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Scultore tedesco e scultori leventinesi (?), Presepe, XVI-XVIII secolo Giornico, Museo di Leventina, (foto Ely Riva) Fino al 22 gennaio 2017 l’opera è esposta alla mostra: Legni preziosi - Sculture, busti, reliquiari e tabernacoli dal Medioevo al Settecento Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio) Natale 2016 L’OCST augura a tutti un sereno Natale e un 2017 ricco di soddisfazioni! Tempo di assemblee Dipendenti dello Stato e Funzionari di polizia tirano le somme 9 febbraio Non dimentichiamo la questione salariale Storia L’inizio della legislazione sul lavoro in Ticino pagina 3 pagina 6 pagine 4-5 Prossimo numero: 26 gennaio 2017 Redazione Il Lavoro - Via Balestra 19 - 6900 Lugano Tel. 091 921 15 51 - Fax 091 924 24 71 - [email protected] - www.ocst.com Giornale dell’Organizzazione cristiano-sociale ticinese lavoro 15 dicembre 2016 - Anno XCI - N.20 - CHF 1.00 - G.A.A. 6900 Lugano

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Scultore tedesco e scultori leventinesi (?), Presepe, XVI-XVIII secoloGiornico, Museo di Leventina, (foto Ely Riva)Fino al 22 gennaio 2017 l’opera è esposta alla mostra: Legni preziosi - Sculture, busti, reliquiari e tabernacoli dal Medioevo al SettecentoPinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio)

Natale 2016L’OCST augura a tuttiun sereno Natale e un 2017 ricco di soddisfazioni!

Tempo diassembleeDipendenti dello Stato e Funzionari di polizia tirano le somme

9 febbraioNon dimentichiamola questione salariale

StoriaL’inizio dellalegislazione sullavoro in Ticino

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Prossimo numero: 26 gennaio 2017

Redazione Il Lavoro - Via Balestra 19 - 6900 Lugano Tel. 091 921 15 51 - Fax 091 924 24 71 - [email protected] - www.ocst.com

Giornale dell’Organizzazione cristiano-sociale ticinese lavoro15 dicembre 2016 - Anno XCI - N.20 - CHF 1.00 - G.A.A. 6900 Lugano

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2 315 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Sindacato Attualità

L e sottoscritte associazioni esprimo-no perplessità davanti alla tempistica stabilita dal DECS per la consultazio-

ne relativa al progetto di riforma denominato «La scuola che verrà» (fino a marzo 2017) e per l’inizio della sua sperimentazione (settem-bre 2017).

Infatti, molto difficilmente nella sperimenta-zione, che investe molte risorse finanziarie ed è già in via di progettazione, si potranno rece-pire e attuare le considerazioni formulate dai collegi dei docenti, dalle associazioni magi-strali e sindacali, nonché dal resto della socie-tà civile al termine della consultazione stessa.

Da più parti, nella scuola e nei gremi che di scuola si occupano, si segnala una sensazio-ne di frettolosità e una accelerazione realizza-tiva che contrastano, di fatto, con il necessa-rio momento di analisi critica delle ipotesi di riforma. Diffusa è la sensazione dei docenti di essere solo formalmente interpellati.

Con riferimento agli incontri informativi che stanno avvenendo tra gli esponenti diparti-mentali e i collegi docenti degli istituti di vari ordini scolastici, le nostre associazioni con-dividono le richieste di ridurre il tempo riser-vato alla presentazione orale del progetto di riforma, al fine di dedicare uno spazio mag-giore alle domande degli insegnanti, per uno scambio che tenga conto il più possibile delle esigenze, delle perplessità e delle domande di chi sarebbe chiamato in prima persona a rea-lizzare la riforma.

Infine si rileva una mancanza di chiarezza circa il futuro della figura dell’esperto di ma-teria all’interno delle Scuole medie. Si chiede, quindi, al DECS di esplicitare in modo traspa-rente queste intenzioni, ricordando che gli at-tuali lavori di implementazione dei nuovi piani di studio sono solo uno dei motivi per cui è fondamentale mantenere la figura dell’esperto disciplinare, interlocutore autorevole e dalla consolidata esperienza.

ADSMS - Associazione dei docenti delle scuole medie superiori

ASPCC - Associazione per la scuola pubblica del Cantone e dei

ComuniComitato dell’ATIS -

Associazione ticinese degli insegnanti di storia

MdS - Movimento della scuola

OCST - DocentiVPOD - Docenti

STDEF – Società ticinese docenti educazione fisica

Docenti

Troppa fretta per la scuola che verrà

C aratteristica basilare del sistema svizzero (federalista e plurilingue) è l’autonomia dei 26 cantoni che vale

anche per l’organizzazione scolastica. Non per nulla ogni cantone ha creato un dipartimento che si occupa delle scuole obbligatorie (infan-zia, elementari e medie/secondario I), del se-condario II (scuole superiori di maturità) e, in collaborazione con la Confederazione, del set-tore professionale (sistema duale con pratica e teoria assieme) e, infine, del livello terziario (università varie). Per ciò che riguarda i settori professionale e terziario, il cantone funge da esecutore della legislazione nazionale, altri-menti negli altri ambiti scolastici vige l’autono-mia di scelta. A dirigere le scuole è sempre un membro del Governo cantonale che è chiama-to «direttore del dipartimento di pubblica edu-cazione/istruzione», il quale, solitamente, ha anche competenze sulla cultura e sullo sport come nel nostro cantone con il DECS (Diparti-mento educazione, cultura e sport).

Questa spiccata caratteristica non esclude affatto una certa coordinazione a livello nazio-nale e/o alcuni trattati intercantonali (concor-dati). L’organismo preposto al coordinamento è formato da tutti i direttori delle scuole dei 26 cantoni, detto anche Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE, in italiano) che cerca di stabilire delle direttive comuni quando l’organizzazione de-centralizzata è d’ostacolo alla formazione del giovane o alla mobilità delle persone (es. l’ini-zio dell’anno scolastico).

Un grosso lavoro di questi ultimi anni da par-te della CDPE è stato il concordato HarmoS per la scuola dell’obbligo che il popolo svizze-ro nel 2006 aveva accettato con l’86% dei sì. Tale accordo nazionale stabilisce delle regole comuni per i cantoni che, a dieci anni di di-stanza, dovrebbero essere operative, eccetto che nell’insegnamento delle lingue dove sus-sistono differenze anche notevoli da cantone a cantone.

Per le lingue, gli accordi stabiliscono di per-seguire «una solida formazione di base nella lingua locale (padronanza orale e scritta) e del-le competenze essenziali in una seconda lin-gua nazionale e almeno in un’altra lingua stra-niera» (art. 3, concordato HarmoS, 14 giugno 2007). Inoltre, l’articolo 4 precisa che «la prima lingua straniera è insegnata al più tardi a par-tire dal 5° anno di scuola e la seconda al più tardi a partire dal 7°anno (…) [ndr. inizio sco-larità a 4 anni compiuti entro il 31 luglio]. Una delle due lingue straniere è una seconda lingua nazionale e il suo insegnamento comprende una dimensione culturale; l’altra è l’inglese. Le competenze previste per queste due lingue al termine della scuola obbligatoria sono equiva-lenti (…)».

Stando a queste regole, i cantoni germanofoni devono introdurre l’insegnamento del francese

e quelli romandi del tedesco all’età di 9 anni e poi dell’inglese a partire dagli 11 anni. Ma, c’è un grosso ma: alcuni cantoni hanno pensato di anticipare l’inglese penalizzando una lingua nazionale, di solito il francese, sull’onda della moda che vede l’inglese come lingua franca a livello internazionale. Insomma, certi cantoni hanno preferito il principio utilitarista («l’inglese serve sempre») alle direttive HarmoS che vo-gliono privilegiare invece la coesione attraver-so l’apprendimento delle lingue nazionali inte-se anche come vettore di una cultura diversa da quella locale. Il problema non tocca tanto i cantoni romandi che hanno applicato subito la regola «prima il tedesco, poi l’inglese», quanto piuttosto alcuni cantoni svizzero tedeschi che hanno anticipato l’insegnamento dell’inglese abolendo il francese alle elementari, in barba al «prima i nostri» nel campo linguistico e al principio di coesione nazionale. L’esterofilia di quei cantoni ha scatenato la contrarietà degli insegnanti che vedono un sovraccarico di la-voro (troppe lingue) specialmente per gli allievi più deboli. Di peso è anche la contrarietà del Consiglio federale che ora vuole imporre per legge una seconda lingua svizzera alle scuo-le primarie in tutti i cantoni; però i membri del CDPE non sono del tutto d’accordo perché in questo modo si viola la sovranità cantonale nel campo scolastico. Insomma, il solito contrasto tra federalismo e direttive centrali di Berna.

Basterebbe pianificare l’introduzione dell’in-glese dopo la seconda lingua nazionale come vuole HarmoS e le cose andrebbero a posto. E l’italiano? Non è forse anch’esso una lin-gua riconosciuta dalla costituzione svizzera? Il terzo incomodo non ha nessuna possibilità di essere preso in considerazione almeno alle elementari. Magari ha qualche speranza in più come libera scelta (terza lingua facoltativa) in concorrenza con un’altra lingua alle medie e alle scuole superiori. Di fatto, la lingua del sommo Dante è piuttosto negletta in Svizzera. Intanto nel nostro cantone s’imparano, scu-sate!, s’insegnano quattro lingue nella scuola dell’obbligo, tre nazionali e l’inglese: l’italia-no dalla scuola dell’infanzia (che per alcuni bambini è già una lingua straniera), il francese dalla terza elementare, il tede-sco dalla seconda media e l’inglese dalla terza media. Non è così negli altri cantoni: effetto del federalismo!

L’insegnamento delle lingue in Svizzera

Sì alle lingue nazionali… eccetto l’italiano!

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2 315 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Sindacato Attualità

D al 1. gennaio 2017 entrerà in vigore una nuova legge cantonale che, in caso di adozione di una persona mi-

norenne, riconosce ai genitori il diritto a un’in-dennità per perdita di guadagno.

La misura sarà finanziata grazie a un mode-sto contributo a carico soprattutto dei datori di lavoro.

L’indennità per perdita di guadagno in caso di adozione sarà accordata se il genitore che ne farà richiesta sarà stato assicurato all’AVS nei nove mesi immediatamente preceden-ti l’accoglimento a casa dell’adottando e se, durante tale periodo, avrà esercitato un’attività lucrativa per almeno cinque mesi; l’indennità di adozione sarà inoltre data se, al momento dell’accoglimento a casa dell’adottando, il ge-nitore sarà un salariato oppure un lavoratore indipendente.

Analogamente all’indennità di maternità pre-vista dalla relativa legge federale, l’indennità di adozione verrà versata al massimo per 98 giorni consecutivi e corrisponderà all’80% del reddito medio conseguito prima dell’inizio del diritto, con un massimale di fr. 196.- lordi al giorno.

La richiesta per l’indennità di adozione potrà essere inoltrata alla Cassa cantonale di com-pensazione per gli assegni familiari all’indirizzo:

Cassa cantonale di compensazione per gli assegni familiari del Cantone Ticino, Servizio rendite e indennità, Via Ghiringhelli 15a, 6501 Bellinzona

Gli indipendenti e i salariati che ne faranno richiesta dovranno compilare l’apposito for-mulario; i salariati dovranno altresì compilare il relativo foglio complementare.

Entrambi sono scaricabili dal sito dell’Istituto delle Assicurazioni sociali, all’indirizzo

http://www3.ti.ch/DSS/sw/struttura/dss/ias/Formulari_Prestazioni_Prestazioni_IPG.htm

La nuova prestazione cantonale sarà finan-ziata tramite il prelievo di un nuovo limitato contributo (0.003% della massa reddituale AVS) presso i datori di lavoro, presso le per-sone salariate il cui datore di lavoro non è soggetto all’obbligo contributivo, presso le persone con attività lu-crativa indipendente, come anche presso le persone senza attività lucrativa affiliate presso la cassa cantonale e le casse professionali di compensazione per gli assegni familiari attive in Ticino.

Nuova legge cantonale

Indennità per perdita di guadagno in caso di adozione

�� CNL personale domesticoIl 9 dicembre il Consiglio federale ha deciso

di prorogare di altri tre anni l’ordinanza sul contratto normale di lavoro per il personale domestico (CNL personale domestico) e di adeguare i salari minimi. La proroga entrerà in vigore il 1° gennaio 2017 e sarà applicabile fino al 31 dicembre 2019.

La proroga di questa ordinanza e, allo stes-so tempo, l’adeguamento dei salari minimi erano stati richiesti dalla Commissione tri-partita della Confederazione (CT della Con-federazione) nell’ambito delle misure collate-rali alla libera circolazione delle persone. Dai controlli effettuati era emerso che nel 2013 e nel 2014 il 13% delle economie domestiche non aveva rispettato i salari minimi CNL, una percentuale leggermente superiore rispetto alla media registrata nei settori senza sala-ri minimi vincolanti nel 2015, ma inferiore al tasso presunto di infrazioni nei settori con salari minimi.

Come richiesto dalla CT della Confedera-zione, i salari minimi del personale domesti-co vengono adeguati all’evoluzione dei salari nominali negli anni 2013 - 2015, per un totale di + 1,9 per cento. Durante la procedura di consultazione gran parte dei Cantoni e del-le associazioni di categoria si era dichiara-ta favorevole alla proroga dell’ordinanza e all’adeguamento dei salari minimi; inoltre era stata ampiamente riconosciuta la necessità di mantenere in essere il CNL.

AL VOLO

RENATO RICCIARDI*

N ell’ambito della discussione sull’ap-plicazione dell’articolo costituziona-le approvato dal popolo il 9 febbraio

2014, l’OCST ritiene che manchi un tassello fondamentale: quello dei livelli salariali. Questo aspetto va sottolineato e richiamato perché è all’origine delle distorsioni del nostro mercato del lavoro.

Lo si è detto molte volte in questi mesi, il Canton Ticino vive una condizione particolare anche rispetto alle altre zone di frontiera del resto della Svizzera. Lo ha finalmente ricono-sciuto anche l’Osservatorio sulla libera circola-zione delle persone tra la Svizzera e l’UE che nel suo dodicesimo rapporto segnala che nel nostro Cantone la percentuale di lavoratori frontalieri è la più alta in Svizzera (28% della popolazione attiva, 6% al livello svizzero) e che lo scarto salariale tra i lavoratori residenti e i frontalieri in Ticino è del 25,6%, il più impor-tante a livello nazionale. I lavoratori frontalieri italiani, a causa del tasso di disoccupazione

alto e dei livelli salariali bassi nelle regioni dalle quali provengono, sono molti e sono disposti ad accettare salari di molto inferiori rispetto ai lavoratori residenti. Questo diminuisce anche la forza contrattuale dei lavoratori residenti in Ticino, specialmente dei giovani e degli anzia-ni. Per questo sarebbe importante reintrodurre una verifica delle condizioni salariali e di lavoro al momento della concessione dei permessi.

