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Lavoro Futuro di Andrea Torti per Proposta Lavoro

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Lavoro Futuro

di Andrea Torti per Proposta Lavoro

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Indice generale

Chi sono – qualche informazione sull'autore........................................................................................1

Introduzione..........................................................................................................................................2

I nostri figli: Psicomarketer, Biosociologi o Econofisici?....................................................................3

Econofisica – dove vanno i Mercati?...................................................................................................5

Psicomarketing – nella mente del cliente.............................................................................................6

Sociobiologia – dai geni alle genti?......................................................................................................7

Medicina Narrativa – i pazienti protagonisti........................................................................................8

Storia Quantitativa – il passato in numeri............................................................................................9

Neurodiritto – la Scienza entra in Tribunale?.....................................................................................10

Geografia Medica – per un Mondo in salute......................................................................................11

Futurologia – guardando avanti..........................................................................................................12

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Chi sono – qualche informazione sull'autore

Il mio nome è Andrea Torti, sono nato nel 1990.

Dopo il diploma in Lingue, ho affrontato la dura strada che mi hacondotto a conseguire la Laurea in Bioingegneria.

A dispetto degli indirizzi di studio da me scelti, ho maturato alcuneesperienze nei campi dell'Amministrazione e dell'Organizzazionedi Eventi, opportunità che mi hanno permesso di sviluppare quellecapacità di ascolto e di relazione che solo l'ambito professionalepuò offrire.

Approdato a Proposta Lavoro nel settembre 2015, cerco di metterein pratica quanto appreso finora, sperando di aiutare chi, come me,affronta un Mercato del Lavoro sempre più fluido e dinamico.

I miei contatti:

LinkedIn – Andrea Torti

Twitter - @andreatorti90

Google+ - AndreaTorti90

Blog personale:

Opportunity Seekers 2.0

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Introduzione

Lavoro e Futuro.

Un binomio che, nel bene o nel male, condiziona la nostra vita – e quella di chi ci circonda.

Antichi mestieri, occupazione in crisi, professioni in apparenza frutto della fantasia di unosceneggiatore o di un autore di Fantascienza... L'avvenire ci sembra incerto, e può essere fonte dipreoccupazione.

Dalle pagine di Proposta Lavoro, ho cercato di gettare nuova luce sul Futuro del Lavoro e sulLavoro del Futuro - si tratta di ambiti ancora altamente specialistici, ma con il potenziale percambiare in modo profondo la nostra quotidianità.

Senza alcuna pretesa di esaustività, ho voluto condividere con voi quanto ho appreso sui campiprofessionali che più mi hanno colpito, nei quali ho intravvisto la maggiore capacità di Innovazione.

E ora, completata la breve serie a essi dedicata, ho deciso di raccogliere gli articoli che lacompongono in questo e-Book, che potrete sempre portare con voi – e consigliare a chi vi stavicino, nella speranza che si riveli uno strumento utile per interpretare i cambiamenti del Mondo delLavoro – e, chissà, essere di aiuto a chi tra voi sta seguendo un percorso di Orientamento.

Andrea Torti

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I nostri figli: Psicomarketer, Biosociologi o Econofisici?

Sempre più spesso, ci si interroga sulle grandi trasformazioni di cui siamo testimoni: laGlobalizzazione apre nuovi mercati, ma introduce anche nuovi concorrenti; i robot prendonosempre più piede in ambito industriale - e i loro "cugini" supercomputer e software non sembranovoler restare indietro.

Scenari in rapida evoluzione, che spesso ci causano non poca preoccupazione.

Infatti, se automi e calcolatori sono destinati a sostituirci in molte mansioni - e rendere ancora piùduro il Mercato, viene spontaneo chiedersi:

“E noi, cosa faremo?”

Infatti, non è possibile parlare di Futuro del Lavoro... se non si parla anche di Lavoro del Futuro!

Quali campi andremo a esplorare?

Quali professioni nasceranno?

Difficile dirlo; tuttavia, possiamo forse farci un'idea di ciò che ci attende prestando attenzione aduna tendenza che si fatta sempre più forte negli ultimi anni, ovvero l'approccio multidisciplinare.

Si tratta di un percorso che nasce da una presa di coscienza fondamentale, ovvero dalriconoscimento della complessità di ogni fenomeno che ci circonda.

E di fronte alla sfida... i vari rami del Sapere si intrecciano fra loro!

