L’Associazione del ROSARIO PERPETUO - predicazione.it · 2 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX -...

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nuoova serie - anno XXIX - n. 2 - maggio - agosto 2012 - piazza san domenico, n. 5 - 09127 cagliari L’Associazione del ROSARIO PERPETUO

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L’Associazione delROSARIO PERPETUO

2 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

ASSOCIAZIONE DELROSARIO PERPETUO

IN SARDEGNA

Supplemento a“DOMENICANI”

autoriz. Tribunale di Firenzedel 4 Gennaio 1967 - n. 1800

Nuova serie - Anno XXIXmaggio - agosto 2013

c /c postale n. 15 38 10 98intestato a: Bollettino del Rosario Perpetuo - Convento

S. Domenico - 09127 Cagliari

Direzione & Redazione:P. Eugenio Zabatta o.p.

piazza San Domenico, n. 5

09127 CAGLIARI

Cell. 339 18 22 685tel. 055 265 64 53

e.mail: [email protected]: www.rosarioperpetuo.net

Con approvazione Ecclesiasticae dell’Ordine Domenicano.

Anno XXIXmaggio - agostoa. 2013 - n. 2quadrimestrale di

collegamento dei gruppidell’Ass. Rosario Perpetuo

––––––––––La Regina del Rosario

venerata a S. Domenico di Cagliari (sec. XV).

SommarioLettera del direttore alle zelatrici.

p. eugenio zabatta op.Che cos’è l’Associazione del Rosario?

p.e.z.La Vergine del sì …

floran rodero.Un continuo sacrificio di lode.

n.n.Santi Gioacchino ed Anna.

p. eugenio zabatta op.

La lode perpetua alla Madonna.la redazione.

La notte in cui hanno arrestato Gesù.p. m. laconi.

Guardate io tiro fuori il Rosario dalla mia tasca. (Pp. Benedetto XVI).Con la materna protezione della B.V. M.

p.e.z.

Nella Casa del Padre.Le nuove iscritte.Il Rosario Vivente.

a cura della redazione.Contempliamo i misteri della luce. •••

Copertina: WIEN. Madonna con Bimbo. di Albrecht Dürer.

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Il saluto del Padre Direttorealle zelatrici e iscritte al Rosario Perpetuo

Gentili zelatrici e socie del Rosario Perpetuo,

la nostra è una ”Associazione laicale apostolica di preghiera”. Un’Associa-zione, cioè, che si avvale della preghie-ra, ed esattamente quella del Rosario, per dare la propria testimonianza cri-stiana. In altre parole, la preghiera del Rosario è l’attività propria che l’Asso-ciazione compie per raggiungere la propria finalità.

La finalità che l’Associazione per-segue è la lode alla Madonna e, per mezzo di Lei, la lode a Dio e la santi-ficazione dei suoi soci; ma con la reci-ta continua del Rosario l’Associazione intende, nello stesso tempo, sostenere tutte le iniziative che nel mondo ven-gono prese a favore dei più poveri, dei piccoli, degli anziani, degli ammalati…

La preghiera è l’attività specifica che promuove l’Associazione e concreta-mente suggerisce il Rosario che, tra le

sue infinite doti, ha quella di essere il “compendio del Vangelo” e la forma più accessibile e collaudata per aiutare a “pensare” la fede, a contemplare con le formule bibliche che usa – il Padre nostro e l’Ave Maria – i misteri fonda-mentali della nostra fede.

L’Associazione da parte sua, dopo a-verci fatto riscoprire l’urgente necessità della preghiera, c’invita, con la nostra personale iscrizione, a fare un gesto d’amore in più verso la Madonna con l’impegno mensile dell’Ora di Guardia. ”L’Ora di Guardia” è la recita persona-le o comunitaria del Rosario. È un’Ora di preghiera che ci collega a quella che Gesù chiese ai tre Apostoli prediletti nell’Orto degli Ulivi.

La somma delle singole ore di pre-ghiera che ogni persona o gruppo fa, permette all’Associazione di realizzare la recita continua, giorno e notte, del Rosario, che perciò diventa “Rosario Perpetuo”. >>>

IL VANTAGGIO DELL’ISCRIZIONEall’associazione del rosario perpetuo

4 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

Ogni iscritto, anche se senza obbli-go di voto qualora tralasciasse la sua Ora di preghiera, sa che in quell’Ora prega a nome di tutti gli altri iscritti e questi, nel loro turno, pregheranno per lui in tutte le altre ore del mese.

In questo mese di maggio 2012, du-rante l’anno della fede, vogliamo cer-care di dare nuovo impulso all’Associa-zione, risvegliare in tutti il desiderio di una recita più fruttuosa del Rosario e favorire l’adesione di numerose perso-ne alla religione cristiana.

Certi di suggerire, con il Rosario, u-

na valida via di santificazione, in que-sto bollettino presentiamo, accompa-gnata da varie meditazioni, la nostra stessa Associazione con la sua meravi-gliosa finalità di preghiera e i molteplici vantaggi spirituali che ne provengono a coloro che vi aderiscono con il de-siderio di crescere nell’amore verso la Madonna e testimoniarlo con la propria vita, coerente alle verità della fede che meditiamo.

Invocando la benedizione della Ma-donna per tutti, vi saluto cordialmente.

P. Eugenio Zabatta op.

Perché iscriversi al Rosario Perpetuo?

Ecco la mia risposta! Perché iscriversi:- costituisce un libero atto di amore in più verso la Madonna. - ci fa ritrovare in unione stretta di preghiera con gli altri iscritti. - ci rende partecipi di numerose indulgenze.- ci assicura le preghiere di suffragio e infine - ci libera dall’isolamento e dal pessimismo. Perché attendere ancora? Contribuisci anche tu, con la tua ora di pre-

ghiera mensile, alla recita continua del Rosario che facciamo: a lode di Dio e ad onore di Maria; a vantaggio delle nostre anime e a salvaguardia dei veri valori di vita umana e cristiana. ••• ••• •••

5Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

L’Associazione del Rosario Perpetuo è, di sua natura, fondata sulla preghie-ra. Essa è “un movimento apostolico laicale di preghiera” e più precisamen-te di preghiera con il Rosario. È, si di-rebbe, “una società di mutuo soccorso spirituale”.

Lo scopo principale per cui è stata fondata è di elevare la lode perpetua alla Madre di Dio con la recita del Ro-sario, che Lei stessa ha ispirato e che più volte ha detto di gradire, ma nello stesso tempo la nostra Associazione è stata fondata per invocare Maria perché ottenga dal Signore le grazie necessarie per il mondo, per i nostri cari e per o-gnuno di noi.

Non basta infatti progettare opere sociali o caritative, ma bisogna prega-re perché solo con l’aiuto e la grazia di Dio possono realizzarsi e raggiungere il loro scopo. C’è un salmo, che dice: “Se

il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori” (Sal. 127, 1).

L’errore, l‘illusione pericolosa del nostro tempo è questa: crediamo di po-ter fare senza preghiera. Quindi abban-doniamo la preghiera, ma poi ci accor-giamo che senza Dio non possiamo far nulla. Il mondo, la società, le famiglie con i gravi problemi che li opprimo-no non possono farcela da soli: urge la preghiera ed è proprio la preghiera del Rosario che è particolarmente adatta ad ottenerci la pace nel mondo e l’unione e l’armonia nella famiglia.

Sì! La nostra Associazione incremen-ta la preghiera del Rosario riunendo in-sieme le persone che credono nel suo valore e sanno che l’unione degli inten-ti e la preghiera dei molti è più facil-mente esaudita.

(P. Eugenio Zabatta op). • • •

Che cos’è l’Associazionedel Rosario Perpetuo?

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E il «sì» di Maria è per tutti i cristiani lezione ed esempio per fare dell’obbedienza alla volontà del Padre la via e il mezzo della propria santificazione.

(Marialis cultus, 21).

aveMaria !

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La nuova storia dell’umanità iniziò il suo cammino verso la luce inestingui-bile della speranza gioiosa con due “sì” integri, definitivi, fedeli: il “sì” di Cristo e quello di sua madre, Maria.

Il primo, fondamento e sostegno del secondo, fu quello di Cristo: «Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà» (Eb 10,7); il secondo rese possibile la realizzazione del primo: «Eccomi, so-no la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38).

L’incarnazione di Cristo fu misterio-samente «condizionata» dal “sì” di sua madre. Questa considerazione, ricca di significato, ingrandisce la dimensione del “sì” trascendente di Maria.

Un annuncio semplice.

Il “sì” di Maria nell’inatteso annuncio dell’angelo fu semplice, naturale, qua-si potremmo dire, infantile, come erano stati il suo “sì” di bambina ubbidiente agli ordini ed alle mansioni assegnate a lei dai suoi genitori, che vivevano una vita sociale e religiosa serena e mode-

«Ave, Maria, clemente e pia,Vergine serena!Il Signore è con Te,e tu rimani con me.

Benedetta Tu fra le donne, Tu che generasti la pace agli uomini

e agli Angeli la gloria.E benedetto il frutto del tuo ventre, il quale, perché fossimo suoi coeredi,ci fece (creò) per grazia. Amen.

(Fr B. Salimbene, Cronache, Parma 1233).

Ave Maria, piena di graziatu se’ la via ch’a vita ci porta

ritrai dalle tenebre e dalla penanoi gente terrena,

in grave turbanza …

(Laudario di Cortona, sec. XII).

