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l’UNIVERSITA'PERIODICO DELL’ATENEO DI PERUGIA
INDICE
Il nuovo anno accademico al nastro di appartenenza.
Sistema qualità: un metodo per mettersi al servizio dell’utenza.
Medicina: 85.000 volumi in biblioteca e 170 posti mensa.
Gli umbri e la crisi modernista.
Nel DNA la data di nascita del cavallo domestico.
Nanotecnologie dei polimeri e cellule staminali: nuove frontiere della biomedica.
News
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pagina 6
pagina 8
pagina 10
pagina 12
pagina 14
pagina 15
Periodico d’informazione dell’Ateneo di Perugia
Anno XXX
n.1 Gennaio/Febbraio 2012
Auorizzazione del Tribunale di Perugia
n. 659 del 7/3/1983
Direttore reponsabile : Laura Marozzi
Redazione: Piazza dell’Università, 1
06123 Perugia (PG)
mail: [email protected]
Tel. 075 585 2395
Fax 075 585 2182
Progetto grafico: Thema_design e comunicazione
Stampa in proprio
8Medicina: 85.000 volumi in biblioteca e 170 posti mensa.
6Sistema qualità:un metodo per mettersi al servizio dell’utenza.
15A palazzo Murena
l’ambasciatore della Romania.
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Il Rettore Bistoni ( a sinistra) accoglie l’Ambasciatore di Romania Razvan Rusu.
L’ambasciatore della Romania in Italia Razvan Rusu, ha partecipato stamani alla cerimonia di conferimento dei diplomi delle lauree triennali a cento studenti della Facoltà di Economia giunti al termine del corso universitario.Nel suo intervento ai laureandi e ai docenti di Economia, nell’Aula Magna dell’Ateneo, l’ambasciatore, esprimendo soddisfazione per poter essere in mezzo agli studenti e vicino al mondo universita-rio, ha detto: “Sono sempre stato convin-to che i giovani possono portare un contributo fondamentale allo sviluppo
delle nostre società e all’individuazione di
È stato firmato l’atto costitutivo
dell’Associazione temporanea di scopo
per l’attuazione del progetto
IN.TE.R.A.M.NA. (Innovazione, Tecno-
logie e Ricerca Avanzata per i Materiali e i
Nanomateriali), che ha ottenuto il premio
del concorso bandito dal Ministero dello Sviluppo economico nell’ambito del
programma nazionale Riditt.
Il progetto è stato presentato dal Polo universitario scientifico didattico di Terni, capofila in partnership con Confindustria
Terni e con I.Tras.Te, (società partecipata
al 50% dall’Università di Perugia, 25% Sviluppumbria e 25% META Group) in risposta al bando nazionale del Ministero
dello Sviluppo economico per il finanzia-
mento di progetti di diffusione e trasferi-mento tecnologico al sistema produttivo e la creazione di nuove imprese ad alta
tecnologia. Il progetto INTERAMNA,
giudicato il migliore nell’area delle Tecnologie dei materiali, micro e nanotec-nologie, ha ottenuto un premio in denaro
A PALAZZO MURENA L’AMBASCIATORE DELLA ROMANIA
AL VIA IL PROGETTO INTERAMNA DEL POLO SCIENTIFICO DI TERNI
A PALAZZO MURENA
NEWS
nuove idee che creino soluzioni per l’ambito istituzionale e politico”. Succes-sivamente l’Ambasciatore è stato ricevuto dal Magnifico Rettore Francesco Bistoni e dal Pro Rettore Antonio Pieretti. L’Ateneo di Perugia e in particolare la Facoltà di Economia, ha stretti rapporti di collabo-razione scientifica con alcune università della Romania, tra cui un accordo con la prestigiosa Accademia di Studi economici di Bucarest, avviato dalla fine degli anni Ottanta dall’allora Preside di Economia e Commercio Giuseppe Calzoni e dalla professoressa Elvira Lussana, docente di
Geografia economica.
di circa 2 milioni di euro.
I risultati del bando nazionale sono stati
ufficializzati circa un anno fa, ma solo in
questi giorni il Ministero ha dato il via
alla fase operativa.
L’Università di Perugia e gli altri partner
del progetto hanno deciso di passare subito alla fase operativa con la costituzio-
ne dell’Associazione temporanea di scopo
tra il Polo universitario scientifico didatti-co di Terni, Confindustria Terni e la società ItrasTe.
L’atto è stato sottoscritto dal Magnifico
Rettore dell’Ateneo, Francesco Bistoni, dal Presidente di Confindustria Terni, Umbro Bernardini, e per la società Itraste
dal Presidente Loris Nadotti. Alla cerimo-
nia della firma erano presenti il Pro Rettore del Polo universitario di Terni, Pietro Burrascano, e il Direttore di
Confindustria Terni, Mauro Meucci.
“E’ un momento importante - ha dichiara-to il Rettore Bistoni - nell’ambito del rapporto Università-imprese che è destina-
to a diventare il motore dell’attività
dell’Ateneo nel territorio”. Della dinamici-
tà del Polo scientifico didattico di Terni
ha parlato il Pro Rettore Burrascano
sottolineando che il progetto INTERAM-
NA crea una sinergia con il mondo delle
imprese che avrà importanti sviluppi
nell’immediato futuro. Il progetto, infatti, ipotizza di avviare almeno 20 azioni di trasferimento tecnologico.
La firma dell’atto costitutivo: da sinistra il Pro Rettore per il polo di Terni professore Pietro Burrascano, il Rettore Bistoni, il presidente di Confindustria Terni umbro Bernardini, il notaio Giuseppe Brunelli.
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IL NUOVO ANNO ACCADEMICO AL NASTRO DI PARTENZANella cornice della solenne cerimonia di inaugurazione, il Rettore delinea gli scenari della futura università post Riforma.
Una inedita cornice pomeridiana, lo scorso 27 gennaio, per la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2011/2012, il settecentoquattresimo dalla fondazione dell’Università degli Studi di Perugia. Seguendo la tradizione, l’evento è stato aperto dal corteo, guidato dal rettore Francesco Bistoni, dei Presidi e dei docenti delle undici
facoltà dello Studium: al loro ingresso in Aula Magna gli inni
d’Italia e dell’Ateneo, eseguiti dal coro dell’Ateneo perugino
diretto dal maestro Salvatore Silivestro.
Assente eccellente alla cerimonia, il ministro dell’università e della
ricerca Francesco Profumo: in sua vece, l’annunciato ospite
d’onore, trattenuto nella Capitale da un consiglio dei ministri
straordinario, ha inviato un messaggio di saluto all’assemblea
perugina, letto in aula dal Pro Rettore professore Antonio Pieretti:
3l’UNIVERSITA' n.1 2012
PRIMO PIANO
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RICERCA
I materiali utilizzati per applicazioni biomediche devono essere concepiti per stimolare la risposta specifica delle cellule a livello molecolare. Essi devono stimolare specifiche interazioni con le cellule e favorire l’adesione, la proliferazione, il differenziamento cellulare e la produzione e l’organizzazione della matrice extracel-lulare. L’interazioni tra i biomateriali e le cellule staminali ha un ruolo molto importante nelle applicazioni biomediche: le cellule possono agire come veri sensori e rispondere a stimoli meccanici con il riarrangiamento del citoscheletro e cambiamenti dell’espressione genica. La progettazione dei biomateriali costitui-sce, pertanto, un punto chiave nella rigenerazione tissutale.I materiali polimerici tradizionali non sempre sono in grado di
soddisfare tutti i requisiti richiesti per le applicazioni biomedicali.
La progettazione e la realizzazione di sistemi polimerici con più
componenti, rappresenta pertanto una strategia sostenibile per lo
sviluppo di biomateriali multifunzionali innovativi. L'introduzio-
ne di nanostrutture all’interno di matrici polimeriche biodegrada-
bili permette di ottenere nanocompositi con proprietà specifiche
in grado di regolare il comportamento delle cellule staminali. Le
nanotecnologie permettono, infatti, lo sviluppo di nuovi sistemi
che mimano il complesso e la struttura gerarchica del tessuto
nativo. Pertanto, le nanotecnologie e la biologia molecolare
insieme possono affrontare e risolvere diversi problemi d’interesse
biomedico, e rivoluzionare in tal modo, il settore della sanità e
della medicina.
Nell’ambito delle nanotecnologie si collocano i sistemi nanocom-positi che possiedono almeno una dimensione fisica sulla scala dei
nanometri (la milionesima parte di un millimetro), e che sono
impiegati nella progettazione e realizzazione di dispositivi e apparati con proprietà migliorate. Essi hanno il vantaggio di essere molto versatili e di permettere la modulazione delle
proprietà finali del sistema realizzato. I bionanocompositi sono il
risultato della combinazione di polimeri con particelle inorgani-che e/o organiche a scala nanometrica. La buona interazione tra nanostrutture e matrice polimerica è alla base del miglioramento delle proprietà meccaniche e funzionali dei nanocompositi rispet-to ai compositi convenzionali. Questo è un importante risultato, dal momento che si è visto che le cellule distinguono superfici con diverse proprietà meccaniche e topografiche che possono influenzare i meccanismi di adesione e proliferazione cellulare sulle superfici (Fig. 1 e Fig. 2).Recentemente una serie di nuovi biomateriali nanocompositi a matrice polimerica biodegradabile e nanostrutture sono stati sviluppati nei nostri di laboratori per essere utilizzati come
supporti (“scaffolds”) per la rigenerazione tissutale.
Questi sviluppi sono stati riportati in una serie di pubblicazioni
ad alto fattore d’impatto.
La prossima generazione di biomateriali che intendiamo svilup-
pare sarà interattiva e programmabile, quindi in grado di comuni-
care in modo semplice con i le cellule di un tessuto.
In particolare, i materiali capaci di rispondere a stimoli, con ad
esempio un segnale elettrico, potranno essere utilizzati per regola-
re l’adesione, la proliferazione e il differenziamento di cellule
staminali. L’applicazione di un campo elettrico è in grado, infatti,
di stimolare la guarigione delle ossa, cartilagine, pelle e tessuto
connettivo, nervi cranici e del midollo spinale e nervi periferici.
L'uso di materiali capaci di rispondere a stimoli elettrici grazie
all’introduzione di nanostrutture conduttive, permettà di regolare
la crescita cellulare e la riparazione del tessuto danneggiato direttamente a livello locale.Attualmente siamo solo agli albori della conoscenza dei benefici
reali ed applicativi della nanostrutturazione. Per questo è necessa-
rio un approfondimento dei criteri che legano le scoperte e le proprietà ai parametri di processo.
