L'Asolano N°3-07

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LAsolano Periodico indipendente d’attualità e cultura del territorio di Asola Anno 2 N° 3 Maggio - Giugno 2007 €. 1,00 Mappa di Castelnuovo del 1752 disegnata da Livio Corbolano pubblico agrimensore di Casalmoro e conservata nellʼ Archivio Storico del Comune di Asola. All’interno: Due parole sull’Ospedale Da che pulpito... E’ uscita “La Quadra” La Società del Tiro a Segno Il personaggio: Riccardo Boni Così parlò Don Riccardo

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All’interno: Il personaggio: Riccardo Boni Da che pulpito... Due parole sull’Ospedale Così parlò Don Riccardo E’ uscita “La Quadra” Mappa di Castelnuovo del 1752 disegnata da Livio Corbolano pubblico agrimensore di Casalmoro e conservata nellʼ Archivio Storico del Comune di Asola. Anno 2 N° 3 Maggio - Giugno 2007 €. 1,00

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L’Asolano

Periodico indipendente d’attualità e cultura del territorio di Asola

Anno 2 N° 3 Maggio - Giugno 2007 €. 1,00

All’interno:

Mappa di Castelnuovo del 1752 disegnata da Livio Corbolano pubblico agrimensore di Casalmoro e conservata nell ̓Archivio Storico del Comune di Asola.

All’interno: Due parole sull’Ospedale

Da che pulpito... E’ uscita “La Quadra”

La Società del Tiro a Segno

Il personaggio:

Riccardo Boni

Così parlò Don Riccardo

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Li ringraziamo tutti, di cuore, per la loro con-creta condivisione della nostra iniziativa. A tal proposito, ci conforta, sapere che i nostri sforzi sono apprezzati e che i lettori aumen-tano, così come stanno aumentando coloro che, seguendo un nostro suggerimento, han-no iniziato a collezionare L̓ Asolano, per co-stituire una raccolta documentale unica, ricca di informazioni interessanti, curiose e di noti-zie storiche difficilmente recuperabili in altro modo. “L̓ Asolano”, almeno secondo il nostro desiderio, dovrebbe diventare, sempre più, un veicolo importante per tener viva la cultura lo-cale; le nostre tradizioni e lʼuniversalità dei le-gami che ci uniscono alle generazioni passate e future. Abbiamo visto che bastano pochi anni per far calare lʼoblio su personaggi che hanno segnato un periodo della nostra Società e che le nuove generazioni nemmeno conoscono. Il ricordo di queste persone non deve disperder-si, come non devono disperdersi i Valori in cui essi hanno creduto, perchè essi costituiscono riferimenti positivi per una gioventù che ha sempre bisogno di esempi da seguire. In que-sto numero abbiamo voluto ricordare due per-sonaggi molto diversi fra loro ma, entrambi caratterizzati da un animo puro e dalla coeren-za di una vita vissuta in sintonia con i propri ideali. Il primo è Guido Antonio Margoni, del quale ricorre questʼanno il 60° anniversa-rio della morte, mentre il secondo, più recente, è Riccardo Boni, per le cui notizie biografi-che ringraziamo la moglie Antonia, i figli Ca-tia e Maurizio e lʼamico di sempre Odoardo

Siamo consapevoli di essere ancora dei neo-fiti, almeno sotto il profilo giornalistico, ma con questo 5° numero, se vogliamo dar retta alle spontanee attestazioni di apprezzamen-to che ci continuano a giungere dai lettori, un primo passo ci sembra di averlo davvero compiuto. Proprio perchè crediamo di esse-re partiti con il piede giusto, ora dobbiamo guardare avanti, per cercare di migliorare ulteriormente o, quanto meno per cercare di confermarci. Prima di ogni altra consi-derazione è, però, doveroso soffermarci a ringraziare chi, fin dallʼinizio, ha creduto in noi e ci sta aiutando a crescere. Il primo, fra questi è certamente lʼamico Giulio Azzini e lʼintero staff della Tipolitografia Rongoni. Senza il loro apporto, dettato unicamente dal piacere di fare qualche cosa per il pro-prio Paese, non ci sarebbe “LʼAsolano” o, perlomeno, non sarebbe attraente, come lo fa apparire lʼattuale veste grafica. Per ren-dere più concreta la nostra riconoscenza, nel prossimo numero di luglio abbiamo pensato di raccontare la storia dellʼarte tipografica ad Asola, dalle origini allʼattuale dimensione industriale della Tipolitografia Rongoni che, oggi è un eloquente esempio di operosità e di successo: un fiore allʼocchiello per Aso-la, proprio in tempi di crisi occupazionale, come quelli che stiamo vivendo. Se “Ron-goni” è il primo dei nostri sponsors, non possiamo certo dimenticare gli altri, senza il cui sostegno, a maggior ragione, non ci sarebbe alcun giornale, nè bello, nè brutto.

Editoriale 2

L’Asolanobimestrale

Periodico indipendente dʼattualità e cultura del territorio di Asola

ANNO 2 - N° 3Maggio / Giugno 2007

* * *Autorizzazione Tribunale di Mantova

N° 2 / 06 del 16 / Giugno 2006

Direttore Responsabile: Guido Baguzzi

Albo Giornalisti N° 110821Indirizzo e-mail: [email protected]

Direzione e Redazione: Asola (Mantova)

Via Cantarane, 39 - Tel. 338.1516966Sito internet: www.asolano.it

Raccolta pubblicitaria: Dario Compagnoni

Via Garibaldi, 10 - Tel. 340.5958842e-mail: [email protected]

Pubblicità: inferiore al 45%

Stampa: Tipolitografia Rongoni - Asola

Editore: Associazione Culturale “LʼAsolano”

Asola, via Pignole, 24Registrata lʼ11 agosto 2005

Uff. Reg. Castiglione Stiv. N° 3119 / 3

Collaboratori:Annalisa Antonini, Eros Aroldi,

Cristiana Azzali, Leonardo Bugada,Ester Cauzzi,

Dario Compagnoni, Marco Dittamondi, Elia Favalli, Enrico Ferro,

Don Riccardo Gobbi, EOS Piubega, Lorenzo Legnani, Fabio Moreni,

Luca Moreni, Massimiliano Todeschi, Fiorenzo Zanella.

Attuale Zona di Diffusione:Asola, Acquanegra, Casalmoro,

Castelnuovo, Casaloldo, Ceresara, Piubega.

Tiratura attuale: 1100 copie

“LʼAsolano” è giunto alla sua quinta uscita.

Guido Baguzzi

Ringraziamo i lettori per le belle parole di consenso che ci hanno riservato dopo lʼuscita del quarto numero.

Uggeri. In una Società come quella attuale, condizionata dai falsi ideali, questi due per-sonaggi, pur nella loro profonda differenza, rappresentano due esempi di vita, che non si è mai piegata allʼinflusso malefico del “dio denaro”, ma si è sempre ispirata ad una Fede vera, negli ideali positivi in cui ciascuno di loro ha creduto, fino allʼultimo istante della propria esistenza. In questo numero, altri ar-ticoli che meritano la Vostra attenzione, sono quello di Enrico Ferro che, con la precisione che gli è consueta, ci parla della Società del Tiro a Segno; quello del neo dottore Elia Fa-valli che, con passione e competenza, ci il-lustra lo stupendo pulpito della nostra Catte-drale; poi la rubrica dellʼavvocato Cristiana Azzali, quella religiosa di don Riccardo, e quella dialettale di Eros Aroldi. Interessanti anche i ricordi di Paolo Capra sulla Casa di Riposo. Per concludere, prima di augurare a tutti una piacevole lettura, devo rivolgere un caldo benvenuto a Massimiliano Todeschi, un nuovo e giovane collaboratore che si oc-cuperà delle corrispondenze da Ceresara.

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venga stimolato e come i privati parteci-pino volentieri a progetti di insediamen-ti produttivi vicino ad una grande arteria stradale. Altri Sindaci hanno preso la pa-rola per esprimere il senso dʼimpotenza di chi è costretto ad operare in una situazio-ne paralizzata dallʼassenza di una visione politica dʼinsieme, con unʼAmministra-zione Provinciale chiusa nel proprio con-fine, bloccata dallʼideologia e dalla propria incapacità progettuale. Con il suo inter-vento, lʼon. Tassone ha riferito la propria esperienza parlamentare e professionale, nel settore strategico delle infrastrutture, in ambito europeo, sia dal punto di vista della burocrazia, quanto da quello della confu-sione delle competenze e delle ideologie,

Politica 3

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Filiali

ASOLA (MN)Viale della Vittoria n. 1 - Tel. 0376.7221 - Fax 0376.722344 - e-mail:[email protected]

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MANTOVAVia Arrivabene n. 25Tel. 0376.469111 - Fax 0376.469112REMEDELLO (BS)Via Rossi, c.m.Tel. 030.9953931 - Fax 030.9953924RIVALTA SUL MINCIO (MN)Strada Francesca Est c.m.Tel. 0376.653458 - Fax 0376.654161SUZZARA (MN)Viale Stelvio Zonta n. 5Tel. 0376.536961 - Fax 0376.536963VIADANA (MN)Via Vanoni n. 2Tel. 0375.782110 - Fax 0375.782212

ASOLA (MN)Viale della Vittoria n. 1Tel. 0376.7221 - Fax 0376.720166ACQUANEGRA SUL CHIESE (MN)Piazza XXV Aprile n. 50Tel. 0376.727272 - Fax 0376.727288BANCOLE DI PORTO MANTOVANO (MN)Via Cesare Pavese n. 1Tel 0376.392625 - Fax 0376.392376BOZZOLO (MN)Via Matteotti n. 56Tel. 0376.921100 - Fax 0376.920802CASALMORO (MN)Via IV Novembre n. 124/ATel 0376.737266 - Fax 0376.737211

CASATICO DI MARCARIA (MN)Via B. Castiglioni n. 7Tel. 0376.950750 - Fax 0376.950755CASTELNUOVO ASOLANO (MN)Via per Casaloldo c.m.Tel. 0376.748081 - Fax 0376.748090GHEDI (BS)Via Matteotti, 54Tel. 030.9050585 - Fax 030.9031780ISORELLA (BS)Via Zanaboni n. 56Tel. 030.9529091 - Fax 030.9529092LEVATA DI CURTATONE (MN)Via Caduti del Lavoro n. 1Tel. 0376.47311 - Fax 0376.47361

Convegno UDC in Sala dei Dieci susviluppo ed infrastrutture

che spesso prevalgono sul bene comune. A conclusione del suo intervento, lʼon. Tassone, assicurando il proprio sostegno, ha invitato ad organizzare altri dibattiti e a farsi sentire, per sensibilizzare la gente ad un problema che coinvolge tutti. Solo così si esercita la vera Democrazia, che è pratica difficile, ma anche lʼunica possibile. Questa Democrazia va rafforzata dalla dialettica, se non si vuole lasciar campo libero ai sedicenti democrati-ci, che ne parlano molto e ne praticano poca. In conclusione, si può dire che lʼincontro, organizzato dallʼUDC di Asola, sia risultato molto positivo perchè, pur facendo neces-sariamente politica, si è parlato in termini concreti di problemi reali che condizionano la vita pubblica. Ma anche perchè è emerso che non basta far quadrar i conti, per poter dire di aver amministrato bene. Per ammi-nistrare con efficacia, se si vuole tenere il passo di una Società in continua evoluzione, occorrono capacità progettuali, un pizzico di coraggio e una certa lungimiranza: qua-lità proprie dei buoni imprenditori che sono consapevoli che è antieconomico ed antisto-rico pensare al proprio “orticello” come se fosse lʼombelico del mondo.

Venerdì 23 marzo un pubblico interessato e numeroso, richiamato dallʼimportanza del-lʼargomento, ha affollato la Sala dei Dieci, per presenziare al dibattito proposto dalla sezione UDC di Asola sul tema: <Infra-strutture per un paese più moderno ed eu-ropeo: quali le opportunità per il territorio mantovano>. Hanno animato il convegno Gilberto Sogliani, consigliere nazionale UDC, Maurizio Ottolini, vicepresidente Autocisa, Paolo Pecoraro, Segretario Pro-vinciale UDC, Roberto Artioli, vicepresi-dente della Confindustria mantovana, Mas-simo Fainozzi, consigliere provinciale. Gli autorevoli interventi sono stati conclusi, in maniera chiara ed efficace, dallʼon. Ma-rio Tassone, componente della Commis-sione Trasporti della Camera. Tutti hanno concordato nellʼaffermare che il problema delle infrastrutture non va considerato uni-camente da un punto di vista locale, ma deve essere inserito nel più ampio contesto nazionale ed europeo. Saranno, quindi le scelte dellʼUnione Europea ad influenzare le situazioni locali. Infatti il “corridoio 1” ed il “corridoio 5” sono i progetti di due ar-terie europee che si verranno ad intersecare a sud di Verona, con positivi ritorni anche sullʼeconomia e sulla viabilità delle provin-ce limitrofe. Se ciò avverrà, Asola si trove-rà a poca distanza da tre caselli autostradali (Gazoldo, Calvatone e Montichiari) e potrà beneficiare di tutti i vantaggi che un buon sistema viario determina. Questa ipotesi favorevole è però inspiegabilmente ferma a causa di ostacoli posti dalla Provincia di Mantova che, unica su 163 Enti locali fa-vorevoli, è contraria al tracciato completo (già approvato dal CIPE) dellʼAutostrada Tirreno-Brennero (TIBRE) che porterebbe ad aprire i caselli di Calvatone e Gazoldo. La Provincia del Presidente Fontanili, per la sua inspiegabile propensione ad autoiso-larsi, non solo ostacola il progetto europeo, ma neppure considera, in alternativa, la ne-cessità di allargare altre strade come la ex statale Asolana o la Postumia. La carenza delle comunicazioni che, nella nostra zona, include anche la tratta ferroviaria Parma-Brescia, condiziona pesantemente lʼecono-mia del territorio e scoraggia lʼinsediamen-to di nuove imprese, fondamentali per la nostra ripresa economica ed occupazionale. Tra i presenti in sala sʼè notata la presenza di molti Sindaci, Amministratori Comunali, ed esponenti del mondo del lavoro, manto-vani e non, intervenuti per conoscere la rea-le situazione del progetto che, in futuro po-trebbe coinvolgere le loro Comunità, e per farsi unʼidea di cosa essi possano fare permigliorare questo loro futuro, attualmente così incerto. Il Sindaco di Calvatone, rife-rendo una sua esperienza, ha sottolineato quanto valore acquisti tutta lʼarea interessa-ta da un casello autostradale; come lʼindotto

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Servizi 4

SISAM: e se il vecchio inquilino non ha pagato lʼacqua?

