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P65 L A TRADA DELLA AROUND S F UTA

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  • P65

    La trada deLLaAROUNDS FUTA

  • Il progetto di valorizzazione della strada storica della Futa (SP65) promosso dall’Unione Montana Valli Savena-Idice ha visto, nel settembre 2013, l'inaugurazione di sei aree attrezzate in punti strategici della strada nei Comuni di Loiano, Monghidoro e Pianoro, con panchine, tavoli e cartelloni, in italiano e inglese, che illustrano le eccellenze storico-culturali e naturalistiche del territorio, e la realizzazione della APP “around Futa”, scaricabile gratuitamente, che contiene tutte le informazioni turistiche per scoprire il territorio: oltre alle schede sui beni culturali e ambientali, l’elenco delle manifestazioni e degli eventi in programma nei Comuni, dove mangiare e dormire, i bar e le aree di parcheggio. Le informazioni turistiche, consultabili anche da dispositivi mobili, completano le informazioni della mappa interattiva georeferenziata realizzata dall’Unione Montana Valli Savena-Idice nel 2012 (all’indirizzo http://mappainterattiva.uvsi.it) con l’indicazione delle eccellenze artistiche e naturalistiche del territorio, i percorsi in mountain bike, le Aziende biologiche e quelle che aderiscono alla “Strada dei vini e dei sapori”.Un QR Code, posto sui cartelloni nelle aree attrezzate e in corrispondenza dei monumenti o punti di maggior interesse, permette inoltre di accedere a tutte le informazioni aggiornate su aziende e strutture ricettive presenti sulla Strada della Futa, all’elenco delle manifestazioni di carattere turistico/culturale sul territorio, fino alle possibili aree di parcheggio. Questa guida, frutto della collaborazione tra l’Unione Montana e l’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, vuole essere un ulteriore contributo alla valorizzazione di un territorio che nel passato incantò illustri viaggiatori e che oggi chiede di essere di nuovo “svelato”. Siamo certi che le sorprese non mancheranno.

    Giovanni MaestramiPresidente dell’Unione Montana Valli Savena-Idice

    The project of enhancement focused on historical road Futa (SP65), sponsored by Unione Montana Valli Savena-Idice let, in September 2013, the achievement of six picnic areas at strategic points of the road in the territories of Loiano, Monghidoro and Pianoro municipalities with benches, tables and signboards, written in English and Italian, which illustrate the historical, cultural and natural attractions and the production of the APP “Around Futa”. It is possible to download this APP free of charge, and it contains all the tourist information to visit these places: in addition to the files concerning the cultural and environmental heritage, you will find the list of exhibitions and events planned in the municipalities, restaurants and hotels, bars and parking areas. The tourist information, that you will look at by also mobile devices, complete the interactive map of geo-referenced information made in 2012 by Unione Montana Valli Savena-Idice (at http://mappainterattiva.uvsi.it), by all the artistic and natural attractions of these places, the mountain bike trails, the biological companies and those ones that join the “Route of wines and flavors”.A QR Code, placed on signboards in the picnic areas and close to the most interesting monuments or places, allows to get all the latest information on businesses and accommodation facilities related to Futa, and the list of tourist and cultural events in the territory, up to eventual parking areas. This guide is the result of collaboration between Unione Montana Valli Savena-Idice and Istituto beni culturali, and wants to help the enhancement of an area that, in the past, bewitched famous travellers and today asks to be back “revealed”. We trust that there will be many surprises.

    Giovanni MaestramiPresident of Unione Montana Valli Savena-Idice

    Strada Storica della Futa (SP 65)Around Futa

    UNIONE MONTANA VALLI SAVENA-IDICE

    GiuntaGiovanni Maestrami, Presidente e Sindaco di Loiano Gabriele Minghetti, Vicepresidente e Sindaco di Pianoro Alessandro Ferretti, Sindaco del Comune di Monghidoro Giuseppe Venturi, Sindaco del Comune di Monterenzio

    DirettoreViviana Boracci

    La guida è stata realizzata in collaborazione con

    A cura diBeatrice Orsini, Carlo Tovoli, IBC

    Progetto e realizzazione graficaBeatrice Orsini, IBC

    I testi sono stati rielaborati sulla base delle ricerche condotte dall’Università degli Studi di Bologna- Dipartimento di Agraria, coordinate dal Prof. Gilmo Vianello per conto dell’Unione Montana Valli Savena-Idice nell’anno 2012

    TraduzioniMichelle Pedretti della G.L.M. International di M. Tamari & C. S.a.s. Bologna Ivan Orsini, IBC

    Un particolare ringraziamento al prof. Adriano Simoncini e ai dipendenti del’Unione Montana Valli Savena-Idice che hanno partecipato al progetto in particolare a Paola Naldi e a Daniele Manfredini

    Cartine e APP:Adimatica di Andrea del Monte

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    Records attest to the existence of importance settlements on the right side of the Savena river (San Ruffillo, Loiano, Monghidoro) after 1000 AD and in this period a route largely corresponding to the Strada della Futa was established along the ridge to the right of the Savena. In the 12th century it was defined as a “mountain” road and in official documents it was “Strata qua itur Florenciam” (road to go to Florence). Starting from the second half of the 13th century, the City of Bologna chose this road as the official trade route to Florence and in 1246 had a castle-fortress built in Scaricalasino to defend its territory. In 1300, on the occasion of the Jubilee, the “Via di Toscana” (Tuscan Way), whose starting point was the Abbey of Santo Stefano in Bologna, was recommended to pilgrims travelling from the north toward Rome. The road was little more than a mule track in that period. In the 16th century, there were establishments serving refreshments, hospitalia (shelters for travellers), and staging inns for changing horses in Pianoro, Loiano, Anconella and Scaricalasino (“unload the donkey”, the present-day Monghidoro, where transported goods were unloaded from pack animals for border inspections). There are no records of major changes until the 17th century, when the grand duke Francis of Lorraine decided to transform it into a carriageable road in order to facilitate travel between Florence and Vienna, (his wife Maria Theresa was the daughter of the emperor of Austria). His plan was opposed by the papacy, which aimed to develop a link to Rome within papal territories, via Ancona and Loreto. Until the first half of the 18th century, the road was carriageable up to Pianoro, after which it was a “road for saddle animals and carts”. In the mid 18th century, on the initiative of the Lorraine family, a new shorter route was designed, which entailed abandoning the Giogo pass for the higher Futa pass (from which the road would take its name). Travel times between Bologna and Florence were reduced to between 12 and 15 hours. During the Napoleonic period, this road was included

    THE FUTA ROAD OVER TIME

    L’esistenza di centri importanti sulla destra del fiume Savena (S. Ruffillo, Loiano, Monghidoro) è attestata dopo il Mille ed è in quell’epoca che si afferma un percorso corrispondente in gran parte alla direttrice della Futa, lungo il crinale destro del Savena. La strada è definita nel XII secolo strada “montanara”e nei documenti ufficiali è denominata “Strata qua itur Florenciam” (Strada per la quale si va a Firenze). A partire dalla seconda metà del XIII secolo il Comune di Bologna sceglie questa strada come via ufficiale verso Firenze per i commerci e nel 1246 fa costruire a Scaricalasino un castello-fortezza a difesa del proprio territorio. Nel 1300 in occasione del Giubileo, la “Via di Toscana”che aveva come punto di partenza l’Abbazia di Santo Stefano a Bologna è raccomandata ai pellegrini in viaggio da Nord verso Roma. La strada era in quel periodo poco più che una semplice mulattiera. Già nel XVI secolo è testimoniata l’esistenza di punti di ristoro hospitalia (ricoveri per viandanti), e stazioni di posta per il cambio dei cavalli a Pianoro, Loiano, Anconella e Scaricalasino (l’attuale Monghidoro, dove gli animali da soma erano scaricati dal peso delle merci trasportate, per eseguire i controlli di frontiera) Non si registrano grandi cambiamenti fino al XVIII secolo quando il granduca Francesco di Lorena per facilitare gli spostamenti tra Firenze e Vienna (Maria Teresa, sua moglie, era figlia dell’imperatore d’Austria), decide di trasformarla in una strada carrozzabile, osteggiato in questo dal papato che mirava allo sviluppo del collegamento con Roma all’interno dei territori pontifici, attraverso Ancona e Loreto. Fino alla prima metà del Settecento, la strada era carreggiabile fino a Pianoro, dopo era “strada per bestie da sella e per carretti”. A metà Settecento su iniziativa lorenese si disegna un nuovo tracciato più breve che prevede l’abbandono del passo del Giogo per quello più alto della Futa (da cui la strada prenderà il nome). I tempi

    LA STRADA DELLA FUTA NEL TEMPO

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    in imperial highway 6, which went from Paris to Naples. Napoleon was unduly blamed for the “cut” which eliminated another large stretch of roadway in Livergnano between 1817 and 1820.No substantial changes occurred for nearly the whole of the 19th century. Some major variants were introduced at the start of the 20th century, above all to limit the steepest stretches. The “Futa” then became legendary thanks to automobiles and the famous “Mille Miglia” (“Thousand Miles”) race, held for the first time in March 1927. In 1944-45 war operations aimed at breaching the Gothic Line wiped out historical buildings and seriously damaged some towns situated along the road. In the post-war period, the “Futa” was reborn, with a strong emphasis on tourism and culture, after the flow of automobile traffic had been diverted to the Apennine stretch of the Autostrada del Sole (1960).