NANOTECNOLOGIE DEI POLIMERI E CELLULE STAMINALI: NUOVE FRONTIERE DELLA BIOMEDICA
Di Ilaria Armentano e José M. KennyDipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, sede di TerniSabata Martino e Aldo Orlacchio Dip. di Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche, Sez. di Biochimica e Biologia Molecolare
Fig.2: Microscopia di cellule staminali neurali differenziate su superfici nanotopografiche di carbonio amorfo.
Fig.1: Microscopia di cellule staminali su nanocompositi elettrofilati a base di acido polilattico.
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n.1 2012 l’UNIVERSITA' l’UNIVERSITA' n.1 2012 13
Il gruppo di ricerca dell’Ateneo di Perugia protagonista nella ricerca.
Da sinistra verso destra): ai lati la Dott.ssa Hovirag Lancioni e il Dott. Alessandro Achilli del Dip. di Biologia Cellulare e Ambientale (Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali), al centro il Dott. Stefano Capomaccio, la Dott.ssa Michela Felicetti, il Prof. Maurizio Silvestrelli, la Dott.ssa Katia Cappelli e il Prof. Andrea Verini Supplizi del Dip. di
Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria, Centro di Studio del Cavallo Sportivo (Facoltà di Medicina Veterinaria).
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Albero filogenetico dei genomi mitocondriali equini in cui si evidenziano il “mito-genoma” equino ancestrale e le diverse linee domesticate nel Neolitico (Achilli et al. 2012, Jan 30; Proc. Nat.l Acad. Sci. USA).
“La ricerca scientifica e la formazione del capitale umano qualifica-to costituiscono oggi le fonti primarie della ricchezza umana e materiale delle nazioni, nonché il motore della crescita del Paese”. La formazione è tutto, nella maturazione di una persona, nella crescita di una classe politica e dirigente onesta ed efficiente, nello sviluppo di un Paese come comunità nazionale - ha scritto ancora Profumo -. Coraggio allora: siamo tutti chiamati a fare del nostro meglio: i professori, gli studenti, i decisori pubblici. Insieme possiamo ridare all’Italia il prestigio che merita”.E’ stato poi il rettore Bistoni a entrare nel cuore della cerimonia, tracciando con il suo discorso inaugurale un ampio quadro della situazione dell’università e persino della società contemporanea alla luce delle attuali difficoltà, soprattutto in termini di risorse economiche e finanziarie. Lo scenario mostra certamente una situazione difficile e impegnativa, nella quale lo Studium Perusinum sta svolgendo un ruolo di prim’ordine, sia rispetto allo scenario nazionale che internazionale.
“Un’autorevole fonte informativa, la Scimago Institutions
Rankings – ha detto Bistoni - sulle 3.042 università analizzate a
livello mondiale, colloca la nostra al 477° posto al 174° in Europa
e al 21° in Italia. Lo Studium Generale sale, però, a ben analizzare
la graduatoria, al 4° posto tra le Università italiane per
l’autorevolezza delle pubblicazioni, apparse sulle più qualificate
riviste scientifiche internazionali”.
Ferma restando la necessità di reperire nuovi canali di attingimen-
to di risorse, il rettore ha indicato gli sforzi compiuti dall’Ateneo
di Perugia già in questa fase e gli impegni futuri. “Sarà indispensa-
bile promuovere, accanto alla ricerca pura, anche quella rivolta
all’innovazione e alla produttività - ha detto ancora il rettore -.
Solo a queste condizioni infatti l’Ateneo perugino potrà richiama-
re l’attenzione delle aziende e delle industrie sia regionali che
nazionali e attrarre nuove e più significative risorse dall’esterno.
È appunto in questa prospettiva che nel nuovo Statuto è stata riservata una posizione di preminenza alle già richiamate piattafor-
me tecnologiche. Oltre a rendere sempre più efficiente e coordinata la ricerca, inoltre esse potranno rispondere anche allo scopo di collegare l’università con il mondo del lavoro. È l’Umbria stessa, nelle sue diverse realtà, che oggi reclama un forte investimento nella ricerca scientifica e nella tecnologia per uscire dall’impasse in cui si dibatte. Di questa necessità, peraltro - ha concluso -, c’è chiara consapevolezza a tutti i livelli, come attestano i recenti accordi di collaborazione stipulati dall’Ateneo con la Regione, la Confindu-stria e con altre istituzioni locali. Però occorre fare di più e imboccare la via di cui è stata antesignana, con grande lungimiran-za, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Dell’attenzione che essa finora ha riservato all’Ateneo sono grato al suo Presidente e ai suoi amministratori”.L’intervento del Magnifico è stato seguito da quelli della dottores-sa Letizia Pietrolata, in rappresentanza del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario, e di Alessandro Tassi, della Facoltà di Agraria, quale presidente del consiglio degli studenti.
“In una fase così delicata per la nostra Università - ha dichiarato
Letizia Pietrolata -, il personale tecnico-amministrativo e bibliote-
cario garantisce la massima partecipazione, collaborazione e
disponibilità, ma allo stesso tempo chiede maggiore attenzione e
considerazione dall’intero sistema universitario, affinché anche i
nuovi vincoli possano trasformarsi in opportunità di crescita e
valorizzazione”.
“Crediamo che sia possibile riformare l’Università - ha sostenuto
Tassi -. Secondo molti c’è bisogno di maggiori investimenti
economici. Sicuramente è così; ma a nostro avviso ciò che serve
realmente è un cambio di mentalità e di approccio che si traduca
nel coraggio di mettersi in gioco e nella disponibilità a perdere
qualche privilegio. Solo a queste condizioni l’Università può
diventare non solo fucina di professionisti del sapere, ma anche
luogo di incontro e di cultura”.
PRIMO PIANO
Gli “emeriti”: da sinistra, i professori Mantovani, Aquilanti, Martelli, Puxeddu, il Rettore, Senin, Sgamellotti, Comparato.
Un’ istantanea delle prime file della platea che ha assistito alla cerimonia: in primo piano la Dottoressa Maria Lacaita, direttore amministrativo dello Studium
n.1 2012 l’UNIVERSITA' 4
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PRIMO PIANO
L’Arcivescovo Gualtiero Bassetti durante la celebrazione della Messa nella Chiesa dell’Università.
Il Rettore fa festa con la Goliardia al termine della cerimonia.
5l’UNIVERSITA' n.1 2012
I metodi di analisi del DNA mitocondriale umano sono stati applicati, da un gruppo di ricerca dello Studium, per cercare di comprendere i tempi e i modi della domesticazione dei cavalli selvatici (Equus ferus) da parte dell’uomo primitivo, ottenendo la pubblicazione dei risultati nei prestiogisi “Proceedings” dell’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (PNAS): secondo i ricercatori perugini, a differenza di altre specie come i bovini che hanno subito un unico evento di domesticazione nell’area della Mezzalu-na Fertile, almeno diciassette diverse popolazioni di cavalli selvatici sono state domesticate durante il Neolitico in molteplici aree geografiche dell’Eurasia, inclusa l’Europa occidentale. Vediamo qual è stato lo sviluppo del progetto di ricerca. La maggior
parte del DNA (circa tre miliardi di basi) contenuta all’interno delle
nostre cellule è racchiusa nel nucleo, ma una piccola porzione
(meno di 17 mila basi) è contenuta nei mitocondri, le cosiddette
“centrali energetiche” della cellula: si tratta del DNA mitocondriale
(mtDNA). Questa molecola si trasmette unicamente per via
materna ed evolve solo per accumulo sequenziale (temporale) di
mutazioni (varianti) andando a costituire un vero e proprio registro
molecolare in cui è scritta (nelle diverse mutazioni) la storia delle
donne che lo hanno trasmesso nelle diverse generazioni. Grazie al
sequenziamento di interi mtDNA si è svelata la parte “femminile”
della storia dell’Umanità, evidenziando un’origine ancestrale
dell’Uomo “moderno” in Africa, datata circa duecentomila anni fa.
Sempre nel Paleolitico, circa settantamila anni fa, l’Uomo ha
intrapreso il viaggio di colonizzazione al di fuori del continente
africano, passando prima in Asia, per arrivare poi in Europa circa quarantacinquemila anni fa. Con il Neolitico, l’avvento dell’agricoltura e dell’allevamento ha sicuramente cambiato la storia
di molte popolazioni che, grazie all’acquisizione di queste nuove
“tecniche”, sono riuscite spesso a diffondere con grande successo cultura, lingua e geni. Ben presto, le espansioni umane si sono legate indissolubilmente alle storie evolutive degli animali addomesticati,
le cui tracce possono essere ancora recuperate dallo spettro di
variazione del DNA. Tuttavia gli studi paleontologici e genetici non hanno ancora fornito dati significativi sui processi di domesticazio-ne delle specie coinvolte, tra cui il cavallo (Equus caballus). Insieme
alla dottoressa Lancioni abbiamo, quindi, pensato di utilizzare i
metodi di analisi dell’mtDNA umano per cercare di chiarire i tempi e i modi della domesticazione dei cavalli selvatici (Equus ferus). Come spesso accade, per dare risposte definitive in ambito evolutivo
e popolazionistico bisogna avere a disposizione un campione ampio e molto rappresentativo. Solamente grazie alla partecipazione di
altri gruppi del nostro Ateneo afferenti al Centro di Studio del Cavallo Sportivo diretto dal professore Silvestrelli ed al Dipartimen-to di Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria, oltre che alla collaborazione di rinomati centri di ricerca italiani (Università di Pavia, professore Torroni e dottoressa Olivieri) e internazionali (in Germania, Portogallo, Iran, Siria e Stati Uniti) è stato possibile mettere insieme un campione di più di trecento cavalli di venticin-que razze diverse provenienti da America, Asia, Europa e Medio
Oriente. Un sottoinsie-me di ottantatre campio-ni, maggiormente rappresentativi, è stato analizzato al massimo livello di risoluzione possibile, ossia sequen-ziando l’intero genoma mitocondriale e i dati
ottenuti sono stati utilizzati per costruire l’albero filogenetico riportato in figura.
Successivamente, confrontando le differenze tra i diversi genomi e
contando il numero di mutazioni accumulate nel tempo, è stato
possibile definire la radice dell’albero, ossia ricostruire la sequenza
del “mito-genoma” equino ancestrale, da cui derivano tutti gli
mtDNA dei cavalli moderni attuali, datato circa centotrenta-
centosessantamila anni fa, durante il periodo glaciale denominato
“Saale”; un po’ come la cosiddetta “Eva Africana” vissuta circa
duecentomila anni fa.
