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DINAMICA delle STRUTTURE Università degli Studi di Cagliari Laurea Magistrale in Ingegneria Civile percorso Strutture Docente: Maria Cristina Porcu 1

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  • DINAMICA delle

    STRUTTURE

    Università degli Studi di Cagliari

    Laurea Magistrale in Ingegneria Civile – percorso Strutture

    Docente: Maria Cristina Porcu

    1

  • DINAMICA (dal greco dunamis :forza, potenza)

    BRANCA DELLA MECCANICA CHE STUDIA I SISTEMI IN MOTO

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

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    Interessa certamente l ’Ingegneria Meccanica

  • DINAMICA

    Interessa le strutture dell’ingegneria civile?

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    PIAZZA DEI MIRACOLI (PISA) NOTRE DAME (PARIGI)

    NURAGHE LOSA (NUORO)

    SAN PIETRO (ROMA) PONTE DI PIETRA (VERONA)

    ROCCA SCALIGERA DI SIRMIONE (LOMBARDIA)

  • DINAMICA Interessa anche le strutture dell’ingegneria civile!

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AL VENTO

    TAKOMA NARROW BRIDGE (Washington)

    Inaugurato a luglio del 1940, crollò quattro mesi dopo

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    Nuovo ponte sospeso doppio

    TAKOMA NARROW BRIDGE inaugurato nel 2007

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AL VENTO

    VOLGOGRAD BRIDGE (Russia)

    Inaugurato nell’Ottobre 2009,

    chiuso al traffico nel Maggio 2010

    a causa delle forti oscillazioni.

    Semi-active mass dampers

    per smorzare le oscillazioni.

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AL VENTO

    Tall Buildings

    121-story Shanghai Tower

    Tuned mass damper with a

    magnetic system Park Tower (198m), Chicago

    Tuned Mass Damping

    Taipei 101 (509 m) – Taiwan

    Tuned mass damper:

    Sistema costituito da una sfera in acciaio

    di 5.5m vincolata con ammortizzatori e

    molle, che controbilancia le oscillazioni

    dell’edificio, che possono raggiungere

    1.5m)

    7

    One Rincon Hill in San Francisco

    Liquid tuned mass damper

    Torre Eiffel 1889 (304m), Parigi

    Oscillazioni di 15 cm in sommità Muscat ATC, Oman

    Tuned mass damping

    520 Park Avenue: New York,

    Tuned Mass Damping

  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI ALLA FOLLA

    MILLENNIUM BRIDGE - LONDON

    ARUP – Foster & patners

    Chiuso a causa delle forti oscillazioni innescate dalla folla

    durante la sua inaugurazione nel 2000, il Millennium Bridge fu

    dotato di smorzatori e poi riaperto al pubblico.

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI ALLA FOLLA

    Passerella Pedonale ad Assago Mediolanum Forum

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    Chiusa al pubblico nel Febbraio del 2011 a causa delle forti

    oscillazioni innescate dalla folla al termine di un concerto al

    Mediolanum Forum, fu riaperta dopo l’irrigidimento delle pile.

    9

  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI ALLA FOLLA

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    Passerella Pedonale ad Assago Mediolanum Forum

    Assago-Forum walkway FEM Model

    Lateral vibration first mode

    M.C. Porcu, F. Pittau, Excessive Pedestrian-Induced Swaying in Code-Compliant Walkways,

    Structural Engineering International 2015 - DOI: 10.2749/101686615X14355644771298

    Lateral vibration second mode

  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI ALLA FOLLA

    Tribune e gradinate Passerelle pedonali

    Solai di sale da ballo

    Trampolini

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI ALLA FOLLA

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    Eintracht Frankfurt Stadion

    19 maggio 2016: il moto dei tifosi fa oscillare vistosamente lo stadio

  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AD AZIONI SISMICHE

    BASILICA S. FRANCESCO DI ASSISI

    Terremoto 26 Settembre 1997 – magnitudo 5.8

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AD AZIONI SISMICHE

    L’Aquila – terremoto 6 Aprile 2009 – magnitudo 6.3

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  • 15

    SEISMIC POUNDING

    Dessalvi M, Porcu M.C., Saba M., Numerical analysis of the medieval Civic Tower of L’Aquila to prevent seismic

    pounding effects, Convegno ANIDIS 2017

    Civic Tower and Palazzo Margherita – L’Aquila

  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AD AZIONI SISMICHE

    L’Aquila – Casa dello studente

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AD AZIONI SISMICHE

    Amatrice –terremoto del 24 agosto 2016 – magnitudo 6

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    Hotel Roma - Amatrice

  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AD AZIONI SISMICHE

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AD AZIONI SISMICHE

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AL TRAFFICO

    Ponte ferroviario

    a) Interazione dinamica con la struttura deformabile sottostante (ponti-viadotti)

    rilevante in caso di veicoli pesanti, elevate velocità percorrenza e strutture snelle

    b) Trasmissioni vibrazioni attraverso il terreno (traffico stradale pesante – metropolitana)

    Ponte autostradale

    Ponte sullo Stretto di Messina

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI A TRAFFICO

    Ponte Goshiki-Zakura-Ohashi sul fiume Arakawa in Giappone

    Curiosità: in un ponte stradale sito in Giappone sono stati inseriti dei micro-generatori

    che sfruttano le vibrazioni dovute al passaggio dei veicoli sul ponte,

    per produrre energia elettrica (in grado di fornire l’energia necessaria per

    l’illuminazione del ponte)

    Moto dei pedoni

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AL MOTO DELLE CAMPANE

    Torre Matilde di San Miniato (Pisa)

    Non era nata come torre campanaria

    e presenta numerose lesioni dovute

    al moto delle campane.

