Le armi da fuoco negli Stati Uniti - la...

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Periodico mensile IRIAD ISSN 2385-2984 Settembre 2017 Le armi da fuoco negli Stati Uniti: diffusione, vittime, controllo

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  • Periodico mensile IRIAD – ISSN 2385-2984 Settembre 2017

    Le armi da fuoco negli Stati Uniti: diffusione, vittime, controllo

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    3 Le armi da fuoco negli Stati Uniti: diffusione, vittime, controllo

    di Nicolò Scarpat

    53 “Finestra sul mondo”

    I Rohingya: il popolo che nessuno vuole di Elisangela Annunziato

    61 “Archivio dei libri”

    Valeria Babini (a/c), Lasciatele vivere, (F. Rizzitano)

    Jean Baudrillard , Pornografia del terrorismo, (U.M. Gaudino)

    Abstract

    Gli USA sono il primo Paese al mondo per numero di armi da fuoco pro capite, con oltre 270 milioni di armi in mani civili (più di una per ogni adulto). Negli anni di Obama, produzione, importazione e vendita di armi hanno avuto un boom, anche se la percentuale di proprietari è in calo dagli anni Settanta. Ogni anno negli USA si verificano oltre 30.000 morti e 80.000 feriti con armi da fuoco. Il tasso di omicidi con armi da fuoco è 25 volte più alto che negli altri Paesi OCSE ad alto reddito e ha avuto un brusco aumento nel 2015-2016, mentre il tasso di suicidio con armi da fuoco è 8 volte più alto ed è in costante aumento dal 2006. Gli omicidi con armi da fuoco colpiscono sproporzionatamente gli stati del Sud e la popolazione afroamericana di giovane età, mentre i suicidi con arma da fuoco colpiscono sproporzionatamente gli stati dell'Ovest e la popolazione bianca di età avanzata. Gli stati con una più alta percentuale di proprietari e leggi sulle armi da fuoco meno restrittive hanno più alti tassi di morti con armi da fuoco. Gli stati con più bassi tassi di morti per arma da fuoco hanno adottato leggi più restrittive come background checks universali, bandi sulle armi d'assalto e sui caricatori ad alta capacità e limiti al rilascio di licenze di porto d'armi nascoste. The USA has the highest number of firearms per capita in the world, with more than 270 million civilian-owned guns (more than one for each adult person). Under Obama, production, imports and sales of guns boomed, even though the percentage of gun owners has declined since the 1970s. Each year more than 30.000 people are killed and 80.000 are injured with firearms in the USA. The gun homicide rate is 25 times higher than in other high-income OECD countries and underwent an abrupt increase in 2015-16, whereas the gun suicide rate is 8 times higher and has constantly increased since 2006. Gun homicides disproportionately affect southern states and young Afroamericans, whereas gun suicides disproportionately impact western states and middle-aged whites. U.S. states with higher gun ownership and weaker gun laws have higher rates of firearm-related deaths. States with lower rates of firearm-related deaths have adopted stricter gun laws such as universal background checks, bans on assault weapons and high capacity magazines, and stricter requirements for concealed carry permits.

    Nicolò Scarpat si è laureato in filosofia presso l'Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore di Pisa. Frequenta il Master di II livello in Tutela Internazionale dei Diritti Umani presso l'Università Sapienza di Roma. Collabora con IRIAD occupandosi di armi leggere e diritti umani.

    SOMMARIO

    Sistema Informativo a Schede (SIS)

    Mensile dell’IRIAD (Istituto di Ricerche

    Internazionali Archivio Disarmo)

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    Direttore Scientifico: Maurizio Simoncelli

    Registrazione Tribunale di Roma n. 545/86

    ISSN 2385-2984

    Copyright © IRIAD (Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo)

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    Indice

    PARTE PRIMA Diffusione: più armi, meno proprietari 4

    1.1. La definizione delle armi da fuoco nelle leggi statunitensi 4 1.2. Il boom di produzione, importazioni e vendite sotto Obama 6 1.3. I proprietari: una minoranza, in calo, ma armata fino ai denti 12

    PARTE SECONDA La violenza con armi da fuoco 17

    2.1. I morti per arma da fuoco: in aumento dal 2010 17 2.1.1. Distribuzione geografica 19 2.1.2. Distribuzione demografica 21 2.1.3. Omicidi con arma da fuoco: in aumento dal 2015 22 2.1.4. Suicidi con arma da fuoco: in aumento dal 2006 27 2.1.5. Un confronto internazionale: l'eccezionalità statunitense 29

    2.2. I feriti con arma da fuoco: in aumento dagli anni Duemila 32 2.3. I costi economici 35 2.4. L'uso delle armi da fuoco nei crimini violenti non letali e in legittima difesa 35

    PARTE TERZA Il dibattito sul controllo delle armi da fuoco 36

    3.1. La correlazione tra percentuale di proprietari di armi e tassi di mortalità 36 3.2. La letalità delle armi da fuoco in confronto ad altri strumenti 38 3.3. La legislazione sulle armi da fuoco 40

    3.3.1. Il Secondo Emendamento 40 3.3.2. I background checks e i loro limiti 43 3.3.3. I bandi sulle armi d'assalto e sui caricatori ad alta capacità 46 3.3.4. Il porto d'armi nascoste nei luoghi pubblici 48

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    PARTE PRIMA Diffusione: più armi, meno proprietari Secondo una stima del progetto di ricerca svizzero Small Arms Survey, nel 2007 negli Stati Uniti erano in circolazione 270 milioni di armi da fuoco possedute da civili. Ciò faceva degli Stati Uniti il Paese con il più alto numero di armi da fuoco in mani civili nel mondo sia pro capite (89 armi per ogni 100 abitanti), sia in assoluto (oltre il 40% dei 650 milioni di armi da fuoco in mani civili stimate a livello mondiale dal Small Arms Survey si trovava negli Stati Uniti, benché la popolazione statunitense fosse solo circa il 4% della popolazione mondiale).1 Gli Stati Uniti sono quindi un caso di studio esemplare degli effetti dell'ampia disponibilità di armi da fuoco ai civili in un paese sviluppato. 1.1. La definizione delle armi da fuoco nelle leggi statunitensi Per "armi da fuoco" (in inglese firearms, informalmente anche chiamate guns) si intende,

    1 Estimating civilian owned firearms, Small Arms Survey, 2011, http://www.smallarmssurvey.org/about-us/highlights/highlight-research-note-9-estimating-civilian-owned-firearms.html. Per un confronto tra le armi da fuoco pro capite negli Stati Uniti e nel resto del mondo si veda M. Srour, Gli Stati Uniti e le armi da fuoco, in "Sistema Informativo a Schede", n. 2/2016, Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, febbraio 2016, p. 7.

    secondo le definizioni internazionali, un sotto-insieme delle "armi piccole e leggere" (Small Arms and Light Weapons, SALW), che comprende pistole e rivoltelle, fucili e carabine, fucili d'assalto, mitra e mitragliatrici leggere e pesanti.2 Negli Stati Uniti, la vendita legale di armi da fuoco ai civili riguarda quasi esclusivamente armi corte, da tenere in una sola mano (comprendenti pistole e rivoltelle), e armi lunghe, da tenere appoggiate alla spalla (comprendenti rifles, ovvero fucili a canna rigata, e shotguns, ovvero fucili a canna liscia). Figura 1 - Differenze tra fucili a canna rigata

    e a canna liscia

    Fonte: ATF3

    2 Cfr. Definitions of Small Arms and Light Weapons, Small Arms Survey, http://www.smallarmssurvey.org/de/weapons-and-markets/definitions.html 3 ATF Guidebook - Importation and Verification of Firearms, Ammunition, and Implements of War, https://www.atf.gov/firearms/docs/guide/atf-guidebook-importation-verification-firearms-ammunition-and-implements-war/download

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    Queste armi sono in grado di sparare un solo colpo ad ogni pressione del grilletto e possono avere diversi meccanismi di ricarica, tra cui è particolarmente diffuso il modo semi-automatico (che permette di continuare a sparare, senza dover caricare manualmente il colpo successivo, fino ad esaurimento del caricatore). Per contro, le armi completamente automatiche (quelle in grado di sparare a raffica più colpi consecutivi tenendo premuto il grilletto, collettivamente chiamate dalla legge statunitense machine guns, ovvero mitragliatrici, e comprendenti mitra, fucili d'assalto e mitragliatrici leggere e pesanti) sono fortemente regolamentate sin dal National Firearms Act del 1934 e ad uso quasi esclusivamente militare.4

    Figura 2 - Armi d'assalto

    Fonte: Law Center to Prevent Gun Violence5

    4 Cfr. le definizioni delle varie tipologie di armi in 26 U.S. Code, Chapter 53, § 5845, e 18 U.S. Code, Chapter 44, § 921; cfr. W. J. Krouse, Gun Control Legislation, Congressional Research Service, 14 novembre 2012, https://fas.org/sgp/crs/misc/RL32842.pdf, p. 8. Dal 1986 è illegale per ogni persona possedere o trasferire un'arma completamente automatica (machine gun), salvo quelle legalmente possedute prima del 1986 e registrate dal governo federale (quasi 600.000 machine guns risultavano registrate al febbraio 2016). 5 Assault Weapons, Law Center to Prevent Gun Violence, http://smartgunlaws.org/gun-laws/policy-areas/classes-of-weapons/assault-weapons/. Una

    Un'altra definizione presente nelle leggi statunitensi è quella di "arma d'assalto" (assault weapon), da non confondere con i fucili d'assalto (assault rifles) in senso stretto, che, come detto sopra, sono considerati mitragliatrici (machine guns) dalla legge statunitense. Le armi d'assalto, definite a livello federale dall'Assault Weapons Ban del 1994 (in vigore fino al 2004), sono armi semi-automatiche (per lo più fucili, ma anche pistole) con un caricatore separabile (quindi più facilmente e velocemente sostituibile, e solitamente in grado di contenere un alto numero di colpi, tipicamente 30) e con altre caratteristiche ritenute proprie delle armi ad uso militare, come un'impugnatura da pistola (che rende più facile impugnare e controllare l'arma), un calcio telescopico o pieghevole (che rende più facile trasportare e

    nascondere l'arma), un tromboncino spegnifiamma (per ridurre la vampata di fuoco alla bocca del fucile e migliorare la visibilità del tiratore), una canna coperta (che permette di impugnare la canna con la mano libera senza bruciarsi), ecc. In seguito alla fine del bando

    federale sulle "armi d'assalto" nel 2004, in alcuni stati esse sono proibite, mentre in altri no. Per i sostenitori del bando queste armi vanno proibite perché non sono che la versione semi-automatica, ad uso civile, dei fucili d'assalto ad uso militare, mentre gli oppositori del bando criticano l'uso della stessa espressione "arma d'assalto" per

    delle più popolari "armi d'assalto" è il fucile semi-automatico Colt AR-15 (e le sue varianti), che fu sviluppato nel 1964 come versione semi-automatica del fucile d'assalto M16 usato dall'esercito statunitense.