Ovviamente la domesticazione deve essere avvenuta molto tempo
dopo, infatti, nel nostro albero si notano 18 ramificazioni principali,
ossia 18 linee genetiche mitocondriali distinte denominate con le
lettere dell’alfabeto dalla A alla R.
Attraverso un’analisi filogeografica, ossia in grado di ricostruire
tempi e luoghi, abbiamo mostrato che tutte queste linee si sono
differenziate durante il Neolitico (a partire da circa diecimila mila anni fa) e si possono trovare ancora oggi nelle razze equine domestiche; tutte le linee tranne una, denominata F, che è presen-
te esclusivamente nell’Equus przewalski, l’unico cavallo “selvatico”
ancora esistente.In conclusione possiamo affermare che, a differenza di altre specie come i bovini che hanno subito un unico evento di domesticazio-
ne nell’area della Mezzaluna Fertile, almeno diciassette diverse
popolazioni di cavalli selvatici sono state domesticate in moltepli-ci aree geografiche dell’Eurasia, inclusa l’Europa occidentale. Ritrovamenti archeologici e pitture rupestri confermano che in
quest’area i cavalli selvatici non solo sono stati sempre presenti sin
dai tempi Paleolitici, ma sono anche sopravvissuti durante l’Ultimo Picco Glaciale - che interessò l’intero continente Europeo circa ventimila anni fa - probabilmente rifugiandosi
nella medesima area Franco Cantabrica (ai piedi dei Pirenei) abitata da molte specie animali, compreso l’Uomo.
NEL DNA LA DATA DI NASCITA DEL CAVALLO DOMESTICO
L’analisi del genoma mitocondriale rivela l'ultimo antenato comune (femminile) di tutti gli equini moderni e le prime
17 cavalle domesticate dall’Uomo preistorico.
di Alessandro Achilli
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A concludere i discorsi ufficiali, la prolusione del professor Carlo Andrea Bollino, ordinario di Microeconomia nella Facoltà di Economia, sul tema “La sfida globale dello sviluppo sostenibile”, con la quale ha sviluppato il parallelo fra le criticità dell’attuale situazione sul piano energetico e di tutela ambientale e quelle che hanno seguito la fine della seconda guerra mondiale con il Piano Marshall. “Come il Piano Marshall aveva imparato dal fallimento del trattato di Versailles, possiamo auspicare che le nostre società impareranno dal fallimento di Kyoto e Copenaghen, assumendosi oggi le proprie responsabilità - ha detto il professor Bolino -. La responsabilità di mobilitare un incremento di sacrificio, in termini di risparmio aggiuntivo l’1,75% del Pil, pari a un quarto dello sforzo sostenuto da coloro che fecero l’Europa. Possibile che l’attuale generazione, quella che stiamo formando oggi in queste aule, non sappia fare almeno un quarto di quello che fecero i loro nonni? Allora - ha concluso Bollino -, se gli attuali politici, tutti i politici in tutto il mondo, non proporranno presto l’equivalente di un Piano Marshall per lo sviluppo sostenibile, cioè un accordo sulla condivisione di sacrifici presenti per ottenere benessere e prosperità futuri, essi semplicemente non saranno parte della storia: verranno spazzati via ben prima di quanto se l’aspettino, perché verranno altri a prendere il loro posto”.
I riconoscimenti agli emeritiA conclusione della cerimonia, come attestato di gratitudine per l’attività svolta per l’Università di Perugia e per l’intera società civile, il Rettore Bistoni, insieme al Pro Rettore Pieretti e a Catiuscia Marini, presidente della Giunta regionale dell’Umbria ha consegnato i diplomi di riconoscimento ai professori emeriti recentemente nominati: Massimo Fabrizio Martelli, Adolfo Puxeddu, Umberto Senin (Facoltà di Medicina e Chirurgia); Vincenzo Aquilanti, Giancarlo Mantovani, Antonio Sgamellotti (Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali); Vittor Ivo Comparato (Facoltà di Scienze Politiche).
La messa.Tradizionale preludio alla cerimonia anche quest’anno la messa, celebrata a mezzogiorno da monsignor Gualtiero Bassetti, Arcive-scovo di Perugia - Città della Pieve, nella cappella dell’Ateneo alla presenza del Rettore, del Pro Rettore Antonio Pieretti, del diretto-re amministrativo dottoressa Angela Maria Lacaita, dei presidi, docenti, studenti, personale tecnico-amministrativo e biblioteca-rio. “Il futuro della nostra Università di Perugia, dico ‘nostra’ per sottolineare il ‘bene comune’ che questa istituzione rappresenta - ha sottolineato monsignor Bassetti nell’omelia - è purtroppo reso complicato dalla scarsità delle risorse che affligge tutto il mondo dell’istruzione. Una scarsità che forse non riconosce adeguatamen-te il ruolo centrale che, da sempre, ogni Accademia riveste al centro della società. Anche per questo colgo l’occasione per stringermi in preghiera con tutta la comunità scientifica, con tutti coloro che fanno dei sacrifici per portare avanti le proprie ricerche e i propri studi e con tutti coloro che contribuiscono con la loro passione e il proprio ingegno, spesso in solitudine e senza il clamore dei mass media, a far crescere e prosperare questa meravi-gliosa istituzione che è lo Studium Perusinum”.L’arcivescovo Bassetti ha ringraziato l’amministrazione universita-ria per gli interventi realizzati nella chiesa dell’Ateneo. Un particolare attestato di gratitudine ha inoltre rivolto a don Elio Brumori, cappellano, da ben 54 anni, della chiesa dell’università e sempre a fianco dei giovani: convinti gli applausi dei presenti a queste parole. “La tradizione della messa in occasio-ne dell’inaugurazione dell’anno accademico è iniziata il 19 gennaio 1958, con la restituzione al culto della chiesa che in quell’anno smise di essere utilizzata come Aula Magna - ha ricordato don Bromuri -. Intervennero il presidente della Repub-blica Giovanni Gronchi, l’arcivescovo di Perugia Pietro Parente e il rettore Giuseppe Rufo Ermini, che aveva fortemente voluto la costruzione dell’Aula magna, consentendo il recupero e il riutiliz-zo della chiesa”.
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11l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'6
Fausto Sciurpa (Istituto teologico di Assisi), rileggendolo alla luce del Vaticano II. Il Piastrelli maturo, che Sciurpa conobbe personalmente, aspirava a un rinnovamento che avrebbe dovuto essere “una nuova apologetica della fede” e ebbe ad affermare che nel Concilio trovarono risposta le istanze moderniste, sottese nei documenti conciliari a temi centrali quali la Chiesa ‘popolo in cammino’, la laicità positivamente intesa, la Scrittura libro aperto,
il mondo ‘luogo sacramentale’. Due contributi sono stati infine dedicati a Cascio-la. Mons. professore
Dante Cesarini
(Direttore della Bibliote-
ca Iacobilli di Foligno)
ha rievocato in lui il
fascino per
l’interpretazione tolstoia-
na del cristianesimo
(umanesimo di perfezio-
ne morale, senza dogmi,
vicino al popolo), che si
tradusse in esperienze
come le Colonie agricole,
all’insegna del “primato
dell’amore” e del rifiuto
della “verità obbligato-ria”: con spirito però riformatore, non liberta-
rio come in Tolstoi,
desiderando integrare tradizione e novità, obbedienza e coscienza.
La professoressa Marisa
Borchiellini Conti (Città di Castello) ha tratteggiato il legame tra Casciola e Alice H. Franchetti (1874-1911), ebrea di educazione tolstoiana, moglie dell’illuminato barone Leopoldo e animatrice,
nella tenuta della Montesca a Città di Castello, di scuole contadi-
ne e laboratori femminili, ove coniugava tolstoismo e francescane-simo, femminismo anglosassone e pedagogia montessoriana. Il convegno è stato arricchito da una rassegna di documenti su
Piastrelli posseduti dall’Istituto, a cura del dottore Gabriele De Veris.
rale presero dunque a interrogare anche la religione, investendo gli studi biblici, l’idea del dogma, la concezione stessa del Cristia-nesimo. Il professore Francesco Di Pilla ha quindi illustrato il contributo degli umbri, sul versante sia della ricerca scientifica, specie biblica (per Fracassini e Mari, l’applicazione del metodo storico-critico), sia del più ampio pensiero filosofico e religioso: per Piastrelli, la diagnosi della crisi nella lettera aperta A Pio X. Quello che vogliamo (aprile 1907) e l’ideazione del Conve-gno clandestino di Molveno (agosto 1907);
per Mari, l’intervento in
quella sede con un
audace testo sulla
Rivelazione; per Fracassi-
ni, l’elaborazione della
parte biblica della
Risposta all’enciclica di
condanna, curata da
Buonaiuti quanto alla
filosofia. Ripercorrendo
la crisi con l’apporto di
documenti inediti
(Piastrelli, Fracassini) e
ricostruendo i legami con gli autori europei
(Loisy, Blondel, Laber-
thonnière, Le Roy), Di Pilla ha evidenziato, nel Fracassini del 1910, la
convergenza con George
Tyrrell sulla necessità di un passaggio risolutivo
“dall’ortodossia della lettera a quella dello spirito”, anche da
promuoversi, stando al progetto di una ‘Circolare’ segreta, con
una collana di testi sul cristianesimo: germogli di una possibile nuova stagione del movimento, più pacata, che fu però bloccata dai provvedimenti vaticani, come l’imposizione del giuramento
antimodernista, che tutti gli umbri alfine sottoscrissero, dopo
mesi di tempesta interiore (rievocata, per Fracassini e Mari, con nuovi inediti). Il convegno ha poi approfondito singole figure. Su Piastrelli (ribelle o riformatore?) si è interrogato mons. professore
ALBUM
6 n.1 2012 l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA
SISTEMA QUALITÀ: UN METODO PER METTERSI AL SERVIZIO DELL’UTENZAdi Paolo Carbone
ATENEO
Dal 2004 ho avuto il privilegio di poter osservare l’Ateneo sotto una diversa angolazione, oltre che quale docente: quella relativa allo sviluppo e all’incremento delle adesioni al Sistema Qualità di Ateneo da parte di strutture, fra loro anche molto differenti, appartenenti alla nostra Università. Queste realtà volontariamente hanno accettato di “certificarsi” ovvero hanno avuto il desiderio di dimostrare la propria capacità di offrire un servizio o un prodotto che soddisfi con regolarità le esigenze della propria utenza, nel rispetto dei requisiti e delle norme di legge. In qualità di Rappresentante della Direzione (RDD), il mio compito è stato ed è tutt’ora quello di assicurare che i processi
necessari per il Sistema di Gestione per la Qualità (SGQ) dello
Studium vengano predisposti, attuati e tenuti aggiornati: nello
svolgere questo incarico ho avuto modo di constatare quanto
Il Prof. Paolo CarboneRappresentante della Direzione nel Sistema Qualità dell’Ateneo.
l’adesione al Sistema di Gestione per la Qualità nella nostra comunità universitaria abbia di fatto consentito, fra coloro, che ne fanno parte, la condivisione di una metodologia di lavoro comune, il confronto e lo scambio di buone pratiche, un arricchi-mento di conoscenze all’interno dell’Ateneo accanto alla compren-sione del “reale” funzionamento di strutture e realtà anche molto differenti fra loro. L’attività prevede anche un incontro istituzionale annuale denominato “Riesame”: un appuntamento che consente la verifica delle attività effettuate ed un confronto per la pianificazio-ne delle attività da porre in essere. Tutto questo ha generato un senso di appartenenza, condivisione
e sostegno reciproco che, proprio in questi periodi così tumultuo-
si e complessi per le Università rappresenta uno stimolo e una
nota positiva di cui poter far tesoro.