Questi dati confermano quanto l’OCST, gra-zie al suo impegno quotidiano di approfondi-mento e contatto con le lavoratrici e i lavora-tori, segnala da tempo: la questione salariale è centrale ed è l’unica via veramente efficace per difendere il mercato del lavoro dal dumping salariale ed aumentare in modo consistente le possibilità dei residenti di trovare un’occupa-zione. Eppure questo, che è il nodo cruciale della questione, non viene preso in conside-razione sebbene sia una via di intervento che non intacca i rapporti con l’Unione Europea.

Quanto potrà essere utile chiedere ai datori di lavoro di fare alcuni colloqui ai lavoratori re-sidenti iscritti agli Urc, specialmente se questa

norma entra in vigore quando i tassi di disoc-cupazione saranno molto distanti da quelli at-tuali? Quanto questa norma potrà incidere sul-la pressione cui sono sottoposti i salari ticinesi che, lo ricordiamo, sono il 17% più bassi della media svizzera? Probabilmente poco e sicura-mente meno dell’introduzione di contratti col-lettivi che difendano le condizioni lavorative e salariali.

Il nostro Paese, alla cui ricchezza ha con-tribuito anche un solido partenariato sociale, vive oggi una cultura imprenditoriale e politica impoverita di questo importante aspetto. Lo dimostrano i contratti collettivi trentennali di-sdetti senza nessun motivo con l’ostentazione del desiderio di un rapporto diretto con i propri dipendenti. Lo dimostra la diffusione della pre-carietà. Lo dimostra il grande numero di abusi. Il partenariato sociale e la responsabilità socia-le delle imprese devono essere invece rinnova-ti in vigore ed efficacia.

L’OCST auspica che la politica e l’economia aprano gli occhi su questi importanti temi.

*Segretario cantonale OCST

Iniziativa del 9 febbraio

Non dimentichiamo la questione dei salari

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4 515 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Sindacato Attualità

ENRICO PUSTERLA*

A nche quest’anno il tema fondamen-tale è quello dei provvedimenti che il nostro datore di lavoro attua per ri-

sparmiare sui dipendenti.L’attualità impone di esaminare quanto suc-

cede nella procedura di adozione della nuova Legge stipendi, ma è inevitabile ricordare la modifica delle tariffe dei parcheggi, che fa se-guito all’adozione della tassa di collegamento.

Tassa di collegamentoL’approvazione della tassa di collegamen-

to ha portato alla sorpresa che il Consiglio di Stato (CdS), per imporre i propri dipendenti, ha pensato bene di intervenire sull’ammonta-re degli affitti dei posteggi. Un atteggiamento contraddittorio se si pensa che Claudio Zali ha più volte affermato che la tassa verrà richiesta ai generatori di traffico e non direttamente ai collaboratori.

L’esercizio, almeno nella forma e come è sta-to annunciato, non sarebbe stato legato alla nuova tassa, ma doveva solo essere un ade-guamento dei canoni, invariati da anni. Nella comunicazione a tutti il riferimento alla tassa era comunque chiaro (entrata in vigore corri-spondente all’entrata in vigore della tassa, au-mento solo dove c’è l’imposizione ecc.). Que-sta intima connessione è stata poi confermata in occasione degli incontri con i nostri rappre-sentanti e con la sospensione dell’aumento fino alla decisione del TF e ha confermato che l’operazione altro non è che un modo di far pagare la tassa di collegamento ai dipendenti pubblici. La tassa diventa perciò solo una pe-nalizzazione e il pretesto per diminuire la retri-buzione dei collaboratori.

L’adeguamento è stato fissato inoltre in modo arbitrario e contrario alla parità di trat-tamento. Pur ammettendo che ci possano essere delle differenze di canone tra i diversi parcheggi, non si vede perché l’aumento inte-ressi solamente i parcheggi compresi nei co-muni soggetti al prelievo della tassa, con una diversa penalizzazione. Se si tratta solo di un adeguamento dell’affitto non si può avere un aumento uguale per tutti?

In relazione con la tassa di collegamento ri-tengo doveroso sottolineare l’atteggiamento poco collaborativo del Governo al quale con una lettera del 18 maggio 2016 avevamo chie-sto quale sarebbe stato il suo atteggiamento dopo la votazione del 5 giugno. Prima del voto, che evidentemente avrebbe potuto essere in-fluenzato dalla risposta, non è stata data nes-suna risposta, che è arrivata solo il 28 giugno per informarci che il CdS stava studiando il problema. A fine luglio, senza nessun preav-viso, abbiamo ricevuto tutti la comunicazione dell’aumento delle tariffe. Anche in questo caso il Governo non si è smentito e ha deciso

(imposto) direttamente senza nessun coinvol-gimento delle organizzazioni dei dipendenti.

Di questa incresciosa situazione abbiamo informato gli organi di stampa con un comuni-cato, biasimando lo Stato, che dovrebbe dare l’esempio all’economia privata, che invita i da-tori di lavoro a non mettere a carico dei dipen-denti questa tassa e che si permette di fare esattamente il contrario.

Legge stipendiForse ci siamo, la Legge sugli stipendi degli

impiegati dello Stato e dei docenti entrata in vigore il 1° gennaio 1955 va in pensione.

Siamo contenti dell’avvicendamento anche se non tutto quanto propone la nuova legge ci entusiasma, sia nelle modalità di adozione sia nei termini proposti. Mi limiterò a ricordare qualche considerazione generale.

Ritengo sia importante sottolineare che, come già rammentato in occasione dell’as-semblea 2015, la fase di «gestazione» del pro-getto è stata incredibilmente lunga.

Dal punto di vista della struttura della nuova legge possono essere ravvisati dei migliora-menti: la fissazione di una classe salariale per ciascuna funzione, con il superamento delle classi alternative, tra parentesi o altro, la ridu-zione del numero delle funzioni, con l’abolizio-ne delle funzioni che nel tempo si erano create in modo artificiale per giustificare le posizioni di determinati collaboratori (che spesso ave-vano il sentore di favoritismi) sono sicuramente degli aspetti positivi. Poco soddisfacente deve essere ritenuto invece il modo di procedere all’analisi e la poca trasparenza delle valutazio-ni (per altro rese accessibili alle organizzazioni sindacali solo negli ultimi mesi).

Per il resto le analisi svolte sia negli incontri con il CdS sia (soprattutto) dei tavoli tecnici hanno evidenziato una serie di situazioni inac-cettabili per le quali si sono proposti dei corret-tivi e dei miglioramenti. Su alcuni temi ci siamo battuti per evitare delle gravose imposizioni o per migliorare le proposte. Non li elencherò tutti, ma mi sembra doveroso sottolineare al-meno un paio, che correggono delle «storture» della nuova legge.

In primo luogo una più corretta definizio-ne dei minimi salariali, con l’introduzione del principio che i salari minimi previsti dalla scala degli stipendi non possono essere inferiori ai salari previsti da CCL nei singoli settori.

Un aspetto sul quale per il momento non sem-bra essere possibile avere un miglioramento è quello relativo al periodo detto di «aggancio», che di fatto impone a tutti (chi più, chi meno) il prolungamento degli effetti penalizzanti delle misure di risparmio del 2016, che non avreb-bero, secondo le promesse del Governo, do-vuto avere conseguenze negli anni successivi.

Su nostra proposta è prevista la costituzione di una commissione paritetica che dovrebbe

vegliare alla corretta implementazione della nuova legge adottando gli eventuali correttivi per i casi di rigore e approfondire le valutazioni delle funzioni, in modo da modificare le possi-bili incongruenze ed errori. Purtroppo, secon-do le previsioni, questa commissione sarebbe prevista di principio fino «a conclusione della fase introduttiva della nuova classificazione, al più tardi a conclusione del primo anno di entrata in vigore della legge». Questa durata è sicuramente insufficiente, se solo si pensa che la nuova scala salariale sarà operativa per tutti i collaboratori solo a partire dal 1. gennaio 2020. Negli anni precedenti il cumulo delle pe-nalizzazioni dipendenti dalle misure adottate per il preventivo 2016 e gli agganci vedranno l’applicazione della nuova legge a scaglio-ni solo per pochi collaboratori (al 1. gennaio 2018, dopo verosimilmente un anno dall’entra-ta in vigore della nuova legge, solo i dipendenti con uno stipendio attuale sotto il minimo della nuova scala sarebbero a regime).

Indipendentemente dagli aspetti che meri-tano dei correttivi, ritengo che la nuova legge stipendi debba essere approvata ed entrare in vigore al più presto. Per tutti i dipendenti attual-mente in carica non è previsto nessun peggio-ramento. Per la stragrande maggioranza degli attuali collaboratori (più del 98%) sono previ-sti dei miglioramenti dello stipendio massimo, che per almeno il 60% di questi (dipendenti già al massimo dello stipendio) sarà certo. Per gli altri sarà comunque realizzabile, con la riserva che il periodo per raggiungerlo potrà essere più o meno lungo. La durata dell’evoluzione dello stipendio di 24 anni potrà determinare più lunghi termini di attesa ed eventualmente l’acquisizione di un salario cumulato inferiore a quello attuale. Questo meccanismo inciderà sicuramente sui nuovi assunti.

Attività della sezione e situazione internaUn breve accenno alle attività principali del

2016 della nostra sezione: assieme ai nostri rappresentanti sindacali

abbiamo preso parte sia agli incontri previsti con il CdS, sia ai lavori dei tavoli tecnici; grazie al dinamismo delle nostre organiz-

zatrici abbiamo anche quest’anno proposto una gita sezionale a Trento.

Anche nel corso del 2016 il comitato si è ri-unito regolarmente, rispettando il programma allestito all’inizio anno. Anche se la partecipa-zione non è sempre stata massiccia le riunioni hanno sempre permesso un confronto vivace sui vari temi, raccogliendo importanti suggeri-menti sugli indirizzi da sostenere nelle discus-sioni con il Governo e nei tavoli tecnici.

*presidente Sindacato OCST dei dipendenti e pensionati dello Stato

Assemblea dipendenti dello Stato

Tassa di collegamentoal posto dei tagli salariali

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4 515 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Sindacato Attualità

KATIA GUGLIELMONI*

Legge StipendiContrariamente a chi mi ha preceduto negli

scorsi anni, non dovrò trattare le misure con le quali il governo colpisce i suoi collaborato-ri solo per risparmiare soldi. Un esercizio più volte ripetuto e non ripetibile per dichiarazione stessa del Consiglio di Stato.

L’attualità impone di esaminare quanto suc-cede nella procedura di adozione della nuo-va Legge stipendi, che dovrebbe approdare in Gran Consiglio nelle prossime settimane. Forse ci siamo, la Legge sugli stipendi degli impiegati dello Stato e dei docenti, entrata in vigore il primo gennaio 1955, va in pensione.

Una revisione necessaria, ma che occorre migliorare rispetto al progetto presentato dal Consiglio di Stato, che sembra considerare il proprio personale un fattore di costo anziché valorizzarlo. Mi limiterò a ricordare qualche considerazione generale.

Dopo numerosi anni di approfondimenti e di-scussioni, sembra sia giunto il momento per introdurre la revisione del sistema retributivo. Vengono proposte modifiche sostanziali al modello salariale, partendo da una nuova de-scrizione delle funzioni secondo un metodo analitico che avrebbe l’obiettivo di garantire maggiore equità interna.

Vengono aggiornate le funzioni amministrati-ve e verranno semplificate le carriere, visto che l’evoluzione retributiva avverrà solo mediante aumenti annuali con l’abbandono delle clas-si alternative e tra parentesi. La nuova scala stipendi non comporterà riduzioni di salario poiché con il passaggio alla nuova scala vie-ne garantito e confermato nel suo ammontare l’ultimo stipendio percepito dal collaboratore.

Il nuovo sistema retributivo e la nuova clas-sificazione delle funzioni pongono comunque alcuni interrogativi. Le analisi svolte sia negli incontri con il Consiglio di Stato sia dei tavoli tecnici hanno evidenziato una serie di situazio-ni inaccettabili per le quali si sono proposti dei correttivi e dei miglioramenti sia per legge sia per il regolamento dei dipendenti dello Stato che deve essere adeguato alle nuove dispo-sizioni.

Un aspetto molto importante che non deve essere tralasciato riguarda una più corretta de-finizione dei minimi salariali, con l’introduzione del principio che i salari minimi previsti dalla scala degli stipendi non possono essere infe-riori ai salari previsti da CCL nei singoli settori. Sembra infatti assurdo che l’ente pubblico nei rapporti con i suoi collaboratori non rispetti i salari minimi.

La polizia godrà evidentemente di un Regola-mento di applicazione specifico. A questo pro-posito abbiamo indirizzato al comandante una lettera congiunta con la Federazione e VPOD, per pianificare un incontro allo scopo di poter

visionare e discutere la bozza di questo Rego-lamento.

Per quanto riguarda la classificazione della Polizia Giudiziaria, nella nuova scala salariale sono previste due figure, quella dell’ispettore principale e quella dell’ispettore. Partendo dal presupposto che il passaggio tra le due funzio-ni sarà garantito a tutti gli ispettori (ovviamente con criteri ben definiti, quali l’età di servizio, il rendimento, ecc…), la nostra proposta, rias-sunta in una lettera congiunta con Federazione e VPOD all’indirizzo del comando, è che ciò avvenga dopo 8 anni di attività in Polizia Giu-diziaria.

Turni di lavoroIl gruppo turni di lavoro istituito l’anno scor-

so quest’anno ha continuato il suo compito di analisi. Alla fine di agosto si è incontrato con il Comando. Due settimane fa ci è stato con-segnato l’ordine di servizio per visione. Alcuni giorni dopo, sempre in collaborazione con la Federazione e la VPOD, abbiamo indirizzato al comando una lettera con alcune osservazio-ni e proposte di modifiche, che auspichiamo possano essere riviste.

In particolar modo noi auspichiamo che si in-troduca un sistema di timbratura generale per tutta la Polizia Cantonale per ovviare alle diver-se incongruenze con altri servizi di Polizia (la PG ad esempio) che già beneficiano di questo sistema.

Incontri sindacaliVisto il cambiamento epocale che si prospet-

ta, quest’anno vi sono stati diversi incontri sin-dacali. A questo proposito ringrazio entrambi gli interlocutori (Direttore DI e Comandante) per la sinergia dimostrata (costruttiva e tem-pestiva) ed in particolare per il costante flusso delle informazioni. Il comitato OCST si augura che questo trend sia una costante nel futuro.

ParcheggiL’approvazione della tassa di collegamento

ha portato alla sorpresa che il Consiglio di Sta-to, per imporla ai propri dipendenti, ha pen-sato bene di intervenire sull’ammontare degli affitti dei posteggi.

L’esercizio, almeno nella forma e come è stato annunciato, non sarebbe stato legato alla nuova tassa, ma doveva solo essere un adeguamento dei canoni, che erano rimasti invariati da anni. Nella comunicazione a tutti il riferimento alla tassa era comunque chiaro. Questa intima connessione è stata poi confer-mata con la sospensione dell’aumento fino alla decisione del TF e ha confermato che l’opera-zione altro non è che un modo di far pagare la tassa di collegamento ai dipendenti pubblici. La tassa diventa perciò solo una penalizzazio-ne e il pretesto per diminuire la retribuzione dei collaboratori, senza alcun riferimento allo sco-

po della tassa.L’adeguamento è stato fissato inoltre in

modo arbitrario e contrario alla parità di trat-tamento.