O Maria dolcissima.o Madre pietosissima,grazie a te son perdonati i colpevoli;o Madre mitissima,grazie a te ai giusti è data la gloria.

(Mouton. Tropolatino, sec. XV).

La Vergine del “sì”:un modello da imitare

Maria, è soprattutto modello di quel culto che consiste nel fare della propria vita un’offerta a Dio: dottrina antica, perenne, che ognuno può riascoltare… porgendo l’orecchio alla voce stessa della Vergine, allorché essa… rispose al messaggero di Dio: Ecco la serva del Signore: sia fatto di me secondo la tua parola (Lc 1,38).

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sta. Per questo la proposta dell’angelo sconcertò momentaneamente la discre-ta fanciulla di Nazareth. Tuttavia, Maria intuì che le parole dell’angelo racchiu-devano una misteriosa offerta, dietro la quale si celava la volontà del Signore.

Era una proposta di per sé intricata, delicata ed incomprensibile. Davanti al Signore aveva promesso e deciso di es-sere vergine: «non conosco uomo», ed ora le parole dell’angelo le proponeva-no la maternità.

La giovane vergine ignorava tutte le implicazioni del suo “sì” e tuttavia fu un “sì” incondizionato, nonostante la sua vita si stesse trasformando in un’av-ventura imprevista e sorprendente; un “sì” senza incertezze di fronte ai misteri che si sarebbero celati nelle pieghe del-la sua vita; un “sì” totale che non con-servava angoli riservati.

Fu un “sì” libero, definitivo e fidu-cioso. Pio XII disse che la vera libertà

nasce da Maria, che fu la più libera di tutti, perché fu la più santa (Lettera «Ab octaviensi archidiocesi», 25-III-1947).

Quel “sì” si sarebbe via via inchio-dato nel suo cuore fino a strapparglielo del tutto sul Calvario.

Il suo primo “sì” fu umile, raccolto, un po’ timoroso e turbato; l’ultimo fu un “sì” di dolore, di sangue, maturo, come quello di suo figlio Gesù: «Non ho opposto resistenza, non mi sono ti-rato indietro» (Is 50,5).

Una vita offerta a Dio.

Il “sì” di Maria nell’annunciazione e quello sul Calvario non sono separati l’uno dall’altro. Sono uniti dal “sì” con-tinuo di una vita offerta a Dio nella fe-deltà alla Volontà di Dio e a quella di suo figlio.

La spada di dolore rivelata dall’an-ziano Simeone accompagnò Maria per

Stendardi dei Misteri del S. Rosario pronti per la processione in onore della B.V. Maria.

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tutta la vita. La dolce Maria affrontò le difficoltà, superò gli ostacoli, resistet-te alle contrarietà e perseverò fino alla fine. Fu un “sì” senza intervalli, senza vuoti, senza pause.

Il Marialis aureo, un libro mariano del XIII secolo, commentando la parola «serva», dice: «Maria voleva sempre ciò che Dio voleva. Quando Dio volle che facesse il voto di verginità, immediata-mente acconsentì; quando Dio volle che accettasse il matrimonio, immedia-tamente acconsentì; quando volle che concepisse il Figlio di Dio, immediata-mente lo desiderò; quando volle che suo Figlio si dirigesse in Egitto, vi si recò ra-pidamente… Questo significa che i suoi occhi erano fissi nelle mani di Dio».

Fu un “sì” che non si piegò neppure di fronte al pubblico insuccesso di suo Figlio. Filarete, un patriarca di Mosca del XIX secolo, riassume così l’offerta totale da parte di Maria della sua vita a Dio e a suo Figlio: «Maria consegnò a Dio tutta la sua volontà, tutti i suoi pen-sieri, la totalità del suo essere, di tutte le sue facoltà, di tutte le sue azioni, di tutte le sue speranze e di tutte le sue a-spirazioni» (Omelie).

La vita di Maria è un continuo “sì”; è il “sì” della prima discepola di Cristo e di ogni seguace di Cristo che ha dato ascolto alla chiamata a seguirlo, e tale chiamata esige il rimanere nello stato nel quale la persona scelta è stata chia-mata (cf I Cor 7,20).

Annota al riguardo Cassiano: «Molte sono le vie che conducono a Dio. Per questo motivo, ognuno deve seguire con decisione irrevocabile il modo di vita che per primo abbracciò, mante-nendosi fedele alla sua prima direzio-ne. Quale che sia la vocazione scelta, potrà giungere ad essere perfetto in es-

sa! (Cassiano, Conlationes, 14). Maria avrebbe meditato nel suo cuore l’invi-to che suo Figlio fece ai suoi discepoli. «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,62).

Per una società che ha paura delle scelte fondamentali e definitive, per u-na società che sfugge gli impegni seri ed inalterabili, per una società che tre-ma e si spaventa quando deve fare pro-positi fermi, stabili e permanenti, Maria è un esempio luminoso; per una società dove la fedeltà è un fiore esotico e do-ve le redini della nostra vita sono impu-gnate dalle mode, dagli interessi imme-diati, dall’influsso delle vetrine; per una società che è allergica alle decisioni durature; in una società in cui scarseg-giano gli uomini fedeli alla parola da-ta; per una società così configurata e di fronte ad una cultura che vive del «tutto dipende da», Maria, le vergine del “sì”, ci si presenta non solo come un ideale chiaro, ma altrettanto imitabile.

Alla luce di questo esempio di Ma-ria, è bene ricordare le parole di Cristo: «sia il vostro parlare sì, sì; no, no» (Mt 5,37). Questo criterio di comportamen-to e al contempo precetto morale è un appello severo e chiaro di fronte all’an-dirivieni con cui affrontiamo il nostro impegno cristiano.

Anche san Giacomo ricorda alla pri-ma comunità cristiana questo insegna-mento di Cristo (cf Gc 5,12).

In definitiva, Maria non fece altro se non ciò che san Paolo ci ricorda di Ge-sù: «In lui ci fu solamente un “sì”» (cf 2Cor 1,20).

(Floran Rodero – in L’Oss. Rom. 25 marzo 2007 p. 9).

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È sempre una gioia pensare che Ge-sù ci ha dato come madre la sua stes-sa madre: sappiamo quanta dolcezza e quanto coraggio, questo mette nella nostra vita spirituale. Anche nella pre-ghiera ci sentiamo più arditi e sicuri di essere ascoltati.

Nella lettera agli Ebrei troviamo questo importante insegnamento, che possiamo rileggere come se ci venisse dato direttamente da Maria. (Eb. 13,15 – 17, 20-21). “Per mezzo di Gesù Cristo offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio”.

Questa raccomandazione ci richia-ma la finalità della nostra Associazio-ne del Rosario Perpetuo che ci propone l’unione delle nostre ore di preghiera per realizzare, appunto, una lode con-tinua al Signore, con l’aiuto della Ma-donna che l’avvalora.

La nostra anima, infatti, deve essere sempre in attitudine di lode e di ringra-ziamento, e per questo dobbiamo aver coscienza dei grandi doni che conti-nuamente Dio ci fa per mezzo di Ge-sù. È Dio stesso che porta a compimen-to, realizza, quanto nella preghiera Gli abbiamo chiesto o meglio diciamo che Egli realizza quanto ci ha dato l’ardi-mento di chiedergli.

Una volta convinti di questo, la rico-noscenza ci spinge a compiere con gio-ia gli altri sacrifici che l’autore della let-tera ci consiglia di fare. Eccoli: “Non

scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace”.

È il sacrificio della carità fraterna, nella continua apertura agli altri per fa-re del bene, aiutare, per condividere con loro quello che abbiamo. In questo modo noi continuiamo l’offerta di Cri-sto nella realtà della nostra vita, anzi è lui che continua in noi la sua offerta.

Oltre alla preghiera, infatti, anche se in piccola misura, noi del Rosario Per-petuo, mettiamo insieme il sacrificio di piccoli contributi (pochi euro l’anno), frutto di personali rinunzie, per aiuta-re l’Associazione non solo a sopravvi-vere (stampe, corrispondenza, spese di ufficio), ma anche a realizzare qualche

“UN CONTINUO SACRIFICIO DI LODE”

In Gesù, con l’intercessione materna di Maria, tale sia la nostra preghiera che, meditando i misteri della fede, eleviamo concordi al Signore.

LI PUNTI (SS). Alcune zelatrici

guidano l’Ora di Guardia.

opera buona per le missioni o per altre persone che si trovano nell’indigenza e nell’incapacità di procurarsi quanto è necessario per vivere.

Se viviamo così, il Dio della pace potrà renderci perfetti in ogni bene per mezzo di Gesù, nostro Signore, ope-rando in noi la sua volontà. Come lui ha compiuto in sé la volontà del Padre, così anche noi possiamo compierla per mezzo di lui trovando la pace, la gioia, la carità piena.

In tutto ciò Maria è la nostra guida, lei che ha sempre offerto a Dio un sa-crificio di lode, e ha fatto della sua vita una continua offerta al Signore.

Lei che ama maternamente tutti gli uomini, che è sempre l’umile serva del Signore, completamente sottomessa al-la sua volontà ci invita ad imitarla nel nostro cammino spirituale.

