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L’Ultima Luna d’Estate 2013: presentazione Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende L’amore per un uomo, per una donna. L’innamoramento. L’amore tenero e appassionato. L’amore violento, che tristemente vediamo trasformarsi in omicidio o in femminicidio. L’amore casto, l’amore per un figlio, l’amore di una famiglia, dei tanti tipi di famiglia. L’amore perverso, l’amore mercenario, la pedofilia e l’incesto. L’amore per il prossimo, l’amore per la patria, l’amore verso Dio. L’amore omosessuale, bisessuale, eterosessuale. L’amor platonico, l’amore contrastato, l’amore disperato. L’amore ai tempi della crisi, che rischia di diventare disamore, insofferenza, odio. L’amore per il proprio lavoro, che ancora in tanti dimostrano, nella vita di tutti i giorni, che anche noi dimostriamo, arrivando alla 18° edizione di questo Festival, sempre più in debito di ossigeno eppure sempre più vivo, che è uno dei miracoli che l’amore compie. L’amore, che è il tema di ogni storia. Di ogni commedia che termina con il matrimonio e di ogni tragedia che termina con la morte. Amore e morte. L’amore che è il mezzo con cui l’uomo può rinnovare la vita. L’amore sarà in scena all’Ultima luna d’estate 2013, con l’aiuto di Alessandro Manzoni, Ignazio Silone, Per Paolo Pasolini, Vladimir Nabokov, Anton Cechov, Henry James, Platone, il Cantico dei Cantici… Alcune delle Compagnie più importanti della scena italiana, Compagnie storiche e Compagnie emergenti. Babiloniateatri presenta il nuovissimo Lolita, due omaggi a Pasolini: Orgia, presentato dal Teatro Scientifico di Verona, e Comizi d’amore, ispirato al film/documentario, proposto dal Teatro delle Forme. La trasposizione di opere in prosa caratterizza il lavoro del Teatro dei Colori con Il segreto di Luca e di Pacta con La bestia nella giungla, nonché dello storico Racconto dei promessi sposi di Teatro Invito. Artisti come Cesar Brie e Giuliana Musso presentano una drammaturgia originale. Tra le novità, Lolita di Babiloniateatri, lavoro fresco di debutto, e Fuori dal guscio con Laura Curino e Mirko Artuso in anteprima assoluta. Luca Radaelli

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L’Ultima Luna d’Estate 2013: presentazione

Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende

L’amore per un uomo, per una donna. L’innamoramento. L’amore tenero e

appassionato. L’amore violento, che tristemente vediamo trasformarsi in omicidio o in

femminicidio. L’amore casto, l’amore per un figlio, l’amore di una famiglia, dei tanti tipi

di famiglia. L’amore perverso, l’amore mercenario, la pedofilia e l’incesto.

L’amore per il prossimo, l’amore per la patria, l’amore verso Dio. L’amore omosessuale, bisessuale, eterosessuale.

L’amor platonico, l’amore contrastato, l’amore disperato. L’amore ai tempi della crisi, che rischia di diventare disamore, insofferenza,

odio. L’amore per il proprio lavoro, che ancora in tanti dimostrano, nella vita di

tutti i giorni, che anche noi dimostriamo, arrivando alla 18° edizione di questo Festival, sempre più in debito di ossigeno eppure sempre più vivo,

che è uno dei miracoli che l’amore compie.

L’amore, che è il tema di ogni storia. Di ogni commedia che termina con il matrimonio e di ogni tragedia che termina con la morte. Amore e morte.

L’amore che è il mezzo con cui l’uomo può rinnovare la vita.

L’amore sarà in scena all’Ultima luna d’estate 2013, con l’aiuto di Alessandro Manzoni, Ignazio Silone, Per Paolo Pasolini, Vladimir Nabokov,

Anton Cechov, Henry James, Platone, il Cantico dei Cantici… Alcune delle Compagnie più importanti della scena italiana, Compagnie storiche e

Compagnie emergenti. Babiloniateatri presenta il nuovissimo Lolita, due omaggi a Pasolini: Orgia, presentato dal Teatro Scientifico di Verona, e

Comizi d’amore, ispirato al film/documentario, proposto dal Teatro delle Forme.

La trasposizione di opere in prosa caratterizza il lavoro del Teatro dei Colori con Il segreto di Luca e di Pacta con La bestia nella giungla, nonché

dello storico Racconto dei promessi sposi di Teatro Invito.

Artisti come Cesar Brie e Giuliana Musso presentano una drammaturgia originale.

Tra le novità, Lolita di Babiloniateatri, lavoro fresco di debutto, e Fuori dal guscio con Laura Curino e Mirko Artuso in anteprima assoluta.

Luca Radaelli

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L’ULTIMA LUNA D’ESTATE 2013-Schede spettacoli

Pantakin – ARLECCHINO, ARIANNA E IL MINOTAURO

Spettacolo di commedia dell’arte

Il mito di Arianna e del suo filo dorato è stata la prima fonte di ispirazione di questo

canovaccio originale, proprio come consuetudine diffusa nelle migliori tradizioni della

Commedia dell'Arte.

Affondando poi a piene mani negli immortali e sempre attuali drammi shakespeariani,

nelle stra-ordinarie fiabe teatrali di Gozzi e nella celebre favola europea "La Belle et la

Bete" abbiamo creato la nostra storia di metamorfosi e trasformazione.

