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ONA NOVE GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA Redazione: via Lanfranco della Pila 61 (Mi), tel./fax 02/6423561 - Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”, via Lanfranco della Pila 61, Milano - Stampa: Il Guado, via Picasso, 20011 Corbetta (MI). SETTEMBRE 2008 Anno 15 - n. 157 26.000 copie distribuite e-mail: [email protected] Dir ettor e : Luigi Allori. Redazione : Giovanni Beduschi (vignettista), Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Diego Attilio Cherri, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Antonella Loconsolo, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Maria Volpari. Collaboratori : Laura Albani, Sasha Bani, Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Roberta Coccoli, Augusto Cominazzini, Ivan Crippa, Celestino De Brasi, Simona Fais, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Angelo Longhi, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Giorgio Meliesi, Loretta Menegatti, Sabrina Orrico, Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Diana Roca, Cristina Rozzi, Caterina Sinisi, Gero Urso, Luigi Venturini, Renato Vercesi, Roberto Vettorello, Norman Zoia. Amministrazione : Lino Di Franco. Pubblicità : Franco Tironi (tel. 02/6423561 - fax 02.66107983). Impaginazione : Roberto Sala (tel. 3341791866). Il fioretto di orro RAPINE FURTI SCIPPI LUGLIO ‘07 1 LUGLIO ‘08 2 LUGLIO ‘07 61 LUGLIO ‘08 14 LUGLIO ‘07 3 LUGLIO ‘08 0 Il termometro della criminalità a cura di Grazia Morelli in collaborazione con i Carabinieri di Greco viale F. Testi 119 - tel. 02/66104191 (Non sono compresi i reati denunciati alla Ps) AGENZIA IMMOBILIARE Via Terruggia 2 (ang. via Ornato) Si effettuano valutazioni gratuite senza impegno 02.66100353 METRÒ 5 La grande talpa pag. 4 avanza in Testi ABORTO Negata l’assistenza pag. 6 al Niguarda SOLIDARIETÀ Intervista pag. 15 a don Colmegna SCUOLA Addio al pag. 17 tempo pieno? OLIMPIADI Martina pag. 19 si è fatta onore SMOG L’Ecopass non pag. 3 serve a niente (disegno di Gero Urso) “Zona Nove” è su www.niguarda.eu Tanto rumore per nulla S ul primo numero di “Zona Nove” (febbraio 1994: 14 anni fa!) denunciavamo che il viale Fulvio Testi è “un’assordante fiu- mana meccanica dai fumi tossi- ci”. Sul secondo numero (marzo 1994) scrivevamo che “addirittura all’interno dell’Ospedale di Ni- guarda ci sono valori altissimi di inquinamento acustico: 65-70 de- cibel, con picchi di 100, invece che massimo 50, limite previsto per le aree protette”. Sul nono numero (gennaio 1995) titolavamo: “Vivia- mo in pieno inquinamento sia at- mosferico sia acustico: lo smog è a 37,5 mg/mc contro un limite di legge di 15; il rumore è a 77,73 de- cibel contro un limite di legge di 65”. Sono passati 13-14 anni e an- cora siamo allo stesso punto, anzi l’inquinamento nella nostra zona (e in tutta la città) è cresciuto (ve- di a pag. 3 i dati allarmanti del- l’inquinamento acustico in viale Sarca e viale Testi). Da allora il completo disinteresse degli amministratori della città. In pratica o si sono fatte scelte sbagliate (vedi il fallimento del- l’Ecopass contro l’inquinamento atmosferico a pag. 3) o non si è fat- to niente come nel caso dell’inqui- namento acustico, nonostante che la legge che regolamenta la mate- ria ci sia dal 1991 e che l’Unione europea abbia chiesto a più ripre- se di intervenire. Solo ora - in presenza di dati di inquinamento acustico che indi- cano che a Milano ci sono ben 174 punti (compresi Sarca e Testi) in cui i decibel vanno alle stelle - il Comune esce dal letargo e che fa? Commissiona all’Università della Bicocca un’indagine per suddivi- dere il territorio in aree acustica- mente omogenee. Gli interventi? Ora pensiamo alle poltrone del- l’Expò, poi vedremo… Emergenza inquinamento acustico nei viali Sarca e Fulvio Testi Scoperta la lapide della tomba di Parini all’Isola Di rumore ci si può ammalare: si rischiano disturbi nervosi, sordità, malattie psicosomatiche, all’apparato digerente e soprattutto cardiovascolari. La legge per contrastare il fenomeno esiste dal 1991, l’Unione europea chiede di intervenire, ma il Comune comincia a muoversi solo oggi. 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ONA NOVEGIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA

Redazione: via Lanfranco della Pila 61 (Mi), tel./fax 02/6423561 - Autorizzazione del Tribunaledi Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”,

via Lanfranco della Pila 61, Milano - Stampa: Il Guado, via Picasso, 20011 Corbetta (MI).

SETTEMBRE 2008Anno 15 - n. 157

26.000 copie distribuitee-mail: [email protected]

Direttore: Luigi Allori. Redazione: Giovanni Beduschi (vignettista), Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Diego Attilio Cherri, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Antonella Loconsolo, Lorenzo Meyer, GraziaMorelli, Sandra Saita, Maria Volpari. Collaboratori: Laura Albani, Sasha Bani, Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Roberta Coccoli, Augusto Cominazzini, Ivan Crippa, Celestino De Brasi, Simona Fais, LuigiGhezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Angelo Longhi, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Giorgio Meliesi, Loretta Menegatti, Sabrina Orrico, Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, MauroRaimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Diana Roca, Cristina Rozzi, Caterina Sinisi, Gero Urso, Luigi Venturini, Renato Vercesi, Roberto Vettorello, Norman Zoia. Amministrazione: Lino Di Franco. Pubblicità: Franco Tironi (tel.02/6423561 - fax 02.66107983). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).

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Il termometrodella criminalità

a cura di Grazia Morelliin collaborazione con i Carabinieri di Greco

viale F. Testi 119 - tel. 02/66104191(Non sono compresi i reati denunciati alla Ps)

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ABORTONegata l’assistenza pag. 6al Niguarda

SOLIDARIETÀIntervista pag. 15a don Colmegna

SCUOLAAddio al pag. 17tempo pieno?

OLIMPIADIMartina pag. 19si è fatta onore

SMOGL’Ecopass non pag. 3serve a niente

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Tanto rumore per nulla

Sul primo numero di “ZonaNove” (febbraio 1994: 14 anni

fa!) denunciavamo che il vialeFulvio Testi è “un’assordante fiu-mana meccanica dai fumi tossi-ci”. Sul secondo numero (marzo1994) scrivevamo che “addiritturaall’interno dell’Ospedale di Ni-guarda ci sono valori altissimi diinquinamento acustico: 65-70 de-cibel, con picchi di 100, invece chemassimo 50, limite previsto per learee protette”. Sul nono numero(gennaio 1995) titolavamo:“Vivia-mo in pieno inquinamento sia at-mosferico sia acustico: lo smog è a37,5 mg/mc contro un limite dilegge di 15; il rumore è a 77,73 de-cibel contro un limite di legge di65”.Sono passati 13-14 anni e an-cora siamo allo stesso punto, anzil’inquinamento nella nostra zona(e in tutta la città) è cresciuto (ve-di a pag. 3 i dati allarmanti del-l’inquinamento acustico in vialeSarca e viale Testi).Da allora il completo disinteressedegli amministratori della città.In pratica o si sono fatte sceltesbagliate (vedi il fallimento del-l’Ecopass contro l’inquinamentoatmosferico a pag.3) o non si è fat-to niente come nel caso dell’inqui-namento acustico, nonostante chela legge che regolamenta la mate-ria ci sia dal 1991 e che l’Unioneeuropea abbia chiesto a più ripre-se di intervenire.Solo ora - in presenza di dati diinquinamento acustico che indi-cano che a Milano ci sono ben 174punti (compresi Sarca e Testi) incui i decibel vanno alle stelle - ilComune esce dal letargo e che fa?Commissiona all’Università dellaBicocca un’indagine per suddivi-dere il territorio in aree acustica-mente omogenee. Gli interventi?Ora pensiamo alle poltrone del-l’Expò, poi vedremo…

Emergenza inquinamento acusticonei viali Sarca e Fulvio Testi

Scoperta la lapide della tomba di Parini all’Isola

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1991, l’Unione europea chiede di intervenire, ma il Comune comincia a muoversi solo oggi.

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brutto romeno romano, vorresti pietire sui commercianti co-stretti a chiedere la carità per colpa del cantiere del metrò. Nonimbrogliare! Siamo stati noi, leghisti della prima ora, a rifiu-

tare i soldi del primo governo Prodi per il metrò: “no al metrò”siamo stati noi i primi a dirlo, capito!” (Zorro Nove, ambascia-tor non porta pena)

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Buon viaggio, professore. L’ultimo sa-bato di agosto, il 30, se n’è andato per

sempre Antonio Sale, persona molto co-nosciuta e apprezzata in zona. Uomosemplice ma di grande cultura, è stato alungo responsabile del Centro di consul-tazione psico-pedagogico della Casa diRedenzione Sociale, una struttura cheospita ragazzi in difficoltà familiari, sco-lastiche e di apprendimento situata al-l’interno di Villa Clerici, in via Terruggia.“Mi piace definire il nostro lavoro comeun’opera di prevenzione al disadatta-

mento”, aveva dichiarato in un’intervistaa “Zona Nove” nel 2002. Viveva e lavora-va a Niguarda e si muoveva sempre apiedi; non era raro, quindi, incontrarlo escambiare due parole. Ecco, ci piace ri-cordarlo così, mentre si incammina, conil giornale sottobraccio, per raggiungerel’amata moglie Mery, scomparsa sei annifa. Buon viaggio, professore.Al figlio Giovanni, alla figlia Mariangela,alla nuora Loredana e alle nipoti Ales-sandra ed Elena le vive condoglianze del-la redazione di “Zona Nove”.

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● Scarioni: ladri traditi dalla telecamera

Forzano un ingresso con un piede di porco, fanno saltare con l’aceti-lene la cassaforte e portano via 20mila euro. Ma Alberto Dario

Gentile, milanese di 34 anni, e Raimondo Santu, sassarese di di 36,vengono traditi da una telecamera a circuito chiuso che ne filma i vol-ti. Non è stato difficile quindi per i carabinieri di Greco-Turro acciuffa-re i ladri, abitanti vicino alla piscina e pregiudicati per furto e ricetta-zione. (29 giugno il furto; 4 luglio l’arresto)

● Lagosta: denuncia pubblica della prostituzione

Sui muri di piazzale Lagosta appare una singolare denuncia, natu-ralmente anonima: con nomi, cognomi, indirizzi, foto e numeri tele-

fonici si informa che una tal persona “richiede con insistenza e minac-ce del denaro alle persone che attualmente risiedono nella sua abita-zione”, e “induce alla prostituzione in zona Lagosta e zona Zingoniabrasiliani di recente entrati in Italia”. (22 luglio)

● Testi: trans di lusso per clienti danarosi

Il viavai notturno di clienti in cravatta e auto di grossa cilindrata ècontinuo al civico 177 di Fulvio Testi. I condomini chiamano i carabi-

nieri di Greco, i quali dopo un mese di appostamenti, irrompono nel-l’appartamento abitato da tre transessuali e li scoprono in fragrante

CRONACA NERAdi Giorgio Meliesi

CRONACA SINDACALEdi Giorgio Meliesi

reato di prostituzione. I trans si facevano pagare dai 40 a i 50 euro arapporto e al mese guadagnavano intorno ai 15mila euro. (9 agosto)

● Vittorio Veneto: uccisa da ubriaco in auto

Mezzanotte e mezzo,al semaforo lungo via Vittorio Veneto, la stra-da che collega Bresso con Niguarda. Una Citroen C2, con a bor-

do fra gli altri Barbara Pagin, studentessa di 17 anni, è ferma in at-tesa del verde. Avuto il via, la Citroen gira a sinistra per immettersiin via Aldo Villa. Ma arriva a forte velocità un’Opel Corsa con allaguida Stefano P., 24 anni, che piomba sulla Citroen con violentissimoimpatto: Barbara viene scaraventata sull’asfalto, dove muore primache arrivino i soccorsi. Sulla Opel viaggiavano in cinque, tutti fra 20e i 24 anni. Venivano da un pub e Stefano, l’investitore, era ubriaco,con un tasso alcolico nel sangue triplo di quello consentito. È statoportato a San Vittore e accusato di omicidio colposo aggravato dallostato di ubriachezza. (24 agosto)

● Gran Paradiso: rapinata di fronte a casa

Una donna di 47 anni viene rapinata, alle 9.15, mentre apre ilcancello del garage della sua abitazione in piazza Gran

Paradiso. Due uomini, in sella a uno scooter, l’avvicinano: unoscende e afferra la borsetta lasciata sull’auto e, quando la donnareagisce, la spintona. Nella borsa ci sono un bancomat e un maz-zo di chiavi. (2 settembre)

Corsi di recitazione

L’Associazione Culturale Teatrale Coperte Strette apre leiscrizioni ai corsi di recitazione, canto, dizione. I corsi han-

no frequenza monosettimanale da ottobre 2008 a giugno 2009.L’iscrizione ai corsi è preceduta da un colloquio conoscitivo.Per maggiori informazioni: Associazione Culturale TeatraleCoperte Strette, V.le Isonzo 8 - 20137 Milano - www.coperte-strette.com - 02-30910086, 349-6498478, 348-4703979.

● Hermada: strip delle precarie licenziate

L’avevano promesso e l’hanno fatto. Hanno attuato uno strip-tease,sia pur “velato” dietro un lenzuolo bianco con retroilluminazione,

le centraliniste precarie licenziate dall'ospedale di Legnano dopo seianni di lavoro interinale. La provocazione, alla quale hanno partecipa-to 9 delle 11 donne che hanno perso l'occupazione, si è svolta venerdì29 agosto come prologo a una conferenza stampa al Teatro dellaCooperativa, in via Hermada. Le lavoratrici, assistite dal sindacatoRdb-Cub,chiedono un lavoro sperando che sia a tempo indeterminato.“Venerdì sarò nuda come tutti i precari”,aveva detto una di loro nel vi-deo su Youtube.Poi le altre:“Venerdì sarò nuda come tutte le lavoratri-ci senza sicurezza”, “Venerdì sarò nuda perché nessun Governo mi havestito di diritti”, “Venerdì sarò nuda perché non ho reddito di cittadi-nanza”, “Venerdì sarò nuda come mi ha lasciato la legge Biagi”. Unadopo l'altra, tutte in kimono, le 11 precarie licenziate dall'ospedale diLegnano erano tornate su You Tube per lanciare l'invito alla «”strip-conferenza”.L’appuntamento è stato trasmesso in diretta web da C6 Tv. Nell’occa-sione le precarie che, dopo aver perso il lavoro, si erano messe all’astasempre su YouTube, hanno lanciato uno sciopero generale di tutte leprecarie e i precari per il 19 settembre. “Venerdì mattina sarà possibi-le vederci senza veli,non abbiamo paura di mettere in gioco i nostri cor-pi - aveva dichiarato Ornella Cameran, collega delle licenziate e rap-presentante Rdb-Cub di Legnano - già siamo già state spogliate dei di-ritti». Oltre a giornalisti, tv e fotografi, le precarie avevano invitato al-la conferenza anche eventuali nuovi datori di lavoro.

● Bicocca: sciopero e presidio alla Siemens

Afine luglio 4 ore di sciopero per Siemens Sis con un presidio davan-ti alla sede di Milano-Bicocca. L'iniziativa, organizzata da Fim-

Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil è stata per protestare contro la decisionedella società di tagliare 111 posti di lavoro. La società, controllata dal-la multinazionale tedesca Siemens, occupa in Italia 500 addetti.

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Confermato: contro lo smog l’Ecopass non serve

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auto che ringhiano, frenano stridendoe strombazzano, i motorini senza mar-mitta che imperversano a destra e asinistra, i rombi ossessivi delle motolanciate a velocità super edei mezzi pesanti in acce-lerazione, gli autobus inriscaldamento borbottan-te continuo, la metropoli-tana che ulula e vibra inmodo assordante, il fra-casso anche a ore antelu-cane della raccolta diffe-renziata del vetro, dellapulizia delle strade, delleruspe dei cantieri, il rim-bambimento sonoro dellediscoteche, la musica adalto volume dalle finestrema soprattutto dai negoziche chissà perché credonoche attiri...Mettete tutto assieme aavrete l’inquinamento a-custico, un altro pericolo,con quello atmosferico,per la nostra salute (vedinel box in questa stessapagina i possibili dannida overdose di decibel)che troppo spesso viene sottovalutato.Purtroppo però a Milano, e nella no-stra zona, tale pericolo è talmente altoche se non si fa presto qualcosa ognu-no di noi rischia grosso.

Il rischio è altoUn monitoraggio dell’Ufficio StudiRumori e Vibrazioni dell’Assoediliziastabilisce infatti che “è estremame-mente difficile trovare una via milane-se dove si rispettino i limiti di legge. Incentro, dove l’inquinamento acustico èaumentato anche di recente con l’in-troduzione dell’Ecopass che ha dato ilvia all’invasione di una marea di mo-tocicli fracassoni, si arriva a punte di95 decibel, quando la quota di soppor-tabilità è molto più bassa”.Ma c’è chi sta peggio, noi di zona 9 com-presi: mentre per non avere rischi i de-cibel dovrebbero essere attorno ai 50, inviale Sarca si arriva a oltre gli 82, inviale Fulvio Testi (prima che fosse bloc-cato dal metrò) addirittura a 86,2 conpunte di 102,1 dove ancora oggi nono-stante i cantieri passano le tranvie (co-me da tempo stiamo denunciando assie-me ai nostri lettori); sul metrò 3, l’unicoche per ora serve la zona, la rumorositàè a una media di 69 decibel.

Che fare?Di fronte a tale emergenza che cosa sipuò fare?“Per prima cosa i vigili devo-

Affidata all’Università Bicocca un’indagine conoscitiva

Luigi Luce

AMBIENTE/1

Emergenza inquinamento acusticonei viali Sarca e Fulvio Testi

Di rumore ci si può ammalare: si rischiano disturbi nervosi, sordità, malattie psicosomatiche,all’apparato digerente e soprattutto cardiovascolari. La legge per contrastare il fenomeno esiste dal 1991,

l’Unione europea chiede di intervenire, ma il Comune comincia a muoversi solo oggi.

no intervenire per colpire chi fa rumo-re, anche con una applicazione più con-trollata delle leggi vigenti sui localipubblici”, auspica Achille Colombo

Clerici, presidente di Assoedilizia. “Poici vorrebbe il bollino blu per le emis-sioni sonore, perché quello acustico èinquinamento. Inoltre la Unione Eu-ropea non deve più permettere di omo-logare autobus, moto e camion che so-

no otto volte più rumorosidi un’auto e che circolanoin città”.

La legge c’èMa soprattutto occorrepredisporre un piano diintervento affinché in tut-ta la città siano rispettatii limiti massimi di esposi-zione al rumore fissati nel1991 (17 anni fa!) con de-creto della presidenza delConsiglio dei ministri, se-guito 4 anni dopo da unalegge quadro che stabili-sce la normativa di riferi-mento (cui gli enti localihanno l’obbligo di ade-guarsi con disposizionicoerenti con la propria si-tuazione) e che stabilisceil limite massimo di deci-bel in 50-70 di giorno e40-60 di notte.Finora però il Comune di

Milano non ha fatto nulla sul proprioterritorio. E pensare che è un proble-ma vecchio: “Zona Nove” ha cominciatoa parlarne per quanto ci riguarda dal1994. Solo oggi, dopo un interventodell’Unione Europea che ha richiestodi abbattere almeno di 10-20 decibel ilrumore cittadino entro il 2020, si ap-presta a fare adeguati rilevamentiscientifici per poi dopo porre mano ainterventi correttivi.Proprio all’Università della Bicocca èstato affidato il monitoraggio degli iso-lati cittadini in modo da classificare ilterritorio in zone acusticamente omo-genee e quindi poter intervenire conpriorità nei punti più esposti all’inqui-namento acustico: finora sono stati in-dividuati addirittura 174 punti critici(compresi Sarca e Testi) in cui i decibelvanno alle stelle.Per avere il polso della situazione ge-nerale bisognerà però attendere la finedi settembre quando l’università con-cluderà i propri studi, ma già oggiun’indagine dei vigili urbani, condottada gennaio a oggi, conferma che i pun-ti critici sono numerosi: su 3829 con-trolli, sono 21 quelli in cui si raggiun-gono 80-95 decibel, 38 tra 75-80, ben198 tra 70 e 75.Già da oggi ci piacerebbe (si fa per di-re) sapere quanti decibel entrano negliorecchi dei malati ricoverati all’Ospe-dale di Niguarda.

Diminuisce del 24 per cento il traffico in centro,grazie soprat-tutto al periodo estivo e ai tanti temporali (tanto è vero che

si riducono del 10 per cento anche i passeggeri del metrò), manon migliora la qualità dell’aria. Il bollettino Ecopass di luglio,l’ultimo mese utile dopo la sosta di agosto, conferma,anzi accen-tua, l’andamento dei mesi precedenti. Il Pm 10 resta invariatorispetto a giugno (22 per cento), quando però le auto in circola-zione nel centro erano l’8 per cento in più. In pratica le centrali-

ne del centro registrano emissioni pari o addirittura superiori aquelle delle altre zone della città. Anche sul fronte del balzello iconti non tornano: in sette mesi il Comune ha incassato 8 milio-ni: difficile che entro fine anno si arrivi ai 24 milioni previsti. Esapete perché? Perché in centro ci vanno soprattutto le autoesentate dal pagamento del ticket. Gli altri tutti in metrò (+22mila al giorno rispetto al gennaio scorso):e questo è l’unico da-to positivo ma, come si è visto, ininfluente sullo smog.

AMBIENTE/2

I danni del fracassoMeno di 60 decibel I suoni sono di“comoda udibilità”, cioè il livello di ru-more corrisponde alla fisiologia delnostro orecchio.Da 60 a 80 decibel I rumori prove-nienti da strade molto trafficate, loca-li pubblici molto rumorosi, auto a for-te velocità comportano insonnia, di-sturbi psichici e neurovegetativi.Da 80 a 115 decibel I rumori causa-ti da discoteche,treni,moto,mezzi pe-santi in accelerazione, aerei in decol-lo, concerti rock comportano disturbineurovegetativi, danni auditivi finoalla sordità (il fracasso distrugge cel-lule dell’orecchio interno non più rige-nerabili), malattie psicosomatiche, al-l’apparato digerente e soprattuttocardiovascolari (secondo studi scienti-fici il 21 per cento delle morti cardia-che è conseguenza dell’esposizione alrumore assordante). In particolare èstato dimostrato che l’esposizione allamusica ad alto volume è una delleconcause delle morti del sabato sera.Infine un’esposizione continuata apiù di 90 decibel crea, come la droga,una dipendenze da decibel per cui ilcervello chiede patologicamente sem-pre più rumore.

Così “Zona Nove” scriveva nel gennaio del 1995. Speriamodi non aspettare ancora 13 anni per risolvere il problema.

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ONA NOVE 4 Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

Metrò 5: la grande talpa avanzaLavora a 20 metri sotto-

terra, scavando 24 oresu 24 e avanzando ogni gior-no di 10 metri. L’enorme tal-pa meccanica lunga 90 me-tri, che sta costruendo legallerie della metropolitana5, è partita da Bignami e ri-spunterà all’altezza dellastazione di Zara.Il tutto per riuscire entrol’inizio del 2011 a collegarela stazione del metrò aBignami con viale Zara eper proseguire fino alla sta-zione Garibaldi entro il2012. Il metrò 5 trasporterà8000 passeggeri l’ora, ridu-cendo di 26 milioni di chilo-metri la percorrenza delleauto private e di 9500 tonel-late all’anno le emissioni dianidride carbonica.

TRASPORTI PUBBLICI

La nuova metrotranviaParco Nord-Seregno

Giorgio Meliesi

Un importante progetto per la mobilità del Nord Milano, che coin-volge anche la nostra zona e il Parco Nord, è stato approvato dal-

la Provincia di Milano. Si tratta della nuova linea tranviaria Milano-Desio con prolungamento fino a Seregno. L’appalto è stato aggiudicatoa luglio e i lavori inizieranno il prossino febbraio.La nuova linea porte-rà a un aumento dei passeggeri beneficamente “rubati” al trasportoprivato. Dagli attuali 6100 si passerà a quasi 23mila nel tratto ParcoNord-Calderara e quasi 12mila nel tratto Calderara- Seregno. I lavoririqualificheranno le zone cittadine di transito e porteranno molte inno-vazioni come una nuova tipologia di rotabili, la riqualificazione deimezzi e nuovi impianti. “Si tratta di un’importante opera che potenziail trasporto pubblico in maniera significativa. La Provincia di Milano,a livello istituzionale, si è impegnata a portare a termine l’iter del pro-getto, dopo anni di attese e richieste da parte del territorio”, ha com-mentato Mario Barbaro, presidente della Seconda CommissioneTrasporti e Mobilità della Provincia.

a cura di Lorenzo Meyer

Dalle parti di Bignami Dalle parti di Ponale

Dalla Provincia scontiper pendolari e studentiItanto utilizzati abbonamenti “2x6”, classici documenti di

viaggio di chi si sposta quotidianamente per lavoro,e gli ab-bonamenti mensili per gli studenti, che rappresentano lagran parte degli utilizzatori del trasporto provinciale, da oggicosteranno sensibilmente meno. Finanziata dalla Provinciadi Milano l’operazione porterà risparmi fino a circa 92 eurol’anno, e fino a 85 euro l’anno per gli abbonamenti studenti.“Il trasporto pubblico è un elemento centrale della nostra po-litica - sottolinea il presidente della Provincia Filippo Penati.È necessario dare garanzie ai cittadini di una rete di traspor-to efficiente e che non discrimini il territorio provinciale daquello del Comune di Milano”.Ma non solo sulle tariffe si è concentrata l’azione dellaProvincia. “Il forte rinnovamento - prosegue Filippo Penati -e potenziamento del parco mezzi, con 250 nuovi autobus eco-logici,così come la completa assegnazione dei lotti ai nuovi ge-stori, con la garanzia di maggiore efficienza, quantità ed effi-cacia del servizio, sono una precisa dimostrazione dell’impe-gno della Provincia nel settore del trasporto pubblico. Il pros-simo obiettivo è la piena integrazione tariffaria,su cui stiamodiscutendo al tavolo con Regione e Comune di Milano.La no-stra operazione sulle tariffe dimostra che,se esiste la volontà,anche quell’obiettivo è a portata di mano”.

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Era all’Isola la tomba di Giuseppe PariniIn piazzale Lagosta la lapide che ricorda in latino che proprio lì si trovavano le spoglie del grande poeta.