Al fine di far risparmiare tempo, denaro ed inutili arrabbiature, vorremmo mettere in allerta i nostri lettori sul comportamento della Società SISAM, per quanto riguarda le utenze dellʼacqua delle vostre abitazioni, nel caso particolare in cui lʼintestatario che vi ha preceduto abbia lasciato delle bollet-te non pagate. Quindi, se state comprando o vendendo casa, oppure se state stipulan-do un contratto di locazione, vi invitiamo a controllare attentamente la situazione dei vostri contatori. Per lʼEnel e lʼItalgas il pro-blema è facilmente risolvibile: se il contato-re è piombato e lʼutente precedente non ha pagato, è sufficiente, con poche telefonate ed un fax, dimostrare la propria estraneità con la persona che ha lasciato i debiti e, nei cinque giorni lavorativi previsti, un tecnico verrà a spiombare il contatore rendendo di-sponibili luce e gas. Per lʼacqua, la cui ero-gazione dipende dalla SISAM, la procedura è ben diversa. Quando il vecchio inquilino lascia lʼabitazione, la SISAM, che gestisce anche lʼacquedotto di Asola, appone i pro-pri sigilli al contatore e aspetta. Aspetta fino al momento in cui qualcuno non abbia di nuovo reale necessità di quel contatore, ad esempio, a seguito dellʼacquisto della casa.Quando il nuovo proprietario, ignaro delle eventuali pendenze, a seguito della normale richiesta di riapertura, si ritrova, suo mal-grado, invischiato nella procedura prevista dalla SISAM secondo la quale detta Società ha stabilito di non riaprire alcun contatore fino a quando qualcuno, non importa chi, non provveda a saldare il debito pendente.Ciò significa che, dopo aver comprato casa, se volete lavarvi e far da mangiare, dove-te pagare lʼacqua consumata in passato da unʼaltra persona. Sta poi a voi improvvisar-

vi agenti di recupero crediti, andando a cerca-re di recuperare i soldi dal vecchio proprieta-rio. Ma se questa fosse lʼunica soluzione (far-si carico dei debiti altrui), per avere giustizia si potrebbe chiamare Striscia la Notizia. Ma, poiché, come ogni situazione ingiusta, alla fine si scopre una scappatoia, anche nel caso della SISAM, esiste un trucco davvero bana-le, ma sufficiente per evitare lʼassurda pro-cedura imposta dalla Società erogatrice del servizio. La scappatoia per non pagare il de-bito altrui è quella di far richiesta di un nuovo contatore, sobbarcandosi lʼonere di una spesa imprevista di circa 400 euro e quello di un tempo di attesa che la SISAM si guarda bene dal quantificare. A questo punto, prima di procedere per il nuovo contatore, forse vale la pena controllare lʼimporto non pagato dal precedente proprietario perché potrebbe dar-si che lʼimporto richiesto dalla SISAM fos-se minore di quello necessario per un nuovo contatore. Così, potrebbe essere che valga la pena chiudere la vecchia pendenza, pagando di tasca propria quello che avrebbe dovuto pagare il vecchio proprietario. E questo gra-zie alle assurde regole di una Società, nata con i soldi dei cittadini, come Consorzio di comuni, per fare un servizio ai cittadini che, oggi, se ne infischia dei cittadini e mira solo al proprio tornaconto. Il consiglio che diamo ai nostri lettori, nellʼipotesi che essi vogliano acquistare casa nella zona servita da detta So-cietà, è quello di informarsi presso la stessa SISAM, prima di andare a rogito o, prima di restituire il deposito cauzionale agli inquilini uscenti, se esistono pendenze e di che im-porto. Nonostante la privacy, gli impiegati della Società, in genere, vi rispondono. Ma questo non è il solo caso che riguarda lʼero-gazione dellʼacqua. Infatti, invitiamo i signori

20° Anniversario della Sezione AIDO di Asola

commercianti a controllare bene la loro bol- letta perchè, a quanto ci risulta, sembra che la Società SISAM imputi in fattura ad ogni atti-vità, un consumo forfettario di ben 100 metri cubi annui. Un consumo enorme (1.000.000 di litri dʼacqua) che un negozio, pur grande che sia potrà fare in dieci anni. Poiché il con-sumo di ogni attività è chiaramente indicato da un contatore perché, da anni, SISAM si comporta in questo modo? E il Comune, che è socio di SISAM, condivide questi meto-di quanto meno discutibili? Attendiamo una risposta ed una chiara presa di posizione. Dario Compagnoni

Ricorre questʼanno il ventennale della fonda-zione del Gruppo Comunale AIDO di Asola. Infatti è dal 1987 che lʼAssociazione Italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule opera sul territorio del nostro comune, con lʼintento di diffondere la cultura della donazio-ne. Da qualche anno la Sezione è estesa anche ai comuni di Casalromano e Mariana Manto-vana, che sono ancor privi di un proprio grup-po. I trapianti di organi e tessuti sono una delle maggiori dimostrazioni del progresso della medicina nella cura di numerose malattie per le quali non esiste una soluzione alternativa. In Italia sono più di 9000 i cittadini che sono in attesa di un trapianto che può significare per loro lʼunica speranza di vita. Decidere di do-nare i propri organi dopo la morte, diventa , quindi, un gesto di solidarietà civile e di amore verso il prossimo. Attraverso lʼallestimento di bancarelle informative, interventi nelle scuo-le o lʼorganizzazione di concerti e spettacoli, senza scopo di lucro, collaborando con altre associazioni di volontariato, il gruppo AIDO di Asola ha cercato, in questi anni, di avere lʼoccasione di incontrare i cittadini per tra-

segue a pag. 5

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Sempre dalla Gazzetta di Mantova apprendia-mo che anche il numero delle persone ricove-rate in astanteria, nellʼultimo anno, è cresciuto da 3.098 a 3.133. Un altro dato indica che nel 2006 il reparto di Ostetricia e Ginecologia del-lʼospedale di Asola ha incredibilmente supera-to la soglia dei 700 parti. Molte sono le gestanti anche da fuori provincia che scelgono di veni-re a partorire ad Asola dove, evidentemente, il reparto è stato messo nelle condizioni di ga-rantire un servizio di eccellenza. Non dobbia-mo dimenticare che la qualità del servizio e, di conseguenza, la fiducia che esso è in grado di trasmettere allʼutenza dipende essenzial-mente dalla professionalità delle persone che operano nel reparto. Da ciò si può ben com-prendere quanto possano influire, sulla qualità del servizio, le scelte dellʼAzienda ospedaliera provinciale che nomina il personale medico e paramedico e che gli fornisce il materiale e le apparecchiature per lavorare. Così è altrettanto facile capire che se, a livello politico, si voles-se affossare un reparto, magari per giustificare che è antieconomico mantenerlo, basterebbe rendere difficile la vita al personale, per rag-giungere lo scopo. In genere, un reparto che funziona è diretto da un primario valido, at-torniato da validi collaboratori a cui lʼAzienda mette a disposizione il necessario per lavorare con efficacia e con soddisfazione. Nel suo ar-ticolo, La Gazzetta, dopo aver dato i numeri positivi, con tono sibillino, scrive: < Ma i nu-meri parlano anche di altro. Rispetto al 2004, ad esempio, sono aumentati i trasferimenti in altre strutture sanitarie dei pazienti, da 102 a 279. La metà dei casi riguarda persone col-pite da eventi cardiaci acuti. Non essendoci una Cardiologia è ovvio che il trasferimento è dʼobbligo, così come avviene nel caso di gra-vi fratture come quelle al femore.> Ma qui la Gazzetta si dimentica di dire che allʼospedale di Asola cʼera un reparto di Cardiologia e che

Politica sanitaria 5

Le prestazioni del Pronto Soccorso di Asola, in un anno

aumentate di circa il 6,4%

STARGATEdi Roberto Paparini

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per poco comprensibili motivi di politica aziendale, invece di potenziarlo, per render-lo più competitivo ed efficiente, si è preferito toglierlo. E ̓ chiaro che, poi, i pazienti sono costretti a rivolgersi altrove. Ma se ad Asola ci fosse una valida Cardiologia, quanti sareb-bero i pazienti cardiopatici, provenienti anche da fuori provincia, che si fermerebbero volen-tieri ad Asola? E questo discorso vale anche per Ortopedia, altro reparto sacrificato dalle logiche illogiche della politica aziendale che, evidentemente gode di intimo piacere nel pe-nalizzare lʼOspedale di Asola. E per farlo non importa se vengono calpestati i diritti e le ne-cessità sanitarie di un bacino dʼutenza che, ve-rosimilmente, supera le 80.000 unità, ma che potrebbe anche essere di molto maggiore, se lʼAzienda Poma, invece di tagliarli, decides-se di reinserire e riqualificare i reparti più im-portanti. Sono ben altre le voci di bilancio alle quali sarebbe giusto e doveroso metter mano, se davvero esistesse la volontà politica di ri-durre i costi di una gestione che ha molti buchi neri e i cui sprechi, in ultima analisi, finiscono sempre per gravare sui cittadini e mai su chi li determina. Come non ricordare, a tal proposi-to, i miliardi di euro che la Regione Lombardia ha di credito nei confronti delle Regioni meri-dionali per prestazioni fornite ai loro cittadini? E ̓giusto che a causa di questa “allegra gestio-ne”, ora i cittadini lombardi debbano pagare i pesanti aumenti dei tickets (vedi, ad esempio, gli aumenti richiesti per le analisi) decisi per evitare il collasso dei conti. Ma quanto potrà durare questo “andazzo” grazie al quale ci si ricorda dei cittadini solo per spremerli e ci si dimentica di loro quando essi diventano titola-ri di diritti, come quello di usufruire di servizi di qualità? Anche lʼospedale di Asola, per gli 80.000 cittadini del suo bacino dʼutenza, rap-presenta un importante servizio che va miglio-rato e non tolto, nè messo in discussione, ogni qualvolta cambia il vento della politica.

Lo segnala la Gazzetta di Mantova del 10 aprile scorso. I pazienti che hanno usufruito del servizio furono 20.218 nel 2005, contro i 21.516 dello scorso anno. In aumento anche i ricoveri che sono passati da 2.329 a 2.387, nonostante la politica aziendale non perda occasione per penaliz-zare la struttura asolana.Forse in arrivo i 7.200.000 Euro che stiamo aspettando da anni, ma il pericolo è che vengano spesi male. Occorrono scelte cherispecchino le vere necessità della gente.

20° Anniversario AIDO segue da pag. 4

smettere loro il proprio messaggio di civiltà.In particolare questʼanno, in collaborazione con il GVA e le classi quinte della scuola pri-maria, è stato realizzato un calendario 2007 dedicato agli anziani ed alla solidarietà, che è stato, poi offerto dagli alunni sulla banca-rella da loro allestita durante il mercatino di Natale. Ad oggi quasi 400 asolani sono iscritti allʼAIDO, dimostrando di aver fatto propria la cultura della donazione e 5 sono i nostri concittadini donatori. Il gruppo li ricorderà as-sieme a quelli di Casalromano e Mariana, con una Santa Messa che verrà celebrata durante le Giornate Nazionali per la Donazione degli organi che si svolgeranno dal 6 al 13 maggio 2007. Per chi volesse sostenere lʼassociazio-ne, ricordiamo che è possibile farlo donando il 5‰ dellʼIRPEF allʼAIDO, firmando nellʼap-posito riquadro dopo aver inserito il Cod.Fisc. dellʼAIDO: 80023510169. Per qualsiasi altra informazione è possibile ottenerla, telefonan-do allo 0376.720632, ogni giorno, dalle 15:00 alle 20:00

Unʼantenna per la telefoniavicino allʼAsilo?

Per unʼAzienda metallurgica che se ne va, unʼantenna per la telefonia che arriva e pare trovi posto vicino allʼasilo. Il Grup-po consiliare della Lega Nord ha presentato unʼinterrogazione ed una mozione in Con-siglio sullʼeventualità che un simile ripeti-tore possa davvero venir eretto nei pressi dellʼasilo comunale. Sulla pericolosità di un simile impianto, nel mondo scientifico i pa-reri sono ancora discordi. Per questo non abbiamo la certezza che il dispositivo possa emettere onde elettromagnetiche nocive per le persone (ed a maggior ragione per i bam-bini) ma, certamente, nemmeno chi ne ha concesso lʼautorizzazione ha la certezza che esso sia innocuo. Nel dubbio, il buon senso vorrebbe che si evitassero esperimenti sul-la pelle dei cittadini. Cʼera proprio bisogno di una simile installazione, proprio in quel posto? L̓ Asolano si riserva di approfondi-re lʼargomento ed, eventualmente, di par-larne già nel prossimo numero di luglio.

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Facciamo questa doverosa correzione con il capo cosparso di cenere per la dimenti-canza, involontaria, ma pur sempre dimen-ticanza, fatta nellʼarticolo relativo alle due serate di S.Antonio, così come riportato nello scorso numero di marzo-aprile 2007. Non sappiamo come sia potuto accade-re ma, quando ci siamo accorti del fatto, ormai non cʼera più tempo per rimediare. Ebbene si, nellʼelenco degli artisti che han-no animato le due serate ci siamo clamo-rosamente dimenticati di citare gli amici “Village People” e di inserire anche la loro foto. Quindi, chiediamo scusa ai lettori ed, ovviamente, ai diretti interessati.

Notizie brevi 6 Ci è stato riferito che lʼAzienda metallur-gica di Visano che avrebbe voluto e potuto insediarsi ad Asola, per una serie di diffi-coltà insormontabili, ha dovuto rinunciare ad accasarsi da noi. LʼAmministrazione ha giustificato lʼoccasione persa sostenendo che la quantità di gas richiesta non poteva essere fornita da Asola nei tempi desidera-ti. Abbiamo saputo, in seguito, che lʼAzien-da metallurgica ha trovato una sistema-zione adeguata a Canneto. La notizia ci costringe a fare dei paragoni, soprattutto, da quando abbiamo saputo che il Comune di Canneto si trovava nelle stesse condi-zioni di quello di Asola. Pur con amarezza, ci complimentiamo con gli amici cannetesi che, a quanto sembra, sono riusciti dove Asola ha fallito. Il successo dellʼAmmini-strazione cannetese dimostra, una volta di più che, quando si vuole raggiungere fortissimamente un obiettivo, si possono superare le montagne. Evidentemente, le richieste dellʼindustria bresciana non era-no poi così insormontabili se il Comune di Canneto è riuscito ad ottenere che lʼazien-da, con i suoi circa 300 dipendenti (quan-do sarà a pieno regime), possa insediarsi in riva allʼOglio.

* * *

Le notizie di questa rubrica possono informare ma anche pungere. Per questo ve le presentiamo conficcate in un apposito cuscinetto dal quale si consiglia di “sfilarle” con attenzione.

Il puntaspilliIn sintesi, alcune delle notizie del momento.

Questa bella foto dei “Village People” è stata fatta da Omar Clemente della ditta Tartarotti.

La Forneria Banni, nel 1967 è subentrata, in alcuni locali dellʼex Palazzo Monte Pegni, alla Forneria Mori che vi operava dal 1920. Man-tenendo fede ad una novantennale tradizione di buona pasticceria artigianale, ha esportato a Parigi 500 torte sbrisolone, tipico dolce man-tovano che evidentemente è molto piaciuto ai sofisticati ed esigenti clienti parigini.

* * *La Giunta, ribadendo un vezzo caro an-che alle due precedenti amministrazioni, ha provveduto a sostituire lʼarredo urbano con nuovi modelli di fioriere, porta rifiuti, ecc. Non sappiamo se questo rappresenti il tentativo di lasciare un segno tangibile del proprio passaggio, nè se questa scelta inno-vatrice fosse davvero indispensabile. Ciò di cui siamo, invece, convinti è che questi 27.000 Euro si potevano spendere meglio.

Il nostro giovane concittadino, nonché va-lente e versatile musicista, Felice Piazza, allievo del Conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova, insieme ad altri tre giovani col-leghi, è stato scelto per far parte della gran-de orchestra giovanile nazionale, composta dai migliori giovani musicisti italiani che si sono esibiti nella Sala “Nervi” in Città del Vaticano, durante il Rosario recitato da Be-nedetto XVI. Con lʼiniziativa del Ministe-ro dellʼUniversità e della Ricerca, dʼintesa con lʼUfficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, si è voluto realizza-re un evento musicale dʼeccezione per un pubblico internazionale collegato, via satel-lite, in mondovisione dal centro televisivo Vaticano. Sincere congratulazioni al nostro bravissimo Felice Piazza, per questo nuovo importante riconoscimento al suo talento.

* * *Sentite felicitazioni al nostro collabo-ratore Elia Favalli che lunedì 26 marzo ha conseguito il Diploma di Laurea in “Beni artistici, teatrali, cinematografici e dei nuovi media” con lʼottima votazione di 100 su 110. Al neo dottore vanno tutti i nostri complimenti e lʼauspicio sincero che questo traguardo sia solo il punto di partenza per una vita costellata di al-tri importanti successi e di molte altre soddisfazioni professionali. Già il fatto di collaborare con LʼAsolano è la prova che il “ragazzo” è partito con il piede giusto! Scherzi a parte, un bravo di cuo-re e davvero tanti, tanti, complimenti. Chi volesse una riprova delle sue capa-cità vada a leggersi lʼarticolo a pagina 10, in cui Elia fa un profilo artistico del pulpito della nostra Cattedrale.