    Cartina tratta da "Direzione pe' viaggiatori in Italia" di Carlo Barbieri, 1779, e riprodotta in una cartolina dei primi del 900. Collezione P. Calzolari

    di viaggio tra Bologna e Firenze si riducono tra le 12 e le 15 ore. Nel periodo napoleonico la direttrice è inserita nella strada imperiale 6 che da Parigi arriva a Napoli. A Napoleone è impropriamente addebitato il “taglio”che eliminò un altro ampio tratto di strada a Livergnano tra il 1817 e il 1820. Per quasi tutto l’Ottocento non si ebbero sostanziali modifiche. Alcune inportanti varianti, soprattutto per limitare i tratti con più forte pendenza, furono apportate a inizio Novecento. La “Futa” divenne poi leggendaria grazie alle quattro ruote e alla celeberrima “Mille Miglia”, la cui prima edizione si tenne nel marzo 1927. Nel 1944-45 le operazioni belliche di sfondamento della Linea Gotica cancellano edifici storici e danneggiano seriamente alcuni centri disposti lungo la strada. Nel dopoguerra la Futa” rinasce con una forte vocazione turistico-culturale, in coincidenza con lo spostamento del flusso automobilistico sul tronco appenninico dell’Autostrada del Sole (1960).

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    Nowadays, the road that leads from Bologna to Futa Pass (903 m), first SP 65 (provincial road 65) then regional road of Futa, is well known especially by motorcyclists because of many turns. The shape of the current road, full of hairpin bends, lets us understand that it is a recently laid road, certainly not corresponding to the route that, in Roman times, joined Bologna to Arezzo.We find a mention about it in the Roman historian Livius’ work (XXXIX , 2: “... ne in otio militem haberet, viam a Bononia perduxit Arretium”): he tells that Caius Flaminius consul, son of such Flaminius who got the consular road linking Roma to Rimini, built (220 BC), after appeasing Ligurian people, not to keep troops in idleness, sketched this route. Difficult was the in situ reconstruction of the Roman route, named by scholars Flaminia Minor, to distinguish it from the real consular road, as we only know its terminus. Besides, nothing is indicated about possible intermediate stages on other itinerary sources, at least until the XII century, when people preferred the current route, with only one deviation laid in the XVI century between Loiano and Monghidoro.Several were the scholars who have made assumptions concerning the “road” chosen by the consul as the shortest and easiest route to connect the pacified Ligurian territory to Rome. Among them, here we mention Nereo Alfieri, who suggested the path starting from Claterna (near Maggio) at the east of Bologna, due to some place names (Flaminga, Fiamminga, Flamigna) belonging to medieval documents, and Guido Achille Mansuelli, who on the contrary proposed the Reno Valley, ascribing to Flaminia Minor a milestone discovered at Borgo Panigale (CIL XI , 6645).In fact, since ancient times the Transapennine valleys have been being run along and exploited especially during Etruscan times, when lively were the trade exchanges between Felsina, the capital of Adriatic Etruria, mainly active between the seventh and sixth centuries BC, and Tyrrhenian Etruria. They were tracks that mostly passed

    BEFORE “FUTA ROAD ”Oggi la strada che da Bologna porta al Passo della Futa (903 m), prima SP 65 poi regionale “della Futa”, è conosciuta soprattutto dagli appassionati di moto per le sue numerose curve. La conformazione della viabilità attuale, ricca di tornanti, ci fa capire che si tratta di una viabilità di epoca recente, sicuramente non riferibile al percorso che in epoca romana univa Bologna ad Arezzo. Una menzione è nelle parole dello storico latino Tito Livio (XXXIX, 2: ”…ne in otio militem haberet, viam a Bononia perduxit Arretium”) il quale ricorda che il console Caio Flaminio, figlio di quel Flaminio a cui si deve la realizzazione della consolare che da Roma conduce a Rimini (220 a.C.), dopo aver pacificato i Liguri, per non tenere le truppe in ozio, tracciò questa direttrice. Difficile è stata la ricostruzione sul terreno del tracciato di epoca romana denominato dagli studiosi Flaminia minor per distinguerlo dalla consolare vera e propria, essendo a noi noti solo i capolinea. Inoltre, nulla viene indicato in merito a possibili tappe intermedie su altre fonti itinerarie, almeno fino al XII secolo, epoca in cui si predilesse il tracciato attuale, con una sola deviazione realizzata nel 500 tra Loiano e Monghidoro.Vari sono stati gli studiosi che hanno formulato delle ipotesi sulla “via” prescelta dal console come itinerario più breve e agevole per collegare il territorio pacificato dai Liguri a Roma. Fra questi ricordiamo Nereo Alfieri, che ne ipotizzò il percorso partendo da Claterna (località Maggio) a est di Bologna, sulla base di alcuni toponimi (Flaminga, Fiamminga, Flamigna) presenti su documenti di epoca medievale e Guido Achille Mansuelli, che propose invece la valle del Reno, attribuendo alla Flaminia minor il miliario rinvenuto a Borgo Panigale (CIL XI, 6645).In realtà le valli transappenniniche sono state percorse sin da epoche remote e sfruttate soprattutto in epoca

    PRIMA DELLA “FUTA”

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    through the valleys of rivers, in these areas made easier by river systems such as Reno-Setta and Savena-Zena. These tracks surely carried out, as in other cases, a decisive role for the Romans who always kept, as main standards related to the construction of roads, the short distance involved and the use of existing tracks, but first of all the adaptation to geomorphology of the area to be crossed. This leads to the conclusion that, starting from Bologna, Futa Pass certainly allowed to cross the Apennines according to a smoother and more direct way than other routes.The latest researches by Cesare Agostini and Franco Santi, who ventured into Apennine forests to discover this route, which had been forgotten for a long time, made us prefer, as route of the ancient Flaminia Minor, the ridge located between the torrents Savena and Setta-Sambro, just marked by the Bolognese historian Ludovico Salvioli and the abbot Serafino Calindri.Starting from Bologna, the road continued through Brento, Monzuno, Monte Venere, Sassorosso, Monte Bastione, Piana degli Ossi, M. Poggiaccio, Poggio Castelluccio, near Futa, towards Fiesole. Their hypothesis have been confirmed by many traces of paving found in the woods of the above-mentioned locations: these traces seem to suggest a more or less straight route, thus fit to Roman principles.

    Beatrice OrsiniIstituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna

    etrusca quando vivi erano i rapporti commerciali fra Felsina, capitale dell’Etruria padana, attiva soprattutto fra il VII e VI secolo a.C. e l’Etruria tirrenica. Si trattava di piste che seguivano perlopiù le valli dei fiumi, agevolate in queste zone dalla presenza di sistemi fluviali come Reno-Setta e Savena-Zena. Queste piste ebbero sicuramente, come in altri casi, un ruolo determinante per i romani i cui principi guida nella costruzione delle strade erano la brevità del percorso e lo sfruttamento di piste preesistenti, ma soprattutto l’adeguamento alla geomorfologia della zona da attraversare. Questo porta a concludere che, partendo da Bologna, il Passo della Futa permetteva sicuramente di attraversare l’Appennino in modo più agevole e più diretto rispetto ad altri percorsi.Le ultime analisi effettuate da Cesare Agostini e Franco Santi, che si sono avventurati tra i boschi dell’Appennino alla scoperta di questo percorso, del quale si era persa memoria, hanno portato a prediligere come tracciato dell’antica Flaminia minore il crinale fra i torrenti Savena e Setta-Sambro, già indicato dallo storico bolognese Ludovico Salvioli e dall’abate Serafino Calindri. Partendo da Bologna si proseguiva per Brento, Monzuno, Monte Venere, Sassorosso, Monte Bastione, Piana degli Ossi, M. Poggiaccio, Poggio Castelluccio, nei pressi della Futa, in direzione di Fiesole. Ad avvalorare la loro ipotesi numerose tracce di basolato rinvenute nei boschi delle località sopracitate, che sembrano suggerire un percorso più o meno rettilineo e rispondente quindi ai principi romani.

    Beatrice OrsiniIstituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna

  • STRADA DELLA FUTA - PIANORO piazzola di Livergnano - giardino Clay Regazzoni

    “Si esce per la porta Santo Stefano e si traversa una deliziosa campagna nel

    mezzo della quale scorre il piccolo fiume Savena, che si passa su di un ponte

    a due miglia dalla città. Si vedono a destra e a sinistra delle colline deliziose

    che si approssimano a poco a poco, e si comincia a salire a otto miglia da Bologna al villaggio di Pianoro, ove si arriva dopo avere passato più volte il fiume Savena. Si passa quindi sempre

    salendo per i villaggi de la Guardia, Anconella, Sabione e Loiano, che è la

    seconda posta. La terza è Filigaie, primo villaggio nello stato del Granduca, ove

    più in alto nella montagna vi è il famoso monastero di Olivetani dedicato a San

    Michele, nel luogo detto Scarica l’Asino.”