    Torre S. Patrizio - ROMA – 2007

    Dopo l’inaugurazione fu chiusa e irrigidita

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AL MOTO DELLE CAMPANE

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    Tesi di Laurea - Andrea Frau, 2012 Torre di Matilde (campanile della Chiesa di SS. Maria e

    Genesio, Duomo della città di San Miniato (Pisa)

  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI AL MOTO DELLE CAMPANE

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    Campanile Chiesa di San Patrizio, Roma

    Tesi di Laurea - Lucia Podda, 2012

    Pre-irrigidimento

    Post-

    irrigidimento

    1° MODO 1° MODO

  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI A URTI O ESPLOSIONI

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI A URTI O ESPLOSIONI

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI A MACCHINARI E MOTORI

    solaio

    F(t) F(t)

    ISOLAMENTO DALLE VIBRAZIONI

    u(t) u(t)

    solaio

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    http://4.bp.blogspot.com/-WEp1T8aUOWI/Ts08HEcovFI/AAAAAAAACHk/vYr0HqE68no/s1600/Offshore-turbine-2-B-Energy-537x357.jpg

  • EFFETTI DINAMICI PER APPLICAZIONE IMPROVVISA DI CARICHI

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI A MOTO ONDOSO

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  • EFFETTI DINAMICI DOVUTI A MOTO ONDOSO

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    Tesi di Laurea - Daniele Deplano, 2013

  • EFFETTI DINAMICI SULLE STRUTTURE

    • vento

    • folla

    • traffico stradale o ferroviario

    • terremoto

    • macchinari

    • moto ondoso

    • moto campane

    • urti o esplosioni

    • applicazione improvvisa di carichi

    • …

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  • PROVE DINAMICHE SULLE STRUTTURE

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    SHAKER

    VIBRODINA

    Prove su strutture in situ

    ACCELEROMETRI

  • PROVE DINAMICHE SULLE STRUTTURE

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    Prove in laboratorio

    MARTELLO STRUMENTATO

    AMPLIFICATORE

    ACCELEROMETRO SHAKING TABLE

    SOFTWARE ELABORAZIONE DATI SISTEMA di ACQUISIZIONE

    SHAKER

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    Analisi modale sperimentale

    Finalità

    Identificazione del modello numerico

    Caratterizzazione dei materiali

    Monitoraggio del comportamento strutturale

    Rilevare danni o malfunzionamenti

    Analisi strutturale

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    Analisi modale sperimentale

    Modo 1 Modo 2 Modo 3 Modo 20

    Tesi di Laurea - Stefano Murtas, 2015

    Trave

    A Modo 1 Modo 2 Modo 3

    ξ [%] 0.127 0.084 0.13

    f [Hz] 22 82 243

    ω

    [rad/s] 138 515 1527

    ξω 0,176 0,433 1,724

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    36

    Identificazione del danno con metodi dinamici

    Tesi di Laurea - Diego Patteri, 2015

    Tesi di Laurea - Stefania Melis, 2016

    X1 H11 H12 H13 ...H1n F1 X2 H21 H22 H23 ...H2n F2 X3 H31 H32 H33...H 3n F3

    : : :

    Xn Hn1 Hn2 Hn3...Hnn Fn

    Matrice di Risposta in Frequenza (Matrice Inertanza)

    I N

    P

    U

    T

    S

    O

    U

    T

    P

    U

    T

    Parte Immag. [-] Primo

    Modo Secondo

    Modo Terzo

    Modo

    Force Force Force Force Force Force Force Force Force Force Force

  • -0,03

    -0,025

    -0,02

    -0,015

    -0,01

    -0,005

    0

    0,005

    0,01

    0,015

    0,02

    0,025

    0,03

    0 0,15 0,3 0,45 0,6 0,75 0,9 1,05 1,2 1,35 1,5 1,65 1,8 1,95 2,1 2,25 2,4 2,55 2,7 2,85 3

    u [

    m]

    t [s]

    T=0.15s

    x=1%

    umax= 2.6 cm Resonance

    ( )mu du ku F t

    SCHEMATIZZARE LE STRUTTURE

    STUDIO DEL MOTO

    INGEGNERIA SISMICA

    DUTTILITA’ STRUTTURALE

    -0,4

    -0,3

    -0,2

    -0,1

    0

    0,1

    0,2

    0,3

    0,4

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

    El Centro, California 1940, accelerazioni

    max = 0.33 g b) 1° modo di vibrare

    T1

    c) 2° modo di vibrare T2

    d) 3° modo di vibrare

    T3

    m3 q3(t)

    M1

    m2

    q1(t)

    q2(t)

    SPETTRI DI RISPOSTA

    0,00

    1,00

    2,00

    3,00

    4,00

    5,00

    6,00

    7,00

    8,00

    9,00

    10,00

    0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50

    Se [m

    /s2]

    T [s]

    Categoria suolo A (bedrock)

    Smorzamento 5%

    ZONA 4

    ZONA 1

    ZONA 2

    ZONA 3

    h

    h

    h

    h qmt

    q mt

    q mt

    q mt

    q mt

    q mt

    q mt

    q mt

    Dm

    qmt

    Dm

    qmp

    H

    Maggiore dissipazione

    Minore impegno plastico

    F(t)

    t

    T

    f

    m

    prima fessura cls (first crack)

    inizio deformazione

    plastica acciaio

    h

    b

    DEBOLE

    PERCENTUALE

    PERCENTUALE OTTIMALE

    rottura calcestruzzo

    FORTE

    ARMATURA

    Mcr

    My

    rottura cls prima che inizi la deformazione plastica acciaio

    ( a meno che non ci sia opportuno confinamento)

    As

    cambio di pendenza a causa della diminuzione della rigidezza dovuta al crack

    u(t)

    k , x

    m

    k x

    Torre Montjuic Barcellona

    (Calatrava)

    m1

    m2

    m3

    m4

    q1

    q2

    q3

    q4

    Sistemi ad 1 grado di libertà

    Sistemi a più gradi di libertà

    m

    u(t)

    q2 q4

    m m m m m

    q1 q3 q5

    DETERMINARE I PARAMETRI DINAMICI

    T2 T1 T3

    MASSA RIGIDEZZA SMORZAMENTO

    PERIODO

    PROPRIO

    Oscillazioni libere

    t

    m1

    m2

    m3 q3

    q2

    q1

    Oscillazioni forzate [ ]m q d q k q G

    ( )u t

    Moto impresso alla base (TERREMOTO)

    m

    K , x

    u(t)

    m

    MODELLI PIANI (più semplici ma meno realistici)

    Villa Savoye – Le Corbusier

    [d] [k] [m]

    CN Tower - Canada

    -12,00

    -10,00

    -8,00

    -6,00

    -4,00

    -2,00

    ,00

    2,00

    4,00

    6,00

    8,00

    10,00

    12,00

    0 0,20,40,60,8 1 1,21,41,61,8 2 2,22,42,62,8 3 3,23,43,63,8 4

    u(t) F(t)/ku(t) [cm]

    t [s]

    VERIFICHE CON FORZE STATICHE EQUIVALENTI

    t

    37

  • Dinamica delle Strutture

    Richiami di Dinamica dei Sistemi

    Dinamica dei Sistemi ad 1 grado di libertà (1GDL)

    • Oscillazioni libere (non smorzate e smorzate). Equazioni del moto.