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    riferirsi alle armi semi-automatiche ad uso civile.6 Come si vedrà più avanti, le armi corte (pistole e rivoltelle) costituiscono quasi la metà delle armi da fuoco in mani civili negli USA (possedute dal 75% dei proprietari) e sono quelle più spesso usate nella grande maggioranza degli omicidi con armi da fuoco (circa il 70%), dei crimini violenti non letali con armi da fuoco (circa il 90%) e dei suicidi con armi da fuoco (circa il 70%). I fucili semi-automatici classificati come "armi d'assalto" sono invece frequentemente usati nelle sparatorie di massa in pubblico, specialmente quelle più letali. 1.2. Il boom di produzione, importazioni e vendite sotto Obama Dal momento che negli Stati Uniti non esiste un sistema nazionale di registrazione delle armi da fuoco, dati aggiornati sul numero di armi in mani civili non sono facili da ottenere.

    Un metodo di stima indiretto consiste nell'usare i dati sulle armi da fuoco fabbricate, importate ed esportate ogni

    6 Cfr. Even defining "assault rifles" is complicated, New York Times, 16 gennaio 2013, http://www.nytimes.com/2013/01/17/us/even-defining-assault-weapons-is-complicated.html.

    anno, pubblicati dal Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives (ATF) dal 1899.7 Ciò permette di calcolare il numero di armi possedute da civili o a loro disposizione in vendita, anche se non tiene conto delle armi non più utilizzabili a causa dell'usura, o di quelle che entrano ed escono dal Paese illegalmente. Come si vede dai grafici sottostanti, tanto la produzione, quanto l'importazione di armi da fuoco, dopo essere declinate durante la presidenza di Clinton ed aver cominciato ad incrementare durante il secondo mandato di G.W. Bush, sono fortemente aumentate durante la presidenza di Obama, raggiungendo un picco di oltre 10 milioni di armi fabbricate e di oltre 5 milioni di armi importate nel 2013 (l'export è su livelli molto inferiori, pari a circa 400.000 armi esportate nel 2013). Ciò è comunemente attribuito a un aumento delle vendite nel timore che il Congresso approvasse nuove restrizioni alla vendita di armi.8

    7 Questi dati escludono la produzione per le forze armate statunitensi ma includono le armi da fuoco acquistate dalle forze di polizia. 8 What happens after calls for new gun restrictions? Sales go up, New York Times, 13 giugno 2016, https://www.nytimes.com/interactive/2015/12/10/us/gun-sales-terrorism-obama-restrictions.html?_r=0.

    Figura 3 - Armi da fuoco fabbricate negli USA (1986-2015)

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    Figura 4 - Armi da fuoco importate negli USA (1986-2016)

    Fonte: ATF9

    Figura 5 - Armi da fuoco esportate dagli USA (1986-2015)

    Fonte: ATF

    9 Firearms Commerce in the United States. Annual Statistical Update 2017, Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives, https://www.atf.gov/resource-center/docs/undefined/firearms-commerce-united-states-annual-statistical-update-2017/download.

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    Anche i dati sulla vendita di armi ricavabili approssimativamente dal numero di background checks confermano un trend in ascesa nell'ultimo decennio. I background checks sono stati introdotti a livello federale dal Brady Act del 1993 e hanno cominciato ad eseguiti dall'FBI nel 1998 (tra il 1994 e il 1998 erano eseguiti dalle agenzie di sicurezza locali). Essi prevedono che i venditori autorizzati (detentori di una Licenza federale per armi da fuoco, FFL) contattino il National Instant Criminal Background Check System (NICS) dell'FBI per verificare, istantaneamente o entro tre giorni, che un acquirente non rientri tra le persone identificate dall'FBI o altre agenzie federali, a cui è proibito comprare armi (tra cui rientrano persone condannate per crimini punibili con più di un anno di incarcerazione, latitanti, condannati per violenza domestica, consumatori di sostanze illecite e malati mentali). I background checks non sono richiesti dalla legislazione federale per le vendite di armi tra privati sul mercato secondario (di persona, online o alle fiere di armi). Dal novembre 1998 al luglio 2017 l'FBI ha effettuato 267 milioni di background checks federali, aumentati da 9 milioni nel 1999 a 13 milioni nel 2008, e raddoppiati durante la presidenza Obama (da 14 milioni nel 2009 a 27,5 milioni nel 2016).10 In 1,4

    10 NICS Firearm Checks: Month/Year, https://www.fbi.gov/file-repository/nics_firearm_checks_-_month_year.pdf/view. L'FBI specifica che non è possibile stabilire una correlazione uno-a-uno tra un background check e la vendita di un'arma, sia perché alcune vendite non richiedono background check (quelle tra privati), sia perché una parte dei background checks non sono legati alla vendita di un'arma, ma al rilascio di una licenza di porto d'armi o alla verifica della sua validità. Ciononostante, i dati sui background checks sono solitamente utilizzati per stimare approssimativamente il numero di armi vendute. Cfr. How Kentucky makes a record year of gun sales look bigger than it was, Washington Post, 4 gennaio 2016, https://www.washingtonpost.com/news/the-fix/wp/2016/01/04/how-kentucky-makes-a-record-year-of-gun-sales-look-bigger-than-it-was/?utm_term=.c9d61ed98e86.

    milioni di casi il diritto di acquistare l'arma è stato negato.11

    11 Federal Denials, FBI, https://www.fbi.gov/file-repository/federal_denials.pdf/view.

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    Figura 6 - Background checks effettuati dall'FBI, USA 1999-2016

    Fonte: nostra elaborazione su dati FBI (NICS)

    I picchi nella vendita di armi, secondo un'analisi dei dati sui background checks del New York Times, sono stati raggiunti nel novembre 2008 (mese dell'elezione di Obama), nel gennaio 2013 (dopo la rielezione di Obama e la sparatoria nella scuola elementare di Newtown) e nel dicembre 2015 (dopo la sparatoria di San Bernardino): ciò è, paradossalmente, attribuibile ai (vani) tentativi di Obama di introdurre maggiori restrizioni alla vendita di armi dopo alcune delle più gravi sparatorie di massa della sua presidenza e della storia degli Stati Uniti. Ciò ha spinto una minoranza di statunitensi ad accumulare quante più armi possibili, nel timore che un presidente ideologicamente "ostile" li privasse del diritto di possedere armi.12 Per questi motivi, alcuni hanno definito Obama, suo malgrado, "il miglior venditore di armi", mentre l'elezione di Trump, pur ideologicamente gradito alla

    12 E. Depetris-Chauvin, Fear of Obama: an empirical study of the demand for guns and the U.S. 2008 presidential election, Journal of Public Economics, 2015.

    lobby delle armi,13 ha colto di sorpresa produttori e venditori di armi, che si aspettavano una continuazione del picco di vendite sotto un'eventuale presidenza di Hillary Clinton, favorevole a maggiori restrizioni alla vendita.14 Un'altra ragione, indipendente dalle politiche di Obama, per cui le vendite di armi storicamente tendono ad aumentare dopo le sparatorie di massa in luogo pubblico (p. es., anche dopo la sparatoria all'università Virginia Tech del 2007, sotto la presidenza di Bush) è legata alla paura che questi eventi, ampiamente pubblicizzati dai media, suscitano nel pubblico, al conseguente desiderio di armarsi per la difesa personale e all'idea, diffusa dalla lobby delle armi, secondo cui i membri del pubblico, se fossero armati in maggior

    13 The making of Donald Trump and the NRA's marriage of convenience, The Trace, 28 aprile 2017 https://www.thetrace.org/2017/04/donald-trump-nra-convention/ 14 How President Trump is bad for the gun industry, CNN Money, 4 febbraio 2017 http://money.cnn.com/2017/02/03/news/companies/trump-gun-ammo-sales/.

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    numero, sarebbero in grado di fermare i killer.15

    Fonte: New York Times16

    Dall'elezione di Trump nel novembre 2016, questo trend ascendente nella vendita di armi si è interrotto: i dati mensili sui background checks da dicembre 2016 a luglio 2017 mostrano una riduzione dell'11,5% rispetto ai mesi corrispondenti dell'anno precedente (dicembre 2015-luglio 2016), pur continuando a restare a livelli molto elevati (superiori del 19% rispetto a quelli del dicembre 2014-luglio 2015).

    15 L.N. Wallace, Responding to violence with guns: mass shootings and gun acquisition, The Social Science Journal, 2015. 16 What happens after calls for new gun restrictions? Sales go up, cit.

    Figura 8 - USA, background checks novembre 2016-luglio 2017 a confronto con i due anni precedenti

    Fonte: nostra elaborazione su dati FBI (NICS)

    Figura 7 - Armi vendute negli Stati Uniti al mese, 2000-2016

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    L'aumento delle vendite di armi e munizioni si è ovviamente tradotto in un forte aumento dei ricavi per l'industria delle armi da fuoco. Secondo stime della National Shooting Sports Foundation (NSSF, associazione di categoria dell'industria delle armi da fuoco), basate sull'analisi delle tasse sulle armi vendute, i soldi spesi dagli statunitensi per l'acquisto di armi e munizioni durante gli otto anni di presidenza di Obama (dal 2009 al terzo trimestre del 2016) sono stati pari a 46 miliardi di dollari (30 miliardi per armi da fuoco, equamente divisi tra armi corte e armi lunghe, e 17 miliardi per munizioni), con un picco di 8 miliardi di dollari nel 2013. Il totale di poco supera la somma delle vendite durante le presidenze di Clinton e G.W. Bush (21 miliardi di dollari a valori costanti 2016 nel periodo 1993-2000, 23 miliardi nel periodo 2001-2008).17

    17 Americans spent an estimated $17 billion on ammunition while Obama was president, Washington Post, 22 marzo 2017, https://www.washingtonpost.com/news/politics/wp/2017/03/22/americans-spent-an-estimated-17-billion-dollars-on-ammunition-while-obama-was-president/?utm_term=.7c86166f5f28.

    Figura 9 - Valore annuale delle vendite di armi da fuoco negli USA, 1982-2016

    Fonte: Washington Post

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    Secondo la NSSF, l'industria delle armi da fuoco impiega direttamente circa 150.000 lavoratori nel 2016 ed altrettanti in industrie collegate; l'impatto economico dell'industria sull'economia statunitense è stimato in 51 miliardi di dollari nel 2016 (0,27% del PIL), più del doppio rispetto al 2008 (19 miliardi di dollari).18 Nel 2014, le più grandi ditte produttrici negli USA sono state Sturm Ruger (con 1,6 milioni di armi fabbricate per il mercato statunitense, in maggioranza armi corte, e 550 milioni di dollari di ricavi globali), Remington (con 1,5 milioni di armi fabbricate, in maggioranza fucili a canna rigata e a canna liscia, e 940 milioni di dollari di ricavi) e Smith & Wesson (con 1,3 milioni di armi fabbricate, prevalentemente armi corte, e 550 milioni di dollari di ricavi), seguite da Glock, Sig Sauer, O.F. Mossberg & Sons, Savage, Springfield Armory, Beretta e Taurus International.19 Beretta USA, sussidiaria della ditta italiana Beretta, aprì una fabbrica d'armi negli anni '70 ad Accokeek (Maryland), a poca distanza da Washington D.C., dove ha prodotto tra l'altro oltre 600.000 pezzi della pistola M9, adottata dall'esercito statunitense dal 1985 ad oggi (la produzione iniziò nel 1987; il contratto è stato recentemente perduto nel gennaio 2017). Nel 2016, Beretta USA ha spostato la sua produzione dallo stato del Maryland a Gallatin nello stato del Tennessee in seguito all'approvazione nel Maryland nel 2013 del Firearm Safety Act, una legge approvata sulla scia della sparatoria di Newtown che ha proibito la vendita di armi d'assalto e di caricatori con più di dieci colpi, incluse armi del tipo venduto da Beretta in tutti gli Stati

    18 Firearm and ammunition industry economic impact report 2017, National Shooting Sports Foundation, http://nssf.org/impact/. 19 Fully Loaded: Inside the Shadowy World of America’s 10 Biggest Gunmakers, Mother Jones, 14 gennaio 2016, http://www.motherjones.com/politics/2016/04/fully-loaded-ten-biggest-gun-manufacturers-america. Vd. anche U.S. Firearms Industry 2017, Shooting Industry, https://www.shootingindustry.com/u-s-firearms-industry-2017/.