L’attrattiva della Polizia Giudiziaria – Inqui-renti o segretari giudiziari?

Abbiamo visto come le ultime scuole di Polizia Giudiziaria hanno pochi candidati che parteci-pano alla selezione. Siamo tutti consapevoli che con questo ritmo riusciamo unicamente a sopperire al normale flusso d’uscita dei col-leghi che iniziano la meritata quiescenza. Non riusciamo con questi effettivi a contenere l’atti-vità di PG che si è creata con l’introduzione del Codice di procedura penale federale.

Lo spauracchio che sembrava essere all’ini-zio l’avvocato della prima ora, ci ha permesso – soprattutto nei casi importanti – di avere dei verbali inattaccabili e difficilmente ritrattabili davanti al Ministero Pubblico. Questo per noi è un grande vantaggio, ma come ben sapete il rovescio della medaglia è costituito dalla mon-tagna di carta, che siamo obbligati ad espleta-re per garantire una procedura corretta.

Questa attività ci toglie tempo prezioso per l’investigazione. Siamo ben consapevoli di quanta conoscenza abbiamo perso sul no-stro territorio. Un po’ lo dobbiamo all’avvento delle nuove tecnologie, che ci permettono di eseguire diversi accertamenti direttamente dai nostri uffici. L’altra causa, ovviamente maggio-ritaria, è il deficit di tempo che abbiamo.

È quindi giunto il momento di decidere se in futuro vorremo degli inquirenti o dei segreta-ri (giudiziari). La provocazione è volutamente scelta e non ne abbiano a male gli attuali se-gretari, ma oggi dobbiamo decidere cosa vo-gliamo per il nostro futuro investigativo. Oggi dobbiamo avere il coraggio di sostenere le no-stre visioni future e poter dire che vogliamo più inquirenti e più investigazioni.

Il monitoraggio, la costante ricerca d’infor-mazioni, il colloquiare con il cittadino, il nor-male pattugliamento con l’auto di servizio, non sono delle attività di «ripiena» tra un av-venimento o l’altro, ma sono il nostro lavoro di agente di polizia.

*presidente OCST Funzionari di polizia

Assemblea Funzionari di polizia

Tra Legge stipendi e Polizia Giudiziaria

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6 715 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Sindacato Attualità

ALBERTO GANDOLLA*

S emplifichiamo. La rivoluzione indu-striale in Europa avviene all’inizio senza leggi o regole da rispettare, e

i lavoratori per molto tempo – pur costruendo il benessere della moderna società capitalista - vivono e lavorano in situazioni difficili, spesso di sfruttamento. Poi grazie alle lotte del movi-mento sindacale le condizioni del mondo del lavoro migliorano, e il boom economico del dopoguerra favorisce un miglioramento del li-vello di vita generale. La condizione dei lavora-tori cambia e lo Stato sociale sembra garantire a tutti dignitose situazioni di vita e di lavoro. Fine della storia? No di certo. La globalizzazio-ne a partire dagli anni Novanta porta qualche lato positivo ma anche grandi lati negativi per i lavoratori e rimette tutto in discussione attra-verso le parole d’ordine liberalizzazione, dere-golamentazione, flessibilità, maggiore concor-renza, ricerca del maggior profitto. In questo contesto il sindacato deve riprendere con de-cisione l’azione per ricostruire «un’economia che valorizzi il lavoro» (uno degli slogan del re-cente congresso dell’OCST) attraverso i clas-sici strumenti del dialogo, della mobilitazione e della lotta. Su questo sfondo di cambiamenti economici e sociali si inserisce in modo inte-ressante lo studio appena pubblicato di Va-nessa Bignasca, La legislazione sul lavoro in Ticino tra eccezioni e resistenze (1877-1914), edito dalla Fondazione Pellegrini Canevascini (con anche un modesto ma significativo so-

stegno della Fondazione Mons. Del-Pietro). La ricerca illustra l’inizio delle prime leggi federali a protezione dei lavoratori e come esse sono state recepite e messe in esecuzione in Tici-no. La legge federale sulle fabbriche del 1877 rappresenta un primo passo importante nella direzione di disciplinare alcuni importanti pun-ti: durata del lavoro giornaliero massimo di 11 ore, divieto del lavoro notturno e festivo, età minima di 14 anni per l’entrata nel mondo del lavoro, responsabilità civile del fabbricante. L’attuazione di queste regole è affidata all’au-torità cantonale, mentre il governo di Berna mantiene la funzione di controllo tramite de-gli appositi ispettori. Il nostro cantone, ancora molto agricolo, assai arretrato industrialmente e preso dalle dispute fra conservatori e liberali, all’inizio in realtà è ben poco interessato a que-ste nuove leggi. Vari padroni chiedono subito a Berna eccezioni per la loro condizione: difficile congiuntura, inferiorità rispetto alla Svizzera interna e alla concorrenza italiana, ecc. (ar-gomenti ancora utilizzati oggi!); questi ricor-si sono in parte inizialmente accolti. Sono gli ispettori federali delle fabbriche, che per primi denunciano le varie irregolarità (infortuni degli operai non dichiarati, lavoro giornaliero sopra le 11 ore, bambine operaie, salari non corret-ti,…). Le autorità locali purtroppo molto spes-so rinunciano a segnalare gli abusi, e anche il Consiglio di Stato per vario tempo ha una prassi ben poco interventista; anche in altri cantoni – magra consolazione – la situazione è la medesima. Nel frattempo vi è però un’im-

portante novi-tà: alla fine del secolo il movi-mento sindacale inizia ad organiz-zarsi, dapprima con la nascita di sindacati legati ai lavori ferrovia-ri della linea del San Gottardo - sorgono dunque le prime idee di lotta sociale e di rivendicazio-ne dei propri di-ritti - poi di altri mestieri (muratori, scalpellini, manovali,…). La Camera del Lavoro nasce nel 1902 e due anni dopo vi è l’importante riconoscimento ufficiale, per cui il suo segretario sindacale è incarica-to di sorvegliare l’applicazione delle leggi sul lavoro. Anche il governo inizia ad assumere un atteggiamento più interventista, e l’analisi del libro finisce con il 1914, inizio della prima guerra mondiale. Come ogni buono studio, il libro di Bignasca non pretende di esaurire la questione e giustamente pone una serie di punti aperti e problematici, tra i quali il com-portamento e l’apporto specifico delle prime e appena sorte leghe operaie cattoliche, non analizzati.

*storico OCST

Storia

L’inizio della legislazione sul lavoro in Ticino (1877-1914)

L’OCST si congratula con Davide Donati per il brillante quarto posto ottenuto agli Euroskills (campionati dei mestieri per i giovani talenti). Il giovane locarnese, impiegato presso la Bazzi SA, aveva già ottenuto la medaglia d’oro ai campionati professionali Swisskills del 2014. Nella foto d’archivio, Davide Donati al centro tra Marco Pellegrini e Leonardo Matasci nel 2014 quando vinse gli Swisskilss.

Denuncia

Basta dumpingnegli asili nido!

S ettimana scorsa, il sindacalista OCST Giorgio Fonio, aveva denunciato su Facebook il caso di un’educatrice remunerata con 1’700 CHF lordi al mese in un asilo nido che riceve sol-

di pubblici. Dopo aver sollecitato il Governo a concretizzare in fretta la mozione Jelmini-Guidicelli, approvata di recente dal Gran Consiglio (vedi «il Lavoro» del 17 novembre), Fonio esorta ora le altre educatrici del cantone a prendere contatto con lui. Infatti, dopo la denuncia pub-blica del caso, numerose ulteriori segnalazioni sono giunte al sindacalista. Per questo motivo lo stesso ha deciso di organizzare un incontro cantonale delle operatrici attive all’interno degli asili nido ticinesi. Se dunque lavori in un nido manda una e-mail a [email protected] in modo da poter poi prendere contatto e or-ganizzare così un incontro a livello cantonale. Solo con una buona informazione potremo mi-gliorare le condizioni di questo settore!

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6 715 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Sindacato Attualità

Dipendenti dello Stato

Nuova legge stipendi: emendamenti sostenuti dall’OCST

In parlamento sono stati presentati al-cuni emendamenti da Lorenzo Jelmini per migliorare la Revisione totale del-la Legge sugli stipendi degli impiegati dello Stato e dei docenti LSTI. Si tratta in particolare:

Emendamento all’art 12 Per evitare la penalizzazione salariale a cari-

co delle donne che usufruiscono del congedo maternità, alternativamente degli uomini che usufruiscono del congedo parentale. Con la nuova scala stipendi la carriera salariale vie-ne allungata (da 10/15 scatti a 24) e dunque le interruzioni di servizio per maternità rallentano una progressione salariale già di per sé allun-gata nel tempo. Allo scopo di riconoscerne il fondamentale ruolo sociale della maternità si chiede in particolare di non penalizzare chi risulta assente per congedo maternità o pa-

rentale non pagato, congedo che ai sensi dell’art. 47 LORD viene concesso al dipenden-te durante il primo anno di vita del figlio e che dura al massimo 9 mesi (estendibili fino alla fine dell’anno scolastico per i docenti).

Emendamenti art 30 e art 31 Malattia e In-fortunio

Occorre precisare che gli articoli 30 e 31 di-sciplinano, a nostro giudizio erroneamente, allo stesso modo malattia e infortunio. Le presta-zioni in seguito a un infortunio sono sottoposte a una Legge Federale, la LAINF, che prevede, oltre il diritto alla cura medica, anche il diritto all’indennità giornaliera e, a certe condizioni, alla rendita di invalidità. Nell’ipotesi in cui la cura medica duri a lungo, l’indennità giornalie-ra spetta all’assicurato anche per un periodo superiore ai due anni contemplati dagli articoli 30 e 31. È quindi sbagliato limitare il diritto alle prestazioni in caso di infortunio (professionale o non) fino ad un massimo di 730 giorni. For-muliamo una proposta di emendamento con le aggiunte e correzioni evidenziate.

Emendamento art 41 Il Consiglio di Stato nel corso delle discus-

sioni con i rappresentanti del personale aveva garantito che non avrebbe più imposto misure di contenimento a carico dei dipendenti per

il periodo 2016-2019. Il passaggio alla nuova scala salariale come indicato all’art. 41 impe-disce invece al dipendente di ottenere lo scat-to annuo. Ciò significa che i collaboratori che attualmente sono in carriera ed hanno diritto allo scatto annuale si vedranno ancora parzial-mente penalizzati al momento del passaggio nella nuova scala salariale («aggancio» tra la vecchia e la nuova scala salariale). Riteniamo ingiustificata questa misura di contenimento e chiediamo pertanto che al momento del pas-saggio sia previsto un aumento anno pieno calcolato sulla nuova scala salariale.

Emendamento art 41a La Commissione paritetica, che ha come fi-

nalità quella di traghettare dal vecchio al nuo-vo sistema salariale, è già stata accolta nel suo principio della Commissione della gestione che ha proposto questo nuovo articolo. Rite-niamo tuttavia che sia necessario prorogare la durata di vita di questa Commissione fintanto che la nuova classificazione non sia totalmente in funzione, come indica la prima frase del cpv. 5 («Essa viene sciolta a conclusione della fase introduttiva della nuova classificazione delle funzioni»). Occorre dunque togliere il riferimen-to al primo anno visto che diversi dipendenti verranno collocati nel nuovo sistema salariale nel 2018 e nel 2019.

ROBERTINO BAY E DIANA CAMENZIND

L unedì 12 dicembre si è svolta l’as-semblea cantonale dei dipendenti delle agenzie di sicurezza. Numerosi

i partecipanti, vivo il dibattito. La carne al fuo-co era molta, come già anticipato nello scorso numero de «il Lavoro».

L’attenzione era focalizzata all’approfondi-mento del contratto collettivo nazionale di la-voro (CCNL) a seguito delle numerose richie-ste di chiarimento su alcuni articoli che hanno destato dubbi e perplessità. In particolare la questione del rimborso chilometrico, che ri-mane tutt’oggi un quesito non chiarito anche perché da parte della Commissione paritetica nazionale (PaKo), non sono giunti ragguagli chiari ed esaustivi. Prosegue pertanto il lavoro di approfondimento e di analisi giuridica per definire in modo definitivo e univoco cosa real-mente sia di spettanza dei collaboratori e cosa invece sia a carico dei datori di lavoro.

Parallelamente continua sul campo il lavoro di avvicinamento degli agenti di sicurezza im-

pegnati nei vari servizi per conoscere eventuali bisogni o necessità.

I vari segretariati sono sempre a disposizione per ricevere le vostre segnalazioni, il tutto ov-viamente con garanzia di anonimato.

Al termine dell’incontro si è svolta una convi-viale panettonata con scambio di auguri.

Assemblea

Agenzie di (in)sicurezza �� transfair: basta risparmi sul personale federale

Il Consiglio nazionale intende economizza-re in una seconda tornata di risparmi altri 50 milioni di franchi sul personale federale. Un ulteriore colpo di scure.

Realizzare un provvedimento di austerità di tale portata non è né serio né ragione-volmente attuabile entro la fine dell’anno. E come se ciò non bastasse, secondo la Ca-mera bassa il personale dovrebbe sostenere ulteriori misure di risparmio.

Per transfair è stato raggiunto il limite. È inammissibile che la smania di risparmio si riversi ripetutamente sul personale, mentre in altri settori si continui ad aumentare senza sosta i preventivi. Il credito per il persona-le degli uffici è esaurito, i collaboratori non sono più in grado di sopportare altri tagli, soprattutto di tale entità.

Una pianificazione finanziaria di questo tipo è tutt’altro che seria. Se è necessario risparmiare, è altrettanto opportuno riflet-tere a cosa si può rinunciare. I ripetuti tagli trasversali a breve termine non fanno che aumentare la pressione sul personale. In seno al Consiglio nazionale urge dunque un’inversione di rotta dal populismo politico-finanziario.

AL VOLO

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BRUNO ONGARO*

E ccoci pronti a un nuovo Natale. Per un giorno forse si riuscirà a mettere nel cassetto le svariate problemati-

che che ci accompagnano quotidianamente. La vita è come una complicata caccia al tesoro e ogni giorno scopriamo che il guardare avanti ci aiuta a superare gli ostacoli che regolarmen-te incontriamo.

Grazie al nostro saper convivere con le di-verse criticità non conosciamo le strazianti situazioni sulle quali giornalmente i media ci informano.

Il mondo finanziario ha continuato nella sua espansione alla ricerca del massimo profitto mettendo in difficoltà il lavoro e di conseguen-za le lavoratrici ed i lavoratori, tutti senza di-stinzione di professione o attività.

La libera circolazione delle persone ha si generato delle turbolenze ma queste sono di-

venute tempeste grazie a persone avide che con modi diversi hanno speculato e speculano sulla necessità di molte persone di poter avere il minimo vitale. Questi disagi non sono conso-ni ad un mondo del lavoro e a una economia sani.