    • Oscillazioni forzate (forza armonica, a gradino, impulsiva, periodica, qualsiasi, moto impresso al supporto)

    • Verifica delle strutture soggette a forze dinamiche (forza statica equivalente)

    • Principio di funzionamento di accelerometri e vibrometri

    • Isolamento dalle vibrazioni

    Dinamica dei Sistemi a più gradi di libertà (più GDL)

    • Matrice cinematica, matrice di inerzia, matrice di rigidezza

    • Oscillazioni libere (modi principali di vibrare – frequenze proprie)

    • Equazioni del moto

    • Coordinate principali - contributo al moto dei modi di vibrare

    • Disaccoppiamento equazioni del moto forzato (non smorzato)

    • Verifica dei sistemi a più GDL (forze statiche equivalenti)

    Cenni sulle vibrazioni di travi continue

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    TESTI CONSIGLIATI

    • E. Viola “Fondamenti di Dinamica e Vibrazione delle Strutture”, vol. 1, Pitagora Ed., 2001

    • R. W. Clough, J. Penzien “Dynamics of Structures”, Mc Graw Hill , 1975, ISBN 0-07-011392-0

    • A. K. Chopra “Dynamics of Structures" , Prentice Hall, 2001, ISBN 0-13-086973-2

    38

  • DIFFERENZA TRA PROBLEMI DI TIPO STATICO E DINAMICO

    DIPENDENZA DALLE FORZE DI INERZIA

    (forze proporzionali alle masse, che si oppongono al moto)

    P P(t)

    forze di inerzia

    EQUILIBRIO DINAMICO EQUILIBRIO STATICO

    R1(t) R2(t) P/2 P/2 R1 R2

    (costanti)

    funzione solo della

    posizione del carico P

    (variabili con t)

    funzione della posizione di P(t)

    ma anche del tempo t

    (in certi istanti sono persino nulle!)

    R2(t) R1(t)

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    39

    I carichi dinamici sono carichi applicati in maniera veloce oppure sono forze che variano nel tempo. VARIAZIONE IN FUNZIONE DEL TEMPO: Le caratteristiche della sollecitazione, le deformazioni e gli sforzi variano, non solo in funzione della posizione nello spazio (come succede per i carichi statici), ma anche in funzione del tempo.

  • ust

    t

    u

    t

    2ust

    t

    ust

    t

    u

    Tf

    Risposta Statica o Risposta Dinamica? Tutto dipende da come variano le forze e da come vengono applicate

    F

    L

    F

    FORZA QUASI STATICA

    t

    F* F* F*

    F

    FORZA A GRADINO (applicata improvvisamente)

    t t t

    F*

    F

    FORZA SINUSOIDALE

    F*

    Tf

    ust

    u

    t

    costante

    moto oscillatorio

    RISPOSTA STATICA RISPOSTA DINAMICA RISPOSTA DINAMICA

    umax~2ust umax=Dust umax=ust

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    D è il fattore di

    amplificazione dinamica

    che può essere anche molto

    maggiore di 2

    40

  • Richiami di Dinamica dei Sistemi

    Se le forze esterne sono solo di tipo meccanico (si trascurano fenomeni di altra natura) allora il sistema si dice sistema meccanico.

    p

    F

    x

    y

    z

    Sistema fisico

    Si definisce come sistema fisico o sistema materiale una porzione di materia vincolata al mondo esterno e soggetta a delle forze esterne. Le forze esterne possono essere di varia natura: meccaniche, magnetiche, elettriche, termiche, etc.

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  • 2) SCEGLIERE LE COORDINATE CHE NE DESCRIVONO LO STATO (o configurazione).

    Si chiama processo o moto del sistema una famiglia di valori delle coordinate (variabili) che descrivono il sistema, nella quale il tempo risulta l’elemento ordinatore, cosicché ad ogni valore di tempo si può far corrispondere un unico valore per le coordinate e quindi un’unica configurazione del sistema.

    3) DESCRIVERE IL SISTEMA MECCANICO attraverso un MODELLO MATEMATICO.

    u(t)

    t

    SISTEMA

    MECCANICO

    MODELLO MATEMATICO DI UN SISTEMA MECCANICO

    SCHEMATIZZAZIONE

    SCELTA COORDINATE

    1) SCHEMATIZZARE OPPORTUNAMENTE IL SISTEMA MECCANICO (corpo rigido, masse

    concentrate, sistema continuo, discreto, a uno o più gradi di libertà).

    La scelta della schematizzazione dipende a sua volta dagli scopi che ci si prefigge nello studio del

    sistema, dalla semplicità della struttura reale, dalla accuratezza dei risultati che si vogliono ottenere…

    u(t)

    m

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    moto

    42

    ( )mu cu ku F t

    MODELLO MATEMATICO

    EQUAZIONI DEL MOTO (dipendenti dalle coordinate che

    descrivono il sistema)

    F(t)

  • Diremo che un sistema è discreto se è sufficiente un numero finito (discreto) di coordinate per determinare la posizione di tutti i suoi punti

    (e quindi il suo moto).

    (xs, ys, zs) s=1,..., m sistemi discreti

    Per descrivere il moto di un sistema discreto sono sufficienti equazioni differenziali alle derivate ordinarie (perchè i parametri che descrivono il moto del sistema sono funzione solo del tempo).

    Diremo invece che un sistema è continuo se è necessario un numero infinito di coordinate per descriverne il moto. In questo caso le coordinate sono funzioni continue dei punti del sistema.

    (xs, ys, zs) s=1,..., sistemi continui

    Per descrivere il moto di sistemi continui servono equazioni differenziali alle derivate parziali (perchè le coordinate che descrivono il moto dipendono sia dal tempo che dallo spazio).

    Sistemi Discreti e Sistemi Continui

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  • SISTEMI DISCRETI I sistemi reali sono in genere dei sistemi continui.

    Nella stragrande maggioranza dei casi è però possibile descrivere il comportamento di un sistema reale attraverso un sistema discreto.

    Nel caso dei problemi dinamici, ciò significa schematizzare i sistemi reali, che hanno massa distribuita, attraverso dei modelli più semplici con masse concentrate in punti opportuni.

    Struttura reale

    Schematizzazione

    Schematizzazione

    Gran Canyon Skywalk - Arizona

    CN Tower - Canada

    Struttura reale

    m

    Noi ci occuperemo di sistemi discreti a uno o più gradi di libertà

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    44

  • COORDINATE GEOMETRICHE

    COORDINATE LIBERE (GENERALIZZATE)

    ASTA RIGIDA

    INCERNIERATA AD UN ESTREMO

    x

    θ

    y

    yA

    xA

    R

    cosA

    A

    x R

    y R sen

    q

    q

    A

    L’angolo q è in grado di fornire completamente e in qualunque istante la

    posizione dell’asta.