Sì, ripetiamoci! Maria è l’esempio di quel culto che consiste nel fare della propria vita una continua offerta al Si-gnore. Lei ci sia maestra e guida, lei che è nostra avvocata e madre.

•••

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, per mezzo di Gesù of-friamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo no-me.

Non dimenticatevi della benefi-cenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace….

Il Dio della pace, che ha ricon-dotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna, il Signore no-stro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

(Lett. agli Ebrei 13,15 –17,20-21).

Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testi-moni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede.

Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignomi-nia, e si è assiso alla destra del tro-no di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei pec-catori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. [4]Non ave-te ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il pec-cato.

(Lett. agli Ebrei 12, 1-4). •••

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FIRENZE. Basilica S. Maria Novella.Domenico Ghirlandaio (Firenze 1449-1494).S. Giovacchino è allontanato dal Tempio.

Per la scelta che Dio ha fatto di Gioacchino ed Anna, quali fortunati genitori della Vergine Maria, Madre di Gesù, la pietà popolare ha ricono-sciuto in loro doni speciali di grazia per cui con affetto ha nutrito per essi un culto straordinario e anche in Italia è assai esteso. È il protovangelo di Giacomo, uno scritto apocrifo del

sec. II, che dà i nomi di Gioacchino ed Anna. La promessa fatta ad Abra-mo, prossima alla realizzazione, passò anche attraverso di loro. Essi sono veramente “beati” insieme con la loro Figlia, esaltata da tutte le generazioni perché «Madre di Dio». La liturgia li festeggia insieme il 26 luglio. Santi Gioacchino ed Anna, pregate per noi.

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Oltre ai libri del Vangelo approvati dalla Chiesa, ci sono i libri dei Vangeli apocrifi ai quali la tradizione cristiana dà un certa attenzione quando riferi-scono fatti verosimili che non contra-stano con la Rivelazione.

È proprio ai Vangeli apocrifi che si sono ispirati gli artisti nel ricordare la storia di Gesù. In uno di questi, nel “Protovangelo di Giacomo (II secolo), si narra come Anna, già avanzata ne-gli anni, non avesse dato figli a Gioac-chino, suo marito, il quale un giorno si vide rifiutare la sua offerta al tempio di Gerusalemme proprio perché senza fi-gli, senza discendenza.

Addolorato e turbato, Gioacchino prese il suo gregge e si ritirò sui mon-ti in volontario esilio perché nella sua tribù (quella di Giuda) la sterilità era ri-tenuta una maledizione di Dio, mentre Anna, triste e avvilita, pregava nella ca-sa deserta, presa da profonda angoscia.

Dio, però, premia il dolore di en-trambi e manda un angelo, prima sul bianco gregge di Gioacchino e poi nel-la fredda casa di Anna, annunciando che il tempo della prova era finito e che il Signore avrebbe fatto fiorire nella loro vecchiaia il più bel fiore dell’umanità; che sarebbe nata una fanciulla vestita

di sole; che da loro, disprezzati e umi-liati, sarebbe sbocciato il giglio della convalle; che sulla loro casa si sarebbe aperta la rosa mistica.

Turbato ed emozionato, Gioacchino raduna il gregge e mentre è sulla via del ritorno vede Anna che gli va incontro dinanzi alla “Porta Dorata” della città, per un abbraccio tenero e silente.

Tra gli artisti che si sono ispirati a questo libro apocrifo è Giotto. Di lui nella cappella degli Scrovegni, a Pado-va, c’è un suo dipinto, veramente bello e suggestivo, dell’incontro di Gioacchi-no ed Anna. È un abbraccio pieno di profonda tenerezza e dolcezza, con la mano delicata e gentile di lei che acca-rezza la bianca e ricciuta barba di lui, simbolo di una fedeltà mai venuta me-no nel tempo.

Un altro grande artista, Domenico Ghirlandaio, nei grandiosi affreschi di tutta la vita della Madonna nella ba-silica di S. Maria Novella di Firenze, presenta la scena della espulsione di Gioacchino dal Tempio, mentre stringe al petto l’agnello che avrebbe voluto offrire sull’altare, quasi annunzio della “vera agnella” che sarebbe nata, dal suo matrimonio con Anna.

Giustamente la fantasia degli artisti

dai vangeli apocrifi: notizie di una tradizione

STORIA DEI SANTI

GIOACCHINO e ANNAgenitori della Vergine Maria

14 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

si compiace di immaginare, poi, l’an-ziana mamma che, allietata da una fi-glia così predestinata, le insegna le fac-cende di casa e maggiormente a prega-re e a leggere nei libri sacri i Salmi, non pensando che la loro piccola figlia sarà la «benedetta fra tutte le donne».

Quante nostre nonne hanno inse-gnato ai ragazzi pagine di storia sacra e belle preghiere, che si recitavano a fior di labbra e con il gusto del cuore e mai dimenticate anche da adulti!

Erano, queste nonne, le autentiche “maestre“ di quel prezioso libretto co-nosciuto come il “Catechismo di S. Pio X”, vero condensato di tutta la dottrina cristiana. Erano esse che, tra l’altro, co-municavano una sana e pia devozione ai santi Gioacchino ed Anna, genitori di Maria, la Madre di Dio.

E anche oggi, fortunatamente, ci so-no nonni e nonne che oltre a dare una mano alla crescita dei nipotini, prov-vedono sapientemente a formarli spiri-tualmente insegnando loro le preghiere fondamentali della fede cristiana.

Siamo lieti di esprimere per loro, anche da queste pagine, sentimenti di stima e di riconoscenza. La figura dei nonni è oggi, nella nostra società, un po’ dimenticata e andrebbe recupera-ta in parallelo allo sforzo fatto a favore dell’unità della famiglia.

La presenza dei nonni non è tra-scurabile ai fini di una maggiore sere-nità nel nucleo familiare, pur salvando quella autonomia che devono avere le nuove famiglie e senza cadere nell’ec-cesso opposto per cui i figli non hanno iniziativa e responsabilità.

Anche e soprattutto nei rapporti di famiglia regni sempre la carità, la com-prensione, l’affetto, l’altruismo.

(a cura di P. Eugenio Zabatta op.)

«Poiché doveva avvenire che la Madre di Dio nascesse da Anna, la natura non osò precedere il ger-me della grazia, ma rimase senza il proprio frutto perché la grazia pro-ducesse il suo. Doveva nascere, in-fatti, quella primogenita dalla quale sarebbe nato il primogenito di ogni creatura “nel quale tutte le cose sus-sistono” (Col. 1,17).

O felice coppia, Gioacchino e Anna! A voi è debitrice ogni creatu-ra, perché per voi la creatura ha of-ferto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del Creatore.

Rallegrati, Anna, “sterile che non hai partorito; prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai pro-vato i dolori” (Is 54,1).

Esulta, o Gioacchino, poiché dal-la tua figlia è nato per noi un bimbo, ci è stato dato un figlio e il suo no-me sarà Angelo di grande consiglio, di salvezza per tutto il mondo, Dio forte (cf Is 9,6). Questo bambino è Dio”

(S. Giovanni Damasceno). •••

15Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

Avvicendandoci nella recita della corona del santo Rosario per ogni ora del mese, “procuriamo” una lode conti-nua alla Madre di Dio. Cooperare affin-ché questa lode a Maria sia “perpetua” è il santo vanto di figli devoti verso la loro Madre Celeste.

Il nostro impegno è semplice e pia-cevole: ciascuno di noi indica, a scelta, un’ora di preghiera in più al mese con la recita dei misteri del Rosario. Quest’o-ra di preghiera la chiamiamo: “Ora di Guardia” a richiamo di quell’Ora di preghiera che Gesù chiese ai suoi Apo-stoli prediletti, nell’Orto degli ulivi.

Questo gesto di filiale affetto, da parte nostra, fa sì che in tutte le ore del mese ci siano alcuni che recitano il Rosario a lode di Maria. Gesto che si ripete mese per mese, secondo le in-tenzioni dettate dall’Associazione, non per colpire l’opinione pubblica, ma per

impetrare da Dio, con l’aiuto della Ma-donna, quegli aiuti indispensabili per il bene spirituale delle persone e perché le iniziative umanitarie, sociali, politi-che, con le loro istituzioni, riescano nel loro scopo.

Animati da motivi esclusivamente spirituali, cioè, preghiamo in unione stretta con innumerevoli fratelli e sorel-le, come avvicendandoci davanti al tro-no di Maria, a vantaggio continuo degli uni per gli altri.

Questo “vantaggio”, che ci procuria-mo gli uni gli altri, è immancabilmen-te collegato con la preghiera di lode a Maria; è il primo frutto prezioso della nostra appartenenza all’Associazione del Rosario.

La nostra devozione a Maria, che esprimiamo in modo efficace con la recita del Rosario, in solidale unione con gli altri iscritti all’Associazione, in

LA LODE PERPETUA ALLA MADONNAÈ LA SINGOLARE FINALITÀ

DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE

La nostra Associazione del Rosario Perpetuo, fondata da P. Timoteo Ricci, domenicano, nel 1630, indebolita poi per motivi socio-politici,

tornò a rifiorire in Italia per opera di un altro domenicano, P. Costanzo Becchi, che nell’ottobre del 1900 rilanciò il Rosario Perpetuo

dalla splendida basilica-Santuario di S. Maria Novella di Firenze e fu approvata da Papa Leone XIII, il 28 marzo 1901.

