra qualitàmolto importante: la dinamica. Negliassoli e nei rientri poderosi del sasso-fono si colgono i vuoti e le scelte di po-tenza e volume dei musicisti: in parti-colare nelle percussioni, ma in generaleovunque. Credibile il piano, esame dif-ficile per qualsiasi anello della catenaaudio. Sto continuando ad apprezza-re il sax, come prima con il disco di Ba-ker e questo è un segno…Nella seconda traccia, You Don’t KnowWhat Love Is, le note gravi sono stu-pende e ricche, profonde e penetran-ti, così come sono struggenti i passag-gi in alto, soffiati e distorti. Chapeau…Le leggere punteggiature del piano avolte emergono con decisione e si in-castrano perfettamente, segno di tra-sparenza notevole. Le Sirocco 1 sonoanche veloci: non perdono nulla dellescale repentine che Rollins fa soffiare alsuo sax e le snocciolano con maestriae divertimento. Fanno altrettanto conil tempo sincopato dall’inizio di Stro-de Rode e pure con il piano; ma il rien-tro di Rollins è maestoso e la scena siapre e si distende con puntualità, dan-do un posto ad ogni musicista. Davveromolto materico il percuotere del legnodelle bacchette fra di loro (o forse con-tro un’asta?). Questo è un disco breveche fila via con estremo godimento e fa-cilità, ma per fortuna nel cofanetto dicui fa parte (stessa rimasterizzazione di-gitale) ci sono altri due brevi album, dicui uno con John Coltrane, di cui ma-gari parlerò in altri test. Prima di la-sciare il colosso del sassofono, però,devo citare il pezzo di chiusura Blue Se-ven, perché i piccoli problemi di con-trollo in basso citati prima sembrano

Inizio a capire ancheperché il mio giudizio finalesarà positivo: questi book-shelf hanno musicalità. InAlone Together ne dannoun buon saggio, rendendoomogeneo il piccolo en-semble ed estraendone ilsucco in maniera morbida

ma metodica.

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scomparsi. Merito del master? Proba-bilmente sì, ma in ogni caso consigliodi seguire il consiglio che voglio darenelle conclusioni, ovvero: stand! Il po-sizionamento dei diffusori non mi èsembrato critico, invece: io le ho pre-ferite convergenti con incrocio a circa2 metri dal punto di ascolto, si sacrifi-ca un pochino di profondità ma si au-menta non di poco la precisione del-l’immagine. Lascio Sonny Rollins conil rutilante pezzo di chiusura, che por-ta tanta allegria e dimostra come alleAtohm non manchi neanche il micro-contrasto.Dulcis in fundo arriva James Taylor, icui dischi sono posizionati nella cate-goria “Guido Piano”, in onore dell’al-ter ego italiano Fabio Concato… Que-sto “Greatest Hits” della Warner (vediriquadro WAF) è originale del 1976 enon c’è menzione se si tratti o no di unremaster: mi viene da pensare che siastato “tradotto” in digitale agli albori

del dischetto che Philips inventò. Su So-mething In The Way She Moves le chitarresono forse un po’ troppo spigolose, mail dettaglio è notevole e l’armonia deicori fantastica: ancora una volta le Si-rocco 1 danno prova di avere capacitàcon le voci. Lo stesso si può dire in Ca-rolina In My Mind, dove alla bellezza deicori si aggiunge una linea di basso dav-vero notevole. Complice il master ana-logico (per mia esperienza molte regi-strazioni degli anni ‘70 hanno una ge-stione della gamma grave molto puli-

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CARATTERISTICHE TECNICHE

DIFFUSORI BOOKSHELF ATOHM SIROCCO 1TIPO: 2 vie bass reflexPOTENZA: 70 W rmsPOTENZA DI PICCO: 120 WIMPEDENZA NOMINALE: 6 OhmSENSIBILITÀ: 88 dB / 2,83 V / 1MRISPOSTA IN FREQUENZA: 50 Hz - 25 kHzCROSSOVER: Primo ordineFREQUENZA DI CROSSOVER: 3.5 kHzDRIVERS: Woofer LD130CR04 da 13 cm.,Tweeter SD20ND04F in setaCABINET: MDF 19 mmFINITURE : Satin Black / Satin Rosewood/ Satin WhiteDIMENSIONI: 320x180x230 mm. (AxLxP)PESO: 8 kg cad.

Prezzo: € 990,00

Distributore:Audioplus Hi Endwww.audioplushiend.it

WAF – The Wife Acceptance FactorPer varie vicissitudini questa prova è durata un po’: impegni familiari e di lavoro han-no ritardato l’ascolto critico e ne sono felice per un due motivi. Il primo è che ho po-tuto apprezzare appieno le qualità di questi diffusori che sulla distanza hanno tiratofuori qualcosa in più rispetto alla fase post-allenamento. La seconda è che la consor-te ha potuto nel frattempo acquistare il “Greatest Hits” di James Taylor di cui parlo nel-l’articolo e una bella sera lo ha sparato a tutto volume (portate l’Accuphase E270 a -34 dB sull’ingresso bilanciato e poi mi dite se non bussa qualcuno alla porta di casa)esclamando: “Questo disco è registrato a bomba!”. Da lì un susseguirsi di ascolti (suoi)che mi fanno pensare che questa configurazione sia stata molto gradita. La cifra è quelche è, fatevi sotto audiofili: avete davvero molte chance con queste Atohm.