    1 Coordinata generalizzata: q=q(t) capace da sola di descrivere la posizione dell’asta

    Legame in forma parametrica

    (tra coordinate geometriche e

    coordinate generalizzate):

    2 Coordinate geometriche: xA e yA

    q(t)

    Per esempio si può descrivere il moto anche con il parametro q=q(t)= xA (t)

    MA NON E’ L’UNICO PARAMETRO CHE POTREMMO SCEGLIERE!

    Esistono altre possibilità.

    dipendenti l’una dall’altra perché xA2 + yA

    2 =R2

    O

    Oppure con q=q(t)= yA (t)

    Per esempio: q=q(t)= θ(t)

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    45

  • COORDINATE GEOMETRICHE

    COORDINATE LIBERE (GENERALIZZATE)

    2 Coordinate geometriche (DIPENDENTI TRA LORO): xA , yA , xB , yB

    1 Coordinate generalizzate (LIBERE):

    4

    2

    Oppure q1=q1(t)= xA (t)

    q2=q2(t)= yB (t)

    θ1

    θ2

    x

    A

    y

    yA

    xA

    B yB

    xB

    q1=q1(t)= θ1(t)

    q2=q2(t)= θ2(t)

    Oppure q1=q1(t)= yA (t)

    q2=q2(t)= xB (t)

    DUE ASTE RIGIDE INCERNIERATE TRA LORO E AD UN PUNTO A TERRA

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    46

  • Se le masse possiedono vincoli tra di loro e con il mondo esterno n < 3 m

    COORDINATE GENERALIZZATE (O LAGRANGIANE)

    m1

    z

    x

    y

    m2 m3

    ms

    mm

    Solo se le masse fossero senza vincoli (esterni e tra di loro) le coordinate geometriche

    sarebbero tutte indipendenti e si avrebbe n = 3m

    m1 (x1,y1,z1) ; m2 (x2,y2,z2) ; … ; mm (xm ,ym ,zm)

    Dato un sistema meccanico costituito da m masse puntiformi vincolate tra loro e con l’esterno

    sono sufficienti n parametri per conoscerne la posizione in ogni istante.

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    Le coordinate generalizzate (LAGRANGIANE)

    sono l’insieme di parametri in grado di

    descrivere univocamente la posizione del

    sistema in qualunque istante.

    47

    - m = numero delle masse

    - 3m coordinate geometriche xs, ys, zs (s=1,2,…, m)

    - n coordinate libere qr (con r=1,2,…,n) che chiamiamo coordinate generalizzate

    perché possiamo scegliere qualsiasi parametro che descriva il moto del sistema

    (spostamenti o angoli).

  • GRADI DI LIBERTA’

    I gradi di libertà di un sistema sono per definizione il numero di variazioni virtuali delle

    coordinate del sistema che possono essere assegnate indipendentemente le une dalle

    altre.

    m1

    z

    x

    y

    m2 m3

    ms mm

    n gradi di libertà → n coordinate libere (generalizzate o lagrangiane)

    s=1,..., m

    m masse

    3m coordinate geometriche

    n gradi di libertà = n coordinate libere (generalizzate)

    n ≤ 3m

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    48

    Una variazione virtuale dqr di una coordinata qr, deve soddisfare le seguenti condizioni: dqr è infinitesima dqr è compatibile con i vincoli dqr avviene a tempo congelato

    dqr è ideale (non dipende dalle forze applicate) Si chiama spostamento virtuale del sistema un dato insieme di variazioni virtuali delle sue coordinate

    In altre parole, i gradi di libertà (gdl) sono il numero di movimenti indipendenti che possono essere compiuti

    dalle masse del sistema.

    Per i sistemi di nostro interesse, il numero di gradi di libertà coincide con il numero di coordinate

    libere del sistema. Ci sono sistemi (esempio l’automobile) per i quali questo non è vero.

  • SISTEMI AD 1 GDL

    (nell’ipotesi di piccoli spostamenti)

    q y(t)

    m

    q q(t)

    q q(t)

    m

    q q(t)

    m

    q y(t)

    m

    y

    x

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    49

    m

    k , x

    q x(t)

    TELAIO SHEAR TYPE

    q y(t)

  • SISTEMI A PIU’ GDL

    q1 y1(t)

    m q2 y2(t)

    q3(t) q4(t) q5(t) y5 y7 y9

    y2 y4 y6 y8 y10

    m2 m1 m4 m3 m5

    y3 y1 q2(t) q1(t)

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    50

    m1

    m2

    m3

    m4

    q1

    q2

    q3

    q4

    TELAIO SHEAR TYPE

    q1 y1(t)

    m1 q2 y2(t)

    m2 q4 y4(t)

    q3 y3(t)

    2 GDL

    4 GDL

    4 GDL

    5 GDL

  • Il MOTO di un sistema meccanico a n GDL può essere descritto

    attraverso n coordinate generalizzate qr(t), con r=1,..,n, che sono in

    grado di fornire la posizione delle m masse del sistema in qualunque

    istante.

    Per conoscere il moto di un sistema occorre

    scrivere le EQUAZIONI DEL MOTO

    nelle coordinate generalizzate qr(t).

    Per scrivere le equazioni del moto nelle coordinate generalizzate

    servono i legami parametrici tra coordinate generalizzate e

    coordinate geometriche (noti una volta data la geometria del sistema)

    Noti i legami parametrici possiamo esprimere tutte le grandezze in

    coordinate generalizzate e poi scrivere le equazioni del moto.

    MOTO DEL SISTEMA NELLE COORDINATE GENERALIZZATE

    Legami parametrici

    1 2

    1 2

    1 2

    ( , , ..., , )

    ( , , ..., , )

    ( , , ..., , )

    s s n

    s s n

    s s n

    x x q q q t

    y y q q q t

    z z q q q t

    s = 1,.., m

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    51

    Massa MASSA GENERALIZZATA

    Rigidezza RIGIDEZZA GENERALIZZATA

    Smorzamento SMORZAMENTO GENERALIZZATO

    Forze esterne FORZE GENERALIZZATE

    Moto

    1 1

    2 2

    ...

    ( )

    ( )

    ( )n n

    q q t

    q q t

    q q t

    Equazioni del moto

    11 1 12 2 13 3 1 11 1 12 2 13 3 1 1

    21 1 22 2 23 3 2 21 1 22 2 23 3 2 2

    31 1 32 2 33 3 3 31 1 32 2 33 3 3 3

    ... ...

    ... ...

    ... ...

    ..

    n n n n

    n n n n

    n n n n

    m q m q m q m q k q k q k q k q G

    m q m q m q m q k q k q k q k q G

    m q m q m q m q k q k q k q k q G

    1 1 2 2 3 3 1 1 2 2 3 3

    .