Ecco quindi che nuove discipline iniziano a far parlare di sé, facendo capolino dall'ambienteaccademico.

Ad esempio, abbiamo lo Psicomarketing, che tenta di identificare le basi psicologiche delle nostrescelte come consumatori: cosa ci attira verso questo o quel prodotto? Quali strategie possono esseremesse in campo per convincere nuovi clienti?

Avvicinandoci al regno delle Scienze "dure", ecco la Biosociologia, che indaga sulle originibiologiche del comportamento sociale: quali tratti sono stati favoriti dall'evoluzione, e perché? Dadove arrivano le nostre modalità di interazione?

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Infine, tra le più affascinanti, troviamo l'Econofisica, applicazione di metodi e teorie propri dellaFisica all'interpretazione e previsione di dinamiche economica; la Medicina Narrativa, persviluppare nuove vie per promuovere la rilevanza clinica dell'esperienza del malato; e infine laFuturologia, dove Scienze Umane e Filosofia tentano di anticipare il Domani.

Un ampio ventaglio di possibilità, non c'è che dire!

Come si suol dire, l'unione fa la forza; e il momento che ci troviamo ad affrontare ne richiededavvero molta.

Pionieri coraggiosi e menti aperte non mancano: la vera sfida sarà quella di preparare il Mondodell'Istruzione e della Cultura al cambiamento.

Scuole, Università e Associazioni Culturali, i futuri Econofisici e Psicomarketer contano su di voi:non deludiamoli!

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Econofisica – dove vanno i Mercati?

Economia e Fisica.

La prima è considerata tra le principali Scienze Umane, l'altra è la spesso ostica regina delle Scienzecosiddette "dure"; l'una è spesso legata ai comportamenti umani, non sempre razionali; l'altra èdominata da leggi deterministiche e da logica stringente.

Appaiono, a prima vista, due mondi molto distanti; eppure c'è chi cerca di avvicinarli.

Se i tentativi più antichi risalgono alla diciottesimo secolo con alcuni contributi del fisico ematematico svizzero Daniel Bernoulli, i primi passi veri e propri si possono trovare in alcuni studicondotti dal matematico franco-polacco Benoît Mandelbrot negli anni Sessanta del Novecento.

L'interesse di tali pionieri ha aperto la strada all'Econofisica (o Statistica Finanziaria), ovveroall'applicazione in ambito economico di strumenti e modelli propri della Fisica e della Statistica.

Tra gli i campi di studio econofisici più interessanti possiamo citare i Modelli Cinetici dei Mercati,tentativi di descrivere la distribuzione di ricchezza utilizzando le risorse della Fisica dei Gas Ideali edella Statistica meccanica, ed il ricorso alla Dinamica dei Fluidi per interpretare i flussi monetari.

Benché ancora in fase di sviluppo e lontana dalla discussione mainstream, l'Econofisica presental'indubbio vantaggio di unire in sé due discipline sempre più ricercate nel Mondo del Lavoro,ovvero l'Economia e le materie STEM; e con la crescente attenzione ai Mercati finanziari e ai lorosviluppi, aumenta la richiesta di analisti in grado di padroneggiare metodi nuovi e più sofisticati.

Pertanto, giovani talentuosi e interessati alle Scienze potrebbero prendere in considerazione talestrada, approfittando anche della nascente offerta formativa presso vari Atenei italiani: infatti, varicorsi di Economia e Fisica stanno introducendo insegnamenti specifici nei propri curriculum,mentre altre Università hanno puntato direttamente su Corsi di Laurea in Matematica Applicata.

Ma anche professionisti già provvisti di esperienza possono trovare nuovi significativi sbocchilavorativi, grazie ai sempre più numerosi seminari, corsi e Master dedicati all'argomento.

Insomma, le "nozze" fra le due antiche discipline stanno dando origine a un campo d'indagineancora quasi inesplorato, e l'ambiente accademico sembra averne preso atto.

I "nuovi Fisici" e i "nuovi Economisti" si stanno preparando.

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Psicomarketing – nella mente del cliente

Benché diversissime per ambito, per dimensioni e per modello, tutte le forme di business sonoaccomunate da un obiettivo vitale: attrarre, conservare e ampliare una clientela che sia il piùpossibile vasta.

A tale scopo, si è sviluppata nel tempo la disciplina (o arte?) del Marketing.