Come fecero Apuleio, in particolare con "Amore e Psiche", contenuta appunto ne "Le

metamorfosi", e GiamBattista Basile poi ne "Il Pentamerone" - ovvero "Lo Cunto de li

Cunti" - abbiamo utilizzato la fiaba come espressione della tradizione popolare per

raccontare, attraverso il linguaggio delle maschere, il profondo mutamento dell'essere

umano dopo le innumerevoli prove, ma anche la conflittuale realtà dei nostri giorni.

La nostra eroina, "la Bella" Arianna, va alla scoperta della sua autentica natura e

attraverso l'incontro con il suo primo amante - "la Bestia" - si misura con l'Ignoto, la

Paura, il Mistero.

Ne esce mutata, cambiata, migliorata dopo aver affrontato le rocambolesche avventure e

i duelli impossibili, le prove dell'infinito gioco dei travestimenti e l'effetto del prodigioso

potere della magia e dei suoi stupefacenti incantesimi.

Un'avventura romantica, crudele e passionale, ma anche comica grazie alle maschere

della Commedia dell'Arte e agli esilaranti lazzi che le vedrà coinvolte nelle più incredibili

peripezie. Solo un filo splendente potrà illuminare la strada dei nostri eroi per portarli alla

vera felicità!

A coronare l'atmosfera una colonna sonora inedita per uno spettacolo di Commedia

dell'Arte le hit della musica rock, pop e soul riadattate e trasformate per l'occasione.

E allora... buon divertimento a tutti!

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César Brie – SOLO GLI INGENUI MUOIONO D’AMORE

testo, regia e interpretazione di César Brie

Un uomo veglia l’abito di un morto mentre attende i parenti e gli amici che arriveranno a

dare l’ultimo commiato alla salma. L’uomo ricorda l’infanzia del morto, i suoi amici, sua

madre e suo padre, la sua educazione sessuale, la sua iniziazione nella politica, le sue

sventure d’amore, le sue sessioni artistiche. Mentre ricorda, l’uomo si veste con l’abito

del morto. nessuno arriva. Verso la fine, l’uomo rivela la sua identità. È lui il morto, così

solo che deve vegliare se stesso. Carica il suo bagaglio di ricordi, e si avvia verso il forno

crematorio a ridurre in cenere e fumo le memorie della sua esistenza.

Anfiteatro – GAYA. ATTENZIONE FRAGILE

Testo e regia di Giuseppe di Bello

Con Naya Dademailan e Rojas Alvarez

“Ho aspettato un’eternità

che qualcuno mi dicesse una parola affettuosa.

Qualcuno che dicesse:

Oggi ti amo tanto...”

Con queste parole comincia il racconto di Gaya, una ragazza vissuta all'ombra dei propri

sentimenti prepotenti da tenere però rigorosamente nascosti perchè rivolti al suo stesso

sesso.

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Gaya si rivolge al pubblico senza frapporre difese, per narrare in prima persona la propria

infanzia incomprensibile e buffa fino al momento in cui questa diventa un'adolescenza

goffa e turbata all'interno di una famiglia incapace di comprendere, e poi ancora fino alla

consapevolezza di sé e dei propri sentimenti; ed è a questo punto che lo spettacolo,

prima sciolto e divertente, si fa via via sempre più intenso ed emozionante. Raccontare la

sua storia è per noi una grande opportunità per riflettere sulla diversità che non riguarda

solo i generi ma ciascun aspetto di relazione con le cose di questo mondo.

Faber Teater – IL PURGATORIO

Le terzine dantesche risuonano tra gli alberi. Lungo un percorso inserito nell’ambiente

naturale, il Faber Teater propone apparizioni dal Purgatorio dantesco: Catone, Virgilio,

Pia, Oderisi da Gubbio, Sapia, Guinizzelli e Cavalcanti, Lia, Arnaut Daniel ed altri

personaggi, altre “maschere” appariranno in voce tramite gli attori e le attrici della

compagnia chivassese.

Il Purgatorio è un viaggio in luoghi, spazi e voci differenti ed è nello stesso tempo un

intenso lavoro di ricerca che la compagnia teatrale piemontese ha svolto per adattare gli

spazi fisici e spirituali de Il Purgatorio agli spazi esterni. Sin dalla sua nascita, il Progetto

Dante è un pre-testo per trascorrere e condividere insieme le ore sul far della sera

accompagnate dai versi di Dante, alla scoperta di luoghi e storie del territorio che si

trasforma in scenografia e palcoscenico per la messa in scena della Comedìa Divina

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Teatro periferico - SOUL FOOD

regia di Paola Manfredi

con Giorgio Branca e Dario Villa

In un’atmosfera da tunnel metropolitano, un incontro tra due uomini, due anime

affamate: un’anima oscura e un’anima candida. Ma non è uno scontro tra il bene e il

male, piuttosto tra due modi di intendere la vita: il primo è talmente mentale e cerebrale

e incatenato a doppia mandata in un tunnel che non ha uno sbocco né in entrata né in

uscita, che vuol farla finita con la vita e guarda dall’alto della sua superiorità intellettuale

gli altri, i comuni mortali; l’altro, che gli sta di fronte e gli offre cibo e cuore, tenta di

parlargli di amore - amore per gli altri, amore per se stesso, amore per la vita - e cerca

gli insinuargli l’idea che tutto sta in una frase sola che bisogna avere il coraggio di dire,

anche se non è facile da accettare, perché significa sapere di essere dipendenti, sapere

che non puoi salvarti da solo, accettare che tutti i tuoi affanni è da lì che originano, anche

se non lo sai, anche se ti sembra folle, anche se ti senti immeritevole, anche se lo rifiuti,

anche se lo neghi con tutte le tue forze, anche se scegli di non credere, anche se remi

contro o neanche sai di remare.

