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  • l’UNIVERSITA'PERIODICO DELL’ATENEO DI PERUGIA

    INDICE

    Il nuovo anno accademico al nastro di appartenenza.

    Sistema qualità: un metodo per mettersi al servizio dell’utenza.

    Medicina: 85.000 volumi in biblioteca e 170 posti mensa.

    Gli umbri e la crisi modernista.

    Nel DNA la data di nascita del cavallo domestico.

    Nanotecnologie dei polimeri e cellule staminali: nuove frontiere della biomedica.

    News

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    Periodico d’informazione dell’Ateneo di Perugia

    Anno XXX

    n.1 Gennaio/Febbraio 2012

    Auorizzazione del Tribunale di Perugia

    n. 659 del 7/3/1983

    Direttore reponsabile : Laura Marozzi

    Redazione: Piazza dell’Università, 1

    06123 Perugia (PG)

    mail: [email protected]

    Tel. 075 585 2395

    Fax 075 585 2182

    Progetto grafico: Thema_design e comunicazione

    Stampa in proprio

    8Medicina: 85.000 volumi in biblioteca e 170 posti mensa.

    6Sistema qualità:un metodo per mettersi al servizio dell’utenza.

    15A palazzo Murena

    l’ambasciatore della Romania.

    l’UNIVERSITA' n.1 2012 15

    Il Rettore Bistoni ( a sinistra) accoglie l’Ambasciatore di Romania Razvan Rusu.

    L’ambasciatore della Romania in Italia Razvan Rusu, ha partecipato stamani alla cerimonia di conferimento dei diplomi delle lauree triennali a cento studenti della Facoltà di Economia giunti al termine del corso universitario.Nel suo intervento ai laureandi e ai docenti di Economia, nell’Aula Magna dell’Ateneo, l’ambasciatore, esprimendo soddisfazione per poter essere in mezzo agli studenti e vicino al mondo universita-rio, ha detto: “Sono sempre stato convin-to che i giovani possono portare un contributo fondamentale allo sviluppo

    delle nostre società e all’individuazione di

    È stato firmato l’atto costitutivo

    dell’Associazione temporanea di scopo

    per l’attuazione del progetto

    IN.TE.R.A.M.NA. (Innovazione, Tecno-

    logie e Ricerca Avanzata per i Materiali e i

    Nanomateriali), che ha ottenuto il premio

    del concorso bandito dal Ministero dello Sviluppo economico nell’ambito del

    programma nazionale Riditt.

    Il progetto è stato presentato dal Polo universitario scientifico didattico di Terni, capofila in partnership con Confindustria

    Terni e con I.Tras.Te, (società partecipata

    al 50% dall’Università di Perugia, 25% Sviluppumbria e 25% META Group) in risposta al bando nazionale del Ministero

    dello Sviluppo economico per il finanzia-

    mento di progetti di diffusione e trasferi-mento tecnologico al sistema produttivo e la creazione di nuove imprese ad alta

    tecnologia. Il progetto INTERAMNA,

    giudicato il migliore nell’area delle Tecnologie dei materiali, micro e nanotec-nologie, ha ottenuto un premio in denaro

    A PALAZZO MURENA L’AMBASCIATORE DELLA ROMANIA

    AL VIA IL PROGETTO INTERAMNA DEL POLO SCIENTIFICO DI TERNI

    A PALAZZO MURENA

    NEWS

    nuove idee che creino soluzioni per l’ambito istituzionale e politico”. Succes-sivamente l’Ambasciatore è stato ricevuto dal Magnifico Rettore Francesco Bistoni e dal Pro Rettore Antonio Pieretti. L’Ateneo di Perugia e in particolare la Facoltà di Economia, ha stretti rapporti di collabo-razione scientifica con alcune università della Romania, tra cui un accordo con la prestigiosa Accademia di Studi economici di Bucarest, avviato dalla fine degli anni Ottanta dall’allora Preside di Economia e Commercio Giuseppe Calzoni e dalla professoressa Elvira Lussana, docente di

    Geografia economica.

    di circa 2 milioni di euro.

    I risultati del bando nazionale sono stati

    ufficializzati circa un anno fa, ma solo in

    questi giorni il Ministero ha dato il via

    alla fase operativa.

    L’Università di Perugia e gli altri partner

    del progetto hanno deciso di passare subito alla fase operativa con la costituzio-

    ne dell’Associazione temporanea di scopo

    tra il Polo universitario scientifico didatti-co di Terni, Confindustria Terni e la società ItrasTe.

    L’atto è stato sottoscritto dal Magnifico

    Rettore dell’Ateneo, Francesco Bistoni, dal Presidente di Confindustria Terni, Umbro Bernardini, e per la società Itraste

    dal Presidente Loris Nadotti. Alla cerimo-

    nia della firma erano presenti il Pro Rettore del Polo universitario di Terni, Pietro Burrascano, e il Direttore di

    Confindustria Terni, Mauro Meucci.

    “E’ un momento importante - ha dichiara-to il Rettore Bistoni - nell’ambito del rapporto Università-imprese che è destina-

    to a diventare il motore dell’attività

    dell’Ateneo nel territorio”. Della dinamici-

    tà del Polo scientifico didattico di Terni

    ha parlato il Pro Rettore Burrascano

    sottolineando che il progetto INTERAM-

    NA crea una sinergia con il mondo delle

    imprese che avrà importanti sviluppi

    nell’immediato futuro. Il progetto, infatti, ipotizza di avviare almeno 20 azioni di trasferimento tecnologico.

    La firma dell’atto costitutivo: da sinistra il Pro Rettore per il polo di Terni professore Pietro Burrascano, il Rettore Bistoni, il presidente di Confindustria Terni umbro Bernardini, il notaio Giuseppe Brunelli.

  • IL NUOVO ANNO ACCADEMICO AL NASTRO DI PARTENZANella cornice della solenne cerimonia di inaugurazione, il Rettore delinea gli scenari della futura università post Riforma.

    Una inedita cornice pomeridiana, lo scorso 27 gennaio, per la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2011/2012, il settecentoquattresimo dalla fondazione dell’Università degli Studi di Perugia. Seguendo la tradizione, l’evento è stato aperto dal corteo, guidato dal rettore Francesco Bistoni, dei Presidi e dei docenti delle undici

    facoltà dello Studium: al loro ingresso in Aula Magna gli inni

    d’Italia e dell’Ateneo, eseguiti dal coro dell’Ateneo perugino

    diretto dal maestro Salvatore Silivestro.

    Assente eccellente alla cerimonia, il ministro dell’università e della

    ricerca Francesco Profumo: in sua vece, l’annunciato ospite

    d’onore, trattenuto nella Capitale da un consiglio dei ministri

    straordinario, ha inviato un messaggio di saluto all’assemblea

    perugina, letto in aula dal Pro Rettore professore Antonio Pieretti:

    3l’UNIVERSITA' n.1 2012

    PRIMO PIANO

    n.1 2012 l’UNIVERSITA'14

    RICERCA

    I materiali utilizzati per applicazioni biomediche devono essere concepiti per stimolare la risposta specifica delle cellule a livello molecolare. Essi devono stimolare specifiche interazioni con le cellule e favorire l’adesione, la proliferazione, il differenziamento cellulare e la produzione e l’organizzazione della matrice extracel-lulare. L’interazioni tra i biomateriali e le cellule staminali ha un ruolo molto importante nelle applicazioni biomediche: le cellule possono agire come veri sensori e rispondere a stimoli meccanici con il riarrangiamento del citoscheletro e cambiamenti dell’espressione genica. La progettazione dei biomateriali costitui-sce, pertanto, un punto chiave nella rigenerazione tissutale.I materiali polimerici tradizionali non sempre sono in grado di

    soddisfare tutti i requisiti richiesti per le applicazioni biomedicali.

    La progettazione e la realizzazione di sistemi polimerici con più

    componenti, rappresenta pertanto una strategia sostenibile per lo

    sviluppo di biomateriali multifunzionali innovativi. L'introduzio-

    ne di nanostrutture all’interno di matrici polimeriche biodegrada-

    bili permette di ottenere nanocompositi con proprietà specifiche

    in grado di regolare il comportamento delle cellule staminali. Le

    nanotecnologie permettono, infatti, lo sviluppo di nuovi sistemi

    che mimano il complesso e la struttura gerarchica del tessuto

    nativo. Pertanto, le nanotecnologie e la biologia molecolare

    insieme possono affrontare e risolvere diversi problemi d’interesse

    biomedico, e rivoluzionare in tal modo, il settore della sanità e

    della medicina.

    Nell’ambito delle nanotecnologie si collocano i sistemi nanocom-positi che possiedono almeno una dimensione fisica sulla scala dei

    nanometri (la milionesima parte di un millimetro), e che sono

    impiegati nella progettazione e realizzazione di dispositivi e apparati con proprietà migliorate. Essi hanno il vantaggio di essere molto versatili e di permettere la modulazione delle

    proprietà finali del sistema realizzato. I bionanocompositi sono il

    risultato della combinazione di polimeri con particelle inorgani-che e/o organiche a scala nanometrica. La buona interazione tra nanostrutture e matrice polimerica è alla base del miglioramento delle proprietà meccaniche e funzionali dei nanocompositi rispet-to ai compositi convenzionali. Questo è un importante risultato, dal momento che si è visto che le cellule distinguono superfici con diverse proprietà meccaniche e topografiche che possono influenzare i meccanismi di adesione e proliferazione cellulare sulle superfici (Fig. 1 e Fig. 2).Recentemente una serie di nuovi biomateriali nanocompositi a matrice polimerica biodegradabile e nanostrutture sono stati sviluppati nei nostri di laboratori per essere utilizzati come

    supporti (“scaffolds”) per la rigenerazione tissutale.

    Questi sviluppi sono stati riportati in una serie di pubblicazioni

    ad alto fattore d’impatto.

    La prossima generazione di biomateriali che intendiamo svilup-

    pare sarà interattiva e programmabile, quindi in grado di comuni-

    care in modo semplice con i le cellule di un tessuto.

    In particolare, i materiali capaci di rispondere a stimoli, con ad

    esempio un segnale elettrico, potranno essere utilizzati per regola-

    re l’adesione, la proliferazione e il differenziamento di cellule

    staminali. L’applicazione di un campo elettrico è in grado, infatti,

    di stimolare la guarigione delle ossa, cartilagine, pelle e tessuto

    connettivo, nervi cranici e del midollo spinale e nervi periferici.

    L'uso di materiali capaci di rispondere a stimoli elettrici grazie

    all’introduzione di nanostrutture conduttive, permettà di regolare

    la crescita cellulare e la riparazione del tessuto danneggiato direttamente a livello locale.Attualmente siamo solo agli albori della conoscenza dei benefici

    reali ed applicativi della nanostrutturazione. Per questo è necessa-

    rio un approfondimento dei criteri che legano le scoperte e le proprietà ai parametri di processo.