    François-Jacques DeseineNuovo viaggio in Italia, 1699

    Piazzola panoramica

    verso Loiano

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    Gorgognano Di questa località molte sono state le vicissitudini,

    rilevate da documenti storici e da carte topografiche di periodi diversi. Anche

    questi luoghi sono stati devastati dai bombardamenti sulla Linea Gotica. Solo nel nucleo del Querceto diversi edifici conservano i caratteri d’origine.Da ricordare che nelle campagne di Gorgognano nel 1965 furono ritrovati i resti fossili di una Balenottera ora esposti nel Museo di Geologia “Giovanni Cappellini” dell’Università di Bologna. Sul luogo di ritrovamento è stata realizzata la

    ricostruzione in gesso del mammifero marino.

    This village has witnessed many vicissitudes, as revealed by historical documents and

    topographical maps from different periods. These places, too, were devastated by bombing

    along the Gothic Line. Only in the area known as Querceto do various buildings still retain

    some original features. It is worth noting that fossil remains of a fin whale were found in the countryside

    of Gorgognano in 1965. They are now on display at the “Giovanni Cappellini” Geology Museum of the University

    of Bologna. A plaster reconstruction of the marine mammal was erected on the site of the discovery.

    Livergnano -The Winter Line MuseumSituato nel cuore della piccola Livergnano, la raccolta vanta una collezione di oggetti risalenti alla seconda guerra mondiale e al fronte di guerra che qui si attestò nei lunghi mesi invernali. Da vecchie radio ad elmetti, passando per borracce e posate, non manca proprio nulla che non possa attirare l’attenzione di appassionati di storia militare.Situated in the small village of Livergnano, this museum boasts an ample collection of objects dating from the Second World War and the front that was established here in the long winter months. From old radios to helmets, canteens and cutlery, there is nothing lacking to attract the attention of those who are interested in military history.

    SaduranoIl nucleo di case è databile al XV secolo, ma di tale periodo si è persa gran parte della memoria storica. E’ stato successivamente modificato per esigenze abitative in continua evoluzione, come nella maggior parte degli edifici storici dell’Appennino. Sorge in un luogo di significativo aspetto ambientale, paesaggistico e geologico, su un versante terrazzato da strati di roccia inclinati verso monte.The residential nucleus can be dated to the 15th century, but a large part of the historical traces have been lost. It was subsequently modified to meet continually evolving living requirements, as is the case with most historical buildings in the Appenines. It is located in a place with striking environmental, landscape and geological features, on a terraced slope with layers of rock inclined toward the summit.

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    Castello di ZenaComplesso monumentale, le cui origini risalgono al XII secolo. Le ultime strutture sono del XIX secolo. Nella parte a sud del complesso, alla sommità, un palazzetto merlato di stile cinquecentesco ha un portale ad arco a tutto sesto affiancato da finestre circolari. Al primo piano si aprono tre bifore con pilastro cilindrico centrale sormontato da

    uno stemma. Al secondo piano vi sono tre finestre ad architrave. Sulla parte retrostante una lunga

    scalinata in pietra, restaurata, sale fino al corpo degli alloggi di servizio.Un piccolo annesso a lato dello scalone è in blocchi di pietra arenaria in cui appaiono numerose conchiglie fossili.

    Castle of ZenaA monumental complex whose origins date back

    to the 12th century. The most recent structures were built in the 19th century. Situated in the southern part of the

    complex, at the summit, is a 15th century-style crenellated building featuring a portal with a rounded arch flanked by round windows. On the first storey there are three double

    lancet windows with a cylindrical mullion, topped by a coat of arms. On the second storey there

    are three windows with architraves. At the rear, a long flight of stone

    steps - restored - climbs up to the servants’

    lodgings. Next to the stairway, numerous fossil

    shells appear in a small

    annex made of sandstone

    blocks.

    Cà di BortignanoDi origine due-trecentesca, in origine era un edificio fortificato che fungeva da romitorio. Un mattone murato riporta La data 1529. Da allora l’edificio, già modificato nel tempo, prima convento e poi parrocchia di Santa Maria di Bortignano, venne dismesso dalla destinazione religiosa con le soppressioni napoleoniche. Qualche traccia dell’antica destinazione dell’edificio rimane sulla facciata. Sul retro di questo edificio vi è quello che ospitava il convento, di lato alla torre.Dating from the 13th-14th century, it was originally a fortified building used as a hermitage. A brick set into the wall shows the date 1529. The building underwent modifications over time: it was first turned into a convent, then into the parish church of Santa Maria di Bortignano, and was eventually stripped of religious functions as a result of Napoleonic suppression. A few traces of the former use of the building remain on the facade. On the back of this building is the one that housed the convent, next to the tower.

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    Livergnano – Case nella rocciaNucleo decisamente atipico nella montagna bolognese, Livergnano è attestato già dal XIII secolo, e probabilmente qui vi poteva esser stato un edificio fortificato di epoca precedente. La particolarità più significativa del luogo è data dalle case, incassate nella parete rocciosa, sorte su grotte utilizzate come depositi e stalle, nei secoli precedenti: sono state, in tempi diversi, in particolare nel XVIII secolo,

    ricostruite e ampliate, rialzando il volume originario. Ovviamente queste case hanno un solo fronte

    finestrato, ma una collocazione entro la roccia ne garantisce una stabilità termica,

    sia in estate sia in inverno, che le rende comodamente abitabili.Dwellings built into rockDecidedly not typical for an Apennine

    village in the province of Bologna, Livergnano appears in records dating as

    far back as the 13th century and a fortified building from a previous period is likely to have stood here.

    The most distinctive feature of the place is the dwellings built into the rocky wall over caves used for storage and to house animals in previous centuries; they were rebuilt and expanded in different periods, so that their original height was increased. These houses

    obviously have only one front with windows, but being set into rock they have guaranteed thermal stability both in

    summer and winter, which makes them comfortable to live in.

    Torre dell’EredeEdificio ricco di particolari strutturali e decorativi quali portali e finestre in conci di pietra con arco a sesto acuto. Oltre a ciò vi sono conci decorati a dentelli e a figurine antropomorfe inserite nella muratura. La parte superiore della torre non è coeva al resto dell’edificio, che è databile verosimilmente al XIII secolo. Tra gli anni ’80 e ’90 del XX secolo è stata costruita sulla sommità della torre,una struttura esterna in legno sporgente dalla muratura, forse ricalcante un’opera di difesa, ma opinabile sotto l’aspetto tipologico. Il nome si riferisce ad un “Erede”, poco credibile nella toponomastica, ma probabilmente il nome originario era “Torre della Rete”.Tower of the HeirA building rich in structural and decorative features such as portals and windows with pointed arches, fashioned from squared stone blocks. There are also blocks decorated with dentils and anthropomorphic figures incorporated in the masonry. The upper part of the tower is not from the same period as the rest of the building, which is likely to date from the 13th century. Between the 1980s and 1990s an external wooden structure, protruding from the masonry, was built on the top of the tower. It may have been intended to evoke a defensive structure but is questionable in style. The name refers to an “Heir”, not a very likely toponym, and the original name was probably “Torre della Rete” (Tower of the Net).

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    Riserva del Contrafforte PliocenicoLa Riserva, istituita nel 2006, è di gran lunga la più ampia della regione. Tutela il maestoso fronte roccioso che si sviluppa per una quindicina di chilometri trasversalmente alle valli di Reno, Setta, Savena, Zena, Idice, culminando negli scenografici rilievi del Monte Adone (654m), Rocca di Badolo e Rosso e poco oltre il confine dell’area protetta termina nel panoramico Monte delle Formiche (638m), su cui sorge il santuario di Santa Maria di Zena. Le dorate arenarie delle spettacolari pareti rocciose si sono sedimentate sul fondo di un piccolo golfo marino durante il Pliocene (5-2 milioni di anni fa) e conservano importanti

    testimonianze fossili. Le particolari morfologie modellate dall’erosione con torrioni, rupi, gole, e grotticelle,

    hanno dato origine ad ambienti diversificati e contrastanti, di grande interesse floristico e faunistico per la presenza, sulle pareti assolate, di piante mediterranee e di una rara avifauna, mentre nei versanti settentrionali, meno scoscesi e rivestiti dai boschi, spiccano

    faggi, agrifogli e altre specie tipiche dei territori montani.

    This nature reserve was created in 2006 and is by far the largest in the region. It is intended to protect the majestic rocky complex that extends for about fifteen kilometres, crosswise in relation to

    the Reno, Setta, Savena, Zena and Idice valleys, culminating in the scenic Mount Adone (654 m), Rocca di Badolo

    and Mount Rosso and ending, just beyond the boundary of the protected area, with the

    panoramic Monte delle Formiche (638 m), on the summit of

    which stands the sanctuary of Santa Maria di Zena. The golden sandstone of the spectacular rocky walls was deposited on the bottom of a small sea gulf during the Pliocene era (5-2 million

    years ago) and preserves important fossil remains.