Animanera – TRY CREAMPIE! VUOI VENIRE A LETTO CON ME?

Regia: Aldo Cassano

Scenografia: Aldo Cassano, Lucia Lapolla

Storie di amori diversi, di passioni, di desideri ardenti, travolgenti, totali.

Amori che scorrono sulla sottile linea rossa che separa vita e morte, eros e violenza,

autocoscienza e confusione.

TRY CREAMPIE è un "viaggio" che, attraverso esperienze artistiche e letterarie del secolo

appena trascorso, trova parole rispondenti alle sensibilità più diverse. L'more viene

scandagliato nelle sue pieghe più segrete: dall'ossessione alla gelosia, dall'abbandono

all'appagamento dei sensi, dalla lontananza al contatto fisico, dall'immaginazione alla

concretezza, attraverso parole sublimi ed evocative, a volte dolorose a volte ironiche.

Perché eterni sono i versi, non l'amore. Un mondo proibito. Un punto di non ritorno. Un

boudoir onirico che vedrà gli avventori entrare uno ad uno in morbidi letti, a stretto

contatto, con i personaggi mitici della letteratura del '900.

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Dalle parole, intimamente ascoltate, si reificano fantasmi amati o temuti, travolti e

travolgenti, di quel desiderio che non trova facilmente possibilità di essere vissuto e

comunicato.

Associazione Ultima Luna – IN CAPO AL MONDO

In viaggio con Walter Bonatti

Luca Radaelli e Federico Bario voci recitanti

Maurizio Aliffi alla chitarra

Un anno fa ci lasciava Walter Bonatti, uno dei più grandi alpinisti di sempre, l’ultimo

grande esploratore. La sua vita è emblematica di una ricerca, quella di superare i propri

limiti, che non è solo del campione, ma di ogni uomo che si possa definire tale. Lo scopo

dell’avventura è trovare l’uomo, così avrebbe detto Bonatti. Abbiamo cercato di restituire

il fascino dell’avventura delle conquiste alpinistiche, delle esplorazioni nella natura

selvaggia e incontaminata, o al contatto di popolazioni tribali, attraverso una narrazione

teatrale, raccontando non solo e non tanto la biografia ma la filosofia, il senso di queste

imprese che sono state la realizzazione dei sogni di un uomo libero.

Accademia delle arti per l’infanzia e Quattro sul tetto – AMORE D’AUTORE

Recital poetico musical/letterario

Elenco brani musicali:

La stagione del tuo amore (Fabrizio de André)

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C’è tempo (Ivano Fossati)

Passalento (Ivano Fossati)

Marinella (Fabrizio de André)

Tre madri (Fabrizio de André)

Amore degli occhi (Ivano Fossati)

Te lo leggo negli occhi (Sergio Endrigo)

Bartali (Paolo Conte)

Suzanne (F. de André, L. Cohen)

Carte da decifrare (Ivano Fossati)

Quanto ti ho amato (R. Benigni, N. Piovani)

Amore che vieni amore che vai (Fabrizio de André)

Vedrai vedrai (Luigi Tenco)

Via con me (Paolo Conte)

Canzone dell’amore perduto (Fabrizio de André)

Non potho reposare (Tradizionale sardo)

Elenco brani letterari:

White Narcissus allo specchio da “Natura morta con custodia di sax” di Geoff Dyer.

La storia di Pronto Soccorso e Beauty Case da “Il bar sotto il mare” di Stefano Benni.

La cosa da “Il Teatro Canzone” di Giorgio Gaber.

Eccentrici Dadarò – NINA

Di Rossella Rapisarda e Fabrizio Visconti

Con Rossella Rapisarda

Regia di Fabrizio Visconti

Da “Il gabbiano” di Anton Cechov - “Epistolario” di Anton Cechov

Monologo per due: un’attrice e un’ombra, un fantasma, un personaggio. Ma a volte, in

teatro, i personaggi della fantasia sono fantasmi più vivi e più veri d’ogni cosa viva e

vera. Un treno. Un biglietto del treno. Uno spettacolo da fare prima di partire. Una

scommessa da giocare fino in fondo: sull’Amore. La storia di questo doppio è la storia

delle scelte, dei bivi, delle strade da prendere o da abbandonare. È la storia di tutti noi

che dobbiamo decidere ogni volta, che dobbiamo fare i conti con i nostri orizzonti.

Nascosto dietro un testo che scorre in modo semplice e aperto, come un flusso di

pensiero, si nasconde, in realtà, tutto il testo del personaggio di Nina, l’unico tra i ritratti

disegnati da Cechov ad avere una prospettiva forte sul futuro, perché non dimentichiamo

mai che, in tutto quello che scrisse, come ebbe a dire in risposta a chi lo accusava di

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tracciare storie malinconiche e negative, Cechov non cercò altro che un ammonimento:

“Guardate come vivete male.. cercate di vivere meglio!”.