    NANOTECNOLOGIE DEI POLIMERI E CELLULE STAMINALI: NUOVE FRONTIERE DELLA BIOMEDICA

    Di Ilaria Armentano e José M. KennyDipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, sede di TerniSabata Martino e Aldo Orlacchio Dip. di Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche, Sez. di Biochimica e Biologia Molecolare

    Fig.2: Microscopia di cellule staminali neurali differenziate su superfici nanotopografiche di carbonio amorfo.

    Fig.1: Microscopia di cellule staminali su nanocompositi elettrofilati a base di acido polilattico.

  • n.1 2012 l’UNIVERSITA' l’UNIVERSITA' n.1 2012 13

    Il gruppo di ricerca dell’Ateneo di Perugia protagonista nella ricerca.

    Da sinistra verso destra): ai lati la Dott.ssa Hovirag Lancioni e il Dott. Alessandro Achilli del Dip. di Biologia Cellulare e Ambientale (Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali), al centro il Dott. Stefano Capomaccio, la Dott.ssa Michela Felicetti, il Prof. Maurizio Silvestrelli, la Dott.ssa Katia Cappelli e il Prof. Andrea Verini Supplizi del Dip. di

    Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria, Centro di Studio del Cavallo Sportivo (Facoltà di Medicina Veterinaria).

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    MITO-GENOMAEQUINO ANCESTRALE

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    Asia CentraleMedio OrienteEuropa Centro-NordEuropa MeridionaleNord AmericaOrigine dei campioni

    Albero filogenetico dei genomi mitocondriali equini in cui si evidenziano il “mito-genoma” equino ancestrale e le diverse linee domesticate nel Neolitico (Achilli et al. 2012, Jan 30; Proc. Nat.l Acad. Sci. USA).

    “La ricerca scientifica e la formazione del capitale umano qualifica-to costituiscono oggi le fonti primarie della ricchezza umana e materiale delle nazioni, nonché il motore della crescita del Paese”. La formazione è tutto, nella maturazione di una persona, nella crescita di una classe politica e dirigente onesta ed efficiente, nello sviluppo di un Paese come comunità nazionale - ha scritto ancora Profumo -. Coraggio allora: siamo tutti chiamati a fare del nostro meglio: i professori, gli studenti, i decisori pubblici. Insieme possiamo ridare all’Italia il prestigio che merita”.E’ stato poi il rettore Bistoni a entrare nel cuore della cerimonia, tracciando con il suo discorso inaugurale un ampio quadro della situazione dell’università e persino della società contemporanea alla luce delle attuali difficoltà, soprattutto in termini di risorse economiche e finanziarie. Lo scenario mostra certamente una situazione difficile e impegnativa, nella quale lo Studium Perusinum sta svolgendo un ruolo di prim’ordine, sia rispetto allo scenario nazionale che internazionale.

    “Un’autorevole fonte informativa, la Scimago Institutions

    Rankings – ha detto Bistoni - sulle 3.042 università analizzate a

    livello mondiale, colloca la nostra al 477° posto al 174° in Europa

    e al 21° in Italia. Lo Studium Generale sale, però, a ben analizzare

    la graduatoria, al 4° posto tra le Università italiane per

    l’autorevolezza delle pubblicazioni, apparse sulle più qualificate

    riviste scientifiche internazionali”.

    Ferma restando la necessità di reperire nuovi canali di attingimen-

    to di risorse, il rettore ha indicato gli sforzi compiuti dall’Ateneo

    di Perugia già in questa fase e gli impegni futuri. “Sarà indispensa-

    bile promuovere, accanto alla ricerca pura, anche quella rivolta

    all’innovazione e alla produttività - ha detto ancora il rettore -.

    Solo a queste condizioni infatti l’Ateneo perugino potrà richiama-

    re l’attenzione delle aziende e delle industrie sia regionali che

    nazionali e attrarre nuove e più significative risorse dall’esterno.

    È appunto in questa prospettiva che nel nuovo Statuto è stata riservata una posizione di preminenza alle già richiamate piattafor-

    me tecnologiche. Oltre a rendere sempre più efficiente e coordinata la ricerca, inoltre esse potranno rispondere anche allo scopo di collegare l’università con il mondo del lavoro. È l’Umbria stessa, nelle sue diverse realtà, che oggi reclama un forte investimento nella ricerca scientifica e nella tecnologia per uscire dall’impasse in cui si dibatte. Di questa necessità, peraltro - ha concluso -, c’è chiara consapevolezza a tutti i livelli, come attestano i recenti accordi di collaborazione stipulati dall’Ateneo con la Regione, la Confindu-stria e con altre istituzioni locali. Però occorre fare di più e imboccare la via di cui è stata antesignana, con grande lungimiran-za, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Dell’attenzione che essa finora ha riservato all’Ateneo sono grato al suo Presidente e ai suoi amministratori”.L’intervento del Magnifico è stato seguito da quelli della dottores-sa Letizia Pietrolata, in rappresentanza del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario, e di Alessandro Tassi, della Facoltà di Agraria, quale presidente del consiglio degli studenti.

    “In una fase così delicata per la nostra Università - ha dichiarato

    Letizia Pietrolata -, il personale tecnico-amministrativo e bibliote-

    cario garantisce la massima partecipazione, collaborazione e

    disponibilità, ma allo stesso tempo chiede maggiore attenzione e

    considerazione dall’intero sistema universitario, affinché anche i

    nuovi vincoli possano trasformarsi in opportunità di crescita e

    valorizzazione”.

    “Crediamo che sia possibile riformare l’Università - ha sostenuto

    Tassi -. Secondo molti c’è bisogno di maggiori investimenti

    economici. Sicuramente è così; ma a nostro avviso ciò che serve

    realmente è un cambio di mentalità e di approccio che si traduca

    nel coraggio di mettersi in gioco e nella disponibilità a perdere

    qualche privilegio. Solo a queste condizioni l’Università può

    diventare non solo fucina di professionisti del sapere, ma anche

    luogo di incontro e di cultura”.

    PRIMO PIANO

    Gli “emeriti”: da sinistra, i professori Mantovani, Aquilanti, Martelli, Puxeddu, il Rettore, Senin, Sgamellotti, Comparato.

    Un’ istantanea delle prime file della platea che ha assistito alla cerimonia: in primo piano la Dottoressa Maria Lacaita, direttore amministrativo dello Studium

    n.1 2012 l’UNIVERSITA' 4

  • PRIMO PIANO

    L’Arcivescovo Gualtiero Bassetti durante la celebrazione della Messa nella Chiesa dell’Università.

    Il Rettore fa festa con la Goliardia al termine della cerimonia.

    5l’UNIVERSITA' n.1 2012

    I metodi di analisi del DNA mitocondriale umano sono stati applicati, da un gruppo di ricerca dello Studium, per cercare di comprendere i tempi e i modi della domesticazione dei cavalli selvatici (Equus ferus) da parte dell’uomo primitivo, ottenendo la pubblicazione dei risultati nei prestiogisi “Proceedings” dell’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (PNAS): secondo i ricercatori perugini, a differenza di altre specie come i bovini che hanno subito un unico evento di domesticazione nell’area della Mezzalu-na Fertile, almeno diciassette diverse popolazioni di cavalli selvatici sono state domesticate durante il Neolitico in molteplici aree geografiche dell’Eurasia, inclusa l’Europa occidentale. Vediamo qual è stato lo sviluppo del progetto di ricerca. La maggior

    parte del DNA (circa tre miliardi di basi) contenuta all’interno delle

    nostre cellule è racchiusa nel nucleo, ma una piccola porzione

    (meno di 17 mila basi) è contenuta nei mitocondri, le cosiddette

    “centrali energetiche” della cellula: si tratta del DNA mitocondriale

    (mtDNA). Questa molecola si trasmette unicamente per via

    materna ed evolve solo per accumulo sequenziale (temporale) di

    mutazioni (varianti) andando a costituire un vero e proprio registro

    molecolare in cui è scritta (nelle diverse mutazioni) la storia delle

    donne che lo hanno trasmesso nelle diverse generazioni. Grazie al

    sequenziamento di interi mtDNA si è svelata la parte “femminile”

    della storia dell’Umanità, evidenziando un’origine ancestrale

    dell’Uomo “moderno” in Africa, datata circa duecentomila anni fa.

    Sempre nel Paleolitico, circa settantamila anni fa, l’Uomo ha

    intrapreso il viaggio di colonizzazione al di fuori del continente

    africano, passando prima in Asia, per arrivare poi in Europa circa quarantacinquemila anni fa. Con il Neolitico, l’avvento dell’agricoltura e dell’allevamento ha sicuramente cambiato la storia

    di molte popolazioni che, grazie all’acquisizione di queste nuove

    “tecniche”, sono riuscite spesso a diffondere con grande successo cultura, lingua e geni. Ben presto, le espansioni umane si sono legate indissolubilmente alle storie evolutive degli animali addomesticati,

    le cui tracce possono essere ancora recuperate dallo spettro di

    variazione del DNA. Tuttavia gli studi paleontologici e genetici non hanno ancora fornito dati significativi sui processi di domesticazio-ne delle specie coinvolte, tra cui il cavallo (Equus caballus). Insieme

    alla dottoressa Lancioni abbiamo, quindi, pensato di utilizzare i

    metodi di analisi dell’mtDNA umano per cercare di chiarire i tempi e i modi della domesticazione dei cavalli selvatici (Equus ferus). Come spesso accade, per dare risposte definitive in ambito evolutivo

    e popolazionistico bisogna avere a disposizione un campione ampio e molto rappresentativo. Solamente grazie alla partecipazione di

    altri gruppi del nostro Ateneo afferenti al Centro di Studio del Cavallo Sportivo diretto dal professore Silvestrelli ed al Dipartimen-to di Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria, oltre che alla collaborazione di rinomati centri di ricerca italiani (Università di Pavia, professore Torroni e dottoressa Olivieri) e internazionali (in Germania, Portogallo, Iran, Siria e Stati Uniti) è stato possibile mettere insieme un campione di più di trecento cavalli di venticin-que razze diverse provenienti da America, Asia, Europa e Medio

    Oriente. Un sottoinsie-me di ottantatre campio-ni, maggiormente rappresentativi, è stato analizzato al massimo livello di risoluzione possibile, ossia sequen-ziando l’intero genoma mitocondriale e i dati

    ottenuti sono stati utilizzati per costruire l’albero filogenetico riportato in figura.

    Successivamente, confrontando le differenze tra i diversi genomi e

    contando il numero di mutazioni accumulate nel tempo, è stato

    possibile definire la radice dell’albero, ossia ricostruire la sequenza

    del “mito-genoma” equino ancestrale, da cui derivano tutti gli

    mtDNA dei cavalli moderni attuali, datato circa centotrenta-

    centosessantamila anni fa, durante il periodo glaciale denominato

    “Saale”; un po’ come la cosiddetta “Eva Africana” vissuta circa

    duecentomila anni fa.