-
7l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'10
ALBUM
n.1 2012 l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA10
GLI UMBRI E LA CRISI MODERNISTAdi Alessandra Di Pilla
ALBUM
La crisi modernista e l’Umbria: un tema di grande interesse per la storia della cultura e della spiritualità regionale, del quale si è occupato un convegno di approfondimento svolto il 25 e 26 novembre scorso a Perugia dal titolo “Gli umbri nella crisi moder-nista” promossa dal Dipartimento di Filosofia, Linguistica e Letterature dell’Ateneo e dall’Istituto Conestabile-Piastrelli, con il sostegno dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzato dal professore Francesco Di Pilla. Il convegno ha focalizzato l’apporto della nostra regione al movimento che, tra la fine del XIX secolo e l’inizio della prima guerra mondiale, travagliò in Europa la fede e la cultura, con figure importanti quali Umberto Fracassini e Luigi Piastrelli
Francesco Mari (Nocera Umbra), Brizio Casciola (Montefalco)
che, alla ricerca di un adeguato rapporto tra Chiesa e modernità,
s’interrogarono sulla natura dell’esperienza religiosa, sulla portata
della rivelazione biblica, sulla figura di Cristo, con esiti di
drammatica contrapposizione alla Chiesa guidata allora da Pio X,
ma anche con intuizioni gravide di futuro. Tradizione e rinnova-
mento, autorità e coscienza, religione e filosofia: temi che
rendono ancora attuale una discussione sulla stagione modernista,
com’è subito emerso nei saluti inaugurali del professore Gianfran-
co Maddoli (Presidente del Conestabile-Piastrelli) e del professo-
re Carlo Vinti (Direttore del Dipartimento di Filosofia, Linguisti-
ca e Letterature). Uno sfondo storico complessivo è stato offerto
dalla relazione del professore Mario Berardinelli (Università di
Roma 3) su La politica di Leone XIII e di Pio X, pontefici in un contesto di crescente complessità: Leone XIII (1878-1903) operò
con un’azione “di pesi e contrappesi”, cercando una via di rinnova-
mento cristiano che preservasse l’apertura alla trascendenza; Pio X (1903-1914) difese l’ortodossia dai rischi dello scientismo, del socialismo e di proposte di riforma religiosa, sia incrementando la
catechesi e la pratica sacramentale, sia mediante un netto giudizio
dottrinale (nel 1907 l’Enciclica Pascendi condannò il moderni-smo) e capillari misure di censura, che spesso non consentirono di distinguere tra errore e ansia sincera di rinnovamento. Un’altra
relazione di base, del professore Lino Conti (Università di
Perugia), ha indagato sulle radici filosofiche del movimento, trattando il tema dell’evoluzionismo tra ‘800 e ‘900. La moderni-tà, scoprendo l’abisso del tempo che separa il presente dalle sue
origini, riconobbe nella trasformabilità una caratteristica struttu-
rale della realtà, non più cosmo immutabile ma mondo che si modifica: le teorie dell’evoluzione biologica, cosmologica e cultu-
Umberto Fracassini Brizio Casciola
Luigi Piastrelli Francesco Mari
7l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA n.1 2012
IN “QUALITÀ” PER MIGLIORARE IL PERCORSO DIDATTICOdi Ra�aella Branciari
ALBUMATENEO
Lo staff della Qualità del Corso di Laurea in
Produzioni Animali.Al centro il Preside di Veterinaria, Professor
Franco Moriconi.
Lo staff della Qualità della Facoltà di
Agraria.Al centro il
Preside Professor Francesco Pennacchi.
ANCHE LA FACOLTÀ DI AGRARIA SCEGLIE LA CERTIFICAZIONEdi Francesco Pennacchi - Preside della Facoltà di Agraria
Il Corso di Laurea in Produzioni Animali, sin dal momento della sua istituzione, ha aderito al Sistema Gestione Qualità dell’Ateneo di Perugia attraverso l’adozione delle norme UNI EN ISO 9001:2008. L’ obiettivo è stato quello di fornire un’offerta formativa qualificata in grado di dare risultati di apprendimento e di competenze indirizzati a rispondere in maniera efficace alle esigenze dei clienti (studenti). In tal senso la Direzione si è impegnata e si impegna costantemen-te a creare condizioni organizzative ottimali per: agevolare il percorso didattico; garantire attività a sostegno dell’offerta formativa attraverso l’orientamento, il tutorato e l’organizzazione di stage; permettere l’acquisizione di una solida preparazione sia
teorica che professionale nei tempi della durata normale del corso
di studio.
Alla luce di tre anni di esperienza si può affermare che l’adozione
di un sistema di certificazione per il corso di Laurea in questione
ha offerto la possibilità di attivare un valido confronto tra i
docenti e tra questi e gli studenti iscritti al corso di laurea in
incontri coordinati dalla Direzione, coadiuvata dal Responsabile
Qualità. La sensibilizzazione di tutti i soggetti ha permesso e
permette di apportare modifiche formali all’offerta formativa, al
fine di intervenire nel miglioramento continuo dell’offerta stessa.
È, infatti, la partecipazione attiva di tutti un sicuro vantaggio,
perché consente di individuare le problematiche e di proporre
soluzioni migliorative.
La Facoltà di Agraria, dal 2007, ha adottato un Sistema di Gestio-ne per la Qualità dei corsi di studio basato sulle norme UNI EN ISO9001. La scelta di certificare la qualità dell’offerta formativa ha gli obiettivi di ottimizzare le condizioni organizzative dei corsi di studio affinché gli studenti possano acquisire le conoscenze previste dai piani di studio e laurearsi nei tempi programmati. La Facoltà, per questo, definisce ogni anno azioni appropriate al miglioramento continuo della qualità dei servizi erogati. Le iniziative intraprese in questi anni sono numerose. Si evidenziano, tra le altre: 1. La sperimentazione di nuovi metodi per l’erogazione della didattica, volti a stimolare la partecipazione attiva degli studenti
all’apprendimento (seminari svolti dagli studenti, lezioni in
lingua inglese, gruppi di lavoro in aula, ecc.);
2. Le attività a supporto dell’offerta formativa, tra le quali: il
tutorato individuale agli studenti; gli avvisi via e-mail agli studen-
ti delle modifiche degli orari delle lezioni; la prenotazione on-line
per gli esami; l’organizzazione di lezioni di recupero per gli
insegnamenti di base, ecc.;
3. La costruzione di un articolato sistema di controllo
dell’efficacia delle attività didattiche; gli studenti sono chiamati a
compilare questionari di valutazione non solo degli insegnamenti,
ma di tutti i servizi erogati dalla Facoltà (tutorato, tirocini pratici,
attività di supporto, qualità delle aule e degli spazi studio, ecc.) e,
prima della laurea, dell’intero percorso degli studi ;
4. Il monitoraggio della carriera degli studenti volto a dare eviden-
za alle eventuali criticità, sia dell’offerta didattica che dei singoli studenti, e ad attivare azioni per superarle;5. Le attività di job-placement per orientare i laureati al mercato
del lavoro; a tale fine, oltre alla definizione di una specifica
convenzione con l’Associazione dei Laureati della Facoltà di Agraria, si realizzano seminari con esperti professionisti e con i rappresentanti di imprese agro-alimentari.
La scelta della certificazione ha contribuito a ottenere il risultato
di classificare la Facoltà di Perugia, dal 2008 in poi, ai primissimi posti della valutazione comparativa tra le 23 Facoltà di Agraria italiane che il CENSIS svolge per conto del quotidiano la Repub-
blica.
-
PRIMO PIANO
Visita inagurale alla Biblioteca: da sinistra, la Governatrice Catiuscia Marini, il Sindaco Wladimiro Boccali, il Rettore Bistoni, il
Direttore del Centro Servizi Bibliotecari d’Ateneo Paolo Bellini.
9l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'8
PRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANO
Cresce la “cittadella” universitaria a Sant’Andrea delle Fratte: inaugurate, infatti, ufficialmente il 13 gennaio la biblioteca medica e la mensa della Facoltà di Medicina e Chirurgia. due ulteriori importanti tappe del percorso di completamento della nuovissima sede della Facoltà nel contesto del Polo Ospedaliero cittadino. A confermare la rilevanza del passo compiuto sono intervenute alla cerimonia, oltre ai vertici dell’Università, le massime autorità regionali e comunali: la Governatrice Catiuscia Marini e il Sindaco di Perugia Wladimiro Boccali. Era presente, inoltre, una delegazione di medici provenienti dalla Libia. Il Pro Rettore Antonio Pieretti ha aperto gli interventi, ricordan-
do come tale risultato riguarda l’intera Università di Perugia e non solo la Facoltà Medica. Il Preside di Medicina Luciano Binaglia ha sottolineato che l’apertura della Biblioteca unica della Facoltà, dopo anni di chiusura di quelle dei
singoli dipartimenti, rappresenta non solo il
ritorno alla cosiddetta normalità, ma un avanzamento nei servizi
a disposizione degli studenti, che qui disporranno di un luogo
dove studiare con ogni confort. “La fonte del sapere - ha rilevato
Binaglia - non è più costituita solo dal materiale cartaceo, ma
senza di questo - ha precisato - ci troveremmo comunque in grave
difficoltà. La nuova struttura è dotata di circa 85mila volumi,
comprendente anche i libri di Psichiatria donati alla Facoltà dalla
Provincia di Perugia, che nel complesso rappresentano un
patrimonio che a disposizione dell’intero personale sanitario del
Polo Unico e dei medici umbri”.