Da allora il progresso della nostra Associazione è stato costante, e attualmente è ricca di alcune centinaia di migliaia di iscritti… L’impegno fondamentale di coloro che aderiscono è la recita del Rosario, da soli o

comunitariamente, per un’ora intera - concordata con la direzione - una volta al mese, in modo che il santo Rosario venga recitato perpetuamente.

16 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

certo modo ci fa “partecipare”, con la “mediazione di grazia” della Madre di Dio, alla stessa “unica” mediazione di Cristo.

Così dicendo non vorrei andare oltre l’insegnamento della Chiesa, ma nean-che dimenticare quel mistero di grazia che, soprattutto attraverso i Sacramenti, ci viene dato di vivere.

Con il Rosario noi, infatti, come leg-giamo nella lettera di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, non solo preghiamo Maria, ma preghiamo con Maria (n. 16). Secondo il Papa del “To-tus Tuus”, noi, con il Rosario, continu-iamo il Magnificat di Maria, ringrazian-do Dio per il “capolavoro” compiuto in Lei: l’Incarnazione del Figlio Suo (n. 1).

La venerazione a Maria ci viene rac-comandata caldamente dalla Chiesa e dai Santi tutti.

Penso in questo momento alle paro-le di San Bernardo: “Veneriamo Maria con tutto l’impeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri. Così

vuole Colui che stabilì che noi riceves-simo tutto per mezzo di Maria”.

Ma riconoscere la Sua singolare di-gnità, in qualche modo, vorrei sottoli-neare, è come seguire, conformarsi a Maria in quella mediazione di grazia del Redentore di cui Lei è partecipe in modo unico e universale.

Il principio di questa “mediazione” lo indica, ad esempio, la Lumen Gen-tium quando dice: “L’unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un’unica fonte” (n. 62).

Per cui non c’è dubbio che l’unico Mediatore tra Dio e l’uomo è Gesù (I Tim. 2,6), e che “nessuno può anda-re al Padre se non per mezzo di Lui” (Gv. 14,6), ma la Sua Mediazione è co-sì grande e universale che Egli la può partecipare, in diversa misura, alle sue creature.

Certo il primo posto lo riceve Maria, per il suo ruolo di Madre, tanto che non dobbiamo esitare a chiamarla “Media-

FIRENZE. S. Maria Novella. Insieme per l’Ora di Guardia.

17Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

trice di tutte le grazie”, ma possiamo chiamare “mediatori” anche gli Apo-stoli, i Martiri, i Santi.

Non ci dobbiamo meravigliare di questo se pensiamo a quanto hanno ri-petuto i Padri del Concilio nella Lumen Gentium: “I fedeli dopo essere stati in-corporati a Cristo con il battesimo e… resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo (n. 31) … Egli intimamente li congiunge alla Sua Vita e alla sua Missione” (n. 34).

In altre parole tutti noi, incorporati a Gesù, siamo resi solidali gli uni con gli altri anche per la nostra salvezza e quindi ciascuno di noi deve portare il peso e la gioia del fardello degli altri secondo l’indicazione dell’apostolo Pa-olo: “portate i pesi gli uni degli altri” (Gal. 6,2) e ancora “noi siamo collabo-ratori di Dio” (I Cor. 3,9), ognuno, cioè, in qualche modo è anche intermedia-rio, mediatore di salvezza per gli altri.

Noi non siamo operatori della sal-vezza; non siamo cioè gli artefici della salvezza, ma siamo intermediari, e, in questo senso, mediatori della salvezza gli uni per gli altri.

San Giovanni Crisostomo, richiesto chi per lui fosse il cristiano, rispose: ”il cristiano è colui che è responsabile di tutti gli uomini”. Per quanto stiamo dicendo, questo è proprio vero perché “tutti sono mediatori per tutti”.

Chi pensa diversamente, lo sappia o no, fa del Regno di Dio, della “Comu-nione dei Santi” che professiamo nel Credo, della Chiesa, del Regno dell’a-more, una pura collettività di individui isolati che, in ultima analisi, per la sal-vezza non avrebbero nulla a che fare gli uni per gli altri.

La nostra Associazione del Rosario Perpetuo unendoci strettamente, per

mezzo del Rosario, con Maria e tra noi, tende a farci vivere degnamente questa “Comunione dei Santi”. E l’opera, la carità prima e più grande che possiamo fare al prossimo è la preghiera per lui.

L’Associazione ha scelto per noi la preghiera che è “compendio del Van-gelo” e perciò la più preziosa dopo la Santa Messa: la preghiera ispirata dalla stessa Madre di Dio, cioè la recita del S. Rosario … e per una così nobile causa.

Quando, davanti a Dio, renderemo conto dei doni e dei talenti ricevuti, sarà motivo di gioia per noi aver com-piuto, con il Rosario, ciò che come “mediatori” avremmo dovuto fare per il nostro prossimo.

(La Redazione)

Io credo in Te, Signore

O Signore, fa che la mia fede sia piena, senza riserve,

sia libera, senza costrizioni, sia certa, senza esitazioni,sia gioiosa e dia pace e letizia

al mio spirito, senza paure;che la mia fede sia operosa,

senza pigrizia,alimento continuo di speranza.O Signore, fa che la mia fede

sia umile, senza presunzioni,sia fede schietta, spontanea,

limpida,che non segua ragionamenti

contorti e sterili,ma condotta dallo Spirito

Santo, che è la tua Luce,trovi garanzia nella Scrittura,

forza nella Tradizione, e sia confortata dal Magistero

della tua santa Chiesa. •••

18 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

La notte in cui hanno arrestato Ge-sù, nell’orto del Getsemani, doveva es-sere una notte di grande tensione e di sospetto in contrasto con lo splendido plenilunio di primavera; persino curio-so, poi, un tale spiegamento di forze contro un personaggio tanto pacifico, quale era Gesù.

Qualcuno, tra i suoi, aveva tenta-to un gesto di resistenza, estraendo la spada, ma subito era stato bloccato dal gran buon senso di lui, il Maestro.

Poi, tutto era finito alla svelta: il tra-ditore aveva dato il suo perfido segnale, i discepoli fuggiti pieni di spavento, Ge-sù trascinato via in catene.

Questi i fatti! Però gli evangelisti non si accontentano di raccontarceli: ci in-vitano a meditarli, per comprenderne il senso. Ognuno di loro, attingendo a particolari ricordi, ce ne offre una parti-colare interpretazione, frutto di lunga e amorosa riflessione, per farceli rivivere.

San Marco: l’amara delusione del Messia respinto.

Il racconto di san Marco è triste, la-scia dentro qualcosa di amaro. Gesù sembra quasi trascinato dagli eventi, sorpreso, ferito nell’anima: non reagi-

sce al bacio umiliante di Giuda, non interviene al gesto violento di uno dei suoi. Prima ancora che se ne renda ben conto, si trova avvinto nelle catene. Solo allora sembra scuotersi, in una a-marissima protesta: «Come se fossi un brigante, siete venuti ad arrestarmi con spade e bastoni?». È la tristezza di un’a-nima colma di amore, che riceve odio e ripulsa.

In fondo, nella persona di Gesù si compie l’amaro mistero del Dio biblico che ha amato il suo popolo e ne è stato respinto; e il lamento di Gesù ripren-de il grande lamento della Legge (“Hai abbandonato il Dio che ti ha creato!“ Deut. 32,18) e dei Profeti (“O popolo mio, cosa ti ho fatto?” Mich. 6,3).

Ma proprio attraverso lo strazio mo-rale dell’ingratitudine e dell’odio, che lo porterà in croce, il Messia doloro-so salverà il popolo che lo ha respinto. Questa è la severa meditazione del se-condo Evangelista.

San Matteo: la spontanea immola-zione del Cristo Signore.

Alcuni dettagli sono sufficienti a ca-ratterizzare il racconto di san Matteo, il quale - lo si nota subito - riesce a im-

«Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sè una così grande ostilità dei peccatori, perchè non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato» (Eb. 12, 3-4).

LA NOTTE IN CUI HANNO ARRESTATO GESÙ

19Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

primervi un tono di dignità serena, e quasi dominatrice. Gesù tronca le false dimostrazioni di amicizia di Giuda (“Fa quel che devi fare!”), tronca sul nascere l’impossibile difesa di un discepolo (“ri-metti la spada nel fodero“), e con una calma addirittura incredibile - in mez-zo a tanto trambusto - gli recita persi-no un proverbio (“Chi prende la spada, perisce di spada”); ma sono le restan-ti parole di Gesù che colpiscono, per-ché in esse, presenti solo nel ricordo di Matteo, è contenuto tutto il significato teologico della scena: «Credi che non potrei pregare il Padre? Lui mi fornireb-be immediatamente dodici legioni di angeli! Ma allora come si compirebbe-ro le Scritture?». Dunque Gesù muore liberamente. Non è travolto dagli avve-nimenti, non è la soldataglia e i bastoni

contro di Lui che dispone, se vuole, di eserciti angelici (12 legioni, quasi cen-tomila angeli!); è la sua volontà che lo spinge a immolarsi, il suo amore. Ecco la serena meditazione del primo evan-gelista.

San Luca: l’amoroso perdono del Salvatore pietoso.