    Uniti. Per contro, per trasferirsi nel Tennessee, uno stato con leggi sulle armi da fuoco molto meno restrittive, Beretta ha ricevuto sussidi statali e locali per 14,4 milioni di dollari.20 1.3. I proprietari: una minoranza, in calo, ma armata fino ai denti Sommando i dati dell'ATF sulle armi prodotte e importate e sottraendo le armi esportate dal 1899 ad oggi, il Congressional Research Service ha stimato che ci fossero 310 milioni di armi da fuoco civili in circolazione nel 2009 (114 milioni di armi corte, 110 milioni di fucili a canna rigata e 86 milioni di fucili a canna liscia),21 arrivate a 357 milioni nel 2013 (più di un'arma per abitante: il "sorpasso" del numero di armi rispetto al numero di abitanti sarebbe avvenuto nel 2009). Secondo alcuni esperti, tuttavia, a questa cifra andrebbe sottratto ogni anno circa l'1 per cento del totale, per tenere conto dell'usura, portando così le armi da fuoco a 270 milioni nel 2013.22

    20 Why Beretta is moving its gun factory to Tennessee, CNN Money, 17 dicembre 2015, http://money.cnn.com/2015/12/17/news/companies/beretta-guns-factory-tennessee-maryland/index.html:; How America's gun manufacturers are quietly getting richer off taxpayers, Mother Jones, 28 gennaio 2016, http://www.motherjones.com/politics/2016/01/gun-manufacturers-subsidies-southern-states/. 21 W. J. Krouse, Gun Control Legislation, cit., p. 8. 22 There are now more guns than people in the United States, Washington Post, 5 ottobre 2015, https://www.washingtonpost.com/news/wonk/wp/2015/10/05/guns-in-the-united-states-one-for-every-man-woman-and-child-and-then-some/?utm_term=.db14d51e8aa0; P. J. Cook, K.A. Goss, The gun debate, Oxford University Press 2014, p. 3; D. Azrael, L. Hepburn, D. Hemenway, M. Miller, The stock and flow of US firearms: results from the 2015 National Firearms Survey, Russell Sage Foundation, https://web.archive.org/web/20170129104556/http://www.russellsage.org/sites/all/files/RSF_Journal/Cook_Pollack/Azrael_et_al.pdf.

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    Figura 10 - USA, armi in mani civili a confronto con la popolazione

    Fonte: Washington Post

    Un altro metodo per misurare la circolazione e il possesso delle armi è costituito dai sondaggi. Questi permettono di misurare non soltanto il numero di armi, ma anche il numero di proprietari, e rivelano che, nonostante negli USA sia in circolazione circa un'arma per abitante adulto, i proprietari sono una minoranza, e, nonostante l'aumento del numero di armi in circolazione, il numero di proprietari è andato diminuendo. Secondo il General Social Survey condotto ogni due anni dall'organizzazione di ricerca NORC all'Università di Chicago, la percentuale di adulti che dice di avere armi da fuoco in casa (di proprietà loro o di un altro membro della famiglia) è diminuita dal 54% nel 1977 al 32% nel 2014; la percentuale di adulti che dice di essere personalmente proprietario di almeno un'arma da fuoco è diminuita dal 30,5% nel 1985 al 22% nel 2014. Uno dei principali motivi della diminuzione dei proprietari di armi è il declino del numero di cacciatori: la percentuale di adulti che dice di cacciare o di

    vivere con un cacciatore è diminuita dal 31,6% nel 1977 al 15,4% nel 2014. Nel 2014, la presenza di armi in casa è più alta tra i bianchi (39%) che tra i neri (18,1%), si concentra soprattutto nelle aree rurali (dove il 55,9% degli adulti ha un'arma in casa) e negli stati del Sud (seguiti dal Mid-West e dagli stati delle Montagne Rocciose, mentre gli stati del Pacifico e del Nordest hanno le percentuali più basse)23, e aumenta con l'aumentare del reddito. La proprietà personale di armi è più alta tra gli uomini (35,1%) che tra le donne (11,7%), ed è più alta tra i vecchi che tra i giovani (30,4% tra gli over-65 rispetto al 14% tra gli under-35).24

    23 Si seguono qui le divisioni in regioni del United States Census Bureau: https://www.census.gov/geo/reference/gtc/gtc_census_divreg.html. 24 General Social Survey Final Report - Trends in gun ownership in the United States, 1972-2014, NORC, Marzo 2015, http://www.norc.org/PDFs/GSS%20Reports/GSS_Trends%20in%20Gun%20Ownership_US_1972-2014.pdf.

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    Nonostante tutti i sondaggi concordino sul fatto che i proprietari siano attualmente una minoranza della popolazione statunitense adulta, alcuni sondaggi condotti da altri istituti di ricerca (come Gallup25 e Pew Research Center26) hanno trovato una percentuale di proprietari un po' più alta (intorno al 30% sarebbe personalmente proprietario e intorno al 40% avrebbe un'arma in casa) e una tendenza a lungo termine nel cambiamento della percentuale di proprietari dagli anni Settanta ad oggi non nettamente discendente ma più o meno stabile (General Social Survey e Gallup concordano comunque su una forte riduzione della percentuale di proprietari negli anni Novanta e su una maggiore stabilità dagli anni Duemila). Figura 11 - USA, percentuale di case e adulti

    con armi

    Fonte: Pew Research Center27

    25 Guns, Gallup, http://www.gallup.com/poll/1645/guns.aspx. 26 America's Complex Relationship with Guns, Pew Research Center, 22 giugno 2017, http://www.pewsocialtrends.org/2017/06/22/americas-complex-relationship-with-guns/. 27 A minority of Americans own guns, but just how many is unclear, Pew Research Center, 4 giugno 2013, http://www.pewresearch.org/fact-

    Il fatto che le armi da fuoco siano all'incirca una per abitante adulto, ma i proprietari siano solo una minoranza, significa che alcuni adulti possiedono un numero molto elevato di armi ciascuno. Secondo un approfondito sondaggio effettuato nel 2015 da ricercatori delle università di Harvard e Northeastern University,28 il 22% degli adulti possiede un'arma da fuoco (ovvero 54,7 milioni di statunitensi su un totale di 245 milioni di adulti), in leggero calo rispetto al 25% nel 1994 (ovvero 44,3 milioni di statunitensi all'epoca). Il numero medio di armi possedute è 4,8 per proprietario (era 4,3 nel 1994), per un totale di 265 milioni di armi da fuoco in mani civili (70 milioni in più rispetto ai 192 milioni di armi in circolazione nel 1994). Di queste, il 42% sono armi corte (26% pistole e 12% rivoltelle) e il 53% armi lunghe (33% fucili a canna rigata e 20% fucili a canna liscia). La proporzione di armi corte è in forte

    tank/2013/06/04/a-minority-of-americans-own-guns-but-just-how-many-is-unclear/. 28 The stock and flow of US firearms: results from the 2015 National Firearms Survey, cit. Si tratta del sondaggio più completo e attendibile sul numero e la distribuzione delle armi, che fa seguito ad analoghi sondaggi effettuati da ricercatori universitari nel 1994 e nel 2004. Il sondaggio del 2015 è stato effettuato per e-mail su un campione di 3.949 statunitensi, rappresentativo a livello nazionale.

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    aumento rispetto al 1994 (quando erano circa un terzo del totale), mentre è in diminuzione la proporzione di armi lunghe (dal 66% al 53%). Nel 2015, la metà dei

    proprietari possiede sia armi corte sia lunghe, il 25% possiede solo armi corte il 21% possiede solo armi lunghe.

    Figura 12 - USA, composizione dello stock di armi da fuoco per tipologia

    Fonte: National Firearms Survey 2015

    La distribuzione delle armi è estremamente diseguale: il 28% dei proprietari ha solo un'arma; se a questi sommiamo il 21% dei proprietari che ha due armi, risulta che circa la metà (49%) dei proprietari possiede una o due armi, pari cumulativamente al 14% del totale delle armi in mani civili. All'estremo opposto, l'8% dei proprietari ha dieci o più armi a testa e possiede il 39% del totale delle armi. Detto in altre parole, metà delle armi sono possedute dall'86% dei proprietari, mentre l'altra metà è posseduta dal restante 14% dei proprietari. Il 14% dei proprietari equivale a 7,6 milioni di adulti con una media di 17 armi a testa (da un minimo di 8 a un massimo di 140), il che significa che metà

    delle armi negli Stati Uniti (circa 130 milioni di armi) sono nelle mani di una ristrettissima minoranza pari al 3% della popolazione statunitense adulta.29 La concentrazione delle armi è in aumento: nel 1994 il top 20% dei proprietari possedeva il 55% delle armi, nel 2015 ne possiede il 60%.

    29 Alcuni profili di super-proprietari sono descritti da Meet America's gun super-owners - with an average of 17 firearms each, The Trace, 20 settembre 2016, https://www.thetrace.org/2016/09/gun-super-owners-harvard-survey/. Tra di loro si trovano sia persone che costruiscono un arsenale per la difesa personale, sia collezionisti.