Il 9 aprile scorso Don Anselmo ha festeggiato il suo 92° compleanno, celebrando la S. Mes-sa nella Chiesina di San Rocco. Dovendo ri-volgersi ai presenti, Don Anselmo, per stem-perare lʼemozione che aveva contagiato un po ̓tutti, con la solita arguta autoironia, disse: <Sapete che mi sono accorto di essere diven-tato vecchio?> Caro Don Anselmo sarai pure diventato vecchio ma per noi “giovani di una volta” rimarrai sempre quel caro prete che ci ha aiutato a crescere, nellʼesempio della tua semplicità ed imparando dal tuo buon senso. Caro Don Anselmo, sarai pure diventato vec-chio ma per noi rimarrai sempre una presenza rassicurante, quel punto di riferimento che ci ha insegnato a vivere, a credere ed, in fondo, ad essere migliori. Caro, vecchio prete della nostra giovinezza, ti ringraziamo per quanto hai fatto per noi e ti facciamo tanti auguri af-finchè quella vecchiaia, che da poco hai sco-perto, possa durare ancora a lungo e serena, come ora.

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ha riconosciuti , seppur negando o contestando una propria responsabilità. 2) Più tutela al com-mittente è invece riconosciuta dallʼart.1669 c.c. per i gravi vizi, ossia quando lʼopera per vizio del suolo o per difetto della costruzione rovina in tutto o in parte ovvero presenta evidente pe-ricolo di rovina e gravi difetti. Va chiarito che nella categoria dei “gravi difetti” vanno com-presi anche vizi che pur non coinvolgendo la statica del fabbricato, compromettono in modo grave la sua funzione. In tali casi la garanzia viene portata da due a dieci anni così come vie-ne prorogato da due mesi ad un anno il termine per la denuncia. La denuncia, anche generica, può essere fatta per iscritto (anche con un sem-plice telegramma) o anche telefonicamente (se ci sono testimoni). In seguito potranno essere meglio identificati i difetti. Comunque fatta, se lʼappaltatore non provvede, si ha un anno di tempo per agire in giudizio. Se in questo las-so di tempo si fa un atto con valore di azione legale (può bastare anche una raccomandata) il termine di un anno ricomincia a decorrere. Il committente ha, in genere, tre possibilità: a) pretendere lʼeliminazione del vizio/i (da ese-

Innanzitutto occorre precisare che nel defini-re cosa si intenda per appalto, lʼart. 1655 c.c. del Codice Civile afferma che è “il contratto con il quale una parte assume, con organiz-zazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di unʼopera o di un servizio verso un corrispettivo di dena-ro”. Dalla costruzione di una casa, sino alla ristrutturazione di una sola stanza, è questo il contratto utilizzato per lavori di una certa importanza e coinvolge, in genere, unʼim-presa con dipendenti. Si tratta di un contratto che può essere stipulato indifferentemente in forma scritta o orale. Sicuramente, però, la forma scritta è consigliabile, atteso che anche un semplice preventivo, una volta accettato, vincola contrattualmente. L̓ appaltatore non è uno strumento nelle mani del committente ma gode di una propria autonomia organizza-tiva volta al raggiungimento del risultato che è poi lʼopera che si è impegnato ad eseguire. In tale ottica lʼappaltatore non potrà lamen-tare di non avere lʼorganizzazione e la com-petenza necessaria per eseguire lʼopera, nè, tanto meno, se non espressamente previsto nel contratto, potrà sub-appaltare le opere. Anche in caso di sub-appalto, comunque, la responsabilità dellʼesecuzione dellʼopera e la spesa restano a carico dellʼappaltatore. I lavori devono essere eseguiti “a regola dʼar-te” e va fornita garanzia al committente della conformità dellʼopera al progetto e dellʼot-tenimento di un risultato tecnico conforme allo scopo. Sono ammesse verifiche da parte del committente (o di suoi incaricati) durante lʼesecuzione delle opere purchè non portino intralcio allʼesecuzione. Ultimata lʼopera il committente è tenuto ad effettuare i control-li necessari prima della sua accettazione che può essere espressa oppure tacita (per esem-pio, pagamento senza riserve del prezzo). Si badi bene.... con lʼaccettazione non si può più protestare per i vizi dellʼopera o la sua diver-sità da quanto convenuto, se essi sono palesi o comunque riconoscibili. E ̓ evidente però che non tutte le mancanze nelle opere sono ri-conoscibili dal committente: un tetto riparato in estate può presentare delle infiltrazioni al momento delle piogge autunnali. Per tali vizi detti “occulti” e, comunque, per i vizi taciuti in malafede dallʼappaltatore lo stesso è tenu-to a dare due garanzie: 1) La prima garanzia è biennale e copre le opere di minor durata. Per lʼesercizio della garanzia occorre però denunciare i vizi entro 60 giorni dalla loro scoperta ed entro due anni dalla consegna. La denuncia non è necessaria se lʼappaltatore ha agito in malafede nascondendo i vizi o se li

Avv. Cristiana Azzali

guire a cura dellʼimpresa o, ferma autorizza-zione del Giudice, da altra impresa a spese del-lʼappaltatore), oltre al risarcimento del danno subìto; b) chiedere la riduzione del prezzo da pagare o pagato, sempre oltre al risarcimento del danno. L̓ opzione per lʼuno o lʼaltro rimedio è, in genere, irrevocabile. c) Nel caso, invece, in cui siano stati eseguiti i lavori del tutto inutili o non previsti o, comunque, lʼopera sia total-mente inadatta al suo scopo, il comittente po-trà anche richiedere la risoluzione del contratto ed il risarcimento del danno subìto. Un ultimo consiglio: seguite i Vostri lavori, non date nien-te per scontato e difronte al dubbio non esitate a denunciare le Vostre perplessità. I rimedi ci sono ma sono comunque soggetti a termini di decadenza e prescrizione che sono necessaria-mente da rispettare.

Nel secondo articolo di questa rubrica legale, anche se in forma sintetica, si vogliono individuare gli obblighi che si assume lʼimpresa edile e le norme poste a garanzia di chi ordina le opere.

Lʼavvocato consiglia...

La Bottega All’Angolo

Servizi utili 7

Chiunque avesse un quesito lega-le da sottoporre al nostro consu-lente, potrà rivolgersi a LʼAsola-no (telefonando al 338-1516966) che glielo inoltrerà. Se il quesito sarà di interesse particolare, lʼAv-vocato darà al nostro lettore una risposta in privato. Se, al contra-rio, lʼargomento trattato risulterà di interesse generale, la risposta della nostra collaboratrice potrà venir pubblicata in questa stessa rubrica, rispettando, ovviamente, la privacy del nostro lettore. Tanto maggiore sarà il numero di pareri richiesti, tanto più questa rubrica risulterà interessante. Ovviamen-te, la risposta dellʼAvvocato sarà totalmente gratuita.

NellʼAngolo di Livio Botturi esiste anche un invitante Angolo di Bacco, ricavato in un pic-colo spazio trasformato in enoteca. La disponi-bilità di circa 70 etichette, suddivise per regioni, che rispettano la qualità e il prezzo, insieme alla passione e alla disponibilità del titolare, offre ai cultori del buon vino un vero angolo di Para-diso. Tra le migliori etichette toscane troviamo uno stupendo rosso Tignanello delle rinomate cantine Antinori, oltre che ai vari Brunello (Pian della Vigna, Argiano e Banfi). Un ̓evidenza par-ticolare spetta alle cantine siciliane per le quali Livio Botturi nutre un particolare rispetto: Don-na Fugata, con i suoi superbi rossi, Tancredi e Mille e una Notte; Planeta con un altro rosso di qualità come La Segreta e Firriato con il rosso Ribeca, prodotto solo con uve autoctone. “Dulcis in fundo” gli spumanti ben rappresenta-ti dai “campioni” di Franciacorta delle cantine Ca del Bosco, Bellavista, Cavalleri, ecc. e dai prestigiosi Champagne di Louis Roederer, Brut Premier e Cristal e da quel Laurent Perrier Rosè che è solo per autentici intenditori.

Un angolo dellʼAngolo di Bacco posto allʼin-terno della “Bottega AllʼAngolo”

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artista che predilige copiare dal vero. Una prassi che affascina Guido Antonio il cui ca-ratteristico segno a matita, sicuro e sobrio si evidenzia nei circa 80 cartoni preparatori rima-sti, che sono amorevolmente conservati dalle nipoti Mariangela e Cristina. Nonostante il richiamo alle armi nel 1940, in provincia di Udine, Guido Antonio, nel poco tempo libe-ro che gli è concesso trova modo di lavorare ancora ad alcune allegorie sacre, realizzate ad affresco che, una volta di più, lasciano trac-cia della sua personalità e della sua spiritua-lità. In qualunque sua opera Guido Antonio Margoni sa esprimere sensazioni ed emozio-ni dellʼanima, attraverso una tecnica pittorica ingenua ed accattivante. I disegni che effettua sui cartoni destinati allo “spolvero”, esentida difetti di proporzione nella riproduzioneanatomica, non avrebbero ragione di essere così curati perchè la tecnica dello spolvero non lo richiede. Pur tuttavia, tanta cura di-mostra lʼintima esigenza espressiva dellʼar-tista mosso, probabilmente, a questa volontà di completezza dalla profonda fede religiosa che gli impedisce di riprodurre le immagini sacre in modo approssimativo. La naturalez-za dei volti, con le loro espressioni estatiche,

Seppur non disponendo di una prepara-zione accademica, in senso stretto, Guido Antonio Margoni ed i suoi fratelli, han-no dimostrato “sul campo” di essere artisti veri. Figli di Giacomo, che era un capo-mastro, iniziarono presto a dare una mano nei cantieri, ad imparare a costruire un arco, a modellare cornici a stucco, facendo emergere la loro innata creatività. Lʼunica attività didattica da cui attinsero i fonda-menti del disegno geometrico, dellʼornato e le tecniche dellʼaffresco, fu quella offer-ta dalla scuola serale del Prof. Pietro Pet-torelli. Nonostante questa esperienza essi autocostruirono la parte più rilevante della loro preparazione con lʼausilio dei manuali Hoepli. Le loro prime decorazioni risalgo-no agli anni ʻ20. Proprio di quel periodo è lʼaffresco di una Madonna, realizzata da un ventenne Guido Antonio nel cortile della canonica di Asola. Fu grazie al passa paro-la promosso dai sacerdoti asolani di allora che i Margoni ricevettero i loro primi in-carichi a decorare chiese. Il primo lavoro davvero importante che impegnò i fratelli Margoni fu la decorazione della Cappella delle Suore Orsoline, che sorgeva allʼin-terno della casa madre di Asola e di cui, purtroppo, resta solo qualche rara fotogra-fia. Pur lavorando in equipe, a Guido An-tonio, in genere, toccava sempre il compito di preparare i grandi disegni preparatori degli affreschi che egli realizzava usando, come modelli occasionali, muratori, gli stessi fratelli, le sorelle e qualche vicino di casa. Gli impegni di lavoro si susseguono per ventʼanni e si concretizzano in qualche migliaio di metri quadrati di dipinti con de-cine e decine di effigi di santi, di angeli che circondano il Cristo o la Madonna, figure che, molto spesso sono riprodotte a gran-dezza naturale. La versatilità e lʼingegnosi-tà dei tre fratelli Margoni portano Enrico, il più anziano, (1894 - 1958) a specializ-zarsi nella progettazione di edicole devo-zionali e cappelle funerarie gentilizie, con relativi decori in cotto; Renzo il più gio-vane (1905-1971) a dedicarsi alla realizza-zione degli stampi per bassorilievi in gesso e stucco. Guido Antonio (1899-1947) che evidenzia ben presto la sua sensibilità arti-stica, a dedicarsi al disegno, alla pittura e allʼaffresco delle figure sacre. La sua pro-pensione ad elaborare in modo originale le figure ispirate allʼiconografia classica, ma dipinte secondo la visione preraffaellita di metà ottocento, sono il segno di unʼampia cul-tura e dellʼaggiornamento consapevole di un

la complessità dei panneggi, la qualità dei concetti in rapporto agli spazi concessi alle immagini, hanno spesso una precisa valenza artistica, non solo applicativa. Guido Anto-nio Margoni, oltre ad essere un artista genui-no, conduce una vita profondamente ispirata alla fede ed allʼimpegno cristiano. Di caratte-re schivo, modesto, riservato e rispettoso nel rapporto con le persone, ha fatto una sua ra-gione di vita la profonda devozione religiosa. Sincero ed altrettanto profondo è il suo impe-gno nellʼAzione Cattolica di Asola. E ̓ sem-pre pronto a subire pur di non ostacolare chi è prepotente con lui. Ha una grande avversione per le imprecazioni sacrileghe che tenta sem-pre di frenare come può e quando può. Uomo

Insieme ai fratelli Enrico e Renzo e, successivamente al nipote Luciano, diede vita ad una “bottega” di artisti decoratori che si distinse per unʼintensa produzione di affreschi e decorazioni a tema religioso, che ancora si possono ammirare in molte chiese delle province di Mantova, Brescia, Cremona e Bergamo.

Lʼ8 aprile del 1947 morivaGuido Antonio Margoni

di Massimiliano Todeschi

religiosissimo e sempre compreso nella sua missione di cristiano, Guido Antonio lascia anche sui muri delle case dei paesi dove va a dipingere diverse massime affrescate, per con-trastare la bestemmia e spronare alla fratellanza ed alla carità cristiana. La terribile malattia pol-monare contratta durante i due anni trascorsi a Palidano (1942-1944), causata dai disagi e dalle privazioni che egli stesso si infliggeva come pe-nitenza ed espiazione, lo ha portato alla morte che è avvenuta ad Asola lʼ8 aprile del 1947.

ANGELI E SANTI NELLA BOTTEGA DEI MARGONIA Ceresara in mostra cartoni per affreschi degli anni ʻ20-ʻ40

La 58° edizione della Fiera della Possenta ha dato spazio, dal 24 al 27 marzo, alla mo-stra “Angeli e santi nella bottega dei Margoni”, ospitata nella suggestiva cornice di Piazza Castello. Buono il successo di pubblico, malgrado lʼinclemenza del tempo.L̓ evento si è presentato come ideale continuazione della mostra che si tenne nel 2004 a cura del Comune di Asola e del Museo della Postumia dedicata agli “Artefici del Novecento ad Asola” curata da Renzo Margonari. Figli del capomastro Giacomo e cresciuti alla scuola artistica asolana di Liberale Sandrelli e Pietro Pettorelli, i fratelli Enrico,Guido Antonio e Renzo (questʼultimo residente a Ceresara dal 1944 al 1971), si distinsero in particolare nella decorazione di numerose chiese nella zona a cavallo tra le province di Mantova, Brescia, Bergamo e Cremona, nel periodo fra gli anni ʼ20 e gli anni ʼ40. I cartoni preparatori per gli affreschi, sopravissuti al passare degli anni, sono più di un centinaio: si ritiene perciò che siano qualche migliaio i metri quadrati decorati da questa compagine familiare con angeli, santi, finti marmi, rosoni, decorazioni e bas-sorilievi. L̓ impegno nellʼelaborazione originale dei propri soggetti si rivela nella pre-ferenza dei Margoni per la copia dal vero, per la quale venivano impiegati familiari e collaboratori come modelli nelle vesti di santi; non è difficile tuttavia cogliere nelle loro opere il riferimento allʼopera dei maestri del Rinascimento, rivisti secondo lʼottica pre-raffaelita in auge in quegli anni. Durante la mostra sono stati esposti numerosi cartoni preparatori per affreschi corredati dalle fotografie delle opere realizzate, frutto della ricerca iniziata in occasione della Mostra di Asola e tuttora in corso. Presenti anche alcune realizzazioni da cavalletto, ad olio o allʼacquerello, aventi per oggetto paesaggi e ritratti, fra cui anche le opere di Luciano, figlio di Enrico, che alla fine degli anni ʼ30 entrò a far parte della “bottega”. Massimiliano Todeschi