    ... ...n n n nn n n n n nn n nm q m q m q m q k q k q k q k q G

  • Energia Potenziale

    Forze conservative Le forze per le quali il lavoro eseguito non dipende dal percorso si chiamano conservative

    Il lavoro in questo caso si può esprimere come differenza tra i valori che assume una funzione delle sole

    coordinate dei punti iniziale e finale della traiettoria (A e B).

    Energia potenziale La funzione delle coordinate che permette di calcolare il lavoro di una forza conservativa è detta energia

    potenziale Ep (energia che dipende dalla posizione).

    Se il sistema di forze applicato al sistema ammette una funzione scalare solo della posizione (e non

    esplicitamente del tempo) , Ep = Ep(q1 , q2 … qn ) il cui differenziale a tempo congelato è uguale ed opposto al lavoro virtuale compiuto dalle forze applicate al sistema, cioè tale che

    d Ep= - dW

    allora si dice che le forze ammettono potenziale e si chiamano FORZE MONOGENE (generate da una sola funzione).

    WA-B= - [EP(B)-EP (A) ] = - DEP

    E cioè si può dire che il lavoro compiuto dalle forze viene fatto a spese di un’energia EP

    dipendente dalla posizione: l’energia potenziale.

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    NOTA BENE Non esiste una forma generale per l’energia potenziale ma la sua espressione dipende dalla

    forza conservativa.

    52

    A B

  • • Forze elastiche che seguono la legge di Hooke

    • Forze gravitazionali

    Nei sistemi che studieremo, avremo le forze di richiamo elastico che sono conservative.

    Sul sistema in figura agisce solo la forza di richiamo elastico FE esercitata dal pilastro sulla

    massa, proporzionale allo spostamento attraverso la rigidezza k

    Energia potenziale del sistema (nella coordinata u)

    F k u

    Le forze che ammettono potenziale si dicono conservative Esistono casi pratici di notevole interesse in cui le forze sono conservative. Per esempio:

    • Forze elettriche

    Sistema ad 1 gdl

    m

    x=u(t)

    FE= -ku

    k → rigidezza flessionale

    pilastro

    Lavoro virtuale

    dW = FE du = -ku du

    Si, esiste ed è questa:

    21 2

    PE k u

    q(t)=u(t)

    Nota bene: questa è l’energia potenziale del sistema se si sceglie come coordinata generalizzata lo spostamento orizzontale u.

    Se cambiassimo coordinata cambierebbe anche l’espressione di Ep!

    L’energia potenziale ha le dimensioni di un lavoro ed è data dal prodotto, dimezzato, di rigidezza (generalizzata)

    per spostamento (generalizzato) al quadrato. Per sistemi a più gradi di libertà il prodotto è matriciale.

    Esempio 1. Sistema ad 1 GDL (a pendolo rovescio). Il sistema in figura ha 1 GDL. Nelle ipotesi di asta rigida assialmente e

    piccoli spostamenti, la massa non può spostarsi verticalmente e quindi è sufficiente 1 parametro per descrivere la posizione

    della massa in qualunque istante. Scegliamo come coordinata generalizzata lo spostamento orizzontale x che chiamiamo u(t).

    componente

    scalare lungo x

    della forza FE=-kui (i = versore asse x)

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    53

    Esiste una funzione il cui differenziale a tempo congelato è uguale (ma di segno

    opposto) al lavoro virtuale?

  • Esempio 2. Energia potenziale di un pendolo (nell’ipotesi di asta inestensibile)

    q(t) q(t)

    m

    1 grado di libertà (1 gdl)

    ENERGIA POTENZIALE nella coordinata q 21

    2

    PE mgL q

    per piccole oscillazioni

    rigidezza generalizzata (dimensioni forza x lunghezza)

    P=mg

    q

    FE=-mgsenq

    Forza di richiamo elastico

    L

    La forza applicata al sistema è solo la forza peso P, che si può scomporre lungo due direzioni: una ortogonale

    all’asta e una lungo l’asta. La componente ortogonale rappresenta la forza di richiamo per la massa, mentre

    la componente longitudinale non è attiva (l’asta è inestensibile quindi questa componente non può compiere

    lavoro). Conviene riferirsi alle coordinate geometriche: una lungo l’asta e una ortogonale all’asta.

    Lavoro virtuale della componente di forza attiva W mg sen sd q d

    W mg Ld q dq

    Si! E’ la seguente 21

    E 2

    p mgLq

    s

    s L senq

    s Ld dq

    q

    Nota bene: Se scegliessimo come coordinata generalizzata lo spostamento s avremmo

    e quindi l’energia potenziale sarebbe

    s

    W mg s mg sL

    d q d d

    rigidezza generalizzata (in questo caso è proprio una rigidezza) (dimensioni forza / lunghezza)

    21 2

    P

    mgE s

    L

    spostamento generalizzato (è proprio uno spostamento) (dimensioni di lunghezza)

    spostamento generalizzato (adimensionale)

    Scegliamo come coordinata generalizzata

    Lavoro virtuale nella coordinata q

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    relazione parametrica

    energia potenziale

    nella coordinata s

    La rigidezza generalizzata è quella quantità che nell’espressione dell’energia

    potenziale moltiplica lo spostamento generalizzato al quadrato (escluso ½)

    54

    s L q

    differenziale a tempo congelato

    Esiste una funzione il cui differenziale a tempo congelato è uguale (ma di segno

    opposto) al lavoro virtuale?

  • Energia Cinetica di un sistema di masse

    Il quadrato del vettore velocità è una quantità scalare perché è dato da:

    In un sistema di riferimento ortogonale cartesiano, fisso con il mondo esterno, la velocità della generica

    massa ha componenti (scalari) . Il suo modulo è quindi dato da

    Energia cinetica in coordinate geometriche

    L’energia cinetica di un sistema di m masse è data per definizione da:

    2) • s2( v s s sv v v

    2 22

    s s s sv = x + y + z

    1

    1

    2

    2ss

    s

    E mc

    m

    v

    x y

    z

    m1

    m2

    m3

    mm

    (x1,y1,z1 )

    (x2,y2,z2 )

    (xm,ym,zm )

    ms (xs,ys,zs )

    quantità scalare !