Il mio augurio è che le imminenti feste na-talizie ci permettano per un giorno di ritorna-re bambine e bambini, per assaporare quella gioia, allegria, entusiasmo, generosità, bontà, propri di quella età. Ne abbiamo bisogno tutti anche per vedere con occhi e sentimenti di-versi le criticità che attanagliano molte popola-zioni ma anche il nostro vivere quotidiano.

Ecco, per un giorno torniamo bambine e bambini, per sognare quel mondo che da pic-coli immaginavamo colmo di gioia.

Auguri per un Natale «bambino» e un 2017 entusiastico.

*Presidente Cantonale OCST

A tutti gli associati

Auguri di buon Natale!

Letture

Due idee per un bel regalo

« N on era uno svizzero, era un italiano fatto svizzero, i peggiori!». A distanza di tanti anni le parole sferzanti che danno il titolo al libro e che si era sentito dire in un cantiere, agitano ancora i ricordi di un muratore con trent’anni di esperienza di lavoro in Canton Ticino. La sua è una delle tante testimonianze raccolte nell’ambito di una ricerca sul frontalierato promossa dalla Fondazione Del-Pietro

e da BiblioLavoro. Storie di lavoro diverse che quasi sempre però hanno lo stesso rumore di fondo: una sicurezza molto relativa, la battaglia con-tro i luoghi comuni che fanno dei frontalieri i soliti privilegiati, la sensazione di essere sempre sotto esame, come lavoratori e come cittadini. Ma anche la gratitudine per un’opportunità occupazionale senza la quale l’alternativa sarebbe stata l’emigrazione. Testimonianze orali inquadrate da un’approfondita ricostruzione storica dell’immigrazione italiana in Svizzera, della nascita e dello sviluppo del fenomeno dei fronta-lieri e della loro tutela sindacale.

«Non avete pane a casa vostra?» curato da Guido Costa, è edito da BiblioLavoro, associazione culturale della Cisl Lombar-dia, in collaborazione con la Fondazione Mons. Luigi Del-Pietro dell’OCST, raccoglie le testimonianze di sedici lavoratori fronta-lieri e cerca di inquadrare il fenomeno dal punto di vista storico, con i contributi di Alberto Gandolla, docente e storico dell’OCST, e Aldo Carera, professore di storia economica all’Università cat-tolica di Milano.

Per informazioni: [email protected]

A undici anni dalla scomparsa, OCST propone un libro curato da Maria Libotte e Alberto Gandolla per rendere testimonianza, dal punto di vista storico, a Mons. Fran-

co Biffi, un sacerdote di grande spessore intellettuale e umano, un grande educatore all’impegno sociale. Il volume è disponibile a Lugano, presso la Libreria Il Segnalibro, e a Mendrisio, presso la libreria Al Ponte. È inoltre possibile richiederne una copia presso il Segretariato cantonale OCST ([email protected]).

Cari bimbi,quest’anno Sofia Libotte ci ha preparato uno splendido disegno da colorare!

Come di consueto tutti i lavoretti pubblicati dal nostro giornale in occasione del Natale dal 2007 sono disponibili sul sito dell’OCST www.ocst.ch.

Buon divertimento! E l’augurio di trascorrere un sereno Natale con le vostre famiglie!

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8 915 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Natale Per i bimbi

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10 1115 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro

Il calendario completo dei corsi può essere consultato sul sitointernet del CFP-OCST e di FORMAT Lingua Saglwww.cfp-ocst.chwww.formatlingua.ch

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I ncontriamo persone che hanno perso il lavoro perché si sono ammalate, perché si sono infortunate, perché la loro azien-

da deve essere ridimensionata o addirittura chiude. Ognuno di loro è alla ricerca di una stella che possa illuminare il loro cammino.

Natale è alle porte e a loro vogliamo dedica-re questa poesia.

UNA STELLA SULLA STRADA DI BETLEMMEdi Boris Pasternak

Era invernoe soffiava il vento della steppa.

Freddo aveva il neonato nella grottasul pendio del colle.L’alito del bue lo riscaldava.

Animali domestici stavano nella grotta.Sulla culla vagava un tiepido vapore.Dalle rupi guardavanoassonnati i pastorigli spazi della mezzanotte.

E lì accanto, sconosciuta prima d’allora,più modesta di un lucignoloalla finestrella di un capanno,tremava una stellasulla strada di Betlemme.

PROGETTO MOSAICO

Una stella sulla strada di Betlemme

Info e commentiMarina Bernardo Ciddio [email protected] Pigò [email protected] Cicale [email protected]

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10 1115 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Sindacato Formazione

PAOLO CICALE*

O gni migrante è portatore di una sto-ria personale, unica e irripetibile, mentre i discorsi pubblici sulle mi-

grazioni ne fanno una massa indistinta, in cui uno è uguale all’altro.

La figura del migrante, infrange schemi con-solidati, modi di vedere e di pensare la realtà, evoca fantasmi e paure solo apparentemente sopite, fa scattare meccanismi sociali di difesa nelle nostre società in crisi.

La compresenza, in uno stesso territorio, di una pluralità di culture, costituisce una sfida alla riflessione etica e giuridica in generale, in quanto evidenzia alcune differenze, sul piano delle concezioni del mondo e della vita (etiche, filosofiche, religiose e culturali ) e sul piano dei comportamenti (gli usi, i costumi e le tradizioni) che mettono alla prova la consistenza dei prin-cipi di uguaglianza e di differenza (o diversità) nei limiti in cui la pretesa del diritto alla diffe-renza o diversità deve comporsi con il princi-pio universale dell’uguaglianza, proclamato nelle costituzioni nazionali e nei documenti in-ternazionali (Costituzione federale della Con-federazione Svizzera: art. 7, art. 8).

Il primo principio che deve guidare la rifles-sione e la prassi etica deve essere quello del ri-conoscimento del rispetto dell’essere umano, indipendentemente dall’appartenenza etnica o culturale.

L’identità della cultura di appartenenza è un valore che va riconosciuto e compreso. Il ri-spetto dell’identità e della differenza culturale va compreso proprio sulla base del principio di uguaglianza.

Purtroppo i problemi nascono nel momen-

to in cui ci si pone la domanda: «chi sono gli uguali, chi sono i diversi?». Si scopre che spesso i criteri in base ai quali si raggruppano gli individui in uguali e diversi variano secondo i tempi, i luoghi, le ideologie, le concezioni eti-che, religiose, ecc.

E nel nostro secolo cosa succede?Le reazioni del gruppo ospite all’arrivo

dell’immigrato possono essere diverse: nel caso in cui la comunità avrà, in qualche modo partecipato a questo arrivo l’accoglienza sarà positiva o, quantomeno priva di ostilità. Se, invece, il nuovo venuto irrompe senza preav-viso, il gruppo potrà manifestare una reazione di allarme, come se dovesse prepararsi ad af-frontare un possibile «attacco» da parte di un «nemico» di cui non si conoscono le intenzioni.

Un tale atteggiamento di diffidenza è stato descritto molto bene da Kafka nel romanzo «Il Castello»: «Lei non è del Castello, non è del paese, non è nulla. Eppure anche lei è qualco-sa sventuratamente, è un forestiero, uno che è sempre di troppo è sempre tra i piedi, uno che vi procura un mucchio di grattacapi…».

Se vogliamo accogliere l’altro, dobbiamo fare i conti con sentimenti contrastanti che avver-tiamo dentro di noi stessi e soprattutto con la nostra paura. Accolta la paura e con essa la possibilità di cogliere la radicale alterità dell’al-tro e la propria straneità, allora possiamo fare il passo successivo che è l’ascolto.

E cosa possiamo scoprire ascoltando il nuo-vo arrivato?

Spesso un aspetto che accomuna i migranti è la perdita e la ricerca di una nuova identità. Non si tratta soltanto di una questione buro-cratica, di dati personali che mutano, ma di una ricerca da parte dello «straniero» di un

nuovo modo di essere, che gli permetta di riconoscersi e di farsi riconoscere. L’uomo non essendo una monade solitaria e spaesa-ta, necessita di relazioni con l’ambiente e con altri uomini, con una lingua e con una storia comune per trovare una definizione di sé, una propria identità.

Lo straniero manifesta soprattutto il bisogno dell’inserimento. Il percorso di inserimento spesso è irto di difficoltà. Non dobbiamo di-menticare che, in genere, la radicalizzazione dell’identità culturale originaria è proporzio-nale alle difficoltà e ai rifiuti che si frappon-gono all’inserimento. Infatti, man mano che l’immigrato si inserisce, acquisisce una nuova identità che non è necessariamente la copia di quella del paese d’accoglienza, ma neppure il simulacro di quella del paese di origine.

Ivano Fossati in «Pane e coraggio» così can-tava: […] E noi cambiavamo molto in fretta il nostro sogno in illusione incoraggiati dalla bel-lezza vista per televisione disorientati dalla mi-seria e da un po’ di televisione. Pane e corag-gio ci vogliono ancora che questo mondo non è cambiato, pane e coraggio ci vogliono anco-ra, sembra che il tempo non sia passato, pane e coraggio commissario che c’hai il cappello per comandare, pane e fortuna moglie mia che reggi l’ombrello per riparare. Per riparare que-sti figli dalle ondate del buio mare e le figlie da-gli sguardi che dovranno sopportare e le figlie dagli oltraggi che dovranno sopportare. Nina ci vogliono scarpe buone e gambe belle Lucia. Nina ci vogliono scarpe buone pane e fortuna e così sia ma soprattutto ci vuole coraggio a trascinare le nostre suole da una terra che ci odia ad un’altra che non ci vuole.

*Consulente Progetto Mosaico

Riflessione

Il migrante

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12 1315 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Sindacato Interprofessionale

I giovani i cui nonni sono emigrati in Svizzera devono poter godere della na-turalizzazione agevolata. È l’obiettivo che persegue un’iniziativa sulla qua-le il popolo svizzero sarà chiamato ad esprimersi il 12 febbraio 2017. Syna im-piega molti giovani direttamente inte-ressati da questo oggetto in votazione.

SELINA TRIBBIA

D a oltre otto anni l’iniziativa di Ada Marra (VD/PS) rimbalza tra le due Camere federali. Nel 2004 il popolo

svizzero respinse per pochi voti due iniziative

sulla naturalizzazione agevolata per la secon-da generazione e la naturalizzazione automati-ca per la terza generazione. Finalmente il pro-getto di legge è sufficientemente maturo: la naturalizzazione della terza generazione dovrà essere di competenza della Confederazione, e non sarà più necessario comprovare caso per caso che il richiedente è integrato, ma la sua integrazione sarà presunta. Se prendiamo l’e-sempio dei coniugi stranieri di cittadini svizze-ri, attualmente essi possono beneficiare della naturalizzazione agevolata già dopo tre anni di matrimonio. La procedura è più rapida e in tut-ta la Svizzera vigono le stesse condizioni. Inol-tre, gli emolumenti sono sensibilmente inferio-ri. Perché, allora, i nipoti di stranieri immigrati in Svizzera non dovrebbero essere considerati

come perfettamente integrati? Eppure il progetto di legge definisce piut-

tosto rigidamente il profilo del giovane di terza generazione, che deve avere ad esem-pio al massimo 25 anni, essere in possesso del permesso C, essere nato in Svizzera da un genitore in possesso di permesso C, che abbia frequentato almeno 5 anni di scolarità in Svizzera, ed avere un nonno che dispone (o disponeva) di un permesso di soggiorno in Svizzera. Secondo le stime, soltanto tra le 4000 e le 5000 persone soddisferebbero que-ste condizioni.

Syna sostiene questa iniziativa attesa ormai da tempo. Se anche tu sei di quest’avviso, fir-ma l’appello online su:

www.terza-generazione.ch!

Young Syna

Naturalizzazione agevolata

della terza generazione

Syna: Che cosa significa, per te, la Svizzera?

Barbara: In Svizzera mi sento a casa. Qui vi-vono i miei famigliari più stretti, ci sono tutti i miei amici, seguo gli studi (giurisprudenza) e lavoro. Tutta la mia vita ruota in Svizzera, ecco perché questa è la mia casa, la mia patria.

Che significato ha, per te, il Portogallo?In Portogallo ci sono le mie radici. È il pa-

ese di provenienza della mia famiglia. Con il Portogallo associo molte tradizioni e ricordi di famiglia.

I tuoi parenti stretti ti considerano svizzera

o portoghese? I miei parenti mi vedono come cittadina sviz-

zera, poiché con i miei fratelli parlo ad esempio solo tedesco. Per loro siamo più svizzeri che portoghesi.

Questo ti crea problemi? Nient’affatto! Come detto, ho radici in Por-

togallo, ma è in Svizzera che mi sento a casa.

Cosa significa, per te, essere integrati in un paese?

Per me la persona integrata conosce e vive le tradizioni del paese. Non ritengo necessa-rio parlare perfettamente la lingua, ma bisogna

padroneggiarla. Ma non penso si tratti di cri-teri, quanto piuttosto di sentimenti (senso di appartenenza).

Dove vedi il tuo futuro?Il mio futuro è chiaramente in Svizzera. Ad

essere sincera, non riesco proprio ad immagi-nare di vivere altrove.

Trovi giusto che negli ultimi anni le autori-tà elvetiche applichino criteri più severi per valutare se una persona è «integrata»?

Sì e no. Trovo giusto che la naturalizzazio-ne presupponga che la persona è integrata. Ma, come detto, talvolta è difficile basarsi su

singoli strumenti bu-rocratici per determi-nare se una persona è effettivamente inte-grata.

Perché sì, e perché no?

Sì, perché la natu-ralizzazione non do-vrebbe essere scelta soltanto per ottenere dei vantaggi. Secon-do me, ci si dovrebbe naturalizzare perché la Svizzera è diventa-ta la propria patria. E se la naturalizzazio-ne viene chiesta per questi motivi, non è necessario dissemi-nare il cammino di inutili ostacoli.

Intervista con Barbara André, collaboratrice amministrativa pressoil segretariato regionale di Zurigo e straniera di terza generazione

Barbara non dimentica le proprie radici culturali (nella foto, presso il Café Majestic a Porto, Protogallo), ma la sua vita è in Svizzera, che considera la sua patria

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12 1315 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Sindacato Interprofessionale

Ramo da construção civil: Conferência da indústria

Construa connosco

Foi sob este slogan que se realizou a conferência do ramo da construção ci-vil no dia 19 de novembro. Este slogan apelava aos membros da Syna para contribuírem ativamente para o futuro do seu contrato coletivo de trabalho (CCT) e das condições de trabalho nos estaleiros suíços. As negociações rela-tivamente ao CCT deverão estar con-cluídas na próxima primavera.