    Ovviamente la domesticazione deve essere avvenuta molto tempo

    dopo, infatti, nel nostro albero si notano 18 ramificazioni principali,

    ossia 18 linee genetiche mitocondriali distinte denominate con le

    lettere dell’alfabeto dalla A alla R.

    Attraverso un’analisi filogeografica, ossia in grado di ricostruire

    tempi e luoghi, abbiamo mostrato che tutte queste linee si sono

    differenziate durante il Neolitico (a partire da circa diecimila mila anni fa) e si possono trovare ancora oggi nelle razze equine domestiche; tutte le linee tranne una, denominata F, che è presen-

    te esclusivamente nell’Equus przewalski, l’unico cavallo “selvatico”

    ancora esistente.In conclusione possiamo affermare che, a differenza di altre specie come i bovini che hanno subito un unico evento di domesticazio-

    ne nell’area della Mezzaluna Fertile, almeno diciassette diverse

    popolazioni di cavalli selvatici sono state domesticate in moltepli-ci aree geografiche dell’Eurasia, inclusa l’Europa occidentale. Ritrovamenti archeologici e pitture rupestri confermano che in

    quest’area i cavalli selvatici non solo sono stati sempre presenti sin

    dai tempi Paleolitici, ma sono anche sopravvissuti durante l’Ultimo Picco Glaciale - che interessò l’intero continente Europeo circa ventimila anni fa - probabilmente rifugiandosi

    nella medesima area Franco Cantabrica (ai piedi dei Pirenei) abitata da molte specie animali, compreso l’Uomo.

    NEL DNA LA DATA DI NASCITA DEL CAVALLO DOMESTICO

    L’analisi del genoma mitocondriale rivela l'ultimo antenato comune (femminile) di tutti gli equini moderni e le prime

    17 cavalle domesticate dall’Uomo preistorico.

    di Alessandro Achilli

    n.1 2012 l’UNIVERSITA'12

    A concludere i discorsi ufficiali, la prolusione del professor Carlo Andrea Bollino, ordinario di Microeconomia nella Facoltà di Economia, sul tema “La sfida globale dello sviluppo sostenibile”, con la quale ha sviluppato il parallelo fra le criticità dell’attuale situazione sul piano energetico e di tutela ambientale e quelle che hanno seguito la fine della seconda guerra mondiale con il Piano Marshall. “Come il Piano Marshall aveva imparato dal fallimento del trattato di Versailles, possiamo auspicare che le nostre società impareranno dal fallimento di Kyoto e Copenaghen, assumendosi oggi le proprie responsabilità - ha detto il professor Bolino -. La responsabilità di mobilitare un incremento di sacrificio, in termini di risparmio aggiuntivo l’1,75% del Pil, pari a un quarto dello sforzo sostenuto da coloro che fecero l’Europa. Possibile che l’attuale generazione, quella che stiamo formando oggi in queste aule, non sappia fare almeno un quarto di quello che fecero i loro nonni? Allora - ha concluso Bollino -, se gli attuali politici, tutti i politici in tutto il mondo, non proporranno presto l’equivalente di un Piano Marshall per lo sviluppo sostenibile, cioè un accordo sulla condivisione di sacrifici presenti per ottenere benessere e prosperità futuri, essi semplicemente non saranno parte della storia: verranno spazzati via ben prima di quanto se l’aspettino, perché verranno altri a prendere il loro posto”.

    I riconoscimenti agli emeritiA conclusione della cerimonia, come attestato di gratitudine per l’attività svolta per l’Università di Perugia e per l’intera società civile, il Rettore Bistoni, insieme al Pro Rettore Pieretti e a Catiuscia Marini, presidente della Giunta regionale dell’Umbria ha consegnato i diplomi di riconoscimento ai professori emeriti recentemente nominati: Massimo Fabrizio Martelli, Adolfo Puxeddu, Umberto Senin (Facoltà di Medicina e Chirurgia); Vincenzo Aquilanti, Giancarlo Mantovani, Antonio Sgamellotti (Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali); Vittor Ivo Comparato (Facoltà di Scienze Politiche).

    La messa.Tradizionale preludio alla cerimonia anche quest’anno la messa, celebrata a mezzogiorno da monsignor Gualtiero Bassetti, Arcive-scovo di Perugia - Città della Pieve, nella cappella dell’Ateneo alla presenza del Rettore, del Pro Rettore Antonio Pieretti, del diretto-re amministrativo dottoressa Angela Maria Lacaita, dei presidi, docenti, studenti, personale tecnico-amministrativo e biblioteca-rio. “Il futuro della nostra Università di Perugia, dico ‘nostra’ per sottolineare il ‘bene comune’ che questa istituzione rappresenta - ha sottolineato monsignor Bassetti nell’omelia - è purtroppo reso complicato dalla scarsità delle risorse che affligge tutto il mondo dell’istruzione. Una scarsità che forse non riconosce adeguatamen-te il ruolo centrale che, da sempre, ogni Accademia riveste al centro della società. Anche per questo colgo l’occasione per stringermi in preghiera con tutta la comunità scientifica, con tutti coloro che fanno dei sacrifici per portare avanti le proprie ricerche e i propri studi e con tutti coloro che contribuiscono con la loro passione e il proprio ingegno, spesso in solitudine e senza il clamore dei mass media, a far crescere e prosperare questa meravi-gliosa istituzione che è lo Studium Perusinum”.L’arcivescovo Bassetti ha ringraziato l’amministrazione universita-ria per gli interventi realizzati nella chiesa dell’Ateneo. Un particolare attestato di gratitudine ha inoltre rivolto a don Elio Brumori, cappellano, da ben 54 anni, della chiesa dell’università e sempre a fianco dei giovani: convinti gli applausi dei presenti a queste parole. “La tradizione della messa in occasio-ne dell’inaugurazione dell’anno accademico è iniziata il 19 gennaio 1958, con la restituzione al culto della chiesa che in quell’anno smise di essere utilizzata come Aula Magna - ha ricordato don Bromuri -. Intervennero il presidente della Repub-blica Giovanni Gronchi, l’arcivescovo di Perugia Pietro Parente e il rettore Giuseppe Rufo Ermini, che aveva fortemente voluto la costruzione dell’Aula magna, consentendo il recupero e il riutiliz-zo della chiesa”.

  • 11l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'6

    Fausto Sciurpa (Istituto teologico di Assisi), rileggendolo alla luce del Vaticano II. Il Piastrelli maturo, che Sciurpa conobbe personalmente, aspirava a un rinnovamento che avrebbe dovuto essere “una nuova apologetica della fede” e ebbe ad affermare che nel Concilio trovarono risposta le istanze moderniste, sottese nei documenti conciliari a temi centrali quali la Chiesa ‘popolo in cammino’, la laicità positivamente intesa, la Scrittura libro aperto,

    il mondo ‘luogo sacramentale’. Due contributi sono stati infine dedicati a Cascio-la. Mons. professore

    Dante Cesarini

    (Direttore della Bibliote-

    ca Iacobilli di Foligno)

    ha rievocato in lui il

    fascino per

    l’interpretazione tolstoia-

    na del cristianesimo

    (umanesimo di perfezio-

    ne morale, senza dogmi,

    vicino al popolo), che si

    tradusse in esperienze

    come le Colonie agricole,

    all’insegna del “primato

    dell’amore” e del rifiuto

    della “verità obbligato-ria”: con spirito però riformatore, non liberta-

    rio come in Tolstoi,

    desiderando integrare tradizione e novità, obbedienza e coscienza.

    La professoressa Marisa

    Borchiellini Conti (Città di Castello) ha tratteggiato il legame tra Casciola e Alice H. Franchetti (1874-1911), ebrea di educazione tolstoiana, moglie dell’illuminato barone Leopoldo e animatrice,

    nella tenuta della Montesca a Città di Castello, di scuole contadi-

    ne e laboratori femminili, ove coniugava tolstoismo e francescane-simo, femminismo anglosassone e pedagogia montessoriana. Il convegno è stato arricchito da una rassegna di documenti su

    Piastrelli posseduti dall’Istituto, a cura del dottore Gabriele De Veris.

    rale presero dunque a interrogare anche la religione, investendo gli studi biblici, l’idea del dogma, la concezione stessa del Cristia-nesimo. Il professore Francesco Di Pilla ha quindi illustrato il contributo degli umbri, sul versante sia della ricerca scientifica, specie biblica (per Fracassini e Mari, l’applicazione del metodo storico-critico), sia del più ampio pensiero filosofico e religioso: per Piastrelli, la diagnosi della crisi nella lettera aperta A Pio X. Quello che vogliamo (aprile 1907) e l’ideazione del Conve-gno clandestino di Molveno (agosto 1907);

    per Mari, l’intervento in

    quella sede con un

    audace testo sulla

    Rivelazione; per Fracassi-

    ni, l’elaborazione della

    parte biblica della

    Risposta all’enciclica di

    condanna, curata da

    Buonaiuti quanto alla

    filosofia. Ripercorrendo

    la crisi con l’apporto di

    documenti inediti

    (Piastrelli, Fracassini) e

    ricostruendo i legami con gli autori europei

    (Loisy, Blondel, Laber-

    thonnière, Le Roy), Di Pilla ha evidenziato, nel Fracassini del 1910, la

    convergenza con George

    Tyrrell sulla necessità di un passaggio risolutivo

    “dall’ortodossia della lettera a quella dello spirito”, anche da

    promuoversi, stando al progetto di una ‘Circolare’ segreta, con

    una collana di testi sul cristianesimo: germogli di una possibile nuova stagione del movimento, più pacata, che fu però bloccata dai provvedimenti vaticani, come l’imposizione del giuramento

    antimodernista, che tutti gli umbri alfine sottoscrissero, dopo

    mesi di tempesta interiore (rievocata, per Fracassini e Mari, con nuovi inediti). Il convegno ha poi approfondito singole figure. Su Piastrelli (ribelle o riformatore?) si è interrogato mons. professore

    ALBUM

    6 n.1 2012 l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA

    SISTEMA QUALITÀ: UN METODO PER METTERSI AL SERVIZIO DELL’UTENZAdi Paolo Carbone

    ATENEO

    Dal 2004 ho avuto il privilegio di poter osservare l’Ateneo sotto una diversa angolazione, oltre che quale docente: quella relativa allo sviluppo e all’incremento delle adesioni al Sistema Qualità di Ateneo da parte di strutture, fra loro anche molto differenti, appartenenti alla nostra Università. Queste realtà volontariamente hanno accettato di “certificarsi” ovvero hanno avuto il desiderio di dimostrare la propria capacità di offrire un servizio o un prodotto che soddisfi con regolarità le esigenze della propria utenza, nel rispetto dei requisiti e delle norme di legge. In qualità di Rappresentante della Direzione (RDD), il mio compito è stato ed è tutt’ora quello di assicurare che i processi

    necessari per il Sistema di Gestione per la Qualità (SGQ) dello

    Studium vengano predisposti, attuati e tenuti aggiornati: nello

    svolgere questo incarico ho avuto modo di constatare quanto

    Il Prof. Paolo CarboneRappresentante della Direzione nel Sistema Qualità dell’Ateneo.

    l’adesione al Sistema di Gestione per la Qualità nella nostra comunità universitaria abbia di fatto consentito, fra coloro, che ne fanno parte, la condivisione di una metodologia di lavoro comune, il confronto e lo scambio di buone pratiche, un arricchi-mento di conoscenze all’interno dell’Ateneo accanto alla compren-sione del “reale” funzionamento di strutture e realtà anche molto differenti fra loro. L’attività prevede anche un incontro istituzionale annuale denominato “Riesame”: un appuntamento che consente la verifica delle attività effettuate ed un confronto per la pianificazio-ne delle attività da porre in essere. Tutto questo ha generato un senso di appartenenza, condivisione

    e sostegno reciproco che, proprio in questi periodi così tumultuo-

    si e complessi per le Università rappresenta uno stimolo e una

    nota positiva di cui poter far tesoro.