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    Figura 13 - Distribuzione delle armi da fuoco tra i proprietari negli USA

    Fonte: National Firearms Survey 2015

    Il sondaggio conferma che le categorie demografiche con una più alta percentuale di proprietari sono i maschi, bianchi, anziani, benestanti, di aree rurali, di stati del Sud e di opinioni politiche conservatrici. Le principali ragioni date dai proprietari per il possesso di armi sono difesa da altre persone (63%), caccia (40%), collezionismo (34%), sport (28%) e protezione dagli animali (20%). Rispetto al 1994, si registra un aumento di persone che dicono di possedere un'arma per auto-difesa, un risultato coerente con l'aumento della proporzione di armi corte (più spesso usate per auto-difesa), mentre il declino della popolarità della caccia si accompagna a un declino della proporzione di armi lunghe. I proprietari di armi corte hanno anche caratteristiche demografiche particolari: tra di loro si trovano, in proporzione maggiore rispetto ai proprietari in generale, donne, non bianchi e abitanti in

    aree urbane. In generale, rispetto al 1994 la percentuale di uomini che possiedono un'arma da fuoco è diminuita (dal 42% al 32%), mentre è aumentata la percentuale di donne (dal 9% al 12%). Il rafforzamento dell'idea secondo cui le armi corte siano uno strumento utile per la difesa personale si riscontra anche nei sondaggi condotti da Gallup: la percentuale di persone favorevoli a un bando sul possesso di armi corte salvo che da parte della polizia e altre persone autorizzate è diminuita dal 43% nel 1991 al 23% nel 2016; la percentuale di persone che ritiene che possedere un'arma da fuoco in casa la renda un posto più sicuro è aumentata dal 42% nel 1993 al 63% nel 2014 (anche se la percentuale di coloro che

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    effettivamente possiedono armi in casa non è aumentata di pari passo).30

    PARTE SECONDA La violenza con armi da fuoco 2.1. I morti per arma da fuoco: in aumento dal 2010 La violenza con armi da fuoco è considerata dagli epidemiologi un ampio e costoso problema di salute pubblica negli Stati Uniti.31 I dati annuali sui morti per armi da fuoco sono pubblicati dal Center for Disease Control (CDC), parte del Dipartimento della Salute degli Stati Uniti, e si basano su tutti i certificati di morte compilati dagli operatori sanitari (per quanto riguarda le cause della morte) e funebri (per quanto riguarda le caratteristiche demografiche del morto). In base ai codici della decima edizione dell'International Classification of Diseases (ICD-10) dell'OMS, i morti per arma da fuoco sono classificati come sotto-categoria dei morti per trauma fisico (injury): i morti per trauma fisico sono infatti classificati in base all'intento (non-intenzionale, suicidio, omicidio, intervento legale o non determinato) e in base al "meccanismo" della morte (arma da fuoco, incidente stradale, caduta, avvelenamento, ecc.). Nel 2015, ultimo anno per cui sono disponibili dati definitivi,32 36.252 persone

    30 Vedi Guns, Gallup, http://www.gallup.com/poll/1645/guns.aspx; More than six in ten Americans say guns make homes safer, Gallup, 7 novembre 2014, http://www.gallup.com/poll/179213/six-americans-say-guns-homes-safer.aspx. 31 Cfr. G.J. Wintemute, The epidemiology of firearm violence in the twenty-first century United States, Annual Review of Public Health, 2015; D. Hemenway, Private Guns, Public Health, University of Michigan Press, 2006. 32 I dati del CDC sui morti per armi da fuoco dal 1981 al 2015 e sui feriti dal 2001 al 2015 sono disponibili online nel database WISQARS (Web-based Injury Statistics Query and Reporting System), contenente dati su tutti i traumi fisici (https://www.cdc.gov/injury/wisqars/). Dati provvisori per il 2016 sono disponibili nei Quarterly provisional

    (quasi 100 al giorno) sono morte negli Stati Uniti per ferite da armi da fuoco (più dell'1,3% del totale delle morti annuali). In rapporto alla popolazione, il tasso è pari a 11,3 ogni 100.000 abitanti. Nonostante l'attenzione si concentri solitamente sugli omicidi con armi da fuoco, quasi due terzi degli oltre 36.000 morti (22.018, ovvero 6,85 ogni 100.000 ab.) sono suicidi, mentre più di un terzo (12.979, ovvero 4 ogni 100.000 ab.) sono omicidi. Il 50% dei suicidi e il 70% degli omicidi sono stati compiuti con armi da fuoco. Vi è poi un numero più piccolo, ma non trascurabile, di morti in interventi legali da parte delle forze di polizia (484) e in incidenti non intenzionali (489). Per mettere il numero totale di morti per armi da fuoco in prospettiva, esso risulta simile al numero di morti per incidenti stradali (36.161 nel 2015).33 Se paragonati ai morti statunitensi in guerra, risulta che in meno di cinquant'anni, dal 1968 al 2014, i morti per arma da fuoco sono stati più dei morti statunitensi in tutte le guerre della storia degli Stati Uniti, inclusa la guerra civile, la prima e la seconda guerra mondiale (circa 1,5 milioni di morti per arma da fuoco contro 1,4 milioni di morti in guerra).34 Negli anni Novanta, grazie al quasi dimezzamento del tasso di omicidio con armi da fuoco, e alla contemporanea riduzione,

    estimates (https://www.cdc.gov/nchs/products/vsrr/mortality-dashboard.htm#): mostrano una continuazione dell'aumento del tasso di morti per arma da fuoco (da 11,3 ogni 100.000 ab. nel 2015 a 11,9 nel 2016), correlato all'aumento del tasso di omicidio (da 5,5 nel 2015 a 6 nel 2016). 33 Il tasso di morti in incidenti stradali negli USA è esso stesso particolarmente alto: circa il doppio che in Italia e nell'Unione Europea (cfr. Incidenti stradali - anno 2015, ISTAT, 7 novembre 2016, https://www.istat.it/it/archivio/192204). Nonostante ciò, in Italia e nell'UE il tasso di morti per arma da fuoco è ancora circa 4 volte più basso del tasso di morti in incidenti stradali (vd. oltre). 34 More Americans killed by guns since 1968 than in all U.S. wars, Politifact, 27 agosto 2015, http://www.politifact.com/punditfact/statements/2015/aug/27/nicholas-kristof/more-americans-killed-guns-1968-all-wars-says-colu/.

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    seppur minore, del tasso di suicidio con arma da fuoco, il tasso di morti per arma da fuoco si è ridotto di un terzo, da 15,2 ogni 100.000 abitanti nel 1993 a 10,2 nel 2000; è quindi rimasto grosso modo stabile fino al 2009, per poi aumentare gradualmente fino al 2014 (a causa dei suicidi, in aumento dal 2006), con un ulteriore marcato aumento nel 2015 (principalmente a causa degli omicidi).35 Come si vede in tabella 1 e in figura 14, in numeri assoluti i morti per arma da fuoco hanno raggiunto un minimo di 28.664 nel 2000 e da allora sono aumentati quasi ogni anno fino a 36.252 nel 2015, ma fino al 2009 la crescita è dovuta unicamente all'aumento della popolazione, mentre il tasso ogni 100.000 abitanti rimane stabile. Il tasso del 2015 (11,3) è il più alto dal 1997, dovuto a un tasso di suicidi con armi da fuoco che è il più alto dal 1995 e a un tasso di omicidi con arma da fuoco che è il più alto dal 2008.36

    35 Cfr. W. J. Krouse, Gun Control Legislation, cit., pp. 11-12. 36 Parte della variazione nel tasso di omicidi e suicidi rispetto alla popolazione in generale è imputabile all'invecchiamento della popolazione: dato che le vittime degli omicidi sono prevalentemente giovani e quelle dei suicidi di età più avanzata, in una popolazione che invecchia il tasso di omicidio tende naturalmente a diminuire e quello di suicidio ad aumentare. Tenendo conto di tale invecchiamento, nel 2015 il tasso standardizzato per età (prendendo a riferimento come standard la popolazione nell'anno 2000) sarebbe di 4,1 per gli omicidi (leggermente più alto) e di 6,5 per i suicidi (leggermente più basso). Nel prosieguo del testo si continuerà a fare riferimento ai tassi grezzi, non standardizzati per età.

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    Tabella 1 - Morti per arma da fuoco negli USA

    Anno Omicidi Suicidi Intervento legale

    Incidente Non determinato

    Totale

    1993 18.253 18.940 318 1.521 563 39.595

    2000 10.801 16.586 270 776 230 28.664

    2005 12.352 17.002 330 789 221 30.694

    2010 11.078 19.392 344 606 252 31.672

    2011 11.068 19.990 454 591 248 32.351

    2012 11.622 20.666 471 548 256 33.563

    2013 11.208 21.175 467 505 281 33.636

    2014 11.008 21.386 464 461 275 33.594

    2015 12.979 22.018 484 489 282 36.252 Fonte: CDC (WISQARS)

    Figura 14 -Tasso e numero di morti per arma da fuoco, USA 1990-2015

    Fonte: nostra elaborazione su dati CDC (WISQARS)

    2.1.1. Distribuzione geografica Dal punto di vista geografico,37 prendendo in considerazione il periodo 2008-2014, il tasso di morti per arma da fuoco nei diversi stati degli USA (media nazionale: 10,44 ogni 100.000) varia da un minimo di 3,3 nelle Hawaii a un massimo di 18,75 in Louisiana. Oltre a stati che hanno un tasso superiore alla media sia di omicidi sia di suicidi con armi da fuoco (soprattutto nel Sud), vi sono anche

    37 Si segue qui la classificazione degli stati USA in 4 regioni (Mid-West, Nordest, Sud, Ovest) del United States Census Bureau.

    stati che hanno un alto tasso di suicidi ma non di omicidi, o viceversa. Il tasso di omicidi con armi da fuoco (media nazionale: 3,65) è particolarmente alto negli stati del Sud (Louisiana 9,5; Mississippi 7,5; Alabama 6,44; Maryland 5,2) e in alcuni stati del Mid-West (Missouri 5,3, Michigan 4,9). Il tasso di suicidi con armi da fuoco (media nazionale: 6,4) è invece particolarmente alto nell'Ovest (Wyoming 15,3; Alaska 14,6; Montana 14,5; Idaho 11,1) e in Virginia Occidentale (10,85). Gli stati del Nord-Est (New York, Massachusetts) hanno generalmente tassi

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    inferiori alla media sia di omicidio, sia di suicidio con armi da fuoco.38

    38 Cfr. al riguardo B. Kalesan, S. Vasan, M.E. Mobily et al., State-specific, racial and ethnic heterogeneity in trends of firearm-related fatality rates in the USA from 2000 to 2010, BMJ Open 2014, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4185336/; G.J. Wintemute, The epidemiology of firearm violence in the twenty-first century United States, cit.

    Figura 15 - USA, tasso di morti per arma da fuoco, di omicidio con arma da fuoco e di suicidio con arma da fuoco per stato, 2008-2014

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    2.1.2. Distribuzione demografica Dal punto di vista demografico,39 prendendo in considerazione il tasso di morti per arma da fuoco nel periodo 2000-2015, le tre categorie più colpite, con un tasso quasi doppio rispetto a quello medio (10,45 ogni 100.000 ab.) della popolazione in generale, sono i maschi (con un tasso di 18,3, sei volte più alto che per le femmine), i 20-29enni (18,1), e i neri (20, due volte più alto che per i bianchi). Nelle categorie dei 20-29enni e dei neri, inoltre, la maggior parte delle morti per arma da fuoco è provocata da omicidi (rispettivamente 11 e 16,6), non da suicidi. Il tasso più alto in assoluto, pari a 10 volte la media nazionale, si registra all'intersezione di queste tre categorie, tra i neri maschi 20-29enni (con un tasso di 103,8, di cui la gran parte, 90,6, per omicidio). Il divario nel tasso di morti per arma da fuoco tra la popolazione nera rispetto a quella bianca, pur restando estremamente marcato, si è comunque ridotto dal triplo nel 1993 (36,8 a 11,6) al doppio nel 2015 (21,3 a 11,4).40

    39 Per quanto riguarda i dati su razza ed etnia, si seguono le classificazioni del United States Census Bureau, che dà ai residenti la possibilità di auto-identificarsi come appartenenti a cinque razze, considerate costrutti sociali (bianchi/neri/asiatici/indiani americani/nativi hawaiani o di altra isola del Pacifico), e all'etnia ispanica o non-ispanica (cfr. https://www.census.gov/topics/population/race/about.html). Nel testo, per "bianchi" si intendono i bianchi non-ispanici, per "neri" (o "afroamericani") si intendono i neri non-ispanici, e per "ispanici" si intendono gli ispanici di qualsiasi razza. 40 Il tasso sproporzionato di morti tra la popolazione nera è notato anche dal Comitato sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, organo di monitoraggio della Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale del 1965: nelle osservazioni conclusive del 25 settembre 2014 sul rapporto presentato dagli USA, il Comitato si dice "preoccupato dall'alto numero di morti e feriti per arma da fuoco che colpisce sproporzionatamente i membri delle minoranze razziali ed etniche, in particolare gli Afroamericani" e raccomanda agli USA di "adempiere al loro obbligo di proteggere il diritto alla vita e ridurre la violenza con armi da fuoco", adottando misure come "legislazione per espandere i background checks per tutti i trasferimenti di armi tra