GUIDO SCHLUEP*

A pós uma breve introdução ao nosso tema do congresso «O meu trabalho – o meu tempo», eu e Ernst Zülle de-

mos as boas-vindas aos participantes da con-ferência sob o novo lema da construção «Con-strua connosco». Após a apresentação da nova equipa do setor da construção da Syna, dei a conhecer os mais recentes números do volume de negócios do ramo da construção civil. Os números publicados pela Associação Suíça dos Empreiteiros da Construção Civil (ASEC) são positivos. Em relação ao ano an-terior, estes números registaram um aumento em todos os campos. Na realidade, isto são boas condições para justificar o aumento do salário em 80 francos para o ano de 2017, que exigimos. No entanto, a ASEC ainda encara esta situação de maneira diferente. Apesar da positiva situação das encomendas para o ano de 2017, não querem conceder qualquer au-mento salarial. Eles remetem para a dedução

de 0,5 por cento nas contribuições para a FAR por parte do empregador, a qual já tinha sido decidida há exatamente 1 ano num acordo en-tre os parceiros sociais e a ASEC, de modo a evitar uma lacuna contratual. Por essa razão, argumentam que já não existe qualquer mar-gem de manobra para aumentos salariais. Além disso, os empreiteiros fazem referência ao aumento, igualmente negociado há um ano, do subsídio de alimentação em um franco a partir do dia 1 de janeiro de 2017, consideran-do o nível de salário mínimo já muito elevado, bem como a inflação atual negativa. Apesar de a ASEC ainda não ter feito qualquer cedência no que diz respeito aos salários, para a Syna ainda nada está decidido.

Registo de indústriasNas negociações em curso, a Syna exige a

criação de um registo inter-regional e interpro-fissional. Este deve disponibilizar, de acordo com a respetiva empresa, os resultados dos controlos realizados, sob a forma de um cer-tificado do contrato de trabalho coletivo nor-malizado e de fácil interpretação. O registo poderia servir como base para sistemas de informação avançados, tais como uma iden-tificação dos estaleiros de obras (sistema eletrónico de controlo e de recolha de infor-mação). Esta é uma exigência fulcral, para apoiar os controlos dos estaleiros de obras e reduzir o dumping salarial. Um outro pon-to em discussão nas negociações em curso é o facto de os trabalhadores da construção civil, com conhecimentos técnicos mas sem carteira profissional, serem promovidos para a classe salarial B, o mais tardar, após 3 anos

de atividade. Esta promoção pode ser adiada pelo empregador por um período máximo de mais um ano. Contudo, o empregador deve justificar essa decisão à comissão profissional paritária.

Limitação do trabalho temporárioUma outra exigência nas negociações em

curso é a limitação do trabalho temporário nos estaleiros de obras. Nem mesmo os emprei-teiros veem com bons olhos quando os seus colegas profissionais decidem trabalhar por conta própria com uma Lda e cobrem todos os trabalhos com trabalhadores temporários, de modo a manter baixo o risco de não re-ceberem trabalhos futuros. O trabalho tem-porário faz sentido nos meses de verão, para que os trabalhadores possam receber duas a três semanas de férias de uma só vez ou para colmatar as situações de picos de trabalho. Contudo, esta situação não se pode tornar permanente, tal como acontece em muitos estaleiros de obras.

O meu trabalho – o meu tempoEm sintonia com o nosso tema do congres-

so, a Syna exige critérios definidos que ju-stifiquem uma interrupção de trabalho para trabalhos ao ar livre. A proteção contra os despedimentos para trabalhadores mais vel-hos, o tempo de viagem de ida e volta a partir e para o local de reunião dos trabalhadores, que deve ser compensado no salário de base, são outros dos pontos das negociações. De modo a apoiar a nossa iniciativa de licença de paternidade, exigimos 5 dias de licença de paternidade após o nascimento de um bebé. A completar as nossas exigências estão três dias livres remunerados após o casamento, assim como uma licença para formação.

*secretário central da construção civil

Foto: Pascal KemperGuido Schluep é o novo secretário central para o ramo da construção civil

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14 1515 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Sindacato Interprofessionale

Rama terminación de edificios: protestas en toda la Suiza Romanda

Los trabajadores estaban listospara luchar

Más de 500 trabajadores participaron el 18 de noviembre de las protestas en la Romandía. Denunciaron vehemen-temente a la rescisión de su Contra-to Colectivo de Trabajo (CCT) por los empresarios. Y están listos para luchar por mejoras laborales y la preservación de su CCT.

TIBOR MENYHART*

E n respuesta al termino unilateral del CCT por los empresarios, el 18 de noviembre mas de 500 trabajadores

y trabajadoras demostraron su desconten-to por su situación a causa de la disolución del Contrato General, que afectará a mas de 25000 empleados en la Romandía a partir del 1 de enero del 2017. En respuesta a la llama-da de Syna y Unia, los trabajadores partici-paron en todos los cantones de la Suiza Ro-manda y en el Alto Valais con una prolongado pausa de mediodía y paros hasta la tarde. Diferentes marchas se realizaron en Renens, Bulle, Sitten, Chêne-Bougeries, Neuenburg, Delsberg y Brig. Con esta exitosa primera ola de protestas se ha mandado un fuerte men-saje a los empresarios.

No a la rebaja de salariosLos sindicatos se oponen firmemente a la

destrucción del CCT de la Romandía. Tam-bién critican la actitud irresponsable de los empresarios, al abrir la puerta de par en par al dumping salarial y a una guerra de salarios sin precedentes. En vista del caos que ame-nazaba al sector, Syna y Unia hicieron un lla-mado a los empleadores a que se retractaran para iniciar conversaciones sin condiciones preexistentes sobre este tema.

Mejoras mas que merecidasPor otro lado, los sindicatos ya anunciaron

que no estarían satisfechos con una exten-sión del CCT en su estado actual. Se necesi-tan implementar mejoras tangibles, especial-mente en lo referente a la pérdida de poder adquisitivo de los trabajadores. Este se ha reducido a causa de la subida de precios en los seguros de salud y la falta de ajuste sala-rial en los cuatro últimos años desde el ultimo Contrato General. Las mejores son posibles a causa de la fuerza económica de la industria; y sobre todo son merecidas.

Las negociaciones son retomadasEstas protestas lograron que los empresa-

rios volvieran a la mesa; de esta manera se han oficializado dos nuevas fechas (28 de no-viembre y 6 de diciembre) para continuar las negociaciones. Los representantes sindica-les que son parte de la negociación cerraron un acuerdo con los empresarios, por la cual accedieron a retirar la rescisión del CCT. El

sueldo mínimo sube de 30 rappen hasta alre-dedor de 53 francos por mese. El bono de ali-mentación sube un franco hasta los 18 fran-cos. Los trabajadores estuvieron de acuerdo con este nuevo CCT en la reunión del 6 de diciembre, previniendo de este modo quedar sin un contrato colectivo.

*Secretario Central del sector de la terminación de edificios

Foto: Giuseppe Di Mauro120 trabajadores de la Rama terminación de edificios se reúnen en Bulle para un almuerzo colectivo y exigen retomar las negociaciones

Foto: SCIVRepresentantes sindicales de Unia y SCIV discuten con Gilles Granges, presidente de la confederación empresarial de Pintores y Albañiles y jefe de la fir-ma Gyps SA.

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16 1715 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro

Riflessioni

Anno 2016: tenebre, luce e«...la diritta via (tuttora) smarrita»

GIACOMO FALCONI*

C osa dire di quest’anno che volge al termine?

L’anno 2016 è stato, a dir poco, sconcertante. Non è il caso di elencare le trage-die che si sono verificate, perché le notizie e le im-magini sono sicuramente bene impresse nelle men-ti di ogni individuo. Basta dire che la dignità della persona umana è stata calpestata spudoratamen-te, la bellezza e la diversità del mondo oltraggiate, le minoranze etniche perse-guitate, i diritti di popoli negati con la forza. Molti (troppi) governi, pur essendo

membri dell’ONU, non rispettano i di-ritti umani.La nostra riflessione vuole essere un

richiamo ai valori, a ciò che può far cambiare il mondo, a ciò che man-tiene viva la speranza in una società migliore.

Le tenebre«...mi ritrovai per una selva oscura,

ché la diritta via era smarrita».L’allegoria della Divina Commedia

centra appieno la situazione in cui si dibatte l’intera umanità. La selva oscura, ossia il male e il peccato, fan-no smarrire la retta via, ovvero quella delle virtù. Il poeta tenta di raggiunge-re un colle che scopre illuminato dal

sole, ma viene ostacolato da una lon-za (lince), un leone e una lupa. Rap-presentano la lussuria, la superbia e l’avidità, i tre vizi che stanno alla base di ogni male.Era l’anno 1305. Possiamo quindi

dire che la storia si ripete? Sì, è vero, ma ciò non giustifica l’attuale degra-do, perché il nostro contesto sociale è totalmente cambiato. Negli ultimi decenni si è verificato il più grande cambiamento culturale mai avvenuto nella storia. Viviamo un’epoca di sba-lorditivo progresso. Conosciamo sto-ria, cultura e tradizioni di ogni popolo, ci spostiamo in tutto il mondo in po-che ore, sappiamo e vediamo gli av-venimenti all’istante. I lati positivi della globalizzazione dovrebbero aiutarci a sviluppare il desiderio di conoscenza,

di colloquio, di fraternità. Al contra-rio, assistiamo al predominio delle tre belve e alla conseguente perdita dei valori, dell’etica e del «senso della mi-sura» (in tutti i campi).Ecco quanto c’è di sconcertante in

questo 2016. L’uomo non è stato ca-pace di sfruttare ciò che il progresso ci offre di straordinariamente positivo, al fine di ridimensionare gli squilibri sociali. Gli interessi personali hanno prevalso (e prevalgono ancora) sul bene comune.

La luce«Nella notte dei conflitti che stiamo

attraversando…», così Papa Fran-cesco nella Moschea di Baku (GdP 3.10.2016) ha definito l’attuale situa-zione mondiale.

È notte, non c’è dub-bio, ma vi sono anche numerose fiammelle, di diverse grandezze, che brillano qua e là, silen-ziosamente. Sono le azioni di molti volontari, associazioni benefiche e altro, che si adope-rano per rimediare agli squilibri sociali, per al-

La Direttiva di GenerazionePiùporge a soci e lettori auguri fervidi di buon Natale e di un nuovo annocarico di entusiasmoper tutte le generazioni

Nel mezzo del cammin di nostra vitami ritrovai per una selva oscuraché la diritta via era smarrita.(Primo verso della Divina Commedia di Dante Alighieri)Firenze 1265 / Ravenna 1321

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16 1715 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro

leviare le sofferenze causate dalle bel-ve feroci.Nell’anno 2016 abbiamo inoltre assi-

stito a tre avvenimenti particolari: la Giornata Mondiale della Gioven-

tù a Cracovia: un milione e seicento-mila giovani, di ogni razza e lingua, che hanno lanciato una nuova cultura: all’odio rispondiamo con la fraternità, le Olimpiadi estive di Rio de Janei-

ro: il confronto della forza nel rispetto dell’altro, la santificazione di Maria Teresa di

Calcutta: l’amore che non ha frontiere.Un immenso bagliore ha irradiato il

mondo. I messaggi scaturiti sono sta-ti molteplici e tutti portano alla stessa

meta: la convivenza pacifica, che eli-mina i contrasti e fa ritrovare la pace perduta. Ma i grandi e i potenti del mondo continuano, imperterriti e irre-sponsabilmente, a prediligere il frago-re delle armi, che genera sofferenze; si compiacciono del tintinnio dell’o-ro (la corruzione) che causa la fame. All’ONU bloccano le proposte di ac-cordi con il «veto», lasciando via libera a distruzione e morte. Noi dobbiamo comunque rimanere fiduciosi, dobbia-mo alimentare la fiamma della speran-za, perché quella grande luce che ha illuminato il colle, nel momento a noi sconosciuto, scenderà a disperdere l’oscurità della selva.

Memoria e coraggioUn 2016 dunque prigioniero delle te-

nebre. È nostro dovere sostenere la luce per diradare, come la nebbia del mattino, l’oscurità e ritrovare la diritta via che conduce al colle dove splen-de il sole. Per dirla con Michele Fazioli (L’aria del sabato, GdP 17.09.2016): «La vera questione sta nella qualità, nella forza di testimoniare senza se e senza ma da dove veniamo e chi sia-mo».Testimoniare l’identità cristiana, pro-

muovere i valori, impedire di sradicare la nostra cultura dalle origini (è in atto uno scontro fra culture), difendere le conquiste democratiche, esigere il ri-spetto dei diritti umani, questo è l’at-teggiamento che dobbiamo assumere nella vita comunitaria.A Cracovia, al termine del raduno,

Papa Francesco parlando a braccio, con due parole diede la missione ai giovani: memoria e coraggio.Memoria: non dimenticate le origini

cristiane, la storia; coraggio: siate te-stimoni dei veri valori.Sono comportamenti quotidiani

che portano sulla «diritta via (tuttora) smarrita».�

*Presidente cantonale di GenerazionePiù

Chiusura Centro diurno eSegretariato

Informiamo tutte le persone inte-ressate che il nostro Centro Diurno, il segretariato cantonale e seziona-le di Lugano, in occasione delle fe-stività natalizie e del passaggio al nuovo anno, rimarranno chiusi

dal 24 dicembre all’8 gennaio 2017

Riprenderemo le numerose attivitàlunedì 9 gennaio 2017

Anche nel 2017 saremo qui per voi

Avete più di 60 anni e volete essere ancora attivi?Approfittate delle varie offerte e par-

tecipate alle nostre attività! Per la modica somma di fr. 36.-

all’anno potrete beneficiare di offerte vantaggiose e sarete regolarmente in-formati sulle nostre attività.

Volete impegnarvi socialmente?Annunciatevi quali collaboratori per il

Centro diurno!Cerchiamo volontari per intrattenere

gli utenti, per il servizio al bar e du-rante i pasti, per organizzare attività e feste. L’impegno, a seconda della disponibilità individuale, può essere limitato ad un unico intervento di po-che ore o a più interventi.

Attività regolari

Ogni 1° martedì del mese - ore 14.15Proiezione di un film

Ogni 2° martedì del mese - ore 14.15Passiamo un pomeriggio in musica

Ogni mercoledì mattinaGinnastica dolce per tutti gli «over 60»Esercizi di equilibrio, rinforzo musco-lare, allenamento della memoria, ecc. (esercizi in prevalenza da seduti)Ogni mercoledì e venerdì pomeriggioGiochi per passare del tempo insieme

Carte, dama, scacchi, memory, ecc. Mettiamo a disposizione tutto il ma-teriale

Ogni giovedì pomeriggioParliamo ingleseDalle 14.00 alle 14.45 - Corso base (principianti)Questa attività ha per obiettivo di far apprendere le basi della linguaDalle 15.00 alle 15.45 - Gruppo con-versazioneQuesta attività si rivolge a persone con una buona conoscenza della lingua.

Info:Marco Treichler, Vitina Carrozza o Donatella AbbiatiCentro Diurno - Via B. Lambertenghi 1 6901 LuganoTel. 091 910 20 [email protected]

Per dare senso al tempo dell’anziano

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18 1915 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro

¨ Festa Veneziana sull’acqua sa-bato 11 e domenica 12 febbraio. NeIl’ambito del Carnevale di Venezia Rio Cannaregio si trasforma in un vero e pro-prio palcoscenico d’acqua con uno spet-tacolo che ogni anno incanta migliaia di spettatori, durante il quale strutture gal-leggianti trasferiscono sull’acqua il tema del Carnevale. Costo: fr. 350.- a persona in camera doppia. Camera singola, supple-mento fr. 40.-. INFO: Claudia Righetti, tel. 079 327 93 24, da subito.