Conoscere approfonditamente un dato prodotto o servizio, riconoscerne i punti di forza,individuarne il potenziale target e procedere con una promozione mirata.

Si tratta di operazioni non sempre semplici, e se l'entrata in scena dei social media ha consentitola creazione e l'utilizzo di nuovi canali di comunicazione, anche la concorrenza si è fatta via via piùaspra.

In un simile contesto, si è data sempre maggiore attenzione a strumenti in grado di aiutare iprofessionisti del settore a comprendere più profondamente i processi in grado di influenzare icomportamenti dei consumatori: sforzo concretizzatosi nei primi studi di Psicomarketing.

Possiamo rintracciare i prodromi di tale campo di studi nel lavoro svolto fra gli anni Quaranta eCinquanta del secolo scorso dallo psicologo statunitense Abraham Maslow, ancora oggi ricordatoper la sua Teoria sulla Gerarchia delle Necessità.

Da allora, ci si è concentrati sul legame fra acquisti e bisogni, analizzando le motivazioni culturalie sociali dei consumi, ma anche indagando sulle radici propriamente neurologiche deicomportamenti economici (Neuromarketing): anche dettagli all'apparenza banali quali il colore diun pulsante o l'ordine delle parole in una frase possono essere determinanti.

Comprendere tali meccanismi per utilizzarli a proprio favore: questa la sfida da vincere.

Considerando i cambiamenti imposti dalla globalizzazione, è lecito aspettarsi ulteriori sviluppi erinnovato interesse per tali studi: lungi dall'essere attività di basso livello, Comunicazione eMarketing sembrano destinate a godere di lunga vita, e il livello di empatia e di creatività da esserichiesto le pone - almeno per il momento - al riparo dal rischio di una repentina automatizzazione.

Armati di nuove conoscenze scientifiche, i comunicatori del futuro ben rappresentano l'approcciodell'Umanesimo 2.0, e si preparano a conquistare il proprio posto nel Mercato del Lavoro.

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Sociobiologia – dai geni alle genti?

Il mistero del comportamento umano?

Risiederebbe - almeno in parte - nei nostri geni.

Sebbene l'intuizione di un legame fra genotipo e interazioni sociali risalga almeno alla finedell'Ottocento, la prima grande indagine su tale relazione risale al 1975, anno di pubblicazionedell'opera Sociobiologia: La Nuova Sintesi a opera del biologo statunitense Edward O. Wilson.

Rifacendosi ai risultati raggiunti dall'Etologia, Wilson ipotizzò una vera e propria "evoluzionecomportamentale", non dissimile da quella teorizzata da Darwin per le caratteristiche fisiche: igeni legati ad azioni fruttuose per l'individuo portatore hanno più probabilità di garantire lasopravvivenza di quest'ultimo, e di essere trasmessi alla prole, tendente a praticare gli stessi atti.

Al contrario, condotte anti-conservative sono inclini a provocare l'estinzione dei soggetti coinvolti,e pertanto a portare il relativo lignaggio all'estinzione.

La ricerca ha scatenato fin dall'inizio un acceso dibattito, incentrato non solo sui rispettivi ruolidella Natura e della Cultura sui processi decisionali, ma anche e soprattutto sul timore di unapossibile deriva ideologica verso l'adesione ad un mero determinismo biologico, fino allapromozione del darwinismo sociale - una posizione tuttavia mai appoggiata dallo stesso Wilson.

A distanza di oltre quarant'anni, la Sociobiologia fa ancora discutere, coinvolgendo esperti estudiosi da diversi campi, dall'Antropologia alla Filosofia in una prospettiva multi-disciplinare;gli interrogativi da essa sollevati, infatti, riguardano temi di grande importanza e attualità, quali losviluppo delle organizzazioni - lavorative, sociali o politiche - i modelli di governance, o ledinamiche dei consumi.

Si tratta di argomenti scottanti, per affrontarli al meglio è necessario un equilibrio fra datiscientifici, comunicazione, e partecipazione dei cittadini.

Un approccio non-dogmatico a tali risultati e riflessioni può sicuramente essere di aiuto comeulteriore strumento per tentare di interpretare una realtà sempre più dinamica e un Mondo coinvoltoin trasformazioni sempre più rapide.

Questo è il compito che ci viene affidato - anche con l'aiuto dei futuri Sociobiologi.

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Medicina Narrativa – i pazienti protagonisti

La nostra salute?

