le donne nell'età augustea Padula

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Augusto e l’emancipa zione femminile Augusto di Prima Porta. Villa di Livia, Roma

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Augusto e l’emancipaz

ione femminile

Augusto di Prima Porta. Villa di Livia, Roma

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Livia54 a.C. - 29 d.C.

Il suo nome completo era Livia Drusilla. Inizialmente moglie di Tiberio Claudio Nerone, divorziò da lui per sposare Augusto nel 38 a.C., benché avesse già un figlio, Tiberio. Dopo la morte di Augusto, che fu dichiarato dio, si fece sacerdotessa Giulia Augusta.

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Leges Iuliae

Figura femminile,Villa della Farnesina, 19 a.C. Palazzo Massimo

Per risolvere il problema della bassa natalità, Augusto promosse le leges Iuliae al fine di incrementare le nascite: oltre alle limitazioni nei testamenti e nelle eredità di chi non aveva figli, le leggi prevedevano vantaggi per le famiglie più numerose e maggiore libertà giuridica ed economica per le donne con più figli. Augusto animò anche una politica moralizzatrice che riportasse i Romani alle antiche virtù perdute, con l’introduzione di nuove pene pubbliche per l’adulterio, che venne ritenuto un vero e proprio reato, e l’obbligo di sposarsi fra i 25 e i 65 anni di età.

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Scelta del tutore

La fanciulla di Anzio, I sec a.C.

Prima di Augusto, le donne prive di parenti maschili erano sottoposte per tutta la vita ad un tutore che amministrava i loro beni; gli antichi ritenevano così di proteggerle dalla loro levitas animi. Grazie ad Augusto, invece, le donne poterono rifiutare il proprio tutore, revocandone il mandato, e sceglierne un altro. Inoltre vennero limitati anche i poteri del marito sulla moglie.

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Maritalis

affectio

Affresco casa sull’Esquilino, Musei Vaticani

Cadde in disuso il vecchio matrimonio: per sposarsibastava che l’uomo e la donna decidessero di vivere insieme (maritalis affectio). Se la convivenza veniva meno, il matrimonio era sciolto. Anche le donne, così, potevano decidere di divorziare e, di conseguenza, il marito aveva meno potere sulla moglie. Nonostante ciò, il ripudio era raro e le seconde nozze eranomalviste dall’opinione pubblica.

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Discendenza in linea femminile

Affresco,Villa dei Misteri I sec. a.C.

Con Augusto si cominciò a considerare la discendenza in linea femminile;in caso di divorzio i figli potevanoessere affidati alla madre.Fu riconosciuto il legame con i figli e alle donne fu concesso difar ereditare i beni alla prole.

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SulpiciaNipote di Messalla Corvino, fu una donna di grande cultura e capacità poetica. Fu l’unica poetessa romana dell’età classica le cui opere ci sono pervenute, nel Corpus Tibullanum, anche se non integralmente rispetto al numero originario.

Ragazza che scrive, affresco romano

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Le opere di Sulpicia furono attribuite al poeta Tibullo, poiché le donne non avevano né la possibilità né, probabilmente, l’intenzione di far diffondere i propri scritti. Inoltre, chi valutava un’opera letteraria non prendeva in considerazione l’idea di tramandare ai posteri le produzioni femminili.

Sulpicia scriveva ispirata dall’amore per Cerinto. Un amore proibito, troppo violento e passionale per una società che prediligeva l’unione convenzionale e combinata.

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Emancipazione per tutte?

flagellazione I sec. a.C. Villa dei Misteri

La stragrande maggioranza delle donne, però, non appartenendo alla classe sociale più abbiente, non poté godere della nuova libertà, a causa della mentalità maschilista degli uomini.