Anniversario 8

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La storia riferisce che già nel 1803 ad Aso-la esisteva una casa per anziani derelitti così come ancor prima si potevano far risa-lire le origini dellʼOspedale che, allʼepoca, era chiamato “Ospedale per cronici”. Due istituzioni che testimoniavano lʼattenzione che la Comunità asolana riservava ai suoi cittadini meno fortunati. Istituzioni con dif-ferenti finalità ma con scopi sociali che si compenetravano e, per i quali esse agivano in stretta collaborazione. Risale invece allʼ8 luglio1889 la delibera del Consiglio Comu-nale per lʼistituzione di una nuova “Casa di Ricovero e mendicità” da ricavarsi allʼinter-no dellʼOspedale. La storia sarebbe ben più lunga ma ci riserviamo di parlarne in altro articolo. Ciò che ci interessa ora è di ricor-dare come nacque lʼattuale Casa di Riposo. Allo scopo ci siamo avvalsi del racconto che di quegli avvenimenti ci ha fatto il Sig. Paolo Capra, il Presidente che ha realizzato lʼopera. < Eravamo nel 1978, in piena “Pri-ma Repubblica”, tanto per ricordare come fosse ancora ben solido, in quel periodo, il potere dei partiti e come fosse difficile am-ministrare senza il loro “placet”. In quel pe-riodo Presidente dellʼOspedale era Giacin-to Marchese, politico di grande esperienza per essere stato segretario dell ̓ ex ministro De Martino. Grazie a Lui e al Primario di Chirurgia Francesco Zelioli Lanzini, figlio dellʼex Presidente del Senato, lʼOspedale di Asola attraversò un periodo di particolare splendore. Avendo necessità di ampliare la struttura, lo spazio occupato dal “Ricovero” poteva tornar utile al nuovo progetto. Così il Presidente Marchese si rivolse allʼEn-te di assistenza agli anziani, presieduto da unʼormai anziana maestra Elvira Serventi e dai Consiglieri Paolo Capra, Edoardo Fa-valli, Mattia Meo e Giovanni Rubes, con segretario Dario Galliera. Si decise così di costruire altrove una nuova e più moderna struttura per gli anziani e di lasciar libero lo spazio occupato dal vecchio Ricovero. Sca-duto il mandato della Signora Serventi, il Consiglio Comunale nominò nuovo Presi-dente dellʼEnte “Opere Pie Decentrate” lʼim-prenditore edile Paolo Capra a cui si affian-carono i consiglieri Bruno Bertozzi; Walter Scaglioni; Luigi Peri e Mattia Meo. Il prin-cipale problema da risolvere fu subito quel-lo di trovare i soldi per finanziare la nuova costruzione. Allo scopo, vennero alienate al-cune proprietà dellʼEnte che resero 320 mi-lioni di lire, una somma ancora insufficiente

La Casa di Riposo di Asola ha compiuto 26 anni ma non li dimostra.In questo articolo i nomi e i retroscena che hanno caratterizzato unʼopera di prestigio, nel racconto del Presidente che lʼha realizzata.

Come fu realizzata la nuova Casa di Riposo

a finanziare il progetto dellʼArch. Luigi Salvagni. Così, il Presidente Paolo Capra si rivolse direttamente allʼAssessore Re-gionale ai Servizi Sociali, Dott. Enzo Per-ruzzotti, grazie al quale fu possibile dare il via ai lavori già alla fine dello stesso anno 1978. Grazie alla sua paziente diplomazia, Paolo Capra ottenne dalla Cassa di Rispar-mio delle Province Lombarde un mutuo di 300 milioni al tasso agevolato del 9%, di cui il 5% venne assorbito dalla Regione e solo il restante 4% fu a carico dellʼEnte di assistenza asolano. I lavori vennero appal-tati allʼimpresa Luigi Galli di Acquanegra, ed ebbero puntualmente termine nel no-vembre del 1980, nonostante, lʼimprevista

necessità di dover consolidare le fondazioni con alcune decine di “puntazze” e con una “piattaforma” in cemento armato sullʼintera superficie dellʼedificio. Ma, oltre ciò, il suc-cesso dellʼimpresa non fu sgombro da osta-coli, perchè anche allora i partiti avevano le loro esigenze. Così al Presidente Capra furono necessari molti viaggi a Milano e a Roma prima di poter considerare conclu-so lʼiter burocratico. Ultimata la struttura, mancavano però le attrezzature e gli arredi. A risolvere il problema ci pensarono la Fon-dazione Cariplo, che elargì i soldi per lʼac-quisto della cucina, e molti benefattori che

Nella foto del 1980 il Presidente Paolo Capra nel suo discorso inaugurale ringrazia il Comitato Sanitario di Zona (CSZ) che ha aiutato nellʼallestire gli interni della Casa di Riposo. Fra gli altri, si riconoscono Alceo Banni, il Dott. Montecchio e Nanni Rossi.

fornirono i soldi per acquistare direttamen-te dai produttori gli arredi e le restanti at-trezzature. Fra questi benemeriti ricordere-mo il Senatore Alceo Negri, il cui lascito di 35 milioni risultò essere il più cospicuo. Nella trattativa fra Regione, Amministra-zione della nuova Casa di Riposo ed i parti-ti fu decisa la presenza delle Suore, ritenu-te fondamentali nella gestione della Casa e dei rapporti socio sanitari con gli ospiti e con le loro famiglie. La vicenda si conclu-se felicemente con lʼapertura della nuova Casa Albergo che sarà un fiore allʼocchiello della nostra Comunità. La struttura venne a costare complessivamente 800 milioni, contro i 750 preventivati due anni prima.

La facciata della nuova Casa di Riposo, in via Parma, così come si presentò nel 1980, al termine dei lavori di costruzione.

La Signora Feroldi, per i più, “ la non-nina” di Casalromano, ha raggiunto la bella età di 109 anni! A chi si è chiesto come abbia fatto a toccare un simile traguardo possiamo rispondere noi che ci riteniamo esperti in materia. Infatti, si dà il caso che la Signora Feroldi sia unʼaccanita tifosa interista e questo è certamente un fatto decisivo, in quanto solo i veri tifosi interisti, in tanti anni di delusioni, hanno potuto farsi una simile dotazione di anticorpi! Scherzi a parte, davvero tanti auguri a Lei e... alla no-stra Inter che sta per compierne 100.

Storia recente 9

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Lo schema dellʼopera è chiaramente simme-trico: Cristo è al centro e ai suoi lati troviamo gli apostoli divisi in gruppi da tre. Nei riquadri più vicini a quello centratale gli apostoli sono rivolti al Salvatore e sembrano accorrere per ascoltare la parola di Dio; mentre nelle altre tavole gli apostoli sembrano discutere tra loro.

In un documento del 27 ottobre 1526 trovia-mo il contratto che commissiona al pittore Gerolamo Romani, detto il Romanino, la de-corazione delle sei tavole che compongono il parapetto del pulpito della Cattedrale di Aso-la. L̓ opera sarà ultimata solo dieci anni dopo: una gestazione lunga dovuta più che altro alla difficoltà di reperire gli artisti chiamati a col-laborare col Romanino (in modo particolare lʼattesa per gli interventi di intaglio e doratu-ra del pulpito costrinsero il pittore bresciano a ritardare lʼinizio della sua opera: il primo intervento venne ultimato solamente nel 1536 ad opera di Clemente Zamara, pittore che aveva già lavorato la cassa dellʼorgano della Cattedrale nel 1524; mentre Corrado di Salò e Giacomo Filippo Piazzone dorarono il pul-pito nel 1537). In questo lasso di tempo sarà affidato al Romanino stesso anche il compito di affrescare il pilastro su cui si regge il pul-pito. Purtroppo tali dipinti sono andati perdu-ti ad eccezione dellʼEcce Homo. Nei sei ri-quadri che compongono il parapetto il pittore bresciano rappresenta Cristo tra gli apostoli e lʼevangelista Marco, questʼultimo riconosci-bile per la presenza del leone, simbolo che lo caratterizza e lo distingue da Matteo, Luca e Giovanni. L̓ evangelista è intento a descri-vere la scena che si svolge negli altri cinque riquadri: Cristo risorto appare agli apostoli affidando loro il compito che li accompagne-rà per tutta la vita, “andate per il mondo, pre-dicate il Vangelo ad ogni creatura”, frase che troviamo scritta sul cartiglio che Cristo stesso tiene tra le mani (Ite et predicate Evangelium omni creatura. Mc 16,15).

Arte 10 Difficile precisare il nome di ogni apostolo:gli unici chiaramente distinguibili sono Pie-tro, alla destra di Cristo, contraddistinto dalle chiavi che ha tra le mani, e Giovanni cheviene tradizionalmente raffigurato come un uomo ancora giovane. Da notare come a fa-tica le figure degli apostoli si inseriscano nei riquadri, tanto che, per questo motivo i corpi sembrano essere sproporzionati e goffi, ma ciò non deve ingannare: la grande padronan-za pittorica del Romanino e il suo stile ca-ratterizzato da una grande quantità di fonti, che vanno dal realismo bresciano della gio-vinezza alla grande pittura dellʼarea veneta, dallʼarte fiamminga allʼesperienza cremo-nese, lo rendono un pittore che si distingue per la velocità della pennellata, per la gran-de espressività dei personaggi e allo stesso tempo per la capacità di trattare il panneggio

Da che pulpito. . .

Il pulpito ligneo della Cattedrale, in una bella foto gentilmente concessa dalla ditta Tartarotti di Asola.

di Marisa Broglia e Nadia Artoni & C.

Via Solferino, 6 Castelnuovo di AsolaTel. 0376 / 730056

Elia Favalli

Un altro gioiello che si può ammirare in Cattedrale è il pulpito ligneo arricchito da sei tavole commissionate al “Romanino” il 27 ottobre del 1526.

delle vesti e dare plasticità alla rappresenta-zione pur dipingendo a macchie di colore. Tutto questo si può notare nella raffigurazio-ne dellʼEcce Homo affrescato sul pilastro: è la raffigurazione del Cristo-Uomo, che sof-fre ed è solo. Lʼimago pietatis posta in asse col Cristo risorto permette un confronto tra la raffigurazione divina e quella umana del figlio di Dio, che nellʼaffresco è incoronato di spine, le mani legate e gli occhi chiusi dal dolore. Al contrario nel dipinto sottostante Cristo è incoronato dallʼaureola e le sue brac-cia sono aperte per accogliere i fedeli verso i quali sono rivolti i suoi occhi e le sue parole. La scelta della rappresentazione dellʼincon-tro di Cristo con gli apostoli per annunciare la loro missione può essere spiegata dal fatto che il pulpito era il luogo dal quale il sacerdo-te predicava gli insegnamenti dei testi sacri, adempiendo a quel compito che Cristo aveva dato ai suoi apostoli nellʼapparizione raccon-tata nel vangelo di Marco e qui rappresentata dal Romanino: Ite et predicate Evangelium omni creatura.

Nuova Gastronomia

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sono resi conto di essere veramente in tele-visione e, per giunta, in diretta, solo quando si sono accese le luci rosse sulle telecamere.< Non è stato facile! > ci conferma Marzio, il portavoce del Gruppo, che di primo lavoro fa il parrucchiere. < Non avevamo mai pro-vato una sensazione simile, terrorizzati dalla

Domenica sera 25 febbraio chi si è sintoniz-zato sullʼemittente bresciana “Super Tv” non ha potuto fare a meno di stupirsi per la bra-vura e la simpatia mostrata dalla Compagnia dialettale “Il Teatrino di Sorbara”. Sponsoriz-zati da Guglielmo Zanoni, veterano della TV bresciana, i ragazzi del Teatrino di Sorbara si

Teatro 11 paura di dimenticare le battute, sotto gli occhi impietosi delle telecamere, che nulla perdonano. Per fortuna, superata la tensione iniziale, tutto è filato liscio e quando, poi, ci siamo resi conto dalle telefonate che arriva-vano alla Tv, che il pubblico aveva gradito, allora ci siamo rilassati ed abbiamo gustato fino in fondo la piacevolissima sensazione di aver vissuto proprio noi, in prima perso-na, questa esaltante esperienza televisiva.> Cʼè da capirlo perché, da quando Marzio Pedrazzi ed il suo gruppo di amici sorbaresi hanno deciso di diventare una vera Compa-gnia teatrale, mese più, mese meno, sono pas-sati solo 7 anni e, prima di quella esibizione sul palcoscenico bresciano di Super Tv, le loro uniche trasferte non sono mai andate oltre Asola e Casalromano. Quel “diavolo” dʼun Guglielmo Zanoni lʼaveva combinata proprio grossa ma ora, Rosanna Zambelli, Mario Tonghini, Lara Barbi, Lara Pas-seri, Daniela Zilia, Gianluca Cherubini, Donatella Scaravonati, oltre alle brave ed insostituibili suggeritrici, Patrizia Pedrazzi e Sara Vezzoni, sono entusiasti di aver pro-vato, ed anche di avere avuto quel successo davvero insperato. La trasmissione, presen-tata con la solita verve e simpatia da Fabio Del Bono, fa parte di un ciclo invernale dal titolo “Commedie in diretta” che va in onda ogni domenica sera a partire dalle ore 20 e 30. La commedia rappresentata dal gruppo di Sorbara, tradotta dal dialetto mantovano, fa parte del genere dialettale brillante, ed ha per titolo “El papagal” non inteso come uc-cello, ma nel senso ospedaliero del termine. Due amici, entrambi ricoverati in ospedale psichiatrico, lʼuno per problemi fisici; lʼal-tro per problemi etilici, ne combinano di tutti i colori, fino a quando, dopo una serie incalzante di malintesi, non può mancare il lieto fine, con sorpresa. Un testo divertente che la bravura e la spontaneità degli inter-preti ha reso frizzante e gradevole. Il pros-simo impegno de “Il Teatrino di Sorbara” è previsto, come tradizione, a Casalromano, in occasione della “Festa di Primavera” che gli organizzatori si sono visti costretti a po-sticipare al 30 di giugno, per non sovrappor-si alla ancor più celebre “Festa della birra” che, questʼanno, è stata anticipata. Così, fra un anticipo ed un posticipo “El papagal” sarà riproposto, per il divertimento di chi vorrà assistere, presso il Centro C.R.A.F. di Casalromano quello, per intenderci, vicino alla Chiesa. Buon divertimento!

I “sorbaresi” al loro esordio televisivo sul palco dellʼemittente bre-sciana “Super TV” hanno portato in scena la commedia brillante, tradotta dal dialetto mantovano, dal titolo: “El papagal”

Grande successo televisivo della Compagnia dialettale

“Il Teatrino di Sorbara”

La Compagnia dialettale “Il Teatrino di Sorbara” ritratta a Brescia negli studi di Super TV. Insieme a loro il presentatore della TV bresciana Fabio Del Bono in giacca e cravatta.

di Corina Casali

ASOLA(A fianco del Teatro Sociale)

Tel. 0376 / 710681

Cornici ... ... Quadri ... ... Stampe antiche ... ... Oggettistica artigianale ...