    L’energia cinetica è una quantità scalare sempre positiva. Ha le dimensioni di energia e si misura in Joule

    (1 J = 1N x 1m)

    NOTA BENE:

    vs=vs(t)

    NOTA BENE:

    Ec=Ec(t) 2 2 2

    1

    1 ( )

    2

    m

    C s s s ss

    E m x y z

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    55

    s s sx , y , z

  • Energia cinetica di una sola massa

    L’energia cinetica di un sistema con una sola massa m è data da:

    dove v è il modulo della velocità dell’unica massa m . Si può scrivere anche:

    21 2

    CE m v

    2 2 21 ( )2

    CE m x y z

    nel piano

    nello spazio

    2 21 ( )2

    CE m x y

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    56

    Sistema ad 1 gdl

    m

    k → rigidezza flessionale

    pilastro

    Esempio 1. Sistema ad 1 GDL (a pendolo rovescio).

    x=u(t) q(t)=u(t)

    ( 2 21

    2

    CE m x y

    Nota bene: questa è l’energia cinetica del sistema se si sceglie come coordinata generalizzata lo spostamento orizzontale u.

    Se cambiassimo coordinata cambierebbe anche l’espressione di EC!

    L’energia cinetica ha le dimensioni di un lavoro (si misura in Joule) ed è data dal prodotto, dimezzato, di massa

    (generalizzata) per spostamento (generalizzato) al quadrato. Per sistemi a più gradi di libertà il prodotto è matriciale.

    Energia cinetica nelle coordinate geometriche

    21 2

    CE m u

    Energia cinetica nella coordinata generalizzata u

    massa (generalizzata)

    0

    x u

    yRelazioni parametriche

    Derivate rispetto a t

    0

    x u

    y

  • massa generalizzata

    La massa generalizzata è quella quantità che moltiplica la velocità generalizzata al quadrato nell’espressione

    dell’energia cinetica (escluso ½). In questo caso la massa generalizzata ha dimensioni di massa per

    lunghezza al quadrato (momento di inerzia polare della massa rispetto a O). Questo perché la velocità

    (generalizzata) è data da un angolo diviso un tempo (velocità angolare).

    Esempio 2 Energia cinetica di un pendolo (nell’ipotesi di asta inestensibile) Il sistema ha 1 grado di libertà e quindi basta 1 coordinata per descriverne il moto. Scegliamo

    come coordinata generalizzata l’angolo q

    2 2 21 1 ( )2 2

    CE m v m x y Energia cinetica in coordinate geometriche

    cosx L

    y Lsen

    q

    q

    Legami parametrici

    cos

    x Lsen

    y L

    q q

    q q

    Derivate rispetto al tempo

    ( ( 2 2 2 2 2 2 2 21 1 1

    cos2 2 2

    CE m x y m L sen m Lq q q q Sostituendo si ha

    Energia cinetica nella coordinata generalizzata q(t) 2 21

    2

    CE m L q

    y

    O x

    q(t)=q(t)

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    2 m m L

    m

    q L

    s l

    x

    57

  • UNITA’ DI MISURA DELLA MASSA

    Il chilogrammo è la massa di un

    particolare cilindro di altezza e

    diametro pari a 0,039 m fatto con

    una lega di platino-iridio e

    depositato presso l'Ufficio

    Internazionale dei pesi e delle

    misure a Sèvres, in Francia.

    La massa è una grandezza fisica fondamentale nel S.I.

    Unità di misura della massa nel S.I. è il chilogrammo Kg

    (detto anche chilogrammo-massa per distinguerlo dal chilogrammo-peso)

    2[ ] [ ]1[ ] 1

    [ ]

    N sKg

    m

    NOTA BENE: Se il peso P è espresso in Kgpeso e l’accelerazione g è espressa in m/s2, la massa si ottiene in

    Kgpeso s2/m che non sono Kgmassa ! E’ un’altra unità di misura (un po’ spuria) della massa.

    Si noti anche che poiché 1N ~ 1Kgpeso x10 e l’accelerazione di gravità g~10m/s2 si ha che NUMERICAMENTE il

    valore del peso in Kgpeso coincide con il valore della massa in Kgmassa

    (Solo numericamente, perché le unità di misura sono diverse!)

    ESEMPIO: un uomo che pesa 80 Kgpeso ha una massa di 80 Kgmassa

    Dalla legge di Newton si vede che la massa si può ricavare come rapporto

    tra forza e accelerazione. In particolare, la massa di un corpo che ha un

    dato peso P si ottiene come rapporto tra peso e accelerazione di gravità.

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    Pm

    g

    Pesomassa

    acc gravità

    58

  • Teorema di conservazione dell’energia meccanica

    Se le forze applicate al sistema sono conservative e se il sistema ha solo vincoli fissi, allora si può

    dimostrare che il moto del sistema avviene in modo che la somma dell’energia cinetica e dell’energia

    potenziale rimanga sempre costante, in qualunque istante:

    Ec+EP = cost = E

    In questo caso il sistema è detto meccanicamente conservativo.

    TEOREMA DI CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA MECCANICA:

    In un sistema conservativo, la somma dell’energia cinetica e dell’energia potenziale rimane sempre

    costante durante il moto ed è pari all’energia totale E

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    59

    QUESTO TEOREMA CONSENTE DI SCRIVERE L’EQUAZIONE DEL MOTO DI SISTEMI AD 1 GDL NON SMORZATI (CONSERVATIVI). Basta imporre che: e cioè che:

    0dE

    dt

    0 C PdE dE

    dt dt

  • u(t)=0EC + EP = cost = E

    Per

    u(t)=0

    Per

    EC-max = EP-max = cost = E

    Per piccole oscillazioni

    Quando lo spostamento è massimo la

    velocità si annulla e poi cambia segno

    Quando lo spostamento è nullo, la velocità

    è massima e poi inizia a diminuire

    maxu(t)=u

    maxu(t)=u C C C-MAXE = E (u)= E

    C C E = E (u)= 0

    P P max P-MAXE = E (u )= E

    P PE = E (u)= 0

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    2 21 1 + 2 2

    mu ku E

    60

    Conservazione della Energia Meccanica per la mensola incastrata alla base con massa

    concentrata all’estremo libero (sistema ad 1 GDL detto anche PENDOLO ROVESCIO)

    EQUAZIONE DEL MOTO LIBERO NON SMORZATO DELLA MENSOLA

    (ipotesi piccoli spostamenti – linearità)

    2 21 1 + 0 2 2

    dmu ku

    dt + 0 mu u ku u + 0 mu ku

    Sistema ad 1 gdl

    m q(t)=u(t)

    21 2

    CE m u

    21 2

    PE k u

    x=u(t)

    Questa equazione si ritrova anche seguendo altre strade ed è l’equazione del moto di un qualunque sistema ad 1 GDL

    lineare e non smorzato descritto dalla coordinata generalizzata coincidente con l’unico spostamento consentito u(t)