Questione di dati: dalle cartelle cliniche ai più moderni database, il processo medico si è via viaarricchito e perfezionato con l'evoluzione di sempre nuove modalità di raccogliere, elaborare eriutilizzare informazioni.

Negli ultimi anni, in riconoscimento dell'unicità di ogni singolo individuo, si è prestata particolareattenzione allo sviluppo di approcci di diagnosi e cura patient-specific, non soltanto da un punto divista fisiologico - peraltro importantissimo - ma anche sotto l'aspetto psicologico ed emotivo.

Quest'ultimo, tuttavia, non può essere compreso e integrato correttamente nel percorso clinico senzail contributo attivo di coloro che vi sono maggiormente coinvolti, ovvero dei pazienti: e proprio lanecessità di dar loro voce si è espressa nella nascita della Medicina Narrativa.

Sviluppatasi inizialmente negli Stati Uniti, la nuova disciplina si pone l'obiettivo di far emergere ladimensione soggettiva, psico-sociale, delle diverse patologie e dei relativi trattamenti, che per suanatura soltanto il paziente - eventualmente con il supporto offerto da familiari e care-givers - puòesprimere, avvalendosi di una vasta gamma di strumenti, dall'integrazione della cartella clinicaalla redazione di questionari, dalla stesura diario personale al blogging, fino all'utilizzo di mezzimultimediali quali interviste, fotografie e video.

Attraverso tali attività, si vogliono conseguire una maggiore e migliore comunicazione fra medici epazienti, raccogliere maggiori dettagli potenzialmente di interesse clinico, e soprattutto rimettere ilmalato al centro del processo di cura, emancipandolo dalla condizione di oggetto passivo ditrattamenti e indicazioni per renderlo al contrario soggetto attivo e in grado di fornire un contributorilevante attraverso la propria esperienza.

Si tratta quindi di una piccola "rivoluzione copernicana" in grado di trasformare i nostri concettidi Salute, Malattia, e Cura; un esperimento di Umanesimo 2.0 che si distingue tanto per la nobiltàd'intenti quanto per la complessità degli ambiti in cui trova applicazione.

Un'infusione di empatia per i medici - spesso ritenuti troppo distanti dai drammi vissuti dai propripazienti, e un'occasione concreta di empowerment per questi ultimi.

Medicina per le Persone, Persone per la Medicina: questo il futuro che ci attende.

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Storia Quantitativa – il passato in numeri

Molte persone, ripensando agli anni trascorsi tra i banchi di scuola, ricordano con particolareintensità due discipline molto diverse fra loro, Storia e Matematica, accomunate al più dallapropria complessità, che non di rado toglie il sorriso agli studenti di tutto il Mondo.

Impopolarità a parte, non sembrano davvero esserci molti legami tra date e addizioni, battaglie efunzioni, imperatori e algoritmi.

Eppure, sfidando le apparenze, specialisti nei due rami del Sapere hanno avuto modo di apprezzarela collaborazione reciproca, dando vita, alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, alla StoriaQuantitativa, ovvero allo studio dei fenomeni storici attraverso la raccolta e l'analisi di dati.

Le principali fonti per gli esperti sono informazioni censitarie, registri e ricevute, mentre glistrumenti messi in campo sono test statistici, modellizzazioni e simulazioni mediante calcolatore.

Grazie alla graduale organizzazione e apertura agli studiosi di un numero crescente di archivi, e aiprogressi compiuti in ambito informatico, la Storia Quantitativa ha riscosso interesse soprattuttonella ricerca economica, demografica e sociale, fornendo delle importanti informazioni suiprincipali trend che hanno influenzato le vicende globali: conflitti, migrazioni, diffusionedell'istruzione e della tecnologia, pianificazione familiare, e molti altri.

Si assume un punto di vista non incentrato sulle rapide gesta di pochi individui, dunque, bensì suspesso lente trasformazioni dovute all'azione più o meno consapevoli di ampie popolazioni.

Una "narrazione sotterranea", che viene riportata a noi attraverso i numeri, e dalle ricadutepotenzialmente molto utili anche per comprendere la realtà odierna: l'individuazione di tendenzenegative già verificatesi in precedenza, infatti, potrebbe rivelarsi un campanello d'allarme in gradodi spingere cittadini e Istituzioni a prendere tempestivi provvedimenti.