Bano Ferrari e Coro Voci dalla Rocca – SPIRITO DIVINO

Con Bano Ferrari

Testo di Giampiero Pizzol

Adattamento teatrale di Bano Ferrari

Spirito diVino è una sorta di epopea comica del vino per voce narrante, coro e

commensali. Partendo dalla notte dei tempi, da Adamo ed Eva, attraverso Noè che salva

la vite dal Diluvio Universale, Cicerone, Dante e Napoleone, il racconto si snoda fra secoli

e regioni fino ai giorni nostri, frizzante e corposo come il buon vino. Al termine Bano

Ferrari proporrà un brindisi alla fratellanza dei popoli “…ma il vino è laico, cattolico e

mondiale come il grande diluvio universale. E io brindo come ogni buon cristiano fratello

del buddista e indonesiano, favorevole e grato anche al Corano, benedico l’amico

mussulmano che beve l’acqua e ci lascia il vino!…”. Lo spettacolo si presenta come un

giocoso pretesto per battute, a volte adatte ad un tavolo d’osteria, e riflessioni tra il serio

ed il faceto come la suggestiva ipotesi che se Eva, invece di mordere la mela, avesse

bevuto un goccio di vino, forse le cose sarebbero andate diversamente. Il Coro Voci dalla

Rocca, diretto da Piercarlo Gatti, ha il compito di sospendere ogni tanto la parte recitativa

per dar vita ad intervalli melodici con brani scelti dallo stesso Gatti tra il vasto repertorio

della musica popolare. Gli spettatori partecipano al racconto seduti a tavola bevendo il

vino che, da argomento della narrazione, diventa piacere del convivio, sostanza del rito,

miracolo della natura e del lavoro umano.

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Alessandro Pazzi – SIMPOSIO di Platone

Con Alessandro Pazzi e Paolo Marchiori

Regia di Alessandro Pazzi

Il “Simposio” è il dialogo in cui Platone affronta il grande tema dell’amore. Fu composto

nel IV secolo a.C., ma, pensando all’universalità senza tempo dell’argomento trattato,

potrebbe essere stato scritto anche ieri. Si rivolge idealmente alle nuove generazioni,

cercando di dare risposta a un eterno quesito filosofico: “Di cosa parliamo quando

parliamo d’amore?”

L’Eros è un demone che infiamma i cuori degli uomini e li spinge non solo a cercare i

loro simili, ma addirittura a tendere verso il Bene soprasensibile, l’Assoluto, la Creatura

che li ha generati.

A noi che oggi abbiamo ridotto l’eros a merce e scambio, il grande filosofo insegna che

attraverso la bellezza dei corpi, grazie all’armonia delle forme, cercando il bello e il

buono che ci accomuna, possiamo passare da creature a creatori, divenendo immortali.

Nell’arduo tentativo di portare in scena questo dialogo, si è cercato di estremizzare il

gioco di maschere che rappresentano simbolicamente i vari commensali-oratori; questa

idea, già presente nel testo originale, ben si sposa con l’espressività richiesta dal media

teatrale.

In scena ci sono due attori, un uomo e un ragazzo, emblema dell’amato e dell’amante

che sembrano usciti da un quadro di Caravaggio; si scambiano i ruoli in un gioco di

specchi, di rimandi, di citazioni. All’inizio dell’azione teatrale li vediamo collocati in un

vero simposio, quasi una reminescenza dell’ultima cena cristiana: qui, attraverso il

gioco scenico, si spiegano – e ci spiegano – che cosa è l’amore, questo motore unico

del mondo. E alla fine della sfilata di maschere, in un’agnizione mistica degna di

Dostoevskij, comprendono – e ci fanno comprendere – che solo la bellezza potrà

salvare questo nostro mondo malato.

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Laura Curino e Mirko Artuso – FUORI DAL GUSCIO

liberamente tratto da “Diario della tartaruga” di Russel Hoban

con Laura Curino e Mirko Artuso

adattamento a cura di Barbara Campo Dall'Orto

Ci sono individui che sanno da dove vengono, sanno che forse c'è stata una vita, ma che

questa stessa vita un giorno li ha abbandonati e adesso non hanno la più pallida idea di

dove stiano andando. Da nessuna parte, anzi, girano in tondo come le tartarughe marine

dentro il loro acquario illuminato allo zoo. Eppure, se le tartarughe fossero libere, loro sì

che saprebbero dove andare. A questo pensiero giungono Pierre G., libraio divorziato, e

Nadine H., scrittrice per ragazzi senza più ispirazione, e decidono entrambi di ridare alle

tartarughe dello zoo della loro città la libertà, con la speranza taciuta che lasciandole

andare nell'oceano lasceranno andare anche se stessi alla vita. E intorno a loro altre

persone sole, senza più alcuna capacità di entrare veramente in contatto con l'altro, in

una spirale tragica che porta lentamente verso l'aridità, verso il nulla, verso la congelata

certezza dell'inutilità del vivere. Ma un pensiero balena nella mente di Nadine. Pensa,

Nadine, che i libri scritti per i bambini siano in realtà libri scritti a favore del mondo

adulto, per insegnare ai bambini a perpetrare e tenere insieme il mondo in cui viviamo, e

dice: "Forse la nostra paura costante è che arrivi una generazione di bambini a dire:

Questo non è un mondo, questo non è niente, così è impossibile vivere". Una paura che

in realtà è una speranza, una speranza che potrebbe essere una realtà se ognuno di noi

lasciasse andare le tartarughe in mare, se ognuno di noi imparasse ad ascoltare l'arte

segreta della propria navigazione.