    The particular morphology, a result of erosion, with tower-

    like formations, cliffs, gorges and caves, has given rise to diversified

    and contrasting environments which are of great interest from the viewpoint of

    both flora and fauna; the sun-bathed rocky walls provide a habitat for Mediterranean

    plants and rare bird species, while the less steep, wooded northern slopes abound in beech trees,

    holly and other species typical of mountain regions.

    Gessi bolognesiIl Parco istituito nel 1988, si trova sulle prime colline a sud est di Bologna, attraversato dal torrente Savena, Zena, Idice e Quaderna. Racchiude un territorio in cui spiccano gli spettacolari affioramenti di gesso con innumerevoli fenomeni carsici, fra cui oltre 130 grotte, e i caratteristici calanchi del Passo dell’Abbadessa. E’ dunque un parco caratterizzato da formazioni geologiche che determinano grande varietà di paesaggio, ambienti e microclimi. Questa ricchezza ambientale si riflette in una biodiversità molto elevata per le numerose piante ed animali adattate ai vari habitat: un esempio su tutti, le almeno 17 specie diverse di pipistrelli. Gypsum outcrops of BolognaThe Parco dei Gessi Bolognesi, created in 1988, is located in the foothills southeast of Bologna and crossed by a number of streams, the Savena, Zena, Idice and Quaderna. It embraces an area boasting spectacular gypsum outcrops and countless karst features, including over 130 caves, and the characteristic “calanchi” (badlands) of Passo dell’Abbadessa. It is therefore a park characterized by geological formations which determine a wide variety of landscapes, environments and microclimates. This environmental wealth is reflected in a great biodiversity in terms of the numerous plants and animals which have adapted to the various habitats; just to give an example, there are at least 17 different species of bats.

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    Area archeologica di Monte BibeleProseguendo lungo la strada val di Zena in direzione Quinzano sulla sinistra si accede all’area di scavo archeologico dell’insediamento etrusco celtico di Monte Bibele. Il museo Civico Archeologico “Luigi Fantini” di Monterenzio espone

    i materiali che, a partire dagli anni Ottanta, sono stati recuperati nelle campagne di scavo.

    Archaeological Area of Monte BibeleIf you continue along the road in

    Val di Zena in the direction of Quinzano, on the left you will find the area of archaeological excavation of the Etruscan-Celtic

    settlement of Monte Bibele. The “Luigi Fantini”

    Civic Archaeological Museum of Monterenzio displays materials which were

    recovered in digging campaigns starting from the 1980s.

    Monte delle FormicheIl Monte delle Formiche si trova tra la valle dell’Idice e la Val di Zena, a circa 30 km a sud di Bologna e costituisce il rilievo più alto del comune (638m s.l.m.). Il nome deriva da un fenomeno naturale molto particolare, ogni anno dai tempi più remoti, nei primi giorni di settembre migrano a sciami su questa vetta, dal centro dell’Europa i maschi delle formiche alate della varietà Mirmyca Scabrinodis per compiere il loro volo nunziale. Una volta accoppiatesi, le formiche vanno a morire a centinaia di migliaia nella zona del santuario. E’ uno spettacolo veramente unico: si vedono nuvoloni neri di formiche arrivare dal cielo e poi morire tutte insieme. Non è ancora chiaro dal punto di vista scientifico il perché si verifichi tutto questo: forse proprio per questo alone di mistero, la tradizione popolare nel corso dei secoli ha associato il fenomeno all’8 settembre, natività della Beata Vergine Maria, anche se, in realtà, il giorno esatto può variare in base soprattutto alle condizioni climatiche.Monte delle Formiche (“Mount of the Ants”) is situated between the valleys of the Idice and Zena rivers, about 30 km south of Bologna, and is the highest peak within the municipal territory (638 m s.l.m.). Its name derives from a very particular phenomenon: every year, since the remotest times, swarms of male winged ants of the variety Mirmyca Scabrinodis have migrated to this summit in the early days of September to complete their nuptial flight. After mating, hundreds of thousands of ants go to die in the area of the sanctuary. It is a truly unique spectacle: you can see black clouds of ants descending from the sky to die all together. It is still not clear from a scientific standpoint why this happens; it is perhaps because of this veil of mystery that over the centuries the phenomenon has come to be associated in popular tradition with the 8th of September, the Nativity of the Blessed Virgin Mary, though in reality the exact day can vary based above all on climate conditions.

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  • “Abbandonando Bologna per traversare l’Appennino, la strada di Firenze segue dapprima

    una piacevole vallata, pressappoco orizzontale. Dopo aver proceduto per un’ora a fianco del

    torrente, abbiamo cominciato a salire in mezzo ai boschetti di castagni che fiancheggiano il cammino.

    Arrivati a Loiano e guardando verso Nord, abbiamo scoperto una vista magnifica: l’occhio abbraccia di traverso quella famosa pianura di

    Lombardia, larga quaranta leghe, e che si estende da Torino a Venezia”

    StendhalRoma, Napoli e Firenze, 1817

    Piazzola panoramica

    verso Loiano

    STRADA DELLA FUTA - PIANORO piazzola di Livergnano presso il monumento al soldato brasiliano

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    Pianoro Vecchio – RoncobiancanoQui una casa colonica conserva due finestre in cotto del secolo XV, oltre al portale in pietra.Le finestre in cotto differiscono per l’arco, uno a sesto acuto e l’altra a tutto sesto. La porta ha l’arco a sesto acuto, ed è sormontata da una nicchia. Un giunto verticale divide in due parti la facciata, denunciando un ampliamento in epoca successiva.

    Here a farmhouse preserves two 15th-century “cotto” windows, as well as a stone portal. The windows

    have different arches, one pointed and the other one rounded. The door has a pointed arch and a niche above it. A vertical junction divides the facade in two parts, indicative of an extension made in a later period.

    Musiano –Chiesa di San

    BartolomeoAntica abbazia

    benedettina la chiesa, ricostruita a seguito dell’ultimo conflitto

    mondiale, ha recuperato la sua struttura basilicale di fase

    romanica, a tre navate e tre absidi. Tra le più antiche della diocesi,

    l’edificio è attestato già nel 981 e la sua ubicazione, a destra del torrente

    Savena, ne sottolinea il ruolo di vigilanza e difesa del percorso viario di origine romana che conduceva in Toscana e a

    Firenze. Al suo interno è custodita l’epigrafe romana di Quinto Pompeo Senecione,

    esponente del Senato di Roma del II secolo d.C., rinvenuta nel dopoguerra

    nelle fondamenta dell’edificio crollato, e un’Idria in bianco alabastro risalente,

    secondo alcuni studiosi, all’epoca augustea.

    Church of San Bartolomeo.A former Benedictine abbey,

    the church was rebuilt after the Second World War and recovered its

    Monte delle FormicheIl Monte delle Formiche si trova tra la valle dell’Idice e la Val di Zena, a circa 30 km a sud di Bologna e costituisce il rilievo più alto del comune (638m s.l.m.). Il nome deriva da un fenomeno naturale molto particolare, ogni anno dai tempi più remoti, nei primi giorni di settembre migrano a sciami su questa vetta, dal centro dell’Europa i maschi delle formiche alate della varietà Mirmyca Scabrinodis per compiere il loro volo nunziale. Una volta accoppiatesi, le formiche vanno a morire a centinaia di migliaia nella zona del santuario. E’ uno spettacolo veramente unico: si vedono nuvoloni neri di formiche arrivare dal cielo e poi morire tutte insieme. Non è ancora chiaro dal punto di vista scientifico il perché si verifichi tutto questo: forse proprio per questo alone di mistero, la tradizione popolare nel corso dei secoli ha associato il fenomeno all’8 settembre, natività della Beata Vergine Maria, anche se, in realtà, il giorno esatto può variare in base soprattutto alle condizioni climatiche.Monte delle Formiche (“Mount of the Ants”) is situated between the valleys of the Idice and Zena rivers, about 30 km south of Bologna, and is the highest peak within the municipal territory (638 m s.l.m.). Its name derives from a very particular phenomenon: every year, since the remotest times, swarms of male winged ants of the variety Mirmyca Scabrinodis have migrated to this summit in the early days of September to complete their nuptial flight. After mating, hundreds of thousands of ants go to die in the area of the sanctuary. It is a truly unique spectacle: you can see black clouds of ants descending from the sky to die all together. It is still not clear from a scientific standpoint why this happens; it is perhaps because of this veil of mystery that over the centuries the phenomenon has come to be associated in popular tradition with the 8th of September, the Nativity of the Blessed Virgin Mary, though in reality the exact day can vary based above all on climate conditions.

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    lintel, in which a dedication to the Blessed Virgin is inscribed, and the rounded arch attest to the architectural quality of the building.

    Torre dei LupariEdificio di evidente pregio, spicca per le sue notevoli

    caratteristiche. La torre è del Duecento, e il complesso ha subìto modifiche nei secoli XIV e XV. In un corpo

    di fabbrica a lato della torre un porticato si affaccia sulla corte, con archi in laterizio ad

    arco a sesto leggermente ribassato, con pilastri poligonali e capitelli tipici del

    XV secolo. Al primo piano vi è un loggiato ad angolo su due fronti con archi a sesto ribassato, una parte più recente dell’edificio è dotata di balchio.Lupari Tower A building of evident worth, which stands out for its notable features.