¨ Ad Abano per rilassarsi... Cure termali dal 2 al 9 aprile. Piccolo re-lax dal 6 al 9 aprile. Hotel terme all’Al-ba****. 7 giorni Costo: fr. 930.- a persona in camera doppia. Camera singola, supple-mento fr. 80.-. 3 giorni Costo: fr. 410.- a per-sona in camera doppia. Camera singola, supplemento fr. 40.-. Offerte di pacchetti massaggi sono da concordare con la re-ception all’arrivo in albergo. INFO: Claudia Righetti, tel. 079 327 93 24, da subito.

¨ Meraviglioso Mediterraneo dal 2 al 9 aprile. Crociera che parte da Sa-vona per raggiungere Marsiglia, Barcello-na, Valencia, la costa sud della Sardegna con Cagliari e Civitavecchia con le incom-mensurabili bellezze della «Caput Mundi» Roma. Costo: da fr. 990.- a fr. 1.680. INFO: tel. 091 862 58 00.

¨ Gita di un giorno alla Venaria Reale, giovedì 27 aprile. In collabo-razione con l’autopostale Valle di Muggio proponiamo la gita di una giornata, volta a conoscere la Venaria Reale (Residen-za Sabauda presso la brughiera collinare torinese) recentemente sottoposta a un restauro importante, che l’ha resa nuo-vamente accessibile ai visitatori. Seguirà pranzo in ristorante caratteristico. Nel po-meriggio visita a sorpresa. Costo: da defi-nire. PRE-ISCRIZIONI: a Eliana Cavadini, tel. 091 683 16 84 o al segretariato di Mendri-sio tel. 091 640 51 11, entro metà marzo.

¨ Firenze e dintorni dal 22 al 26 maggio. Costo: fr. 980.-soci; non soci fr. 1’050.-. Suppl. camera singola: 4 notti fr. 175. Quota di partecipazione: viaggio, pensione completa e pranzi extra (acqua e vino inclusi), visite con guide. Posti limi-tati! ISCRIZIONI: già aperte, tel. 091 751 30 52 entro il 10 aprile.

¨ Dolomiti, dal 7 all’11 maggio. Costo: fr. 780.- a persona (camera doppia), compreso: viaggio in bus granturismo; 4 notti in hotel **** centrale a Moena con pri-me colazioni a buffet; 4 cene in hotel (1/4 di vino e ½ di acqua inclusi); 1 pranzo in ri-storante (1/4 di vino e ½ di acqua inclusi); visita guidata a Bolzano; accompagnato-re Dreams Travel; tutte le mance (escluso l’autista facoltativa); supplementi camera singola fr.90.-. Iscrizioni: tel. 091 8730120.

¨ San Nicolao della Flue, 5 giu-gno, lunedì di Pentecoste. Pellegrinaggio diocesano a Sachseln dal patrono della Svizzera. Costo: fr. 85.- adulti; fr. 60.-ragaz-zi fino a 15 anni (viaggio, pranzo e acqua minerale inclusi). ISCRIZIONI: OPERA DIO-CESANA PELLEGRINAGGI, Lugano. 091 922 02 68 - [email protected] entro il 30 aprile. Chi si annuncia riceverà un for-mulario d’iscrizione: alla voce «Desidero viaggiare in bus insieme a»: inserire il te-sto «GenerazionePiù».

¨ Vigevano e Abbazia di Mori-mondo, gita cantonale, mercoledì 20 settembre. Vigevano, città d’arte, circondata dai boschi del parco del Tici-no. Prima del pranzo, tempo a disposi-zione per attività individuali. Pomeriggio dedicato alla meravigliosa Abbazia di Mo-rimondo, a pochi chilometri da Vigevano. Visita guidata per scoprirne la storia, l’ar-chitettura, la cultura e la spiritualità di cui è figlia. Costo: fr. 90.- a persona (contribu-to sezione: fr. 10.) non soci fr. 100.- INFO E ISCRIZIONI: entro il 4 settembre, tramite la sezione GenerazionePiù a voi più vicina.

Soggiorni e gite 2017

S abato 3 dicembre oltre un centinaio le persone che hanno preso parte, a Castel

San Pietro, alla festa natalizia dei soci della sezione Momò, incontro che tra-dizionalmente conclude le attività an-nuali pensate dal Comitato.La presidente sezionale Marilena

Moalli, nel suo dire augurale e di salu-to, ha voluto sottolineare l’importan-za per gli anziani di mantenere vivo lo spirito di curiosità, nonostante gli avvenimenti non sempre piacevoli che vedono coinvolte molte persone, ed ha pure ricordato che «…se non si sa più come gestire il proprio tempo è più che mai opportuno creare amicizie con persone che assieme percorrono un pezzo di strada comune» e quindi continuare a migliorare lo stile di vita.Anche l’assistente spirituale don

Moioli ha voluto porgere un personale augurio per le festività natalizie. Dopo il pranzo, particolarmente apprezzato da tutti i partecipanti, il vice segretario sezionale Specchietti ha porto gli au-guri per l’OCST.A seguire Maria Luisa Delcò -vice-

presidente cantonale- si è associata ai presenti nel rendere omaggio al presidente cantonale Giacomo Falco-ni per il suo ottantesimo compleanno. La giornata si è chiusa con un brin-

disi e la panettonata, dopo gli omaggi ai soci che hanno raggiunto un signifi-cativo traguardo di primavere.

Il comitato sezionale

Sezione Mendrisiotto

Ritrovarsi conpiacere per Natale

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18 1915 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro

Agenda

Bellinzona ¨ Venerdì 16 dicembre, Prove del

Coro, ore 14.00 Centro Vita Serena, Giu-biasco, alle 15.30. Panettonata aperta a tutti.

¨ Lunedì 23 gennaio 2017, Assem-blea annuale, ore 14.30, ristorante Auro-ra, Gorduno. Al termine merenda.

¨ Venerdì 10 febbraio, ore 14.30, Vi-sita alla fabbrica di Cioccolato Stella. Segue spuntino.

¨ Venerdì 24 febbraio, ore 11.30, Ri-sotto Rabadan, Espocentro Bellinzona.

Locarno ¨ Sabato 14 gennaio, ore 12.00, Pran-

zo dell’amicizia, ristorante «Al Parco» Muralto. Costo: fr. 60.- (tutto compreso). Iscrizioni: 091 751 30 52 entro il 5.1.17.

¨ Martedì 21 febbraio, ore 14.00, Tombola di Carnevale. Centro parroc-chiale S. Antonio, Locarno.

Lugano ¨ Giovedì 23 febbraio, ore 11.30, Car-

nevale al Centro diurno Lugano. Risotto e luganighe - dessert - acqua minerale, fr. 12.- Al termine riffa.

Mendrisio ¨ Giovedì 19 gennaio, Visita guidata

alla mostra «Legni preziosi - Sculture, busti, reliquiari e tabernacoli dal Me-dioevo al Settecento» Pinacoteca Züst, Rancate. Costo: Fr. 10.- a persona (con carta Raiffeisen Fr. 5.-). Ritrovo sul po-sto. Iscrizioni: entro il 10 gennaio, tel. 091 640 51 11.

¨ Martedì 21 febbraio, dalle ore 11.00 alle ore 16.30, Carnevale a San Pietro di Stabio (ex Asilo). Giornata dedicata all’allegria, con aperitivo, risotto e cote-chino, formaggio, dessert, vino e acqua minerale, caffè. Segue la parte ricreati-va e tre giri di tombola. Costo: fr. 20.- a

persona, da versare all’entrata in sala. Iscrizioni: tel. 091 640 51 11, entro il 10 febbraio.

Tre Valli ¨ Lunedì 20 febbraio, Assemblea e

incontro carnevalesco, Centro Giovani - Bodio. Ore 11.00 inizio lavori assem-bleari. Al termine dei lavori: aperitivo. Ore 12.30 Pranzo. Menu: Insalata mista, patate e cotechino, formaggio, dessert, acqua minerale, vino, caffè. Ore 14.30 inizio parte ricreativa (danze, tombola, ecc.) Ore 16.30 merenda con frittelle, ore 17.00-17.30 rientro. Allieterà il pomerig-

gio la Bandella Briosa. Costo: fr. 30.- soci, fr. 45.- non soci. Iscri-zioni: tel. 091 873 01 20 entro il 17 febbraio.

Agenda Centro Diurno Lugano

¨ Atelier cucina e aperitivo: spe-ciale dolci... e non solo. Siete abili in cucina e disponibili a condividere le vostre preziose ricette? Vi aspettia-mo ogni primo venerdì del mese dal-le 09.00 alle 11.00 al Centro diurno per preparare deliziosi cake, torte, biscotti e leccornie salate. E sempre ogni primo venerdì del mese aperiti-vo dalle 11.00 alle 12.00. Prossimo appuntamento venerdì 3 febbraio. Per iscrizione all’atelier cucina con-tattare Vitina, Donatella o Marco.

¨ Panettonata in musica e scam-bio degli auguri, martedì 20 dicem-bre, ore 14.00, Centro diurno Luga-no. Marco Riva con la fisarmonica e Gino Castrignano con la chitarra ci

allieteranno con canzoni popolari e altro.

I corsi sono organizzati da PRO SE-NECTUTE in collaborazione con la no-stra associazione.Utilizzo tablet - Corso base

Imparare cosa sono i tablet. Distin-guere i modelli presenti sul mercato (e le loro differenze), le loro principali funzioni e applicazioni per un utilizzo sicuro con la rete internet.Utilizzate al meglio il tablet - Corso

per avanzati – Livello 2

Avete già qualche nozione su come utilizzare i tablet e desiderate miglio-rarne l’impiego? Allora iscrivetevi a un corso di livello 2. Ricordatevi di porta-re il vostro tablet.Utilizzate al meglio il tabletCorso di perfezionamentoLivello 3Desiderate utilizzare al meglio del

potenzialità del vostro tablet? Iscrive-tevi a un corso di libello 3.

Costi: 3 lezioni a 2.5 ore, fr. 75.- + fr. 5.- materiale, solo corso base (minimo

8 partecipanti).Interessati annunciarsi al Centro

diurno 091 910 20 21 o a Pro Senec-tute 091 912 17 17. Inizio corsi quan-do si raggiunge il numero minimo di partecipanti.�

Informatica - Corsi 2017

GenerazionePiù in collaborazione con il CFP-OCST

propone, all’interno del Gruppo Dialogo un momento d’incontro

sul tema

Il ruolo delle virtù nella nostra vita: quale riscontro pratico?

Venerdì 13 gennaio 2017dalle 15.00 alle 16.30

Relatore: Paolo Cicale

Centro diurno - Luganotel. 091 910 20 21

ConferenzaLe cure e l’assistenza a domicilio

Quali prestazioni? Come richiederle?

Martedì 24 gennaio, ore 14.00Centro diurno - Lugano

Fabienne Cocchi, infermiera valu-tatrice presenterà il servizio di assi-stenza e cura a domicilio di interes-se pubblico del Luganese.Fulvio Manghera, coordinatore responsabile presenterà l’asso-ciazione Opera Prima, ente senza scopo di lucro, che promuove il mantenimento a domicilio attraver-so il collocamento di badanti, l’ero-gazione di prestazioni di economia domestica e il prestito di person-nale.

Al termine merenda offerta.

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20 2115 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Società

Vent’anni fa il progetto «AlpTransit Tici-no», completo e da realizzarsi «a tappe» aveva raccolto il consenso unanime dei Comuni ticinesi.La soddisfazione e la riconoscenza per l’entrata in esercizio delle gallerie fer-roviarie di base del San Gottardo (2016) e del Monte Ceneri (2020) ci ricordano nel medesimo tempo quanto resta an-cora da fare.Le realizzazioni di domani non posso-no essere rinviate ma devono essere affrontate già oggi!

A lpTransit costituisce il cuore, ma mancano ancora le arterie dell’asse ferroviario del San Gottardo, ferro-

via d’Europa (vedi inserto speciale NZZ del 24.5.16). A sud delle Alpi, AlpTransit si ferma praticamente a Lugano e fa difetto la tratta tra Biasca e Camorino (inserita nella programma-zione 2040).

Non possiamo pertanto accettare che il com-pletamento della tratta Lugano–Chiasso, resti programmato per il 2054, una data che fa-rebbe di questa tratta il «fanalino di coda» del programma di completamento del corridoio ferroviario tra Rotterdam e Genova (Reno/Alpi/Mediterraneo).

Un’AlpTransit completa significa collegarsi efficientemente alle reti ferroviarie italiane e te-desche del XXI secolo, raggiungere gli obiettivi di mobilità coordinata (ferroviaria e stradale), inter e intrametropolitana e garantire un effet-tivo trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia.

I proponenti di questo APPELLO chiedono che almeno la prima fase del completamento di AlpTransit Ticino sia anticipata al 2030–2035 e invitano le cittadine ed i cittadini a sot-toscrivere il documento che sarà sottoposto alle Autorità federali e cantonali.

È possibile firmare la petizione a questo link: https://www.change.org/p/alptransit

Trasporti

Firmiamo la petizione!

Novità

Corner, la sfida è lanciata

Quattro giovani, spinti da una grande passione per lo sport, hanno deciso di lanciarsi in un ambizioso progetto. Per meglio capire di cosa si tratta ripor-tiamo la descrizione presente sul loro sito.

D opo mesi di lavori, programmazioni, idee buone e meno buone, siamo online. Il progetto Corner non vuole

essere spocchioso o arrogante, semplicemen-te ambizioso, come lo è stato sin da subito davanti a quella birra pomeridiana in quel bar dove ci si lasciò convinti che l’idea potesse funzionare: «Proviamoci, dai». Poi lavoro, tan-to, da parte di tutti noi. In seguito il percorso d’avvicinamento sui social. Tante le prove, in-finite le ore dedicate alla causa, indescrivibile la felicità terminate le operazioni. Ora ci siamo.

Corner vuole essere un amico pronto a of-frire momenti di sana e piacevole lettura, ca-pace magari di andare a ripescare nei ricordi di molti un pezzetto di nostalgia, strappando un sorriso. La cronaca c’è, e ci deve essere, ma non saremo noi a volerci sostituire a chi da anni, con passione e tradizione, ci infor-ma tenendo viva quella passione spasmodica che nutriamo per lo sport. Cercheremo di fare approfondimento, presentandovi personaggi, vicende, leggende o anche solo un’opinione, da dibattere con voi. Non ci scorderemo di quello che ci circonda, dando spazio a realtà

regionali poco note, storie di persone comuni, che il sabato pomeriggio trovi in coda al super-mercato. Corner sarà calcio, ma non vorrem-mo mai diventare monotematici. Corner infatti avrà una sezione dedicata interamente a tutti gli altri sport.

Sport, concetto dibattuto e anche bistrattato. Lo sport dovrebbe essere aggregazione, festa, spensieratezza e hobby da praticare per di-stogliersi dallo stress quotidiano. Ma è anche molto di più, è qualcosa che scorre dentro, che ti avvolge e che ti emoziona. Un gesto tec-nico di uno sportivo va ad accarezzare i nostri sensi tanto dolcemente quanto lo farebbe un quadro di Monet, perché in fin dei conti è con opere d’arte con cui abbiamo a che fare. Messi e Ronaldo sono artisti del pallone, LeBron lo è della palla a spicchi e Bolt è quella pennellata rapida che chiude, in pochi secondi, un capo-lavoro pensato e preparato per anni.