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Asola (Mantova) Via Garibaldi, 46 Cell. 338 8582215

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Si evidenziano, quindi, i problemi della di-fesa di una importante fortificazione lungo il confine occidentale della Serenissima; degli interessi e dei privilegi della Comunità; delle prerogative sulle ville assoggettate e sui co-muni vicini; quelli di una idrografia peculiare da cui scaturisce la grande questione della gestione delle acque per la salvaguardia delle attività ad essa connesse; dei delicati rapporti con Venezia e delle relazioni economiche con le comunità limitrofe. La ricerca del Torreg-giani costituisce, una nuova fonte di appren-dimento su tematiche asolane da approfondire e sviluppare. In altre parole, evidenzia alcuni spunti per un approfondimento storico della nostra comunità nellʼarco di tempo che va dal XVI al XVIII secolo. A completare il saggio principale concorrono due inserti illustrati. Il primo, Dalla cartografia uno sguardo sul territorio, a cura di Ester Cauzzi, riguar-da la descrizione di alcune mappe dellʼAr-chivio Storico comunale (Sezione Carte e mappe), tipologia documentaria tanto dif-ficile nellʼinterpretazione storica, quanto suggestiva per colori e forme.

il secondo, 50° Anniversario Asola Città, Lo stemma (19-20 Aprile 2002), ripropone i materiali fotografici e le relazioni presenta-te nel 2002, in occasione della mostra sullo stemma comunale organizzata dal Circolo Filatelico Numismatico Città di Asola e dal Museo Civico “G. Bellini”. Alle conversa-zioni sul tema di Paolo Bertelli, Città della comunità e città del principe. Fasti e vicen-de di terre tra i Gonzaga e la Serenissimae di Andrea Lui, Communitatis Asulae: una comunità di cittadini, è stato aggiunto il contributo di Lucia Molinari, Lo stem-ma del Comune di Asola. Si ringraziano, in particolare, per la disponibilità dei ma-teriali, oltre al presidente del Circolo Fila-telico Alberto Guerreschi, gli autori An-drea Lui e Lucia Molinari, collaboratori al progetto di pubblicazione della Qua-dra; i fotografi Denis Roncali e Michele Peschiera che hanno curato la parte foto-

segue a pag. 13

giore magistratura cittadina (Consiglio gene-rale o maggiore) nomina vicari e podestà tra-mite i quali la nobiltà esercita il proprio pote-re sulla città e sul contado. Opposta è invece la situazione dei territori controllati dal Ducato di Mantova: i Gonzaga, “gelosi custodi di un potere conquistato con la forza”, mediante il controllo di rocche e castelli affidati ai vica-ri, attuano un controllo diretto dei loro domini permettendo solo la creazione di feudi tra loro collegati con i quali mantenere lʼequilibrio di potere tra i numerosi Signori di Mantova. La diversa evoluzione amministrativa dei due stati correlata alla diversa composizione so-ciale del mondo agricolo e imprenditoriale, incide profondamente su unʼarea economica che estendendosi da Desenzano a Ostiano, a ridosso del Lago di Garda, gode geografica-mente di ampie distese fertili, boschi rigoglio-si e abbondanza di acqua trasportata da fiumi e canali che percorrono da nord e sud tutta la zona . Sulla possibilità di sfruttare le capacità idriche dei tre fiumi, Oglio, Chiese e Mella, da cui dipende lʼabbondanza o la carestia agrico-la, traggono origine liti, tensioni sociali, guer-re, complicate da una delicata situazione dei confini che si muove “come la onda del mar”. Le migliori condizioni economico sociali e del tenore di vita della popolazione della Se-renissima, rispetto a quella mantovana deriva anche da grandi differenze a livello monetario e fiscale analizzate nello specifico dallʼautore che sottolinea relazioni e vantaggi economici a livello produttivo. In particolare, si spiega lʼevoluzione economica delle due principali industrie presenti, la lana e la seta, che si svi-luppano in modo opposto. Se lʼindustria tessi-le mantovana, dopo aver conosciuto nel ʻ500 un vero e proprio boom, regredisce, nella par-te bresciana la produzione di “pannilana” è già scomparsa alla fine del XVI secolo, men-tre lʼindustria della seta comincia a sviluppar-si solo dal secondo quarto del ʻ700. La tesi del Torreggiani si chiude con un ̓importante analisi delle principali vie di comunicazione, il cui percorso è definito dal divieto imposto dalla Serenissima di importare merci che non fossero passate per lʼemporio di Venezia. Le vicissitudini delle mercanzie prima di entrare in terra bresciana si evidenziano nel commer-cio dellʼolio di oliva e delle granaglie, dando giusto spazio alle diverse politiche annonarie e al fenomeno del contrabbando. La ricerca del Torreggiani, pur analizzando una prospet-tiva economica di ampio raggio, è di partico-lare rilievo, perché richiama, con una espo-sizione semplice ed organica, lʼattenzione su gran parte dei problemi storiografici che una comunità della Terraferma veneta, come Asola, pone agli studiosi di storia locale: lʼessere terra di confine, incuneata in un ter-ritorio intricato e anomalo, sia rispetto al si-stema bresciano quanto a quello mantovano.

A quattro anni di distanza dal primo, è fi-nalmente pronto il secondo numero de “La Quadra” il quaderno di ricerca storica che si propone di approfondire la conoscenza della storia di Asola e del suo territorio, pubblican-do tesi di laurea e altri lavori di indagine che valorizzino il patrimonio dellʼarchivio e del museo locali. Proseguedo nellʼimpegno di ampliare la dotazione con nuovi documenti di ricerca utili a meglio comprendere il pas-sato della nostra Città, viene presentata alla comunità asolana e agli studiosi che faran-no ricerche in Archivio, la tesi di Michele Torreggiani, Moneta, fisco, produzione e commerci nella Bassa bresciana e nellʼAl-to mantovano nei secoli XVI-XVIII, avente come oggetto i rapporti economico-sociali intercorsi tra la Bassa bresciana, appartenen-te territorialmente alla Serenissima Repub-blica di Venezia, e lʼAlto Mantovano, parte integrante del Ducato di Mantova. Unʼanalisi economica dal XVI al XVIII secolo che in-teressa proprio le relazioni intercorse, spes-so in modo conflittuale e burrascoso, nelle “terre tra lʼaquila e il leone” come dichiara il sottotitolo che si è voluto dare a questa collana di quaderni storici. In prima analisi, lʼautore si preoccupa di tracciare un profilo generale che inquadri, da un punto di vista politico-amministrativo, il territorio brescia-no. Venezia adotta un forte decentramento amministrativo nello “Stado de Terraferma”, che risente dellʼesperienza di governo ma-turata nel dominio “da Mar” quale insieme di località assai eterogenee per popolazione, cultura, economia e su cui sarebbe stato im-possibile e inutile imporre qualsiasi forma di accentramento o di integrazione organica. La sua autorità si esercita, nelle maggiori città della terraferma, tramite rappresentanti scelti tra la nobiltà della capitale (rettori, castellani, camerlenghi e provveditori), mentre la mag-

Cultura 12

E ̓uscita “La Quadra” quaderno di ricerca storica, arte e cultura

delle terre tra lʼAquila e il Leone

Da quando è giunta ad Asola la Dott.ssa Ester Cauzzi con lʼincarico di dirigere lʼArchivio Storico Comunale, la vitalità di questa importante realtà locale è andata crescendo, fino a giungere alla produzione di documenti con i quali lʼArchivio si apre ai cittadini per stimolare la conoscenza delle radici storiche del territorio in cui vivono. Ultimo frutto di questa pregevole attività culturale è la seconda edizione de “La Quadra” dalla quale abbiamo estratto la mappa riportata in copertina.

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grafica rendendola sicuramente suggestiva. Molto valido il contributo didattico della dott.ssa Claudia Bertuzzi, LʼArchivio Storico di Asola e la scuola del territorio: un esempio di didattica sostenuta dallʼuso del documen-to, monumento per dare una nuova voce ai protagonisti del passato e l ̓ ultimo inserto della bella ricerca della dott.ssa Elisabetta Maderi, Appunti sulle dimore dellʼAsolano e delle curiosità sullʼAssassinio a Villa Agosti-na di Matilde Monteverdi. In conclusione, pur essendo cambiato il formato tipografico, il fine di questo secondo numero della Qua-dra rimane il medesimo: offrire un panora-ma di studi e ricerche, non necessariamente esaustivo, che possa rappresentare una vali-da base per chiunque si avvicini alla nostra storia locale. Un ringraziamento particolare da parte della responsabile dellʼArchivio Sto-rico comunale agli autori e a tutti coloro, in particolare il signor Enrico Ferro che, con impegno e competenza, hanno contribuito a realizzare questo nuovo tassello della storia asolana. Ester Cauzzi

Eventi 13

LʼAssessorato alla Cultura ed al Turismo del Comune di Asola, presenta: la settimana della Cultura 11-20 Maggio 2007

Dimore e territorio asolanoAmbiente, saperi e sapori 2007

Venerdì 11 maggio 2007 (11-20 maggio 2007)A cura del Circolo Filatelico Numismatico, del Centro Studi Internazionale

di storia postale e dell ̓Archivio Storico comunale di Asolaore 18.15 Giardino di Palazzo Terzi (entrata Via Piave, 12)Inaugurazione della mostra con rievocazione risorgimentale

“A Palazzo Terzi lʼItalia chiamò!”Interventi del prof. Maurizio Bertolotti sul 1848 mantovano

e di Ercolano Gandini, presidente Centro Studi Internazionale di storia postale

Sabato 12 maggio 2007ore 10.00-12.00/15.30-18.30 Apertura della mostra

In occasione della nona edizione della Rassegna Organi Storici Mantovanie in collaborazione con lʼAssociazione “LʼAquila e il leone”

ore 18.00 Nella Sala dei Dieci, in Palazzo municipale“Pietro Chiarini (Asola 1712-1777):

un musicista asolano fra Venezia e Cremona”a cura del M° Fausto Caporali

ore 21.00 in Cattedrale di S.Andrea, Concerto per Soprano e Organo

Marina Morelli – Soprano Fausto Caporali – Organo

Domenica 13 maggio 2007Ore 9.00-12.00/15.30-18.30 nel giardino di Palazzo Terzi

Annullo commemorativo della mostra.A disposizione cartoline inedite con fotografie degli interni di Palazzo Terzi.

Ore 10.30 Presentazione del secondo numero del quaderno di ricerca storica“La Quadra: Storia, Arte e Cultura delle terre tra lʼaquila e il leone”

a cura dellʼArchivio Storico comunaleSeguirà una degustazione vini a cura del Consorzio bresciano

dalle 9.00/20.00 in Piazza XX Settembre“ASOLASAPORI e TRADIZIONI”

Esposizione e assaggi di prodotti tipici mantovaniOre 15.00/18.30 Biciclettata nella campagna asolana, a cura della Coldiretti

Informazioni orari mostra: 10.00-12.00 / 15.30-18.30Per visite didattiche su appuntamento (0376/733052 - cell.320/2355676)

La manifestazione aderisce allʼiniziativa di Legambiente “Voler Bene allʼItalia”realizzata sotto lʼAlto Patronato del Presidente della Repubblica

Presentazione de “La Quadra”(segue da pag. 12)

“A PALAZZO TERZI LʼITALIA CHIAMO ̓! ”L̓ atmosfera incantata del giardino mo-numentale di Palazzo Terzi, gentilmente concesso dal proprietario, farà da cornice alla mostra del Circolo Filatelico Numi-smatico “Città di Asola” ad ispirazione risorgimentale che, attraverso lʼesposizio-ne di una documentazione postale e di in-teressanti cimeli storici farà rivivere una pagina di storia locale del periodo che vide Asola coinvolta nella lotta per lʼindipen-denza nazionale. Il balcone dal quale il 28 aprile 1862 (leggi pagina 18) si affacciò Ga-ribaldi, per parlare agli asolani, come lo stesso stemma sabaudo affrescato in cima allo scalone dʼentrata, richiamano alla me-moria la figura carismatica del Cav. An-drea Terzi (1819-1897), primo Sindaco di Asola dal 1860 al 1880. Testimoni del suo spirito patriottico restano gli affreschi che

fece dipingere in occasione delle visite del Generale e del principe ereditario Umber-to ma, soprattutto, resta il ricordo del suo contributo alla vittoria di Solferino, quan-do, grazie alle sue tempestive informazioni sugli spostamenti di grossi contingenti di truppe austriache in uscita da Mantova, Napoleone III potè sventare il tentativo di accerchiamento messo in atto dallʼesercito austriaco. Un episodio poco noto che, però cambiò le sorti dello scontro decisivo a Sol-ferino e San Martino il giorno seguente 24 giugno 1859. Il percorso espositivo della Mostra, attraverso materiali storico-posta-li, ripercorre alcune tappe fondamentali del periodo 1848-1859/1860, con particolare at-tenzione alla figura di Garibaldi del quale, proprio questʼanno, ricorre il bicentenario della nascita (1807-2007).

Il fotomontaggio raffigura il Generale Giuseppe Garibaldi mentre, sul balcone di Palazzo Terzi, parla agli asolani. (foto Archivio Storico di Asola)

Agenda del Circolo Numismatico Filatelico

Città di AsolaMostra Storica Postale

del Risorgimento MantovanoVenerdì 11 maggio

ore 18,15 Inaugurazione della Mostra(ingresso da Via Piave, 12)

Sabato 12 maggioore 10:00 - 12:00 / 15:30 - 18:30

Apertura della Mostrache proseguirà con gli stessi orari

da Lunedì 14 a Domenica 20 maggioDomenica 13 maggio

ore 9:00-12:00 / 15:30 - 18,30Giardino di Palazzo Terzi(ingresso da Via Piave, 12)

Annullo commemorativo con cartoline ricordo

20 maggio chiusura della Mostra

INGRESSO LIBERO

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pasti agli anziani o per potenziare gli inter- venti del servizio civile, in occasione del-lʼemergenza caldo e in eventuali casi di emergenza o di calamità naturali. Va anche ricordato che recentemente lʼANC di Asola si è resa promotrice di una raccolta fondi in favore dellʼAmbulatorio del Pavimento Pelvico, una nuova struttura ospedaliera

I carabinieri in congedo asolani, iscritti allʼAssociazione Nazionale, festeggiano questʼanno, il loro 50° anniversario. Esse-re carabinieri ha un significato civico che, evidentemente, non si esaurisce con il pe-riodo della ferma militare. Il valore di quella divisa è militare ma, nel suo intimo signi-ficato, assume i contorni della “vocazione” per la quale ogni giovane che lʼha indossa-ta se la sente addosso come fosse una se-conda pelle. La vocazione del carabiniere è la sintesi del senso del dovere e del senso dello Stato. Un carabiniere non smette mai di esserlo forse perchè, non a caso, la sua è lʼArma che più di tutte vive a contatto con la gente e più di tutte ha svolto e svolge un ruolo sociale insostituibile. La presenza ca-pillare dei carabinieri sul territorio, oltre ad essere un rassicurante punto di riferimen-to per i cittadini, storicamente, ha svolto il ruolo fondamentale di garante della legalità.Così, non cʼè da stupirsi se, circa 4 anni fa, anche i carabinieri in congedo di Asola, mossi dal proprio forte senso civico, hanno deciso di rendere operativo, allʼinterno del-la loro Associazione, che fu costituita nel-lʼormai lontano 1957 e di cui è Presidente il Carabiniere Cesare Banni, un Nucleo di Volontariato. Localmente esso sta affian-cando la Protezione Civile, la Croce Rossa, la Polizia locale, gli stessi Carabinieri, e le altre Associazioni dʼArma, nelle attività di sorveglianza e vigilanza davanti alla Scuo-la Elementare; durante le manifestazioni sportive o di pubblico servizio, come in oc-casione del Mercatino di Natale, della Fie-ra dei Morti, delle inaugurazioni, ecc. Ma lʼopera meritoria del Nucleo di Volontaria-to dellʼANC di Asola non si esaurisce qui. Infatti lʼAmministrazione Comunale si av-vale del loro prezioso aiuto per migliora-re la qualità del servizio di distribuzione

Anniversario 14 che sta prendendo corpo su iniziativa del Dott. Prof. Ottavio Bruni, Primario delReparto di Chirurgia e del Dott. Marco Maffiolini, Primario del Reparto di Oste-tricia, con la collaborazione del reparto di Radiologia. Inoltre, il prezioso contributo fornito dal Nucleo dei Volontari dellʼANC di Asola si estende anche ad altri comuni, ed è riconosciuto dalle varie Amministra-zioni Comunali che si avvalgono dei loro servizi. Proprio a seguito di questo rico-noscimento, lʼAmministrazione di Asola si è ufficialmente impegnata a mettere a disposizione dellʼANC quella sede ope-rativa che è ritenuta indispensabile non solo per ottimizzare lʼaspetto organizza-tivo ma, soprattutto, per mantener viva la presenza della Sezione sul territorio.

Distributore automatico di latte crudo in cascina

50° anniversario della locale Sezione dellʼA.N.C.

Asola - Azienda Agricola dei fratelli Brignani - Cascina San Francesco Ziacchi Via Bonincontri Longure (a circa 300 metri dopo il Cimitero)

SICURO: per vendere il latte crudo l’azienda deve superare i r igidi e frequenti controlli dell’ASL

Il latte crudo è più NUTRIENTE del pastorizzato in quanto senza questo processo rimangono intatt i tutt i i principi nutrit i v i

E naturalmente i l lat te appena munto è dav vero molto più BUONO!

1 euro per 1 litro

Per apprezzarne tut to i l suo ant ico sapore

Non dovete bol lir lo!