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le Lagosta”,dove fino a pochi mesi fa il marte-dì e il sabato un intero rione si riempiva diprofumi, di colori e delle grida dei venditoriche magnificavano la propria merce? Con la nuova linea della metropolitana e la ri-strutturazione di tutta l’Isola la piazza è desti-nata a diventare uno dei punti più vivaci e in-teressanti della nostra città ed è proprio diffi-cile immaginare che solo un secolo fa era unazona paludosa, posta al di là della PortaComasina,quindi al di fuori della città.E pro-prio per questo motivo la zona, alla fine del‘700, era stata scelta come sede di un grandecimitero, quello della Mojazza.La regolamentazione sulle sepolture, emana-ta in Italia prima da Giuseppe II d’Austria epoi da Napoleone nel 1806 con l’Editto diSaint-Cloud, non solo vietava la sepoltura en-tro l’abitato ma anche la posa di lapidi constemmi e titoli gentilizi. Le tombe dovevanoessere tutte uguali e i nomi dei defunti scrittisolo sul muro di cinta e questo per motivi igie-nico sanitari e per un principio esasperato diegualitarismo. In questo cimitero, dove eranoportati i corpi di ogni tipo di gente, soprattut-

to poveri, furono “gettati” in una fossa senzanome alcuni tra i più illustri personaggi dellacultura milanese dell’epoca, tra cui CesareBeccaria,Melchiorre Gioia e Giuseppe Parini.Che ne è stato del cimitero e soprattutto do-ve sono finite le ossa di questi insigni uomi-ni? Furono cercate, ma inutilmente perchéconfuse tra le altre, già nel 1866 per esseretrasportate nel prestigioso cimitero Monu-mentale appena edificato.Trenta anni dopola Mojazza fu chiusa.Il terreno dell’antico cimitero divenne campodi atletica dell’Unione sportiva milanese e nel1925 l’area fu occupata da una piazza,l’ attua-le piazza Lagosta, e da un grande caseggiatopopolare, l’attuale civico 1.Del cimitero e dei defunti sembrava persaogni traccia, quasi anche la memoria. Eppureoltre ai documenti ufficiali,all’interno dell’edi-ficio di piazzale Lagosta 1 è rimasta una testi-monianza concreta: un pezzo di muro di cintadell’antico camposanto e una lapide la cuiscritta in latino ricorda che proprio lì si trova-vano le spoglie del poeta Parini.Il signor Sergio Speranza, un vivace settanta-duenne da sempre impegnato nel sociale e ap-passionato di storia, soprattutto di quella

dell’Isola, abita da lungo tempo in questo ca-seggiato e così ci racconta:“Tutti noi condomi-ni siamo consapevoli del fatto che questo edi-ficio poggia su un ex cimitero e ciò che restadel suo muro di cinta è sempre stato tenutocon cura.Ricordo che sul muro c’è sempre sta-ta una lapide commemorativa.Tolta nel 1989per i lavori di ristrutturazione del caseggiato,la lapide è stata poi riposizionata dalle BelleArti un anno dopo su nostra specifica richie-sta. Ricordare il luogo nel quale Parini fu se-polto è veramente il minimo che i milanesipossono fare oggi per il grande poeta. Nel2009 ricorrerà il 280° anniversario della na-scita e contemporaneamente il 210° anno del-la morte di Giuseppe Parini. Mi auguro cheMilano voglia ricordare con un’adeguata com-memorazione queste date.”Sarebbe giusto in effetti che Milano riscattas-se l’onta di una sepoltura anonima fra “plebeitumuli” riservata al più grande poeta italianodel ‘700, sepoltura che offese molti intellettua-li del tempo e provocò la sdegnata protesta diUgo Foscolo che nei suoi “Sepolcri” definisceMilano “lasciva allettatrice d’evirati cantori”che irriconoscente “a lui non ombre pose tra lesue mura …non pietra, non parola…”

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Ci incontriamo con Giovanni Poletti, presi-dente della Cooperativa Edificatrice di

Niguarda, che è proprietaria della Villa Trotticon annessa cascina, da anni al centro delleproteste dei cittadini per via delle occupazioniabusive di senzatetto e per la presenza di topie altre minacce per la salute. Ultimamente laVilla è tornata alla ribalta per via delle mani-festazioni di protesta e della relativa raccoltadi firme per sollecitare il Comune a delle azio-ni risolutive, di cui abbiamo scritto sul nume-ro di luglio.È successo qualcosa di nuovo?Abbiamo sentito che ci dovrebbero essere del-le novità per ottobre. Ricordo che la nostra si-tuazione è paradossale: da vent’anni siamoproprietari di quell’area,che il Comune ha de-stinato a servizi Comunali,ma che poi non haespropriato. Si è creata quindi una situazionedi stallo, in cui la cooperativa non può costrui-re perché solo il Comune può farlo e il Comunenon può costruire perché l’area è dellaCooperativa. Intanto però, alla Cooperativaspettano tutte le spese relative all’immobile,dagli sgomberi dei senzatetto che vi trovanorifugio,alle derattizzazioni,alla messa in sicu-rezza di balconi e cornicioni. Solo quest’annoabbiamo speso più di 150mila euro per man-tenere uno stabile che sarebbe così semplice

Intervista con Giovanni Poletti, presidente dell’Edificatrice

Sergio Ghittoni

NIGUARDA

Per il recupero della Villa Trottiqualcosa si sta muovendo

Per ottobre è prevista un’assunzione di responsabilità da parte del Comune. Intanto l’Edificatrice,che è proprietaria della villa, deve continuare ad assumersi tutte le spese relative all’immobile.

Suzzani e sarà ancora molto peggio quandosarà completato il piano per l’ex ManifatturaTabacchi? E i servizi, i parcheggi e i traspor-ti? Vogliamo affrontare la domanda di asili escuole dei nuovi insediamenti con le fatiscentistrutture di oggi? Io credo che il Consiglio diZona debba monitorare costantemente l’evol-versi della situazione, magari istituendoun’apposita commissione, o un osservatorio,per essere pronti a intervenire per denuncia-re se si dovesse ravvisare il pericolo di un’ope-razione speculativa e non equilibrata. Nondobbiamo ripetere gli stessi errori del passato,come costruire abitazioni senza pensare aiservizi: non ce lo possiamo più permettere.Dobbiamo invece imparare dai nostri errori emantenere sempre un equilibrio tra volume-tria abitativa e servizi,che è l’unico criterio chepuò garantire una buona qualità della vita.Invece il progetto della Villa Trotti va nella di-rezione di un miglioramento della vivibilitàdel quartiere, non solo per i soci dellaCooperativa. Eppure, malgrado tutti abbianoapprezzato il progetto, non ho ricevuto mani-festazioni di appoggio da nessuno, se si eccet-tua il CdZ ed il Partito Democratico con la suaraccolta di firme. Mi sarei aspettato almenouna telefonata di solidarietà dai commercian-ti, dalla Parrocchia, dalle altre istituzioni. Masi vede che i tempi sono cambiati…

abbattere e/o ristrutturare. Una stima moltoprudenziale dei costi che abbiamo sostenuto fi-nora parla di una cifra superiore ai 250milaeuro. Ora pare che il Comune abbia in pro-gramma per ottobre il cambio di destinazioned’uso per la nostra e per altre decine di areeche a Milano sono nelle stesse condizioni. Daservizi comunali a civile abitazione. Solo allo-ra si potrà presentare il nostro progetto dinuovo centro storico,con il recupero della VillaTrotti e l’abbattimento della Cascina.Il progetto del centro storico non è unacosa che riguarda solo la cooperativa…Infatti. Dobbiamo fare un discorso più ampioe chiederci come vogliamo che si evolva l’urba-nistica dei nostri quartieri. Vanno tenute pre-senti due grandi realtà, in grado di modificarein senso positivo o negativo la vivibilità dellanostra zona: una è l’area della ex ManifatturaTabacchi, per la quale c’è già un progetto chesuscita grandi perplessità, e l’altra è la caser-ma dei Bersaglieri, in viale Suzzani,proprio difronte al retro della Manifattura Tabacchi,cheè stata inserita nel piano di dismissioni del pa-trimonio dello Stato. Che ne sarà di quel-l’area? Ancora urbanistica residenziale, mal-grado già oggi non si circoli più in viale

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OSPEDALE DI NIGUARDAa cura di Giorgio Meliesi

“Niente antidolorifico, sono un anestesista obiettore”Assistenza negata a una donna durante l’aborto

Ordine dei medici: “Inaudito”; medici cattolici: “Integralismo”; Cgil: “La Regione prenda provvedimenti”;parlamentari Pd: “Il Ministero impedisca la violazione dei diritti sanciti dalla 194”.

Al reparto “cinque giorni” ricoveri più brevima anche occasione per ridurre i posti letto

Per la carta dei diritti dei bambini in ospedalei volontari in piazza il 27 settembre

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Èl’8 luglio scorso, all’ospedale di Ni-guarda, nel reparto ostetricia. Mentre

viene sottoposta ad aborto terapeutico,una donna ucraina di 30 anni è presa dadolori fortissimi, causati dall’induzionedell’aborto.Chiede allora un antidolorifico,ma l’anestesista si rifiuta di sommini-strarglielo perché lui “è obiettore di co-scienza”.Menomale che, informato del fat-to, il primario Maurizio Bini si precipita incamera operatoria e,dopo aver tranquilliz-zato il marito italiano della donna che vuo-le portarla in un altro ospedale,di personasomministra della morfina alla paziente.“Certo, non era compito mio fare quellainiezione”, commenterà Bini. “Ma i mediciabortisti nel mio reparto sono talmentepochi che mi capita spesso di fare da solo”.Il giorno dopo il marito, mentre la moglieè ancora ricoverata, denuncia il caso allaCgil che,definito il fatto “gravissimo”,chie-de all’ospedale di aprire un’inchiesta eall’Ordine dei medici di prendere posizio-ne sulla singolare ”obiezione” dell’aneste-sista. Intanto Bini riunisce i propri medici,19 in tutto di cui solo 5 praticano gli abor-ti (830 in un anno): “Ci siamo confrontatiper capire come è possibile che un medicoobiettore possa rifiutare un antidolorificoa una donna sottoposta ad aborto terapeu-tico alla 21esima settimana. Io sono del-

l’idea che non lo possa fare. Però, di fron-te a pareri discordanti, abbiamo decisodi porre la questione al comitato eticodell’ospedale”.La direzione dell’ospedale di Niguardanon può quindi che aprire un’inchiestama precisa: “Nel nostro ospedale si ap-plica la legga 194 senza porre ostacoliburocratici o ideologici”.Naturalmente i commenti e le prese di po-sizione sull’increscioso episodio di manca-ta assistenza da parte di un medico sononumerosi. ”L’Ordine dei medici si devepronunciare sul tema dell’obiezione di co-scienza che non può essere invocata inquesto caso, perché alleviare il dolore è unpreciso dovere dei medici”, dicono per laCgil Fulvia Colombini e Marzia Oggiano.“Anche la Regione Lombardia deve defini-re un codice etico di comportamento chetuteli i medici e le donne sul fronte della194”. Ma la Regione non risponde.L’Ordine dei medici di Milano non ha dub-bi. “La trovo una cosa inudibile, “dice il vi-cepresidente Ugo Garbarini. “Convochere-mo il medico anestesista”. Pure i medicidell’Anmci, un’associazione cattolica concinquemila iscritti in tutta Italia, sonomolto precisi: “In questo caso l’obiezione dicoscienza non c’entra. Il dovere di quel me-dico era curare la donna e non l’ha fatto”.

E il presidente dell’associazione GiorgioLambertenghi aggiunge: “L’episodio è unatto di integralismo che io non giustifico”.L’associazione italiana degli anestesisti,per bocca del professor Luciano Gattinonidel Policlinico, chiama in causa anchel’ospedale: “L’obiezione di coscienza è legit-tima, ma nel caso del Niguarda la struttu-ra ha il dovere di organizzarsi per metterea disposizione della paziente personalenon obiettore”.Anche a livello politico non mancano lereazioni. “Far soffrire una paziente sot-toposta ad aborto terapeutico è disuma-no”, si sfoga Carlo Monguzzi, consigliereregionale verde. “Ed è insopportabileche avvenga in un ospedale pubblico”.Da parte loro Donatella Poretti e MarcoPerduca, parlamentari del Pd, presenta-no un’interrogazione al ministro delWelfare Maurizio Sacconi: “Chiediamodi sapere quali provvedimenti intendaprendere per impedire la crescente vio-lazione del diritto delle pazienti ad uti-lizzare i servizi previsti dalla legge 194sull’interruzione di gravidanza. Niguar-da non è infatti un caso isolato e le per-centuali degli obiettori sono in aumento:tra i ginecologi sono passate dal 58 al69, tra gli anestesisti dal 45 al 50 e tra iparamedici dal 38 al 42”.

Un reparto che apre dal lunedì al vener-dì e chiude per il fine settimana, acco-

gliendo i malati per i cinque giorni ferialidella settimana. Sta per decollareall’Ospedale di Niguarda e si tratta diun’operazione che finora è stata praticatanei centri privati. “Sarà un reparto conventi letti destinato a interventi di lieve

entità”, spiega Pasquale Cannatelli, diret-tore dell’ospedale. “Si faranno operazionidi radioterapia interventistica, di chirur-gia vascolare, colecisti, ernie e speciali te-rapie del dolore”. Sul “reparto cinque gior-ni”, che consente ricoveri brevi ma occupameno infermieri, ci sono problemi con il si-dacato. “Questo servizio deve essere un

più offerto ai pazienti,”, spiega CelestinoDe Brasi, coordinatore delle rappresen-tanze sindacali. “Invece qui si riducono iletti dei reparti tradizionali, anche delPizzamiglio, specializzato in trapianti.In totale si scende da 60 a 40 letti, conuna perdità di produttività secca perl’ospedale”.

L’Abio, associazione di volontariato che sioccupa della tutela dei bambini in ospe-

dale,collaborando con un gruppo di medici,haformulato una carta dei diritti dei bambini inospedale. E per farla approvare i volontariscenderanno in piazza il 27 settembre.Il trauma della degenza ospedaliera si riduceinfatti se al bambino o all’adolescente si ga-rantiscono alcuni diritti.Alcuni di questi sem-brano ormai scontati, come quello di avere alproprio fianco un genitore o una persona di fi-ducia durante la degenza ospedaliera. Manon c’è solo questo, c’è il diritto di essere rico-verati in un reparto di pediatria, insieme adaltri ragazzi, il diritto di avere uno spazio peri giochi per i più piccoli, quello di avere un’as-sistenza medica adeguata, ma anche psicolo-gica, scolastica e culturale: molti infatti sono ibambini stranieri ricoverati e al disagio si ag-giunge disagio, senza un opportuno supporto.La carta dei diritti del bambini in ospedale èuno strumento in mano a genitori e mediciper rendere più accettabile la degenza ospe-daliera ai piccoli pazienti.Eccola nel dettaglio:1. I bambini e gli adolescenti hanno diritto adavere sempre la migliore qualità delle cure.Possibilmente a domicilio o in ambulatorio e,qualora non esistessero alternative valide, inospedale.A tale fine deve essere garantita lo-ro una assistenza globale attraverso la costru-zione di una rete organizzativa che integriospedale e servizi territoriali, con il coinvolgi-mento dei pediatri di famiglia.

2. I bambini e gli adolescenti hanno il dirittodi avere accanto a loro in ogni momento (gior-no, notte, esecuzione di esami, anestesia, ri-sveglio, terapia intensiva) i genitori o un lorosostituto adeguato al compito e a loro gradito(nonni, fratelli, persona amica, volontari…),senza alcuna limitazione di tempo o di orario.3. L’ospedale deve offrire facilitazioni (letto,bagno, spazio per effetti personali, pasti aprezzo convenzionato) ai genitori dei bambinie adolescenti ricoverati e deve aiutarli e inco-raggiarli - se ciò è compatibile con le loro esi-genze familiari - a restare in ospedale. Inoltre,perché possano adeguatamente prendersi cu-ra del loro figlio, i genitori devono essere infor-mati sulla diagnosi,sull’organizzazione del re-parto e sui percorsi terapeutici in atto.4. I bambini e gli adolescenti hanno diritto adessere ricoverati in reparti pediatrici - e mai inreparti per adulti - possibilmente aggregatiper fasce d’età omogenee affinché si possanotenere in debita considerazione le differentiesigenze di un bambino o di un adolescente.Non deve essere posto un limite all’età dei vi-sitatori, compatibilmente con il rispetto delleesigenze degli altri bambini e adolescenti rico-verati e alle necessità assistenziali del bambi-no o adolescente stesso.5.Ai bambini e agli adolescenti deve essere as-sicurata la continuità dell’assistenza pediatri-ca da parte dell’équipe multidisciplinare ospe-daliera 24 ore su 24 sia nei reparti di degenzasia in pronto soccorso.

6. I bambini e gli adolescenti hanno diritto adavere a loro disposizione figure specializzate(pediatri, infermieri pediatrici, psicologi, me-diatori culturali, assistenti sociali, volontari)in grado di creare una rete assistenziale cherisponda alle necessità fisiche, emotive e psi-chiche loro e della loro famiglia.7. I bambini e gli adolescenti devono averequotidianamente possibilità di gioco, ricrea-zione e studio - adatte alla loro età, sesso, cul-tura e condizioni di salute - in ambiente ade-guatamente strutturato ed arredato e devonoessere assistiti da personale specializzato.8. I bambini e gli adolescenti devono esseretrattati con tatto e comprensione e la loro in-timità deve essere rispettata in ogni momen-to.A bambini e adolescenti devono essere ga-rantiti il diritto alla privacy e la protezionedall’esposizione fisica e da situazioni umilian-ti, in relazione all’età, alla cultura e al credoreligioso loro e della loro famiglia.9. I bambini e gli adolescenti - e i loro genitori- hanno diritto ad essere informati riguardo ladiagnosi e coinvolti nelle decisioni sulle tera-pie. Le informazioni, specie quando riguarda-no indagini diagnostiche invasive, devono es-sere date quando possibile in presenza di ungenitore e in modo adeguato alla loro età, ca-pacità di comprensione e sensibilità.10. Nell’attività diagnostica e terapeutica de-vono essere sempre adottate tutte le praticheche riducono il dolore e lo stress psicofisico deimalati e la sofferenza della loro famiglia.

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PERIFERIE

I giornali di zona e l’informazioneQual’è l’informazione sulle periferie? L’informazione è adeguata?La Consulta Periferie Milano (Cpm) promuove la 2ª Convenzione

sul tema “Le Periferie e l’Informazione”. Un’occasionedi incontro tra operatori della comunicazione e chi lavora sul territorio.

Walter Cherubini (Portavoce della Consulta delle Periferie di Milano)

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La scorsa primavera ci sono state alcune inte-ressanti iniziative che hanno posto l’atten-

zione sui Giornali di Zona che vengono pubblica-ti nella nostra città.In primo luogo due Convegni: il primo, “IGiornali di Zona. Quale ruolo e quale futuro?”,promosso lo scorso 18 aprile da Milanosud(Giornale di Zona 5) in occasione del suo decenna-le di pubblicazione; il secondo, “Le Periferie ed ilruolo dei Giornali di Zona”, promosso a PalazzoMarino lo scorso 17 maggio dalla ConsultaPeriferie Milano (Cpm) col patrocinio dallaPresidenza del Consiglio comunale di Milano.Poi, su “New Tabloid” n.3/2008 (periodico deiConsiglio dell’Ordine dei giornalisti dellaLombardia) è apparsa l’interessante inchiesta“Milano e i giornali di quartiere”, condotta daPiero Pantucci. Proprio l’inchiesta mostra unasorta di vocazione zonale di tali pubblicazioni,evidenziata anche dai nomi delle testate,rispon-denti sia alla precedente articolazione delDecentramento (quando i Consigli di Zona era-no 20), che all’attuale (i Consigli di Zona sono 9).Ma, ricordiamole queste pubblicazioni: “ABC”(Zona 9), “Dai nostri Quartieri” (Zona 3), “Il di-ciotto” (Zona 7), “Il Mirino” (Zona 4-8), Il “Rile”(Zona 7), “La Conca” (Zona 5), “La Voce di Zona3” (Zona 3), “La Zona Milano” (Zone 3-4-6-7-8),“Martesanadue” (Zona 2), “Milano 19” (Zona 8),“Milanosette” (Zona 9), “Milanosud” (Zona 5),“Quattro” (Zona 4), “Zona Nove” (Zona 9).Peraltro, l’inchiesta ha evidenziato “una primaosservazione obbligata”: la completa assenza diGiornali nella Zona 1 (il centro cittadino diMilano).Ciò, forse,perché i Giornali di Zona “na-scono perlopiù da associazioni territoriali, coope-rative, gruppi di volontariato che cercano di col-mare il vuoto informativo che i grandi media

non possono colmare, che cercano di avvicinarele periferie al centro”.Ma esiste una informazione per le Periferie?Fatta eccezione per i Giornali di Zona, si ha in-vece la sensazione che, nei fatti, le Periferie sia-no oggetto di notizia solo quando scoppia qual-che emergenza, sociale o ambientale che sia.Invece, rimane sostanzialmente inesplorata tut-ta quella ricca realtà associativa che è ben pre-sente nelle Periferie di Milano e che costituisceun baluardo nei confronti della frammentazionesociale e della desertificazione urbana. Unesempio? Dopo il Convegno organizzativo del-l’Associazionismo culturale “periferico” sul tema“Milano, la Cultura, le Periferie”, promosso dal-la Cpm lo scorso 18 aprile, è apparsa chiarauna cosa: nelle periferie sono attive circa 100associazioni culturali che ogni anno promuovo-no circa 1.000 iniziative, che raccolgono circa100.000 presenze. Eppure, questo fatto è so-stanzialmente sconosciuto, soprattutto aglioperatori dell’informazione. Così, poiché ciò chenon si conosce è come se non esistesse, non vie-ne neppure considerato.Proprio per colmare questa distanza, la Cpm,colpatrocinio della Presidenza del Consiglio comu-nale di Milano, promuove la 2ª Convenzione cit-tadina delle Periferie, che si terrà Martedì 30settembre. Il tema sarà “Le Periferie e l’Infor-mazione” e costituirà un’occasione di incontrotra gli operatori della comunicazione e chi ope-ra nelle periferie della nostra città. Tra gli al-tri, saranno presenti Manfredi Palmeri (presi-dente del Consiglio comunale di Milano),Giangiacomo Schiavi (giornalista Corriere del-la Sera),padre Eugenio Brambilla (responsabi-le Caritas Milano città). Per ulteriori dettaglivedi il sito www.periferiemilano.it.

“La terza età non è un inevitabile declino:può essere un punto di partenza per fare

nuove esperienze e arricchire la vita e la mente”,dice convinto Lorenzo Verri, che incontro al cen-tro Girola di zona 9. Qui ha sede, in luminosi lo-cali ampliati e rinnovati, l’Università della terzaetà, nata dalla collaborazione di Auser InsiemeMilano con la fondazione Don Gnocchi. L’Auser,una benemerita associazione di volontariato, or-ganizza alcuni corsi.“Noi della Don Gnocchi ne organizziamo altri”,precisa Verri. “Inoltre mettiamo a disposizione ilocali per le lezioni e lapalestra per la ginna-stica dolce, lo yoga e iltai chi chuan,una gin-nastica cinese lenta,adatta agli anziani epreziosa per l’equili-brio interiore. Per fre-quentare basta darenome e cognome. L’i-scrizione ai corsi ègratuita, mentre laspesa per la ginnasti-ca è minima:45 euro atrimestre per il tai chie 20 al mese per lo yoga. Abbiamo un contribu-to economico del Consiglio di zona 9 e dellaSocietà edificatrice di Niguarda per pagare i do-centi. È chiaro che si frequentano i nostri corsinon per laurearsi,ma per arricchire il “tempo ri-trovato” della terza età con un percorso di cultu-ra per tutti. Infatti non escludiamo chi ha menodi 65 anni: a volte i nostri iscritti arrivano conmogli o amici più giovani. Oggi poi un sessanta-cinquenne può avere davanti ancora vent’annidi vita e oltre, non è un tipo da panchina. E so-

prattutto non è una persona che “non deve darefastidio”, come qualcuno si ostina a credere: l’an-ziano ha ancora tanto da dare”.Non per nulla larivista della Fondazione Don Gnocchi si chiamaVecc ma Bon e sottolinea in copertina che “non èmai troppo tardi”.Finora si sono iscritte all’università della terzaetà 170 persone. Ovviamente ognuno sceglierà icorsi che gli interessano. Spaziando tra scienzae storia, il programma culturale del centro nontratterà temi polverosi, ma l’attualità dei paesiin via di sviluppo, l’immigrazione, l’ecologia col-

legata alla vita quoti-diana dell’anziano, icambiamenti in attonon solo in Italia manel resto del mondo.L’inaugurazione deicorsi si terrà mercole-dì 29 ottobre, alle15,30, in via Girola30. Il primo argomen-to è impegnativo: Ilsegreto della vita, chein quattro tappe, il 4-11-18 e 25 novembre,tratterà la biologia

molecolare da Darwin a oggi, spiegata daesperti del museo della Scienza e dellaTecnologia di Milano. Secondo argomento pre-visto, per l’1 e il 9 dicembre, Famiglie nobili - iBorromei, due lezioni di Cristina Silvera sul-l’impronta lasciata nella città di Milano daFederico e Carlo Borromeo, completate da visi-te guidate al Duomo di Milano in occasione del-l’esposizione dei quadroni di San Carlo.Per informazioni e iscrizioni si può telefonaredalle ore 9 alle 12 al n. 0264224600.

A scuola di musica con Alex SchiaviRipartono i corsi musicali, diretti dal maestro

Alex Schiavi,presso l’Associazione culturale “LaCasa di Alex”, sita in via Moncalieri, 5. Sono difattiaperte le iscrizioni per i seguenti corsi:Chitarra acu-stica (aperto a tutti, bambini, giovani ed adulti epensionati; Chitarra elettrica (per giovani e adulti);Basso elettrico (per giovani ed adulti); Pianoforte(aperto per bambini, giovani, adulti). I corsi si ter-ranno in orari pomeridiani nei giorni di mercoledì edi venerdì. Lezioni individuali ed anche di piccoligruppi. Sono previste anche lezioni il sabato matti-na. Chitarre ed altri strumenti sono a disposizione

dei principianti. Didattica moderna e di facile ap-prendimento per tutti.In particolare viene aperto un corso propedeuticomusicale dedicato ai bambini dai 4 anni e sino ai6: “Giocomusica” e “Musicabimbo”, un avvicina-mento al mondo dei suoni per bambini e bambi-ne. Corso musicale per diversamente abili, in ora-ri pomeridiani.Per contatto ed informazioni: Maestro Alex Schiavi,viale Suzzani 1, Telefoni 339-41.58.942; 338-87.60.289; e-mail [email protected];sito: www. scuoladimusicamilano.eu.

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I bisogni dei cani e quelli della genteMonica Landro

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èè mmoorrttoo AAqquuiilliinnoo DDoollcceepersonaggio niguardese di cui andar fieri. Ex presidente dell’Anpi, collaboratore sociale fino alla fine. Soldato senza divisa

di un’antica guerra combattuta per la pace. Partigiano nel cuore e nell’anima, combattente della Resistenza in difesa della libertà.Vive condoglianze dalla Redazione

A ferragosto fallito l’accordo tra Comune e commercianti

“L’estate si colora per te”. Conquesto slogan, il Comune di

Milano ha aperto ai cittadini la stagio-ne estiva con quasi 400 appuntamen-ti, programmati dal 16 giugno al 30agosto, per far vivere l’estate a Milanocon entusiasmo, passione e vivacità.“Pronti, Estate, Via!”. È così che, daparte sua, Milano Sport - gestore dellepiscine comunali - ha lanciato le pro-prie iniziative per farci gustare megliol’estate (vedi articolo piscine sul nu-mero di luglio). La realtà autunnale diMilano Sport è però come minimo con-traddittoria.Da una parte ci sono nuove iniziativepositive. La nostra zona mette a dispo-sizione tre importanti centri sportiviaperti tutto l’anno: Murat, Iseo,Suzzani. E quest’ultimo, per quanto ri-guarda le attività di vasca (piscina),

ha introdotto due novità a tariffa pro-mozionale: Palestra in Piscina, checomprende Acquafitness, Hydrobike,Tapis Roulant, parallele, in un circuitodi un’ora; e Cuccioli in Acqua, riserva-ta ai bimbi dai 2 ai 4 anni.Dall’altra però c’è una preoccupantetendenza all’aumento dei prezzi. Già aluglio erano state sospese le tariffeagevolate consistenti in 11 ingressi a40 euro. Ora però, dall’inizio di set-tembre, scompare l’abbonamento an-nuale e il relativo risparmio: addio ai280 euro fissi per l’accesso libero allavasca per tutto l’anno. Al suo postoMilano Sport ha introdotto un abbona-mento mensile, che però costa 45 euroe che, moltiplicato per dodici mesi, fa540 euro: praticamente il doppio del-l’abbonamento annuale! Milano Sportsi difende dicendo che con l’abbona-

mento mensile ora si entra tutti i gior-ni e non solo 11, ma tant’è! L’aumentocoglie di sorpresa persino Terzi, l’as-sessore comunale allo sport che non neè stato informato.Non solo. Anche i corsi invernali coste-ranno di più: 265 euro invece dei 181dell’anno scorso. E contemporanea-mente aumentano le difficoltà per ac-cedere agli sconti per gli ultrasessan-tenni: bisogna presentare una richie-sta scritta corredata da un documentoche certifichi un reddito combatibilecon le riduzioni.

Per informazioni sulle attività orga-nizzate da Milano Sport, richiedetepresso la segreteria dei centri Murat,Iseo e Suzzani l’opuscolo dei corsi2008\2009; oppure collegatevi al sitowww.milanosport.it.