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ta e poco enfatica) le frequenze bassesono ben rese e davvero poco invadenticome piace a me. Le atmosfere un po’malinconiche di Taylor emergono chia-re e la già citata musicalità è sempre ecomunque una bella sorpresa. La voceè sempre predominante, ma in Fire andRain c’è un buon assaggio di piano euna piccola prova (superata con buo-ni voti) di violoncello.La tenuta in potenza nei fill di batteria,o nei “lanci”, è davvero buona e la di-namica può espri-mersi a dovere,ma non aspetta-tevi la stessa resacon il rock duro ocon partiture mol-to complesse: inquel caso le pic-cole Atohm pos-sono andare unpo’ in crisi. Vice-versa la gestionedi piccoli ensem-ble, anche suona-ti con vigore, èdavvero notevole.Ascoltando que-sto disco ho avuto latentazione di togliere le mascherine edevo dire che, sebbene il tweeter di-venti troppo dettagliato, in incisionianalogiche come questa la brillantez-za che si aggiunge non è per niente fa-stidiosa. L’ascolto è davvero piacevo-le fino alla fine e procede con equilibrioe misura. Le Sirocco 1 sono precise e au-torevoli senza essere invadenti e ci si di-mentica presto dei loro piccoli difetti.

Chiudo citando Shower The People (chein famiglia scatena l’ilarità di mia figliaper la singolare pronuncia di J.T.), per-ché mi ha convinto ad appoggiare lapenna e a godermi ancora un po’ dimusica.

CONCLUSIONIProbabilmente il miglior diffusore cheho provato sotto i 1.000 euro. Magarinon rimarrà sul trono per sempre, maper ora è così. Musicali e autorevoli,

non riescono a suo-nare proprio tut-to, ma si difendo-no bene con mol-to e addiritturaeccellono in ge-neri specifici. Diciamo che hoavuto un rappor-to ambivalentecon i bassi: pro-fondi ma nonsempre ben por-tati ma proprioad essere pignoli.Perché per il restohanno saputo ri-

produrre in grandestile il jazz che mi piace, senza timorereverenziale nei confronti di sorgenti eamplificazioni di ben altro rango. C’èchi dice che un buon ampli e una buo-na sorgente (leggi: costosi) tirino fuo-ri il limite ad un diffusore di fascia eco-nomica: a parte che mi importa poco ditrovare il limite, io dico piuttosto che sele alchimie sono buone o meglio “ma-giche” la fascia di prezzo ha un’im-

portanza relativa. Tradotto: queste Atohm sono da pro-vare e rappresentano un primo passoimportante verso l’alta fedeltà; rimar-ranno a lungo sugli stand vedendo an-dar via da casa vostra altre elettronicheprima di essere rimpiazzate. A proposito di stand: regalate alle vo-stre Sirocco dei piedistalli ben fatti, poi-ché gli sforzi fatti per eliminare le ri-sonanze non sono proprio andati abuon fine al 100% e su una libreria (an-che poco risonante come la mia) ten-dono a far partire dei mediobassi fa-stidiosi e poco controllati. Piccola nota: Atohm vende anche il kitdriver e crossover (montato) a poco piùdella metà del prezzo di listino. Ovviamente il mobile va fatto da zero,ma per gli autocostruttori potrebbe es-sere una divertente palestra per speri-mentare su di un progetto ben suo-nante.

IL MIO IMPIANTOSorgente digitale per musica liquida:Mac Book Air (Amarra Simphony), Win-dows 10 (Foobar)Sorgente digitale: SACD Sony DVPNS930VL, PS Audio DirectStream Per-fectWave, Arcam FMJ UDP 411Amplificatore integrato: Musical FidelityA200, Accuphase E-270Diffusori: KEF LS50, Chartwell LS 3/5A byGrahamCavi di segnale: Sound Fidelity Silver,Acrolink 7N-A2200 III, Quality AudioArioso (RCA e XLR)Cavi di potenza: Autocostruiti a 24 con-duttori solid core, Quality Audio NaturalMkIICavi COAX: Sound Fidelity Silver

ALCUNI DEI DISCHI UTILIZZATITenderly – Chet Baker – UniversalSaxophone Colossus – Sonny Rollins – NotNow MusicGreatest Hits – James Taylor - Warner

Sto ascoltando una del-le migliori riproduzioni disempre di questo mio discoe lo sto facendo con diffusoriche costano meno di 1000euro… I piccoli inevitabilidifetti non tolgono nulla allirismo del grande Chet e al-l’emozione che natural-

mente porta con sé.

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