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William Rizzieri), reduci dai fasti di recen-ti concerti in provincia. Impresa solo ap-parentemente difficile, perché, in verità, Giovanni Martarelli non è riuscito a termi-nare la parte introduttiva della sua propo-sta, che William Rizzieri aveva già accettato.Così domenica 18 marzo, lʼeterogenea “combriccola” si è presentata in via Parma,

La Signora Anna, zia di Giovanni Martarelli, il cantautore emergente del panorama canoro asolano, aveva espresso il desiderio di sentir cantare il nipote del quale qualcuno le aveva detto un gran bene, ma che Lei, la zia, non aveva ancora avuto modo di sentire. Essendo la signora Anna, ospite della Casa di Riposo di Asola, nella stagione invernale, è bastato un accenno al nipote e subito si è mossa la macchina organizzativa, per soddisfare il de-siderio della zia Anna. E siccome non sarebbe stato possibile organizzare un concerto priva-to in Casa di Riposo, a Giovanni Martarelli, (in arte “Giooma”) è venuta lʼidea meraviglio-sa di accontentare la zia ed, al tempo stesso, di organizzare un pomeriggio in musica per tutti gli ospiti della Casa di Riposo. Ottenuti i necessari permessi e coinvolta nellʼiniziativa la direzione della struttura asolana (missione assai facile, visto che veniva proposto uno spettacolo di intrattenimento per gli anziani a costo zero) e stabilita la data dellʼesibizio-ne, a Giooma non restava che coinvolgere gli amici. Ottenuta lʼentusiastica adesione del suo “vocalist” Cristian Chiesa di Flero (BS) e del chitarrista spagnolo Jorge Ventosa (resta un mistero da dove sia sbucato), per completare il cast, a Giooma non restava che strappare ilconsenso del mitico duo “Alvin e Willy”(il mantovano Alberto Pianori e lʼasolano

alle ore 15, puntuale, come se si fosse trat-tato di presentarsi al Teatro Ariston di San Remo. Non dobbiamo dimenticare, comun-que che, nel suo piccolo, il palcoscenico della Sala Manifestazioni della Casa di Riposo di Asola, negli anni scorsi, aveva già ospitato artisti famosi del calibro di Nilla Pizzi, Bet-ti Curtis, Vilma Goich e Giorgio Consolini.Ma “Giooma” ed i suoi amici, senza lasciarsi condizionare dallʼimpegnativo precedente, hanno proposto il loro vasto repertorio, am-pio e piacevole, di classici italiani ed interna-zionali, col quale hanno saputo coinvolgere, per circa tre ore, gli anziani, le animatrici, le infermiere ed i volontari presenti riuscendo, alla fine, anche a trascinare, i più intrapren-denti, in vivacissime danze. Sullʼonda del successo del loro impegno benefico, gli stes-si artisti si esibiranno il prossimo 9 maggio al teatro San Carlo di Asola, per il progetto “Musica per un sorriso”, concerto benefico organizzato a favore di A.B.E.O. (Associa-zione Bambino Emopatico Oncologico).

Giovanni Martarelli, in arte “Giooma”, si è esibito con un gruppo di amici, in Casa di Riposo, ad Asola, per esaudire un desiderio della zia Anna (con lui nella foto) e per il piacere degli anziani ospiti.

Concerto di “Giooma” in Casa di Riposo

Musica 15

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RONGONI

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Ciarå Albume; mentre la dizione italiana albu-me deriva dal latino albus “bianco” da cui alba ovvero il momento in cui il cielo inco-mincia ad imbiancarsi, ciarå significa let-teralmente chiara, e poiché lʼalbume non è bianco ma trasparente, mi sembra molto più appropriato il termine dialettale. In ve-rità i latini avevano parecchi altri aggettivi per indicare il colore bianco, niveus: bian-co come la neve, cereus, bianco come la cera, lacteus, bianco come il latte; albus era invece maggiormente usato nel senso di pallido, come appunto è pallido il cielo dellʼalba. Cobiå Corda che serve per legare i bovini, a gui-sa di guinzaglio, quando devono essere ac-compagnati a piedi. Da cui Cobiàs: mettersi insieme nel senso di legarsi con una cobiå, sposarsi.e quindi Cobià: appaiare.In italiano esiste il vocabolo Copula: accop-piamento sessuale, congiunzione, coppia. Copula è anche la parte del predicato no-minale che corrisponde alla sola parte ver-bale e che serve per accoppiare il soggetto al cosiddetto nome del predicato. Dal latino cum (con, insieme) seguito dalla radice ap di aptus (adatto). Quindi adatto a stare in-sieme, da cui coppia, ovvero due cose adatte a stare insieme. CrücoCrucco, sinonimo di tedesco, dal vocabolo “Kruh” pane, con cui i soldati croati, arruo-lati nellʼesercito austroungarico, erano soliti richiedere tale alimento ai fornai milanesi. CumpàgnUguale, appaiato. Nelle lingua italiana per compagno si intende una persona che ha aspirazioni, gusti ed interessi comuni ai no-stri, letteralmente colui col quale si “condi-vide, si spezza il pane” dal latino cum pane. Nel nostro dialetto, poi, questa affinità viene espressa, per estensivo, in termini di somi-glianza materiale vera e propria, cosicché “cumpàgn” sta ad indicare qualcosa di simi-le, di identico. CuradåPolmone di manzo o di maiale: da corata che letteralmente indica il cuore ma per amplia-mento è significativa di tutte le interiora degli animali macellati. Nel nostro dialetto ha pre-valso, soppiantando il cuore originale, la più voluminosa delle interiora, a parte le budella: i polmoni.

CaedùCiocco che si bruciava la Vigilia di Natale e che era donato dalle famiglie più abbienti a quelle più povere come regalo di Natale, quando non erano ancora di moda i panet-toni. Il nome potrebbe derivare dal francese cadeau, dono, oppure dal greco caio, bru-ciare. Questʼultima ipotesi è supportata dal-lʼarcaismo “cavedone” che Gabriele Rosa a metà ottocento ed il Petrocchi agli inizi del novecento citavano come sinonimo di ala-ri, quegli arnesi, comunemente di ferro, che servivano a mantenere sospesa la legna nel focolare per farla ardere meglio. Infine il Rossi nelle “Parole Castiglionesi” ipotizza come cavedone possa derivare dal latino ca-pito - capitonis letteralmente “che ha la testa grossa” forse per le teste umane o divine che sormontavano un tempo gli alari. Nel pole-sano poi, con il termine Cavdòn si identifi-ca il Natale stesso, prova ne sia il proverbio che recita “Ala Madona de San Zuanòn ( lʼImmacolata Concezione) manca disdòt dì al cavdòn”. Calambràt o cambràtAlla coque, uovo bollito fino a far rappren-dere lʼalbume, quindi né crudo, né cotto. Per analogia dicesi anche di persona con-valescente in quanto non più malata, ma non ancora completamente sana. Uno sta-to, quindi provvisorio, di passaggio, come provvisoriamente viene unito dai carpentieri il legname da costruzione per mezzo delle “cambre”, specie di graffe metalliche a due punte. Campane a martelCampane a stormo: la definizione dialetta-le non ha niente a che fare con un ipotetico martello percosso sui bronzi. E ̓ invece da collegare a Marte dio della guerra; infatti anticamente le campane suonavano a stor-mo nellʼimminenza di un grave pericolo per la città ed il pericolo più grave era senzʼaltro da considerarsi lʼavvicinarsi di truppe nemi-che. ChiribiriBasco. Purtroppo per questo lemma dialet-tale non ho saputo trovare alcuna etimolo-gia plausibile. Per tale motivo, sarei grato a chiunque mi fornisse un aiuto. Ciaculå e garatulåBattola, crepitacolo. Strumento formato da una tavoletta di legno con maniglia mobi-le in ferro che si usava la sera del Venerdì Santo per annunciare le Funzioni Religiose in sostituzione delle campane che venivano sciolte solo con la Resurrezione di Gesù. Uno strumento abbastanza simile detto “Ta-bula” veniva usato nel medioevo dalla Guar-dia Campestre Comunale per annunciare le riunioni del Consiglio Comunale. Da “Cia-culå” deriva il verbo “ciaculà” discorrere. Insieme alla “ciaculå” la sera del Venerdì Santo veniva usata anche la “garatulå” uno strumento costituito da una parte mobile con una lamina flessibile che, ruotando su una parte fissa dentata, produce un suono simile ad una raganella. Con tale epiteto viene de-nominata una donnetta di poco conto, buona solo a blaterare.

Eros Aroldi

Cunsiglio Comunal

Son ʻndàt na serå, brötå che piuiå, a eder el cunsiglio chi tigniåla sö ʻn comune, siem en quater gat,e ancå ʻl sindich ʻn po ʻl se lamentàt. A destra gherå, chei de lʼupusisiù, che isé i_a ciamå per cunsulasiù, perché defati i_è chei che gà perdìt e ghe ʻn qual dü chel lʼha gnamó capìt.Prim ghe Riverå con lʼAnnaliså abandåchel pontå ʻl sindich, lʼè tötå na dumandå,cal là el la smirå de surå de i_uciaie pó ʻl sé stöfå “Rómpem miå i curai”. Visì ghe ʻl frer chel molå miå la scragnå e Carminati lʼè ʻn bandå chel caragnå. “I_è za dö olte che ʻndàt ghe som visì second u ters lʼè prope ʻn gran patì ».Pó ghe Fiorenzo, chel par en po ̓isulàt lʼè ʻn dʼen cantù el scöntå i sò pecat, magare ʻl penså ale prosime elesiùsʼel penså a cheste ghe vé zó ʻn lagrimù. E vardå te, chʼel miå za sicuràt che de sicur i_aresem sbaragliat, e quant som vist penultim a rià per en minùt se gnìt a mancà ʻl fiàE lé a sinistrå ghe stà la magiuranså,che i_è mansì ti vedet za a distansa,lo sguardo fiero, vardé che gom vinsìtste al voster pòst , vuatèr ghi perdit Lʼè ghe lʼUreste chel fa ʻn gran pulverù per fal sta quiet Zaché ʻl ga i sgrundanu, e Neri el rit, ghe pians finamai i_öcc che par chel dise “Putei vó ciaàt töcc”.En meså, ensemå, a töti i sò asesurghe sta Giovanni sindich e dutur,el par nervus, magare l_é ʼn pó strachel sgagnå argotå, el garà miå senàt. Alå sò destrå el vice, lʼè ʻn Santì però a vardal lʼè töt so zio Carlì; po ̓la Francescå, lʼa ga ʻn gran bel facì la scragnå dopo Sarzi ʻl fa ʻn pisulì.Alå sinistrå de có alå scrianiå ghe giù de lʼEnel peròʻl cunose miå,visì a Zanelå, che lʼè per Castelnöfe par chel völe fal tirà sö de nöf. Fa sito Franco adés i dis vargotå per el parchegio, mé go capìt negotå, se però arde en faciå Sauldì chi la fa pö, go belå za capìtE pó le Medie che forse i_a farà,ma miå al Cunsorsio, che le stàt inquinàt,par chi i_a sposte, la ʻn font verso Pignole,bastå chi a faghe, senså tante gnole. Che me só stat de caså per en po ̓ en du i vindiå la naftå la de Afò, e le me fiole i_é gnide grande istess senså ciamà zo lʼArpå töti i mes.Sito sculltóm che gom de reticiàlʼasilo nöf che tant el sʼè custàt,en del pruget ghe miå stat mis i cop pöl capità, stom miå lamentàs trop. Be ʻl set che fo, ades vo a casa miå vo a da nʼuciadå, sperom che piöe miå, vede miå lʼurå, de andà ʻn del me letù tanto a sta che, me è sul la pasiù.Carå ʻl mé sindich tè dó la bunå nòtnʼatim che infilse, sö ʻl me gabanòt,ciao cunsiglier ve fo la riverenså,a me ʼl getù i da miå per la presenzå.

Asola, novembre 2004

La pagina del dialettoPiccolo Dizionario etimologico: lettera C

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Dialettando 17

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lo affligge ancora alla mano destra, non poté inaugurare il tiro e lo fece per lui il SenatorePlezza: seguirono i tiratori della Società e del-la Guardia nazionale, i quali ultimi con una se-rie di colpi felici mandarono soddisfattissimo

La Società del tiro a segno dʼAsola nasce il 19 aprile 1862, anche se già attiva, di fatto, dal 1860, da un sodalizio di patrioti asolani. I promotori furono 24, per la maggior parte esponenti dellʼaristocrazia e della borghesia asolana, i quali elessero una commissione di cinque probiviri incaricata di redigere lo sta-tuto della Società (I). I membri della commis-sione furono per la cronaca, i signori: Griani dott. Giuseppe, Gerola dott. Renato, Carre-ra Gio. Battista, Enrico dott.Tosi e Zuccheri Conte Giulio Cesare. Il capitale iniziale fu di Lire 695 costituito dai versamenti di 139 quote da Lire 5 cadauna. Nella seduta succes-siva del 22 aprile allʼordine del giorno vi fu: 1) Approvazione dello statuto organico. 2) Approvazione del memoriale da presentare al generale Garibaldi. 3) Nomina della rap-presentanza sociale. E proprio come stabilito allʼultimo punto, fu eletto il primo direttivo nella figura del presidente Zuccheri Conte Giulio Cesare, vicepresidente Tosi dr. Enri-co, segretario Carrera Gio. Battista coadiuva-ti da quattro consiglieri, i signori: Gerola dr. Renato, Camozzi Nobile Girolamo, Griani Giuseppe e Boccalini Nob. Ottaviano (II). La Società fu denominata, con una certa enfasi tipicamente risorgimentale, “Società del Tiro al Bersaglio – Carabinieri del Basso Chiese”. Durante il suo giro elettorale per il Bresciano, Garibaldi il 28 aprile, il giorno in cui tra lʼal-tro pronunciò il celebre discorso dal balcone di Palazzo Terzi ricordato da una lapide mu-rata in seguito accanto, ormai assai sbiadita, inaugurò il Tiro a Segno di Asola, lungo le rive del Chiese e di quellʼavvenimento rima-ne una cronaca riportata su “La Sentinella Bresciana” di martedì 29 aprile 1862: “Ca-stelgoffredo 28 aprile ore 4 pom.”.[.....] “Alle 8 ebbe luogo la inaugurazione del tiro (ci si riferiva al Tiro a Segno di Castel Goffredo. NdA). Indi partì per Asola. Festeggiato lungo la via dai contadini che accorrevano abban-donando i loro lavori campestri, là giunse fra lʼuniversale entusiasmo. In mezzo a fiori, e musicali concerti pervenne alla casa del Sin-daco da dove tenne eloquente sermone; ac-colse le corporazioni del paese, asciolse, indi recossi allʼinaugurazione del tiro”. Sempre “La Sentinella Bresciana” di giovedì 1° mag-gio proseguiva con la cronaca della visita del celebre ospite: “Asola 28 aprile. Oggi verso le ore 11 ant. Asola aveva lʼonore di acco-gliere fra le sue mura il generale Garibaldi”. [....] “Ad un ora (sic) pomeridiana il Generale si recava al Campo del Bersaglio ove veniva ricevuto dalla Rappresentanza della Società del tiro totto (sic) un Padiglione eretto perla circostanza. Stante il resto di malattia che

Enrico Ferro

il Generale”. [....] In una relazione del 12 febbraio 1890 (III), quando come vedremo in seguito lʼattività della Società era già cessata, a firma dellʼingegnere comunale Ottaviano Clerici Bagozzi troviamo la descrizione del poligono di tiro, lungo circa 450 metri: “Il campo (indicato ancor oggi come “Bersa-glio Broglia” NdA) (IV) ha sul lato di fronte a tramontana, altri campi coltivati a bosco oltre la parte compresa fra lʼargine del Chie-se ed il Fiume, ed a coltivazione ordinaria di cereali, la parte interna allʼargine stesso. Dal lato di levante abbiamo pure coltivazio-ni ordinarie di cereali; a mezzodì la Strada Comunale di Canneto e la Fossa Magna, a ponente, il Fiume Chiese”. Nel corso de-gli anni la Società esplicò onorevolmente la sua attività partecipando a gare di tiro a se-gno in Italia e anche allʼestero (V) tenendofede agli scopi prefissati ed in particolare aquello “....di addestrare i cittadini allʼuso delle

segue a pag. 19

In occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi proponiamo due interessanti testimonianze dei legami che nel corso del Risor-gimento Asola ebbe con lʼEroe dei due Mondi.