Scrivere di cacca è come scrivere di sesso: fa ridere i piùgiovani, disgusta i benpensanti bacchettoni e fa riflet-

tere chi ha ancora senso civico. La cacca di cui parlo, in-fatti, è quella dei cani che il linguaggio burocratico defi-nisce “deiezioni canine”.Ovunque vai, sembra che un cane ci sia già stato. E cheabbia voluto lasciare un segno della sua presenza sullaterra. Si suppone che il cane fosse accompagnato da unbipede consapevole della natura di quella passeggiata,poco spirituale e molto terrena. A difesa del pedone cheavanza tra gli escrementi al rallentatore in punta di pie-di come la Pantera Rosa interviene sempre più spessouna fantasiosa e sensibile amministrazione comunale cheinventa a ogni piè sospinto - sospinto con cautela, però -nuovi modi per colpevolizzare il padrone. E così è tutto unfiorire di decreti, ammende, azioni preventive, ammoni-zioni e pubblicità progresso. A spanne si possono distin-guere due filosofie: preventiva e punitiva. La prima è vol-ta a confinare il cane in luoghi in cui il suo impatto sulpubblico è limitato (dicesi aree attrezzate), la seconda acostringere con ogni mezzo il proprietario a disporre del-l’oggetto del reato.Ormai ogni area verde che si rispetti ospita al suo inter-no un recinto per cani, una specie di parco giochi perquattro zampe dove Fido può incontrare amici e sgran-chirsi un po’ le zampe.In quanto a fare i suoi bisogni, però, dipende molto dalladistanza tra casa e parco, ecco allora l'obbligo per il pro-prietario di munirsi di sacchetti o analoghi materialiidonei alla rimozione. In alcuni centri esistono anche di-stributori di palette, talvolta gratuiti, più spesso a paga-mento, quasi sempre inesorabilmente vuoti. Senza dimen-ticare una cartellonistica un po’ naïf - con tanto di illu-strazioni - che ricorda l’ammontare della sanzione per

chi si fa cogliere in “flagranza” di reato o comunquesprovvisto di paletta.Funzionano questi deterrenti? I risultati sono sotto lescarpe di tutti. Sì, perché si ha un bel da insistere sul do-vere civico, le regole della buona convivenza, il senso diresponsabilità e di decoro, l'amore per la propria città.Girato l'angolo, è il caso di dirlo, appare spesso un cam-po minato che ci fa saltellare più che se fosse il gioco deinumeri disegnato a terra coi gessetti…salvo che un termi-ne il gioco dei numeri disegnato a terra lo ha, la cacca deicani no! A dire poi il vero capita durante il giorno di in-contrare padroni di cani che raccogliendo il bisognino delloro migliore amico a quattro zampe si guardano attornosfidando lo sguardo altrui quasi a dire “visto che la puli-sco e non la abbandono a terra?”, eppure i marciapiedine sono fin troppo pieni e allora mi domando se certi pa-droni di cani attendano il buio delle tenebre per fregarse-ne delle più elementari regole di etica civile e lasciare lìla cacca del loro cane! Il problema sembra irrisolvibile, poi però vai in Svizzerae i marciapiedi sono tutti lindi. Sono forse autopulenti?No: viene ripulito il portafoglio del trasgressore. È la cer-tezza della pena a rendere il padrone del cane un servi-zievole amico nel momento del bisogno. Il tutto presuppo-ne la presenza sul territorio di inflessibili dogwatch pron-ti a entrare in azione sul più bello, ma in questo il nostrobelpaese è carente!Ma esiste una soluzione “italiana”? Navigando in inter-net ho trovato un probabile deterrente: sul sito webwww.dogdoo.com viene concessa la possibilità di manda-re per posta una cacca ai padroni dei cani che sporcanola strada. Chissà se qualcuno, ricevendo a casa la lorocacca, non rifletta sul fatto che anche fuori c’è una casa:la casa di tutti.

a cura di Diana Roca

Dopo una bella estate, da settembre piscine più care

SERVIZI RICREATIVI

Anche quest’anno Milano, la “cittàdell’Expo”, è rimasta chiusa ai re-

sidenti e ai turisti.Il Comune aveva pubblicato un opu-scolo in cui si indicavano i 670 eserci-zi di prima necessità (supermercati,bar, ristoranti, panifici, elettricisti,fabbri, dentisti, veterinari...) che ave-vano accettato di rimanere aperti a

ferragosto. Ebbene, di questi solo duesu tre hanno rispettato la parola data,uno su tre invece è rimasto chiuso. Il14 agosto ha mantenuto la promessadi apertura il 72 per cento, mentre nelweek end solo il 66 per cento. Un mi-racolo trovare un panificio aperto aRipamonti, Ticinese, Baggio e SanSiro, le maglie nere della serrata. In

zona 9 - da Porta Nuova, a Niguarda,alla Bovisa - è andata un po’ meglio,si fa per dire: il 14 l’81 per cento di ne-gozi aperti (36 invece di 44) e il weekend il 72 per cento (32 invece di 44).Da considerare che la zona 9 era an-che quella in cui i negozi impegnati arimanere aperti erano in numero mi-nimo rispetto alle altre zone.

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ONA NOVE 9COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

GLI APPUNTAMENTI DEL MESEa cura di Grazia Morelli

Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente l’uscita del giornale.

ONA NOVEVITA E CULTURA

La vignetta di Giovanni Beduschi24 settembre: Giornata internazionale senz’auto

Alle 18.30, inaugurazione della Mostra collet-tiva Mistart. Fino al 12/10. Orari: 15.30-18.30, tutti i giorni, festivi compresi.

Sassetti CulturaVia Volturno 3Tel. 0269002988

● GIOVEDÌ 2 OTTOBRE

Alle 21.30, presentazione e proiezione delManhattan Short Film Festival.

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● SABATO 27 SETTEMBRE

Alle 21,nell’ambito del MiTo, interpretazionemusicale de Il Cantico dei cantici, di J. Zorn,con L. Reed e L.Anderson.

Teatro degliArcimboldiVia dell’Innovazione 1

Per “Scelti nei cassetti”, Incontro con E.Rollier, P. Bortolussi e V. Perin per avviareuna mostra fotografica sul quartiere.

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● MERCOLEDÌ 24 SETTEMBRE

Alle 17, Sentieri selvaggi, concerto di-retto da C. Boccadoro.

Spazio MilSesto San Giovanni

● MARTEDÌ 23 SETTEMBRE

Festival internazione del cortometraggio I’veSeen Films. Fino al 26/9.

Multiplex Sky LineCentro Sarca

Alle 21, nell’ambito dello MiTo, Concerto dimusiche di Agostini, Cendo, Maresz, AlienProduction,Vassena,Verrando.

Hangar BicoccaVia Chiese

Alle 17, nell’ambito del MiTo, Omaggio aGerard Grisey, con l’Ensemble Risognanze,diretto da T. Ceccherini.

Università BicoccaAula Magna

● LUNEDÌ 22 SETTEMBRE

Alle 16, scultura estemporanea di E. Negri.Alle 19.30, Teatro danza con S. Perez. Alle20.30, buffet.Alle 21,30, teatro dell’assurdo.

Argomm TeatroVia G. Imperatore 40Tel. 026437001

● DOMENICA 21 SETTEMBRE

Alle 17, Segni - performance pittorico-musi-cale per orchestra di bambini pittori,musichedi G. Crumb, con G.Amadori e A. Ballista.

Triennale BovisaVia Lambruschini 31Tel. 02724341

Alle 17, il Coordinamento di zona 9 dell’Anpiorganizza la conferenza L’Informazione sullaCostituzione.

Sassetti CulturaVia Volturno 3Tel. 0269002988

Alle 18, apertura della mostra Cefeidi. Ore19, animazione per bambini. Ore 20.30, buf-fet. Alle 21.30, Orlando furioso, frammentidello spettacolo G. Lamanna.

Argomm TeatroVia G. Imperatore 40Tel. 026437001

Alle 21, nell’ambito del MiTo, Concerto permusica, parole e immagini Book of Longing,di P. Glass.

Teatro degliArcimboldiVia dell’Innovazione 1

● SABATO 20 SETTEMBRE

Alle 19, inaugurazione della mostra Cefeidi eanimazione per bambini con i Burattini diMarta Castelli. Alle 22.30, buffet. Alle 21.30,F. Orlando in Errose ‘du Uerrier.

Argomm TeatroVia G. Imperatore 40 Tel. 026437001

Per la serie Scighera Jazz, Paolo Tomelleri inconcerto.

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● VENERDÌ 19 SETTEMBRE

Alle 18.30, mostra Doie Parole, opere di M. L.Alesina,musiche di A.Nardi.Fino al 28/9.Orari:15.30-18.30,tutti i giorni,festivi compresi.

Sassetti CulturaVia Volturno 3Tel. 0269002988

● GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE

Alle 19,per la serie Librinviaggio,Incontro suLolita, di Nabokov.

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● MERCOLEDÌ 17 SETTEMBRE

Alle 21,nell’ambito del MiTo,Concertodi mu-siche di S. Prokofiev con la LondonSymphony Orchestra, diretta da V. Gergiev.

Teatro degliArcimboldiVia dell’Innovazione 1

● MARTEDÌ 16 SETTEMBRE

Alle 21, nell’ambito del MiTo, Concerto diW.A. Mozart, L. v. Beethoven, E. Elgar, conla London Symphony Orchestra diretta daC. Davis.

Teatro degliArcimboldiVia dell’Innovazione 1Tel. 899500022

Alle 18.30,inaugurazione della Mostra collet-tiva di pittura contemporanea: P. Avanzi, R.N. Chiesa, A, Leroy, M. Lombardo, A.Patriarca, C. Ritzow. Fino al 25/9. Orario 18-20; chiuso domenica e festivi.

Art ActionVia Dante 15/ABresso

Nell’ambito del Fly Festival,Db Night - sera-ta dance.

BressoVia Ariosto, viaCampestre,via Giovanni XXIIITel. 0261455297

● SABATO 13 SETTEMBRE

Nell’ambito del Fly Festival, Serata daltitolo Art.1001: il rock va suonato al vo-lume che serve, con i Rio, Nucleo,Greenwich e i Neri per Caso.

BressoVia Ariosto, viaCampestre,via Giovanni XXIIITel. 0261455297

● VENERDÌ 12 SETTEMBRE

Presentazione dei Corsi di canto popolare.Lelezioni inizieranno il 23/9.

La ScigheraVia Candiani 131

Nell’ambito del Fly Festival, Davide Van deSfroos e la sua musica in dialetto tremezzino.

BressoVia Ariosto, viaCampestre,via Giovanni XXIIITel. 0261455297

● GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE

Il Gis informaRenato Vercesi

Lo spettacolo “Paolo Rossi sulla strada ancora”di Paolo Rossi,testi di Stefano Benni, Carolina de La Calle Casanova,

Riccardo Pifferi e Renato Sarti, regia di Renato Sarti, sarà inscena dal 6 al 22 febbraio (anteprime 4 e 5 febbraio) presso lospazio della Scatola Magica del Teatro Strehler. il lavoro pren-de spunto dalla storia di uno spettacolo mai andato in scena,“Ubu Re d’Italia”, con Paolo Rossi protagonista unico in scena,che inventa eventi, sperimentazioni, riflessioni sulla vita e sulmestiere dell’attore: vere e proprie lezioni di teatro popolare,passando da Jarry a Shakespeare, da Cechov a Lenny Bruce,da Virgilio Giotti a se stesso, da Prevert a storiellette e canzo-nacce triestine. Senza un’apparente discontinuità, propone di-versi modi di far teatro, cercando di riscoprire il rapporto con ilpubblico e con il suo corpo, in un gioco di ruoli di cui proprio ilpubblico è il metaforico regista. Per questo ogni serata potrà es-sere diversa da tutte le altre.

Il Gis (Gruppo di Interesse Scala) è nato nel 2001 per iniziativadell’Associazione Amici di “Zona Nove” in collaborazione con il ServizioPromozione Culturale del Teatro alla Scala. Il suo scopo è quello di pro-grammare e realizzare percorsi formativi che abbiano come tema il Teatroalla Scala e gli spettacoli proposti. Inoltre il Gis collabora con il SettorePromozione Pubblico e Proposte Culturali per l’accesso agli spettacoli delPiccolo Teatro, in particolare per quelli in programma presso il Teatro de-gli Arcimboldi.La segreteria del GIS “Zona Nove” è aperta tutti i mercole-dì pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 18.00 presso la redazione del giorna-le in via Lanfranco della Pila 61. Per contattarci: Telefono: 026437568 (ilmercoledì pomeriggio) - Cellulare: 3283535160 - E-Mail:[email protected] - Sito internet: www.niguarda.eu.

ONA NOVEUniversità Bicocca: a ottobre l’assegnazionedel premio internazionale di poesia Streghetta

Silvia Benna Rolandi

Il più importante premio di poesia lombardo è nato nel1972 su un terrazzo: 320 mq di vento e di profumo di ma-

re sotto il cielo di Noli. L’ospitale padrona di casa, SerenaSiniscalco, ascoltava con gli amici un disco di poesia. Una si-gnora, sull’onda dell’ultima rima, fece un commento ottimi-sta: “Siamo tutti capaci di poetare”. È vero, non è vero? Edecco la proposta di Serena: “Veniamo qui tutti gli anni, ilgiorno di San Lorenzo, e ognuno porti le sue poesie!”.La proposta non cadde nel vuoto: nel 1973 approdarono aNoli 20 poesie, poi gli amici portarono altri amici e sette an-ni dopo 150 ospiti affollavano il terrazzo. Il figlio ingegneredi Serena aveva disposto luci scenografiche, la chiesa avevaofferto la passatoia degli sposi per la sfilata della figlia in-dossatrice, un amico medico, al centro, leggeva la poesie convoce suadente. Un evento. Che attirò l’attenzione preoccupa-ta della polizia locale: il terrazzo rischiava di crollare. Finedello spettacolo. Serena non è il tipo che si arrende. Andò al-l’azienda turistica di Noli a protestare e ottenne, udite udi-te, di portare le sua poesie sull’antica piazza di Noli. Un bel-lissimo anfiteatro dove trecento persone lavoravano accantoa Serena per fare dello Streghetta un importante evento cul-tural-mondano. Sul palco c’erano ragazze in costume, moltispettatori erano in abito da sera.Il Comune, riconoscendo il prestigio del premio, nel corso de-

gli anni sponsorizzò la partecipazione di attori come VittorioGassman e Ugo Pagliai per leggere le poesie. E insignì lacreatrice con una prestigiosa onorificenza locale: il GranCollare dell’Ordine dei Capi di Casa. Ma l’afflusso turisticodi ferragosto riempiva alberghi e ristoranti. Serena si era ri-dotta a ospitare anche quattordici persone in casa sua.Così trasferì il premio a Milano, dove Comune, Regione eProvincia decisero di patrocinarlo, ma non di sponsorizzarlo.Niente soldi: lo Streghetta fa cultura per la cultura.Un’eccezione rispetto all’affollato mondo dei premi a paga-mento. I sette giudici, tutti illustri professori universitari, la-vorano gratis. E non paga, né ha bisogno di invito, chi desi-dera assistere alla lettura e alla premiazione delle 30 poesiefinaliste, nella prestigiosa sede dell’Università degli Studi diMilano-Bicocca.Quest’anno avrà luogo venerdì 24 ottobre, alle ore 16, nel-l’aula 4 dell’edificio U6. È prevista una grande affluenzaperché il premio, giunto trionfalmente alla trentottesimaedizione, è sempre più conosciuto e amato, non solo daglispecialisti. Come scrive l’illustre critico Gros-Pietro, chededica molta attenzione all’opera di Serena, la poesia. Perchi la fa e per chi la ascolta, “è proiezione di sé al di là deiconfini temporali”. Non omnis moriar (non morirò comple-tamente), scriveva Orazio.

Il jazz di Tomelleri alla Scighera

Con chi non ha suonato Paolo? Quale strumento non ha mai abbrac-ciato? Nato nel 1938 a Vicenza, diplomato in clarinetto al

Conservatorio di Milano nel 1957, da sempre polistrumentista, PaoloTomellieri entrò a far parte della famiglia jazz unendosi ai Windy CityStompers. Fu il debutto di una carriera lunghissima, che ha attraver-sato non solo il jazz, ma anche il rock, la musica classica e la musicaleggera italiana, portandolo a collaborare con numerosi artisti tra cuiLino Patruno e Giampiero Reverberi.Dal 1960 fu sassofonista e arrangiatore per Giorgio Gaber e AdrianoCelentano. Nel 1971 partecipò al festival di Sanremo come chitarristanel gruppo Trio Balera, accompagnando Adriano Celentano nella can-zone "Sotto le lenzuola".In quella e altre edizioni diresse l'orchestra delfestival in numerosi brani.Suonò poi il basso elettrico in formazioni jaz-zistiche e di musica leggera,e fu per anni sassofonista stabile al glorio-so jazz club Capolinea a Milano. Fino a oggi Paolo ha composto musi-che da film e jingles pubblicitari, scritto documentari e spettacoli tea-trali, pubblicato libri di armonia, solfeggio e studio del clarinetto, inse-gnato in scuole musicali.Ha suonato tutti i giorni della sua vita e in tutto il mondo, spesso inGermania, Svizzera e Francia, ai più importanti festival di jazz euro-pei che si contendono la sua presenza. Le sue collaborazioni artistiche,oltre a quelle già citate, lo vedono a fianco di Tony Scott, Joe Venuti,Jimmy McPartland, Dick Cary, Ralph Sutton, Bill Coleman,Wild BillDavison, Clark Terry, Red Mitchell, Jimmy Woode, Phil Woods, BillyButterfield, Bud Freeman.

Il MiTo degli ArcimboldiSimona Fais

Sono sette i concerti della seconda edizione del festival MiTo che ilTeatro degli Arcimboldi ospiterà dal 3 al 24 settembre. Questo

Festival Internazionale della Musica,che si svolge in contemporanea aTorino e Milano,spazia dal jazz alla musica classica,al rock,con incon-tri, film e maratone musicali nei luoghi caratteristici delle due città peruna grande festa con più di 230 eventi.La prima data, quella del 3 settembre, nel nostro teatro di zona, è sta-ta dedicata alla Cleveland Orchestra per la prima volta a Milano diret-ta da Franz Welser-Möst con Kim Kashkashian alla viola, mentreZubin Mehta è tornato al Festival MiTo venerdì 5 settembre alla gui-da della sua Orchestra: il Maggio Musicale Fiorentino, con un pro-gramma dedicato a due dei più importanti autori della musica tedescadell’Ottocento: Ludwig van Beethoven e Richard Wagner.Il 10 la scena è stata tutta per Antony and the Johnsons su un palcoper la prima volta in Europa: il concerto è stato un’anticipazione delnuovo album per una delle voci più belle del panorama mondiale. LaLondon Symphony Orchestra avrà, invece, a propria disposizione dueintere serate: il 13 con Sir Colin Davis con Paul Lewis al pianoforte perMozart, Beethoven, Elgar e il 16 con Valerij Gergiev e Vadim Repin alviolino per Sergej Prokof’ev.Grande attesa, per il 20, anche per “Book of Longing”, il nuovo lavorodi Philip Glass,un concerto per musica,voci, parole e immagini ispira-to all’opera poetica di Leonard Cohen.L’ultima data è quella del 24 peril nuovo ed emozionante lavoro di John Zorn: “Il Cantico dei Cantici”,capolavoro poetico della letteratura religiosa ebraica, esplorato in mo-do vibrante con la partecipazione straordinaria di due icone come LouReed e Laurie Anderson.I biglietti sono in vendita tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.30 pressoUrban Center,Galleria Vittorio Emanuele 11/12,tel.+39.02.36508343,i posti sono numerati e i prezzi variano dai 15 ai 40 Euro.

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ONA NOVE 10 Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

a cura di Bic

a cura di Lella Ricordi

C’è stata l’estate del bikini, quella deltanga, un anno tutti avevano l’hula

hop, l’anno successivo le palline click clack.Questa è però la prima volta che una modaestiva è lanciata da un ministro dell'istruzio-ne. Infatti, quest’anno è stato l’anno delgrembiulino. La ministra Gelmini è stata pe-rentoria: da settembre tutti a scuola allinea-ti e coperti. E via di corsa, le grandi catenehanno fatto a gara ad esporne di tutti i tipi,firmati e griffati nei modi più differenti. E ibambini giù a chiederli a gran voce, come loscorso anno volevano lo zaino dei Gormiti.Pazienza se i consigli di istituto non hannoancora deliberato (e potrebbero decideretranquillamente di continuare come sem-pre), pazienza se non si sa di che colore saràeventualmente scelto: in molti carrelli veni-va messo l’oggetto del desiderio. Mettiamolacosì, se la ministra non ha fatto nulla perl’istruzione, di certo ha fatto qualcosa perl’economia. Lo psicologo televisivo di turno ciinformava che la divisa è positiva, rende“tutti uguali”. A me viene in mente il fasci-smo: a divise andava forte, ma quanto aduguaglianza… non mi pare che ce ne fosse

poi molta. Come se l’uguaglianza fosse tuttalì! E quando escono da scuola e il compagnosale sul Suv? E le scarpe da 200 euro chesbucano da qualsiasi divisa, fosse anche unochador? Scommettiamo che, se il grembiuleprende piede, il prossimo anno le ditte di ve-stiti “in” per l'infanzia trasferiranno il lorologo, posizionandolo sull’orlo dei calzoni, alfine di renderlo comunque visibile? Forse lavera uguaglianza la ottenevano i buoni inse-gnanti, parlando ai ragazzi della trappoladella pubblicità, della assurdità dei costi dialcuni capi firmati, inducendoli a ragionaresulla loro scala di valori. Ma tant’è, noi sia-mo tutti qui a parlare di grembiulini. Con undubbio feroce: tutta ‘sta bagarre non serviràa far passare sotto silenzio l’operato dei veriministri dell’istruzione, la strana coppiaBrunetta-Tremonti, che mentre noi sceglie-vamo il tessuto delle divise, disquisendo diquadretti azzurrini e righine rosa pallido, ta-gliavano senza pietà le risorse della scuolapubblica, lasciandola letteralmente in mu-tande? Ah certo, allora tutto è chiaro: ilgrembiulino è necessario, compratelo delmodello per allodole.

● 5 settembre 1938: Gaggia brevetta la macchina dell’espresso

Nasce la macchina da caffè espresso, quellache crea la crema sulla superficie, grazie al

deflusso diretto dell'acqua attraverso il caffè inpolvere. Nel 1947 Gaggia fonderà l’azienda di

macchine da caffè per uso professionale e dome-stico che porta il suo nome, e che ha fatto diven-tare l’espresso e il cappuccino le bevande italia-ne più famose nel mondo.

● 9 settembre 1998: Muore il cantautore Lucio Battisti

Lucio Battisti era nato a Poggio Bustone (Rieti) il5 marzo 1943. Musicista autodidatta, arriva al

successo anche grazie al sodalizio con il paroliereMogol.Alcune sue canzoni sono successi immortali,da “29 settembre” a “Fiori rosa, fiori di pesco”, da

“Pensieri e parole” a “I giardini di Marzo”, per nonparlare di “Emozioni”, “Il mio canto libero”. A diecianni di distanza dalla sua scomparsa,Battisti conti-nua ad emozionare e molti giovani cantanti ripro-pongono le sue canzoni.

● 20 settembre 1998: Torna il ciclismo al velodromo Vigorelli

Di nuovo il grande ciclismo al Vigorelli. Ilprogramma prevede pistard (Collinelli,

Martinello, Villa) accanto a stradisti (Baffi,Ballerini, Pantani, Tonkov) che si affrontano incorse a eliminazione. La struttura, nata nel

1935, era stata gravemente danneggiata dallanevicata del gennaio 1985. Restaurata, era sta-ta riaperta nel dicembre 1997 per ospitare unasingolare gara: una prova di Coppa del Mondodi sci di fondo.

● 22 settembre 1998: Scoppia una bomba in via Moscova

Alle 23,35 scoppia una bomba in viaMoscova. Era collocata davanti al portone

dell’Intendenza di Finanza. Viene colpito un

autobus della linea 94 di passaggio proprionel momento dell’esplosione: leggermente fe-riti due passeggeri.

● 30 settembre 1998: Muore Bruno Munari, maestro del design

Nato a Milano nel 1907, tra il ‘27 e il ‘33 parteci-pa alle collettive della galleria Pesaro, oltre che

alle Biennali e alle Quadriennali degli anni Trenta.Nel ‘42 pubblica un libro sulle “macchine inutili”, co-struzioni astratte sospese o appoggiate a terra,e nel1947 comincia a costruirle in serie. Dal ‘39 al ‘45 èart-director di “Tempo”.Nel 1945 comincia la sua se-rie di libri per bambini che verranno tradotti in tut-

to il mondo. Nel ‘48, è tra i fondatori del Mac(Movimento Arte Concreta), con Gillo Dorfles,Gianni Monnet e Atanasio Soldati.Dal 1952 comin-cia a produrre giocattoli in gommapiuma, portace-neri cubici, lampade di maglia e firma il “Manifestodel Macchinismo”. Nel ‘62 organizza la primaMostra di Arte Programmata. Nel 1977 realizza aBrera il primo Laboratorio per l’infanzia.

● 28 settembre 2003: Black-out del sistema elettrico nazionale

Alle 3.30 l’intero territorio italiano, con l’eccezionedella Sardegna e dell’isola di Capri, rimane al

buio. L’interruzione del servizio durerà 12 ore, cau-

sando danni ingentissimi per il deterioramento dienormi quantità di derrate alimentari. È stato unodei più importanti black out italiani.

ACCADDE A MILANO

REPORTER DI ONA

● Tagli di risorse per la scuola, grembiulini per le allodole

Berlusconi ci ha fatto l’ultimo pezzo dellacampagna elettorale sulla cordata che

avrebbe salvato Alitalia. Il piano di ristrut-turazione dell’Air France era stato guarda-to con sufficienza e liquidato con disprezzo.La compagnia aerea sarebbe rimasta italia-na, perbacco! E non sarebbero stati lasciatia casa 3000 dipendenti. Ora le elezioni sonopassate, l’Alitalia viene divisa in due parti,

la parte con i debiti resta sulle spalle di noicontribuenti, quella sana va agli imprendi-tori della mitica cordata. E migliaia di per-sone perderanno il posto di lavoro. Veltronisi è svegliato dal letargo estivo e ha pro-nunciato l’unica battuta carina di questaestate: “Così Alitalia diventa una compa-gnia di bandierina”. A proposito: e l’aereo-porto di Malpensa?

● Alitaglia, una bella compagnia di bandierina

Fateci caso, quest’estate è stata quelladegli sproloqui a costo zero. Tra Bru-

netta, Maroni e la Gelmini, hanno fatto agara a scatenarsi. E mentre il geniale omet-to (tanto amato da Berlusconi per esserel'unico più basso di lui, anche senza i suoitrampoli-scarpa) tuona contro i fannulloni,scordandosi di essere stato assenteista per-sino come parlamentare, la Gelmini è suigiornali un giorno sì e un giorno sì. Un gior-no fa votare una legge che reintroduce il vo-to in condotta (fa tanta scena e allo Stato

non costa nulla), il giorno seguente proponeil ritorno al maestro unico (e questo addirit-tura, per lo Stato è un bel risparmio). Il tut-to mentre sulla pubblica amministrazioneimpazza la bufera dei tagli. E così, mentrealla polizia manca la benzina per le volanti eai giudici manca la carte per le fotocopie,Maroni manda quattro sparuti soldatini adaggirarsi per le città per garantire la nostrasicurezza. Quanto a me, di sicurezza ne houna sola, quella di essere stato preso per ifondelli.

● Un’intera estate di sproloqui a costo zero

DELIBERA n. 84-2008 di iscrivere all’Albo delle Associazioni zonali, le seguenti Associazioni: 1)Associazione “Cittadini di Zona 9”; 2) Associazione “Opera d’Arte”; 3) Associazione “CentroricercheEvolutive dell’Essere di Clara Serina”.

DELIBERA n.85-2008 • di concedere il patrocinio gratuito al consultorio familiare interdecanale Milanonord onlus “il Caminetto”,per un progetto che metta in rete i soggetti che si occupano di problematiche fa-miliari; • di dare atto che il presente provvedimento non comporta spesa

Relazione […] Le finalità del progetto a sostegno della famiglia, con particolare attenzione alle situazionidi fragilità, hanno come priorità l’attivazione di una partnership collaborazioni tra i soggetti, i quali, lavo-rando con donne in gravidanza e neomamme, cercheranno di creare una solida rete nella quale possonosvilupparsi i seguenti ambiti di intervento:• prevenire e rimuovere le difficoltà che potrebbero indurre la madre all’interruzione di gravidanza;• predisporre e organizzare, per ogni famiglia che lo richieda un piano personalizzato di sostegno psicolo-gico, socio-assistenziale e sanitario utilizzando le risorse di enti pubblici e di privato sociale, di volontaria-to, nonché le reti informali di solidarietà.Questo anche per aumentare la capacità di utilizzo delle strutture sanitarie e sociali e promuovere attivi-tà tese a rendere più efficaci le collaborazioni con enti e servizi sul territorio, oltre a diminuire l’isolamen-to sociale ed il rischio di aggravamento della condizione personale e della relazione con il figlio. [...] Il pre-sidente della comissione “Per la Città del Viver Sano”

DELIBERA n. 86-2008 di concedere, all’Associazione Auser Insieme Volontariato Bicocca Milanol’uso temporaneo e gratuito, per corsi di ginnastica dolce per anziani, di spazi all’interno dello stabi-le di Via Empoli, 9/2 - ad esclusione degli oneri accessori (riscaldamento e pulizia dei locali) - con leseguenti modalità: Ginnastica dolce e Balli di gruppo: • periodo richiesto e durata della concessione:dal 15/09/08 al 16/12/08; • giornate: Lunedì: dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 18.00 alle ore19.00; Martedì: dalle ore 09.00 alle ore 11.00; Giovedì: dalle ore 10.00 alle ore 12.00; Venerdì : dalleore 09.00 alle ore 11.00 e dalle ore 18.00 alle ore 19.00; • il corso prevede la partecipazione di n. 80persone circa; • frequenza gratuita dei partecipanti

DELIBERA n. 87-2008 di esprimere parere favorevole circa “L’atto integrativo all’accordo di pro-gramma relativo all’insediamento nella zona speciale Z4 “Bicocca” di nuove strutture dell’istitutoneurologico “Carlo Besta” e dell’Università degli Studi Bicocca, comportante la variante al P.R.G.di Milano e correlato Piano Esecutivo” [...].

