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LE AVVENTURE DI MARZO – LA LEGGENDA DEL SOFFIONE Era una delle prime giornate di sole primaverile, con il cielo limpido e tante nuvole bianche spumeggianti. Pia e Nino erano arrivati al parco con la mamma e la sua amica Giulia, e avevano portato la bici per il primo giretto della stagione. Pia e Nino stavano percorrendo a zig-zag una stradina sterrata che era costeggiata da piantine di fiori gialli e da palline di semi leggeri e delicati e giocavano a chi riusciva a far volare più soffioni. “Ce l’ho fatta! Ho vinto!! Ho fatto volare tutti I soffioni che c’erano” annuncia tutta allegra Pia arrivando alla panchina dove sono sedute la mamma e la sua amica. “No, abbiamo fatto pari, anche io sono passato vicino a tutti I palloncini e li ho fatti saltare” risponde Nino arrivando con le guanciotte tutte rosse. “Bravi, avete inventato un bel gioco e avete aiutato queste piante a disperdere i loro semi e a moltiplicarsi conquistando nuovi spazi. Lo sapete come si chiamano?” chiede Giulia e Pia e Nino si preparano ad ascoltare il racconto di Giulia, che ha sempre favole e storielle divertenti da raccontare. “Hanno tanti nomi, legati alle usanze popolari, per esempio dente di leone o dente di cane, per via della forma dentellata delle foglie. Il fiore giallo è forte e resistente, e anche se calpestato ritorna sempre in piedi. Il soffione, come lo chiamate anche voi, è una morbida sfera fatta dai semi della pianta. Sono fissati al gambo con dei filetti piumosi bianchi che funzionano come paracadute, cosi quando i semi sono trasportati dal vento si diffondono lontano dalla pianta madre, e raggiungono nuovi territori. “Che forte! Anche io vorrei volare col paracadute, dev’essere divertente, ma non troppo in alto. Come i semi dei soffioni, e guardare I prati sotto! “ dice Nino tutto entusiasta “Io sapevo che si avvera un desiderio se si riesce a far volare via tutti i semi e gli steli bianchi con un unico soffio” dice la mamma “Davvero?! Oh che bello! Allora vado subito a cercarne uno!” risponde Nino, che riprende la bicicletta e si avvia verso il prato. Al che Giulia si rivolge a Pia e le dice “A proposito di questi bei fiori gialli semplici e tenaci la vuoi sapere una leggenda che arriva della terre irlandesi?” e vedendo Pia intrigata e già seduta accanto a lei prosegue Che felicità! com’era bello pedalare e rincorrersi lungo le stradine asfaltate e sterrate del parco cittadino, che aveva un percorso divertente tra gli alberi e I cespugli che iniziavano a riempirsi di germogli e foglioline verdoline . C’era anche una specie di montagnetta recintata in cui si ritrovavano sempre tanti ragazzi a far giocare I loro cani e uno spazio coperto con il gioco delle bocce in cui invece c’erano sempre i nonni a sfidarsi e a chiccchierare.

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L E AVVENTURE DI M ARZ O – L A L EGGENDA DEL SOFFIONE

Era una delle prime giornate di sole primaverile, con il cielo limpido e tante nuvole bianche spumeggianti. Pia e Nino erano arrivati al parco con la mamma e la sua amica Giulia, e avevano portato la bici per il primo giretto della stagione.

Pia e Nino stavano percorrendo a zig-zag una stradina sterrata che era costeggiata da piantine di fiori gialli e da palline di semi leggeri e delicati e giocavano a chi riusciva a far volare più soffioni. “Ce l’ho fatta! Ho vinto!! Ho fatto volare tutti I soffioni che c’erano” annuncia tutta allegra Pia arrivando alla panchina dove sono sedute la mamma e la sua amica. “No, abbiamo fatto pari, anche io sono passato vicino a tutti I palloncini e li ho fatti saltare” risponde Nino arrivando con le guanciotte tutte rosse. “Bravi, avete inventato un bel gioco e avete aiutato queste piante a disperdere i loro semi e a moltiplicarsi conquistando nuovi spazi. Lo sapete come si chiamano?” chiede Giulia e Pia e Nino si preparano ad ascoltare il racconto di Giulia, che ha sempre favole e storielle divertenti da raccontare. “Hanno tanti nomi, legati alle usanze popolari, per esempio dente di leone o dente di cane, per via della forma dentellata delle foglie. Il fiore giallo è forte e resistente, e anche se calpestato ritorna sempre in piedi. Il soffione, come lo chiamate anche voi, è una morbida sfera fatta dai semi della pianta. Sono fissati al gambo con dei filetti piumosi bianchi che funzionano come paracadute, cosi quando i semi sono trasportati dal vento si diffondono lontano dalla pianta madre, e raggiungono nuovi territori. “Che forte! Anche io vorrei volare col paracadute, dev’essere divertente, ma non troppo in alto. Come i semi dei soffioni, e guardare I prati sotto! “ dice Nino tutto entusiasta “Io sapevo che si avvera un desiderio se si riesce a far volare via tutti i semi e gli steli bianchi con un unico soffio” dice la mamma “Davvero?! Oh che bello! Allora vado subito a cercarne uno!” risponde Nino, che riprende la bicicletta e si avvia verso il prato. Al che Giulia si rivolge a Pia e le dice “A proposito di questi bei fiori gialli semplici e tenaci la vuoi sapere una leggenda che arriva della terre irlandesi?” e vedendo Pia intrigata e già seduta accanto a lei prosegue

Che felicità! com’era bello pedalare e rincorrersi lungo le stradine asfaltate e sterrate del parco cittadino, che aveva un percorso divertente tra gli alberi e I cespugli che iniziavano a riempirsi di germogli e foglioline verdoline . C’era anche una specie di montagnetta recintata in cui si ritrovavano sempre tanti ragazzi a far giocare I loro cani e uno spazio coperto con il gioco delle bocce in cui invece c’erano sempre i nonni a sfidarsi e a chiccchierare.

“In un tempo lontano lontano gli gnomi, gli elfi e le fate girovagavano liberamente nella natura incontaminata e selvaggia, e vivevano felici anche se distanti gli uni dagli altri. Con l’arrivo dell’uomo e la nascita delle città per restare tranquilli e in disparte gli elfi e gli gnomi si sono rifugiti fra le rocce e i boschi. Essendo delle creature molto timide, infatti, la diffidenza nei confronti degli umani li ha spinti a cercare luoghi remoti e a circondarsi del più fitto mistero nel folto dei boschi. Le fatine dei prati, invece, non volendo abbandonare i bei campi verdi e I bambini degli umani, hanno deciso di trasformarsi in fiori, e la loro scintillante tunica di veli color oro si è trasformata nella elaborata corolla gialla del fiore del Tarassaco. Ogni tanto gli umani disattenti calpestano questi fiori ma questa pianticella di scatto torna eretta, proprio perché dentro alla corolla c’è lo spirito delle fate, che ,orgogliose, non si fanno abbattere”. “Cosa ne dici Pia, ti è piaciuta questa storia?” “Si Giulia, moltissimo, mi piacciono molto le fate e sono contenta di poterle incontrare anche qui al parco” +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ Per avere Pia e Nino sempre con te, ecco la T-shirt in puro cotone a maniche corte, perfetta tutto l’anno! La trovi sul nostro sito https://www.pianino.it/shop/ https://www.pianino.it/prodotto/t-shirt-pia/ https://www.pianino.it/prodotto/t-shirt-nino/