Marco Belcastro – VOGLIO UNA COSA DIRTI. Il cantico dei cantici

Composizione, voce, chitarra, organetto diatonico Marco Belcastro

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Clarinetto basso Simone Mauri

Percussioni, flauti, ance etniche Alberto Morelli

Chitarra, “corde etniche” Franco Parravicini

Voce, vibrafono, percussioni Clara Zucchetti

Mi sono avvicinato al Cantico dei Cantici durante una collaborazione con la compagnia

teatrale ArteventualeTeatro di Brugherio per la composizione di musiche a canti

nell’allestimento di uno spettacolo.

Ho letto varie versioni del cantico ma più di tutte mi ha colpito la traduzione poetica di

Alonso Schokel, gesuita spagnolo, ed alla sua traduzione mi sono ispirato per la

composizione dei brani dando alle parole una veste di suoni e melodia.

Il Cantico, secondo il suo significato originario, è già un canto erotico secolare, diventato

più tardi allegoria sia nella tradizione ebraica che in quella cristiana; un canto che celebra

in chiave poetica l'amore umano in tutte le sue infinite sfaccettature: la lontananza, la

sensualità, il cercarsi, il rincorrersi, l'amplesso, il perdersi, il ritrovarsi...

Dopo la composizione dei 12 brani è nata in me l’idea e l’esigenza sia di poterli

presentare in concerto sia di farli sfociare anche in una produzione discografica. Ho

chiesto quindi l’aiuto a validi amici musicisti del comasco, tra cui Franco Parravicini per gli

arrangiamenti, attivi musicalmente sia nel panorama nazionale che internazionale, con

alcuni dei quali collaboro ormai da molti anni.

I brani si alimentano di una musica melodica e di respiro che naviga tra sonorità europee

e dei porti del mediterraneo (anche grazie all’utilizzo di strumenti che arrivano appunto

dalla tradizione musicale etnica e popolare) e traggono linfa anche dalla musica popolare

e dalla canzone d’autore.

L’eterogeneità dei percorsi artistici dei diversi musicisti fa sì che le composizioni, nate

semplicemente dal puro piacere di essere composte, possano sfuggire ad un facile

“etichettamento” del genere musicale.

Teatro delle Forme – COMIZI D’AMORE

Liberamente ispirato a “Comizi d’Amore” di Pier Paolo Pasolini

Regia di Antonio Damasco

Con Antonio Damasco, Valentina Padovan

Progetto musicale in collaborazione con Massimo Bubola

Interventi video e commenti di Tullio de Mauro

Nel 2012, quali sono quelle domande che possono risultare scandalose,

imbarazzanti, difficili da fare pubblicamente?

Che impatto sociale possono avere le risposte se apertamente condivise?

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Nel 1963 Pier Paolo Pasolini e il produttore Alfredo Bini devono girare l'Italia per trovare

ambientazioni e volti per il nuovo film del regista friulano: il Vangelo secondo Matteo.

Pasolini da un po' di tempo ha un chiodo fisso: conoscere le opinioni degli italiani sulla

sessualità, l'amore e il buon costume e vedere come sia cambiata negli ultimi anni la

morale del suo paese.

Cinquant’anni dopo, le domande del Poeta fanno ancora discutere e domande nuove si

affacciano con altrettanto impeto e necessità.

Il nostro viaggio parte da qui…

“Quello che più mi ha colpito, dopo aver partecipato, come cantastorie, allo spettacolo di

Antonio Damasco Comizi d'amore, era il clima finale tra il pubblico di allegrezza e di

conforto, come dopo una confessione, pubblica in questo caso, cioè un riconoscimento di

attori e di persone che partecipavano come un coro alle risposte e alle domande poste

dai due attori Antonio Damasco e Valentina Padovan. Sul grande schermo, le interviste

televisive di Pasolini dei primi anni 60 a persone comuni e conosciute, come Moravia,

Musatti e il grande poeta Ungaretti, sono di una leggerezza profonda e questo aumenta la

predisposizione della gente a rasserenarsi nell'apprendimento. L'interloquire di Valentina

Padovan e i monologhi di Antonio Damasco, soprattutto quello di Bent, sono potenti e

allo stesso tempo delicati, quindi il tutto diventa molto digeribile e il metabolismo delle

parole entra sottopelle lieve, per arrivare al cervello ed infine al cuore.

Mi è molto piaciuto inserire le mie canzoni in questo contesto, perché assumevano dei

viraggi e quindi dei significati nuovi anche per me. Questo credo sia il piccolo miracolo del

teatro: trasportare le persone in luoghi sconosciuti e renderli familiari ed anche e

soprattutto l'inverso. E questo in Comizi d'amore accade.” (Massimo Bubola).

Teatro Invito – IL RACCONTO DEI PROMESSI SPOSI

Di Luca Radaelli

Regia di Beppe Rosso

Con: Stefano Bresciani, Valerio Maffioletti, Michele Fiocchi, Giusi Vassena

Abbiamo lavorato sui differenti registri che si evincono dal romanzo: da quello lirico delle

descrizioni paesaggistiche ("Quel ramo del Lago di Como...", "Addio monti..."), a quello

epico delle azioni di massa (I tumulti di San Martino, la calata dei Lanzichenecchi); da

quello comico dei dialoghi specialmente imperniati sulla figura di Don Abbondio, coloriti di

teatralissimi "a parte", a quello tragico, legato invece ai personaggi "scespiriani"

dell'Innominato e della Monaca di Monza La riscrittura del testo e le soluzioni registiche

vanno nel solco della riscoperta del teatro popolare, un teatro che cerca le proprie ragioni

nell'immediatezza del rapporto con il pubblico, secondo principi mutuati dalla poetica

brechtiana. La lingua usata è un pastiche di italiano e dialetto lombardo, in cui affiorano il

latino della Chiesa e lo spagnolo dei dominatori. Il canto, eseguito coralmente dagli

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attori, accompagna lo svolgimento della vicenda e ne sottolinea la ritualità, pescando nel

repertorio popolare lombardo.