  • 7l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'10

    ALBUM

    n.1 2012 l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA10

    GLI UMBRI E LA CRISI MODERNISTAdi Alessandra Di Pilla

    ALBUM

    La crisi modernista e l’Umbria: un tema di grande interesse per la storia della cultura e della spiritualità regionale, del quale si è occupato un convegno di approfondimento svolto il 25 e 26 novembre scorso a Perugia dal titolo “Gli umbri nella crisi moder-nista” promossa dal Dipartimento di Filosofia, Linguistica e Letterature dell’Ateneo e dall’Istituto Conestabile-Piastrelli, con il sostegno dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzato dal professore Francesco Di Pilla. Il convegno ha focalizzato l’apporto della nostra regione al movimento che, tra la fine del XIX secolo e l’inizio della prima guerra mondiale, travagliò in Europa la fede e la cultura, con figure importanti quali Umberto Fracassini e Luigi Piastrelli

    Francesco Mari (Nocera Umbra), Brizio Casciola (Montefalco)

    che, alla ricerca di un adeguato rapporto tra Chiesa e modernità,

    s’interrogarono sulla natura dell’esperienza religiosa, sulla portata

    della rivelazione biblica, sulla figura di Cristo, con esiti di

    drammatica contrapposizione alla Chiesa guidata allora da Pio X,

    ma anche con intuizioni gravide di futuro. Tradizione e rinnova-

    mento, autorità e coscienza, religione e filosofia: temi che

    rendono ancora attuale una discussione sulla stagione modernista,

    com’è subito emerso nei saluti inaugurali del professore Gianfran-

    co Maddoli (Presidente del Conestabile-Piastrelli) e del professo-

    re Carlo Vinti (Direttore del Dipartimento di Filosofia, Linguisti-

    ca e Letterature). Uno sfondo storico complessivo è stato offerto

    dalla relazione del professore Mario Berardinelli (Università di

    Roma 3) su La politica di Leone XIII e di Pio X, pontefici in un contesto di crescente complessità: Leone XIII (1878-1903) operò

    con un’azione “di pesi e contrappesi”, cercando una via di rinnova-

    mento cristiano che preservasse l’apertura alla trascendenza; Pio X (1903-1914) difese l’ortodossia dai rischi dello scientismo, del socialismo e di proposte di riforma religiosa, sia incrementando la

    catechesi e la pratica sacramentale, sia mediante un netto giudizio

    dottrinale (nel 1907 l’Enciclica Pascendi condannò il moderni-smo) e capillari misure di censura, che spesso non consentirono di distinguere tra errore e ansia sincera di rinnovamento. Un’altra

    relazione di base, del professore Lino Conti (Università di

    Perugia), ha indagato sulle radici filosofiche del movimento, trattando il tema dell’evoluzionismo tra ‘800 e ‘900. La moderni-tà, scoprendo l’abisso del tempo che separa il presente dalle sue

    origini, riconobbe nella trasformabilità una caratteristica struttu-

    rale della realtà, non più cosmo immutabile ma mondo che si modifica: le teorie dell’evoluzione biologica, cosmologica e cultu-

    Umberto Fracassini Brizio Casciola

    Luigi Piastrelli Francesco Mari

    7l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA n.1 2012

    IN “QUALITÀ” PER MIGLIORARE IL PERCORSO DIDATTICOdi Ra�aella Branciari

    ALBUMATENEO

    Lo staff della Qualità del Corso di Laurea in

    Produzioni Animali.Al centro il Preside di Veterinaria, Professor

    Franco Moriconi.

    Lo staff della Qualità della Facoltà di

    Agraria.Al centro il

    Preside Professor Francesco Pennacchi.

    ANCHE LA FACOLTÀ DI AGRARIA SCEGLIE LA CERTIFICAZIONEdi Francesco Pennacchi - Preside della Facoltà di Agraria

    Il Corso di Laurea in Produzioni Animali, sin dal momento della sua istituzione, ha aderito al Sistema Gestione Qualità dell’Ateneo di Perugia attraverso l’adozione delle norme UNI EN ISO 9001:2008. L’ obiettivo è stato quello di fornire un’offerta formativa qualificata in grado di dare risultati di apprendimento e di competenze indirizzati a rispondere in maniera efficace alle esigenze dei clienti (studenti). In tal senso la Direzione si è impegnata e si impegna costantemen-te a creare condizioni organizzative ottimali per: agevolare il percorso didattico; garantire attività a sostegno dell’offerta formativa attraverso l’orientamento, il tutorato e l’organizzazione di stage; permettere l’acquisizione di una solida preparazione sia

    teorica che professionale nei tempi della durata normale del corso

    di studio.

    Alla luce di tre anni di esperienza si può affermare che l’adozione

    di un sistema di certificazione per il corso di Laurea in questione

    ha offerto la possibilità di attivare un valido confronto tra i

    docenti e tra questi e gli studenti iscritti al corso di laurea in

    incontri coordinati dalla Direzione, coadiuvata dal Responsabile

    Qualità. La sensibilizzazione di tutti i soggetti ha permesso e

    permette di apportare modifiche formali all’offerta formativa, al

    fine di intervenire nel miglioramento continuo dell’offerta stessa.

    È, infatti, la partecipazione attiva di tutti un sicuro vantaggio,

    perché consente di individuare le problematiche e di proporre

    soluzioni migliorative.

    La Facoltà di Agraria, dal 2007, ha adottato un Sistema di Gestio-ne per la Qualità dei corsi di studio basato sulle norme UNI EN ISO9001. La scelta di certificare la qualità dell’offerta formativa ha gli obiettivi di ottimizzare le condizioni organizzative dei corsi di studio affinché gli studenti possano acquisire le conoscenze previste dai piani di studio e laurearsi nei tempi programmati. La Facoltà, per questo, definisce ogni anno azioni appropriate al miglioramento continuo della qualità dei servizi erogati. Le iniziative intraprese in questi anni sono numerose. Si evidenziano, tra le altre: 1. La sperimentazione di nuovi metodi per l’erogazione della didattica, volti a stimolare la partecipazione attiva degli studenti

    all’apprendimento (seminari svolti dagli studenti, lezioni in

    lingua inglese, gruppi di lavoro in aula, ecc.);

    2. Le attività a supporto dell’offerta formativa, tra le quali: il

    tutorato individuale agli studenti; gli avvisi via e-mail agli studen-

    ti delle modifiche degli orari delle lezioni; la prenotazione on-line

    per gli esami; l’organizzazione di lezioni di recupero per gli

    insegnamenti di base, ecc.;

    3. La costruzione di un articolato sistema di controllo

    dell’efficacia delle attività didattiche; gli studenti sono chiamati a

    compilare questionari di valutazione non solo degli insegnamenti,

    ma di tutti i servizi erogati dalla Facoltà (tutorato, tirocini pratici,

    attività di supporto, qualità delle aule e degli spazi studio, ecc.) e,

    prima della laurea, dell’intero percorso degli studi ;

    4. Il monitoraggio della carriera degli studenti volto a dare eviden-

    za alle eventuali criticità, sia dell’offerta didattica che dei singoli studenti, e ad attivare azioni per superarle;5. Le attività di job-placement per orientare i laureati al mercato

    del lavoro; a tale fine, oltre alla definizione di una specifica

    convenzione con l’Associazione dei Laureati della Facoltà di Agraria, si realizzano seminari con esperti professionisti e con i rappresentanti di imprese agro-alimentari.

    La scelta della certificazione ha contribuito a ottenere il risultato

    di classificare la Facoltà di Perugia, dal 2008 in poi, ai primissimi posti della valutazione comparativa tra le 23 Facoltà di Agraria italiane che il CENSIS svolge per conto del quotidiano la Repub-

    blica.

  • PRIMO PIANO

    Visita inagurale alla Biblioteca: da sinistra, la Governatrice Catiuscia Marini, il Sindaco Wladimiro Boccali, il Rettore Bistoni, il

    Direttore del Centro Servizi Bibliotecari d’Ateneo Paolo Bellini.

    9l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'8

    PRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANO

    Cresce la “cittadella” universitaria a Sant’Andrea delle Fratte: inaugurate, infatti, ufficialmente il 13 gennaio la biblioteca medica e la mensa della Facoltà di Medicina e Chirurgia. due ulteriori importanti tappe del percorso di completamento della nuovissima sede della Facoltà nel contesto del Polo Ospedaliero cittadino. A confermare la rilevanza del passo compiuto sono intervenute alla cerimonia, oltre ai vertici dell’Università, le massime autorità regionali e comunali: la Governatrice Catiuscia Marini e il Sindaco di Perugia Wladimiro Boccali. Era presente, inoltre, una delegazione di medici provenienti dalla Libia. Il Pro Rettore Antonio Pieretti ha aperto gli interventi, ricordan-

    do come tale risultato riguarda l’intera Università di Perugia e non solo la Facoltà Medica. Il Preside di Medicina Luciano Binaglia ha sottolineato che l’apertura della Biblioteca unica della Facoltà, dopo anni di chiusura di quelle dei

    singoli dipartimenti, rappresenta non solo il

    ritorno alla cosiddetta normalità, ma un avanzamento nei servizi

    a disposizione degli studenti, che qui disporranno di un luogo

    dove studiare con ogni confort. “La fonte del sapere - ha rilevato

    Binaglia - non è più costituita solo dal materiale cartaceo, ma

    senza di questo - ha precisato - ci troveremmo comunque in grave

    difficoltà. La nuova struttura è dotata di circa 85mila volumi,

    comprendente anche i libri di Psichiatria donati alla Facoltà dalla

    Provincia di Perugia, che nel complesso rappresentano un

    patrimonio che a disposizione dell’intero personale sanitario del

    Polo Unico e dei medici umbri”.

