L’atomo

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Il componente fondamentale della materia

• La materia che forma il nostro Universo è costituita da un numero enorme di minuscoli corpi chiamati atomi. Rappresentano le unità più piccole da cui dipendono tutte le caratteristiche degli elementi di cui sono fatti gli oggetti comuni, come l'idrogeno, il carbonio o il ferro. L'idea che la materia sia fatta di atomi è molto antica, ma il primo modello di struttura atomica fu proposto solo alla fine del 19° secolo scorso da Rutherford. Questo primo modello classico si mostrò ben presto incompleto. I problemi che esso ha posto hanno spinto a riesaminare il modo in cui la fisica affronta il mondo microscopico. Da qui è nata una nuova teoria, la meccanica quantistica, che ha fatto piena luce sulla struttura dell'atomo.

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Nel cuore della materia

• Una delle maggiori aspirazioni dell'essere umano, sin dagli albori della civiltà, è stata quella di capire come è fatta la materia al suo interno, stabilendo quali sono le unità fondamentali che la costituiscono. Già gli antichi filosofi greci immaginarono che un oggetto si potesse scomporre in mattoncini piccolissimi e li chiamarono atomi, parola che significa "indivisibile". Oggi sappiamo che sono davvero gli atomi, grandi appena un centomilionesimo di centimetro (10−8 cm), a formare la materia. E non sono affatto indivisibili, ma hanno una struttura interna, per quanto semplice. Un atomo consiste di una piccolissima pallina, detta nucleo, con dimensioni centomila volte più piccole del diametro dell'atomo (10−13 cm), ma che contiene praticamente tutta la sua massa. Attorno al nucleo si muovono particelle leggerissime e, per quanto ne sappiamo, puntiformi, dette elettroni. È sorprendente, ma un sasso, nonostante la sua durezza, è fatto praticamente di puro vuoto e deve la sua rigidezza alle grandi forze che tengono uniti elettroni e nuclei.

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Elettrone

• L'elettrone ha una massa di 9,1 · 10-31 Kg e una carica elettrica di -1,6 · 10-19 C (Coulomb).

• Tale particella, alla quale per convenzione è stata attribuito il valore di carica elettrica -1, viene identificata con il simbolo e-.

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La scoperta dell’elettrone

• Gli elettroni furono scoperti da J. J. Thomson nel 1897. Nei suoi esperimenti Thomson utilizzò un tubo di Crookes; si tratta di un tubo di vetro resistente che viene mantenuto sotto vuoto spinto, alle estremità del quale sono applicati due elettrodi collegati rispettivamente con il polo positivo (anodo) e con il polo negativo (catodo) di un generatore di corrente.

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• Quando la differenza tra gli elettrodi raggiunge un valore elevato (10000 volts) e la pressione interna un valore bassissimo, si osserva l'emissione di raggi luminosi che, partendo dal catodo e propagandosi in linea retta, si dirigono verso l'anodo provocando sul vetro una tenue luminosità.

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• Tale fenomeno fu messo in relazione con possibili radiazioni che potevano essere prodotte dal catodo e che furono chiamate raggi catodici.

• Oggi sappiamo che si tratta di elettroni che si muovono dal catodo verso l'anodo rendendo la parete che colpiscono fluorescente.

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• Successivi studi dimostrarono che tali raggi si propagano in linea retta dal polo negativo al polo positivo. Infatti i raggi proiettavano sulla parete l'ombra di un oggetto frapposto nel loro cammino:

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• Finalmente, nel 1895, il fisico francese J. B. Perrin osservò che un elettroscopio colpito da radiazioni catodiche si elettrizzava negativamente. Dimostrò in questo modo che i raggi catodici erano dotati di carica negativa.

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• Successivi esperimenti dimostrarono che i raggi catodici erano dotati anche di una certa massa; infatti i raggi catodici erano in grado di fare ruotare un mulinello interposto nel loro cammino.

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Il protone

• Il protone corrisponde alla più piccola carica elettrica positiva esistente libera in natura e rappresenta pertanto il quanto di elettricità positiva; con il neutrone è la particella fondamentale di ogni nucleo atomico.