    The tower dates from the 13th century, and the complex underwent

    modifications in the 14th and 15th centuries. In a building next to the tower,

    an arcade overlooks the courtyard; it has segmental brick arches, with polygonal pillars

    and capitals typical of the 15th century. On the first storey there is a loggia on two fronts with

    segmental arches and a more recent part of the building features a porch.

    Romanesque basilica structure with a nave, two aisles and three apses. The building is among the oldest in the diocese - records of it date back to 981 - and its location to the right of the river Savena underscores its role as a point of surveillance and defence along the roadway of Roman origin which led to Tuscany and Florence. In the interior it holds a Roman inscription referring to Quinto Pompeo Senecione, a member of the Roman Senate in the 2nd century AD, found after the war in the foundations of the collapsed building, and a hydria made of white alabaster, which, according to some scholars, dates from the Augustan period.

    Chiesa di RiostoDella chiesa, di impianto romanico, rimane oggi ben poco a causa degli eventi bellici.Il portale a colonne e trabeazione su cui è incisa la dedica alla Beata Vergine Maria e l’apertura a tutto sesto testimoniano la qualità architettonica dell’edificio.Church of Riosto Very little of this Romanesque church remains today due to war damage. The portal with columns and a

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    territorio in cui spiccano gli spettacolari affioramenti di gesso con innumerevoli fenomeni carsici, fra cui oltre 130 grotte, e i caratteristici calanchi del Passo dell’Abbadessa. E’ dunque un parco caratterizzato da formazioni geologiche che determinano grande varietà di paesaggio, ambienti e microclimi. Questa ricchezza ambientale si riflette in una biodiversità molto elevata per le numerose piante ed animali adattate ai vari habitat: un esempio su tutti, le almeno 17 specie diverse di pipistrelli.

    Gypsum outcrops of BolognaThe Parco dei Gessi Bolognesi, created in 1988, is located

    in the foothills southeast of Bologna and crossed by a number of streams, the Savena, Zena, Idice and Quaderna. It embraces an area boasting spectacular gypsum outcrops and countless karst features, including over 130 caves, and the characteristic “calanchi” (badlands) of Passo

    dell’Abbadessa. It is therefore a park characterized by geological formations which determine a wide

    variety of landscapes, environments and microclimates. This environmental wealth is reflected in a great biodiversity in terms of the numerous plants and animals which have adapted to the

    various habitats; just to give an example, there are at least 17 different species of bats.

    Riserva del Contrafforte

    PliocenicoLa Riserva, istituita nel 2006, è

    di gran lunga la più ampia della regione. Tutela il maestoso fronte

    roccioso che si sviluppa per una quindicina di chilometri trasversalmente

    alle valli di Reno, Setta, Savena, Zena, Idice, culminando negli scenografici rilievi del

    Monte Adone (654m), Rocca di Badolo e Rosso e poco oltre il confine dell’area protetta termina

    nel panoramico Monte delle Formiche (638m), su cui sorge il santuario di Santa Maria di Zena. Le dorate arenarie delle spettacolari pareti rocciose si sono sedimentate sul fondo di un piccolo golfo marino durante il Pliocene (5-2 milioni di anni fa) e conservano importanti testimonianze

    fossili. Le particolari morfologie modellate dall’erosione con torrioni, rupi, gole, e

    grotticelle, hanno dato origine ad ambienti diversificati e contrastanti, di grande

    interesse floristico e faunistico per la presenza, sulle pareti assolate,

    di piante mediterranee e di una rara avifauna, mentre nei versanti settentrionali,

    Museo di Arti e Mestieri Pietro LazzariniLa stalla/fienile del podere “Gualando” appositamente restaurata dal Comune di Pianoro è oggi sede del museo che raccoglie la collezione di strumenti della civiltà contadina e artigianale del territorio delle vallate (Savena, Idice e Setta). Inaugurato nel 2007 il museo è dotato anche di un’ampia sala polivalente dove sono ospitate tutto l’anno mostre temporanee e conferenze, nonché di un’aula didattica a disposizione delle scolaresche in visita.Pietro Lazzarini Museum of Arts and Trades.The stable/barn of the “Gualando” farm, specially restored by the town of Pianoro, is today home to a museum that features a collection of farm and handicraft tools from the territory of the valleys (Savena, Idice and Setta). Inaugurated in 2007, the museum is also endowed with an ample room which is used year round to host temporary exhibits and conferences, as well as a room for learning activities placed at the disposal of visiting schoolchildren.

    Gessi bolognesiIl Parco istituito nel 1988, si trova sulle prime colline a sud est di Bologna, attraversato dal torrente Savena, Zena, Idice e Quaderna. Racchiude un

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    Livergnano – The Winter Line Museum

    Situato nel cuore della piccola Livergnano, la raccolta vanta una collezione di oggetti risalenti alla

    seconda guerra mondiale e al fronte di guerra che qui si attestò nei lunghi mesi invernali. Da vecchie radio ad elmetti, passando per borracce e posate, non manca proprio nulla

    che non possa attirare l’attenzione di appassionati di storia militare.

    Situated in the small village of Livergnano, this museum boasts an ample collection of objects

    dating from the Second World War and the front that was established

    here in the long winter months. From old radios to helmets,

    canteens and cutlery, there is nothing lacking to attract the attention of those who are interested in military history.

    Musiano – Il leone di Villa

    SilvestriScultura in pietra di grandi

    dimensioni (metri 4,20 x 2,10), opera di Giuseppe Ferri,

    risalente agli anni Trenta del Novecento, è stata restaurata dal

    Comune di Pianoro; rappresenta un leone che lotta con un serpente. Il

    leone, dopo il restauro, è stato ricollocato lungo la Nazionale della Futa in località

    Musiano, non lontano dalla sua posizione originariaA large stone sculpture (4.20 x 2.10 metres) by Giuseppe Ferri , dating from the 1930s, was restored by the Town of Pianoro; it represents a lion battling with a snake. After being restored, the lion was placed along the Futa road in the village of Musiano, not far from its original location.

    meno scoscesi e rivestiti dai boschi, spiccano faggi, agrifogli e altre specie tipiche dei territori montani.This nature reserve was created in 2006 and is by far the largest in the region. It is intended to protect the majestic rocky complex that extends for about fifteen kilometres, crosswise in relation to the Reno, Setta, Savena, Zena and Idice valleys, culminating in the scenic Mount Adone (654 m), Rocca di Badolo and Mount Rosso and ending, just beyond the boundary of the protected area, with the panoramic Monte delle Formiche (638 m), on the summit of which stands the sanctuary of Santa Maria di Zena. The golden sandstone of the spectacular rocky walls was deposited on the bottom of a small sea gulf during the Pliocene era (5-2 million years ago) and preserves important fossil remains. The particular morphology, a result of erosion, with tower-like formations, cliffs, gorges and caves, has given rise to diversified and contrasting environments which are of great interest from the viewpoint of both flora and fauna; the sun-bathed rocky walls provide a habitat for Mediterranean plants and rare bird species, while the less steep, wooded northern slopes abound in beech trees, holly and other species typical of mountain regions.

    Livergnano – Case nella rocciaNucleo decisamente atipico nella montagna bolognese, Livergnano è attestato già dal XIII secolo, e probabilmente qui vi poteva esser stato un edificio fortificato di epoca precedente. La particolarità più significativa del luogo è data dalle case, incassate nella parete rocciosa, sorte su grotte utilizzate come depositi e stalle, nei secoli precedenti: sono state, in tempi diversi, in particolare nel XVIII secolo, ricostruite e ampliate, rialzando il volume originario. Ovviamente queste case hanno un solo fronte finestrato, ma una collocazione entro la roccia ne garantisce una stabilità termica, sia in estate sia in inverno, che le rende comodamente abitabili.Dwellings built into rockDecidedly not typical for an Apennine village in the province of Bologna, Livergnano appears in records dating as far back as the 13th century and a fortified building from a previous period is likely to have stood here. The most distinctive feature of the place is the dwellings built into the rocky wall over caves used for storage and to house animals in previous centuries; they were rebuilt and expanded in different periods, so that their original height was increased. These houses obviously have only one front with windows, but being set into rock they have guaranteed thermal stability both in summer and winter, which makes them comfortable to live in.

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  • “Da Loiano a Pianoro la bella Lombardia produce l’effetto di un

    mare, al di là delle più prossime cime dell’Appennino. E’ un bello spettacolo.