    “È il coronamento di un sogno, ora diventato realtà”. Con queste

    parole ha esordito il Rettore Francesco Bistoni volendo evidenzia-

    re come la mensa e soprattutto la biblioteca segnino una tappa importante nel cammino della modernizzazione sul quale è

    impegnato l’Ateneo di Perugia e non solo la Facoltà di Medicina.

    “Queste due strutture - ha aggiunto Bistoni - si inseriscono all’interno del Polo Unico che rappresenta la più importante realizzazione degli ultimi decenni in Umbria.

    Nel costruire il futuro del nostro Ateneo dobbiamo operare con

    coscienza: un dovere che riguarda tutti i soggetti protagonisti chiamati a rinunciare ai privilegi del passato per lavorare nella nuova Università, a garanzia di eccellenza ed al servizio della

    collettività”.

    Il Rettore ha, inoltre, indicato gli obiettivi a breve e medio termine: l’imminente trasferimento dei laboratori didattici da Via del Giochetto all’interno del Polo Unico e la realizzazione del

    Centro universitario per la Genomica, cui dovrà concorrere anche

    la Regione Umbria.

    MEDICINA: 85.000 VOLUMI IN BIBLIOTECA

    E 170 POSTI MENSA

    Una veduta della sala lettura della Biblioteca.

    Gli ospiti della cerimonia di inaugurazione entrano in mensa.

    Monsignor Elio Bromuri benedice la neonata struttura.

  • PRIMO PIANO

    Visita inagurale alla Biblioteca: da sinistra, la Governatrice Catiuscia Marini, il Sindaco Wladimiro Boccali, il Rettore Bistoni, il

    Direttore del Centro Servizi Bibliotecari d’Ateneo Paolo Bellini.

    9l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'8

    PRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANOPRIMO PIANO

    Cresce la “cittadella” universitaria a Sant’Andrea delle Fratte: inaugurate, infatti, ufficialmente il 13 gennaio la biblioteca medica e la mensa della Facoltà di Medicina e Chirurgia. due ulteriori importanti tappe del percorso di completamento della nuovissima sede della Facoltà nel contesto del Polo Ospedaliero cittadino. A confermare la rilevanza del passo compiuto sono intervenute alla cerimonia, oltre ai vertici dell’Università, le massime autorità regionali e comunali: la Governatrice Catiuscia Marini e il Sindaco di Perugia Wladimiro Boccali. Era presente, inoltre, una delegazione di medici provenienti dalla Libia. Il Pro Rettore Antonio Pieretti ha aperto gli interventi, ricordan-

    do come tale risultato riguarda l’intera Università di Perugia e non solo la Facoltà Medica. Il Preside di Medicina Luciano Binaglia ha sottolineato che l’apertura della Biblioteca unica della Facoltà, dopo anni di chiusura di quelle dei

    singoli dipartimenti, rappresenta non solo il

    ritorno alla cosiddetta normalità, ma un avanzamento nei servizi

    a disposizione degli studenti, che qui disporranno di un luogo

    dove studiare con ogni confort. “La fonte del sapere - ha rilevato

    Binaglia - non è più costituita solo dal materiale cartaceo, ma

    senza di questo - ha precisato - ci troveremmo comunque in grave

    difficoltà. La nuova struttura è dotata di circa 85mila volumi,

    comprendente anche i libri di Psichiatria donati alla Facoltà dalla

    Provincia di Perugia, che nel complesso rappresentano un

    patrimonio che a disposizione dell’intero personale sanitario del

    Polo Unico e dei medici umbri”.

    “È il coronamento di un sogno, ora diventato realtà”. Con queste

    parole ha esordito il Rettore Francesco Bistoni volendo evidenzia-

    re come la mensa e soprattutto la biblioteca segnino una tappa importante nel cammino della modernizzazione sul quale è

    impegnato l’Ateneo di Perugia e non solo la Facoltà di Medicina.

    “Queste due strutture - ha aggiunto Bistoni - si inseriscono all’interno del Polo Unico che rappresenta la più importante realizzazione degli ultimi decenni in Umbria.

    Nel costruire il futuro del nostro Ateneo dobbiamo operare con

    coscienza: un dovere che riguarda tutti i soggetti protagonisti chiamati a rinunciare ai privilegi del passato per lavorare nella nuova Università, a garanzia di eccellenza ed al servizio della

    collettività”.

    Il Rettore ha, inoltre, indicato gli obiettivi a breve e medio termine: l’imminente trasferimento dei laboratori didattici da Via del Giochetto all’interno del Polo Unico e la realizzazione del

    Centro universitario per la Genomica, cui dovrà concorrere anche

    la Regione Umbria.

    MEDICINA: 85.000 VOLUMI IN BIBLIOTECA

    E 170 POSTI MENSA

    Una veduta della sala lettura della Biblioteca.

    Gli ospiti della cerimonia di inaugurazione entrano in mensa.

    Monsignor Elio Bromuri benedice la neonata struttura.

  • 7l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'10

    ALBUM

    n.1 2012 l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA10

    GLI UMBRI E LA CRISI MODERNISTAdi Alessandra Di Pilla

    ALBUM

    La crisi modernista e l’Umbria: un tema di grande interesse per la storia della cultura e della spiritualità regionale, del quale si è occupato un convegno di approfondimento svolto il 25 e 26 novembre scorso a Perugia dal titolo “Gli umbri nella crisi moder-nista” promossa dal Dipartimento di Filosofia, Linguistica e Letterature dell’Ateneo e dall’Istituto Conestabile-Piastrelli, con il sostegno dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzato dal professore Francesco Di Pilla. Il convegno ha focalizzato l’apporto della nostra regione al movimento che, tra la fine del XIX secolo e l’inizio della prima guerra mondiale, travagliò in Europa la fede e la cultura, con figure importanti quali Umberto Fracassini e Luigi Piastrelli

    Francesco Mari (Nocera Umbra), Brizio Casciola (Montefalco)

    che, alla ricerca di un adeguato rapporto tra Chiesa e modernità,

    s’interrogarono sulla natura dell’esperienza religiosa, sulla portata

    della rivelazione biblica, sulla figura di Cristo, con esiti di

    drammatica contrapposizione alla Chiesa guidata allora da Pio X,

    ma anche con intuizioni gravide di futuro. Tradizione e rinnova-

    mento, autorità e coscienza, religione e filosofia: temi che

    rendono ancora attuale una discussione sulla stagione modernista,

    com’è subito emerso nei saluti inaugurali del professore Gianfran-

    co Maddoli (Presidente del Conestabile-Piastrelli) e del professo-

    re Carlo Vinti (Direttore del Dipartimento di Filosofia, Linguisti-

    ca e Letterature). Uno sfondo storico complessivo è stato offerto

    dalla relazione del professore Mario Berardinelli (Università di

    Roma 3) su La politica di Leone XIII e di Pio X, pontefici in un contesto di crescente complessità: Leone XIII (1878-1903) operò

    con un’azione “di pesi e contrappesi”, cercando una via di rinnova-

    mento cristiano che preservasse l’apertura alla trascendenza; Pio X (1903-1914) difese l’ortodossia dai rischi dello scientismo, del socialismo e di proposte di riforma religiosa, sia incrementando la

    catechesi e la pratica sacramentale, sia mediante un netto giudizio

    dottrinale (nel 1907 l’Enciclica Pascendi condannò il moderni-smo) e capillari misure di censura, che spesso non consentirono di distinguere tra errore e ansia sincera di rinnovamento. Un’altra

    relazione di base, del professore Lino Conti (Università di

    Perugia), ha indagato sulle radici filosofiche del movimento, trattando il tema dell’evoluzionismo tra ‘800 e ‘900. La moderni-tà, scoprendo l’abisso del tempo che separa il presente dalle sue

    origini, riconobbe nella trasformabilità una caratteristica struttu-

    rale della realtà, non più cosmo immutabile ma mondo che si modifica: le teorie dell’evoluzione biologica, cosmologica e cultu-

    Umberto Fracassini Brizio Casciola

    Luigi Piastrelli Francesco Mari

    7l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA n.1 2012

    IN “QUALITÀ” PER MIGLIORARE IL PERCORSO DIDATTICOdi Ra�aella Branciari

    ALBUMATENEO

    Lo staff della Qualità del Corso di Laurea in

    Produzioni Animali.Al centro il Preside di Veterinaria, Professor

    Franco Moriconi.

    Lo staff della Qualità della Facoltà di

    Agraria.Al centro il

    Preside Professor Francesco Pennacchi.

    ANCHE LA FACOLTÀ DI AGRARIA SCEGLIE LA CERTIFICAZIONEdi Francesco Pennacchi - Preside della Facoltà di Agraria

    Il Corso di Laurea in Produzioni Animali, sin dal momento della sua istituzione, ha aderito al Sistema Gestione Qualità dell’Ateneo di Perugia attraverso l’adozione delle norme UNI EN ISO 9001:2008. L’ obiettivo è stato quello di fornire un’offerta formativa qualificata in grado di dare risultati di apprendimento e di competenze indirizzati a rispondere in maniera efficace alle esigenze dei clienti (studenti). In tal senso la Direzione si è impegnata e si impegna costantemen-te a creare condizioni organizzative ottimali per: agevolare il percorso didattico; garantire attività a sostegno dell’offerta formativa attraverso l’orientamento, il tutorato e l’organizzazione di stage; permettere l’acquisizione di una solida preparazione sia

    teorica che professionale nei tempi della durata normale del corso

    di studio.

    Alla luce di tre anni di esperienza si può affermare che l’adozione

    di un sistema di certificazione per il corso di Laurea in questione

    ha offerto la possibilità di attivare un valido confronto tra i

    docenti e tra questi e gli studenti iscritti al corso di laurea in

    incontri coordinati dalla Direzione, coadiuvata dal Responsabile

    Qualità. La sensibilizzazione di tutti i soggetti ha permesso e

    permette di apportare modifiche formali all’offerta formativa, al

    fine di intervenire nel miglioramento continuo dell’offerta stessa.

    È, infatti, la partecipazione attiva di tutti un sicuro vantaggio,

    perché consente di individuare le problematiche e di proporre

    soluzioni migliorative.

