le chiese barocche a Matera

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LE CHIESE BAROCCHE DI MATERA San Domenico Matera 28 marzo 2012

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LE CHIESE BAROCCHE DI MATERASan Domenico

Matera 28 marzo 2012

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La chiesa di San Domenico è stata fondata nel 1300 e quindi nel periodo Medievale, poi fu ammodernata dal 1500 al 1700.Nella chiesa sono presenti otto altari barocchi in scagliola e pietra locale. Inoltre gli stucchi sono in stile rococò di colore bianco e di matrice pugliese.

LA CHIESA DI SAN DOMENICO

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Qui l’ organo è posto sul portale di accesso alla chiesa e risale al 1700 in stile tardo Barocco.

LA CHIESA DI SAN DOMENICO

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Percorso guidato

Schema di un altare barocco

Individuazione degli elementi caratterizzanti

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Pianta delle chiese:

1. Chiesa di San Domenico

2. Chiesa di San Francesco d’Assisi

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Percorso guidato

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San Francesco d’Assisi

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Anche la chiesa di San Francesco d’Assisi, come quella di San Domenico, è stata costruita nel 1300 e ammodernata nel 1700.

La cappella più importante è la prima a sinistra che, dedicata a San Francesco d’Assisi, era di proprietà della famiglia ducale dei Malvini Malvezzi sin dal 1500.

In tutto gli altari sono otto: Nella prima cappella a sinistra si conserva un pregiato

altare in marmo di bottega napoletana l’altare nella seconda cappella a sinistra è, invece, in

pietra locale intagliata e dipinta a finto marmo Nella seconda cappella a destra si ammira un altare

ligneo del primo barocco, di matrice leccese, interamente intagliato e ricoperto da foglia d’oro

L’altare maggiore è di marmo L’organo è situato nell’abside, alle spalle dell’altare

maggiore Le tele presenti nella chiesa rappresentano

principalmente la vita di Gesù e quella di numerosi martiri della Chiesa

San Francesco d’Assisi

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Matera 28 marzo 2012

La facciata della Chiesa di San Francesco d’Assisi fu progettata nel 1750 dall’architetto leccese Tommaso Pennetta.Per questo motivo il prospetto mostra tutti i caratteri distintivi del barocco leccese:• le volute e i riccioli• le cartelle e i racemiAl centro del prospetto è inserita la scultura in pietra dell’Immacolata, mentre ai lati sono le due sculture di San Francesco d’Assisi e di Sant’Antonio da Padova

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Purgatorio

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Percorso guidato

Matera 28 marzo 2012

Schema di una facciata in stile barocco

Individuazione degli elementi caratterizzanti

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Questa chiesa fu costruita in due fasi: nella prima fase (1725-1747) la sezione inferiore della facciata e nella seconda fase (1763-1770) la sezione superiore.

La chiesa contiene due altari barocchi in pietra locale intagliata e dipinta a finto marmo

Anche qui l’organo è posto sul portale d’ingresso come nella chiesa di San Domenico

Le immagini raffigurate sulle tele rappresentano la via Crucis, l’ incoronazione della Vergine Maria tra le anime purganti e la morte di Giuseppe.

Nel 1725 l’architetto Giuseppe Fatone da Andria progettò la facciata inserendo i simboli della morte (teschi e scheletri) nel prospetto inferiore e i simboli della redenzione delle anime (putti, decorazioni floreali, la Vergine col Bambino) nel prospetto superiore

La chiesa del Purgatorio

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LE

TELE

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Percorso guidato

Pianta della chiesacon indicazione della posizione delle tele

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Il Palazzo Lanfranchi fu commissionato dal vescovo Lanfranchi nel 1668 al fine di essere un seminario. Poi, nel 1800, divenne liceo classico “Duni”.

Nel 1960 divenne un luogo di esposizione e nel 2003 venne nominato museo nazionale. Tuttora il museo è diviso in tre sezioni:

1°Sezione dedicata alle opere salvate dopo il terremoto dell’ 80. Queste sono opere disposte in ordine cronologico;

2°Sezione dedicata alla collezione d’ Errico della quale non tutti i quadri sono esposti;

3°Sezione dedicata all’età contemporanea con le opere di Carlo Levi.Camillo d’ Errico nacque nel 1821 a Palazzo San Gervasio. Studiò a Napoli e poi ritornò

nel suo comune. Nel 1861 fu eletto sindaco di Palazzo San Gervasio.Ad un certo periodo della sua vita cominciò ad acquistare quadri del 1600 da alcune

famiglie nobili napoletane. Alla fine le tele comprate erano in tutto 304 così per farle entrare tutte nel suo palazzo il d’ Errico le espose secondo il criterio “a incrostazione”.