    Le armi da fuoco sono tra le principali cause di morte per teenager e giovani adulti: tra i 15-34enni, nel periodo 2000-2015 le armi da fuoco (usate in omicidi, suicidi e incidenti) sono state la seconda causa di morte (la prima tra i maschi e di gran lunga la prima tra i neri), responsabile per il 17% delle morti dei 15-34enni, subito dopo gli incidenti stradali.41 Anche dal punto di vista demografico, distinguendo tra omicidi e suicidi con armi da fuoco si notano profonde differenze nelle categorie più colpite: tra le vittime di omicidio con arma da fuoco, prendendo a riferimento l'anno 2012, il tasso più alto si registra tra i maschi neri, dove raggiunge il picco nella classe di età 20-24 anni (88,8 ogni 100.000) e progressivamente declina, pur restando molto elevato, nelle classi di età successive. Il tasso di omicidio con armi da fuoco è sei volte più alto tra i maschi (6,3) che tra le femmine (1,1) e dodici volte più alto tra i neri (16,2) che tra i bianchi (1,4). Tra gli ispanici (3,5) è 2,5 volte più alto che tra i bianchi. Tra le vittime di suicidio con arma da fuoco, invece, il tasso più alto si registra tra i maschi bianchi, dove aumenta con l'aumentare dell'età fino a raggiungere il picco nella classe di età 85+ anni (41,7 ogni 100.000). Il tasso di suicidio con arma da fuoco è sette volte più alto tra i maschi (11,6) che tra le femmine (1,7) e tre volte più alto tra i bianchi (9) che tra i neri (2,8). Tra gli ispanici (1,9) è cinque volte più basso che tra i bianchi.

    privati e proibire la pratica di portare armi nascoste in luoghi pubblici" e rivedere le leggi sulla legittima difesa in modo che siano aderenti ai principi di necessità e proporzionalità e non prevedano un'ampia immunità come le cosiddette "Stand Your Ground laws" (§ 16). Cfr. anche le osservazioni conclusive sugli USA del Comitato dei diritti umani del 23 aprile 2014 (§ 10). 41 CDC, Multiple cause of death database, 1999-2015, https://wonder.cdc.gov/mcd-icd10.html.

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    Figura 16 - Tasso di omicidi e suicidi con arma da fuoco per razza/etnia, genere ed età, USA 2012

    Fonte: Wintemute 2015, cit.

    2.1.3. Omicidi con arma da fuoco: in aumento dal 2015 I dati sugli omicidi sono forniti, oltre che dalla fonti sanitarie già considerate (CDC), anche dalle fonti di polizia, e sono pubblicati annualmente dall'FBI: questi dati presentano informazioni più dettagliate sul tipo di armi da fuoco utilizzate, sugli autori e sulle circostanze degli omicidi.42 I dati di CDC e FBI mostrano lo stesso andamento nei tassi di omicidio e di omicidio con armi da fuoco, ma

    42 Gli ultimi dati completi disponibili riguardano il 2016: si veda https://ucr.fbi.gov/crime-in-the-u.s/2016/crime-in-the-u.s.-2016/topic-pages/murder/tables/table-1 per il numero complessivo di omicidi e https://ucr.fbi.gov/crime-in-the-u.s/2016/crime-in-the-u.s.-2016/tables/expanded-homicide-data-table-4.xls per il tipo di armi utilizzate. I dati sul tipo di armi utilizzate sono disponibili per la grande maggioranza degli omicidi, ma non per tutti.

    il numero di omicidi registrati dall'FBI è costantemente più basso che nelle fonti sanitarie,43 per motivi di reporting (obbligatorio per le fonti sanitarie, volontario per quelle di polizia) e di definizione (l'FBI include solo gli omicidi giuridicamente classificati come murders, ovvero omicidi volontari, o nonnegligent manslaughters, ovvero omicidi preterintenzionali).44

    43 A seconda degli anni, il tasso fornito dall'FBI registra 0,2-0,6 omicidi ogni 100.000 abitanti in meno rispetto a quello del CDC. Per questo motivo, e poiché solo il CDC registra i dati sui suicidi, nell'analisi che segue si continuerà a fare riferimento ai dati del CDC, salvo ove diversamente indicato. 44 Per esempio, l'FBI conta separatamente gli "omicidi giustificabili" (justifiable homicides), ovvero quelli in legittima difesa da parte della polizia e di privati cittadini; il CDC invece conta separatamente solo le uccisioni legali da parte della polizia (classificate come legal intervention), ma non quelle da parte di privati

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    Secondo i dati di CDC e FBI, il tasso complessivo di omicidio si è dimezzato dal 1993 (9,9 uccisi ogni 100.000 ab. secondo CDC e 9,5 secondo FBI) al 2014 (CDC: 5; FBI: 4,4). La maggiore e più rapida riduzione è avvenuta tra 1993 e 2000, ed ha riguardato tutti i gruppi demografici, nel contesto di una riduzione di tutti i crimini violenti, per ragioni ancora oggi dibattute e normalmente attribuite a una pluralità di fattori: dall'aumento del tasso di incarcerazione e del numero di agenti di polizia, ai cambiamenti economici e demografici, fino ad ipotesi meno intuitive come la legalizzazione dell'aborto e la riduzione dell'esposizione al piombo negli anni Settanta.45 La proporzione di omicidi compiuti con arma da fuoco è rimasta stabile (circa due su tre), cosicché si sono dimezzati sia il tasso di omicidi con arma da fuoco (da 7/6,6 nel 1993 a 3,5/3 nel 2014), sia il tasso di omicidi senza arma da fuoco (da 2,9 nel 1993 a 1,5/1,4 nel 2014). Secondo i dati dell'FBI, le armi da fuoco più usate negli omicidi sono le armi corte: nel 2015 il 67% degli omicidi con armi da fuoco è stato commesso con armi corte, il 2,6% con fucili a canna rigata, il 2,8% con fucili a canna liscia, l'1,8% con altre armi da fuoco e il 25,8% con armi da fuoco di tipo non specificato (quindi, ricordando che gli omicidi

    cittadini, che sono incluse negli omicidi. Cfr. The Nation's two measures of homicide, U.S. Department of Justice, luglio 2014, https://www.bjs.gov/content/pub/pdf/ntmh.pdf. 45 Cfr. S.D. Levitt, Understanding why crime fell in the 1990s: four factors that explain the decline and six that do not, Journal of Economic Perspectives, vol. 18, 1, 2004; F.E. Zimring, The Great American Crime Decline, Oxford University Press, 2007; What caused the crime decline?, Brennan Center, 12 febbraio 2015, https://www.brennancenter.org/publication/what-caused-crime-decline. In genere non vengono considerati determinanti i cambiamenti nella disponibilità di armi da fuoco, pur occorsi negli anni Novanta (ad esempio: le leggi federali introdotte nel 1993 sui background checks e nel 1994 sul bando delle armi d'assalto e dei caricatori ad alta capacità; la riduzione della percentuale di proprietari secondo i principali sondaggi; l'aumento del numero di stati che consentono il porto d'armi nascoste).

    con arma da fuoco nel 2015 sono stati il 70% degli omicidi, circa un omicidio su due è stato commesso con armi corte).46

    46 Murder victims by weapon, 2011-2015, FBI, https://ucr.fbi.gov/crime-in-the-u.s/2015/crime-in-the-u.s.-2015/tables/expanded_homicide_data_table_8_murder_victims_by_weapon_2011-2015.xls.

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    Figura 17 - Tasso di omicidio con e senza armi da fuoco, USA 1993-2015

    Fonte: nostra elaborazione su dati CDC (WISQARS)47 e FBI (UCR)48

    47 Il picco negli omicidi senza armi da fuoco nel 2001 nei dati CDC è dovuto agli attentati dell'11 settembre, non inclusi dall'FBI. 48 Il tasso di omicidi con arma da fuoco secondo l'FBI è stimato applicando la percentuale di omicidi con arma da fuoco registrata tra gli omicidi per i quali l'arma usata è conosciuta al numero di tutti gli omicidi registrati dall'FBI per i quali l'arma usata è conosciuta o sconosciuta. Cfr. W. J. Krouse, Gun Control Legislation, cit., pp. 9-10.

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    Nel 2015 si è registrato un aumento del tasso di omicidi del 10%, il più alto aumento annuale dal 1971 secondo i dati dell'FBI, tale da riportare il tasso di omicidio ai livelli del 2009.49 Gli omicidi nel 2015 sono stati secondo il CDC 17.793 (5,5 ogni 100.000 ab.), di cui 12.979 con arma da fuoco (4 ogni 100.000) e 4.814 senza arma da fuoco (1,5 ogni 100.000); secondo l'FBI sono stati 15.883 (4,9 ogni 100.000), di cui 11.295 con armi da fuoco (3,5 ogni 100.000) e 4.588 senza arma da fuoco (1,4 ogni 100.000). In base ai dati dell'FBI, il tasso di omicidio ha subito un ulteriore aumento dell'8% nel 2016 (da 4,9 a 5,3 ogni 100.000 ab.), tale da riportarlo ai livelli del 2008 (in totale gli omicidi nel 2016 sono stati 17.250 per l'FBI, di cui 12.596, ovvero 3,9 ogni 100.000 ab., con armi da fuoco e 4.654, ovvero 1,4 ogni 100.000, senza armi da fuoco).50 L'aumento del 2015-2016 è interamente dovuto all'aumento del tasso di omicidi con arma da fuoco, ritornato al livello del 2007, mentre il tasso di omicidi senza armi da fuoco è rimasto stabile (la proporzione di omicidi con arma da fuoco sul totale è quindi aumentata, dal 68% nel 2014 al 73% nel 2016, la più alta percentuale registrata dall'FBI dal 1961).51 L'aumento ha riguardato soprattutto la popolazione nera e alcune grandi città (tra cui Baltimora e Washington, D.C.).52 Nel

    49 Murders up 10.8% in biggest percentage increase since 1971, FBI data shows, The Guardian, 26 settembre 2016, https://www.theguardian.com/us-news/2016/sep/26/rate-murder-fbi-increase. 50 Secondo i dati provvisori del CDC (Quarterly provisional estimates, https://www.cdc.gov/nchs/products/vsrr/mortality-dashboard.htm#), il tasso di omicidio è aumentato da 5,5 nel 2015 a 6 nel 2016. Per una stima sulla prima metà del 2017 cfr. Murder is up again in 2017, but not as much as last year, FiveThirtyEight, 13 luglio 2017, https://fivethirtyeight.com/features/murder-is-up-again-in-2017-but-not-as-much-as-last-year/. 51 The U.S. murder rate is up but still far below its 1980 peak, FiveThirtyEight, 25 settembre 2017, https://fivethirtyeight.com/features/the-u-s-murder-rate-is-up-but-still-far-below-its-1980-peak/. 52 Cfr. Crime Trends: 1990-2016, Brennan Center, pp. 9-11, https://www.brennancenter.org/publication/crime-