    La Facoltà di Agraria, dal 2007, ha adottato un Sistema di Gestio-ne per la Qualità dei corsi di studio basato sulle norme UNI EN ISO9001. La scelta di certificare la qualità dell’offerta formativa ha gli obiettivi di ottimizzare le condizioni organizzative dei corsi di studio affinché gli studenti possano acquisire le conoscenze previste dai piani di studio e laurearsi nei tempi programmati. La Facoltà, per questo, definisce ogni anno azioni appropriate al miglioramento continuo della qualità dei servizi erogati. Le iniziative intraprese in questi anni sono numerose. Si evidenziano, tra le altre: 1. La sperimentazione di nuovi metodi per l’erogazione della didattica, volti a stimolare la partecipazione attiva degli studenti

    all’apprendimento (seminari svolti dagli studenti, lezioni in

    lingua inglese, gruppi di lavoro in aula, ecc.);

    2. Le attività a supporto dell’offerta formativa, tra le quali: il

    tutorato individuale agli studenti; gli avvisi via e-mail agli studen-

    ti delle modifiche degli orari delle lezioni; la prenotazione on-line

    per gli esami; l’organizzazione di lezioni di recupero per gli

    insegnamenti di base, ecc.;

    3. La costruzione di un articolato sistema di controllo

    dell’efficacia delle attività didattiche; gli studenti sono chiamati a

    compilare questionari di valutazione non solo degli insegnamenti,

    ma di tutti i servizi erogati dalla Facoltà (tutorato, tirocini pratici,

    attività di supporto, qualità delle aule e degli spazi studio, ecc.) e,

    prima della laurea, dell’intero percorso degli studi ;

    4. Il monitoraggio della carriera degli studenti volto a dare eviden-

    za alle eventuali criticità, sia dell’offerta didattica che dei singoli studenti, e ad attivare azioni per superarle;5. Le attività di job-placement per orientare i laureati al mercato

    del lavoro; a tale fine, oltre alla definizione di una specifica

    convenzione con l’Associazione dei Laureati della Facoltà di Agraria, si realizzano seminari con esperti professionisti e con i rappresentanti di imprese agro-alimentari.

    La scelta della certificazione ha contribuito a ottenere il risultato

    di classificare la Facoltà di Perugia, dal 2008 in poi, ai primissimi posti della valutazione comparativa tra le 23 Facoltà di Agraria italiane che il CENSIS svolge per conto del quotidiano la Repub-

    blica.

  • 11l’UNIVERSITA' n.1 2012 n.1 2012 l’UNIVERSITA'6

    Fausto Sciurpa (Istituto teologico di Assisi), rileggendolo alla luce del Vaticano II. Il Piastrelli maturo, che Sciurpa conobbe personalmente, aspirava a un rinnovamento che avrebbe dovuto essere “una nuova apologetica della fede” e ebbe ad affermare che nel Concilio trovarono risposta le istanze moderniste, sottese nei documenti conciliari a temi centrali quali la Chiesa ‘popolo in cammino’, la laicità positivamente intesa, la Scrittura libro aperto,

    il mondo ‘luogo sacramentale’. Due contributi sono stati infine dedicati a Cascio-la. Mons. professore

    Dante Cesarini

    (Direttore della Bibliote-

    ca Iacobilli di Foligno)

    ha rievocato in lui il

    fascino per

    l’interpretazione tolstoia-

    na del cristianesimo

    (umanesimo di perfezio-

    ne morale, senza dogmi,

    vicino al popolo), che si

    tradusse in esperienze

    come le Colonie agricole,

    all’insegna del “primato

    dell’amore” e del rifiuto

    della “verità obbligato-ria”: con spirito però riformatore, non liberta-

    rio come in Tolstoi,

    desiderando integrare tradizione e novità, obbedienza e coscienza.

    La professoressa Marisa

    Borchiellini Conti (Città di Castello) ha tratteggiato il legame tra Casciola e Alice H. Franchetti (1874-1911), ebrea di educazione tolstoiana, moglie dell’illuminato barone Leopoldo e animatrice,

    nella tenuta della Montesca a Città di Castello, di scuole contadi-

    ne e laboratori femminili, ove coniugava tolstoismo e francescane-simo, femminismo anglosassone e pedagogia montessoriana. Il convegno è stato arricchito da una rassegna di documenti su

    Piastrelli posseduti dall’Istituto, a cura del dottore Gabriele De Veris.

    rale presero dunque a interrogare anche la religione, investendo gli studi biblici, l’idea del dogma, la concezione stessa del Cristia-nesimo. Il professore Francesco Di Pilla ha quindi illustrato il contributo degli umbri, sul versante sia della ricerca scientifica, specie biblica (per Fracassini e Mari, l’applicazione del metodo storico-critico), sia del più ampio pensiero filosofico e religioso: per Piastrelli, la diagnosi della crisi nella lettera aperta A Pio X. Quello che vogliamo (aprile 1907) e l’ideazione del Conve-gno clandestino di Molveno (agosto 1907);

    per Mari, l’intervento in

    quella sede con un

    audace testo sulla

    Rivelazione; per Fracassi-

    ni, l’elaborazione della

    parte biblica della

    Risposta all’enciclica di

    condanna, curata da

    Buonaiuti quanto alla

    filosofia. Ripercorrendo

    la crisi con l’apporto di

    documenti inediti

    (Piastrelli, Fracassini) e

    ricostruendo i legami con gli autori europei

    (Loisy, Blondel, Laber-

    thonnière, Le Roy), Di Pilla ha evidenziato, nel Fracassini del 1910, la

    convergenza con George

    Tyrrell sulla necessità di un passaggio risolutivo

    “dall’ortodossia della lettera a quella dello spirito”, anche da

    promuoversi, stando al progetto di una ‘Circolare’ segreta, con

    una collana di testi sul cristianesimo: germogli di una possibile nuova stagione del movimento, più pacata, che fu però bloccata dai provvedimenti vaticani, come l’imposizione del giuramento

    antimodernista, che tutti gli umbri alfine sottoscrissero, dopo

    mesi di tempesta interiore (rievocata, per Fracassini e Mari, con nuovi inediti). Il convegno ha poi approfondito singole figure. Su Piastrelli (ribelle o riformatore?) si è interrogato mons. professore

    ALBUM

    6 n.1 2012 l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA'l’UNIVERSITA

    SISTEMA QUALITÀ: UN METODO PER METTERSI AL SERVIZIO DELL’UTENZAdi Paolo Carbone

    ATENEO

    Dal 2004 ho avuto il privilegio di poter osservare l’Ateneo sotto una diversa angolazione, oltre che quale docente: quella relativa allo sviluppo e all’incremento delle adesioni al Sistema Qualità di Ateneo da parte di strutture, fra loro anche molto differenti, appartenenti alla nostra Università. Queste realtà volontariamente hanno accettato di “certificarsi” ovvero hanno avuto il desiderio di dimostrare la propria capacità di offrire un servizio o un prodotto che soddisfi con regolarità le esigenze della propria utenza, nel rispetto dei requisiti e delle norme di legge. In qualità di Rappresentante della Direzione (RDD), il mio compito è stato ed è tutt’ora quello di assicurare che i processi

    necessari per il Sistema di Gestione per la Qualità (SGQ) dello

    Studium vengano predisposti, attuati e tenuti aggiornati: nello

    svolgere questo incarico ho avuto modo di constatare quanto

    Il Prof. Paolo CarboneRappresentante della Direzione nel Sistema Qualità dell’Ateneo.

    l’adesione al Sistema di Gestione per la Qualità nella nostra comunità universitaria abbia di fatto consentito, fra coloro, che ne fanno parte, la condivisione di una metodologia di lavoro comune, il confronto e lo scambio di buone pratiche, un arricchi-mento di conoscenze all’interno dell’Ateneo accanto alla compren-sione del “reale” funzionamento di strutture e realtà anche molto differenti fra loro. L’attività prevede anche un incontro istituzionale annuale denominato “Riesame”: un appuntamento che consente la verifica delle attività effettuate ed un confronto per la pianificazio-ne delle attività da porre in essere. Tutto questo ha generato un senso di appartenenza, condivisione

    e sostegno reciproco che, proprio in questi periodi così tumultuo-

    si e complessi per le Università rappresenta uno stimolo e una

    nota positiva di cui poter far tesoro.

  • PRIMO PIANO

    L’Arcivescovo Gualtiero Bassetti durante la celebrazione della Messa nella Chiesa dell’Università.

    Il Rettore fa festa con la Goliardia al termine della cerimonia.

    5l’UNIVERSITA' n.1 2012

    I metodi di analisi del DNA mitocondriale umano sono stati applicati, da un gruppo di ricerca dello Studium, per cercare di comprendere i tempi e i modi della domesticazione dei cavalli selvatici (Equus ferus) da parte dell’uomo primitivo, ottenendo la pubblicazione dei risultati nei prestiogisi “Proceedings” dell’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (PNAS): secondo i ricercatori perugini, a differenza di altre specie come i bovini che hanno subito un unico evento di domesticazione nell’area della Mezzalu-na Fertile, almeno diciassette diverse popolazioni di cavalli selvatici sono state domesticate durante il Neolitico in molteplici aree geografiche dell’Eurasia, inclusa l’Europa occidentale. Vediamo qual è stato lo sviluppo del progetto di ricerca. La maggior

    parte del DNA (circa tre miliardi di basi) contenuta all’interno delle

    nostre cellule è racchiusa nel nucleo, ma una piccola porzione

    (meno di 17 mila basi) è contenuta nei mitocondri, le cosiddette

    “centrali energetiche” della cellula: si tratta del DNA mitocondriale

    (mtDNA). Questa molecola si trasmette unicamente per via

    materna ed evolve solo per accumulo sequenziale (temporale) di

    mutazioni (varianti) andando a costituire un vero e proprio registro

    molecolare in cui è scritta (nelle diverse mutazioni) la storia delle

    donne che lo hanno trasmesso nelle diverse generazioni. Grazie al

    sequenziamento di interi mtDNA si è svelata la parte “femminile”

    della storia dell’Umanità, evidenziando un’origine ancestrale

    dell’Uomo “moderno” in Africa, datata circa duecentomila anni fa.

    Sempre nel Paleolitico, circa settantamila anni fa, l’Uomo ha

    intrapreso il viaggio di colonizzazione al di fuori del continente

    africano, passando prima in Asia, per arrivare poi in Europa circa quarantacinquemila anni fa. Con il Neolitico, l’avvento dell’agricoltura e dell’allevamento ha sicuramente cambiato la storia

    di molte popolazioni che, grazie all’acquisizione di queste nuove

    “tecniche”, sono riuscite spesso a diffondere con grande successo cultura, lingua e geni. Ben presto, le espansioni umane si sono legate indissolubilmente alle storie evolutive degli animali addomesticati,

    le cui tracce possono essere ancora recuperate dallo spettro di

    variazione del DNA. Tuttavia gli studi paleontologici e genetici non hanno ancora fornito dati significativi sui processi di domesticazio-ne delle specie coinvolte, tra cui il cavallo (Equus caballus). Insieme

    alla dottoressa Lancioni abbiamo, quindi, pensato di utilizzare i

    metodi di analisi dell’mtDNA umano per cercare di chiarire i tempi e i modi della domesticazione dei cavalli selvatici (Equus ferus). Come spesso accade, per dare risposte definitive in ambito evolutivo

    e popolazionistico bisogna avere a disposizione un campione ampio e molto rappresentativo. Solamente grazie alla partecipazione di

    altri gruppi del nostro Ateneo afferenti al Centro di Studio del Cavallo Sportivo diretto dal professore Silvestrelli ed al Dipartimen-to di Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria, oltre che alla collaborazione di rinomati centri di ricerca italiani (Università di Pavia, professore Torroni e dottoressa Olivieri) e internazionali (in Germania, Portogallo, Iran, Siria e Stati Uniti) è stato possibile mettere insieme un campione di più di trecento cavalli di venticin-que razze diverse provenienti da America, Asia, Europa e Medio

    Oriente. Un sottoinsie-me di ottantatre campio-ni, maggiormente rappresentativi, è stato analizzato al massimo livello di risoluzione possibile, ossia sequen-ziando l’intero genoma mitocondriale e i dati

    ottenuti sono stati utilizzati per costruire l’albero filogenetico riportato in figura.