“È il coronamento di un sogno, ora diventato realtà”. Con queste
parole ha esordito il Rettore Francesco Bistoni volendo evidenzia-
re come la mensa e soprattutto la biblioteca segnino una tappa importante nel cammino della modernizzazione sul quale è
impegnato l’Ateneo di Perugia e non solo la Facoltà di Medicina.
“Queste due strutture - ha aggiunto Bistoni - si inseriscono all’interno del Polo Unico che rappresenta la più importante realizzazione degli ultimi decenni in Umbria.
Nel costruire il futuro del nostro Ateneo dobbiamo operare con
coscienza: un dovere che riguarda tutti i soggetti protagonisti chiamati a rinunciare ai privilegi del passato per lavorare nella nuova Università, a garanzia di eccellenza ed al servizio della
collettività”.
Il Rettore ha, inoltre, indicato gli obiettivi a breve e medio termine: l’imminente trasferimento dei laboratori didattici da Via del Giochetto all’interno del Polo Unico e la realizzazione del
Centro universitario per la Genomica, cui dovrà concorrere anche
la Regione Umbria.
MEDICINA: 85.000 VOLUMI IN BIBLIOTECA
E 170 POSTI MENSA
Una veduta della sala lettura della Biblioteca.
Gli ospiti della cerimonia di inaugurazione entrano in mensa.
Monsignor Elio Bromuri benedice la neonata struttura.
-
PRIMO PIANO
Visita inagurale alla Biblioteca: da sinistra, la Governatrice Catiuscia Marini, il Sindaco Wladimiro Boccali, il Rettore Bistoni, il
Direttore del Centro Servizi Bibliotecari d’Ateneo Paolo Bellini.
9l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'8
PRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANO
Cresce la “cittadella” universitaria a Sant’Andrea delle Fratte: inaugurate, infatti, ufficialmente il 13 gennaio la biblioteca medica e la mensa della Facoltà di Medicina e Chirurgia. due ulteriori importanti tappe del percorso di completamento della nuovissima sede della Facoltà nel contesto del Polo Ospedaliero cittadino. A confermare la rilevanza del passo compiuto sono intervenute alla cerimonia, oltre ai vertici dell’Università, le massime autorità regionali e comunali: la Governatrice Catiuscia Marini e il Sindaco di Perugia Wladimiro Boccali. Era presente, inoltre, una delegazione di medici provenienti dalla Libia. Il Pro Rettore Antonio Pieretti ha aperto gli interventi, ricordan-
do come tale risultato riguarda l’intera Università di Perugia e non solo la Facoltà Medica. Il Preside di Medicina Luciano Binaglia ha sottolineato che l’apertura della Biblioteca unica della Facoltà, dopo anni di chiusura di quelle dei
singoli dipartimenti, rappresenta non solo il
ritorno alla cosiddetta normalità, ma un avanzamento nei servizi
a disposizione degli studenti, che qui disporranno di un luogo
dove studiare con ogni confort. “La fonte del sapere - ha rilevato
Binaglia - non è più costituita solo dal materiale cartaceo, ma
senza di questo - ha precisato - ci troveremmo comunque in grave
difficoltà. La nuova struttura è dotata di circa 85mila volumi,
comprendente anche i libri di Psichiatria donati alla Facoltà dalla
Provincia di Perugia, che nel complesso rappresentano un
patrimonio che a disposizione dell’intero personale sanitario del
Polo Unico e dei medici umbri”.
“È il coronamento di un sogno, ora diventato realtà”. Con queste
parole ha esordito il Rettore Francesco Bistoni volendo evidenzia-
re come la mensa e soprattutto la biblioteca segnino una tappa importante nel cammino della modernizzazione sul quale è
impegnato l’Ateneo di Perugia e non solo la Facoltà di Medicina.
“Queste due strutture - ha aggiunto Bistoni - si inseriscono all’interno del Polo Unico che rappresenta la più importante realizzazione degli ultimi decenni in Umbria.
Nel costruire il futuro del nostro Ateneo dobbiamo operare con
coscienza: un dovere che riguarda tutti i soggetti protagonisti chiamati a rinunciare ai privilegi del passato per lavorare nella nuova Università, a garanzia di eccellenza ed al servizio della
collettività”.
Il Rettore ha, inoltre, indicato gli obiettivi a breve e medio termine: l’imminente trasferimento dei laboratori didattici da Via del Giochetto all’interno del Polo Unico e la realizzazione del
Centro universitario per la Genomica, cui dovrà concorrere anche
la Regione Umbria.
MEDICINA: 85.000 VOLUMI IN BIBLIOTECA
E 170 POSTI MENSA
Una veduta della sala lettura della Biblioteca.
Gli ospiti della cerimonia di inaugurazione entrano in mensa.
Monsignor Elio Bromuri benedice la neonata struttura.
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7l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'10
ALBUM
n.1 2012 l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA10
GLI UMBRI E LA CRISI MODERNISTAdi Alessandra Di Pilla
ALBUM
La crisi modernista e l’Umbria: un tema di grande interesse per la storia della cultura e della spiritualità regionale, del quale si è occupato un convegno di approfondimento svolto il 25 e 26 novembre scorso a Perugia dal titolo “Gli umbri nella crisi moder-nista” promossa dal Dipartimento di Filosofia, Linguistica e Letterature dell’Ateneo e dall’Istituto Conestabile-Piastrelli, con il sostegno dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzato dal professore Francesco Di Pilla. Il convegno ha focalizzato l’apporto della nostra regione al movimento che, tra la fine del XIX secolo e l’inizio della prima guerra mondiale, travagliò in Europa la fede e la cultura, con figure importanti quali Umberto Fracassini e Luigi Piastrelli
Francesco Mari (Nocera Umbra), Brizio Casciola (Montefalco)
che, alla ricerca di un adeguato rapporto tra Chiesa e modernità,
s’interrogarono sulla natura dell’esperienza religiosa, sulla portata
della rivelazione biblica, sulla figura di Cristo, con esiti di
drammatica contrapposizione alla Chiesa guidata allora da Pio X,
ma anche con intuizioni gravide di futuro. Tradizione e rinnova-
mento, autorità e coscienza, religione e filosofia: temi che
rendono ancora attuale una discussione sulla stagione modernista,
com’è subito emerso nei saluti inaugurali del professore Gianfran-
co Maddoli (Presidente del Conestabile-Piastrelli) e del professo-
re Carlo Vinti (Direttore del Dipartimento di Filosofia, Linguisti-
ca e Letterature). Uno sfondo storico complessivo è stato offerto
dalla relazione del professore Mario Berardinelli (Università di
Roma 3) su La politica di Leone XIII e di Pio X, pontefici in un contesto di crescente complessità: Leone XIII (1878-1903) operò
con un’azione “di pesi e contrappesi”, cercando una via di rinnova-
mento cristiano che preservasse l’apertura alla trascendenza; Pio X (1903-1914) difese l’ortodossia dai rischi dello scientismo, del socialismo e di proposte di riforma religiosa, sia incrementando la
catechesi e la pratica sacramentale, sia mediante un netto giudizio
dottrinale (nel 1907 l’Enciclica Pascendi condannò il moderni-smo) e capillari misure di censura, che spesso non consentirono di distinguere tra errore e ansia sincera di rinnovamento. Un’altra
relazione di base, del professore Lino Conti (Università di
Perugia), ha indagato sulle radici filosofiche del movimento, trattando il tema dell’evoluzionismo tra ‘800 e ‘900. La moderni-tà, scoprendo l’abisso del tempo che separa il presente dalle sue
origini, riconobbe nella trasformabilità una caratteristica struttu-
rale della realtà, non più cosmo immutabile ma mondo che si modifica: le teorie dell’evoluzione biologica, cosmologica e cultu-
Umberto Fracassini Brizio Casciola
Luigi Piastrelli Francesco Mari
7l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA n.1 2012
IN “QUALITÀ” PER MIGLIORARE IL PERCORSO DIDATTICOdi Ra�aella Branciari
ALBUMATENEO
Lo staff della Qualità del Corso di Laurea in
Produzioni Animali.Al centro il Preside di Veterinaria, Professor
Franco Moriconi.
Lo staff della Qualità della Facoltà di
Agraria.Al centro il
Preside Professor Francesco Pennacchi.
ANCHE LA FACOLTÀ DI AGRARIA SCEGLIE LA CERTIFICAZIONEdi Francesco Pennacchi - Preside della Facoltà di Agraria
Il Corso di Laurea in Produzioni Animali, sin dal momento della sua istituzione, ha aderito al Sistema Gestione Qualità dell’Ateneo di Perugia attraverso l’adozione delle norme UNI EN ISO 9001:2008. L’ obiettivo è stato quello di fornire un’offerta formativa qualificata in grado di dare risultati di apprendimento e di competenze indirizzati a rispondere in maniera efficace alle esigenze dei clienti (studenti). In tal senso la Direzione si è impegnata e si impegna costantemen-te a creare condizioni organizzative ottimali per: agevolare il percorso didattico; garantire attività a sostegno dell’offerta formativa attraverso l’orientamento, il tutorato e l’organizzazione di stage; permettere l’acquisizione di una solida preparazione sia
teorica che professionale nei tempi della durata normale del corso
di studio.
Alla luce di tre anni di esperienza si può affermare che l’adozione
di un sistema di certificazione per il corso di Laurea in questione
ha offerto la possibilità di attivare un valido confronto tra i
docenti e tra questi e gli studenti iscritti al corso di laurea in
incontri coordinati dalla Direzione, coadiuvata dal Responsabile
Qualità. La sensibilizzazione di tutti i soggetti ha permesso e
permette di apportare modifiche formali all’offerta formativa, al
fine di intervenire nel miglioramento continuo dell’offerta stessa.
È, infatti, la partecipazione attiva di tutti un sicuro vantaggio,
perché consente di individuare le problematiche e di proporre
soluzioni migliorative.