Subito nelle parole che Gesù rivol-ge a Giuda si rivela il particolarissimo intento che ha guidato san Luca a de-scrivere in altro modo la scena: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uo-mo?». Amaro, ma estremamente dolce, quasi un ultimo disperato richiamo.

E di nuovo il gesto inconsulto e inu-tile, del discepolo che brandisce la spa-da. Gesù interviene di colpo, con una frase netta: «Fermi! Basta così!» (non è

FIRENZE. Museo S. Marco. Beato Angelico (1387-1455).Gesù catturato è portato al Calvario.

20 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

più il tono didascalico rilevato da Mat-teo), e poi si curva, con infinito riguar-do, a toccare l’orecchio ferito di uno degli aggressori, e a guarirglielo.

L’ultimo miracolo compiuto da Gesù - solo san Luca lo ricorda - è dedicato all’aggressore violento che gli si stava avventando contro per incatenarlo e condurlo a morte! Gesù risponde con la commozione e la pietà, e uno spie-gamento di potenza divina, al suo odio; con l’amore, la dolcezza, la bontà.

È lo stesso Gesù che perdonerà a Pietro, pregherà il Padre per i crocifis-sori, prometterà la salvezza al ladrone pentito. Questa è la meditazione di san Luca: la Passione di Gesù è la rivelazio-ne dell’amore divino che perdona.

San Giovanni: la rivelazione della divina potenza in Cristo.

In modo paradossale certo, ma in-sieme, facendo assegnamento su una sapienza veramente ispirata, il quarto evangelista ha trasformato il raccon-to della tremenda Passione in una pe-rorazione appassionata per dimostrare la potenza messianica di Gesù e la sua gloria divina.

Questo intento è chiaramente rico-noscibile nella descrizione della scena dell’orto. Nel suo raconto, è Gesù che va deciso incontro alle guardie, non vi-ceversa; Lui le affronta, guidato da u-na sovrumana prescienza («sapendo già tutto ciò che doveva accadere»), prende l’iniziativa con piglio addirittu-ra autoritario («Chi cercate?»), e, fattosi riconoscere («Sono Io»), la severa mae-stà della sua parola e della sua persona colpisce gli avversari spingendoli indie-tro e facendoli stramazzare.

Una scena veramente inaspettata

in uno scenario simile, e che nulla nel racconto degli altri evangelisti avreb-be fatto prevedere. Ma Giovanni vuol dimostrare che nella persona di Gesù, soprattutto del Gesù sofferente, si rivela la Divinità. Anche durante la Passione, Giovanni non dimentica che il Cristo è il Verbo per mezzo del quale tutto è sta-to fatto.

Nella sua incomparabile dignità, Gesù, al momento dell’arresto, impar-tisce degli ordini («lasciate liberi costo-ro!), non solo per dimostrare che non subisce gli avvenimenti, ché anzi li do-mina, ma soprattutto perché sia chiaro a chiunque medita la Passione, che in Gesù si rivela la Divinità misericordiosa e buona. È la conclusione di Giovanni: la sofferenza e la morte di Gesù rappre-sentano il momento sublime della sto-ria dell’umanità in cui gli uomini ritro-vano Dio, perduto con il peccato, e da questo incontro escono prostrati nell’a-dorazione e trasformati da una potenza di grazia. Gesù che soffre è il Dio onni-potente e amoroso che «attira tutti a sé» (Omnia traham ad meipsum).

Concludendo: è straordinario come da un episodio tanto breve e semplice, raccontato sostanzialmente allo stesso modo, con gli identici personaggi e gli identici gesti, i quattro evangelisti sia-no riusciti a trarre tanti e così diversi si-gnificati. Il segreto sta nel loro modo di avvicinare i fatti della Passione: medi-tandoli! Chiunque legga i loro raccon-ti si sente invitato a imitarli e allora le quattro interpretazioni sulla scena triste e nobile del Getsemani si fondono in unico armonico messaggio che parla al cuore, uscendo vivo dal cuore sofferen-te di Gesù.

(P. M. Laconi). •••

21Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

Nel suo viaggio in Benin (Africa e-quatoriale), dopo la presentazione della esortazione apostolica Africae munus, Benedetto XVI, visitando il foyer Pace della Suore della carità, si è rivolto al-le famiglie e ai ragazzi: «E che cos’è la preghiera? È un grido d’amore lanciato verso Dio nostro padre con la volontà di imitare Gesù nostro fratello.

Gesù si ritirava in disparte per prega-re! Come Gesù, anch’io posso trovare ogni giorno un luogo calmo in cui mi raccolgo davanti a una croce o a un’im-magine sacra per parlare a Gesù e a-scoltarlo. Posso anche usare il Vangelo. Poi conservo nel mio cuore un passo che mi colpisce e mi può guidare du-rante la giornata…

Cari ragazzi, Gesù vi ama! Chiedete anche ai vostri genitori di pregare con voi! A volte, bisogna spingerli un po’. Non esitate a farlo. Dio è così impor-tante!

La Vergine Maria, sua madre, vi in-segni ad amarlo sempre più attraverso la preghiera, il perdono e la carità. Vi affido tutti a lei, come pure i vostri fa-miliari e i vostri educatori.

Guardate! Tiro fuori un rosario dalla mia tasca. Il rosario è come uno stru-mento che si può utilizzare per pregare.

È semplice pregare con il rosario. Forse lo conoscete già, altrimenti chie-dete ai vostri genitori di insegnarvelo.

Del resto, alla fine del nostro incontro ciascuno di voi riceverà una corona del rosario. Quando l’avrete in mano, po-trete pregare per il Papa – vi chiedo di farlo – per la Chiesa e per tutte le inten-zioni importanti.

E ora, prima che io vi benedica tut-ti con grande affetto, preghiamo insie-me recitando un’Ave Maria per i ragaz-zi del mondo intero, specialmente per quelli che soffrono per la malattia, la fame o la guerra. Ora preghiamo: Ave Maria…». (Pp Benedetto XVI).

Ricordando l’insegnamento di Benedetto XVI e la sua devozione al santo Rosario

GUARDATE! TIRO FUORI IL ROSARIO DALLA MIA TASCA

22 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

San Domenico, devotissimo della Vergine, si infervorò ancor di più al suo culto proprio nella lotta contro gli albi-gesi, che negavano a Maria il privilegio della divina maternità.

Fu allora forse che egli cominciò a predicare le glorie di Maria compen-diate nei misteri del Rosario, alternando la preghiera alla predicazione, sì che la preghiera illuminava la verità predicata e questa, a sua volta, illustrava il miste-ro contemplato nella preghiera.

La devozione alla Vergine, del padre Fondatore dei Domenicani, fu ereditata dai figli. Tutta la storia del suo Ordine è testimonio eloquente di questo senti-mento di amore filiale che i Frati Predi-catori, in tutte le età, hanno nutrito ver-so la Regina degli Apostoli.

Quando, al tempo del b. Giordano, successore di san Domenico, i religiosi erano particolarmente tormentati dagli assalti del nemico infernale, si ricorse con fiducia alla Vergine e il beato ordi-nò che si cantasse tutte le sere la Salve Regina dopo la Compieta.

Immediatamente ritornò la calma! Il beato Giordano - ci dicono le Vitae fratrum - fu devotissimo della Vergine; e con lui si poterebbero ricordare tutti i grandi domenicani di ogni tempo: da san Tommaso a santa Caterina da Siena, da san Vincenzo Ferreri al Savonarola, da san Pietro da Verona ad Alano della

Rupe, ecc; tutte le generazioni domeni-cane si sono trasmesse, come da padre in figlio, questa fiaccola, che è amore ardente alla Vergine, zelo per la sua gloria e imitazione delle sue virtù.

Giustamente Teodorico d’Apolda, a-giografo domenicano del sec. XIII, chia-mò l’Ordine il giardino della Madonna: giardino, ove fioriscono fiori olezzanti per lei, ove Ella è Regina.

La devozione a Maria fiorì e certa-mente fiorirà sempre nell’Ordine do-

PREGHIAMO PER I PREDICATORI DEL SANTO ROSARIO

Con la materna protezionedella Vergine Maria

La beata Vergine del Rosarioci benedica e ci protegga!

menicano anche perché è intimamente connessa all’ideale domenicano. «Tra l’incarnazione del Verbo di Dio - evi-denziava già Pio XII parlando ai Dome-nicani - e la predicazione v’è una stretta analogia, una meravigliosa somiglianza e parentela. Il discepolo di Cristo, a so-miglianza della Beatissima Vergine Ma-ria, dona, dà Cristo agli uomini, è por-tatore di Cristo.

La Vergine, Madre di Dio, Maria, ri-vestì Cristo dell’indumento delle mem-bra; l’araldo del vangelo lo riveste dell’aereo corpo delle parole: tanto lì che qui v’è la verità che ammaestra gli uomini, che gli uomini illumina e salva; la maniera è diversa, ma la virtù è la medesima. Di certo questo medesimo onore, questa lode, questa dignità ap-partengono a voi con speciale titolo».

Questa somiglianza di compiti men-tre accresce la devozione dei frati Pre-dicatori verso la Vergine Santissima, li assicura del suo materno patrocinio.

Sono certamente molti i rischi per chi deve avvicinare ogni sorta di gente, molti e di ogni genere per chi deve co-stantemente vivere a contatto col male, con l’errore, con tante deviazioni del-la mente e del cuore umano. Ed è per questo che noi dobbiamo pregare per loro, perché trovandosi sempre sotto la “speciale tutela” della Regina del Rosa-rio possano andare sicuri per il mondo e portare anime a Cristo.