Indubbiamente, si tratta di un approccio innovativo nei confronti della Storia, che potrebbespingerci a rivedere anche il modo in cui essa viene insegnata, spesso inadeguato ai nuovi tempi.

Insomma, ci troviamo di fronte ad un'ulteriore prova dell'estrema versatilità della Matematica, ead una sorprendente rivalutazione di una materia considerata ormai arida e ostica.

Armati di solide competenze in ambito STEM, gli storici di domani indagano sul Passato perinterpretare il Presente, e per tutelare il Futuro.

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Neurodiritto – la Scienza entra in Tribunale?

Da diversi decenni, si discute con molto interesse sulle basi biologiche del comportamentoumano; negli ultimi anni, si è prestata grande attenzione al legame fra condizioni neurologiche edevianza criminale, e sull'importanza di una maggiore integrazione fra le molte scoperte inambito scientifico e il procedimento legale.

Un primo importante passo in tal senso è rappresentato dallo studio "Neuropsychologists andneurolawyers" (1991), guidato dal neuroscienziato e avvocato statunitense J. Sherrod Taylor, alquale si deve, tra l'altro, l'adozione del termine Neurodiritto; in questo e in successivi studi, Tayloraffermò la necessità d'un uso corretto della terminologia e delle prove di tipo medico nei Tribunali.

Necessità quanto mai attuale, se si considera il numero sempre crescente di controversie in ambitogiuridico, quali ad esempio l'effetto delle sostanze psicotrope, le conseguenze di gravi lesionicerebrali e la loro possibile ammissibilità quali attenuanti in sede penale, nonché l'affidabilità e laliceità di tecniche diagnostiche via via più sofisticate, quali il Neuroimaging, le cui potenzialitàsono tuttora compromesse da seri limiti operativi.

Si tratta di questioni molto complesse, la cui gestione deve tenere conto sia dei pericoli di unascarsa conoscenza specifica da parte degli attori coinvolti (specie in presenza di giurie popolari),sia delle numerose implicazioni di carattere etico poste dall'eventuale introduzione di nuovetecnologie (basti pensare allo scenario descritto da opere quali 1984 o Minority Report).

Cambiamenti così radicali potrebbero coinvolgere molti principi cardine dei nostri sistemigiuridici, tra i quali il concetto di responsabilità (della persona o del suo encefalo?) e diriabilitazione (come occuparsi di "criminali naturali"?); e se sul piano teoretico la discussione èvivificata anche dal contributo di studiosi provenienti dai campi della Psicologia, della Psichiatria edella Filosofia, dal punto di vista applicativo rimangono molti interrogativi; mentre negli StatiUniti il ricorso a difese legali su basi neurobiologiche inizia a diffondersi, e l'AmministrazioneObama ha chiesto alla Bioethics Commission la stesura di norme ad hoc, in Italia, salvo alcuneoccasioni, il dibattito non ha ancora conquistato un ruolo di primo piano.

In ogni caso, il progresso delle Neuroscienze non potrà che rendere sempre più pressante il bisognod'una disciplina certa per accoglierne le implicazioni nei Tribunali; tale consapevolezza non potràche spingere i nuovi legali a seguire la strada tracciata da Taylor, per divenire dei Neuroavvocati.

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Geografia Medica – per un Mondo in salute

La relazione fra Salute e Ambiente è nota fin dall'Antichità: a Ippocrate, padre della Medicinaoccidentale vissuto fra il V e il IV secolo a.C., viene attributo un trattato dal titolo Sulle Arie, leAcque e i Luoghi, mentre attraverso i secoli si fanno via via più frequenti i casi di migrazionetemporanea dalle città alle campagne in caso di pestilenze.

Tuttavia, i primi sforzi sistematici di integrazione fra pratiche sanitarie e dati geografici risalgonoalla metà dell'Ottocento, e più precisamente al 1854, anno in cui il medico britannico John Snowindividuò il probabile punto di inizio di un'epidemia di colera a Londra, grazie ad una dettagliatamappatura dei casi verificatisi in città.

Da allora, l'incontro fra Epidemiologia, Geografia e Demografia si è fatto più forte, acquisendoun'ottica globale: dalle annuali malattie influenzali alla più temibile SARS, fino alla più recentepreoccupazione per la diffusione del virus Zika, la Geografia Medica si è imposta come strumentoessenziale per il monitoraggio di tali eventi, fornendo importanti indicazioni a Enti pubblici eprivati impegnati nella previsione del contagio e nelle necessarie misure di sicurezza, mediantel'utilizzo di informazioni ambientali e di modelli statistici.