La Facoltà di Agraria, dal 2007, ha adottato un Sistema di Gestio-ne per la Qualità dei corsi di studio basato sulle norme UNI EN ISO9001. La scelta di certificare la qualità dell’offerta formativa ha gli obiettivi di ottimizzare le condizioni organizzative dei corsi di studio affinché gli studenti possano acquisire le conoscenze previste dai piani di studio e laurearsi nei tempi programmati. La Facoltà, per questo, definisce ogni anno azioni appropriate al miglioramento continuo della qualità dei servizi erogati. Le iniziative intraprese in questi anni sono numerose. Si evidenziano, tra le altre: 1. La sperimentazione di nuovi metodi per l’erogazione della didattica, volti a stimolare la partecipazione attiva degli studenti
all’apprendimento (seminari svolti dagli studenti, lezioni in
lingua inglese, gruppi di lavoro in aula, ecc.);
2. Le attività a supporto dell’offerta formativa, tra le quali: il
tutorato individuale agli studenti; gli avvisi via e-mail agli studen-
ti delle modifiche degli orari delle lezioni; la prenotazione on-line
per gli esami; l’organizzazione di lezioni di recupero per gli
insegnamenti di base, ecc.;
3. La costruzione di un articolato sistema di controllo
dell’efficacia delle attività didattiche; gli studenti sono chiamati a
compilare questionari di valutazione non solo degli insegnamenti,
ma di tutti i servizi erogati dalla Facoltà (tutorato, tirocini pratici,
attività di supporto, qualità delle aule e degli spazi studio, ecc.) e,
prima della laurea, dell’intero percorso degli studi ;
4. Il monitoraggio della carriera degli studenti volto a dare eviden-
za alle eventuali criticità, sia dell’offerta didattica che dei singoli studenti, e ad attivare azioni per superarle;5. Le attività di job-placement per orientare i laureati al mercato
del lavoro; a tale fine, oltre alla definizione di una specifica
convenzione con l’Associazione dei Laureati della Facoltà di Agraria, si realizzano seminari con esperti professionisti e con i rappresentanti di imprese agro-alimentari.
La scelta della certificazione ha contribuito a ottenere il risultato
di classificare la Facoltà di Perugia, dal 2008 in poi, ai primissimi posti della valutazione comparativa tra le 23 Facoltà di Agraria italiane che il CENSIS svolge per conto del quotidiano la Repub-
blica.
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11l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'6
Fausto Sciurpa (Istituto teologico di Assisi), rileggendolo alla luce del Vaticano II. Il Piastrelli maturo, che Sciurpa conobbe personalmente, aspirava a un rinnovamento che avrebbe dovuto essere “una nuova apologetica della fede” e ebbe ad affermare che nel Concilio trovarono risposta le istanze moderniste, sottese nei documenti conciliari a temi centrali quali la Chiesa ‘popolo in cammino’, la laicità positivamente intesa, la Scrittura libro aperto,
il mondo ‘luogo sacramentale’. Due contributi sono stati infine dedicati a Cascio-la. Mons. professore
Dante Cesarini
(Direttore della Bibliote-
ca Iacobilli di Foligno)
ha rievocato in lui il
fascino per
l’interpretazione tolstoia-
na del cristianesimo
(umanesimo di perfezio-
ne morale, senza dogmi,
vicino al popolo), che si
tradusse in esperienze
come le Colonie agricole,
all’insegna del “primato
dell’amore” e del rifiuto
della “verità obbligato-ria”: con spirito però riformatore, non liberta-
rio come in Tolstoi,
desiderando integrare tradizione e novità, obbedienza e coscienza.
La professoressa Marisa
Borchiellini Conti (Città di Castello) ha tratteggiato il legame tra Casciola e Alice H. Franchetti (1874-1911), ebrea di educazione tolstoiana, moglie dell’illuminato barone Leopoldo e animatrice,
nella tenuta della Montesca a Città di Castello, di scuole contadi-
ne e laboratori femminili, ove coniugava tolstoismo e francescane-simo, femminismo anglosassone e pedagogia montessoriana. Il convegno è stato arricchito da una rassegna di documenti su
Piastrelli posseduti dall’Istituto, a cura del dottore Gabriele De Veris.
rale presero dunque a interrogare anche la religione, investendo gli studi biblici, l’idea del dogma, la concezione stessa del Cristia-nesimo. Il professore Francesco Di Pilla ha quindi illustrato il contributo degli umbri, sul versante sia della ricerca scientifica, specie biblica (per Fracassini e Mari, l’applicazione del metodo storico-critico), sia del più ampio pensiero filosofico e religioso: per Piastrelli, la diagnosi della crisi nella lettera aperta A Pio X. Quello che vogliamo (aprile 1907) e l’ideazione del Conve-gno clandestino di Molveno (agosto 1907);
per Mari, l’intervento in
quella sede con un
audace testo sulla
Rivelazione; per Fracassi-
ni, l’elaborazione della
parte biblica della
Risposta all’enciclica di
condanna, curata da
Buonaiuti quanto alla
filosofia. Ripercorrendo
la crisi con l’apporto di
documenti inediti
(Piastrelli, Fracassini) e
ricostruendo i legami con gli autori europei
(Loisy, Blondel, Laber-
thonnière, Le Roy), Di Pilla ha evidenziato, nel Fracassini del 1910, la
convergenza con George
Tyrrell sulla necessità di un passaggio risolutivo
“dall’ortodossia della lettera a quella dello spirito”, anche da
promuoversi, stando al progetto di una ‘Circolare’ segreta, con
una collana di testi sul cristianesimo: germogli di una possibile nuova stagione del movimento, più pacata, che fu però bloccata dai provvedimenti vaticani, come l’imposizione del giuramento
antimodernista, che tutti gli umbri alfine sottoscrissero, dopo
mesi di tempesta interiore (rievocata, per Fracassini e Mari, con nuovi inediti). Il convegno ha poi approfondito singole figure. Su Piastrelli (ribelle o riformatore?) si è interrogato mons. professore
ALBUM
6 n.1 2012 l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA
SISTEMA QUALITÀ: UN METODO PER METTERSI AL SERVIZIO DELL’UTENZAdi Paolo Carbone
ATENEO
Dal 2004 ho avuto il privilegio di poter osservare l’Ateneo sotto una diversa angolazione, oltre che quale docente: quella relativa allo sviluppo e all’incremento delle adesioni al Sistema Qualità di Ateneo da parte di strutture, fra loro anche molto differenti, appartenenti alla nostra Università. Queste realtà volontariamente hanno accettato di “certificarsi” ovvero hanno avuto il desiderio di dimostrare la propria capacità di offrire un servizio o un prodotto che soddisfi con regolarità le esigenze della propria utenza, nel rispetto dei requisiti e delle norme di legge. In qualità di Rappresentante della Direzione (RDD), il mio compito è stato ed è tutt’ora quello di assicurare che i processi
necessari per il Sistema di Gestione per la Qualità (SGQ) dello
Studium vengano predisposti, attuati e tenuti aggiornati: nello
svolgere questo incarico ho avuto modo di constatare quanto
Il Prof. Paolo CarboneRappresentante della Direzione nel Sistema Qualità dell’Ateneo.
l’adesione al Sistema di Gestione per la Qualità nella nostra comunità universitaria abbia di fatto consentito, fra coloro, che ne fanno parte, la condivisione di una metodologia di lavoro comune, il confronto e lo scambio di buone pratiche, un arricchi-mento di conoscenze all’interno dell’Ateneo accanto alla compren-sione del “reale” funzionamento di strutture e realtà anche molto differenti fra loro. L’attività prevede anche un incontro istituzionale annuale denominato “Riesame”: un appuntamento che consente la verifica delle attività effettuate ed un confronto per la pianificazio-ne delle attività da porre in essere. Tutto questo ha generato un senso di appartenenza, condivisione
e sostegno reciproco che, proprio in questi periodi così tumultuo-
si e complessi per le Università rappresenta uno stimolo e una
nota positiva di cui poter far tesoro.
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PRIMO PIANO
L’Arcivescovo Gualtiero Bassetti durante la celebrazione della Messa nella Chiesa dell’Università.
Il Rettore fa festa con la Goliardia al termine della cerimonia.
5l’UNIVERSITA' n.1 2012
I metodi di analisi del DNA mitocondriale umano sono stati applicati, da un gruppo di ricerca dello Studium, per cercare di comprendere i tempi e i modi della domesticazione dei cavalli selvatici (Equus ferus) da parte dell’uomo primitivo, ottenendo la pubblicazione dei risultati nei prestiogisi “Proceedings” dell’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (PNAS): secondo i ricercatori perugini, a differenza di altre specie come i bovini che hanno subito un unico evento di domesticazione nell’area della Mezzalu-na Fertile, almeno diciassette diverse popolazioni di cavalli selvatici sono state domesticate durante il Neolitico in molteplici aree geografiche dell’Eurasia, inclusa l’Europa occidentale. Vediamo qual è stato lo sviluppo del progetto di ricerca. La maggior
parte del DNA (circa tre miliardi di basi) contenuta all’interno delle
nostre cellule è racchiusa nel nucleo, ma una piccola porzione
(meno di 17 mila basi) è contenuta nei mitocondri, le cosiddette
“centrali energetiche” della cellula: si tratta del DNA mitocondriale
(mtDNA). Questa molecola si trasmette unicamente per via
materna ed evolve solo per accumulo sequenziale (temporale) di
mutazioni (varianti) andando a costituire un vero e proprio registro
molecolare in cui è scritta (nelle diverse mutazioni) la storia delle
donne che lo hanno trasmesso nelle diverse generazioni. Grazie al
sequenziamento di interi mtDNA si è svelata la parte “femminile”
della storia dell’Umanità, evidenziando un’origine ancestrale
dell’Uomo “moderno” in Africa, datata circa duecentomila anni fa.
Sempre nel Paleolitico, circa settantamila anni fa, l’Uomo ha
intrapreso il viaggio di colonizzazione al di fuori del continente
africano, passando prima in Asia, per arrivare poi in Europa circa quarantacinquemila anni fa. Con il Neolitico, l’avvento dell’agricoltura e dell’allevamento ha sicuramente cambiato la storia
di molte popolazioni che, grazie all’acquisizione di queste nuove
“tecniche”, sono riuscite spesso a diffondere con grande successo cultura, lingua e geni. Ben presto, le espansioni umane si sono legate indissolubilmente alle storie evolutive degli animali addomesticati,
le cui tracce possono essere ancora recuperate dallo spettro di
variazione del DNA. Tuttavia gli studi paleontologici e genetici non hanno ancora fornito dati significativi sui processi di domesticazio-ne delle specie coinvolte, tra cui il cavallo (Equus caballus). Insieme
alla dottoressa Lancioni abbiamo, quindi, pensato di utilizzare i
metodi di analisi dell’mtDNA umano per cercare di chiarire i tempi e i modi della domesticazione dei cavalli selvatici (Equus ferus). Come spesso accade, per dare risposte definitive in ambito evolutivo
e popolazionistico bisogna avere a disposizione un campione ampio e molto rappresentativo. Solamente grazie alla partecipazione di
altri gruppi del nostro Ateneo afferenti al Centro di Studio del Cavallo Sportivo diretto dal professore Silvestrelli ed al Dipartimen-to di Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria, oltre che alla collaborazione di rinomati centri di ricerca italiani (Università di Pavia, professore Torroni e dottoressa Olivieri) e internazionali (in Germania, Portogallo, Iran, Siria e Stati Uniti) è stato possibile mettere insieme un campione di più di trecento cavalli di venticin-que razze diverse provenienti da America, Asia, Europa e Medio
Oriente. Un sottoinsie-me di ottantatre campio-ni, maggiormente rappresentativi, è stato analizzato al massimo livello di risoluzione possibile, ossia sequen-ziando l’intero genoma mitocondriale e i dati
ottenuti sono stati utilizzati per costruire l’albero filogenetico riportato in figura.