Relazione [...] nella Commissione Urbanistica dell’11 Giugno ha partecipato l’Arch. Paolo SimonettiDirettore Centrale della D.C.Sviluppo del Territorio del Comune di Milano, che ha illustrato i dettagli del-la modifica dell’atto integrativo relativo all’Accordo di Programma della Zona Speciale Z4 “Bicocca”. Piùprecisamente ha illustrato le motivazioni della rinuncia dell’Istituto Carlo Besta ad insediarsi nell’ambitoin oggetto e la sua sostituzione con funzioni residenziali; l’ampliamento del comparto Z4 ad alcune areecontigue ex Ansaldo per la realizzazione di Edilizia Convenzionata; la individuazione di servizi di HousingSociale e Residenza Universitaria; la individuazione di aree a verde attrezzato di prossimità, e attrezzatu-re sportive, viene prevista una passerella ciclopedonale di attraversamento dei Viali Sarca e Fulvio Testi;viene confermata la funzione universitaria lungo la Via Pirelli.A seguito delle considerazioni emerse nel-la seduta di commissione e precisamente:• Considerato che l’intervento prevede un insediamento considerevole di edilizia residenziale con un mixarticolato (libera, convenzionata, agevolata e universitaria) che si inserisce in un contesto già consolidatodi quartiere a vocazione residenziale e universitaria;• Considerato che vengono previste aree a standard con destinazione a verde attrezzato e sportivo per unaquantità minima ma potenzialmente sufficiente alle necessità degli insediamenti residenziali;• Considerato che non vengono previsti servizi costruiti per la funzione residenziale e che tali servizi oggisono già carenti nel Quartiere Bicocca

ESPRIME PARERE FAVOREVOLE A CONDIZIONE CHE:• le aree a verde pubblico e a verde asservito siano effettivamente fruibili da tutti i residenti;• le aree a verde pubblico con sottostante parcheggi vengano realizzati con la massima attenzione a ren-dere fruibile il soprassuolo con piantumazioni di alto fusto e prato in misura significativa;• sull’area a verde posta ad est dell’intervento universitario con indicate attrezzature sportive generiche,venga mantenuta la previsione a verde pubblico con attrezzature sportive e per il gioco (campi di street ba-sket, calcetto, ecc.) accessibili a tutti. Inoltre l’area dovrà assicurare una continuità pedonale nel verde trail quartiere residenziale già realizzato e quello di nuova realizzazione; eventuali fabbisogni di strutture ditipo sportivo al servizio dell’università potranno essere garantite mediante una convenzione con il limitro-fo centro sportivo comunale di Viale Sarca in uso alla Pro Patria (Tennis, Atletica leggera, Rugby, Calcio,Calcio a 5, Ginnastica);• venga previsto a spese dell’operatore, sull’area pubblica a verde lungo la via Pirelli in prossimità deglispazi commerciali all’angolo con la via Stella Bianca, una struttura pubblica ad uso centro civico di quar-tiere con annesso porticato di almeno 1.000 mq. di s.l.p. per attività socio ricreative e culturali quali adesempio, centro anziani, punto prelievo biblioteca, ecc. da assegnare alla gestione del Consiglio di Zona;• la prevista passerella ciclopedonale di attraversamento dei Viali Sarca e Fulvio Testi, venga realizzatacontestualmente al rilascio del primo permesso di costruire dell’intervento, essendo posta all’esterno dellearee di cantiere, ed avendo una valenza per tutto il quartiere Bicocca. [...] Il presidente della commissione“Per la Città del Vivere e dell’Abitare”

DELIBERA n. 88-2008 di approvare l’allegata MOZIONE relativa al “Cavalcavia Bussa”,presentata dalConsigliere Parise in data 03/04/ 2008.

Relazione: Considerato che sul cavalcavia è sito un parcheggio di 80/100 posti auto, che dista circa100 metri in linea d’aria dalla stazione FFSS Garibaldi e dalla fermata della linea 2 “Garibaldi”, chesino a circa 4 mesi fa il parcheggio era a pagamento (strisce blu) e costava circa euro 1,20 ora, che èstato trasformato in parcheggio residenti (strisce gialle) da allora il parcheggio è sempre semi-deser-to [...], che con l’introduzione dell’Ecopass, sarebbe opportuno che in prossimità di una stazione dellametropolitana ci fossero più parcheggi possibili ad un costo accessibile per i cittadini, che è sempreauspicabile aiutare chi non può comprare un auto euro 4, per andare in centro deve pagare l’Ecopasso peggio una trentina di euro di parcheggio in autosilos.Si chiede al presidente del consiglio di zona 9 di attivarsi affinchè vengano ripristinate le striscebianche al 70% nell’area in oggetto, in modo da incentivare il parcheggio di mezzi privati per unmaggior uso dei mezzi pubblici.

DELIBERA n. 89-2008 di approvare l’allegata MOZIONE URGENTE relativa alla “Biblioteca Europead’informazione e Cultura (Beic)”, presentata dal Consigliere Antoniazzi ed altri in data 12/06/ 2008.

Relazione: Il consiglio di zona 9 esprime la propria soddisfazione per l’assegnazione dell’Expo 2015 aMilano e si augura che questa occasione permetta alla città di operare duraturi cambiamenti nellaqualità urbana e nella qualità di vita degli abitanti. […] Fra le opere pubbliche che riteniamo parti-colarmente significative per la città e che rimarrebbe a Milano come grande infrastruttura culturaledi rilevanza regionale e nazionale, vogliamo segnalare la Beic, Biblioteca Europea di Informazione eCultura, prevista nell’area Vittoria, sopra la stazione del passante ferroviario, assegnata dal comunedi Milano alla fondazione Beic […]. Il progetto [...] porterebbe una importante funzione pubblica digrande qualità in un’area semi-centrale, di grande accessibilità con il trasporto pubblico [...] e non lon-tana dalle principali sedi universitarie. […] Per questo il consiglio di zona 9 chiede al sindaco diMilano che la Beic venga inserita fra le opere collegate all’Expo 2015.

DELIBERA n. 90-2008 di approvare l’allegata mozione urgente circa “il danneggiamento del monumen-to “al Deportato” collocato nel Parco Nord e adesione alla iniziativa promossa dall’Anpi per la giornata del29/06/08 presso la base del monumento”, presentata dal Consigliere Rossetti ed altri in data 19/06/ 2008.

Relazione: Il consiglio di zona 9, appreso degli atti vandalici che hanno seriamente danneggiato il monu-mento al deportato collocato presso il parco Nord, esprime • la più viva condanna nei confronti di questi atti• nel contempo aderisce all’iniziativa promossa dall’Anpi per la giornata del 29 Giugno presso la base delmonumento.Autorizza il presidente a dare comunicazione agli organizzatori dell’adesione all’iniziativa

Consiglio di Zona 9Villa Hanau, via Guerzoni 38

Tel. 02.88458762-3-5Orari: dal lunedì al venerdì

dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 15.30

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ONA NOVE 11COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

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ONA NOVE 12 Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

a cura di Valeria Casarotti - Teresa Garofalo

All’Art Action sei pittori in mezzo al guadoIn via Dante 15, a Bresso, si svolgerà dal 13 al 25 settembre una mostra borderline tra il figurativo e l’informale. Il vernissage il 13 alle 18.30.

Paolo Avanzi

EVENTI CULTURALI

In questa collettiva sono riuniti sei artisti che, partendo da radici eorientamenti culturali differenti, hanno saputo caratterizzarsi per

una ricerca pittorica all’insegna del superamento dei tradizionali stec-cati esistenti fra le tante correnti artistiche.Il denominatore comune fra questi pittori lo si può definire come un’in-sofferenza alle regole che diviene,per una sorta di interiore cortocircui-to, come regola essa stessa. È così che la forza e l’istintualità dell’infor-male diviene uno stimolo all’innovazione per “figurativi” comePatriarca,Lombardo,Leroy e Avanzi,mentre per gli “informali”Chiesae Ritzow l’elemento “figurativo” diviene un elemento di rottura se nondi spaesamento.A ben vedere poi la stessa dicitura di pittore “figurativo” o “informale”sta stretta a ciascuno di loro,o quantomeno risulta riduttiva,così comela classificazione all’interno di una specifica matrice.Questi sei artisti, come collettivo, si sono dati la denominazione di“Gruppo Arte Moderna”, vuoi per ritrovarsi sotto una definizio-ne ampia abbastanza da abbracciare le molteplicità degli stimo-li e degli influssi riscontrabili nella produzione di ognuno, vuoiper sentirsi “moderni” con un pizzico di ironia (quando ormai lamodernità appare superata oggi dal voler essere “contempora-nei” a tutti i costi). E poi, guarda caso “Artemoderna”, è il nomedella casa d’aste cui partecipano i sei artisti, insieme ad altri“storici” non più in vita. Una breve presentazione di ognuno (inordine alfabetico):• Paolo Avanzi Frammentazione e deformazione sono gli ele-menti che contraddistinguono il suo stile, unitamente ad un ef-fetto “a specchio” per cui le sue figure (uomini e donne) risul-tano come filtrate attraverso dei vetri. C’è una ricerca gestua-

le di tipo espressionistico che subentra a quella di tecnologico-digitale da cui scaturiscono le singole immagini.• Renato Natale Chiesa Le sfere, che campeggiano su sfondi mag-matici con straordinari effetti d’ombra,costituiscono un’icona della suaarte.In sottile equilibrio fra informale e figurativo, l’arte di Chiesa è ca-ratterizzata da una continua dialettica fra l’elemento noto anzi notissi-mo (l’oggetto di consumo, la star hollywoodiana…) e l’elemento ignotoraffigurato come forze oscure in continuo divenire.• Alain Leroy Nelle sue figure femminili e ancor più nei suoi paesag-gi urbani emerge una forte connotazione erotica accentuata dall’ele-mento astratto che prende le forme di un dissolvimento o di una scom-posizione dell’elemento figurativo. E’ un gioco di “vedere” e “non vede-re” che stuzzica l’immaginazione suggerendo inusuali prospettive.• Milo Lombardo La sua produzione si colloca entro un figurativofatto di continue digressioni e trasgressioni nell’informale, dove que-st’ultimo è il particolare (cioè la pennellata istintiva e sapiente) in cuisi scompone il quadro di insieme carico di tonalità lussureggianti e diesotiche emozioni.• Amato PatriarcaTutta l’energia della civiltà multimediale penetrasulle sue tele con una forza dirompente. È la televisione, con le sue de-formazioni magnetiche, che essa stessa diviene pittura rappresentati-va del mondo contemporaneo. E proprio tali deformazioni costituisco-no il marchio inconfondibile di questo grande artista.• Charlotte Ritzow È un figurativo completamente immerso nell’in-formale ciò che caratterizza questa artista di Berlino. L’apertura e lachiusura (rappresentate da chiavi e da cerniere) sono gli elementi che,in un gioco di contrasti, dominano la tela prendendo forza da una pit-tura istintiva quanto ricercata negli effetti cromatici.

Sopra un’opera di AlainLeroy.Sotto una composizionedi Amato Patriarca.Alla sua destra un quadrodi Charlotte Ritzow.

Sopra un dipinto di MiloLombardo.

Sotto un ritratto di PaoloAvanzi.

Alla sua sinistra un’opera diRenato Chiesa.

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ONA NOVE 13COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

GRAFFITI URBANIa cura di Lorenzo Meyer

La Casa sarà Loca, cioè matta,ma ora è anche bella

L’Asilo Nido dei GirasoliPer il “PROGETTO TATE”: progetto finanziato nell’ambito del “P.I.C. Urban II Milano”

e realizzato in collaborazione con il Comune di Milanoe con il co-finanziamento dell’Unione Europea

RICERCA MAMME E/O NONNEChe possono essere inserite nel proprio organico come baby sitter

Il Progetto prevede la formazione delle “TATE” attraverso un corso gratuito e un tirocinio

WELLNESS MEDICAL CENTREUUNNIITTAA’’ MMEEDDIICCAA SSIILLOOEE

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Via Cesari 19, Tel 02 6422188Direttore Sanitario: Dott. Sergio Ghidinelli

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ONA NOVE 14 Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

Filosofo è colui che ama il sapere (infatti si tratta di una paro-la greca composta da philo=amore e sophos=sapienza). Il fi-

losofo è dunque il sapiente, colui che non cessa di interrogarsi eche è capace di giungere a conoscere cose difficilmente accessibi-li agli altri uomini (a quella moltitudine di uomini che sono co-stretti a dedicarsi ad altre attività). Filosofo è colui che interro-ga e pone domande. La domanda fondamentale della filosofiapuò essere riassunta in questo interrogativo:“Perché esiste l’Essere e non il nulla?” (che, badate, potrebbe an-che essere rovesciata nella domanda: “Perché esiste il nulla e nonl’Essere?). In questa domanda si chiede che cos’è l’essere: ossiaquella cosa che indichiamo dicendo io sono, piuttosto quelle chenominiamo usando l’è e in generale il verbo essere (l’albero è, latua casa è grande, la montagna è alta, e così via). Ci domandia-mo altresì come possiamo avere le certezze che queste cose esi-stano effettivamente visto che nessuna cosa permane in eterno eche tutto finisce proprio come se tutto l’esistente venisse dal nul-la e al nulla facesse ritorno.Ciascuno di noi è necessariamente un po’ filosofo visto che cia-scuno di noi si pone delle domande sul senso della vita e sull’om-bra della morte. Ecco perché ho pensato di esporre anche a chinon sa nulla di filosofi e filosofia i viaggi del mio pensiero e ciòche ho trovato in questa odissea. Sia chiaro: non ho pubblicatoquesto libro per mostrare la mia erudizione, ma perché mi è par-so di intravedere, nella mia ricerca, emergere un tremendo peri-colo e che questo pericolo stia agendo dentro di noi togliendoci ilsenso, i valori, diciamo anche la spiritualità della nostra esisten-za. Nietzsche cent’anni fa gridò: “Cerco Dio, cerco Dio. Dov’èDio?” E non trovandolo esclamò: “Dio è morto. Noi (noi uomini)l’abbiamo ucciso”. Il grido che si libera dal mio libro dice: cercol’uomo, cerco l’uomo. Ancora noi (noi uomini) l’abbiamo ucciso.Cosa voglio dire? Che il nostro secolo testimonia la fine della fi-losofia, la fine del pensiero che pensa e che siamo ormai prigio-nieri del “potere” della tecnica e della scienza. L’uomo, gli uomi-ni sono stati ridotti dalla tecnica a pure macchine intercambia-bili tra loro, pezzi di ricambio di un impianto che abbraccia or-mai tutto il globo e che si sta mangiando tutto il pianeta terra,tutte le specie animali, vegetali, minerali e anche ciò che non ap-partiene alla sfera del visibile umano.Che fare? Forse interrogarci se non è giunto il momento di ritor-nare a pensare e di giungere a quel pensiero che finora non è sta-to ancora pensato. Quale potrebbe essere questo pensiero sinoraimpensato? Io non lo so. O forse non voglio e non posso mostrar-lo perché l’epoca che stiamo vivendo chiede solamente che si mo-stri il baratro (o la cima) a cui l’umanità sta giungendo e ciò che

IMPEGNO LETTERARIO

Il Presidente del Parco Nord è anche filosofoe ci presenta la sua ultima opera

È noto il lato istituzionale di Ignazio Ravasi, valente Presidente del Parco Nord. Meno conosciuto, ma altrettanto brillante, è il suo lato filosofico.Siamo quin di lieti di presentare la sua ultima opera letteraria, “Specchiarsi nell’amore e nella morte”, dando la parola allo stesso autore.

Ignazio Ravasi

in quel luogo esiste come pericolo estremo. E difatti il mio libronon vuole mostrare nuove verità ma indicare ciò che, nel nostrosecolo, ho trovato come pericolo estremo, la cui diagnosi richiedeuna verifica che coinvolga molti più uomini.Dunque: lo scritto si sviluppa attraverso la ricerca dell’essere im-battendosi nel nulla. I percorsi della ricerca del fondamento (il

fondamento è il terreno su cui poggiano le nostre certezze) por-tano in una radura dove si scorge con estrema nettezza quantol’uomo non possa fare affidamento né sulla ragione, né su Dio, nésu alcunché. Allora c’è solamente il nulla? Ma il principio di noncontraddizione afferma che non è possibile, ad un tempo, che unacosa sia e non sia. Si avviano così diverse navigazioni che porta-no l’autore, che è colui che interroga, a fare i conti con i lascitidella metafisica occidentale ed in particolare con il pensiero diPlatone e di Heidegger. In queste navigazioni all’interrogante sisvela che, forse, neppure un nuovo Dio ci può salvare.Cosa rimane allora? Solo la disperazione e il vuoto? Certo la no-stra epoca è l’epoca del vuoto assoluto, del nichilismo divenuto“Kenòn” (il vuoto). E tuttavia dal fitto bosco ecco uscire due lam-pi: l’eros e la morte. Il nostro essere per la morte come la sola co-sa certa, come quella cosa alla quale andando incontro, “antici-pandola”, può portarci verso l’autenticità e lo svelamento dellecieche speranze del mondo artificiale (della tecnica) che l’uomocostruisce distruggendo il mondo naturale e lo fa in preda al ter-rore (velato) per la morte. L’amore come quella cosa che è total-mente diversa dalla “tecnica” la quale ci sta conducendo unica-mente verso l’autopotenziamento del sistema (del potere) senzaalcun altro scopo e fine.Là dove cresce il pericolo cresce ciò che salva, scrive Holderlin.Ma cos’è questo qualcosa che salva? È qualcosa di trascendente,che sta di là dal cerchio del mondo naturale in cui ogni cosa è po-sata? Attraverso fulmini che squarciano il tenebroso buio ecco al-lora scaturire in tutta la sua potenza “amore”. L’amore è ciò chesalva. L’amore è propriamente quella cosa che tocca tutte le co-se, che lotta contro il nulla, e non è solo e tanto ri-generazione,ma ciò che porta nelle profondità della totalità dell’essere e del-l’esserci e che ci sussurra che noi siamo e lo siamo in eterno, eche bisbiglia che l’essere va solo “ascoltato”. Ecco allora apparirein tutta la sua assurdità la follia dell’occidente e della nostra sto-ria ed epoca. Ecco allora emergere anche la necessità, possibili-tà, attualità di voltare le spalle alla follia più grande. Quella fol-lia che, sin dall’inizio, insinua che tutte le cose sono nulla, chetutte le cose vengono e vanno nel nulla. Ho così riassunto breve-mente il senso della ricerca contenuta in questo mio scritto.Sono convinto di non aver compiuto il cammino di ricerca da so-lo ma insieme a quel qualcosa di misterioso che è la unicità e latotalità di ciascuno di noi e di cui a tratti sentiamo la presenza.Certo, io non ho e non voglio mostrare nessuna nuova “verità”.Ho interrogato, per sottoporre a indagine, ciò che appare come ilnostro secolo preoccupante e ciò che si mostra in esso come peri-colo estremo. Credo e spero che questi pensieri trovati nella fon-te per me più pura possano stimolare la riflessione di altri.

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ONA NOVE 15COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

SOLIDARIETÀ

Una domanda a don Virginio Colmegna“Ma lo straniero è sempre e comunque un pericolo?”

“L’ospitalità, l’accoglienza, la solidarietà non sono in alternativa alla sicurezza, ma al contrario sono parte dello stesso percorso.”“I valori della solidarietà sono stati dimenticati e prevale l'individualismo. Vale per i Rom, per la Moschea, per i rifiuti, per la prostituzione...

Tutti vogliono risolvere il problema, purché lo si risolva da un’altra parte.” “Ci sono un sacco di poliziotti dietro gli sportelli per le pratichedegli extracomunitari. Vuol dire che se lasciassimo da parte l’idea che l’immigrato dev’0essere per forza pericoloso e quindi controllato,

recupereremmo in un attimo duecento agenti da mandare in giro per le strade della città a garantire maggiore sicurezza.” “Se si abbassasseroi toni, se si lavorasse con rigore e costanza, risolvendo problema per problema, alla lunga le soluzioni si troverebbero”.

Sergio Ghittoni

Incontriamo Don Virginio Colmegna nel suo ufficio presso laCasa della Carità. Siamo andati a trovarlo sull’onda del-

l'interesse che il suo intervento nel dibattito ai primi di giu-gno presso la Casa di Alex sul problema dei Rom e dell’immi-grazione ha suscitato nei nostri lettori.

Cos’è la Casa della Carità, esattamente?La Casa della Carità è questa realtà di ospitalità voluta dalCardinal Martini, che immaginava un luogo di accoglienzaper quelle tante storie di disagio e di sofferenza di uomini,donne e bambini, italiani e stranieri, che questa città ci met-te davanti agli occhi tutti i giorni. Attraverso l'ospitalità sicerca anche di cogliere l'opportunità per un tentativo di labo-ratorio culturale di riflessione sulla città. È inoltre un luogodove si abita: io, ad esempio, vivo qui, quindi non è un dormi-torio nel senso classico del termine. In questi quattro anni so-no passate da qui tantissime storie, tantissime esperienze,tantissime nazionalità. Quest’anno, per esempio, siamo arri-vati ad ospitare persone di settantotto paesi diversi. È questoun punto che tengo a precisare. La casa della Carità non hascelto di ospitare i Rom. Ha scelto di ospitare le persone condisagio e tra queste, ovviamente, negli ultimi tempi ha incon-trato moltissime di queste persone. Ma non siamo un'operanomadi. Oltretutto non offriamo solo ospitalità. Consegniamoloro un rapporto: l’ospitalità qui dura sei mesi, durante i qua-li ci attiviamo cercando di mettere a frutto le professionalitàdi ciascuno di loro, presenti, passate, perse e ritrovate, inte-grandole magari con della formazione, il tutto orientato a tro-vare lavoro. Devo dire che la stragrande maggioranza dellepersone che finiscono qui reagisce positivamente a questi sti-moli, tanto che il tempo di permanenza medio è solo di quat-tro mesi. Una volta recuperato un reddito, il problema piùdrammatico che rimane è quello della casa.Noi siamo in grado di mettere in gioco degli appartamenti,attraverso mediazioni con realtà associative. Le persone en-trano nelle case, pagano almeno una quota di affitto e comin-ciano un percorso virtuoso di autonomia e integrazione.Accanto a questo percorso, la Casa della Carità mette in cam-po alcuni servizi di supporto fondamentali. Uno è il centro diascolto, che si fa carico dell’ascolto e dell’accompagnamentodi tutti quelli che possiamo ospitare, oltre a coloro che incon-triamo attraverso il servizio delle docce. Poi abbiamo due am-bulatori medici: uno che provvede allo screening sanitariodelle persone e l’altro più prettamente di carattere psichiatri-co, posto che su cento persone ospitate qui ben quaranta han-no incontrato i servizi psichiatrici. Poi si è sviluppata una se-rie di laboratori (l’Accademia della Carità, come l’abbiamochiamata) che include una biblioteca, che insegna un modo dileggere nuovo sia all’interno che all’esterno, abbiamo collabo-razioni con l’Università della Bicocca e precisamente con lefacoltà di Pedagogia e Psicologia, un Master con la facoltà dimedicina su Medicina e Territorio. Per quanto riguarda poil’impatto che una struttura come questa ha sul territorio cir-costante, bisogna dire che sebbene all'inizio Crescenzago ve-deva questa realtà con qualche comprensibile preoccupazio-ne, ora la situazione è migliorata: una volta al mese tutte leassociazioni si ritrovano qui per decidere su come rivitalizza-re il quartiere. I genitori mandano i loro figli a passare le fe-

ste di compleanno con i bambini ospiti. Importantissimo poiil contributo dei molti anziani (età media 78 anni) che vengo-no, danno una mano, passano la giornata insieme agli ospititre o quattro volte la settimana e venendo a conoscenza del-le situazioni di questa gente alla fine hanno contribuito adabbassare la paura nel quartiere.

Quindi la paura è ingiustificata?Con questo non voglio dire che i cittadini abbiano torto adavere paura. La preoccupazione è legittima. Ma di fronte a si-tuazioni di difficoltà o di emergenza, anziché affrontare i pro-blemi di solito si preferisce lasciarli incancrenire e si finisceper intervenire solo quando la situazione è diventata esplosi-va ed insostenibile e allora si assumono atteggiamenti drasti-ci che finiscono per buttare via anche tutto quello che di buo-no si è costruito. Invece, lavorando con pazienza e rigore allafine si possono ottenere risultati positivi. L’ospitalità, l’acco-glienza, la solidarietà non sono in alternativa alla sicurezza,ma al contrario sono parte dello stesso percorso.Continuando con questo ragionamento, diventa chiaro che bi-sogna che la mentalità del rigore, del rispetto delle regole de-ve aumentare: si deve poter percepire che i delitti sarannodenunciati e non resteranno impuniti, che nessun abuso sa-rà tollerato, che nella società è presente una coscienza fortedi educazione alla legalità. Coscienza che però sappia anchefar aumentare l'accoglienza e le opportunità di inserimentoper coloro che si assoggettano al rispetto delle regole.Invece diventa quasi impossibile intervenire, quando nellasocietà prevale il sentimento di paura, di rifiuto aprioristico.Prendiamo ad esempio il problema delle impronte digitali. Sesaranno prese a tutti gli Italiani, vabbé è un problema diver-so, ma se si devono prendere solo ai Rom e per di più ai mi-nori, hai voglia di dire che è per il loro bene: in realtà tutti in-terpretano che queste persone sono pericolose al punto da do-ver prender loro le impronte come ai criminali. I bambini nonsono pericolosi: ci mancherebbe altro! Ma se noi insinuiamol'idea che sarebbe meglio non averli, poi il problema non sipuò più risolvere. È quello che sta succedendo al Triboniano,il campo nomadi per il quale tanto faticosamente si è trovatoun accordo, tra sgomberi forzati, patti di legalità e solidarie-tà, badge identificativi. Sono duecento e venti i minori che de-vono frequentare la scuola ed ora ci troviamo di fronte alla ri-bellione degli altri genitori che non li vogliono. Questo è ilfrutto della cultura del “meglio non averli”. Tutti dicono che iRom possono rimanere se lavorano. Moltissimi di loro lavora-no, infatti. Lavori generalmente in nero, pericolosi, comel’amianto. C’è anche chi non vuol lavorare e bisogna scuoterequeste persone. Poi molti hanno trovato casa, alla condizioneperò di nascondere la loro identità e di non rivelare di essereRom. Cito sempre l’aneddoto di quel Rom che ha affittato unavilletta poco fuori Milano, la cui vicina di casa gli ha affidatole chiavi della sua villetta prima di andare in vacanza con laraccomandazione di fare attenzione “perché ci sono in giro glizingari...”. Un episodio buffo, ma che dà l’idea della distanzache c’è tra i pregiudizi e la realtà.

Cosa si può fare, in concreto?Ripeto, io non vorrei che si pensasse che cerco di sottovaluta-

re il pericolo. In questo senso io appoggio l'’niziativa delComune del patto di legalità. Ma penso anche che sia neces-sario aumentare le opportunità di inserimento (nella casa,nel lavoro, nella scuola), anziché diminuirle. Non capiscoquindi tutta questa burocrazia per i permessi di soggiorno e,domani, per le impronte digitali. Ci sono un sacco di poliziot-ti dietro gli sportelli per queste pratiche. Vuol dire che se nonlo facessimo, se lasciassimo da parte l'idea che l'immigratodev'essere per forza pericoloso, recupereremmo in un attimoduecento agenti da mandare in giro per le strade della cittàa garantire maggiore sicurezza. Ma non è la sola colpa dellapolitica. Sono decenni che non si investe nulla nel processo diintegrazione. Si fosse stanziato qualche anno fa qualche euroa testa l’anno per l'inserimento dei Rom, a quest’ora non sa-remmo in questa situazione esplosiva. Gli sgomberi costanoe, senza un progetto alternativo, non risolvono nulla: a sgom-bero succede altro sgombero e così via. E anche questo pro-getto delle impronte digitali segue la stessa logica. Guardiche noi sappiamo bene che sono stati perpetrati dei reati esiamo dalla parte delle vittime. Non crediamo però che ci siauna razza, un’etnia geneticamente più predisposta a delin-quere di un’altra. Nella storia ci sono già stati pregiudizi co-me questi e generalmente le cose sono finite male. Il delitto èsempre un fatto personale, individuale e non si può genera-lizzare. Oltre che essere ideologicamente sbagliato, questomodo di pensare è anche controproducente: aggrava la ten-sione, esaspera i conflitti e preclude ogni possibilità di recu-pero e inserimento. Purtroppo vediamo che questo atteggia-mento permea tutta la politica. Adesso c'è il problema dellaMoschea: le soluzioni che si propongono, dopo aver lasciatoincancrenire il problema, sono sempre le stesse. Trovare unnemico cui dare la colpa. Il metodo poi ormai è collaudato: di-chiarare il problema, capitalizzare tutto il consenso possibilesulle proprie posizioni, non preoccuparsi affatto delle soluzio-ni. Noi invece diciamo il contrario. Se si abbassassero i toni,se si lavorasse con rigore e costanza, risolvendo problema perproblema, alla lunga le soluzioni si troverebbero.La politica invece si preoccupa dei sondaggi: vede dove siorienta la gente e sostiene una posizione dettata non dal ra-gionamento, ma dai sondaggi. Ognuno si ritaglia una nicchiadi consenso e dà la caccia ai suoi potenziali elettori. Possiamofare tutti i talk show del mondo, si parla e si parla, ma poi lecose restano come stavano.