    Successivamente, confrontando le differenze tra i diversi genomi e

    contando il numero di mutazioni accumulate nel tempo, è stato

    possibile definire la radice dell’albero, ossia ricostruire la sequenza

    del “mito-genoma” equino ancestrale, da cui derivano tutti gli

    mtDNA dei cavalli moderni attuali, datato circa centotrenta-

    centosessantamila anni fa, durante il periodo glaciale denominato

    “Saale”; un po’ come la cosiddetta “Eva Africana” vissuta circa

    duecentomila anni fa.

    Ovviamente la domesticazione deve essere avvenuta molto tempo

    dopo, infatti, nel nostro albero si notano 18 ramificazioni principali,

    ossia 18 linee genetiche mitocondriali distinte denominate con le

    lettere dell’alfabeto dalla A alla R.

    Attraverso un’analisi filogeografica, ossia in grado di ricostruire

    tempi e luoghi, abbiamo mostrato che tutte queste linee si sono

    differenziate durante il Neolitico (a partire da circa diecimila mila anni fa) e si possono trovare ancora oggi nelle razze equine domestiche; tutte le linee tranne una, denominata F, che è presen-

    te esclusivamente nell’Equus przewalski, l’unico cavallo “selvatico”

    ancora esistente.In conclusione possiamo affermare che, a differenza di altre specie come i bovini che hanno subito un unico evento di domesticazio-

    ne nell’area della Mezzaluna Fertile, almeno diciassette diverse

    popolazioni di cavalli selvatici sono state domesticate in moltepli-ci aree geografiche dell’Eurasia, inclusa l’Europa occidentale. Ritrovamenti archeologici e pitture rupestri confermano che in

    quest’area i cavalli selvatici non solo sono stati sempre presenti sin

    dai tempi Paleolitici, ma sono anche sopravvissuti durante l’Ultimo Picco Glaciale - che interessò l’intero continente Europeo circa ventimila anni fa - probabilmente rifugiandosi

    nella medesima area Franco Cantabrica (ai piedi dei Pirenei) abitata da molte specie animali, compreso l’Uomo.

    NEL DNA LA DATA DI NASCITA DEL CAVALLO DOMESTICO

    L’analisi del genoma mitocondriale rivela l'ultimo antenato comune (femminile) di tutti gli equini moderni e le prime

    17 cavalle domesticate dall’Uomo preistorico.

    di Alessandro Achilli

    n.1 2012 l’UNIVERSITA'12

    A concludere i discorsi ufficiali, la prolusione del professor Carlo Andrea Bollino, ordinario di Microeconomia nella Facoltà di Economia, sul tema “La sfida globale dello sviluppo sostenibile”, con la quale ha sviluppato il parallelo fra le criticità dell’attuale situazione sul piano energetico e di tutela ambientale e quelle che hanno seguito la fine della seconda guerra mondiale con il Piano Marshall. “Come il Piano Marshall aveva imparato dal fallimento del trattato di Versailles, possiamo auspicare che le nostre società impareranno dal fallimento di Kyoto e Copenaghen, assumendosi oggi le proprie responsabilità - ha detto il professor Bolino -. La responsabilità di mobilitare un incremento di sacrificio, in termini di risparmio aggiuntivo l’1,75% del Pil, pari a un quarto dello sforzo sostenuto da coloro che fecero l’Europa. Possibile che l’attuale generazione, quella che stiamo formando oggi in queste aule, non sappia fare almeno un quarto di quello che fecero i loro nonni? Allora - ha concluso Bollino -, se gli attuali politici, tutti i politici in tutto il mondo, non proporranno presto l’equivalente di un Piano Marshall per lo sviluppo sostenibile, cioè un accordo sulla condivisione di sacrifici presenti per ottenere benessere e prosperità futuri, essi semplicemente non saranno parte della storia: verranno spazzati via ben prima di quanto se l’aspettino, perché verranno altri a prendere il loro posto”.

    I riconoscimenti agli emeritiA conclusione della cerimonia, come attestato di gratitudine per l’attività svolta per l’Università di Perugia e per l’intera società civile, il Rettore Bistoni, insieme al Pro Rettore Pieretti e a Catiuscia Marini, presidente della Giunta regionale dell’Umbria ha consegnato i diplomi di riconoscimento ai professori emeriti recentemente nominati: Massimo Fabrizio Martelli, Adolfo Puxeddu, Umberto Senin (Facoltà di Medicina e Chirurgia); Vincenzo Aquilanti, Giancarlo Mantovani, Antonio Sgamellotti (Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali); Vittor Ivo Comparato (Facoltà di Scienze Politiche).

    La messa.Tradizionale preludio alla cerimonia anche quest’anno la messa, celebrata a mezzogiorno da monsignor Gualtiero Bassetti, Arcive-scovo di Perugia - Città della Pieve, nella cappella dell’Ateneo alla presenza del Rettore, del Pro Rettore Antonio Pieretti, del diretto-re amministrativo dottoressa Angela Maria Lacaita, dei presidi, docenti, studenti, personale tecnico-amministrativo e biblioteca-rio. “Il futuro della nostra Università di Perugia, dico ‘nostra’ per sottolineare il ‘bene comune’ che questa istituzione rappresenta - ha sottolineato monsignor Bassetti nell’omelia - è purtroppo reso complicato dalla scarsità delle risorse che affligge tutto il mondo dell’istruzione. Una scarsità che forse non riconosce adeguatamen-te il ruolo centrale che, da sempre, ogni Accademia riveste al centro della società. Anche per questo colgo l’occasione per stringermi in preghiera con tutta la comunità scientifica, con tutti coloro che fanno dei sacrifici per portare avanti le proprie ricerche e i propri studi e con tutti coloro che contribuiscono con la loro passione e il proprio ingegno, spesso in solitudine e senza il clamore dei mass media, a far crescere e prosperare questa meravi-gliosa istituzione che è lo Studium Perusinum”.L’arcivescovo Bassetti ha ringraziato l’amministrazione universita-ria per gli interventi realizzati nella chiesa dell’Ateneo. Un particolare attestato di gratitudine ha inoltre rivolto a don Elio Brumori, cappellano, da ben 54 anni, della chiesa dell’università e sempre a fianco dei giovani: convinti gli applausi dei presenti a queste parole. “La tradizione della messa in occasio-ne dell’inaugurazione dell’anno accademico è iniziata il 19 gennaio 1958, con la restituzione al culto della chiesa che in quell’anno smise di essere utilizzata come Aula Magna - ha ricordato don Bromuri -. Intervennero il presidente della Repub-blica Giovanni Gronchi, l’arcivescovo di Perugia Pietro Parente e il rettore Giuseppe Rufo Ermini, che aveva fortemente voluto la costruzione dell’Aula magna, consentendo il recupero e il riutiliz-zo della chiesa”.

  • n.1 2012 l’UNIVERSITA' l’UNIVERSITA' n.1 2012 13

    Il gruppo di ricerca dell’Ateneo di Perugia protagonista nella ricerca.

    Da sinistra verso destra): ai lati la Dott.ssa Hovirag Lancioni e il Dott. Alessandro Achilli del Dip. di Biologia Cellulare e Ambientale (Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali), al centro il Dott. Stefano Capomaccio, la Dott.ssa Michela Felicetti, il Prof. Maurizio Silvestrelli, la Dott.ssa Katia Cappelli e il Prof. Andrea Verini Supplizi del Dip. di

    Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria, Centro di Studio del Cavallo Sportivo (Facoltà di Medicina Veterinaria).

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    MITO-GENOMAEQUINO ANCESTRALE

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    E. przewalskiunico cavallo

    selvatico rimasto

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    Migliaia di anni150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0

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    Asia CentraleMedio OrienteEuropa Centro-NordEuropa MeridionaleNord AmericaOrigine dei campioni

    Albero filogenetico dei genomi mitocondriali equini in cui si evidenziano il “mito-genoma” equino ancestrale e le diverse linee domesticate nel Neolitico (Achilli et al. 2012, Jan 30; Proc. Nat.l Acad. Sci. USA).

    “La ricerca scientifica e la formazione del capitale umano qualifica-to costituiscono oggi le fonti primarie della ricchezza umana e materiale delle nazioni, nonché il motore della crescita del Paese”. La formazione è tutto, nella maturazione di una persona, nella crescita di una classe politica e dirigente onesta ed efficiente, nello sviluppo di un Paese come comunità nazionale - ha scritto ancora Profumo -. Coraggio allora: siamo tutti chiamati a fare del nostro meglio: i professori, gli studenti, i decisori pubblici. Insieme possiamo ridare all’Italia il prestigio che merita”.E’ stato poi il rettore Bistoni a entrare nel cuore della cerimonia, tracciando con il suo discorso inaugurale un ampio quadro della situazione dell’università e persino della società contemporanea alla luce delle attuali difficoltà, soprattutto in termini di risorse economiche e finanziarie. Lo scenario mostra certamente una situazione difficile e impegnativa, nella quale lo Studium Perusinum sta svolgendo un ruolo di prim’ordine, sia rispetto allo scenario nazionale che internazionale.

    “Un’autorevole fonte informativa, la Scimago Institutions

    Rankings – ha detto Bistoni - sulle 3.042 università analizzate a

    livello mondiale, colloca la nostra al 477° posto al 174° in Europa

    e al 21° in Italia. Lo Studium Generale sale, però, a ben analizzare

    la graduatoria, al 4° posto tra le Università italiane per

    l’autorevolezza delle pubblicazioni, apparse sulle più qualificate

    riviste scientifiche internazionali”.

    Ferma restando la necessità di reperire nuovi canali di attingimen-

    to di risorse, il rettore ha indicato gli sforzi compiuti dall’Ateneo

    di Perugia già in questa fase e gli impegni futuri. “Sarà indispensa-

    bile promuovere, accanto alla ricerca pura, anche quella rivolta

    all’innovazione e alla produttività - ha detto ancora il rettore -.

    Solo a queste condizioni infatti l’Ateneo perugino potrà richiama-

    re l’attenzione delle aziende e delle industrie sia regionali che

    nazionali e attrarre nuove e più significative risorse dall’esterno.