Successivamente, confrontando le differenze tra i diversi genomi e
contando il numero di mutazioni accumulate nel tempo, è stato
possibile definire la radice dell’albero, ossia ricostruire la sequenza
del “mito-genoma” equino ancestrale, da cui derivano tutti gli
mtDNA dei cavalli moderni attuali, datato circa centotrenta-
centosessantamila anni fa, durante il periodo glaciale denominato
“Saale”; un po’ come la cosiddetta “Eva Africana” vissuta circa
duecentomila anni fa.
Ovviamente la domesticazione deve essere avvenuta molto tempo
dopo, infatti, nel nostro albero si notano 18 ramificazioni principali,
ossia 18 linee genetiche mitocondriali distinte denominate con le
lettere dell’alfabeto dalla A alla R.
Attraverso un’analisi filogeografica, ossia in grado di ricostruire
tempi e luoghi, abbiamo mostrato che tutte queste linee si sono
differenziate durante il Neolitico (a partire da circa diecimila mila anni fa) e si possono trovare ancora oggi nelle razze equine domestiche; tutte le linee tranne una, denominata F, che è presen-
te esclusivamente nell’Equus przewalski, l’unico cavallo “selvatico”
ancora esistente.In conclusione possiamo affermare che, a differenza di altre specie come i bovini che hanno subito un unico evento di domesticazio-
ne nell’area della Mezzaluna Fertile, almeno diciassette diverse
popolazioni di cavalli selvatici sono state domesticate in moltepli-ci aree geografiche dell’Eurasia, inclusa l’Europa occidentale. Ritrovamenti archeologici e pitture rupestri confermano che in
quest’area i cavalli selvatici non solo sono stati sempre presenti sin
dai tempi Paleolitici, ma sono anche sopravvissuti durante l’Ultimo Picco Glaciale - che interessò l’intero continente Europeo circa ventimila anni fa - probabilmente rifugiandosi
nella medesima area Franco Cantabrica (ai piedi dei Pirenei) abitata da molte specie animali, compreso l’Uomo.
NEL DNA LA DATA DI NASCITA DEL CAVALLO DOMESTICO
L’analisi del genoma mitocondriale rivela l'ultimo antenato comune (femminile) di tutti gli equini moderni e le prime
17 cavalle domesticate dall’Uomo preistorico.
di Alessandro Achilli
n.1 2012 l’UNIVERSITA'12
A concludere i discorsi ufficiali, la prolusione del professor Carlo Andrea Bollino, ordinario di Microeconomia nella Facoltà di Economia, sul tema “La sfida globale dello sviluppo sostenibile”, con la quale ha sviluppato il parallelo fra le criticità dell’attuale situazione sul piano energetico e di tutela ambientale e quelle che hanno seguito la fine della seconda guerra mondiale con il Piano Marshall. “Come il Piano Marshall aveva imparato dal fallimento del trattato di Versailles, possiamo auspicare che le nostre società impareranno dal fallimento di Kyoto e Copenaghen, assumendosi oggi le proprie responsabilità - ha detto il professor Bolino -. La responsabilità di mobilitare un incremento di sacrificio, in termini di risparmio aggiuntivo l’1,75% del Pil, pari a un quarto dello sforzo sostenuto da coloro che fecero l’Europa. Possibile che l’attuale generazione, quella che stiamo formando oggi in queste aule, non sappia fare almeno un quarto di quello che fecero i loro nonni? Allora - ha concluso Bollino -, se gli attuali politici, tutti i politici in tutto il mondo, non proporranno presto l’equivalente di un Piano Marshall per lo sviluppo sostenibile, cioè un accordo sulla condivisione di sacrifici presenti per ottenere benessere e prosperità futuri, essi semplicemente non saranno parte della storia: verranno spazzati via ben prima di quanto se l’aspettino, perché verranno altri a prendere il loro posto”.
I riconoscimenti agli emeritiA conclusione della cerimonia, come attestato di gratitudine per l’attività svolta per l’Università di Perugia e per l’intera società civile, il Rettore Bistoni, insieme al Pro Rettore Pieretti e a Catiuscia Marini, presidente della Giunta regionale dell’Umbria ha consegnato i diplomi di riconoscimento ai professori emeriti recentemente nominati: Massimo Fabrizio Martelli, Adolfo Puxeddu, Umberto Senin (Facoltà di Medicina e Chirurgia); Vincenzo Aquilanti, Giancarlo Mantovani, Antonio Sgamellotti (Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali); Vittor Ivo Comparato (Facoltà di Scienze Politiche).
La messa.Tradizionale preludio alla cerimonia anche quest’anno la messa, celebrata a mezzogiorno da monsignor Gualtiero Bassetti, Arcive-scovo di Perugia - Città della Pieve, nella cappella dell’Ateneo alla presenza del Rettore, del Pro Rettore Antonio Pieretti, del diretto-re amministrativo dottoressa Angela Maria Lacaita, dei presidi, docenti, studenti, personale tecnico-amministrativo e biblioteca-rio. “Il futuro della nostra Università di Perugia, dico ‘nostra’ per sottolineare il ‘bene comune’ che questa istituzione rappresenta - ha sottolineato monsignor Bassetti nell’omelia - è purtroppo reso complicato dalla scarsità delle risorse che affligge tutto il mondo dell’istruzione. Una scarsità che forse non riconosce adeguatamen-te il ruolo centrale che, da sempre, ogni Accademia riveste al centro della società. Anche per questo colgo l’occasione per stringermi in preghiera con tutta la comunità scientifica, con tutti coloro che fanno dei sacrifici per portare avanti le proprie ricerche e i propri studi e con tutti coloro che contribuiscono con la loro passione e il proprio ingegno, spesso in solitudine e senza il clamore dei mass media, a far crescere e prosperare questa meravi-gliosa istituzione che è lo Studium Perusinum”.L’arcivescovo Bassetti ha ringraziato l’amministrazione universita-ria per gli interventi realizzati nella chiesa dell’Ateneo. Un particolare attestato di gratitudine ha inoltre rivolto a don Elio Brumori, cappellano, da ben 54 anni, della chiesa dell’università e sempre a fianco dei giovani: convinti gli applausi dei presenti a queste parole. “La tradizione della messa in occasio-ne dell’inaugurazione dell’anno accademico è iniziata il 19 gennaio 1958, con la restituzione al culto della chiesa che in quell’anno smise di essere utilizzata come Aula Magna - ha ricordato don Bromuri -. Intervennero il presidente della Repub-blica Giovanni Gronchi, l’arcivescovo di Perugia Pietro Parente e il rettore Giuseppe Rufo Ermini, che aveva fortemente voluto la costruzione dell’Aula magna, consentendo il recupero e il riutiliz-zo della chiesa”.
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Il gruppo di ricerca dell’Ateneo di Perugia protagonista nella ricerca.
Da sinistra verso destra): ai lati la Dott.ssa Hovirag Lancioni e il Dott. Alessandro Achilli del Dip. di Biologia Cellulare e Ambientale (Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali), al centro il Dott. Stefano Capomaccio, la Dott.ssa Michela Felicetti, il Prof. Maurizio Silvestrelli, la Dott.ssa Katia Cappelli e il Prof. Andrea Verini Supplizi del Dip. di
Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria, Centro di Studio del Cavallo Sportivo (Facoltà di Medicina Veterinaria).
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Asia CentraleMedio OrienteEuropa Centro-NordEuropa MeridionaleNord AmericaOrigine dei campioni
Albero filogenetico dei genomi mitocondriali equini in cui si evidenziano il “mito-genoma” equino ancestrale e le diverse linee domesticate nel Neolitico (Achilli et al. 2012, Jan 30; Proc. Nat.l Acad. Sci. USA).
“La ricerca scientifica e la formazione del capitale umano qualifica-to costituiscono oggi le fonti primarie della ricchezza umana e materiale delle nazioni, nonché il motore della crescita del Paese”. La formazione è tutto, nella maturazione di una persona, nella crescita di una classe politica e dirigente onesta ed efficiente, nello sviluppo di un Paese come comunità nazionale - ha scritto ancora Profumo -. Coraggio allora: siamo tutti chiamati a fare del nostro meglio: i professori, gli studenti, i decisori pubblici. Insieme possiamo ridare all’Italia il prestigio che merita”.E’ stato poi il rettore Bistoni a entrare nel cuore della cerimonia, tracciando con il suo discorso inaugurale un ampio quadro della situazione dell’università e persino della società contemporanea alla luce delle attuali difficoltà, soprattutto in termini di risorse economiche e finanziarie. Lo scenario mostra certamente una situazione difficile e impegnativa, nella quale lo Studium Perusinum sta svolgendo un ruolo di prim’ordine, sia rispetto allo scenario nazionale che internazionale.
“Un’autorevole fonte informativa, la Scimago Institutions
Rankings – ha detto Bistoni - sulle 3.042 università analizzate a
livello mondiale, colloca la nostra al 477° posto al 174° in Europa
e al 21° in Italia. Lo Studium Generale sale, però, a ben analizzare
la graduatoria, al 4° posto tra le Università italiane per
l’autorevolezza delle pubblicazioni, apparse sulle più qualificate
riviste scientifiche internazionali”.
Ferma restando la necessità di reperire nuovi canali di attingimen-
to di risorse, il rettore ha indicato gli sforzi compiuti dall’Ateneo
di Perugia già in questa fase e gli impegni futuri. “Sarà indispensa-
bile promuovere, accanto alla ricerca pura, anche quella rivolta
all’innovazione e alla produttività - ha detto ancora il rettore -.
Solo a queste condizioni infatti l’Ateneo perugino potrà richiama-
re l’attenzione delle aziende e delle industrie sia regionali che
nazionali e attrarre nuove e più significative risorse dall’esterno.