    2016, l'aumento è stato particolarmente marcato a Chicago (+58%), che è, tra le città più popolose (con circa 2,7 milioni di ab., è la terza città degli USA dopo New York e Los Angeles), quella con il tasso di omicidio più alto (27,8 ogni 100.000 nel 2016): con 764 omicidi, nel 2016 la sola Chicago ha avuto quasi il doppio degli omicidi di tutta l'Italia (397).53 In alcune grandi città come Chicago, sono proprio le armi da fuoco a fare la differenza: nel 2016 il tasso di omicidi senza armi da fuoco è stato solo 1,7 volte più alto a Chicago (2,7) che a New York (1,6), ma il tasso di omicidi con armi da fuoco è stato 11 volte più alto a Chicago (25,1 contro 2,3), dove gli omicidi con armi da fuoco hanno costituito il 90% del totale contro il 60% di New York.54 L'aumento degli omicidi del 2015-16 è troppo recente per stabilirne con certezza le cause e per sapere se si tratterà dell'inizio di un trend ascendente di lungo periodo o di una breve battuta d'arresto in un trend decennale discendente. Una prima, controversa ipotesi sulle cause, da prendere con cautela, è il cosiddetto "effetto Ferguson", dalla città del

    trends1990-2016; Crime and despair in Baltimore, The Economist, 29 giugno 2017, https://www.economist.com/news/united-states/21724399-america-gets-safer-marylands-biggest-city-does-not-crime-and-despair-baltimore. Con un tasso di omicidi superiore a 50 ogni 100.000 ab. dal 2015, Baltimora è la città più violenta degli USA dopo St. Louis. 53 Cfr. Chicago's murder problem, New York Times, 27 maggio 2016, https://www.nytimes.com/interactive/2016/05/18/us/chicago-murder-problem.html, e 762 Murders. 12 months. 1 American city, CNN, 2 gennaio 2017, http://edition.cnn.com/2017/01/02/us/chicago-murder-rate-2016-visual-guide/index.html. Per l'Italia: M. Barbagli, A. Minello, L'inarrestabile declino degli omicidi, La Voce, 16 maggio 2017, http://www.lavoce.info/archives/46798/linarrestabile-declino-degli-omicidi/. 54 Cfr. Gun violence in Chicago, 2016, University of Chicago Crime Lab, gennaio 2017, http://urbanlabs.uchicago.edu/projects/gun-violence-in-chicago-2016; Murder rates in 50 American cities, The Economist, 7 febbraio 2017, https://www.economist.com/blogs/graphicdetail/2017/02/daily-chart-3.

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    Missouri in cui nell'agosto del 2014 si svolsero proteste per l'uccisione di Michael Brown. Tale ipotesi collega l'aumento del tasso di omicidio tra la popolazione nera di alcune grandi città alle relazioni tese tra polizia e comunità afroamericane, specialmente in seguito alle proteste del 2014-2015 a Ferguson, Baltimora, Chicago e altre città per l'uccisione di cittadini afroamericani da parte della polizia. Ciò avrebbe portato a una diminuita capacità della polizia di prevenire i delitti, o per la maggiore esitazione della polizia nell'adottare tattiche aggressive (secondo l'interpretazione favorita da coloro che sostengono la necessità di tali tattiche), o per la maggiore sfiducia e minore cooperazione con la polizia da parte delle comunità afroamericane, con un conseguente aumento della tendenza dei privati a farsi giustizia da sé e una maggiore difficoltà nelle indagini di polizia (secondo l'interpretazione di coloro che sottolineano i danni arrecati dalla brutalità della polizia alle relazioni tra la polizia e le comunità che deve proteggere).55 Dal punto di vista demografico, prendendo in considerazione il periodo 2000-2015, risulta che quasi il 50% delle vittime di omicidio con armi da fuoco sia composto da neri maschi (nonostante questi costituiscano solo il 6% della popolazione), il 18% da ispanici (proporzionalmente alla loro quota nella popolazione, il 16%) e circa il 25% da bianchi (che costituiscono il 64% della popolazione). La grande maggioranza degli

    55 Cfr. After decades of decline, the murder rate in large US cities rose over the past two years, Vox, 6 giugno 2017, https://www.vox.com/policy-and-politics/2017/6/6/15743984/us-murder-rate-2016; Deconstructing the "Ferguson Effect", New York Times, 29 marzo 2017, https://www.nytimes.com/interactive/2017/us/politics/ferguson-effect.html. Cfr. anche Crime Trends: 1990-2016, cit., pp. 8-12.

    omicidi sono intra-razziali (i neri sono uccisi da neri, i bianchi da bianchi).56 Il 78% dei neri vittime di omicidio è ucciso con armi da fuoco.57 Gli omicidi commessi con armi da fuoco sono più difficili da risolvere, e la percentuale di risoluzione degli omicidi in cui la vittima è un afroamericano è più bassa che per gli omicidi in cui la vittima è un bianco. Questa maggiore impunità è uno dei fattori che possono spiegare il più alto tasso di vittime di omicidio tra i neri.58

    56 Cfr. D. Hemenway, Private Guns, Public Health, cit., p. 125. Le statistiche sulla relazione tra la razza della vittima e la razza del criminale sono pubblicate annualmente dall'FBI: per il 2016 si veda https://ucr.fbi.gov/crime-in-the-u.s/2016/crime-in-the-u.s.-2016/tables/expanded-homicide-data-table-3.xls. 57 Si veda anche un'analisi dei dati FBI sui neri vittime di omicidio nel 2014 in Black homicide victimization in the United States, Violence Policy Center, marzo 2017, http://www.vpc.org/studies/blackhomicide17.pdf. 58 What clearance rates say about disparities in crime and prosecution, Brennan Center, 30 settembre 2016, https://www.brennancenter.org/blog/what-clearance-rates-say-about-disparities-crime-and-prosecution-0.

    Figura 18 - Vittime di omicidio con armi da fuoco, USA 2000-2015 Fonte: nostra elaborazione su dati CDC (WISQARS)

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    L'impatto sproporzionato degli omicidi sulla popolazione nera è attribuito da numerosi studi a condizioni di svantaggio strutturale (più alti tassi di povertà, disoccupazione e famiglie monogenitoriali) e alla concentrazione di tali condizioni in alcune aree urbane abitate quasi esclusivamente da neri a causa della segregazione residenziale basata sulla razza.59 Anche gli omicidi nelle grandi città, infatti, tendono a concentrarsi in alcuni quartieri con alti tassi di povertà e un alto livello di segregazione residenziale60 (e la popolazione nera vive nelle città, dove il tasso di omicidio è in generale più alto, in proporzione maggiore della popolazione bianca). Il tasso di omicidio con armi da fuoco tra la popolazione nera, pur restando sempre molto più elevato rispetto alla popolazione bianca, mostra comunque significative variazioni da stato a stato: prendendo in considerazione il periodo 2000-2015, è di molto superiore alla media nazionale del gruppo demografico dei neri (16,6) in alcuni stati del Mid-West e Mid-Atlantic (Missouri 29,6, Michigan 26,5, Pennsylvania 25,5, Indiana 25,9, Illinois 23,3)61 e del Sud

    59 Cfr. R.D. Peterson, L.J. Krivo, Racial segregation, the concentration of disadvantage, and black and white homicide victimization, Sociological Forum, vol. 14, n. 3, 1999; B. Feldmeyer, The effects of racial/ethnic segregation on Latino and Black homicide, The Sociological Quarterly, 51, 2010; M.T. Light, J.T. Ulmer, Explaining the gaps in white, black and hispanic violence since 1990: accounting for immigration, incarceration, and inequality, American Sociological Review, vol. 81(2), 2016. 60 Cfr. The debate over crime rates is ignoring the metric that matters most: "murder inequality", The Trace, 25 giugno 2016, https://www.thetrace.org/2016/07/crime-rates-american-cities-murder-inequality/, e Is America experiencing a murder outbreak? It depends on your block, The Trace, 27 dicembre 2016, https://www.thetrace.org/2016/12/murder-inequality-neighborhood-homicide-rates/. 61 È significativo che la popolazione nera di questi stati vi si sia in gran parte trasferita durante la "grande migrazione" di 6 milioni di afroamericani dal Sud al resto del Paese tra il 1910 e il 1960: i neri fuggivano dalla discriminazione razziale istituzionalizzata negli stati del Sud, ma anche nelle città in cui si trasferirono si riprodussero fenomeni di forte segregazione

    (Louisiana 24,3). Per contro, nei due stati con la popolazione nera in assoluto più numerosa (la Georgia nel Sud e New York nel Mid-Atlantic) il tasso è di molto inferiore alla media nazionale (Georgia 11,3, New York 11). Tra la popolazione bianca, il tasso di omicidio con armi da fuoco è superiore alla media nazionale del gruppo demografico dei bianchi (1,5) soprattutto negli stati del Sud (Mississippi 3,2, Alabama 2,9, Louisiana 2,8, Arkansas 2,7, Virginia Occidentale 2,6), per motivi a volte ricondotti alla "cultura dell'onore" storicamente diffusa nel Sud.62 2.1.4. Suicidi con arma da fuoco: in aumento dal 2006 A differenza del tasso di omicidio, quello di suicidio mostra variazioni meno marcate nel corso dei decenni (da 11,4 ogni 100.000 abitanti nel 1950 a 12,4 nel 2010); è inoltre diminuita la proporzione di suicidi commessa con armi da fuoco (dal 61% nel 1990 al 50% nel 2014), probabilmente grazie alla diminuzione della percentuale di statunitensi con un'arma in casa.63 Secondo i dati riguardanti 18 stati che contano complessivamente per più di un terzo della popolazione statunitense, nel 2014 il 67,2% dei suicidi con arma da fuoco è stato commesso con un'arma corta, l'8,8% con un fucile a canna rigata, il 13,4% con un fucile a canna liscia e il 10,1% con arma da fuoco di tipo non specificato.64 Il tasso di suicidio è costantemente aumentato dal 2000, dopo essere diminuito dal 1986 al 2000;65 il tasso di suicidio con

    residenziale, a causa di politiche pubbliche e azioni private. Cfr. Housing segregation: The Great Migration and beyond, ProPublica, 20 dicembre 2012, http://projects.propublica.org/graphics/city-maps. 62 Cfr. S. Pinker, The Better Angels of Our Nature, Penguin, 2011, pp. 94-102. Il tasso di omicidio con armi da fuoco è quindi particolarmente alto negli stati nel Sud non solo per effetto della maggiore percentuale di afroamericani. 63 P. J. Cook, K.A. Goss, The gun debate, cit, p. 37. 64 National Violent Death Reporting System (NVDRS), https://www.cdc.gov/injury/wisqars/nvdrs.html. 65 Cfr. Increase in Suicide in the United States, 1999-2014, NCHS Data Brief, aprile 2016,

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    armi da fuoco è tornato ad aumentare dal 2006. Nel 2015 i suicidi sono stati 44.193 (13,75 ogni 100.000 ab.), di cui 22.018 con arma da fuoco (6,85 ogni 100.000) e 22.175 senza arma da fuoco (6,9 ogni 100.000). L'aumento del tasso di suicidio dal 2000 riguarda soprattutto i bianchi non-ispanici e si inserisce in un contesto di generale aumento del tasso di mortalità tra le persone di mezza età (45-54 anni) di questo gruppo demografico (particolarmente per le fasce con un basso titolo di studio), a causa di tassi in crescita non solo di suicidio, ma anche di morte per droghe e alcool (cause di mortalità collettivamente chiamate "morti per disperazione" dagli economisti Anne Case e Angus Deaton). Le cause di questa crisi sono dibattute; pur essendo iniziata prima della crisi finanziaria del 2007-8, essa ha probabilmente a che fare con la crescente insicurezza economica del gruppo demografico in questione, che dall'inizio degli anni Duemila ha visto una lunga stagnazione degli stipendi medi per la prima volta dopo decenni di crescita.66 Dal punto di vista demografico, prendendo in considerazione il periodo 2000-2015, circa il

    https://www.cdc.gov/nchs/products/databriefs/db241.htm. 66 Cfr. A. Case, A. Deaton, Rising morbidity and mortality in midlife among white non-Hispanic Americans in the 21st century, PNAS, 2015, e id., Mortality and morbidity in the 21st century, Brookings, marzo 2017, https://www.brookings.edu/bpea-articles/mortality-and-morbidity-in-the-21st-century/.