  • θ(t)=0

    qmax

    m

    EC + EP = cost = E

    Per

    θ(t)=0

    Per

    EC-max = EP-max = cost = E

    Per piccole oscillazioni

    Quando lo spostamento è massimo la

    velocità si annulla e poi cambia segno

    Quando lo spostamento è nullo, la velocità

    è massima e poi inizia a diminuire

    maxθ(t)=θ

    maxθ(t)=θ

    q =0

    C C C-MAXE = E (θ)= E

    C C E = E (θ)= 0

    P P max P-MAXE = E (θ )= E

    P PE = E (θ)= 0

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    2 2 21 1 + 2 2

    q q mL mgL E

    2 21 2

    CE mL q

    21 2

    PE mgLq

    61

    Conservazione della Energia Meccanica nel PENDOLO (senza attriti)

    (http://www.walter-fendt.de/html5/phit/pendulum_it.htm)

    EQUAZIONE DEL MOTO LIBERO NON SMORZATO DEL PENDOLO SEMPLICE

    (ipotesi piccoli spostamenti – linearità)

    2 2 21 1 + 0 2 2

    q q

    dmL mgL

    dt

    2 + 0 q q q q mL mgL + 0 q q L g

    Periodo proprio del pendolo T=2π𝒎𝒂𝒔𝒔𝒂 𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒂𝒍𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒂

    𝒓𝒊𝒈𝒊𝒅𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒂𝒍𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒂 = 2π

    𝒎𝑳𝟐

    𝒎𝒈𝑳 = 2π

    𝑳

    𝒈

    http://www.walter-fendt.de/html5/phit/pendulum_it.htm

  • PRINCIPIO DI D’ALAMBERT “Un qualunque insieme di forze applicato

    ad un sistema meccanico in moto è in equilibrio (in ogni istante) ed è in grado di

    soddisfare le condizioni che sarebbero soddisfatte nel caso statico se si considerano

    applicate al sistema anche le forze d’inerzia.”

    Jean Baptiste D’Alambert Parigi 1717 - 1783

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    62

    s s s s sm m x y z I

    s sF a i j k

    La forza d’inerzia agente su un punto materiale di massa ms è il

    prodotto tra la massa ms e l’accelerazione del punto considerato

    cambiata di segno:

    sono i versori degli assi coordinati x, y e z.

    Attraverso le relazioni parametriche che legano le coordinate

    geometriche e le coordinate generalizzate, possiamo scrivere

    anche le forze di inerzia in coordinate generalizzate.

    ATTRAVERSO IL PRINCIPIO DI D’ALAMBERT SI POSSONO

    SCRIVERE LE EQUAZIONI DEL MOTO DI UN SISTEMA MECCANICO

    Per scrivere le equazioni del moto in genere si utilizzano le componenti scalari delle forze

    lungo le direzioni del moto.

    i j k

  • 2a Legge (o Principio) di Newton

    Sir Isaac Newton

    Inghilterra 1642 - 1727

    relazione vettoriale

    In ogni istante, la risultante di tutte le forze attive agenti

    su una massa in moto è pari al prodotto della massa per

    la sua accelerazione.

    NOTA BENE: c’è una equivalenza tra Principio di D’Alambert e 2a legge di Newton

    (ma Newton è morto quando D’Alambert era ancora un bambino! )

    Quindi D’Alambert poteva conoscere la legge di Newton, ma Newton non sapeva nulla del Principio di

    D’Alambert )

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    63

    ATTRAVERSO LA LEGGE DI NEWTON SI POSSONO

    SCRIVERE LE EQUAZIONI DEL MOTO DI UN SISTEMA MECCANICO

    Però si può usare agevolmente solo per sistemi semplici.

    𝑭 = 𝑚 𝒂

  • Si definisce funzione lagrangiana L l’eccesso di energia cinetica rispetto all’energia potenziale:

    def

    r r c r r p r rL(q ,q ,t)= E (q ,q ,t) - E (q ,q ,t)

    Si tratta di una funzione che dipende dal sistema e dalle forze applicate ad esso.

    Siccome Ec e Ep sono delle funzioni caratteristiche del sistema, allora anche la funzione

    lagrangiana L è una caratteristica del sistema.

    Nei nostri sistemi in genere l’energia cinetica dipende solo dalle derivate delle coordinate

    generalizzate qr mentre l’energia potenziale dipende solo dalle qr (dalla posizione)

    FUNZIONE LAGRANGIANA

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    64

  • Joseph-Louis Lagrange

    (Giuseppe Luigi Lagrangia)

    Torino, 25 -01-1736

    Parigi, 10 -01-1813

    Equazioni Lagrangiane del moto

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    65

    ( ) 1,2,...,prr r

    d L LG r n

    dt q q

    ( ) ( ) 1,2,...,m pC C r rr r

    E EdG G r n

    dt q q

    (1)

    (2)

    Forze generalizzate relative alle forze monogene agenti sul sistema ( )m

    rG

    ( )p

    rG

    Funzione lagrangiana ( )def

    c pL = L(t)= E (t) - E t

    c cE = E (t) Energia cinetica

    Forze generalizzate relative alle forze poligene agenti sul sistema

    n equazioni differenziali del secondo ordine

    p pE = E (t) Energia potenziale

    http://it.wikipedia.org/wiki/Torinohttp://it.wikipedia.org/wiki/25_gennaiohttp://it.wikipedia.org/wiki/25_gennaiohttp://it.wikipedia.org/wiki/25_gennaiohttp://it.wikipedia.org/wiki/1736http://it.wikipedia.org/wiki/1736http://it.wikipedia.org/wiki/Parigihttp://it.wikipedia.org/wiki/10_aprilehttp://it.wikipedia.org/wiki/10_aprilehttp://it.wikipedia.org/wiki/10_aprilehttp://it.wikipedia.org/wiki/1813

  • Equivalenza delle espressioni (1) e (2) delle Equazioni Lagrangiane

    Sostituendo si ottiene:

    ( ) 1,2,...,

    pC C P P

    r r r r

    E Ed d E EG r n

    dt q q dt q q

    Poiché si dimostra che le forze generalizzate relative alle forze monogene (che ammettono potenziale)

    sono date da:

    ( )m P Pr

    r r

    d E EG

    dt q q

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    66

    ( ) 1,2,...,prr r

    d L LG r n

    dt q q

    (1)

    ( )def

    c pL = L(t)= E (t)- E t

    ( ) ( ) 1,2,...,m pC C r rr r

    E EdG G r n

    dt q q

    (2)

    Partiremo da queste equazioni (nella forma (1) oppure (2) per scrivere le equazioni del moto

    di sistemi a uno e a più gradi di libertà

    si ha che:

  • Lavoro Virtuale delle forze in coordinate geometriche

    Dato un sistema meccanico costituito da un certo numero m di masse, intese come punti massa, vincolate

    tra loro e con l’esterno. La posizione della massa s-esima rispetto ad un sistema di riferimento cartesiano

    nello spazio è individuata da tre coordinate geometriche xs, ys, zs. Supponiamo che sulle masse agiscano

    delle forze, in generale funzione del posto e del tempo. Le forze sono dei vettori che hanno tre componenti

    scalari nelle direzioni dei tre assi coordinati ( Xs , Ys , Zs ). Supponiamo ora di fornire uno spostamento

    virtuale al sistema, cioè assegniamo a ciascun punto materiale di massa ms uno spostamento virtuale dss nella direzione della forza.