Tanta materna bontà è per i frati Pre-dicatori motivo di grande serenità e gio-iosa fiducia nelle lotte e nelle difficoltà del ministero apostolico e nello stesso tempo è impegno a crescere ogni gior-no più nell’amore verso la Madre di Dio e a far conoscere a tutti, sempre più, le sue glorie.

P. Eugenio Zabatta op •••

LA CROCE METROPOLITANAA doppia traversa.

Notiamo la croce a doppia traver-sa. Nel ritrovamento della Croce di Gesù nel 326, da parte di Sant’Ele-na, nacque la celebrazione e la dif-fusione delle reliquie della Croce.

Da quel tempo, da emblema di supplizio e morte, la croce diventò il simbolo cristiano per eccellenza che riassume in sé il sacrificio del Salva-tore e la sua resurrezione.

La croce a doppia traversa o croce metropolitana, detta anche “vera croce” – perché si ritiene che rappresenti la forma originaria della croce di Gesù – è di pertinenza dei cardinali, dei patriarchi, primati e metropoliti e dei grandi fondatori di Ordini religiosi, per indicare la loro potestà che supera il confine delle stesse diocesi o territori.

Forte di questa tradizione, il pit-tore l’ha messa nelle mani di san Domenico di Guzman, perché è il fondatore del glorioso Ordine dei Predicatori (Domenicani). •••

23Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

24 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

NELLA CASA DEL PADREuna preghiera per i nostri cari defunti

Atzara: Corongiu Paola, Manca Anna;Baressa: Tuveri Eutelia, Piga Mina, Sca-

nu Maria, Tatti Gina, Atzei Teresina, Atzei Enedina, Piga rosa, Deidda Lidia, Uras E-ster, Atzei Clotilde, Uras Licia, Margini Vitalia; Bessude: Nurra DomenicoBenetutti: Testone Elena;Bulzi: Budroni Annina;Furtei: Floris Modestina;Guasila: Etzi Pietrina;Iglesias: Del Rio Luciana, Carta Rina;Lula: Spanu Maria;Lunamatrona: Frau Doloretta, Ghiani

Virgilio; Meana Sardo: Marras Maria, Podda Tommasina, Chighini Giuseppi-na; Nule: Marche Antonia;Pirri (S. Pietro): Basciu Ersilia; Samatzai: Atzori Giuseppa, Collu Vita-

lia - Samugheo: Sanna Giovannica, Tro-gu Maria Rita, Flore Anna Maria, Atzori Isabella; Sindia: Campus Mariantonia;Tonara: Orrù Giuseppina, Devigus Pa-

olina; Villamassargia: Marras Maria Bo-naria (24/03/2012).Villanovaforru: Macis Teresa, Sanna

Vitalia, Tatti Mariolina. •••

Assistita con premura dai suoi cin-que figli, ha accettato la lunga sofferen-za - dieci anni con il diabete - con fede e rassegnazione. Associata del Rosario, (17 anni) è stata anche consorella dello Spirito Santo e per un anno priorissa.

Al posto della mamma si iscrivono al Rosario Perpetuo le figlie Emanuela e Mirella. Riposi in pace.

(La zel. Stefanina Zoccheddu).

IMMACOLATA CARDIAS

di Baratili S. Pietro

1940

3 gennaio 2012

L’eterno riposo dona loro,o Signore,

e splenda ad essi la luce perpetua.Riposino in pace ! Amen.

25Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

Dopo lunga malattia, sopportata co-raggiosamente e cristiana rassegnazio-ne, la cara socia è tornata al Padre.

Da giovane si era consacrata alla Madonna entrando a far parte della pia unione delle figlie di Maria. Ha militato e si è formata nelle fila dell’Azione Cat-tolica, nella quale è stata una zelante educatrice di bambini e ragazzi.

Finché ha potuto era assidua all’O-ra di Guardia. La ricordiamo nelle pre-ghiere e siamo sicuri che continuerà, lei pure, a pregare per l’Associazione”.

(Lo zel. Massimo Porchedda).

LUCIA LASIU

di Nurachi

1928 05 maggio 2012

Ebbe da Dio il dono di un’immensa bontà e consacrò tutta la sua vita per il bene della Famiglia e dei suoi cari.

Fu affezionato e fedele del Rosario Perpetuo e della Associazione.

Lo ricordiamo nella preghiera men-tre lo raccomandiamo a quella di tutti gli iscritti. Riposi in pace.

(La zel. Antonella Peseu).

MARIO PUTZU

di Siurgus Donigala

8 settembre 1924 12 marzo 2012

RINACARTA

di Iglesias

1924 2012

Sposa, mamma e nonna esemplare, che ha saputo guidare la famiglia.

Era di profonda fede e grande sensi-bilità di animo, pronta ad aiutare i po-veri e i sofferenti, e in particolare i più bisognosi.

Ricordo con grande commozione soprattutto le esperienze di preghiera e di fraternità vissute in sua compagnia.

Era assidua all’Ora di Guardia fatta insieme, nel raccoglimento.

Continui dal cielo a vegliare su tutti i suoi cari e sull’Associazione che ha sostenuto sempre con fervore.

(la zel. Liliana Angiolini).

Donna discreta e disponibile: premu-rosa in particolare verso i poveri, ci ha dato l’esempio di una cristiana genero-sa e affabile, offrendo, a quanti l’avvici-navano, sempre un sorriso e una paro-la gentile. Sono certa che continuerà a pregare Maria SS.ma con noi e per noi.

Era molto conosciuta e amata. (La zel. Mariolina Pili).

NANDINA SCOTTU

di Sassari

13 ottobre 192622 dicembre 2012

26 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

Devotissima del Rosario e fedele alla S. Messa, per i suoi buoni esempi la ri-cordiamo al Signore con la preghiera. Nella foto commemorativa: “Io vi ame-rò dal cielo più di come vi ho amato in terra”. (La zel Maria Manca).

Dopo una vita dedita al lavoro, alla famiglia e alla preghiera, a 79 anni, è tornato alla Casa del Padre.

Molto devoto alla Madonna e socio fin dalla fondazione dell’Associazione a Pirri S. Tarcisio, è stato assiduo all’Ora di Guardia comune.

Lo raccomandiamo al Signore e in cuor nostro sentiamo che pregherà per la nostra parrocchia e associazione del Rosario. (La zel. Tonina Melis).

Madre di otto figli. Perseverante nella preghiera, partecipava all’Ora di Guardia del Rosario Perpetuo.

Aveva sempre il sorriso in volto e u-na parola buona per tutti.

Pregava sempre per i suoi e per tutti: continuerà a farlo in Cielo.

(La zel. Francesca Cosseddu).

Cara mamma, sei stata sempre amo-revole ed esempio di dedizione e di sa-crificio. Mai ci hai fatto mancare il tuo affetto, la tua presenza, i tuoi consigli.

Da tempo zelatrice del Rosario Per-petuo pregavi per tutti e per tutti avevi sempre un sorriso e una buona parola.

È difficile colmare il vuoto che lasci tra noi, ma siamo consapevoli che hai trovato la pace e la serenità accanto al Signore e alla Vergine del Rosario.

Veglia su tutti e riposa in pace. (Le figlie Teresina e Aida Murgia).

PIETRINA ETZI

di Guasila

29 giugno 1916 22 ottobre 2012

ELENA TESTONE

di Benetutti

25 febbraio 192325 novembre 2012

LUCIANA DEL RIO di Iglesias. Oltre ad essere una brava mamma e nonna, era un’ottima vicina di casa: discreta, tranquilla, affettuosa. La Madonna nella sua grande misericordia, la ricompenserà riservandole un posto in Paradiso. La ricordiamo con affetto nella preghiera. (La zel. Mariolina Pili).

ANTONIO ECCA

di Pirri

11 maggio 1933 29 settembre 2012

ENEDINA ATZEI

di Baressa

9 marzo 1925 22 agosto 2012

27Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

TERESA ATZEI

di Baressa

16 novembre 1928 19 ottobre 2012

Dà notizia del ritorno alla Casa del Padre il figlio Pino Melis, iscritto all’As-sociazione del Rosario.

Volentieri tutto il gruppo si unisce nella preghiera di suffragio per la sua anima benedetta. Riposi nella pace.

(La zel. Elisa Serpi).

AUSILIA PISTIS

diVillasor

9 settembre 19195 febbraio 2013

ALBINAMUSIO

diSerrenti

27 settembre 19256 maggio 2011

ANTONINA SPIGA

diSerrenti

21 ottobre 19288 giugno 2012

ARAMU LUIGINA

diserrenti

31 gennaio 192525 febbraio 2011

La fede in Gesù Cristo, il grande a-more verso la Madonna l’hanno sem-pre sostenuta nella vita fatta di sacrifici e dolori. Ha offerto a Dio, con umile rassegnazione il distacco per la morte della sua unica figlia.

Per tanti anni ministra della “cande-lora”, si è occupata del decoro e puli-zia dell’altare dedicato alla S. Vergine. È stato commovente vedere la sua bara proprio davanti a quell’altare: un segno di amore della Madonna!