• Il numero di protoni presenti nel nucleo di un atomo corrisponde al valore del numero atomico dell'elemento a cui l'atomo appartiene

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La scoprta del protone

• La scoperta del protone viene generalmente attribuita a E. Rutherford ma il primo ad averne ipotizzato l'esistenza fu il fisico tedesco E. Goldstein. Egli, nei suoi esperimenti, utilizzò un tubo di Crookes leggermente modificato; in questo caso il catodo, che occupava una posizione centrale era forato in diverse punti e il tubo era riempito con un gas rarefatto.

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• Goldstein notò dietro al catodo una luminescenza che egli ipotizzò provocata da particelle cariche positivamente (raggi anodici o raggi canale) che si muovevano con movimento opposto rispetto ai raggi catodici. Egli suppose che gli elettroni emessi dal catodo, urtassero le particelle del gas presenti all'interno del tubo. In quest'urto riuscivano a strappare elettroni alle particelle del gas, trasformandole così in particelle cariche positivamente che venivano attratte dal catodo.

• Oggi sappiamo che la carica del protone è uguale (ma di segno contrario) a quella dell'elettrone cioè 1,602·10-19 C (Coulomb); la massa a riposo è pari a 1,672·10-27 Kg (= 938 MeV).

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Il neutrone

• Il neutrone è una particella priva di carica elettrica e insieme al protone è la particella fondamentale di ogni nucleo atomico.

• Ha una massa di 1,67·10-27 Kg, uguale cioè a quella del protone e quindi corrispondente a 1u.

• Essa è stabile soltanto all'interno del nucleo poiché al di fuori di questo decade nel seguente modo:

• con tempo di vita medio di circa 15'.

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La scoperta del neutrone

• La scoperta del neutrone avvenuta nel 1932 per opera di J. Chadwick, rappresentò un passo molto importante nello studio dei nuclei atomici.

• Egli bombardando sottili lamine di berillio con particelle a emesse dal polonio, scoprì che dal berillio venivano emesse delle radiazioni secondarie che non risentivano ne' di un campo elettrico ne' di un campo magnetico.

• Ripetendo l'esperimento su altri materiali, dimostrò che tali particelle avevano tutte la stessa massa e che erano prive di carica elettrica e pertando furono chiamate neutroni.

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• La caratteristica di queste radiazioni è che quando colpivano un bersaglio di paraffina erano capaci di provocare l'emissione di protoni da parte di quest'ultima.

• Supponendo elastici gli urti tra le particelle e applicando il principio di conservazione dell'energia e il principio di conservazione della quantità di moto, Chadwick fu in grado di calcolare la massa dei tali particelle (1,67·10-27 Kg).

• La scoperta dei neutroni da parte di Chadwick permise di giustificare l'esistenza degli isotopi scoperti in precedenza da Thomson e permise inoltre di classificare gli atomi dei vari elementi in funzione del numero atomico.

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Gli Isotopi

• Per ogni elemento esistono atomi con lo stesso numero atomico, ma con un numero di neutroni diverso, cioè con diverso numero di massa. Sono gli isotopi, parola greca che significa "stesso luogo", perché appartengono tutti allo stesso elemento. Abbiamo detto che il nucleo dell'atomo più leggero, l'idrogeno, è formato solo da un protone. Ma alcuni atomi di idrogeno hanno il nucleo formato da un protone e da un neutrone: in questo caso l'idrogeno prende il nome di deuterio, mentre se vi sono due neutroni abbiamo il trizio. Deuterio e trizio sono isotopi dell'idrogeno. In genere ciascun elemento è formato da più di un isotopo

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I Quark

• Un problema che molti si sono posti è rappresentato dal fatto che i protoni, benché piccolissimi, hanno un diametro misurabile a differenza degli elettroni che sono a tutti gli effetti puntiformi. Questa caratteristica ha spinto i fisici a metà del Novecento a cercare di spezzarli per vedere che cosa ci fosse 'dentro', scoprendo così che al loro interno ci sono i quark.