È appunto in questa prospettiva che nel nuovo Statuto è stata riservata una posizione di preminenza alle già richiamate piattafor-
me tecnologiche. Oltre a rendere sempre più efficiente e coordinata la ricerca, inoltre esse potranno rispondere anche allo scopo di collegare l’università con il mondo del lavoro. È l’Umbria stessa, nelle sue diverse realtà, che oggi reclama un forte investimento nella ricerca scientifica e nella tecnologia per uscire dall’impasse in cui si dibatte. Di questa necessità, peraltro - ha concluso -, c’è chiara consapevolezza a tutti i livelli, come attestano i recenti accordi di collaborazione stipulati dall’Ateneo con la Regione, la Confindu-stria e con altre istituzioni locali. Però occorre fare di più e imboccare la via di cui è stata antesignana, con grande lungimiran-za, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Dell’attenzione che essa finora ha riservato all’Ateneo sono grato al suo Presidente e ai suoi amministratori”.L’intervento del Magnifico è stato seguito da quelli della dottores-sa Letizia Pietrolata, in rappresentanza del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario, e di Alessandro Tassi, della Facoltà di Agraria, quale presidente del consiglio degli studenti.
“In una fase così delicata per la nostra Università - ha dichiarato
Letizia Pietrolata -, il personale tecnico-amministrativo e bibliote-
cario garantisce la massima partecipazione, collaborazione e
disponibilità, ma allo stesso tempo chiede maggiore attenzione e
considerazione dall’intero sistema universitario, affinché anche i
nuovi vincoli possano trasformarsi in opportunità di crescita e
valorizzazione”.
“Crediamo che sia possibile riformare l’Università - ha sostenuto
Tassi -. Secondo molti c’è bisogno di maggiori investimenti
economici. Sicuramente è così; ma a nostro avviso ciò che serve
realmente è un cambio di mentalità e di approccio che si traduca
nel coraggio di mettersi in gioco e nella disponibilità a perdere
qualche privilegio. Solo a queste condizioni l’Università può
diventare non solo fucina di professionisti del sapere, ma anche
luogo di incontro e di cultura”.
PRIMO PIANO
Gli “emeriti”: da sinistra, i professori Mantovani, Aquilanti, Martelli, Puxeddu, il Rettore, Senin, Sgamellotti, Comparato.
Un’ istantanea delle prime file della platea che ha assistito alla cerimonia: in primo piano la Dottoressa Maria Lacaita, direttore amministrativo dello Studium
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IL NUOVO ANNO ACCADEMICO AL NASTRO DI PARTENZANella cornice della solenne cerimonia di inaugurazione, il Rettore delinea gli scenari della futura università post Riforma.
Una inedita cornice pomeridiana, lo scorso 27 gennaio, per la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2011/2012, il settecentoquattresimo dalla fondazione dell’Università degli Studi di Perugia. Seguendo la tradizione, l’evento è stato aperto dal corteo, guidato dal rettore Francesco Bistoni, dei Presidi e dei docenti delle undici
facoltà dello Studium: al loro ingresso in Aula Magna gli inni
d’Italia e dell’Ateneo, eseguiti dal coro dell’Ateneo perugino
diretto dal maestro Salvatore Silivestro.
Assente eccellente alla cerimonia, il ministro dell’università e della
ricerca Francesco Profumo: in sua vece, l’annunciato ospite
d’onore, trattenuto nella Capitale da un consiglio dei ministri
straordinario, ha inviato un messaggio di saluto all’assemblea
perugina, letto in aula dal Pro Rettore professore Antonio Pieretti:
3l’UNIVERSITA' n.1 2012
PRIMO PIANO
n.1 2012 l’UNIVERSITA'14
RICERCA
I materiali utilizzati per applicazioni biomediche devono essere concepiti per stimolare la risposta specifica delle cellule a livello molecolare. Essi devono stimolare specifiche interazioni con le cellule e favorire l’adesione, la proliferazione, il differenziamento cellulare e la produzione e l’organizzazione della matrice extracel-lulare. L’interazioni tra i biomateriali e le cellule staminali ha un ruolo molto importante nelle applicazioni biomediche: le cellule possono agire come veri sensori e rispondere a stimoli meccanici con il riarrangiamento del citoscheletro e cambiamenti dell’espressione genica. La progettazione dei biomateriali costitui-sce, pertanto, un punto chiave nella rigenerazione tissutale.I materiali polimerici tradizionali non sempre sono in grado di
soddisfare tutti i requisiti richiesti per le applicazioni biomedicali.
La progettazione e la realizzazione di sistemi polimerici con più
componenti, rappresenta pertanto una strategia sostenibile per lo
sviluppo di biomateriali multifunzionali innovativi. L'introduzio-
ne di nanostrutture all’interno di matrici polimeriche biodegrada-
bili permette di ottenere nanocompositi con proprietà specifiche
in grado di regolare il comportamento delle cellule staminali. Le
nanotecnologie permettono, infatti, lo sviluppo di nuovi sistemi
che mimano il complesso e la struttura gerarchica del tessuto
nativo. Pertanto, le nanotecnologie e la biologia molecolare
insieme possono affrontare e risolvere diversi problemi d’interesse
biomedico, e rivoluzionare in tal modo, il settore della sanità e
della medicina.
Nell’ambito delle nanotecnologie si collocano i sistemi nanocom-positi che possiedono almeno una dimensione fisica sulla scala dei
nanometri (la milionesima parte di un millimetro), e che sono
impiegati nella progettazione e realizzazione di dispositivi e apparati con proprietà migliorate. Essi hanno il vantaggio di essere molto versatili e di permettere la modulazione delle
proprietà finali del sistema realizzato. I bionanocompositi sono il
risultato della combinazione di polimeri con particelle inorgani-che e/o organiche a scala nanometrica. La buona interazione tra nanostrutture e matrice polimerica è alla base del miglioramento delle proprietà meccaniche e funzionali dei nanocompositi rispet-to ai compositi convenzionali. Questo è un importante risultato, dal momento che si è visto che le cellule distinguono superfici con diverse proprietà meccaniche e topografiche che possono influenzare i meccanismi di adesione e proliferazione cellulare sulle superfici (Fig. 1 e Fig. 2).Recentemente una serie di nuovi biomateriali nanocompositi a matrice polimerica biodegradabile e nanostrutture sono stati sviluppati nei nostri di laboratori per essere utilizzati come
supporti (“scaffolds”) per la rigenerazione tissutale.
Questi sviluppi sono stati riportati in una serie di pubblicazioni
ad alto fattore d’impatto.
La prossima generazione di biomateriali che intendiamo svilup-
pare sarà interattiva e programmabile, quindi in grado di comuni-
care in modo semplice con i le cellule di un tessuto.
In particolare, i materiali capaci di rispondere a stimoli, con ad
esempio un segnale elettrico, potranno essere utilizzati per regola-
re l’adesione, la proliferazione e il differenziamento di cellule
staminali. L’applicazione di un campo elettrico è in grado, infatti,
di stimolare la guarigione delle ossa, cartilagine, pelle e tessuto
connettivo, nervi cranici e del midollo spinale e nervi periferici.
L'uso di materiali capaci di rispondere a stimoli elettrici grazie
all’introduzione di nanostrutture conduttive, permettà di regolare
la crescita cellulare e la riparazione del tessuto danneggiato direttamente a livello locale.Attualmente siamo solo agli albori della conoscenza dei benefici
reali ed applicativi della nanostrutturazione. Per questo è necessa-
rio un approfondimento dei criteri che legano le scoperte e le proprietà ai parametri di processo.
NANOTECNOLOGIE DEI POLIMERI E CELLULE STAMINALI: NUOVE FRONTIERE DELLA BIOMEDICA
Di Ilaria Armentano e José M. KennyDipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, sede di TerniSabata Martino e Aldo Orlacchio Dip. di Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche, Sez. di Biochimica e Biologia Molecolare
Fig.2: Microscopia di cellule staminali neurali differenziate su superfici nanotopografiche di carbonio amorfo.
Fig.1: Microscopia di cellule staminali su nanocompositi elettrofilati a base di acido polilattico.
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l’UNIVERSITA'PERIODICO DELL’ATENEO DI PERUGIA
INDICE
Il nuovo anno accademico al nastro di appartenenza.
Sistema qualità: un metodo per mettersi al servizio dell’utenza.
Medicina: 85.000 volumi in biblioteca e 170 posti mensa.
Gli umbri e la crisi modernista.
Nel DNA la data di nascita del cavallo domestico.
Nanotecnologie dei polimeri e cellule staminali: nuove frontiere della biomedica.
News
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pagina 15
Periodico d’informazione dell’Ateneo di Perugia
Anno XXX
n.1 Gennaio/Febbraio 2012
Auorizzazione del Tribunale di Perugia
n. 659 del 7/3/1983
Direttore reponsabile : Laura Marozzi
Redazione: Piazza dell’Università, 1
06123 Perugia (PG)
mail: [email protected]
Tel. 075 585 2395
Fax 075 585 2182
Progetto grafico: Thema_design e comunicazione
Stampa in proprio
8Medicina: 85.000 volumi in biblioteca e 170 posti mensa.
6Sistema qualità:un metodo per mettersi al servizio dell’utenza.
15A palazzo Murena
l’ambasciatore della Romania.
l’UNIVERSITA' n.1 2012 15
Il Rettore Bistoni ( a sinistra) accoglie l’Ambasciatore di Romania Razvan Rusu.
L’ambasciatore della Romania in Italia Razvan Rusu, ha partecipato stamani alla cerimonia di conferimento dei diplomi delle lauree triennali a cento studenti della Facoltà di Economia giunti al termine del corso universitario.Nel suo intervento ai laureandi e ai docenti di Economia, nell’Aula Magna dell’Ateneo, l’ambasciatore, esprimendo soddisfazione per poter essere in mezzo agli studenti e vicino al mondo universita-rio, ha detto: “Sono sempre stato convin-to che i giovani possono portare un contributo fondamentale allo sviluppo
delle nostre società e all’individuazione di
È stato firmato l’atto costitutivo
dell’Associazione temporanea di scopo
per l’attuazione del progetto
IN.TE.R.A.M.NA. (Innovazione, Tecno-
logie e Ricerca Avanzata per i Materiali e i
Nanomateriali), che ha ottenuto il premio
del concorso bandito dal Ministero dello Sviluppo economico nell’ambito del
programma nazionale Riditt.
Il progetto è stato presentato dal Polo universitario scientifico didattico di Terni, capofila in partnership con Confindustria
Terni e con I.Tras.Te, (società partecipata
al 50% dall’Università di Perugia, 25% Sviluppumbria e 25% META Group) in risposta al bando nazionale del Ministero
dello Sviluppo economico per il finanzia-
mento di progetti di diffusione e trasferi-mento te