Iscritta all’Associazione dell’Ora di Guardia, non trascurava la preghiera e aveva sempre parole gentili. Ora dal cielo preghi per la nostra Comunità.

Ci uniamo con affetto alle preghiere dei suoi familiari. ( La zel. Paola Arisci).

Donna semplice e umile. La racco-mandiamo al Signore e lei certamente pregherà per la sua famiglia e per tutti noi. (La zel. Sanna Graziella).

Mamma di otto figli, socia da pochi anni. Donna umile e semplice. Volen-tieri la ricordiamo nella preghiera.

(La zel. Sanna Graziella).

Donna di fede e di preghiera, gene-rosa. Partecipava alla prima messa tutti i giorni. Il Signore l’ha chiamata a Sé dopo quattro mesi dalla morte del ma-rito. Ora pregheranno per noi.

(La zel. Sanna Graziella). •••

28 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

Sorella umile, semplice e generosa. Svolgeva l’apostolato della carità e in-segnava catechismo: portava i ragazzi fino alla cresima.

Vedova da sei anni, vissuti nel do-lore che la vita non le ha risparmiato perché ha subìto vari interventi. Ha vis-suto con tanta fede, ponendo tutto nelle mani del Signore.

La pensiamo tra le braccia di Gesù e Maria: siamo certe che prega per noi, come anche noi facciamo per lei.

(La zel. Anna Mocci).

LAURA MALLUS

di Decimomannu

29 marzo 1939

19 ottobre 2012.

Mons. VINCENZO

LEDDA

di Bortigali

16 settembre 193421 dicembre 2012

MARIANGELA MURA

diSamugheo

23 giugno 192626 novembre 2011

È con grande dolore che annuncia-mo la morte a questo mondo della ze-latrice Mariangela Mura.

Ci consola, però, il fatto che ora in cielo potrà godere di tutti quei meriti che si è procurata sulla terra, per aver divulgato, con tanto amore, la devozio-ne alla nostra Mamma Celeste e al suo Figlio Gesù, col Rosario Perpetuo.

Siamo certe che, dal cielo, continue-rà a pregare con noi e per noi.

(Con le iscritte di Samugheo,la zel. Emanuela Deiana).

Dopo cinquant’anni di sacerdozio spesi al servizio di Dio e per la sua Chiesa e dopo mesi di grande soffe-renza, è tornato al Padre il nostro sti-mato Parroco, Monsignor Vincenzo Ledda.

Molto devoto della Madonna, uo-

mo di cultura e attento ai problemi dei parrocchiani, con il suo instan-cabile impegno e generosità, è stato un dono per l’intera Comunità.

Offriamo volentieri al Signore le nostre preghiere per la sua ani-ma benedetta, nella certezza che anche lui, ricordandoci nella gloria del Signore, continuerà a pregare per noi.

Con lo stesso amore filiale ac-cogliamo il nuovo parroco Don Ago-stino Carboni, mentre gli auguriamo un sereno apostolato tra noi, nel quo-tidiano cammino di fede che con la grazia di Dio vogliamo continuare.

(La zel.Tina Soro e l’Associazione del Rosario Perpetuo di Bortigali).

29Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

Atzara: Manca Caterina, Corongiu Assunta, Delogu Sebastiana; Bessude: Nurra Lucia, Marongiu Vilma.

Bono: Virdis Lucia, Cillara Francesco;Borore: Zoncheddu Pina (vice-zela-

trice).Bottidda: Craba Paola;Bulzi: Mulargia Vanna;Cagliari (Carmine): Pisu Beniamino;Furtei: Fenu Salvatorica, Floris Mode-

stina;Guasila: Arba Antonio, Carta Mario,

Cirina Francesco, Congiu Roberta, Cortis Ada, Enis Giovanna, Etzi Luisa, Fenu M. Laura, Guiso Don Alessandro, Lisci Pie-tro Paolo, Locci Laura, Manca Giuseppe, Medda Vitalia, Melas Salvatore, Melas Sonia, Melis Graziella, Melis Maria Ro-saria, Meloni Carlo, Moi Luigina, Murru Tina, Murtas Lidia, Orrù Anna, Pitzalis Amelia, Planta Grazietta, Scanu Antoni-no, Serra Loredana, Soru Candida, Spanu Gianmauro, Vignola Domenico, Zara Ma-riuccia, Zara Antonio, Cabiddu Michela;

Iglesias: Snenghi Pina, Angius Marco, Diana Franca, Concas M. Luisa, Frau Pierpaolo, Medau Lorenzo Tino, Floris Alice;

Nule: Crasta Bonaria;Nurachi: Porcu Michela e Agus Paolo,

Manca Agnese, Ketty Tiana;Ozieri: Manca Maria;Pirri (S. Pietro): Demeglio Anna Maria;S. Niccolò Gerrei: Follesa Francesca;Sassari: Sechi Lorenza;Sennori: Spanu Clara, Secchi Maria,

Chessa Maria Antonietta, Piana Vittoria, Sanna Maria Rita, Satta Valentina, Ug-gias Peppina, Cossu Giulia, Sassu Gio-vanna;

Sinnai: Pinna Aldo, Uda Paola, Perra Elena; Tonara: Peddes Silvana;

Villacidro: Atzeni Caterina, Murgia Vincenza;

Villamassargia: Farci Anna Maria, Marreddu Bonina, Steri Liviana.

Villasor: Muscas Agnese, Dore Giu-liana, Porceddu Pinna Teresina.

Segno sicuro della protezione della VerginePortiamo sempre con noi la corona! Portiamola come l’oggetto più prezio-

so. ”È ben fatto a portare la corona addosso”, leggiamo già nel ”Trattato della Fraternita del Rosario” di fr Michele di Lilla (1476).

Portare la corona è una testimonianza di fede e di devozione filiale nella Madonna; è un richiamo continuo a ripetere le preghiere più essenziali ac-compagnate dalla riflessione sui misteri cristiani; è un ”segno” sicuro della protezione della Madre di Dio e della futura salvezza eterna. Non ci paia, dunque, dura cosa, né vergogna, portare con sé la corona del santo Rosario.

ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO PERPETUO

LE NUOVE ISCRITTEbenvenute nella nostra associazione di preghiera

30 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

A tutti i ragazzi e alle ragazzedel Rosario Vivente,

Cari ragazzi, sapete bene come è grande la predilezione di Gesù e del-la Madonna per voi! Conoscete certa-mente il brano del Vangelo nel quale si ricorda quanto Gesù gradisse che i ragazzi andassero da Lui e ugualmen-te, più volte, avrete sentito parlare delle numerose apparizioni della Madonna ai ragazzi, come a Pontmain, La Salette, Lourdes, Fatima… e in tanti altri luoghi che forse conoscete.

La Madonna ha fiducia di voi ragazzi e vi affida dei “servizi” importanti da compiere. Chiede soprattutto di pregare e nello stesso tempo anche di sapere fare dei sacrifici, delle rinuncie a favore dei peccatori perché non offendano più, con azioni cattive, nostro Signore.

L’immagine che vi riporto questa volta nelle pagine del bollettino si riferisce ad una di queste richieste da parte della Madonna ad alcuni ragazzi. Quest’immagine che una volta era dipinta sul muro esterno, oggi è custodita in una bella cappella unita alla basilica di S. Maria Novella che è a Firenze. Questa cappella fu costruita

Il “Rosario Vivente” è un movi-mento spirituale di preghiera for-mato da gruppi di 20 ragazzi o giovani ciascuno. Ogni ragazzo si impegna a dire, tutti i giorni, un mi-stero del Rosario (1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre).

Il Rosario Vivente risponde all’in-vito della Madonna a recitare il Ro-sario: per la conversione dei pec-catori; per la pace nel mondo; per la riparazione delle offese fatte a Dio. Vuole riportare il Rosario in fa-miglia, piccola Chiesa domestica; vuole, infine, unire nella preghiera del Rosario numerosi giovani per un serio cammino di fede.

Per aiutare i ragazzi nella recita del mistero sono disponibili: la Coroncina di soli dieci grani, da tenere in mano e il libretto con le immagini dei misteri e delle brevi riflessioni. Invitiamo parroci, catechisti e le nostre zelatrici a formare, in parrocchia, almeno un gruppo di ragazzi rosarianti.

Per le informazioni e l’occorren-te al gruppo scrivere a:

Associazione Rosario Perpetuo - P.za S. Maria Novella, 39 - 50123 FIRENZE - Tel. 055.35.56.80 -

Ore 8,30-13.00 (lunedi-giovedì).

IL ROSARIO VIVENTE

31Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

due anni dopo il fatto, avvenuto il 22 ottobre 1472, che voglio farvi conoscere.

A quel tempo, proprio accanto alla Chiesa, dove ora ci sono grandi palaz-zi, passava un piccolo fiume e c’era un campo di canne, ma ecco come il cro-nista di allora riporta il prodigio:

«Nell’anno del Signore 1472, nel giorno 22 di ottobre, che, come fu no-tato, in quell’anno cadeva nella quar-ta domenica del mese, avendo alcuni fanciulli prese dal vicino canneto delle

canne frondose come spazzole, circa l’ora ventesima cominciarono a scorre-re qua e là nel cimitero (attuale giardi-no di via degli Avelli, allora cosparso di tombe).