    Induce a pensare, come la vista del mare vero.(…) Il postiglione mi disse che al levar del sole, grazie al riflesso

    dei suoi raggi, si intravedeva il mare Adriatico”

    StendhalDiario, 1811

    “Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande

    pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente tra i due

    mari (…)I castagni prosperano egregiamente; il

    frumento è bellissimo e le messi ormai verdeggianti. Lungo le vie sorgono

    querce sempre verdi dalle foglie minute; e intorno alle chiese e alle cappelle agili

    cipressi”

    Johann Wolfang GoetheViaggio in Italia,1786

    STRADA DELLA FUTA - LOIANOpiazzole nei pressi dell'Osservatorio e all'ingresso del paese

    Piazzola panoramica

    Piazzola panoramica

    verso Monghidoro

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    monumentale camino in pietra, in uno degli edifici, con mensole a voluta e imponente architrave.Anconella - VillageThe village lies along the old road to Tuscany and was one of several stopping points with facilities for travellers. Like other similar places, this village is distinguished by the presence of arcades that used to shelter travellers who stopped here. One of the buildings is endowed with a noteworthy example of a loggia-style porch with segmental arches. Though it may not seem so today, it was an important place, as is attested by a series of elements: mouldings with Gothic style dentils, a stone architrave dated 1525, a monumental stone fireplace in one of the buildings with scroll-shaped brackets and an imposing architrave.

    Bibulano – Chiesa Santa Maria Assunta

    Chiesa consacrata nel 1901 dal Card. Svampa. Questa chiesa parrocchiale è presente nell’Elenco di Chiese della Diocesi di Bologna redatto nel 1300.

    Più volte rimaneggiata nei secoli, l’attuale chiesa presenta una struttura atipica

    rispetto alle altre presenti nella fascia montana.

    Bibulano - Church of Santa Maria AssuntaA church consecrated in 1901 by Cardinal Svampa.

    This parish church is included in the List of Churches of the Diocese of Bologna drawn up in 1300. It was modified a number of times over the centuries and the present-day church has a structure that differs from the other ones present in the mountain area.

    Loiano – SS. Giacomo e MargheritaChiesa consacrata il 12 Agosto 1933 da S.E. Mons. Tagliapietra, vescovo di S. Severino Marche. Questa chiesa parrocchiale è presente nell’Elenco di Chiese della Diocesi di Bologna redatto nel 1300 e conservato nell’Archivio Vaticano (l’Elenco più antico che possegga la Diocesi) risale quindi ad una data anteriore non facilmente precisabile. Il 29 gennaio del 1840 il Card. Opizzoni, Arcivescovo di Bologna, decorò questa Chiesa del titolo di Arcipretura, dipendente sempre dalla Pieve di Barbarolo.Church of San Giacomo and Santa MargheritaA church consecrated on August 12, 1933 by Monsignor Tagliapietra, bishop of S. Severino Marche. This parish church is included in the List of Churches of the Diocese of Bologna drawn up in 1300 and preserved in the Vatican Archives (the oldest list possessed by the Diocese); it thus dates from an earlier time, not easy to determine. On 29 January, 1840 Cardinal Opizzoni, Archbishop of Bologna, bestowed the honorific title of “archpriest’s church” upon it, while it remained dependent on the parish church of Barbarolo.

    Anconella – BorgoIl borgo sorge lungo l’antica via per la Toscana, ed era una delle diverse stazioni di posta a servizio dei viaggiatori. Come altri luoghi simili, anche questo luogo si connota per la presenza di portici per il riparo dei viaggiatori che qui si fermavano. Uno degli edifici è dotato di un notevole esempio di balchio a loggetta con archi a sesto ribassato. A differenza di quello che può sembrare oggi, era un luogo importante, come attesta una serie di elementi: cornicioni a dentello gotico, un architrave in pietra datato 1525, un

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    blocks; the town coat of arms and a niche with a sacred image are positioned above it. Several objects are displayed on the same wall, including a threshing stone, a fragment of a stone architrave of a door, a plaque and a cross.

    Loiano –Osservatorio

    Inaugurato nel 1976, fu intitolato

    all’astronomo di maggior prestigio

    che operò in passato a Bologna: Gian

    Domenico Cassini. Attualmente la stazione

    osservativa di Loiano del Dipartimento di Astronomia

    dell’Università di Bologna è gestita dall’Osservatorio

    Astronomico di Bologna: entrambi gli Enti hanno la sede a Palazzo

    Poggi a Bologna in via Zamboni 33 nella settecentesca torre della Specola, luogo dell’attività di ricerca, didattica e

    amministrativa.Loiano - Observatory

    Inaugurated in 1976, it was named after the most prestigious astronomer who had worked in Bologna in

    the past: Gian Domenico Cassini. At present the observatory station of Loiano, part of the Astronomy Department of the University of

    Bologna, is managed by Astronomical Observatory of Bologna: both institutions have their headquarters

    in Palazzo Poggi, Via Zamboni 33, Bologna, in the 18th century Torre della Specola, a site of

    research, teaching and administrative activities.

    Sabbioni – BorgoAnche Sabbioni come l’Anconella ha origine come stazione di posta lungo la strada per la Toscana ed anche in questo luogo l’edificio destinato ad ospitare i viaggiatori era dotato di portico. Di fronte alla locanda vi era la bottega del maniscalco la cui insegna scolpita sull’architrave di pietra della porta, reca sia ferri di cavallo sia attrezzi del mestiere.Sabbioni - VillageLike Anconella, Sabbioni was originally a stopping point along the road to Tuscany and here as well the building intended to accommodate travellers was endowed with a portico. The blacksmith’s shop stood opposite the inn. The sign carved into the stone architrave of the door features both horseshoes and tools of the trade.

    Roncastaldo – FontanaLa fontana è collocata in un muro in blocchi di pietra sovrastata dallo stemma comunale e da una nicchia con immagine sacra. Sullo stesso muro sono esposti alcuni oggetti, tra cui una pietra da trebbia, un frammento di architrave da porta in pietra, una lapide e una croce.Roncastaldo - FountainThe fountain is set into a wall made of stone

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    immigrarono in area padana, giungendo fino ai rilievi dell’Appennino.Barbarolo - Church of San Pietro and San PaoloThe Church of Barbarolo, dedicated to Saints Peter and Paul and rebuilt in the 20th century, rests upon a proto-Romanesque parish church dating from the 7th-8th century AD.There are valuable surviving traces of the original building, coeval with the crypt of Santa Maria: capitals with intertwined leaves, probably dating from the tenth century, are still visible.

    The present-day structure is ascribable to 18th-19th century renovations which completely altered the pre-existing

    forms.The name Barbarolo derives from the

    Late Latin Plebs Barbarorum, or Parish Church of the Barbarians, because of the populations of Goth origin who immigrated into the Po Valley area, venturing as

    far as the Appennine Mountains.

    Scanello – Cedro

    nel parco di Palazzo LoupBell’esemplare di

    Cedrus deodata, alto circa 25 metri, con un diametro

    del tronco di circa 130cm che necessita di ben quattro persone per abbracciarlo. L’albero ha una datazione approssimativa di 400 anni e presenta la cima mozzata

    a causa di una scheggia di granata caduta durante il secondo conflitto

    mondiale. Scanello - Cedar in the park of

    Palazzo LoupA fine example of Cedrus deodara,

    about 25 metres tall, with a trunk

    Borgo La GuardaLuogo di sosta sul percorso antico verso la Toscana, assolveva anche la funzione di posto di controllo, come dichiara il toponimo. Il nucleo si consolida dal XIV sec, a giudicare da un portale parzialmente occultato da un muro, ma altri edifici esaminati recano caratteri propri di quelli successivi: l’architrave trapezio sulla porta dell’edificio porticato, decorato con stemma e simboli comacini, databile al XVIsec o le finestre di un altro, rifinite da una cornice in pietra con bancale a mensola pieddritti e architrave modanati.La Guarda - BorgoA stopover place on the old route to Tuscany, it also served as a checkpoint, as the name “La Guarda” suggests.The settlement had already been established by the 14th century, judging from a portal partly concealed by a wall, but other buildings examined show features typical of later centuries: the trapezoidal architrave over the door of the porticoed building, decorated with Comacine symbols and emblem, datable to the 16th century, or the windows of another, finished with a stone cornice, moulded architrave and imposts.

    Barbarolo – Chiesa SS. Pietro e PaoloLa Chiesa di Barbarolo dedicata ai SS.Pietro e Paolo, ricostruita nel ventesimo secolo, poggia su una pieve protoromanica che si fa risalire al VII-VIII secolo d.C. Dell’originale edificio restano tracce di grande valore coeve alla cripta di S. Maria di Montovolo: sono visibili capitelli ad intreccio di fogliame, risalenti probabilmente al decimo secolo. L’attuale struttura è dovuta a rifacimenti del Sette Ottocento che hanno stravolto le antiche forme. Il nome Barbarolo deriva dal tardo- latino Plebs Barbarorum o Pieve dei Barbari a causa delle popolazioni di origine gotica che tra il V e VI secolo

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    dedicated to Saints Stephen and Martin, was rebuilt after wartime devastation at the initiative of Don Eugenio Andreoli, parish priest of Scascoli from 1942 to 1987. Squared sandstone blocks originating from the destroyed church of Sant’Ansano in Brento were used for the facade. The main altar, designed by Don Andreoli himself in a fine classical style, was made by melting down bronze shells used by American artillery units. If you continue along the road that descends toward the river Savena, you can reach and admire the majestic gorges of Scascoli, with their steep walls looming over the course of the river.