Ma il problema quant’è grande?Già. Sono state sparate cifre fuori dal mondo. In tutt’Italia iRom non sono più di 150-170 mila, di cui almeno la metà cit-tadini italiani. Possibile che l’Italia non sappia risolvere unproblema che riguarda meno di 80 mila persone? Come unacittadina di provincia? Certo che con questo clima le cose di-ventano difficili. Visto a Venezia cos'è successo? Ovunque sicerchi di spostare un campo nomadi, a meno che non lo si fac-cia di notte e di nascosto, ci si trova di fronte alla protesta deicittadini. Ma è un po’ il modo di pensare di questi tempi. I va-lori della solidarietà sono stati dimenticati e prevale l'indivi-dualismo. Vale per i Rom, per la Moschea, per i rifiuti, per laprostituzione... Tutti vogliono risolvere il problema, purché losi risolva da un’altra parte...

Chi è don ColmegnaDon Virginio Colmegna nasce a Saronno (Va) il 1

agosto 1945. Dal 1981 promuove diverse cooperati-ve e comunità di accoglienza, principalmente nel cam-po della sofferenza psichica e dei minori. Nel 1982 en-tra nell'Ufficio vita sociale e lavoro della diocesi in qua-lità di assistente diocesano del Movimento dei lavora-tori di Azione Cattolica. Negli stessi anni diventa vice-presidente del Coordinamento nazionale delle comuni-tà di accoglienza.Nel 1990 è nominato parroco della parrocchia “Resurre-zione” di Sesto San Giovanni. Nel 1993 è nominato dalcardinal Martini direttore della Caritas Ambrosiana.Nel 1998 è nominato direttore della delegazione regio-nale Caritas Lombardia e presidente dell'Agenzia soli-darietà per il lavoro (Agesol) impegnata nel reinseri-mento lavorativo dei detenuti.Nel 2001 è nominato vicepresidente dell’associazioneAgenzia di cittadinanza e presidente del progetto Equal“Sostegno all'imprenditorialità sociale”. Nel 2002, il car-dinal Martini, prima di lasciare Milano, desideroso dicreare un luogo in cui la città esprimesse un'attenzioneparticolare agli ultimi, fonda la Casa della carità e nomi-na presidente di questa Fondazione don Colmegna.Il 31 dicembre 2004 don Colmegna lascia la direzionedella Caritas Ambrosiana per dedicarsi a tempo pie-no alla Fondazione Casa della carità di cui tuttora sioccupa. Nel 2005 diventa presidente del progettoEqual ”Sviluppo territoriale del welfare di responsa-bilità” e nel 2006 presidente del Centro ambrosiano disolidarietà.

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ONA NOVE 16 Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

L’estate è nel suo massimo splendore. Il quartiere vive laquiete dei giorni di agosto. Qualche improvviso tempo-

rale ha smorzato il rischio di un’estate torrida. In questacalma anche le pesone sono disponibili a due parole mentrei bambini giocano ai giardinetti.Quasi tutti i negozi sono chiusi per ferie eccetto quelli de-gli stranieri. Non sono però mancate due allegre serate nelquartiere di via Hermada grazie al Comitato di quartieredella cooperativa Edificatrice di Niguarda. La prima un’an-guriata, la seconda una pizzata che hanno riempito il salo-ne di soci e così il mio quartiere in questa quiete mi infon-de un benessere di pace interiore. Tutto ciò mi porta mag-giormente a delle riflessioni sugli altri, anche perché la vi-ta sono anche gli altri. Gli altri hanno storie che ascolto insilenzio ma che poi sento il bisogno di raccontare ad altrialtri. In quei momenti la mia rubrica “Zona Franca” diven-ta la fonte sincera delle storie.Prima di raccontare la storia di Piero voglio però ringrazia-re il direttore generale dell’Ospedale di Niguarda PasqualeCannatelli. Come volontaria ospedaliera leggo sempre ilgiornale dell’Azienda ospedaliera di Niguarda e mi sonocommossa a leggere ciò che il direttore scrive in risposta al-la lettera di una donna ricoverata a seguito di un aborto in-torno alla nona settimana di gravidanza: “Noi non abbiamoa che fare con pezzi, ingranaggi, macchine che arrivano alnostro banco di lavoro per essere aggiustate, riparate, scar-tate. Noi abbiamo a che fare (qualsiasi ruolo svolgiammo)con ‘persone’ che non sono solo dei corpi... Nel nostro logo siintravedono tre parole: Cura, Sicurezza, Accoglienza...Avere rispetto degli altri, insomma, è innanzitutto non to-gliere loro la dignità”.

Storia di PieroA maggio a Piero fu diagnosticato un tumore al polmone.Dopo un breve perido inizia la chemioterapia ma, nono-stante tutto, è felice perché a fine settembre diventerà non-no. Poi quel fatidico giovedi è il compleanno della moglie

Christian, Gloria ed Eleonora sono partiti. Rimango solo con lamia città calda e deserta in questo giorno d’agosto, ma un po’

più umana. La città che non scappa via veloce allargando il nododella cravatta, che non va in montagna o al mare, ma che rimanelì: è lei a fare una vera vacanza. Si può farle un po’ di compagnia ecapire che non chiede altro: la nuvola di smog si dirada insieme aidecibel del traffico e al tramonto la luce del sole sui palazzi di peri-feria è come una domanda: “È tutto qui?” Si, è tutto qui. Poi, concalma, arriva la sera e poi la notte, che non ti cade addosso all’im-provviso, ma è solo una dolce e graduale eclissi della coscienza.È questo il set del nuovo videoclip degli Snooze, rockband um-bra: questo sonno leggero, questo inconscio metropolitano chela luce surreale dei lampioni pretende miseramente di illumi-nare fino ad arrendersi all’oscurità densa e inquietante di untunnel di periferia. Christian Cerrini è il cantante, Gloria Tan-ci e Eleonora Bianconi le bellissime protagoniste femminili.Erano arrivati appena il giorno prima dopo un viaggio este-nuante, partendo alle cinque di mattina da Città di Castello,in provincia di Perugia.Il titolo della canzone è “Francesca”.Ma è meglio partire dall’inizio,dalla loro storia. Il progetto Snooze nasce nel 2005, quandoChristian incontra Simone (chitarra) e Gabriele (basso), giàaffermati musicisti della zona e decidono di arrangiare i primitesti insieme. Dopo due batteristi arriva il terzo, Matteo, quel-lo definitivo. I primi pezzi prendono forma e arrivano anche iprimi concerti in Umbria e in Toscana. La svolta arriva nel2007 quando in studio registrano il primo album autoprodot-to “I Bambini Superpsichici”, distribuito in download gratuitosu Myspace (www.myspace.com/snoozeband/). I brani piaccio-no e vengono selezionati dal “Corriere dell’Umbria” e dal “Giornaledell’Umbria”come band regionale dell’anno.A luglio 2007 vengonochiamati come ospiti rivelazione all’Eden Rock Festival e dividonoil palco con Tonino Carotone e Shitdisco, l’anno dopo partecipanoancora aprendo agli Zen Circus di Brian Ritchie.Fanno un rock ita-liano melodico ma che sa graffiare,gli Snooze.Canzoni semplici maprecise: sanno esattamente dove andare e lasciano il segno, comele pennellate di chitarra che a volte si alternano e a volte si sovrap-pongono a una voce che in ogni canzone dà tutto,senza risparmiar-si, dai toni morbidi a quelli più rabbiosi.La mia collaborazione con loro nasce dall’incontro con Christian

a cura di Sandra Saita

“Zona Nove”, fonte sincera di notizie e di emozioni

ONA FRANCA

a cura di Sergio Maestri

Gli umbri “Snooze” a Milano per il nuovo videoclipEmiliano Morselli

FIATO ALLE TROMBE

Cristina e con lei va a fare la chemio. Venerdì si alza per fa-re colazione, ma cade per terra. Sta male. Chiamano il 118.Viene subito portato al vicino Niguarda. Gli vengono fattealcune radiografie perché non sta in piedi. Conclusione:“Signora, suo marito non ha niente di rotto. Può riportarloa casa”. Cristina insiste che suo marito sta male. Risposta:“Signora, lei sa che suo marito è un malato terminale. Quinon c’è posto”.

A loro spese chiamano un’ambulanza per ritornare a casa.Abitano in un’appartamento di ringhiera, al terzo piano,senza ascensore. Non fu certo facile per i volontari portar-lo in casa seduto su una sedia, gradino dopo gradino. MaPiero sta veramente male. Cristina chiama di nuovoun’ambulanza. All’ospedale a sentire il racconto di Cristinagli infermieri e i medici del nuovo turno al Pronto soccorsorestano senza parole. Subito cercano d’intervenire, ma do-po due ore Piero muore. Mi si perdoni, ma questa storia do-vevo raccontarla perché ancora oggi ci chiediamo “Perché?”Comunque la vita va avanti. Infatti la giovane nuora diPiero il giorno dopo la morte del suocero dà alla luce il pic-colo Paolo con due mesi di anticipo.

Un grande affetto per VandaSenza dubbio la nostra Vanda Calzetti è la poetessa più“anta” della zona, perché a novembre saranno 95 anni. Lesue poesie sul lago di Garda ci hanno tenuto compagnia fi-no alla scorsa primavera. Da tempo Vanda si era ritirata inuna casa di riposo sul lago per autosufficienti: quante vol-te l’ho vista col pensiero dietro le tendine della sua came-retta a rimirare il lago o il cielo.Ritornava spesso a Milano e ogni volta andavo a farle com-pagnia. Lo scorso anno nuove leggi hanno penalizzato aMilano molte persone e Vanda ha dovuto lasciare la sua ca-sa Aler di Milano che tanto amava. C’ero anch’io quel gior-no quando mise nelle valigie la biancheria e i ricordi più ca-ri. Non l’ho più rivista.Poi è arrivata la notizia terribile, inaspettata. La morte diCesare, il figlio adorato, in Brasile. Le sue ceneri rimango-no lì, con la moglie brasiliana. La mente di Vanda è semprelucida, ma il dolore le provoca un crollo fisico. Così, non es-sendo più autosufficiente, Vanda ha dovuto mettere di nuo-vo le sue cose in valigia e andare in un altro istituto. Vandanon è più in grado di scriverci le sue lettere e le sue poesie,ma “Zona Franca” e tutta la redazione la ricordano sempre,con immutato affetto.

Vanda Calzetti in un disegno di Laura Albani.

Cerrini nell’autunno del 2007, durante i bei mesi passati a Città diCastello,dove studiavo da videomaker.L’idea del videoclip si svilup-pa qualche mese più tardi all’inizio dell’estate 2008, in lunghe tele-fonate a discutere sul soggetto.Poi finalmente si gira:due giorni in-credibili di riprese tra deliri creativi, il tempo che non basta mai, lastanchezza,il caldo e le zanzare che non ti lasciano stare.Ma l’ener-gia era quella giusta, lo sapevamo, e le emozioni che volevamo “fo-tografare” sono venute fuori, alla luce, come il volto del protagoni-sta del video da sotto il tunnel.Le riprese sono state fatte tra Via Wattau a Greco e Via della Spigain centro; tra i muri ricoperti di scritte e murales davanti alLeoncavallo e le vetrine tirate a lucido del triangolo della moda.Due posti molto diversi, contrastanti forse, ma entrambi magica-mente deserti in un lunedì notte d’agosto. Il video è già in rete, clic-catissimo su Youtube; e in attesa del prossimo (ci stiamo già lavo-rando), sempre girato nella periferia nord della città, dò la parola aChristian Cerrini, in questa breve intervista.Di cosa parlano le vostre canzoni?Parlano di stati emotivi esistenziali, di amori malati, di amori vis-

suti e non,una dolce rabbia ci accompagna in ogni arrangiamento.Dove nasce l’ispirazione?Dalla vita vissuta, fotografando gli attimi che determinano l’essen-za dell’esistenza.Quali sono le sensazioni che avete voluto evocare?Il video, come una canzone, è un viaggio, l’abbiamo sviluppato inchiave onirica, senza una via di scampo, senza una meta ma con lacapacità di riuscire a vivere questo trip e uscirne con un qualcosain più. L’ambientazione è scura, claustrofobica, le immagini sonosgranate e surreali. La scelta stilistica rappresenta uno stato di co-scienza alterato, una sorta di ricerca, un viaggio vero e proprio nel-l’inconscio del protagonista.Voi venite dalla provincia umbra, una realtà del tutto di-versa da quella della metropoli milanese. Come mai avetedeciso di girare il video di “Francesca” proprio qui? “Francesca” è una canzone dolce ma allo stesso tempo dura, un po’come Milano, è stato istintivo girarlo nella periferia nord.Milano ha la capacità di affascinare o addirittura “adotta-re” molti artisti provenienti dalla provincia italiana. Cherapporto avete voi con Milano?Milano è sempre stata la capitale della musica in Italia, questoomaggio è d’obbligo per chi fa musica come noi, sperando che ri-cambi presto accogliendoci come artisti. L’amicizia artistica e uma-na nata con te, Emiliano Morselli, videomaker milanese, ha com-pletato il quadro.Le riprese si sono svolte in particolare nella periferia norddella città. Come mai questa scelta?Tu mi hai fatto conoscere la Milano di agosto, deserta e un po’ ad-dormentata, pronta a risvegliarsi come da uno “snooze”. La zonanord è stata la più adatta al progetto, in questa zona ho respirato evissuto il fascino della metropoli italiana.Progetti per il futuro? Avete già in mente altri video?Sì, in questi giorni tu stesso stai lavorando a un secondo video sem-pre ambientato a Milano,credo che questa collaborazione continue-rà e darà buoni frutti.Come vedi la relazione tra musica e immagini?La musica è aria, le immagini sono luce, non aggiungo altro…

Aspetto notizie musicali da tutti voi, cari lettori…scrivetemi a [email protected] Buona musica a tutti! Sergio

Cristina Rozzi e Giovanni Beduschiannunciano il loro matrimonio

Sarà celebrato nella Chiesa Regina PacisViale Buffoli, Cusano Milanino

il 12 settembre alle ore 11Tante felicitazioni della “vostra” redazione

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ONA NOVE 17COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

SCUOLIN ONA/2

a cura di Antonella Loconsolo

Per tutti è il prof.Sacco.Da un quarto di secolo occupa una cattedradi educazione fisica alla media Cassinis. Certo, l’espressione occu-

pare una cattedra nel suo caso è assolutamente fuori luogo. La mate-ria che insegna, già di per sé poco si concilia con lo stare fermi, ma poiSacco è un vero e proprio vulcano. Ecco perché lo abbiamo scelto peraiutarci a capire la scuola media di NiguardaLei è la “memoria storica” della Cassinis. È cambiata in questianni la scuola niguardese?La Cassinis ha conosciuto fasi positive, alternate a periodi di buioassoluto, in cui era considerata una scuola-ghetto. Il suo declinoera stato tale da arrivare ad avere solo tre sezioni. Menomale cheè arrivato un grande preside, Francesco Biondo, che si è dato dafare per risollevare le sorti dell'istituto e ci ha insegnato l’impor-tanza di creare dei progetti che trasformassero il disagio in risor-sa, come nel caso dei ragazzi del Girola e della Casa di redenzio-ne di Villa Clerici e di quelli in situazioni di grave disagio econo-mico e sociale. Un altro periodo negativo fu quando fummo accor-pati alla scuola Verga. Si era creata una sorta di divisione deicompiti: i ragazzi meno problematici alla Verga, quelli “difficili” al-la Cassinis. Poi, finalmente, la nascita dell’istituto comprensivoLocchi, che ci vedeva uniti alle due scuole elementari del quartie-re. Per noi è stata una rinascita. È nato da qui un rapporto di fi-ducia che ha fatto della Cassinis la scuola media di riferimentodel quartiere. Una dirigente come Mariarosa Somaré ha fatto ilresto, creando tra le scuole un clima di collaborazione e di confron-to che ha dato molti buoni frutti. Ora la scuola ha finalmente unadirigente stabile, cui tutti gli insegnanti e, sono certo, anche le fa-miglie, augurano il benvenuto.Utenza difficile quella della Cassinis?No,ora l’utenza è mista ed equilibrata.Ma,mentre quando c’erano ra-gazzi problematici avevamo molti insegnanti che potevano dedicarsi aprogetti particolari,ora gli insegnanti bastano appena per coprire le oredi lezione frontale. Le faccio un esempio: negli anni scorsi riuscivamoad organizzare 2 corsi sportivi per le ore opzionali (4 ore settimanali),quest’anno abbiamo a disposizione una sola ora,e ancora non si è capi-to come faremo a coprire gli orari dell’assistenza in mensa o a garanti-re l’alternativa alla religione cattolica.Eppure i progetti che hanno unatradizione continuano, grazie alla buona volontà degli insegnanti.C’è voglia di sport tra i ragazzi?Lo scorso anno, su 350 alunni, in 120 hanno chiesto di fare sport e distare a scuola di più, pur di fare un’attività fisica.Tra attività opziona-li e corsi di avviamento alla pratica sportiva sono 6 ore settimanali re-tribuite una miseria, che si fanno per offrire la possibilità ai ragazzi dipraticare uno sport.Quali attività si praticano alla Cassinis?Soprattutto pallavolo e baseball.Scelta strana il baseball, non è uno sport molto conosciuto!È uno sport che richiede un impegno intellettivo notevole e pone i ra-gazzi di fronte alla continua necessità di operare scelte ragionate. Unascuola di vita, insomma. Ma inizialmente la scelta nacque per... gioco.Alcuni ragazzi, nel 1986, mi chiesero di insegnare loro il baseball, certidi “prendermi in castagna”. Io ero a digiuno in materia,ma mi buttai acapofitto a studiare.Trovai anche un ex allenatore,Vittorio Baccio, di-sposto ad aiutarmi. Alla finale, al Parco di Monza, l’ignaro Vittorio as-sistette alla partita e fu stupito di vedere che una delle due finaliste erail neonato team della Cassinis!

Preside del Galvani, che fare per combattere il bullismo?

Il prof. Sacco, ovvero la memoria storica della Cassinis

Torna il maestro unico: diremo addio al tempo pieno?

Buon anno (!?) ai bambinidelle materne...

Patrizia Quartieri

Doveva essere il giorno del ritorno a scuola per i bambini dellascuola dell’infanzia comunale,a Milano.Sono 14.000 e tutti sicu-

ri che il 2 settembre avesse inizio il nuovo anno scolastico, così comeera stato comunicato prima della chiusura estiva. Ma il 2 settembre,i cancelli delle scuole materne comunali erano chiusi,anche se le edu-catrici erano presenti. Un laconico cartello diceva: 8 settembre, iniziodelle attività. Quanti hanno potuto organizzarsi per tempo, quantihanno potuto permettersi il lusso di recuperare una baby sitter peruna settimana per diverse ore al giorno, quanti hanno un familiaredisponibile, quanti hanno un datore di lavoro che consente di prolun-gare l’assenza dopo le ferie ancora di una settimana,avvisando all’ul-timo momento? Chi risarcirà il danno?Errore di comunicazione, è stata la giustificazione del sindaco. Per fa-vore non prendiamoci in giro.Se davvero fosse stato un errore si sareb-be stati in tempo per rimediarlo dal momento che le educatrici eranogià al lavoro.E poi una città come Milano aspetta il 24 di agosto per co-municare la data d’inizio di un servizio indispensabile come la scuoladell’infanzia? Questa è mancanza di rispetto verso l’utenza, una sceltaunilaterale che danneggia le famiglie.L’apertura delle materne comu-nali è sempre coincisa con quella dei nidi, e di norma avviene il primolunedì di settembre.Appellarsi quest’anno al calendario regionale pre-visto per le scuole elementari è pretestuoso e fuorviante: la data dell’8settembre poteva essere comunicata fin da giugno.Quando l’assessore afferma che sono arrivate poche proteste ai suoiuffici e quindi la maggioranza della città sta dalla sua parte, fa so-lo un’affermazione arrogante. Ma le forzature alla lunga non paga-no, anzi demotivano, screditano, tolgono fiducia; non a caso oltre uncentinaio di educatrici del Comune quest’anno hanno dato le dimis-sioni e sono migrate verso la scuola statale. Hanno pesato su que-sta scelta il trattamento di questi ultimi tempi: classi troppo nume-rose, scuole senza manutenzione, senza supplenze, senza persona-le ausiliario, per chiudere con l’obbligo di servizio a luglio impostoalla fine di maggio.Infine. Provoca rabbia e tristezza constatare ancora una volta che iparametri di efficienza ed efficacia per un buon funzionamento del-la scuola materna non sono i diritti dei bambini. Prima di essere unservizio la scuola è un luogo educativo e socializzante nel quale av-viare un anno di lavoro e gioco ritrovandosi prima con i “vecchi”compagni e poi gradualmente pronti ad accogliere i nuovi. Invececome pacchetti graziosi i bambini sono stati smistati da amici, col-locati da parenti, depositati presso i nonni, lasciati con la prima ba-by sitter libera (per chi se lo può permettere), abbandonati davan-ti ad una tv, tutto in fretta e furia, qualche accidente e via.

…e buon anno (!?) ai ragazzi dei corsi di recupero

Agiugno erano stati bocciati e così, anziché cedere alla tentazio-ne di mollare tutto, di “disperdersi”, si sono lasciati convincere

a giocarsi un’altra chance, magari portandosi dentro la fatica diuna sconfitta, ma provando di nuovo.Da anni il Comune di Milano organizza corsi annuali diurni e seralidenominati Bienni perché consentono di fare due anni in uno e pre-vedono al termine un esame esterno di idoneità statale necessarioper il reinserimento in un liceo scientifico o in un istituto per ragio-nieri. Sono frequentati, in media, dai ragazzi tra i 15 e i 20 anni quel-li diurni e tra i 25 e i 35, quelli serali. Un target e quindi un approc-cio educativo a seconda dell’età, perché di giorno sono soprattutto“giovani e minori”, di sera sono adulti, a volte con famiglia e comun-que con un’occupazione o un lavoro anche se spesso in nero.L’obiettivo perseguito da questo corso, oltre a dare una preparazio-ne disciplinare, è sempre stato principalmente quello di rimotivarei ragazzi affinché non lascino il mondo della scuola. Una scommes-sa non facile sia per gli insegnanti, sia per i ragazzi che il più dellevolte coprono la loro fragilità con atteggiamenti spavaldi o apaticima capaci di lasciarsi riconquistare quando l’occasione offerta è al-la loro portata. E in questi anni la percentuale dei promossi è sta-ta sempre positiva.Ebbene, a pochissimi giorni dall’inizio dell’anno scolastico l’as-sessore Moioli fa sapere che probabilmente non attiverà le 6classi dei corsi di idoneità diurna. Classi che non hanno il pro-blema di scarsa utenza: gli iscritti sono più di 90 e se non fossestata diffusa questa notizia si potrebbe ipotizzare di oltrepassa-re tranquillamente il centinaio. Infatti i genitori di minori e gio-vani che continuano a presentarsi presso la sede dei corsi periscriversi, negli ultimi giorni si sentono rispediti al mittenteperché i corsi non partiranno. Anche se nessuno nell’ammini-strazione ha messo nero su bianco per sancirne la chiusura,vengono rilasciate, dall’assessore in persona, dichiarazioni allastampa in cui si afferma che i corsi di questo tipo saranno soloserali e solo riservati a studenti lavoratori.E ai 50 che già hanno pagato circa 300 euro di iscrizione nessunosi preoccupa di dare conferme o smentite. Di motivare il perché diquesto atteggiamento.Le famiglie sono disperate: hanno iscritto i figli a maggio e, con-vinte di iniziare i corsi l’8 settembre, apprendono solo alla finedi agosto la probabile non apertura dei corsi diurni. Non sannopiù a chi rivolgersi... non possono permettersi i 6.000 euro dicerte scuole private (Cepu docet); senza contare che oggi, 3 set-tembre, non troverebbero più posto neanche in un normale isti-tuto superiore diurno. Un modo di operare in spregio agli opera-tori, alle famiglie, agli allievi, in spregio ad ogni corretta proce-dura gestionale. In perfetta coerenza con quanto è già avvenutocon i licei serali, con il posticipo dell’apertura delle scuole ma-terne e... aspettiamo la prossima puntata.Fosse anche ipotizzabile il passaggio per tutti al corso serale questova contro a ogni logica di buon senso: ragazzi e ragazze di 15 annicon adulti di 35, ragazzi e ragazze che avrebbero le giornate vuoteanziché impegnate a scuola, e la sera rientri non facili data anchela dislocazione dell’edificio scolastico. Ma queste sono considerazio-ni inutili. Perché il serale sarà riservato solo a chi ha un lavoro.Parola dell’assessore. Gli altri che vadano a lavorare.Ma la lotta alla dispersione scolastica non era uno degli obiettiviprimari dell’assessore che, come ribadisce ad ogni occasione, venen-do dal mondo della scuola, sa bene di cosa si stia parlando?Queste notizie non vanno sulle prime pagine dei giornali, stannonelle pieghe, si consumano in silenzio, ma gridano allo scandalo al-meno tanto quanto lo scempio che sta avvenendo a livello naziona-le in tema di scuola pubblica e diritto allo studio.

Il 4 ottobre alle ore 17, presso la sala Alessi a Palazzo Marino si terrà ilseminario di studio: “Star bene a scuola: qualità di vita per un migliorapprendimento”. Organizzato dai consiglieri comunali Marco Cormioe Patrizia Quartieri, sarà il primo incontro di una serie che offrirà spa-zio di riflessione ed analisi su temi “caldi” della vita nelle scuole, qualil'edilizia scolastica, la medicina scolastica e la refezione.Rivolto a geni-tori, insegnanti e operatori della scuola in genere, il seminario offre lapossibilità di confrontarsi a tutti coloro che amano la scuola pubblica.

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che riportala scuola elementare indietro di quarant’anni: ritorna il maestro

unico e scompare il tempo pieno. Il vero obiettivo del governo, dopoun’estate passata a parlare di grembiulini e voti in condotta, è oraevidente: ridurre la spesa pubblica e aprire al mercato l’istruzione.Le ore settimanali a partire dal 2009 saranno 24,4 ore al giorno per6 giorni oppure meno di 5 per 5 giorni. La mensa sparirà, tanto tut-to terminerà entro le 13 al massimo.E al pomeriggio le scuole per “po-veri” offriranno il vecchio doposcuola, in classi sovraffollate che di-venteranno veri e propri parcheggi. Intanto le private offriranno apagamento percorsi personalizzati di studio assistito. Presto si pa-gherà tutto. Questa è la scuola della Gelmini: imparare a leggere,scrivere e far di conto, se poi vuoi altro basta sborsare denaro. Il tem-po pieno sparirà e con esso l’offerta di una scuola di qualità.

A Milano e provincia più del 90% delle classi sono a tempo pieno:40ore settimanali, 8 al giorno per 5 giorni, mensa compresa. Due inse-gnanti contitolari che lavorano almeno 4 ore alla settimana in com-presenza riuscendo in questo modo a contenere l’insuccesso scolasti-co. Il ritorno al maestro unico dimezzerà l’organico,da 15.000 circa idocenti passeranno a essere 7.500.Bisogna fare al più presto qualcosa, altrimenti sarà troppo tardi.Entro la fine di ottobre il decreto sarà approvato, meglio cominciaresubito a darsi da fare.Anche perché non è finito qui l’assalto distruttivo alla scuola pubbli-ca da parte del governo di destra. Gelmini promette in tre annil’eliminazione di 87 mila cattedre. E Tremonti prevede nellafinanziaria ulteriori e forti tagli per la scuola, dalle elemen-tari all’’Università.