    75% delle vittime è costituito da bianchi maschi (nonostante questi costituiscano poco più del 30% della popolazione); i bianchi maschi con più di quarant'anni costituiscono da soli più della metà delle vittime.

    Figura 19 - Tasso di suicidio con e senza armi da fuoco, USA 1981-2015

    Fonte: nostra elaborazione su dati CDC (WISQARS)

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    Figura 20 - Suicidi con armi da fuoco, USA 2000-2015

    Fonte: ns elaborazione su dati CDC (WISQARS)

    2.1.5. Un confronto internazionale: l'eccezionalità statunitense Nonostante la riduzione del tasso di morti per arma da fuoco negli USA durante gli anni Novanta, esso resta eccezionalmente alto rispetto ad altri Paesi paragonabili per reddito ma con minore diffusione delle armi, come si può vedere da un confronto con altri Paesi ad alto reddito.67 Uno studio68 su dati ottenuti dall'OMS relativi al 2010 e riguardanti gli Stati Uniti e altri 22 Paesi ad alto reddito membri dell'OCSE ha concluso che il tasso di morti con armi da fuoco negli USA è 10 volte più alto della media degli altri Paesi (10,2 morti ogni 100.000 negli USA

    67 Molti Paesi a medio reddito o in via di sviluppo hanno tassi di omicidio e di omicidio con armi da fuoco significativamente più alti di quelli statunitensi, ma non risultano comparabili agli USA in termini di sviluppo economico, stabilità politica e istituzioni democratiche. Inoltre, i Paesi ad alto reddito risultano maggiormente comparabili tra loro anche perché hanno sistemi di registrazione dei dati più accurati e affidabili. 68 E. Grinshteyn, D. Hemenway, Violent death rates: the US compared with other high-income OECD countries, 2010, The American Journal of Medicine, vol. 129, n. 3, marzo 2016.

    contro 1 ogni 100.000 di media negli altri Paesi), a causa di un tasso di omicidio con armi da fuoco che è 25 volte più alto (3,6 contro 0,14), di un tasso di suicidio con armi da fuoco che è 8 volte più alto (6,3 contro 0,8) e di un tasso di incidenti non intenzionali con armi da fuoco che è 6 volte più alto (0,2 contro 0,03). La popolazione degli Stati Uniti era di 309 milioni e quella complessiva degli altri 22 Paesi era di 664 milioni, ma l'82% dei morti per arma da fuoco si trovava negli USA (31.428 morti negli USA contro 6.640 negli altri 22 Paesi); erano statunitensi il 90% delle donne morte a causa di ferite con arma da fuoco, il 91% dei bambini tra 0 e 14 anni e il 92% dei giovani tra 15 e 24 anni.

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    Figura 21

    Fonte: ns elaborazione su dati OMS citati in Grinshteyn, Hemenway 2016, cit.

    Complessivamente, il tasso di omicidio negli Stati Uniti è 7 volte più alto che nella media degli altri Paesi (5,3 contro 0,8). Se consideriamo solo gli omicidi senza arma da fuoco, il tasso di omicidio rimane comunque più alto, ma di "sole" 3 volte (1,7 contro 0,6). È dunque il tasso di omicidi con arma da fuoco, di 25 volte più alto (3,6 contro 0,14), ad essere particolarmente anomalo. Tra i maschi 15-24enni, il tasso di omicidi con armi da fuoco è 50 volte più alto, tra le femmine della stessa età è 38 volte più alto. Quasi il 70% degli omicidi sono compiuti con armi da fuoco negli USA, contro meno del 20% negli altri Paesi. Si potrebbe pensare che il tasso di omicidi più alto negli USA sia dovuto a un tasso di crimini violenti (come aggressioni e rapine) in generale più alto che negli altri Paesi. Tuttavia, diverse indagini69 non hanno confermato questa ipotesi: ad essere più alto non è il tasso di crimini violenti in generale,

    69 Cfr. International Crime Victimization Survey (ICVS) Series, https://www.icpsr.umich.edu/icpsrweb/ICPSR/series/175.

    ma la loro letalità, e parte della spiegazione va ricercata nell'uso di armi da fuoco, come si vedrà più sotto.

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    Figura 22

    Fonte: ns elaborazione su dati OMS citati in Grinshteyn, Hemenway 2016, cit.

    Il tasso di suicidio statunitense è, complessivamente, leggermente sotto la media degli altri Paesi (12,4 contro 15), ma il tasso di suicidio con armi da fuoco è 8 volte più alto (6,3 contro 0,8). Gli USA hanno un tasso di suicidio che è circa due-tre volte più

    basso dei Paesi con i tassi più alti come Corea del Sud (31,5) e Giappone (23,1), ma circa due volte più alto dei Paesi con i tassi più bassi come l'Italia (6,6). Il 50% dei suicidi negli USA sono compiuti con armi da fuoco, contro il 5% negli altri Paesi.

    Figura 23

    Fonte: ns elaborazione su dati OMS citati in Grinshteyn, Hemenway 2016, cit.

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    I tassi statunitensi restano eccezionalmente alti anche se consideriamo solo la popolazione bianca non-ispanica: limitatamente a questo gruppo demografico maggioritario, nel 2010 il tasso di morti con arma da fuoco era 10,3 (10 volte più alto che negli altri Paesi), composto da 1,4 morti in omicidi (10 volte più alto) e 8,5 in suicidi (10 volte più alto); il tasso complessivo di omicidio era 2,5 (3 volte più alto) e quello di suicidio 16 (poco più alto della media). L'eccezionale livello di violenza con armi da fuoco non è, quindi, un problema solo o principalmente afroamericano, anche se gli afroamericani sono maggiormente a rischio di essere vittime di omicidio (ma non di suicidio): si può dire, piuttosto, che la violenza con armi da fuoco è un problema statunitense, che ha l'impatto più grande sui gruppi sociali più svantaggiati, come gli afroamericani.70 2.2. I feriti con arma da fuoco: in aumento dagli anni Duemila I morti per arma da fuoco sono l'aspetto più allarmante della violenza con armi da fuoco, ma costituiscono solo una parte di un fenomeno molto più ampio, che comprende anche i feriti con arma da fuoco in maniera non letale e le vittime di crimini non letali compiuti con arma da fuoco. Le ferite inferte con armi da fuoco, in maniera letale o non letale, comportano inoltre un costo non solo umano, ma anche economico, per le cure mediche e per il lavoro perduto. I dati sulle ferite da arma da fuoco non letali sono disponibili dal 2001 al 2015 e si basano sul numero dei pazienti curati nei pronto soccorso degli ospedali. I dati sono ottenuti da un campione statisticamente rappresentativo di ospedali e usati per fornire una stima nazionale; sono quindi meno attendibili e vanno usati con più

    70 Cfr. F.E. Zimring, G. Hawkins, Crime is not the problem. Lethal violence in America, Oxford University Press, 1997, pp. 79-87.

    cautela dei dati sui morti.71 I feriti sono regolarmente più del doppio dei morti, e mostrano una tendenza in aumento da 22,1 ogni 100.000 abitanti nel 2001 a 26,4 nel 2015, nonostante il tasso di morti nello stesso periodo rimanga maggiormente stabile. Come nel caso dei morti con arma da fuoco, anche i feriti sono in prevalenza maschi (89%) e di età compresa tra 15 e 34 anni (71%). I dati sull'incidenza per razza ed etnia non sono disponibili. Molti dei feriti soffrono di conseguenze a lungo termine, tra cui disabilità fisiche e problemi di salute mentale come disordini da stress post-traumatico.72

    71 Nonfatal Injury data, CDC, https://webappa.cdc.gov/sasweb/ncipc/nfirates.html. 72 Cfr. K.A. Fowler et al., Firearm injuries in the United States, Preventive Medicine, 79, ottobre 2015; B. Kalesan et al., The hidden epidemic of firearm injury: increasing firearm injury rates during 2001-2013, American Journal of Epidemiology, vol. 185, n. 7, marzo 2017.

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    Figura 24 - Tasso di morti e di feriti con armi da fuoco, USA 1990-2015

    Fonte: nostra elaborazione su dati CDC (WISQARS)

    Nel 2015, i feriti con armi da fuoco in maniera non letale sono stati 84.997: di questi, 62.896 sono stati feriti in un'aggressione (19,6 ogni 100.000 abitanti), 17.311 sono stati feriti in maniera non intenzionale (5,4 ogni 100.000), 3.878 si sono auto-inflitti ferite intenzionali (1,2 ogni 100.000) e 912 sono stati feriti in un intervento legale (0,3 ogni 100.000). Più della metà (52.005) sono stati ospedalizzati,

    mentre i restanti (31.257) sono stati curati e dimessi. Il grafico sottostante mostra la somma dei morti e dei feriti con arma da fuoco nel 2015 (121.249 in tutto), divisi per causa: come si vede, considerando anche i feriti, omicidi e aggressioni diventano di gran lunga la prima causa, seguita da suicidi e tentati suicidi e, a poca distanza, dagli incidenti.

    Figura 25 - Vittime delle armi da fuoco, USA 2015

    Fonte: nostra elaborazione su dati CDC (WISQARS)

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    Confrontando i dati sui feriti con quelli sui morti, risulta che nel 2015 le ferite da arma da fuoco siano state letali per il 17% delle persone che sono state ferite in un'aggressione con arma da fuoco e per l'85% delle persone che hanno tentato il suicidio con arma da fuoco73 (all'incirca per ogni omicidio con arma da fuoco ci sono 5 feriti in aggressioni non letali con arma da fuoco, mentre per ogni 6 suicidi con arma da fuoco c'è un tentato suicidio con arma da fuoco). Dal 2001, è fortemente aumentato il tasso di feriti in aggressioni non letali con arma da fuoco (+36%), mentre è rimasto stabile il tasso di feriti in tentativi di suicidio non letali. La percentuale di morti sul totale dei feriti in aggressioni (cd. tasso di letalità o case-fatality rate) è andata diminuendo (i morti sono rimasti stabili mentre i feriti sono aumentati), mentre la percentuale di morti sul totale dei feriti in tentativi di suicidio è andata aumentando (i morti sono aumentati mentre i feriti sono rimasti stabili).74

    73 Dati ottenuti calcolando la percentuale di omicidi rispetto alla somma di omicidi e feriti in aggressioni non letali, e la percentuale di suicidi rispetto alla somma di suicidi e feriti in tentativi di suicidio non letali, usando il database WISQARS (https://www.cdc.gov/injury/wisqars/index.html). Cfr. K.A. Fowler et al., Firearm injuries in the United States, cit. 74 Cf. B. Kalesan et al., The hidden epidemic of firearm injury: increasing firearm injury rates during 2001-2013, cit.