Ora accadde che mentre essi gioca-no con quelle canne a fare la scherma, come sogliono fare i ragazzi, e scoraz-zano per il cimitero, uno di essi, nato dalla famiglia De’ Ricasoli, giunto di-nanzi alla pittura, si sente chiamare per nome dalla bellissima Madre di Dio.

Il fanciullo rimane come sospeso

FIRENZE. S. M. Novella. Cappella della Pura. Madonna con Bimbo (sec. XV).

32 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

dalla novità di quella voce. Sente chia-marsi ancora una seconda volta e ascol-ta la voce che gli chiede di ripulire, con la sua canna frondosa, la sua immagine dalla polvere e dalle ragnatele.

Il ragazzo ubbidì prontamente: ed ecco che il fatto, divulgato per la città, provocò un accorrere continuo di mol-titudine di fedeli.

Moltiplicandosi poi i miracoli della Vergine, dopo un biennio Ranieri e Lo-renzo De’ Ricasoli… trattarono di co-struire sul luogo una degna cappella».

E della immagine veramente bella, abbiamo questa descrizione:

«La Vergine Madre, seduta su di un sedile che rimane invisibile, ha la tu-nica di un rosso cupo, visibile solo sul petto e sul braccio destro. L’amplissimo mantello azzurro le forma come un ve-ro trono sul quale si erge la sua gen-tile figura che stringe al seno, sul lato sinistro, Gesù Bambino, il quale con le

manine dolcemente appoggiate sulla mammella ne succhia il latte.

La dolce figura della Vergine Madre dagli occhi leggermente a mandorla, dal profilo allungato, sembra di buona scuola senese della metà del sec. XIV.

È tanta la suggestione che lascia il casto atteggiamento della Vergine nell’atto di allattare il Bambino che fin dall’inizio della nuova devozione, si cominciò a chiamarla Madonna della Purità, volgarmente della Pura, e a far sorgere una pia Società di Ragazzi tra i quali ci sarà stato, o saranno stati quel-li cui, quella sera, aveva parlato la Ma-donna».

Santa Maria Novella, uno dei più bei Santuari dedicato alla Santa Vergine, è la sede del centro nazionale dell’Asso-ciazione del Rosario Perpetuo. Anche qui, dunque, durante i lunghi secoli della sua storia, si è mantenuta viva la devozione alla nostra Mamma celeste soprattutto con il Rosario. Anche qui la

I ragazzi di tutto il mondo, d’ogni razza e nazione, veri apostoli del Rosario: ogni giorno e devotamente recitano almeno una decina del santo Rosario.

Madre di Dio si è valsa di ragazzi per riaffermare la sua presenza materna e premurosa in mezzo a noi.

Ieri come oggi, i Padri Domenicani, predicatori del Rosario, custodi e pro-pagatori di questa salutare devozione, ripetono l’importanza e la necessità di pregare con il Rosario.

Volendo soddisfare la richiesta che la Madonna fa ai ragazzi - recitare o-gni giorno e devotamente la corona - i Sacerdoti incaricati dell’Associazione non si stancano di invitare zelatori e zelatrici, catechisti e parroci a formare, in parrocchia, un gruppo del Rosario Vivente tra ragazzi o giovani.

I frati sono disponibili per parlare di questa associazione tra i ragazzi e of-frire i sussidi adatti (coroncine, libretti, foulards …) per la formazione del grup-po, anche intervenendo di persona.

Più volte, anche negli anni passa-ti, nella rivista “Il Rosario” si è parlato dell’opportunità di formare i gruppi del Rosario Vivente e anche in questo Bol-lettino della Sardegna abbiamo dedica-to sempre alcune pagine ai ragazzi.

È a loro, che hanno tutta la vita da-vanti a sé, che dobbiamo far conoscere e passare la corona del Rosario! Questo porterà, certamente anche nella loro vi-ta, la luce e il conforto.

Un metodo veramente sicuro, il Ro-sario Vivente, per insegnare ai ragazzi a pregare, a meditare i misteri della no-stra fede. Ai catechisti, in particolare, dico che se al termine delle istruzioni che tengono ai ragazzi, non avessero loro insegnato a pregare, rimarrebbe infruttuosa la loro fatica. Si! Con il Ro-sario è il Vangelo stesso che, meditato nei singoli episodi della vita di Cristo, diventa preghiera.

(a cura di P. Eugenio Zabatta op.).

Gli obiettivi da conseguire con la preghiera del Rosario, sono la pace e il bene della famiglia.

Il Rosario è preghiera particolar-mente indicata per ottenerci il dono della pace (RVM 40): in esso con-templiamo “Cristo nostra Pace” (Ef. 2,14); con esso affidiamo al Cuore di Maria la grande causa della pace. “Non si può recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un preciso impe-gno di servizio alla pace… (6; 40).

“Analoga urgenza d’impegno di preghiera… è quello della famiglia, sempre più insidiata: ad essa sono legate le sorti dell’intera società (6).

“La famiglia che prega unita, re-sta unita” (41): questa verità sinte-tizza tutte le indicazioni contenute nella lettera sul Rosario ed è una “famiglia in preghiera”, quella che auspicava il Papa, a imitazione della Casa di Nazareth (41).

Con la “famiglia unita” si salva il mondo; ma perché la famiglia sia u-nita “Urge la preghiera del santo Ro-sario” recitato insieme (5).

Rispondiamo fiduciosi all’appello e, con il Rosario, poniamoci in una mobilitazione generale per risolvere i mali, dalle dimensioni cosmiche, che minacciano l’umanità intera.

L’efficacia del Rosario non è dimi-nuita, anzi è aumentata nel tempo, sperimentata nei secoli.

Urge riprendere la Corona con la fede di chi ci ha preceduto” (17). “Il Rosario conserva tutta la sua forza”: avvaliamocene! •••

PERCHÉ LA RECITADEL ROSARIO?

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CONTEMPLIAMO I MISTERI DELLA LUCE

La funzione che Maria svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo. La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta diretta-mente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi (e quin-di a ciascuno di noi): «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5).

Primo mistero luminoso: Il Battesimo di Gesù al GiordanoDal Vangelo: «Appena battezzato Gesù uscì dall’acqua… ed ecco una voce dal

cielo disse: “Questo è il figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”» (Mt 3,13).

Ringraziamo il Signore del dono del Battesimo per il quale siamo stati rigenera-ti ad una speranza viva per un’eredità che non si corrompe e non marcisce.

Secondo mistero luminoso: Le nozze a Cana di GalileaDal Vangelo: «Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la

sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» (Gv 2,11).Per invito della Madre teniamoci pronti a fare quanto il Figlio Gesù ci ordinerà

di compiere in modo che accresca in noi la fede.

Terzo mistero luminoso: Annuncio del Regno e invito alla conversione Dal Vangelo: «Gesù andava per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro

sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia (Mt 9,39).È piaciuto al Signore salvare i credenti per mezzo della predicazione dei suoi

apostoli. Chiediamo che ci conceda di comprendere la sua Parola e di metterla in pratica nella nostra vita.

Quarto mistero luminoso: Trasfigurazione di Gesù su TaborDal Vangelo: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio

dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» ( Gv 6,53).Destinati ad essere conformi all’immagine del Figlio di Dio, chiediamo che

liberati dal peccato, che ci impaccia, corriamo verso la meta che ci attende.

Quinto mistero luminoso: Istituzione dell’Eucaristia nel Cenacolo Dal Vangelo: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio

dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» ( Gv 6,53).Il nostro vero alimento – il pane quotidiano - è il Corpo e il Sangue di Gesù

che il Padre ci dona: riceviamolo spesso con fede e gratitudine, perché possiamo ottenere la Vita eterna. •••

35Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013

Inizia con il segno di croce e con la corona in mano, per ogni quadro del Rosario, dopo l’e-nunciazione del miste-ro, recita:

1 Padre Nostro10 Ave Maria 1 Gloria al Padre.

QUADRI DEI MISTERI DELLA LUCE

Trasfigurazione di Gesù sul Tabor.

Istituzione dell’Eucaristia nel Cenacolo.

Il Battesimo di Gesù al Giordano.

Annuncio del Regno e invito alla conversione

Le nozze a Cana di Galilea.

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LA NOSTRA FEDE

l’Anno della fede ha avuto inizio l’11 ot-tobre 2012, nel cinquantesimo anniversa-rio dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro S. Gesù Cristo Re dell’Universo.

Quest’anno sarà un’occasione propizia perché tutti i fedeli comprendano più pro-fondamente che il fondamento della fede cristiana è «l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva»

Fondata sull’incontro con Gesù Cristo ri-sorto, la fede potrà essere riscoperta nel-la sua integrità e in tutto il suo splendore.

«Anche ai nostri giorni la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimonia-re», perché il Signore «conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’es-sere cristiani».

L’Anno della fede coincide con il ricor-do riconoscente di due grandi eventi che hanno segnato il volto della Chiesa ai nostri giorni: il cinquantesimo anniversario dell’a-pertura del Concilio Vaticano II, voluto dal beato Giovanni XXIII (11 ottobre 1962), e il ventesimo anniversario della promulga-zione del Catechismo della Chiesa Cattoli-ca, offerto alla Chiesa dal beato Giovanni Paolo. II (11 ottobre 1992).

Christus vincit,Christus regnat,

Christus imperat.

BOLLETTINO DEL ROSARIO PERPETUOmaggio - agosto 2013 - n. 2

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