    Il lavoro virtuale compiuto dalle forze agenti sulle masse si può esprimere come sommatoria dei

    prodotti scalari delle forze per gli spostamenti virtuali nella direzione delle forze.

    x

    y

    z

    m1

    m2

    (x1,y1,z1 )

    (x2,y2,z2 )

    (xm,ym,zm )

    ms (xs,ys,zs)

    Nota bene: in grassetto si indicano i vettori!

    1 1• )

    m md

    s s s s s s s s

    s sW (X δx Y δy Z δzF δs

    vettore forza sulla s-esima massa ( , , )X Y Zs s s sF

    vettore spostamento virtuale della s-esima massa ( , , )x y zd d ds s s ssd

    Fm F1

    F2

    ... ... ...W X X X Y Y Y Z Z Zm m m m m md 1 1 2 2 1 1 2 2 1 1 2 2δx δx δx δy δy δy δz δz δz

    Lavoro virtuale espresso in termini di coordinate geometriche

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    67

    (3m termini)

    mm

  • DEFINIZIONE: La forza generalizzata G è quel vettore (a n dimensioni) che moltiplicato scalarmente per il

    vettore incremento virtuale delle coordinate generalizzate dq fornisce il lavoro virtuale compiuto dalle forze applicate alle masse (in genere quelle esterne, ma il concetto si applica anche per forze di richiamo, dissipative

    e persino per forze statiche) Fs per gli spostamenti virtuali dss delle masse.

    Le componenti Gi vengono spesso chiamate anch’esse “forze generalizzate”.

    Le forze generalizzate (scalari) relative a delle forze esterne e a date coordinate generalizzate sono

    quei coefficienti Gr (con r=1,2,..,n) per i quali bisogna moltiplicare gli incrementi virtuali delle

    coordinate generalizzate dqr per ottenere il lavoro virtuale compiuto dalle forze esterne per degli spostamenti virtuali dati.

    1 1• )

    m md

    s s s s s s s s

    s sW (X δx Y δy Z δzF δs

    FORZE GENERALIZZATE

    1 1 2 2 ... n nW G q G q G qd d d d

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    68

    dq=(dq1, dq2, …, dqn)

    vettore forza generalizzata

    (n dimensioni)

    vettore spostamenti virtuali

    generalizzati (n dimensioni)

    G=(G1, G2, …, Gn)

    Come le otteniamo?

    Attraverso la definizione: uguagliando il lavoro virtuale in coordinate

    geometriche con il lavoro virtuale nelle coordinate generalizzate

    Perché ci servono?

    Per poter scrivere le equazioni del moto nelle coordinate scelte

    (n termini)

    = G dq

    n = numero di GDL

    Fs=(Xs, Ys, Zs)

    vettore forza sulla

    s-esima massa

    spostamento virtuale

    della s-esima massa

    ( , , )x y zd d ds s s ssd

  • METODO DIRETTO per il Calcolo delle Forze Generalizzate

    1 1 2 21 1

    ( ) ...m

    d d d d d d d d

    ndef

    s s s s s s r r n ns r

    W X x Y y Z z G q G q G q G q

    Lavoro virtuale delle forze esterne =

    Lavoro virtuale in coordinate generalizzate

    Sostituendo si ricavano le forze generalizzate

    1 2

    1 2

    1 2

    1 2

    1 2

    1 2

    ...

    ...

    ...

    d d d d

    d d d d m

    d d d d

    s s ss n

    n

    s s ss n

    n

    i s ss n

    n

    x x xx q q q

    q q q

    y y yy q q q s = 1,2,...,

    q q q

    z z zz q q q

    q q q

    1 21 1 2

    1 1 1

    1 21 2

    1 1 1

    1 21 2

    1 1 1

    ...

    ...

    ...

    m

    m

    m

    m

    m

    m

    xx xG X X X

    q q q

    yy yY Y Y

    q q q

    zz zZ Z Z

    q q q

    Componenti delle forze ESTERNE (note)

    Incrementi virtuali delle coordinate geometriche

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    69

    Per sistemi piani con 1 GDL è molto semplice!

    1 2

    1 2

    1 2

    ( , ,..., , )

    ( , ,..., , )

    ( , ,..., , )

    m

    s s n

    s s n

    s s n

    x x q q q t

    y y q q q t s = 1,2,...,

    z z q q q t

    Legami parametrici

    differenziali a tempo congelato dei legami parametrici

    Componenti delle forze GENERALIZZATE (incognite)

    Incrementi virtuali delle coordinate generalizzate

    Per sistemi piani con PIU’ GDL si lavora con matrici (più semplice)

  • 1. Perché il loro studio consente di introdurre in maniera semplice ed immediata (vicina all’intuizione fisica) i concetti fondamentali della dinamica strutturale (validi anche per sistemi a più gradi di libertà e per sistemi continui);

    2. perché lo studio di sistemi più complessi come i sistemi a più gradi di libertà e anche i sistemi continui (ad infiniti gradi di libertà), si può spesso ricondurre a quello di una serie di opportuni sistemi ad un GDL. Questo, come vedremo, è possibile grazie a quella parte della dinamica che prende il nome di analisi modale (o analisi dei modi principali di vibrazione);

    3. perché il modello meccanico costituito da un oscillatore ad un grado di libertà consente spesso di descrivere in maniera sufficientemente accurata il comportamento di strutture più complesse e quindi risulta di grande utilità pratica per le applicazioni. In particolare, ci si può ricondurre allo schema dell’oscillatore semplice tutte le volte che si ha un sistema strutturale con una massa predominante, le cui oscillazioni possono essere descritte attraverso un solo parametro.

    Corso di Dinamica delle Strutture - Docente: Maria Cristina Porcu

    70

    SISTEMI AD 1 GDL

    Perché studiamo i sistemi ad 1 gdl?