Teatro Scientifico – ORGIA

Di Pierpaolo Pasolini

Regia di Isabella Caserta, con Isabella Caserta e Francesco Laruffa

Orgia è il primo dramma teatrale di Pasolini, da Pasolini stesso allestito nel 1968. Due

coniugi piccolo borghesi, nel tepore di una desolata Pasqua padana, nell’interno della loro

camera matrimoniale, si lanciano addosso, in una sorta di sacrificio rituale, parole, ricordi,

passioni laceranti che li porteranno inesorabilmente alla sconfitta.

Orgia è probabilmente la tragedia più emozionante di Pasolini, che lo definì il “dramma

per la disperata lotta di chi è diverso contro la normalità che respinge ai margini”. Il testo,

forte, intenso e altamente poetico, presenta un itinerario delle “pulsioni oscure e

violente” che agiscono dal profondo dentro di noi, fra noi e intorno a noi: nell’individuo,

nella coppia, nella società.

Quello che lo spettacolo propone è un viaggio nei meandri della mente e tra le pieghe

nascoste dell’animo umano, nella psiche lacerata dell’individuo, oltre alle apparenze di

una normale coppia borghese, quello che avviene nei chiusi confini della stanza (della

mente?) dentro l’oscuro abisso della coppia, oltre quello che appare dall’esterno. I

personaggi sono complici di un gioco perverso vittima/carnefice. Lo spettatore è posto in

media re, è un voyeur di una violenza privata che avviene all’interno della camera da

letto dei coniugi dominata da un letto/campo di battaglia/prato pasoliniano/altare

sacrificale.

Babilonia Teatri - LOLITA

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di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani

con la collaborazione artistica di Vincenzo Todesco

con Olga Bercini

Lolita è un sogno. Un brutto sogno. Un incubo.

Sono pensieri e segreti consegnati a un diario.

Pensieri di una ragazzina che corre che salta che cammina sul filo.

Una ragazzina che ha pensieri di donna.

Lolita è un urlo e uno sberleffo insieme.

Lolita è un gioco dove non è chiaro il limite tra verità e finzione.

Lolita è una farfalla.

Lolita basta la parola, nessuno conosce la storia, nessuno sa chi è, quanti anni ha Lolita,

quanti anni deve avere Lolita per essere Lolita, per profumare di Lolita, Lolita cosa pensa,

Lolita è Lolita, sono i nostri occhi a vedere Lolita, è la nostra testa a volere Lolita, sono le

nostre mani a immaginare Lolita, Lolita è un modello che la società impone. E’una

tentazione e un monito. È la voglia di giocare col fuoco e la paura di bruciarsi

Ultima Luna e Atelier delle Arti e del Gusto - MILANO E JANNACCI

cena musical teatrale

Con Luca Radaelli e Mauro Rossetto

A cena con Jannacci, Gaber, Fo, Strehler e Vanoni…

Piatti e vini della tradizione lombarda si alterneranno a canoni e brani letterari dei più

grandi artisti della Milano anni ’60.

Una serata in musica accompagnata anche da alcune tra le più belle pagine di

Scerbanenco e Gadda, Viola e Alda Merini.

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Pacta dei teatri – LA BESTIA NELLA GIUNGLA

Adattamento teatrale di Marguerite Duras, progetto DonneTeatroDiritti

da una novella di Henry James

regia Paolo Bignamini e Annig Raimondi

con Annig Raimondi e Antonio Rosti

Nel 1962 Marguerite Duras si cimenta in questo lavoro di ri-scrittura della novella inglese

di Henry James. John, il protagonista, è un “giovane gentiluomo sensibile” che trascorre

la propria esistenza nella convinzione che essa verrà sopraffatta prima o poi da un evento

eccezionale che lui solo potrà riconoscere. Accanto all'uomo, condivide l'attesa una

silenziosa compagna, Catherine, l'unica a conoscere il segreto di questa potente

incombenza.

Solo dopo la morte della donna, John si renderà conto che l'evento è già accaduto, e che

ormai è troppo tardi per recuperare la vita gettata nell'attesa vana. Il dolore si avventerà

su di lui come una bestia nella giungla

Teatro dei colori – IL SEGRETO DI LUCA

Regia di Gabriele Ciaccia

Con Francesco Manetti

musiche dal vivo: Giuseppe Morgante

“Il segreto di Luca" fu scritto nel 1956. All'origine del romanzo, come di quelli che lo

precedettero e lo seguirono, c'è l'esperienza personale dello scrittore con molti elementi

autobiografici. E' la storia di un caso giudiziario. Andrea Cipriani, antifascista esiliato,

torna al suo paese, Cisterna dei Marsi, dopo la liberazione. Tutti ritengono che egli voglia

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preparare le nuove elezioni e presentarsi candidato, ma i suoi programmi subiscono un

brusco mutamento. Incontra Luca Sabatini, un ergastolano graziato dopo quaranta anni,

condannato per non aver voluto rivelare dove si trovasse la notte in cui un uomo era

stato ucciso per rapina. Luca è finalmente libero perché il vero assassino ha confessato in

punto di morte, ma in paese viene accolto ancora con il sospetto che il colpevole sia lui.