L’approdo alla scuola superiore è un momento difficile per molti ra-gazzi e le loro famiglie. Per capirne di più, abbiamo chiesto aiuto

alla preside dell’Istituto Galvani, la professoressa Anna Grazia Gatta.È da molto che dirige il Galvani?Dal settembre 2007: ho trovato una buona situazione, un corpo docen-te motivato, operatori che hanno a cuore i ragazzi, che mettono in pra-tica tutte le strategie per operare il recupero quando sono in difficoltàe prestano grande attenzione ad evitare gli abbandoni e favorire il suc-cesso scolastico. La nostra è una realtà importante: comprende unIstituto Tecnico Industriale,un Liceo Scientifico-Tecnologico e un LiceoLinguistico, con 750 studenti circa, divisi in 33 classi.Ai nostri ragazziviene data l’opportunità di frequentare stages presso aziende o centriuniversitari. È una scuola che ha collezionato anche diversi successi,nella partecipazione alla gara di matematica,ad esempio.Lo scorso an-no, poi, una terza del Liceo scientifico-tecnologico ha vinto un soggior-no premio partecipando ad un concorso dell’Unione europea.Negli ultimi tempi le scuole appaiono sui giornali solo per ilbullismo. Voi cosa fate per combattere il problema?Innanzitutto bisogna sfatare il mito che il fenomeno sia vasto e gene-ralizzato. Io provengo da un liceo e non ho trovato differenze eclatantinel modo di porsi dei ragazzi. Le personalità “vivaci” ci sono in ogniscuola e ci sono sempre state, anche se magari cambiano le modalitàdi comportamento. Da noi sono individuate e monitorate dagli inse-gnanti.Occorre far loro capire che la stessa attenzione che si sono gua-dagnati commettendo qualcosa al di fuori delle regole, possono averlaanche comportandosi secondo le regole. Noi usiamo il dialogo con i ra-gazzi e con le loro famiglie e questo evita molto spesso che le situazio-ni degenerino. Certo, con questi ragazzi occorre spendere tanto tempo.È importante la collaborazione con i genitori?È fondamentale,per capire i ragazzi e poterli aiutare.Certo deve esser-ci un rapporto di fiducia. Insieme possiamo aiutarli a non avere paura

del domani. Io vedo i ragazzi un po’ delusi e rassegnati, invece è neces-sario tornare a dare loro stimoli e, soprattutto, parlare loro alla pari.Quali sono i dati del successo scolastico?Quest’anno abbiamo avuto il 25% di ragazzi fermati sulle prime clas-si. Una cifra importante, ma pur sempre in calo: infatti l’anno prece-dente ci si era attestati al 30%. I motivi per cui molti studenti trovanoinsormontabili le difficoltà del passaggio dalle medie alle superiori so-no molti: alcuni approdano alle superiori con lacune metodologiche co-sì profonde che neanche i corsi di recupero riescono a colmare. Mancala continuità tra le medie e le superiori e questo crea notevoli proble-mi. Io però, quando parlo con i genitori dei ragazzi bocciati in prima,raccomando sempre di non abbassare mai l’asticella del salto. Occorreevitare la trappola di cercare un corso di studi più facile:è la prima tap-pa di una strada in discesa che spesso dà risultati negativi.Prendiamoi ragazzi che hanno problemi in matematica.La matematica è la pale-stra mentale della logica. Non avrebbe senso evitare loro lo studio diquesta materia.Anzi,dovranno studiarla di più:se sono debole di brac-cia, non ha senso che faccia esercizi per rinforzare le gambe.Però ci vorrebbero più risorse, più insegnanti...Questo è vero, tutto viene ridotto. Certi provvedimenti, salutati comerazionalizzazioni, hanno ricadute negative. Prendiamo il fatto che lecattedre devono avere tutte 18 ore. Prima qualche ora che “avanzava”veniva usata per progetti di recupero.Ora non solo non ci sono più que-sti spezzoni, ma spesso non viene garantita più la continuità didatticae un docente deve cambiare classe per far tornare il conto.Cosa ne pensa delle nuove procedure relative ai debiti?È il primo anno, e quindi dovremo compiere valutazioni ed analisi at-tente ed operare le necessarie correzioni. Ma di una cosa sono certa:non si poteva andare avanti con il vecchio sistema, lasciando che le la-cune si fossilizzassero e offrendo ai ragazzi un’idea poco seria dell'im-pegno che è loro richiesto per andare avanti nella vita.

Siete persino andati a fare judo nella caserma della Polizia diStato.Sì, la Polizia metteva a disposizione strutture e istruttori. Oltre a im-parare i primi rudimenti di una disciplina importante come il judo, glialunni entravano in contatto con le forze dell’ordine, conoscevano il lo-ro ruolo, capivano il lavoro prezioso che svolgono. Lo stesso per il nuo-to: utilizzavamo piscina ed istruttori della Polizia. Peccato che i tagliche hanno colpito anche i bilanci delle forze dell'ordine abbiano inter-rotto questa positiva esperienza.Negli anni come è cambiato il rapporto tra scuola e famiglia?Ci sono stati anni terribili,poi noi tutti abbiamo capito che,con l’ingres-so delle famiglie, si poteva migliorare la scuola. In questo modo i geni-tori hanno imparato che gli insegnanti sono alleati importanti, chepossono lavorare insieme ai genitori per il futuro dei figli.Cosa le dà più soddisfazione nel suo lavoro?I ragazzi, quelli che hanno avuto un percorso scolastico brillante,ma anche quelli che hanno dovuto colmare divari culturali e socia-li. Quelli che abbiamo aiutato a superare gravissime difficoltà, lut-ti, handicap, e che quando ti incontrano si illuminano di gioia salu-tandoti. Quelli che vengono a trovarti il giorno della festa dellascuola, divertendosi un mondo perché fai fatica a riconoscerli conmezzo metro di statura in più.Come deve essere la scuola?Un luogo dove il ragazzo sta bene. Sembra un’ovvietà, ma nonè poi così scontato. Altrimenti sono tre anni di sofferenza, peril ragazzo e per tutti.

Dalla sua straordinaria raccolta di dvd realizzati con le classi, il prof.Sacco mi mostra un bellissimo documento relativo a un lavoro esegui-to sotto la guida dell'insegnante Donata Martegani. Il progetto si chia-mava “Lavori in corso” e partiva da un’inchiesta tra gli alunni per ca-pire come giudicavano la loro scuola dal punto di vista strutturale.Allecritiche segue l’azione e, con l’aiuto di genitori e insegnanti, è cancella-to il grigiore e lo sporco da muri e soffitti, per far sentire ai ragazzi chela scuola è una cosa “loro”, bella, importante.“Sono passati tanti bravi insegnanti dalla Cassinis”, continua il prof.Sacco. “Perché, vede, alle volte capisco che un insegnante possa sentir-si nauseato.Ci chiedono di essere tutto,senza darci i mezzi per formar-ci. Siamo sottopagati e a volte la tentazione di tirare i remi in barca èforte. Ma a scuola si lavora con un bambino che ci osserva e trae con-clusioni dal tuo atteggiamento.Se non c’è coinvolgimento emotivo,nonsi lascia traccia in loro. Perciò se le condizioni sono insopportabili, biso-gna lottare per migliorarle o lasciare e dedicarsi ad un altro lavoro.Quello che non si può è fare è tirare a campare. Perché non abbiamotra le mani scarpe, ma ragazzi. E non si educa con le parole, ma conl’esempio”.

Page 18: Layout 1 (Page 1) · Collaboratori: Laura Albani, Sasha Bani, Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Roberta Coccoli, Augusto Cominazzini, Ivan Crippa, Celestino

ONA NOVE 18 Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

a cura di Laura Brevi

UNIVERSITÀ DELLA BICOCCA

Arrivano i corsidi laurea magistrali

L’Università della Bicocca ha compiu-to un grande sforzo per dare capilla-

re attivazione già dall’anno accademico2008/2009 alle lauree magistrali, che so-stituiranno le lauree specialistiche. Sitratta di una scelta strategica attuata pervenire incontro in breve tempo e nel modomigliore alle esigenze dei giovani.

Tuttavia, l’applicazione del decreto ministeriale 270/2004non si limita all’introduzione delle lauree magistrali, ma ri-guarda l’intera offerta formativa dell’Ateneo.Fra i principa-li vantaggi della riorganizzazione vi è la costruzione di per-corsi di studio più organici con una minore frammentazio-ne degli insegnamenti. In particolare, è tutta l’architetturadidattica, sia triennale che magistrale, ad essere stata otti-mizzata. Molteplici i vantaggi per gli studenti a cominciareda una più ampia possibilità di scelta del corso di laureamagistrale al quale iscriversi al termine del corso di laureatriennale. L’ammissione ai corsi di laurea magistrale, infat-ti, non si basa più esclusivamente e meccanicamente sullaprovenienza, cioè sul curriculum degli insegnamenti svoltinel corso della laurea di primo livello o sui titoli conseguiti,ma tiene conto delle reali competenze personali acquisitedallo studente complessivamente.Ad esempio, uno studen-te che ha una laurea di primo livello in fisica e ha poi con-seguito un master in materie economiche avrà maggioripossibilità di proseguire gli studi in campo economico iscri-vendosi a un corso di laurea magistrale perché le sue com-petenze e la sua preparazione saranno valutate globalmen-te tenendo conto anche del master.Tutte le novità della riforma Vediamo più in dettaglioi cambiamenti e le novità introdotte dalla riforma e i rea-li vantaggi per gli studenti. In primo luogo, vengono cor-rette alcune tendenze negative quali la crescita eccessivadel numero di esami. La laurea di primo livello riforma-ta prevede infatti un numero massimo di 20 esami com-plessivi, mentre per la Laurea Magistrale il limite è fis-sato a 12. La riorganizzazione degli insegnamenti impli-ca quindi un miglior coordinamento dei contenuti dei cor-si, rendendo più agevole il percorso di apprendimento daparte degli studenti, senza per questo diminuire la quali-tà e la completezza dei contenuti.Vengono poi introdotti nuovi obiettivi formativi da realizza-re attraverso strumenti didattici più moderni e più consonial quadro di riferimento europeo: in particolare, grande en-fasi è stata data allo sviluppo delle capacità di comprensio-ne e di applicazione delle conoscenze, dell’autonomia di giu-dizio e di comunicazione, come anche delle capacità di auto-apprendimento, essenziali in un moderno quadro di forma-zione permanente che supera le barriere tradizionali traetà dell’apprendimento e età del lavoro.Si rafforza la multidisciplinarietà dei percorsi di studio. Icorsi sono infatti attivati in due classi di laurea e la sceltadefinitiva da parte dello studente avviene entro il secondoanno per la laurea di primo livello e alla fine del primo an-no per la laurea magistrale.L’offerta formativa 2008/09 Nell’anno accademico2008/2009 l’Università Bicocca attiverà 72 corsi di studio:36 corsi di laurea, 28 corsi di laurea magistrale, 4 corsi dilaurea specialistica, 2 corsi di laurea specialistica a ciclounico, 1 corso di laurea magistrale a ciclo unico, 1 corso dilaurea quadriennale. Fra i corsi di nuova istituzione vi so-no il Corso di Laurea Magistrale in Scienze e gestione deiservizi, interfacoltà di Giurisprudenza, Sociologia eScienze Statistiche. Il Corso, di durata biennale, è rivoltoagli studenti in possesso di una laurea triennale consegui-ta in uno dei seguenti settori: giuridico, sociologico o eco-nomico e statistico.Novità anche per la facoltà di Scienze Statistiche che, dalprossimo anno accademico, attiverà il corso di laurea magi-strale in Scienze Statistiche ed Economiche. Il corso preve-de una formazione avanzata, con forte orientamento stati-stico e quantitativo, nel campo della gestione delle imprese,dell’analisi dei mercati, delle previsioni economiche e dellestime econometriche.La nuova offerta formativa e i nuovi corsi di laurea ma-gistrale saranno presentati in una serie di incontri digruppo. Gli incontri si svolgeranno presso l’EdificioU11, Viale dell’Innovazione 2. Per partecipare è neces-sario iscriversi all'incontro di proprio interesse inviandouna e-mail a [email protected] indicandoil proprio nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico,facoltà di interesse, data scelta.Per maggiori informazioni contattare l’Ufficio Orientamen-to di Ateneo (tel: 02 64486118 - 6056; e-mail: [email protected], [email protected]).

Ricercatori della Bicocca e dell’Università diOxford hanno scoperto che non risiede so-

lo nella mente l’illusione che fa credere alle per-sone che un finto arto di gomma appartenga alproprio corpo. È stata infatti osservata una ri-sposta fisiologica a tale illusione, una scopertache ha importanti conseguenze per disturbiche riguardano il senso di se stessi e la consa-

pevolezza del proprio corpo, quali quelli conseguenti a danno ce-rebrale, schizofrenia, autismo e disturbi alimentari.L'illusione dell’arto di gomma si produce posizionando un artofinto davanti ai soggetti, in una posizione compatibile con quelladel proprio arto. L’arto reale è invece nascosto dietro una barrie-ra. Se la mano reale e quella di gomma sono toccate o accarezza-te nello stesso modo e allo stesso tempo, i soggetti iniziano a coor-dinare quello che i loro occhi vedono (l'arto di gomma che vieneaccarezzato) e quello che la mano sente (la loro mano che vieneaccarezzata).Essi possono quindi percepire uno spostamento del-la posizione in cui ritengono sia la loro mano nella direzione del-la mano artificiale.“Molti soggetti iniziano ad avere la sensazione – dice AlbertoGallace, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia - che l'ar-to di gomma appartenga loro, che sia parte del proprio corpo».Lorimer Moseley e Charles Spence, ricercatori dell'Università diOxford, insieme ad Alberto Gallace e altri collaboratoridell'Università di Leiden, hanno scoperto che questa “aggiunta”dell'arto artificiale comporta una risposta in termini fisiologici. Ilperdere il senso che la propria mano reale sia parte del proprio

corpo (una volta che l'arto di gomma inizia a essere percepito co-me parte integrante di questo) produce un calo di temperaturanella mano reale.Il senso di appartenenza del proprio corpo è un aspetto importan-te della propria autoconsapevolezza, la sensazione che il propriocorpo ci appartenga è sempre presente nella nostra mente.Questo senso di appartenenza può venire meno in un vasto insie-me di disturbi neurologici, psichiatrici e psicologici così come l'in-farto cerebrale, la sindrome da dolore cronico localizzata, l'auti-smo, l'epilessia, la bulimia e l’anoressia. I pazienti affetti da que-sti disturbi possono riportare la sensazione che una certa partedel proprio corpo non gli appartenga più o sia di dimensioni di-verse da quelle effettive.Molti di questi disturbi si associano inol-tre con un calo della temperatura in un lato del corpo o in un sin-golo arto. “Volevamo studiare - dice Lorimer Moseley - se in qual-che modo fosse possibile replicare alcuni di questi fenomeni.Volevamo anche vedere se una manipolazione dell’appartenenzae consapevolezza del proprio corpo potesse riprodurre una rego-lazione deficitaria della temperatura.Questo è esattamente quel-lo che abbiamo osservato”.“Il nostro senso di sé si sviluppa a partire dalla nascita - diceAlberto Gallace - e molto verosimilmente anche prima, durantela gestazione. Questo avviene mediante i segnali (tattili, visivi,chinestetici etc.) che dalle varie parti del corpo raggiungono il cer-vello e lì vengono integrati. I nostri risultati dimostrano che que-sto processo è a doppio senso, cioè la nostra mente può influenza-re quello che succede a livello dei tessuti corporei.La nostra men-te può quindi controllare una specifica parte del nostro corpo”.

Una scoperta scientifica per la curadi schizofrenia, autismo e disturbi alimentari

Le nanotecnologie per sconfiggere l’Alzheimer

Inquinamento da idrocarburi:premi a un progetto di bonifica

L’obiettivo del progetto Bo.S.Co. (Boni-fica siti contaminati tramite compost)

è far nascere un’impresa che si occupi diquesti problemi attraverso l’uso di una tec-nologia di bonifica innovativa nata diret-tamente dalla sperimentazione del Labo-ratorio di microbiologia del dipartimentodi Scienze dell’Ambiente e del Territorio

dell’Università della Bicocca. Gli ideatori sono tre laureatiin Scienze Ambientali, Eleonora Fontanarosa, AlessandroBelfiore e Mario Napoletano che, lo scorso 26 giugno, han-no vinto il 4° premio assoluto della competizione Start CupLombardia 2008 e il premio speciale della Camera diCommercio di Milano per la migliore idea imprenditorialedell’area milanese. I progetti in gara erano 55. Il prossimo27 novembre il progetto parteciperà al Premio Nazionaleper l’Innovazione.L’idea imprenditoriale L’idea sviluppata dai tre laureaticonsiste nell’utilizzo di compost specifico di qualità (risul-tato della decomposizione e dell’umificazione di un misto dimaterie organiche da parte di macro e microrganismi) perapplicazioni di biorisamento di siti contaminati da idrocar-buri. L’idea è stata presentata dalla società di consulenzaambientale Promobeta, di cui è titolare uno dei tre laurea-ti, che l’ha sviluppata affidando al dipartimento di Scienzedell’Ambiente e del Territorio una fase di sperimentazionedi sei mesi in laboratorio, resa possibile grazie al finanzia-mento della sovvenzione globale Ingenio e del Cic.I risultati della sperimentazione Il lavoro in laborato-rio ha dimostrato che l’aggiunta di uno specifico compost inun terreno contaminato da idrocarburi stimola fortementela biodegradazione. Questa tecnica di bio-risanamento uti-lizza microrganismi che degradano gli inquinanti presentinel terreno, quindi pericolosi per le falde acquifere e perl’utilizzo dei suoli per le attività umane, bonificando l’am-biente in modo naturale, veloce e sicuro senza l’impiego diOgm. Il metodo si è dimostrato efficace e di semplice appli-cazione perché non prevede spostamento del suolo contami-nato ma la strutturazione di semplici biocumuli on-site. Ilcompost utilizzato è facilmente reperibile, prodotto in granquantità, economico e formulato specificatamente per l’ap-plicazione in campo.

Cooperazione scientificacon le università irachene

Otto fra docenti, ricercatori e studiosi ira-cheni con settembre sono a Milano per

seguire un corso intensivo organizzato in col-laborazione dall’Università degli Studi diMilano-Bicocca, dall’Università degli Studidi Milano e dal Landau Network-CentroVolta. Un mese di formazione intensiva teo-rico-pratica in microscopia elettronica avan-

zata e relative applicazioni tecnologiche (dalla scienza dei ma-teriali alla biologia) è partito l’8 settembre. L’iniziativa, orga-nizzata dal dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Univer-sità Bicocca e dal dipartimento di Biologia dell’Università diMilano, rappresenta un valido esempio di sinergia scientificae didattica tra le due università milanesi e rientra in un am-pio progetto di cooperazione scientifica internazionale coordi-nato dal Landau Network-Centro Volta di Como e finanziatodal ministero degli Esteri.Il progetto è partito nel 2005 con l’obiettivo di spezzare l’”isola-mento” scientifico che le istituzioni accademiche irachene han-no subito a causa della guerra e favorire i contatti e gli scambiinternazionali preziosi per le attività di studio e ricerca.In que-sto progetto l’Università Bicocca e l’Università di Milano hannoavuto parte attiva sin dall’inizio fornendo strutture e docenti asupporto dell’iniziativa. In particolare, il corso in microscopiaelettronica iniziato l’8 settembre rappresenta una variante ri-spetto a progetti formativi svolti negli anni scorsi. La formula,spiegano gli organizzatori, favorisce una migliore integrazionedei ricercatori nel contesto internazionale in quanto si prevedeche l’attività di formazione sia seguita da un opportuno trasfe-rimento in Iraq, presso gli istituti scientifici di provenienza, del-le competenze acquisite in Italia. Il completamento auspicabiledi questa iniziativa prevede infine un ulteriore e più lungo pe-riodo di formazione e ricerca all’estero degli stessi ricercatori.Gli organizzatori responsabili del corso, il professor MarzialeMilani (del dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Univer-sità Bicocca) e la professoressa Daniela Candia (del dipar-timento di Biologia dell’Università di Milano), coordinanole attività didattiche e scientifiche di docenti altamentequalificati provenienti dalle due università, da centri di ri-cerca e da aziende specializzate del settore come Fei Phi-lips e ST Microelectronics. Collabora all’iniziativa il Con-sorzio Milano Ricerche.

Parte il Progetto NAD (Nanoparticles for the-rapy and diagnosis of Alzheimer Disease),

un progetto di ricerca multidisciplinare che hal’obiettivo di diagnosticare con largo anticipo econtrastare in modo efficace la malattia diAlzheimer. La ricerca, finanziata dal SettimoProgramma Quadro dell’Unione Europea, avràun costo totale di 14,6 milioni di euro, di cui 3,8

milioni per l’Università Bicocca,capofila del progetto.Coordinatorescientifico del progetto è il professor Massimo Masserini, ordinariodi biochimica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Sono tre idipartimenti coinvolti nella ricerca: dipartimento di MedicinaSperimentale,dipartimento di Neuroscienze e Tecnologie Biomedi-che e dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze.Recenti statistiche indicano che nel mondo 24,3 milioni di personesono affette da demenza con 4,6 milioni di nuovi casi all’anno (unnuovo caso ogni 7 secondi). In Europa i casi di demenza sono circa5 milioni, di cui oltre 3 milioni dovuti alla malattia di Alzheimer.Questo valore è comunque destinato ad innalzarsi drasticamente,visto il continuo aumento delle aspettative di vita; nel 2040 è pre-visto che il numero di casi raddoppierà nell’Europa Occidentale etriplicherà nell’Europa dell’Est.Nonostante i numerosi progressi inambito scientifico, che hanno permesso di interpretare le basi mo-lecolari della malattia,ben pochi sono stati i progressi in campo te-rapeutico e diagnostico.

L'obiettivo dello studio, sviluppato nel campo delle nanotecnologie,è quello di realizzare nanoparticelle (NPs) in grado di attraversarela barriera emato-encefalica per raggiungere il cervello, sede prin-cipale della malattia di Alzheimer.Alle nanoparticelle verranno le-gate molecole in grado di riconoscere (diagnosi) e distruggere (tera-pia) le placche amiloidi che si depositano nel cervello in tale malat-tia.L’efficacia delle NPs sarà alla fine verificata su modelli anima-li della malattia (ratti transgenici). Se le aspettative della ricercasaranno attese, si potrà passare alla sperimentazione sull’uomo. Irisultati ottenuti potranno avere un enorme impatto nella diagno-si precoce e nella cura di una malattia ad elevato costo sociale edalta incidenza.Il Progetto La ricerca,che avrà una durata di cinque anni,si svol-ge nell’ambito della Nanomedicina - un settore di ricerca innovati-vo che unisce competenze mediche e tecnologiche - ha lo scopo diprogettare particelle di dimensioni nanometriche (miliardesimo dimetro) con metodi altamente tecnologici per utilizzi scientifici nel-l’ambito della malattia di Alzheimer. Queste nanoparticelle possie-dono numerosi requisiti, che le rendono uniche nell’ambito diagno-stico e terapeutico.Tra le caratteristiche si segnalano alta biocom-patibilità, bassa immunogenicità, assenza di tossicità, biodegrada-bilità, stabilità e facilità di preparazione. Il progetto coinvolge 19partner tra centri di ricerca e piccole e medie imprese provenientida Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Slovacchia, Svezia, Olanda,Ungheria, Finlandia, Grecia, Belgio e Inghilterra.

Il nefrologo Andrea Stellaconfermato preside

della facoltà di Medicina

Andrea Stella, professore ordinario di nefrologia, è stato elettoalla prima votazione preside della facoltà di Medicina e

Chirurgia dell’Università Bicocca.Stella, che ha già guidato la fa-coltà di Medicina dal 2005 (in scadenza il 30 settembre prossimo),resterà in carica per il triennio 2008-2011. Nato a Monza nel1945, il professor Andrea Stella si è laureato in medicina pressol’Università di Milano nel 1970, specializzandosi prima in medi-cina interna e, successivamente, in cardiologia. Dal 1999 è docen-te presso l’Università Bicocca.

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ONA NOVE 19COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

Mercoledì 20 agosto, prime luci dell’alba. A Pechino, sededei XXIX Giochi Olimpici, sono sei ore avanti: è già pie-

na mattina. Le atlete sono in acqua, tutto è pronto per la 10chilometri femminile di nuoto, una gara lunga e faticosa.Roba da gente tosta.Tra queste ragazze (toste sì, ma graziose d’aspetto) c’è ancheMartina. Ne abbiamo parlato nel numero di luglio di “ZonaNove”: è la nipote dell’Attilia, che abita in via Arganini, e lafiglia di Patrizia, nata a Pratocentenaro. Un po’ del nostroquartiere si trova a Pechino, quindi, visto che sulle tribunedello Shunyi Olympic Rowing-Canoeing Park, sede della ga-ra, ci sono anche altri tre niguardesi doc: Massimo, Laura eMelissa, rispettivamente zio, zia e cugina di Martina.Tutto è pronto per la gara, quindi. Televisione sintonizzata suRai Due, una bella tazzona stracolma di caffè in mano perchésono le 4 del mattino e non si sa mai. Dopo i primi giri Martina,che ha il numero 24, è indietro, posizionata tra la quindicesima

e la ventesima posizione. Durante la seconda parte della gara,però, la ragazza recupera, si prende un paio di colpi (involonta-ri, dice la mamma) allo zigomo e al naso e chiude, felicissima,al decimo posto.A soli 9” dal podio e a 13” dalla medaglia d’oro,vinta dalla russa Clarissa Ilchenko. Tutti contenti quindi.“Martina dopo la gara era al settimo cielo - racconta al telefo-no mamma Patrizia, presente in tribuna accanto al maritoPino - e anche per noi genitori è stata una bellissima avventu-ra. Per le strade c’era tanta gente, una bella atmosfera anchese l’impressione è che la Cina sia un paese dove c’è gente riccache convive accanto a tanta gente povera”. Ma è vero che man-giano gli scorpioni? “Sul cibo è meglio lasciar perdere”, chiudePatrizia. “Tutto bello, solo che i cinesi non rispettano le file”,racconta Massimo, lo zio. “E non parlano inglese”. Nessun pro-blema, però: ci sarà modo di parlarlo a Londra, prossima sedeolimpica, nel 2012. Pare che da quelle parti rispettino anche lefile. E sicuramente non mangiano gli scorpioni.

ONA 9 DERBYa cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi

The special “Juan(one)”

a cura di Roberto Braghiroli

SPORTIN ONA

Martina Grimaldi si fa onore a Pechino: a pochi secondi dal podio!

Brividi e vittoria. L’Inter inizia la stagione 2008-2009 comeaveva terminato lo scorso campionato. Dal trionfo tricolore

dell’ultima giornata sotto il diluvio di Parma alla conquista del-la Supercoppa a San Siro, al termine di un match emozionanteconclusosi 8-7 ai rigori. Insomma una vittoria in perfetto stileInter che ad agosto ha voluto subito mettere a dura prova le co-ronarie dei propri tifosi. Matchpoint fallito da Totti che, comeStankovic,decide di calciare il rigore di potenza minacciando co-sì la stabilità della traversa sotto la curva nord. Poi Julio Cesarfa il miracolo su Juan e capitan Zanetti è millimetrico nell’insac-

care all’angolo destro di Doni regalando il quarto successo ne-razzurro nella Supercoppa di Lega.

L’Inter raggiunge così la Juve mentre il Milan rimanein testa con 5 vittorie.Aldilà dell’esito finale deciso ai

calci di rigore crediamo che quella dell’Inter siastata comunque una vittoria meritata. Primo

tempo nerazzurro e secondo con leggeraprevalenza della Roma che ha avuto il

merito di sfruttare le pochissime occasioni avute.Del resto lo sco-re dei tiri in porta parla chiaro: 11 a 3 per l’Inter.È la prima vittoria del nuovo allenatore Jose Mourinho.Non ab-biamo ancora dimenticato i trionfi di Roberto Mancini e soprat-tutto il modo con cui è stato allontanato dall’Inter. Però se c’eraun allenatore che avremmo voluto vedere sulla panchina neraz-zurra dopo il Mancio quello era proprio lui,The Special One.Cosìil tecnico portoghese si autodefinì durante la sua prima conferen-za stampa al Chelsea.Quanto basta per definirlo ad honorem ungrande “bauscia” nerazzurro. Grande tecnico, con Porto e Chel-sea ha vinto 4 scudetti, 1 Coppa dei campioni e 1 Coppa Uefa,dai giocatori pretende puntualità,ordine,impegno,rispetto e spi-rito di sacrificio. Ma è anche lui stesso a dare l’esempio. Dopol’amichevole di Ferragosto a Lisbona, invece di rimanere diretta-mente in Portogallo per passare con la famiglia i 2 giorni di pau-sa previsti prima della ripresa degli allenamenti,Mourinho è vo-lato insieme ai giocatori a Milano e la notte stessa è rientrato dasolo a Lisbona con un volo privato.Chi ha praticato sport di squa-

dra capisce perfettamente che questi episodi possono crearequello spirito di squadra fondamentale per raggiungere i risul-tati prefissi.È anche vero però che per vincere serve una squadra tecnica-mente forte ed equilibrata. Nell’estate dei botti rossoneri conRonaldinho e Sheva (vedremo poi sul campo il loro reale va-lore..) l’Inter, sfumato l’acquisto di Lampard, ha optato perl’ex udinese Muntari, l’ala Mancini e il ritorno a casa diAdriano. Ci auguriamo di sbagliare ma sul recupero del bra-siliano abbiamo forti dubbi. Per questo motivo facendo gliscongiuri e pensando alle incerte condizioni fisiche diIbrahimovic che sarà ancora fondamentale per l’attaccointerista, confidiamo nell’esperienza di Cruz e soprat-tutto nell’esplosione definitiva di Mario Balotelli.Preoccupante invece la situazione della difesache si presenta all’inizio del campionato conCordoba, Samuel, Chivu, Materazzi eBurdisso non ancora disponibili.