Purtroppo Camillo morì nel 1897 e lasciò la sua collezione alla collettività.Poi nel 1939 lo Stato si accorse di queste opere e emanò una legge che stabiliva lo

spostamento dell’intera collezione nel capoluogo di Provincia, in questo caso Matera. Infine nel 1969 Michele D’Elia decise di esporle al pubblico trasferendole a Palazzo

Lanfranchi.

Palazzo Lanfranchi

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La collezione d’Errico contiene molti quadri raffiguranti scene tratte da Melodrammi.I Melodrammi nacquero proprio nel periodo barocco, precisamente nella Camerata dei Bardi a Firenze, quando i migliori artisti del tempo (poeti, scrittori, musicisti, pittori ……) si riunivano nelle corti signorili per sperimentare semplici melodie ispirandosi al modello dell’antica musica greca. Poi da una semplice melodia si creava un vero e proprio Melodramma grazie ai pittori che ne creavano le scene , i musicisti che ne componevano le musiche e gli scrittori che scrivevano i testi delle parti cantate. Da Firenze, poi, il Melodramma si diffuse lentamente in altre città, rappresentato nei palazzi dei principi per un pubblico colto è aristocratico.Col tempo ,però, anche le persone di ceto medio potevano assistere alla rappresentazione dei Melodrammi e nel 1637 venne aperto il primo teatro a pagamento. Il Melodramma trionfò e si espanse rapidamente anche in Germania e in Italia . In Italia ci fu l’affermazione di grandi nomi della lirica tra cui: Rossini, Bellini, Donizetti.A Matera invece, il maggior esponente di Melodrammi fu Egidio Romualdo Duni.

Pittura e musica

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Egidio Romualdo Duni nasce a Matera nel 1708. Alcuni biografi riportano la nascita del musicista il 9 febbraio del 1709, ma essi sono in errore. Leggendo, infatti, nei libri dei battezzati (Metropolitana) all’anno 1700 presso l’archivio della Cattedrale, a pagina 141 c’è scritto: << giorno 11 feb-braio 1708. Battezzato Egidium Romualdum nato da Francesco de Duno e Agata Vacca di Bitonto.>>

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Egidio Romualdo abitava nei pressi della Cattedrale dalla quale scendendo per via Muro si giungeva al rione “Celso” al di là del palazzo Pomarici.

In quel rione vivevano contadini, ortolani, massai, frati, suore e vi era anche

la casa del trombettiere della Regia Udienza.

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Il padre si chiamava Francesco Duni, la madre Agata Vacca di Bitonto.

Come riportato dagli Onciari uno e due del censimento fatto in via Celso dov’era ubicata l’ abitazione della fam. Duni si legge: << Magnifico Francesco Duni maestro di cappella di anni 61 casato con la Magnifica Anna Vacca della città di Bitonto di anni 46 col presente matrimonio. 10 figli: Emanuele di anni 18, Saverio di anni 5, Antonio di anni 12, Maria di anni 11, Annamaria di anni 9, Don Giacinto di anni 26 (sacerdote), Egidio di anni 23 dimorante in Roma, Clerico Giuseppe di anni 21 a Napoli a causa degli studi, suor Maria Saveria di anni 29 (monaca al monastero di San Giovanni a Trani) ed altri …

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Il 25 dicembre 1742 muore il padre e l’arcivescovo di Matera, Mons. Lanfranchi, ordinò funerali solenni, consoni a colui che per decenni era stato fedele esecutore, oltre che sacrificato educatore dei suoi figli.

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Le opereEgidio Romualdo Duni è mandato a Napoli

per studiare presso il conservato-rio. Dopo otto anni gli conferiscono il titolo

di Maestro di Cappella.La sua prima opera fu “il Nerone”. Fu

rappresentata a Roma nel maggio 1735. Nel 1756 musicò un’opera buffa di

Goldoni: “La buona figliola” che ebbe un grande successo grazie al quale fu

conosciuto in Francia presso: Opéra-Comique di Parigi.Qui ebbe l’incarico di scrivere un’altra

opera che lo consacrò padre dell’operaComica, il cui titolo è :” il pittore

innamorato della sua modella”La grandezza di Duni fu quella di aver

portato nell’ Opéra- comique i carat-teri dell’opera buffa italiana.Nel 1770 stanco e malato lascia la carica

di direttore della Comédie italiennee muore a Parigi l’ 11 giugno 1775.

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Laboratorio:lavorazione del tufo

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Come realizziamo i nostri lavori

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Novelli scultori!

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Classe 2° I - Nicola Festa Succursale plesso

P.zza degli Olmi

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• Domenichiello Marianna• Duni Alessia• Giammetta Alessandro• Grieco Margherita• Braia Antonio• Calia Vittorio In collaborazione con tutti gli alunni della classe 2° I