Andrea, che ricorda vagamente l'episodio perché all'età di 8 anni, mentre frequentava le

elementari, scriveva sotto dettatura le lettere indirizzate al recluso dalla madre

analfabeta, si propone di chiarire il segreto e comincia ad indagare tra enormi difficoltà.

Occorrono pazienza, costanza, un certo fiuto poliziesco, doti che non difettano ad Andrea,

il quale arriva a scoprire una storia d'amore davvero strana, allorché si viene a sapere

che la notte della rapina Luca s'era incontrato con Ortensia, la donna amata. Ma Ortensia

era sposata e quindi la sua onorabilità esigeva, che non si facesse neppure cenno

all'amore purissimo intercorso tra i due. Il romanzo avvince come un "giallo", ma è un

giallo di tipo particolare: Andrea Cipriani non va infatti alla ricerca dell'assassino, ormai

reo confesso; vuole solo conoscere le ragioni che hanno spinto Luca a comportarsi in quel

modo, ad accettare cioè l'ergastolo pur essendo innocente. Perciò il "segreto" non è più

soltanto di Luca, ma riguarda tutta una contrada, i modi di pensare e di vivere di una

gente che sapeva, ma che ha preferito tacere in nome di una assurda legge del silenzio e

che ora, al cospetto dell'ex ergastolano, prova comprensibile disagio se non proprio

rimorso. Il monologo è una riflessione dagli occhi di Andrea Cipriani (colui che svelerà

tutta la storia di Luca Sabatini) nel percorso conoscitivo di una vicenda umana tra le più

forti dell'universo siloniano. Una storia dell'eroismo del silenzio e della coscienza. Una

comunità nasconde il segreto di un uomo, che sceglierà la vita dell'ergastolo per

rispettare un amore, combattuto dal comportamento sociale e dalle logiche di una

comunità controllata. Andrea Cipriani, politico in ascesa, dimentica tutto per ricucire le

memorie e con esse la sua infanzia, alla ricerca di valori che superano il tempo. Scrivere

attraverso l'attore, questo il tema del lavoro sul testo; non vi sono più confini, ogni

parola del protagonista e anche la parola del "protagonista". Ciò che è scritto rivendica

ogni segno dell'azione.

Frasi lunari – AMABILE RETROGUSTO

Eno-degustazione teatrale tra narrazione, canzone e musica dal vivo

Di Mario Casalone e Gigi Maniglia

Brani musicali di Mario Casalone

Chitarra, armonica, fisarmonica e voce Mario Casalone

Voce narrante e chitarra Gigi Maniglia

Rimpianto, Incontro, Desiderio: tre vini, tre storie dal retrogusto amabile.

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Il gusto di un buon vino persiste, come i sentimenti e i ricordi importanti.

Retrogusto è il riverbero di un'emozione sfuggente, è il passaggio di un estemporaneo,

volatile pensiero che, troppo presto, evapora. Possiamo trattenerlo solo con un racconto,

con una canzone.

Un narratore, un cantautore e tre vini accompagnano gli spettatori/degustatori in tre

atmosfere fatte di sapori emozionali, attraverso il racconto, la musica e la canzone. Un

gusto rivolto al passato con il racconto Rimpianto, dove la ricerca del vecchio Attilio, di

recuperare una storia d'amore persa diventa ossessione; un sentore di futuro in

Desiderio che narra una vicenda di esplorazione intergalattica verso il sistema X2-

Minima, alla ricerca di un amore irraggiungibile e un boccato di presente nella ballata

Incontro, dove tre fratelli falegnami si ritrovano nella casa paterna abbandonata da

anni, riscoprendo il senso dell'attimo che, come il sorso di vino, suggerisce la presenza di

un sentire più profondo.

INVENZIONI A DUE VOCI

Di e con Davide Riondino e Flavio Oreglio

Musica e parole per raccontare… musica e parole per riflettere… musica e parole per

sorridere… musica e parole al servizio di due voci narranti frutto di stili completamente

diversi, ma perfettamente assonanti.

Flavio Oreglio e David Riondino realizzano un “incontro a due col libero pensiero” e

utilizzando i linguaggi della canzone d'autore, della poesia e del monologo, venati di

senso critico e vestiti a tratti di lessico satirico-umoristico, narrano storie semplici, che

portano in scena alcune riflessioni sulla vita per come si presenta nella società del giorno

d’oggi.

Si parla di storia e di memoria, delle relazioni con gli altri e di politica, di piccoli e normali

fatti quotidiani e dei grandi temi della cultura e della tradizione. Il tutto attraverso il gioco

delle “invenzioni a due voci”, armonizzate in un sottile contrappunto proprio come nelle

omonime composizioni di Bach…

Le “invenzioni a due voci” sono il frutto dei discorsi incrociati di due artigiani del

linguaggio, che manipolando abilmente l’elemento duttile della parola - profondo e

leggero al tempo stesso - lo modellano di volta in volta nelle forme del monologo e della

canzone, mostrando sempre tra le righe un gioco fatto di pensieri obliqui, nascosti, e

continuamente in equilibrio tra la rabbia e il sorriso. Un vero concerto che sposa il teatro

di parola, un incontro per sorridere pensando

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Arrivano dal mare! - SGANAPINO IL MERLO E IL MAGO

di Massimiliano Venturi

Una commedia fulminante basata sui canovacci tradizionali del Teatro dei Burattini

emiliano romagnolo. Un classico aggiornato ai ritmi e ai gusti contemporanei. Un'ora di

intrecci, di risate, lazzi e allegre bastonate.