    Quinzano – Borgo Il Borgo di Quinzano era uno dei luoghi insediati

    del comune di Scanello. Alcuni dei caratteri architettonici degli edifici più antichi

    possono testimoniare l’importanza del luogo già negli anni tra XIII e XIV secolo.Posto a presido della strada che conduceva, attraverso Gragnano al nucleo La Fonte, e poi sulla via per la Toscana, era dotato di almeno due case-torre, a cui era possibile

    accedere solo con scale esterne in legno,retraibili, poi sostituite con

    balchi in pietra. Recenti ristrutturazioni hanno in parte modificato l’aspetto del

    borgo rispetto a quanto rilevato negli anni ’70, e sono di solito i tetti che modificano

    in modo sostanziale l’assetto tipologico degli edifici. Sul fronte a valle della casa torre vi è

    un portale, in parte tamponato con architrave laterizio datato 1698.

    Quinzano - VillageThe village of Quinzano was one of the settled parts of the

    municipality of Scanello. Some of the architectural features of the oldest buildings can attest to the importance of the place

    as early as between the 13th and 14th centuries.Established as a garrison to defend the road leading through Gragnano to the village of La Fonte and then the road to Tuscany, it had at least two tower houses, accessible only by means of wooden ladders which could be pulled up. These were replaced with stone porches and steps.Recent renovations have partly modified the village’s appearance

    since the 1970s and it is usually the roof which substantially alters the building features. On the front downstream of the

    tower house there is portal dated 1698, partly filled in with a brick architrave.

    diameter of around 130 cm, so that it takes no fewer than four people to embrace it. The tree is approximately 400 years old and its top is cut off due to a grenade fragment which fell on it during the Second World War.

    Scascoli – Chiesa di SS.Stefano e MartinoLa Chiesa di Scascoli dedicata ai SS. Stefano e Martino, è stata ricostruita dopo le devastazioni belliche ad opera di Don Eugenio Andreoli curato di Scascoli dal 1942 al 1987 . Per la facciata sono stati utilizzati blocchi squadrati di arenaria, provenienti dalla distrutta chiesa di S. Ansano di Brento.L’altare maggiore disegnato dallo stesso Don Andreoli, con fine gusto classico, fu realizzato tramite la fusione di bossoli di ottone dei proiettili usati dalle artiglierie americane. Proseguendo per la strada che scende verso il Savena, si possono raggiungere ed ammirare le maestose Gole di Scascoli, che sovrastano il corso del Savena.Scascoli - Church of Santo Stefano and San MartinoThe Church of Scascoli,

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  • Partimmo da Firenze alle otto e non mi fermai che un’ora dopo mezzanotte a una posta di proprietà del Papa, e dove non avevo più nulla da temere. Il nome di questa posta era “Scaricalasino”. Questo nome fece ridere la mia pazzerella e salimmo”

    Giacomo CasanovaStoria della mia vita (1761 circa)

    Piazzole panoramiche

    verso Loiano

    STRADA DELLA FUTA - MONGHIDOROpiazzole nella circonvallazione e all'ingresso del paese

    Monghidoro è il nome moderno di un antico nome superbo e

    plebeo: Scaricalasino! E v’è chi nomina Scaricalasino come

    fosse un paese fantastico! E’ un paese rupestre a poche miglia da Bologna. E l’idea esilarante

    e cretina era appunto nel ravvicinamento della dottorale Bologna, dove nei tempi antichi

    venivano di Spagna e di Lamagna a caricarsi di dottrina; e poi

    Scaricalasino, dove le schiere di asini scaricavano le some loro e

    facevano beatamente “ih, oh!”. Oh gioia di scaricarsi dalla soma

    della dottrina! Inoltre quel giorno era caldissimo, e allora pensai anche che, dopo Scaricalasino,

    veniva l’alpestre passo della Futa; e il Mugello; e le ginestre;

    e i grandi vertici dei monti. E questa era un’idea rinfrescante.

    L’automobile risale la valle bellissima del Savena; lascia giù

    la bassa landa, corre su verso la freschezza dell’Appennino… E’ deciso. Andiamo a Scaricalasino.

    Respireremo l’aria fresca, berremo le acque purissime di

    Scaricalasino.”

    Alfredo PanziniViaggio di un povero letterato,

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    Chiostro Olivetano della CisternaIl luogo era il chiostro del monastero cinquecentesco, al centro del quale gli ingegnosi monaci Olivetani avevano realizzato una cisterna in cui confluiva l’acqua piovana che veniva resa potabile attraverso filtri di carbone, e poi estratta dal pozzo. Nel1751 vi pernottò Padre Leonardo da Porto Maurizio nei pressi di Imperia, in occasione delle sue missioni monghidoresi che richiamarono oltre ventimila fedeli. In una abitazione al pian terreno esiste una lapide di marmo, incisa in latino, ed una piccola statua raffigurante

    il religioso, a ricordo dell’evento. Ecco perché la toponomastica ufficiale ha dedicato questa piazzetta

    a S. Leonardo anche se per i monghidoresi è da sempre chiamata semplicemente Cisterna.Nel 1996 grazie a una profiqua collaborazione tra pubblico e privato, si è avviato un articolato piano di recupero di ciò che è rimasto del centro

    storico, partendo proprio dagli spazi appartenuti all’antico monastero Olivetano

    Olivetan Cloister of the CisternThis place was the cloister of a 16th-century monastery; in the centre, the ingenious Olivetan monks had built a cistern to collect rainwater, which was made drinkable by being passed through carbon filters and then drawn from the well.

    In 1751, father Leonardo from Porto Maurizio, near Imperia, lodged there during his missions in Monghidoro, which

    drew over twenty-thousand worshippers. In a ground floor dwelling there is a

    marble plaque with an inscription in Latin and a small statue

    portraying the priest, made to commemorate the event. That is why this square has been officially named Piazzetta San Leonardo, though Monghidoro’s residents have always simply called it Piazza della Cisterna.In 1996, thanks to a fruitful

    public-private partnership, a comprehensive plan was

    launched to recover what remained of the historical town

    centre, starting precisely from the spaces belonging to the old Olivetan

    monastery.

    Chiesa di Santa Maria AssuntaCostruita tra il 1950 e il 1951 su progetto dell’architetto Luigi Vignali e completata nel 1991 con la costruzione del campanile a base ottagonale realizzato esclusivamente in arenaria dagli scalpellini. All’interno è presente una mostra d’arte sacra nella sala Don Bosco. Inoltre sono presenti L’immacolata tra i santi Petronio e Dionigi (olio su tela 1685) di Giovanni Antonio Burrini e Madonna in trono col Bambino, (olio su rame, XVIII secolo). Quest’ultimo dipinto si ritiene fosse presente nella vecchia chiesa distrutta durante la Seconda guerra mondiale.Church of Santa Maria AssuntaBuilt between 1950 and 1951, based on a design by the architect Luigi Vignali, it was completed in 1991 with the construction of an octagonal bell tower crafted by stonecutters completely from sandstone. The interior houses an exhibit of sacred art in a room dedicated to Don Bosco. Also on display are an Immaculate Conception with Saints Petronius and Dionysius (oil on canvas, 1685) by Giovanni Antonio Burrini and an Enthroned Madonna and Child (oil on copper, 18th century). The latter painting is believed to have been present in the old church destroyed during the Second World War.

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    The medallion on the stone, a work by Luigi Enzo Mattei, depicts an Italian soldier carrying an American soldier who died in combat. On that occasion the town of Monghidoro awarded honorary residency to General Pasquale Vitale, who achieved distinction for his aid to the allies. Subsequently, on 26 March 2006, thanks to contributions of the Lions Club and the National Association of Bersaglieri, the Parco delle Rimembranze, the only place of its kind in Italy, was inaugurated with a plaque commemorating all Italian military personnel who have fallen in peace missions

    around the world. Considering the different peace missions in which our soldiers are engaged in various parts of

    the world, the list is unfortunately destined to get longer and will be constantly updated.

    Continuing toward Florence, near Le Filigare, you will find the customs building between the former Papal States and Grand Duchy of Tuscany,

    with two pillars marking the border, and 20 km further, near the Futa Pass, a

    German cemetery where 30,800 soldiers who died during the Second World War were laid to rest.

    Campeggio “La piccola

    Lourdes bolognese”Già citata nell’elenco delle

    chiese del ‘300, ha come patrono San Prospero. E’ un

    santuario consacrato alla Madonna di Lourdes: all’interno di una cappella

    ospita infatti la riproduzione della grotta di Lourdes, voluta nel 1923 dall’arciprete

    di Campeggio Don Augusto Bonafè in memoria dei parrocchiani caduti durante la prima guerra mondiale. La cappella divenne ben presto meta di pellegrinaggi dal bolognese e dalla vicina Toscana.Campeggio: “The small Bolognese Lourdes”

    Already included in the list of churches of 1300, its patron is Saint Prosper.