Il centenariodella Cooperativadi Pratocentenaro

Il 4 ottobre il via ai festeggiamenti. Con lo sportprotagonista: nel pomeriggio ci sarà un’amichevole

del Niguarda Calcio con la Garibaldina.

Il 14 ottobre 1908 alcuni soci si riuniscono nello studio del nota-io milanese Guasti per dare vita alla Cooperativa Edificatrice di

Pratocentenaro. Nel 2008 quella cooperativa c’è ancora, all’iniziodi quest’anno si è unita con la Sassetti dando vita a C.Ab,Cooperativa di Abitanti Pratocentenaro e Sassetti. Un secolo distoria, ben portato nonostante qualche momento di crisi, va cele-brato nel migliore dei modi. E allora, largo ai festeggiamenti, chesi apriranno sabato 4 ottobre, in mattinata,presso La Casa di Alexdi Via Moncalieri, luogo che ospiterà molti degli eventi in pro-gramma. Non potranno mancare, ad esempio, due “classici” comeil torneo di bocce e quello di scala 40. E poi, visto il legame fortis-simo della Cooperativa Edificatrice di Pratocentenaro con lo sport,ci sarà una partita di calcio amichevole, riservata ai ragazzini del‘96, organizzata presso il centro sportivo Enrico Cucchi di viaArezzo in collaborazione con il Niguarda Calcio. Una curiosità: lasquadra di casa, che affronterà la Garibaldina, indosserà una ma-glia realizzata appositamente per l’evento, celebrativa del cente-nario della Cooperativa.La giornata si concluderà alla Casa di Alex con uno spettacolo tea-trale. I tornei di scala 40 e di bocce proseguiranno anche il giornodopo, domenica 5 ottobre e, in serata, saranno premiati i vincitori.Il weekend terminerà con rinfresco, musica e cabaret. Ma non ètutto. Il sabato successivo, l’11 ottobre, ci sarà la celebrazione uffi-ciale del centenario, con la consegna delle targhe e dei diplomi aisoci benemeriti, mentre domenica 12 ottobre la festa proseguiràcon pranzo, musica e balli. Ovviamente alla Casa di Alex. Tantiauguri, allora, cara Cooperativa. E buon divertimento.

Nelle foto gentilmente concesse da Massimo Chiappa, a sinistra Martina, a destra dei tifosi speciali: i genitori e i parenti.

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ONA NOVE 20 Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

ONA NOEUV

L’angolo di Don Giuseppea cura di Don Giuseppe Buraglio

Cont el coo in di nivôla cura di Augusto Cominazzini

La colonna poeticaa cura dei lettori

AAmmoorree ttoottaalleeAndrea Varini

Non li calpestarenon correre nel tempo

non hai il temponon hai lo spazio

e lo spazio non ha confinie non mete da raggiungere

Tu amaliTu devi restare e andare

senza bisogniTu sei nell’aria e nell’anima

Tu sei l’anima del mondoe con tutte le anime del mondo

devi entrare negli altriper essere gli altri

e tee perché gli altri siano te.

AAssccoollttooSilvia Benna Rolandi

Quante parole ho taciutoquando potevo parlare,quante parole non detteavrei voluto sentire…

Nel silenzio sprofondano i minuti,i giorni, i mesi, gli anni,

come frana nel buioogni mortale forma di vita.

Eppure ancora ascolto nella serafischiare i merli, mormorar le foglie.

Di chi tacque per sempremi parlano i giardini.

AAuuttuunnnnooSilvia Benna Rolandi

Luce odore colorecome in un grumo tengosotto le palpebre sceselieve il fiato d’autunno.

Vedrò il silenzio,odorerò lo spazio,

ma adessorespiro da terra

lieve il fiato d’autunno.

RReessppiirrooSilvia Benna Rolandi

Oggi il cielomi versa dentro luce,

chissà perché.Forse ha visto, spiandotra un raggio e l’altro,

che avevo,nel cervello e nel cuore,

una pozza di niente.Mi duole e corrode

questa pozza malata,questa noia scocciata.Ma se il cielo regalaquesta luce fatata

io l’accetto ed accendoun sorriso e un sospiro.

Respiro.

CC’’eerraa uunnaa vvoollttaaSilvia Benna Rolandi

Sole di seta,festeggia fantasia

l’estate intera.Sole sepolto

nella nube nera,festeggia fantasiaquello che c’era.

C’erano raggi rossie nubi ardenti,

c’erano carni rosa,occhi lucenti.

II nniissssuunnPer dì e dì a scarpinà in del desèrt,per dì e dì sbalottaa sui crest di ônd,vèrs on destin sénza prevision, incèrt,cont in del coeur on scônfort profônd,i oeucc fiss, stralunala per tanta paura,ma oramai lôntan de ona vita impossibil, dura.

Però tanti, sfortunaa, rèsten a metà strada,truffaa da carònti ingôrd e impietôs.Cont el fiaa soffegaa da l’acqua salada,su on barchètt scalcagnaa, rugginôs,finii in fond al mar e ch’el ghe farà de bara,svanisse el sògn a di nessun…per ona mòrt ignòta a tutti, amara.

I alter riven chi contt on barlume de speranza,tègnen strètt el fagottin pien de povertà soffèrta,hinn scappaa via de la famm, de la tracotanza,gh’hann bisògn de l’aiut de ‘na man avèrtaper desmentegà l’ingiustizzia e la prevaricaziônsopportaa in paes con grev contraddiziôn.

Vègnen chi des, vint, trenta razz divèrs,con des, vint, trenta parlad complicaa,ma da dôe riven? De lôntan, de pòst avvèrs,de papes tribolaa, incivil, fòrse devastaae con lôr anca i malarbètt, grand malfidaa,che sann giamò quèll che gh’avaran de fà.

Ona fròtta de gént pilatténta, minciònna, turluru,rampinna, dubbia, spigolôsa, de propòsit smemôrada,tant de savè minga quand e dôe hinn nassuu,de savè truccà nòmm, cognòmm, paes e stradae rèsten chi come di nissun, di scabrôs sconossuu,in d’ona clandestinità che numm accèttom pu.

Però a quaivun vegnarà ‘l rimpiant, la malinconiad’avè lassaa la strada vèggia per scernì on’altra via.

ARIETE 21.3 – 20.4Per molti di voi, che non sono ancora partiti si prospettano viaggi simpatici, arricchiti di qualche imprevisto. Il dialogo conun certo tipo di persone sembra molto costruttivo per voi, vi potrebbe portare a scoprire vostri talenti artistici.

TORO 21.4 – 21.5Sarete circondati da persone che vi vogliono bene e che potranno dimostrarsi ben disponibili a fornirvi il loro aiuto. Il rap-porto di coppia sembra risentire di tensioni esterne, non confondetele con eventuali incomprensioni di carattere.

GEMELLI 22.5 – 21.6Miglioramenti economici all’orizzonte, nuovi contatti di lavoro si riveleranno vantaggiosi. Un’impresa che vi spaventava unpoco, poi si rivelerà un vero successo. In famiglia appoggiatevi a un parente che potrà fare da arbitro.

CANCRO 22.6 – 22.7Prenderete voi l’iniziativa, sia in amore sia sul lavoro, sarà l’atteggiamento vincente. Mete ambiziose potranno essere rea-lizzate tramite l’intervento o di un genitore o di persone altolocate. Se siete stati esposti al sole, fate delle cure appropriate.

LEONE 23.7 – 22.8Nella professione un tocco di estro e fantasia potrebbe aprirvi nuove strade.Persone un po’ opportuniste potrebbero masche-rarsi bene, state attenti a non cascare nella loro rete. Potreste abbinare il piacere della vacanza alle cure termali.

VERGINE 23.8 – 22.9Favorita per molti di voi la vita sentimentale e sessuale, anche alcuni dubbi e perplessità residue sembrano svanire.Giornate dinamiche si prospettano in ambito professionale, rendendovi protagonisti. Un’attività sportiva potrebbe giovarvi.

BILANCIA 23.9 – 22.10Guardatevi intorno quando siete tra i colleghi, qualcuno potrebbe essere anche un sincero confidente e un amico su cui con-tare. In casa potrebbe esserci un po’ di frenesia per alcuni cambiamenti da prendere, ma tutto si risolverà per il meglio.

SCORPIONE 23.10 – 21.11In amore dovreste essere premiati e ricambiati da costanza e fedeltà. Alcuni colpi fortunati potrebbero andare a segno inambito lavorativo, dandovi la possibilità di usufruire di una certa liquidità. Non è il momento di esagerare con lo sport.

SAGITTARIO 22.11 – 21.12Possibile calo perché avete abusato delle vostre energie, un po’ di rilassamento vi rimetterà in forma. I più giovani potran-no vivere storie sentimentali contrastate dai genitori, ma riusciranno a esprimersi e a fare valere le proprie idee.

CAPRICORNO 22.12 – 21.1Potreste contare su una buona dose di energia e di carica vitale, con la quale affrontare meglio le attività quotidiane.Anchel’approfondimento culturale e artistico è favorito, trarrete soddisfazioni e gratificazioni. Conquista amorosa allentante.

ACQUARIO 22.1 – 19.2Viaggetti, svaghi e gente divertente rivitalizzeranno i rapporti di coppia. Qualche rischio potrete correrlo facendo specula-zioni finanziarie ma, tutto sommato è relativo. Avrete l’esigenza di mantenervi in allenamento con un po’ di moto.

PESCI 20.2 – 20.3Molti di voi potranno concretizzare un progetto finanziario vantaggioso. In campo sentimentale l’intesa sarà romantica ecoinvolgente. Qualche colpo di scena potrebbe attendervi, rientrando sul lavoro e lasciarvi letteralmente a bocca aperta.

odiaco di onaa cura di Anna Maria Indino

SSeetttteemmbbrree 22000088

IIll bbuuccoo nneerroo

Gli innamorati, nelle sere limpide, contemplano esta-siati le stelle, intessendo su di esse i paragoni più

belli e anche più strambi. Ma cosa si nasconde dietrociascuna stella? Sicuramente una storia, lunga, interes-sante, forse non molto romantica. Nel corso della sualunga vita una stella arriva a ragguardevoli “picchi divitalità” che però sono destinati a decadere a poco a po-co, man mano che la stella si raffredda, perdendo il suocalore, la sua luminosità.Accade però un fatto interessante: più che morire, lastella si trasforma in qualcos’altro, con caratteristichemolto diverse, ma pur sempre non definibile semplice-mente come un “cadavere di stella”.Il “buco nero” (black hole) è la degenerazione di una stel-la al suo ultimo stadio: più la stella si raffredda, più au-menta la sua forza di attrazione (gravità); più aumentala gravità, più materia viene attirata sulla superficie; piùmateria viene attirata, più densa diventa l’ex-stella.Diventa un “buco nero” perché la sua densità è così gran-de (volume piccolo e peso enorme) e la sua forza di attra-zione così alta che qualsiasi cosa che si trovi a “cadere”su di essa non viene più rilasciata a causa dell’enormeforza di gravità. Cade come in un buco, nero perché per-fino la luce che vi giunge non riesce più ad allontanarsida essa, venendone come inghiottita.Mi piace pensare che anche noi umani potremmo asso-migliare un po’, per alcuni aspetti dell’invecchiamento,a queste stelle che, trasformandosi in buchi neri, diven-tano capaci di attirare a sé, con infinita forza, tutto ciòche sta loro intorno.Mi pare significativo pensare al trascorrere degli annidella nostra vita come ad una progressiva capacità diesercitare un fascino sempre più grande sui ragazzi esui giovani. Non si tratta certo di “farli cadere” su dinoi: il rispetto della loro identità sarà sempre una no-stra preoccupazione.È però bello pensare che la persona che invecchia puòassumere questo ruolo di testimonianza forte, di pre-senza altamente significativa, di attrattiva affascinan-te e irresistibile.L’enorme bagaglio di esperienza accumulata, di vitavissuta, di problemi affrontati, di persone incontrate,non sarà dunque un peso, anzi.

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Una rotonda per l’incrocio tra viale Suzzani e viale BerberaAlessio Seminario

COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA ONA NOVE 21

Giovanni Faregna in CdZ 9

Elena Gualtieri, respon-sabile della Commis-

sione Sanità del Consigliodi Zona 9, ha dato le dimis-sioni dal parlamentino permotivi di lavoro che la con-ducono a vivere fuori Mila-no. La sostituisce come con-sigliere Giovanni Faregna(vedi foto a sinistra).Nato a Barile (Potenza) il10 agosto1955, residente invia Maffi a Niguarda, di

professione dipendente Trenitalia, Giovanni Faregna faparte del coordinamento del circolo del Partito Demo-cratico “Silvio Rigoldi”, ubicato in via Hermada.Nelle elezioni amministrative del 2006 GiovanniFaregna è risultato il primo dei non eletti con 165 prefe-renze nella lista dell’Ulivo.

La Commissione del CdZ 9 “Per la città sostenibile”, presie-duta da Aldo Rossetti, il 14 luglio ha concluso l’esame del-

la riqualificazione dell’incrocio Suzzani/Berbera e, nell’ulti-ma seduta di luglio, il CdZ 9 ha approvato l’operato dellaCommissione. Vediamo nel dettaglio i motivi che stanno allabase di questa proposta e le soluzioni progettuali individua-te, grazie anche alla collaborazione di Francesca Maggioni,architetto residente nella nostra zona.Accogliendo la sollecitazione di molti cittadini della Bicocca,la Commissione ha evidenziato che l’incrocio, oltre a lasciarea desiderare dal punto di vista dell’arredo urbano (in parti-colare uno spartitraffico asfaltato della superficie di oltre 800mq!), presenta anche grossi problemi di sicurezza, dovuti al-l’elevata velocità di percorrenza dei veicoli provenienti daviale Berbe-ra, di fluidità e incanalamento dei flussi viabili-stici. Si è quindi studiata una soluzione capace di migliorarel’arredo urbano, la sicurezza e la fluidità del traffico.L’idea prende spunto da quanto fatto dal Comune di Bressoche, a non più di due km dall’incrocio Suzzani/Berbera, ha ri-qualificato il trafficato snodo di via Clerici/viale Gramsci ri-muovendo l’impianto semaforico, responsabile di incidenti ecode, e sostituendolo con una rotonda (con annessi attraver-samenti ciclopedonali in sicurezza) funzionale e dal piacevo-le impatto estetico. In pratica, quindi, il CdZ 9 chiede alComune di realizzare un progetto simile a quello del Comunedi Bresso. Come si è accennato, la rotatoria permetterebbe diconiugare molteplici necessità:• Aumento della sicurezza: la rotatoria ridurrebbe, comeè dimostrato dalle statistiche, il rischio di incidenti in un in-crocio che attualmente è molto pericoloso sia per gli automo-bilisti sia per i pedoni, tanto che oggi molte auto, provenendoad elevata velocità da viale Berbera, si schiantano sullo spar-titraffico.• La fluidità del traffico: la rotonda permetterebbe di in-canalare meglio i flussi di autoveicoli verso via Bussero e via-le Suzzani direzione Parco Nord.

Aler, sanità ed Expò: i temi caldi dell’attività politica in Regioneintervista di Andrea Bina a Franco Mirabelli (consigliere regionale)

Riparte l’attività politica e istituzionale in Regione.Sul numero diluglio avevamo fatto il punto della situazione Aler con Franco

Mirabelli.Questo mese parliamo con il Consigliere del Pd in Regioneanche di sanità ed Expò.Conclusa la pausa estiva, tornano all’ordine del giorno i pro-blemi pesanti della nostra città. Uno dei più importanti ri-guarda l’edilizia popolare.Facciamo un breve sunto di quan-to esposto nel numero di luglio.La legge sui canoni ha prodotto un aumento consistente degli af-fitti per tante famiglie. L’aumento medio è stato del 40 per centonelle case Aler in cui i nuovi canoni di locazione sono già stati ap-plicati. A fronte degli aumenti che gravano su famiglie già forte-mente penalizzate dall’aumento del costo della vita non ci sonosoluzioni per far fronte ai gravi problemi di degrado e di sicurez-za che si vivono nelle case popolari. Accanto a ciò, l’introduzionedel principio della decadenza con il conseguente allontanamentodelle famiglie del ceto medio dalle case popolari, ha spaventatotante famiglie e rischia di trasformare i quartieri popolari ancoradi più in veri e propri luoghi di emarginazione. Sulla base di que-ste considerazioni e per discutere complessivamente delle politi-che regionali sulla casa, il Pd ha chiesto e ottenuto un consigliostraordinario sulla casa che si è svolto il 25 giugno. In quella se-de, grazie anche alla mobilitazione dei sindaci e dei sindacati sia-mo riusciti ad ottenere l’impegno del consiglio a rivedere i canonie la decadenza. Purtroppo nel frattempo non abbiamo ottenuto lasospensione degli effetti della legge. Un primo risultato però l’ab-biamo già prodotto: a seguito dell’approvazione di un nostro ordi-ne del giorno i soldi che le Aler non dovranno più destinare al pa-gamento dell’Ici, saranno destinati a aumentare il fondo sociale,al funzionamento degli ascensori e all’abbattimento delle barrie-re architettoniche.

Al riavvio dell’attività politica e istituzionale in Regione siparte da questo punto. Cosa intende fare nelle prossime set-timane il Pd? State organizzando qualche iniziativa?Prima di tutto continueremo, forti delle decisioni del Consiglio,ad in-calzare l’assessore perché porti al più presto in aula le modifiche al-la legge e per far si che gli aumenti non vengano applicati daiComuni, prima di tutto quello di Milano, fino a che non sarà modifi-cata la legge. In secondo luogo entro poche settimane vogliamo pre-sentare una proposta di legge sulla casa che modifichi l’attuale siste-ma e, sul modello di altri paesi europei, garantisca ai cittadini cano-ni sostenibili in relazione ai propri redditi e a chi costruisce, pubbli-co, cooperativa o privato che sia, di rientrare in tempi corretti dallespese.Un sistema che risponda ad una domanda di case che non tro-va soluzione per tanti giovani e lavoratori dipendenti e non solo peri redditi più bassi.Ci eravamo lasciati con la promessa di affrontare di petto ilproblema dell’abusivismo,della sicurezza e della qualità abi-tativa.Nel concreto come incalzerete Mario Scotti,AssessoreRegionale alla Casa?Su questo si sta facendo molta propaganda ma pochi fatti. Ricordoche grazie ad un nostro emendamento alla legge oggi i gestori che la-sciano occupare gli alloggi vengono penalizzati economicamente e ciòha prodotto già un maggiore impegno e qualche risultato.Ma non ba-sta. Occorre distinguere tra chi delinque e chi ha bisogno così da po-ter risolvere il problema di chi risiede abusivamente nei quartieri po-polari. È chiaro che chi mette in pericolo la serenità e la sicurezza vamandato via. Serve però uno strumento che consenta di riconosceredavvero il bisogno dove c’è. Per questo abbiamo proposto di istituirecommissioni con le istituzioni ma anche con i comitati di inquilini pervalutare le diverse situazioni e anche questa proposta è stata accol-ta dal Consiglio e al più presto deve diventare legge.

Allarghiamo l’orizzonte alle altre partite politiche che sonosul tavolo per i prossimi mesi. Citiamo quelle che lei ritienepiù importanti e su cui incalzerete la Giunta Formigoni?Al di là della questione casa, che per noi resta una priorità, l’altrapriorità è di intervenire per migliorare il servizio sanitario inLombardia,per evitare il ripetersi di situazioni come quella della cli-nica Santa Rita e garantire servizi di qualità e accessibili per tutti.Serve una correzione forte alla legge perché oggi si premia il nume-ro delle prestazioni e non la qualità: è premiato chi dà tante presta-zioni, anche inutili e non chi spende per garantire cure migliori, conle tecnologie migliori e le migliori condizioni per il paziente. Non sitratta di tornare indietro ma di rendere,non solo doveroso ma ancheconveniente curare le persone sia nel pubblico come nel privato.Expo 2015. Sbaglio o si sta perdendo un sacco di tempo perquestioni di poltrone? Il Sindaco Moratti, il GovernatoreFormigoni e il Presidente del Consiglio Berlusconi sono im-pegnati in una guerra senza esclusione di colpi… Milano ha ottenuto l’assegnazione dell’Expò 2015 grazie al lavoro co-mune di tutte le istituzioni locali e nazionali. Oggi il sindaco diMilano ha rotto quella collaborazione tra le istituzioni ed ha rivendi-cato i pieni poteri nella costruzione di un progetto che riguarda l’in-tera area metropolitana milanese e l’intera Regione Lombardia.Questo ha prodotto uno scontro che ha indebolito tutte le istituzionimilanesi e ha creato le condizioni perchè il governo nazionale la fac-cia da padrone assumendo il controllo della vicenda con una maggio-ranza spropositata in consiglio di amministrazione.Alla faccia del fe-deralismo! Questa è la situazione ad ora e, al di là delle collocazionipolitiche, c’è da essere preoccupati. Per questo fa bene il presidentedella Provincia Filippo Penati ad insistere perché si riapra una rifles-sione comune:perché l’Expò è una opportunità per Milano e per i mi-lanesi che non può essere persa.

Emergenza casa: una proposta di cambiamento da parte del PdMarco Granelli (consigliere comunale)

PALAZZO MARINO

Molto delle spese delle famiglie lombarde è dovuto all’abitazio-ne. L’importo pagato a Milano per il canone di locazione è di

373 euro (288 in Italia), mentre il 13,1% delle famiglie lombardepaga un mutuo per l’abitazione pari nel 2003 a 437 euro mensili(404 in Italia). L’80% delle famiglie lombarde vive in casa di pro-prietà, il doppio che in Europa. L’edilizia sociale, pari a circa il 4%,è insignificante rispetto al bisogno a causa di una sostanziale in-terruzione delle politiche di edilizia pubblica e dall’assenza di unadeguato turn over degli inquilini. Questa situazione comportauna serie di problemi, collegati al fatto che l’acquisto della casa èpossibile solo in presenza di redditi adeguati e stabili, nonché ditenuta del nucleo familiare. Per tutti gli altri casi, data la difficol-tà di accedere all’edilizia sociale, l’unica strada percorribile rima-ne quella dell’affitto, a condizioni di prezzo inaccessibili. Se talesituazione riguarda oggi solo una quota minoritaria delle fami-glie lombarde, lo scenario potrebbe in futuro risultare molto di-verso. A questo si aggiunge il degrado dei quartieri popolaridell’Aler, spesso abbandonati a se stessi, senza manutenzione,senza nessun contrasto alle occupazioni abusive che dilagano so-stenute da potenti organizzazioni malavitose che minacciano gliinquilini onesti, che così sono doppiamente penalizzati: pagano

anche per gli altri e sono minacciati e costretti a vivere chiusi nelproprio appartamento.A Milano serve una vera politica per la casa. I consiglieri comuna-li del Pd hanno presentato con l’intervento della consiglieraCarmela Rozza la loro proposta in un recente convegno a PalazzoMarino. Si tratta di potenziare la casa in affitto accessibile a chi habisogno, superando però il concetto di vecchia casa popolare dovenon c’è promozione di miglioramento e ricambio, e dove c’è concen-trazione in quartieri degradati, divenendo così largamente insuffi-ciente e pericolosa. Meglio molti alloggi in affitto a prezzi congrui(per chi affitta e chi abita) realizzati dai privati e dalla cooperazio-ne insieme alle altre case, dove lo Stato e il Comune intervenganoper pagare la differenza per chi ha redditi bassi o situazioni di dif-ficoltà, in un patto sociale cui partecipano operatori sociali affinché,migliorando le condizioni, diminuisca la dipendenza dall’assisten-za e le famiglie diventino autosufficienti.Andrebbero ampliate e rafforzate alcune esperienze di collaborazio-ne tra cooperazione sociale,servizi di prossimità,cooperazione di abi-tazione, soprattutto a partire dalle esperienze di proprietà indivisa,ed anche cooperazione di consumo. In questo modo l’offerta di abita-zioni a basso costo è unita a servizi sociali domiciliari (pasti,assisten-

za sociosanitaria,piccola manutenzione), servizi di prossimità (spesae relazione), iniziative di contenimento dei costi dei beni alimentari,servizi di patronato e mediazione con presidi sociali e di accesso aiservizi all’interno dei quartieri.Interessante anche il progetto proposto da Boeri alla triennale.I mu-nicipi dell’abitare: una rete di cascine riutilizzate per forme di abita-re sociale dalla comunità alloggio, ai miniappartamenti ai pensiona-ti.Un modo finalmente per utilizzare un patrimonio abbandonato di16 vecchie cascine collocate nella periferia della città di proprietà co-munale. I costi: la ristrutturazione del privato di alcune porterà le ri-sorse necessarie per quelle che resteranno pubbliche, oltre all’impe-gno del Comune e del pubblico che oggi deve dare una risposta al bi-sogno di abitare sociale di frontiera se vuole combattere l’esclusionesociale, come insegnano le risposte innovative di molto volontariato.Sono tutte proposte presentate e sostenute dal Pd che però in questacittà rimangono inattuate o ai margini perché il Sindaco intende oc-cuparsi solo degli affari dell’Expò, litigando con Formigoni, Maroni eDe Corato, rimpallandosi le responsabilità per dove collocare la mo-schea di viale Jenner, suscitando sempre più sentimenti di rifiuto edi sfiducia e rischiando di individuare sempre le periferie (vedi exPaolo Pini) come luogo dove scaricare i problemi.

CONSIGLIO DI ZONA 9

FILO DIRETTO CON…

PIRELLONE

• La riqualificazione del territorio: la rotatoria permet-terebbe la riqualificazione dell’arredo urbano dell’incrocio epotrebbe essere inserita nel più ampio progetto di riqualifi-cazione del territorio. In particolare permetterebbe di accre-scere la sicurezza della prevista pista ciclabile che colleghe-rà la passerella a scavalco dei viali Sarca e Testi al ParcoNord, transitando per viale Berbera. Inoltre tale rotatoriaconsentirebbe l’inserimento anche di un’ulteriore pista cicla-bile da realizzare in viale Suzzani in direzione dell’ingressoal Parco Nord, come suggerito da moltissimi cittadini chehanno fatto pervenire al CdZ 9 uno studio di massima sul-l’argomento.

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ONA NOVE 22 Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

Verso un riconoscimento della convivenza “more uxorio”Dimitri Barbera

Per una sentenza della Suprema Corte di Cassazione - n.109/2006del 5/1/2006 - la vita delle coppie di fatto deve essere equiparata

a quella delle sposate in virtù della significativa evoluzione sociale.Nello specifico, decidendo in relazione all’ammissione al patrociniodello Stato di una coppia convivente, la Corte ha stabilito che il rap-porto di convivenza non debba essere ritenuto interrotto neanchedallo stato detentivo di uno dei due, in considerazione della “signifi-cativa evoluzione sociale, normativa e giurisprudenziale registratasinegli ultimi tempi”, finalizzata a dare rilievo sociale e giuridico allaconvivenza more uxorio (uomo e donna che, pur non sposati, convi-vono). Il Collegio ha,di fatto, ribadito un orientamento formatosi sot-to la vigenza della l. 219/90, come sostituita dalla l.134/2001, che ri-chiedeva per la determinazione dei limiti di reddito ai fini dell’am-missione al patrocinio dello Stato, la somma dei redditi facenti capoall’interessato e agli altri familiari conviventi, compreso il conviven-

te more uxorio:normativa,quindi, in cui si equiparava la convivenzaconiugale a quella more uxorio.Sostanzialmente si attribuisce un ri-lievo giuridico alla relazione interpersonale che si caratterizzi pertendenziale stabilità, natura affettiva e parafamiliare, e che si espli-chi in una comunanza di vita e di interessi e nella reciproca assisten-za morale e materiale: infatti, sin dal 1993, la Corte aveva affermatoche la convivenza more uxorio tra persone in stato libero non costi-tuisce causa di illiceità e quindi di nullità di eventuali contratti attri-butivi di diritti patrimoniali “in quanto tale convivenza ancorché nondisciplinata dalla legge, non contrasta né con le norme imperative,non esistendo norme che la vietino,né con l’ordine pubblico,né con ilbuon costume inteso come il complesso di principi etici costituenti lamorale sociale di un determinato momento storico”. Tuttavia, è ne-cessario non perdere di vista i principi fondamentali del nostroOrdinamento,in particolare l’art.29 Cost,che attribuisce alla famiglia

legittimamente costituita una particolare tutela - “la famiglia è unasocietà naturale fondata sul matrimonio” - comportando l’esclusionedi una applicazione in via analogica delle norme dettate in materia difamiglia legittima a quella non fondata sul matrimonio. Quindi, se èvero che a livello di legislazione ordinaria e speciale sono stati attri-buiti effetti giuridici alla convivenza more uxorio (ma sempre in alcu-ni ambiti circoscritti),non sussiste tuttavia una regolamentazione or-dinaria generale né speciale applicabile a tale fattispecie.