Teatrino dei Fondi - NOCCHIOPINOCCHIO

con Enrico Falaschi

Ancora una storia di Pinocchio!

L’idea è proprio quella di un: “non ne possiamo più” di Pinocchio, raccontato dallo stesso

burattino, diventato bambino, e adesso uomo, che non riesce a convivere con la propria

storia, una storia tra l’altro raccontata a partire dalle straordinarie scenografie di

Emanuele Luzzati, con l’enorme Balena, ma anche i Carabinieri e poi naturalmente lo

stesso Pinocchio.

La storia di questo personaggio stanco di ciò che racconta, costruita con le tecniche della

narrazione, ma anche a partire dal testo originale di Collodi (che può alla prima lettura

apparire subito straniante e comunque divertente, proprio per l’utilizzazione di un

linguaggio che assomiglia poco anche al “toscano” di oggi).

Un testo alla fine molto semplice, ma che riesce ad adattarsi e a farsi apprezzare da ogni

tipo di pubblico, con momenti davvero irresistibili.

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Ruinart artisti associati – BOLLE D’ARIA

Ideazione di Gaetano Carducci

Spettacolo / animazione tutto giocato con l'aria, creato esclusivamente per spazi all'aperto.

Prevede la partecipazione diretta dei ragazzi e dei loro genitori.

Un'animazione teatrale di forte impatto che fa entrare il pubblico d'ogni età in una sarabanda di

sorprendenti giochi con giganteschi e leggeri giocattoli ad aria: la bolla che cammina, gli spaghetti

volanti, i serpenti da cavalcare e le bolle vaganti che liberano da ogni resistenza anche i più

timorosi.

La voglia di giocare diventa così forte che anche la strega Carabina preferisce smettere di mostrarsi

come al solito cattiva e lasciarsi andare al ritmo della musica.

La festa si chiude quando dal cielo si vedrà cadere la neve colorata...

Teatrino dei Fondi - IL CHICCO DI GRANO

testo di: Angelo Italiano e Sabrina Andreuccetti

regia Enrico Falaschi

con Anna Di Maggio

scenografie e pupazzi Federico Biancalani

Una favola dal sapore antico per pupazzi e narrazione, incentrata sull'amore per la natura

e la ciclicità delle stagioni e pensata per un pubblico di piccoli spettatori dai 3 ai 7 anni di

età.

Lo spettacolo racconta la storia di due formiche, Milly e Molly, che, come ogni anno in

estate, partono in cerca delle provviste da raccogliere e conservare in vista dei mesi

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invernali. Durante la loro ricerca però scoprono da due contadini, intenti a parlare tra

loro, che è possibile far nascere una spiga, che conterrà tantissimi chicchi di grano,

piantandone un solo chicco. Entusiaste della scoperta tornano al formicaio e riferiscono la

notizia alla regina, domandando di poter seminare il chicco che loro avevano trovato

invece di stivarlo nel magazzino insieme a tutti gli altri chicchi. La regina alquanto

superba ed ignorante acconsente a patto che l'esperimento vada a buon fine altrimenti

per Milly e Molly saranno guai....

Le due formiche così, dopo aver aspettato l'autunno ed aver piantato il chicco di grano,

dovranno far in modo che la spiga nasca e dia i suoi frutti a tutti i costi, e, per farlo,

avranno bisogno dell'aiuto di tanti amici della natura come il sole, la pioggia, il vento, le

nuvole ed i contadini.

Teatro dei colori - PICCOLOPICCOLISSIMO, GRANDEGRANDISSIMO

da ‘Cipì’ di Mario Lodi

testo, regia di Gabriele Ciaccia

con: Monica Di Bernardo, Gabriele Ciaccia

Un uccellino, “Cipì” nasce sotto i tetti, affronta le difficoltà della natura, della città, la

paura degli animali più grandi, conoscerà la prigionia, la fame e scoprirà la libertà in un

mondo che va tutto capito e conquistato. Un mondo dove il vento, il sole, il temporale

sono grandi forze attraverso le quali si giunge ad essere coraggiosi vincendo ogni prova.

Poi ci sono gli altri, i simili, con i quali salire fino alle nuvole, per diventare sempre più

uniti per abbracciarsi e per amarsi, e stare fermi a guardare due stelle scese dal cielo che

raccontano della notte incantevole. La storia, scritta dai ragazzi e dal loro maestro,

descrive gli avvenimenti scoperti nella natura, dove emergono esperienze che vivono

parallelamente a quelle dei bambini. In questo processo di identificazione si scopre un po’

della vita e lo si fa anche con il teatro. Lo spettacolo si costruisce intorno a due attori-

narratori che giocano con piccoli elementi di luce, pupazzi, diapositive, oggetti ingranditi

dalle ombre, trasformando così lo spazio del racconto in un grande luogo immaginario.

“Cipì” e stato scritto da un maestro - scrittore speciale: Mario Lodi, insieme ai suoi alunni,

è uno dei classici della letteratura per l’infanzia italiana, una sensibilità nuova a misura

dei bambini, per costruire una visione diversa del mondo.