    It is a sanctuary dedicated to Our Lady of Lourdes; inside a chapel, it hosts

    Parco delle RimembranzeIl Parco delle Rimembranze è una piccola ma significativa area posta all’ingresso nord del paese all’incrocio con la SP65 della Futa e Viale Roma. Questo luogo, come dice il nome è dedicato al ricordo e alla memoria. Un primo cippo venne inaugurato il 25 Aprile 2003 a ricordo dei militari italiani che combatterono a fianco degli alleati americani nell’ultimo conflitto bellico, sulla Linea Gotica. Il medaglione posto sul cippo opera di Luigi Enzo Mattei riporta un militare italiano che porta in braccio un soldato americano morto in combattimento. In quell’occasione il comune di Monghidoro conferì la cittadinanza onoraria al Gen. Pasquale Vitale che si distinse per l’opera di soccorso agli alleati. Successivamente il 26 marzo 2006, grazie all’apporto del Lions Club e dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, è stato inaugurato il Parco delle Rimembranze, luogo unico in tutt’Italia, con una lapide, che ricorda tutti i militari italiani caduti in missioni di pace nel mondo. In considerazione delle diverse missioni di pace in cui i nostri militari sono impegnati in varie parti del mondo l’elenco è purtroppo destinato ad allungarsi e verrà costantemente aggiornato. Proseguendo verso Firenze nei pressi delle Filigare è presente l’edificio della dogana tra Stato Pontificio e Granducato di Toscana con due pilastrini che segnano il confine e a 20 chilometri il cimitero tedesco della Futa dove riposano 30800 soldati deceduti durante la seconda guerra mondiale.The “Park of Remembrances” is a small but important area situated at the northern entry to the town, where the Futa provincial road (SP 65) and Viale Roma intersect. As the name says, it is dedicated to remembering and to memory. A first memorial stone was inaugurated on 25 April 2003 to commemorate the Italian soldiers who fought alongside their American allies along the Gothic Line in the last world war.

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    whose effigy was placed in a small pillar in 1616. The building is an example of fine architecture, with precious sculptures and decorations, and the interior houses the image of the Madonna of San Luca and two statues depicting Saints Peter and Paul, sculpted in 1785 by the Bolognese artist Antonio Gamberini.

    The organ, recently restored, is considered one of the oldest in the mountains of the Bologna province.

    7 L’alpe di MonghidoroL’area di interesse

    naturalistico dell’Alpe si estende a

    monte della strada della Futa a circa due chilometri dal centro di Monghidoro

    appena lasciata la frazione di Cà del Costa. La zona, che si

    trova ad una altitudine compresa tra gli 800 e i 1290 metri è

    ricoperta da boschi misti di latifoglie, a prevalenza di quercia e faggio. L’area è particolarmente ricca di sorgenti e

    sentieri per trekking con aree pic-nic.Alpe di Monghidoro

    The area of naturalistic interest of the park extends from the Futa road to about two

    kilometres from the centre of Monghidoro, just past the hamlet of Ca’ del Costa. It is situated at an elevation of between 800 and 1290 metres

    and is covered by mixed broad-leaved woodland, with a prevalence of oaks and beeches. The area abounds in natural springs and hiking

    trails with picnic areas.

    a reproduction of the Lourdes cave, commissioned in 1923 by the archpriest of Campeggio, Don Augusto Bonafe’, as a memorial to parishioners who fell during the First World War.The chapel soon became a destination of pilgrimages from Bologna province and the nearby Tuscany.

    Parco La MartinaAlla destra del torrente Idice, su un versante costituito prevalentemente da argille scagliose, di fronte alla frazione di Campeggio, il Parco La Martina si estende su una superfice di circa 155 ettari. Voluto dalla Provincia di Bologna nel 1972, è costituito sia da boschi di origine artificiale (rimboschimenti di conifere e latifoglie), Che di origine naturale (boschi misti di latifoglie con prevalenza di querce). E’ stato riconosciuto sito di interesse comunitario.La superficie del parco non presenta eccessive salite e si trova ad una altitudine compresa fra i 500 e i 700 metri. E’ attraversato da una rete di strade e sentieri segnalati che permettono di osservare i diversi ambienti ed i rispettivi aspetti naturalistici. All’interno un campeggio attrezzato, bar, tavola calda e aula didattica.La Martina ParkOn the right side of the Idice River, on a slope consisting prevalently of scaly clay, facing the village of Campeggio, La Martina Park extends over a surface area of about 155 hectares. Instituted by the Province of Bologna in 1972, it includes both man-made woods (reforestation with conifers and broad-leaved trees) and natural woodland (mixed broad-leaved woods, with a prevalence of oaks). It has been recognized as a Site of Community Importance. The park does not have excessively steep ground and is situated at an elevation of between 500 and 700 metres. It is crossed by a network of roads and marked paths which enable visitors to observe different environments and their respective naturalistic aspects. It has camping facilities, a bar, cafeteria and a room for educational activities.

    Santuario storico di Madonna dei BoschiEdificata nel 1685 la Chiesa alla Madonna dei Boschi è un Santuario consacrato ad un’immagine della Madonna di San Luca, la cui effige nel 1616 era collocata in un piccolo pilastro. L’edificio di buona architettura, con sculture e ornati pregevoli, ospita, all’interno, l’immagine della Madonna di San Luca e due statue raffiguranti i santi Pietro e Paolo scolpite nel 1785 dall’artista bolognese Antonio Gamberini. L’organo, restaurato di recente, è considerato uno dei più antichi della montagna bolognese.Historical sanctuary of Madonna dei BoschiBuilt in 1685, the Church of Madonna dei Boschi is a sanctuary dedicated to an image of the Madonna of San Luca,

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    Monghidoro travelling along the Futa road. The museum was conceived to enable visitors to relive the rural life of

    former times, with its places for living and work activity. You can admire different settings: a kitchen, bedroom, stable, schoolroom, a room for different trades and a mill. Several agricultural machines are displayed outdoors, under a protective roof.

    Santuario Mariano di PiamaggioLa chiesa è dedicata alla Beata Vergine del Rosario

    e a San Lorenzo Martire. Edificata nel 1893 su ampliamento di un antico oratorio, nell’anno

    successivo il parroco di Monghidoro, Mons. Giuseppe Fanti vi collocò

    all’interno un’immagine della Vergine del Rosario o Madonna di Pompei, tela realizzata dal pittore Sante Nucci (1821-1896).Marian Sanctuary of PiamaggioThe church is dedicated to the Blessed Virgin of the Rosary and

    Saint Lawrence the Martyr.It was built in 1893 by extending an

    old oratory and the following year the parish priest of Monghidoro, Monsignor

    Giuseppe Fanti, embellished the interior with an image of the Virgin of the Rosary or Madonna of Pompei, a work by the painter Sante Nucci (1821-1896).

    Triton’s ParkIl Triton’s Park Adventure è un parco acrobatico immerso nel verde del Monte Oggioli sull’Alpe di Monghidoro e deve il suo nome ai tritoni, piccoli anfibi crestati, che popolano il laghetto ai bordi del parco. Il Parco offre cinque percorsi acrobatici adatti ad adulti e bambini con una stazione di free-climbing per sperimentare l’arrampicata professionale tra gli alberi.Triton’s Park Adventure is an acrobatic park immersed in the greenery of Monte Oggioli, in the area of Alpe di Monghidoro, and owes its name to the “tritoni” (newts), small crested amphibians that inhabit the lake at the edges of the park.The park offers five acrobatic routes suitable for both adults and children, with a tree-climbing platform for experiencing a professional-style climb amidst the trees.

    Museo della Civiltà contadina dell’AppenninoIl museo della Civiltà Contadina dell’Appennino si trova in località Piamaggio , a soli 3 km da Monghidoro percorrendo la strada della Futa. Il museo è stato concepito per coinvolgere il visitatore in quella che era la vita rurale di un tempo, con i suoi luoghi di soggiorno e di attività lavorativa. Vi si possono ammirare diverse ambientazioni: la cucina, la camera da letto, la stalla, la scuola, la stanza dei mestieri, il mulino. Nello spazio esterno sotto una tettoia trovano ricovero alcuni mezzi agricoli.Museum of Rural Civilization of the ApenninesThe Museum of Rural Civilization of the Apennines is located in Piamaggio, only 3 km from

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    Il Mulino di Mazzone a PiamaggioCostruito prima del 1785, grazie ad una importante opera di ristrutturazione è tuttora in grado di funzionare. Possiede un ampio portico costruito nel 1878 come riporta la data incisa sull’architrave antistante l’ingresso del mulino. Una derivazione dal Rio del Piattello riempe l’ampia botte che alimenta ora una sola delle cinque macine che costituivano nel passato l’intero impianto. Mazzone Mill in PiamaggioBuilt before 1785, it is still in working condition thanks to major renovation work. It possesses an ample arcade built in 1878, the date inscribed in the architrave in front of the entrance to the mill.A branch of the Rio del Piattello fills a large barrel, which now supplies only one of the five millstones wheels that formerly made up the entire building.

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  • STRADA DELLA FUTA SP 65AROUND FUTA(App per IOS e Android)

    MAPPA INTERATTIVAhttp://mappainterattiva.uvsi.it