Sport è arte. Ma sport è anche scienza. Non mancheranno contributi che proveranno a spiegare cosa accade al nostro corpo quando si mette in movimento, a cosa porta un gesto, dando magari un umile consiglio su determi-nate questioni.

«Corner è un sogno comune che si realizza. Poter scrivere per un nostro portale è una sen-sazione bellissima» afferma Fabio Dotti, uno dei realizzatori.

L’angolo è arredato, andate a fargli una visita.

Info

Al giorno d’oggi è importante stare al passo con i tempi. È per questo che il team di Corner ha deci-so di pubblicare i propri articoli di approfondimento sportivo sfruttando i vari social network, oltre che sul proprio sito. Troverete i vari contributi su Facebook, Instagram, Twitter e ovviamente, come già detto, sul sito.Facebook: https://www.facebook.com/rivistacorner/ Sito: http://www.rivistacorner.ch/ Twitter: @RivistaCORNERInstagram: @rivistacorner

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20 2115 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Società

L a notte in cui nasce Gesù echeggiano nelle nostre chiese quei canti che la tradizione ha reso tanto popolari, da

essere conosciuti da tutti i fedeli. Sono «Tu scendi dalle stelle», «Astro del ciel» «Bianco Natal», «Adeste fideles» e quelli a carattere regionale. Ma forse non ci siamo mai chiesti quanti poeti, scrittori, musicisti, pittori si sono sentiti ispirati nelle loro opere dal Natale. Eb-bene sì in tutto il mondo, in tutti i tempi, seppur in modo diverso e secondo la propria estra-zione l’uomo ha elevato poemi, inni e pitture alla notte Santa. Troppo lungo sarebbe volerle elencare tutte e quindi mi limito a qualche ac-cenno. Negli scritti gli inglesi Dickens e Wilder i russi Pasternak e Tolstoy, il francese Mau-riac, i nostri Papini, Pirandello. Nelle poesie il francese Gautier, lo spagnolo Jimenez, il tede-sco Wiechert per non dire di Manzoni, Pascoli, D’Annunzio, Saba, Quasimodo e Rodari.

E delle nenie e dei canti natalizi? C’è solo l’imbarazzo della scelta. Un nome per tutti: Sebastiano Bach. Nell’arte pittorica bastano alcuni nomi per stupirci: Rubens, Durer, Al-brecht, Lippi, Tiziano, Caravaggio, Botticelli.

Ma a parte questa carellata che meriterebbe un più conoscitivo approfondimento, voglio qui proporvi un brano sul Natale scritto da un autore vicino a casa nostra: Antonio Fogazza-

ro, conosciuto da tutti per il famoso romanzo «Piccolo mondo antico». Mi sembra, nono-stante il tempo trascorso, del tutto attuale.

Natale, dolce nome; tenero, insistente richia-mo a Gesù, al Bene in cui solamente si quieta l’animo; tenero, insistente richiamo alla sem-plice fede dell’infanzia nostra, alla memoria dei cari che ne la insegnarono e son partiti; tran-quilli in essa, fidando in essa di rivederci; te-nero, insistente richiamo al focolare presso cui meglio si ama, meglio si gode e meglio anche si soffre; e richiamo alla pace, alla unione dei cuori nel Nome del santo. Non vi ha giorno che sia tutto un’aurora come il giorno di Natale. Se coloro che così non pensano avessero occhi per vedere e intelletto per intendere, cono- scerebbero come il Natale di Cristo sia l’aurora della civiltà presente, di quella giustizia che for-se professano di onorare e servire.

Andiamo nelle Chiese a pregare il Re del-la luce anche per essi, e chiedere luce, luce, sempre maggior luce dalla stella in cui la sa-pienza orientale seppe leggere il disegno di-vino della Resurrezione; luce sulla via della Scienza, luce sulla via dell’Arte, luce sulla via di chi lavora per la giustizia, per la libertà, per la fraternità umana.

NiSa

Festività

Il Natale nelle poesie,negli scritti e nella musica

L o scorso weekend, ho fatto un giro al mercatino di Natale di Lugano. Passando tra le decorate bancarelle

sovente accompagnate dai profumi tipici di questo ambiente, ho avuto modo di dialogare con alcuni venditori presenti. E a loro volevo dedicare questo mio breve scritto.Un grandissimo grazie a tutti gli espositori che lavorano duramente in un settore difficile e faticoso come quello del mercato. Con il loro lavoro, le varie città si illuminano di colori e cre-ano un’attrazione importante per il turismo e i cittadini. Un bellissimo esempio, seppure non l’unico, è quello del mercatino di Natale. Oltre alle magiche illuminazioni delle piazze e delle vie, vi sono varie bancarelle che danno vita allo spirito natalizio, offrendo una vasta gamma di articoli e prodotti culinari, decorando i nostri paesi non solo dal punto di vista visivo, ma an-che con profumi e odori che solo un ambiente come questo ti può offrire. Invito tutti quanti a soffermarsi un attimo riflettendo su quanto impegno e sacrificio vi è dietro ad un tavolo decorato o una casetta. Nei nostri mercati sono presenti sia gli espositori occasionali, sia gli espositori che del mercato hanno fatto una

professione. Tutti quanti indistintamente lavo-rano duramente investendo il proprio tempo e risorse.Ciò che si nasconde dietro le quinte di questo meraviglioso mondo, è la preparazione quo-tidiana della propria postazione di lavoro. Ri-cordiamoci che chi si occupa di tutto quanto è proprio il singolo espositore: carico e scarico della merce, installazione delle luci decorati-ve, all’allestimento del banco, gestione della cassa,... senza dimenticare chi prepara da sé i propri articoli. Insomma, è come un piccolo negozio all’aria aperta. Inoltre, essendo situati per le piazze e per le vie, anche le previsioni del tempo giocano un ruolo fondamentale. In caso di condizioni meteo non allettanti, l’espositore si adopera spesso ingegnosamente per garan-tire la piena praticità e funzionalità di questi meravigliosi «negozietti all’aperto». I vendito-ri, oltre a tutto il lavoro citato, devono quindi essere pronti a qualsiasi evenienza. Spero che con questo scritto, quando passeggerete in un mercatino, sarete consapevoli che lo spettaco-lo di luci e profumi offerto, è frutto di un duro lavoro.

Priscilla

Lettere al giornale

Il magico mondo dei mercatini

Ancora una volta la Svizzera Italiana ha risposto all’appello delle persone colpi-te da malattie genetiche rare e delle loro famiglie. Il 2 e 3 dicembre, oltre ottanta eventi sono stati organizzati in ogni an-golo della regione per raccogliere fondi per la lotta alle malattie genetiche rare.

A livello Svizzero l’importo stimato alla fine dell’azione 2016 ammonta a 2’349’875 franchi, importo ancora

approssimativo, in quanto molte azioni sono ancora in corso. Il risultato effettivo potrà esse-re comunicato solo alla chiusura dei conti il 30 giugno 2017.

La Fondazione Telethon Azione Svizzera è orgogliosa di questo importante risultato, leg-germente superiore a quello della passata edizione. Un risultato reso possibile dalla mo-bilitazione senza pari di una moltitudine inde-scrivibile di volontari.

Quando si parla di Telethon scatta una scintil-la che va dritta al cuore, la scintilla della solida-rietà, della voglia di aiutare, di fare qualcosa, di contribuire in un modo o nell’altro a sostenere chi si impegna a favore delle persone colpite dalle malattie genetiche rare. Un aiuto - e que-sto rende il gesto ancora più nobile - disinte-ressato, di chi non chiede niente in cambio: solo il piacere di esserci. La Svizzera italiana, da quando Telethon ha fatto la sua apparizione 26 anni fa, è una regione della Svizzera (e forse dell’Europa) che si è sempre distinta per l’enor-me slancio di solidarietà in proporzione alla sua popolazione. Il motivo? La tentazione è quella di parlare di magia: sì, perché questa scintilla di cui dicevamo sopra, si espande alla velocità della luce e tocca chiunque, senza alcuna di-stinzione di età, sesso e ceto sociale. Ognuno, a suo modo, dà il suo contributo: il comitato di Telethon, e con lui il suo presidente Michele Bertini, non si stancherà mai di esprimere gra-titudine. Determinante è il ruolo dei volontari, una folta schiera che si mobilita con grande entusiasmo: professionisti, pompieri, impiegati, operai, casalinghe, studenti, in centinaia si uni-scono, sempre con il sorriso sulle labbra, per dar vita a un movimento unico nel suo genere: bancarelle di prodotti di ogni sorta e animazioni di vario genere. Con un solo scopo: sostene-re Telethon e ciò che significa questa parola. Una parola che è entrata nel profondo del cuo-re e che ogni anno stimola l’impeto e il desi-derio di esprimere concretamente la propria solidarietà. Noi sosteniamo Telethon, e tu?

#ancheiotelethon

Telethon

Grande Mobilitazione

Foto: Sabine Cattaneo

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22 2315 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro Società

Lavoro & Salute

Frutta e verdura: 5 porzioni al giorno

�� Grazie al collega GianpietroGianpietro Leonardi, collaboratore al segretariato Sopraceneri sede di Locarno lo scorso ottobre ha raggiunto l’età del pensionamento .Dopo venti anni di attività svolta nel servizio esterno, come membro della sottocommissione Edilizia e af-fini, nel settore della vendita e quale consulente per i lavoratori frontalieri (ricordiamo le numerose per-manenze nell’ufficio oltre confine) Gianpietro potrà godersi la meritata quiescenza. I numerosi soci a cui ha dato aiuto e consulenze pre-ziose, grazie anche all’esperienza lavorativa acqui-sita in precedenza nel settore artigianale, hanno ap-prezzato il contatto diretto e solidale considerandolo un importante punto di riferimento.È pure stato attivo consigliere comunale a Locarno e anche in questo settore si è impegnato a difesa dei più deboli. A lui va il ringraziamento per le attività che ha sem-pre svolto con professionalità, impegno, decisione e competenza.Auguriamo a Gianpietro di trascorrere questo periodo con serenità e salute insieme alla famiglia, ritaglian-dosi più tempo da dedicare alle sue numerose pas-sioni e ai viaggi che tanto lo affascinano.

FABRIZIO VAGHI*

I n Svizzera esiste un sistema di monito-raggio su alimentazione e attività fisica (MOSEB), ovvero una raccolta continua e

sistematica di dati confrontabili e rappresenta-tivi in merito a determinati indicatori della situa-zione a livello di alimentazione e di attività fisica sul territorio nazionale.

Analizziamo insieme questi dati per capire cosa possiamo ricavarci.

Elementi confortanti emergono dall’analisi dell’attività fisica. Oltre il 50% della popola-zione la pratica infatti almeno 2 volte alla set-timana, con crescite nette rispetto ai decenni precedenti.

Meno bene va invece se osserviamo gli aspetti collegati ai temi nutrizionali. Infatti, solo l’11% della popolazione consuma abitualmen-te 5 porzioni di verdura e frutta al giorno.

Questo argomento, che sembra «noioso» in quanto noto a tutta la popolazione, deve esse-re ancora adeguatamente consolidato. Siamo spesso alla ricerca di informazioni «nuove», ma dobbiamo prima rafforzare messaggi che pos-

sono essere considerati vecchi e conosciuti, ma che al tempo stesso sono i più importanti per la nostra salute.

Ma cosa significa, in pratica, consumare 5 porzioni di verdura e frutta al giorno?

In primis, collocare un frutto nella nostra pri-ma colazione.

Successivamente, prendere l’abitudine di uscire di casa, per recarsi al lavoro, con due frutti, uno per rompere il digiuno del mattino ed un altro per il pomeriggio. Esistono frutti molto pratici, che non richiedono particolari difficoltà per sbucciatura o pulizia.

Questa rappresenterebbe un’abitudine mol-to protettiva per la nostra salute, in quanto romperebbe il digiuno tra i pasti, ma abbiamo ancora troppe scusanti mentali che ci impedi-scono di uscire di casa con della frutta. Uscia-mo di casa con cellulari, chiavi di casa, chiavi dell’auto ecc. ecc., riusciremo a vincere anche questo blocco!

Posizionare un contorno di verdura ad ogni pasto. Operazione realizzabile sia al domicilio che per chi consuma i pasti fuori casa, aven-do a disposizione verdure cotte, insalate miste,

minestre di verdure.Quello che manca ancora è una cultura sulla

preparazione di queste pietanze, oggi anco-ra troppo monotone e spesso prive di gusto. Quando riusciremo ad avere la stessa fantasia nella preparazione delle verdure come l’abbia-mo con altri cibi (pasta, carne…) allora l’11% della popolazione attuale sarà affiancata da tante altre persone.

Ricordo che è ancora più importante, per chi pratica attività sportiva, assumere adeguate porzioni di verdura e frutta, in quanto l’attivi-tà «consuma» molte molecole vitaminiche. Fare costante attività fisica senza le adegua-te coperture nutrizionali renderebbe l’esercizio stesso molto meno utile o anche dannoso alla nostra salute.

Mentre l’abbinamento del corretto esercizio con un approccio nutrizionale protettivo rap-presenterebbe un surplus di salute assoluta-mente vincente, dal valore esponenziale.

Vi auguro un sereno periodo di festività, da trascorrere sempre con un salutare sorriso!

*Cardiocentro Ticino

VITA NOSTRA

Gruppo Folcloristico Val Cavargna in collaborazione con enti e scuole organizza

PRESEPE VIVENTERappresentazione delle tradizioni

contadine e religiose«Rievocazione della natività»

(16.ma edizione) con più di 120 figuranti e 100 collaboratori

24 dicembredalle ore 18.30 alle 23.30

26-27 dicembre dalle ore 14.30 alle 19.00

San Bartolomeo Val Cavargna - CO - Frazione Sora

Servizi ristoro e bus navetta da e perSan Bartolomeo

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Telefono Amico

Ha preso il via la campagna 2016-2017 di affissione dei nuovi manifesti rinnovando il mes-saggio che per qualsiasi problema e difficoltà al numero 143 c’è sempre qualcuno pronto all’ascolto. Nato nel 1971, il 143 è una rete di prima accoglienza che integra e sovente surro-ga gli stessi servizi sociali, una caratteristica consolidata nel tempo. Chi si rivolge a Telefono Amico entra in contatto con persone predisposte a capire, a partecipare, a condividere le difficoltà di chi chiama, capaci di trasformare l’ascolto in un’occasione di riappropriazione delle proprie capacità e delle proprie attitudini. L’avvicinarsi delle festività è un periodo che non sempre è fonte di gioia per tutti. La mancanza di affetti, le relazioni difficili, un disagio che si prolunga nel tempo, un problema che «gira in testa», può far vedere una realtà cupa e senza via d’uscita. Ricordarsi che c’è la possibilità di usufruire di un ascolto anonimo, disin-teressato, può alleggerire il carico di tensione e preoccupazione che si ha.È possibilie usare la chat: www.telefonoamico.143.ch

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22 2315 dicembre 2016 il Lavoro 15 dicembre 2016 il Lavoro

StampaCentro Stampa Ticino SAVia Industria, 6933 Muzzano

PubblicitàPublilavoro SaglVia Balestra 19, 6900 Lugano, tel [email protected]

Tiratura confermata REMP26’132 copie

Consiglio esecutivoPresidente: Bruno Ongaro

Segretario cantonale e copresidente Renato Ricciardi

Segretario amministrativoAldo Ragusa

Vicesegretari cantonaliPaolo Locatelli, Gianni Guidicelli

Segretari regionaliLugano Giovanni ScolariMendrisio Giuliano ButtiSopraceneri Marco Pellegrini

Via Balestra 19, 6900 LuganoEditoreOrganizzazione cristiano-sociale ticinese

Redazione e amministrazione Responsabile: Giorgio DoniniIn redazione: Maurizia ContiChiusura di redazione il martedì.