    È appunto in questa prospettiva che nel nuovo Statuto è stata riservata una posizione di preminenza alle già richiamate piattafor-

    me tecnologiche. Oltre a rendere sempre più efficiente e coordinata la ricerca, inoltre esse potranno rispondere anche allo scopo di collegare l’università con il mondo del lavoro. È l’Umbria stessa, nelle sue diverse realtà, che oggi reclama un forte investimento nella ricerca scientifica e nella tecnologia per uscire dall’impasse in cui si dibatte. Di questa necessità, peraltro - ha concluso -, c’è chiara consapevolezza a tutti i livelli, come attestano i recenti accordi di collaborazione stipulati dall’Ateneo con la Regione, la Confindu-stria e con altre istituzioni locali. Però occorre fare di più e imboccare la via di cui è stata antesignana, con grande lungimiran-za, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Dell’attenzione che essa finora ha riservato all’Ateneo sono grato al suo Presidente e ai suoi amministratori”.L’intervento del Magnifico è stato seguito da quelli della dottores-sa Letizia Pietrolata, in rappresentanza del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario, e di Alessandro Tassi, della Facoltà di Agraria, quale presidente del consiglio degli studenti.

    “In una fase così delicata per la nostra Università - ha dichiarato

    Letizia Pietrolata -, il personale tecnico-amministrativo e bibliote-

    cario garantisce la massima partecipazione, collaborazione e

    disponibilità, ma allo stesso tempo chiede maggiore attenzione e

    considerazione dall’intero sistema universitario, affinché anche i

    nuovi vincoli possano trasformarsi in opportunità di crescita e

    valorizzazione”.

    “Crediamo che sia possibile riformare l’Università - ha sostenuto

    Tassi -. Secondo molti c’è bisogno di maggiori investimenti

    economici. Sicuramente è così; ma a nostro avviso ciò che serve

    realmente è un cambio di mentalità e di approccio che si traduca

    nel coraggio di mettersi in gioco e nella disponibilità a perdere

    qualche privilegio. Solo a queste condizioni l’Università può

    diventare non solo fucina di professionisti del sapere, ma anche

    luogo di incontro e di cultura”.

    PRIMO PIANO

    Gli “emeriti”: da sinistra, i professori Mantovani, Aquilanti, Martelli, Puxeddu, il Rettore, Senin, Sgamellotti, Comparato.

    Un’ istantanea delle prime file della platea che ha assistito alla cerimonia: in primo piano la Dottoressa Maria Lacaita, direttore amministrativo dello Studium

    n.1 2012 l’UNIVERSITA' 4

  • IL NUOVO ANNO ACCADEMICO AL NASTRO DI PARTENZANella cornice della solenne cerimonia di inaugurazione, il Rettore delinea gli scenari della futura università post Riforma.

    Una inedita cornice pomeridiana, lo scorso 27 gennaio, per la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2011/2012, il settecentoquattresimo dalla fondazione dell’Università degli Studi di Perugia. Seguendo la tradizione, l’evento è stato aperto dal corteo, guidato dal rettore Francesco Bistoni, dei Presidi e dei docenti delle undici

    facoltà dello Studium: al loro ingresso in Aula Magna gli inni

    d’Italia e dell’Ateneo, eseguiti dal coro dell’Ateneo perugino

    diretto dal maestro Salvatore Silivestro.

    Assente eccellente alla cerimonia, il ministro dell’università e della

    ricerca Francesco Profumo: in sua vece, l’annunciato ospite

    d’onore, trattenuto nella Capitale da un consiglio dei ministri

    straordinario, ha inviato un messaggio di saluto all’assemblea

    perugina, letto in aula dal Pro Rettore professore Antonio Pieretti:

    3l’UNIVERSITA' n.1 2012

    PRIMO PIANO

    n.1 2012 l’UNIVERSITA'14

    RICERCA

    I materiali utilizzati per applicazioni biomediche devono essere concepiti per stimolare la risposta specifica delle cellule a livello molecolare. Essi devono stimolare specifiche interazioni con le cellule e favorire l’adesione, la proliferazione, il differenziamento cellulare e la produzione e l’organizzazione della matrice extracel-lulare. L’interazioni tra i biomateriali e le cellule staminali ha un ruolo molto importante nelle applicazioni biomediche: le cellule possono agire come veri sensori e rispondere a stimoli meccanici con il riarrangiamento del citoscheletro e cambiamenti dell’espressione genica. La progettazione dei biomateriali costitui-sce, pertanto, un punto chiave nella rigenerazione tissutale.I materiali polimerici tradizionali non sempre sono in grado di

    soddisfare tutti i requisiti richiesti per le applicazioni biomedicali.

    La progettazione e la realizzazione di sistemi polimerici con più

    componenti, rappresenta pertanto una strategia sostenibile per lo

    sviluppo di biomateriali multifunzionali innovativi. L'introduzio-

    ne di nanostrutture all’interno di matrici polimeriche biodegrada-

    bili permette di ottenere nanocompositi con proprietà specifiche

    in grado di regolare il comportamento delle cellule staminali. Le

    nanotecnologie permettono, infatti, lo sviluppo di nuovi sistemi

    che mimano il complesso e la struttura gerarchica del tessuto

    nativo. Pertanto, le nanotecnologie e la biologia molecolare

    insieme possono affrontare e risolvere diversi problemi d’interesse

    biomedico, e rivoluzionare in tal modo, il settore della sanità e

    della medicina.

    Nell’ambito delle nanotecnologie si collocano i sistemi nanocom-positi che possiedono almeno una dimensione fisica sulla scala dei

    nanometri (la milionesima parte di un millimetro), e che sono

    impiegati nella progettazione e realizzazione di dispositivi e apparati con proprietà migliorate. Essi hanno il vantaggio di essere molto versatili e di permettere la modulazione delle

    proprietà finali del sistema realizzato. I bionanocompositi sono il

    risultato della combinazione di polimeri con particelle inorgani-che e/o organiche a scala nanometrica. La buona interazione tra nanostrutture e matrice polimerica è alla base del miglioramento delle proprietà meccaniche e funzionali dei nanocompositi rispet-to ai compositi convenzionali. Questo è un importante risultato, dal momento che si è visto che le cellule distinguono superfici con diverse proprietà meccaniche e topografiche che possono influenzare i meccanismi di adesione e proliferazione cellulare sulle superfici (Fig. 1 e Fig. 2).Recentemente una serie di nuovi biomateriali nanocompositi a matrice polimerica biodegradabile e nanostrutture sono stati sviluppati nei nostri di laboratori per essere utilizzati come

    supporti (“scaffolds”) per la rigenerazione tissutale.

    Questi sviluppi sono stati riportati in una serie di pubblicazioni

    ad alto fattore d’impatto.

    La prossima generazione di biomateriali che intendiamo svilup-

    pare sarà interattiva e programmabile, quindi in grado di comuni-

    care in modo semplice con i le cellule di un tessuto.

    In particolare, i materiali capaci di rispondere a stimoli, con ad

    esempio un segnale elettrico, potranno essere utilizzati per regola-

    re l’adesione, la proliferazione e il differenziamento di cellule

    staminali. L’applicazione di un campo elettrico è in grado, infatti,

    di stimolare la guarigione delle ossa, cartilagine, pelle e tessuto

    connettivo, nervi cranici e del midollo spinale e nervi periferici.

    L'uso di materiali capaci di rispondere a stimoli elettrici grazie

    all’introduzione di nanostrutture conduttive, permettà di regolare

    la crescita cellulare e la riparazione del tessuto danneggiato direttamente a livello locale.Attualmente siamo solo agli albori della conoscenza dei benefici

    reali ed applicativi della nanostrutturazione. Per questo è necessa-

    rio un approfondimento dei criteri che legano le scoperte e le proprietà ai parametri di processo.

    NANOTECNOLOGIE DEI POLIMERI E CELLULE STAMINALI: NUOVE FRONTIERE DELLA BIOMEDICA

    Di Ilaria Armentano e José M. KennyDipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, sede di TerniSabata Martino e Aldo Orlacchio Dip. di Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche, Sez. di Biochimica e Biologia Molecolare

    Fig.2: Microscopia di cellule staminali neurali differenziate su superfici nanotopografiche di carbonio amorfo.

    Fig.1: Microscopia di cellule staminali su nanocompositi elettrofilati a base di acido polilattico.

  • l’UNIVERSITA'PERIODICO DELL’ATENEO DI PERUGIA

    INDICE

    Il nuovo anno accademico al nastro di appartenenza.

    Sistema qualità: un metodo per mettersi al servizio dell’utenza.

    Medicina: 85.000 volumi in biblioteca e 170 posti mensa.

    Gli umbri e la crisi modernista.

    Nel DNA la data di nascita del cavallo domestico.

    Nanotecnologie dei polimeri e cellule staminali: nuove frontiere della biomedica.

    News

    pagina 3

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    Periodico d’informazione dell’Ateneo di Perugia

    Anno XXX

    n.1 Gennaio/Febbraio 2012

    Auorizzazione del Tribunale di Perugia

    n. 659 del 7/3/1983

    Direttore reponsabile : Laura Marozzi

    Redazione: Piazza dell’Università, 1

    06123 Perugia (PG)

    mail: [email protected]

    Tel. 075 585 2395

    Fax 075 585 2182

    Progetto grafico: Thema_design e comunicazione

    Stampa in proprio

    8Medicina: 85.000 volumi in biblioteca e 170 posti mensa.

    6Sistema qualità:un metodo per mettersi al servizio dell’utenza.

    15A palazzo Murena

    l’ambasciatore della Romania.

    l’UNIVERSITA' n.1 2012 15

    Il Rettore Bistoni ( a sinistra) accoglie l’Ambasciatore di Romania Razvan Rusu.

    L’ambasciatore della Romania in Italia Razvan Rusu, ha partecipato stamani alla cerimonia di conferimento dei diplomi delle lauree triennali a cento studenti della Facoltà di Economia giunti al termine del corso universitario.Nel suo intervento ai laureandi e ai docenti di Economia, nell’Aula Magna dell’Ateneo, l’ambasciatore, esprimendo soddisfazione per poter essere in mezzo agli studenti e vicino al mondo universita-rio, ha detto: “Sono sempre stato convin-to che i giovani possono portare un contributo fondamentale allo sviluppo

    delle nostre società e all’individuazione di

    È stato firmato l’atto costitutivo

    dell’Associazione temporanea di scopo

    per l’attuazione del progetto

    IN.TE.R.A.M.NA. (Innovazione, Tecno-

    logie e Ricerca Avanzata per i Materiali e i

    Nanomateriali), che ha ottenuto il premio

    del concorso bandito dal Ministero dello Sviluppo economico nell’ambito del

    programma nazionale Riditt.

    Il progetto è stato presentato dal Polo universitario scientifico didattico di Terni, capofila in partnership con Confindustria

    Terni e con I.Tras.Te, (società partecipata

    al 50% dall’Università di Perugia, 25% Sviluppumbria e 25% META Group) in risposta al bando nazionale del Ministero

    dello Sviluppo economico per il finanzia-

    mento di progetti di diffusione e trasferi-mento te