La Società del tiro a segno

TRASCRIZIONE: Belgirate, 17 giugno 1862

Alla Società del Tiro a segno - AsolaAmici! Accetto riconoscente la mia elezione a Presidente di cotesta Società Vostra. Le parole che dalle generose anime Vostre volgono a me, sono testimonianza che lʼamore della Patria sta a Voi, più che sulle labbra, sul cuore, per tradursi in nobili fatti. Fate, di grazia, che la valorosa gioventù Italiana abbia lʼaffettuoso mio saluto, e sappia aver io fede nei forti suoi propositi. Addio di cuore Vostro G. Garibaldi

Riproduzione autorizzata dal Museo Civico G. Bellini al Sig. Enrico Ferro N. Prot. 3796/2007

Storia 18

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Lire 480,32 e di “dodici fucili”(sic) alla So-cietà Operaia di Mutuo Soccorso di Asola (SOMS) che il 24 febbraio successivo, in una sua missiva a firma del presidente, Avv. Osma, ringraziava per lʼinaspettata donazio-ne (VII).Tuttavia, consultando gli atti conser-vati nellʼArchivio Comunale di Asola, risulta una fitta corrispondenza che va oltre il 1876 e che giunge addirittura al 1904. E ̓ interes-sante il caso dei documenti relativi al rifiuto dei Comuni di Piubega e Casaloldo di con-correre alle spese di gestione di una Società Mandamentale del Tiro a segno che, forse, doveva proprio sorgere ad Asola e che risal-gono al 1883 (VIII). Le indicazioni presenti su ulteriori documenti, relativi soprattutto ai rapporti tra il Comune di Asola, la Società del Tiro a Segno Nazionale e la Società del Tiro Mandamentale con sede a Mantova, non hanno però fornito indizi se si trattasse della stessa Società scioltasi nel 1875 e poi ricostituitasi o se si riferissero ad unʼaltra.

armi e di sviluppare in essi lo spirito milita-re” rifacendosi allʼesempio svizzero sullʼad-destramento della leva militare, con partico-lare riguardo alle giovani generazioni (VI), intensificando la collaborazione con i mem-bri della Guardia Nazionale di Asola, che custodiva le armi e forniva le munizioni ai tiratori. A seguito allʼemanazione del R.D. n. 1510 dellʼ11 ottobre 1863 che ordinava la demarcazione tra società del tiro a segno comunali, provinciali e private, anche per accedere a cospicui finanziamenti governa-tivi, lo statuto fu nuovamente riformato per quanto riguardava i rapporti con il Comune di Asola. Ma il sodalizio non doveva avere vita lunga e già nel 1875, nella seduta del 26 dicembre, ne era deliberato lo scioglimento e la conseguente devoluzione del patrimonio di

NOTE:(I) L̓ originale dello statuto fu sottoscritto dal ge-nerale Giuseppe Garibaldi che espresse tra lʼaltro i suoi auguri al neocostituito sodalizio assumen-done anche la presidenza onoraria, come risulta da una sua missiva del 17 giugno di quellʼanno. Ma qui si apre un piccolo “giallo”: secondo una lettera di Goffredo Bellini in data 23 maggio 1932, tale statuto è preso in carico dal Museo Civico [lo stesso che è stato ribattezzato col nome del suofondatore]. Negli inventari del Museo degli anni ʻ40 lʼoriginale dello statuto risulta esposto contro “la parete nord” del Monte Pegni, allora comeadesso sede museale, assieme alla predetta lettera di Garibaldi tuttora conservata. Tuttavia, dello statuto attualmente ne rimane una copia conforme allʼori-ginale presso lʼarchivio storico del Comune di Aso-la [sezione postunitaria busta 335 fascicolo 2.6.].(II) Il corposo carteggio relativo alla sua costituzio-ne può essere consultato presso lʼarchivio storico comunale sempre alla sezione postunitaria alla bu-sta 335 fascicolo 1.(III) Archivio Comunale di Asola b.336.1.15(IV) Ringrazio il Prof. Bruno Broglia per la sua testimonianza orale: secondo quanto tramandatoin famiglia, il terreno fu utilizzato come poligono, per un breve periodo, subito dopo la visita di Gari-baldi. La sua famiglia acquistò il terreno nel 1908 dal Comune di Asola. (V) Interessante da questo punto di vista la richiesta di sottoscrizione per un dono alla Società del Tiro di Francoforte [b.335.2.1].(VI) La rivoluzione americana del 1776 e le suc-cessive guerre napoleoniche, in particolare la cam-pagna spagnola del 1808 [la cosiddetta “campagna peninsulare”], avevano dimostrato la necessità di addestrare reparti di tiratori scelti in grado di mole-stare gli ufficiali avversari portando lo scompiglio tra la truppa [Jäger, Schützen, Bersaglieri, Cac-ciatori, Volteggiatori ecc.] grazie allʼintroduzione sempre più massiccia di fucili a canna rigata [cara-bine]. Le fortunate campagne risorgimentali con-dotte dalla “camicie rosse” garibaldine avevano al-tresì mitizzato la figura del volontario addestrato al tiro di precisione proveniente dai vari strati sociali della popolazione.(VII) Si leggano le deliberazioni conservate nel fa-scicolo 2.13 della predetta busta 335.(VIII) Si veda a proposito, la documentazione con-servata nella sezione postunitaria nella busta 336 [XX. Società diverse].1.13.

La Società del tiro a segnosegue da pag. 18

Pagina (estratto) della Sentinella Bresciana del 1° maggio 1862 con la cronaca dellʼinau-gurazione del Tiro a Segno di Asola avvenuta il 28 aprile, alla presenza del Generale Giu-seppe Garibaldi. ( Archivio Autore)

Storia 19

Il Giallo di Via Piave si infittisceNel primo numero di questʼanno, in un trafiletto, avevamo trattato, in chiave ironica, la graduale sparizione di 19 pali in ghisa, praticamente nuovi, che erano stati posti per dissuade-re gli automobilisti dal parcheggiare nello spazio contiguo al Teatro Sociale. Erano dei bei pali in ghisa, certamente costosi. Allora avevamo ipotizzato un loro possibile “rapimento” ad opera di un loro disonesto estimatore. Allʼindomani dellʼusci-ta del nostro giornale fummo subito ripresi da un autorevole esponente di questa maggioranza che, volendo fugare ogni nostro sospetto, si affrettò a comunicarci il loro temporaneo ritiro, per la necessità di modificare lʼancoraggio a terra,proprio per evitare che qualcuno li potesse trafugare. Ovvia-

mente ci bastò questa giustificazione perchè non potevamo pensare che, dopo poco tempo dalla loro posa, i 19 pali in ghisa fossero davvero già spariti. Poco tempo fa, a seguito di una segnalazione di un solerte cittadino, ci siamo recati a control-lare i 19 pali, dopo che gli stessi erano stati riposizionati dal Comune. Grande fu la nostra sorpresa nel constatare che i 19 pali non erano più gli stessi e che la sede di ancoraggio di ognu-no era stata spostata di circa cm. 30. Cosa era accaduto ai 19 pali in ghisa originari? Sono stati davvero trafugati? Perchè lʼesponente della maggioranza ci ha voluto raccontare quella pietosa bugia? Aspettando una risposta credibile, dalle autori-tà competenti, intanto il giallo di via Piave si infittisce... come si infittiscono le spese a carico del contribuente.

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che non poteva indulgere alle debolezze e al-lʼincoerenza. Per Lui non esistevano i colori grigi o le sfumature per giustificare i compor-tamenti e le scelte di comodo. Il suo rigore non risparmiava nemmeno i compagni di par-tito anzi, se possibile, Riccardo pretendeva da loro ciò che, senza esitazioni, pretendeva da sé stesso, perchè il suo rigore aveva un nome ed un credo: “Giustizia”. Il senso spiccato del giusto o dellʼingiusto in Riccardo non cono-sce le mezze misure, così come non fa parte del suo bagaglio culturale lʼidea di trarre van-taggi personali dalla sua posizione. Lo con-fermano i figli Catia e Maurizio ricordando un episodio emblematico del modo di pen-sare e di comportarsi del proprio padre. Ric-cardo Boni, che era stato tra i fondatori della sede asolana della C.G.I.L. e, quindi una per-sona in vista e stimata, forse per accontentare lʼadorata moglie Antonia, fece domanda per avere in assegnazione un alloggio popolare del Comune. Avendo la sua famiglia i requi-siti richiesti dal bando, ottenne quellʼassegna-zione. Quando Riccardo venne a sapere che la sua domanda era stata accolta, chiese di poter controllare lʼelenco degli esclusi. A suo giudizio, avendo valutato che la prima fami-glia esclusa era più povera della sua e, quin-di, più della sua aveva diritto ad un alloggio popolare, senza alcun ripensamento, rinunciò a quellʼalloggio, gettando nello sconforto la moglie che da tempo sognava quella siste-mazione. Questo era Riccardo Boni, uomo giusto ed integerrimo che non ammetteva,debolezze anche se, talvolta per rimane-re coerente a questo suo rigoroso modo di pensare, doveva pagare in prima perso-na per le sue scelte. Ma proprio per questo

Riccardo nasce nel 1920 a Remedello da una famiglia di salariati agricoli, già “vecchi” militanti del Partito Socialista. Anche se il giovane Riccardo avrebbe avuto lʼintelligen-za e le capacità per studiare, a quei tempi, purtroppo, la scuola era aperta solo a chi se la poteva permettere, con o senza capacità. Così i “rampolli” dei ricchi possidenti po-tevano esibire, oltre al loro status sociale, i diplomi che li qualificavano come “persone che avevano studiato”, mentre in taluni casi, vi erano figli di salariati agricoli che, seppur in possesso di capacità intellettuali superio-ri, erano purtroppo costretti ad interrompere presto gli studi, per lavorare nei campi come, prima di loro era già toccato ai loro padri e ai loro nonni. Riccardo era uno di quei gio-vani che la sorte ha fatto nascere in una fa-miglia povera; il suo curriculum scolastico si ferma alle scuole elementari, ma non la sua voglia e la sua capacità di impegnarsi con-tro le ingiustizie sociali. Ed è stata proprio lʼingiustizia da lui stesso subita che forgiò il suo animo e le intime convinzioni che di-verranno la sua stessa ragione di vita. Poichè lʼintelligenza non gli faceva difetto, finì per abbandonare la strada del famèi dè fagòt, alla quale sembrava essere destinato, per ascolta-re il richiamo di quella che sarebbe diventa-ta la sua “vocazione”: difendere i più debo-li, in modo convinto e senza compromessi.Una delle iniziative più rilevanti nel perio-do del primo dopoguerra che hanno visto protagonista Riccardo Boni fu sicuramente lʼorganizzazione di quello che venne defi-nito “lo sciopero dei 40 giorni” che por-tò alla riforma agraria. Il pensiero di Ric-cardo Boni era ispirato ad unʼetica di vita

Per il suo spiccato senso della giustizia, per la sua onestà e per la coerenza a cui si è sempre ispirato, è stato amato dai compagni di partito ed unanimemente rispettato dai suoi avversari politici.

La figura di Riccardo Boni nel ricordo di famigliari, amici ed avversari

era amato dai compagni e rispettato da-gli avversari. Pur essendosi fermato alleelementari, Riccardo era un uomo intelli-gente, capace di imparare, da autodidatta, quanto molti non hanno mai saputo appren-dere nemmeno frequentando lʼuniversità. I conteggi che, dopo notti insonni, presen-tava per definire una liquidazione o per un ricongiungimento ai fini pensionistici, erano sempre perfetti tanto che, sia i “padroni” che i funzionari dellʼI.N.P.S. quando sapevano che i calcoli erano stati fatti da Boni, nem-meno perdevano tempo a controllare. <Se li ha fatti Boni, vanno bene così!> dicevano. A Riccardo Boni, uomo scomodo per la sua franchezza; per il suo senso di giustizia; per la sua incapacità ad essere diplomatico, era riconosciuta da tutti, compagni ed avversari, una qualità rara: la coerenza, costi quel che costi, ed alla sua morte avvenuta il 14 gen-naio del 1989 nessuno si è sottratto al dovere di rendergli omaggio, perchè le idee si pos-sono anche non condividere ma se lʼuomo che le ha propugnate è stato giusto, onesto e coerente con esse per tutta la vita come, cer-tamente, lo è stato Riccardo Boni, quellʼuo-mo merita il rispetto di tutti e, considerati i tempi che stiamo vivendo, merita anche di essere ricordato e portato ad esempio.

Riccardo Boni

Il personaggio 20

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con facilità: la misura di ciò che io penso, pro-vo, voglio o difendo, non avviene con il giu-dizio della coscienza, ma secondo il bizzarro barometro dellʼopinione pubblica. Alla fine, tutto questo ci lascia molto soli, dispersi, senza certezze. Da questo tentativo di lettura nasce, a mio avviso, lʼurgenza e la necessità di supe-rare la comoda presunzione di “pensare solo a noi stessi” o al contrario lo scoraggiamento del “tanto non posso farci nulla” perché non di-pende da me. Per poter vivere, infatti, abbiamo bisogno di progettualità, orientamenti, moti-vazioni. Se manca dunque una formazione in-tellettuale, culturale e (aggiungo con certezza di causa) spirituale, se non ci sentiamo inseriti in una tradizione e in una storia, sostenuti da una memoria di senso e di valori, vengono a mancare i presupposti per una vera interiorità. La persona che non voglia appoggiarsi a nien-te, che non abbia alcuna eredità da cui trarre sostentamento, diventa facilmente vittima del-le proprie emozioni e preda dellʼangoscia. E ̓importante a questo punto considerare alcune vie percorribili per educarci allʼinteriorità, vie che con fatica, ma spesso con successo, cerco di portare avanti anche nel mio ministero aso-lano. La prima via è quella dell ̓“intelletto”: dal latino letteralmente “intus-legere”, legge-re dentro, in profondità. Non a caso “lʼintel-letto” è uno dei sette doni dello Spirito Santo della tradizione cristiana. Trafficare questo dono significa dedicare tempo per leggere, in-formarsi, conoscere, imparare, approfondire, confrontarsi, comprendere... Occorre promuo-vere e trasmettere cultura da diversi punti di vista, letterario, scientifico, psicologico, arti-stico, teatrale, cinematografico, musicale, re-ligioso... Soltanto in questo modo possiamo fare luce sulle verità fondamentali della vita, comprese quelle di fede. Tendiamo a fidarci troppo di ciò che sentiamo o ci viene offerto dai mezzi di comunicazione (purtroppo spesso in modo distorto e poco credibile).