Responsabile comunicazione OCSTBenedetta Rigottivia Balestra 19, 6900 Lugano; tel. 0919211551; fax 0919242471; [email protected]

Sono affezionato lettore della vostra rubrica, potreste chiarirmi le diverse tipologie dei per-messi di soggiorno in Svizzera? Grazie.

Giuseppe P. Basilea

Salve signor Giuseppe, in Svizzera i permessi di soggiorno per i citta-

dini dell’UE e dell’AELS sono suddivisi in varie categorie contrassegnate da una lettera dell’al-fabeto.

• Permesso di soggiorno di breve durata «L» - La durata di questo permesso dipende dalla du-rata del contratto di lavoro. Di solito va dai 3 ai 12 mesi ed è rilasciato a persone che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato, di solito più breve di un anno. Anche chi cerca at-tivamente un posto di lavoro in Svizzera riceve dopo tre mesi un permesso L, che può vale-re fino a 12 mesi. I cittadini UE/AELS possono

soggiornare per tre mesi in Svizzera senza per-messo per cercare lavoro. Hanno solo l’obbligo di annunciare la loro presenza presso gli uffici competenti. Se l’attività lavorativa dura più a lungo del previsto, i lavoratori devono annun-ciarsi presso il comune di residenza e chiedere un nuovo permesso di soggiorno.

• Permesso di dimora «B» – Il permesso di dimo-ra, permesso B, è destinato a persone che han-no un contratto di lavoro a tempo indeterminato o della durata di almeno 12 mesi. Il permesso ha una validità di 5 anni ed è prolungato di altri 5 se i presupposti continuano ad essere rispet-tati. La proroga può essere limitata ad un anno se la persona è stata disoccupata per oltre 12 mesi. Anche le persone che si trasferiscono in Svizzera senza esercitarvi un’attività lavorativa possono ottenere un permesso B, se hanno mezzi sufficienti per mantenersi.

• Permesso di domicilio «C» – I cittadini dei 15 vecchi stati dell’UE/AELS ottengono questo permesso di durata indeterminata, dopo 5 anni di dimora ininterrotta in Svizzera. I cittadini degli altri stati dell’UE ricevono il permesso C dopo 10 anni di dimora.

• Frontalieri «G» – I cittadini dell’UE/AELS che hanno la loro residenza all’estero e lavorano in una località svizzera ottengono un permesso G. Anche i cittadini di stati terzi possono ricevere un permesso G, ma solo se possiedono un per-messo di soggiorno illimitato in un paese confi-nante con la Svizzera e il loro domicilio si trova nella regione di frontiera di quel paese. Tutti i frontalieri devono rientrare al loro domicilio al-meno una volta alla settimana.

Cordiali saluti.D. Valentino

Patronato Acli-Basilea

Le domande dei Lettori

Vorrei conoscere le varie tipologie dei permessi di soggiorno

Giornale Aperto

VITA NOSTRA

�� Felicitazioni• a Ivana Jelenic, collega al segretariato cantonale am-ministrativo e a Lorenz Kienzle per la nascita di Megan, alla quale auguriamo un futuro sereno e ricco di tante cose belle.• a Diego Bralla, socio Tecnica costruzione segretaria-to Luganese, e a Vaneska per la nascita delle gemelline Alyssa e Alexandra, alle quali auguriamo ogni bene ac-canto al fratello Alex.• ad Andrea Puglia, responsabile settore Frontalieri OCST, e alla moglie Letizia, per la nascita del primoge-nito Gabriele, al quale diamo il benvenuto e auguriamo di crescere felice e forte coccolato dall’amore della sua famiglia e protetto dallo sguardo benevolo del Signore.

�� Condoglianze• alle figlie Cinzia, socia settore Ospedali, con il marito Simone Patrizi, Elisabetta con Davide, ai nipoti e parenti tutti, per la scomparsa del caro Umberto Leibacher.• alla moglie Mariella, alle figlie Sarah con Bruno Ba-lestra e Bettina con Gianluca Barbieri, socio, al nipote Theo, ai parenti tutti, per la scomparsa del caro Lauro Tognola.• a Gianluca Rossi, responsabile del Gruppo di accompa-gnamento dell’Associazione Gruppo di Solidarietà Luga-no, e familiari tutti, per la scomparsa della cara mamma Assunta Filippi.

• al marito Giorgio, al figlio Carlo con Sonia, al fratello Angelo Ruggeri, socio Anziani del Bellinzonese, alla so-rella Luciana Piccioni, ai familiari e parenti tutti, per la scomparsa della cara Rosa Casartelli.• alla moglie Antonuccia, ai figli Sacha e Vanessa, ai genitori Giuseppe e Gaetana, al fratello Antonio con la moglie Silvia, ai suoceri, cognati, nipoti e parenti tutti, per la prematura scomparsa del caro Vincenzo Mommo, socio settore Autorimesse.• al marito Roberto Poretti, già apprezzato membro del Consiglio Esecutivo OCST, e socio settore Telecomunica-zioni, ai figli Mattia con Tatjana e Lucio, socio Dipendenti comunali, con Magda, alla sorella Alessandra Bérubé con Jean, alla suocera Primina, al cognato Fabio, ai nipoti, familiari e parenti tutti, per la prematura scomparsa della cara Lorenza.• alle figlie Beatrice, socia settore Cliniche, con il marito Jacques Rouvinez, e Fabrizia Sormani, ai nipoti, fami-liari e parenti tutti, per la scomparsa della cara Gemma Bianchi-Piattini.• alla moglie Ada, socia Anziani del Mendrisiotto, ai fi-gli Irma, socia settore Vendita, Angelo Romeo, Wilma e Alessandro, ai familiari tutti, per la scomparsa del caro Alessandro Biava.• ai figli Luigino, socio Anziani segretariato del Luganese, e Marco, alla cognata Gina, ai parenti tutti, per la scom-parsa della cara Regina Dotta.

• ai figli Manuela, Sonia e Flavio, socio Anziani del Luga-nese, ai nipoti e parenti tutti, per la scomparsa della cara Amneris Picchetti.• ai figli Brunella, Sergio, Elena e Fabio, socio settore Po-sta, ai nipoti, in particolare Marco Stridi, socio Impiegati d’ufficio, al fratello Plinio Lucchini, ai familiari e parenti tutti, per la scomparsa della cara Emilia Zarri.• a Roberto Barloggio, socio settore Energetico, segre-tariato Sopraceneri - Locarno, per la morte della cara mamma Quinta.• ad Assunta Angelucci, socia GenerazionePiù OCST se-gretariato Locarno, per la morte del caro figlio Sandro.• a Luciana Celli-Belotti, socia GenerazionePiù OCST Segr. Sopraceneri - Locarno, per la morte del caro marito Gabriele.• a Gabriele Sasselli, socio Edilizia, segretariato Sopra-ceneri-Locarno, per la morte del caro nonno Emilio.

Si ricorda che gli uffici del sindacato OCST saranno chiusi dal 24 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017. Si rin-grazia per la comprensione

e vi auguriamo buone feste.

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AllianceSud

Mondializzare il lavoro dignitosoAlcune regole devono essere intro-dotte, per inquadrare le catene di ap-provvigionamento mondiali, che, com-plesse e poco trasparenti, portano allo sfruttamento della manodopera.

LIONEL FREI*

L a mondializzazione si nasconde nella maggior parte degli oggetti della no-stra vita quotidiana. La vostra camicia

è stata forse progettata negli Stati Uniti, il coto-ne che la compone coltivato in Burkina Faso, la tessitura realizzata in Bangladesh e le cuciture completate in Vietnam. In seguito, un cargo ci-nese le ha fatto attraversare il globo per finire negli scaffali del vostro negozio.

Questa mondializzazione degli scambi e dei processi di fabbricazione ha conosciuto un’ac-celerazione folgorante in questi ultimi decenni. Secondo la Banca Mondiale, le esportazioni e le importazioni rappresentano oggi quasi il 60% dell’insieme dei beni e servizi prodotti nel mon-do. Esse erano solo il 40% nel 1990 e il 25% dopo la seconda guerra mondiale. Dalla mate-ria prima al prodotto finito sono decine, a volte centinaia, le filiali, i fornitori e i subappaltatori coinvolti.

Una produzione efficace – cattive condizioni di lavoro

Se queste catene di approvvigionamento si rivelano efficaci per produrre beni a buon mer-cato, le condizioni di lavoro che vi regnano sono spesso problematiche. Le ricerche condotte da Solidar mostrano che le violazioni dei diritti del lavoro nelle fabbriche cinesi produttrici di pen-tole o giocattoli sono all’ordine del giorno. Altro esempio: per una t-shirt fabbricata in Asia, il costo del lavoro rappresenta solo 20 centesi-

mi, indipendentemente da quale sia il prezzo di vendita, secondo l’Orga-nizzazione Internazionale del Lavoro (OIL). Di conseguenza, i salari sono in-sufficienti per vivere, malgrado il costo della vita più basso. Queste violazioni sono state messe in luce nel recente rapporto Decent work in global sup-ply chains realizzato dall’OIL: la moltiplicazione delle ore supplementari, i salari molto bassi o l’esposizione a prodotti pericolosi fanno parte del quotidiano di numerose persone del Sud.

Impegni volontari poco efficaciCome porre fine a questa situazione? Le im-

prese sviluppano codici di condotta chiamati «Responsabilità sociale delle imprese (RSI)» che mirano a garantire il rispetto delle norme sociali. Un approccio sufficiente, come sosten-gono gli attori privati? O si tratta di greenwa-shing? Alain Supiot, professore al Collège de France, si mostra critico: la RSI dovrebbe sup-plire all’assenza di regole (…) della concorrenza su scala internazionale. Le grandi imprese sono così invitate ad organizzarsi in mini-Stati anima-ti da altre «preoccupazioni» rispetto all’arricchi-mento dei loro azionari. Non si deve sottovalu-tare l’interesse delle iniziative prese in questo contesto. Tuttavia, in mancanza di un respon-sabile chiaramente identificabile e di organiz-zazione suscettibile di rendere conto, questa responsabilità non è evidentemente tale». Un recente studio su 1’288 grandi aziende con-ferma questa analisi. Oltre i due terzi di queste imprese non verificano gli standard sociali nelle loro catene di approvvigionamento. E solo il 3% ha instaurato delle misure veramente credibili. La situazione in Svizzera non è migliore, perché solamente l’11% delle 200 più grandi aziende prendono sul serio la loro responsabilità in ma-teria di diritti umani.

A complemento dell’approccio volontario, al-

cune iniziative vogliono sviluppare un obbligo legale per le imprese di rispettare i diritti umani e del lavoro. Negli ultimi anni sono stati quin-di creati vari strumenti internazionali. Nel 2011, l’ONU ha adottato le sue linee guida relative alle imprese e ai diritti umani, che beneficiano di un ampio consenso. L’OCSE ha aggiornato le sue linee guida in materia di RSI nel 2010. In occasione della sua ultima conferenza, l’Orga-nizzazione Internazionale del Lavoro ha avvia-to una riflessione volta a sviluppare una nuova convenzione che inquadri le attività delle mul-tinazionali e le catene di approvvigionamento mondiali.

Questi strumenti sono un progresso, ma rien-trano nell’ambito della soft law, ossia delle di-rettive prive di carattere obbligatorio. Affinché questi principi diventino veramente operativi, essi devono essere implementati a livello na-zionale. Per questa ragione, una coalizione di 80 ONG ha depositato, lo scorso 10 ottobre, l’iniziativa «per multinazionali responsabili», che chiede regole vincolanti affinché le imprese ri-spettino i diritti umani e l’ambiente anche nelle loro attività all’estero. Una tappa indispensabi-le affinché la giustizia sociale sia adattata alla mondializzazione.

*Solidar Suisse per Alliance SudComunità di lavoro Swissaid, Sacrificio Quaresima-

le, Pane per tutti, Helvetas, Caritas, HEKS/EPER

Articolo originale pubblicato su «Solidarité», novembre 2016

Traduzione Barbara Rossi www.alliancesud.ch/it

La cooperazione allo sviluppo fa la dif-ferenza. Cambia in meglio la vita delle persone più povere del mondo. Non dall’oggi al domani, ma in modo con-creto e di generazione in generazione. È questo quello che mostra la nuova campagna svizzera dell’organizzazione di sviluppo Helvetas.

Il diciassettenne Govind crede che nessuno debba emigrare per forza per sopravvivere. Il giovane vive in un villaggio di montagna in

Nepal. La storia della sua famiglia è un esempio di come la vita dei contadini poveri possa mi-gliorare e trasformarsi in una esistenza indipen-dente ed autosufficiente.

La nonna di Govind viveva in povertà estre-

ma. Il cambiamento è avvenuto in seguito alla sua partecipazione ad un corso di formazione agricola sulla produzione di ortaggi, un’offerta formativa dell’organizzazione di sviluppo Hel-vetas. Questo avveniva circa 20 anni fa. Anche il padre di Govind è coinvolto nella coltivazione di verdure ed è a capo di un gruppo di conta-dini. Ha concluso una formazione di Helvetas sulla salute degli animali e ha aperto un negozio di medicine e alimenti per animali. Con le sue entrate, ha la possibilità di finanziare un corso di formazione per suo figlio Govind. Dopo il suo apprendistato in veterinaria, Govind potrà aiutare gli abitanti del suo villaggio a professio-nalizzare ancora di più la loro produzione. In questo modo, gli abitanti del suo villaggio po-tranno trovare un lavoro e non saranno costretti ad emigrare per vivere.

Generazioni a confronto raccontano il loro cammino per uscire dalla povertà

L’esempio di Govind, di suo padre e di sua nonna ci mostra che la cooperazione allo svi-luppo fa davvero la differenza. Questo avviene a lungo termine e su più generazioni. Con la sua nuova campagna, Helvetas rende visibile il cambiamento nella vita delle persone dei paesi di progetto. I ritratti di famiglia mostrano le per-sone da vicino e raccontano del loro cammino per uscire dalla povertà e dal bisogno verso una vita indipendente e sicura. L'accesso all’acqua pulita, una nutrizione adeguata e l’istruzione sono i fattori principali per un cambiamento re-ale nella vita delle persone.

Helvetas

Per cambiare davvero