    L'aumento del tasso di feriti in aggressioni e la corrispondente diminuzione del tasso di letalità potrebbero essere dovuti o a una maggiore efficacia delle cure mediche nel salvare la vita ai feriti, o a una maggiore proporzione di feriti lievi curati in ospedale. Considerando che il tasso di feriti che vengono curati e subito dimessi non è cambiato, mentre è aumentato il tasso di feriti che vengono ospedalizzati, la prima ipotesi sembrerebbe più plausibile.75 Tuttavia, un'altra spiegazione considera l'aumento dei feriti in aggressioni solo apparente, a causa di problemi di raccolta dei dati: nel periodo preso in considerazione, infatti, alcuni ospedali monitorati nel campione sono stati sostituiti con altri ospedali con più casi di feriti; inoltre sono diminuiti i casi di feriti classificati come "motivo ignoto".76

    75 Cfr. P. J. Cook, K.A. Goss, The gun debate, cit, p. 37; K.A. Fowler et al., Firearm injuries in the United States, cit. 76 P.J. Cook et al., Constant lethality of gunshot injuries from firearm assault: United States, 2003-2012, American Journal of Public Health, 2017.

    Figura 26 - Tasso di morti e feriti per aggressioni e tentativi di suicidio con armi da fuoco, USA 1990-2015

    Fonte: nostra elaborazione su dati CDC (WISQARS)

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    2.3. I costi economici Secondo il CDC, la violenza con armi da fuoco nel 2010 ha determinato costi economici pari a circa 1 miliardo di dollari in cure mediche e circa 44 miliardi in lavoro perduto, ripartiti in oltre 41 miliardi per le morti e 4 miliardi per i feriti.77 Secondo il ricercatore Ted Miller, se a questi costi aggiungiamo ulteriori costi indiretti, principalmente in qualità della vita perduta (stimati in 113 miliardi), i costi totali per la violenza con armi da fuoco raggiungono 174 miliardi nel 2010 (1,1% del PIL statunitense).78 2.4. L'uso delle armi da fuoco nei crimini violenti non letali e in legittima difesa Infine, in aggiunta a morti e feriti, ogni anno vi è un numero ancora più alto di vittime di crimini violenti non letali compiuti con armi da fuoco: secondo un sondaggio (National Crime Victimization Survey) effettuato ogni anno dal Dipartimento della Giustizia su un campione rappresentativo a livello nazionale di famiglie statunitensi, dopo essere rapidamente diminuito negli anni Novanta di pari passo con gli omicidi con arma da fuoco, dal 2008 al 2015 il numero di persone che ogni anno subiscono un crimine violento non letale con arma da fuoco oscilla tra 280.000 e 480.000 (tra 110 e 180 ogni 100.000 ab. con

    77 Cost of injury data, CDC, https://www.cdc.gov/injury/wisqars/cost/index.html. 78 Ted Miller, The cost of firearm violence, https://www.childrenssafetynetwork.org/publications/cost-firearm-violence.

    12 anni o più).79 Dal 1993 al 2011, tra il 6% e il 9% dei crimini violenti non letali sono stati commessi con arma da fuoco (tra il 20% e il 30% delle rapine e tra il 22% e il 32% delle aggressioni aggravate). Quasi il 90% dei crimini violenti non letali con armi da fuoco sono compiuti con armi corte.80

    79 Criminal Victimization, 2015, U.S. Department of Justice, ottobre 2016, https://www.bjs.gov/content/pub/pdf/cv15.pdf. Stranamente, nonostante l'aumento degli omicidi e dei feriti in aggressioni, nel 2015 non si registra un aumento anche nel numero di vittime di crimini non letali con armi da fuoco, ma si registra invece una diminuzione. 80 Firearm Violence, 1993-2011, U.S. Department of Justice, maggio 2013, p. 3, https://www.bjs.gov/content/pub/pdf/fv9311.pdf.

    Figura 27 - Vittime di crimini violenti non letali commessi con armi da fuoco, USA 1993-2015

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    L'uso delle armi da fuoco in legittima difesa è molto meno frequente del loro uso nei crimini violenti non letali e negli omicidi. Tra il 2007 e il 2011, solo l'1% delle vittime (circa 50.000 all'anno) di un crimine violento non letale ha usato un'arma da fuoco in legittima difesa per minacciare o attaccare l'aggressore.81 Secondo un'analisi del Violence Policy Center su dati dell'FBI, nel periodo 2010-2014 gli omicidi giustificabili con armi da fuoco da parte di privati cittadini sono stati in media 225 all'anno, contro circa 8.000 omicidi illegali con armi da fuoco all'anno: sono stati quindi solo il 2,7% del totale degli omicidi con armi da fuoco.82

    PARTE TERZA Il dibattito sul controllo delle armi da fuoco 3.1. La correlazione tra percentuale di proprietari di armi e tassi di mortalità Il legame causale tra maggiore disponibilità di armi da fuoco e maggiore tasso di morti per omicidio e per suicidio, a parità di altre condizioni, è dibattuto. Il tasso di morti per omicidio e per suicidio è chiaramente influenzato da una molteplicità di fattori che ne determinano, nel caso statunitense, le variazioni nel tempo, nei diversi stati della federazione e nei diversi gruppi demografici; tali variazioni possono essere anche molto marcate, specialmente nel caso dell'omicidio. È quindi difficile isolare gli effetti delle armi da fuoco rispetto agli effetti di altri fattori. Inoltre, come si è visto dall'analisi dei morti per arma da fuoco per causa, distribuzione demografica e geografica, l'eccezionale tasso totale di morti nasconde profonde differenze,

    81 Ibidem, p. 12. Cfr. anche P. J. Cook, K.A. Goss, The gun debate, cit, pp. 18-20. 82 Firearm justifiable homicides and non-fatal self-defense gun use, Violence Policy Center, maggio 2017, http://www.vpc.org/studies/justifiable17.pdf. Questi dati non includono le giurisdizioni che non comunicano i propri dati all'FBI per quanto riguarda gli omicidi giustificabili e le armi usate negli omicidi illegali.

    tali per cui si può concludere che gli Stati Uniti non abbiano un unico problema di violenza con le armi da fuoco, ma più problemi, riguardanti ad esempio l'altissimo tasso di omicidi con armi da fuoco in alcuni stati e gruppi demografici (in particolare gli stati del Sud e la popolazione nera di giovane età) e l'altissimo tasso di suicidi con armi da fuoco in altri stati e gruppi demografici (in particolare gli stati dell'Ovest e la popolazione bianca di età avanzata). Ciò che hanno in comune questi stati è l'alta percentuale di proprietari di armi da fuoco; in effetti, analizzando i dati relativi ai 50 stati degli USA, si registra una chiara correlazione tra maggiore percentuale di proprietari e maggiore tasso di morti per armi da fuoco (si noti che le analisi si concentrano sulla percentuale di proprietari e non sul numero assoluto di armi da fuoco o sul numero di armi da fuoco pro capite in ciascuno stato, poiché la disponibilità di armi dipende dalla percentuale di proprietari e non dal numero di armi che ciascuno di loro possiede). La carta in figura 28 riporta la percentuale di proprietari per stato nel 2013.83 Il grafico a fianco mostra la correlazione tra gli stessi dati sulla percentuale di proprietari per stato nel 2013 (asse x) e il tasso di morti per arma da fuoco per stato nel 2013 (asse y); viene inoltre riportata con diversi colori la valutazione data dal Law Center to Prevent Gun Violence sulle leggi sulle armi da fuoco in ciascuno stato, dalle meno restrittive (F, in viola) alle più restrittive (A, in verde). Come si può vedere, gli stati con una più alta

    83 I dati sugli adulti proprietari per stato nel 2013 si basano su un sondaggio, pubblicato nel 2015, effettuato su un campione di 4.000 statunitensi rappresentativo a livello nazionale: B. Kalesan, M.D. Villareal, K.M. Keyes et al., Gun ownership and social gun culture, "Injury Prevention". La media nazionale di proprietari risultava essere 29,1%, in linea con altri sondaggi. Lo studio ha trovato una correlazione tra possesso di armi e "cultura sociale delle armi": gli stati in cui possedere armi è ritenuto importante per il riconoscimento sociale e la vita sociale con la famiglia e gli amici hanno una più alta percentuale di proprietari.

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    percentuale di proprietari (nel Sud - Arkansas, Virginia Occidentale, Alabama, Louisiana - e nell'Ovest - Alaska, Idaho, Wyoming, Montana, New Mexico) tendono ad avere un più alto tasso di morti con arma da fuoco, mentre gli stati con una più bassa percentuale di proprietari (nel Nordest - Rhode Island, New York, New Jersey, New Hampshire, Connecticut - e sul Pacifico - California) tendono ad avere un più basso tasso di morti con arma da fuoco.84 Inoltre, gli stati con una più alta percentuale di proprietari e un più alto tasso di morti hanno generalmente leggi sulle armi da fuoco meno restrittive (si noti che il fatto che gli stati con le leggi meno restrittive abbiano una più alta percentuale di proprietari può essere dovuto sia al fatto che leggi più restrittive fanno diminuire la percentuale di proprietari, sia al fatto che basse percentuali di proprietari rendono più facile far passare leggi più restrittive).85

    84 Alla stessa conclusione giunge Violence Policy Center, States with weak gun laws and higher gun ownership lead nation in gun deaths, new data for 2014 confirm, gennaio 2016, http://www.vpc.org/press/states-with-weak-gun-laws-and-higher-gun-ownership-lead-nation-in-gun-deaths-new-data-for-2014-confirms/. 85 M. Miller, D. Azrael, D. Hemenway, Firearms and violent death in the United States, in D.W. Webster, J.S. Vernick (edd.), Reducing Gun Violence in America, John Hopkins University Press, 2013, p. 7.

    Figura 28 - USA 2013, percentuale di adulti proprietari di armi da fuoco per stato e sua correlazione con il tasso di morti per arma

    da fuoco86

    86 Fonti: Here's where you're most likely to own a gun, Business Insider, 3 luglio 2015, http://www.businessinsider.com/gun-ownership-by-state-2015-7?IR=T.; This is what the average gun owner looks like in America, The Huffington Post, 2 luglio 2015.

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    Numerosi studi sugli Stati Uniti, realizzati con metodologie diverse per stimare la percentuale di proprietari stato per stato e per confrontare il tasso di morti con armi da fuoco in diversi stati tenendo conto delle loro differenze demografiche e quindi di vari fattori di confondimento, hanno confermato che gli stati con una maggiore percentuale di proprietari hanno anche maggiori tassi di omicidio totale (dovuti a un più alto tasso di omicidi con armi da fuoco) e di suicidio totale (dovuti a un più alto tasso di suicidi con armi da fuoco).87 3.2. La letalità delle armi da fuoco in confronto ad altri strumenti Gli oppositori del controllo delle armi da fuoco sostengono che a contare non sia il mezzo col quale si compie un omicidio o un suicidio, ma l'in