Scadenze per le dichiarazioniLorenzo Gomiero

Vista l’importanza della scadenza riportiamouno stralcio dell’articolo pubblicato già nel

mese di luglio.I contribuenti che non hanno presentato la di-chiarazione cartacea, per scelta o per divieto, de-vono effettuare la presentazione in modo telema-tico tramite invio diretto o intermediario abilita-to. La scadenza è il 30/09/2008 e ci si potrà rivol-gere a uno qualsiasi dei circa 400 uffici delleEntrate distribuiti sul territorio,per ricevere gra-tuitamente assistenza qualificata per la compila-zione e la trasmissione telematica dei modelli.Anche coloro che hanno compilato da sé la dichia-razione al fine del calcolo delle imposte e vorran-

no far trasmettere Unico 2008 all’agenzia del-le entrate dovranno portare, unitamente alladichiarazione, anche i documenti comprovantiredditi, ritenute subite, spese detraibili e onerideducibili.Tutte le informazioni relative al modelli Unico2008,che,ricordiamo,può anche essere compila-to e spedito online attraverso l'applicazioneUnicoWeb sono disponibili sul sito Internetwww.agenziaentrate.gov.it, dove è presente lamodulistica e la relativa normativa. Informa-zioni specifiche possono essere inoltre richiesteal numero 848.800.444 o tramite e-mail selezio-nando dall’area “contatti” la voce “web mail”.

È il momento giusto per investire sui mercati azionari?Ciro di Giorgio

INVESTIMENTI FINANZIARI

Gentili lettori, quante volte vi siete posti la domanda del titolo?Quante volte ve lo chiederete ancora? Chi vi può dare la risposta

giusta? L’amico che “la sa lunga”, l’impiegato al borsino, il direttore dibanca, il giornalista o il professore esperto di economia? Cari amici,la risposta non è semplice e oltretutto non è la stessa risposta per tut-ti. Cerchiamo, tanto per cominciare, di fare un po’ d’ordine ricordan-do a noi stessi il significato di investimento.Quando si effettua un’in-vestimento vengono impegnate le disponibilità liquide del nostro pa-trimonio con l’obiettivo di conseguire, in contropartita,dei benefici fu-turi.Quindi le nostre risorse possono essere impiegate in funzione diun’obiettivo personale o familiare: l’acquisto di una casa o un’auto, lacreazione di una pensione integrativa,un lascito per i propri figli.Pereffettuare correttamente un investimento è pertanto necessario de-cidere per quanto tempo intendiamo impiegare le nostre risorse infunzione dell’obiettivo e quali rischi siamo disposti a tollerare.Perché questa lunga premessa per parlare di mercati azionari? Per

evitare delusioni e spiacevoli sorprese, ma anche per avere un ap-proccio maturo a quanto offre il mercato senza farsi prendere dal-l’emotività.Quindi,se avete da parte una somma che vi potrebbe ser-vire fra pochi mesi o fra un anno dovete stare lontani dalle azioni edai prodotti di risparmio gestito (fondi d’investimento, sicav, obbliga-zioni strutturate) che investono sui mercati azionari. Se però aveteun’orizzonte temporale più lungo,non inferiore ai cinque/sei anni,po-tete avvicinarvi ai mercati azionari con la consapevolezza di poter ot-tenere ritorni superiori rispetto ai titoli di Stato.Tuttavia molti di noihanno subito delle perdite per aver investito nei titoli sbagliati, neiprodotti sbagliati o nei prodotti giusti nel momento sbagliato.Quello che leggiamo sui giornali e vediamo in televisione non ci dàuna mano, perché spesso stampa e tv danno grande risalto alle fasinegative, contribuendo a creare ansia e panico, così come enfatizza-no eccessivamente le fasi di crescita,alimentando aspettative ed illu-sioni. Qualcuno ricorda i tempi della “new economy” del 1999/2000,

quando alcuni titoli guadagnavano oltre il 10% alla settimana? E ilpanico dopo l’attentato delle Torri Gemelle? Tutti (o quasi) a vende-re in perdita,salvo poi scoprire che dalla primavera 2003 alla prima-vera 2007 le quotazioni sono schizzate all’insù,con performance stel-lari soprattutto in India, Cina e dintorni. Ma torniamo alla doman-da d’apertura. Come individuare il momento giusto per entrare? Oforse è meglio stare alla finestra? E per quanto tempo? Non illudete-vi! Anche gli esperti più prestigiosi fanno delle previsioni, ma nonpossono dare certezze. Nel prossimo numero forse non troveremo ilmomento giusto, ma ci sforzeremo di trovare un metodo giusto uti-lizzando l’ingrediente principale: il buon senso.

PARERI LEGALI

FILO DIRETTO CON…

Dimitri Barbera - Avvocato del Foro di Milano - Via G. Arganini,24 - Studio Legale e Tributario in Milano, Via Soperga n° 4, tel.0266714559, fax 02700418300, [email protected] <mailto:[email protected]>

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Le età di interesse geriatricoDott. Leopoldo Mastrangelo

SALUTE/1

Ènecessario dare una definizione dell’anziano ein genere delle età che interessano la geria-

tria. Dopo l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta siparla di maturità, che corrisponde in effetti all’etàdel primo invecchiamento.• Età di mezzo Questa età va dai 45 ai 60 annicirca e viene indicata anche con il termine di etàpresenile o del primo invecchiamento o età critica,secondo la definizione di Enrico Greppi. In questaetà si riscontrano infatti i primi segni dell’invec-chiamento,che rappresentano spesso una tenden-za o predisposizione all’insorgenza delle varie ma-lattie,e che richiedono quindi interventi di tipo so-prattutto preventivo. Il termine di età di mezzo èsicuramente più gradito alle persone interessaterispetto agli altri sinonimi.È già in questa età chesono particolarmente importanti gli stili di vita.“Qui bene vivit bene senescit” (Sant’Agostino).• Senescenza graduale Questa età va dai 60 ai70 anni circa ed è caratterizzata dall’insorgenza diprocessi morbosi conclamati, che sono tipici del-l’età avanzata e richiedono l’applicazione di oppor-tune misure diagnostiche e terapeutiche.• Senescenza conclamata o vecchiaia In que-sta età, che inizia intorno ai 70 anni, ci si trova di

fronte al vecchio o all’anziano in senso stretto consempre maggiore rilevanza dei problemi assisten-ziali a livello medico, sociale e soprattutto riabili-tativo, a causa degli stati di invalidità provocatidalle malattie e dalla loro cronicizzazione.• Grandi vecchi o longevi È consuetudine de-finire così gli anziani oltre i 90 anni, anche in rap-porto ad alcune caratteristiche fisiopatologiche ge-nerali di questa età.L’età di mezzo è importante anche sessualmente.La ricerca sulla menopausa ha contribuito a chia-rire il ruolo chiave degli steroidi gonadici sul be-nessere psico-fisico femminile. Gli estrogeni “sen-tinelle” della salute della donna garantisconoquell’equilibrio psiconeuroendocrino indispensa-bile non solo alla funzione riproduttiva.La cadutadegli steroidi gonadici provoca non solo l’impossi-bilita di procreare,ma si accompagna al deteriora-mento biologico femminile. L’andropausa maschi-le corrisponde alla menopausa. Il livello ematicodi testosterone circolante si riduce progressiva-mente con l’invecchiamento. L’andropausa è allo-ra un evento clinico ben preciso identificato dauna ridotta secrezione di testosterone al di sottodei valori di normalità tipici dei soggetti giovani.

Bambini, ecco il menù per la scuolaLuigi Luce

SALUTE/2

Per oltre sette milioni di bambini, dai piùpiccoli dei nidi e delle materne ai ragaz-

zi delle medie, è tempo di tornare a scuola equesto, spesso, si trasforma in un eventotraumatico. Bambini e ragazzi fanno faticaa riprendere i consueti ritmi di vita. Eccoperché, per aiutarli ad affrontare megliol’inizio dell'anno scolastico, gli esperti con-sigliano di prepararli correttamente conun’attenzione particolare all’alimentazionee al movimento.Ma quale alimentazione è più idonea ad as-sicurare i giusti apporti nutrizionali peraiutare gli alunni ad affrontare le lungheore di lezione? Per esempio, è meglio punta-re più sulla prima colazione o sul pranzo? Econ quali ingredienti? Come trovare, poi, unequilibrio tra la necessità di crescita dibambini e ragazzi e l’aumento del rischio diobesità delle nuove generazioni sempre piùsedentarie? “Le attività quotidiane impongono ritmi enecessità nutrizionali differenti nelle varieetà, in relazione a tipo, intensità e duratadelle attività stesse. Per l’organismo in cre-scita l’assunzione di cibo dovrebbe essereidealmente suddivisa in 5 pasti al giorno(cioè con un intervallo di 3 ore circa l’unodall’altro): colazione, pranzo, cena e due‘merende’ a metà mattina e metà pomerig-gio”, spiega Claudio Maffeis, professore as-sociato di Pediatria dell’Università diVerona. “Questa scelta garantisce adeguatiapporti nelle ore diurne, in cui vi è il massi-mo consumo di energia e nutrienti e di limi-tare possibili squilibri nel rapportofame/sazietà che favoriscono la deposizionedi grasso in eccesso. L’equilibrio del rappor-to fame/sazietà è favorito dalla pratica re-golare di attività fisica, sempre più carentenei bambini cui la tv toglie molto tempo algioco all’aperto e all’attività sportiva. Inogni caso, ridurre il numero dei pasti è sba-gliato, porta a mangiare di più e a deposita-re più grasso. Colazione e pranzo, insiemealla merenda del mattino, dovrebbero copri-re il 60% dei fabbisogni di energia e nu-trienti della giornata. Merenda del pome-riggio e cena il restante 40%. Pertanto nel-la prima parte della giornata si dovrebbemangiare di più che nella seconda parte: disolito accade proprio il contrario. In genere,un’alimentazione varia (latte e latticini, ce-reali, pesce, uova, poca carne) con abbon-dante assunzione di vegetali (frutta, verdu-ra, legumi) consente di soddisfare tutti i bi-sogni energetici e nutritivi. Attenzione però

a non considerare gli alimenti solo qualefonte di energia. I bambini italiani sono me-diamente “ipernutriti” in termini di calorie,tanto che l’obesità è molto comune sin dal-l’età prescolare, ma possono presentare ca-renze in nutrienti (ad esempio minerali, fi-bra e oligoelementi) che a lungo andarecontribuiscono ad influenzare lo stato di sa-lute, aumentando il rischio di sviluppare al-cune malattie (anemia, stipsi, osteoporosi,aterosclerosi). È quindi necessario abituar-si a considerare i nutrienti contenuti nel ci-bo per poterne ottimizzare l’assunzione”.Insieme a frutta, verdura, latte e yogurt, unutile alleato per la corretta nutrizione deiragazzi è il concentrato di pomodoro, riccodi licopene, potassio, fosforo e calcio: un ve-ro e proprio concentrato di “nutrienti”. “Ilconcentrato di pomodoro”, spiega Maffeis,“contiene in media da 4 a 8 volte (per unitàdi peso) più nutrienti (calcio, ferro, potassio,fosforo, licopene, alcune vitamine), del po-modoro fresco ed è pratico da utilizzare. Ilpomodoro inoltre è ricco di licopene, il caro-tenoide più presente nel plasma umano. Lacottura del pomodoro (concentrato) e l’ag-giunta di olio ne aumentano l’assorbimeno.Ha elevate capacità antiossidanti, risultan-do un efficiente “eliminatore” di radicali li-beri, tossici per le cellule. Previene l’ossida-zione delle lipoproteine, riducendone l’ate-rogenicità, ovvero il rischio di insorgenza diarteriosclerosi. Si consiglia quindi l’assun-zione di un’adeguata quantità di licopenenell’età evolutiva (fino a circa 1,3 mg/kg/dietra i 4 ed i 9 anni)”.Sono molteplici le occasioni di consumo delconcentrato di pomodoro, in abbinamentoagli altri alimenti simbolo della tradizioneitaliana a tavola, quali pasta, olio d’oliva,parmigiano e verdure di stagione.“Il concentrato di pomodoro”, continua ilProfessor Maffeis”, è ideale ai pasti princi-pali. Il suo contenuto in nutrienti (minera-li, vitamine, licopene) può contribuire acompletare il profilo nutrizionale del pastoa tutte le età. L’uso del concentrato per con-dire pasta o riso, magari insieme a verdureed aromi, al posto di carne o salse a base diformaggi, panna, ecc. offre due importantiopportunità: limita l’apporto di grassi so-prattutto saturi dannosi per il sistema car-diovascolare; contiene l’apporto calorico.Anche a merenda, ad esempio, insieme apane e olio può costituire un’alternativa sa-na e nutriente, rispetto a merende più ric-che di grassi e calorie.”

Dott. Leopoldo Mastrangelo - Medico Chirurgo - Specialista in Geratria e Gerontologia Studio:v.le F. Testi 1 tel. 02.6072148 cell. 3355962148 - e mail: [email protected]

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GIRA E RIGIRASIAM SEMPRE LÌ

Gira e rigira siamo arrivati aciò che volevano fare trent’an-ni fa. Il Pd (Partito democrati-co) è il compromesso storicoche volevano Enrico Berlin-guer e Aldo Moro, a suo tem-po non riuscito. Il Pdl (Par-tito delle libertà) col suo go-verno più la Lega nord, è ilgoverno della P2 che volevaGelli per cambiare a suo mo-do il paese, a suo tempo nonriuscito. Speriamo di sve-gliarci come allora.P.S. Un mio amico stranieroche sono andato a prenderealla stazione centrale, appenasceso dal treno, alla vista deimilitari nel piazzale mi hachiesto: ma sono giunto inItalia o nel Cile di Pinochetanni 70?Ardore (agosto)

INTERROGATIVOFOTOVOLTAICO

Nel lontano 1993 ho collabo-rato al progetto di qualificaspaziale (sonda recuperabileEureca) di celle fotovoltaicheall'arseniuro di gallio (menocostose ma meno efficienti diquelle al silicio cristallino), e“a concentrazione” (ad alta ef-ficienza, ma di difficile punta-mento). Ho trovato quindi in-teressante l'articolo a pag 17di “Zona Nove” di luglio, nelquale però non ho potuto tro-vare i dati sulla potenza di unmetro quadro del nuovo pan-nello Cigs e quelli relativi allasua “vita utile” (in condizioniatmosferiche e con manuten-zioni “normali”). Il fatto chepermettano spessori moltominori delle celle al silicionon è significativo se non peril minor consumo di “materiaprima” (selenio, rame e gallio,né abbondanti, né economici).L'unico dato “energetico” for-nito per il primo impiantosperimentale (2-4 MW/anno)è del tutto incomprensibile enecessita di una rettifica, nonesistendo l’unità di misura“MW/anno” in nessun labora-torio al mondo! È possibile ot-tenere queste informazionidai tecnici dell’UniversitàBicocca?Giusto Buroni (agosto)

IL PRIMO GIORNODI SCUOLA

Se ci penso, lo ricordo ancora,il primo giorno di scuola, congrembiulino nero, collettobianco, fiocco rosa. Quel gior-no mi tenevano per mano, lamia mamma, il timore, lapaura, e il cuore batteva a di-smisura. Sorridente, ci aspet-tava l’insegnante, con una de-liziosa scatola di latta, colmadi canditi e caramelle. Vivace,dinamica, accogliente, anchese tra noi c’erano i figli deisuoi primi allievi. Con nostal-gia all’uscita, l’accompagna-vamo con lo sguardo e, conimpazienza si ritornava ascuola, per condividere congioia l’esperienza del conosce-re, di metterci alla prova, con-frontarci su ogni cosa, una fu-cina. Fare squadra, stare be-ne insieme, nel cammino del-l’apprendere, del sapere. Co-me un gioco! Ogni giorno cen’era uno nuovo. Tutti erava-

mo bravi, non poteva esserealtrimenti. Potevamo espri-mere i nostri talenti.Gigliola Mazzali (agosto)

CASE ALERDA COMPRARE?

Innanzitutto un ringrazia-mento a “Zona Nove” che hadedicato spazio ai residentidelle case gestite dal’Aler.Vorrei poter fare qualche con-

Comune, dell’Aler, dei quoti-diani, di chi volete voi per farsentire la vostra voce. Quelloche posso fare io è rimanere adisposizione per chiunque ab-bia bisogno di fare ricerca(nominativi, indirizzi, organi-grammi, normative) e forniretutto l’appoggio possibile achi magari non è in possessodi un collegamento internet odi altri sistemi veloci di repe-

necessità. Oppure si cambiuna volta per tutte il nomedella Nuova Bicocca, la solache sembra interessare ancheal Comune di Milano: Gre-gotti City oppure Pirelli REResort. Con quella vecchia,terra di nessuno, ce la sbri-gheremo noi vecchi! Giusto Buroni (luglio)• Bene, Buroni! Non farsi maisotterrare prima di esseremorti (anche se ho l’impres-sione che dureranno di più lecase del Borgo Pirelli e quelledegli anni 50 delle costruzioniin sabbioso cemento dell’uni-versità e dell’esplanade). Perquanto riguarda i nomi per-ché non chiamare, come fac-ciamo noi sul gornale, Bicoccala Bicocca e Nuova Bicocca lanuova Bicocca? LA

IL SEMAFOROREGNO ITALICO/BERBERADa oltre un mese all’incrociotra via del Regno Italico e via-le Berbera, è stato tolto (sì,proprio tolto) il semaforo chepermetteva una sicura svoltaa sinistra, verso Bruzzano.Certo si può passare comun-que perché è rimasto un lassodi tempo di pochi secondi traquando scatta il rosso per chiviene da Bresso a quandoscatta il verde per chi vieneda Bruzzano, direzione Bres-so. La mancanza del semafo-ro, però, genera insicurezzanegli automobilisti ancheperché si capisce che non sipuò più passare solo quandopartono le auto che giranoverso Bresso. Sarebbe inte-ressante sapere - dai vigiliurbani o dal Consiglio di Zo-na - il motivo di questa inop-portuna modifica.A. Cacialli (agosto)

ELOGI E CRITICHEAL CTO

Condivido gli elogi genera-lizzati al personale medico eparamedico del reparto diCardiologia del Cto, che iostesso avevo anticipato, e“Zona Nove” aveva pubblica-to, addirittura all’inizio del2007! (il mio invito a espor-re la lettera in Reparto nonè stato tuttavia raccolto...).Mi sono però permesso neimesi seguenti di rivolgerequalche critica all’organiz-zazione (o meglio al “con-trollo di qualità”), quali: lamanutenzione e la gestionedelle cartelle cliniche permezzo di opportuno softwa-re di controllo incrociato (ri-ducendo al minimo gli inter-venti manuali), che tengacollegamenti rigorosi da vi-sita a visita e da ospedale aospedale, l’accuratezza dellevisite di controllo e dei datiriportati in cartella, la pos-sibilità di effettuare cicli diriabilitazione nei tempi do-vuti (che passano allegra-mente dai sei mesi prescrit-ti a un anno effettivo), il do-saggio più preciso delle tera-pie, al variare delle stagioni,ma anche delle condizionidel paziente, che quindi ri-chiede controlli (parziali)più frequenti degli attuali.Nessuna delle critiche, delresto costruttive e utili aospedale e paziente, è stata

accettata dal Primario delReparto come valida, nono-stante le esperienze perso-nali e provate! Confermoquindi l’apprezzamento po-sitivo generale del signorFumagalli, ma ribadisco lanecessità di sensibili mi-glioramenti (e nemmeno sipuò pretendere che i pa-zienti, soprattutto i più an-ziani e i più deboli, si ac-corgano di questi “tecnici-smi”, avallando quindi solole loro incondizionate ap-provazioni e respingendocome irrilevanti le critichedei più attenti).Giusto Buroni (luglio)P.s. So benissimo che “ZonaNove” possiede le mie dueprecedenti lettere sull’ar-gomento e anche copia del-la corrispondenza specificatra me e il Primario, mafingiamo che il tutto siaandato perso in un giornotorrido d’estate... Inoltre lalunghezza di una critica al“controllo di qualità”, siapure di un silos di mele delTrentino, non può esserebrevissima, perché sarebbeincomprensibile e non co-struttiva!• No, caro Buroni, non èstato perso niente. Sarebbedifficile perdere un mallop-po del genere, adatto piùalla biblioteca Sormaniche un povero giornale lo-cale. LA

NON GLI PIACEIL CAR SHARING

Vorrei replicare alle osser-vazioni a una mia letterasu un articolo sul CarSharing di Andrea Bina.Bina trascura il dato fon-damentale dei 1300 iscritti(!), che, confermo, usereb-bero in media la macchina8 minuti al giorno e percor-rerebbero 740m (a 5,5km/h, come risulta anche avoi!). Questi si devonospartire 72 macchine, let-teralmente “nascoste” in32 parcheggi, Basiglio eComo compresi! Dai vostriconti è come se le macchinesi muovessero da sole, or-dinatamente e a turno,“correndo” comunque a 5,5km/h (la passeggiata a pie-di di un cardiopatico!). Cor-reggete il vostro entusia-smo per l’assurdità del CarSharing, che vado combat-tendo da quando so che esi-ste in Germania da 20 an-ni e lì non sanno più comevendere abbonamenti, tan-to che è diffusa l'usanza diregalarne a chi va in pen-sione abitando in città, mapochissimi li usano! Eccoallora il business, promos-so dai soliti ecologisti: ven-dere gli abbonamenti comegadget da 10 euro al mese,sapendo che nessuno oquasi ne usufruirà! Infatticon gli abbonamenti oggiraccolgono in un anno1300x120=156000 euro diguadagno netto, mentrel’uso delle 72 misere mac-chinette si paga con la ta-riffa per tempo e per chilo-metro (che nel vostro arti-colo non sono dichiarati)!Giusto Buroni (luglio)

siderazione sul tema, basan-domi sull’articolo apparso sul“Sole 24 ore” del 23 giugno “Inofferta un milione di case”. Laconsiderazione vorrei farla adalta voce augurandomi chesoprattutto i sindacati degliinquilini provino, una voltatanto, a ragionare a 360 gra-di. Avete considerato la di-smissione del 40% degli im-mobili Iacp? Questo prevedeche il prezzo della venditavenga stabilito in base all’af-fitto mensile versato e nonpiù al valore catastale, questoprevede che conviventi e figlipossano partecipare all’acqui-sto, questo prevede che i mu-tui siano trentennali... Allo-ra? Cosa aspettate a divulga-re queste informazioni? Per-ché, dopo un’informazione og-gettiva e completa, non viconsultate con gli inquilini?Potreste scoprire che pagareper pagare forse è meglio chealla fine la case diventi mia...Il compito del sindacato deveessere svolto in termini socia-li e non politici. Il maggiorpeccato dei sindacalisti è pro-prio questo: il filtro politicoche applicano ad ogni iniziati-va a prescindere dall’interes-se degli iscritti. Dopo l’appelloai sindacati degli inquilini èquindi d’obbligo un appelloagli inquilini: Sveglia! Fatevisentire, avete pagato per annil’affitto per una casa che nonsarà mai di vostra proprietà,vi avete investito un sacco disoldi per renderla sicura edabitabile. Dopo l’introduzionedi norme sempre più restritti-ve per il subentro di altri in-quilini nella stessa abitazionee dopo gli ultimi aumenti, co-sa diavolo aspettate a far va-lere i vostri diritti? La vendi-ta del 40% degli immobili misembra una occasione da nonperdere. Unitevi in un comi-tato per bussare alle porte del

rimento di informazioni utili.Barbara Tasca (agosto)email: [email protected]

AL CORRIERE NON SANNODOV’È LA BICOCCA

Al “Corsera” e p. c. a “ZonaNove”. Caro Schiavi, i suoi ul-timi articoli sulle periferie vi-sitate dal camper e in partico-lare sulla Bicocca mi deludo-no e mi preoccupano. Baste-rebbe il fatto che Lei ignori si-stematicamente che la veraBicocca si estende a ovest finoal lato sinistro di viale Suz-zani, e non, come sembra cre-dere e come i nuovi abitantiamano far credere, al lato de-stro di viale Sarca: pensi chein questo modo Lei escludeaddirittura la Chiesa Parroc-chiale (di cui del resto sembranon preoccuparsi nessuno) etutti gli edifici residenziali,pubblici o privati, costruitiprima degli anni ‘50. E tutta-via in questa mezza Bicocca -La prego di precisare che èmezza! - sembra dai suoi arti-coli che lo scandalo più grossosia la mancata apertura dellaCollina dei Ciliegi (di cuiognuno poteva e può faretranquillamente a meno...), enon invece il degrado delBorgo Pirelli, i cui vecchissi-mi abitanti sono consideratipeggio dei Rom (i quali, quel-li veri, fremono in attesa disostituirli) né il definitiva-mente incompiuto, ma tutto-ra pubblicamente finanziato,impianto dell’idrogeno. Comeavevo già proposto, ritengourgente una visita del cam-per (o dei vostri giornalisti)nell'altra metà della Bicocca,quella vecchia, e spero che ilParroco don Giuseppe non ri-fiuti di ospitarvi sul sagratostesso della chiesa parroc-chiale: è lì che conoscerete lavera Bicocca storica, i suoiabitanti, i suoi meriti e le sue

La rotonda del Pronto Soccorso

Mi sono trovato nella necessità di accompagnare unapersona al Pronto Soccorso di Niguarda, e ho consta-

tato che l’accesso, a causa dei lavori per la costruzione del-la rotonda, è praticamente un passaggio ad ostacoli “allafaccia del Pronto Soccorso”. Sono state costruite rotonde sututte la strade d’italia più o meno velocemente, ma quelladel Pronto Soccorso di Niguarda è da anni incompiuta. Lacostruzione dell’Ospedale Maggiore di Niguarda è iniziatanel 1931 ed è terminata nel 1939 in 8 anni con i mezzi del-l’epoca (carriola, pala e piccone): è stata costruita un’operanotevole (non intendo esaltare il regime che l’ha realizza-ta), ma una rotonda del diametro di circa 50 mt con i mez-zi di oggi non si riesce a portarla a termine. Vorrei chiede-re a quei signori che vedo tutte le sere, sulle reti tv lombar-de ad esaltare le loro mirabolanti capacità amministrati-ve, una spiegazionne sulla loro incapacità a risolvere pro-blemi semplici come questo, agli occhi di noi cittadini.Speriamo che la Rotonda del Pronto Soccorso di Niguardavenga almeno ultimata nel “fatidico 2015”.Marco Vittori (agosto)

ONA NOVE

CHI PULISCE NON È UN COGLIONE

Sulla pulizia delle strade lecritiche alle istituzioni pre-poste non sono certo da lesi-nare. Ma vorrei soffermar-mi sui comportamenti deicittadini nel mio spazio visi-vo, cioè in viale Sarca tra icivici 187 e 193. Di notte cipensano i numerosi viados asporcare soprattutto but-tando bottiglie o urinando acielo aperto e non sono dameno alcuni clienti e lorofrequentatori. Ma poi digiorno… studenti universi-tarì (una volta si diceva lafutura classe dirigente, oggiingrosseranno le file delprecariato) mangiano lungoi marciapiedi e lasciano sulterreno rifiuti alimentari,involucri di cartone e altro;poi chi riceve lo scontrinodel bancomat lo getta a ter-ra tranquillamente e cosìchiunque altro passa dallastrada ovviamente tende adadeguarsi al “paesaggio” cir-costante. Tra l’altro con l’in-troduzione del nuovo siste-na di lavaggio della stradasono stati tolti i cartelli didivieto di sosta, ma anche irelativi cestini. Io non so se inegozianti siano obbiligati apulire lo spazio davanti allaloro attività, ma partendodal presupposto che chisporca sono sempre gli altrisi guardano bene dal pulirenon fosse altro che per il de-coro dei loro negozi. Sonosensibilissimo a sostenere idiritti - ci mancherebbe al-tro! - ma penso che sianoimportanti anche i doveri.Personalmente a volte iopulisco il marciapiede da-vanti a casa mia. Lo facciovolentieri anche se pensoche di sicuro c’è qualcunoche pensa che io sia un co-glione.Renato Morelli (agosto)

IL SENSO UNICODELL’OCA

Volevo segnalare che da cir-ca 4 mesi la via De Angelisangolo De Gasperi è statachiusa e la via De Gasperi èpercorribile solo in un sen-so! Ora, il genio che è re-sponsabile alla viabilità eche come minimo abita o incentro o addirittura fuoriMilano, dov’era quando hafatto questa bella pensata?Sì, perché noi che abitiamoin Via Costalovara o in ViaPadre Luigi Monti (vie di-menticate da tutti!) o in ViaVal Daone o in Via De Ange-lis, siamo costretti a fare ilgiro dell’oca per poter rag-giungere Viale Ca’ Granda!Non è che per caso quel pic-colo tratto di strada tra ViaDe Angelis e Via De Gasperiè chiuso per consentire solol’accesso dei pullman direttial Novotel? Non ditemi cheal Comune mancano i soldiper asfaltare 5 metri di stra-da, ma penso che sia così, vi-sto che invece che “buttaregiù” un po’ di catrame hannochiuso la strada con blocchidi cemento! La vergogna nonha limiti! Grazie a “ZonaNove” di esistere!Lettera firmata (agosto)

Page 24: Layout 1 (Page 1) · Collaboratori: Laura Albani, Sasha Bani, Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Roberta Coccoli, Augusto Cominazzini, Ivan Crippa, Celestino

ONA NOVE 24 Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

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