Non solo: accogliendo un concetto di "Salute" ancora più ampio, i ricercatori si sono dedicatianche allo studio dell'interazione fra popolazione e ambiente, indagando i legami fra specifichelocalità e i rischi di natura psicologica e psichiatrica, quali stress, violenza interpersonale, eccetera.

Inoltre, gli studiosi hanno rivolto la propria attenzione anche all'accesso dei cittadini e dellecomunità alle strutture cliniche, sottolineando la disparità fra aree ad alta e a bassa densità,interrogandosi sui benefici che le nuove tecnologie - in particolare quelle legate alla Telemedicina -potrebbero portare alle seconde.

Sono diversi, quindi, i campi di applicazione di una disciplina in genere poco amata dagli studenti,ma portatrice di un grande potenziale: con il crescente movimento di persone e di merci da un capoall'altro del Pianeta, la collaborazione fra i Geografi di domani e i loro colleghi in campo medicoricoprirà un ruolo sempre più importante per la nostra tutela e per quella del Mondo che cicirconda.

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Futurologia – guardando avanti

Viviamo in tempi incerti: crescita economica globale ancora debole, appuntamenti elettoralidall'esito per niente scontato, tecnologie sempre più potenti e minacce terroristiche tolgono quiete aigiorni di miliardi di persone.

In un contesto simile, in molti sarebbero lieti di conoscere in anticipo gli eventi che ci attendono.

E non è detto che tale desiderio non possa essere, almeno in parte, realizzato: non parliamo diastrologi o veggenti, bensì di seri studiosi, impegnati in complesse analisi multidisciplinari – iFuturologi.

Lungi dal costituire una pseudo-scienza, i Future Studies possono vantare padri illustri, tra cui ilcelebre scrittore di Fantascienza H. G. Welles (1866-1946) - primo ad utilizzare il termineFuturologia, nel 1932 - e hanno suscitato l'interesse di numerose Istituzioni accademiche,dall'introduzione dei primi programmi universitari dedicati negli Stati Uniti negli anni Settanta,fino all'inaugurazione di una vera e propria Laurea Magistrale in Future Studies da parte della TurkuSchool of Economics, in Finlandia, nel 2012, e di un Master di II livello presso l'Università diTrento nel 2015.

Come operano, in concreto, i Futurologi?

Innanzitutto, partendo dai dati: le informazioni relative a fenomeni passati e presenti vengonoraccolte, elaborate mediante modelli statistico-matematici, e infine utilizzate per delinearepotenziali scenari politici, economici, sociali, culturali, ecc.; le possibili “strade” dell'Avvenire.

Tuttavia, al contrario degli Storici Quantitativi, gli studiosi del Futuro affrontano in generefenomeni ancor più complessi di quelli demografici: lo sviluppo e la rapida obsolescenza di nuovetecnologie, o l'improvvisa ascesa di figure-chiave nei campi della Politica, del Pensiero o delle Artisono infatti avvenimenti non sempre prevedibili ma in grado di smentire le analisi più accurate.

A titolo di esempio, negli anni Cinquanta si ipotizzava il trionfo del Turismo Spaziale di massaentro il 2000... ignorando invece del tutto la diffusione dei computer.

Un altro aspetto da non sottovalutare è l'impatto dei media e delle personalità più influenti: chinon ricorda la preoccupazione seguita ai moniti di Stephen Hawking , Bill Gates ed Elon Musk sullapericolosità dell'Intelligenza Artificiale, ormai protagonista di progressi incredibili?

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Molti dati, moltissime variabili, dunque; si tratta di un compito certamente non facile, ma semprepiù percepito come vitale dalle Istituzioni pubbliche e dalle Imprese, alle prese con rapidissimedinamiche di difficile interpretazione, e con la necessità di porre in essere procedure affidabili per ilRisk Assessment e il Risk Management.

Come abbiamo visto insieme, il Domani offre al Mondo del Lavoro grandi opportunità, ma allostesso tempo lancia sfide impegnative.

Si avverte davvero il bisogno di navigatori e timonieri capaci per navigare acque così agitate: e lanostra speranza è che gli esperti di oggi si dimostrino più abili - e affidabili - degli Oracoli di untempo.

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