Perdonatemi se inizio sempre da una lettura di situazione problematica. Vi assicuro, non è pessimismo, ma lettura di un aspetto della vita per offrire una strada di speranza e di libertà. Oggi, credo condivisibile, assistiamo ad una crisi della “interiorità”. Nellʼintimo del mondo interiore costituito da ideali, sogni, sentimen-ti, passioni, progetti, interessi, sentimenti... le persone si sentono un po ̓ in affanno. Ne ho parlato anche nellʼomelia del Giovedì Santo, celebrazione nella quale ogni anno affronto una tematica che sento urgente e importante, dalla quale prendo spunto per questo articolo. Risolviamo spesso queste situazioni dicendo che è la società a distoglierci dalla dimensione interiore perché orientata alle questioni mate-riali del vivere, per altro non affatto semplici e banali. Ritengo però, riportando S. Agosti-no, che “non siano i tempi ad essere malvagi, ma che noi siamo il tempo”; siamo noi infatti a gestire lʼopportunità per rigenerare la crisi dellʼinteriorità. Proviamo innanzitutto a leg-gere la questione un po ̓più in profondità. In ragione del fallimento dei grandi ideali e del progetto di essere felici a partire dalle grandi ideologie, la persona tende a ripiegarsi su se stessa. È evidente che ciò che si percepisce come dolore o come piacere per sè, viene per primo in rapporto a ciò che può causare dolo-re o piacere agli altri. La tendenza è a serrare le proprie tende su quello che succede fuori di noi, sia che si tratti dellʼamministrazione comunale, del governo, dello stato..., sia delle persone che abitano accanto... Viviamo alla giornata. Consumando. L̓ idea che sia impor-tante promuovere tutta la vita della società, ci è estranea. Che ci siano dei valori comuni — spesso molto importanti e delicati — da onorare e proteggere, diventa lʼultima delle nostre preoccupazioni. Da qui può derivare un vuoto interiore inquietante dal punto di vi-sta delle idee e delle convinzioni, che porta a dar credito a tutto e a non saper discernere

E ̓ necessario combattere con tutte le nostre forze e con tutti i mezzi necessari la superfi-cialità del pensiero. Una seconda via è quella del “cuore”: non intendo cuore come emo-zione, sentimento o reazione affettiva, ma nel senso biblico di “capacità sapienziale”. Il cuo-re, o come diciamo nel linguaggio moderno la coscienza, costituisce la capacità sapienziale di giudicare, di scoprire le cause e le ragioni del vivere, di riconoscere i fondamenti da cui sgorgano il gusto della vita, del bello, del vero. Questo stile sapienziale coinvolge, lo si può ben capire, anche i sentimenti, le emozioni, la sensibilità. La stoltezza che si evince nella ripugnanza e nel disgusto della vita è il segno contrario a questa sapienza da combattere.Unʼultima via, ma non per questo meno im-portante, è quella dello “spirito”, direttamente legata ai valori del sacro, del religioso, della fede in Dio e nella sua verità storica che, per i cristiani, è Gesù Cristo. Lo spirito è il dono di grazia immesso nellʼanimo (interiorità) dalla nostra tradizione cristiana. E ̓la ricchezza del-lʼessere divino che è dentro di noi, che ci per-mette di aprire gli occhi alle dimensioni di Dio stesso, della sua bellezza, del suo amore fedele, della sua perfezione, del suo mistero. Una vita aperta al mistero, è mia convinzione profonda e radicata, acquista un respiro di universalità e di infinito impagabili. Al contrario, una vita ʻmaterializzata ̓riduce di molto le potenzialità umane. Intelletto, cuore, spirito: sono le tre vie che ritengo importanti per educare e formare la dimensione interiore del vivere.

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10 AprileAUGURI GRETA

Don Riccardo Gobbi

Il signor Giordano della Torre, appassio-nato cultore dellʼorgano della Cattedrale, recentemente restaurato, ha scritto a Papa Benedetto XVI per inviargli un Cd del concerto eseguito dal compianto M°Renzo Buia allʼorgano Serassi, in occasione del Festival internazionale del 1984 ed un Dvd che illustra le bellezze artistiche della no-stra Cattedrale. L̓ idea del Sig. Della Torre è stata apprezzata in Vaticano e Mons. Ga-briele Cacia della Segreteria di Stato, nel-la Sua cortese risposta scrive, fra lʼaltro: <Il Sommo Pontefice, che ha accolto e ben apprezzato il gesto di ossequio e i pensieri di stima che lʼhanno dettato, desidera far-le giungere lʼespressione della sua cordia-le gratitudine, mentre auspica che il culto per la casa del Signore e per lʼarte possa suscitare un amore sempre più profondo e gioioso a Cristo e alla Chiesa>.

Parole di Vita 21

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dosi con loro e rispondendo con grande disponibilità alle più svariate domande. La gita in terra friulana è proseguita nel po-meriggio presso il “Parco del Volo” di Cam-

E ̓stata davvero una giornata indimentica-bile, quella del 21 Marzo, per le sessanta persone che hanno partecipato al pull-man organizzato dallʼAssociazione EOS -Cultura & Ricerca di Piubega (Mantova).Infatti, nella bellissima giornata di inizio primavera, il sodalizio piubeghese ha fat-to visita alla base aerea di Rivolto (Udine), sede del 313° Gruppo Addestramento Acro-batico “Frecce Tricolori”, la pattuglia acro-batica più famosa e numerosa del mondo, oltre che orgoglio e vanto per lʼItalia intera.Il programma della giornata ha avuto inizio intorno alle 8.30 quando il pullman dellʼasso-ciazione è stato accolto allʼinterno dellʼaero-porto dal M.llo Antonio Diana dellʼUfficio Pubbliche Relazioni delle Frecce Tricolori. Sbrigate le formalità di rito, la visita è inizia-ta nello spazio parallelo della pista, nei pressi della cosiddetta “biga”, dove abbiamo ricono-sciuto il comandante delle Frecce Tricolori, il Magg. Massimo Tammaro. In gergo aeronau-tico la “biga” è la radio che si trova esattamente al centro della pista dove il comandante delle Frecce Tricolori, in collegamento radio da terra entra in contatto con il capo formazione in volo e impartisce consigli e correzioni per rendere perfetta lʼesecuzione delle manovre.Mentre il M.llo Diana si prodigava nel rispon-dere alle più svariate domande, le Frecce Tri-colori in unʼinusuale formazione di 7 velivoli (abitualmente la formazione è composta da 9 velivoli più il solista) decollavano per il loro primo volo di addestramento regalando a tutti i partecipanti uno spettacolo nello spettaco-lo fatto di professionalità e precisione. Suc-cessivamente la visita è proseguita nei pressi della linea di volo dove il M.llo Giancarlo Provedel, anchʼegli delle Pubbliche Relazio-ni, ha letteralmente ammaliato i visitatori con la sua passione ma anche per la grandissima competenza tecnica. È stato possibile vedere da vicino il velivolo AerMacchi MB. 339 A, lʼattuale aereo delle Frecce interamente pro-gettato e costruito in Italia, oltre che scatta-re le prime foto ricordo. Interessante anche la visita ai velivoli che hanno fatto la storia dellʼacrobazia aerea collettiva in Italia nel dopoguerra: oltre al Canadair F-86E “Sabre” del Cavallino Rampante (1956 – 1957) e allʼF-84F “Thunderstreak” dei Diavoli Rossi (1957-1959) e dei Getti Tonanti (1959 -1960) erano presenti i primi due velivoli della P.A.N., il Canadair F-86E “Sabre” e il Fiat G.91 P.A.N.Al termine della prima parte dellʼaddestra-mento il Cap. Pil. Simone Pagliani, Pony 6,il leader della seconda sezione, ha rag-giunto gli amici piubeghesi intrattenen-

poformido, un complesso tematico inserito nelle strutture dellʼAero Club Far East e inte-ramente dedicato al volo. La comitiva è stata accolta e condotta allʼinterno delle strutture da Beppe Liva, un pezzo di storia dellʼacro-bazia aerea collettiva italiana con oltre 15.500 ore di volo ed ancora in attività con la pattu-glia acrobatica dei Red Bulls. Alcune mostre allestite allʼinterno dei diversi hangar hanno offerto la possibilità ai visitatori di percorre-re un viaggio nella storia dellʼacrobazia dal dopoguerra ad oggi. Inoltre, grazie al simu-latore del Virtual Flying Group, è stato possi-bile provare lʼebbrezza di pilotare un Blériot della I^ guerra mondiale. Certamente è stata una giornata molto particolare ed intensa che sicuramente ha aiutato a capire che cosa è ve-ramente la Pattuglia Acrobatica “Frecce Tri-colori”, ma soprattutto a creare una coscienza aeronautica che qualcuno in qualche maniera vorrebbe cancellare.

Alla gita del 21 marzo scorso, organizzata dal Gruppo EOS di Piubega, hanno partecipato 60 persone entusiaste di aver potuto visitare la base aerea di Rivolto, sede del 313° Gruppo di Addestramento Acrobatico.

Gli amici di Piubega in visita alla Pattuglia Acrobatica Nazionale

“FRECCE TRICOLORI”

Da Piubega 22

La classica foto ricordo della comitiva di Piubega in visita alla base aerea di rivolto (Udine) a con-clusione di una bella ed interessante giornata in compagnia dei piloti delle “Frecce Tricolori”

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una strategia pericolosa, se diventa unʼabitu-dine della coppia in caso di disaccordo. Ci possono essere alcune ore di distacco per ri-flettere, capire un conflitto in atto e trovare possibili soluzioni. Le chiusure non avvan-taggiano la coppia. Non permettono di rico-noscere e rispettare lʼaltro, tenendo conto dei suoi tratti “deboli”, delle sue zone vulnerabi-li. Certamente cʼè un tempo opportuno per discutere sulle difficoltà del rapporto ed un tempo che è bene tacere. La pretesa di dirsi tutto e, in ogni momento, è un modo utopico nonchè adolescenziale. Un “cono dʼombra” esiste in tutte le coppie ed è utile per evitare incomprensioni, litigi e spaccature. E ̓bene, inoltre evitare certe esternazioni pubbliche che rischiano di violare una zona intima con-servata gelosamente. I partner sono insieme, si vogliono bene, condividono le scelte ed i progetti, ma devono essere flessibili, com-prensivi, disponibili, capirsi. I sentimenti in-timi non si mettono in piazza, anche se si è persone pubbliche. Anche perchè in qualsiasi rapporto di coppia, rimane una zona intima, personale che gelosamente si conserva e non può e non deve passare di bocca in boc-ca. Chissà come mai non si parla del bene, dellʼamore presente in una coppia ma solo delle crisi, delle difficoltà. Mi sovviene, ad esempio, lʼinsegnamento di un saggio indù. Il maestro un giorno mostrò ai suoi discepoli un foglio di carta con un punto nero in mez-zo: <Che cosa vedete?> chiese. Ed essi: <Un punto nero!> <Come? Nessuno di voi è sta-to capace di vedere il grande spazio bianco tuttʼintorno?> Anche la coppia ha spesso lo sguardo fisso soprattutto sui punti neri della sua crisi. Non sʼaccorge quasi mai dellʼim-menso candore riflesso dal suo amore che in ogni istante è il frutto della bontà e della ge-nerosità dei giorni tristi e felici. Comunque la si voglia vedere, lʼamore fra un uomo ed una donna è importante e va protetto. E una cri-si di coppia va affrontata tra le quattro mura domestiche. * * *

Un nostro attento lettore, che ringraziamo, ci ha portato in redazione un articolo di Don Chino Pezzoli, pubblicato dal quotidiano Libero, che tratta un argomento di grande attualità. Il titolo dellʼarticolo è il seguente: “In un rapporto di coppia si cerca lʼinte-sa non la spaccatura”. Ve lo riproponiamo sfrondato dai suoi richiami al fatto di cronaca a cui si riferisce perchè ci è sembrato un buon articolo.<Il conflitto competitivo fra i partner è di-struttivo. Allʼopposto una relazione impron-tata sulla collaborazione favorisce gli scambi e le intese. La coppia, se discute, è in grado di affrontare ciò che la divide. Il termometro della relazione quindi non è tanto sulle diver-genze dʼopinioni, quanto sulla loro gestione. Del resto bisogna sempre tenere presente che la relazione coniugale è in sé difficile, per-chè è un legame forte con il compito ostico di unire differenti tratti di personalità. E il con-flitto è lʼanima di questo rapporto.Analizziamo, quindi, i modi costruttivi del rapporto e quelli distruttivi. La letteratu-ra identifica quelli costruttivi nella capacità dʼascolto, dʼintesa, e di mantenere precisi confini alle divergenze. Il dialogo avvantag-gia la relazione e favorisce lʼintesa, il con-fronto, la conoscenza dellʼaltro. Diverso è lo stile conflittuale in cui si manifestano coer-cizioni, manipolazioni, violenze che portano ad amplificare il conflitto e, nei casi più gra-vi, ad un ciclo di reciproco rifiuto. La coppia spesso è prigioniera di un rapporto distrutti-vo ed è incapace di uscirne. Battute, ironia e sgarbi possono distruggere il rapporto. Lo stile di convivenza della coppia si stabilisce abbastanza precocemente, ossia, nei primi anni di convivenza o di matrimonio. Allʼini-zio di un rapporto di coppia, è possibile che si eviti una verifica sul modo di relazionare perchè il “gioco” delle emozioni colora tutto di “miele”, ciò che poi dopo diventa più fa-stidioso. Una convivenza intelligente che ha presente le diversità del carattere e delle abi-tudini e cerca di stabilire unʼintesa decisiona-le, richiede, da parte della coppia, flessibilità, condivisione e, quel pizzico di buon senso che suggerisce di non pretendere che lʼaltra persona sia perfetta o fatta a propria imma-gine e somiglianza. Si va dʼaccordo perchè si è diversi e non viceversa. Cʼè lʼintesa se non viene meno lʼimpegno costante che ammette gli sbagli, gli errori, le debolezze. Non sono gli errori che dividono, è la presunta perfe-zione che si vuole, a tutti i costi, sbandierare. La coppia discuta pertanto se vuole crescere, tenendo presente che la meta da raggiungere è sempre lʼintesa, non la spaccatura. La man-canza dʼintesa nella coppia può portare i part-ner ad evitarsi. In una cultura di flessibilità e relazione, lʼevitarsi, per giorni o settimane, è

al pubblico non risulti sulla guida del telefo-no? Non ci vuole molto a capirlo. Ma la cosa che più sconcerta è che tutto ciò è accaduto nel più assoluto segreto, nonostante in via Mazzini siano iniziati i lavori di sistemazione della nuova sede dellʼASL (Così, almeno ci vogliono far credere?). Mi chiedo a che ser-ve spendere tanti soldi per allestire una sede quando è già stato deciso che lʼASL di Asola non merita nemmeno la spesa per pubbliciz-zare i suoi numeri sulla guida del telefono? Cari concittadini, se le fregature non vengo-no mai sole, vuoi vedere che la stessa subdola procedura sta per essere attuata anche dalla Regione e dallʼAzienda Ospedaliera Carlo Poma per “soffiare” ad Asola lʼOspedale, in modo indolore, un passo alla volta, fino a quando noi asolani svegliandoci un mat-tino ci ritroveremo, senza più un Ospedale? Ma allora sarà già tardi perchè gli ingranag-gi della politica e della burocrazia, avranno già maciullato ogni nostra residua speranza. Però, lasciatemelo dire, la cosa più rivoltante sarà la faccia di bronzo con la quale questi politici avranno la spudoratezza di ripresen-tarsi ad Asola, per chiedere ancora una volta i nostri voti. Chiunque si presenti, nessuno di loro avrà mai più il mio voto, fino a quan-do ad Asola non tornerà in pianta stabile un Ospedale degno di quel nome ed una sede ASL a pieno titolo, con tanto di numero te-lefonico sulla guida! Asolani, alle elezioni ri-fiutatevi di andare a votare! Se ci toglieranno lʼASL e lʼOspedale, Noi dobbiamo togliere loro il voto, chiunque sia a chiederlo! Sono cinquantʼanni che Asola subisce in silenzio le decisioni di questa politica “arraffona” che ci ha sempre tolto, senza mai darci nulla, nemmeno per sbaglio. E ̓ora di dire basta e di far capire a questi Signori, che fanno po-litica unicamente per i loro interessi, che gli asolani non sono più disposti a farsi predere in giro. (lettera firmata)

In questa rubrica pubblichiamo lettere e comunicazioni dei lettori che intendono far conoscere notizie, opinioni, temi culturali, curiosità, ecc.

C’è posta per voi

Avendo bisogno di comunicare con un uffi-cio dellʼAzienda Sanitaria Locale, ho cerca-to il numero di telefono sulla guida. Grande è stato il mio sconcerto ed anche il mio di-sappunto nello scoprire che lʼASL di Asola non esiste più; che gli uffici di Via Cremo-na non hanno un numero di telefono e che, in Provincia di Mantova oltre a quella del capoluogo esiste lʼASL di Castiglione delle Stiviere, di Viadana e di Suzzara. Mi sono detto: Vuoi vedere che, zitti, zitti, senza cla-more ed in modo subdolo, ad Asola hanno già portato via anche lʼASL? Come si giustifica altrimenti che un servizio con uffici aperti

I lettori ci scrivono 23

2° Anniversario12 marzo 2005 - 12 marzo 2007

ITALO MARCHI

NOTE TRISTI

Siamo stati insieme per tanto tempo, è difficile continuare senza di te. Qualunque cosa questo mondo

ci possa dare tu sei tutto ciò che vediamo.

Con infinito affetto la tua famigliaMaura, Elisa, Paola, Tommaso.

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